mag052015
La Libreria Fiordilibro promuove ed organizza con il patrocinio del Comune di Galatina e della Comunità Francescana giovedì 7 maggio alle ore 19,30 presso la Sala Francescana di Cultura adiacente alla Basilica di S. Caterina , l’incontro con Rossella Barletta e la sua ultima pubblicazione “Maria d’Enghien, Donna del Medioevo” Grifo Editore .
“Maria d’Enghien, Donna del Medioevo si configura come un saggio/racconto e ci permette di conoscere un po’ più da vicino laContessa, Principessa, Guerriera , Regina, Mecenate, Amministratrice nonché sposa e madre Maria D’Enghien, committente insieme al marito Raimondello Del Balzo Orsini, della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria ed in particolare degli affreschi nel cui ciclo mariologico è possibile riconoscere un suo ritratto.
Scrive l’autrice “mi sono avvalsa di piccole curiosità, leggende e aneddoti ….. senza tralasciare la rievocazione doverosa della storia, delle guerre, dei matrimoni combinati, delle alleanze, delle faide interne, dei rapporti con la Chiesa e così via, che costituiscono lo sfondo su cui agì la contessa. Né ho avuto timore, pur essendomi documentata su un numero considerevole di libri, di far ricorso alla fantasia, per completare il panorama. In questo modo mi piace pensare che riesca a toccare l’immaginazione e l’intelligenza del lettore, il quale sarà indotto a considerare il feudo amministrato dalla d’ Enghien per nulla periferico o di minore importanza nello sconfinato regno di Napoli, ma vivace e dinamico dal punto di vista politico, sociale e culturale.”
All’incontro interverranno Fra’ Rocco Cagnazzo Parroco della Basilica di S. Caterina d’Alessandria, Daniela Vantaggiato Ass. re alla Cultura, dialogherà con l’autrice Vincenza Fortuzzi Docente e Storica, modererà Antonio Liguori della Gazzetta del Mezzogiorno. Nel corso della serata i Laus Nova : Francesco Napolitano liuto e voce Roberto Belcuore percussioni, ci farà rivivere l’atmosfera delle corti medievali.
Rossella Barletta ricerca e studia da più di quarant’anni, il patrimonio storico, folklorico, antropologico, artigianale, gastronomico del Salento. Ha all’attivo numerosissime pubblicazioni, negli ultimi anni la sua attenzione si è rivolta al recupero del lessico dialettale e gergale.
Vincenza Fortuzzi docente ,da sempre impegnata nella valorizzazione del patrimonio e della storia locale.
I Laus Nova nascono nel 2012 da un idea di Francesco Napolitano ( voce e liuto) .Il progetto propone le sonorità della musica medievale del XIII con particolare attenzione al repertorio francescano delle laudi. Pur riproposti con strumenti moderni i brani sono eseguiti nel rispetto dell’accordatura e dell’intonazione dell’epoca così come desumibile da ricerche dell’ambito della musicologia e della liuteria.
giu252014
E’ tempo di Bilanci per le società partecipate dal Comune di Galatina e dopo l’assemblea per l’approvazione di quello della Fiera di Galatina e del Salento spa, tenutasi in modo RISERVATISSIMO nel mese di aprile, è la volta della CSA Spa.
Da una prima analisi sul Bilancio della Fiera, ad un anno dall’operazione di affitto a privati definita imprevidentemente “un miracolo”, si registra una sostanziale invarianza del deficit patrimoniale ( € -883.000 del 2013 contro € -913.000 del 2012) evidenziando tutti i limiti dell’idea sponsorizzata dal liquidatore e condivisa dall’Amministrazione Montagna. Limiti che ho già sottolineato ampiamente in sede di Consiglio Comunale allorquando, il Sindaco Montagna e la sua Amministrazione, anziché pretenderne la restituzione, deliberarono, se pur a determinate condizioni, la proroga del contratto di comodato dell’immobile di proprietà del Comune, accollandosi, nei fatti, l’onere di ripianare i debiti dell’Ente Fiera , sacrificando i soldi dei galatinesi sull’altare dell’ “opportunità di rilancio”.
Ad oggi, dopo circa un anno, il tanto celebrato rilancio è passato ESCLUSIVAMENTE da “Erotika”, manifestazione, sulla quale qui non esprimo giudizi morali, ma che certamente ha poco a che vedere con la storia culturale della nostra Città mentre viene affossata la Campionaria e tutta la sua storia con una totale inerzia e mancanza di progettualità della quale il Sindaco Montagna e la sua squadra Assessorile se ne devono assumere la piena responsabilità politica.
Le Liste Civiche che rappresento, ma certamente anche i galatinesi tutti, attendono poi fiduciose il “chiarimento” promesso dal Sindaco Montagna circa le affermazione pubbliche del liquidatore dell’Ente Fiera “… mi sono guardato anni e anni di carte e ci ho trovato qualcosa non di chiaro, in tutto quello che ho guardato… ”, oggetto tra l’altro di una mia interrogazione che non ha ancora avuto riscontro.
Passando al bilancio della CSA risalta un’evidente mancanza di indirizzo politico che raggiunge l’apice massimo nel contenzioso in corso di circa € 2.700.000 tra il Comune di Galatina (socio di maggioranza) e la stessa CSA.
Si passa da un utile 2012 di € 227.000 a una perdita 2013 di € -101.000, generata essenzialmente da una svalutazione crediti vs. il Comune di Galatina, contestualmente una puntuale descrizione delle motivazioni che hanno portato alla iscrizione del credito, che, ove il bilancio venisse approvato con il voto favorevole di tutti i soci, farebbe risultare difficile sostenere le proprie ragioni in sede di contenzioso. Dobbiamo quindi attenderci anche quest’anno che il Sindaco o il suo delegato si assenterà ricreando l’anomalia di un bilancio approvato dal solo socio privato di minoranza? Staremo a vedere.
A completamento di questo quadro confusionario il parere del Collegio Sindacale che si esprime in netto contrasto con l’operato dell’Organo Amministrativo allorquando afferma che “l’Organo amministrativo ha proceduto ad una svalutazione eccessiva dei crediti di dubbia esigibilità che si è trasformato in un accantonamento quasi sproporzionato rispetto alla dubbia esigibilità…………”
Entrambi gli Organi sono nominati a maggioranza dal Comune di Galatina e questa inconsueta posizione critica lascia ben immaginare la condizione d’incertezza confusionaria che avvolge l’Amministrazione Montagna nei rapporti con la CSA.
Sarebbe opportuno che il Sindaco Montagna riflettesse su una ipotesi transattiva piuttosto che demandare ad un giudice lo sbroglio della matassa “chi deve quanto a chi” tra CSA e Comune di Galatina perché, in ogni caso, si determinerebbe un danno per le casse comunali e quindi per i galatinesi tutti.
Si parli di partecipate piuttosto che del vergognoso commissariamento dell’ARO, degli interminabili lavori della tangenziale, della propagandistica inaugurazione della palestra che a detta degli operatori del settore non ha le caratteristiche tecniche per essere utilizzata , fino alla gestione del canile che merita sicuramente maggiori approfondimenti e all’imbarazzante sponsorizzazione della festa patronale dalla TAP, la sensazione è di una Amministrazione autoreferenziale, inadeguata ed incapace di autocritica, anche quando nei fatti si evidenziano i limiti.
Rivolgiamo l’ennesimo invito al Sindaco Montagna per una svolta in grado di dare risposte alla città, nell’impossibilità, pur convinti assertore dell’importanza di una continuità di governo, chiediamo ne prenda atto e concluda quest’amara esperienza amministrativa galatinese.
feb212012
Dopo l’entusiasmante partenza che ha visto protagonista l’artista Carlo Michele Schirinzi, continua il suo viaggio di ricerca culturale, attraverso la basilica di Santa Caterina d’Alessandria, approfittando degli innumerevoli spunti di approfondimento che essa fornisce a chi sa vedere. Dalla personale visione del regista degli affreschi trecenteschi della basilica alla figura storica della filosofa Ipazia in stretta connessione, secondo una recente storiografia, con la Patrona della basilica galatinese tardo-romanica e gotica. Agorà presenta, dunque, il suo secondo appuntamento denominato "Ipazia d’Egitto, Filosofa, Matematica e Astronoma", che si terrà il 29 febbraio 2012, alle ore 18.30, presso il Museo Cavoti, Palazzo della Cultura "Z. Rizzelli", I piano, Piazza Alighieri Alighieri, n. 51, Galatina (LE). L’incontro, organizzato da Agorà con l’Associazione culturale Il Mandorlo, in collaborazione con l’Università popolare "Aldo Vallone" e il laboratorio d’arte InGenio, patrocinato dal Comune di Galatina, vedrà protagonista-relatrice la Dott.ssa Elisa Rubino, studiosa di Storia della Filosofia Medievale e ricercatrice presso l’Università del Salento, che parlerà della figura di questa matematica, astronoma e filosofa dell’Egitto bizantino. Le sue vicende l’hanno resa martire del paganesimo e della libertà di pensiero e, scrive Margherita Hack, «Ipazia rappresentava il simbolo dell'amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio cominciò quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tentò di soffocare la ragione». Introdurranno, delineando un orizzonte storico-culturale del IV – V secolo d. C., tra Paganesimo e Cristianesimo, del delicato sistema di equilibri e influenze, all’indomani dell’Editto di Milano, Francesco Luceri (storico della filosofia) e Francesca Marra (archeologa).
Agorà nasce dall’incontro di un gruppo di giovani amici, i quali intendono vivere il dialogo e intraprendere un percorso esperienziale che mescoli e fonda differenti multiversi. Agorà è una piazza nel senso originario del termine, un luogo d’incontro e di crescita, dove ogni universo interiore potrà mettere a disposizione dei convenuti il proprio bagaglio esperienziale e prenderne da quello degli altri, in un simposio di "verità", ognuna con un proprio senso e un proprio fondamento, contribuendo così a inserire il proprio tassello di verità in una ricerca continua e inestinguibile.
Ideatori e organizzatori di questa "piazza culturale" sono Angela Beccarisi, Sandro Marasco, Daniela Bardoscia, Francesco Luceri e i giovani artisti di INgenio_la forma delle idee, nelle persone di Vittorio Carratta, Georgia Romano, Pierpaolo Briatico-Vangosa, Mariangela Cucco, Ermanno Scarcia e Francesca Marra, uniti da un intento comune di condivisione e partecipazione attiva alla vita culturale e civile.
La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.
Per informazioni: agora.percorsiinversi@gmail.com; tel. 3297669635, 3881197170.
nov182013
L’Associazione culturale Galatina Project di Galatina, promuove annualmente il Premio Zucca per dare un riconoscimento a personalità che si sono particolarmente distinte nella promozione e nella valorizzazione del territorio salentino. Tra i premiati delle scorse edizioni:
il senatore Ugo Lisi- la senatrice Maria Rosaria Manieri- Giampiero Sabella ,campione mondiale di sleddog- il dott. Marcello Costantini, cardiologo- la casa editrice Chiriatti- l’editrice Salentina- Marcello Tarricone, direttore responsabile dell’Almanacco Salentino e direttore editoriale di “quiSALENTO-Angelo De Padova-Frate Minore Francescano
Quest’anno per celebrare il decimo anniversario del Premio Zucca, si è deciso di premiare la zucca con un contest culinario di piatti a base di zucca. I premi asaranno assegnati da una giuria appositamente costituita a:
L’ ORIGINALITA’ NELL’ ELABORAZIONE DEL PIATTO
L’ ARMONIA DEGLI INGREDIENTI
L’ ESTETICA DEL PIATTO
La manifestazione si concluderà con il Convegno a più voci – Un dibattito su:
La zucca nell’alimentazione- dott. Giuseppe Botrugno
La zucca nell’arte- prof.ssa Domenica Specchia
La zucca nella favola- prof.ssa Marinella Olivieri
La prof.ssa Giulia Palamà leggerà una sua poesia: La zucca
Moderatore: dott. Antonio Liguori- Gazzetta del Mezzogiorno
Seguirà buffet e premiazione dei vincitori del contest culinario- A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato
L’evento avrà luogo presso Il Covo della Taranta- C.so Garibaldi 13 a Galatina
Il contest culinario inizia alle ore 17:00
Il convegno inizia alle ore 19: 00
Il buffet inizia alle ore 20:30
set142007
Scritto in memoria di Zeffirino Rizzelli
Ho incontrato il prof. Zeffirino Rizzelli per l’ultima volta il 14 luglio scorso. Conobbi di persona il professore nel corso dei primi anni ’90 del novecento (di fama però lo conoscevo da sempre). E negli ultimi, diciamo, quindici anni, mi incontravo volentieri con lui e con una certa continuità. Soprattutto per consegnargli brevi manu (prima dell’avvento nella mia vita della posta elettronica) i miei articoli che (tranne uno, come dirò) il direttore pubblicava sempre integralmente sul suo il Galatino. Ci incontravamo di sabato al Convitto Colonna presso il distretto scolastico, prima che questa istituzione chiudesse definitivamente i battenti; qualche volta nella sede del giornale in largo Bianchini; negli ultimissimi anni invece più frequentemente a casa sua, in un salottino, quando non nella sua bella biblioteca, in un altro lato dell’abitazione. Era sempre gentile con me il professore, come credo lo fosse con tutti quelli con i quali aveva commercio di pensieri e parole.
Parlavamo di tutto. Ma non era uno scambio alla pari; la partita doppia non poteva essere applicata a quegli incontri: tra i due chi si arricchiva era il sottoscritto. Ero al cospetto di un gigante della scrittura (e non solo della scrittura), eppure quel titano ti metteva a tuo agio non facendoti sentire un pigmeo.
L’ultima volta, dunque, nel luglio di quest’anno andai pimpante per consegnargli, fresco di stampa e di tornio, il mio libello di “Scritti in Onore di Antonio Antonaci” per il quale il professore aveva steso un bel saggio introduttivo (saggio che mi aveva consegnato verso la fine del mese di febbraio di quest’anno 2007, allorché mi invitò anche a tenere – come tenni - una lezione sulla Storia di Noha all’Università Popolare “A. Vallone” di Galatina presso il Palazzo della Cultura: il che per me era, ancora una volta, un inaspettato onore).
Ebbene, Zeffirino Rizzelli mi ha onorato molte volte: con il pubblicarmi sul suo giornale, con lo scrivere saggi introduttivi ai miei scritti, con l’invitarmi a tenere una lezione all’Università Popolare, con il recensire sul suo giornale qualche mio libercolo. Un paio di volte mi onorò ancora invitandomi anche a “scendere in politica”; ma declinai questo invito preferendo essere a tutt’altre faccende affaccendato. Mi onorò della sua presenza allorché lo invitai presso il circolo culturale “Tre Torri” di Noha, dove tenne una magistrale lezione sulla antica e nobile famiglia “De Noha”, e quando venne a casa mia nel maggio del 2006 allorché in forma privata ed in maniera molto semplice si festeggiò, insieme ad altri, la nuova edizione del mio libro “Noha, storia arte e leggenda”, scritto a quattro mani con il p. Francesco D’Acquarica (libro del quale il professore aveva pure stilato una generosa presentazione). Insomma: il prof. Rizzelli mi onorava della sua amicizia.
*
Una volta, era il 1996, il professore si rifiutò di pubblicare un mio articolo, l’unico che venne, diciamo, “censurato” dal direttore: era un articolo che decantava le opere del Rizzelli, sindaco di Galatina. Così mi scrisse in una sua garbata lettera di spiegazioni: “… Non posso pubblicare sul mio giornale il tuo articolo. Questo non perché falsa modestia mi induce a rigorose valutazioni, ma perché siamo in campagna elettorale, tempo in cui si arriva a strumentalizzare anche ciò che strumentalizzabile non è. […] Chi lo ha scritto è, certamente, lontano le mille miglia da sentimenti di riverenza o peggio ancora di servilismo…”.
C’era in quelle parole anche e soprattutto ritrosia ed umiltà. Chiunque altro, trovandosi nella sua stessa posizione, e non solo per mania di protagonismo, avrebbe pubblicato in grassetto o a caratteri cubitali quelle considerazioni!
Scritto in onore: quell’articolo era redatto ad honorem.
Ho, in effetti, il pallino degli scritti in onore, che mi sembra abbiano un valore incommensurabilmente più grande degli scritti in memoria. Non è questione di consecutio temporum: è che tra una strada facile ed una difficile mi hanno insegnato a percorrere quella più difficile ed impervia (non fosse altro che per allenamento). Lo scritto in memoria è di gran lunga il più facile da redigere, ma quello che forse ha minor valore.
Si scrivano allora dieci, cento, mille “Scritti in Onore” (in onore di chi è ancora fra noi e lo meriti, s’intende), si riempiano le biblioteche e le librerie, ma non siano scritti di circostanza, o peggio ancora di celebrazioni servili.
E’ molto più difficile scrivere in onore, cercando di essere comunque liberi da “servo encomio” come pure servi “di codardo oltraggio”, che scritti in memoria.
Gli scritti in memoria li sanno fare più o meno tutti. Dopo, però.
Sicché dedicai al professore un articolo intitolato appunto: “Scritto in Onore di Zeffirino Rizzelli”. L’articolo con qualche piccola variante era proprio quello nato dieci anni prima, e rimasto per volontà del direttore pro-tempore nel cassetto. Quell’articolo attese così 10 anni al buio, ma vide finalmente la luce sul numero de il Galatino del 15 settembre 2006, il primissimo a direzione piena di Rossano Marra che stavolta non indugiò nemmeno un attimo a pubblicarlo. Quell’articolo certamente è nulla in confronto all’onore che Rizzelli mi aveva riservato in più occasioni. Era ed è quel brano - ed in fondo anche il presente, steso questa volta purtroppo in memoria - solo un tassello che dimostrasse (se mai ce ne fosse stato il bisogno) la grandezza dell’Uomo ed il lustro dato dalla persona e dall’opera di Zeffirino Rizzelli alla città di Galatina e a tutto il Salento.
*
Come dicevo, ho incontrato il prof. Zeffirino Rizzelli per l’ultima volta la mattina di sabato del 14 luglio scorso. Era a casa sua, seduto sulla sua poltrona; in ordine, sul tavolino del soggiorno, i suoi giornali, freschi di stampa, pronti per esser letti per filo e per segno.
Era consapevole della sua malattia e dell’ora alla quale andava incontro.
Io cercai di dirgli: “Ma professore, non dica così: noi tutti abbiamo ancora e sempre bisogno di Lei”. Mi rispose con uno sguardo sereno che non dimenticherò mai più. Fu un’altra lezione di dignità.
Ci salutammo, dopo un po’. Ma non mi accompagnò all’uscita come aveva sempre fatto. I dolori glielo impedivano. Mi strinse ancora una volta con vigore la mano. La sua mano; quella mano di scrittore! Sembrava mi dicesse in quel saluto: “tutto è compiuto”.
Mi voltai per vederlo un’altra volta ancora, e poi me ne andai. Il mio spirito era greve…
La notizia della sua morte, giuntami a Putignano, dove lavoro, per il tramite di un amico, la mattina del 29 agosto scorso, non mi colse di sorpresa. In un certo qual modo ero preparato. E sereno. Di quella serenità d’animo che solo il professore sapeva trasmetterti.
Antonio Mellone
dic252015
State per compiere un viaggio nel tempo e nello spazio.
Il presepe quest’anno è allestito all’interno del Parco del palazzo baronale di Noha che tutti chiamano Castello.
Per godere appieno della visita, vi consigliamo vivamente di soffermarvi sui dettagli, tutti autentici, che potrete apprezzare in ogni angolo del percorso, frutto di una capillare attività di ricerca storica su luoghi, mestieri, profumi e sapori, e di una scuola e un lavoro di attenzione ai particolari che dura mesi.
Tutto questo fa del presepe di pietre e di gente di Noha un museo/teatro dove anche il visitatore può interagire con personaggi e interpreti del copione, diventando a sua volta attore-protagonista della scena.
In questo presepe non noterete sforzo di arte drammatica, non affaticamento da troppa recitazione: in quanto il pastore ha davvero il suo gregge di pecore e di capre portate al pascolo ogni giorno; il contadino vanga e rivanga le zolle ed attende il frutto dalla terra anche al di là del presepe vivente; il fornaio è fornaio vero che produce il pane quotidiano; e così la sarta, il ciabattino, il maniscalco, lo scultore, il fabbro…
Anche gli angeli, forse, lo sono oltre il Castello ed oltre le feste.
Lungo il tragitto si ha modo di ammirare alcuni tra i beni culturali più antichi e importanti di Noha.
A metà del cammino s’incontra l’originalissima vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty, coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della misteriosa Casa Rossa (la casa delle meraviglie nohana che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì) della quale, proprio all’ingresso del presepe, ma dall’altra parte della strada, al di là del muro di cinta, potete osservare il primo piano con tetto spiovente.
Di fronte alla vasca ovoidale, la costruzione che ospita il palazzo di Erode è la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso. Ospita ancora un impianto idraulico ed elettrico tecnologicamente molto interessante, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità.
Continuando nel viaggio, incontrerete il bene culturale più antico e interessante di Noha, bello da mozzare il fiato: la straordinaria torre del XIV secolo (1300) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto.
Dall’aspetto severo, militaresco, tremendo, la torre medievale di Noha era capace di generare, specie nei giorni di tempesta, timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse. Ma più forte era la paura di saccheggi, uccisioni e rapimenti da parte dei filibustieri di ogni risma.
Fra’ Leandro Alberti in un’opera del 1525 dal titolo: “Descrittione di tutta l’Italia” definisce questo maniero come “il fortissimo castello di Noja [Noha] posto in forte loco”.
La torre di avvistamento e difesa, intorno alla quale si organizzò il castello, la corte, e il resto del piccolo centro, raggiunge i dieci metri d’altezza. La costruzione è coronata da una raffinata serie di archetti e beccatelli che ne sottolineano il parapetto alla sommità.
Più avanti, prima di giungere nell’osteria, dove potete degustare i prodotti del campo e delle fattorie locali, si osserva uno scorcio delle cantine del Castello, con le enormi botti in legno nelle quali si invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha nello stabilimento omonimo, a due passi dal parco, e imbottigliato a Martina Franca.
Avvisiamo i visitatori che è possibile chiedere agli addetti al presepe informazioni sulle diverse tipologie di bestiame e le svariate razze di volatili presenti nel presepe; e, volendo, ai pastori di accarezzare gli agnellini in tutta sicurezza.
Dopo la doverosa sosta all’interno delle rugose mura della grotta della natività, proseguendo sul sentiero tracciato, all’uscita dal parco, avrete modo di apprezzare il gruppo scultoreo e monumentale delle casiceddhre, ubicate sulla sommità dei forni del Castello, che tante leggende hanno suscitato nel popolo salentino.
Vi ringraziamo per la visita alla nostra Bet Lèhem, che significa, appunto, casa del pane. E a proposito di pane, all’uscita, oltre alle altre specialità, vi aspettano le fragranti pucce con le olive appena sfornate.
Questo e molto altro si scopre viaggiando in questo luogo incredibile custodito nel cuore di Noha.
*
Signore e signori, grazie per la vostra generosità. Le vostre libere offerte e, ovviamente, il passaparola ai vostri parenti e amici, ci daranno la forza di continuare a realizzare anche in futuro rappresentazioni popolari, non solo natalizie, come questa. E, oltretutto, di recuperare e valorizzare i beni culturali del nostro Salento.
Auguri a tutti voi di buone feste. E arrivederci al prossimo appuntamento.
Antonio Mellone – per l’Ass. Presepe vivente di Noha
La scuola di Noha c'è, eccome!. Anche sotto il sole cocente di luglio.
Eccovi alcuni flash sulla bella iniziativa promossa dalla scuola di Noha e coordinata dalla prof.ssa Rita Colazzo
Si ascoltano i comandi | Tutti sulla scacchiera! Le prime prove all'aperto |
Il gruppo dei tamburellisti | Si insegnano i passi della pizzica |
I solisti | Si costruiscono i costumi di scena |
POLO II SEDE DI NOHA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
Il 03/07/2012 hanno avuto inizio i , sotto la guida delle docenti Colazzo Rita Maria e Coluccia Barbara, i progetti extra curriculari su menzionati confluiti in seguito nel più realistico “ Scacco matto live”, che ha perseguito i medesimi obiettivi dei suoi fratelli e vale a dire:
I ragazzi , un gruppo di circa 30 , ha frequentato con regolarità il progetto che si è esteso per tutto il mese di luglio per due incontri settimanali ( martedì e venerdì) dalle 9.00 alle 12.00
Dal 23/07/2012 fino allo spettacolo finale del 27/07/2012 gli incontri hanno avuto cadenza giornaliera
Le attività messe in atto sono state molteplici:
I ragazzi, provenienti da varie classi e della primaria e della secondaria di primo grado, hanno imparato
Riguardo poi la conoscenza del gioco degli scacchi hanno imparato
E’ stata un’ attività entusiasmante e per noi docenti e per i ragazzi che non solo si sono divertiti tutti insieme, ma hanno imparato a convivere e giocare tutti insieme anche se diversi per età e sesso
Non si sono tirati mai indietro nonostante il caldo a volte si facesse sentire. Ad alleviare il disagio momentaneo abbiamo provveduto noi stesse fornendoli di acqua fresca e panini e lavorando soprattutto fuori , all’ombra, nella palestra scoperta
Valido è stato il contributo di Ettore Romano, maestro di canto che ha coadiuvato la prof.ssa Coluccia nella messa in opera di un gruppo di canzoni : Happy day. Se la gente usasse il cuore. Quando i bambini fanno oh. L’acqua de la funtana … e altre della tradizione salentina
Altresì importante è stato il supporto dei genitori che ci sono stati di valido aiuto, ma anche degli sponsor cittadini che hanno creduto nella nostra iniziativa e nella scuola, che in un contesto socio/culturale come quello in cui essa è ubicata, ha dimostrato, con apprezzamento della comunità nohana, che è presente con particolare cura e attenzione agli allievi ad essa affidati
Rita Colazzo
mag252017
Al commissario Prefettizio dott. Guido Aprea
Al sub Commissario dott. V. A. Calignano
Al Comandante della Polizia Municipale, dott. A. Orefice
Città di Galatina
E p. C. Al Prefetto di Lecce, dott. Claudio Palomba
Galatina li, 25 maggio 2017
OGGETTO: richiesta di riduzione delle quattro ore di apertura mattutina della ztl, riduzione dei pass con relativo controllo degli stessi e sostegno alle iniziali disposizioni amministrative di salvaguardia del Centro Antico adottate dal Commissario prefettizio dott. Guido Aprea.
Illustrissimo Commissario,
i firmatari della presente comunicazione, Comitato di Quartiere del Centro Storico (composto da residenti, operatori commerciali, professionisti e responsabili di associazioni), Sostenitori dell’azione del Comitato (cittadini, operatori culturali, esponenti culturali galatinesi ed associazioni quali la locale Proloco, la locale Associazione Club Unesco, Italia Nostra sez. Sud Salento, Archeo club Galatina, l’Osservatorio Tecnico Galatinese, l’Associazione City Telling, ecc. ,
intendono confermare il proprio fermo consenso all’azione di salvaguardia e valorizzazione del tutto condivisibile messa in atto inizialmente dal Commissario prefettizio dott. Guido Aprea, in quanto primo atto per un percorso di civiltà, di sostenibilità ed il primo passo per la valorizzazione del Borgo Antico e dell’intera Città. Tuttavia proponiamo di ridurre di almeno due o tre ore la fascia oraria di libero accesso, prevista nella mattinata. Le attuali quattro ore previste dalle ore 8 alle ore 12, nelle ore di maggior affluenza del traffico pedonale costituito da residenti, da visitatori e turisti, singoli o in grandi comitive, quali coloro che si recano nei negozi, al Comune, a visitare palazzi, Chiese, la Basilica e le gallerie, sono in contrasto con l’alto carico di macchine che transitano in particolar modo su Via Umberto I, Via Vittorio Emanuele, Via Garibaldi e Piazza San Pietro, le vie principali del traffico pedonale, sia durante la fascia oraria libera, sia durante le altre ore della giornata (troppi pass rilasciati?).
Questa fascia oraria ampia e centrale nella mattinata, l’alto numero dei pass rilasciati, stanno creando seri disagi sia ai residenti, sia agli operatori, ma in particolar modo ai visitatori e turisti, in questo periodo di maggior affluenza. La velocità del transito delle auto in particolare in Via Umberto I e via Robertini e i relativi ingorghi che si creano tra comitive, pedoni, tra auto, furgoncini, e camion mettono in serio pericolo la sicurezza dei pedoni, dei bambini e dei diversamente abili. La prima settimana di chiusura è stata un’ esperienza meravigliosa e c’è stata una risposta positiva generale nella maggior parte della popolazione, ad eccezione solo di alcuni operatori che , forse per paura, ancora non riescono a comprendere la portata di questo epocale cambiamento migliorativo, che porterà frutti sia a livello economico che a livello socio-culturale a tutti, nessuno escluso. Ma confidiamo che quanto prima anche loro possano vederne i benefici, infatti risulta imprescindibile contribuire a far acquisire a tutti i galatinesi una visione ampia e orgogliosamente rivendicabile della portata del Centro Antico, che come tale va sottratto a visioni di parte e riconosciuto come Polo attrattivo per flussi turistici nazionali ed internazionali e attività connesse.
Se vediamo le tendenze degli altri comuni della Provincia di Lecce, per non andare a vedere anche nel resto d’Italia e della Comunità Europea, molti Comuni hanno intrapreso con successo questo percorso: Otranto, Lecce, Gallipoli, Maglie, Poggiardo, Martano, Corigliano, Nardò, ecc. ed ora sembra che anche la vicina Galatone e Copertino vogliano procedere per la ztl. Si tratta di un processo di sviluppo urbanistico sostenibile delle città che vede l’individuo e la comunità al primo posto (e non l’auto). Solo una ferma decisione di chiusura, una regolamentazione seria degli accessi (a tale proposito si richiede un controllo più accurato nel rilascio dei pass soprattutto in funzione del numero limitato dei posti auto, che dovrebbero essere destinati in primis ai residenti, molti dei quali anziani, o famiglie con bambini) può portare ad un piano serio di riqualificazione dell’intero Centro Antico, Centro Nuovo, e dell’intera cittadina.
Con ossequi.
FIRMATO
Le suddette Associazioni, tramite i loro Presidenti
(Club Unesco, Archeoclub, Osservatorio Tecnico Galatinese, Proloco, Associazione City Telling, Italia Nostra sez. Sud Salento e Comitato di Quartiere).
mag282014
Venerdì 30 Maggioalleore 19.00, in via Scalfo n.5 – Galatina, presso la sede dell’Istituto Immacolata ASP sarà presentato il nuovo piano editoriale de “Il Galatino”. Il quindicinale d’informazione salentino con una storia di 47 anni sulle spalle, si rinnova, nel solco della tradizione cambia pelle e si apre ai novi media, diventando social. Il nuovo giornale vuole essere una piattaforma aperta di confronto, dove tutti i contributi possono servire alla crescita culturale della Città. Sicuramente qualche volta avrai pensato “Ma perché nei mezzi d’informazione non si parla mai di questo argomento o di quel tema?”. Se ti è capitato, adesso è il momento di far valere la tua fame di notizie attraverso la discussione #informamisuquesto, promossa da “Il Galatino” e Inondazioni web tv, finalizzata alla ricerca di nuovi temi e nuove proposte per un’altra informazione, quella che ti appassiona di più, che ti è vicina e che ti coinvolge direttamente.
Partecipare è semplice: basta scrivere le proprie idee e/o proposte di temi sulla bacheche di facebook o twitter de “Il Galatino” inserendo nel post l’hashtag #informamisuquesto .
La voglia di partecipare allo scambio di idee non si è esaurita? Donaci cinque minuti del tuo tempo compilando un questionario qui
Tra tutti i partecipanti all’iniziativa, inoltre, verranno estratti i vincitori dei cinque abbonamenti gratuito per un anno a “Il Galatino” messi in palio.
Libera la tua fame d’informazione, il Galatino ti ascolta!
giu252021
L’estate galatinese di “A Cuore Scalzo” sarà ricca di manifestazioni culturali, artistiche, letterarie, musicali e teatrali, che si svolgeranno nel pieno rispetto dei protocolli sanitari e della normativa anti – covid. C’è una novità importante: l’Amministrazione Comunale ha fortemente voluto la realizzazione di un progetto culturale con un’elevata valenza artistica ed attrattiva che coinvolga l’intero territorio comunale, finalizzato alla promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale ed in grado di incidere sulla crescita culturale della comunità, dell’immagine della Città di Galatina e del suo territorio. In particolare, la finalità progettuale volge alla realizzazione di un Festival di Fotografia e di Arte Contemporanea, che ha come tema principale “Il Corpo come luogo oggetto nella storia dell'arte e simbolo di un'evoluzione di pensiero, di espressione, di sentimento, di spazio politico, sociale, economico e di genere” e, in particolare, il Corpo della donna, in ragione del forte legame tra la Città di Galatina e le donne, a partire dal Tarantismo, fenomeno culturale che rappresenta parte dell'identità culturale del territorio, sino alle metamorfosi che il corpo ha subìto nel corso della storia. Il progetto, dal titolo In Trance, è ideato e curato da Alessia Rollo con il partenariato dell’associazione 34° Fuso e il coinvolgimento di associazioni del territorio, privati, giovani e tutto coloro che vogliono dare il loro contributo ad un progetto culturale fortemente identitario. Nelle prossime settimane saranno svelati maggiori dettagli a riguardo.
“A Cuore Scalzo” ritorna a ri-vivere, nella sua Città e nel territorio intero, ritorna ad abbracciare i suoi cittadini e ad accogliere i turisti e a stuzzicare il loro interesse e la voglia di essere a Galatina. “A cuore scalzo” significa ancora una volta libertà, purificazione, viaggio. Significa non avere barriere, significa essere, semplicemente essere.
“Dare l’avvio alla terza edizione di “A Cuore Scalzo” rappresenta una ripartenza – afferma il Sindaco Marcello P. Amante - un segno di speranza dopo due anni di emergenza che ci vede, ancora adesso, in affanno ma desiderosi di riprendere in mano la nostra vita. Sin dall’avvio della nostra amministrazione abbiamo creduto nella cultura come motore per la ripartenza della Città di Galatina. E “A Cuore Scalzo” ci conferma che deve necessariamente essere così: ritrovarci nelle piazze e nei luoghi dove l’anima si nutre attraverso un libro, uno spettacolo teatro, un’opera d’arte, una semplice chiacchierata dopo un concerto musicale”.
“L’emozione di quest’anno è unica – afferma Cristina Dettù, Assessore alla Cultura - : rispetto al primo anno, quello di sperimentazione, e al secondo di conferma, oggi “A Cuore Scalzo” compie un salto coraggioso. E non solo perché lo fa in condizioni emergenziali ma anche perché punta su un progetto culturale nuovo per la Città. E l’emozione accompagna la convinzione che il festival, centrale nella nostra estate, sia punto di attrazione per artisti, appassionati, curatori ma soprattutto sia fucina di sapere, curiosità, conoscenza, educazione per tutti coloro che sapranno apprezzare l’arte tra i vicoli di una Città che è l’arte stessa”.
Si invita a seguire i canali social facebook e instagram per rimane aggiornati.
Ufficio stampa Marcello Amante
apr122011
Continuiamo con la rubrica "Un'altra chiesa" a cura di Marcello D'Acquarica nel diffondere le analisi ed i commenti di don Paolo Farinella, in tema di eventi socio-politici e rapporti con la chiesa di “palazzo”.
Genova 6 aprile 2011. – Intorno alla barzelletta della mela, raccontata da Berlusconi ai sindaci in fascia tricolore nel ridotto di taverna di Palazzo Grazioli all’uopo trasformato in un mini Montecitorio, molti, quasi tutti hanno sottolineato l’aspetto di vacuità e di lezzo che promana dall’uomo che ormai ha raggiunto il livello delle cantine da postribolo. Pochi hanno messo in rilievo che quel «momento» ha segnato la fine della tragedia berlusconiana che continuare ancora un poco a fare la commedia perché nulla deve restare in piedi. Facendo macerie, nessuno gli chiederà il conto e lui salverà se stesso che è l’obiettivo finale della sua occupazione di tutto il potere. I sindaci in fascia tricolore ascoltano e ridono e battono le mani e lui gongola. Anche la donna presente non ha osato dargli uno schiaffo davanti a tutti, magari accompagnato dalle parole: «Si vergogni! Lei sta umiliando l’Italia e le Istituzioni che noi rappresentiamo». Nulla. Acquiescenza, sottomissione, paura. Carogne silenti. Quella barzelletta (senza offesa per le signore Barzellette!) è il punto di non ritorno perché rivela la nullità del vuoto su cui siamo adagiati e dal quale sarà difficile risorgere se non vi sarà non solo una indignazione generale, ma una «rivoluzione» morale, culturale e politica. Personalmente ritengo che siamo nella condizione estrema prevista nel 1967 da papa Paolo VI nella enciclica «Populorum progressio», quando afferma che in «caso di una tirannia evidente e prolungata che attenti gravemente ai diritti fondamentali della persona e noccia in modo pericoloso al bene comune del paese» si possa e si debba fare ricorso anche alla «rivoluzione» delle piazze per rovesciare un governo che non ha più legittimità né dignità. Per questo, come inizio, prego che Dio ci liberi di Berlusconi, dei suoi servi e serve, delle sue barzellette e dall’ignominia che ha sprofondato l’Italia in un abisso di desolazione: «Signore, dalla peste, dalla fame, dalla guerra e dal virus Berlusconi, libera i tuoi figli che gemono della disperazione».
Paolo Farinella, prete
Parrocchia S. Torpete – Genova
set142014
Ci sono uomini che, malgrado lo strapotere dello stato-mafia, sentono la responsabilità ed il dovere di rappresentare uno Stato ideale: giusto, non ricattabile e, soprattutto, rispettoso della dignità umana, a qualsiasi latitudine. Questi sono esempi di coraggio diventati spesso eroi, ma solo dopo che li hanno ammazzati. Finchè sono vivi sono isolati, denigrati, minacciati e attaccati da tutti i fronti, in primis da quelli istituzionali che dovrebbero proteggerli.
Fino a che ogni individuo non sentirà la responsabilità di fare il proprio dovere, prendendo posizione e decidendo da che parte stare, sarà complice dello stato-mafia ed il suo ipocrita lamento sarà solo utile a chi non ha altro interesse che mantenere questa allucinante situazione.
Diceva Elie Wiesel:
“Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato”.
Noi abbiamo scelto da che parte stare: NOI STIAMO CON SAVERIO MASI.
Noi abbiamo scelto di stare dalla parte di chi, in pieno isolamento, sta coraggiosamente andando avanti, nonostante lo il mostruoso potere di chi vorrebbe fermarlo.
Per questo, il 18 settembre p.v. dalle 17.00 alle 20.00 saremo a Lecce davanti alla Prefettura,
in contemporanea con tante altre città d’Italia, in un sit in informativo sulla sua storia ben rappresentativa di come la trattativa stato-mafia continui, ma c’è chi non si arrende.
All’uopo abbiamo creato un evento fb: SAVERIO MASI NON SEI ISOLATO, SEI TU IL NOSTRO STATO!
Il Mar. Masi è il caposcorta del magistrato più a rischio d'Italia: Nino Di Matteo. Ma prima di finire nelle scorte, lui era un bravissimo investigatore e lavorava nel Reparto Operativo dell’Arma. Prima di trasferirsi a Palermo era stato in Campania, dove aveva ricevuto encomi per l'eccellente lavoro svolto.
Lui ha avuto il coraggio di denunciare i suoi superiori e ha messo a verbale che gli venne impedita la cattura di Provenzano già nel 2001, a pochi mesi dal suo arrivo a Palermo, e Matteo Messina Denaro nel 2004.
Questo atto di Responsabilità lo sta pagando a caro prezzo. Dal 2008 subisce ogni tipo di vessazione, dall'eliminazione dal reparto Investigativo fino al processo per una multa presa in servizio di cui il 30 ottobre ci sarà la sentenza in Cassazione.
Il Mar. Masi ha testimoniato al processo Mori Obinu sulla mancata acquisizione del papello ritrovato a casa di Ciancimino ed è un testimone prezioso del processo sulla trattativa stato-mafia.
Ad una domanda riferita all’ennesima denuncia subita dal Mar. Masi per un’intervista riguardante la sua storia rilasciata dai suoi avvocati, il PM del processo sulla trattativa stato-mafia Nino Di Matteo risponde:
"Continuo a nutrire piena fiducia nel maresciallo Masi. Se mai, personalmente, mi sembra singolare che mentre, come è noto, a Palermo si cerca di verificare la fondatezza delle sue denunce, un'altra autorità giudiziaria incrimini per diffamazione gli autori delle suddette denunce e perfino i difensori e i giornalisti che la hanno rese note"
Si ringrazia per la collaborazione la costituenda Associazione “ Guerriglia culturale” formata da giovani che danno continuamente riscontro al pensiero di Paolo Borsellino:
“La lotta alla mafia, primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”
Coord. Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino
Gruppo “Sognatori Resistenti R. Fonte e A. Montinaro” – Salento
giu242013
Per info e prenotazioni:
3206932342; 3297669635; 3881197170;
soulkitchen.galatina@gmail.com.
Facebook: soul.kitchen.galatina
Sitoweb: https://sites.google.com/site/soulkitchengalatina
dic222011
«Nella piazza di Santa Caterina, infatti, sorge il tempio gotico dello stesso nome, innalzato da Raimondo Orsini principe di Taranto. Al primo guardare il gran finestrine e la porta maggiore di questa chiesa, ti si rivela un’eccellenza artistica non comune. Bella e dignitosa ne è l’architettura; bellissimi gli affreschi. Dall’osservazione de’ quali si rileva che, pitturata una prima volta in antico, fosse stata a presso restaurata, e sulle primitive pitture non piaciute venissero eseguiti novelli affreschi; i quali evidentemente appartengono alla Scuola di Giotto. Nel coro esiste una tomba, di cui la scultura, massime i capitelli delle quattro colonne, sono pregevolissimi: si dice conservar visi il corpo del Principe Orsini. Di rara bellezza e di altezza non comune è poi un calice finemente cesellato, che oggi il municipio conserva gelosamente. Bellissimo è questo tempio nella sua nave maggiore; sublime in tutte e cinque le sue larghe e malinconiche navi. Sarebb’egli campo vergine e profittevolissimo agli studi e alla critica di qualche valente artista». Sono queste le parole del noto concittadino Pietro Siciliani che, pur con qualche imprecisione storica, per primo, parlò della nostra basilica ne Ai popoli Salentini e al Gonfalone di Galatina (1865), e lo fece davanti all'Italia riunita, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Dante del 1865. Basta questa breve descrizione, che segnalò Galatina all'attenzione nazionale, per capire il motivo per il quale la scelta del tema di apertura di Agorà – percorsi inVersi sia ricaduta su Santa Caterina di Alessandria. Agorà nasce dall’incontro di un gruppo di giovani amici, i quali intendono vivere il dialogo e intraprendere un percorso esperienziale che mescoli e fonda differenti multiversi. Agorà è una piazza nel senso originario del termine, un luogo d’incontro e di crescita, dove ogni universo interiore potrà mettere a disposizione dei convenuti il proprio bagaglio esperienziale e prenderne da quello degli altri, in un simposio di “verità”, ognuna con un proprio senso e un proprio fondamento, contribuendo così a inserire il proprio tassello di verità in una ricerca continua e inestinguibile.
Ideatori e organizzatori di questa “piazza culturale” sono Angela Beccarisi, Sandro Marasco, Daniela Bardoscia, Francesco Luceri e i giovani artisti di INgenio_la forma delle idee, nelle persone di Vittorio Carratta, Georgia Romano, Pierpaolo Briatico-Vangosa, Mariangela Cucco, Ermanno Scarcia e Francesca Marra, uniti da un intento comune di condivisione e partecipazione attiva alla vita culturale e civile.
Agorà propone un ciclo di incontri, aperti al pubblico, a scadenza bimestrale e inaugurerà il primo ciclo del 2012, sul tema Santa Caterina di Alessandria, tra fede, mito e realtà, con l’incontro Il Committente, l’Opera e l’Artista (gli affreschi di Santa Caterina), evento organizzato con la collaborazione di ART and ARS Gallery e che avrà luogo a Galatina il 28 dicembre 2011, alle ore 18.30, in Corso Umberto I. Ospite e protagonista della serata sarà l'artista Carlo Michele Schirinzi (classe 1974, nato ad Acquarica del Capo), talento emergente del nostro territorio che, con il suo Notturno Stenopeico (ispirato all’affresco raffigurante il Diluvio Universale, nella Basilica galatinese di Santa Caterina d’Alessandria) si è classificato al primo posto, assicurandosi il primo premio al XXVII Torino Film Festival, come miglior cortometraggio italiano. A seguito della proiezione delle tre opere dell’artista Notturno Stenopeico, Suite Joniadriatica e Prospettive in fuga si aprirà un dialogo che vedrà protagonisti lo stesso artista, Lorenzo Madaro, critico d'arte e collaboratore de La Repubblica Bari ed Ettore Marangi, frate minore, docente di teologia dommatica presso la facoltà teologica pugliese, che introdurrà la figura di Santa Caterina d'Alessandria.
Dell'opera di Schirinzi Notturno Stenopeico scrivono, su www.film.tv: «fotografie di sbarchi contemporanei s’intarsiano e mescolano all’affresco del Diluvio Universale rappresentato nella Chiesa di Santa Caterina a Galatina (Lecce). La rianimazione/liquefazione delle immagini statiche di barche in mare è avvenuta attraverso filtri vitrei artigianali. La visione stenopeica è concentrata sui singoli volti in contrasto alle immagini prive d’identità ma far rivivere questa ciclica battaglia notturna e senza tregua». Enrico Ghezzi scrive ancora «solo difetto, che ancora sia filmato, e non troppo sfocato, e infine visibile e intitolato. Ma ci sembra di essere in marcia, occhio rotolante
dentro l’oscurità accecata. L’occhio, immagine fisica – da una concretissima scatola mentale – del cinema che è da sempre e che non sarà mai (o solo mai più) riconoscibile». La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.
Per informazioni: agora.percorsiinversi@gmail.com; tel. 3297669635, 3881197170.
lug032012
L’Associazione Città Nostra Galatina, nel segno della continuità e all'insegna della promozione del nostro patrimonio artistico/culturale, organizza la seconda edizione della Caccia al Tesoro - “L’Acchiatura”, con il patrocinio del Comune di Galatina.
“L’Acchiatura” - Seconda Caccia al Tesoro di Galatina si svolgerà domenica 08 Luglio. Le squadre (composte da 4 giocatori muniti di un mezzo di trasporto) si ritroveranno in piazza San Pietro alle ore 16,30.
Il nostro sito internet www.cittanostragalatina.it, la nostra sede in Via Umberto I n. 29, e Movie in via Festa del Lavoro saranno a disposizione di tutti coloro i quali vorranno avere informazioni o vorranno iscriversi.
La formula è quella dello scorso anno: squadre formate da quattro persone e munite di un qualsiasi tipo di mezzo di trasporto, che dovranno mettersi alla prova attraverso giochi, prove di abilità e logica per arrivare a conquistare il tesoro (appunto, l'acchiatura).
Anche quest'anno i partecipanti esploreranno il territorio galatinese, per riscoprire (ed in alcuni casi conoscere), le simbologie, la cultura e le tradizioni salentine e galatinesi in particolare.
Nella successiva serata del 14 Luglio si terrà la premiazione dei vincitori.
Galatina, 02 luglio 2012
Associazione Città Nostra
ott132016
A Roma han detto finalmente di NO alle Olimpiadi del 2024. Quindi ora siamo liberi di organizzarne a bizzeffe ovunque, ma senza cementificazioni per invadenti “cittadelle dello sport”, senza indebitamenti di intere generazioni future e soprattutto senza mafie.
Ora. Siccome tutte le strade portano a Noha, il tedoforo con la torcia s’è deciso di venire ad accendere la sua fiaccola olimpionica proprio nel cuore della nostra cittadina.
La prima Olimpiade di Noha si terrà, dunque, domenica prossima 16 ottobre 2016 da mane a sera. Sicché la centralissima via Castello e il parco dell’antico maniero nohano si popoleranno di grandi e piccoli concorrenti nelle varie discipline di:
Dopo le iscrizioni aperte a tutti, alle ore 11 inizieranno le prime gare di questa prima Olimpiade.
Le attività si protrarranno fino alle 13.00, orario d’inizio della doverosa pausa pranzo (al sacco).
All’interno del parco del Castello, all’ombra della torre e del ponte medievali, sarà allestita l’area pic-nic aperta a tutti, mentre i ragazzi dell’associazione del Presepe Vivente, come è loro solito, prepareranno pucce e panini imbottiti di leccornie salentine. Ma anche mortadella bolognese (eh, sì, quando si parla di giochi senza frontiere bisogna per forza andare oltre gli angusti ambiti provinciali).
Alle ore 15.00 riprenderanno i giochi olimpici e il resto dell’animazione con la colonna sonora della Musica Anni ’80.
Il programma olimpico prevede la consegna delle medaglie agli atleti dopo ogni gara. La salita sul podio è accompagnata dal canto dell’inno nazionale (ma quest’ultimo programma potrebbe registrare delle varianti a sorpresa).
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L’occasione di questa straordinaria festa dello Sport è il battesimo della ASD NOHA CALCIO, la nuovissima squadra di calcio del Noha, che inizierà a disputare le sue partite in Terza Categoria a partire dal prossimo mese di novembre 2016. La festa è promossa e organizzata dall’omonima neo-associazione Sport Calcio Noha, dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo, dall’Associazione culturale Presepe Vivente “Masseria Colabaldi”, dalle Acli, da Noha.it, dall’Associazione L’Altro Salento, e da tantissimi altri cittadini liberi e pensanti.
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La bandiera della ASD NOHA CALCIO che garrirà ad ogni vento è un vessillo a due colori, composto da azzurro e bianco, a due bande verticali di eguali dimensioni. Mentre lo stemma è un’ellisse con l’asse maggiore in verticale (ovale è anche la forma dello stemma cittadino, per dire), nove stelle di contorno (non poteva essere altrimenti: NOVE = NOHA), un diavoletto nero (la prima squadra di calcio del Noha era denominata appunto “I diavoli neri”) con in mano un tridente (simbolo delle tre torri nohane) pronto a infilzare un pallone (segno del globo terraqueo).
Durante le Olimpiadi entrava in vigore la “Tregua Olimpica”. Gli antichi greci la chiamavano ékecheirìa ed era un periodo sacro durante il quale cessavano tutte le inimicizie pubbliche e private, venivano abbassate le armi e salvaguardata la vita di chi si recava a Olimpia, e nessuno poteva essere molestato per gareggiare o per assistere alle gare. Siamo certi che la ékecheirìa, per l’occasione, si realizzerà anche a Noha.
Nella locandina della manifestazione campeggiano in alto il logo della ASD Calcio Noha e il nome della Parrocchia. Cos’è questo se non un bellissimo segnale di conciliazione tra il diavolo e l’acqua santa?
Antonio Mellone
gen222016
La decisione di lasciare l’incarico tecnico fiduciario di Assessore ai Lavori Pubblici, Sport e Politiche giovanili, assegnatomi tre anni e mezzo fa, trae origine da motivazioni di natura professionale e personale.
Un nuovo impegno professionale sopraggiunto e a cui non posso sottrarmi, mi terrà fortemente impegnato nei prossimi mesi. Per questo motivo è diventato sempre più complicato riuscire a conciliare, impegni professionali e privati con l’azione amministrativa efficace e continuativa che i settori di mia competenza meritano.
Fin dall’inizio del mio mandato è stata una mia prerogativa quella di seguire giornalmente gli uffici di cui mi sono occupato perché ritengo che il lavoro di squadra sia fondamentale per raggiungere i risultati sperati. Ho cercato sempre di esprimere grandi energie ed entusiasmo nel ruolo assegnatomi anche in virtù delle mie competenze professionali e in quest’ottica ho lavorato affiancando e sostenendo gli addetti ai tre settori. E’ stato per me un onore servire la comunità nella quale vivo.
Dei tanti impegni presi per Galatina alcuni sono stati portati a termine, altri sono stati ben avviati o sono state poste le basi per il loro avvio, pertanto, non essendo più le mie competenze tecniche strettamente necessarie, ritengo corretto lasciare l’incarico affidatomi. Sono certo che il nuovo assessore saprà e potrà lavorare in continuità con quanto fatto finora. Rimango comunque a disposizione fornendo la mia esperienza per portare a termine gli obiettivi che questa amministrazione può raggiungere. Ciò che fino adesso abbiamo fatto o quello che avremmo potuto fare lo rimetto al giudizio altrui.
Colgo l’occasione per rinnovare la stima nei confronti del Sindaco Cosimo Montagna, ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto impegnativa ma edificante e costruttiva e che mi ha permesso di venire a contatto con tantissime realtà e persone interessanti, con i loro problemi, aspirazioni e aspettative. Ho incontrato, ascoltato e collaborato con molte delle associazioni del territorio, grandi risorse per la nostra città.
Nel corso di questo periodo ho apprezzato le qualità del sindaco Montagna: l’impegno, la dedizione, la pazienza, la forza per rappresentare un’intera comunità, e, in particolar modo, la professionalità e la dedizione che l’hanno portato più volte a sacrificare tempo e attenzione alla sua carriera, ma soprattutto alla sua famiglia, per il bene comune.
Un ringraziamento anche a tutti i consiglieri di minoranza e di maggioranza e gli assessori che mi hanno sostenuto nell’espletamento del ruolo politico – amministrativo. Mi lega a loro un sentimento di stima e amicizia.
L’attività di Giunta è stata sempre un lavoro di squadra portato avanti in un clima di grande disponibilità, collaborazione e trasparenza nel rigoroso rispetto della legalità e dell’interesse della comunità.
Ringrazio anche i dipendenti comunali e l’ufficio della Polizia Municipale, tutti secondo le loro competenze e disponibilità, mi hanno sempre coaudivato e consigliato al meglio. Un grazie particolare a tutta la struttura dei Lavori Pubblici, con loro ho condiviso strategie e visioni operative per fare il meglio. Il loro lavoro è una vera risorsa per Galatina. Il lavoro amministrativo per essere efficace deve sempre essere svolto in sinergia tra tutte le componenti amministrative e politiche della comunità.
In ultimo, ma non per ultimo, ringrazio tutto il Partito Democratico che mi ha sempre incoraggiato e stimolato alla risoluzione condivisa dei problemi.
Fare politica è un’esperienza faticosa ma entusiasmante, occorre lavorare per favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita e alle scelte della comunità.
Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a gennaio 2016:
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale
Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Comune Galatina: 500.000,00 euro
LAVORI COMPLETATI al 100%
Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale
Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.
Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Lavori da appaltare e realizzare entro 2016.
Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia
Importo progetto: 700,000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia
LAVORI COMPLETATI al 100%
Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3
Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni
Importo totale progetti: 500.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero
LAVORI COMPLETATI al 100%
Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.
Importo progetto: 400.000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.
LAVORI COMPLETATI al 100%
Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.
Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.
Importo progetto: 250.000 euro
Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)
LAVORI COMPLETATI al 100%
Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.
Importo progetto: 300.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina
LAVORI COMPLETATI al 95%
Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.
Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
PROGETTO COMPLETATO AL 70%. I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.
Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
PROGETTO COMPLETATO AL 90%.
I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.
Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.
Importo progetto: 1.000.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Procedura d’appalto dei lavori in corso.
Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.
Importo progetto: 500.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Gara effettuata e aggiudicata
Inizio lavori: I lavori inizieranno nelle prossime settimane.
Centro Polivalente viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Struttura inaugurata e utilizzata.
Palestra via Montinari
Finanziamento: PIRU
In attesa di essere concessa in uso.
Asilo Nido viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Tra qualche settimana l’asilo di via Pavia si trasferirà al nuovo asilo di viale don Bosco.
Trasferimento Uffici Comunali presso l’ex Tribunale.
E’ stato svolto un grande lavoro di squadra per individuate le somme necessarie attraverso la devoluzione dei mutui e rendere possibile l’adeguamento degli ambienti dell’ex tribunale al fine di ospitare molti uffici comunali in un’unica struttura.
E’ previsto che entro il 2016 verranno trasferiti gli uffici LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Suap e Ufficio anagrafe all’ex tribunale con un risparmio sulla spesa pubblica e un miglioramento del servizio per tutti i cittadini.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:
Utilizzo delle palestre scolastiche comunali
E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo degli spazi sociali per lo sport.
Festa dello Sport 2014
La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.
Festa dello Sport 2015
Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.
Green Olympic Games
Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.
Struttura Sportiva di Noha
La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.
Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive
E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:
Chiostro d’Estate. Estate 2012
Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.
Festa della musica. Giugno 2013
Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.
Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto
Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.
Mercato S…coperto,
Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.
Servizio civile nazionale
In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.
Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE
Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e movimenti sociali rappresentanti di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico, un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici attraverso dei personali approcci che spaziano dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.
Galatina, 22 gennaio 2016
Andrea Coccioli
lug032019
Sono partiti questa mattina i lavori di messa in sicurezza dell’ex chiesetta di Santa Lucia, sita in via Noha a Galatina. L’immobile, di proprietà del comune e in stato di abbandono da decenni, lo scorso anno aveva già beneficiato di un intervento per la rimozione dell’albero di fico cresciuto sul suo tetto che, altrimenti, ne avrebbe potuto determinare il crollo. L’intervento di oggi, portato avanti dalla ditta Nicolì specializzata in restauri, serve, appunto, a mettere in sicurezza una struttura di valore storico e sarà seguito da un finanziamento di 25 mila euro che la Sovrintendenza ha concesso al comune di Galatina per ulteriori lavori.
“La conservazione del patrimonio culturale rappresenta una delle linee guida di questa amministrazione – ha dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo - Diversi gli interventi già programmati in questi ultimi tempi, tra i quali la sistemazione da infiltrazioni dell’orologio di Noha, il parere favorevole ottenuto dalla Sovrintendenza per la sistemazione della “Trozza” sempre a Noha e per ultimo la richiesta di finanziamento per la messa in sicurezza della Chiesetta di Santa Lucia a Galatina. Bene vincolato con un decreto del 1993 per la sua importanza storico artistica. Chiesetta dotata anche di un “hospitarum” ovvero di un corpo di fabbrica destinato a luogo di sosta e ricovero dei fedeli, purtroppo distrutto. Questo ci fa capire l’importanza del bene nel 1500. La collaborazione degli uffici, la sensibilità dimostrata dal nostro Dirigente Arch. Nicola Miglietta e dai tecnici comunali al recupero di beni storici, dei quali è ricca la nostra città, è quello che ci sta permettendo di ottenere importanti risultati per la nostra comunità.”
Ufficio Stampa - Marcello Amante
giu212022
La nostra coalizione è nata dall'esigenza politica di segnare la differenza con tutte le altre opzioni in campo.
Sentivamo la necessità di proporre alla città un progetto politico che mettesse insieme competenze, stabilità ed Istituzioni, attraverso l'apporto di partiti e liste civiche orientate e costruite esclusivamente per il bene comune.
Oggi siamo di fronte ad un bivio per la città, nella consapevolezza che abbiamo combattuto sul campo entrambe le coalizioni che si confronteranno al ballottaggio.
Partiamo dal presupposto che riteniamo irricevibile "l’appello alle forze di centro sinistra" lanciato dal Dott. Fabio Vergine che rappresenta, insieme alla sua coalizione, una maschera alla LEGA e al famoso PARTITO ORIZZONTALE che tutto è tranne che vicino all'area progressista. Non voteremo mai chi non rispetta la Città. Chi nasconde la destra, per farla riemergere becera in tutta la sua pienezza nel metodo e nel merito.
Vorremmo informare Vergine, nel caso non ne fosse a conoscenza, che mentre lui si appella dai palchi, una schiera di suoi sodali, privatamente, contattano schiere di nostri candidati con argomentazioni lontanissime nel merito e nel metodo dall’agire politico civile. Una smaniosa ricerca del consenso che può essere giustificata solo da una smaniosa sete di potere.
Dall'altro lato, il Sindaco uscente, che rappresenta un civismo tradizionale, politicamente poco strutturato, ma che conosciamo da tempo e che oggi sembra pronto e maturo a gettare le basi per una prospettiva politicamente nuova, per fare un salto di qualità, affidando il futuro della Città ad una nuova classe dirigente.
Rimanendo differenti su molti aspetti, riteniamo di condividere stile e agire politico, e partendo da un modus operandi comune, siamo pronti a contribuire a costruire un nuovo orizzonte politico per la città con il solo fine di rispondere alle esigenze vere del presente e alle enormi sfide che ci aspettano nel futuro.
Per tutti questi motivi, la coalizione progressista formata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e le liste civiche che confluiranno in un contenitore politico culturale civico (ma di chiaro orientamento progressista) sosterranno convintamente, il 26 Giugno, la riconferma del Sindaco Marcello Amante.
Lo facciamo perché conosciamo il pericolo, e vorremo evitarlo alla città.
Lo facciamo perché crediamo nella politica e nel suo senso più profondo. Lo facciamo perché Galatina merita il nostro impegno, nelle forme e nei modi di chi è animato esclusivamente dal bene comune.
Lo facciamo a testa alta, schiena dritta e con la trasparenza e la chiarezza che meritano i nostri elettori.
Gli inciuci, quelli fatti di nascosto, a quattr’occhi, perché sei sono già troppi, quelli orientati al convincimento basato sul mero interesse privato, della singola persona, gli lasciamo fare agli altri.
Siamo diversi e lo dimosteremo.
Per Galatina ci siamo.
Partito Democratico
MoVimento 5 Stelle
Federazione liste civiche coalizione progressista
nov302015
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dic052018
A Noha c’è un bel gruppetto di ragazzi che sta facendo la rivoluzione.
Si tratta del collettivo di Levèra, il centro culturale ubicato in via Bellini, che da un annetto a questa parte sta provando, riuscendovi finalmente, a infrangere l’ancestrale pax locale - intesa purtroppo come penuria di impulsi intellettuali diretti a un elettroencefalogramma per troppo tempo parallelo a (se non proprio coincidente con) l’asse delle X.
Giuro, non pensavo arrivasse a fare di un luogo sufficientemente decentrato, come quello nohano, un epicentro di onde ideali così lunghe da reindirizzare i segnali che pervengono ai nostri sensi (tra cui immagini e suoni) dall’amigdala (sede delle emozioni - soprattutto della paura) al cervello neocorticale (luogo della ragione, del discernimento, e quindi della critica).
Sì, servono più strumenti (inclusa la frequenza di un circolo culturale come questo) per liberarsi dal giogo opprimente del caporalato politico, emanciparsi dal tifo nei confronti dei burattinai di turno, sciogliere il cappio della sempreverde servitù neo-conformista, e superare una buona volta l’analfabetismo funzionale sopra e sotto i palchi dei comizi.
Senza nulla togliere alle altre benemerite associazioni del territorio, di circoli Arci come il Levèra di Noha non ve n’è (scusate il pleonasmo) di uguali in tutta la Puglia quanto a numerosità e soprattutto qualità delle iniziative culturali. Levèra - che con licenza poetica potrebbe anche essere letta come parola tronca (dunque come voce del verbo) - non è nata per provocare un terremoto, ma per provare a innescare un bradisismo positivo, un spinta costante verso l’alto, sì da permettere alla nostra Terra di godere possibilmente di più ampie vedute, e magari di più chiari orizzonti.
Levèra ha dato il La a una rivoluzione gentile che passa dalla stagione teatrale (il cartellone 2018/2019 è di tutto rispetto) alla presentazione di libri, dalle lezioni di recupero impartite da insegnanti volontari ai concerti dal vivo (abbiamo avuto artisti già in tournée mondiali), dal cinema (anche con la presenza di registi e attori protagonisti dei film) ai laboratori di scrittura creativa (ne ho usufruito anch’io: voi mi direte: invano), dalla ginnastica posturale ai corsi di danza, dai convegni/dibattiti sui temi di più stringente attualità ai percorsi esperienziali di musicoterapia e arti integrate, alle installazioni artistiche, ai workshop con studenti di ogni ordine e grado…
Il circolo è già frequentato da tanta bella gente, ma c’è un altro po’ di spazio per chiunque abbia ancora voglia di partecipare alle iniziative culturali nohane a chilometri e a spese zero (partecipazione fisica, dico, non tramite un like).
La cultura (ormai è scientificamente dimostrato) è l’investimento che stacca i dividendi più alti.
‘Na parola mo’ a farlo capire a chi, per denigrarti, arriva perfino a darti del colto.
Antonio Mellone
P.S. A proposito di investimenti in cultura, consiglio il recente svelto libretto della mia prof. di Economia Aziendale Paola Dubini: “Con la cultura non si mangia - Falso” (Idòla/Laterza, Bari-Roma, 2018).
lug072011
Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone sulla nostra 'RadioInOndAzioni' apparso sull'ultimo numero de "il Titano", supplemento economico de "il Galatino", n. 12 del 24 giugno 2012. Insomma W Interet Libero, W la libertà!
La Puglia passerà al digitale terrestre entro la fine del corrente anno o al massimo entro il primo semestre del 2012. Questa bella notizia apprendiamo leggendo il calendario del passaggio al digitale. Tradotto in parole semplici vuol dire che per poter guardare i programmi della televisione saremo costretti – come hanno fatto o faranno anche in altre regioni – a riempire le nostre case di alcune scatole chiamate “decoder” da collegare in qualche modo all’apparecchio televisivo. Senza questo decoder le nostre televisioni (a meno che non siano acquistate in tempi recenti con il marchingegno incorporato) diventerebbero un semplice soprammobile.
Fonti più che attendibili ci informano che il digitale terrestre di fatto è un digitale sottoterrestre (o extraterrestre: cioè roba dell’altro mondo), in quanto si tratta di un vero e proprio ferrovecchio, una tecnologia obsoleta morta e sepolta ma temporaneamente risuscitata dall’endemico italico conflitto d’interessi che sembra avere quale obiettivo precipuo quello di far fare i soldi a chi i soldi li ha già: in questo caso i proprietari (più ricchi) delle vecchie reti televisive. Il tutto a discapito dell’innovazione vera, della democrazia e della libertà d’informazione.
Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.
C’è una tecnologia che invece sta crescendo a ritmi esponenziali (almeno in altre parti del mondo non tanto distanti dal patrio Jurassic Park), ed è la connessione ad Internet.
In rete si possono vedere già da oggi, anzi da ieri l’altro, centinaia di canali televisivi: a condizione che la linea arrivi, che sia veloce e che abbia un costo ragionevole. L’Italia purtroppo sembra relegata ad uno degli ultimi posti quanto a connettività (a momenti la Libia ha più connettività di noi), visto che le suddette tre condizioni necessarie non sono pienamente realizzate, e questo per precise scelte strategico-politiche volte a trasformarci tutti in pecore mute da tosare in tranquillità e possibilmente con il sottofondo della voce del padrone.
Mentre in altre parti del mondo si studiano “ponti unici di comunicazioni”, come sta cercando di fare Microsoft con l’integrazione in Skype di molte piattaforme (MSN, Lync, Hotmail, Outlook, Exchange…), in Italia stiamo perdendo terreno, tempo e denaro con il digitale terrestre e con i decoder. Ma tant’è.
Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.
Queste persone non bisogna rintracciarle a “Chi l’ha visto?”, né dall’altra parte del globo, ma vivono e operano accanto a noi. Per accorgersene basta aprire gli occhi e magari connettersi in rete.
Uno dei protagonisti della locale rivoluzione cultural-tecnologica in corso è il mite ma determinato nostro concittadino Tommaso Moscara. Il quale, non pago dell’esperienza non semplice di aver dato i natali e linfa continua al cliccatissimo sito www.galatina2000.it, luogo ormai topico di incontro e di dibattito della Galatines’ community, s’è messo in testa anche di “fare la radio”: la neonataRadioIndOndAzioni(d’ora in poi Radioinondazioni).
Radioinondazioni non è una radio come le altre tradizionali che trasmettono con le frequenze in FM. Radioinondazioni – ascoltabile su Galatina2000.it e su Noha.it e sicuramente su altri siti sui quali è stata “importata” – è una web-radio, cioè una radio on-line che permette agli utenti di tutto il mondo di collegarsi per ascoltare in streaming musica e pensieri trasmessi dal computer di un altro.
Moscara ha pensato bene che fosse ora di inondarci di novità a partire da Galatina, la bella addormentata nel Salento, e ha dato vita ad una radio che non è un juke-box senz’anima e a basso costo (i veri costi di una web radio sono il tempo da dedicarle, la determinazione, e la voglia di mettersi in gioco) ma un cuore vivo e pulsante, un collettore dinamico di arte dei suoni e informazioni, un marchingegno che ricorda il tempo rivoluzionario di trenta e passa anni fa, quello delle radio libere (di cui Tommaso sembra aver sempre avuto il pallino).
La prima web radio di Galatina, dunque, è un microcosmo che sta interessando una crescente fetta di pubblico giovanile (giovani di tutte le età, s’intende) grazie anche a quell’aggregatore di ascolti e moltiplicatore di social network che è Facebook, acceleratore di particelle di questa bellissima neorealtà. Sono questi i passi che porteranno anche in Italia il fenomeno che da tempo si registra negli Stati Uniti: cioè il sorpasso degli ascolti delle radio “solo web” su quelli delle radio in FM.
In un futuro non tanto lontano non ci si collegherà alla web radio soltanto stando seduti a tavolino con il computer (e internet) acceso, ma anche in mobilità, tramite I-Phone e altri apparecchi da casa, in auto, e persino in spiaggia, anche senza il bisogno di accendere il computer.
Nella neonata Radioinondazioni s’è voluto addirittura strafare con le novità. Ci sono dei programmi originali ed in diretta come il “Tutti pazzi per la radio” in cui la creatività di alcuni ragazzi straordinari di Galatina si manifesta in forme finora considerate inedite; ci sono programmi culturali di approfondimento sui libri, come quello condotto da Michele Stursi addirittura da Pisa (per una web radio lo studio è il mondo, nel senso che si può avere un ospite “in studio” anche a mille e passa chilometri di distanza); c’è ancora il programma “il Lunedì” condotto da Francesca dalla bella voce e soprattutto dalla dizione finalmente non marcatamente paesana, anzi attenta all’ortoepia, cioè alla corretta pronuncia delle singole parole, e dei suoni della lingua, ma anche alla forma e alla terminologia.
Sì, ci sia consentita questa breve digressione: la radio è una palestra per gli speaker e fare una radio glocal come questa che ha l’ambizione di travalicare gli angusti “confini provinciali” significa anche migliorarsi prestando attenzione all’accento, alla dizione ed alla cadenza, che nei limiti del possibile dovrebbero essere senza pesanti o meschine inflessioni (benché il nostro salentino non presenti intonazioni enormemente difformi da quelle della lingua nazionale). E finanche a Galatina s’inizia ad abbandonare il “carzilarghismo” per prestare finalmente attenzione alla rotondità del linguaggio studiato e connaturale insieme e alla ricerca di una cadenza che non stanchi e che non aberri dalla caratteristica modulazione della lingua italiana. Punto.
Non si può, infine, non citare “Quello che le donne non dicono”, il programma con la musica che si crea addirittura dal vivo. È la trasmissione-spettacolo condotta per due ore di seguito ogni venerdì a partire dalle 19.30 dalla pittrice Paola Rizzo, in diretta dal suo studio d’arte ubicato in Piazza Castello a Noha (e ritrasmessa in replica in altre giornate ed orari). Qui, di volta in volta, viene invitata una band emergente per live acustici in studio, come ad esempio i Rino’s Garden, gli Indi-Ka, i Muffx, gli Adria, i Camden, Gigi Cinto, i Ghigni Five, i Toromeccanica, gli Shotgun, i Jack in the head, e tanti altri ancora. È incredibile la grinta e l’alto livello professionale di questi giovani gruppi dalla firma per lo più anglofona: il che la dice lunga sull’orientamento culturale prevalente.
Radioinondazioni è una radio giovane, alle prime armi, ma con tanta voglia di crescere e di trasmettere musica e programmi, anche di nicchia. Non avendo l’assillo dello share, infatti, su Radioinondazioni si potrebbe perfino parlare di filosofia o di matematica o di diritto o di beni culturali o di educazione civica, insomma di materie che – solo ad evocarle – potrebbero provocare l’urticaria da allergia alla massa dei grande-fratello-dipendenti.
Radioinondazioni ha molta strada da percorrere e, a detta del suo fondatore e dei suoi amici collaboratori, c’è ancora tanto da fare e migliorare, per esempio nella puntualità dell’inizio dei programmi o nell’organizzazione o nella pianificazione del palinsesto o in dettagli tecnici che talvolta hanno fatto registrare fastidiosi fruscii in cuffia soprattutto nel corso di qualche concerto dal vivo… Ma, a pensarci bene, questi sono lussi che Tommaso Moscara può permettersi. Questo coraggioso pioniere, infatti, ha il torto ed il merito di aver fatto la prima web radio nella storia di Galatina.
nov162012
Due indizi non fanno una prova, ma tre o magari quattro? Noi crediamo di si.
Oramai solo chi non vuol vedere non vede: l'UDC è organico alla maggioranza che sostiene l'amministrazione Montagna e l'assessore De Donatis, già presidente del circolo UDC di Casarano, ne è il garante in giunta.
(http://udccasarano.blogspot.it/p/chi-siamo.html)
Qualche giorno fa è andata in scena, nel più classico dei teatrini della vecchia politica partitocratica, un’altra commedia nel Palazzo della Cultura quando l’amministrazione Montagna ha permesso, con spese a carico dei galatinesi, ad un dinosauro della prima Repubblica, già presidente dell'UDC (che coincidenza !), ed ai suoi contigui locali di camuffare da intervento culturale un comizio preelettorale a sostegno delle idee del proprio partito. Un intervento non da studioso, quale l’occasione richiedeva, ma molto più semplicemente un comizio di parte.
Nulla contro il Dott. De Donatis, ma non si capisce perché il Sindaco Montagna neghi l’evidenza dei fatti.
A voler ricordare gli eventi è immediato collegare il centro sinistra tra i principali artefici della caduta dell’amministrazione Coluccia e allora il problema sulla coerenza si palesa con clamorosa evidenza.
Esiste tanta ipocrisia quando si negano sudditanze leccesi che prevedono accordi ed alleanze sottoscritte nelle segreterie dei partiti, con buona pace di quella parte della sinistra, oggi messa all'angolo, che tanto ha vantato una vittoria elettorale figlia dell'omogeneità della coalizione e senza inciuci.
Lo avevamo segnalato sin da subito e per nulla convincente ci era apparso il tentativo di negare l'evidenza da parte del Sindaco per una nomina che mascherata da "amicizia personale" era il risultato di un favore ricevuto e da ripagare. La conseguenza è che ancora una volta la città si ritrova a pagare per garantire interessi extracittadini, stile direttore generale, che, giorno dopo giorno, occupano tutto quello spazio lasciato libero dal vuoto che la politica galatinese regala.
Abbiamo letto la banale risposta del Sindaco ad un nostro comunicato che auspicava una gestione della cosa pubblica più vicina allo stato di sofferenza che vivono i cittadini, abbiamo letto della nomina del vigile ecologico che sottrae una unità al servizio attivo già deficitario della CSA, abbiamo assistito ad un Consiglio Comunale dove tutti i gruppi politici di maggioranza hanno sponsorizzato e votato per l’assunzione di 2 dirigenti comunali e contestualmente chiedevano sacrifici ai galatinesi con l'aumento massimo possibile delle aliquote IMU per garantire gli stipendi a quest’ultimi.
Ai galatinesi allora diciamo che la prossima rata IMU, proprio sotto le festività natalizie, è il regalo che quest’Amministrazione ci fa per onorare gli impegni di accordi elettorali sottoscritti ancora una volta in quel di Lecce.
Il pensiero non può che scivolare sul costo di circa € 200.000,00 all'anno per le 2 assunzioni dirigenziali, ma anche alla disastrosa condizione dell’Ente Fiera sulla quale poco o nulla è dato di sapere per poi passare ancora sulla CSA per la quale il Sindaco Montagna aveva preso l' impegno di chiusura e invece oggi si fanno programmi di spesa per circa € 300.000,00. Quella CSA guidata da un Consiglio di Amministrazione inadempiente, nominato dalla contestata amministrazione Coluccia e che oggi non si tocca, ma per non contrariare chi ?
Tutti argomenti, sui quali abbiamo già fatto le nostre valutazioni, che porremo all’attenzione della città nuovamente e dettagliatamente. Sono troppo importanti per essere trattati in poche righe, meritano la massima attenzione dei galatinesi.
Per il bene di Galatina noi ci auguriamo che il Sindaco Montagna riveda la sua idea di "Rinascita" della città, mantenendo l'impegno preso in campagna elettorale attuando "la buona politica ora" nella più totale trasparenza con chiarezza politica ed amministrativa.
feb222017
Il Commissario Straordinario Dott. Guido Aprea, sin dall’insediamento della gestione commissariale, ha dovuto affrontare la difficile situazione di bilancio del Comune di Galatina, che ha reso necessario il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e la successiva approvazione del relativo piano, di durata decennale - contenente le misure individuate al fine di ripianare la situazione di squilibrio -, attualmente all’esame del Ministero dell’Interno e della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti.
Tra le misure previste, un ruolo fondamentale assume l’impegno al contenimento dei costi complessivi di gestione amministrativa, la lotta all’evasione fiscale ed il recupero delle entrate, e l’alienazione di parte del patrimonio immobiliare dell’ente, finalizzata alla riduzione del debito.
In questa direzione, è stato, preliminarmente, approvato il progetto di recupero funzionale dell’immobile, già destinato a sede di uffici giudiziari soppressi, preordinato al trasferimento di gran parte degli uffici comunali; nel contempo, è stato avviato il complesso iter tecnico-amministrativo per l’alienazione degli immobili già occupati da tali uffici (Palazzo Bardoscia, Palazzo Mandorino, Palazzo del Sedile), e di ulteriori beni oggetto di valorizzazione e inserimento negli elenchi del patrimonio disponibile alienabile, conformemente alle vigenti disposizioni normative.
Al fine di garantire che tale processo di risanamento possa costituire anche e soprattutto un’occasione di sviluppo dell’intero territorio, queste scelte sono state affiancate da una serie di iniziative di promozione delle attività in itinere, coinvolgendo soggetti pubblici e privati nella definizione di strategie di valorizzazione del contesto storico-culturale della città: una fra tante il tavolo tecnico tenutosi a Palazzo Orsini nel novembre scorso, alla presenza del Prefetto, dei rappresentanti di Regione, Provincia, Soprintendenza, Associazioni imprenditoriali, ecc.
Il bando per l’alienazione degli immobili comunali, recentemente pubblicato e con scadenza per la presentazione delle offerte prevista per il prossimo 10 marzo, si inserisce, pertanto, in una più complessa azione mirata al risanamento del bilancio comunale, unitamente alla riorganizzazione del servizio tributi e del sistema di riscossione degli stessi, oltre alla ridefinizione degli obiettivi strategici di sviluppo del territorio, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio immobiliare, culturale, storico, di respiro ampio, con un’offerta formulata ad una potenziale domanda a livello nazionale e internazionale.
Ufficio Stampa
Comune di Galatina
feb012013
Vorrei ritornare un attimo (pensavate di svignarvela?) sul lavoro di catalogazione, valorizzazione e conservazione del bene culturale che ci saltò in mente di appellare con - diciamo così - l’epiteto di Osservatore Nohano, onde evitare la perifrasi “arma di distinzione di massa” o ben più mordaci circonlocuzioni; lavoro, dicevamo, anzi sfacchinata promossa, portata a termine e fattaci recapitare da tre eroi meneghini che rispondono ai nomi di Fabio, Laura e Luca, noti ormai lippis et tonsoribus.
Mi son chiesto le ragioni dell’affetto di questi amici, che probabilmente facevano parte dei nostri venticinque affezionati lettori. E ho pensato che evidentemente l’Osservatore Nohano (nonostante le sajette su di esso invocate giorno e notte da qualche ottuso da riporto) ha sempre avuto un certo valore. E si tratta di un valore-opportunità (cioè la possibilità per le persone di usufruire in futuro di un bene conservato in memoria), di un valore-esistenza (che è il valore che i beni culturali hanno anche per coloro che non ne usufruiscono direttamente, in ragione semplicemente della loro esistenza, appunto), di un valore-eredità (il valore che il nostro lavoro “pseudo-giornalistico” ha in quanto testimonianza per le generazioni future), di un valore-prestigio (in considerazione del prestigio che l’Osservatore Nohano arreca alla nostra piccola patria, e dell’orgoglio e del sentimento di identità culturale che contribuisce a formare) ed, infine, di un valore-educativo (cioè di sviluppo di creatività e di gusto estetico, che oltre ad essere a beneficio del singolo risulta essere a vantaggio per l’intera nostra comunità).
L’Osservatore Nohano dunque non poteva finire così, come qualcuno sperava cantandone a squarciagola il de profundis. Non poteva esser vero, infatti, quanto venuto fuori dalle elucubrazioni dello scienziato di turno, secondo cui il nostro giornalino “non era più seguito da nessuno” (sì, come no).
Questo dono molto gradito ci fa comprendere che forse l’O.N. è ancora vivo e vegeto in mezzo a noi, pur non sotto le specie della carta e dell’inchiostro (inchiostro antipatico), e, soprattutto senza la costrizione della rilegatura, della stampa, della data e del formato. C’è un’onda lunga, un solco che quel mensile nohano ha tracciato in terra di Noha, un’incisione di tale profondità da far sentire ancor oggi il sussulto delle sue fenditure. Ed è una lama che sta ancora arando e dissodando, ed è come se l’aratura non fosse mai terminata.
Il regalo del trio Fabio-Laura-Luca è la dimostrazione del fatto che L’Osservatore Nohano è uno spettro che ancora s’aggira per Noha, ma anche altrove. E’ un’opera, questo dono natalizio, una scultura fabbricata a dispetto del detrattore di turno che non ha colto appieno che questo giornalino forse ha fatto bene anche a lui, rintuzzandone certe uscite fuori luogo e fuori senso, contribuendo addirittura alla sua crescita – del detrattore, dico - magari in maniera meno sussiegosa o spocchiosa di quanto forse non sarebbe stato senza Osservatore Nohano…
Abbiamo appena festeggiato il primo anniversario dell’“assenza” del nostro mensile on-line-ma-anche-cartaceo. Sappiano i nostri 25 followers che nel corso di quest’ultimo anno P. Francesco D’Acquarica continua a rinfacciarmi il fatto che l’Osservatore si sarebbe dovuto prolungare per almeno altri quattro anni, così da raggiungere il numero perfetto, che ovviamente per noi è NOVE (e continua a dirmi che nonostante tutto, lui, il padre spirituale del giornalino, continuerà a ricercare e a scrivere); che l’Antonella Marrocco, che non naviga tanto in Internet e quindi non riesce a seguire gli scritti non sfregati sulla carta, ogni volta che l’incontro mi fa: “allora ricominciamo?”; che la Martina, che parla ormai milanese, quando le dico che il piatto piange, mi riferisce che senza quella scadenza mensile fissa è come se si perdesse in mille fronzoli, e quindi non riesce più a compilare in maniera sistematica le sue schede storiche e tecniche e il dizionario dei modi di dire nohano; che Michele Sturzi, che sembra scomparso dalla circolazione (ribadisco: “sembra”), continua a pubblicare altrove i suoi ghirigori di parole e non smette di riempire Linkedin con i suoi articoli scientifici tutti rigorosamente in inglese (ora ce ne aspettiamo uno about Noha); che Marcello D’Acquarica non sapendo più dove pubblicare le sue vignette sataniche (Gesù, Giuseppe e Maria!), si mette a scrivere libri in men che non si dica; che don Donato non passa domenica senza rammentarmi il fatto che non fare più l’Osservatore è (stato) davvero un bel peccato di omissione (difficilmente perdonabile); che Fabrizio Vincenti sentendosi libero da ogni impegno è addirittura convolato a nozze con la sua bella Romina; che la Paola Rizzo, tra un ritratto ed un quadro d’ulivi e l’altro, adesso s’è messa a fare “due chiacchiere con…” mezzo mondo su Face-book, e dice “quello che le donne non dicono” addirittura alla radio; che da quando non ci siamo noi gli affari della tipografia AGM dell’Antonio Congedo anziché ridursi (come paventavamo) sono aumentati in barba alla crisi economica; che sant’Albino (martire), mentre prima era sotto stress soltanto una volta al mese, oggi è sotto tortura almeno una volta a settimana, con tutte le idee che senza tregua ci frullano nel cervelletto.
Ah dimenticavo: tra i nostri 25 supporters c’è anche la Maria Rosaria che non riesce a farsene una ragione, e s’è sognata il fatto che io avrei detto che a giugno 2013 L’Osservatore Nohano ritornerà (ritornerebbe) di nuovo in edicola in formato cartaceo.
Mi sa che la ribattezziamo Maya Rosaria.
Antonio Mellone
P.S. In un ipotetico editoriale (ipotetica di terzo tipo) di un eventuale numero dell’Osservatore del mese di febbraio 2013 si sarebbe parlato della speranza che almeno stavolta i nohani non si mettano a votare in massa per i soliti cani e soprattutto per i soliti porci.
ott242012
…a parlare di Concilio abbandonato, addirittura “tradito”, dalle colonne di Famiglia Cristiana (n. 42 del 14 ottobre 2012) e da quelle del mensile Popoli (ottobre 2012) è p. Bartolomeo Sorge…
36887. ROMA-ADISTA. A leggerle, sembrano le riflessioni di un esponente del cosiddetto “dissenso” cattolico, o un documento di Noi Siamo Chiesa. Invece a parlare di Concilio abbandonato, addirittura “tradito”, dalle colonne di Famiglia Cristiana (n. 42 del 14 ottobre 2012) e da quelle del mensile Popoli (ottobre 2012) è p. Bartolomeo Sorge, gesuita, ex direttore di Civiltà Cattolica e di Aggiornamenti Sociali, dell’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe di Palermo (all’interno del quale, assieme a p. Ennio Pintacuda, sostenne, nella sua fase iniziale, la cosiddetta “Primavera palermitana” di Leoluca Orlando e del suo movimento, “La Rete”), nonché storico riferimento intellettuale e pastorale dell’anima conciliare della Chiesa cattolica. Sorge fu infatti tra gli artefici, insieme all’allora segretario della Cei, mons. Enrico Bartoletti, e con Giuseppe Lazzati, del primo convegno della Chiesa italiana su “Evangelizzazione e promozione umana”, svoltosi nel 1976. Si trattava, a dieci anni dalla conclusione del Vaticano II, di «tradurre il Concilio in italiano», di verificare cioè in che misura le acquisizioni dottrinali e pastorali del Concilio Vaticano II fossero state recepite dalla Chiesa italiana. Ne uscì una linea aperta al contributo dei laici (di più: la richiesta formale che nella Chiesa italiana si desse vita a un organismo nazionale permanente di partecipazione dei laici, richiesta che non ebbe alcun seguito); a una nuova mediazione culturale che accettava il confronto critico con le culture secolarizzate presenti in Italia; e un atteggiamento di sostanziale diffidenza nei confronti dell’integrismo promosso dai movimenti ecclesiali allora emergenti. Questa linea, completamente scalzata nel successivo Convegno di Loreto, nel 1985, dal modello di Chiesa forza sociale imposto da Wojtyla e Ruini, ha continuato ad ispirare l’azione ecclesiale, sociale e politica di tanti cattolici democratici.
Insomma, le riflessioni di Sorge sul Concilio sono particolarmente significative proprio perché vengono da uno dei più autorevoli protagonisti della stagione postconciliare. Così, su Famiglia Cristiana, l’anziano gesuita fa il punto della situazione rispetto al modo con cui la Chiesa gerarchica ha recepito le indicazioni del Vaticano II. Ne esce un quadro a tinte fosche. Sorge parla senza mezzi termini di rinnovamento interrotto. «Troppi, nella Chiesa, preferiscono ancora il vino e gli otri vecchi a quelli nuovi», scrive infatti Sorge. «Lo stallo attuale è dovuto soprattutto alla mancata realizzazione dello “spirito di collegialità”, che è il lascito più importante del Concilio». Nella Chiesa, scrive il gesuita, manca inoltre un vero dialogo: quello «dei vescovi con la Curia romana, delle comunità locali con i propri pastori e, più in generale, della gerarchia con i fedeli laici... Si decide ancora tutto dall’alto. Perciò, al posto della parresía evangelica, crescono nella Chiesa il silenzio e il disinteresse dei fedeli». Al punto che oggi nel mondo cattolico, «non parla più nessuno». Eppure, «più che di decisioni prese dall’alto, c’è necessità di discernimento comunitario; più che di nuove strutture di Curia, c’è bisogno di testimoni, di laici maturi e responsabili».
Sorge non trascura di toccare anche il tema, attualissimo, del rapporto tra Chiesa e politica inaugurato a partire dall’ascesa di Ruini ai vertici della Cei e della Curia vaticana: «Il Vangelo chiede profezia, non diplomazia». E se è vero che «ai fini dell’evangelizzazione, è importante che la Chiesa collabori lealmente con le istituzioni politiche», non ha però più alcun senso «continuare a riporre la fiducia nella diplomazia, nei Concordati, nello scambio di ambasciatori, nelle indebite pressioni sui governi». «La forza della Chiesa sta nella parola di Dio, nella santità dei fedeli, nella predilezione per i poveri, non nel favore dei ricchi e dei potenti di turno o nella protezione dei poteri forti. La Chiesa del Concilio è una Chiesa libera». E povera. Infatti, conclude padre Sorge, «con quale credibilità la Chiesa porterà al mondo la “buona notizia” di Dio che, per salvarci, si fa povero e sceglie i poveri, se le istituzioni ecclesiastiche gestiscono banche e giocano in Borsa? Se chi annunzia il Vangelo vive in palazzi simili a regge? Con quale coerenza la Chiesa esorta i fedeli a partecipare all’Eucaristia, memoriale della Pasqua, se poi ne offusca la trasparenza con cerimonie pompose, abbigliamenti sfarzosi e ornamenti ricchi e preziosi?».
A Popoli, Sorge ha invece concesso un’ampia intervista, nella quale parla di rinnovamento «rimasto a metà» e spiega che se Chiesa si è a lungo confrontata con temi come nuova evangelizzazione, relazioni tra Chiesa e Stato, dialogo interculturale e interreligioso, temi etici, giustizia, pace, «molto più lento e incerto appare lo sforzo fatto per la sua riforma interna». Su questo punto, anzi, sembra addirittura prevalere oggi un clima di stallo, se non proprio di riflusso». «Il problema – spiega Sorge – è che troppi, anche nella Chiesa, ragionano ancora con le categorie della vecchia “cristianità” e non si rassegnano al fatto che questa è finita da un pezzo. È tramontato il tempo in cui, soprattutto nei Paesi di antica evangelizzazione, la vita civile era scandita dalle festività religiose, le leggi erano sostanzialmente coerenti con la morale cristiana, la parrocchia era il luogo dove si vivevano gli appuntamenti decisivi della vita». «Tutto ciò è finito per sempre, sia sul piano storico, sia su quello teologico.
Nell’epoca della globalizzazione e della secolarizzazione, il contesto socioculturale è divenuto ormai irreversibilmente pluriculturale, plurietnico e plurireligioso. Per agire da fermento spirituale, culturale e sociale, la Chiesa deve porsi in modo nuovo», «dando pieno compimento al Concilio», cioè «superando ogni forma di clericalismo». E, più in generale, promuovendo «una fede adulta». Ripartire dal Concilio, insomma. Perché, se è vero che i problemi che il mondo contemporaneo pone alla Chiesa, sono oggi tanti e complessi, «tuttavia, per risolverli, non occorre convocare un nuovo Concilio. Basterebbe – afferma Sorge – il coraggio di affrontarli con quello “spirito di collegialità” – o sinodalità –, sul quale tanto ha insistito il Concilio e che, dopo 50 anni, stenta ancora ad affermarsi nella Chiesa. Perciò, prima di pensare a un altro Concilio, diamoci da fare a realizzare il Vaticano II». (valerio gigante)
ecco di seguito l'articolo di P. Bartolomeo Sorge, S.J.
lug032019
I volontari del Servizio civile del progetto “In reading 2017”, in collaborazione con Arci Lecce, organizzano, la Biblioteca Vivente.
L’iniziativa si terrà in concomitanza con l’evento “INTRECCI DI NOTTE” in programma per sabato 13 luglio, presso Piazzetta Galluccio, alle ore 19.30.
La Biblioteca Vivente, traduzione italiana del termine Human Library, è un metodo innovativo, semplice e concreto, per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone di diversa età, sesso, stili di vita e background culturale.
Si presenta come una vera biblioteca, con i ragazzi del servizio civile e un catalogo di titoli da cui scegliere. La differenza sta nel fatto che per leggere i libri non bisogna sfogliare le pagine ma … parlarci, perché i libri sono persone in carne ed ossa!
La Biblioteca Vivente mostra ai lettori l’opportunità di entrare in contatto con persone con cui difficilmente avrebbero occasione di confrontarsi.
Vi aspettiamo!
In reading 2017
gen292013
Eccovi di seguito il dettaglio del discorso di Giuseppe Cisotta, del quale, sabato scorso - in occasione della stupenda (e molto partecipata) festa di ringraziamento presso la Masseria Colabaldi indetta per l'ottima riuscita del presepe vivente di Noha - è stato pronunciato a braccio un condensato molto sintetico per via dell'emozione dell'interessato
Buonasera a tutti, e grazie per aver accettato l’invito per questa serata, spero piacevole per tutti.
Il presepe vivente di quest’anno, a detta di molti, è stato un presepe da dieci e lode. Quello che fino ai primi di novembre sembrava impossibile, nell’arco di un mese e mezzo è diventato realtà. Come per miracolo.
Ho visto volti sereni e volti preoccupati, voci fiduciose e voci sfiduciate. Non so se, all’inizio, io facessi parte dei primi o dei secondi.
Ma poi, superata ogni barriera, grazie a voi, ho visto finalmente donne e uomini lavorare con armonia. Non più facce contrite o arrabbiate, e non più voci di capi o duci, ma persone unite da un solo obiettivo: l’amore per noi, per Noha, per la nostra comunità, nel vero clima natalizio.
E’ stata, anche quella di quest’anno, un’esperienza bella, esaltante, una sfida contro noi stessi, superata grazie a tutti.
Se dovessi qui ringraziare uno per uno i protagonisti di questo presepe, dovrei parlare da mo’ fino a domani mattina.
E sicuramente mi dimenticherei di qualcuno.
Sì, perché qui dovrei partire ringraziando i proprietari della masseria per averci permesso anche quest’anno di allestire una vera e propria opera d’arte, per finire citando uno per uno i tecnici, i sostenitori, i responsabili della parrocchia, i vigilanti, il servizio d’ordine, gli addetti al pronto soccorso, i vigili urbani. Ed ovviamente tutti i personaggi del presepe, l’angelo-cantante, e poi i famigliari dei personaggi ed i famigliari degli organizzatori, mogli, padri, figli, fratelli, nonni, sorelle (non fosse altro che per la pazienza dimostrata nel sopportarci).
Dovrei ringraziare chi ha lavorato di giorno e di notte affinché questa antica masseria diventasse un set perfetto per il teatro del presepe più bello del Salento. Ognuno ha lavorato secondo le proprie possibilità, ma certamente senza risparmiarsi.
Dovrei ringraziare anche chi si è occupato della comunicazione, chi della fotografia, chi dei video, chi dei contatti con il pubblico, chi ha disegnato i manifesti e volantini, chi ha dato un parere, chi ha votato sul sito di Noha per le ormai famose “presepiarie”, chi ha stampato i manifesti, chi li ha distribuiti, chi si è occupato dei vestiti dei personaggi, chi ha dato una mano al bancone dell’offerta dei prodotti e chi da dietro le quinte ha prodotto il cibo per i visitatori, chi ha fatto da sponsor ed anche chi mi ha detto di non poter mettere mano al portafogli. Ringrazio davvero anche questi ultimi, perché so che se avessero potuto, avrebbero sostenuto con tutto il cuore il nostro che è anche il loro presepe vivente di Noha.
Ringrazio anche chi ci ha dato delle idee per l’allestimento, ed anche chi ci ha fatto delle critiche (che guai se non ci fossero).
Ringrazio chi ci ha concesso il patrocinio: la regione Puglia, la provincia di Lecce ed il comune di Galatina.
Ma dovrei ringraziare anche chi ha trascorso le notti qui in masseria per fare la guardia, chi ci ha preparato qualcosa da mangiare durante i lavori, chi ha prestato i suoi automezzi per il trasporto delle cose, delle strutture, dei bagni chimici, delle luci, degli altoparlanti, del fieno, del legno, dei tavoli; dovrei ringraziare chi ci ha prestato le attrezzature, chi la filodiffusione, e chi ha messo a disposizione quello che aveva di più caro: gli utensili antichi che hanno trasformato questa masseria in un vero e proprio museo degli antichi mestieri e dell’arte contadina.
Dovrei ringraziare anche coloro che hanno messo a disposizione i loro animali da cortile che contraddistinguono il nostro presepe rendendolo particolare, e forse più originale rispetto a tutti gli altri.
E per essere giusto dovrei ringraziare uno per uno anche i cavalli, gli asinelli, i maialini, le oche, le pecore e gli agnellini, i vitelli, i conigli, e via di seguito, che hanno recitato la loro parte nel migliore dei modi. E ovviamente uno per uno le migliaia di visitatori provenienti da ogni parte della provincia di Lecce, d’Italia ed anche dall’estero.
Ma devo ringraziare anche questa stupenda Masseria Colabaldi, le sue mura rugose, il suo cortile, il suo portale, l’atrio, le stalle, il forno, le cucine, le stanze nobili, le terrazze. Abbiamo fatto rivivere questo bene culturale molto caro ai nohani, un monumento che sta in piedi da secoli, sfidando i colpi secchi del tempo.
Grazie a tutti. E grazie anche a tutti quelli che ho dimenticato di citare.
Concludo dicendo che questa esperienza mi ha fatto capire tante cose.
Intanto che la felicità si trova nelle piccole cose, nell’armonia con le persone, con la natura, con noi stessi, nell’ascolto dei nostri figli. Dovrebbero essere i desideri dei nostri figli a dare ordini al futuro.
Io penso che le persone felici non siano quelle che vivono la propria vita nel lusso più sfrenato, ma quelle che vivono pienamente in un piccolo mondo (come per esempio quello di Noha) fatto di strette relazioni basate sulla famiglia e sull’amicizia. Questo presepe mi ha insegnato che siamo sulla buona strada per eliminare le barriere tra di noi, per eliminare dal vocabolario le parole “estraneo”, “egoismo”, “interesse di parte”, “avidità”.
Con questa esperienza abbiamo creato relazione, dialogo, solidarietà, condivisione, comunicazione, rapporto con gli altri, stima reciproca. Mettendo in comune la passione per le cose belle, genuine, senza secondi fini, facendo sparire l’io per concentrarci sul noi, abbiamo ottenuto quella che si chiama “qualità della vita”.
Abbiamo cercato e raggiunto un terreno comune, un cemento sociale, una sfida comunitaria, una forza comune.
Se ci rendiamo conto di questa forza, noi possiamo fare miracoli, e non soltanto a Natale, e possiamo davvero raggiungere qualsiasi obiettivo.
Noi nohani possiamo, anzi dobbiamo dire che non siamo secondi a nessuno.
Con le piccole cose, con la solidarietà senza steccati, con lo scambio gratuito del tempo e dei beni, con la pura gioia di contribuire al bene comune, con l’idea che il beneficio per uno non sia un danno per l’altro, noi riusciremo a far fronte tranquillamente alla crisi che sembra non lasciarci speranza.
Solo in questo modo, restando uniti, aiutandoci e incontrandoci come abbiamo fatto qui alla Masseria Colabaldi per il nostro presepe, costruiremo una corazza forte contro tutte le crisi, e soprattutto daremo un futuro migliore e più umano ai nostri figli. Saremo una comunità migliore.
Qui ho capito, grazie a voi, che il benessere degli altri è il mio benessere.
Grazie a tutti, e buona serata.
Giuseppe Cisotta
giu272019
Care concittadine, cari concittadini,
l'amministrazione Amante, sin dalle sue linee di mandato, decide di investire nella cultura come strumento attraverso cui fa rinascere la Città di Galatina e tutto il suo territorio. Una programmazione strategica ben precisa, con un obiettivo chiaro da raggiungere a piccoli passi pur avendo grandi ambizioni. Perché questa città lo merita, ha le potenzialità per farlo ma è necessario che rivendichi la propria identità e ne faccia vanto. E' necessario, tuttavia, confrontarsi con la realtà e capire le risorse economiche a disposizione dell'Ente: fino a dove ci si può spingere non venendo meno alla qualità delle proposte? Come si può fornire una scelta culturale ricca, vasta, ma nello stesso tempo di spessore tale da far diventare questa Città meta, non di passaggio, ma di alloggio anche per i turisti? Come fare, pur avendo vincoli e legami di un ereditato piano di assestamento?
Cari cittadini, l'amministrazione Amante ha tentato di fare ciò in due modi.
Innanzitutto, la programmazione estiva è il risultato di mesi di lavoro, scambio di idee, confronti e scontri, relazioni, rinvii, opportunità colte all'ultimo momento e analisi sistematica di ogni minimo dettaglio. E anche in questa occasione non siamo venuti meno al nostro concetto di politica intesa come partecipazione, coinvolgimento degli attori di questo splendido spettacolo, ossia le associazioni e/o i privati che avessero voluto far parte della nostra rassegna estiva esibendo la loro arte e il loro sapere nei luoghi della Città. Poi ci abbiamo messo anche del nostro, sperimentando, rischiando ma credendo fortemente nella struttura di qualsiasi progetto, dal tarantismo, alla lettura, al teatro sino all'incontro di varie culture. E lo abbiamo fatto e lo faremo con puro entusiasmo, fonte principale per credere ancora in questa Città. Galatina merita di ritrovare un senso di comunità e di orgoglio che coinvolga tutti a prescindere da tutto. Galatina merita unione.
E come nell'economia di una famiglia, abbiamo programmato le somme necessarie a sostenere tutto questo nei limiti delle possibilità dell'Ente. Dovendo, pertanto, in alcuni casi rinunciare a qualcosa. Ed è qui che entra in gioco l'altro modo con cui si è pensato alla programmazione di "A cuore scalzo". L'amore per questa Città. La gratuità del servizio svolto, per cosa? Appunto, per amore della Città.
Pensare di "offrire" il proprio servizio alla comunità sembrerà strano a chi considera la pubblica amministrazione come il gioco delle tre carte.
Il problema sta sempre negli occhi di chi guarda! E allora, cari concittadini...evitando di citare qui alcun nome, ci sono aziende del territorio che credono e investono nel progetto dell'amministrazione comunale e, quindi, credono ancora in questa Città. Ci sono aziende che investono con il proprio denaro e altre che, invece, rendono il proprio servizio pur mantenendo un livello qualitativo del prodotto reso molto alto. Tutto gratuitamente. E questo termine non cela alcun sotterfugio. E lo scrivo anche per rispetto non solo di queste aziende ma anche di ogni dipendente comunale che, in maniera più o meno diretta, è coinvolto in questo importante lavoro di programmazione e di attività burocratica in merito alla rassegna estiva.
Infine, questa rassegna ha in sé anche una sfida: quella di credere in un'associazione giovanile, di nuova costituzione, composta, nel suo direttivo, nella maggior parte da under 35, alcuni anche lontani dalla propria terra per motivi di lavoro, ma che sono legati fortemente a questa terra. Ragazzi, che sono anche professionisti, coraggiosi e vicini ad un concetto di città come comunità. Ragazzi che non chiedono nulla se non mettere a disposizione la loro disponibilità a livello logistico, organizzativo e professionale al fianco dell'amministrazione e di tutta la Città. E lo fanno gratuitamente. Sì, ed è come non prendere impegni una sera perché al termine di uno spettacolo è necessario riportare le sedie al loro posto. Gratuitamente. Ed è come rimanere nel proprio studio oltre il consueto orario di lavoro per inviare mail e ultimare gli aspetti logistici per il concerto di sabato sera in piazza. Gratuitamente. Ma, si sa, nemo propheta in patria.
Cari concittadini, Galatina è fatta anche di gente buona, trasparente e che continua ad amare questa città nonostante calunnie, offese, ingiurie e bugie che non meritano neppure il tempo di essere prese in considerazione. I vostri occhi non hanno la loro trave, che possa impedirvi di guardare ciò che è la realtà.
Guardate la vostra città, criticate, dialogate, chiedete spiegazioni. Ma fatelo con la vostra testa. Con i vostri occhi. A cuore scalzo.
Cristina Dettù
giu132019
La Cabala Ebraica è il tema del V appuntamento della Rassegna Incontri al Collegio, curata dalla libreria Fiordilibro e che si terrà venerdì 14 giugno alle ore 19,30 presso la Chiesa del Collegio. Ci guiderà nei meandri della Sacra Mistica Ebraica Grazia Piscopo autrice del libro - La Via per la Cabala… La Via del Cuore Introduzione allo Studio della Cabala edito da “I Quaderni del Bardo”. “La Kabala, è la sfida di chi vuole guardare il reale al di là del reale stesso e non è facile camminare per quei luoghi, ma Grazia lo fa. Grazia sceglie di unire il suo sguardo di donna allo sguardo della tradizione ebraica e della mistica. (Dall’introduzione di Pierpaolo Pinhas Punturello). Converseranno con l’autrice Stefano Donno di iQdB ed il prof. Vincenzo Fasano docente di Diritto Ebraico presso la Pontificia Antonianum. Introduce il Rettore di Santa Maria della Grazia, Don Antonio Santoro
Grazia Piscopo è nata a Taranto, il 10 febbraio del 1961. La mistica, le religioni e l’ebraico sono gli studi a cui approda intorno agli anni Ottanta e che continuerà ad approfondire fino a giorni nostri. Nel 2001 fonda l’Associazione culturale per la promozione delle Scienze Olistiche Filosofiche ed Umanistiche “Thorah”. Nel 2006 frequenta la facoltà di Scienze Teologiche e Religiose presso la Curia Vescovile di Lecce. Nel gennaio del 2018 formalizza l’adesione dell’Associazione alla Federazione delle Associazioni di Italia-Israele. Successivamente, a luglio del 2018, decide, con l’Approvazione dell’Assemblea dei Soci di modificare lo Statuto e il nome del Sodalizio, per rispetto verso la Comunità Religiosa Ebraica e la Sue Sacre Scritture da Associazione “THORAH” in Associazione “HORAH”. Ancora adesso il suo grande amore, la Cabala è motivo di studio, ricerca e di approfondimento
Vincenzo Fasano, si è laureato in Giurisprudenza nel 1997 con una tesi in diritto ebraico. Ha proseguito la sua formazione umanistica a Parigi X- Nanterre ( con un mémoire de maîtrise in Lingua e cultura straniera dedicato all’architettura romanzesca nella produzione dell’ultimo Bassani) e a Parigi III- Sorbonne Nouvelle, alla Pontifica Università Lateranense (con una dissertazione di licenza sul reato dell’incesto nella Tôrâ ed una tesi di dottorato sull’incriminazione in materia di reati sessuali nell’Antico Testamento). È dottore di ricerca dell’Università Parigi VIII-Vincennes-Saint-Denis (F) dove ha discusso una tesi dottorale sull’immagine dell’ebreo nel feuilleton romanzesco italiano fra il 1870 e il 1915. È professore invitato presso la Pontificia Università S. Tommaso D’Aquino (Roma). Si interessa in prevalenza di diritto ebraico e di storia dell’ebraismo italiano. Trai le sue pubblicazioni ricordiamo le monografie tratte dai suoi lavori dottorali, edite dalla casa editrice Congedo di Galatina: L’incriminazione in materia di reati sessuali nell’Antico Testamento (2002) e Le Juif dans le roman-feuilleton italien (1870-1915) (2008).
Emilia Frassanito
feb272014
feb112016
L’amministrazione Montagna nella seduta del 09 febbraio ha approvato una delibera con la quale autorizza in via generale, la celebrazione di Matrimoni di Rito Civile, anche al di fuori della Casa comunale e del normale orario di servizio stabilito dall’amministrazione Comunale, in locali/spazi di proprietà privata che siano concessi nella “disponibilità giuridica del Comune”.
L’assessore alle attività produttive Avv. Patrizia Sabella, commenta “l’amministrazione comunale, in risposta all’evoluzione dei costumi e della società, ha ritenuto opportuno accogliere le esigenze dei nubendi di celebrare il proprio matrimonio di rito civile, anche fuori dalla Casa Comunale, presso strutture ricettive ed immobili privati aperti al pubblico ubicati nel territorio comunale, ed in particolare in luoghi di rilevanza storica, culturale, ambientale, ovvero turistica. L’istituzione di uno o più separati Uffici dello Stato Civile presso locali di proprietà privata, che siano posti nella “disponibilità giuridica del Comune”, comporterà per l’operatore che deciderà di celebrare il matrimonio di rito civile presso la propria struttura, l’impegno a promuovere turisticamente il Comune di Galatina”
A tal fine l’A.C. ha approvato un avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse, per l’individuazione di uno o più locali/spazi presso le strutture ricettive ed immobili privati aperti al pubblico, da destinare alla celebrazione di matrimoni civili, che verrà pubblicato sul sito internet del Comune di Galatina.
“Pertanto, - conclude l’assessore Patrizia Sabella – invito gli operatori interessati, previa sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa di legge e da ultimo dettagliati dall’Adunanza della I sez. del Consiglio di Stato con parere 196 del 22.01.2014, a presentare la propria candidatura”.
giu242019
Caro Alessandro (1), tu lo sai noi non ci conoscevamo, io so poco o niente di te, non so dove hai vissuto, dove hai lavorato, che cosa hai fatto nella vita, ma mi hai incuriosito con la tua prima pubblicazione sul maestro pasticcere Rafelino Bello.
Un piacevole articolo documentale e testimoniale con uno spirito di fondo positivo di compiacimento e di sana ammirazione per un galatinese speciale.
Ti ho voluto conoscere e ti ho incoraggiato a proseguire in questa tua passione amatoriale di ricerca e divulgazione in un settore quello dell’arte bianca che a Galatina ha tanto da raccontare.
I tuoi lavori sono proseguiti, le pubblicazioni anche, ma la musica è completamente cambiata.
Inspiegabilmente, argomentando su Andrea Ascalone, hai imboccato una deriva antipatica, denigratoria al limite del diffamatorio.
Te lo confesso sono rimasto molto male, ancor più quando mi hanno fatto notare come in un tuo scritto che ho trovato assai sgradevole e irriguardoso, mi avevi citato espressamente ingenerando l’idea di una mia condivisione.
Hai scritto che sei venuto a conoscenza da me che l’attività di Ascalone ha rischiato di chiudere nel 2002 e questo è vero, ma hai omesso di dire che ciò accadeva per un’assurda mala burocrazia che ha suscitato forte indignazione sia nel sottoscritto che nelle istituzioni locali.
Poi tutto si è risolto con il meritato riconoscimento di laboratorio storico.
E adesso oramai che ci sono approfitto….
No Alessandro non va affatto bene usare due pesi e due misure.
Perchè per il maestro Rafelino hai attinto in primis alla famiglia e poi ai suoi estimatori e così non hai fatto per Andrea Ascalone?
Non ci vuole molto per capire che il tuo giudizio negativo è preconcetto ed ingiustificatamente critico.
Dico questo perchè ho dalla mia prove documentali che raccontano un’altra storia ed in più l’esperienza personale che mi ha permesso di conoscere e frequentare con eguale curiosità sia Rafelino che Andrea.
Nascono appaiati l’uno nel 37 e l’altro nel 38 (dichiarato nel 39), legano subito attratti dalla loro complementarietà.
Sono forse i primi due galatinesi che manifestano obiezione di coscienza alla leva militare che evitano con le buone il primo e con le cattive il secondo (dichiarato disertore) riparando entrambi in Svizzera.
Esperienze internazionali a seguire in Inghilterra l’uno ed in Francia l’altro.
Matrimonio con moglie emancipata d’oltralpe Rafelino, matrimonio con moglie tradizionale siciliana Andrea.
Basterebbero queste poche righe per comprendere la loro natura e i loro destini così diversi.
Rafelino genio e sregolatezza creatività e innovazione.
Andrea rigore, perfezione, tradizione.
Quando si incontravano erano fuochi d’artificio scene incredibili.
Lo yin e lo yang una grande amicizia, un grande apprezzamento reciproco.
Caro Alessandro non parlerò oltre di Rafelino lo hai ben fatto tu, ti parlerò di Andrea che tu non hai conosciuto perchè altrimenti credimi non avresti nemmeno lontanamente potuto pensare quello che hai scritto.
Andrea era una persona di una umanità sconfinata con radicati in sé i valori più alti del rispetto reciproco e dei doveri verso se stesso, verso il lavoro, verso la famiglia e verso la collettività. Un rispetto è una attenzione da gran signore ha poi sempre avuto per l'universo femminile.
Ho visto con i miei occhi uscire in lacrime la moglie del regista televisivo Sergio Tau entrambi commossi e toccati da “tanto amore per il suo lavoro la sua terra e per il prossimo”.
Lui col suo esempio ha insegnato a tutti come si può tendere alla perfezione.
Il pasticciotto è l’emblema e anche la sintesi del suo pensiero.
Due semplici elementi pasta frolla e crema pasticcera per realizzare una delizia che ha conquistato il mondo.
Qual’è la ricetta segreta gli chiedevano in tanti?
E lui sornione ad autoironizzarsi rispondeva “la fessagginità” in un bagno di umiltà senza eguali.
E non c'è bisogno di scomodare la fisica quantistica per comprendere che in aggiunta dentro ogni singolo pasticciotto c'era un pizzico del suo grande amore che lo rendeva unico, inimitabile, irraggiungibile.
I suoi consigli le sue raccomandazioni hanno fatto scuola, hanno fatto comprendere come approcciarsi e come degustare al meglio il suo prodotto.
Il pasticciotto e come un fiore nasce e muore in breve tempo.
Per gustarlo al meglio bisogna attendere che dai 330 gradi del forno raffreddi lentamente ad una temperatura ottimale quando la pasta frolla sprigiona tutta la sua fragranza.
Non deve raffreddarsi molto perchè in quel caso inizia il processo inverso in cui la pasta assorbe l’umidità, e gli odori dell’ambiente circostante.
Per questo è accaduto che rifiutasse di consegnare i suoi prodotti in un’auto sudicia o che sconsigliasse vivamente il trasporto a lunghe distanze.
La sua produzione è stata sempre limitatissima perchè mai doveva accadere di avere un avanzo della giornata.
Per noi galatinesi è normale chiedere se ci sono ancora dei pasticciotti, e sperare che non siano finiti.
A Galatina l’intero settore si è uniformato ai suoi standard di eccellenza.
I galatinesi si sono fatti viziare diventando degli esperti ed esigenti buongustai.
E approposito di marketing posso testimoniare senza ombra di smentita come Ascalone è stato e lo è ancora oggi, il terzo attrattore turistico della città dopo Santa Caterina e la cappella di San Paolo.
Quindi caro Alessandro dire che Ascalone ha fatto un’operazione di marketing a suo vantaggio è completamente falso addirittura a danno delle altre pasticcerie è offensivo.
E’ vero esattamente il contrario. Grazie a lui il settore ha avuto grande impulso e slancio.
Intere generazioni di bravissimi pasticceri si sono affermati sulla sua scia dando ognuno il proprio contributo come solo gli artigiani sanno fare. Io personalmente ho conosciuto ed apprezzato tanti di loro, Uccio Matteo, i fratelli Cuna, Antonio Pellegrino, Raffaele Antonaci, Mario Esposito, Leonardo Esposito, Fedele Ugenti, i fratelli Malorgio, Totò Santoro, Orazio Contaldo, Maurizio Zurigo, Massimiliano Baglivio, Albino Tundo, Riccardo Carachino e la lista è lunghissima tutti bravi, ma bravi veramente .
Un patrimonio immenso che meriterebbe ben altra attenzione e valorizzazione !
Tornando ad Andrea, se ricchezza avesse voluto perseguire, gli sarebbe bastato sfruttare la sua grande notorietà e inondare il mondo di pasticciotti industriali anche solo in partnership.
Ma questo per Andrea era tradire la sua stessa natura, la ragione di una vita.
Oggi sono diffusissimi i pasticciotti surgelati anche crudi da cuocere, ma quando mai si potrà garantire quella perfezione che lui aveva raggiunto con l’utilizzo delle migliori materie prime, la lavorazione maniacale e la cottura nel suo mitico forno Siemens del 1947 attrezzato con ben 64 resistenze elettriche?
Andrea ha profuso nel suo lavoro un amore senza eguali dimostrando a che livelli di dignità può essere portato il proprio operato.
Il semplice gesto di accompagnarti alla porta era una maniera per ringraziarti per l’apprezzamento ricevuto, ma era anche un monito che reclamava eguale considerazione.
Non sono stati rari i casi di soggetti irriguardosi energicamente accompagnati fuori dal locale ed invitati a rispolverare i principi di buona educazione.
Andrea ha portato alto il vessillo di una galatinesità sinonimo di eccellenza che ci ha contraddistinto positivamente in provincia e non solo per tantissimi anni e che rappresenta il valore immateriale più prezioso della città.
Lui è il figlio illustre di una tradizione di artigianato artistico che gli studiosi accademici fanno risalire addirittura ai “frutti postumi della grande fabbrica di Santa Caterina”.
"Per comprendere la profondità del pensiero di Andrea, fine osservatore dei costumi e delle tradizioni locali, conoscitore dei più complessi risvolti antropologici e custode geloso dei segreti più intimi della società ci vorrebbe un corso di studi nella facoltà DAMS dell'Università del Salento" ebbe a dire il compianto preside prof. Gino Santoro.
Tu caro Alessandro hai saltato a piè pari le testimonianze dirette di chi Andrea lo ha conosciuto di persona oltre a quelle dei suoi familiari, hai mercificato e mortificato il tutto farcendolo con ricerche documentali che lasciano il tempo che trovano.
Tu lo sai bene che la validità di una ricerca è tale sino alla ricerca successiva e via di seguito sino all’altra ancora. E comunque le ricerche serie vengono sempre sottoposte al vaglio della comunità accademica.
Sminuire e svilire il vissuto di quasi 300 anni di storia di una famiglia ci lascia perplessi ed amareggiati.
Una famiglia che ha fondato alberghi (a Santa Cesarea Terme) che ha prodotto liquori, gelati, dolci, che ha fornito servizi di banchettistica a tutta l'aristocrazia locale che da laboratorio requisito durante la guerra ha deliziato i militari delle forze alleate guadagnandosi una stima unanime non può essere mortificata in quel modo.
Il papà di Andrea frequentava il mitico liceo P. Colonna negli anni venti quando in quel periodo l'analfabetismo totale superava il 30 per cento della popolazione ed una licenza liceale in proporzione allora equivaleva a due lauree di adesso.
La tradizione orale poi tieni in conto è sempre stata una cosa seria perché tramandata onestamente da generazione in generazione quando ancora il mondo non era accessibile a false notizie e facili ribalte.
Ed infine un’ultima considerazione.
Ma tu hai mai conosciuto Zeffirino Rizzelli?
Ovviamente No, ne sono certo perchè altrimenti non avresti mai osato minimamente mettere in discussione quanto il professore Rizzelli ha pubblicato.
La statura morale , culturale e l’onestà intellettuale di Zeffirino Rizzelli non sono sindacabili, e te lo dice uno che politicamente è stato schierato dall’altra parte.
Pertanto se Zeferino scrive che il pasticciotto è stato inventato il 1745 sappi che quel documento ha valore notarile per la comunità galatinese.
Quindi concludo Alessandro esortandoti a rivedere completamente il tuo giudizio anche perchè tempo verrà che i fogli di “ carta bambagina” sui quali hai fatto facile ironia verranno alla luce e tu non faresti una bella figura.
Ed ad ogni buon conto sappi che se anche i tuoi articoli hanno trovato consensi nei tanti spargitori di veleni immancabili in ogni comunità, per la stragrande maggioranza dei galatinesi che considerano Galatina la loro patria, dissacrare i loro padri è considerato un atto odioso quasi blasfemo e Zeffirino e Andrea lo sono a pieno titolo tra i più cari.
Dante De Ronzi
nota (1) Alessandro Massaro autore articoli pubblicati sul “Filo di Aracne” e vari post su FB.
dic182011
Si accendono le luci sul sipario del teatro “Parrocchia Madonna delle Grazie” di Noha nell’attesa fremente che prenda il via la seconda Rassegna Teatrale “Palcoscenico nei luoghi”, dopo lo strepitoso successo dello scorso anno. Si sente un leggero brusio in sala, una certa tensione circola già tra gli spettatori, un contagio continuo che sembra essere partito da dietro le quinte dell’accogliente sala teatrale e ora ballonzola tra gli astanti. Mancano meno di tre settimane all’apertura del sipario, ma è facile per l’estensore delle seguenti note immaginare ad occhi chiusi l’atmosfera che potrebbe crearsi in una situazione come queste: è la prima volta che la piccola frazione di Galatina ha la fortuna di essere coinvolta in una ricca rassegna teatrale e l’emozione non è quantificabile né facilmente malleabile.
“Domenica a teatro”, è questo il titolo della rassegna promossa dalla Compagnia “Theatrum” con il patrocinio del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e della Federazione Italiana Teatro Amatori, in collaborazione con la Compagnia Teatrale “Calandra” e il sostegno economico di diversi sponsor nohani e galatinesi. Primo imperdibile appuntamento domenica 8 gennaio ore 19:30 con la famosissima “Turandot”, messo in scena dalla “Compagnia dei Teatranti” di Bisceglie. Si alterneranno poi sul palco diverse compagnie teatrali locali e nazionali, per intrattenerci sino al mese di maggio con spettacoli di vario genere: dal musical alla prosa, dalla commedia brillante in vernacolo salentino e napoletano al teatro comico muto, passando per il dramma.
Un appuntamento imperdibile che occorre sostenere con una presenza numerosa e interessata, per far passare ancora una volta il messaggio che un centro culturale fremente qual è Galatina, con frazioni annesse, non può non avere un Teatro Comunale. Occorre appoggiare la rassegna e divulgare la notizia al di fuori della cittadina galatinese per cercare di porre rimedio a quel brutto livido nero che la bella città d’arte s’è fatta ingenuamente, permettendo la liquidazione dello storico “Teatro Tartaro”, di cui non resta che la facciata.
Michele Stursi
Posti numerati per i soli abbonati.
Per informazioni e prenotazioni:
Libreria Fabula, Corso Portaluce, 42 – Galatina
Tabaccheria Bandini, Piazza San Michele – Noha
Info e prenotazioni: tel. 334.6058837 – 336.609027
Ingresso contributo spettacolo: € 5.00
Bambini fino a 14 anni: € 3.00
Spettacoli nazionali: € 7.00
Abbonamento per l’intera rassegna: € 40.00
set132011
Giovedì 29 Settembre in occasione della festa patronale di Noha onoriamo l'Arcangelo San Michele e scopriamo i " Gioielli" artistici e culturali di Noha.
Ore 16:00 Percorso turistico culturale guidato dalla Dott.ssa Angela Beccarrisi che ci illustrerà tratti di storia, origini e rivalutazione dei beni artistici di Noha, partendo dalla Chiesa Madre.
Ore 19:00 Solenne Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di San Michele presieduta dal Parroco Rev.mo Sac.Francesco Coluccia con la partecipazione dei genitori e dei ragazzi della Comunità Parrocchiale, a conclusione dell'itinerario artistico, come segno di unità e vitalità tra le culture incontrare e i beni ammirati.
La S.V. è invitata a partecipare
fonte: Gruppo Mimi'
apr162018
Un nuovo importante finanziamento è stato portato a casa dall’Amministrazione Comunale Galatinese. Nell’ambito del settore turistico, la Regione Puglia, nei mesi scorsi, aveva messo a disposizione dei comuni fondi per la diffusione e la promozione territoriale attraverso la presenza di giornalisti e opinion leader e la realizzazione di educational tour finalizzati alla pubblicizzazione e alla commercializzazione del prodotto turistico presso mercati mirati attenti ai nuovi trend e ai bisogni del viaggiatore.
Il progetto galatinese, incentrato sulla riscoperta delle origini di un fenomeno importante come quello del tarantismo, culturale e popolare al tempo stesso, è stato ritenuto positivo e ha consentito l’arrivo di quattordici mila euro che serviranno per rilanciare l’offerta turistica e migliorare gli strumenti già in possesso, sfruttando le potenzialità del nostro territorio.
“Accogliamo con grande soddisfazione – afferma l’assessore al Turismo Nico Mauro – i risultati che giungono dalla Regione Puglia e che premiamo, ancora una volta, l’operato della nostra amministrazione, attenta a saper sfruttare i fondi messi a disposizione per operare sul territorio. È nostra intenzione valorizzare al meglio quanto ci viene riconosciuto e proseguire verso questa strada di collaborazione con le Istituzioni.”
Ufficio Stampa Marcello Amante
feb132012
Si concluderà domenica 19 febbraio Oblivium, la Mostra d’Arte Contemporanea di Claudio Scardino, curata da Francesco Luceri e Daniela Bardoscia e realizzata in collaborazione con l’Università popolare “Aldo Vallone” e il Museo d’Arte “P. Cavoti” con i patrocini del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e dell’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia. Il percorso artistico ha visto protagonista, nelle sale del museo galatinese, la più recente delle performance artistiche della cosiddetta “arte partecipata” di Scardino, scultore, artista multimediale e pittore, che, formatosi nei più floridi centri artistico-culturali italiani, avvezzo a prestigiose partecipazioni a eventi d’arte nazionali e internazionali, ha conquistato con la sua scultura Athena il pubblico statunitense e con Diana ed Enrico VIII (entrambi esposti per Oblivium) l’internazionale MoMM (Museum of Modern Media). “Finding ways to define reality and be in reality is the big question of our time” scrive l’artista e scrittrice australiana Marlene Sarroff, “Throughout his career there has been no limits to his invention, combining art with life, he looks for the most appropriate situations and then dives into the reality to be completely soaked in it”. Conclude il suo intervento scrivendo “This is where Claudio Scardino performances, really become a magical tool”. Gli “strumenti magici” di cui parla Sarroff, sono ancora per pochi giorni a vostra disposizione. L’Oblio è iniziato l’1 febbraio e, ancora per questa settimana, è possibile intraprendere un percorso catartico, tra i volti e i colori dell’artista leccese. I visitatori potranno ancora essere protagonisti − costretti “a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso”, come scrive la curatrice − con l’Action Painting, intitolata “Opera Continua”, ultimo invito rivolto dallo Scardino ai visitatori, al grido bellico latino “Pugna!” (Combatti!): chi lo vorrà, armato di colori a cera (forniti in loco), potrà divenire guerriero dell’arte condivisa scardiniana. Varcando la sottile linea rossa che simboleggia il mitologico fiume Lete, corso d’acqua di purificazione e dispensatore di dimenticanza, si attraversa l’oblio dei tempi, per ascoltare, attraverso la visione di Scardino, gli echi del passato, dei miti greci e latini, in un recupero di alcuni frammenti della nostra identità multiculturale. Con il sovrano inglese, poi, molto apprezzato dai visitatori, si ritorna alla modernità e si approda alla seconda parte di Oblivium, nel vorticoso affacciarsi dei ricordi, che riguardano l’esperienza dell’artista. Per concludere degnamente il percorso, sarà esposta per il week-end un’opera scultorea, inedita, di Scardino. Verrà, inoltre, predisposta una installazione audio dell’artista, accompagnamento auditivo verso l’oblio. Chiuderà la mostra un programma speciale: a partire dalle 18.30, spettacolo di letture sceniche, sapientemente interpretate da Michela Maria Zanon (artista) e Gianluca Conte (poeta) dell’Associazione culturale “Eterarte”; a seguire, un’esibizione musicale degli alunni della Scuola Secondaria “G. Pascoli”. Al termine, lo Scardino proporrà la realizzazione di una scultura in azione, che intersecherà con la creazione artistica teatralità e danza. Oblivium batterà il suo crepuscolo con uno spettacolo di danza, classica e contemporanea, a cura della “Europe Dance School” di Nadia Fiorella Martina, che empirà di vita e poesia le statiche sale del Museo “P. Cavoti”. I visitatori lasceranno questo trasognante viaggio nell’arte, musica e poesia con un rinfresco e una degustazione della simposiaca bevanda, gentilmente offerta dalle Cantine Santi Dimitri.
I curatori colgono l’occasione per ringraziare tutti i convenuti e per lanciare un messaggio: «È possibile far rivivere la nostra città, aprendosi a nuove e giovani forme di cultura. Oblivium, evento eccezionale per tutta la Puglia, è stata allestita senza un solo Euro pubblico. Certamente, se avessimo potuto contare su qualche finanziamento, l’evento sarebbe stato ancora più prestigioso. Ciò nonostante, è stato un successo. Ci auguriamo, per il futuro, che le amministrazioni appoggino le forze che si stanno costituendo per una rinascita culturale del territorio, che finiscano gli oscuri tempi dei finanziamenti clientelari, per permettere al nostro territorio, ricchissimo di potenzialità storico-culturali inespresse, una crescita moderna e florida. Oblivium è il nostro messaggio: è possibile far vivere Galatina, il Museo “Cavoti” e la Cultura. Esistono persone disposte a mettere a disposizione di tutti la loro passione e la loro esperienza. La Cultura è la vera crescita».
Museo civico d’Arte “P. Cavoti”
Piazza Alighieri Alighieri, n. 51,
Galatina (LE), 73013
Tel. 0836/567568
e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170
gen152013
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
(Articolo 21 della Costituzione Italiana, comma 1)
Così la Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero, che si esplica attraverso la libertà di stampa e la libertà di parola. La libertà di espressione è cardine essenziale di ogni democrazia, riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Abbiamo fatto passi da gigante quanto ad alfabetizzazione, tecnologia e scienza ma quanto ad emancipazione non possiamo dire di aver fatto altrettanto. E’ di questi tempi l’ultima novità in campo giornalistico che riguarda proprio la libertà d’opinione. Non che il cosiddetto caso “Sallusti” sia il caposaldo di quel diritto (anzi questo caso non ha nulla a che vedere con la libertà di opinione: qui si è trattato di una diffamazione bella e buona, e con dolo), ma sicuramente ha rimesso in discussione i confini di quel principio. La libertà d’espressione è un diritto inalienabile, la cui limitazione ne segna la progressiva instabilità, di contro la rinuncia spontanea all’esercizio di tale diritto fa retrocedere l’uomo al rango di bestia. Nel tempo, ed in alcuni paesi in maniera particolare, la scarsa capacità di confronto, e quindi di scambi culturali, hanno contribuito non poco all’atrofia sociale. C’è un passo nel racconto di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli” (Giulio Einaudi ed. S.p.A., Torino, 1945), che recita così: “il vero nemico della gente comune, quello che impedisce ogni libertà e ogni possibilità di esistenza civile è la piccola borghesia dei paesi con tutte le sue varianti, specie, contro specie, composta sommariamente dal podestà, dal farmacista, dal medico, dall’avvocato e dal prelato”. Lo scrittore si riferisce ovviamente a luoghi e tempi ben precisi, come la Basilicata degli anni ’30 del secolo scorso; luoghi che non si discostano di molto dal nostro paese per tradizioni e cultura. Ma l’eco di questa forma distonica del pensiero, soprattutto nei piccoli centri urbani, nonostante siano trascorsi più di ottant’anni non si è ancora dissolta del tutto, da un lato per il senso di onnipotenza di chi presume l’inconfutabilità del proprio convincimento dall’altra per un’atavica forma di soggezione a prescindere. Se senti con l’orecchio giusto, e riesci a immedesimarti in chi non ha quello che tu invece hai, la tua visone della vita si apre nell’essenza del messaggio più eccellente.
Che senso può avere dire di essere disposti all’ascolto delle richieste, dei dubbi, o dei bisogni dell’altro se pretendiamo che l’altro, appunto, debba essere limitato nella sua libertà di espressione?
La comunicazione deve essere interattiva, altrimenti si riduce ad un monologo. E' in un certo senso come la rana quando fa la regina dello stagno, a rispondergli possono esserci solo altre rane, o al massimo un rospo.
L’atto di pronunciare un'opinione, non è mai un crimine, lo è invece minacciare, tacciare, reprimere la libertà a chiunque di esprimersi. Pensare o mettere in discussione liberamente una corrente di pensiero, un’idea politica o religiosa, senza far calunnia ad alcuno, è crescita culturale. Se Gesù ci ha lasciato il comandamento di amare il prossimo e difendere la vita e per questo dico che dagli altari bisognerebbe condannare e scomunicare chi inquina la terra e uccide la vita, esprimo semplicemente la mia opinione che può essere discussa ma mai colpevolizzata. Se una persona non può esprimersi, non può neppure protestare contro ciò che succede.
Da qualche parte ho letto una frase che mi ha fatto accapponare la pelle: “Non dissentire è un buon metodo per restare al sicuro”.
"Non giudicate e non sarete giudicati" (Luca 6,37), può sembrare contemporaneamente il motto di un santo (non giudicare) o di un permaloso (non essere giudicato). Peccato che, se interpretata a rigor di logica, la frase evangelica non sia una condanna del giudizio. Infatti, perché mai essere giudicati deve essere considerato negativo? Una persona intelligente giudica e accetta il giudizio altrui.
Il diritto d’opinione e quello di condizionare la libertà, sono due atteggiamenti che se non gestiti democraticamente portano come risultato l’inciviltà. Ultimamente si è fatto un gran parlare di mafia, anche a Noha. Di recente anche in occasione dell’inaugurazione della scuola elementare di Noha. E anche per voce di Salvatore Borsellino, benemerito rappresentante della cultura antimafia.
Si è detto e ridetto che la mafia attecchisce dove viene a mancare lo Stato. Si rende quindi sussidiaria alla legge che naturalmente interpreta ed impone secondo i propri loschi obiettivi.
Lo Stato non è un ente astratto, ma la nostra stessa capacità di pretendere il dialogo, di autocritica e di partecipazione alle scelte sociali.
Ecco quindi a cosa serve la salvaguardia del diritto d’opinione. Serve a non tornare al tempo del medioevo, del caporalato, o ancor peggio, della dittatura.
Marcello D’Acquarica
apr162013
Volge al termine il percorso tematico del contenitore culturale Donna è…, patrocinato dal comune di Galatina e ideato e realizzato dal Salotto culturale Galatina letterata (nelle persone di Daniela Bardoscia, Silvia Cipolla, Isabella Indraccolo, Romina Mele e Rosanna Verter), con l'ultimo appuntamento, dedicato alla religiosità delle donne. Il percorso iniziato con la collettiva d’arte Segni di donne e Passioni (personale d’arte di Paola Scialpi Tango, mostra d’artigianato femminile e performance di Tango argentino e Flamenco) ha affrontato lo scottante tema della violenza sulle donne e femminicidio con Libere e Zapatos rojos (convengo e istallazione del progetto di arte pubblica di Elina Chavet, curato in Italia da Francesca Guerisoli).
Il convegno Il silenzio oltre la grata - L’identità delle Suore Clarisse tra ieri ed oggi, realizzato in collaborazione con Terra d'Ulivi di Lecce, è dedicato alle tante sorelle che vivono la loro vita tra preghiera e silenzio, tra rinunce e speranze, dietro una grata che le separa dal mondo. Avrà luogo il 19 e 20 aprile presso la sala francescana di cultura della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria. Il tema della vita contemplativa femminile non è lontano dalla nostra città, infatti, il 9 maggio 1618 il Pontefice Paolo V ordinò al vicario della curia arcivescovile di Otranto di erigere il monastero di religiose cappuccine dell’Ordine di Santa Chiara. Ed in esecuzione alla bolla pontificia l’8 novembre 1620 entrarono nel monastero delle Clarisse, annesso all’attuale chiesa di San Luigi, due suore e quindici novizie. Nacque così in quella piazza, fra le più antiche del centro storico, il complesso monastico delle Clarisse che è stato recentemente restaurato e parzialmente recuperato. Esso ospita oggi il centro diurno per minori. È giusto, quindi, indagando i vari aspetti dell'universo femminile, esplorare questo particolare tratto, profondamente intimo e gelosamente custodito, ricordando inoltre un pezzo importante della nostra storia.
Il 19 aprile, alle ore 19.00, dopo gli interventi del Sindaco Dott. Cosimo Montagna e dell’Assessore alla Cultura Prof.ssa Daniela Vanntaggiato, seguirà la prima del film inedito del regista Elio Scarciglia Elia di San Clemente - La ragazza del mare. Interverranno, a conclusione della proiezione, il cast del film e lo stesso regista e il Dott. Alessandro Laporta, direttore della Biblioteca Provinciale N. Bernardini di Lecce.
Il 20 aprile, alle ore 19.00, relazioneranno padre Massimo dell’OFM con l'intervento Introduzione alla spiritualità e alla vita delle Sorelle povere di Santa Chiara, l’Arch. Antonella Perrone con I luoghi del silenzio. Dalla regola clariana all’architettura monastica. A far sentire la voce delle religiose, per testimoniare l'esperieza della vocazione e della clausura, vi sarà la proiezione di un estratto della seconda serie del documentario I passi del silenzio di Ivano Balduini e Marina Pizzi, dedicato alle suore clarisse che vivono nel Monastero San Niccolò delle Clarisse di Otranto: testimonianze di ritmi diversi e di altre prospettive di vita, che raccontano il tempo all'interno del monastero e la sua scansione attraverso preghiere e lavoro, meditazione individuale e di gruppo, momenti di convivialità. Chiuderà il convegno l'Ing. Giovanni Vincenti con l'intervento La storia delle clarisse e del monastero attraverso i documenti d'archivio. Modera Dott. Antonio Liguori, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno.
Daniela Bardoscia
lug032019
A conclusione dei festeggiamenti dei Santi patroni Pietro e Paolo facciamo i complimenti al comitato festa per l’organizzazione e per il successo di questa edizione. Dopo alcuni anni in cui la festa non era stata molto esaltante, quest’anno la città ha partecipato con maggiore coinvolgimento ed entusiasmo insieme ai tanti turisti che si sono riversati per ammirare il mito del tarantismo e per prendere parte alla tradizione galatinese. Abbiamo visto code all’ingresso della storica pasticceria Ascalone, della Chiesa Madre e della basilica di Santa Caterina, a testimonianza di quanto attrattivo possa essere il nostro patrimonio artistico, gastronomico e culturale.
Consapevoli di questi nostri punti di forza e convinti che la promozione turistica sia fondamentale per rilanciare l’economia ed il commercio cittadino, ci saremmo aspettati maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione rispetto a quei finanziamenti finalizzati a migliorare i servizi ai turisti.
Invece con la determinazione n. 275 del 21 Giugno 2019 del dirigente regionale al ramo, prendiamo atto, ancora una vola, dell’assenza del comune di Galatina dalla graduatoria per l’assegnazione di risorse destinate ad “interventi a sostegno della qualificazione e del potenziamento del servizio di informazione degli info-point turistici dei comuni che aderiscono alla rete regionale – annualità 2019”.
Non è la prima volta che Galatina risulta assente da questi importanti finanziamenti, mentre invece altri comuni come Gallipoli, Nardò, Galatone e finanche Salve, Andrano e Tiggiano riusciranno con ogni probabilità ad ottenere il sussidio economico.
A questo punto vorremmo chiedere all’Assessore Nico Mauro per quali motivi Galatina, città a vocazione turistica, è assente da questa graduatoria e da questo bando.
Non avevamo bisogno di queste risorse? Vi siete dimenticati di partecipare? E’ stato presentato qualche progetto ma è stato scartato?
L’Assessore o il Sindaco chiariscano alla città le ragioni di questa assenza.
Pierluigi Mandorino
Segretario - Partito Socialista di Galatina
dic172012
La casa rossa di Noha è un’opera artistica di rara fattezza.
Meriterebbe una maggiore attenzione e soprattutto andrebbe resa fruibile da tutti.
Nel frattempo che l’attuale proprietà si adoperia tal fine (come promesso in svariate occasioni),abbiamo pensato di mostrarvi la proceduraper riprodurre dei piccoli altorilievi in terracotta.
Buona visione.
lug182019
I progetti del Servizio Civile "Monitor 7018" e "In reading 2018" presentati dal Comune di Galatina si sono classificati, rispettivamente, al terzo posto con 76 punti e al sesto posto con 73 punti nella graduatoria regionale, sui 200 progetti accettati, pubblicata con A.D. n. 70 del 16/07/2019 della Regione Puglia. I due progetti impegneranno 8 ragazzi/e in attività del settore ambientale e culturale.
"Si tratta di un brillante risultato che premia un lavoro di squadra coordinato dall'assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina che consentirà di dare continuità ad una programmazione finalizzata al coinvolgimento delle giovani generazioni in attività socio/culturali e ambientali" ha commentato la Vicesindaco e assessore alle Politiche Giovanili Maria Giaccari.
Ufficio Stampa - Marcello Amante
lug262021
Martedì 27 luglio alle 19 dal Museo Pietro Cavoti di Galatina parte l’inaugurazione della sezione outdoor di InTrance, festival di fotografia e arte contemporanea, curato da Alessia Rollo. La prima edizione della manifestazione, inserita all’interno della rassegna estiva e culturale “A Cuore Scalzo”, proporrà in spazi urbani, palazzi storici e corti del comune salentino, fino al 31 agosto, una mostra diffusa di opere di artisti italiani e internazionali - Ornella Mazzola, Federico Estol, Alejandra Carles-Tolra, Giulia Frigieri, Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal - che si aggiungono a quelle di Rossella Piccinni, Yolanda Domínguez e Rubén H. Bermúdez già in esposizione nella Gigi Rigliaco Gallery. Durante l’inaugurazione, coordinata dall’amministrazione comunale, il pubblico potrà seguire il percorso espositivo per scoprire insieme alla curatrice le opere in mostra e per apprezzare, con alcune guide turistiche, i luoghi d’interesse del festival tra cui Palazzo Orsini, Palazzo Gorgoni, Piazza Dante Alighieri e l’Ex Complesso Monastico delle Clarisse. Qui la serata si concluderà intorno alle 21 con le selezioni musicali del duo Underspreche, in collaborazione con “FeelM”, residenza artistica promossa dal Sei Festival di Coolclub, in sinergia con la sede leccese del Centro Sperimentale di Cinematografia e il DAMS dell’Università del Salento, che fino al 31 luglio sarà ospitata dal Castello Volante di Corigliano D’Otranto. Fino al 15 settembre, inoltre, “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, proporrà una serie di attività culturali e incontri partecipati promossa dall’Associazione 34° Fuso che prenderà il via venerdì 30 luglio alle 21 in Piazza San Pietro con “Il corpo tra immagini antiche e tabù contemporanei”. Dopo un tour guidato nella mostra che partirà sempre dalla Piazza alle 19:30 e si diramerà attraverso vari punti d’interesse della città, i partecipanti potranno degustare diverse tipologie di birre artigianali - grazie al format “Dopolavoro con l’archeologo”, finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 - partecipando alla conversazione tra Flavia Frisone, docente di Storia Greca e Presidente del Corso di Laurea Triennale in Beni Culturali dell’Università del Salento e l’influencer Denise D’Angelilli - Due dita nel cuore, moderata dalla giornalista e scrittrice Loredana De Vitis.
Partendo dalla storia della città di Galatina legata al fenomeno del tarantismo, di corpi posseduti non solo dal morso della taranta, ma anche dallo sguardo degli antropologi ed etnografi negli anni ’50, InTrance vede proprio nel corpo il leit motiv di questa prima edizione del festival per sviluppare un percorso che lo libera da pregiudizi e stereotipi geografici, sociali, sessuali. Il corpo è un luogo, oggetto nella storia dell’arte e simbolo di un’evoluzione di pensiero, spazio politico, sociale, economico e di genere. Non è un contenitore passivo e le sue azioni non sono solo segni che richiamano l’attenzione su forme astratte, anzi, è soggetto alla nascita e alla decadenza e acquisisce specifiche abilità e capacità oltre a manchevolezze e debolezze. Il corpo non è un’entità statica, immobile, al contrario cresce e si sviluppa relazionandosi con l’ambiente in molteplici forme.
«Galatina ha potenzialità enormi e sta finalmente vivendo un tempo di maturità culturale e di coraggio tali da generare InTrance, un festival di fotografia e arte contemporanea per scoprire il cuore di Galatina e le sue radici», spiega Cristina Dettù, assessora alla cultura di Galatina. «Artisti internazionali e ospiti da ogni parte d'Italia e del mondo saranno presenti nella nostra città. Si tratta di un progetto che fa tremare le gambe, un progetto ambizioso per cui tutta Galatina investe non solo in termini culturali e turistici, ma anche sociali, economici e di sviluppo del territorio».
InTrance propone un festival di fotografia di artisti contemporanei che lavorano sul tema del corpo come luogo di espressione di forme di pensiero, questioni di genere, identità personale e collettive della società contemporanea attraverso differenti approcci fotografici che spaziano dalla fotografia documentaria, al reportage, alla messa in scena e con diverse cifre stilistiche che passano dalle immagini di archivio, al fanzine, alla fotografia di presa diretta fino alla performance. Fino all’8 agosto la Gigi Rigliaco Gallery ospita Rossella Piccinno | Bride’s journey and funeral; Yolanda Domínguez| Little black dress, Poses; Rubén H. Bermúdez | Y tu porquè eres negro?. Fino al 31 agosto, invece, saranno allestite le opere di Ornella Mazzola (Corte di Palazzo Orsini), Federico Estol (Corte Palazzo Gorgoni), Alejandra Carles-Tolra e Giulia Frigieri (Piazza Dante Alighieri), Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal (Ex Complesso Monastico delle Clarisse). Il Museo Civico “Pietro Cavoti”, inoltre, sarà anche residenza d’artista con Claudia Mollese.
Dal 30 luglio, come detto, prenderà il vai anche “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, attività culturali e laboratoriali a cura dell’Associazione 34° Fuso con l’obiettivo di avviare un processo di partecipazione attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle associazioni locali nelle diverse azioni del festival. Oggi gli operatori culturali hanno una responsabilità sociale ben precisa che consiste nel sostenere l’educazione alla bellezza e il protagonismo civico per contribuire allo sviluppo di una società più equa. Attuare politiche partecipative, inclusive e sostenibili, significa riconoscere un “valore” culturale, sociale, economico che va oltre quello già inestimabile che il patrimonio possiede. Per questo motivo la rassegna prevede il coinvolgimento attivo delle realtà locali, ognuna delle quali è stata chiamata a co-progettare un percorso educativo finalizzato alla costruzione di un racconto corale e multidisciplinare sul tema del corpo.L’incontro di apertura si pone al contempo quale momento di divulgazione del patrimonio archeologico identitario e di riflessione sui temi del contemporaneo connessi al ruolo della donna a partire dai reperti più emblematici delle collezioni archeologiche salentine, in un ambiente del tutto informale e degustando una birra artigianale a km0. L’appuntamento rientra nel progetto “Dopolavoro con l’archeologo” finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 e vede la collaborazione tra 34° Fuso e i musei archeologici coinvolti nelle attività (Museo Diffuso di Cavallino dell’Università del Salento, Museo Archeologico Sigismondo Castromediano, USA - Museo Archeologico dell’Università Salento, Area Archeologica di Roca Vecchia/Melendugno, Parco dei Guerrieri e Museo di Vaste, Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina, Museo del Mare Antico e il Museo della Preistoria di Nardò). Altri partner coinvolti nell’iniziativa sono The Monuments People APS, M(u)ovimenti, La Capagrossa Coworking, Cooperativa Sociale Orient-Occident; Aps Terre Archeorete del Mediterraneo, Associazione culturale Articolo 9.
InTrance Lab proseguirà con “Il mio corpo suona!”, laboratorio per bambini sulla musica del corpo a cura di Giovani Realtà Aps e condotto da Ettore Romano ed Elisa Romano (6-20-23-27-30 Agosto e 5 Settembre); “Il mio corpo parla!”, laboratorio di storytelling a cura di Maira Marzioni (5/7 agosto); “Il mio corpo canta!”, laboratorio di canto polifonico ideato e diretto da Rachele Andrioli per donne che amano cantare (16-17-22 agosto), “Il mio corpo accoglie” a cura di 34° Fuso Aps e Arci (6-7-10 settembre) e “Il mio corpo si racconta” a cura di Agribimbi - Adalgisa Romano (10 settembre). Tutte le attività sono gratuite. Info e prenotazioni info@34fuso.it - 3271631656
apr302014
L’iniziativa rientra nel calendario di appuntamenti frutto della collaborazione tra il Museo, la Coop. Imago e l'associazione 34°Fuso nell’ambito del progetto MuseoWebLab, vincitore di Principi Attivi 2012.
Il Museo Civico P. Cavoti, situato nel suggestivo Ex Convento dei P.P. Domenicani oggi Palazzo della Cultura, racconta la storia della Città di Galatina.
A cominciare dalle opere di Martinez del XX Sec. indietro nel tempo fino alla lastra con iscrizione messapica, i vari oggetti formano un panorama nel quale l’opera artistica diventa testimonianza del gusto, delle scelte estetiche e culturali degli autori ma anche del contesto storico di cui è frutto.
Vi aspettiamo muniti di smartphone, tablet, videocamere, fotocamere e tanta voglia di condividere l’esperienza. Con i vostri post, selfies, tweets, video potrete dare libero sfogo alla vostra partecipazione e far rivivere le collezioni.
Gli hashtag da utilizzare sono #invasionecavoti, #museoweblab #invasionidigitali e #Lecce2019.
Con l'invasione del Museo P. Cavoti, aderiamo al programma delle #invasionidigitali di #Lecce2019 per REINVENTARE EUTOPIA.
PROGRAMMA DELL’INVASIONE
h.18.00
Ritrovo presso il Museo e inizio visita guidata
Seguire il percorso museale del Museo Cavoti è come effettuare un viaggio nel passato, alla scoperta della storia della città di Galatina e dell’intero Salento:
Si parte dalla prima sala dedicata agli artisti del XX Secolo ed in particolare a Gaetano Martinez, scultore autodidatta e voce viva e consapevole del dibattito artistico del Novecento italiano, che come scriveva il critico Cozzani “si è provato a scolpire per lo stesso intimo mistero per cui Giotto sulle rocce di Colle disegnava i montoni del suo branco”.
Nella seconda e terza sala si possono ammirare le opere del Fondo Cavoti (XIX sec.) che rendono omaggio al patriota, storico e artista galatinese Pietro Cavoti. La collezione è principalmente composta da bozzetti, disegni e acquerelli che illustrano vari momenti di vita dell’autore e i suoi interessi: si spazia dalle caricature, ai ritratti e ai costumi a lui contemporanei, passando attraverso l’architettura.
La quarta e la quinta sala sono invece dedicate rispettivamente alla scultura antica del XVIII - XVII secolo e ad affreschi, documenti antichi e reperti archeologici del XV secolo.
Chi siamo? 34esimo Fuso è un’associazione che riunisce giovani professionisti del patrimonio culturale, dell’economia e della comunicazione. Questo mix di competenze trasversali permette loro di sperimentare e progettare nuove forme di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico, delle arti e della creatività.
Cos'è Museoweblab? Museoweblab è un progetto vincitore del bando "Principi Attivi 2012" il cui obiettivo è quello di sperimentare approcci e strategie innovative per la valorizzazione e promozione di piccole e medie realtà museali, attraverso l’uso del web 2.0 e l’adozione della sua filosofia partecipativa.
lug102013
feb102013
lug192012
Fidas Noha e Casa Betania presentano lo spettacolo musicale culturale artistico dal nome "Note Libere in tour" a cura di Luigi Moscara, siete tutti invitati venerdì 20 Luglio ore 21.00 presso il campo di calcetto Madonna delle Grazie di Noha.
Mentre sabato 21 Luglio dalle ore 17.30 alle ore 19.30 donazione straordinaria del sangue presso la Casa del Donatore di Sangue in via Calvario, 15 di Noha.
A tutti i donatori di questo sabato speciale in regalo un bellisimo set BEACH TENNIS e due biglietti della lotteria 2012.
giu262013
Galatina in Movimento
Galatina Altra
Nova Polis Galatina
Movimento per il Rione Italia
nov132012
Noha, 13 Novembre 2012
LETTERA APERTA A:
-Gentilissimo signor Sindaco del Comune di Galatina, Dottor Cosimo Montagna.
-Assessore con delega alle Politiche sociali, alla Cultura e polo biblio-museale, al Diritto allo studio e servizi scolastici, Prof.ssa Daniela Vantaggiato.
Oggetto:
Istanza riguardante l’attuazione di un procedimento amministrativo al fine di apporre un vincolo giuridico (finalizzato al loro recupero) dei Beni Culturali di Noha.
Gentilissimo Signor Sindaco e Assessore, con la presente, mi faccio carico di riassumere in breve i vari sforzi profusi dai nohani al fine di tutelare e valorizzare i Beni Culturali di Noha:
A questo punto mi chiedo e Vi chiedo, se è giusto che un dipendente dello Stato (o comunque in possesso di incarico) non si faccia vivo (come forse suo dovere), ed attenda invece che sia un privato cittadino, come il sottoscritto, a sollecitare una risposta, qualunque essa sia.
Non pensate che anche i Beni Culturali di Noha abbiano un minimo di dignità e dunque, anch’essi, una specie di diritto di cittadinanza? Non trovate deprimente lo scempio infinito cui questi beni vengono sottoposti, prima dai privati proprietari e poi dal pubblico (che dovrebbe limitare un po’ l’ignavia del privato, così come previsto dalla Legge)?
Vi ritengo, gentile Sindaco e Assessore, persone degne di fiducia e attente agli impegni di cui Vi siete fatti carico. Per questo Vi chiedo di incontrarci al più presto, affinché possa meglio spiegarVi lo stato dell’arte del lungo processo che porterà (porterebbe) al vincolo di salvaguardia sui suddetti beni culturali. Sono certo che un Vostro intervento nei confronti della Sovrintendenza accelererà, anzi sbloccherà l’iter che sembra essersi inceppato per chissà quali strampalati marchingegni. Ogni giorno trascorso senza un nostro intervento equivale ad un colpo di piccone alla bellezza, all’arte e dunque al benessere di tutta la collettività.
Distinti saluti
Marcello D’Acquarica
nov112010
Nella sala convegni dell’Oratorio Madonna delle Grazie il 13 Novembre 2010 avrà luogo la presentazione del libro “La Sapienza, criterio di Dio” (Arti Grafiche Marino, Lecce, 2010) del nostro amico e collaboratore Fabrizio Vincenti. Un libro da leggere con lentezza e sulle cui pagine riflettere per migliorare il mondo a partire dal nostro “io” troppo spesso enfatizzato. Fabrizio Vincenti, i cui articoli compaiono puntualmente sulla rivista on-line "L'Osservatore Nohano" ormai da tempo, si è formato nel glorioso seminario di Otranto, scuola rinomata, dal Settecento in poi, per la floridezza degli studi e la bontà dei giovani avviati al sacerdozio. Quel pio collegio ha “prodotto” pastori di gran prestigio, sacerdoti e vescovi, ma anche professionisti e uomini di importante levatura sociale, che hanno dato lustro ed onore al Salento e all’Italia: come il nostro Fabrizio, che da laico sta cercando di dar buon nome e reputazione alla nostra cittadina, lavorando nel corpo della Guardia di Finanza ad oltre mille chilometri di distanza da Noha, sua piccola patria.
Interverranno:
Tutta la popolazione è invitata a questo evento culturale.
feb242016
Il Teatro è amicizia, amore, buonumore, diversi sostantivi per comunicare e promuovere la stagione di prosa 2016 che andrà in scena nel rinnovato Teatro Storico Cavallino Bianco, organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.
“Accade solo a teatro che le emozioni prendano forma” - afferma Daniela Vantaggiato, Assessore alla cultura della Città di Galatina - “a teatro, perimetro magico delle azioni e dei sentimenti che, come qualcuno ha scritto in questi giorni, appartiene a noi e a chi ci ha preceduti #ilcavallinoèanchemio vorrei dicessero tutti i Galatinesi nel momento in cui andranno a fare l’abbonamento per la Stagione, sì il Cavallino è un luogo, è luogo dell’umanità e dell’anima dei Galatinesi come di tutti coloro che da sempre fanno teatro calcando il palcoscenico o sedendo in platea! Poco importa!”. Accadrà anche al Teatro Cavallino Bianco ed amicizia, amore e buonumore prenderanno vita, diventeranno protagonisti di questa stagione 2016, dove per cinque serate, si aprirà il sipario alle ore 21:00. Dal 26 febbraio al 21 aprile 2016, il palco ospiterà spettacoli di prosa e non solo.
26 febbraio 2016 CANTO… ANCHE SE SONO STONATO con la partecipazione di STONATO BAND & SWING OUT DANCERS. Coreografie Elena Capriati. Stonato Band: Davide Saccomanno - pianoforte, Antonio Di Lorenzo - batteria, Davide Penta - basso, Mino Lacirignola - tromba, Fabrizio Scarafile - sax. Swing Out Dancers: Tiziana Loconsole, Luisa Losito. Regia SAVINO ZABA.
#aggiungiunabbonamentoateatro
Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00
Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00
set222017
Grandissima affluenza di pubblico e, soprattutto, di bambini, per la “Notte Bianca dei Bambini – Rione Italia in festa” a loro dedicata dalla Sezione di Galatina dell’Associazione Arma Aeronautica svoltasi il 16 settembre 2017.
L'attesissimo evento è stato un vero successo con spettacoli di giocoleria, artisti di strada, teatro dei burattini, laboratori di gommapiuma, trucca bimbi, animazione di strada, spettacolo circense e spettacolo di magia che hanno fatto di ogni bambino il protagonista assoluto della grande festa notturna.
Come per incanto l'intera piazzetta si è trasformata in uno spazio a misura di bambino dedicato quest'anno al progetto “Un tuffo nel passato – Scopriamo insieme i giochi di una volta”.
Il progetto ha incoraggiato i bambini a scoprire l’importanza del gioco per lo sviluppo delle proprie attitudini psico-fisiche, attraverso la conoscenza e la pratica dei giochi tradizionali ripresi dal patrimonio culturale dei nonni. Attraverso la testimonianza orale di nonni e genitori i bambini hanno imparato a costruire ed usare i giochi di un tempo e scoprire che quei giochi che vengono dal passato e che fanno parte del nostro “patrimonio culturale immateriale” possono ancora oggi essere fonte di divertimento e socializzazione, capaci di superare qualsiasi differenza sociale, fisica o di razza per abitare in un villaggio globale fatto ancora di vicoli, piazze, campetti dove correre in libertà, affinché il gioco divenga e resti un diritto inalienabile di ogni bambino.
Un’intera serata dedicata ai più piccoli e alle famiglie ha trasformato il Rione Italia in un immenso parco divertimenti con tante attrazioni che hanno soddisfatto ogni gusto ed immaginazione.
L’evento ha previsto attrazioni come: trenino, teatro dei burattini, laboratori di gommapiuma, trucca bimbi, animazione di strada, spettacolo circense e spettacolo di magia per bambini e finanche lo spettacolo pirotecnico per il quale dobbiamo ringraziare “L'arte nel cielo” di Alessandro Coluccia e “FunnyClub Galatina” di Schinzari Simona.
La solidarietà è per l’Associazione Arma Aeronautica l’irrinunciabile impegno di ogni manifestazione; parte dei fondi provenienti da contributi pubblici e la totalità dei fondi provenienti dalla sensibilità volontaria dei privati vengono, infatti, puntualmente devoluti in beneficenza. Quello che all’inizio poteva sembrava quasi un azzardo, è diventata ormai una scelta definitiva che ha permesso in questi anni di sostenere molti progetti concreti a favore della città e dei cittadini, in particolare delle persone più deboli o meno fortunate.
In questa occasione abbiamo deciso di promuovere l’Associazione Onlus "Abilmente Insieme" che opera presso il Centro aperto polivalente per minori a Noha in piazza Menotti; abbiamo posizionato infatti un salvadanaio e nei prossimi giorni consegneremo il ricavato.
Doveroso un ringraziamento alla Monteco che, con pazienza e professionalità, ha esaudito tutte le nostre richieste, a Biagio Tabella, Roberta, Carolina ed a tutto lo staff dell’Associazione “Teste di Legno”, agli Sponsor che hanno voluto legare il nome della loro Attività Commerciale alla nostra iniziativa, ma soprattutto a tutti Voi che ancora una volta ci avete accompagnato in questo fantastico viaggio.
A malincuore, personalmente, devo sottolineare la quasi totale “assenza” dell’Amministrazione Comunale anche quando ho chiesto cose non particolarmente complicate e comunque funzionali alla manifestazione in generale ed alla piazzetta in particolare. Se ci sarà da parte loro la volontà di un confronto noi, naturalmente, sarò presente…
Intanto ci godiamo i sorrisi dei bambini che ci hanno ripagato alla grandissima degli sforzi e dei sacrifici fatti per portare avanti questo progetto e, forse, per riproporlo anche a Natale…
Permettetemi però un ultimo, ma non meno importante, ringraziamento: se la manifestazione si è realizzata è stato anche grazie al silente e solerte lavoro fatto dall’amico Santino Beccarisi. GRAZIE!!!
Russo Piero Luigi
mag052022
Se Suor Orsolina fosse qui direbbe a tutti grazie per la vostra presenza. E grazie vi dico anch’io: anzitutto all’arciprete don Francesco che ci ha ospitati, alle Suore della Consolata qui presenti Suor Carmelita e Suor Felicita che con lei hanno vissuto in Amazzonia, ai concelebranti don Salvatore Farì che con lei ha trascorso un paio d’anni in Brasile, e grazie a P. Matteo e al seminarista Aronne che sono qui a nome della Comunità dei Missionari di Galatina, e grazie infine a P. Giuseppe Galeone, superiore della comunità di Martina Franca.
Teniamo presente che Sr Orsolina è nata qui, in questa chiesa fu battezzata e in questa chiesa ricevette dal Vescovo di Nardò Mons. Antonio Rosario Mennonna il mandato missionario.
La morte è sempre un momento triste. Ho ricevuto in questi giorni tantissimi messaggi di condoglianze dall’Italia, dal Kenya, dalla Tanzania, dalla Colombia, dall’Amazzonia, ma si sa che tutti i messaggi non potranno mai colmare il vuoto che la morte crea. Noi tutti ci sentiamo fatti per la vita, ci piace vivere sulla terra nonostante i problemi, le difficoltà, nonostante il Covid, la guerra e le bollette che aumentano. Poi arriva la morte e sembrerebbe che questo istinto per la vita sia tutto un fallimento. Intanto sappiamo che la morte non era nei progetti di Dio. La morte entra in seguito al peccato. E di fronte a questa realtà tenebrosa tante volte l’uomo si ribella. La reazione più istintiva è quella del pianto. A questo nostro istinto per la vita ci viene una risposta dalla Parola di Dio che ci parla di vita eterna. Noi battezzati crediamo alla vita eterna e alla risurrezione dei morti. Se Cristo non fosse risorto, scrive San Paolo ai suoi cristiani, vana sarebbe la nostra predicazione e inutile la vostra fede.
Di Suor Orsolina prima di tutto vi dirò la sua vera identità: donna missionaria. Donna e Missionaria, due sostantivi che indicano l’infrastruttura, le coordinate dell’amore, quello vero, quello che indica il massimo di questa parola e ci fa pensare a chi si dona a tutti senza risparmi: a Suor Orsolina bisognerebbe dire solo grazie per tutto il bene che ha fatto nel mondo, nella chiesa, specialmente per i più poveri e per gli ultimi. Ricordo Mons. Vincenzo Franco che è stato arcivescovo di Otranto e permise ai Sacerdoti della sua diocesi di fare l’esperienza missionaria proprio nell’Amazzonia Brasiliana, e lui stesso andò a visitare le attività missionarie. Ritornando nella sua Diocesi, in un convegno dei Sacerdoti esprimeva il suo stupore, la sua meraviglia nel vedere nelle Suore Missionarie la capacità straordinaria di compiere la loro missione.
Magari, voi sarete tentati di pensare: ma questa donna era senza difetti? Certo che ne aveva (come tutti), ma non è il caso di descriverli qui. Condivido con voi il buono a comune edificazione. Scriveva bene il grande poeta latino Orazio Flacco: Dove brillano tante belle qualità, io non darò importanza a qualche macchia.
Suor Orsolina sapeva che la morte era imminente, anche prima che glielo dicessero i medici. Dieci giorni prima che fosse ricoverata all’ospedale mi ha mandato una specie di iter biografico da cui ora prendo qualche parte; e poi i suoi messaggi: Se muoio avvisate i miei amici.
Scorriamo un attimo i suoi 88 anni. Gli appunti biografici che lei mi ha inviato riportano questa annotazione: Questo non l’ho scritto io. Lo traduco rispettando quello che hanno scritto.
Nel Paese di Noha (Le), in Italia nel 28 Marzo del 1934, nasce una bella bambina che subito dopo tre giorni viene battezzata col Nome di MARIA ANNUNZIATA D’ACQUARICA. Questa bimba, figlia del signor Ambrogio D’Acquarica e della signora Antonietta Paglialonga, da piccola, è stata educata nella fede cattolica da quando è nata e con 10 anni, conferma il suo Battesimo attraverso il sacramento della Cresima nella Diocesi di Nardò.
Poi lei stessa continua la sua storia con questo messaggio:
Dal 1941 al 1945 ho frequentato la Scuola Elementare del mio paese. Dal 1945 al 1959, fino all’età di 25 anni, sono rimasta in casa per aiutare la mamma. Ho frequentato la scuola di taglio e cucito a Galatina e nel tempo libero andavo da Ada Nocco per imparare a cucire da uomo. Infatti, in casa eravamo 7 fratelli e due sorelle. Dal 1959 al 1961 ho lavorato a Torino nel Seminario dei Padri Missionari della Consolata ed ero ospite insieme ad altre ragazze di Supersano delle Suore Missionarie della Consolata.
Nel mese di novembre del 1961, a 27 anni, Maria Annunziata entra a far parte delle Suore Missionarie della Consolata e diventa Suor Orsolina.
E’ di questo periodo l’episodio di quando io, Sacerdote da pochi mesi, nel mese di settembre 1961 mi trovavo in famiglia per un breve periodo di ferie. Succede che mentre sono in chiesa per celebrare la Messa, passa il postino e consegna a mia madre una lettera di mia sorella indirizzata a me. Nella lettera, spedita da Torino, Maria Annunziata diceva che lei ormai aveva deciso di farsi suora missionaria della Consolata e mi incaricava di trovare il modo di dirlo a mamma. Ma mia madre, conoscendo la grafia della figlia, apre la lettera prima che io arrivi, e la legge. Finita la celebrazione della Messa torno a casa e trovo mamma seduta in un angolo, sconvolta, in pianti, triste e arrabbiata per quello che aveva saputo. A me risparmiò la fatica di trovare il modo di informarla della decisione di sua figlia.
Il 22 maggio 1964 Suor Orsolina emette la Professione Religiosa, consacrandosi a Dio per servire la chiesa missionaria. Intanto avendo solo la quinta elementare, frequenta alcuni corsi di formazione culturale e pastorale, e viene inviata a Rovereto, in provincia di Trento dove io mi trovo, per stare un po’ con Padre Francesco, per insegnarle a suonare l’armonio (dai suoi appunti).
Nel 1967 fu destinata in Mozambico che in quel tempo era una colonia portoghese. Per apprendere il portoghese va prima in Portogallo. Ma intanto in Mozambico arriva la guerra d’indipendenza e così Suor Orsolina, resta in Portogallo per 14 anni: dal 1967 al 1981.
29/10/1967 sono partita per il Portogallo con la Nave Eugenio Costa, insieme ad altre Sorelle. Lì ho imparato il portoghese perché dovevo andare a lavorare in Mozambico ma siccome in quel periodo c'era la guerra ed io avevo fatto presente alla Madre Generale che avevo paura della guerra, mi hanno fermata lì per un po' di anni e ho completato la mia formazione studiando la lingua, facendo le elementari e ho preso il diploma dello stesso. Ho frequentato un Corso per Catechista, uno di Taglio e Cucito e anche un Corso di Missionologia per corrispondenza, terminandolo con 15 giorni di frequenza.
1974/1977 ho lavorato a Villa Nova de Foz Coa come catechista e orientando il Gruppo Corale.
Nel 1977 /1980 ho lavorato con i padri Missionari della Consolata nell’ Animazione Vocazionale e Missionaria ad Ermesinde dove i Padri avevano il Seminario Minore. Insieme a qualche Padre, di giorno andavamo nelle Scuole dei dintorni ed alla sera nelle parrocchie. Appena ci è stato possibile noi Missionarie della Consolata abbiamo comprato una bella casetta a CORIM e quindi di là col pullman andavo ad Ermesinde per il Lavoro di Animazione Missionaria (dalla testimonianza di Suor Orsolina).
Nel 1981 è chiamata a condividere la Vita Missionaria, in Brasile, nell’Amazzonia Brasiliana. Qui ha dedicato la sua Vita Missionaria nella Formazione di catechisti e di laici per la pastorale. E quasi subito il Vescovo le dà l’incarico di parroco di Caracaraì, dove ci rimane per quasi 9 anni fino al 2001, costruendo la Chiesa fidandosi della Divina Provvidenza, perché scrive lei: avevo solo 16 milioni di lire, ma mi è costata 46 milioni. E nel 2001 lascia Caracaraì per continuare il servizio pastorale di parroco a Mucajaì.
A Caracaraì, dove ha lavorato molto nelle scuole, nella parrocchia e nelle famiglie portando a tutti la Parola di consolazione e di gioia, Suor Orsolina è molto ricordata, ancor oggi. La comunità cristiana di quella parrocchia in questi giorni ha potuto seguire mediante un link appropriato la celebrazione dei suoi funerali svoltisi a Torino. E da Caracaraì sono giunti molto messaggi di cordoglio. Ne cito uno tra tanti: Ciao, Orsolina, mia e nostra carissima sorella, la Sig.ra Nokigna e alcuni cristiani della parrocchia di Caracaraì dove fosti incaricata dal Vescovo come parroco, stanno seguendo on line questo evento.
Oppure anche l’altro che ci è giunto nella celebrazione della Messa del giorno settimo:
Buon pomeriggio. Venerdì 29 aprile ha avuto luogo la Messa del settimo giorno per Suor Orsolina. Abbiamo fatto delle camicette* per partecipare alla Messa. Mancavano 4 colleghe che stavano lavorando, per questo non partecipavano alla Messa. Furono molto belle le testimonianze fatte alla presenza del celebrante. P. Luigi rimase incantato nel venire a sapere come la Suora realizzava il suo ministero pastorale nella Città. E tutti annuivano quando domandai chi si ricordava di quella bicicletta nera che la Suora usava perché suor Orsolina con quella bicicletta attraversava tutta la città, risolveva le cose, andava a dare lezione nella scuola ed aveva perfino le credenziali per dare i battesimi a Caracaraì. Il Padre rimase incantato ascoltando tutto.
In principio io avevo un nodo alla gola, ma dopo, la sig.ra Grazia ha dato la sua testimonianza e io ho detto qualcosa. Mi permise di parlare su Suor Orsolina che era una persona molto speciale e al Padre piacque molto.
* Sulle camicette bianche indossate durante la celebrazione della Messa di 'Settima' era stampata l'immagine di Suor Orsolina.
Nel 2004 al 2007 la Regione le chiede un altro servizio che lei assume con responsabilità e capacità gioiosa, vale a dire il lavoro di Segretaria nella Direzione Regionale. Nonostante tutti gli impegni Suor Orsolina non abbandonò mai l’apostolato e la visita alle famiglie con la preghiera di gruppo.
Nel 2007 fu destinata ad Ananindeua a lavorare con due Sacerdoti Fidei Donum di Torino nello Stato del Parà. E’ una zona molto povera dove la città si espande a dismisura, senza un minimo di infrastrutture anche elementari: acqua potabile, rete fognaria, scuola, sanità... il che genera miseria, violenza, malnutrizione e tanti altri mali che lasciano ferite profonde nelle persone. In questo clima di grande povertà, Suor Orsolina si dedicò alla pastorale del Battesimo. Erano 16 Comunità, e lei preparava i Catechisti del Battesimo, con corsi di formazione e visitando le Famiglie e le comunità. Da una di queste cappelle, da ICUI’ è giunto in questi giorno questo messaggio di cordoglio: Suor Orsolina è stata una grande missionaria, passò nella nostra comunità S. Rita da Cascia, oggi è andata con Dio Padre. La nostra gratitudine per tutto l’impegno della nostra carissima Suor Orsolina che è stata con noi.
È stata sempre una persona allegra e comunicativa: Il suo slogan era: “Per mangiare e passeggiare, è solo mi invitare.”
(Nota di suor Orsolina per far capire questo slogan):
Eravamo tre Suore Missionarie della Consolata, una Portoghese, una Brasiliana e la sottoscritta. C’erano due Sacerdoti Diocesani di Torino: don Pier Antonio Garbiglia, che era il parroco, e Don Marino Gabrielli. C’erano anche due coppie: Il Diacono Franco Scaglia con la moglie Loredana, e una coppia giovane, appena sposati di Venaria: Fabrizio e Laura. Non ricordo il loro cognome. Questa coppia ha sofferto molto a causa dei Documenti solo perché erano laici. Hanno dovuto avere un figlio per poter restare in Brasile. Abitavamo nella periferia di ICUI di 80.000 abitanti. Non c'era una abitazione finita. Ognuno di noi aveva la sua casa. I due Sacerdoti abitavano nella Casa parrocchiale. Era un rione povero senza alcun tipo di organizzazione civica. C'era solo una piazzetta vicino casa nostra dove c'era un bar, e quasi tutte le mattine ci svegliavamo con un morto. Bevevano, si drogavano e poi per niente si ammazzavano.
Un giorno, non sapendo più che cosa fare per finirla con tanti morti, ho pregato la Madonna delle Grazie, mi sono messa in tasca una Medaglia della Madonna Miracolosa e sono andata in piazza. Il bar era metà a muro e l’altra metà era costituita da una grata in ferro. Volevo mettere là la medaglia della Madonna ma pensavo tra me: se la butto dentro per terra, loro la scopano e la buttano via. Ho preso un pezzo di pietra, ho guardato se qualcuno mi vedesse, ho fatto un buco nella parete che era di fango e argilla, ho pregato la Madonna e ho messo la Medaglia nel buco del muro e sono andata via pregando, lasciando che la Madonna facesse il resto.
Alla sera, il bar è rimasto chiuso e dopo una ventina di giorni l’hanno riaperto ed hanno istallato una scuola di internet con vari computer. Io stessa andavo a scrivere la mia corrispondenza per l’Italia. In quei giorni, non c’era persona al mondo più felice di me. Vivevo ringraziando la Madre di Dio per la grande grazia concessami e quando c’è l’opportunità regalo la Medaglia Miracolosa a qualcuno, e incentivo a pregare la Madonna e a portarla addosso.
Tutti i Lunedì avevamo la giornata libera di pastorale, e come equipe andavamo a passeggio tutti insieme visitando musei, boschi e altri posti belli della città di BELEM. Andavamo anche un po’ lontano in un posto turistico con un grande Hotel e un altro posto dove c’era un grande fiume. Infatti, Belém è circondata da fiumi. Tutti i mercoledì avevamo l’incontro con l’Equipe Missionaria per la verifica e per progettare quello che c’era da fare. In quella Missione veramente ho goduto per le uscite e le passeggiate dei Lunedì, tutti insieme e tutte le settimane. Per questo abbiamo inventato lo slogan “per mangiare e passeggiare è solo da mi invitare”. A tutte piacevano queste uscite e i passeggi e le mie Consorelle si appoggiavano su di me.
Il saluto di partenza dal Brasile per tornare definitivamente in Italia
Adesso Suor Orsolina, che l’Istituto ti chiede una nuova Missione in Italia vogliamo con molto gratitudine restituirti alla Regione Europa, come Pietra preziosa ringraziandoti di cuore per tutto quello che hai condiviso con noi con molta gratitudine, perdonando ciò che non è andato bene e chiedendo il tuo perdono. Siamo sempre la nostra famiglia, solo cambiamo casa. Per questo, vai con la certezza che qui hai fatto la tua parte. Il tuo profumo di gioia e di donazione, rimane sempre con noi.
Infine l’ultimo anno della sua vita con la sofferenza per la salute precaria, la sofferenza per la malattia che in poco più di un mese l’ha letteralmente consumata. Pregate perché faccia una buona morte, erano gli ultimi suoi messaggi che mandava agli amici. E lei stessa pregava ancora anche quando, sedata dalla dose di morfina, non poteva più parlare, ma nei momenti di preghiera comune riusciva a seguire le orazioni muovendo ancora le labbra.
La nostra preghiera ora è per lei. E certamente lei non mancherà di pregare per noi, per Noha, e per tutti.
P. Francesco D’Acquarica
mar012013
La telenovela dei famigerati Beni Culturali di Noha continua. Mi sembra una di quegli sceneggiati a puntate degni della nostra televisione, così ancor oggi incredibilmente seguita (v. don Matteo). Per giunta gratis, senza cioè l’incombenza canonica di alcuna tassa da pagare per i servizi.
Ci mancherebbe che ci chiedessero di pagare pure il canone, visto che i servizi li vediamo solo nel senso deleterio dell’espressione (“ci hanno fatto proprio un bel servizio”). Di fatto ogni volta che noi abbiamo indirizzato delle domande in merito ci è stato risposto: “Adesso tocca a voi!”
Così, come un fulmine a ciel sereno, è giunta al Circolo culturale Tre Torri di Noha, da parte della Soprintendenza della Regione e della Provincia (non sia mai che qualcosa ci pervenga dal Comune di Galatina) la risposta alle tante domande che ci siamo fatti e che abbiamo rivolto a lor signori\e nei tempi dei tempi.
Di recente, nel mese di dicembre 2012, su questo stesso sito, abbiamo condiviso una lettera aperta indirizzata al Sindaco e all’Assessore alla cultura in cui si elencavano, punto per punto, le innumerevoli richieste inerenti i nostri beni culturali e rivolte all’attenzione della Soprintendenza.
Chissà a quale delle domande della lettera aperta hanno pensato di rispondere i mandatari della missiva recapitataci (e che di seguito alleghiamo)? Ma non è questo il punto, l’importante è che lo abbiano fatto. La cosa più sconvolgente è che la risposta sembra priva di senso logico per almeno due ragioni.
Nella lettera identificata con il n. di protocollo 000417, e che alleghiamo di seguito, leggiamo infatti:
Si riscontra la nota in oggetto e si rappresenta che la Regione, nei passati cicli di programmazione è stata fortemente impegnata in una azione di supporto e sostegno delle amministrazioni locali per il recupero, la conservazione, la riqualificazione e la fruizione del ricco e qualificato patrimonio culturale diffuso nel territorio. Sia attraverso lo strumento degli Accordi di programma quadro (delibere Cipe 142/99; 17/03; 20/04; 35/05; 3/06), per quanto riguarda la programmazione di Fondi FAS, che per il tramite delle varie azioni del PPA dell’Asse IV, linea 4.2.1. del PO FESR 2007-2013, sono state erogate risorse a beneficio di complessi monumentali di pregio, teatri storici, aree archeologiche, musei e biblioteche.
La parte evidenziata (a noi così giunta), sembra quasi voler sottolineare il fatto che, essendo già state erogate le risorse, qualcuno se ne guardi bene di richiederne delle altre. Come d’altronde viene specificato chiaramente tre righe dopo nella lettera stessa.
Ora ci viene spontanea la domanda: “Come e da chi sono state erogate e consumate le risorse di cui si parla in questa lettera?”.
Secondo punto o dubbio. Nella letterina di Natale pervenutaci si parla di “stato di avanzamento della progettazione che consenta di valutare il programma di fruibilità pubblica del bene”.
Di cosa parlano? Esiste, dunque (a nostra insaputa) una progettazione di fruibilità dei nostri beni in cui qualcuno s’è impegnato? E per quale ragione, se così fosse, i cittadini di Noha ne sono tenuti all’oscuro?
Non ci sembra di aver mai chiesto soldi o progetti ai Dirigenti firmatari del protocollo Regionale, dott. Mauro Paolo Bruno e Avv. Silvia Pellegrini, ma semplicemente un vincolo giuridico affinché quei beni siano salvaguardati da qualsiasi atto vandalico o eventuali progetti pseudo-legali. Inoltre, visto che la suddetta comunicazione protocollata (per la quale si sono scomodati i Dirigenti sunnominati e il Presidente della Provincia di Lecce), è stata inviata all’attenzione del Signor Sindaco del Comune di Galatina, di cui siamo riconosciuta periferia, saremo degni questa volta di un Suo interessamento? Oppure la puntata si chiuderà con l’ennesima calata del sipario sul mistero dei Beni Culturali di Noha?
Marcello D’Acquarica
feb042013
Leggendo il titolo di questo pezzo, una persona normale si chiederebbe immediatamente: “Contro a favore di chi o che cosa?”
Ho come l’impressione che la sindrome del fare (di cui solitamente si ammalano i nostri pseudo-politici in tempi di elezioni) stia dividendo le candide anime dei nostri indefessi servitori.
Mi chiedo cosa ci voglia a capire che un progetto, per il solo fatto d’essere tale, porta sicuramente lavoro. E per favore, non stiamo tanto a guardare a chi lo porta, questo lavoro. Se a nostri paesani o forestieri, o addirittura di un’altra nazione. Lo porta, punto.
Perché rifiutarsi a prescindere, quasi per puntiglio, di avallare l’intenzione di essere a favore di questo benedetto mega-parco, anche se poi non sappiamo nemmeno cosa ci costruiranno dentro. Magari scopriremo che si tratta della Florida Salentina, della terra promessa, o della fortuna dei galatinesi. In fondo che saranno mai venti o trenta ettari ricoperti di capannoni, di cemento e di catrame, al posto del terreno destinato all’agricoltura, e forse a degli ulivi rinsecchiti (che costa più tenerli che tagliarli). L’olio? Nei supermercati lo vendono già imbottigliato a meno della metà del costo che dovrebbero sostenere i nostri sfortunati contadini per produrlo. Se poi proprio tutto dovesse andare a monte (dei fiaschi di Siena) faremo come fecero millenni addietro i nostri avi che per ripulire la terra da cui cavare il necessario per vivere: raccolsero a mano, una per una i miliardi di pietroline che la riempivano. Certo loro non avevano le talpe o le ruspe, e c’hanno impiegato millenni, noi no. Con la moderna tecnologia, il nostro piccolissimo mega-parco Cascioni, lo trituriamo in un batter d’occhio. La fresa meccanica, comunemente detta “talpa” che stanno adoperando per il tunnel del traforo in Va di Susa, riesce a frantumare in media dai 10 ai 20 metri di roccia al giorno.
Dico io, se proprio il mega-parco dovesse rivelarsi un fallimento, che sarà mai il costo della frantumazione di qualche tonnellata di cemento (magari pure di scarsa qualità). Tanto andrebbe sempre bene per costruire altri mega-parchi. In fondo “ce lo chiede l’Europa”. E poi fare e disfare non è tutto un lavorare?
Certo che se però ci facessero vedere il fantomatico mega-parco in qualche modo sarebbe meglio. Così, giusto per vedere se ci piace. Che so io, per esempio un modellino simulante forme e materiali, un disegno tridimensionale, oppure delle immagini ricavate da quei fantastici programmi 3D di cui fanno uso gli studi di architettura.
Vuoi che una società forte ricca e potente come la nostra Pantacom non sia in grado di farci apprezzare questo fantomatico progetto? E poi, leggendo certe interviste senza filtri ti viene da chiederti: come? Anche il Comune di Nardò comprerebbe a scatola chiusa? O forse da qualche parte nella scatola c’era un foro da cui si poteva percepire che “meravigliosa opera è il mega-parco”?
Su dai Signor Sindaco, a volte bisogna turarsi il naso (e pure occhi e orecchie) e firmare, “per il bene di Galatina”, “per le ricadute sull’occupazione”, “per il turismo” (infatti i turisti verranno a frotte qui da noi: non vedono l’ora di farsi 2000 chilometri per vedere il nostro stupendo mega-parco nuovo di zecca), “per il futuro dei nostri figli” (che non vedono l’ora di fare i cassieri, o gli scaricatori di pezzi per i comodini Ikea), “per il progresso”, “per la crescita” (delle menzogne), per questo e per quell’altro. “Firma, caro Sindaco! Dopo parleremo dei contenuti”, ha esordito così un consigliere comunale davanti al gran rifiuto.
E poi vuoi mettere? Finalmente i galatinesi avranno un posto dove passare le serate d’inverno, quando in casa ci si annoia a guardare sempre le solite televendite Raiset, anche perché scaldare casa costa sempre di più. Meglio andare tutti insieme al calduccio nei nuovi capannoni del mega-parco, come fanno quelli delle città emancipate. Tanto qui di contenitori culturali, se ne parla da tempo ma di fatto non se ne vedono (oppure si restaurano, come quello della vecchia scuola elementare di Noha e poi si chiudono subito, non sia mai che qualche attività culturale risvegli le coscienze sopite dalle scemenze). Finalmente le nostre passeggiate avranno una meta a corto raggio. A chilometri tendenti a zero. Collemeto è ad un fischio, ad un tiro di schioppo, ad uno sputo.
Con le sempre più frequenti offerte sui prezzi della benzina ci potranno andare proprio tutti. Sarà un po’ come andare a fare una bella scampagnata, fuori dal caos del traffico cittadino.
Insomma basta con queste quattro vetrine stra-consumate della piazza, del centro, di via Roma, di corso Porta Luce, e dei comuni limitrofi. Tutti al mega-parco Cascioni, in fila indiana, oppure senza alcun ordine, a caso, come le pecore. Tutti a comprare chincaglierie low-cost, che al primo giro di danza finiranno dritte dritte nei rifiuti. Tanto poi ci sarà l’inceneritore Colacem a ridurre tutto in fumo.
Ma al nostro consigliere comunale, probabilmente i contenuti dei progetti non interessano, punto. Tra l’altro, ha una memoria talmente labile che non ricorda nemmeno più chi fossero i suoi compagni di scuola. Chissà cosa ricorderà delle materie studiate.
Caro Sindaco non fare il permaloso e non ti offendere se dicono che sei una brava persona, firma e poche ciance. Ma prima di firmare: Pensa …Pensa…Contro chi sotterra la coscienza nel cemento…[tratto dal testo della canzone “Pensa” di Maurizio Moro].
Marcello D’Acquarica
ago032020
Dallo scorso 24 giugno hanno preso il via i nuovi progetti di Servizio Civile Universale attivati dal Comune di Galatina. Denominati “In Reading 2018” e “Monitor 7018” i due progetti vedono l’impiego di numero otto operatori volontari che presteranno il proprio servizio sino al 23 giugno 2021.
I volontari del progetto “In Reading 2018” si occuperanno del settore patrimonio storico, artistico e culturale – “cura e conservazione biblioteche”. Tra le azioni mirate ad attribuire un maggior valore sociale alla lettura si annoverano quelle volte a migliorare nel bambino le competenze necessarie per realizzare un rapporto attivo-creativo-costruttivo con il libro.
Il rafforzamento della sensibilità ambientale in tutta la comunità, in particolare tra i giovani, affinché si impegnino a tutelare e salvaguardare il territorio sono invece alcuni tra gli obiettivi fondamentali degli operatori volontari impegnati nel progetto “Monitor 7018”. Un’esperienza importante nel settore del patrimonio ambientale e della riqualificazione urbana (prevenzione e monitoraggio inquinamento dell’aria).
A poco più di un mese dall’inizio dell’attività si può dire che lo scotto dell’impatto con la splendida esperienza del Servizio Civile Universale è stato superato e ci si avvia verso un percorso di integrazione, di inclusione e di coesione sociale finalizzato a contribuire in forma attiva allo sviluppo della nostra città.
In questi giorni già avviata la formazione specifica e a breve partirà anche la formazione generale degli operatori volontari dei due progetti.
Progetto "In Reading 2018"
Progetto "Monitor 7018"
gen272015
In merito alle notizie apparse sulla stampa ci tengo a precisare che la Regione non ha messo in mora il comune di Galatina, si tratta solo di un giusto sollecito alla rendicontazione finale. Non è stata inoltrata ai comuni dell’ambito nessuna richiesta di restituzione di somme percepite. Le somme non sono state spese per altri fini ma sono a disposizione dei Comuni. Appena il lavoro di rendicontazione finale verrà correttamente effettuato le residue somme del progetto verranno trasferite agli altri comuni. Il progetto Bollenti Spiriti è un progetto regionale che il Comune Galatina ha accolto con grande entusiasmo dall’inizio e tutto è stato gestito al meglio considerando che, nello specifico, il Laboratorio Urbano di Galatina, inserito nel Palazzo della Cultura, è un contenitore culturale che funziona bene permettendo anche ai giovani di utilizzarlo in tutte le sue potenzialità e per le finalità che il progetto vincitore del bando permetteva. I lavori di adeguamento sono stati completati velocemente e i costi di gestione sono stati rendicontati e pagati interamente ai gestori. Si tratta ora di fare il punto sullla rendicontazione degli altri comuni interessati al progetto collaborando con l’ufficio regionale che si occupa del progetto Bollenti Spiriti.
apr292012
Giuro che questo è l’ultimo pezzo della mia, chiamiamola così, trilogia pre-elettorale. Mi spiace tediare il lettore (quell’uno che sarà) per la terza volta su di un tema fritto e rifritto; tuttavia talora non si può prescindere da certe elucubrazioni per puntualizzare l’ovvio.
Se mi fosse concesso, passerei subito prima o subito dopo i clerici vagantes - che in questi giorni come tanti commessi viaggiatori stanno passando “a benedire” le nostre case, a promettere mari o monti (Mario Monti?), a distribuire i santini su cui è effigiata la loro immagine ed il loro motto (che parla), e finalmente ad implorare la nostra croce sul simbolo del loro partito e sul loro nome prima di imbucare nell’urna la scheda elettorale – dicevo: passerei io, porta a porta, cercando di convincere i miei concittadini non tanto a chi dare il voto, quanto a chi NON darlo.
E lo farei usando più o meno queste parole: “Caro concittadino, non votare gli arrivisti, i faccendieri, i profittatori, i navigatori sotterranei conto terzi, i marpioni vecchi ed i marpioni “giovani e concreti”, i soliti noti che si presentano come esponenti del nuovo che avanza, mentre di fatto sono il vecchio che è avanzato. Non votare chi per opportunismo cambia facilmente casacca, chi passa da destra a sinistra, e viceversa (Franza o Spagna purché se magna). Non votare gli inguardabili, gli inaudibili, gli intoccabili, i leccapiedi, i baciapile e i baciamadonne, gli improvvisati salvatori della nostra piccola patria, i politicanti dell’ultima ora, i politicanti incalliti, quelli che ti fanno ancora credere che gli asini volano. Non votare il “trota” locale, il bifolco locale, il pirla locale, né chi è appoggiato dai mafiosi locali. Non sprecare il tuo voto a vantaggio di chi vorrebbe fare della politica la sua professione (e magari campare comodamente a tue spese); non buttar via il tuo voto in favore di chi pensa agli affaracci suoi e a quelli della sua famiglia. Non votare chi ti vede come un suddito, una pecora da tosare, un mulo da soma da sfruttare per i suoi porci comodi. Non votare gli assassini della democrazia, chi ha della politica un’idea burocratica e definisce “antipolitica” i politici veri, i soggetti della polis che invece fanno proposte politiche serie. Forse la vera antipolitica oggi è quella tradizionale, bacchettona, parruccona, paludata a nuovo ma impregnata di naftalina, pronta a scagliare anatemi contro la ragione e la passione.
Per favore, caro elettore, non andarti a mettere nei Casini, con la scusa del centro, del moderatismo (sarebbero questi i moderati?), e dei “valori della famiglia”: come fai ancora a fidarti di chi fa i risciacqui e i gargarismi con l’acqua santa, di chi usa la religione come un vestito buono per tutte le stagioni, di chi è ancora attaccato alla sottana dei preti in nome del perbenismo e di chissà quali “valori non negoziabili”, quando poi si dimostra che il vero valore per questi formigonini, ciellini, opusdeini, in una parola “casini”, è quello del potere e del denaro? Come fai a votare chi è appoggiato dai vari Miccichè (che vergogna!), chi è dell’UDC (unione dei condannati), chi finge di essere di centro quando di fatto è fascista nei secoli dei secoli amen? Non dare ancora (se pur l’avessi già fatto) il tuo suffragio ad un partito che nel corso di questi anni ha portato l’Italia nel baratro economico, finanziario, sociale, culturale e politico: sì, il partito dell’amore (a pagamento), il partito del “nuovo miracolo italiano”, il partito del “meno tasse per tutti”, il partito de “la crisi è alle nostre spalle”, il partito della quarantina di leggi porcata o leggi-vergogna, quello personale del bifolco di Arcore, il papi delle cene eleganti, del bunga-bunga, anzi del burlesque, l’amico del barbaro leghista, e delle prescrizioni brevi.
Non votare chi non ha sale in zucca, e vuole avvelenarti con il CDR (combustibile derivante da rifiuti), con gli inceneritori (che, per prenderti in giro, ribattezza come “termovalorizzatori”). Non sprecare il tuo voto dandolo a chi non ti merita, a chi s’infischia del territorio che vuole martoriare ancora con il cemento, con i pannelli fotovoltaici, con i centri commerciali, con le cave trasformate in discariche di rifiuti di ogni tipo, con i nuovi comparti artigianali o commerciali o per “civili” abitazioni, “in nome della crescita”. Non votare chi deride il lavoro di tanti concittadini, che pur non appartenendo ai partiti politici ed in nome della democrazia partecipativa lottano per la salvaguardia dei beni comuni, delle risorse pubbliche, della campagna, della natura, dei beni culturali (il cui scempio si compie sotto i nostri occhi proprio mentre ci si professa – o ci si atteggia a - tutori, difensori, paladini di questi beni culturali).
Non votare chi vuole uccidere il tuo futuro e quello dei tuoi figli in nome del “progresso”, del profitto, del capitale, del denaro, dei suoi interessi di bottega…”
E’ vero che alla fin fine le persone da votare si conterebbero sulle dita di una mano. E sarebbero da ricercare con la lanterna, anzi come si fa con un ago nel pagliaio.
Ma un popolo virtuoso sa e deve scegliere secondo coscienza. Se ne ha ancora una.
Antonio Mellone
gen202021
L’antica chiesetta Santa Lucia (da non confondere con l’attuale di via Roma, i cui lavori ebbero inizio nel 1922), situata all’inizio della strada per Noha, è uno dei tanti beni comunali che attendono una nuova vita.
Il luogo di culto, molto venerato nel passato, è una testimonianza delle nostre tradizioni religiose, architettoniche e culturali; una volta recuperata, assieme alle tante opere presenti a Galatina (non solo la Basilica di Santa Caterina D’Alessandria), diverrà una nuova occasione per incrementare il turismo religioso, che, in questi anni (anche nell’ultimo colpito dalla pandemia), ha avuto un notevole incremento.
Una storia ultracentenaria non può andare perduta. Sorta, come tramandato, in sostituzione di un’edicola votiva, che segnalava il luogo dove la strada Reale si incrociava con la Lecce - Leuca, denominata il “cammino di S. Pietro”. Poco distante venne, infatti, rinvenuta la pietra dove si sedette l’Apostolo, in cammino dalla Terra Santa a Roma, e nel lontano 1665 traslocata nella Chiesa Matrice, ammirata e venerata da centinaia di pellegrini..
In più occasioni, le Amministrazioni che si sono alternate alla guida di Palazzo Orsini, si sono impegnate a trovare i finanziamenti per il restauro.
Il primo intervento è datato 1993. L’allora sindaco, il prof. Zeffirino Rizzelli, aveva inserito nel programma elettorale e nella sua dichiarazione programmatica, la necessità dell’acquisto, sino ad allora di proprietà privata; un decreto sindacale, nello stesso anno, dichiarò la struttura patrimonio artistico. Promessa che non ebbe seguito per l’interruzione anticipata del suo mandato.
Nel 2000 si completò l’acquisizione al patrimonio comunale, il proprietario la cedette al prezzo simbolico di mille lire, il sindaco di allora era Giuseppe Garrisi.
Il 2019 sembrava segnare una svolta, e l’avvio della fase di progettazione e restauro sembrava imminente, e in poco tempo la chiesetta resa fruibile alla comunità. L’avvio dei lavori fu reso possibile grazie ad un finanziamento di 25.000 euro della Sovrintendenza provinciale. Un primo intervento aveva permesso l’espianto di un albero di fico, cresciuto rigoglioso sul tetto. Per dimostrare che si faceva sul serio, e che ambizione dichiarata della Giunta Amante era quella di lavorare con sollecitudine per conservare il copioso patrimonio culturale, la struttura fu ingabbiata con robusti tubi innocenti, il tetto protetto da una solida copertura. Anche in questa occasione, le aspettative sono andate deluse: a circa due anni tutto è rimasto immutato, non le infiltrazioni, l’umidità e l’erbacce, peggiorando così lo stato di abbandono.
Una domanda, infine, è legittima: il finanziamento di 25.000 euro è stato già speso per la messa in posa dei tubi e della copertura e il pagamento di due anni del loro affitto?
PARTITO DEMOCRATICO
CIRCOLO DI GALATINA
mag282019
La cultura è alle fondamenta del nostro Paese ed è il motore del nostro assetto costituzionale infatti, come si afferma nell’articolo 9 della nostra Costituzione, la Repubblica promuove il suo sviluppo.
Allora perché non riconoscere come cittadini italiani bambine e bambini stranieri cresciuti in Italia, inseriti nei percorsi educativi e scolastici italiani e che hanno completato il ciclo di studi qui nel nostro Paese? Con la proposta di legge d’iniziativa popolare sullo ius culturae si vuole fare proprio questo: attribuire la cittadinanza a tutti quei figli di genitori stranieri che hanno portato a compimento gli studi in Italia, che ogni giorno condividono sogni, ambizioni e passioni con i loro coetanei italiani, che avranno il diritto un domani di votare e di partecipare attivamente alla comunità nella quale vivono facendo valere le proprie idee e i propri ideali. Il progetto di legge è pronto, si è deciso infatti di proporre il medesimo testo votato dalla Camera dei Deputati nella precedente legislatura, un testo certamente non perfetto ma che rappresenta lo strumento più immediato per sollecitare il Parlamento a riaprire quel dibattito. E’ urgente che l’Italia affronti la questione dei “nuovi italiani” e si doti di una legge moderna sulla cittadinanza che sappia adeguarsi alle attuali esigenze del Paese che non può rimanere legato alle medesime leggi di un tempo. Lo scenario è infatti cambiato e promuovere un’iniziativa del genere è di fondamentale importanza per l’avanzamento del Paese in ambito culturale ma soprattutto sociale.
Come Comitato d’Azione Civile di Galatina abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa nazionale e abbiamo lanciato una raccolta firme aperta a tutti i cittadini maggiorenni. Nella mattinata di Domenica 2 giugno saremo in Piazza Alighieri dove sarà possibile sottoscrivere la nostra proposta, appoggiati anche dalla Consulta dei Giovani di Galatina e in particolare dalla Presidente Marika Martina la quale dichiara: “mi sono spesso interrogata sul perché non bisognerebbe riconoscere la cittadinanza a chi completa con successo un ciclo scolastico nel nostro paese. La società italiana potrà solo trarre vantaggio dall’inclusione di giovani ragazzi che, figli di genitori stranieri, studiano nelle scuole della Repubblica, parlano correttamente la lingua italiana, ne abitano le città. È contraddittorio insegnare loro i valori contenuti nella Costituzione di un paese che li respinge come cittadini. Attraverso lo ius culturae, inoltre, si amplia e valorizza il ruolo della scuola come luogo in cui si costruisce il senso civico, palestra formativa dei cittadini di domani. Sostenere insieme alle ragazze e ai ragazzi della Consulta dei Giovani di Galatina questa iniziativa, portata avanti da Caterina Luceri, è importante: rimanendo estranei nei confronti di qualsiasi schieramento politico, diamo lustro ad idee degne di merito per il miglioramento sociale, incline all’integrazione.”
Un ringraziamento anche all’Amministrazione comunale e in particolare al Sindaco Dott. Marcello Amante, alla Vicesindaco Sig.ra Maria Rosaria Giaccari e al Consigliere Dott. Pierantonio De Matteis per aver accolto con favore la nostra iniziativa e averci guidato nella fase organizzativa dell’evento.
Un piccolo gesto quello di apporre la firma ma di fondamentale rilevanza per far arrivare questa iniziativa fino a Roma. Bisogna infatti raccogliere a livello nazionale almeno cinquantamila firme per far diventare #italianochistudia non più solo uno slogan ma una battaglia di diritti che può diventare realtà e che può cambiare in meglio il nostro Paese.
Caterina Luceri
coordinatrice Comitato d’Azione Civile Europa (Galatina)
apr142024
Lunedì 15 aprile alle ore 18:30, nella Sala Conferenze del Palazzo “De Maria”, in Corte Taddeo, sarà presentato il libro scritto da Cecilia Pavone, “Puglia. Artisti, luoghi e sperimentazioni nell’arte contemporanea”. Dialogherà con l’autrice il Direttore del Museo Civico “Pietro Cavoti” di galatina, prof. Salvatore Luperto.
Pubblicato da Milella Edizioni, il libro “Puglia – artisti, luoghi e sperimentazioni nell’arte contemporanea” di Cecilia Pavone, contiene una selezione di articoli e recensioni di mostre visitate in Puglia, tra il 2011 e il 2023, interviste ad artisti di livello nazionale ed internazionale, testi critici, saggi, relazioni redatte in occasione di presentazioni di mostre, incontri culturali e seminari, interviste rivolte ad artisti e operatori culturali pugliesi, ma anche ad autori italiani e stranieri che hanno esposto nel territorio.
Gli scritti sono stati pubblicati su diverse riviste nazionali di arte contemporanea digitali e cartacee, su cataloghi e quotidiani e costituiscono il risultato della lunga e intensa ricerca dell’autrice, che parte da interrogativi aperti e riflessioni sul modo in cui l’arte contemporanea si è innestata al genius loci della Puglia, al suo folklore, alle sue radici epico-mitiche, alla sua identità culturale e sul rapporto tra arte contemporanea e territorio.
Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto e si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate di arte contemporanea digitali e cartacee - tra le quali Artribune, Segno, Lobodilattice - e sul Nuovo Quotidiano di Puglia. Ha curato mostre di arte contemporanea in diverse località italiane e ha collaborato con l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Lavora come critica d’arte, giornalista e curatrice per diverse gallerie e istituzioni di arte contemporanea pubbliche e private. E’ autrice di due libri, pubblicati da Milella edizioni nel 2023, sull’arte contemporanea: “Poiesis – scritti d’arte contemporanea” e quello che sarà presentato nell’incontro odierno.
Come si è già ricordato, a dialogare con l’ospite sarà Salvatore Luperto, docente, critico d'arte e studioso di Arte contemporanea che dirige il Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina e ha caratterizzato la sua presenza con numerose iniziative di alto respiro culturale e innovativo.
Mario Graziuso
ott262019
Domenica 27 Ottobre 2019, alle ore 10:00, presso i locali della Società Operaia di Galatina siti al civico n. 34 di Via Umberto I, dopo una brevissima cerimonia di proclamazione di nuovi soci effettivi e di nuovi soci onorari, si terrà un momento culturale per la presentazione dello studio del Prof. Giancarlo Vallone, inserito all’interno del libro “La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Galatina – centoquaranta anni di storia”. Quest’anno, infatti, il sodalizio presieduto da Marco Papadia, ha compiuto 140 anni dalla sua fondazione avvenuta il 06 marzo del 1879.
Ospite principale della cerimonia il Prof. Giancarlo Vallone che presenta “La Società Operaia di Galatina nei primi dieci anni della sua storia”, un suo lavoro di ricerca, che fu presentato in sintesi in occasione della cerimonia di anniversario di fondazione del 10 marzo. Ci dice il Professore: << La Società Operaia ha molte cose individuabili, e due uniche che si legano una all’altra; un’antica tradizione ed un archivio che ne segue per 140 anni le vicende, sullo sfondo si scopre con un taglio nuovo l’intera storia della città. >>
La prima parte del libro riprende integralmente l’intervento che tenne il 06 marzo 1979 Monsignor Antonio Antonaci nell’occasione del centesimo anniversario del sodalizio. Vale la pena essere presenti, e poter cogliere questo momento unico. Saranno presenti le autorità cittadine.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Candida Calò
mar012013
La giornata internazionale della donna (8 marzo) è stata istituita per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Ancora più valore è da riconoscere a questa ricorrenza in un periodo in cui tutto il mondo è infiammato dalle proteste (Zapatos rojos, Flash mob di San Valentino) contro quell’ondata barbarica di violenza chiamata femminicidio.
Il Salotto di Cultura “Galatina Letterata”, impegnato e contraddistinto nell’ambito della promozione culturale e artistica del territorio, ha deciso di realizzare un contenitore culturale, dal titolo “Donna è…”, allo scopo di valorizzare e promuovere l’impegno femminile nei vari campi del sociale, mese di marzo, da sempre dedicato alla donna.
Il primo di questi eventi è dedicato all’arte, con l’iniziativa “Segni di Donne”, una collettiva d’arte che avrà luogo nel Museo Civico “P. Cavoti” di Galatina, dal 2 marzo al 18 marzo 2013. La collettiva vedrà la partecipazione di diverse artiste, che attraverso le loro opere rappresenteranno il modo di sentire l’arte al femminile. All’interno della mostra verranno proiettati dei cortometraggi del regista Elio Scarciglia, video racconti che narrano la donna, attraverso la musica e la danza.
Le artiste che esporranno i loro lavori sono Fabiana Luceri, Rossana Giannico, Gabriella Torsello, Maria Luce Musca, Tonia Romano, Filomena Vigna, Tiziana Sciacovelli (Tathiana Shake Welling), Pina Gorgoni, Francesca Colitta e Paola Rizzo.
L’inaugurazione avrà luogo sabato 2 marzo, allo ore 18.30, e si avverrà della collaborazione e della critica d’arte della Professoressa Rosamaria Dell’Erba, che accompagnerà i visitatori nel percorso della mostra.
In apertura del percorso, anche un racconto inedito della scrittrice Daniela Bardoscia, intitolato “Da donna a donna…
Cordialmente,
Daniela Bardoscia
(Galatina Letterata)
lug132021
Pubblichiamo la lettere inviata il 18 marzo 2021 all'Amministrazione Comunale e della quale si attende ancora una seria valutazione del problema.
Il pericolo di crollo calcinacci o di parti sporgenti dal profilo della facciata di tutta la struttura in oggetto è tutt’altro che improbabile.
Abbiamo segnalato più volte ai tecnici comunali intervenuti per dei controlli, la necessità di un risanamento della struttura nel suo insieme, comprendendo quindi anche gli interni che mancano delle funzioni basilari, con l’obiettivo di ripristinare l’agibilità, ma forse si sta sottovalutando il problema dal punto di vista “sicurezza” pubblica.
Sul lato destro della torre dell’orologio, per chi lo osserva dalla piazza, è evidente a occhio nudo lo stacco dal muro del cornicione verticale in tutta la sua lunghezza, non è altrettanto visibile lo stato di aderenza delle altre parti intorno all’aquila, tantomeno si può dire dei massi calpestabili della balconata. Oltretutto il 18 giugno del 2013 si staccava improvvisamente un pezzo simile del balcone al primo piano della casa attigua, arrecando gravi danni ad una automobile in sosta, e per fortuna non a persone. La fortuna finora ci ha assistiti ma forse non è il caso di continuare così.
http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=1039
Crediamo non ci sia più tempo per attendere progetti dedicati e finanziamenti relativi che non arrivano mai, la salvaguardia della sicurezza per chiunque si trovi a transitare nell’ambito adiacente alla struttura va ben oltre all’aspetto indecoroso di un Bene Storico e culturale, va perfino oltre alla assurda assenza di un meccanismo che faccia funzionare l’orologio, il risanamento conservativo e/o di ristrutturazione edilizia è già di per sè un progetto.
Chiediamo all’Aministrazione Comunale che intervenga al più presto possibile sullo stato pericolo che incombe su tutto il tratto prospiciente alla struttura pubblica, restituendo all’area la sicurezza dovuta.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali odv; Noha e Galatina
mar172013
L’ultimo campionato di calcio agonistico disputato nella nostra cittadina risale a circa 30 anni fa.
Correva l’anno 1984, quando il “NOHA CALCIO” militava nel campionato calcistico di Seconda Categoria. Sono passati circa 32 anni e da allora a Noha non c’è più stata una squadra di calcio di questo livello. Eppure, a sentire i commenti dei nostri concittadini, era davvero bello quando la domenica si andava allo stadio comunale con tutta la famiglia a vedere la partita. E’ pur vero che molte cose sono cambiate, anche perché magari prima non c’erano tutte quelle distrazioni che la modernità ci ha portato e che, forse, non favoriscono il ritorno a Noha di un’iniziativa così bella, ma sognare non fa mai male. Nonostante tutte le tele-cavolate, le oasi dei mega-centri commerciali dove regna il nulla culturale o sportivo, il calcio per fortuna non passa di moda, e resiste perfino agli tsunami delle partite truccate e delle scommesse "dopate" . Pertanto i numerosi ragazzi nohani che volessero partecipare giocando il calcio migliore, quello sano e senza finzioni, sono costretti a “emigrare” nei paesi limitrofi per iscriversi ad una scuola di calcio (e, perché no, tentare il “sogno” di costruirsi una carriera). Non è bello vedere i nostri ragazzi andar via da Noha per soddisfare questa loro passione, soprattutto perché, se andiamo a vedere articoli e foto di circa trent’anni fa, notiamo che la maggior parte dei calciatori di allora erano nativi della nostra frazione. Noha, infatti, è sempre stata un buon vivaio di calciatori provetti, molti cresciuti a quella scuola di calcio che era la strada (un tempo quella che dava la miglior formazione sportiva ed umana). Per onor di cronaca, è bene ricordare che la formazione del “Noha Calcio” pubblicata nella foto, in due anni ha conquistato la promozione dalla Terza alla Seconda Categoria, ottenendo una serie di vittorie giocando sul campo comunale di Noha (ed, in trasferta, sui campi di calcio di mezzo Salento, sempre seguita da folto pubblico di tifosi organizzati con striscioni, tamburi, coriandoli e fumogeni multicolori). Oltre alla buona volontà ed alla passione degli sportivi sono certamente necessari l’impegno di tipo economico-finanziario, il tempo da dedicare alla causa, e soprattutto la collaborazione di un gruppo di persone affiatate per tutta una serie di attività organizzative. Ovviamente in tempi di forte crisi economica, come quella che stiamo vivendo e che colpisce aziende e famiglie, potrebbe sembrare azzardata la proposta di in una nuova avventura calcistica nel nostro paese. Le difficoltà sono non poche, certamente. Ma penso che con la passione si possano superare tutti gli ostacoli. E chissà che proprio dalle minacce non nascano delle opportunità anche in questo settore. Questo è il mio appello ed il mio augurio. Mai dire mai.
Antonio Mariano (’91)
La formazione del Noha 83-84: da sinistra ,in piedi Notaro (allenatore), Fuso, Giurgola, De Mitri, Navone, Mariano P., Gatto, Marra, Guido.
Da sinistra, in basso: Serra, Mariano M, Filoni, Sindaco, Coluccia, Notaro ,Mauro.
I quadri societari erano i seguenti: PRESIDENTE: Donato Rizzo, VICEPRESIDENTE: Alfredo Negusini, CASSIERE: Pietro Coluccia, ALLENATORE: Antonio
lug122019
La Città di Galatina e Arci Lecce presentano sabato 13 luglio, "Intrecci di notte – La cultura unisce", una serata ricca di iniziative, inserita nell’ambito della rassegna estiva “A cuore scalzo”, promossa dall'amministrazione comunale.
Tra le iniziative in programma il concerto gratuito della “BandAdriatica” in Piazza San Pietro, oltre a dibattiti, testimonianze, stand gastronomici, workshop e spettacoli per continuare a crescere come comunità responsabile e consapevole attorno alle tematiche della migrazione e dell’accoglienza.
Sarà il coro Made in World, composto da richiedenti asilo e rifugiati ospiti nei progetti di accoglienza integrata gestiti da Arci Lecce e diretti dal maestro Andrea Cataldo, ad aprire il concerto di Claudio Prima e compagni che condurranno il pubblico in un vero e proprio viaggio musicale tra le coste del Mediterraneo.
BandAdriatica, la band che voga sulle onde agitate della musica salentina con elementi di tutte le coste sonore del Mediterraneo, porterà in scena l'ultimo lavoro Odissea. Uno spettacolo coeso e potente, arricchito da nuove coreografie, dove i linguaggi si armonizzano con le melodie popolari nel fervore meticcio delle città portuali.
Dall'ex Monastero di Santa Chiara a Piazza San Pietro, i luoghi più significativi della città si intrecceranno con un programma ricco di iniziative, sostenibile e eco-friendly.
L’evento sarà rigorosamente plastic-free, grazie al Comune di Galatina risultato vincitore del bando “Ecofeste” promosso dalla Regione Puglia; saranno utilizzate posate e stoviglie completamente compostabili e verrà distribuito materiale informativo. Fondamentale sarà la presenza di Officine Cittadine, che porterà “in piazza” una serie di laboratori e attività, per favorire la partecipazione cittadina nella realizzazione di una società democratica, economicamente efficace, socialmente equa, ecologicamente sostenibile e culturalmente diversificata.
Numerosi anche gli espositori presenti lungo alcune strade del centro storico, tra cui l’associazione Nerò di Zollino con zafferano e legumi, l’apicoltore Saverio Alemanno, Canapa e Dintorni con prodotti tessili di canapa e Luna Laboratorio Rurale.
Ad aprire la serata, ore 19.30, in Piazza Galluccio, l'incontro di presentazione con gli interventi di Marcello Amante, sindaco di Galatina, Cristina Dettù, assessora alla Cultura e Anna Caputo, presidente di Arci Lecce. A seguire la performance teatrale di Gianluca Carrisi dal titolo “Le regole del viaggio”, attraverso il quale l’attore salentino interpreterà gli appunti che due etiopi rifugiati scrissero prima di partire da Addis Abeba per raggiungere le coste europee.
Dalle 20.00 Piazza Galluccio ospiterà il laboratorio gratuito a cura di Blablabla "Arte migrante. L'immigrazione spiegata ai bambini" e per l’intera durata della manifestazione l'esposizione dei lavori artigianali realizzati dai ragazzi richiedenti e gli stand gastronomici con cibo dal mondo curati dal progetto Sprar "Safia Ama Jan" di Galatina.
Uno spazio speciale sarà dedicato al progetto "Gombo - il frutto dell'integrazione" di Arci Lecce e grazie alla collaborazione del Panificio "Notaro" e della Pasticceria "Dolce Arte", sarà possibile degustare alcuni piatti della tradizione salentina cucinati con la tipica pianta originaria dell'Africa.
Nella stessa piazza, sarà possibile partecipare dalle 20 alla "biblioteca vivente", con la collaborazione del Servizio Civile "In reading 2017”.
Inoltre, rientra nell’ambito di Intrecci di Notte anche l’iniziativa dell’associazione Egerthe: la presentazione del libro LAMIERE, introdotto da Ettore Marangi, missionario a Nairobi, e con l’intervento di Phina Ajuoga. L’evento si terrà al Palazzo della cultura (P.zza Alighieri) a partire dalle ore 20.00.
A partire dalle 21.00, all'interno dell'ex Monastero di Santa Chiara, restituito recentemente alla città, si svolgerà lo spettacolo di Milonga a cura di Almavals di Stefania Filograna, accompagnati dal duo Lucia Conte e Monica Terlizzi. Spazio alla musica jazz, invece, in Piazza Orsini con Filippo Bubbico che sullo sfondo della storica Basilica di Santa Caterina, accompagnato da Dario Congedo e Gino Semeraro, porterà in scena una contaminazione artistica inedita.
“Intrecci di Notte è, prima di tutto, una sfida culturale – afferma l’assessore alla cultura Cristina Dettù - un progetto ambizioso che vuole regalare alla Città non solo un programma ricco di eventi, ma anche un messaggio importante: far scorrere lungo le strade e le piazze di Galatina l’essenza vera della cultura, quella di unire, creare, intrecciare le maglie della propria vita, del sapere, delle proprie emozioni per realizzare un qualcosa di unico, che sia in grado di aprire la mente e il cuore, resistendo alle storture della civiltà di oggi. Un festival che già nella sua organizzazione, rappresenta l’”intreccio” perfetto di tutto questo”.
Ufficio Stampa - Marcello Amante
lug032022
Intendo aprire solennemente la stagione lirica delle Fette di Mellone - Estate 2022 con un cenno alle motivazioni circa la mia Assoluzione nel processo intentato contro di me da un personaggio politico locale (tra le decine cui ho diciamo lisciato il pelo, incluso quello sullo stomaco), del quale è ormai giusto e pio far calare definitivamente il sipario. Eh sì, forse molti fra voi non sanno che una di codeste Fette fu portata in tribunale nel 2015 e - tra indagini, opposizioni all’archiviazione, torture a sintassi-grammatica-e-ortografia, giudizi sommari (o forse somari), e mille rinvii mai richiesti dal sottoscritto - fatta sedere sul banco degli imputati per un settennato, cioè fino al 24 marzo scorso, giorno del sentenziato proscioglimento “perché il fatto non costituisce reato”. A dire il vero, dopo una prima querela (alla fine rivelatasi di fatto temeraria) ne seguì un’altra, ma, purtroppo per il bi-querelante, pure la seconda accusa finì nel nulla, vale a dire da dove era partita.
Per esser ancora più chiari, stiamo parlando di tribunale penale, con un pizzico di “civile” che non guasta mai visto che in entrambi i casi la modica cifra richiestami a mo’ di risarcimento del danno (immagino morale o biologico, oppure emergente, se non proprio a titolo di lucro cessante) fu di 30.000 Euro. E devo riconoscere alla controparte una certa indulgenza nell’aver moderato la richiesta rispetto ai 100.000 Euro prospettati nella primissima denuncia sporta ai Carabinieri. Chissà poi se l’avvocato delle due cause perse sarà riuscito a ricondurre il suo assistito a più miti consigli, scongiurandolo, in nome del concetto di Difesa (soprattutto da se stessi), di lasciar perdere certi espedienti che talvolta, alla fine della fiera, rischiano di rivelarsi un tantino autolesionisti.
E insomma, uno come me mai avrebbe pensato che il suo nome, dopo i registri scolastici, potesse andare a finire anche nel registro degli indagati per un’ipotesi di reato più o meno corrispondente alla lesa maestà. Ma tant’è. L’arma dell’ipotizzato delitto? I polpastrelli. Quelli con i quali si battono i tasti del Pc lasciandoci, invero, un po’ di impronte digitali.
A proposito dei Delitti & delle Pene, in udienza, davanti alla Gip che si occupò del mio secondo caso giudiziario, proferii queste testuali parole (le ricordo verbatim come fosse oggi quel 16 gennaio 2019): “Sig.ra Giudice, io rispondo di quello che scrivo, non delle elucubrazioni degli altri o dei loro processi inferenziali. Voglio dire che sono responsabile di quello che scrivo (e dico), non di quello che gli altri vogliono capire. Ora, siccome alla base di un giudizio (sulle cose, sulle persone o sugli accadimenti) dovrebbe esserci il verbo Sapere più che il verbo Credere, la prego di leggere il mio articolo, anzi i due articoli incriminati, incluso quello allegato all’opposizione all’archiviazione [per la cronaca il Pubblico Ministero, una sostituta procuratrice, mi dicono, molto in gamba, e severa, aveva archiviato il tutto in entrambe lo occasioni, ndr.], e di decidere se questi scritti sono corpi di un reato o armi di un delitto, o se invece il vero crimine non sia l’intimidazione a mezzo querele seriali da parte di un personaggio politico, e dunque la sua molto probabile volontà di censurare il diritto di parola, fosse, questa parola, perfino “contraria” (come dice Erri De Luca), ovvero critica o, vivaddio, satirica. Grazie per l’attenzione”. Sarà stata una mia suggestione ma mi parve di cogliere nel volto della mia giudice un lampo, come dire, di compiacimento. Qualche giorno dopo, compiacimento o meno, la suddetta Gip decretò l’inammissibilità della denuncia, chiedendosi di fatto cosa cavolo ci fosse da querelare visto che gli scritti erano sostanzialmente di critica e satira: vale a dire, volenti o nolenti, un’opera d’arte, di buono o di cattivo gusto, e, se vogliamo, una fiction, cioè un’invenzione.
Quanto alle motivazioni di cui all’inizio (una vera e propria lezione di Diritto), redatte dalla mia Giudice naturale (che ancora amo segretamente, come parimenti le altre due summenzionate Magistrate), mi limito a pubblicarne qualche stralcio, tipo: “[…] Il Tribunale ritiene che la condotta contestata possa farsi rientrare nel legittimo esercizio di satira politica, con la conseguenza che l’imputato deve essere mandato assolto perché il fatto non costituisce reato.”. E ancora: “Il cosiddetto ‘diritto di satira’, che è una forma artistica che mira all’ironia sino al sarcasmo e alla irrisione di chi eserciti un pubblico potere, merita tutela […]”. Sentite quest’altro brano: “Lo scritto appare caratterizzato dalle forme tipiche della satira, ovvero dalla scelta di rappresentare il protagonista con toni fortemente (e palesemente) caricaturali e di estremizzarne i tratti distintivi, nonché dall’utilizzo di una narrazione esasperata, paradossale e surreale, finalizzata a rendere evidente il giudizio critico nei confronti della categoria sociale, culturale e politica di riferimento. In tal modo è il personaggio pubblico [ad esser] reso in modo caricaturale, e non la persona [la sottolineatura è mia, ndr.].” E infine: “La giurisprudenza di legittimità non esclude che anche nell’esercizio del diritto di satira si debba rispettare il canone della ‘continenza’. […]. Orbene, nel caso di specie, non ritiene il Tribunale che il limite anzidetto sia stato travalicato […]”.
In conclusione la mia Giudice ha spiegato molto bene che bisogna certamente saper leggere tra le righe, ma prima di tutto le righe, e ha sancito “In nome del popolo italiano” che il mio è uno scritto di satira politica (e forse pure di costume), che in esso non v’è alcun “gratuito attacco personale”, e soprattutto che non sono (ancora) incontinente.
Antonio Mellone
mag142015
Il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia come momento di confronto, di riflessione e di contrasto ad ogni forma di violenza, sia morale che fisica, legata all'orientamento sessuale. E' stata scelta questa data perché è la ricorrenza della rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie, pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1990. Diciamo no all’omofobia! E' questo il titolo dell'iniziativa che si svolgerà il 17 maggio ore 19.00 a Galatina, nel Chiostro del Palazzo della Cultura. In occasione di questa ricorrenza la Commissione Comunale per le Pari Opportunità di Galatina organizza una tavola rotonda allo scopo di informare, sensibilizzare e combattere il fenomeno dell'omofobia. Interverranno alla Tavola Rotonda:
Gianfranca Saracino (Presidente di AGEDO Lecce);
Antonio Sedile (docente di psicologia presso IIS "De Marco Valzani", Brindisi);
Roberto De Mitry (Arcigay Salento "La terra di Oz");
Marianna Bianco (Guerriglia culturale, Galatina);
Edoardo Mauro (GiGa, Galatina);
modera: Laura Quaranta.
L'omofobia alberga come un male oscuro nella nostra società. E' necessario rompere il silenzio parlando direttamente ai cuori della gente, affinché tutte le differenze vengano valorizzate attraverso il riconoscimento dei diritti in nome della libertà e del rispetto, valori imprescindibili in una società civile.
La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.
nov272013
Domenica mattina, 24 novembre 2013, solo 100 passi dividevano due piazze, anzi due ville galatinesi: villa San Francesco e la villa per antonomasia, quella grande del girodellavilla (da pronunciare tutto d’un fiato) da compiersi rigorosamente in auto.
Una villa, quella del giro, stracolma di gente; quell’altra frequentata, diciamo, quanto basta. Una a passeggio, svagata, distratta, divertita dagli sbandieratori, dai cavalli, dall’acqua benedetta e dai circenses; l’altra concentrata, attenta, impegnata a sostenere un giudice pazzo, Nino Di Matteo, che s’è messo in testa di voler scoprire la verità sulla purtroppo reale e non presunta (come invece insinuano gli amici degli amici) Trattativa Stato–Mafia.
E a causa di questo, il bravo magistrato Di Matteo si trova a passare le pene dell’inferno: da un lato minacciato di morte dalla mafia, e dall’altro processato da alcuni “compari magistrati” (questi sì politicizzati) davanti al Consiglio Superiore della Magistratura per via di un’intervista rilasciata ad un giornale; e, non ultimo, beffeggiato da Napolitano, il presidente della cosiddetta Repubblica, citato come testimone nel processo sulla Trattativa. Il quale prima si dice “ben lieto” di partecipare e poi (proprio in questi giorni) invia ai giudici la letterina di Babbo Natale in cui afferma di non sapere nulla sul tema. Ma non s’è mai vista una cosa del genere: un testimone che spedisce una lettera per chiedere l’esonero dalla sua testimonianza. Un testimone ad un processo si presenta e risponde alle domande, punto. Anche se questo testimone si chiama Giorgio II Napolitano. E questo, fino a quando la legge, almeno sulla carta, continuerà ad essere uguale per tutti.
Nella villa San Francesco c’era l’Anita Rossetti delle Agende Rosse di Galatina con il microfono in mano - e con la rabbia che tutti dovremmo avere – pronta a spiegare ai presenti queste ed altre cose, quelle che non troveremo mai, ad esempio, sul giornale più venduto a Galatina (incredibile ma vero) cioè il quotidiano di Lecce, anzi della famiglia Caltagirone, e men che meno nei programmi televisivi. Per dirne una: il programma più visto in tv venerdì 22 novembre u.s. è stato “Tale e quale show” con 6,6 mln – dico seivirgolaseimilioni - di spettatori ed uno share del 27,4%!, ed ho detto tutto.
I 100 passi di Galatina, dunque, sono i 100 passi d’Italia.
Mi piace pensare che anche nel resto delle città italiane ci siano altre villette San Francesco che cercano di imporsi sul frastuono del nulla o il luccichio del vuoto delle più ampie e frequentate piazze Alighieri, ovvero, ribadiamolo, di altrettanti mega-porci commerciali (è d’uopo citare un mega-porco commerciale anche qui, così il mio amico Raimondo Rodia è contento). Mi piace pensarle, queste villette San Francesco, come quella di domenica scorsa, con tanti ragazzi della Scuola Media di Noha (Istituto Comprensivo Polo 2), guidati dalla prof. Rita Colazzo - tanto di cappello per l’impegno extra-orario scolastico, e addirittura festivo - e dalla turbo-dirigente scolastica, la Eleonora Longo, sempre presente, anzi promotrice di certi tipi di manifestazioni di vera, non fasulla formazione culturale. Mi piace partecipare a convegni come questo in cui non manca mai l’artista Tonino Baldari (che non ho ben capito a quale pianta di zangone si sarebbe dovuto incatenare all’indomani per protesta), e poi ancora la Francesca, la Stefania, e Carlo, e l’Emanuele, e Luigi Longo ed i suoi “compagni” (purtroppo solo alcuni: ma dove cavolo sono andati a finire i latitanti?), e addirittura un senatore ed un onorevole, e, perché no, anche la Daniela Vantaggiato (che dopo il dovere è corsa al piacere dell’altra piazza: ma ci accontentiamo lo stesso), e decine e decine di altri compagni di lotta per il buon senso, la legalità, l’ambiente, in una parola la Costituzione della Repubblica Italiana.
Sarebbe bello sentir risuonare in tutte le villette San Francesco d’Italia, come in quella di Galatina (ma sarebbe più bello sentirle ovunque) alte e forti le parole di Peppino Impastato, figlio di mafiosi, ma giornalista antimafia, ucciso dalla mafia: “Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!” [brano tratto dal film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana].
Sì, “prima di non accorgerci più di niente” il magistrato Nino di Matteo ha bisogno della nostra voce, del nostro sostegno, della nostra solidarietà, visto che non li ha ricevuti (salvo errori od omissioni) ad esempio dal presidente Letta o dalla Cancellieri (figuriamoci!) o dalla Boldrini o da Renzi o dalle altre autorità-compari di merende.
Oddio, sarebbe stato bello se anche in quell’altra piazza il mio sindaco, issato su quel palco, nel suo discorsetto di circostanza, avesse fatto appena un cenno al convegno antimafia che si svolgeva a 100 passi da lui: sarebbe bastata una frase, una sola parola di sostegno al magistrato Di Matteo. Purtroppo nulla. Certo, in molti non avrebbero capito nemmeno di chi si trattasse, né che cosa fosse la Trattativa. Ma cultura significa proprio questo: rompere gli argini, rompere i muri del silenzio, dell’indifferenza, dell’ignoranza, ed il più delle volte rompere le scatole. Percorrere 100 passi. Invece no, tutti zitti e mosca, fermi al punto di partenza, pronti a fare i gargarismi con il perbenismo di facciata tutto galatinese.
Sarebbe bello sentire parole antimafia da parte delle cosiddette autorità, dalle alte e anche dalle basse cariche istituzionali. Purtroppo (o per fortuna) queste parole sono proferite soltanto da semplici cittadini, le vere cariche dello Stato. Le altre, evidentemente, sono (sovente state) solo delle scariche.
nov092017
Segui il profumo della tradizione, riscopri il valore autentico di un patrimonio senza tempo e lasciati conquistare dal dolce ritmo della vita pugliese. Visite guidate, aperture straordinarie, laboratori di enogastronomia e artigianato locale, installazioni creative, videoproiezioni, performance open space ti racconteranno la Puglia in autunno. Tutto questo è InPuglia365 – Sapori e colori d’autunno programma dell’Agenzia Regionale del Turismo (ARET) Pugliapromozione.
Il progetto Profumi e Sapori...dal centro alla campagna, inserito nel programma regionale, promosso dall’Associazione “Città Nostra”, vi porterà per quattro week-end alla scoperta di cinque comuni – Castrignano dei Greci, Cutrofiano, Galatina, Sogliano Cavour e Soleto –, tra visite guidate ai luoghi di interesse turistico-culturale e laboratori di pratica e conoscenza delle attività connesse al settore dell’enogastronomia e delle produzioni tipiche. Ti aspettano itinerari, eventi ed attività gratuite.
Sabato 11 novembre 2017, ore 16.00, itinerario alla scoperta di Galatina, tra arte e tarantismo. Un viaggio per le vie del centro antico, tra vicoli, corti e piazze. Il fascino delle dimore gentilizie, dei gioielli barocchi dell’architettura religiosa e l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Apertura straordinaria della Chiesa SS. Trinità, un tempo sede della congregazione della Misericordia o dei Battenti. Una stupefacente esperienza multisensoriale, grazie agli intermezzi musicali a cura di “FONÈ Vocal Ensemble”, della Scuola di Canto Fonè & Ragtime del m° Stefano Luigi Mangia ed i profumi, i colori di una città viva con le sue produzioni agroalimentari tipiche realizzate con amore da Panificio Notaro accompagnate dal vino novello. Una spensierata tavolata di San Martino.
Domenica 12 novembre 2017, ore 10.00, laboratorio di pratica e conoscenza per riscoprire l’arte della pasta fatta in casa con un grano autoctono salentino, Senatore Cappelli.
Su richiesta servizi dedicati a target specifici d’utenza (es.: celiaci, famiglie con bambini, pet friendly, etc.)
Meeting point: Info Point Galatina - Casa del Turista, via Umberto I n.36, Galatina (LE)
T. +39 0836 569984 E: iat.galatina@gmail.com
Partecipazione gratuita con prenotazione
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giu032012
Vorrei continuare a percorrere con voi i luoghi della cultura, ripartendo ancora una volta dalla periferia per dirigermi nel cuore della città di Galatina. Comincio a camminare quindi, a testa bassa come fan quelli che non hanno meta e cercano di dirigersi verso il luogo giusto, ovvero quello che sicuramente la sorte ha loro in serbo. Mi viene in mente un racconto di Gianluca Virgilio, una di quelle sue incantevoli passeggiate che la penna fortunatamente è riuscita a riprodurre sulla carta per la gioia di noi lettori, e sorrido ricordando la sua meraviglia quando, attraversando la piazza di Noha e chiedendo informazioni per raggiungere la Biblioteca Giona, non solo gli astanti erano a conoscenza della biblioteca, ma addirittura sapevano indicargli la direzione da prendere.
Camminando e riflettendo, eccomi quindi giunto dinanzi al complesso scolastico di Noha, dalle pareti ormai consumate dal calore dei raggi del sole e dalle finestre disseminate di cartoncini colorati. Una scatola di cemento sbiadito che a malapena riesce a contenere il fermento culturale che sprizza da ogni dove, una vecchia spugna rovinata turgida di “desiderio di crescere, fare, essere”. Tanti ricordi si affacciano nella mia mente, ricordi di un’infanzia oramai alle spalle, che non ritornerà più, ma che vive ancora dentro di me grazie a delle immagini che conservo intatte.
Salgo per le scale, appoggiandomi al passamano unto e gelido, porto lo sguardo in alto cercando di intravedere la fine, e intanto chiudo gli occhi e respiro: l’odore, come al solito, mi aiuta a rinfrescare i ricordi. Un odore aspro e pungente, proveniente forse dalla palestra, mi insegue e affretta il mio passo: salgo, veloce, due scalini alla volta, cercando di continuare a centellinare il gusto per la sorpresa.
L’avventura della biblioteca “Giona” ha avuto inizio quando io ancora frequentavo la scuola elementare: era nata in un angolo del secondo piano dell’edificio, alcuni scaffali colorati disposti a staffa di cavallo raccoglievano i primi volumi suddivisi in categorie di accesso. Ricordo che la sezione over 14, di cui io ignoravo il significato, era relegata in cima e c’era stata più volte negata dalla signora Paola, maestra bibliotecaria, con asserzioni tipo “siete troppo piccoli ancora”, “non potete leggere quei libri”, “guarda questi colorati, quelli non hanno alcuna immagine”. Ecco, giustificazioni siffatte erano, secondo me, motivo per incuriosire i lettori più piccini piuttosto che intimidirli. Il gusto di trasgredire, anche a costo poi di rimanere effettivamente delusi, valeva quanto leggere o sfogliare dieci di quei libricini cartonati, tutti colorati e animati, che piacevano tanto alle bambine e alle maestre. Noi, piccoli mocciosi, ci sentivamo già da letture da grandi, da intense storie con finale a sorpresa. Sta di fatto che, una bella sgridata e una barcata di libri cartonati da leggere durante l’estate come compito di punizione, mi fecero presto passare la voglia di indagare sezioni della biblioteca proibite.
Poi iniziai a crescere, purtroppo, e insieme a me anche la biblioteca “Giona” diveniva sempre più grande e robusta, si rimpinzava sempre di nuovi volumi, offerti o acquistati, con nuove sezioni e nuovi spazi dedicati alla lettura. Essere biblioteca in un piccolo paesino come Noha, non era facile: era come essere la principessa sul pisello senza i sette materassi … capite bene che non è la stessa cosa, non si è credibili allo stesso modo! Quindi oltre al pisello, servivano i materassi e presto, grazie all’impegno delle maestre, dei genitori degli alunni e degli alunni stessi, la Biblioteca mise in piedi un progetto che aveva come obiettivo l’affermazione di “Giona” all’interno di Noha, come realtà indispensabile e da sostenere per il bene di tutta la comunità. Ed ecco quindi che “Giona” esce dalle sue quattro mura e i suoi libri iniziano a vagabondare per le vie del paese, attraverso le voci dei suoi lettori la biblioteca comincia a parlare a tutti, a entrare nelle case di tutti senza bisogno di bussare.
“Giona” diviene quindi un simbolo, quello della crescita culturale di un paese di contadini e pastori che vogliono mettersi al passo, sollevare la testa da terra, guardare avanti e incominciare ad affermarsi anche fuori dalle propria mura come una realtà in forte sviluppo. I libri diventano per Noha il pretesto giusto per svoltare, per dare un futuro diverso ai propri figli.
Arrivo, quindi, con l’affanno al secondo piano della scuola di Noha. Mi accorgo subito che ora la biblioteca “Giona” non è più relegata in un angolo buio, ma ha allargato i suoi confini per poter contenere tutti i libri e offrire nuovi servizi ai suoi lettori. Quella che una volta era la sala degli insegnanti è divenuta ora la stanza riservata ai lettori più piccoli, e conserva ancora gli scaffali colorati per sezioni, mentre dall’anno scorso per i lettori adulti è stata allestita una nuova confortevole sezione, dotata persino di un comodissimo divano su cui adagiare le proprie letture.
Insomma, mi rendo conto che, come i suoi lettori, la biblioteca “Giona” continua a crescere, senza mai venire meno, però, a quel tocco di fanciullezza e spensieratezza che l’ha vista nascere e affermarsi nel territorio.
continua…
Michele Stursi
mag272013
Partirà nei prossimi giorni la prima edizione della lotteria a premi “I LOVE ’80…compra a Galatina & frazioni e PARTY…con noi" (Autorizzazione A.A.M.S. num. 446 del 02 maggio 2013) a cura dell'Associazione socio-culturale “Quelli di Piazza San Pietro” e con il Patrocinio del Comune di Galatina.
La manifestazione a premi avrà il suo naturale epilogo il 17 agosto prossimo quando, nella splendida piazza San Pietro, si svolgerà la terza edizione di “I LOVE ’80 PARTY” che quest’anno si preveda ancora più entusiasmante e ricca di fantastiche sorprese.
Nell’occasione conosceremo i tre vincitori che si aggiudicheranno uno dei favolosi premi messi in palio: una crociera di una settimana per due persone, buoni acquisto da spendere nelle varie attività commerciali che aderiranno alla lotteria ed un week-end per due persone in uno stupendo centro benessere.
Il progetto è stato fortemente voluto dall’Associazione, sempre attenta osservatrice del tessuto economico/sociale di Galatina e frazioni, la quale, mediante il coinvolgimento delle attività commerciali galatinesi, ha realizzato tale lotteria e premi con lo scopo di creare un percorso privilegiato di acquisti che attiri potenziali acquirenti anche da paesi limitrofi e, perché no, anche diversi turisti che notoriamente nel periodo primaverile/estivo amano soggiornare dalle nostre parti.
Ogni esercizio commerciale aderente al circuito e che verrà identificato mediante l’apposizione di una vetrofania dedicata, avrà a disposizione tre pacchetti di biglietti ognuno dei quali riferito ad uno dei premi messi in palio.
Certi di avere un favorevole accoglimento da parte di tutti gli esercizi commerciali di Galatina e frazioni, ma anche da parte dei potenziali acquirenti, invitiamo chi fosse interessato a contattare un referente dell’Associazione.
Francesco Stefanelli cell. 3388540370
e-mail: info@quellidipiazzasanpietro.it
nov062013
Cari politici di Noha, di Noha sì. Perché un conto è dire di Noha e un altro è dire di S. Barbara, di Collemeto o di Galatina. “Cari”, lo dicevo nel senso economico, non nel senso di “prediletti”. Per cui volendo adoperare un contrario del termine “cari” dovrei dire “economici” se non addirittura “sgraditi”, o forse sarebbe più consono l’aggettivo sostantivo “miserabili”, per il servizio non reso, ovviamente, non certo per il Vostro status socio-economico che è di rispettabilissimo livello.
Vorrei fare il punto della situazione a proposito della politica nohana.
“Politica”, cioè l'occuparsi del bene pubblico per il bene di tutti, è un concetto arcinoto dalle Vostre eccellenze, e stra-inflazionato durante le Vostre mirabolanti promesse di buona politica in tempi di elezioni. Ora, premesso questo, vorrei analizzare lo stato di degrado in cui versano i nostri beni culturali. Qui conviene ricordare che per “bene culturale” s’intende non solo il palazzo, la cattedrale o il mobile d’epoca, bensì tutto ciò che è decoro comune. Sognando come me un paese pari al senso civico che meriterebbe Noha, appunto, potreste per esempio meravigliarvi imbattendovi nella rotonda che precede il viale di eucalipti di via Aradeo, il tratto dove incombe anche l’assenza di una indispensabile pista ciclo-pedonale. Tre evidenti piaghe che evidenziano l’alto grado di trascuratezza politica nei confronti delle persone e della natura. La rotonda, dove perfino zzanguni e cicore creste si rifiutano di nascere, è una evidente isola sperimentale di bruttezza dove le Vostre Eccellenze hanno infatti vomitato il peggiore dei servizi al cittadino.
Il viale di eucalipti nemmeno possiamo più considerarlo tale essendo solo un ricordo nella memoria di pochi, e nei quattro esemplari sopravvissuti, e che gridano pietà.
Volendo evitare la vista degli ulivi stecchiti perché trapiantati in pieno Agosto (per far da siepe – parola di ex-sindaco - ai 40 e passa ettari di pannelli fotovoltaici di contrada Roncella), siamo costretti a entrare in Noha percorrendo la rambla, cioè la via curve-curve, o la “via nova” che di nuovo ha solo il sole che tramonta ogni giorno insieme all’altra pista ciclo pedonale che tutti sognano.
Quindi non abbiamo alternative. Per giungere a Noha evitando le brutture citate, e tappandosi le narici per la puzza di fogna, non ci resta che via Collepasso. Inutile tentativo di pista per pseudo-piloti indefessi che puntualmente si trovano costretti ad atterrare davanti all’altrettanto inutile incrocio rotonda-semaforizzata, triste esempio di cretin’ingegneria urbanistica multitasking. Provare per credere.
Forse Dio consolerà gli ingegneri che l’hanno partorita, la via e la fogna, ma noi no.
Bene, forse ce l’abbiamo fatta. A fare cosa? Direte. A entrare sani e salvi nell’unico paese al mondo dove i Beni Culturali si manutengono da soli. Fino a quando non ce la fanno. Le casiceddhre però sono ormai agli sgoccioli, la casa rossa non si capisce a che punto sia, la torre con ponte levatoio del XIV sec. ubicata nel parco degli aranci si sta sfarinando, il frantoio ipogeo e l’antichissimo sito messapico-romano della Masseria Colabaldi da rintracciare a “Chi l’ha visto?”, la pubblica piazza, più che il salotto sembra il cesso del paese.
Qui non ci sono altri commenti che possano rendere merito all’illogica manomissione architettonica delle opere esistenti, pubbliche e private. Praticamente il primo che si sveglia al mattino può issare un qualsivoglia manico di scopa addobbato con lampadine multicolore in perenne clima natalizio, o il proprio scettro goliardico a sua immagine e somiglianza. Questo accade da qualche tempo nella piazza San Michele di Noha. Così gridano vendetta le ali dell’aquila senza tempo (in quanto l’orologio è fermo), perenne monito della Vostra, anzi nostra ignavia. Gridano pietà le zoccole (specie evoluta di pantegana autoctona) che s’affacciano dal palazzo baronale per invadere le case dei pazienti concittadini. Chiedono aiuto perfino le zecche (autoctone al pari delle zoccole), che accorse numerose perché richiamate dal forte odore cadaverico di eau de fogne estivo, rischiano a loro volta di perire sotto il degrado in cui versano case e torri.
Ora, visto tutto il Vostro impegno e l’attenzione costante ai nostri beni culturali, in null’altro possiamo sperare se non nel miracolo di San Gabriele dell’Addolorata, che, seppur adagiato nel riposo eterno di un’urna, rimane l’unica nostra speranza per una politica più simile alla faccia che alla facciata.
mar252013
L’altro giorno m’è arrivato per posta da parte della Fidas di Noha - tra i cui soci s’annovera ormai da qualche decennio anche il sottoscritto - l’invito graditissimo a partecipare alla festa del trentennale del gemellaggio tra l’associazione dei donatori di sangue Fidas di Vicenza e quella Leccese.
Il calendario dell’iniziativa, che verrà pubblicato anche su questo sito, è ricco di eventi, incontri, momenti formativi e conviviali, donazioni del sangue presso la nostra Casa del donatore di Noha (una delle più attrezzate, accoglienti e confortevoli d’Italia), ed, infine, visite guidate nei centri storici di Galatina, di Gallipoli, e, non ultimo, quello di Noha.
Che bello - ho pensato – trecento amici vicentini verranno nel Salento e addirittura a Noha per godere della nostra ospitalità, del nostro ambiente, delle nostre ricchezze storiche, artistiche, culturali, eno-gastronomiche…
E mentre riflettevo su tutto questo già mi prefiguravo il gruppo di turisti vicentini che passavano dal loro centro storico (che ho più volte visitato tempo addietro) ricco, pulito, intonso (come se il Palladio vivesse ancora), ben illuminato, chiuso al traffico, al nostro, ancor bello, a misura d’uomo, particolare nella sua morfologia e nel suo mistero.
I nostri compagni di avventura potrebbero incominciare il percorso turistico nohano con la visita alla nostra piazza San Michele, il salotto buono, quello sul quale si sporgono da un lato la maestosa facciata della nostra chiesa madre (sul cui fastigio scolpito a tutto tondo in pietra leccese campeggia l’antico stemma di Noha con le tre torri e i due velieri, sormontato dalla corona baronale e abbracciato quasi dai due rami rispettivamente di arancio e di alloro) e dall’altro, di fronte, come se da tempo immemorabile dialogassero del più e del meno, la torre dell’orologio del 1861 (o quel che ne rimane). Potremmo raccontar loro che purtroppo l’orologio è fermo da un quindicennio se non di più, che le campane sono mute, che i loro battagli o martelli sembrano svaniti nel nulla, che però il meccanismo interno dell’antico cronometro a corda è esposto nell’atrio delle scuole di Noha. Arrampicandoci sugli specchi potremmo pure raccontar loro la palla megagalattica secondo cui la torre e il balcone civico verranno restaurate “quanto prima” secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale. E che s’è anche pensato di chiudere finalmente al traffico il nostro centro storico, liberandolo una buona volta da auto in transito, parcheggiate, o spesso fermate a casaccio. Mica possiamo dir loro tutto, ma proprio tutto, come per esempio il fatto che i nostri rappresentanti politici, inclusi gli attuali, non ci sentano da un orecchio, e dunque preferiscano costruire circonvallazioni interne e discutere di nuove aree mercatali da cementificare in quattro e quatto otto, ma anche di comparti e di centri commerciali food e non food da far nascere in mezzo alla campagna di Collemeto, sempre in nome delle “ricadute sull’occupazione e lo sviluppo”, il ritornello buono per ogni occasione, ripetuto a mo’ di un salmo responsoriale un po’ da tutti i pecoroni di destra e manca.
Ma ci converrebbe tirare innanzi, senza indugiare più di tanto su certi argomenti: i nostri amici vicentini potrebbero accorgersi del nostro imbarazzo e magari smascherare così su due piedi le nostre magagne comunali.
Potremmo poi condurli in via Pigno per far loro ammirare il nostro orgoglio, la torre medievale nohana - che rispetto a quella di Pisa ha solo il decuplo del rischio crollo - con quel grazioso motivo di archetti e beccatelli quale corona alla sommità, con il ponte levatoio, con le catene tiranti, e con il passaggio segreto. Tutta roba che però i nostri ospiti potranno solo immaginare, senza poter vedere né toccare, perché la torre, il ponte, la vasca ed il passaggio, che stanno in piedi da oltre settecento anni quasi per quotidiano miracolo, sono – oltre che privati - nascosti dietro un alto muro di cinta, il muro di Berlino di Noha mai abbattuto però (arricchito ultimamente anche da un murales policromo). Continuando nella nostra pantomima potremmo insistere nel dire ai vicentini che siamo certi che nei prossimi settecento anni qualcosa si muoverà. Ma non diciamo loro cosa, se la torre, il ponte, il muro dei Galluccio, o finalmente qualche neurone nohano.
Sconsolati appena un po’ potremmo proseguire oltre, portandoli di fronte al palazzo baronale, anzi, forzando un po’ la mano, addirittura prima nell’atrio e poi nel cortile o piazza d’armi del castello. Il che è il massimo che si riuscirebbe ad ammirare di quest’altro bene culturale nostrano: da quando sono state sfrattate le gentili signore che vivevano al piano nobile del palazzo sembra che se la siano svignata anche i fantasmi del passato aggrappati alle sue chianche oltre che alle volte dei secoli, lasciando il posto alle tarme, all’umidità, alle muffe, e a qualche altro verme solitario o in colonia.
Ma poi, lasciandoci alle spalle cotanto oltraggio (e sottacendo accuratamente il fatto che sotto i loro piedi si cela un grande antico frantoio ipogeo visitabile soltanto dagli speleologi coraggiosi, mica dai turisti) potremmo riuscire a riveder le stelle o le stalle conducendoli nei pressi delle famose casiceddhre e raccontare loro la storia dello sciacuddhri. Però, ahimè, anche qui, i nostri poveri viaggiatori, pur a bocca aperta, dovrebbero rimanere a debita distanza da questa meraviglia per il pericolo di caduta massi in testa. Anche qui i nostri amici avrebbero a che fare con rovine e stupidità: ultimamente anche il campanile è crollato, ridotto ad una piccola torre mozza, una montagna spaccata, un rudere, uno sgorbio, mentre il resto delle casiceddhre, ridotte a poco più che macerie allo stato puro, sembrano quelle stesse che ancor oggi si contemplano nel centro storico de L’Aquila, “ricostruito” dal governo del cavaliere mascarato. Soltanto che qui a Noha non c’è stato il terremoto, ma probabilmente qualcosa di peggio.
Poi chiuso questo capitolo, li indirizzeremo da lì ad una cinquantina di metri verso la “casa rossa” (magari nel frattempo li avremo bendati ben bene, come al gioco della mosca cieca, per non fargli scorgere il sito archeo-industriale scoperchiato e diruto del Brandy Galluccio).
Eh già, eh sì, la leggendaria casa rossa, la casa pedreira nohana che sembra disegnata e fatta costruire dall’architetto spagnolo Antoni Gaudì, ricca di cunti e storie, e destinata a diventare poco più o poco meno che la dependance di un paio di casini (in minuscolo, e non nel senso volgare del termine). Ma forse sarebbe meglio stendere un velo pietoso anche su quest’altra roba che non sapremmo più come definire. Meglio non nominarla invano facendo finta di nulla? Come se non esistesse? Forse sì. Se sapessero e vedessero in che stato versa l’interno e l’intorno di quello che un tempo era uno splendore gli amici vicentini potrebbero risponderci con degli insulti se non con degli improperi espressi con altrettante sonore pernacchie.
Non so se sarebbe il caso di andare oltre conducendo il gruppo dei malcapitati nei pressi della masseria Colabaldi ancora una volta messa in vendita dagli acchiappagonzi con tanto di comparto approvato da chissà quale illuminata maggioranza di consiglieri comunali per la costruzione di una ottantina di villette a schiera acquistabili con comode rate cinquantennali. Ma forse no, meglio lasciar perdere anche qui e cambiare itinerario, meglio accompagnare i donatori (di pazienza) nella nostra amena splendida fertile multicolori campagna nohana, per esempio verso lu Runceddhra.
Ma a pensarci bene purtroppo anche là ad attenderci non ci sarebbero che scempio e tristezza, come quei quaranta e passa ettari di impianto fotovoltaico, inutili o di certo non utili alla popolazione o al comune (come invece tanti allocchi - inclusi i nostri rappresentanti politici - credevano dapprincipio o temo credano ancora).
No, no, come non detto, meglio ritornare alla casa del donatore, senza nemmeno dirgli che quell’edificio color rosa antico adiacente è il vecchio cinema paradiso di Noha, il nostro “Cinema dei fiori”, ormai in balia di funghi, muschi e licheni.
Però, se non per rifarci, almeno per darci un tono, potremmo dire che abbiamo oltretutto anche un centro sociale nuovo di zecca, con tanto di funzionalissima sala convegni, come quella della vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti ristrutturata un paio di anni fa ed inaugurata in pompa magna il primo dicembre scorso. Il fatto che sia ancora chiusa al traffico dei pensieri e delle opere è una quisquilia: manca ancora l’elettricità come Dio comanda, anzi come comanda la legge. Embè? Cosa vuoi che sia. Inezie, dettagli. Prima o poi l’Enel allaccerà ‘sto benedetto cavo e tutto potrà partire secondo i programmi. Quali, non si sa ancora. Ma i nostri rappresentanti “disponibilissimi e preparatissimi” ci hanno assicurato: “tutto secondo i programmi”. Punto.
Forse sarebbe meglio abbassare la cresta e l’enfasi sulle nostre meraviglie: rischieremmo che i nostri ospiti, gli amici donatori di sangue venuti dal nord, turisti per caso o loro malgrado, affranti di fronte a tanta bellezza spriculata, esprimendosi in vicentino stretto, rivolgano a noi queste semplici ma significative parole a mo’ di giusto guiderdone per la nostra responsabilità - fosse anche solo quella di esserci voltati più volte dall’altra parte: “Nohani, cu pozzati buttare lu sangu!”.
mar072016
In occasione dell'otto marzo, Giornata Internazionale della Donna, si terrà a Galatina un evento speciale organizzato dalla Commissione Comunale per le Pari Opportunità, insieme al Centro Antiviolenza Malala dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali, Cultura e Pubblica Istruzione, con l'Assessorato alle Attività Produttive e con la partecipazione delle Associazioni di Galatina e gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado. Un momento di riflessione per ricordare la Donna nella sua essenza, mantenendo viva la memoria storica rispetto a lotte e vittorie ottenute con coraggio e determinazione nel corso del tempo.
Un'occasione, dunque, per meditare sul lungo e complicato percorso che la Donna ha compiuto e che ancora continua a compiere, per affermare i suoi diritti attraverso il ruolo fondamentale ed indiscusso che ha svolto e che svolge perennemente nella società.
A partire da martedì 8 marzo sino a domenica 13 marzo, nelle vie principali del centro cittadino le vetrine di numerose attività commerciali saranno allestite con delle opere artistiche (quadri, fotografie, elaborati) che andranno ad omaggiare questa giornata importante riportando l'attenzione sulla Donna e la sua evoluzione culturale e sociale. Stampa, istituzioni e cittadinanza sono invitate a partecipare.
Commissione Pari Opportunità Galatina
Fara Bandello
set202017
Dopo aver superato la prima fase di smarrimento vedendo il vuoto lasciato dallo sradicamento dei due pini “storici” davanti alle case di corte del Palazzo Baronale, ci siamo chiesti come finirà questa storia e se il rischio di essere demoliti saranno ancora altri pini e/o le casiceddrhe di Cosimo Mariano, secondo bene culturale di Galatina in ordine di importanza per il F.A.I. (Fondo Ambiente Italia) e per i cittadini di Noha.
Premesso che:
Consideriamo quanto segue:
Sotto via Castello, esiste il frantoio ipogeo, la cui volta potrebbe crollare a causa del traffico di veicoli pesanti, tipo il camion che ha strappato uno dei pini. Non aspettiamo che succeda, prevenire è meglio che curare, si dice.
Prima di passare a operazioni di tipo irreversibile, esattamente come fatto nel caso di via Castello, bisognerebbe confrontarsi con chi vive il territorio, visto che si tratta di un bene comune, cioè appartenente alla comunità.
Non è detto che la soluzione applicata sia l’unica o la migliore. Si poteva, forse, estirparlo radicalmente e ripiantarlo dritto, oppure rimetterne uno nuovo, cosa che si è ancora in tempo a fare.
Il problema delle radici che salgono in superficie e rendono accidentale l’asfalto, lo si può anche risolvere tagliando le radici in questione e riasfaltando il tratto.
Quando sarà rifatto il manto stradale di via Castello, speriamo si tenga conto di questi problemi, e cioè:
marciapiedi/piste ciclopedonali, segnaletica, piantumazione di piante. In un posto come Noha, tutto in pianura, si dovrebbe circolare in bici o a piedi. E utilizzare l’auto solo quando non è possibile fare altrimenti. Ne avremmo un ritorno in salute, tutti.
I nostri pini c’hanno messo settant’anni a diventare così belli.
FareAmbiente Laboratorio di Galatina-Noha
apr262017
Continuano le attività del progetto “AGONES 2015” del Servizio Civile Nazionale attivo sul territorio di Galatina, che mira alla promozione dello sport, di buone condizioni di vita sana e un sistema di relazioni accettabili nei riguardi di giovani ed adulti che presentano difficoltà nella vita sociale, facendoli sentir parte della comunità.
Nelle azioni del progetto, oltre all’aggiornamento mensile della banca dati delle associazioni sportive iscritte all’Albo Comunale, è previsto l’obiettivo di accrescere e sostenere la cultura dello sport tra i giovani. I volontari sono in contatto con gli istituti scolastici di Galatina e le prime iniziative prese in atto sono quelle con l’Istituto Comprensivo Polo 1 “Michele Montinari” che aderisce al progetto promosso dal MIUR in collaborazione col CONI “Sport di classe”. L'azione prevede la presenza per due ore mensili di un docente di Educazione Fisica nelle classi, affiancato sempre dall'insegnante interno che, non solo funge da tramite fra il mister e gli alunni, ma acquisisce una formazione utile all'azione didattica che attuerà in assenza dell'esperto.
Anche nella Scuola Secondaria di I Grado, non coinvolta dal progetto CONI, si è voluta arricchire l'Offerta Formativa con la presenza di un esperto di volley che settimanalmente afferisce nelle classi per fornire i rudimenti della pratica sportiva ed avviare al gioco di squadra. Il progetto, promosso dall’associazione sportiva di pallavolo “Showy Boys” di Galatina, è stato destinato, nella fase finale dell'anno scolastico, anche alla scuola primaria per incentivare gli alunni più piccoli ad abbandonare la vita sedentaria e fare del movimento.
Una regolare attività fisica, tuttavia, da sola non può bastare per acquisire corretti e salutari stili di vita, perciò è importante che i bambini capiscano la rilevanza di mangiar sano. Il Polo 1 ha colto la possibilità di distribuire frutta, agrumi e verdura di stagione a chilometro zero, fra tutti gli studenti della scuola primaria di entrambi i plessi.
Gli alunni ricevono gratuitamente un frutto di stagione che consumano a merenda ed imparano, in tal modo, ad apprezzare la freschezza e la naturalezza dei prodotti del proprio territorio.
I volontari di “Agones 2015” il giorno 27 aprile terranno un banchetto informativo presso la Biblioteca comunale “ Pietro Siciliani” dalle ore 9.00 alle 13.00 per promuovere nella comunità, attraverso i valori dello sport, le iniziative del progetto.
nov222017
Dal 20 al 26 Novembre le associazioni culturali “Archeoclub Terra D’Arneo”, "La Fornace", "Fare Ambiente-Laboratorio di Galatina", "Giovani Galatinesi Gi.Ga” , con il patrocinio del Comune di Galatina, vi danno appuntamento per celebrare insieme la Giornata contro la Violenza sulle Donne. Un momento importante di riflessione collettiva su un tema che ci presenta quasi quotidianamente i suoi tristi numeri: nel 2017 l’agghiacciante media di una vittima ogni tre giorni, 120 donne uccise nel 2016, 7 milioni di donne che, secondo dati Istat, hanno subito almeno una volta violenze e abusi.
“La violenza di genere rappresenta uno degli ostacoli più meschini tra il nostro paese e la civiltà” afferma il Presidente di Gi.Ga Edoardo Mauro ”una situazione piena di viltà e gravi silenzi di cui (e lo dico da uomo) mi vergogno tantissimo. Come associazione giovanile ci siamo sempre mossi con grande attenzione sul tema, consapevoli del fatto che una corretta testimonianza all’ interno del mondo giovanile possa essere fondamentale per abbattere stereotipi e preconcetti. Solo con una giusta educazione collettiva si può combattere questa assurda piaga sociale: ecco spiegato il perché di questi momenti, per esserci non solo come singoli ma soprattutto come comunità”
È chiara sugli intenti di questa manifestazione Simona Ingrosso della Fornace “In comune con le associazioni ideatrici ci siamo ritrovati uniti in un'unica idea e obiettivo, parlare e far parlare della violenza sulle donne. Il messaggio che vogliano lanciare è "Noi ci siamo" per denunciare lo STOP alla violenza sulle donne. Le installazioni fisse comunicano e sensibilizzano: oggi la donna riveste ruoli importanti, ma nelle sue mura ritorna ad essere amica, compagna, moglie, figlia, madre e nonna e lì escono le sue fragilità, la sua bellezza. Il nostro scopo è rivolgersi non solo alla cittadinanza ma anche a tutti coloro che vogliono accogliere questa nostra posizione: ecco spiegata la scelta di luoghi come il centro storico, giornalmente passeggiato da turisti che possano testimoniare come Galatina sia attenta a queste tematiche. La biblioteca comunale è luogo incontro dei più giovani perché dobbiamo partire da loro se vogliamo che false verità vengano screditate con una giusta cultura sul tema”
Presente anche Maria Antonietta Martignanò, Presidente dell’Associazione Archeoclub Terra D’Arneo “L’Associazione culturale Archeoclub Terra D’Arneo, in occasione del mese dedicato contro la violenza sulle donne, propone “SCATENIAMOCI”, un evento che vede la nascita di alcune istallazioni volte a sensibilizzare sul tema della violenza di genere in altrettanti luoghi del Comune di Galatina, frazioni comprese. Abbiamo pensato alla parola scateniamoci perché volevamo avesse più significati, tutti positivi. Scateniamoci nel senso letterale: togliamo le catene con coraggio! Coraggio di parlarne, coraggio di denunciare, coraggio di metterci la faccia. Scateniamoci con frasi, pensieri, aforismi sulle donne e contro la violenza sulle stesse. Presso il Palazzo Gorgoni e presso la Biblioteca ci saranno degli spazi per scrivere, lasciare il vostro pensiero, il vostro no!”
Particolarmente rilevante sarà la giornata del 25, dove SCATENIAMOCI prevedrà l'occupazione delle piazze di Galatina, Noha e Collemeto. Siete tutti invitati a partecipare con la testa, con il cuore, con un fiore!
(Si ringraziano la Fioreria Andrea Cafaro, CentroColore Ferramenta, Arte Rustica Santoro, Libreria Fabula e i singoli cittadini che, donando le loro scarpe, hanno contribuito alla realizzazione delle installazioni)
-"Archeoclub Terra D’Arneo”;
-"La Fornace";
-"Fare Ambiente-Laboratorio di Galatina";
-"Giovani Galatinesi-Gi.Ga"
dic122017
E’ domenica mattina. Anche se si è lavorato tutta la settimana e quindi si è stanchi, quando il cielo è azzurro e l’aria mite, è preferibile stare fuori all’aperto piuttosto che impigrirsi nel letto.
Quindi ci ritroviamo davanti alla sede Fidas-Noha di via Calvario, pronti e puntuali, come esige il buon rapporto con impegni collettivi, come questo organizzato da Fidas - Leccese per la formazione dei suoi quadri dirigenziali.
La prima parte della giornata formativa, tratta un argomento che accomuna l’interesse di molti di noi: la malattia oncologica oggi. Purtroppo stiamo vivendo già da alcuni decenni, un periodo storico che possiamo paragonarlo a quello della peste nera. Come me credo che un po’ tutti siamo sul chi va là per via della specificità della materia, quella della medicina e ci attendiamo una mattinata difficile per via della probabile astrusità dei termini tecnici. Ma al contrario delle aspettative, il dottore Alessandro Cocciolo, che fra l’altro sostituisce la dott.ssa Assunta Tornesello, Direttrice U.O. di Oncoematologia Pedriatica “V. Fazzi”, Lecce, è molto chiaro nell’esposizione, usa una terminologia alla portata delle mie (e credo di tutti) conoscenze e porta una ventata di relativa positività sulla situazione sanitaria del Salento.
Mi sorprende infatti sentirgli dire, in più occasioni, che il Salento, in quanto a percentuali di tumori, è in linea con l’Italia. Per la prima volta, una raccolta dati (quella di AIRTUM: Associazione Italiana Registro Tumori), è testimone di una notizia simile, in questi ultimi anni, molte testate giornalistiche hanno diffuso allarmi tutt’altro che positivi in area Lecce, Maglie e Galatina (Per esempio: “Noteremo che i distretti di Maglie e Galatina hanno numeri abnormi. E la spiegazione non può essere il fumo di tabacco. Di certo, c’entra la pressione ambientale.” http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/salento-e-emergenza-tumore-ai-polmoni-ma-a-nessuno-interessa-sapere-motivi/726641/).
Per la prima volta sento dire: “Incidenza tumori in calo”; “Mortalità in calo”.
Sento parlare di fare Prevenzione Primaria, e cioè eliminare e non produrre più inquinanti, di aumentare la Prevenzione Secondaria (indagini, screening, ecc) cosa ancora non ben radicata (forse) qui nel nostro Salento. Di evitare l’uso di prodotti alimentari conservati, e invece la grande distribuzione ce li impone.
Anche qui penso e mi riallaccio alla differenza fra i grandi centri commerciali alle grandi catene di supermercati (vedi l’ennesimo Pantacom) e ai nostri vecchi e numerosi negozietti di paese.
E poi, dulcis in fundo, la ciliegina sulla torta, il dr. Cocciolo apre il capitolo delle intolleranze alimentari ed esordisce: “Non ci sono incidenze tumorali, anzi se una persona sorveglia le proprie intolleranze abbatte l’incidenza tumorale e le relative problematiche”.
Mi viene da dire: grazie dr. Cocciolo, per queste “buone notizie”. Lo penso davvero, ma il mio pessimismo mi porta a indagare, ad andare avanti nell’arte dell’osservare con il dubbio. Ciò non toglie che comunque una ventata di aria fresca il dr. Cocciolo ce l’abbia fatta passare veramente.
Questo non ci deve consolare, in quanto i numeri di mortalità sono alti, basta guardare anche solo a Noha quante sono le persone morte prematuramente a causa dei tumori. I casi di mortalità in ambito nazionale, dice il dr. Cocciolo, sono molto più numerosi di una guerra (176000 morti all’anno). Quindi il fatto che il Salento sia allineato con il resto del Paese Italia va bene, ma NON deve farci abbassare la guardia, soprattutto a noi di Fidas, che avendo una certa sensibilità e responsabilità, siamo degli osservatori attivi nel volontariato.
E’ stato interessante sapere che le cellule tumorali si manifestano per il 20% da familiarità e per l’80% per predisposizioni genetiche combinate con fattori ambientali. Questo vuol dire che non possiamo più fare a meno di ascoltare e interpretare i segnali che il nostro corpo ci dà (prevenzione) e soprattutto non possiamo più trascurare l’ambiente, in quanto attore e protagonista della nostra salute. Il dr. Cocciolo non si è limitato a parlarci di cellule e di percorsi processuali delle loro variazioni, ma ha chiarito concetti che spettavano e spettano alle istituzioni come Arpa e Asl, ecc. che si devono occupare degli inquinanti pericolosi quali amianto, benzene, catrame, carbon fossile, ecc. (questo argomento mi ha subito richiamato alla mente i 14 km quadrati di carbone che Colacem di Galatina tiene stoccati a cielo aperto). Quindi ascoltando la lezione del dr. Cocciolo nascono interessanti intrecci con altre notizie e questo ci permette di essere più informati. Essere informati vuol dire anche essere dei buoni diffusori.
Il quadro di rappresentazione del contesto in cui viviamo e dei prodotti che adoperiamo è stato veramente ampio, non solo limitato al campo specifico della medicina, insomma un vero e proprio documentario alla Piero Angela. Se dovesse ripetersi lo ascolterei ancora molto volentieri e lo consiglio a tutti.
Non possiamo più delegare e ignorare, questo ha voluto in sintesi farci intendere il dr. Alessandro Cocciolo con la sua serena esposizione di fatti anche drammatici.
La seconda parte della giornata di formazione, ahimè costretta nella fase digestiva del dopo “colazione”, non risplende di cotanto trasporto, ma alla fine anche qui, la diabolica maestria espositiva e simpaticissima voce del nostro Presidente Emanuele Gatto (Gerry Scotti in confronto è un vero dilettante), ci permette di aggiungere al nostro bagaglio culturale anche le pesantissime note relative alla riforma del Terzo Settore e di come si abbatterà sulla nostra Associazione.
Così, fra numeri di articoli che si susseguono velocemente, registri telematici in arrivo, decreti legislativi, non più Onlus, non più Associazioni di Volontariato, ma semplicemente ETS (Ente del Terzo Settore), non più albi regionali ma un unico Nazionale, tra piattaforme virtuali e nuovi certificati relazionali, in attesa di un nuovo organo di controllo, finiremo tutti per confluire in una rete associativa, e speriamo che sia di maglia non tanto larga per tenerci tutti uniti. Perché solo uniti si può vince.
Marcello D’Acquarica
gen112017
Visita guidata di Galatina + degustazione presso Ristorante Anima&Cuore
Che effetto fa gustare qualcosa di buono in un pezzo di storia, un luogo leggendario per tutto il Salento?
Per scoprirlo venite con noi domenica 15 Gennaio 2017 per le vie del centro antico di Galatina, tra vicoli, corti e piazze, terminando il tour guidato presso il ristorante Anima & Cuore, sito all’interno di palazzo Tondi-Vignola, il settecentesco edificio che ingloba la cappella di San Paolo. È da qui, dal pozzo dove le donne (solo donne?) morse dalla tarantola si recavano per bere l’acqua guaritrice, che racconteremo suggestioni d’un tempo ormai lontano, tuttavia oggetto di indagini per antropologi e studiosi di musica mentre la pizzica è diventata negli ultimi anni la colonna sonora di un Salento che, forte della sua identità, di un patrimonio culturale e naturalistico vastissimo e del folklore, rapisce il cuore dei suoi visitatori.
Arte, storia e territorio. Eccola, in tutto il suo splendore, Galatina.
C’è tanto da vedere, l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, il barocco nelle chiese piccole e grandi, nei conventi, nelle cappelle. Un’incursione al Museo Civico “Pietro Cavoti”. Riaperto al pubblico il 19 giugno 2016 il museo è allestito nelle sale del piano superiore del Palazzo della Cultura “Zefferino Rizzelli”, già Convento dei Domenicani - ex Convitto Colonna. Custodisce reperti archeologici – degna di nota la lastra con iscrizione messapica –, frammenti lapidei provenienti dai palazzi aristocratici e dalle chiese di Galatina, una pinacoteca, gli acquarelli di Pietro Cavoti (1819-1890) e le opere di Gaetano Martinez (1892-1951).
Per info, costi – prenotazione obbligatoria
IAT Informazione e Accoglienza Turistica
GALATINA, c/o Torre dell’Orologio - via Vittorio Emanuele II, 35
T. +39 0836 569984 - +39 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com
dic142017
E’ partito da tempo il casting degli attori protagonisti di quel grande spettacolo teatrale che sarà (come sempre) il presepe vivente di Noha.
Disponiamo già della sceneggiatura (fu scritta dagli evangelisti un paio di millenni fa); abbiamo la scenografia (il giardino segreto del Castello di Noha, uno degli angoli più magici e autentici del Salento); ci mancano giusto un po’ di personaggi in carne e ossa per completare il cast artistico della rappresentazione dell’Incarnazione (a proposito di carne e ossa).
L’Associazione culturale “Masseria Colabaldi” invita dunque tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nohani ma anche global, a partecipare alla selezione dei figuranti della sacra rappresentazione che, come vuole ormai la tradizione, farà accorrere migliaia di visitatori da ogni dove.
I provini sono aperti alle persone di ogni età: dai neonati, maschietti o femminucce (a Noha s’è superato da tempo il sessismo – o almeno ce lo auguriamo) che ricopriranno, magari a turno, il ruolo di Gesù Bambino, ai bambini e alle bambine, che nelle vesti dei pastorelli potranno come al solito scaldarsi portando in braccio i candidi agnellini; dai ragazzi/ragazze, odalische incluse, per la coorte di Erode, ai giovanotti di ogni colore, che indosseranno le vesti di Giuseppe e della Ragazza Madre, o le armature dei soldati romani; agli adulti e/o agli anziani canuti, che così bene s’inquadrano tra i personaggi dediti alle arti, ai mestieri e ai passatempi del tempo che fu.
Insomma ce n’è per tutti. E nessuno verrà eliminato dalla “selezione” che a Noha ha dunque un’accezione tendenzialmente inclusiva più che esclusiva.
Al termine dell’ottava edizione del presepe vivente di Noha 2017, il personaggio più caratteristico (scelto con votazione democratica da parte dei visitatori di Noha.it che voteranno con un semplice click) riceverà in premio l’Oscar per la migliore interpretazione.
A Noha abbiamo bisogno di chi ha ancora voglia di mettersi in gioco. E non più delle belle statuine.
Antonio Mellone
apr242017
«Una nuova forza della società civile entra nella nostra coalizione». L’annuncio è di Giampiero De Pascalis, candidato sindaco per “Obiettivo 2022” (Lista De Pascalis, Direzione Italia, Forza Italia, L’Agorà, La Città, Psi, Udc), e riguarda il movimento politico-culturale “Galatina Futura”.
«Ringrazio “Galatina Futura” per la fiducia che ha manifestato nei miei confronti e tengo a sottolineare l’importanza del loro ingresso nella casa di “Obiettivo 2022” – afferma De Pascalis – perché rafforza la trasversalità della coalizione e il contributo della società civile al nostro progetto politico. “Obiettivo 2022” nasce per dare risposte concrete alla città e, in un momento così difficile per la nostra Galatina, sono necessarie competenze, ma anche tanta buona volontà unita all’apporto costruttivo di tutti. Non siamo numeri, ma uomini e donne stanchi di vedere arretrare la città, di vedere la stella di Galatina brillare sempre più debolmente. Tutti insieme siamo una forza positiva e propulsiva al servizio della nostra città».
E Galatina Futura puntualizza: «Vogliamo dare il nostro contributo al rilancio di Galatina e per questo abbiamo deciso di dare il nostro supporto al candidato sindaco Giampiero De Pascalis. Ci ha convinti la battaglia che intende fare per l’ospedale di Galatina, ma anche la sua volontà di semplificare la macchina amministrativa e, soprattutto, lo sforzo che intende fare per il risanamento del bilancio comunale. Da ultimo, ma non per questo meno importante, il suo impegno per far giungere a Galatina tutti i finanziamenti possibili: regionali, nazionali, europei favorendo le iniziative private che mirino allo sviluppo della città e all’occupazione. Chi meglio di un imprenditore può fare questo? Questa la domanda che ci siamo fatti e la scelta successiva è stata quella che oggi ci ha visto stringere la mano a Giampiero De Pascalis. Lo sosterremo convintamente con i candidati: Livio Cucurachi, Piero Lagna, Teresa Spagna, tra gli altri».
mar272014
Il Centro Sportivo Italiano – Comitato di Terra d’Otranto promuove e organizza il Progetto “Sport Anch’io”, finanziato dalla Regione Puglia, Assessorato allo Sport con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale delle persone più svantaggiate (appartenenti all’area della disabilità e del disagio sociale, economico, linguistico e culturale) attraverso la pratica di diverse discipline sportive, in particolar modo quelle meno diffuse: atletica, scherma, equitazione, tennis-tavolo, bocce, biliardino oltre a percorsi di animazione ludico-sportiva. Tali attività saranno svolte sia in integrazione con gruppi normodotati e privi di situazioni di svantaggio con obiettivi di inclusione sociale e sia in gruppi omogenei al fine di migliorare il benessere fisico.
La partecipazione al progetto è aperta a tutti senza limite anagrafico, gli iscritti saranno suddivisi in tre categorie: minori, adulti e over. Sono previsti tre incontri settimanali nel complesso sportivo “S. Domenico Savio” di Galatina e presso altre sedi specifiche attrezzate; nel caso dell’equitazione le lezioni si svolgeranno presso la sede dell’ASD Trekking Horse Club a Sogliano Cavour, partner di progetto insieme alla Cooperativa L’Adelfia di Alessano e all’ASP Istituto Immacolata di Galatina.
A partire da giugno, inoltre, i minori iscritti al progetto potranno frequentare il Campus Estivo CSI 2014. I partecipanti saranno inoltre coinvolti durante le manifestazioni che l’ente di promozione sportiva Centro Sportivo Italiano Comitato di Terra d’Otranto organizza nell’anno sportivo, in particolar modo “Grand Prix – Le strade del Salento2014” che prevede la partecipazione dei destinatari del progetto alle gare podistiche che nel periodo estivo attraversano il Salento al fine di promuovere il nostro territorio anche dal punto di vista turistico.
Per le iscrizioni e per avere ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria attiva nei giorni di martedì e giovedì dalle 17:30 alle 19:00 e sabato dalle 10:00 alle 12:00 presso la sede di progetto, il complesso polisportivo “S. Domenico Savio” di Galatina in via Gorizia. E’ possibile inoltre scaricare il modulo d’iscrizione dal sito del CSI di terra d’Otranto al seguente link:http://terradotranto.csi-net.it
Ecco tutti i contatti: Tel/fax 0836.562977 E-mail:terradotranto@csi-net.it; fb: Terra d’Otranto; Twitter: @CSI_Galatina
apr102018
Stamattina al bar m’è andato il caffè di traverso.
E stavo pure rischiando un aneurisma cerebrale per il superamento dei picchi di guardia della pressione arteriosa. Mica per il caffè (oltretutto decaffeinato), ma perché m’è venuta la felice idea di dare un’occhiata al Diciamo Giornale più letto in loco, vale a dire il Quotidiano [non il Fatto, quell’altro: lo strafatto, ndr.].
Perché?
Date un’occhiata, per favore, alle pagine 2 e 3 del giornale datato 9 aprile 2018, e ditemi voi se non sono tutte da incorniciare.
Si parte con l’Economia - probabilmente studiata su Millionaire (o forse nel Billionaire) - con un bel titolone: “I lacci della burocrazia frenano gli investimenti «Più facile in Russia»”.
L’autore piagnucola su quanto sia “faticoso programmare investimenti sul territorio” [poverini, come sudano, e soprattutto come s’offrono, ndr.], e sul fatto che questo benedetto “sviluppo” e questa sacra “riqualificazione del territorio” sono costretti a scontrarsi contro il “‘muro in cemento’ della burocrazia” [mica con quell’altro meno metaforico, cioè con il muro di calcestruzzo, nossignore, ndr.].
E, mamma mia, ma quanto tempo si perde per creare “strutture turistico ricettive extra-lusso” visto che stiamo qui ad interrogarci “ancora sull’impatto ambientale delle stesse”. Meglio dunque dare subito il via alle Opere che farne fare una Via.
Be’, in effetti non si capisce come mai, nonostante lo “Sblocca-Italia”, in Puglia ci siano delle riserve naturali non ancora trasformate in “eco-resort”, foreste di ulivi secolari non ancora destinati a “villaggi all-exclusive”, porti selvaggi non ancora corretti in “porti turistici”, e torri antiche non ancora convertite in “case-vacanze”.
Il “giornalista” continua a parlarci di “riqualificazione” [quando sento questo lemma avverto subito puzza di fregatura: il solito malpensante, ndr.], riqualificazione, dicevo, di “una fortezza che risale al 1450, nella marina tra Savelletri e Torre Canne” per “realizzare […] un centro per avvenimenti sociali, culturali e matrimoni”.
E certo, il matrimonio di lusso prima di tutto. Poi – ma solo se rimarrà qualcosa del banchetto nuziale – tutto il resto, come la storia, gli studi, la ricerca, l’arte, l’intangibilità del patrimonio culturale, e dunque l’articolo 9 della Costituzione.
Nell’altra pagina, un altro Diciamo Articolo dal titolo: “Da Colaninno a Briatore: voglia di Puglia, e poi la fuga” [per fuga s’intenderà la sfiga del Twiga, ndr.], con tanto di riporto del Pensiero Unico Briatoregno, tipo: “Nel Salento siete indietro di 30 anni”, e poi ancora: “Vi servono alberghi a picco sul mare”, e altre delizie del genere.
Non manca il doveroso riferimento al progetto dell’“Oasi Sarparea” di Mrs Daighton, la lady di ferro (e cemento) inglese che s’è messa in testa, anch’ella, di farci sviluppare come si deve, e con decine, che dico, centinaia di nuovi posti di lavoro. A completare la grande opera, e a far schizzare il Pil locale, mancherebbe soltanto un novello centro commerciale, un bel gasdotto nuovo di zecca, e l’eradicazione di un po’ di ulivi (ma solo qualche decina di migliaia, tra sani e curabili) con la scusa dell’emergenza Xylella.
Sapete da dove son nate queste due interessantissime pagine di Economia & soprattutto Commercio quotidiano [roba da 110, lode, e calcio in culo accademico, ndr.]? Dal racconto della storia di un magnate [che sarà probabilmente voce del verbo, ndr.], uno “tra i 300 più ricchi della Svizzera”, desideroso di ballare in Puglia, un uomo di 73 anni dall’occhio vispo e una bella $ sbarrata incisa nell’iride: il signor René de Picciotto. Un nome che è tutto un programma.
Antonio Mellone
mag212013
Non deve essere facile, di questi tempi, vivere la vita del pubblico rappresentante locale, quella cioè del politico che un’era geologica fa andava sotto il nome di “autorità civile”. E dunque non può che avere tutta la nostra umana comprensione chi è costretto a vivere continuamente con gli occhi bendati, le orecchie tappate, il bavaglio alla bocca, le pinzette stringinaso ben inforcate, i guanti antinfortunistici alle mani, ed altre corazze profilattiche e antidialogo come zanzariere, schermi, scudi, grate, caschi, paraocchi, e creme solari con fattore di protezione totale.
Non si può mica infierire con chi è costretto ad ingoiare rospi, anzi Pantegane (etim. da Pantacom), pur di non far cadere il governo comunale, a non rispondere al telefono, a far finta di non vederti né leggerti, a sgommare imboccando la nuova “utilissima tangenziale interna” di Galatina, a smammare poco prima di esser chiamato in causa, a scalare montagne di specchi, a ripetere salmi responsoriali monotoni e stucchevoli, a stilare elucubrazioni su temi esiziali (come ad esempio quello dei loculi al cimitero)…
Pronto a svignarsela ad ogni richiesta, istanza, domanda, dubbio, rivendicazione il fuggitivo nostrano, assente cronico dalle strade e dalle piazze del paese (a meno dei periodi giubilari altrimenti detti “campagna elettorale” o dei giorni delle solenni processioni patronali) si trova ultimamente anche a far finta di non avere il tempo e soprattutto la voglia di connettersi al nostro sito (e se pure gli dovesse capitare lo farebbe ad ogni dimissione di papa) per leggere ad esempio che a Noha c’è una vecchia scuola elementare ristrutturata dalla A alla V (mancherebbe solo la lettera Z dell’energia elettrica) con una spesa di 1.300.000 euro di soldi pubblici, ma che è ancora chiusa dalla fine dei lavori avvenuta oltre un anno e mezzo fa - sebbene sia stata inaugurata con tanto di taglio del nastro il 1° dicembre 2012, dunque esattamente da:
Ora vorremmo comunicare ai nostri rappresentanti al Comune di Galatina (oltre ai nostri superstiti lettori) che questo contatore rimarrà evidenziato a perenne monito sulla home-page di questo sito fino alla data della seconda e si spera definitiva inaugurazione di questo benedetto Centro culturale Nohano, o come cavolo si vorrà chiamare.
Questo contatore rimarrà ben visibile fino a quando l’avverbio “ancora” non verrà trasformato in “finalmente”, cioè fino a quando quella bella struttura (diventata suo malgrado una barzelletta - che però non fa ridere) non verrà utilizzata per le finalità per le quali era stata inizialmente progettata e finanziata (o in subordine per altri obiettivi sempre connessi al bene comune). E nella speranza, s’intende, che quella scuola non crolli prima sotto il peso del tempo.
Noi, dal nostro canto, continueremo a fare il nostro dovere di cittadini, cioè pretendere di essere puntualmente informati (c’è chi chiama ‘sta roba “rompere le scatole”, ma tant’è) fino a quando non si otterrà il sacrosanto risultato (che poi è il minimo sindacale) che è quello di vedere attivata una bellissima struttura onde furono spesi (finora invano) preziosi e per definizione scarsi fondi pubblici.
Ci aspettiamo ora un pensiero su questo tema da parte dei nostri rappresentanti di ogni colore (se ne hanno ancora qualcuno: di pensiero o di colore). Ci aggiornino, per favore, sullo stato dell’arte, ci dicano se e cosa intendano fare per risolvere questa vergogna, ci rassicurino, e ove possibile ci stupiscano ancora per i loro pronti riflessi.
Per una volta, almeno questa, i nostri rappresentanti eletti a furor di popolo compiano dei veri e propri atti rivoluzionari, cioè: rispondano direttamente a queste istanze impegnandosi possibilmente in prima persona (tralasciando per un tratto l’imprescindibile tema dei cazzi loro), evitino il topico comunicato-stampa copia-incollato su quel rotolo di carta (a due veli?) che è il Quotidiano di Lecce. E per almeno una volta si scollino da quella calamita (che forse meriterebbe l’accento sull’ultima a) che sono i social network, sui quali – ci riferiscono i bene informati – i Nostri sembrano indulgere scorrazzando ad ogni ora del giorno e della notte come tanti internaufraghi.
giu162019
Cala il sipario sulla XX Stagione Concertistica Internazionale I Concerti del Chiostro, diretta egregiamente dal M° Luigi Fracasso e sostenuta da Regione Puglia, Comune di Soleto, Grecìa Salentina, Conservatorio “T. Schipa” di Lecce, Gal Porte a Levante, Club Unesco Galatina, Ipab di Soleto e dagli sponsor presenti per questo appuntamento, che, anno dopo anno, si conferma essere uno degli eventi più qualificati del Salento.
Per questa edizione, la location è cambiata: città protagonista è stata Soleto. Dimostrando estrema sensibilità il sindaco Graziano Vantaggiato, a nome della comunità del grazioso borgo salentino, ha ospitato i sei appuntamenti de I Concerti del Chiostro, con artisti di livello nazionale ed internazionale. A ben vedere una rassegna di eccellenza che rende onore all’Associazione Musicale, presieduta dal M° Luigi Fracasso, Maria Grazia De Benedittis – vice presidente, Antonello Romano – segretario, Mario De Paolis – consigliere, Antonio Serra – direttore organizzativo, Gloria Romano – ufficio stampa.
“Che bella realtà I Concerti del Chiostro! Grazie a Luigi Fracasso, grazie a tutti gli organizzatori e agli artisti partecipanti – dichiara Graziano Vantaggiato - mi auguro che la bellezza del vostro amore per la musica e l’arte che riuscite a trasmettere a tutti noi possa continuare sempre ad emozionare. I Concerti del Chiostro devono essere un evento culturale presente ogni anno!”
A dare il via alla XX Stagione di concerti lo scorso 28 marzo è stato l’affiatato Duo Pollice al pianoforte, che ammirato sui palcoscenici delle maggiori Istituzioni Europee per le loro esecuzioni cariche di patos, ha eseguito musiche di Mozart, Rossini, Verdi e Puccini. A seguire la flautista Luisa Sello ha emozionato il pubblico, sempre numeroso, con il programma “Quadri di colore”, tre sentimenti legati alla musica e a temi della vita: Arte, Amore e Gioia, eseguendo musiche di Bach, Mozart, Vivaldi, Verdi e G. Rossini.
Dalla musica classica al jazz: il 13 aprile protagonista è stato The Italian Trio, uno splendido esempio di trio italiano, risultato della partnership di tre esponenti del jazz tricolore come Dado Moroni al piano, Rosario Bonaccorso al basso e Roberto Gatto alla batteria.
Il 9 maggio l’ospite più atteso della XX Stagione è stato Angelo Branduardi insieme al polistrumentista Fabio Valdemarin, che, con il concerto “Camminando, camminando in due”, ha richiamato nella gremitissima Piazza Osanna spettatori provenienti da Roma a tutto il Sud Italia.
Penultimo appuntamento con il talentuoso Duo Carrozzo-Fasiello, nato nel 2018 dal desiderio di esaltare e promuovere la musica da camera per pianoforte e sassofono.
L’appuntamento del 9 giugno ha chiuso mirabilmente la rassegna con l’esecuzione del “Carnevale degli animali” del compositore francese Camille Saint-Saëns. Ai due pianoforti lo stesso direttore artistico Luigi Fracasso insieme a Paolo Cuccaro, con I Concerti del Chiostro Ensemble composto da: Luigi Bisanti al flauto, Fernando de Cesario al clarinetto, Ivo Mattioli e Danilo Mattioli ai violini, Cristian Musio alla viola, Laura Ferulli al violoncello, Davide Codazzo al contrabbasso ed Enrico Donateo alle percussioni.
“Oggi più che mai, sostenere una rassegna di musica classica presuppone sensibilità smisurata e coraggiosa determinazione. Onore al sindaco Vantaggiato, che ha colto la sfida vincendola alla grande! - dichiara il M° Fracasso - Un doveroso ringraziamento lo rivolgo a lui e al numeroso pubblico sempre caloroso. Alla XXI edizione!”.
Gloria Romano
Ufficio Stampa
lug232021
Lo scrivevamo nel nostro programma elettorale e ogni passo, ogni iniziativa, ogni provvedimento che questa amministrazione ha fatto è stato funzionale a quell’assunto iniziale. Certo, come è giusto che sia, ogni passo, ogni iniziativa e ogni provvedimento sono stati anche il frutto di un dialogo interno alle forze di maggioranza con diverse visioni, diverse sensibilità e diverse velocità. Tutte comunque protese alla valorizzazione economica, artistica, sociale e culturale del nostro centro antico.
Oggi possiamo dire che l’atto di approvazione in giunta di due ulteriori varchi per il controllo elettronico degli accessi nell’area ztl del centro storico – su Porta Nuova e su Porta Capuccini – che segue la decisione per l’imminente installazione di un nuovo varco anche su Porta Luce, è un passo determinante per la sicurezza e la regolamentazione del traffico nel nostro centro antico.
È sotto gli occhi di tutti oggi che lo sviluppo delle attività commerciali, soprattutto lungo gli assi Piazza San Pietro – via Garibaldi – via Robertini da un lato e Piazza San Pietro – via Vittorio Emanuele II – piazza Cavoti dall’altro, ha di fatto evidenziato la vocazione del nostro centro storico. La vitalità di una sana “movida”, tanto auspicata nelle precedenti amministrazioni è ora una realtà che ha riportato veramente al “centro” il salotto della città. Con una differenza tutt’altro che trascurabile: se per altri nel passato era considerato inevitabile avere un parco auto ai piedi della Chiesa Madre, parcheggiate in spregio ad ogni regola non solo del codice della strada ma anche del buonsenso, la nostra scelta è andata nella direzione di recuperare spazi e decoro con l’istituzione di ampie isole pedonali per la tranquillità di famiglie e ragazzini che oggi “scorrazzano” in piena tranquillità e sicurezza. Un obiettivo che ha richiesto inevitabilmente anche un ripensamento della viabilità a garanzia dei sacrosanti diritti di chi ha scelto di vivere stabilmente nel centro e, tra gli altri, è stato necessario permettere ai residenti, nelle ore di pedonalizzazione, l’accesso da Porta Luce che quindi andava regolamentata, come fatto, con un apposito varco, per evitare soprusi che avrebbero vanificato gli obiettivi della ztl.
Certo, il percorso non è concluso, sarà necessario mettere in campo ogni ulteriore azione politico/amministrativa per creare i presupposti affinché possa rendersi necessaria, quasi inevitabile, la rimodulazione degli orari di apertura e chiusura. Non possiamo negare che la pandemia abbia condizionato e indirizzato, talvolta ritardando, le decisioni dell’amministrazione per questa parte importante della città.
Piazza San Pietro subisce ancora troppo la presenza delle auto, in considerazione anche della riduzione delle aree a parcheggio, in conseguenza dell’aumento degli spazi esterni concessi alle attività commerciali. I pochi presenti devono necessariamente poter essere disponibili per i residenti.
Il percorso – per tornare al passaggio che inserimmo nel nostro programma elettorale – è ancora in itinere e ci vorrà ancora del tempo per portarlo a termine, ma la direzione è tracciata su una direzione chiara che ritengo irreversibile.
L’istituzione di aree pedonali, le strette sul numero dei pass consentiti, la possibilità data ai solo residenti di parcheggiare senza limiti di tempo, i varchi per il controllo elettronico su tutte le porte, sia di accesso che di uscita dal centro antico, affinché venga impedito ogni sopruso, sono tutte azioni che l’amministrazione del Sindaco Marcello Amante ha messo in campo perseguendo una chiara idea di valorizzazione del nostro centro antico con sempre più spazi restituiti alla socialità delle persone.
I consiglieri comunali
Albano Vito Tundo
Pierantonio De Matteis
feb012014
"Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone, apparso sul n. 1, anno VI, de "Il Foglio Lequilese" (mensile al quale Antonio collabora da circa un anno e mezzo). Si tratta di un ciclo di lezioni d'Economia impartite ai ragazzi di terza delle scuole medie di Lequile e di San Pietro in Lama.
Per quanto ovvio, il nostro professore (ormai senza virgolette) è disponibile a replicare questi incontri presso le scuole medie di Noha e/o di Galatina. Basta un fischio da parte degli interessati."
“Pronto, direttore? Allora, quando potremmo fissare qui a scuola gli incontri con gli alunni della terza media?”.
E’ la prof. Graziella Mazzotta che mi chiama al telefono per stabilire - in maniera non perentoria ma lapidaria e granitica - le date delle lezioni propedeutiche alla visita guidata presso la mia filiale da parte dei ragazzi dell’ultimo anno dell’Istituto Comprensivo Statale di Lequile – San Pietro in Lama.
Sì: professoresse, preside e il resto del personale scolastico, ma anche chi scrive, danno per scontato il fatto che qui c’è ormai una bella tradizione da rispettare (che va vieppiù consolidandosi e strutturandosi), come quella dei meeting tra gli uomini della banca del territorio, il Banco di Napoli, del quale sono un indegno direttore, e la platea della gioventù studiosa lequilese.
Quest’anno poi (mi si conceda questa digressione di natura personale) il sottoscritto vi ha partecipato, oltre che con la sua solita nota motivazione, anche, diciamo così, con più titoli, avendo affrontato positivamente, precisamente il 18 luglio 2013, il famoso concorsone pubblico per docenti indetto dal Ministero (MIUR). Ebbene, dopo uno studio “matto e disperatissimo” di leopardiana memoria, nel corso del solleone dello scorso anno chi scrive ha superato anche lo scoglio dell’esame orale conclusivo insieme ad altri 21 concorrenti superstiti (all’inizio, prima della falcidia, ne eravamo 1500 circa nella sola Puglia) diventando ufficialmente – se così si può dire – professore di Economia (classe di concorso A017, Discipline Economico-Aziendali). Questa cosa m’è particolarmente gradita; e questo non tanto perché l’insegnamento è da sempre la mia passione o, se vogliamo, il mio hobby (il che è vero), ma soprattutto per il fatto che il miglior metodo per imparare le cose è insegnarle.
Ma lasciamo da parte i casi “particulari” della vita, ché le divagazioni potrebbero portarci fuori dal seminato, e ritorniamo al futuro di Lequile, cioè agli splendidi ragazzi delle terze classi delle medie convenuti in aula magna in ben tre incontri di un’ora e mezza cadauno, con l’assistenza delle ottime insegnanti (come si fa a non citare la prof. Rosa Chiara Serio, e poi ancora la prof. Cristina Aralla, e la prof. Adele Talesco, oltre alla prof-gancio già menzionata all’inizio di queste note?).
Le conversazioni dal tema “Le parole dell’Economia” hanno toccato tanti argomenti (oltre che un nuovo vocabolario) che vanno dai bisogni ai beni economici, dalla moneta al risparmio, dalla legge della domanda e dell’offerta al mercato, agli attori del sistema economico, alla teoria della banca, al concetto di benessere, di ricchezza, di Pil, di equilibrio. E poi ancora, per sommi capi ma non senza rigore, i concetti di interesse, investimento, prestito, azioni e obbligazioni, carte di credito, conti correnti, borsa valori…
C’è da rimaner sbalorditi per la curiosità, l’attenzione, la partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti di Lequile, e soprattutto per il loro contributo al dialogo o al dibattito in aula attraverso domande e risposte mai banali, anzi il più delle volte sagaci e mordaci. Congratulazioni a docenti e discenti di questa bellissima scuola.
Mi piacerebbe che al di là delle nozioni (o del nozionismo, che secondo me non guasta mai), ai ragazzi di Lequile rimanesse impresso il fatto che lo studio serve soprattutto a dare più o meno valore a persone ed accadimenti, ma anche a cogliere le differenze tra i pesi specifici delle cose. Vorrei che davvero il loro patrimonio fosse composto da alcuni concetti essenziali, come per esempio il fatto che l’essere sia più importante dell’avere, che la vita vissuta sta nel provare il bisogno (mentre il suo appagamento è la morte), che la vera forza non sta nella violenza (verbale o fisica) ma nell’accoglienza e nella comprensione dell’altro, che la scuola è il monumento, anzi il bene culturale più importante per una persona e per una comunità intera, che chi sa si diverte di più di chi non sa, che è giusto nutrire dei dubbi piuttosto che presumere di avere la certezza in tasca, che la felicità sta nel trovare un ostacolo o un muro (e nel provare ad abbatterlo o scavalcarlo), che il lemma lotta è voce del verbo amare.
Non mi rimane che augurare ad insegnanti ed a studenti lequilesi di sognare sempre l’impossibile. E di realizzarlo ogni giorno.
P.S. Ora resto in attesa della visita dei piccoli turisti di Lequile nella filiale della mia banca (che avverrà un giorno di questi).
E poi m’aspetto di leggere un resoconto redatto dai miei piccoli ospiti proprio su questi incontri ravvicinati del terzo tipo. Magari dalle stesse colonne di questo “Il Foglio lequilese”.
nov142010
Introduzione
Don Francesco Coluccia, direttore del Laboratorio culturale Benedetto XVI di Noha
Paola Congedo della Biblioteca Giona
Fabrizio Vincenti autore de “La Sapienza, criterio di Dio”
La festa finale.
ago312021
Secondo il rapporto sul “Consumo di suolo in Italia”, presentato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, nel 2020 le colate di cemento nel nostro Paese non si sono mai fermate nonostante il periodo di blocco del lockdown. Per ogni italiano ci sono 360 mq di cemento e la crescita negli anni è stata costante e irrefrenabile. Si pensi solo che negli anni ’50 i mq di cemento a disposizione di ogni italiano erano 160. L’incremento maggiore, secondo il rapporto, si è avuto in Lombardia, con 765 ettari in più in 12 mesi. La Puglia si attesta al terzo posto, dopo il Veneto, con un incremento di 493 ettari a testa.
Per quanto riguarda i Comuni, è Roma il Comune italiano che più ha trasformato il suo territorio in quest’ultimo anno con un incremento di superficie artificiale di 123 ettari. Al secondo posto, c’è Troia, nel Foggiano, con 66 ettari di incremento. Nell’elenco, ma più in fondo, anche Brindisi, Foggia e Bari.
Di Consumo del suolo parleremo venerdì 3 settembre 2021, a partire dalle 19.30, nell’ex Monastero delle Clarisse di Santa Chiara, in Piazzetta Galluccio a Galatina (LE) in una nuova tappa del progetto “Di Terra di Mare di Cielo”, nato da un’idea della storica dell’arte Lia De Venere, realizzato dall’Associazione culturale ETRA E.T.S. e promosso dalla “Teca del Mediterraneo”, la Biblioteca multimediale del Consiglio Regionale della Puglia.
Il progetto torna ad illuminare le più belle e attive biblioteche della regione con temi che raccontano di presente e di futuro.
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Alla serata, organizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale, interverranno il sindaco Marcello Amante, l’assessore al Polo Bibliomuseale e all’Ambiente Cristina Dettù e la Presidente del consiglio regionale pugliese Loredana Capone. Sarà quest’ultima a consegnare alla Biblioteca oltre 30 volumi scelti per approfondire i problemi ambientali.
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Ai saluti istituzionali, seguirà la presentazione, da parte della storica dell’arte Lia De Venere, di Jasmine Pignatelli.
L’artista, che vive e lavora tra Bari e Roma, è impegnata in un personale percorso nella scultura e le sue opere ben rappresentano ciò che pensa sulle tensioni dinamiche dello spazio e su tematiche di rilevanza sociale. Nel 2019 presenta a Bari (e nel 2021 sul lungomare Taulantia a Durazzo) l’opera pubblica Sono persone, in ricordo dell’arrivo della nave Vlora (8 agosto 1991) e tiene al MUSMA di Matera la mostra Heimat. Vince il Premio Memorie del Trust Floridi Doria Pamphilj (2018), mentre è del 2017 l’opera pubblica permanente Locating Laterza, Segnali d’Arte, realizzata nell’ambito di un progetto del Segretariato Regionale MiBACT.
A Galatina presenterà l’installazione intitolata Landless: tre figure geometriche – quadrato, triangolo, cerchio – sulla cui superficie si intravedono sezioni di antiche mappe geografiche. La loro presenza si fa metafora di una visione del mondo che privilegia il presidio dei confini fisici e l’isolamento dei popoli. Per Jasmine Pignatelli perdere la terra non è solo una questione di ordine materiale, ma anche una grave sconfitta dal punto di vista culturale.
Ad approfondire il problema del consumo del suolo, sarà Paolo Pileri autore di “100 parole per salvare il suolo. Piccolo dizionario urbanistico-italiano” (Altrɘconomia, Milano 2018).
Pileri è docente ordinario di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano. È membro di gruppi di ricerca nazionali e internazionali e consulente scientifico di ministeri, enti pubblici e amministrazioni locali. Si occupa di suolo, consumo di suolo ed effetti ambientali, e di progettazione di infrastrutture cicloturistiche in chiave antifragile. Ideatore e responsabile scientifico del progetto VENTO, il percorso cicloturistico che sarà realizzato lungo il fiume Po. Tiene la rubrica «Piano Terra» sulla rivista Altreconomia. È stato finalista al Premio Alessandro Leogrande 2021 con il libro “Progettare la lentezza” (ed. People). Nel suo libro svela il significato di oltre 100 parole dell'urbanistica, per insegnare ai lettori a "tradurre" in italiano e interpretare la legge della propria Regione, il piano del Comune o una sentenza del Tar, e denunciarne le incongruenze.
Dialogherà con l’autore, Maria Antonietta Aiello, docente di Tecnica delle Costruzioni, delegata all’edilizia e alla sicurezza dell’Università del Salento.
L’ingresso è libero, sino ad esaurimento posti, previa presentazione del Green pass.
Ufficio Stampa “Di Terra di Mare di Cielo”
lug102021
P.I.P.P.I. nasce nel 2011 dalla collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova. Si pone come obiettivo l’innovazione delle pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti, al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare.
L’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, composto dai Comuni di Galatina, Aradeo, Cutrofiano, Neviano, Soleto e Sogliano Cavour, inizia il suo percorso innovativo con P.I.P.P.I. nel 2014 e già nel 2016, grazie alla collaborazione degli stakeholders, degli operatori dei servizi e delle famiglie, sperimenta un percorso avanzato con l’istituzione di un proprio servizio formativo, denominato Laboratorio Territoriale (Lab T).
In occasione del decennale dalla nascita del Programma, l’Università degli Studi di Padova e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, decidono insieme di raccontare il buon lavoro svolto con le famiglie a livello nazionale, e per farlo sceglie le testimonianze in tre diversi Ambiti d’Italia: Bussolengo, Bologna e Galatina.
La prima tappa della narrazione parte da Galatina il 18 giugno 2021. Gli operatori e un’insegnante raccontano il lavoro intenso svolto negli ultimi sette anni e i genitori e i bambini P.I.P.P.I. definiscono i contorni di un’esperienza di crescita culturale e metodologica che affonda le sue radici scientifiche nella Valutazione Partecipativa e Trasformativa.
Il Programma P.I.P.P.I. contribuisce alla costruzione di Comunità Educanti dove l’interscambio relazionale genera crescita e consapevolezza, rafforza l’empowerment e orienta lo sguardo verso innovativi approcci di capacitazione, migliorando lo stato di salute e di benessere degli individui e dell’intera collettività.
L’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, con i suoi sei Comuni, ha raggiunto questi importanti traguardi perché ha creduto in quell’alchimia di intenti che rigenera il “fare preesistente, adempitivo ed urgente” in un “fare riflessivo e trasformativo”. Per tali motivi il Coordinamento istituzionale, composto dai Sindaci e dagli Assessori alle politiche sociali dei sei Comuni, nonché dall’Asl e dall’A.S.P. Istituto “Immacolata”, esprimono piena soddisfazione per il lavoro fatto sul territorio dal personale coinvolto nel progetto che fa diventare l'Ambito Sociale di Galatina luogo di innovazione e sperimentazione in campo sociale riconosciuto a livello nazionale.
Il bel lavoro con le famiglie P.I.P.P.I. rappresenta il risultato finale di un percorso spianato dall’impegno di tutti e il loro raccontarsi senza riserve e timori testimonia la relazione, il clima e la fiducia verso i Servizi territoriali ancora troppo stigmatizzati in logiche antiche ed ingiustificate.
La grande scommessa di P.I.P.P.I. è far diventare le famiglie protagoniste della loro emancipazione e non più utenti passivi di un Servizio. In tal senso, Famiglie e Servizi sono alleati nella crescita comune.
P.I.P.P.I. non esisterebbe se non ci fosse la quadra ed ognuno sa di essere equipaggio e non ciurma!
Barbara De Simone – Cinzia Riccardi – Antonio Dell’Anna (Formatori Programma P.I.P.P.I.)
Antonio Palumbo – assessore ai Servizi Sociali, Comune di Galatina
mag212019
Torna A CUORE SCALZO, la rassegna estiva di Galatina, con la sua II Edizione e un programma ricco di eventi. La Conferenza Stampa ufficiale si terrà venerdì 31 maggio alle ore 10:00 nella suggestiva cornice del Museo Cavoti.
Parteciperanno il Sindaco della Città di Galatina Marcello Amante, l’Assessore alla Cultura Cristina Dettù e l’Assessore al Turismo Nico Mauro. Saranno presenti il presidente di Arci Lecce Anna Caputo, il presidente di PugliArmonica Graziano Cennamo, e l’ufficio stampa dei Cantieri Teatrali Koreja, Paola Pepe.
Un’estate che, anche quest’anno, è “A Cuore Scalzo”, ma che segue ancora di più il battito che ne accompagna lo spirito. Energia e delicatezza di una donna che stringe tra le mani sole e musica. L’estate di Galatina è in questo quadro di passione e leggerezza, in un vortice di emozioni che la bella stagione sa suscitare.
La rassegna estiva di Galatina “A Cuore scalzo” nasce dalla città per la città. Si inaugura per il secondo anno consecutivo una nuova stagione che punta a far diventare Galatina punto nevralgico di una strategia culturale ben definita, che guarda all’intero Salento e a tutta la Puglia. “A Cuore scalzo” si sviluppa tra eventi musicali, letterari, artistici, enogastronomici, tra feste patronali in tutto il territorio e momenti di puro intrattenimento. Una rassegna così concepita non può che coinvolgere i soggetti che conoscono e vivono giorno dopo giorno Galatina, Collemeto, Noha e Santa Barbara, che amano a tal punto la loro terra da colorare di gioia, pensieri, ricordi e sorrisi le sere d’estate.
Grande risalto, anche quest’anno, viene attribuito alla festa dei SS. Pietro e Paolo. Dopo il successo della scorsa edizione, si dedicherà un’intera settimana alla festa, con eventi, mostre e spettacoli incentrati sul culto del tarantismo, ma anche “sull’abito della festa”, quello che Galatina vestirà in quei giorni.
La Città ha una maturità culturale tale da potersi “intrecciare” anche con altre culture, all’apparenza molto lontane da noi, ma che di fatto parlano la stessa lingua.
E poi ancora i libri, la letteratura, la libertà entrano anche quest’anno nel circuito del Salento Book Festival. “Libri, letteratura e liberà: non ci discosteremo mai da queste tre parole e da ciò che muovono – afferma l’assessore alla cultura Cristina Dettù - le porteremo anche nelle calde sere di scirocco, mentre la luna illumina le piazze e i bambini aprono le ali alla loro fantasia. A Cuore Scalzo è quindi carico, pieno di quell’entusiasmo che ha il sapore della bellezza, della storia, della musica che accompagna i nostri passi. “A Cuore scalzo” è un invito a porte aperte per tutti quei turisti che rimangono affascinati dalla semplicità e dallo stile di una città straordinaria com’è Galatina”.
Ufficio Stampa Amante
lug232021
Sono 271, in tutta Italia, le proposte ammesse al finanziamento del Programma Nazionale della qualità dell’Abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili. Di questi, 27 progetti ammessi sono pugliesi, per un valore di circa 482 milioni di euro.
Fondi stanziati dal Governo Conte con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale.
Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni) si aggiungono inoltre i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
«Sono risorse fondamentali per permettere la riqualificazione degli spazi urbani delle nostre città, partendo dal concetto di sostenibilità - commenta Leonardo Donno, Deputato salentino del MoVimento 5 Stelle - Di fatto i progetti selezionati miglioreranno la qualità della vita di migliaia di persone, andando ad incidere sull’inclusione sociale, anche tramite il coinvolgimento del terzo settore nella successiva gestione dell’intervento.
Più nel dettaglio, la Provincia di Lecce è interessata da due interventi, per un totale di 30 milioni (15 a progetto). Il primo: il recupero dell'ex sanatorio turbecolare "Antonio Galateo" per farlo diventare un edificio accogliente da ri-abitare con il social housing e servizi innovativi per la casa e la città, con la realizzazione di 70 appartamenti. È stato presentato dalla Regione Puglia, proprietaria dell'immobile.
Il secondo riguarda la realizzazione di 60 nuovi alloggi di edilizia popolare nel quartiere Santa Rosa, con recupero di spazi pubblici destinati a verde, sport e socialità, il potenziamento anche dell'area mercatale, per farla diventare un'area destinata al food. Il progetto è stato presentato dal Comune di Lecce.
Nelle selezione dei progetti - prosegue Donno - si è tenuto conto dell’impatto sociale, culturale, urbano-territoriale, economico-finanziario e tecnologico delle opere. Una misura straordinaria per rendere ogni singolo territorio del nostro Paese più sostenibile e pronto ad affrontare le sfide del futuro.
Per questo motivo il mio personale plauso lo rivolgo alle amministrazioni che hanno accolto la sfida e presentato progetto sostenibili e inclusivi degni di questo nome. Il risultato portato a casa è più che incoraggiante, considerata la battaglia che ho sposato sull'emergenza abitativa e sugli alloggi popolari sin dall'inizio del mio mandato parlamentare e che ha evidenziato gravi lacune sul fronte dell'edilizia residenziale pubblica in tutta la Provincia di Lecce. Un input che è stato accolto positivamente e che oggi porta a casa un primo risultato importante. Risultato che - continua Donno - dobbiamo certamente al lavoro del MoVimento 5 Stelle e di Giuseppe Conte, che appena un anno fa conquistò in Europa oltre 200 miliardi che, come vediamo, stanno arrivando in Italia e sui territori.
Quando la politica è mossa dalla reale volontà di fare il bene del Paese, gli sforzi congiunti e a più livelli portano sempre ad ottenere risultati importanti. E questi finanziamenti sono la testimonianza concreta».
M5S
apr122017
La cartolina dei candidati per la carica a Sindaco a Palazzo Orsini presenta la solita faccia di quel narciso consumato che si specchia nella palude della politica e quindi non è capace di vedere gli interessi vivi della città. Da tempo a Galatina ai partiti manca un idea di politica, di cultura, di ambiente e di turismo. I partiti sono deboli, le oligarchie dei gruppi invece sono forti e comandano al loro posto. Il Commissario prefettizio, Guido Aprea non ha chiuso il centro storico della città, istituendo la zona ztl, ma ha aperto il borgo antico ai cittadini e ai turisti liberandolo dal traffico insostenibile in città. La città e la sua storia per essere valorizzata deve essere vissuta, posseduta e accessibile. Nel lontano 2008, il Comitato dell’Associazione Boy’s sport arte e cultura raccolse 3500 firme per sostenere Santa Caterina Novella ed il borgo antico Bene culturale dell’Unesco. L’Amministrazione presieduta dal Sindaco Antonica deliberò in tal senso. Oggi nella cultura si fa una retromarcia inspiegabile frutto di un corporativismo dei commercianti del centro storico fuori dal tempo e contrario alla politica che sostiene le piccole città borghi gioielli d’Italia.
L’esempio della crisi e dell’incapacità nella cultura in città è dimostrato dalla scultura: “Lampada senza luce” di G. Martinez, la quale è in gravissime condizioni e necessita di un urgentissimo restauro. La Pupa sta per perdere una mano, ma è tutta la scultura ad essere gravemente lesionata. Per sottrarla alla sua distruzione bisogna rimuoverla dall’acqua putrida della vasca e custodirla in un ambiente sicuro e protetto, come il Museo civico P. Cavoti in città.
Al Commissario chiediamo di resistere, di difendere la sua decisione di chiusura al traffico nel borgo antico contro la resistenza dei commercianti del centro storico e di interessarsi della Lampada senza luce la quale per i galatinesi vale come la loro carta d’identità, quindi di assoluto valore civico.
Prof. Luigi Mangia
Associazione Boy’s sport arte e cultura.
mar252015
Il 24 marzo scorso presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università del Salento, Federica Mellone ha conseguito la laurea magistrale in Biologia discutendo una tesi sperimentale in Biochimica Applicata e Diagnostica dal titolo: "Valutazione del PCA3 nella diagnosi del carcinoma prostatico". Votazione finale: 110/110. Relatore la prof.ssa Alessandra Ferramosca, correlatore la dott.ssa Anna Rita Bruno.
Alla dott.ssa Federica, e a tutti i suoi parenti e amici, giungano le congratulazioni e gli auguri della redazione di Noha.it
***
P.S. Invitiamo tutti gli interessati ad inviare all'indirizzo info@noha.it notizie e immagini in merito a lauree, master, altri titoli accademici, specializzazioni e incarichi vari in aziende private o in enti pubblici di nohani (o di chi, in un modo o nell'altro, è legato a Noha) da pubblicare nella nuova rubrica "lauree". E' un modo come un altro per conoscere meglio il potenziale professionale, culturale e umano della nostra cittadina.
nov162013
Ci sarebbe molto da elencare a proposito dei danni derivanti dall’obbrobrio rappresentato dal mega-porco fotovoltaico di contrada Roncella (ma il discorso rimane valido anche per tutti gli altri campi trafitti da queste corone di spine, ferro, silicio, e giacché ci siamo anche cemento, che intasano a chiazze vaste aree del Salento).
Questi mali incommensurabili – elenchiamo a caso - vanno dalle variazioni del microclima all’inquinamento elettromagnetico; dall’energia prodotta in eccesso che si disperde in rete al tema dello smaltimento dei pannelli una volta terminato il loro ciclo “vitale”; dalle famose “ricadute occupazionali” pari a zero ai danni all’immagine di un habitat intonso fino a qualche lustro fa; dagli effetti nefasti provocati sulla salute dei salentini a causa del fatto che queste “energie alternative” non hanno fatto altro che aumentare la produzione di energia da combustibili fossili (vedi Cerano) - grazie alla truffa dei cosiddetti “certificati verdi”, come già spiegato altrove - alla sottrazione di terreni all’agricoltura, finiti per definizione; dal depauperamento economico-finanziario della nostra terra considerata dai conquistadores di tutto il mondo come un bancomat da assaltare al lavoro nero, alle mafie, al riciclaggio di rifiuti nascosti in questi “parchi”, al giro di soldi e mazzette e truffe di vario tipo ai danni dello Stato (che ogni giorno stanno intasando la cronaca nera locale, come se già il resto non bastasse)…
Ci sarebbe in effetti molto altro da dire, argomentare, chiosare sul tema. Ma temiamo che i nostri interlocutori vengano colpiti da ictus cerebrale per troppo stress da concentrazione. E quando diciamo “interlocutori” vogliamo includere oltre all’ex-sindaco di Galatina, anche il suo successore e attuale primo cittadino, con tanto di curie e codazzo al seguito (in effetti non c’è soluzione di continuità tra la padella e la brace), ed una marea di concittadini in pantofole, sedotti e abbandonati su comodi divani & divani.
Tutto questo cercavamo di comunicare ai tempi in cui scendevamo in piazza per spiegare ai cittadini a cosa si andava incontro, per raccoglierne le firme di protesta e proposta, per distribuire sacchettini di terra benedetta (benedetta direttamente da Dio, s’intende)…
Ma in quel tempo tanto le “autorità” civili che quelle religiose, non solo mostravano orecchio da mercante non solidarizzando con te e la tua lotta contro gli inganni travestiti da “energie alternative”, ma facevano a gara per far fare il turno di riposo alle rispettive intelligenze. Sicché l’una ti dava della “vittima della calura estiva”; l’altra del “profeta di sventura”. E tu a continuare a combattere contro il vero micidiale spread che purtroppo continuerà ad assillarci per un bel po’: quello culturale.
Panorami di ferro e silicio. Distese enormi di pannelli fotovoltaici entrati per sempre nei paesaggi delle nostre campagne, come novelle cartoline da inviare ai tour-operator del resto del mondo. Specchi riflettenti che affiancano ulivi e fichi d’india, e spesso si sostituiscono ad essi, mangiandosi la terra rossa e l’orizzonte. E noi altri, nel mentre ammiriamo queste prospettive, dobbiamo pure ricordarci ogni bimestre di pagare la bolletta, il dazio ai signori dell’“energia alternativa” che vengono da lontano.
Salento, mare, sole e vento sono ormai una leggenda, una fola, un luogo comune, una corbelleria. E solo chi credeva nelle favole poteva pensare che questa fosse la realtà.
La verità, invece, brilla della sua stessa perspicuità. Sicché il resto della storia è oggi espresso da un altro slogan un po’ meno ipocrita e più empirico: Salento, male, fole e cemento. Il tutto avvolto dalla tormenta infinita (come quella del V canto dell’Inferno dantesco) prodotta stavolta dal vento sinistro degli insipienti e degli ottusi.
ott132013
Nel 1973, esattamente 40 anni fa, veniva alla luce il volumetto “Storia di Noha” edito da “Grafiche C.Borgia” di Casarano. E’ opportuno ricordare quell’evento, anche per verificare il cammino che si è fatto e non spegnere l’entusiasmo che aveva creato.
Ero da poco rientrato in Italia, dopo 5 anni di Missione in Canada, e per motivi di salute mi fermai a Noha oltre il previsto. Fu così che, tanto per passarmi il tempo, cominciai a curiosare nell'archivio parrocchiale di Noha. Trovai un libretto di una cinquantina di paginette intitolato: “L'Università e il Feudo di Noha - Documenti e Note” scritto da un certo prof. Gianferrante Tanzi, ed edito nel 1906 da Tipografia Cooperativa a Lecce. Questo scritto prezioso, essendo ovviamente fuori catalogo, non è facilmente reperibile.
Le mie ricerche su Noha partirono proprio da lì. Mi resi conto, leggiucchiando il libriccino del Tanzi, che Noha aveva avuto una storia molto antica e molto ricca di notizie, anche se quello che leggevo in quel libercolo a volte era vago e impreciso. Mi venne voglia perciò di fare ricerche più accurate.
Mi misi a intervistare testimoni qualificati e informati su alcune notizie e tradizioni di Noha. Cominciai a consultare anche altri documenti di storia locale, arrivai all'archivio vescovile di Nardò, di cui ab immemorabili Noha aveva fatto parte, consultai l'archivio di Stato di Lecce e la biblioteca comunale di Galatina. Negli spostamenti sovente mi guidava don Donato Mellone, in quel tempo Arciprete di Noha, a cui devo tanta gratitudine sia per la sua grande disponibilità ad accompagnarmi e sia per avermi permesso di consultare l'archivio della Parrocchia.
Dopo circa un anno di ricerche (1972-1973), per la prima volta davo alle stampe la prima edizione. Di Noha e della sua storia nessuno conosceva le antichità, nessuno ne parlava, nessuno sapeva, neanche a livello di istituzioni o di cosiddetta gente di cultura.
Il libro di appena 90 pagine fu stampato a Casarano dall’editrice Borgia; mi sovvenzionò la stampa un'amica dei Missionari della Consolata che avevo conosciuto durante la mia permanenza a Salve, un comune vicino Santa Maria di Leuca. Furono stampate 300 copie, arricchite da una mappa del paese che avevo fatto io stesso in maniera molto artigianale, senza essere né un tecnico né un geometra, tracciandone il disegno delle strade che percorrevo con la mia Bianchina. Anche le foto le avevo fatte io stesso in bianco e nero. Il volumetto fu messo in vendita a 1.000 Lire la copia e andò letteralmente a ruba, soprattutto perché l'avevo arricchito con una raccolta di proverbi dialettali e di alcune mie poesie in dialetto che suscitarono (finalmente) la curiosità dei nohani. Quell’edizione si esaurì in men che non si dica.
Pubblicato e venduto quel libro, le mie ricerche non finirono più. Per me era naturale continuare ad approfondire le ricerche su Noha (che, voglio dirlo con determinazione anche ai giovani, danno sempre grandi soddisfazioni).
Dopo 15 anni, scoperti nuovi documenti, nel 1989 chiesi al Sindaco di Galatina, che in quel tempo era l’On. Beniamino De Maria, se valeva la spesa stampare i miei aggiornamenti. Fu così che l’Amministrazione Comunale si prese cura del mio scritto, approvò e sovvenzionò completamente la stampa della nuova opera con 4 milioni di Lire. L’Editrice Salentina di Galatina stampò così la seconda edizione della mia “Storia” in mille copie, questa volta arricchita dalle foto in bianco nero dello studio fotografico Mirelfoto- Pignatelli di Noha, oltre che quelle del mio archivio.
Feci la “presentazione” della nuova edizione alla scuola media di Noha dove fu adottata come testo di cultura locale: l’edizione era più ampia della prima per i contenuti ma anche più elegante nella forma.
Intanto io continuavo le mie ricerche (le notizie sono come le ciliegie: una tira l’altra) e scoprivo altre notizie sempre molto interessanti. Trovai per esempio una relazione sullo stato della parrocchia da parte di Don Michele Alessandrelli, arciprete di Noha dal 1847 al 1882, che, in occasione della visita pastorale del Vescovo di Nardò, aveva compilato con molta precisione di particolari preziosissimi. Trovai anche una relazione ricchissima di informazioni del “primo” Vescovo di Nardò che ritenevo molto interessante.
Inoltre analizzando meglio tutti i documenti dell'archivio parrocchiale, che lessi e trascrissi in “file digitali” per scoprire i miei antenati (ho potuto costruire cos’ il mio albero genealogico fino al 1500), trovai notizie abbondanti sulla situazione sociale, religiosa, economica e politica della gente di Noha. Erano tutte notizie preziose che meritavano di essere pubblicate.
Erano passati trent’anni dalla prima edizione. La seconda edizione era ormai esaurita. Valeva la pena far conoscere al pubblico le notizie di cui ero venuto a conoscenza. Cercavo il modo di stampare una terza edizione, ma come tutti sanno, la difficoltà principale in questo settore dell’editoria locale era proprio quella di reperire i fondi, o comunque trovare un mecenate che si prendesse cura della cosa.
La mia destinazione a Galatina nel 2003 in qualità di parroco della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria e l’incontro con il Dott. Antonio Mellone fu provvidenziale. Fu Antonio che venne a cercarmi in parrocchia per propormi di stampare i miei aggiornamenti con una nuova edizione elegante, bella, ricca, di lusso, direi anche spettacolare e impensabile e degna di stare nelle migliori biblioteche nazionali ed estere (come di fatto mi risulta essere) e nacque così il volume Noha, Storia, Arte, Leggenda. Grazie all’editore-mecenate, il compianto Michele Tarantino, l’edizione venne alla luce nel 2006. In quella occasione Michele ebbe a scrivere: “Questo libro è a tutti gli effetti un bene culturale, un dono, un regalo che ho voluto fare innanzitutto a me, ma anche a mia moglie, legata, come me, alla terra dei nostri genitori; e - consapevole del fatto che i buoni frutti nascono da alberi che hanno coscienza delle loro radici - ai miei figli, nati e cresciuti nell’Italia del Nord, affinchè conoscendo la Storia di quello sperduto paese di provincia che risponde al nome di Noha, imparino sempre più ad amare e a rispettare le loro stesse origini; ai miei conterranei salentini ed ai miei amici sparsi in ogni parte d’Italia, e a tutti quanti si degnino di leggere e consultare questo volume, perché, benché a volte mute, anche le piccole realtà locali possono essere importanti testimoni della Storia”.
Grazie Michele Tarantino per questo messaggio così caldo e sentito! Oggi anche tu sei una pagina bella della Storia di Noha.
Ma le mie ricerche sono sempre continuate (secondo quel saggio proverbio nohano secondo il quale: fino alla bara sempre s’impara). Oggi a 40 anni da quella prima edizione posseggo notizie e scoperte che quarant’anni fa erano impensabili e sconosciute a tutti. Tante sono state rese pubbliche sul nostro giornalino on-line l’“Osservatore Nohano” di felice memoria.
Ma a questo punto sarebbe opportuna una pubblicazione nuova “ordinata e completa” di come avevo immaginato che fosse la storia del mio paese, quando, esattamente quarant’anni fa, resi pubblica la mia prima edizione della “Storia di Noha”.
P. Francesco D’Acquarica
nov212017
Nella scuola primaria POLO 1 prende il via oggi il progetto "SCUOLA VIRTUS BASKET GALATINA" organizzato dall'A.S.D. VIRTUS BASKET GALANTINA. Il progetto avrà la durata di 5 settimane e vedrà coinvolte tutte le classi della scuola primaria di Galantina e Collemeto, i ragazzi saranno guidati nell'apprendimento dei fondamentali del basket dagli istruttori di mini- basket qualificati: Sandro Argentieri, Paolo Vernich, Carlos Sordi.
La VIRTUS BASKET GALANTINA nell'ambito della realizzazione di tale progetto, ha fatto dono al Polo 1 di un canestro. Il progetto non comporterà alcun costo né per la scuola né per le famiglie degli alunni che prenderanno parte alle lezioni. L'A.S. VIRTUS BASKET ringrazia il Polo 1 nella persona della dirigente scolastica Dott.ssa ANNA ANTONICA, per aver saputo cogliere l'importanza del valore formativo che il progetto " SCUOLA VIRTUS BASKET" rappresenta.
L'attività sportiva è una risorsa culturale ormai riconosciuta nell'ambito delle moderne Scienze dell'educazione, quindi, attraverso il gioco del basket, questo progetto ha come scopo: l'integrazione tra ragazzi, la socializzazione, l'educazione al rispetto dell'altro, la conoscenza di se stessi, l'acquisizione del valore delle regole in modo da riconoscere, attraverso l'attività motoria e sportiva, i valori etici alla base della convivenza civile.
VIRTUS BASKET GALANTINA
feb122015
Galatina "ombelico del Salento", così chiamata in quanto posta esattamente al centro del territorio salentino.
Rappresenta uno dei principali poli turistici del territorio grazie alla ricchezza ed all’originalità del proprio patrimonio storico, culturale ed enogastronomico.
I gioielli artistici di Galatina sono custoditi principalmente all’interno della cinta muraria del XVI secolo, dove palazzi nobiliari, corti e vicoli, rendono suggestiva la visita e l’ammirazione del barocco galatinese.
Autentico fiore all’occhiello è la francescana basilica di Santa Caterina d’Alessandria del XIV secolo situata nell’antica Piazzetta Orsini, come anche la centrale chiesa matrice dei Santi patroni Pietro e Paolo che impone la sua facciata barocca sull’omonima piazza nel cuore del centro antico.
La vastità e l’imponenza del patrimonio architettonico espresso, ha portato alla conquista da parte di Galatina del titolo di “Città d’arte”, che ha spinto l'amministrazione comunale ad investire sulla creazione di alcuni brand turistici che focalizzano l’attenzione proprio sulle potenzialità espresse della città.
In questo senso è giunta già alla quinta edizione la manifestazione “Le Corti a Mezzanotte”, che rappresenta uno dei principali brand turistici su cui Galatina ha deciso di puntare, anche alla luce dei risultati.
Nata nel 2011, “Le Corti a Mezzanotte” è una manifestazione che si tiene all’interno della splendida cornice del centro storico di Galatina, nell’arco di una serata, generalmente nell’ultima settimana di Agosto (VI edizione 21 agosto 2015).
Durante questa serata oltre agli antichi palazzi barocchi, il borgo apre a tutti i visitatori le sue principali corti, che sono valorizzate ed arricchite da esposizioni pittoriche, da spazi musicali e da percorsi enogastronomici, che contribuiscono
a far assaporare in tutte le sue forme il barocco galatinese. (www.lecortiamezzanotte.it)
Non a caso Galatina oltre al marchio di “Città d’arte” possiede anche il marchio di “Città del vino”, in virtù dell’antica e sempre attuale produzione di vino locale, portato avanti negli anni da importanti cantine vinicole che contribuiscono ad esportare il nome di Galatina a livello nazionale ed internazionale.
Ecco perché nasce, il festival “Barocco wine music” attivando un sistema di promozione ed avvicinamento alla cultura del vino con oltre 200 etichette regionali.
Barocco wine music, manifestazione organizzata nel mese di Ottobre (edizione 2015 10 ottobre), rappresenta da questo punto di vista il secondo brand turistico sul quale l'amministrazione comunale ha investito, in linea con la tradizione e con i marchi posseduti dalla città. (www.baroccowinemusic.it)
Molte le tradizioni culinarie e sopratutto dolciarie del territorio: africano, mustacciolo, sibilla, mafalda e il famoso pasticciotto, una grande tradizione che esplode già nel 1745 nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone con questo dolce tipico composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.
Così da una grande tradizione dolciaria ma anche enogastronomica nasce "Dolce Città Nostra" che si presta alla sua seconda edizione dopo il grande consenso ottenuto.
La manifestazione si terrà domenica 12 aprile 2015 in occasione della giornata
"La Penisola del Tesoro" del Touring Club che ha scelto, insieme ad altri otto comuni italiani, anche Galatina dove saranno presenti circa 900 associati.
La Penisola del Tesoro 2015 è un’iniziativa importante del Tci che da 16 anni porta i soci a scoprire i beni culturali meno noti prendendo come punto di riferimento, il patrimonio negato, per valorizzare un patrimonio fondamentale per il futuro del Paese.
“Galatina investe anche nei nuovi sistemi di comunicazione on-line per dare servizio alla città stessa ma soprattutto – come rimarcano il sindaco Cosimo Montagna e l’assessore al Turismo Alberto Russi - per incentivare i turisti a fruire e muoversi liberi nel grande patrimonio architettonico. Già da due anni Galatina ha investito nella guida virtuale con i codici qr diffusi tramite paletta sui maggiori monumenti del centro storico che permettono al turista di avere tutte le informazioni utili senza nessuna guida.
Aderisce quest'anno al progetto dell’Associazione culturale AMiCA (Audio Musei a Cielo Aperto), che ha il principale obiettivo di promuovere il patrimonio culturale attraverso lo sviluppo di progetti e strumenti innovativi”.
Strumenti che si fondono con la creazione dell’APP GalatinaAmica, disponibile in italiano e inglese per IOS e Android che presenta 6 sezioni principali: Monumenti (contenente le schede dei beni esaminati con foto, descrizioni, ubicazione nonché la relativa traccia sonora), Categorie (in cui sono presenti alcuni selezionati consigli per l’utenza), Itinerari (sezione in cui sono presenti i percorsi per fruire di tutti i beni analizzati), Mappa (contenente i punti di interesse) e Downloads (sezione contenente l’elenco delle audioguide disponibili sul proprio dispositivo e quindi fruibili in OFFLINE). Lo strumento realizzato è una proposta per una visita multimediale della città, un cicerone interattivo che grazie alla funzione Realtà Aumentata porterà il visitatore a scoprire ciò che ha intorno. (www.arteamica.com)
gen182018
Il Comune di Galatina e il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento stipulano un accordo al fine di collaborare nell'organizzazione e nella realizzazione di progetti nel campo dei Beni Culturali ed in materia di sviluppo coordinato ed integrato delle attività di ricerca scientifica, di conservazione, recupero e valorizzazione del patrimonio locale e non.
Galatina è stata individuata dall'Università del Salento come sede di svolgimento di attività anche di interesse della Facoltà del DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, in ragione della rilevanza del proprio patrimonio culturale.
“È un onore per tutta la Città accogliere l'arte e la scienza dell'Università del Salento all'interno del nostro palazzo della Cultura. Per il Comune di Galatina la cultura rappresenta un'importante opportunità strategica per la valorizzazione e lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell'intero territorio" dice il Sindaco Amante. "Tra l'altro, in coerenza con gli obiettivi programmatici di mandato, l'amministrazione ha avviato sin da subito azioni rivolte a rendere la cultura il motore da cui far rinascere l'economia e l'orgoglio della Città."
Allo stesso modo l'Assessore alla Cultura Dettù afferma che "la partecipazione degli studenti iscritti al DAMS rappresenta per la Città un'importante occasione di crescita culturale e di coinvolgimento di giovani, esperti, operatori del settore docente e portatori di interesse, che potranno rappresentare per tutto il territorio galatinese una preziosa risorsa. L'accordo con l'Università del Salento si arricchisce anche della rinascita a Galatina della <Notte della Cultura> che coinvolgerà tutte le associazioni del settore, a dimostrazione dell'investimento credibile che l'amministrazione sta facendo sulla madre-cultura."
Ufficio stampa Marcello Amante
lug082020
Ma cosa cavolo avranno mai combinato le Mamme No-Tap per essere state rinviate a giudizio in un maxiprocesso da celebrarsi magari in un’aula bunker? Vuoi vedere che tomo tomo cacchio cacchio saranno loro la cagione della devastazione del patrimonio naturale, culturale ed economico del Salento? Non mi dire che avranno espiantato ulivi senza il permesso, abbattuto muretti a secco, eluso normative, e pure perforato, penetrato, cementificato, inquinato acque, disatteso prescrizioni, utilizzato la forza pubblica per interessi privati, e già che c’erano pure corrotto.
Di più? E quale altro reato potrebbero di grazia aver commesso ‘ste benedette donne? Oltraggio a pubblico manicomiale, dite? Tipo testate ai manganelli, labbra tirate sui pugni (che fanno così male alle nocche), addomi scagliati contro le ginocchiate, volti supplicanti lo schiaffo del soldato (o del poliziotto), addirittura spaccio di fumo (nel senso di lacrimogeni) negli occhi? E che hanno scambiato un cantiere per la Diaz?
Manco questo. Caspita, allora vuoi vedere che qui c’è da scomodare il codice Rocco laddove si parla addirittura di lesa maestà, di insurrezione, di sputtanamento del re che era meglio si mettesse qualcosa addosso e, dio non voglia, di critica, satira e perfino istigazione a distinguere? Ma se è così la cosa è grave assai. Da Corte d’assise proprio.
Signora mia, dovresti sapere che in una società resiliente e assertiva come la nostra - con tanto di sensi di colpa pungolati con metodo, e cloroformio servito all’happy hour - la disobbedienza civile si sopprime sul nascere, i ribelli si emarginano, gli oppositori si ostracizzano. Suvvia, parlar male di Tap (e degli altri compagni di merende altrimenti detti “volani per lo sviluppo”) non è mica politically correct: è iconoclastia applicata, blasfemia da anatema pontificio, eresia da rogo.
Qui il catechismo ideologico è tale che se pretendi una V.I.A. rigorosa ti arriva immediatamente un Foglio di Via (quando non una novella SS. 275 a quattro corsie); sono ammesse soltanto le manifestazioni osannate dai “giornali” e dai loro mandanti; il critico può fare il critico purché non parli mai male di nessuno; la battuta vien tollerata soltanto se anestetica, da Bagaglino, mai pungente o dissacrante - ché qui ogni arguzia dev’essere sottoposta a primo e secondo tampone.
D’altronde è da una vita che acclamiamo in successione prima il governo dell’amore, poi quello del fare, attualmente il governo del cambiamento, e così via, fino al prossimo venturo governo della sicurezza, al consecutivo esecutivo della carità e al susseguente che potrebbe essere a scelta o il governo dell’azione o quello della semplificazione. Che cambia. Al termine del ciclo di questa diciamo metempsicosi, avremo finalmente un bel governo della felicità (ovvero, in caso di vittoria dell’“opposizione”, il governo della gioia): sicché la giustizia potrà essere amministrata in nome di un popolo dall’alta concentrazione di doppiolavoristi il cui secondo lavoro è il più antico del mondo.
*
Mamme No-Tap, voi siete a processo perché avete osato gridare davanti a tutti: “Viva la vida”. Per favore, ripetetelo ancora una volta davanti al pubblico ministero, scanditelo bene di fronte al vostro giudice, fatelo mettere agli atti dal cancelliere. Ribadite con l’eterna Frida Kahlo (1907-1954): “Sono nata con una rivoluzione. Sono pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. […] La lotta in questo processo è una porta aperta all’intelligenza”.
“Viva la vida” scrisse questa donna straordinaria che non poté essere mamma, poco prima di morire, nel luglio del 1954, su una delle sue Fette di Mellone.
Antonio Mellone
gen282021
L’Amministrazione Comunale di Galatina, guidata dal sindaco Marcello Amante, sposa il progetto di rigenerazione ambientale denominato “Il Bosco di Athene”, proposto dall’Associazione Salento Km0. L’associazione, che negli anni ha sviluppato come sua missione principale quella di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio, intende agire soprattutto attraverso eventi, laboratori, mostre, pubblicazioni, incontri, progetti e prodotti, in sinergia con le Istituzioni, tra cui appunto il Comune.
Nello specifico il progetto “Il Bosco di Athene” ha l’importante e ambizioso obiettivo di rigenerazione ambientale e valorizzazione delle aree verdi ed extraurbane per rispondere alla crisi ecologica in corso, fortemente compromesse dal disseccamento rapido degli olivi, diventati nel giro di pochi anni distese di alberi secchi, facili bersagli di incendi e speculazioni edilizie. In particolare si intende convertire un’area attualmente sottoutilizzata e degradata in un bosco di comunità, incrementandone il valore ambientale e sociale attraverso laboratori permanenti di pratiche agro ecologiche e di sperimentazione.
Per realizzare il progetto l’Amministrazione, partner attivo dell’Associazione Km0, si occuperà della realizzazione di una mappatura dei terreni demaniali per replicare il progetto e ampliarne le ricadute; darà il via all’autorizzazione a campagne di piantumazione in terreni di proprietà comunale da individuare con apposita ricognizione; consentirà la concessione in comodato d’uso di terreni demaniali senza alcun onere per l’Ente; realizzerà la bonifica dei terreni dai rifiuti presenti; garantirà il supporto organizzativo attraverso gli uffici competenti; garantirà il supporto comunicativo per l’iniziativa presso gli organi di stampa e per informare la comunità.
Il “Bosco di Athene” nasce – dichiara Casaluci, presidente dell’associazione Salento KmO - dalla collaborazione dell’Associazione Salento Km0 con un gruppo di cittadini e professionisti galatinesi con l’intento di rigenerare e valorizzare la cinta rurale di Galatina, ricca di beni ambientali e culturali sotto-utilizzati e oggi fortemente colpita dal disseccamento degli olivi. Vogliamo realizzare un progetto incentrato sulla riforestazione di terreni pubblici e privati abbandonati, nel nostro comune così povero di spazi naturalistici dove godere del contatto con la natura. Vogliamo creare un “bosco di comunità”, realizzare attività e laboratori permanenti di pratiche ecologiche e di sperimentazione di produzioni sostenibili. Siamo soddisfatti del supporto manifestato dall’Amministrazione sin dal primo momento per un progetto così importante per la comunità, formalizzatosi nella deliberazione di un partenariato attivo, certi che sia solo il primo passo verso la costruzione di un percorso collettivo di interesse comune».
Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina
mag172016
Bicivetta, associazione culturale galatinese di promozione della mobilità lenta, inaugura il programma di escursioni ciclistiche “In bici tra paesaggio e tradizioni”. L'inizativa si articolerà in quattro appuntamenti, distribuiti nei mesi di maggio e giugno, dedicati all'esplorazione a pedali del patrimonio storico e naturalistico di Galatina.
Il programma, che è stato presentato alla comunità galatinese lo scorso 14 maggio presso la libreria Fiordilibro, iniziarà il prossimo 22 maggio con un ciclotour geo-‐botanico lungo 20 km, che attraverserà il paesaggio rurale ad ovest della città di Galatina, nelle località Latronica, Specchia di Mosco e Lovita. Si tratta di un paesaggio che manifesta suggestivi elementi arcaici, costituito da pascoli erbosi, macchia mediterranea, boscaglie di querce e oliveti. L'escursione sarà guidata da tre esperti, un botanico, una geologa e una guida turistica, e consentirà di scoprire alcune delle entità floristiche più interessanti presenti nel territorio galatinese, come la quercia vallonea e il lino delle fate piumoso; consentirà inoltre e di soffermarsi su particolari elementi geomorfologici e idrogeologici, quali la dolina di Specchia di Mosco, che ha un diametro di oltre 100 m, e un tratto del Torrente dell'Asso, che è il più lungo corso d'acqua della Provincia di Lecce.
Appuntamento, quindi, domenica 22 maggio alle ore 9:00 a Galatina, in Via Roma, nei pressi del ristorante “I due trappeti”, vicino all'ospedale. La partecipazione è ristretta ad un numero massimo di 25 persone; per questa ragione è obbligatorio iscriversi entro la sera del giorno precedente l'escursione. Per info e prenotazioni: spaziobicivetta@gmail.com, tel. 3299837662. Gli aggiornamenti sull'iniziativa saranno pubblicati sulla pagina Facebook “Spazio Bicivetta -‐ Ciclofficina sociale”.
Per info, costi e prenotazioni:
spaziobicivetta@gmail.com;
Tel. 3299837662
ago092016
In Puglia ogni angolo, ogni paese, è l’occasione per scoprire la straordinaria ricchezza di un patrimonio musicale unico. Ritmi che parlano un linguaggio semplice, ma incredibilmente affascinante. Una terra che può essere percorsa seguendo i flussi della musica, fuori dalle consuete indicazioni turistiche. Dove non esiste alcuna differenza tra il musicista e l’ospite. Dove il turista è immediatamente uno del posto. Non rimane che lasciarsi andare al piacere della musica e della scoperta, farsi travolgere dalle note che raccontano questa terra e la sua gente, contagiati da una frenesia che sembra non finire mai. Uno spettacolo che ci farà entrare, sempre più, nel cuore autentico della Puglia.
Basta il suono di un tamburello per evocare riti antichissimi e per entrare in quel miscuglio di sentimenti autentici che vive nel Salento più profondo; il set perfetto, quello originale, per storie di tarantate e di donne morsicate dal ragno maculato, di antiche abitazioni dove andava in scena il rito della guarigione.
Cercatene le tracce a Galatina, un posto al di fuori dei più battuti circuiti turistici, un luogo di misterica suggestione, con uno splendido ed esteso centro storico e la suggestiva piazza San Pietro, tripudio di barocco e rococò. Luogo simbolo del tarantismo – la Cappella di San Paolo –, nel tempietto a navata unica le devote ammorbate dal veleno dal ragno venivano a chiedere la grazia e a bere l’acqua del pozzo che zampillava nell’androne del palazzo. Dopo un lungo restauro, la pala di Francesco Saverio Lillo è tornata a vegliare dall’altare e a preservare il ricordo delle sorelle Farina, immortalate ai piedi del Santo. Leggenda narra che le due donne erano note in tutto il circondario per i loro poteri taumaturgici. Non avendo figli a cui passare questa eredità, le sorelle sputarono nel pozzo di palazzo Tondi-Vignola, dando così origine alle ben note processioni delle “tarantolate”. Ma forse, osservando la tela, sarebbe il caso di declinare al maschile il sostantivo: tra le braccia delle due donne non giace infatti una giovane, bensì un uomo.
Un itinerario guidato alla scoperta di suggestioni d’un tempo ormai lontano, tuttavia oggetto di indagine per antropologi e studiosi di musica mentre la pizzica è diventata negli ultimi anni la colonna sonora di un Salento che, forte della sua identità, di un patrimonio culturale e naturalistico vastissimo e del folklore, rapisce il cuore dei suoi visitatori.
16 AGOSTO 2016 | 10:30 - 11:30 - 16:30 - 18:30
Meeting point:
IAT Informazione e Accoglienza Turistica
GALATINA, c/o Torre dell’Orologio - via Vittorio Emanuele II, 35
T. +39 0836 569984 - +39 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com
Prenotazione obbligatoria
#VisitGalatina
gen102011
Per comodità cerco, e a volte ci riesco, d’arrivare in abbondante anticipo a lezione. Oggi però (7 gennaio per chi scrive) sembra proprio non sia la mia giornata fortunata: ho già sette minuti di ritardo e ancora non ho preso posto nella sala “C. Contaldo” del Palazzo della Cultura a Galatina, dove il Prof. Paolo Maria Mariano dovrebbe tenere la sua lezione. Mi ci vuole poco comunque a trovare una seggiola, a togliere fuori dal taschino carta e penna e attendere con pazienza l’inizio dell’esposizione.
Premetto che questa è la prima volta che prendo parte alle lezioni dell’Università Popolare “Aldo Vallone” – che non è l’Università della terza età, come il Prof. Virgilio ci tiene giustamente a ricordare porgendo il suo invito ai più giovani – e se mi si chiede di spiegare i motivi di questo ritardo (il secondo), sono sincero, dovrei inventarmene qualcuno di sana pianta. Di sicuro, però, sarei in grado, semmai fosse necessario, di legittimare la mia presenza alla lezione di oggi, e comincerei proprio commentando quello strano“Una casa lungo la Neva”, ora proiettato nella prima slide.
Capisco l’inarcamento delle sopracciglia, ma provate anche voi a porre accanto a questo titolo idilliaco il nome del relatore prof. Paolo Maria Mariano, docente di meccanica teorica presso l’Università di Firenze e la Scuola Superiore Normale di Pisa, e scienziato di fama internazionale: come si fa a non provare una certa curiosità, è inevitabile non essere abbagliati da questo inusuale accostamento. Se poi si continua a leggere, Fuga dei cervelli e senso dell’istruzione: un esempio settecentesco, ecco chequel filo di curiosità, che continuava imperterrito a punzecchiarti il naso, subisce una lenta metamorfosi sino a trasformarsi nell’ineluttabile bisogno di approfondimento.
Ed eccomi allora qui. La lezione è cominciata, appena qualche minuto fa, con uno scienziato, appunto, che dalla cattedra annunciava all’uditorio la sua intenzione di parlare di storia e attualità, ovvero di certe cose accadute nel passato, ma che ancora si ripetono, avvalendosi pertanto della massima di B. Croce, Non c’è storia che non sia contemporanea. Poche slide, quindi, per descrivere il luogo in cui si andrà ad ambientare la storia, cioè San Pietroburgo; poi viene presentato un documento, un libello di appena sedici pagine, che il professore riferisce essere la tesi con la quale un giovane diciannovenne concorre, nel 1727, all’abilitazione all’insegnamento nell’Università di Basilea, pro vacante professione physica.
Ma è proprio a questo punto che, prima nel titolo dell’opera Dissertatio Physica De Sono, e poi nel nome dell’autore Leonhard Eulerus, si riesce a intravedere uno spiraglio di luce. I frettolosi concluderebbero: bene, parleremo del famoso Eulero e della fisica del suono, ma sarebbero subito messi in difficoltà dai più riflessivi, i quali evidentemente chiederebbero cosa c’entrino i cervelli in fuga e l’istruzione in tutto ciò.
Chi conosce la biografia di Eulero ha già pronta la risposta, chi invece non è informato sui fatti dovrà attendere ancora un po’ e intanto incassare la notizia della perdita del concorso in questione e la vincita da parte di un certo Benedict Stachelin, laureato in medicina e proveniente da una famiglia con influenza sull’accademia svizzera. Solo dopo la morte di Eulero si saprà, infatti, che quel concorso era avvenuto, come da prassi, per estrazione di un gruppo di concorrenti e successiva valutazione. A questo punto la domanda è: quanto bisogna essere ingenui per credere che non vi siano stati favoritismi?
Abbastanza, se si pensa che Eulero avrà all’attivo ben 886 lavori senza coautori (opera omnia) e fornirà contributi storicamente cruciali in svariate aree dello scibile umano. Il tutto fuori da quella Svizzera che gli aveva dato i natali e lo aveva formato: Eulero accetterà, senza esitare, l’offerta di Daniel Bernoulli di ricoprire un posto di aggregato nella neonata Accademia di San Pietroburgo (ecco come si arriva alla famosa casa lungo la Neva!).
Ed eccoci anche giunti, con questo excursus storico, ai giorni nostri. Il prof. Mariano non esita a snocciolare alcuni numeri significati: si parla di 40.000 docenti universitari italiani in Italia e 20.000 all’estero. Si assiste con questo a un flusso unidirezionale – pochi sono, infatti, i professori stranieri in Italia – a un dannoso drenaggio che impoverisce sempre più l’Italia e allo stesso tempo contribuisce allo sviluppo della scienza, della tecnologia e dell’economia dei paesi ospiti.
Perché l’Italia acconsente a ciò? Perché s’è perso il senso dell’istruzione - tuona il giovane professore - che influenza la scelta dei docenti, quindi la qualità dell’istruzione stessa e pertanto il suo senso e il suo valore. Un serpente, quindi, che si morde da solo la coda e la morde ai giovani. Manca una visione culturale d’insieme dell’istruzione, che deve essere quanto più formativa, e non informativa, poiché è alla base delle competenze lavorative, della capacità di analisi critica, della cultura sociale e dell’etica del lavoro, tutte sempre più in deficit.
Che fare allora? Tanti sono i suggerimenti, tanti i consigli, tutti riassumibili, a mio parere, in quella frase che il prof. Paolo Maria Mariano pronuncia schiettamente e con forza, ma che occorrerebbe ripetere lentamente e all’infinito, tanto quanto basta per convincerci, una volta per tutte, che la cultura è un bene sociale.
giu232016
"Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota del Comitato spontaneo a favore del Centro Commerciale"
Leggiamo con amara simpatia quanto scritto su questo sito da tale Antonio Mellone, il quale, come in tutti i suoi articoli, tende a screditare e prendere in giro chi non la pensa come lui, che ormai si erge a depositario di ogni saggezza e certezza per quanto riguarda Galatina e frazioni. Abbiamo le spalle larghe ma questo tipo di interventi ci fanno riflettere e, magari, trovare una giustificazione al perché ormai a Galatina viviamo in uno stato di decadenza economico, culturale e sociale.
Appare davvero scoraggiante leggere un articolo (e non è il primo) in cui l’autore usa epiteti e giochi di parole offensivi e, spesso, senza senso, per esprimere un’opinione rispettabile ma che non ci trova per niente d’accordo.
Venga a Collemeto sig. Mellone, ascolti i cittadini prima di scrivere sciocchezze del genere: abbiamo idee diverse di ciò che è sviluppo e di come conseguirlo, ma stia pur certo che lei appartiene ad una strettissima minoranza di cittadini che non vede di buon occhio la nascita del centro commerciale. O lo fa solo perché Lei è di Noha e magari, in fondo ma proprio in fondo, Le da fastidio che il progetto possa nascere a Collemeto?
Gli investitori ci sono, glielo assicuriamo, così come vi è il serio rischio di perdere l’opera che nascerà a pochi chilometri, con le conseguenze negative che Lei può sforzarsi di immaginare. Lasci per un attimo il suo mondo illusorio fatto di fantasmi e di parole in libertà, scenda tra la gente, ascolti i suoi concittadini per strada, davanti al bar, i giovani disoccupati, le attività economiche collemetesi in ginocchio: capirà come Lei appare come il compagno povero di Alice nel Paese delle Meraviglie…
Il Paese reale è con noi, Lei vive in un mondo di pura fantasia, se ne faccia una ragione..
Collemeto, 22/06/2016
Per conto del Comitato
Giuseppe Bruno
nov042021
Il 4 novembre 2021 si è celebrato il centenario della solenne traslazione e tumulazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria a Roma.
Nell’ambito della Rassegna culturale “Incontri al Collegio”organizzata dalla libreria Fiordilibro in collaborazione con la Rettoria della Chiesa Madonna della Grazia, venerdì 5 novembre si svolgerà l’incontro con Francesco De Cillis ed il suo libro - Il giorno del Milite Ignoto. Cronaca delle celebrazioni in Italia e all’Estero. La partecipazione della provincia di Terra d’Otranto -.
Francesco De Cillis ha svolto un encomiabile lavoro poiché attraverso un’ approfondita ricerca d’archivio, ha riportato alla memoria, permettendo in questo modo la conoscenza e diffusione delle cerimonie in onore del Milite Ignoto avvenute in tutte le città d’Italia comprese le più piccole cittadine di provincia. All’interno del volume viene descritta la cerimonia che si svolse a Galatina con Vito Vallone Sindaco.
Dialoga con l’autore Adolfo Notaro, introduce Don Antonio Santoro Rettore della Chiesa di Santa Maria della Grazia a Galatina.
L’incontro si svolge presso la Chiesa del Collegio in Piazza Alighieri, alle ore 18,30 con il rispetto della normativa anti Covid 19.
Francesco De Cillis nato a Lecce, laureato in Scienze politiche e delle Relazioni Internazionali, ha all’attivo molte pubblicazioni ed articoli su temi di storia militare e locale. Ha pubblicato nel 2021:
Il pellegrinaggio medievale. Cavalieri santi viandanti per le vie della Puglia . Il Cammino di San Giacomo Maggiore in Terra d’Otranto Iconografia e culto giacobeo ;
Il giorno del Milite Ignoto- Cronaca delle celebrazioni in Italia e all’Estero. La partecipazione della provincia di Terra d’Otranto.
Emilia Frassanito
set062017
Si terrà a Galatina, nel Chiostro dei Domenicani, presso il Palazzo della Cultura, il giorno venerdì 8 settembre, alle ore 20, la seconda tappa della Staffetta della Responsabilità. Incontro/dibattito di carattere storico e culturale per la comunità galatinese e salentina in generale, dal titolo: "Una donna, un uomo: un impegno comune".
L’iniziativa è incentrata sulla figura di Palmina De Maria ed il rapporto con il fratello Beniamino, entrambe figure fondamentali della politica galatinese e forse, primo storico e simbolico esempio di stretta collaborazione e vicendevole passaggio del testimone tra donna e uomo nei processi decisionali delle Istituzioni.
Tra gli esempi più importanti di tale collaborazione, la realizzazione e la direzione dell'Ospedale Santa Caterina Novella.
La serata sarà aperta dai saluti del Sindaco di Galatina, Marcello Amante, e da quelli del Vicesindaco e Assessore alle Pari Opportunità, Maria Rosaria Giaccari.
L’incontro proseguirà con l'intervento dell'Assessore all'industria turistica e culturale della Regione Puglia Loredana Capone e con i ricordi del Senatore Giorgio de Giuseppe, storico della prima repubblica ed amico fraterno della famiglia De Maria.
Leggerà alcune lettere di Beniamino De Maria alla sorella, la giovane attrice Sofia Palmieri.
Coordinerà l'incontro, il giornalista Rossano Marra.
Intermezzo musicale della violinista Katerina Maci.
Partner dell'iniziativa: Inondazioni.it, Rete dei centri antiviolenza SanFra, Associazione Donne a Sud, Associazione Metoxè, Associazione Core De Villani.
mar012015
Il Segretario del circolo cittadino PD di Galatina anziché avventurarsi in una stucchevole e quanto inefficace difesa d’Ufficio del suo assessore, Daniela Vantaggiato, attaccando e riprendendo il comportamento delle sigle politiche dell’area opposizione e minoranza bollandole di anonimato e di caduta di stile, ha perso l’occasione per meditare e riflettere profondamente, senza addormentarsi , su quanto sta accadendo.
Certamente avrebbe capito perché da poco le fantomatiche sigle di opposizione, dopo un lungo periodo di pigrizia ed inerzia ma anche di umana sopportazione,aldilà di qualche intervento critico dei consiglieri di minoranza, sono state costrette a reagire con fermezza, alle gravi carenze dell’azione politica che la Giunta Montagna sta attuando nel territorio.
Inadeguatezze che stanno colpendo tutti i settori della vita sociale economica e culturale della Città, caratterizzate da continui e ripetuti sperperi e dissipazioni di denaro pubblico. L’azione che distingue quest’Amministrazione, sostenuta dal partito democratico cittadino, è quella dell’annuncio, del preannuncio e della comunicazione rassicurante e persuasiva di attribuzione di meriti che appartengono all’azione di altri, salvo poi essere nettamente smentiti.
Ultimo esempio,a tal proposito, l’allagamento della Palestra dell’Istituto Comprensivo di Noha del 22 febbraio 2015 i cui lavori di sistemazione erano stati finiti nel mese di settembre 2014 e nessuno s’ era accorto di ciò che sarebbe potuto succedere. Il problema del tetto, a dire dall’Assessore ai lavori pubblici, non era stato manifestato dalla dirigenza.
Il Segretario, si ostina a parlare e denunciare il carattere calunnioso delle affermazioni contenute nel comunicato che, a suo dire, lederebbero l’ onorabilità dell’Assessore. E’ calunnia portare a conoscenza dei Cittadini che l’Assessore Vantaggiato, persona degna di stima, ha partecipato alla votazione di un atto pubblico che approvava la rimodulazione del PIRU contenente un progetto esecutivo il cui tecnico progettista è il coniuge?
Ed ancora è calunnioso riferire che l’Assessore abbia partecipato anche alla votazione della delibera di adozione del piano triennale delle opere pubbliche 2.014-2016,in cui è inserito il progetto esecutivo di recupero dell’ex convento S.Chiara’?
E’ calunnioso poì dire dell’aumento da €. 20.000 a €.57.000 dei i compensi professionali dei tecnici incaricati, tra cui vi è il coniuge dell’Assessore,fatto con una determina dirigenziale ambigua o quanto meno poco chiara, dove non si sa quando e da chi è stato commissionato l’ulteriore eventuale incarico?
Segretario De Matteis, sono queste le illazioni infamanti e calunniose o sono invece fatti e prove reali e concrete denunciati dai “simboli” di minoranza che rappresentano partiti politici, nazionali regionali e locali e liste presenti sul territorio che lei, da attento politico dovrebbe conoscere perché non hanno niente di fantomatico, di suggestivo ed anonimo.
Cosa vede “d’incivile ed imbarbarimento politico” il Segretario cittadino del PD in queste denuncie e segnalazioni ai Cittadini? Non si accorge di essere completamente escluso dalle scelte politiche poste in essere dall’ Amministrazione Montagna; e che non è neanche riuscito ad intervenire per far cambiare direzione nel tentativo di limitare e impedire queste politiche sciagurate che stanno precipitando la Città in un profondo torpore?
IL Sindaco Montagna ,in tutta questa vicenda non trova altro da dire che trattasi di una strumentalizzazione politica volta a screditare l’Assessore e che “appaiono solo illazioni per gettar fango sulla persona ed offuscare l’operato dell’Amministrazione”. Si tratta invece di un interpretazione dei fatti subdolo ed ipocrita nel tentativo di travisare la realtà ai Cittadini Atteggiamenti questi come al solito arroganti e presuntuosi che sanno tanto di protervia ed insolenza e che non dovrebbero essere consentiti ad un PRIMO CITTADINO.
Comunque, considerato che non vi è più sordo di chi non vuol sentire, i simboli i partiti e le liste, tanto criticate e biasimate, nel loro anonimato, per far tacere questa polemica che nasconde l’incapacità totale di governare del Sindaco Montagna, presenteranno,tramite consiglieri di minoranza delle interrogazioni in Consiglio per avere contezza della legalità degli atti, a dire del Sindaco, “strumentalmente e distortamente letti”.
Sindaco Montagna,per ultimo perderà anche ora l’ opportunità,che gli concede la prossima legge nazionale mille proroghe di riapertura dei termini per la presentazione della richiesta di attivazione degli UFFICI DEL Giudice di Pace a Galatina per i comuni del mandamento? Valuterà e dirà anche ora, come in precedenza, che il bilancio dell’Ente non è in grado di sostenere costi di gestione e funzionamento, proseguendo, con grande perspicacia politica, nella azione di isolare completamente Galatina?
mar042014
Per la Serie "Dialogoi sto Monastiri", quarto appuntamento Venerdì 7 marzo alle ore 18,30 presso la Sala Conferenze dell'Istituto Immacolata IPAB di Galatina sito in Via Scalfo n.5, con l'intervento del Prof. Mario De Marco, Docente emerito di filosofia, Giornalista, Storiografo ed Autore di numerose pubblicazioni sulla Storia, sull'Architettura e sulla Civiltà del Salento, e recentemente nell'aprile 2013 di un' opera sui Templari Salentini.
Nati nel 1118, da una costola dei cavalieri dell'Ordine del Santo Sepolcro, i Templari dovevano proteggere i Pellegrini in Terrasanta nel tragitto Giaffa -Gerusalemme dall'assalto dei briganti e degli Islamici; l'Ordine fu baluardo di fede, sapienza e sicurezza militare per l'Occidente insidiato dall'Islam e sostegno per i precari regni cristiani di Palestina. Conclusasi l'epopea delle Crociate, al massimo della loro potenza economica, politica e militare, i Templari furono perseguitati e sterminati dal re di Francia Filippo IV e da Papa Clemente V, sopravvivendo e confluendo negli ordini monastico-cavallereschi locali come quello teutonico di Germania, o quello di Calatrava in Spagna.
Lo Studioso ci accompagnerà nelle vicende dei Templari nel Regno di Napoli all'epoca di Carlo II d'Angiò, ma soprattutto ci guiderà nella storia dei Templari in Terra d'Otranto, dove nel corso del XIII secolo erano attive loro Fondazioni a Brindisi, Lecce, Galatina ed Otranto.
Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato e dell'Assessore al Turismo ed alle Attività Produttive Dr Alberto Russi, introdurrà i lavori il Presidente del Club UNESCO di Galatina Salvatore Coluccia; dialogherà con l'Autore lo scrittore Franco De Jaco.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.
Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616
ott282013
Se diamo uno sguardo ai beni culturali di Noha, e se dimostriamo appena un pizzico di sensibilità nei confronti del nostro patrimonio storico-artistico, non possiamo evitare di chiederci perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia è costretta a fare l’ingloriosa fine che è sotto gli occhi di tutti (inclusi i ciechi, gli orbi ed i bendati).
Non è un mistero doloroso il fatto che la torre con ponte levatoio, sì, quella medievale vecchia di sette secoli, si mantenga in piedi ormai quasi per quotidiano miracolo (ed i miracoli, si sa, non si ripetono all’infinito); che il palazzo baronale, meglio noto come il castello, ormai senza più anima viva al suo interno dopo la dipartita degli ultimi inquilini, stia andando incontro al suo inesorabile accartocciamento post-muffa; che il frantoio ipogeo ridotto a poco più che una cloaca a cielo chiuso verrà a breve attraversato da un bel canalone della fognatura bianca (una in più o una in meno, cosa cambia); che l’orologio svettante nella pubblica piazza è da quasi un decennio il più fermo del mondo in assoluto (roba da guiness dei primati: dove per primati stavolta bisogna intendere le scimmie); che le casiceddhre che ormai in tanti vengono a vedere anche da fuori paese (invece chi del posto dovrebbe appena alzare lo sguardo sembra affetto o da cataratta cronica o da cefalea letargica, nonostante la possibilità di accedere a prezzo di costo a numerosi antidoti farmacologici) si sta sfarinando per colpa del cancro della pietra leccese (e soprattutto per colpa di quello culturale che distrugge i residui neuroni degli umanoidi nostrani), mentre il grazioso campanile in miniatura è già venuto a mancare all’affetto dei suoi cari appena qualche mese addietro; che l’affascinante misteriosa casa rossa, la casa pedreira nohana, ha finalmente un motivo di attrazione in più dato alla luce di recente da una betoniera trovatasi per caso nelle sue immediate adiacenze: una neonata altèra casa bianca presidenziale.
Antonio Mellone
giu242018
Questo quarto appuntamento di Tour d’Autore è dedicato al Tabacco ed alla tabacchicoltura salentina. Punto di partenza sarà il libro di Salvatore Colazzo “I Tabacchi Orientali del Salento - Quattro storie e loro dintorni” Giorgiani Editore. Lavoro di studio e recupero , di un passato che pur recente e con tracce ancora visibili sul territorio, ha subito una “damnatio memoriae” collettiva. L’ autore, in questo suo primo volume, ricostruisce la storia del tabacco, dal ‘500 fino alla fine dell’800. Al novecento sarà dedicato un altro volume in fase di preparazione. Ripercorreremo la storia di questa pianta tanto odiata, quanto amata partendo dalla scoperta dell’America fino alle sperimentazioni avvenute nel Salento ed all’’introduzione delle varietà orientali che ne hanno caratterizzato tanto la produzione. Conosciamo alcune delle varietà levantine del tabacco anche da pagine straordinarie come quella dedicata allo Xanti Yaca di Vittorio Bodini :
l Al tempo dell'altra guerra contadini e contrabbandieri
si mettevano foglie di Xanti-Yaca
sotto le ascelle
per cadere ammalati.
Le febbri artificiali, la malaria presunta
Di cui tremavano e battevano i denti,
erano il loro giudizio
sui governi e la storia.
Appuntamento alle ore 19:00 presso Hostaria Amarcord in Piazza San Pietro con la presentazione del libro di Salvatore Colazzo “I Tabacchi Orientali del Salento- Quattro storie e loro dintorni” Giorgiani Editore. Con l’autore Salvatore Colazzo , dialogherà Antonio Mellone profondo conoscitore del Salento con le sue dinamiche, trasformazioni e tradizioni e Francesca Casaluci antropologa culturale. Introduce Andrea Panico di Note d’Arte.
Ci aiuteranno in questo viaggio anche foto, libri dell’epoca, documenti e video in una collettiva di autori, che sarà possibile visionare all’interno dell’Hostaria Amarcord e che rimarranno a disposizione dal 25 al 30 giugno. Si ringraziano per i contributi e per aver aperto i loro archivi : Ambrà Mongiò, Salvatore Colazzo, Franco Cudazzo, Pantaleo Musarò, Adalgisa Romano, Arts and Gallery, Alessandro Romano, Enzo Congedo, Rita Colazzo.
Ingresso gratuito
Salvatore Colazzo studia presso l’Università di Bologna , dove si laurea in Scienze Agrarie con tesi sui Tabacchi Orientali Italiani. Dopo un periodo di perizie in una struttura del comparto tabacchi colo seguono anni di insegnamento in Emilia Romagna. Vicende familiari lo portano a rientrare nella sua terra dove attualmente opera nel settore delle piante officinali. “I Tabacchi Orientali del Salento- Quattro storie e loro dintorni” Giorgiani Editore vuole essere un tributo a una pianta, la sua terra e la sua gente.
Emilia Frassanito
ott012015
“Note a margine”, la mini rassegna che ha animato l’estate nelle periferie galatinesi volge al termine e ospita, nella sua ultima tappa, venerdì 9 ottobre, La Compagnia teatrale “IO CI PROVO”, presso il Centro Polivalente di via C. Menotti a Noha di Galatina.
Dopo lo spettacolo andato in scena al teatro Paisiello di Lecce, la compagnia, magistralmente diretta dalla regista Paola LEONE, continua la sua tournée per raccontare la pluriennale esperienza del laboratorio teatrale che si svolge all’interno della Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce.
IO CI PROVO, rappresenta la testimonianza di un percorso formativo, non una maniera di impiegare il dei detenuti in carcere, ma la possibilità di dare una dimensione interiore che serve ai detenuti per maturare un senso critico verso loro stessi e il luogo in cui si trovano, una concreta possibilità di cambiamento e reinserimento delle fasce più deboli all’interno della società civile nell’ottica della promozione delle buone prassi e delle politiche attive per il reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate.
“Note a Margine”, inserita nella programmazione delle iniziative relative all’”Estate della Cuccuvascia” promossa dal Comune di Galatina, patrocinata e sostenuta dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e Sport con la collaborazione delle associazioni Gi.ga, Guerriglia culturale, Bicivetta e della Rete Informagiovani/SPIOL dell’ATS di Galatina, ha avuto l’obiettivo di raccontare le storie della periferia attraverso le espressioni artistiche quali la letteratura, la musica, la street art, il cinema e il teatro nei luoghi periferici della città, al fine di una riqualificazione ed una restituzione degli stessi alla comunità che ne vive la quotidianità. Sipario alle ore 21 per IO CI PROVO, l’attore Gaetano SPERA interpreterà un monologo tratto dall’opera teatrale “Happy Birthday Barbablù”. Seguirà un dibattito pubblico al qual prenderanno parte la Direttrice del Carcere di Lecce, la dr.ssa Rita RUSSO, il Comandante della Polizia Penitenziaria Dr. Riccardo SECCI, il Coordinatore dell’Area trattamentale, dott. Fabio ZACHEO, il Sindaco del Comune di Galatina, dr. Cosimo MONTAGNA, l’Assessore alle Politiche Giovanili e Sport Ing. Andrea COCCIOLI, l’Assessore alle Politiche Sociali prof.ssa Daniela VANTAGGIATO e il Parroco della Chiesa di San Michele di Noha Rev. Sac. Don Francesco Coluccia. Gratuita e doverosa la partecipazione è aperta a tutti e in particolare a coloro che amano il teatro e che vivono le molteplici dimensioni delle periferie. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sul sito www.inondazioni.it che è media partner dell’iniziativa.
Maggiori INFO: https://www.facebook.com/noteamarginegalatina
lug112016
Lo scorso anno, qui a Galatina, nel cartellone dell'estate galatinese, Luciano Toriello con il suo documentario “Le vite accanto” ha fatto emozionare e riflettere quanti hanno avuto la curiosità e pazienza di scoprire attraverso l'arte delle immagini, prospettive nuove, diverse.
Il lavoro del regista narrava di migranti, delle loro storie spesso “invisibili”, dei loro calvari esistenziali, ma anche e soprattutto della loro forza, tenacia e speranza.
Caratteristiche comuni le ritroviamo nel suo nuovo documentario dal titolo “ Colibrì”, primo
appuntamento presentato dall' Associazioneculturale CityTelling, nella suggestiva cornice di Piazzetta Orsini martedì 12 luglio alle ore 21 all'interno della minirassegna estiva Note a Margine 2016 “Le periferie dell'umano”.
“Nelle proposte di Note a margine 2016, - sottolinea Andrea Coccioli, Presidente dell'Ass.culturale CityTelling - una Periferia non solo fisica ma volutamente umana. Di chi la Periferia la racconta, di chi la fotografa, di chi la vive quotidianamente. Racconti di storie
sottovoce, capaci di vedere quello che non c'è. Un percorso breve sull'importanza della memoria, sulla forza della volontà, sulla necessità del presente, sull'epica della realtà, sul superamento dei pregiudizi, sul futuro delle nostre città”.
Dalla Puglia all'Amazzonia una storia di amicizia, di cooperazione, di possibilità, di inclusione, e sopratutto di costruzione. Perchè Pino e Alessio i due volontari italiani della Ong, Amigos do bem estar, alla fine della storia filmata da Toriello, costruiscono un presidio medico nel villaggio dell'estremo Nord del Brasile, dove la malaria continua ad avere un'incidenza molto elevata.
Denunciano i protagonisti una realtà difficile, complessa, arcaica. Ma non solo, per fortuna.
“Forse non spengo il fuoco, ma sto facendo la mia parte.” spiega il colibrì ad un impetuoso leone. Da vedere, da consigliare, per conoscere non il migliore dei mondi, ma immaginare un mondo migliore.
Presenti il regista Luciano Toriello, il protagonista del film Pino Maiorano con un suo reportage fotografico (visitabile all'interno dell'atrio comunale) e Andrea Pignataro, coordinatore regionale Puglia del G.U.S. (Gruppo Umana Solidarietà) i quali dialogheranno a fine proiezione con il pubblico presente.
Ingresso libero.
Vi aspettiamo.
Associazione culturale CityTelling
associazionecitytelling@gmail.com
mar042014
Venerdì 7 marzo, alle ore 19:00 nella sala del Cinema Teatro Tartaro di Galatina, si inaugura IDENTITA’ IN DIALOGO #PATRIASENZAPADRI, rassegna culturale della Città di Galatina, con il patrocinio della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo Cultura e Turismo, Apulia Film Commission e Lecce 2019, in collaborazione con gli Istituti Superiori di Galatina, le Associazioni Intervalla Insaniae e Inondazioni e con il coordinamento del Servizio Cultura e Comunicazione del Comune.
Ospiti di questo primo incontro Antonella Gaeta, Presidente di Apulia Film Commission e Francesco Miccichè, regista del documentario Lino Miccichè, mio padre. Una visione del mondo.
Con il grande Lino Miccichè, intellettuale italiano, che fu critico e storico del cinema, editorialista ed organizzatore di eventi culturali, Gaeta intratterrà un dialogo ideale su “Il Cinema: prospettiva di lettura e di cambiamento del nostro Paese”, attraverso la voce del figlio, conosciuto dal grande pubblico per aver diretto numerose serie televisive e documentari pluripremiati.
L’iniziativa, che proseguirà con altri due importanti appuntamenti, si svolge nell’ambito del progetto Identità in dialogo-Prospettive Meridiane, giunto alla III edizione, promosso dall’Amministrazione del Sindaco Montagna, a cura dell’Assessorato alle Politiche Culturali diretto da Daniela Vantaggiato, su tematiche di carattere storico-filosofico, politico-sociale e antropologico con particolare attenzione alle prospettive del territorio.
L’obiettivo è aprire il dibattito sul ruolo sociale del padre nel passaggio generazionale, del padre portatore della storia e della cultura, elementi fondanti della struttura dei figli, e contestualmente sviluppare l’interesse, la conoscenza e la comunicazione sui Padri della Città di Galatina.
Per questo sono state invitate ad intervenire personalità di spicco che offriranno dal proprio osservatorio spunti sulla visione del mondo che transita da padre in figlio.
Successivamente, nelle specifiche attività di ricerca per la divulgazione della biografia e dell’ opera dei Padri Galatinesi saranno in particolare coinvolti gli Istituti Scolastici e le Associazioni che ne portano il nome.
Si registra già in questa prima fase del progetto la partecipazione attiva di docenti, genitori e studenti che, sensibilizzati dai dirigenti d’istituto, presenteranno le loro performance in tutti gli incontri in programma.
Mio padre aveva chiaramente in testa una ‘visione del mondo ’ che ha tentato di migliorare proprio in virtù di quel suo punto di vista. Le domande poste dalla sua generazione, in fondo, non sono molto diverse dalle nostre. La questione è che le loro risposte, per quanto molto chiare, alla fine, non sono state sufficienti a cambiarlo. E le nostre?
Su questo punto di domanda posto da Francesco Miccichè si apriranno momenti di riflessione con i giovani nella diversità di linguaggi, tra immagini, parole e musica.
Nell’occasione al regista verrà consegnata la targa ricordo del Premio Marcello Romano per il Cinema-Città di Galatina-2014. Il Premio, istituito nel 2009 dal Comune in partenariato con l’ex Istituto d’Arte ora Liceo Artistico Statale “P. Colonna”, è dedicato alla memoria del galatinese Marcello Romano, cultore di cinematografia, il quale fin da giovane nutrì grande passione per il cinema, approfondendo in particolare lo studio del cinema d’autore.
Lunedì, 17 marzo alle ore 19:00, nella sala del Tartaro, ospite della rassegna sarà Massimo Ciancimino, autore di “Don Vito”, racconto di una vicenda umana dove il rapporto difficile con il padre padrone si intreccia con oltre trent’anni di storia italiana vissuta dall’interno.
Il libro, scritto insieme al giornalista Francesco La Licata, già autore di libri su mafia e politica, è uscito nell'aprile 2010 e ha fatto molto discutere, suscitando anche le attenzioni delle Procure di Palermo e Caltanissetta che ne hanno acquisito copia nelle inchieste sulla presunta trattativa.
Molteplici le critiche associate al nome dell’ultimogenito dell’ex Sindaco di Palermo che ha accettato di venire a Galatina per testimoniare la propria esperienza di figlio su un modello di padre stigmatizzato dalla famiglia e dalla comunità.
Un incontro che si presenta carico di interesse anche per la conduzione affidata alla giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski. Conosciuta e apprezzata per il suo lavoro giornalistico iniziato per la rivista Stern, deve la sua notorietà nel nostro Paese per la sua produzione letteraria “di denuncia” sulla criminalità organizzata.
La prima parte del progetto si concluderà sabato 22 marzo alle ore 19:00 a Palazzo della Cultura nella sala “C.Contaldo” in occasione della prima presentazione di “Luigi Mariano: la materia e il colore” a cura di Paolo Maria Mariano e di Giovanna Rotondi Terminiello. Il volume è un omaggio della Città alla figura dell’artista galatinese che nel viaggiare con le sue opere per l’Italia in un percorso sempre più ricco,tra realtà e visione, approda all’originalità assoluta delle sue xilopitture. Le belle immagini, che arricchiscono la pubblicazione, esprimono le scelte di vita che hanno accompagnato il maestro che rivive nella ricostruzione del figlio Paolo Maria, docente universitario, degno erede di scienza arte e cultura, e dei ricordi di Giovanna Rotondi Terminiello, emerito Soprintendente dei Beni Artistici e Storici della Liguria, del sodalizio urbinate del nostro con il padre professor Pasquale Rotondi, storico dell’arte al quale l’Italia deve la salvezza durante la guerra di incommensurabili capolavori artistici.
Con queste premesse, illuminanti sono le riflessioni del grande psicanalista Massimo Recalcati contenute nel libro-intervista “Patria senza Padri” sugli errori del mito dell’autogenerazione che permea la civiltà ipermoderna, dell’essere genitori di se stessi, nella convinzione che non ci può essere autentico cambiamento se non attraverso la conoscenza delle generazioni che ci hanno preceduto.
Un impegno che l’ Amministrazione Comunale di Galatina assume per un’azione efficace volta a offrire prospettive per il nostro territorio chiamando tutti ad esprimere la propria visione.
(comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione Città di Galatina)
feb222015
La “Via Crucis” di don Donato, mio zio, ha raggiunto lentamente il suo “Calvario” proprio ieri sera, verso le ventuno, allorché, con l’ultimo respiro, si è abbandonato nel bacio del Signore.
La “sosta” in quel di Casarano, all’Euro-Italia prima, e al reparto di Ortopedia dell’ospedale civile di quella città poi, è durata un paio di mesi all’incirca: tanti quanti bastano per dare l’ultimo tocco alla vita d’un uomo che ha vissuto la sua santità nel più semplice e schietto dei modi, nella più intima e sofferta unione con Cristo crocifisso. Lì, in quel reparto, in quella “terza parrocchia” (dopo quelle rispettivamente di Santa Maria al Bagno e poi di Noha) don Donato ha celebrato ogni giorno le sue messe più belle, quelle dove poneva sull’altare delle offerte la sua sofferenza, “a completamento delle sofferenze di Cristo, a pro del suo Corpo, che è la Chiesa” (cf. 1 Cor 1, 24).
Ma i malanni di don Donato partono da lontano.
Io davvero non ho mai capito come mio zio riuscisse ad essere sempre gioviale, sorridente e spiritoso con tutti, oltre che a partecipare, negli “anni ruggenti” della sua “arcipretura”, a tutte le celebrazioni liturgiche, ad organizzare il coro, a seguire i diversi gruppi parrocchiali, a dare una mano ai bisognosi, ad impelagarsi nella costruzione di una nuova chiesa, insomma a fare il prete (anzi, di più: il parroco), nonostante gli acciacchi che lo tormentavano da decenni, come ad esempio i gravi problemi alla vista (forte miopia da sempre, e poi distacco di retina - con l’aggravante di un intervento chirurgico mal riuscito che gli aveva fatto perdere la funzionalità dell’occhio destro già a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso – e ancora glaucoma, e infine una cataratta non operabile, all’altro occhio, quello “buono” diciamo), le disfunzioni alla circolazione sanguigna a gambe e piedi, e successivamente l’“artrite reumatoide deformante” alle mani già a partire dai primissimi anni ’90, e la gotta che martoriava molte delle sue articolazioni (“sento come tante punture di spilli” diceva), tanto che le processioni solenni erano per lui un vero e proprio supplizio (al quale, non so come, si sottoponeva con gioia), l’abbassamento di udito…
La caduta con conseguente rottura del femore di qualche anno fa, e l’ischemia che gli aveva bloccato il braccio sinistro si può dire che sono storia dell’altro giorno, le classiche “ciliegine sulla torta”.
Ma nonostante tutto don Donato appariva, sì, stanco, malato, vegliardo, ma mai vinto.
Pare che funzioni così: lì dove vengono meno le forze fisiche, sovrabbonda la forza, incredibilmente più potente della preghiera. Eh sì, come tutti sanno, non riusciva a fare a meno di questa portentosa medicina, prima durante e dopo i pasti.
· *
Ora che la “cronaca” deve lasciare il posto alla “memoria”, qualcuno m’ha chiesto quale sia il momento in cui la figura di mio zio mi si presenta alla mente nella sua interezza: in quella sua “umanità” così esemplare e ricca del sorriso incoraggiante di chi sta bene con se stesso e con gli altri, nonostante tutte le infermità o le indisposizioni. Bisogna, tuttavia, superare le risposte ovvie: quali sarebbero ad esempio l’inaugurazione della nuova chiesa Madonna delle Grazie, o i grandi festeggiamenti delle feste patronali, o le messe del fanciullo, o le suonate all’organo, o i grandi raduni, o le feste in famiglia…
Ciascuna e tutte queste risposte sarebbero valide e belle, da mettere insieme in altrettanti spazi d’una antologia, come dire, sacra ma anche profana.
Le diapositive, invece, che in questo momento conservo più care nella memoria sono quelle della domenica pomeriggio, quando dopo il pranzo, lo accompagnavo a casa sua, e dandogli il braccio, il bastone nell’altra mano, mi ringraziava e mi salutava cordialmente prima di chiudere il portoncino, mentre io gli rispondevo: “buon riposo”.
Ecco, in quello stesso modo voglio salutarlo per l’ultima volta anche oggi: buon riposo, zio Donato.
· * *
P.S. Sento il dovere di ringraziare tutte le persone vicine e lontane che in un modo o nell’altro hanno partecipato al dolore mio e a quello dei miei famigliari.
Non è possibile citare qui tutte le persone verso le quali mi sento debitore. Per alcune di esse, tuttavia, la citazione deve essere esplicita. Ringrazio innanzitutto il parroco di Noha, don Francesco Coluccia, per la delicatezza, la presenza e l’aiuto che non ha mai fatto mancare a mio zio e alla mia famiglia. Grazie all’arcivescovo di Otranto, Mons. Donato Negro, e a tutti i confratelli sacerdoti che hanno celebrato i funerali del “patriarca di Noha”. Grazie alla parrocchia di Noha, alle associazioni religiose, al Circolo Cittadino Juventus, al circolo culturale “Tre Torri”, alla parrocchia di Santa Maria al Bagno, alla Fidas Noha, al delegato della frazione di Noha, avv. Daniela Sindaco, all’arcidiocesi di Otranto, per i manifesti commemorativi di don Donato. Tanti ringraziamenti al coro parrocchiale e all’organista, Michele Scalese, per la partecipazione. Grazie ancora a Sergio, Silvana, Gerardino, Maria Luce, Biagino, comandante Tundo, ing. Vincenzo Paglialunga, don Emanuele, Patrizia, Antonietta, Antonella, Paola, Fabrizio, Angela, Marcello, P. Francesco D’Acquarica, Michele, Rinaldo Pignatelli, Antonella, Giusy, i seminaristi di Noha, Luigi e Giuseppe, e tanti altri partecipanti alle esequie. Grazie anche ad Albino Campa, al sito Noha.it, e ai suoi internauti. Grazie ancora per i tantissimi “mi piace” degli amici di Face-Book.
Concludo, come concludeva don Donato, alla fine delle celebrazioni eucaristiche più importanti, allorché, trovandosi ad esprimere i suoi sentimenti di “lode e ringraziamento” nei confronti di interminabili liste di nominativi, diceva a mo’ di epilogo: “Penso di non aver dimenticato nessuno, ma se avessi dimenticato qualcuno, anche questo qualcuno si senta da noi ringraziato ed applaudito”.
Antonio Mellone
ago312023
Nell’ambito del Progetto “Up 2020”, che vede coinvolti i Comuni di Galatina (Capofila), Arnesano, Carmiano, Casamassima, Noicattaro, Putignano e Porto Cesareo in attività di assistenza e socializzazione rivolte ad adulti ed anziani in condizioni di disagio, gli Operatori Volontari del Servizio Civile Universale hanno organizzato, in collaborazione con le Biblioteche Comunali, un’iniziativa socioculturale sul territorio rivolta agli anziani e ai soggetti più fragili, intitolata “Leggere può cambiare il tuo futuro”.
L’iniziativa, che si svolgerà dal 1 al 12 settembre 2023, prevede un incontro finalizzato a stimolare la lettura nella terza età e, più in generale, nelle persone che vivono in condizioni di disagio e al contempo a creare uno spazio di incontro tra gli anziani e i bambini, tra nonni e nipoti.
Di seguito il calendario degli incontri:
Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi agli Sportelli informativi per adulti e anziani attivi presso gli enti o contattare gli operatori volontari attraverso i propri recapiti o tramite i social network.
Gli operatori volontari
del progetto “Up 2020”
mag252016
Il Patronato Acli Regionale Puglia ha organizzato per il prossimo 26 maggio 2016 una giornata di studi seminariale dal titolo “Titolari di Protezione internazionale e Mercato del Lavoro in Puglia”. Il seminario s’inserisce all’interno del percorso di formazione e servizio che il Patronato Acli sta svolgendo nel suo insieme a favore dei titolari di protezione internazionale e, soprattutto, nell’ambito delle iniziative di politica attiva del lavoro che si sono attivate in Puglia in maniera strutturata dallo scorso anno e che hanno visto nella recente richiesta di accreditamento come agenzia del lavoro accreditata da parte della Regione Puglia uno dei propri momenti più significativi.
L’arrivo sempre più consistente di profughi in Italia ha determinato un aumento dell’accoglienza sia tramite canali istituzionali che della solidarietà.
La rete SPRAR costituita da una rete di enti locali su tutto il territorio italiano ha dato vita a una accoglienza di titolari di protezione internazionale assicurando un’azione integrata degli interventi atti a favorire l’inserimento socio-lavorativo di queste persone nel tessuto del territorio in cui vivono.
Oltre questa opportunità, altre reti hanno avviato progetti di prima e seconda accoglienza di titolari di protezione internazionale che sta permettendo di gestire l’arrivo sempre più importante di persone da zone di conflitti, di mancanza di libertà, di scarsa opportunità economica e lavorativa.
Tra queste si può annoverare la Caritas Italiana che ha lanciato il Progetto “ProTetto: Rifugiato a casa mia” che intende assicurare una seconda accoglienza presso famiglie che si sono rese disponibili per almeno sei mesi a persone rifugiate che abbiano già transitato per la rete SPRAR. Le ACLI nazionali e il Patronato ACLI hanno aderito a questo progetto della Caritas Italiana mettendo a disposizione i propri servizi e le proprie reti associative. In particolare ACLI e Patronato ACLI hanno realizzato un “kit dell’integrazione” , ovvero un pacchetto di strumenti di inclusione calibrato sulle persone e sulle concrete opportunità che localmente si possono presentare.
Le esigenze che potranno trovare soddisfazione non saranno esclusivamente in campo lavorativo o di formazione e orientamento, ma potranno interessare i più disparati ambiti come la dimensione culturale, la dimensione ricreativa, la partecipazione alla vita di comunità, l’apprendimento o il consolidamento delle competenze linguistiche, e molto altro. In sostanza tutto ciò che può contribuire alla conoscenza della società e della comunità di accoglienza e all’avvio di relazioni che possano arricchire il capitale sociale dei beneficiari.
Se la prima accoglienza ha trovato nelle realtà istituzionali e nelle reti territoriali soggetti sempre più capaci ed attenti nell’organizzarla in maniera dignitosa, non vi è dubbio che la questione nodale rimane l’integrazione dei titolari di protezione internazionale nei nostri contesti territoriali, sociali e produttivi.
Nel corso degli anni molteplici soggetti hanno attivato svariate sperimentazioni per garantire percorsi di inserimento sociale o lavorativo con i migranti per ragioni economiche e per i titolari di protezione internazionale. Fra questi il Patronato ACLI ha potuto sperimentare e sperimenta tutt’ora, tramite la sua rete territoriale nella Regione Puglia, l’attività di assistenza per l’ottenimento dei titoli di soggiorno, la certificazione delle competenze linguistiche, percorsi di emersione e validazione delle competenze nonchè di riconoscimento dei titoli, progettualità collegate all’inserimento lavorativo di fasce deboli all’interno del mercato del lavoro e interlocuzioni positive e propositive che si vanno sempre più sostanziando con le Istituzioni Regionali e locali.
Sulla base di queste opportunità ma anche in considerazione del fatto che l’aumento dei richiedenti asilo non potrà più essere pensato e gestito in maniera emergenziale ed autoreferenziale, ma dovrà trovare reti capaci di condividere progettualità e competenze per contribuire a trasformare l’esperienza spesso traumatica dell’arrivo nel nostro Paese in opportunità per tutti e convinti che il lavoro sia stato e dovrà continuare ad essere uno dei principali ambiti in cui costruire accoglienza ed integrazione, il Patronato ACLI intende promuovere una giornata seminariale di riflessione e di progettualità sulla realtà dei titolari di protezione internazionale in Puglia.
L’obiettivo del seminario è quello di arrivare a compendiare vari saperi al fine di giungere a costituire una rete e una filiera di servizi in grado di dialogare a tutto campo con le Istituzioni Regionali e locali per il miglior progresso del territorio in funzione di una coesione sociale serena e proficua sia in termini lavorativi che umani.
Il Seminario si svilupperà in due sessioni: la prima sarà dedicata a una lettura, effettuata sia dalle Istituzioni che dalle Agenzie preposte, sulla situazione dei titolari di protezione internazione e sul mercato del lavoro in Puglia, valutandone opportunità e progressi sia per i cittadini stessi che per i lavoratori migranti e i titolari di protezione internazionale presenti in Regioni.
Una seconda sessione sarà dedicata alla progettualità: si tratterà di dialogare tra le realtà che a vario titolo intervengono all’interno del mercato del lavoro e della situazione dei titolari di protezione internazionale al fine di condividere progettualità e strumenti, ma anche per integrare qualificando le reciproche conoscenze e competenze.
Terminata la stagione congressuale, siamo persuasi che il seminario al di là dei contenuti che emergeranno potrà essere una grande occasione per rilanciare l’azione sociale e di rappresentanza dell’intero sistema delle Acli di Puglia, candidandole ad un ruolo di primo piano nella definizione e gestione delle politiche migratorie e del lavoro.
Certi di una vostra partecipazione vi salutiamo caramente
Ernesto Cipriani |
Antonio De Donno |
Direttore Regionale Patronato Acli Puglia |
Presidente Regionale Acli Puglia |
feb142019
Il Comune di Galatina collabora con il Liceo Artistico Statale “Emilio Greco” di Catania per la realizzazione del Progetto “Agata … il viaggio”.
Si tratta di un’iniziativa rivolta a trenta alunni frequentanti il Liceo Artistico di Catania e a venti studenti del Liceo Artistico “P. Colonna” di Galatina e che mira al potenziamento della fruizione e valorizzazione del territorio catanese attraverso lo studio dell’iconografia agatina e la produzione di elaborati per la realizzazione di una mostra itinerante.
Il Progetto, che sarà realizzato in partenariato con il Comune di Catania, la Chiesa di Sant’Agata la Vetere di Catania e il Lions Club Catania Porto Ulisse, coinvolge la Città di Galatina in quanto la Reliquia di Sant’Agata è custodita nella Basilica di Santa Caterina di Alessandria.
“Un’altra iniziativa che dimostra la ricchezza del patrimonio artistico-culturale della Città di Galatina e l’interesse che sopraggiunge da tutta Italia, e non solo – afferma l’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Cristina Dettù -. Siamo fortemente convinti che la cultura rappresenti un’importante opportunità per la nostra città e per tutto il territorio: un rilevante fattore strategico per la valorizzazione, lo sviluppo culturale, turistico, sociale ed economico dell’intero territorio, nonché per la crescita dell’attrattività dello stesso e, in generale, per la costituzione ed il consolidamento di reti integrate di servizi e di interrelazioni con soggetti istituzionali. Questo progetto, infatti, mette in relazione non solo due splendide città del sud Italia ma anche la creatività e la formazione di giovani studenti.”
Ufficio Stampa Marcello Amante
gen282021
Di seguito inoltriamo la risposta dell'assessore con delega alle associazioni, Nico Mauro, all’interrogazione a firma dei consiglieri comunali di minoranza sul recente dibattito in merito alla richiesta di utilizzo di locali di proprietà comunale in uso esclusivo da parte del Circolo Athena.
"Il problema della allocazione delle Associazioni operanti sul territorio presso locali di proprietà comunale non è recente ed ha fatto sentire i suoi effetti proprio in questi ultimi anni.
Ci sono due ragioni essenziali. La prima è che proprio questa Amministrazione Comunale ha favorito la collaborazione con le Associazioni determinando un effetto virtuoso di responsabilizzazione rispetto al ruolo propulsivo per la crescita della Città.
L’altra ragione è da porsi nella contingenza economica assolutamente sfavorevole che vede penalizzata l’attività delle diverse associazioni che hanno difficoltà a reperire fondi anche da sostenitori commerciali.
In questa Città l’impegno fondamentale di ognuna di esse si basa su progetti di natura sociale verso l’accoglienza e l’assistenza di persone con inabilità motorie o cognitive, piuttosto che verso attività di supporto all’infanzia soprattutto ospedalizzata. Altre associazioni provvedono ad educare all’arte musicale come ancora altre si occupano di promuovere una forma tradizionale di cultura, fatta di cura della parola espressa in tutte le sua forme.
Concorderemo tutti che l’aggregazione ricreativa vera e propria, fatta per esempio di incontri in cui il tempo trascorre tra qualche partita a carte piuttosto che a biliardo, o con l’organizzazione di scuole di bridge, non si possa ritenere di interesse sociale in senso allargato né essere presupposto per avviare “attività di pensiero”.
Le attività delle diverse Associazioni hanno livelli di percezione differenti nell’opinione pubblica a seconda della tendenza di ognuno o della particolare attenzione verso uno specifico argomento. 𝐈𝐧 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐨̀ 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞, 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢.
Questa Amministrazione ha trovato diversi locali comunali già occupati da Associazioni del territorio e tra queste per esempio l’Associazione Arma Carabinieri, l'Associazione Polizia di Stato, Proloco, l'Associazione Città del vino oltre le storiche Combattenti e reduci e Società Operaia nonché i locali assegnati alla Protezione Civile e per la gestione dell’Infopoint Comunale.
Per alcune associazioni è in corso una ricognizione per valutare se l’attività risponda ancora alle ragione per cui a suo tempo furono assegnati i locali.
Approfitto di questa circostanza per dire che non 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐥𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐋𝐨𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥’𝐞𝐱 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞.
𝐈 𝐛𝐞𝐧𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐢𝐭𝐞 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞.
Ad associazioni che ne hanno fatto richiesta, come per esempio l’Università Popolare “Aldo Vallone”, è stata concessa l’opportunità di svolgere, in locali disponibili tra il polo Biblio-Museale e l’ex monastero delle Clarisse, le iniziative maturate in seno al proprio consiglio direttivo, opportunamente calendarizzate, o altre manifestazioni di interesse pubblico che necessitino di idonei luoghi per essere proposte. 𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐥’𝐮𝐬𝐨 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢.
A fronte di particolari proposte l’Amministrazione concede il Patrocinio anche condividendo alcuni dei costi pertinenti non potendo, per regolamento comunale e per vincoli nella procedura di pre-dissesto, erogare dei contribuiti.
L’impegno di questa Amministrazione a sostenere le attività prettamente culturali del circolo Athena è stato espresso dall’Assessore Cristina Dettù in diverse circostanze ed è qui ribadito nella misura in cui, come altri, 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚 𝐡𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐮𝐬𝐮𝐟𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚̀ 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞.
La continuità operativa del Circolo potrà non essere in linea con le consuetudini associative ma non è imputabile certo a questa Amministrazione Comunale una significativa riduzione del numero dei soci benemeriti che hanno permesso nel corso degli anni di sostenere una parte dei costi di gestione di tutte le attività.
I traguardi culturali sono l’esito dell’azione di una Comunità intera sia per l’opera di gruppi organizzati di persone che di singoli individui. Nulla può fermarne lo slancio.
E’ miope e strumentale non cogliere l’attivismo di molte Associazioni che si sono prodigate in iniziative di spessore e richiamo con al loro fianco l’Amministrazione Comunale, dando lustro a tutta la Città.
Attendiamo fiduciosi che anche dal circolo Athena possano giungere proposte progettuali di grande respiro da condividere ed accompagnare.
Quanto dobbiamo “al vecchio sgabuzzino” di Via Cavoti, un piccolo cenacolo in cui straordinari intellettuali galatinesi si ritrovavano per discutere e raccontare e contribuire, nella umiltà che li contraddistingueva, a fare la storia culturale di Galatina?
Il 𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚 non scomparirà certo per la provvisoria assenza di una sede stabile e non mancherà in futuro di riaffermare la propria valenza culturale sullo slancio di un nuovo assetto organizzativo."
Nico Mauro
Assessore alle attività associative
nov262013
I ragazzi del presepe vivente di Noha sono già al lavoro nell'antica Masseria Colabaldi per l'allestimento della scenografia, con la colonna sonora di Fabrizio de Andrè.
Anche a Noha quest'anno si racconterà la storia di un Dio che si fa uomo nella cornice dell'antica Masseria Colabaldi, bene culturale insigne, svettante ancora oggi, dopo cinque secoli di Storia, dall'acropoli di Noha.
A Noha c'è un gruppo affiatato di variegata umanità che, sfidando ogni avversità, riesce ogni anno a far rivivere il grande miracolo della ri-nascita.
Questa è la strada per rivivere la storia dell'Uomo e degli Uomini
Strada di pietre e di gente strada luogo di incontro e di dialogo strada da percorrere per trasformarsi da spettatori ad attori-protagonisti della scena.
Presepe vivente di Noha - presso l'antica Masseria Colabaldi - viale Alberto dalla Chiesa - Noha-Galatina - 25 -26 -29 dicembre 2013 e 1 - 5 - 6 gennaio 2014
mag302021
Il primo giugno si svolgerà in tutte le pasticcerie aderenti il “Pasticciotto Day”, secondo gli organizzatori un modo per promuovere il prodotto di pasticceria più famoso del Salento, vendendolo a soli 60 centesimi al pezzo.
Bene, anzi male. In questa frase c’è tutto il non-senso di una iniziativa, puramente commerciale, che nulla produce in termini di valorizzazione di un prodotto che è e rimane un’eccellenza della scuola pasticciera di Galatina.
L’iniziativa si muove su un canale molto diverso rispetto alla strada intrapresa dall’Amministrazione comunale di Galatina che negli scorsi mesi aveva chiesto l’istituzione dei due marchi “Galatina Città del Pasticciotto” e “Pasticciotto di Galatina” e lo aveva fatto con il dichiarato proposito di rendere istituzionalmente rilevante il legame tra il prodotto dolciario e la nostra Città. Un prodotto a forte vocazione identitaria cioè, un’icona di una città e di tutta la sua scuola pasticciera che va promosso, valorizzato, tutelato. Non svilito. Non svenduto.
Ecco, già il mettere sullo stesso piano una qualsiasi pasticceria di una qualsiasi altra città che, bontà sua, può scegliere liberamente di aderire a questa manifestazione con le pasticcerie di Galatina (volutamente non cito nessuna in particolare) è già di per sé uno svilimento del prodotto che si intende promuovere. Come se il Pasticciotto avesse bisogno di questo tipo di promozione in un periodo dell’anno peraltro in cui la sua vendita sarà diretta quasi esclusivamente a nostri conterranei viste le ridotte presenze turistiche del momento.
E chiedere a tutte le pasticcerie aderenti di venderlo per quella giornata a 60 centesimi significa svendere un prodotto culturale a forte vocazione identitaria quale è il Pasticciotto come fosse un semplice pezzo di pastafrolla con della crema dentro. Che forse per gli altri lo è, certo non lo è né lo sarà mai per noi galatinesi. E, anche in ragione di questo, fa tristezza che a ideare, organizzare e promuovere il “Pasticciotto Day” ci siano operatori economici e pasticcieri di Galatina.
Pierantonio De Matteis
Consigliere Comunale Andare
feb122014
Continua a Galatina, il ciclo di incontri di approfondimento sui diversi aspetti storici, culturali ed artistici della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria.
“MARIA D’ENGHIEN: Contessa, Regina, Committente”, questo il titolo del secondo incontro che si terrà, venerdì 14 febbraio alle ore 18.30, presso la Sala di Cultura Francescana, con l’intervento del Dr. Mario Cazzato, Architetto e Storiografo salentino, nonché Autore di numerose pubblicazioni, in particolare quelle sulla Basilica di Santa Caterina e sulla Famiglia degli Orsini del Balzo; presenta la Dott.ssa Angela Beccarisi, Storica dell’Arte.
Contessa, Principessa, Regina, Guerriera, Mecenate, Amministratrice, Maria d’Enghien rappresenta, tra le donne dell’Italia meridionale di fine Trecento, prima metà del Quattrocento, una donna di governo, esperta nell’arte della politica e della diplomazia, in definitiva un modello femminile di straordinaria attualità.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo nel complesso iter, necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.
Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616
mar092016
“E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l’orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù. Che poi, se anche scendo, nessuno mi può riconoscere, che la faccia me la fece saltare un mortaio e la voce fu graffiata da schegge. E il mio nome sparì dalla testa quando fu il grande scoppio. Lo scoppio che tutti ammazzò qui all’intorno. Tranne me che, però, non so più chi sono. A volte mi paio uno, a volte un altro... Io sono uno, nessuno e tutti quelli saltati per aria, morti a fuoco, alla baionetta, asfissiati di gas e ghiacciati di freddo. Che tutti me li sento addosso e mi credo nei loro pensieri. Certo, delle volte penserò di sicuro coi miei veri sentimenti, ma non so quando. Perché io mi ignoro. Sono ignoto persino a me stesso, figurati al mondo! Ma io, il mondo, lo aspetto qui sopra, in trincea – tutto lo aspetto – che il mondo tutto è coinvolto. E questa è l’unica cosa che ricordo: che sono in guerra, una guerra enorme, mondiale addirittura e io – io che non so più chi sono, da dove vengo e chi mi ha messo al mondo; io sconosciuto anche alla sola madre che mi resta, la Madre Patria – io, per essa, la patria, giurai di morirmene, proprio come le altre 90.000 tonnellate di muscoli e ossa, morte prima di me. Io non scendo!”
Mario Perrotta, racconta la Grande Guerra e lo fa come lui sa fare: dopo un’attenta ricerca e concentrandosi sulle piccole storie, per gettare altra luce sulla grande Storia. Su una pagina scelta perché è il racconto del primo, vero momento di unità nazionale. MILITE IGNOTO - quindici diciotto, è un’altra grande prova per l’attore salentino, Premio Ubu 2015: lui in scena è il soldato ignoto di una guerra in cui, gradatamente anche il nemico diventa ignoto. Nelle trincee di sangue e fango veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta, accumunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Racconta tutto il soldato Perrotta, con la consueta e straordinaria intensità, e lo fa in una lingua d’invenzione nata dal mescolamento di tutti i dialetti italiani.
Lo spettacolo è il 12 marzo 2016 nel rinnovato Teatro Cavallino Bianco per la stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.
Orario della rappresentazione:
porta ore 20:30 / sipario ore 21:00
Prezzo del biglietto:
1 settore – intero 20,00€ / ridotto 18,00€
2 settore – intero 18,00€ / ridotto 15,00€
ott022023
In occasione del consiglio comunale di oggi in cui è presente all'ordine del giorno un'interrogazione sull'opera muraria realizzata a Noha, ci preme sottolineare alcuni aspetti fondamentali del progetto firmato dall'amministrazione Amante.
mag062017
In effetti questa storia del “voto Tizio perché è una brava persona” provoca anche a me una forma di evirazione per forza di gravità: ovvero, come potrebbe più prosaicamente dirsi, mi fa cascare le palle.
Nel mese di aprile su galatina.it Lorenzo Candido, un ragazzo di Galatina ora studente di Giurisprudenza in quel di Roma, con una lettera aperta di alto profilo chiedeva alla comunità tutta un pizzico “di passione incondizionata verso la Politica”.
Così continuava Lorenzo nella sua missiva: “Abbiamo bisogno di dire che la nostra città va difesa ad ogni costo. La nostra città deve essere protetta da ogni abuso, da ogni sberla, anche da quella più velata. Abbiamo bisogno di urlare che lo stupro di questa terra è un crimine. Abbiamo il dovere di combattere la mentalità, fin troppo radicata, del culto della persona. […] Bisogna guardarsi allo specchio e dire: sì, la mafia esiste e ora la distruggiamo”. E infine: “Galatina deve vedere, deve sentire, deve parlare. L’omertà e la passività declinate in ogni ambito ammaccano la democrazia”. Insomma, un vero e proprio programma politico.
Uno pensava (sperava) di poter leggere con la medesima evidenza sullo stesso sito una valanga di lettere in risposta ai temi trattati dal Lorenzo, un dibattito pubblico di un livello finalmente un po’ più elevato rispetto a quello dei calzini corti, e soprattutto degli interventi importanti da parte di “qualcuno che si candida” piuttosto che di qualcuno “che è stato candidato”.
Invece, niente. A Galatina non c’è proprio trippa per gatti (solo truppe di fatti, anzi di strafatti riempiliste).
Sicché ci siam dovuti accontentare di un paio di contributi un po’ così: tipo quello della Roberta Forte, che è partita bene per perdersi subito dopo nel traffico del centro storico di Galatina, il quale, secondo lei, sarebbe da chiudere sì, ma a dosi omeopatiche [cosa c’entra il centro, Roberta: Lorenzo aveva chiesto ben altro, ndr.]; e quello di tal Claudio Bello, che elenca i motivi per cui ha l’Amante, e cioè: 1) perché “non ha simboli di partito alle spalle” [huahahahaha: per la cronaca, il Tipo ha avuto alle spalle qualche fiamma più o meno tricolore, ndr.]; 2) perché sostanzialmente è una “brava persona” (e ridaje); 3) per “non vedere sempre le stesse facce” (come se Amante fosse nuovo di zecca e non un usato sicuro), e soprattutto – ipse dixit - quelle “facce che nelle precedenti tornate elettorali se le son dette, senza mezzi termini, offendendosi vicendevolmente e gridando al pubblico (anche social ma non solo) il proprio disappunto nei confronti dell’antagonista politico”. Ma che film ha visto, Bello? Quando mai se le son dette di santa ragione? Forse quando hanno fatto le peggiori porcate tutti insieme appassionatamente, maggioranza e finta opposizione, come nel caso del mega-porco commerciale di Collemeto? Il problema di Galatina non è affatto l’antagonismo – magari ce ne fosse un po’ – ma il consociativismo, il volemose bene, la Trattativa, il partito trasversale, i tarallucci & vino, la mano che lava l’altra, i finti amiconi, e la cosiddetta mo-de-ra-zio-ne.
Lorenzo avrebbe voluto leggere qualcosa di diverso, di nuovo, magari non necessariamente di inedito, ma non queste coglionate, fritte e rifritte, calzanti con gli argomenti trattati come la Nutella sui cavoli stufati a merenda.
Sono certo che Lorenzo Candido (ma, per la verità, anche il sottoscritto) avrebbe voluto sentire da qualche concittadino che a Galatina finalmente la Politica dice una volta per tutte “Stop al consumo del territorio comunale” (nel senso che è giunto il tempo di pensare alla razionalizzazione degli spazi già edificati, al recupero delle aree dismesse, e al risparmio di ogni metro anzi di ogni centimetro quadrato di terreno agricolo).
Che d’ora in poi si punterà all’efficientamento energetico, alla riduzione dei consumi per esempio della pubblica illuminazione (pensate, ci è arrivato persino Coccioli) e che si impedirà una buona volta che il paesaggio comunale venga devastato in nome della produzione di energia mascherata come pulita (ergo, divieto assoluto a nuove pale eoliche di massa, al fotovoltaico in mezzo alla campagna e alla produzione di biogas da mega-centrali di compostaggio “ana[l]erobico”).
Che la Politica darà per prima l’esempio di un nuovo stile di vita incentrato sulla mobilità sostenibile, sul bike-sharing, sul pedibus, sul trasporto pubblico integrato, sull’autobus a chiamata eventualmente, e soprattutto sull’utilizzo dei mezzi di locomozione comunale francescana, cioè i piedi (che oggi, a Galatina, sembrano invece tutti affetti da calli, alluci valghi, acidi urici, fasciti plantari, metatarsalgia, occhi di pesce e neuroma di Morton, sicché si arriva ad utilizzare l’auto finanche per un giro di villa).
Che verranno incoraggiate le attività di allevamento domestico degli animali (certamente non negli appartamenti dei “grattacieli” cittadini), caratteristica del nostro piccolo mondo antico. Che si continuerà con la raccolta differenziata porta a porta, portandola a percentuali di eccellenza, promuovendo la strategia dei rifiuti zero e, al contempo, anche il compostaggio domestico. Che si cercherà con le buone ma anche con le cattive di combattere la ludopatia (tragedia che sta portando alla rovina famiglie intere).
Che considereremo i ragazzi migranti come una risorsa preziosa del territorio, prima di tutto culturale, da conoscere meglio e integrare nella comunità, anche ai fini di un reciproco arricchimento. Che, per esempio, si incentiverà sempre più la popolazione a scelte quotidiane sobrie e sostenibili. Che si disincentiverà invece la grossa industria del commercio (il mega-porco, per dire, dovrebbe essere bandito dai confini comunali soprattutto grazie alla domanda, voglio dire alle scelte consapevoli dei consumatori) anche al fine di favorire il piccolo commercio (meglio se equo, solidale e di qualità).
Che ci sarà tolleranza zero - pena la chiusura immediata e la richiesta di risarcimento danni - nei confronti delle aziende che inquineranno l’aria, l’acqua e il suolo comunali (nonostante le loro generose offerte di sponsorizzazione). Che verrà incoraggiato in agricoltura lo scambio dei semi tra i cittadini, e che verrà impedito l’utilizzo di diserbanti e pesticidi chimico-industriali in tutto il territorio galatinese (finora qui s’è bandita invece l’agricoltura e tutti i suoi prodotti, “dalle cicorie alle patate di Galatina” che, nonostante la denominazione, debbono ormai essere prodotte fuori dai confini municipali).
Che si impegna nel restauro paesaggistico e dei beni culturali nel principio del dove erano e come erano, facendo tesoro degli elementi tipici del mosaico del “Genius loci”. E che si cercherà in tutti i modi di debellare la mafia in me, prima che la mafia in sé (sì, qui da noi, soprattutto nei metodi – anche nella richiesta telefonica di una firma per la convalida delle proprie liste elettorali – spesso ci si comporta, più o meno a propria insaputa, secondo il manuale del perfetto mafioso).
Ecco. Cose del genere, avrebbe voluto leggere Lorenzo (ma anche lo scrivente) in risposta alla sua missiva, non le minchiate di cui stanno riempiendo manifesti, social-network, e il nostro ruzzolante binomio anatomico meno oblungo e più sferico, onde la libido per queste elezioni risulta in forte calo.
Lorenzo, studia, ‘manisciate’ e torna a casa. Così da Candido potrai diventare pure candidato.
Il tuo primo voto sarà il mio.
Antonio Mellone
nov052020
Con questo capitolo siamo già al terzo appuntamento con la storia delle antiche congreghe di Noha. In questo brano P. Francesco D’Acquarica ci parlerà delle confraternite del Santissimo Sacramento e della Madonna del Rosario, evidenziando quanto la loro genesi sia stata frutto della pietà di alcuni uomini che fecero la storia, e quanto queste pie istituzioni abbiano inciso sulla cultura, l’arte e la fede della nostra Noha.
Noha.it
Tra il 1570 e il 1600 l’arciprete di Noha era don Salvatore Colafilippi, mentre sedeva in cattedra a Nardò il vescovo Ambrogio Salvio. Questo presule era nato a Bagnolo (oggi Bagnolo Irpino) in provincia di Avellino nel 1491. Educato molto cristianamente, di indole buona e pia, fin da ragazzo abbandonò il mondo e si rinchiuse nel convento dei Domenicani di Bagnolo dove attese per molti anni alla sua formazione spirituale, morale ed intellettuale con molto profitto.
Appena i suoi superiori constatarono le capacità intellettuali del giovane Fra’ Ambrogio Salvio, pensarono che fosse opportuno inviarlo a Bologna (famosa già nel medioevo per la sua università) per permettergli di completare la sua formazione. Dopo pochi anni conseguì cum laude il dottorato in sacra Teologia. Mentre studiava a Bologna conobbe il domenicano Padre Michele Ghislieri, futuro Papa e Santo, S. Pio V, con il quale strinse un sodalizio culturale che durò nel tempo, anche quando le strade dei due santi uomini dovettero separarsi per via degli uffici che in seguito si trovarono a ricoprire.
Il Ghislieri, divenuto Pontefice nel 1566 con il nome di Pio V, in molte occasioni si valse dell’opera del suo coltissimo amico. Oltretutto fu questo Papa a nominarlo Vescovo di Nardò, concedendogli non pochi privilegi: e l’avrebbe certamente elevato in dignità ed onori, se la morte non gliene avesse tolta anzitempo la possibilità.
Conseguita la laurea, il Salvio fu inviato a Napoli come lettore di Teologia nel Monastero di S. Domenico. Da lì a pochi anni, crescendo la sua fama, fu nominato maestro degli studi alla Minerva di Roma, distinguendosi per dottrina, ingegno, zelo e umiltà. Pare che sia stato lui l’inventore del tabernacolo per la custodia della SS. Eucaristia.
Nel 1559 fu eletto provinciale del suo Ordine. Nel 1566 per arginare la corruzione e gli abusi che dilagavano tra i fedeli, Pio V inviò in tutta l’Italia vari predicatori apostolici. Fra essi c’era anche fra’ Ambrogio Salvio, il quale, con la propria predicazione e con l’esempio, contribuì alla devozione e alla recita del Rosario, ed eresse molte confraternite del Rosario, ottenendone dal Pontefice indulgenze e privilegi. Il 26 agosto 1569 fu nominato Vescovo di Nardò dallo stesso papa Pio V.
Il Salvio avrebbe preferito l’esonero da così arduo compito sia per l’età già avanzata, aveva ormai 78 anni, sia per le molte fatiche sopportate nei precedenti ministeri. Il Pontefice praticamente lo obbligò ad accettare, dispensandolo perfino dal pagare le bolle, ordinando che gli fossero spedite gratuitamente e gli procurò anche i fondi per affrontare le prime spese del suo nuovo impegno. Ambrogio Salvio accettò per obbedienza il ministero episcopale e venne a reggere la diocesi neritina. Suo primo intento fu quello di conservare in tutto il vigore e nell’antico splendore i grandi privilegi di cui trovò già insignita la diocesi di Nardò - immediatamente soggetta alla Santa Sede - ristabilendo la disciplina ecclesiastica gravemente decaduta, e risollevando i costumi e la moralità dei fedeli (da tempo trascurati). Si adoperò soprattutto di provvedere le parrocchie di ottimi parroci, che attendessero con zelo alla cura delle anime e con decoro alla dignità ecclesiastica.
Speciale attenzione dedicò alla riforma, alla correzione e al miglioramento dei costumi sia del clero che del popolo. Infatti, come del resto altrove, anche nella nostra diocesi si registravano episodi di corruzione, nonché vizi ed abusi da far spavento, nel clero, nei religiosi e tra le religiose.
Ambrogio Salvio s’impegnò in una serie di riforme, con la parola e soprattutto con l’esempio, precedendo tutti, indicando la retta via da percorrere per una vita veramente cristiana. Prendeva parte immancabilmente al coro, insieme con i suoi canonici, e ogni giorno festivo teneva al popolo la sua fervida lectio divina, biasimando fortemente i vizi, spianando la via al rinnovamento dei costumi, amministrando personalmente i sacramenti. Non era infrequente trovarlo in confessionale, dando così a tutti la possibilità di conferire con lui (anche senza chiederne preventiva udienza), non solo per il sacramento della confessione, ma anche per dispensare i suoi preziosi consigli di Padre. Attese all’insegnamento della dottrina cristiana, non solo nelle chiese, ma anche nelle strade, nelle piazze, nelle case e nelle botteghe, ai fanciulli, ai ragazzi, agli adulti. Per evidenziare la “modernità” di questo Presule del ‘500, diciamo che non si chiuse mai in episcopio, ma spesso e volentieri, uscendo in strada, con l’uso di un campanello, riusciva a radunare i fanciulli in chiesa per istruirli nelle verità della fede.
Dopo aver gettato le basi di una completa riforma morale, nel 1570 intraprese la visita pastorale della diocesi, che condusse minuziosa, laboriosa e rigeneratrice, senza badare a disagi e a sacrifici, nonostante la sua “ingravescente aetate”. Lasciò ovunque ordini rigorosi per la fedele osservanza della legge divina e delle costituzioni ecclesiastiche. Di tale visita si conserva tuttora una breve relazione, anche se in molti punti illeggibile in quanto logorata dal tempo e dall’umidità. Grande dolore provò quando scorse che, in qualche luogo, alcuni eretici venivano dai paesi vicini, seminando false dottrine ed eresie contro i sacramenti, in particolare contro la Santissima Eucaristia. Non si concesse riposo, ma con la parola, l’autorità e, quando fu necessario, con minacce e pene, riuscì a ridurre ai minimi termini (se non proprio a estirpare) ogni traccia di abusi ed errori dottrinali: e la fede cristiana, integra ed inalterata, rifiorì in ogni angolo della diocesi. Fu lui che introdusse a Nardò e nel resto della sua area pastorale l’esposizione del Santissimo Sacramento in forma di Quarantore: pratica pia che ancora oggi ha luogo durante il tempo del carnevale in tutte le chiese.
Si può ragionevolmente pensare che con un Papa domenicano (S. Pio V) e con il carisma del suo confratello mons. Salvio, Vescovo di Nardò, anche per la chiesa di Noha fosse arrivato il vento del rinnovamento. Con molta probabilità dobbiamo considerare di questo periodo l’origine sia della Confraternita della Madonna del Rosario e sia di quella del Santissimo Sacramento.
Anche a Noha la devozione delle Quarantore risale ai tempi del Vescovo Salvio, come pure la devozione per il domenicano San Vincenzo Ferreri. Qualcuno ricorderà che nella chiesa “piccinna” vi era una grande pala d’altare della Madonna delle Grazie con ai lati San Vincenzo Ferreri e San Vito.
L’arciprete Alessandrelli nella sua relazione del 1850 specifica anche quale fosse il compito della Confraternita del Santissimo Sacramento: Nella mano sinistra del Coro vi è uno stipo, nello quale il Priore della Confraternita del Sagramento tiene riposta la cera che abbisogna per le funzioni del Corpus, della terza domenica, e del S. Sepolcro.
È chiaro che questa confraternita si occupava esplicitamente della diffusione del culto eucaristico e perciò anche dell’organizzazione della solennità del Corpus Domini, nonché dei riti relativi alla celebrazioni del Triduo della settimana santa, specialmente quelli del Giovedì Santo (giornata eucaristica per definizione), e poi l’organizzazione del ‘Sepolcro’ e la partecipazione alle funzioni della terza domenica del mese, domenica che faceva parte dei programmi di questa confraternita (per inciso, aggiungiamo, che per statuto ogni confraternita stabiliva una domenica al mese di partecipazione comunitaria e obbligatoria alle pratiche di pietà e alla formazione religiosa dei confratelli. Come vedremo in seguito, la confraternita della Madonna delle Grazie fisserà la prima domenica del mese).
Scomparsa la confraternita, rimase la devozione all’Eucaristia. Io ricordo molto bene quando, durante la mia infanzia (ero chierichetto), per tutta la settimana che seguiva la festa del Corpus Domini, ogni sera, per otto giorni di seguito, aveva luogo una breve processione con il Santissimo Sacramento in piazza San Michele, un tempo, quando non c'erano veicoli, sempre gremita di popolo, soprattutto uomini. All’uscita della processione tutti si toglievano il cappello, e sostavano in adorazione. Anche quando si portava la Santa Comunione agli infermi, lo si faceva in maniera pubblica e solenne. Nel giorno stabilito il parroco portava il Santissimo Sacramento, come in processione, procedendo con tanto di baldacchino e ombrello liturgico. Chierichetti e laici addetti alla liturgia attendevano poi in strada l’uscita del Celebrante dalla casa dell’ammalato al quale era stato portato il pane eucaristico.
Anche la tela della Madonna del Rosario, ancora esistente nella chiesa madre di Noha, testimonia l’esistenza dell’omonima Confraternita. La fonte delle informazioni è sempre la relazione dell’Alessandrelli che così si esprime:
Più avanti sta fissato nel muro e propriamente sulla porta piccola della detta Chiesa, l'immagine della Vergine del Rosario, che tiene il Bambino Gesù: in giù di detta immagine sta dipinto S. Domenico e S. Caterina da Siena con li quindici misteri attorno.
La tela, restaurata nel corso del 2008, è opera di un artista di Nardò, Antonio Donato d’Orlando (Nardò 1562 - Racale 1636) che la dipinse certamente nel primo decennio del 1600, forse il 1602. Il quadro è di grandi dimensioni (3x2 metri) con cornice in legno a tratti dorato.
Vi è impressa l'immagine della SS. Vergine del Rosario che tiene il Bambino Gesù in piedi sulle sue gambe, retto dal suo braccio destro. Entrambi mostrano - quasi a volerla consegnare - la corona del Rosario: il Bambino Gesù a S. Domenico e la Madonna a S. Caterina da Siena, inginocchiati e adoranti. Sopra la Vergine due angeli in volo reggono con una mano una corona sul capo aureolato della Madonna, e con l’altra mostrano un’altra corona del Rosario.
Tutt'intorno in alto sono dipinti i quindici misteri del Rosario. In basso è scritto a chiare lettere “per devozione dei fratelli Rosario e Vitantonio”. Probabilmente questi due fratelli si sono impegnati per il restauro della tela che nel 1850 già esisteva da circa 250 anni. I due fratelli erano molto conosciuti nella comunità nohana, tanto che si tace il cognome “Benedetto”. Vitantonio era il cassiere della Congrega della Madonna delle Grazie che a sue spese donò il tabernacolo alla “Chiesa Piccinna”. Rosario era invece “deputato” (così lo definisce l’Alessandrelli) della confraternita del Rosario.
Nella mano sinistra del Coro vi è uno stipo, nello quale il Priore della Confraternita del Sagramento tiene riposta la cera che abbisogna per le funzioni del Corpus, della terza domenica, e del S. Sepolcro.
Questa è la testimonianza scritta più sicura circa l’esistenza della Confraternita del Santissimo Sacramento. Accanto a questa, un’altra opera d’arte: la tela che ornava l’altare con le raffigurazioni di S. Vito e di S. Pasquale.
La tela ripropone San Pasquale in adorazione eucaristica, mentre S. Vito indica l’ostensorio effigiato in alto in tutto il suo splendore. Ai suoi piedi la corona simbolo del suo martirio.
Sullo sfondo si può osservare anche l’immagine di una chiesa che potrebbe essere la fabbrica dell’antica parrocchiale di Noha, prima del suo rifacimento avvenuto nel 1901. E comunque, in una tela dedicata al Santissimo, ci starebbe bene il disegno di qualsiasi tempio, basilica, duomo, cattedrale, pieve o perfino piccola cappella: in quanto non esiste Chiesa senza Eucarestia, e non esiste Eucarestia senza chiesa.
Nota bene.
I due grandi quadri, che oggi campeggiano sulle pareti laterali destra e sinistra della “moderna” chiesa parrocchiale, sono ciò che resta degli antichi altari dedicati, rispettivamente, alla Madonna del Rosario e al Santissimo Sacramento, ubicati nella vecchia chiesa di San Michele Arcangelo.
[continua]
P. Francesco D’Acquarica
feb162012
Dopo aver detto la vostra su questi o su altri eventuali punti interrogativi (che vi vengono in mente), siete pregati di scrivere di seguito le vostre idee per l'utilizzo proficuo (e continuo) di questo rinato bellissimo complesso - che, speriamo, non diventi mai (più) una cattedrale nel deserto.
I documenti del bando di gara per l'appalto dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare presenti sul sito del Comune di Galatina.
Di seguito tutta la documentazione.
dic062017
L’autunno si scopre sempre più ricco ed animato. Dopo il successo di novembre delle iniziative gratuite inPuglia365 - Sapori e colori d’autunno, rivolte ai viaggiatori ed i cittadini pugliesi, a dicembre ancora tante occasioni per sperimentare e vivere una stagione unica ed affascinante. Tra questi gli appuntamenti di Profumi e Sapori...dal centro alla campagna, progetto inserito nel programma dell’Agenzia Regionale del Turismo (ARET) Pugliapromozione, promosso dall’Associazione “Città Nostra”, tra turismo slow ed enogastronomia che si snoda nei prossimi week-end nei comuni di Castrignano de’ Greci, Sogliano Cavour e Soleto. Massima attenzione al tema dell’alimentazione sana come elemento fondamentale per il benessere, insieme allo sport, ed al tema delle intolleranze alimentari. Una serie di attività per famiglie e bambini.
Sabato 09 dicembre 2017, ore 16.00, itinerario alla scoperta di Soleto in compagnia della guida abilita Francesco Manni. Un viaggio fra le strette strade lastricate e le piccole piazzette del centro antico su cui domina la Guglia di Raimondello. La Chiesa di Santo Stefano, centro religioso e culturale italo-greco, dov’è dispiegato all’interno un prezioso ciclo pittorico del XIV secolo. E poi storie di “macare”, demoni e del filosofo alchimista Matteo Tafuri. E poi la chitarra e voce di P40 e Donna Lucia un incontro tra la figura del cantautore e quella dell’attore, che insieme convivono portando lungo il percorso una rappresentazione quasi teatrale, essenziale, a tratti geniale ma nello stesso tempo ricca di improvvisazioni, che giocano sugli equivoci e sulle sensazioni del pubblico. Gustando i sapori della tradizione non potremo fare a meno di provare le tipiche crocchette di patate della trattoria Zonzi con un buon bicchiere di vino locale.
Meeting point: Porta San Vito, Via Umberto I, Soleto (LE)
Domenica 10 dicembre 2017, ore 16.00, itinerario alla scoperta di Castrignano de’ Greci con incursioni teatrali in abiti d’epoca a cura di ImprovvisArt, accompagnati dalla guida abilitata Angela Beccarisi. Conosceremo la storia e la bellezza del paese, accompagnati da attori teatrali, lungo le strade del centro antico dove spiccano le corti, “àvili” in greco, che attorno al Palazzo Baronale De’ Gualtieris serbano ancora l’eredità di antiche civiltà. Curioseremo nel Museo del Ricamo a mano e dei Pizzi e dei Merletti, nato dalla volontà dell’amministrazione comunale e dalla passione delle maestre rimatrici dell’Associazione RicamArte, dove si possono vedere trine e ricami, trame preziose dal XIX secolo al secondo dopoguerra, anche ferri da stiro a carbone, attrezzi da ricamo, telai antichi e riviste specializzate. A concludere il gusto tipico della tradizione presso Kalò Faï con un assaggio di “pittule dell’Immacolata”, “pitta di patate salentina”, “polpette della domenica”.
Meeting point: Parco Pozzelle, Via Boccaccio, Castrignano de’ Greci (LE)
T. +39 0836 569984 - +39 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com
Partecipazione gratuita con prenotazione
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ott222017
Essere stato eletto all’unanimità segretario del Circolo PD di GALATINA rappresenta per me un grande onore e una sfida.
Ringrazio tutti i compagni e gli amici per la fiducia e la stima accordatami sperando di non deludere le aspettative. Il Circolo PD di GALATINA ha scelto la via dell’unità. Le divisioni interne non ci hanno indebolito.
La risposta del Circolo di GALATINA è quella dotarsi di un’organizzazione unitaria e trasparente, per ripartire e rafforzare il rapporto con i cittadini.
Questa segreteria, insieme al nuovo Direttivo del Partito, intende rilanciare la proposta di sviluppo della Città di GALATINA.
Porteremo avanti, anche dall’esterno dell’aula consigliare, un’opposizione matura, criticando e contestando le scelte dell’attuale maggioranza quando necessario, ma al tempo stesso consentendo a chi ha vinto le elezioni, di esercitare legittimamente il mandato che i cittadini di Galatina hanno consegnato loro. Per fare questo è necessaria una partecipazione attiva di tutti gli iscritti del PD.
La nuova Segreteria deve farsi carico di stimolare il dibattito e raccogliere le idee da portare all’attenzione dell’amministrazione comunale. Tutto questo insieme al nuovo Direttivo, e a tutti coloro che mostreranno interesse al rispetto della cosa pubblica.
Presenteremo le nostre idee per la Città, i nostri progetti, le nostre iniziative. Il partito sarà il motore di iniziative pubbliche di partecipazione e riattiveremo la vita politica di questa comunità per renderla migliore.
Il Partito Democratico, anche perché meglio organizzato e strutturato rispetto ad altre organizzazioni politiche, deve sviluppare una notevole forza propulsiva in contrapposizione al forte populismo di altri movimenti politici.
L’attività politica non va relegata soltanto alle discussioni interne ai circoli, perché il baricentro del dibattito si è spostato altrove.
E’ importante utilizzare gli spazi di comunicazione attraverso l’utilizzo dei social network ma anche utilizzando le piazze con eventi pubblici per rendere evidente la nostra azione politica e raccontare la nostra forte volontà di rinnovamento e cambiamento.
E’ fondamentale tornare a confrontarci direttamente con i cittadini, il futuro senza la partecipazione della gente e soprattutto dei più giovani è grigio. Ma a noi invece piace il mondo a colori e dobbiamo lottare per averlo. Per il bene di tutti senza escludere nessuno e valorizzando l’impegno di ciascuno. Dobbiamo, dunque, tornare ad essere attrattivi, aprendo le porte del Partito alle ragazze ed ai ragazzi appassionati di politica e di impegno civile. A tal proposito, saremo sin da subito operativi nel mettere a disposizione l’esperienza e le competenze professionali che ci contraddistinguono in ogni settore al fine di ripensare un’idea di Sviluppo per Galatina. Il dibattito sarà incentrato sulla formulazione di proposte per le politiche attive su molteplici aree, tra cui: decoro urbano, sviluppo territoriale, politiche del lavoro, ambiente, sanità, politiche sociali e istruzione.
Da ultimo, ma non per ultimo, dobbiamo recuperare una nostra identità politica riallacciando il dialogo con quei partiti che storicamente hanno accompagnato il PD in tutte le elezioni del passato. È stato un dispiacere vedere partiti di sinistra o centrosinistra schierarsi contro di noi nelle ultime elezioni. Serve il dialogo con tutti coloro che hanno la stessa estrazione culturale del PD con i quali, anche se talvolta contrapposti su temi di rilievo nazionale, costruire insieme nuove intese a livello locale.
Nella consapevolezza che “uniti si vince”.
Il segretario può essere paragonato ad un direttore d’orchestra. Da solo non può fare nulla e ha bisogno di tutti – cioè proprio di ciascuno di voi – per suonare una musica convincente. Io posso mettere la mia faccia, le mie idee, il mio impegno, il mio lavoro, ma non sarebbero sufficienti.
Serve l’impegno di tutti ed io mi impegno affinché tutti abbiano uno strumento, uno spartito e un posto per suonare in questa orchestra. Serve l’impegno davvero di tutti, anche delle persone che sono fuori dal partito ma presenti nella società civile e che ci devono dare una mano perché non si puù più stare in disparte. Il partito democratico è aperto a tutte le persone che immaginano un mondo migliore fatto di lavoro, solidarietà e attenzione dei più deboli contro le prevaricazioni
Galatina non è fuori dal mondo e non ne è neppure il centro del mondo. Non siamo ne autosufficienti, ne autonomi. Molte iniziative importanti richiedono consensi allargati: penso alla sinergia da praticare con i circoli del partito di tutto il Salento e non solo. Le relazioni sono strategiche per i progetti futuribili nei trasporti, nella mobilità, nei servizi alle persone, nelle infrastrutture.
Intorno a GALATINA ci sono circoli con cui dobbiamo avviare un percorso di collaborazione: loro hanno bisogno di noi, noi abbiamo bisogno di loro: penso ad GALLIPOLI, GALATONE, ARADEO, CASARANO, NARDO’, COPERTINO, LECCE e ai tanti altri circoli più piccoli.
Partendo dai nostri sostenitori, il PD deve costruire un canale comunicativo con i propri elettori e con la città.
Abbiamo bisogno di dire delle cose ma anche ascoltare la gente, i galatinesi.
Dobbiamo impegnarci e fare in modo che chi partecipa alle attività del partito si senta protagonista anche delle scelte.
Dobbiamo guardare al futuro, alla costruzione di un partito che sia punto di riferimento nella città e per tutti coloro che hanno a cuore GALATINA e il suo futuro. Dobbiamo ritornare in mezzo alla gente ad occuparci dei loro problemi. Dobbiamo far crescere la rete di contatti, amicizie, relazioni che ci fanno interagire positivamente e costruttivamente con gli altri. Dobbiamo contribuire a costruire una nuova classe dirigente intrisa di valori di lealtà, solidarietà e rispetto.
La politica per noi deve essere volontariato al servizio della gente. Dobbiamo con tenacia ed umiltà ripartire dalla stagione della semina. Raccoglieremo i frutti del nostro lavoro togliendo alle destre la voglia di un conservatorismo che non appartiene alla nostra cultura progressista e di sinistra.
Viva Galatina. Viva il Partito Democratico.
PER IL CONGRESSO PROVINCIALE
Per il Congresso Provinciale hanno votato 102 persone per Stefano Minerva contro 32 per Ippazio Morciano. I delegati per Stefano Minerva sono quattro. Un delegato per Ippazio Morciano.
Andrea Coccioli
Il segretario del Circolo PD Galatina
CIRCOLO PARTITO DEMOCRATICO GALATINA
Segretario: Andrea Coccioli
Segreteria: Luigi Lagna, Mino Alessandro, Monica D’Amico, Luceri Pierluigi, Paola Volante, Antonio Serra;
Vice segretari: Massimo Marra, Monica Antonica;
Direttivo: Antonio Mellone, M.Chiara Chirenti, Piero Masciullo, Rita Ucini, Giovanni Vitellio, Gino De Micheli, Antonio De Matteis, Rosalba Biancorosso, Corrado Marra, Sandra Antonica, Michele Forte, Federica Patera, Caterina Luceri, Daniela Diso, Giuseppe Mele, Antonella Quarta
Presidente: Biagio Galante
CIRCOLO PARTITO DEMOCRATICO GALATINA
set102015
Continuiamo con queste note (invero un po’lunghe, ma a puntate) a commento dell’enciclica di papa Francesco, la prima nella storia della chiesa scritta e presentata in italiano (o comunque non in latino), e forse proprio per questo negletta dalla gran massa degli italiani impegnati ad applaudire (come, per esempio, i ciellini a Rimini) ogni tribuno - specie se della compagine governativa - pronto a vendere speranze manco fossero pentole antiaderenti.
“Alcuni progetti, non supportati da un’analisi accurata, possono intaccare profondamente la qualità della vita di un luogo per questioni molto diverse tra loro, come ad esempio, un inquinamento acustico non previsto, la riduzione dell’ampiezza visuale, la perdita di valori culturali, gli effetti dell’uso dell’energia nucleare. La cultura consumistica che dà priorità al breve termine e all’interesse privato, può favorire pratiche troppo rapide o consentire l’occultamento dell’informazione” (tratto dal punto 184, pagg. 152 – 153, “Laudato sì’” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015; la sottolineatura è nostra).
Sembrano parole scritte dal Forum Ambiente & Salute, o dai Sognatori Resistenti, o da Ivano Gioffreda, o da Marcello D’Acquarica, o dall’Anita Rossetti, o da Tonino Baldari & Co. Invece – chi l’avrebbe mai detto – si tratta delle parole di un papa, vergate nero su bianco, su di una circolare inviata urbi et orbi (speriamo non troppi orbi).
Assunti che abbiamo espresso infinite volte allorché abbiamo avuto a che fare con il mega-porco Pantacom, il fotovoltaico selvaggio in mezzo alla campagna, la S.S. 275 che vogliono far giungere fino a Santa Maria de finibus terrae (ormai nomen omen), la statale 8, il gasdotto Tap, la Xylella vantaggiosa (ai soliti noti), il porto turistico di Otranto, le grandi navi nella laguna di San Marco, e, ultimamente, le trivellazioni in mare, magari a poche miglia dalla battigia: in una parola contro la mafia.
Sì, non c’è niente da fare: là dove si devasta l’ambiente, si deturpa il paesaggio, si mortificano i beni culturali, lì c’è mafia. La mafia non è (più) quella della lupara e della coppola (oddio, qualche pirla così conciato c’è ancora in giro, eccome, anche da noi, e non solo a Palermo o a Roma). La mafia più pericolosa è invece quella del sacco di Palermo (come di Galatina, del Salento, dell’Adriatico…), quella dello scempio ambientale presentato come “sviluppo”, “ricadute occupazionali” e “progresso” (sì, signora mia, saccheggiano anche il vocabolario della lingua italiana, e chiamano “progresso” la barbarie: la solita Itaglia alla cazzo-di-cane). Ma perché la mafia esista e prosperi c’è bisogno di quella zona grigia che è la trattativa stato-mafia: senza trattativa, infatti, non c’è mafia, la quale sta alla trattativa come l’automobile alla benzina: sicché l’una diventa il bene complementare dell’altra, come la scarpa destra e la scarpa sinistra.
“In ogni discussione riguardante un’iniziativa imprenditoriale si dovrebbe porre una serie di domande per poter discernere se porterà ad un vero sviluppo integrale: Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farà?” (punto 185, pag. 153, ibidem). Qui invece chi pone delle domande è il solito disfattista, un “ecologista” (come se il lemma fosse una bestemmia), uno poco pragmatico, e soprattutto un rompicoglioni, un gufo per giunta “rosicone”. Come se la situazione politica, sociale e culturale che stiamo drammaticamente vivendo non fosse frutto appunto di una carenza di democrazia, a sua volta derivante dalla scomparsa del senso critico, che invece è cultura, senso civico tout court.
“L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente. Ancora una volta, conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui. E’ realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni? [See, campa cavallo, ndr.] All’interno dello schema della rendita non c’è posto per pensare ai ritmi della natura, ai suoi tempi di degradazione e di rigenerazione, e alla complessità degli ecosistemi che possono essere gravemente alterati dall’intervento umano” (tratto dal punto 191, pagg. 156 -157, ibidem – la sottolineatura è nostra). Più chiaro di così si muore.
“Quando si pongono tali questioni, alcuni reagiscono accusando gli altri di pretendere di fermare irrazionalmente il progresso e lo sviluppo umano. Ma dobbiamo convincerci che rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo può dare luogo a un’altra modalità di progresso e di sviluppo. […] Si tratta di aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo” (tratto dal punto 191, pag. 157, ibidem). Ritorna il concetto della decrescita felice, di un altro paradigma, di un’altra economia, a cui fa più volte esplicito riferimento questo papa “qui sibi nomen imposuit Franciscum” (e modestamente anche chi scrive).
Arrivederci al prossimo e ultimo appuntamento con la “Laudato sì”. Oggi e sempre sia laudato.
Antonio Mellone
mar172014
In collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, sotto l’egida del Ministero per i Beni, le Attività Culturali e Turismo, e della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, la Rassegna è rivolta non solo al pubblico affezionato, che ha accolto la notizia con grande entusiasmo, bensì a tutti i cittadini e in particolare agli educatori e ai giovani. L’Amministrazione Comunale tutta, consapevole dell’impegno di energie e delle risorse investite in un momento di generale difficoltà, ha inteso assumere un atteggiamento di non rinuncia, riproponendo la “Stagione Teatrale” che a partire dal 1988 e fino alle soglie del 2000 aveva portato in scena al CavallinoBianco indimenticabili opere.
Giovedì 20 marzo,“Una serata veramente orribile” per inaugurare con Carmela Vincenti,attrice brillante e versatile, incontri con il pubblico che si presentano, tra comicità, ironia e satira,occasione di divertimento e improvvisazione, affidata alla bravura di attrici e attori che si sono già cimentati in avventure sceniche difficili su ben altri gloriosi palcoscenici, con grande apprezzamento di critica e di pubblico.
Capa tosta, passionale e generosa, con questi aggettivi si definisce la Vincenti, cresciuta da Mirabella e stimata da Banfi,già conosciuta dal pubblico di Galatina in una esilarante serata della scorsa estate. Intriganti la raffinata esistenza di “nostra signora del crudo”,le feste anni ’60, la vita e le confessioni di una donna che ci racconta il vero nudo e crudo, in Una serata veramente orribile, nel senso buono, cioè assai forte.
Gli altri protagonisti, tutti meridionali, sono Ippolito Chiarello e Egidia Bruno che, appena dopo il recital “6°(sei gradi)” di Giobbe Covatta, con “Oggi Sposi” lui, e con “La mascula” lei,ci regaleranno straordinari momenti, narrando di temi e di stereotipi con stile, passione e riguardo alla saggezza popolare ma fuori da schemi ordinari. Il 3 maggio, “Serata d’onore” (poesia e musica),appuntamento esclusivo con Michele Placido per chiudere un cartellone che ha puntato sulla qualità dell’offerta culturale.
Giobbe Covatta, comico, attore e scrittore di grande successo, deve la sua fama nazionale a Maurizio Costanzo Show, doveinizia la sua carriera fortunata anche nel campo dell’editoria, a partire dal primo libro Parola di Giobbe. Nel 2010 porta in teatro Trenta, uno spettacolo dedicato ai 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. A marzo 2011, in coppia con Enzo Iacchetti a teatro con “Niente progetti per il futuro" una commedia con ben 87 repliche nei teatri di tutta Italia. A gennaio 2012, debutta in 6° (sei gradi). Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Covatta, in “6°(sei gradi)” ,attore-autore del testo insieme a Paola Catella, si è divertito a immaginare le stravaganti invenzioni scientifiche, ma anche sociali e politiche, che l’umanità metterà a punto in futuro per far fronte all’emergenza ambientale.Per tutti giovedì 27 marzo un’occasione per sorridere degli “scherzi” del grande comicosul tema della sostenibilità del Pianeta e delle sue popolazioni.
Ippolito Chiarello è unartista eclettico che, spaziando dal teatro al cinema e alla musica,si è cimentato principalmente come attore ma ha praticato anche la strada della regia e della formazione anche in ambito di disagio sociale. Ha lavorato per circa dieci anni con la Compagnia Koreja di Lecce e con altre compagnie pugliesi. Al cinema come attore ha partecipato, tra gli altri, ai film "Italian Sud-Est”, “Galantuomini" e "Fine pena mai”.
Con la sua Compagnia, Nasca Teatri di Terra, ha prodotto, scritto e interpreta da dieci anni con successo lo spettacolo "Oggi Sposi”.
“Oggi Sposi” inreplica a Galatina venerdì 11 aprile è uno spettacolo “leggero”, tra il serio e il comico, un alternarsi ubriacante di sollecitazioni al riso e all’emozione, secondo i canoni del teatro comico musicale. Attraverso la musica, la letteratura, l’improvvisazione e le massime della saggezza popolare l’attore scava “pericolosamente” nei meandri del “rapporto di coppia” raccontando anche della sua stessa vita, con gli amori finiti e quelli mai iniziati.
Egidia Bruno è un altro volto noto a Galatina. Attrice dal dicembre 1990, la sua attività artistica è caratterizzata dalla trasversalità,dal teatro di prosa tradizionale, a quello di narrazione, a quello per ragazzi, dalla televisione al cinema, dalla radio al cabaret. Tutto questo la porta a essere coautrice dei suoi testi: “Io volevo andare in America e invece so' finita in India”, “Non sopporto le rose blu”, sviluppando la corda a lei più congeniale, quella dell'ironia. Dopo il successo di “La mascula” nel 2007 scrive e interpreta lo spettacolo “ANTIGONE 2000 d.C. ‘Na tragggedia!!”. La svolta, quindi, con “ W l'Italia.it... Noi non sapevamo", monologo "serio" sulla “questione meridionale”, rappresentato il 23 novembre 2012 a Galatina nell’ambito della Rassegna culturale Identità in Dialogo _ guardare la Storia dal Sud, e con il quale vince il premio internazionale "Teatro dell'Inclusione - Teresa Pomodoro" 2012 .
Torna martedì 29 aprile con “La Mascula” scritto e diretto con Enzo Jannacci, per raccontare di un pallone calciato da gambe femminili nel Meridione d'Italia. Si racconta la storia di Rosalbadetta la mascula a cui piace giocare a pallone. La storia di un modo di essere, inconsapevole della sua purezza, e forse per questo ancora più libero. La storia di una libertà che non ha bisogno di provocare.
Michele Placido, attore tra i più carismatici e apprezzati degli ultimi vent'anni, vanta una lunga carriera cinematografica e teatrale, oltre ad una positiva esperienza come autore e regista. In tutti i ruoli interpretati emerge sempre uno spiccato interesse per le problematiche sociali, affrontate con grande sensibilità e coraggio.
L’appuntamento esclusivo a Galatina sabato 3 maggio con “Serata d’onore” è un omaggio al teatro. Passeggiando nella sua vita tra teatro e cinema, Placido farà rivivere magicamente le più classiche poesie d’amore. Alla poesia si alternerà la canzone, lasciando il posto per l'umorismo e le risate.
All’insegna di Il teatro è azione! lacampagna abbonamentiè stataaperta con la presentazione della Rassegna nella conferenza stampa a Palazzo Orsini mercoledì 12 marzo scorso.
È già quindi possibile acquistare la tessera e i biglietti presso il botteghino del Teatro Tartaro ( Corso Principe di Piemonte,n.19 - tel.0836 568653) che sarà aperto dal martedì alla domenica dalle h.19:00 alle h. 22:00.
(comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione Città di Galatina)
apr092019
Dopo aver ottenuto il riconoscimento di "Città che legge", Galatina si impegna a sottoscrivere il "Patto locale per la lettura".
Obiettivo principale è quello di avviare azioni condivise e orientate all'incremento e alla diffusione della lettura sul nostro territorio, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. L'Amministrazione Comunale avrà il compito di incentivare le adesioni al “Patto locale per la lettura” e a sostenere tutte le azioni e i programmi ad esso coordinati.
Possono aderire al “Patto della lettura della Città di Galatina” gli Istituti d’Istruzione di ogni ordine e grado, le Scuole dell’Infanzia pubbliche e private, gli Istituti, Enti, Associazioni culturali e di volontariato, le Ludoteche, gli Editori, i Librai, i liberi professionisti - quali educatori, psicologi, giornalisti, ecc. – i soggetti del Terzo Settore, gli autori e lettori organizzati in gruppi e/o Associazioni, i cittadini, che dimostrino di aderire ai principi del Patto e che svolgano o vogliano svolgere attività di promozione della lettura coerenti con le finalità nello stesso riportate.
Tutti i firmatari del Patto devono avere a cuore alcuni principi cardine: la conoscenza è un bene comune, il libro e la lettura sono strumenti insostituibili di accesso alla conoscenza e la promozione degli stessi crea una rete territoriale delle professionalità più direttamente coinvolte, rappresentando il fine comune delle Istituzioni pubbliche, della società civile e del mercato.
“Il Patto per la lettura – dice l’Assessore al Polo Bibliomuseale Cristina Dettù - si innesta nel solco di una serie di politiche culturali che questa Amministrazione persegue sin dal primo giorno, in linea con la programmazione strategica della Regione Puglia. Dopo aver ottenuto il finanziamento di 2 milioni di euro per la Community Library (i cui lavori partiranno nei prossimi mesi), l’azione di promozione della lettura e delle spazi della biblioteca “Siciliani” rappresenta un punto imprescindibile della politica culturale dell’Amministrazione Amante. E tanto deve essere per una Città come Galatina, ricca di storia, cultura e tradizione. A ciò si aggiunge un fermento culturale che coinvolge le fasce più giovani della popolazione: ne è prova la presenza importante di piccoli, giovani studenti e famiglie all’interno della biblioteca “Siciliani”. Ciò è motivo di orgoglio per tutta la Città, oltre che un servizio essenziale”.
Per aderire basta scaricare e leggere il regolamento:
https://www.comune.galatina.le.it/amministrazione/attivita/avvisi-pubblici/item/avviso-pubblico-per-acquisizione-di-manifestazione-di-interesse-a-sottoscrivere-il-patto-per-la-lettura-della-citta-di-galatina-scadenza-presentazione-domanda-di-adesione-il-30-aprile-2019
Ufficio Stampa Amante
gen282018
Non so più quanti messaggi-fotocopia ho ricevuto nei giorni scorsi tra telefonate, mail, sms su Whatsapp, Messenger e Face-book in cui mi si raccomandava di non perdermi assolutamente “Meraviglie – La penisola dei tesori”, trasmissione di Alberto Angela andata in onda il 24 gennaio scorso alle 21.25 su Rai Uno. Sì, perché tra l’altro si sarebbe parlato anche della Basilica di Santa Caterina in Galatina (della quale, nei dispacci di cui sopra, risaltava la foto di un bello scorcio).
Confesso che non vedevo Rai Uno dal secolo scorso: sto molto attento a evitare come la peste i canali renzusconiani (quasi tutti), inclusi quelli delle reti Mediaset e molti altri non dichiaratamente tali, ma manieristi dei primi nella forma e nella sostanza. Me ne guardo bene, dicevo, sicché utilizzo il telecomando con oculatezza, quasi con cautela, onde evitare che con la digitazione di certi tasti contribuisca anch’io, benché per isbaglio, all’audience di certi programmi, e correlativamente alla fortuna economico-politica delle due note sciagure governative - maestro e allievo, con codazzo di accoliti vecchi e nuovi - che di ventennio in ventennio stanno provando (riuscendovi benissimo) a distruggere quel che di buono resta del nostro Paese. Ma lasciamo ora da parte l’Unno del Signore e il sodale Renzichenecco, e veniamo a noi.
Insomma, mi son fatto violenza e ho visto il suddetto “Meraviglie”.
Ma, detto fuori dai denti, che delusione. E quanta differenza tra il vecchio “Quark - viaggi nel mondo della scienza” (da imberbe ragazzino non me ne perdevo manco uno) condotto da Piero Angela, il padre di Alberto, e la trasmissione dell’altra sera. Il primo, pur sempre divulgativo, ben fatto, con approfondimenti scientifici e talvolta con “servizi di nicchia” (ricordo tutta una puntata su quell’incredibile macchina musicale che è l’organo a canne, per dire: un tema non proprio da folle oceaniche); il secondo, con belle immagini, certamente, ma dallo spessore culturale di una velina (in tutte le accezioni, intendo, inclusa la carta). Insomma una specie di accozzaglia, un blob di icone per turisti inebetiti, pronti a correre al primo Mc Donald’s di un centro commerciale dopo aver visitato (sbuffando) opere sublimi e, si spera, sempiterne a prescindere dai servizietti di Rai & Co (e dunque dai turisti stessi).
Credo che sia accaduta la medesima storia per gli altri siti trattati (si fa per dire) nel medesimo minestrone, tipo i Trulli di Alberobello, Castel del Monte, o le ville del Palladio della “Repubblica di Venezia”; e temo che abbia funzionato il medesimo tam-tam social, promosso da chissà chi, forse dallo stesso ufficio marketing della tv Diciamo Di Stato, a solo beneficio dell’Auditel. Cosa non si fa per i numeri, per il budget e per i soldi maledetti e subito: la solita quantità che ammazza la qualità.
Eppure la nostra Basilica (sarò un campanilista al quadrato) meriterebbe di più che una semplice comparsata in uno spottone pubblicitario (la pubblicità, si sa, non dice tutto, anzi sovente non dice proprio nulla).
Da un conduttore come Alberto Angela, così bravo (lo riconosco), mi sarei aspettato una puntata affatto diversa: avrei cioè voluto sentire (o risentire) storia e leggende della nascita della basilica dedicata, si badi bene, non a Santa Caterina da Siena, ma a Santa Caterina d’Alessandria, la protettrice dei filosofi (fattore sintomatico, questo, poiché tutta la forza ispiratrice, nella concretizzazione architettonica prima, e in quella pittorica poi, sintetizza l’anselmiamo “credo ut intelligam” – di cui mi parlava il mio compianto amico, il prof. mons. Antonio Antonaci - inteso anche nelle sue ripercussioni sociali e culturali in quel periodo di transizione tra l’età di mezzo e l’evo moderno).
Avrei voluto sentir parlare - e non di corsa, cioè in meno di cinque minuti - della rivoluzione anche linguistica del Santo Francesco e dei suoi seguaci francescani (specialmente degli spirituali separatisi dai conventuali, storici e attuali custodi del complesso monumentale galatinese), e poi ancora di Dante Alighieri, dei nove cicli pittorici cateriniani, e delle diverse scuole artistiche (dalla senese, alla veneziana, alla napoletana, e non ultimo alla locale) che hanno contribuito alla varietà decorativa degli affreschi di questa pinacoteca incredibile.
Ma forse in fondo meglio così. Meglio la discrezione e un altro po’ di riserbo su questi luoghi ancora così autentici e lontani dal sovraffollamento del turismo di massa.
Scusatemi, ma io son quasi geloso al pensiero che un giorno, com'è inevitabile che sia, queste Meraviglie saranno di tanti.
Antonio Mellone
nov052020
“Mettici la faccia 2018”. Questo il titolo dello spot multiculturale realizzato dalle volontarie del progetto “In Reading 2018” del Servizio Civile Universale con lo scopo di promuovere una corretta comunicazione sociale, stimolando azioni rivolte al bene comune, e la biblioteca comunale “P. Siciliani” come patrimonio della cittadinanza, luogo di incontro e crescita personale.
Altro fondamentale proposito dello spot è quello di promuovere il pluralismo e la diversità culturale, mirando all’integrazione e al coinvolgimento di un pubblico multietnico alle iniziative e ai servizi offerti dall’ente.
Seppur non sia possibile attuare tutte le iniziative previste dal progetto, visto il momento delicato in cui ci troviamo, lo spot mostra alcune delle attività realizzate fin’ora, nel rispetto delle norme anti-Covid19, al fine di stimolare l’interesse per la lettura e allargare il gruppo dei lettori.
Con l’augurio che la situazione migliori al più presto e che la Biblioteca “Pietro Siciliani” possa tornare ad accogliere e coinvolgere tutti i suoi utenti, vi invitiamo a prendere visione del nostro spot.
Le volontarie del progetto “In Reading 2018”
Giorgia, Giulia, Silvia, Simona
gen022020
Con il patrocinio ed il supporto del Comune di Galatina, in partenariato con l’Università Popolare “Aldo Vallone” della città, l’Associazione Percorsi Meridiani propone un evento dedicato al grande filosofo e medico Marco Antonio Zimara, vissuto tra la fine del 1400 ed i primi tre decenni del 1500.
La cittadinanza salentina è invitata per domenica 5 gennaio 2020, alle h. 18.00, a Galatina, presso l’ex Convento delle Clarisse, in Piazzetta Galluccio, a partecipare all’incontro dedicato alla fama raggiunta dal filosofo e dalla sua operetta più conosciuta in Europa.
L’iniziativa non è dedicata e rivolta ai soli specialisti o cultori della disciplina; dopo i saluti istituzionali da parte di Marcello Amante, Cristina Dettù e Nicola Fiore, introdurrà Beatrice Stasi, insigne italianista e Presidente dell’Università Popolare “Aldo Vallone” e relazionerà Alberto Basset, Delegato alla Sostenibilità dell’Università del Salento, già Presidente della Società Europea di Ecologia; concluderà la serata l’intervento audio-visuale di Luca Carbone, curatore della ricerca e del volume sui Problemata dello Zimara. La serata sarà animata dalla lettura di alcuni dei quesiti zimariani, in più lingue europee, a cura del Laboratorio Teatrale dell’Università Popolare; e saranno esposte alcune delle edizioni originali delle opere zimariane, provenienti da una collezione privata. Ai presenti verrà data omaggio copia del volume “Del Libro dei Problemi” di Marco Antonio Zimara Filosofo e Medico pubblicato per i tipi dell’Editrice Salentina.
Zimara, allievo tra gli altri del celebre Pomponazzi, addottoratosi a Padova, prima in filosofia e poi in medicina, vi divenne professore, cominciando inoltre un’intensa attività ‘autoriale’ ed ‘editoriale’.
Lasciata Padova, per i gravi disordini politici, riparò nella città di nascita, allora S. Pietro in Galatina, dove si ammogliò, per spostarsi poi verso la capitale del Regno: fu professore a Salerno, a Napoli (fino al 1523), a Roma (1524), e finalmente, nonostante l’avversione nutrita per Lui dal futuro Cardinal Pietro Bembo, di nuovo a Padova dal 1525 al 1528. Per contro, le sue opere saranno studiate a fondo ed ampiamente utilizzate nei decenni immediatamente successivi da uno dei più grandi umanisti fiorentini del tempo: Benedetto Varchi. Conosciamo 13 edizioni dei ‘dottissimi’ Theoremata, e 14 invece ne contiamo della famosa “Tabula dilucidationum in dictis Aristotelis et Averrois”, un lessico proto-enciclopedico, composto di circa 20.000 lemmi, quasi tutti tratti dalle opere di Aristotele ed Averroè. Tuttavia la diffusione e la ‘gloria’ del nome dello Zimara – uno di quelli che insieme a Nettario di Casole, a Droso di Aradeo, a Sergio Stiso di Zollino, al Galateo di Galatone, ai De Balmes di Lecce, al Vanini di Taurisano, per citarne solo alcuni, concorre a comporre il grande mosaico culturale di Terra d’Otranto – è legata soprattutto al Libello dei Problemi. 107 quesiti, composti nella scia della tradizione dei libri di problemi (risalente alla prima scuola aristotelica) che vennero editi per la prima volta a Venezia, postumi, nel 1536, insieme ad una raccolta di “perché”, attribuita allo stesso Aristotele. Il trattatello ebbe fortuna editoriale immensa: se ne contano almeno 116 edizioni in Europa, tra il 1536 ed il 1690 circa, in tutte le principali lingue europee, latino, inglese, francese, tedesco. In inglese poi la sua diffusione continuò per l’intero 1700, sino a ‘sbarcare’ anche negli Stati Uniti, in edizioni rinvenute sino ai primi due decenni dell’Ottocento.
Ignoriamo ancora la data ed il luogo della morte di Marco Antonio Zimara, ma non possiamo ignorare che per decenni e secoli, parafrasando l’Arcudi: “Per tutte le strade d’Europa giornalmente risuonava il nome di Marc’Antonio Zimara ed adornava tutte le biblioteche”.
Ufficio stampa Marcello Amante
mar232011
Giovedì 24 marzo alle ore 18.30, presso la sala “Celestino Contaldo” Palazzo della Cultura di Galatina, la Società Cooperativa Sociale “Adelfia” e l’Associazione “Galatina2000” presentano il progetto “la nostra voce in web”. Interverranno la Dott.ssa Maria Mazzone (Presidente Adelfia), Balzani Caterina (referente progetto), Guido Turano (coll. Progetto), Tommaso Moscara (Ass. Galatina2000), Dott. Giancarlo Coluccia (Sindaco di Galatina) e l’Ass. LIlly Villani (Ass. Servizi Sociali Comune di Galatina). Di seguito riportiamo un breve articolo scritto da Viviana della sede “Adelfia” di Galatina. Il presente vale come invito. Buon lavoro.
Il Web e noi
Stiamo entrando Internet grazie a Galatina 2000 e siamo spaventati e esaltati al contempo dalla grande opportunità che ci viene offerta. È un treno da non perdere, ora che si ferma alla nostra stazione! Non si può non riflettere sull’enorme importanza che la Rete, in special modo i social network, riveste nel nostro mondo. Basta far mente locale all’attualità del mondo arabo per comprenderlo; le sommosse popolari che hanno cambiato l’Egitto e stanno tentando di mutare la Libia sono originate dai messaggi scambiati dagli oppositori e ai regimi totalitari grazie a Facebook e Twitter. Quelli che sono nati come mezzo per trovare amici e socializzare si sono mutate nel nuovo passaparola per la libertà di espressione. Non è un caso che la Rete sia la prima cosa che le dittature in crisi oscurano! A noi di fare di questo straordinario strumento di comunicazione la nostra marcia in più, perché su Internet le diversità non contano quanto nel mondo che ci circonda; a noi di usare saggiamente della grande opportunità che Galatina 2000 ci sta servendo su un piatto d’argento. In bocca al lupo a tutti noi e buon lavoro! Viviana
mar152015
Gentile Daniela Sindaco,
in qualità di cittadino di Noha avrei bisogno di alcune informazioni in merito al romanzo comunale che ha per oggetto la vecchia scuola elementare di Noha di piazza Ciro Menotti ristrutturata ma anche no (per via di una cabina elettrica dal sen fuggita, anzi dal senno sfuggita). La quale scuola, dico, invece di diventare centro culturale polivalente, com’era nelle iniziali intenzioni del pubblico investitore, sembra essersi trasformata in un centro pollivalente, (nel senso di pollaio, con l’aggiunta di oche starnazzanti a destra e a manca).
Intanto volevo chiederti se avessi notizie di prima mano in merito al reale stato del cantiere di quell’edificio scolastico, soprattutto riguardo al famoso allaccio alla rete elettrica con i (sembra) necessari 50 kw in grado di mettere finalmente in funzione ascensore, apparecchiatura fotovoltaica (sai, per ammortizzare i costi della struttura) e soprattutto impianto di riscaldamento e condizionamento dell’aria (il che ci eviterebbe - per esempio nei pubblici convegni con interventi di relatori e/o pubblico anche esterni – oltre al freddo e al caldo, a seconda, altresì la solita figura da paese del terzo mondo). Sul tema potresti chiedere lumi, diciamo così, al tuo compagno di partito (o dipartito), al secolo ing. Andrea Coccioli, meglio noto come l’assessore del fare (ma soprattutto del dire).
Cara Delegata, non so gli altri nohani, ma io sono stanco di leggere, e da tempo, cronache poco edificanti sul conto di Noha, dei suoi rappresentanti, dei suoi immobili pubblici utilizzati come dependance di case private, manco fosse scritto nello statuto di quella struttura a mo’ di primo comandamento: ricordati di privatizzare le feste (socializzandone i costi).
Insomma: è vero quel che si vocifera e si scrive in giro? O è sempre e solo frutto di “strumentalizzazione politica” (alibi perfetto per ogni occasione)? Pensi che questa telenovela nohana avrà fine un dì, oppure si andrà avanti come al solito continuando a farci del male? Quali sono eventualmente le tue idee o quelle del tuo gruppo politico per questo centro culturale (che invero sembra nato male per finire peggio)? E’ dato conoscere il bilancio, o almeno i costi annui per il mantenimento della struttura? Non è che come al solito è tutto top secret ovvero non si ha la più pallida idea su come muoversi d’ora in avanti? E cosa dice o addirittura pensa Mimino Montagna nostro in merito alla vexata quaestio?
Nell’attesa di una risposta, possibilmente scritta (da pubblicare su questo sito), mi auguro che almeno i trenini che immagino si faranno nelle feste private al polivalente di Noha (magari con tanto di ritornello inneggiante a “Brigitte Bardot Bardooot”)non abbiano tutte ma proprio tutte le caratteristiche dei trenini de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, quelli per i quali Toni Servillo, nei panni del giornalista Jep Gambardella, soleva dire: “So' belli i trenini che facciamo alle nostre feste, so' i più belli di tutta Roma. [...] So' belli. So' belli perché non vanno da nessuna parte”.
gen302017
Il 22 gennaio 2017 si è svolto presso l’auditorium “G. Toma” di via Martinez, in Galatina, un evento di alto profilo scientifico e culturale, lo special open day “Orgoglio magistrale – Don Milani 1967/2017”.
Il filo conduttore della serata è stato l’omaggio che si è inteso rendere ai maestri di ieri, di oggi e di domani, formati dal Liceo delle Scienze Umane (già Istituto Magistrale), oggi integrato nell’I.I.S.S. “Pietro Colonna”, quali figure-chiave all’interno del percorso di formazione dei cittadini di uno stato, quale il nostro, che è, e vuole restare, democratico. La democrazia si nutre di preparazione e di conoscenza applicata ai vari contesti in cui si esplicano le attività dei cittadini.
In questo orizzonte, sospeso tra memoria e proiezione verso il futuro, si sono susseguiti diversi momenti tutti collegati, come detto, da un medesimo filo conduttore.
Al saluto di apertura della Dirigente Prof.ssa Maria Rita Meleleo, è seguita la proiezione del video “1967 … e dintorni” realizzato da studenti del Liceo delle Scienze Umane che ha contestualizzato le vicende salienti dell’anno 1967, estraendole dalla realtà politica e socio- economica.
Successivamente è intervenuta in collegamento telefonico Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, attuale Presidente della Fondazione DLM, uno dei primi sei alunni della Scuola popolare di Don Milani a Barbiana; ella ha amabilmente dialogato, in viva voce, con la prof.ssa Vantaggiato, rappresentando l’impossibilità fisica del padre a presenziare al gradito evento e ripromettendosi, comunque, di partecipare a futuri incontri in cui si tratti della figura di Don Milani.
Com’è noto, Don Lorenzo Milani era un sacerdote fiorentino che ebbe modo, negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, di sperimentare, cioè ideare ed attuare, un innovativo metodo didattico teso alla conoscenza immediata e diretta della realtà socio-economica allo scopo di eliminare gli svantaggi competitivi che intervenivano tra alunni provenienti da diverse classi sociali, per consentire a tutti un proficuo inserimento nella realtà lavorativa e sociale.
Non mancarono incomprensioni ed ostilità verso il suo operato, oggi superate col pieno riconoscimento, anche da parte delle gerarchie ecclesiastiche, della validità ed innovatività del suo metodo pedagogico ed educativo.
A conclusione della prima parte del workshop, vi è stato il momento davvero emozionante del conferimento del premio “Maestro d’oro 2017” alla Maestra Pietrina Serra Caputi. La Maestra, impossibilitata a presenziare fisicamente a causa dell’età avanzata, è stata intervistata in video dalla prof.ssa Daniela Vantaggiato, già sua alunna, rendendo una testimonianza toccante e commovente di amore per la scuola e per l’insegnamento, da lei professato in 40 anni di carriera svolti insegnando “con la mente e con il cuore” a beneficio di intere generazioni di galatinesi. Ha ritirato il premio, consegnato dalla Maestra Alessandra Durante affiancata dalla Dirigente Prof.ssa Maria Rita Meleleo , il figlio prof. Antonio Caputi, attuale Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Soleto, che ha letto un breve, ma significativo, messaggio di ringraziamento della Maestra.
La seconda parte della serata si è dipanata attraverso diversi momenti, tutti di grande interesse e spessore scientifico e culturale.
Il prof. Salvatore Colazzo, già Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università del Salento, ha trattato, con competenza e passione, il tema “L’eredità di Don Milani”, rimarcando il fondamentale concetto che la scuola deve dare a tutti la possibilità di esprimere i propri talenti, in un quadro di pari opportunità che sappia valorizzare e armonizzare le varie propensioni individuali a beneficio della coesione sociale.
La prof.ssa Simonetta Baldari, dell’Istituto Comprensivo di Aradeo, ha affrontato il tema “Le competenze del maestro oggi”, con l’ausilio di opportune diapositive proiettate a beneficio del numeroso e qualificato pubblico presente in sala. La professoressa ha tracciato il profilo della moderna figura del maestro, sia a livello delle competenze ed abilità che tale qualifica professionale richiede, sia delineando il quadro giuridico e normativo all’interno del quale si colloca la figura del maestro nell’ordinamento italiano.
La dott.ssa Concetta Strafella ha parlato, con approccio immediato e diretto, su “La sfera emozionale nella relazione educativa”, portando l’attenzione del pubblico sulle strategie motivazionali e comunicative che possono, oggi, costituire un valido ausilio al processo educativo e formativo.
A seguire le tre pregevoli relazioni, è intervenuta la testimonianza di Alessandra Durante una ex alunna del Liceo delle Scienze Umane di Galatina che ha avuto modo di evidenziare l’importanza e la validità della formazione ivi ricevuta, ai fini della professione di insegnante da lei successivamente intrapresa. Nel mentre parlava scorrevano le immagini con le quali gli studenti delle classi terze e quarte ringraziavano responsabili e tutor dello stage di Alternanza scuola/lavoro presso asili nido, istituti comprensivi, strutture per anziani e disabili dei loro Comuni di provenienza (Galatina, Aradeo, Cutrofiano, Sogliano Cavour, Soleto, Neviano, Seclì, Galatone).
A conclusione della serata, il prof. Paolo Villari, del Liceo delle Scienze Umane di Galatina, ha avuto modo di proporre una originale rivisitazione del gioco dell’oca, ripensato con riferimento a fatti e situazioni della vita di Don Milani, intendendo il momento ludico-ricreativo come costitutivo dell’esperienza formativa. Tale lavoro era stato realizzato dagli studenti delle prime e seconde classi.
In definitiva, una serata che, onorando chi ha dedicato tutta la propria vita alla missione di trasmettere l’amore per la cultura ed il sapere, ha ribadito e confermato il ruolo e la centralità della città di Galatina, quale centro propulsore e faro culturale dell’intero Salento.
Pierlorenzo Diso
giu112019
A due anni dalla competizione elettorale che ha portato alla nascita dell’amministrazione di Marcello Amante e che ha determinato l’ingresso di Andare Oltre a Palazzo Orsini, il circolo cittadino fa il punto della situazione e traccia un primo bilancio. Lo fa al suo interno, tra i suoi esponenti istituzionali e il suo direttivo, e lo farà subito dopo attraverso momenti di condivisione dei risultati ottenuti in questa prima parte dell’impegno alla guida della Città insieme al sindaco e a tutti gli altri movimenti della maggioranza. In occasione di questo incontro, il coordinatore cittadino Pierantonio De Matteis (eletto all’unanimità nel corso dell’ultimo congresso tenuto circa un anno fa) ha chiesto al circolo di inaugurare una nuova fase politica che parta dall’individuazione di un nuovo coordinatore cittadino al fine di massimizzare la divisione dei ruoli e del lavoro in vista dei prossimi impegnativi mesi.
“I mesi che ci attendono – ha dichiarato De Matteis – saranno pieni di impegni amministrativi per i tanti progetti in cantiere che stiamo seguendo e che serviranno a proseguire sulla strada del cambiamento intrapreso quel 11 giugno 2017. Mi preme ringraziare tutti coloro che in questi due anni mi sono stati accanto e che non solo hanno supportato la nostra azione amministrativa ma hanno dato vita ad un circolo autonomo e attivo. Sono certo che il gruppo dirigente che da qui in avanti guiderà il circolo sarà all’altezza delle sfide che l’attende e metto a loro disposizione la mia personale esperienza e il mio ruolo istituzionale”.
L’imminente cambio al vertice del movimento cittadino è anche occasione per il presidente provinciale di Andare Oltre Pippi Mellone per esprimere la sua personale opinione sull’operato del circolo in questi ultimi tre anni, da quando cioè è nato nel 2016. “Andare Oltre si conferma un gruppo compatto, coeso e propositivo. Oggi il circolo è tra i più attivi della provincia con una propria specifica e autonoma identità frutto di una costante elaborazione politica e culturale. Sono certo che questa nuova fase valorizzerà il lavoro fin qui svolto nella consapevolezza che lo stesso De Matteis, seppur non più da coordinatore, continuerà a ricoprire quell’imprescindibile e per me unica guida politica che ha finora rappresentato.”
Il direttivo ha, quindi, ritenuto di nominare quale coordinatore cittadino Piergiuseppe Colazzo, già candidato nella lista di Andare Oltre nel corso delle consultazioni elettorali di due anni fa e ha, inoltre, manifestato la volontà di proseguire nell’impegno al fianco del sindaco Marcello Amante e della maggioranza che lo sostiene. “E’ per me motivo di orgoglio e stimolo incredibile assumere il ruolo di coordinatore di un gruppo fantastico. In ogni caso è mia intenzione esercitarlo insieme a tutto il direttivo, a cui rinnovo la stima e la fiducia, certo che proseguiremo nel percorso fin qui tracciato per la crescita del movimento e per il bene dell’Amministrazione e della Città tutta” ha dichiarato il neo coordinatore.
Andare Oltre Galatina
ott082014
Ho trascorso quasi tutta la serata del 29 settembre scorso, solennità di San Michele Arcangelo, in piazza, a Noha, nei pressi del tavolino allestito dagli osservatori nohani e dagli altri amici per la raccolta delle firme da inviare al FAI (Fondo Ambiente Italia) al fine di far inserire nel catalogo dei beni culturali, degni almeno di un ricordo, le nostre Casiceddhre in miniatura, architettate dallo scultore Cosimo Mariano all’inizio del secolo XX e lasciate marcire nel degrado e nell’abbandono dai contemporanei del XXI.
Insieme a Marcello, Angela, Maria Rosaria, Marco, l’agguerritissima Patrizia, l’Albino, e qualcun altro (che gentilmente ci ha sostituiti giusto il tempo di una passeggiata sul corso illuminato dai festoni ed una puntatina ai panini con la porchetta arrosto) in poche ore e senza tanto clamore s’è raggiunto un totale di circa 240 firme autografe spontaneamente (e in qualche caso spintaneamente) apposte su quei fogli volanti da spedire alla Fondazione. Altre 150 firme sono state raccolte nei tre o quattro giorni successivi. Un buon risultato, non c’è che dire.
Ma oltre all’obiettivo primario (cioè l’invio al FAI delle firme), ne avevamo un secondo non meno importante: quello di ritornare ancora una volta a parlare a nohani e forestieri di salvaguardia dei nostri tesori, che sembra siano stati definitivamente archiviati nel dimenticatoio un po’ da tutti (vista la mattanza senza fine del nostro, come dire, tessuto storico).
Ma non crediate sia mai stato facile parlare (o scrivere) di beni culturali. C’è stato un tempo in cui uno dei capobanda di un votatissimo partito politico nazionale, e purtroppo anche locale, tra le altre inarrivabili locuzioni, proferì la famosa solennissima minchiata per cui con la cultura non si mangia (e qui è d’uopo che vi risparmi gli altri motti suoi, e quelli di qualche suo compare di merende nostrano).
Vi confesso che nel corso della serata, nel parlare del più e del meno con avventori e passanti dalla nostra postazione, il mio umore ha più volte repentinamente oscillato tra il tiepido ottimismo ed il pessimismo leopardiano, quello cosmico. Sì, ne ho dovute sentire di tutti i colori, ma così tante che la fantasmagoria di luci caleidoscopiche installate dalla premiata ditta Cesario De Cagna per la festa patronale nohana era nulla al confronto. Io davvero non so come fare a far comprendere alle persone il fatto che, per dirne una, l'occupazione non nasce dalle grandi opere, ma da politiche che stimolano appunto la cultura, il piccolo commercio, magari equo e solidale (e non invece i mega-porci comodi solo a chi ha come unica fantasia quella delle colate di cemento), l'artigianato, l’agricoltura, e infine ma non meno importante anche il locale patrimonio artistico, storico, musicale, creativo.
Ho cercato di spiegare ai passanti, en passant, che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti del nostro (o dell’altrui) patrimonio: quello che può renderli degni di essere tutelati dalla Repubblica (o in subordine dal FAI) può essere anche la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.
Una delle amenità che m’è toccato di sentire (e che comunque non mi suona per niente nuova: segno che c’è ancora qualche scienziato che diabolicamente persevera in questa genialata) è la “proposta” nata non so più quando né da chi (forse, a ragion veduta, ne ho rimosso nome ed esistenza) del trasloco delle casiceddhre dalla loro abituale ubicazione alla volta, magari, di un museo o di qualche non ben definito particolare piedistallo, come se le nostre opere d’arte fossero dei normali ancorché costosi soprammobili. E’ un po’ come se il cervello di una persona potesse essere prelevato e spostato altrove da qualche redivivo dottor Frankenstein junior (oddio, a proposito di fuga di cervelli, anche Noha non sembra immune dal fenomeno: il problema vero è invece quando il corpo rimane qui).
E tu hai voglia a spiegare che finanche anche il filosofo, archeologo nonché critico d’arte Quatremere de Quincy già nel 1796 osservava acutamente che “perfino un quadro di Raffaello, se fuori contesto, non dice nulla, perché non è una reliquia, come un frammento della Croce, che possa comunicare le virtù legate all’insieme”.
Questa regola, si badi bene, non vale solo per i capolavori supremi, ma per qualsiasi opera d’arte.
Ma quando si riuscirà una buona volta a far capire che il nostro patrimonio culturale non è una collezione di icone ma un deposito di memoria culturale? Quando ritorneranno in mezzo a noi i suddetti cervelli in fuga? Temo che qui ci sarà da attendere ancora per molto (visti anche gli ultimi sviluppi e le prove evidenti del fatto che non solo non si sappia scrivere ma nemmeno leggere).
Altre piccole chicche della serata (roba da spezzare le gambe, ovvero gambizzare) e, quando non espressamente qui e là proferite, sicuramente pensate e inviate al nostro indirizzo sono a titolo esemplificativo le seguenti: “Ma fatevi i fatti vostri”, “Non ve ne incaricate”, “Pensate alle cose serie”, “Lasciate perdere”, “Ma chi ve lo fa fare”, “Certo che avete tempo da perdere”, “Non avete mai concluso niente”, “Attaccate l'asino dove vuole il padrone”, “Tanto queste firme non servono a nulla”, “Passata la festa gabbato il santo”, e infine: “Non credo che con la raccolta di firme per le casiceddhre risolvi i problemi della gente”.
Mo’ ditemi voi se questa non è l’ennesima sparatoria a Noha. Di cazzate a raffica.
Antonio Mellone
nov052021
Si arricchisce il patrimonio artistico della Città di Galatina: l’artista e professoressa Maria Elisabetta De Giorgi ha scelto di donare al Museo Civico “P. Cavoti” nove opere d’arte da lei realizzate. Si tratta di nove capolavori grafico-pittorici, frutto di uno studio storico-artistico molto accurato, già pubblicati in due volumi di cui sei opere nel testo AA.VV. Iscrizioni latine del Salento, Trepuzzi, Squinzano, Cavallino, Galatina, 6° vol. (Congedo editore, 2004), le altre tre opere in AA.VV., Sapientia et Eloquentia, Omaggio ad A. Garzya, (Congedo editore, 2012).
“E’ sempre una grande soddisfazione arricchire il patrimonio artistico culturale della nostra Città – afferma il Sindaco Marcello Amante – una soddisfazione che si aggiunge all’orgoglio di ricevere in donazione opere di una galatinese come Elisabetta, artista che vive nel nostro amato Salento e lavora per questo territorio”. “Le opere della professoressa De Giorgi si uniscono alla bellezza del patrimonio del Museo Cavoti, già centro culturale di elevato spessore e luogo vitale di creatività, storia e innovazione, accoglienza e comunità che forma le nuove generazioni. Le opere di Elisabetta potranno certamente incrementare questi valori fondamentali”.
La mostra sarà inaugurata sabato 6 novembre 2021 alle ore 11:00 presso il Museo civico “P. Cavoti”. Interverranno il Sindaco di Galatina dott. Marcello Amante, l’Assessore dott.ssa Cristina Dettù, il critico e giornalista dott. Raffaele Polo e l’artista prof.ssa Maria Elisabetta De Giorgi.
Ufficio Stampa Marcello Amante
feb192014
I delegati dei partiti intervenuti (PSI, IdV, PRC, PCI e PD) hanno accolto di buon grado la delineazione delle direttive comuni a ciascun gruppo politico e, pur sottolineando la specificità individuale delle diverse posizioni politiche, hanno auspicato la riuscita di una buona e collaborativa linea di azione per il bene di Galatina. Al termine della fase istituzionale del congresso, i lavori dell’assemblea hanno portato alla riconferma e al plauso unanime di Francesco Luceri come Coordinatore del circolo e hanno eletto nel Coordinamento cittadino Maura Congedo, Biagio Greco, Marco De Lorenzis, Giuliano Negro, Silvia Maglio, Manuela Patera. Il circolo si è, inoltre, organizzato in Commissioni lavoro riguardanti le aree di maggior interesse della politica cittadina che avranno il compito di coadiuvare l’operato del Coordinamento per la realizzazione del proprio progetto politico.
mar172014
“La storia del Salento e della Puglia è stata pure storia dell’Islam. Storia di Arabi, Berberi, Andalusi e Turchi che muovevano pervasi da Allah, anche da Allah: anche allora era tutta una questione di grossi interessi internazionali, che spesso celavano nel pretesto religioso finalità eminentemente politiche ed economiche: far legna in selve boscose, far schiavi in contrade popolose, far razzia in province facoltose…… Non mancarono le occasioni di odorarsi, azzannarsi o leccarsi, fra due società e altrettante fedi. E comunque di confrontarsi, con le armi e con la cultura che ciascuna si portava dietro, nel baule della propria civiltà………..Nel gioco d’equilibrio fra musulmani e cristiani, la lente d’ingrandimento ha mostrato una Puglia che ha assorbito non poco dalla civiltà araba, sul piano culturale, storico-artistico, toponomastico e onomastico” (Prof.Vito Bianchi).
5° Incontro per la Serie “Dialogoi Sto Monastiri”, Notizie storiche e culturali intorno alla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, Giovedì 20 Marzo 2014 alle ore 18,30 presso la Sala di cultura Francescana della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Piazzetta Orsini, con l’intervento del Prof.Vito Bianchi, Docente di Archeologia presso l’Università degli Studi di Bari, Studioso di Relazioni culturali e religiose fra l’Europa, il Mediterraneo e l’Oriente, Archeologo specialista ed Autore di numerose Pubblicazioni con tipi di De Agostini-Rizzoli, Mondadori, Laterza, Capone, nonché Autore e Conduttore di programmi culturali per Radio Due e Radio Tre Rai.
Dopo i saluti di Frà Rocco Cagnazzo, parroco della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, introdurrà i lavori il Presidente del Club UNESCO di Galatina Salvatore Coluccia.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.
Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616
apr052016
Il 07 aprile 2016 il palcoscenico del rinnovato Teatro Cavallino Bianco di Galatina, si fa ‘cattedra’ ed accoglie i giornalisti Ernesto Assante e Gino Castaldo per una delle loro fortunatissime LEZIONI DI ROCK, un format che i due portano avanti già da tempo per raccontare importanti pagine di storia della musica.
Nel 1969 i Beatles tornavano in studio per l’ultima volta, per registrare quello che in molti considerano il loro capolavoro assoluto, “Abbey Road”. La band era già virtualmente finita, le liti tra i quattro erano arrivate al punto di rottura, eppure la bellezza, la ricchezza, la complessità, l’emozione di Abbey Road mostrano una band al suo assoluto apice creativo. I due giornalisti di Repubblica e Radio Capital, vi accompagneranno nel cuore di Londra, per attraversare insieme quelle strisce pedonali che sono diventate un monumento per ogni appassionato del rock.
LEZIONI DI ROCK - The Beatles: Abbey Road, è inserito nel programma della stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e culturale.
Prezzo del biglietto per lo spettacolo: 10,00€
Orario della rappresentazione: porta ore 20:30 / sipario ore 21:00
Vendita dei biglietti: Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00. Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00. Per informazioni: tel. 0836.569984 – cell. 392.9331521 – iat.galatina@gmail.com
set152021
Venerdì prossimo, 17 settembre, alle ore 19.30, presso il chiostro dell’ex Monastero di Santa Chiara di Galatina, l’Assessore regionale alla Cultura, Massimo Bray, sarà ospite di un incontro sul tema: “La Biblioteca ‘P. Siciliani’ e il Museo Civico ‘P. Cavoti’ come occasione di crescita culturale, sociale e di sviluppo della città”.
La serata è stata organizzata per sottolineare come la Biblioteca Comunale “P. Siciliani” e il Museo Civico “P. Cavoti” costituiscano, da tempo, punti di riferimento imprescindibili per la storia e la cultura della città di Galatina, grazie al loro patrimonio librario, documentale e artistico di enorme valore.
La Biblioteca “P. Siciliani”, fondata nel 1890 e intitolata al filosofo galatinese in seguito alla donazione della sua ricca biblioteca da parte degli eredi, fu ufficialmente inaugurata nel 1905, nei locali posti al piano terra dell’ex Convento dei Domenicani, conosciuto oggi come Palazzo della Cultura. Conta oltre cinquantamila documenti, tra cui 29 manoscritti in buona parte del XVIII secolo, un codice miniato del 1485, un fondo antico tra i più cospicui e pregiati del Salento, periodici e materiali multimediali.
Il Museo Civico “P. Cavoti”, ospitato al primo piano del Palazzo della Cultura, conserva preziose collezioni di documenti e opere di artisti e studiosi galatinesi: attraverso le sue memorie storiche propone e custodisce la storia della città. I due nuclei più importanti sono quelli dell’artista Gaetano Martinez, scultore della prima metà del secolo scorso, e dello studioso Pietro Cavoti, che visse e operò nel secolo precedente.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, Marcello Amante e dell’Assessore alla Cultura e al Polo Biblio-museale, Cristina Dettù, il programma della manifestazione prevede l’intervento di Monica Albano, amministratore unico di “Libermedia” (ente gestore del Polo); a seguire, Massimo Bray dialogherà con il giornalista Antonio Sanfrancesco sul tema della serata.
Ufficio stampa Marcello Amante
feb172020
Mercoledì 19 febbraio saranno presenti a Galatina 50 buyers internazionali tra gli oltre 80 che parteciperanno alla edizione 2020 del BTM - Business tourism management - che si terrà a Lecce dal 20 al 22 febbraio.
Il gruppo di operatori (provenienti da Italia, Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Danimarca, Svizzera, Ungheria, Lettonia, Russia, Ucraina, Canada, Stati Uniti e Australia) visterà la Basilica di Santa Caterina dopo il saluto del Sindaco Marcello Amante, presso la sede di Palazzo Orsini.
La visita sarà l'occasione per rafforzare l'immagine di Città d'arte, così come si evidenzia dalle ultime rilevazioni statistiche dell'agenzia Puglia - Promozione, "il turismo in Puglia 2019/2020", presentate in occasione della BIT a Milano.
Secondo tali rilevazioni, Galatina risulta essere tra i 257 Comuni pugliesi al 14^ posto tra i luoghi indicati dai turisti intervistati come località che rappresenta una meta culturale. La percentuale, all'apparenza minima, dell'1.73% non tragga in inganno se rapportata al numero totale dei comuni pugliesi e pone comunque la Città davanti ad altri territori della provincia di Lecce, che in forza delle proprie marine, hanno presenze turistiche di assoluto livello.
Alla domanda: "Saprebbe citare i nomi di tre località turistiche pugliesi?”, la Città di Lecce con il 34,77% è stata la più citata, con Galatina che si pone, in provincia, dietro ad Otranto, Santa Maria di Leuca e Patù, primo Comune senza sbocco al mare dopo il capoluogo.
Nessuna compiacenza, ma un segnale positivo sull'azione amministrativa tesa alla promozione della Città con la valorizzazione delle sue peculiarità storico-artistiche.
Un segnale che incoraggia e motiva a lavorare ancora di più per rafforzare quella rete di servizi necessari per un ulteriore salto di qualità.
Se nella percezione del turismo culturale, visitando la Puglia, si consolida sempre più la necessità di organizzare qui le proprie vacanze, significa da un lato che l'azione di promozione del territorio ha portato i suoi frutti, dall'altra parte che è necessario adeguare i servizi lavorando anche sulla rete tra territori.
Ritornando alla edizione del BTM che si svolgerà a Lecce nei prossimi giorni, Galatina sarà presente con un proprio stand presso il quale potranno trovare accoglienza tutte le strutture ricettive della Città che volessero proporre del materiale promozionale ovvero utilizzare lo spazio per incontri di tipo professionale.
Durante l'esposizione ospiteremo delle proiezioni su scala a cura del AVR Lab (Augmented and Virtual Reality) dell'università di Lecce, Facoltà di Ingegneria, che produrranno lavori sviluppati in videomapping per la chiesa di Santa Caterina e la Torre dell'orologio.
Nico Mauro
Assessore al turismo
gen252012
«Le radici rivolte al cielo, come braccia tese a catturare le vibrazioni e gli echi immortali del tempo, dell'arte, dell'umanità, con i suoi miti, i suoi eroi, le sue divinità. È questa la chiave di lettura dell'opera di Claudio Scardino che, con la sua arte, dà voce a questi influssi, di cui si fa recettore e strumento. Le sue performance, simposio d’arte, divengono un corridoio di specchi, prepotenti, insormontabili per i convenuti alla sua fucina d’anime e ci costringono a vedere, a prestargli attenzione, a scovare nella nostra inviolata intimità e a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso. L’arte “partecipata” di Scardino conduce con feroce prepotenza a prendere distanza dalla quotidianità e a divenire un frammento del Tutto». Con queste parole Daniela Bardoscia presenta la Mostra d’Arte Contemporanea Oblivium di Claudio Scardino. I curatori della Mostra, che avrà luogo dal Primo al 19 febbraio 2012, sono Daniela Bardoscia e Francesco Luceri, rispettivamente scrittrice e studioso di filosofia e storia locale, entrambi attivi per la promozione socio-culturale nel territorio. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università Popolare “Aldo Vallone” e il Museo “P. Cavoti”, patrocinato dal Comune di Galatina, dalla Provincia di Lecce e dalla Regione Puglia, Assessorato del Mediterraneo, cultura e turismo, proporrà una situazione nuova e unica nell’intero territorio pugliese. Direttamente dal caffè storico “Giubbe Rosse” di Firenze, sarà presentata nelle sale del Museo Civico d’Arte l’attività artistica innovativa di Claudio Scardino, artista dell’Avanguardia storica, scultore, artista multimediale e pittore. Forse poco conosciuto nel nostro territorio, in barba al fatto che Scardino sia proprio del capoluogo leccese, riscuote grande successo nel resto d’Italia e, soprattutto, all’estero. Fresco di riconoscimenti da parte del Museum of Modern Media, come della partecipazione alla Boston Biennal, porterà la sua arte nella sede istituzionale artistica per eccellenza del Comune galatinese. Mercoledì 01 febbraio, alle ore 18.00, interverrà presso il Museo, nella sala concessa in uso all’Università popolare con una inedita audio-istallazione e un’action painting che coinvolgerà nella realizzazione di una scultura nuova, i soci dell’Università e tutti coloro che ne prenderanno parte. L’artista guiderà così il pubblico nella riscoperta della classicità, adattandola al sentire moderno del nuovo millennio, spingendo gli spettatori a comprendere sino in fondo il personaggio proposto e ad agire in sua vece, attraverso una tecnica di sperimentazione e ricerca artistica, atta ad avvicinare lo spettatore all’Arte stessa. Alle ore 19.00 circa, a conclusine della sua azione d’arte, Claudio Scardino, alla presenza del Vice Prefetto Vicario Dr.ssa Matilde Pirrera, inaugurerà la mostra d’arte temporanea Oblivium. Al termine della cerimonia inaugurativa, accompagnerà i convenuti, nella degustazione del rinfresco inaugurale, uno spettacolo di musica e poesia, a cura del Trio Colore, che si esibirà per le ore 20.00 in un programma che condurrà gli spettatori in un viaggio musicale e poetico dal Barocco al Contemporaneo. Componenti del trio sono: Simone Fracasso (Violino), Francesco Napolitano (Chitarra) e Triscia Franco (Voce recitante).
L’artista, per la durata della Mostra, sarà disponibile ad incontrare il pubblico, ogni venerdì, a partire dalle ore 18.00. Nei sabati successivi (4, 11 e 18 febbraio) Scardino terrà delle azioni performative e di poesia, alla conclusione delle quali si esibiranno artisti musicali. Il tutto si concluderà domenica 19 febbraio, con un programma di varia natura che coinvolgerà altre istituzioni del territorio e vari operatori culturali e artisti salentini.
La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.
Museo civico d’Arte “P. Cavoti” Pizza Alighieri Alighieri, n. 51, Galatina (LE), 73013 Tel. 0836/567568 e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170
mar022014
Una storia millenaria custodita da una roccia friabile e porosa come il tufo, un passato doloroso svelato “come le linee d'una mano” (Italo Calvino, “Le città invisibili”) e un paesaggio unico disegnato dall'altopiano della Murgia e dal lento scorrere della Gravina. Qui, a Matera, dal primo marzo 2014 sarà aperto al pubblico il primo Bene del FAI in Basilicata inaugurato questa mattina, Casa Noha, entrata a far parte di una rete di 50 splendidi luoghi tutelati e aperti al pubblico in tutta Italia.
Donata alla Fondazione dalle famiglie Fodale e Latorre nel 2004 perché fosse testimonianza della storia della città e luogo di pubblica utilità, Casa Noha rinasce grazie a un accurato intervento conservativo volto più che ad aggiungere a togliere materia, riscoprendo i vari strati di tufo che compongono le pareti del bene. I cinque vani nel cuore dei Sassi, dal 1993 dichiarati dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, sono parte di un Palazzo risalente al XVI secolo e rappresentano oggi un nuovo cancello d'ingresso per visitare Matera.
Grazie a Fondazione Telecom Italia Casa Noha diventa un soggetto narrante capace di offrire una chiave di lettura per la comprensione della città. Per la prima volta, infatti, il FAI sceglie di mettere al centro non un suo bene ma il contesto che lo circonda attraverso un inedito percorso multimediale che avvolge il visitatore in un'esperienza immersiva unica: il racconto filmato Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera, ideato da Giovanni Carrada e proiettato sulle pareti di sasso dell'abitazione, offre, infatti, al visitatore, grazie a immagini, storie, suoni e riferimenti incrociati, la prima ricostruzione completa della storia della città. Il ricco intreccio di tante esistenze continuerà a rendere vive le stanze di Casa Noha e le sue pareti di pietra continueranno a rievocare i racconti lontani di cui sono custodi. Una narrazione appassionante valorizzata dall'accurato lavoro di un team di venti specialisti, con il coordinamento scientifico di Rosalba Demetrio, che si è confrontato con la complessità del territorio da diverse prospettive: dall'architettura alla storia dell'arte, dall'archeologia alla storia del cinema. Un materiale documentario inedito e di grande valore scientifico il cui obiettivo principale non è la semplice promozione turistica ma far riaffiorare la memoria di una città quasi imprigionata nel tufo in cui è scavata.
Un viaggio nel passato che continua per i vicoli della città grazie all'App Matera invisibile. Sulle tracce di una città straordinaria, a cura di Antonio Nicoletti, scaricabile gratuitamente e disponibile per iOS e Android. Cinque gli itinerari narrativi proposti che attraverso testimonianze d'autore svelano il cuore nascosto di Matera descrivendola attraverso i cinque elementi che la costituiscono: l'acqua, la pietra, la luce, il tempo e lo spirito.
“Si difende ciò che si ama e si ama ciò che si conosce”: questo il principio guida che da sempre ha ispirato l'operato del FAI che attraverso Casa Noha intende favorire un turismo consapevole e rispettoso della delicatezza e della fragilità di questa città unica, che non trasformi Matera in una ‘città-presepe' ma che sia disposto ad adeguarsi alle esigenze del territorio dedicando tempo e attenzione alla scoperta della sua lunga e frastagliata storia.
Il FAI rivolge un grazie particolare a Fondazione Telecom Italia per aver sostenuto e finanziato il progetto culturale di Casa Noha, selezionato tra i 300 pervenuti nell'ambito del bando “Beni Culturali Invisibili” (2011). Si ringraziano inoltre Italcementi e “I 200 del FAI” per l'importante contributo al restauro di Casa Noha. Un sentito ringraziamento a Lella Costa e Fabrizio Gifuni per aver collaborato gratuitamente alla realizzazione del progetto “I Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera”.
gen292018
La Biblioteca Giona, Presidìo del libro Noha-Galatina, in occasione del mese della memoria 2018, organizza una rassegna di eventi aperta alle famiglie e al territorio.
Il programma prevede una serie di iniziative strutturate in vari linguaggi: letture drammatizzate tratte da testi scelti a cura dell'Associazione culturale "L'Officina delle Parole"; visione di film e riflessione ragionata sulle problematiche emerse; laboratori di lettura collegati con attività creative, incontro con Sofia Schito, autrice del libro "La B capovolta" adottato dalle classi terze della scuola secondaria di primo grado, attività di approfondimento ed analisi della storia di Anna Frank attraverso la lettura del suo diario.
Referente Presidio del Libro - Biblioteca Giona - Noha/Galatina
Dott.ssa Eleonora LONGO
dic112021
Il 10 dicembre ricorre la Giornata mondiale dei Diritti Umani. La storia di questa ricorrenza è strettamente legata con quella di un evento fondamentale della storia mondiale, ovvero la proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani avvenuta il 10 dicembre del 1948.
“I diritti umani iniziano nei piccoli luoghi, vicino a casa, così vicini e così piccoli che non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. A meno che questi diritti non abbiano significato lì, hanno poco significato ovunque”, disse Eleanor Roosevelt quando per prima provò a spiegare l’importanza di un’azione concreta che ponesse al centro la libertà e la dignità di ogni essere umano e dello sforzo che ognuno, anche nel suo piccolo, può fare per attuare un cambiamento davvero radicale.
Per questo ogni 10 dicembre torniamo a ricordare che ogni uomo, senza distinzione alcuna, dovrebbe nascere libero ed uguale ad ogni altro. E non soltanto sulla carta.
Il Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina, in collaborazione con il Circolo culturale Athena di Galatina e l’Associazione culturale Apsec di Lecce, celebrano la Giornata Mondiale dei Diritti Umani con un Concerto che si terrà Domenica 12 Dicembre alle ore 18.00 presso il Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con la partecipazione del Musicista Compositore Santino Spinelli in arte Alexian, ed il suo gruppo.
Santino Spinelli è un Rom italiano, nato a Pietrasanta (LU) e residente a Lanciano in Abruzzo. Musicista, compositore, cantautore, è ambasciatore dell’arte e della cultura Romanì nel mondo; ha fondato” l’Orchestra europea per la Pace” elevando la musica folklorica romanì a livello sinfonico; con il suo Alexian group ha tenuto concerti per tre papi, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. La sua poesia “Auschwitz” orna a Berlino il monumento eretto nei pressi del Bundestag dedicato alla memoria del genocidio di Sinti e Rom durante il nazismo. Nel 2020 il Presidente Mattarella gli ha conferito l’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
Salvatore Coluccia
Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina
gen032022
Vi sono iniziative che molto spesso vengono poco pubblicizzate, con lo scopo di limitare la partecipazione o perché le sue finalità sono lontane dai propri orientamenti politici, sociali e culturali, e le stesse modalità e i termini di adesione al progetto la sanno lunga. II “Treno della Memoria” è una di queste: iniziativa organizzata ogni anno dall’omonima associazione in Polonia, nei luoghi dove si consumò l’immane genocidio di milioni di ebrei e di diversi (comunisti, rom, gay, disabili, ecc.). Un’associazione culturale nata nel 2005, e che in questi 15 anni di attività ha coinvolto oltre 60.000 giovani, e non solo. Il percorso educativo prosegue lungo tutta la durata del viaggio e nei mesi successivi al rientro in Italia, in cui vengono proposte, organizzate e realizzate attività di riproposizione dell’esperienza vissuta rivolta alla comunità.
Come si legge nel programma proposto dagli organizzatori: “Il Treno della Memoria” è innanzitutto un percorso educativo e culturale. Da sempre un'esperienza collettiva unica, un viaggio “zaino in spalle”. Non è una semplice gita scolastica, bensì un circuito di cittadinanza attiva in cui i/le giovani partecipanti, negli anni, diventano prima animatori e animatrici e poi, alle volte, organizzatori ed organizzatrici; in una catena di trasmissione dell'impegno. È un progetto di educazione informale e “alla pari” che sviluppa una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di trasmissione orizzontale di conoscenze, esperienze ed emozioni svolto in un’ottica di cooperazione, rispetto reciproco e solidarietà.” Dopo questo viaggio, dopo avere impresso nella memoria le drammatiche immagini dell’eliminazione sistematica di milioni di esseri umani, dopo avere visitato i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, come si può leggere nelle testimonianze di tante ragazze e ragazzi, nulla è più come prima.
Il viaggio si svolge in treno, per la durata di circa due giorni, con destinazione Cracovia, e prosegue, nei giorni successivi, con visite guidate della stessa Città, del Ghetto ebraico, del Museo della Fabbrica di Schindler e dei Campi di sterminio di Auschwitz e di Birkenau, per complessivi 9 giorni.
Anche il comune di Galatina ad aderito ad uno dei viaggi organizzati per il 2022. Con avviso pubblico del 29.12.2021 ha stabilito le modalità di partecipazione, riservate soltanto a tre concorrenti: un numero così esiguo, che poteva essere incrementato e che non avrebbe certamente comportato gravi danni alle casse del Comune, se si pensa che la somma che varrà impiegata è di 600 euro, quale contributo messo a disposizione (200 euro per partecipante).
Ma tant’è. Questi i requisiti: il viaggio è riservato a giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, residenti a Galatina, disponibili a progettare, realizzare e presentare al Comune un reportage sull'esperienza vissuta; il costo complessivo è di € 380,00, di cui € 200,00 a carico del Comune e € 180,00 a carico dei selezionati, da versare direttamente all’Associazione; le ulteriori modalità possono essere recuperate, scaricando dalla pagina web del Comune di Galatina l’avviso; la domanda va presentata al Servizio Protocollo entro lunedì 10 gennaio 2022: con consegna a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune o attraverso la trasmissione a mezzo posta elettronica certificata, all’indirizzo, protocollo@cert.comune.galatina.le.it.
Galatina 02 gennaio 2022
Ninì De Prezzo
mag122017
Torna anche in questo secondo fine settimana di maggio l’appuntamento con la rassegna di eventi nel Centro Storico “GalatinArte”. Si comincia nella tarda mattinata di sabato 13 maggio con la Ristorazione di qualità per proseguire poi nella serata con il Tango in strada. Domenica 14 spazio alla creatività musicale. Protagonisti saranno lo chef Mario Percuoco, l’Associazione Tracce di Tango e gli alunni dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina,
Di seguito i dettagli degli incontri.
Sabato 13 Maggio: Cooking class e Milonga loca
PIAZZA ORSINI
ore 12.00 Cooking class a cura di Mario Percuoco
Nomen omen, dicevano i latini, ovvero nel nome il destino. Non sarebbe potuto essere diversamente per lo chef Mario Percuoco che, oltre al nome, ha nel dna la passione, il talento e le esperienze di una famiglia dedita da quattro generazioni alla ristorazione.
Creatività, energia contagiosa, visione non convenzionale e soprattutto un grande amore per l’Italia, lo hanno spinto a dare vita al Ristorante Percuoco a Santa Caterina, nella città di Galatina.
La famiglia Percuoco lasciò Napoli nel secolo scorso, alla ricerca di miglior fortuna nell’altro capo del mondo: l’Australia, precisamente Sidney, dove diventano ambasciatori nella ristorazione della cucina italiana.
PIAZZA ORSINI
ore 21.30 “Milonga loca” a cura di Tracce di tango
Tango in strada con l’Associazione Tracce di Tango. Tutti i ballerini e gli appassionati sono inviati a partecipare a questa Milonga loca.
TraccediTango è un’associazione di promozione sociale che opera nel campo culturale, con il proposito di diffondere il Tango Argentino nonché la cultura latino e centroamericana in tutte le sue forme ed espressioni.
Organizza corsi stabili di tango, milonga, tango vals e, nel corso dell’anno, stage e seminari ed eventi con importanti maestri e artisti del panorama internazionale.
TraccediTango svolge le sue attività sotto la guida e la direzione artistica di Dario Sacco e Alessandra Durante, coppia affiatata che balla e lavora insieme ormai da anni.
Dario e Alessandra hanno studiato in Italia e a Buenos Aires con i migliori maestri e ballerini, il loro lavoro nel tango ha seguito e segue un percorso di ricerca instancabile con lo scopo di sviluppare tecnica e stile. Il loro metodo di insegnamento è stato affinato nel tempo e permette di adattarsi alle diverse esigenze di chi si avvicina al tango. L’attenzione è rivolta soprattutto a conoscere la musica, il movimento e la connessione tra uomo e
donna dove l’abbraccio è protagonista, tenendo sempre in conto che il tango non è solo una serie di passi e sequenze da guardare e riprodurre.
Domenica 14 Maggio: Eco band
PIAZZA CAVOTI
ore 18.30 - Gruppo musicale “Eco band” a cura dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”
L’Eco-Band “ I GOT A RHYTHM ” nasce tra gli alunni dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina, guidati dal prof. Marra, per dare spazio alla creatività musicale e alla fantasia nell’ideare e realizzare nuovi STRUMENTI partendo da oggetti o materiali concepiti per altre destinazioni ed usi. Questa particolare caratteristica ha indirizzato il sound della band; la percussione ed il ritmo sono la cifra portante della formazione . L’idea che la musica sia fondamentalmente ritmo e che anche la nostra vita quotidiana ne sia pervasa è il suo manifesto ideologico.
“Tutto è ritmo nella vita” recita il primo verso del brano realizzato nel breve passo vocale iniziale, la cui melodia è tratta dal noto brano di George Gershwin “ I GOT A RHYTHM” da cui il nome alla band per sottolineare ulteriormente la sua natura e quella della sua musica.
Il brano inizia con l’esposizione di questo tema sottolineato da un accompagnamento ritmico discreto, ma ben presto le percussioni prendono il sopravvento sviluppandosi su tracce predisposte in partitura su uno stile prettamente occidentale. Dopo uno stop improvviso prende avvio una parte centrale che si rifà esplicitamente a ritmi tipici della musica africana, seguita da un rap con percussioni ancora una volta in secondo piano, il cui testo ripropone l’idea positiva di una musica e di un ritmo che, per citare, “ … Reggae più dello spinello … ”.
Una fase totalmente improvvisata prelude ad una chiusa energica e spettacolare.
ott252019
Il progetto è condotto nella responsabilità del CTO (Chief Technology Officer) Ing. Stefano Ciccotti tramite il laboratorio nuove tecnologie 8K - responsabile Domenico Lascala.
Le riprese porteranno una ricaduta in termini di know-how e gestione interna creando prodotti che verranno utilizzati ad esempio sul canale satellitare, in streaming e negli altri canali tradizionali RAI.
L'iniziativa realizzata in collaborazione con la consociata di San Marino RTV e l'Aeronautica Militare permette di lavorare sul binario della eccellenza tecnica e culturale: la scuola di volo, la tecnologia RAI e le bellezze artistiche culturali di Galatina.
La presenza dell'Aeroporto "Fortunato Cesari", con l'attività della scuola volo del "61^ Stormo" - sintesi di eccellenza tecnica di livello mondiale, permette un confronto di altissimo livello con la tecnologia della televisione italiana e possibilità di ripresa straordinarie, a cui si associa la bellezza del patrimonio storico architettonico della Città. Oltre che riprese al ciclo pittorico della Basilica di Santa Caterina ed alla sua splendida facciata, anche altri luoghi e scorci della Città hanno avuto la dovuta attenzione.
Al Sindaco Marcello Amante ed al Colonnello Alberto Surace, Comandante del 61^Stormo, è stato chiesto di raccontare Il sistema di relazione tra la comunità dell'aeroporto e Galatina, a ribadire il legame storico che lega l'Arma Aeronautica alla Città.
Non abbiamo alcuna data di programmazione del lavoro che si sta compiendo in questi giorni, e daremo opportuna comunicazione sulla stessa, ma in ogni caso la messa in onda dovrà necessariamente adattarsi agli standard tecnologi correnti, in attesa che il sistema 8k sia fruibile.
E' importante per la Città aver rafforzato una collaborazione di così alto profilo con l'obiettivo preciso di valorizzare il territorio. La disponibilità, l'accoglienza e la bellezza che Galatina offre, se messe "a sistema", sono uniche per chiunque.
Nico Mauro
mar052018
“È possibile rendere il giovane capace di scegliere, e prepararlo ad essere un conquistatore della libertà: educare alla rottura significa allora soltanto educare a effettuare le scelte, non fornire le scelte già fatte.”
Con queste parole Giuseppe Lazzati(1909 – 1986), educava il giovane – ma anche l’adulto del tempo (non di meno lo avrebbe fatto anche per gli uomini dei nostri giorni, che antepongono il benessere del proprio Io e la moralità personale, al senso di appartenenza ad una comunità sociale caratterizzata da regole per il benessere collettivo e la costruzione di legami), a compiere scelte finalizzate alla cura, alla tutela e al graduale processo di costruzione del bene comune. Lazzati conosceva bene il territorio tanto da scegliere in prima persona di partecipare all’opera di ricostruzione della vita civile nel Paese del secondo dopoguerra.
A riguardo è proprio uno dei lavori di questo grande politico e intellettuale del Novecento, militante in Azione Cattolica, a dare il titolo al XXXVIIIo Convegno Bachelet tenutosi a Roma il 9 e 10 Febbraio presso la Domus Mariae, al quale ho avuto l’onore di partecipare come membro d’èquipe diocesana del Settore Giovani di AC e come giovane tra i giovani che vive quotidianamente il territorio e nel territorio, un giovane che vuole essere il protagonista delle dinamiche dei suoi spazi per la cura del bene comune. Con me avevo Sabrina Esposito, Incaricata Regionale del Settore Giovani per la Puglia ed insieme abbiamo affrontato questa bella esperienza di formazione.
Il Convegno “Azione Cattolica e azione politica. (cfr. G. Lazzati, Cronache Sociali – Art.20) Centocinquant’anni di impegno per il Paese” è stato promosso dalla Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto “Vittorio Bachelet” in collaborazione con l’Istituto Paolo VI. Giunto ormai alla trentottesima edizione, quest’anno si colloca all’interno delle iniziative a ricordo dei 150 anni dalla nascita dell’Azione Cattolica Italiana.
Diversi autorevoli relatori si sono susseguiti nell’arco di questi due giorni, a cominciare da Matteo Truffelli – Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Paolo Trionfini – Direttore dell’Istituto Paolo VI, Marta Margotti – Università di Torino, Raffaele Cananzi – Presidente dell’Istituto Scientifico dell’Isacem, Gian Candido De Martin – Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet, Giuseppe Elia - Presidente nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno culturale, Paolo Nepi – Università “Roma Tre”, Marco Ivaldo – Università “Federico II”, Beatrice Draghetti - Presidente dell’Ente di formazione “Fondazione Opera Madonna del Lavoro”, che dell’AC ne hanno delineato una consecutio temporale a partire dal non expedit, con cui Pio IX considerava inaccettabile per i cattolici italiani partecipare alle elezioni politiche del Regno d'Italia, al postfascismo; dal Concilio Ecumenico Vaticano II all’avvento della Democrazia Cristiana, fino ad arrivare alla partecipazione cattolica dei nostri giorni. Una storia dunque che si pone lungo un continuum di centocinquant’anni, resa gloriosa dall’attivismo di uomini e donne che con il loro instancabile lavoro si sono spesi per l’Italia, si sono impegnati nel sociale portando come vessillo lo stile di AC nel territorio. Siamo stati resi partecipi delle scelte culturali e pedagogiche della nostra Associazione nel panorama di crescita democratica. Scelte che si sviluppano nel percorso di partecipazione dei laici propostoci da Papa Francesco nella politica del servizio – “fate politica con la P maiuscola”. Una politica che aveva e che deve necessariamente avere a cuore la vita delle persone, una bella politica che risponde alle domande poste dal contesto storico in cui opera attraverso la ricerca continua di dialogo[1], una politica simbiotica al servizio di carità incarnata nella fede, che spinge all’azione concreta sancita dall’Apostolicam Actuositatem che, riconoscendo l'importanza del laicato all'interno della Chiesa, tratta la vocazione dei laici come adempimento alla missione di evangelizzazione. È possibile allora costituire una nuova azione politica costruendo dei processi di cambiamento. Ciò che vorremmo trasmettere è la possibilità di dare il nostro contributo formando alla passione per il bene comune con la consapevolezza che il credente deve sentirsi responsabile del luogo in cui vive, cogliendo a pieno la realtà del tempo fatta di bisogni ma principalmente di risorse. Abbiamo bisogno di persone che creino alleanze, che siano capaci di mettere insieme il tessuto sociale con generosa passione. Ciò mi richiama alla mente il pensiero aristotelico dell’uomo inteso come “animale sociale” che tende a costituirsi e ad esprimere il proprio essere in una società partecipativa. Abbiamo bisogno di buoni cittadini che formulino proposte buone per la vita del Paese, che mirino a due specifiche priorità: l’integrazione dei poveri e la costruzione della Pace[2]. Abbiamo bisogno infine di compiere delle scelte di fondo mirate, di starci dentro…con coraggio!
Michele Scalese
Presidente Parrocchiale A.C.I.
Membro d’équipe diocesana del Settore Giovani AC
feb092023
Tipo di iniziativa: rassegna culturale;
Denominazione dell’iniziativa: “Pragmatica - Piccolo Festival della buona politica”.
Modalità di svolgimento dell’iniziativa: Durante l’iniziativa saranno presentati due libri di tematica politica e sociale. Il tutto sarà organizzato in tre slot da 45min circa ciascuno.
Data di svolgimento: 11 febbraio 2023.
Orario di svolgimento: Dalle ore 17:00 alle ore 21:00.
Sede di svolgimento: Cantine Fiorentino – Via Guidano 18, Galatina.
Altre informazioni: L’evento è patrocinato dal Comune di Galatina.
Programma della rassegna
Ore 17:00 Registrazioni e accrediti
Ore 17:30 Apertura dei lavori – Saluti Istituzionali.
Alla maratona di presentazione dei libri e dibattiti parteciperanno:
Il festival sarà moderato dagli organizzatori: Vittorio Aldo Cioffi, Edoardo Mauro, Alessandro Martines, Silvia Ingusci.
Dichiarazione degli organizzatori
"Siamo davvero contenti che questi tre ospiti di fama nazionale e internazionale abbiano deciso di accettare il nostro invito. È sempre bello poter ospitare personalità che possono aiutarci a proporre in città un dialogo di ampio respiro. In fin dei conti, l’obiettivo di questo festival è sempre stato questo: cercare di costruire un network, dei legami, delle relazioni che contribuiscano allo sviluppo culturale del territorio. Ringraziamo, poi, tutti i nostri partner, il Comune di Galatina per il patrocinio e gli amici che ci hanno aiutato a progettare questa edizione che riteniamo importante non solo per Galatina ma anche per noi giovani organizzatori".
Staff Pragmatica Festival
feb282014
Non ci si può mai rilassare un attimo in questo paese.
Guardate che io avrei altro per la testa, come, per dire, i miei libri, le ricerche econometriche, il cinema, i concerti ed il teatro, e poi anche il racconto tratto da storie vere – la cui redazione ho dovuto più volte interrompere - sul tema dei miei matrimoni (matrimoni, dico, non prigioni, come quelle immortalate da Silvio Pellico – anche se a volte le due cose pare coincidano – né tantomeno i matrimoni di quell’altro Silvio, il delinquente più votato dagli italiani, cioè Silvio pelvico). Matrimoni, dicevo, nei quali mi son cimentato in diversi ruoli, dall’invitato al paggetto, dal chierichetto al testimone, dall’organista all’aiuto-fotografo, e via di seguito, ma mai (ancora) in quello del marito.
Dunque mi piacerebbe essere in tutt’altre faccende affaccendato. Invece, purtroppo, mi tocca di leggere di qua e di là interventi vergati da alcuni miei rappresentanti politici occupanti poltrone a palazzo Orsini, i quali son riusciti, in men che non si dica, e nonostante i buoni propositi sbandierati nel corso delle loro campagne elettorali, a superare, quanto a danni, gli Unni e gli Ostrogoti messi assieme.
La Roberta se n’è uscita ultimamente pure con la storia del mega-impianto di riciclo rifiuti, candidando ufficialmente Galatina ed il suo territorio quale centro di gravità permanente di “un impianto di compostaggio integrato, che comprenda cioè sia la fase anaerobica [o analerobica, ndr.] che quella aerobica”. “L'impianto – sempre a detta della vice-sindachessa - avrà una portata di circa 30.000 tonnellate di rifiuti organici [dovrebbe essere all’anno, ndr.] a servizio di tutta l'area centrale della Provincia di Lecce”.
E’ chiaro? L’assessora e il suo sindaco, pensando di unire l’umido al dilettevole, forse in nome della democrazia partecipata (Roberta, do you remember?), o di una politica di sinistra (o meglio sinistrata) hanno deciso di candidare “ufficialmente” il territorio di Galatina e dintorni a luogo ideale per chiudere, secondo le loro menti eccelse, questo benedetto ciclo dei rifiuti.
Con codesti comunicati pensano di trasmettere un rassicurante senso di compatibilità e armonia ambientale pensando che i cittadini si facciano abbindolare come tanti allocchi. Oddio, in molti casi vanno sul sicuro, colpiscono e affondano eccome, visto il livello culturale in cui versa l’abitante medio di Galatina, la bella addormentata nel fosco.
Ma cerchiamo di ragionare un po’ con i numeri.
30.000 tonnellate all’anno di rifiuti solidi organici significherebbe che i circa 28.000 cittadini di Galatina e frazioni dovrebbero produrre pro-capite più di una tonnellata annua (non stiamo parlando di 100 ma di 1.000 chilogrammi a persona), e badate bene, non di rifiuti, ma della sola frazione umida di questi rifiuti (come bucce di banane, mele, patate, cipolle, scarti vegetali dell’attività agricola, culinaria et similia), cioè quasi 2,8 chilogrammi al giorno di quella roba lì.
Nemmeno il più grande ghiottone e sprecone della storia di tutti i tempi ha mai prodotto 2,8 kg giornalieri di resti, avanzi, rimasugli organici predigestione (cifra, invero, non raggiungibile neanche se agli scarti predigestione sommassimo le deiezioni post-digestione).
Mi direte: ma non siamo solo noi; se li convinciamo, ci sono anche i 5.500 abitanti di Soleto, e poi i 4.000 di Sogliano, ed i quasi 6.000 di Corigliano, ed i 9.000 di Cutrofiano, e giacché anche i 15.000 di Galatone ed i 31.000 di Nardò, eccetera eccetera.
Certo, allarghiamo pure il raggio d’azione. Ma i conti non tornano ugualmente.
Se ognuno di noi, poniamo, producesse in media 200 grammi al giorno di umido da utilizzare per il compostaggio (non ditemi che siete così sciuponi da produrne di più) al fine di raggiungere le 30.000 tonnellate annue (tren-ta-mi-la-ton-nel-la-te), cioè 82 tonnellate al giorno di rifiuti da compostare, avremmo bisogno di un bacino d’utenza di oltre 410.000 abitanti.
Ora mi domando e dico: nell’eventualità non dovessimo farcela da soli a produrre tutta questa spazzatura [sic], da dove arriverebbe la quota restante di rifiuti per il trattamento? Chi la controllerebbe? Cosa conterrebbe? E poi ancora: di che dimensioni dovrebbe essere questa struttura integrata per accogliere ottantadue tonnellate quotidiane di spazzatura umida? E quanti camion dovrebbero arrivare e ripartire quotidianamente da e per Galatina per scaricare in questo benedetto impianto 82 tonnellate giornaliere di frazione umida di rifiuti?
Mille altri dubbi, perplessità, domande (che ovviamente non troveranno mai risposta da parte di questi Renzi de noantri), mi passano ora per la mente. Ma ne parlerò nelle prossime puntate (tra qualche giorno) sempre su questi schermi.
Sicché i miei matrimoni continueranno ad attendere il loro turno.
Pazienza: questo ed altro, per non andare a finire in un mega-impianto di compostaggio. Anzi per evitare di esser preso in ostaggio.
Antonio Mellone
set072016
L’Associazione culturale City Telling di Galatina promuove e organizza “Confronti d’autore”, penultimo incontro di Note a Margine, la mini rassegna estiva, giunta alla seconda edizione, con l’obiettivo di raccontare attraverso i diversi linguaggi artistici le periferie dell’umano.
L’evento si svolgerà venerdì 9 settembre, alle ore 21, presso PART-produzioni artistiche via Cafaro 2 a Galatina (all’interno del Palazzo della Cultura “Z. Rizzelli”).
Ospiti dell’incontro saranno Francesca MALERBA, autrice del libro "Salento Rock Andati via senza salutare" edito da Kurumuny e Davide POTENTE, autore di “Qualcosa da Perdere” edito da ExCogita.
I due giovani autori daranno voce alle storie e metteranno a confronto le due generazioni descritte all’interno dei propri libri: quella degli anni 70/80 che è “andata via senza salutare” abbandonando radici, affetti e sogni nella Galatina dilaniata dalla diffusione dell’eroina negli anni ottanta, e quella della generazione X, ben descritta da Potente, quella dei neolaureati classe 1980/90 che “non fanno la differenza, ma al massimo la differenziata”.
La serata sarà accompagnata dalla voce e dai suoni di Leonardo SERRONE, in arte il SER, giovane cantautore leccese del gruppo emergente “Massime Frequenze”.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Associazione City Telling attraverso la pagina fb Note a Margine 2016.
Stay tuned!
Area comunicazione
a cura dell’Associazione City Telling
apr092015
La manifestazione si svolgera il 12 aprile 2015 alle ore 10:00/13:00 – 16:00/24:00 nel Centro storico di Galatina
Dopo il successo del 2013 si ripropone quest’anno la seconda edizione dell’evento “Dolce Città Nostra”, una manifestazione che riscopre ed evidenzia la grande tradizione dolciaria galatinese per le strade del centro storico.
Una grande tradizione che esplode già nel 1745 nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone con il pasticciotto, un dolce tipico, composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.
Il pasticciotto una grande tipicità che non rimane sola grazie a tanti altri prodotti dolciari che fanno grande la città come l'Africano, la Mafalda, il Mustacciolo, la Pasta di Mandorla, e tanto ancora.
Galatina una città che annovera tanto della tradizione dociaria ma anche enogastronomica (Città del Vino, prodotti tipici della terra come la cicoria, la patata, prodotti da forno come lu squaiatu, ecc.) non poteva non puntare su un evento che la rappresentasse e che possa creare interesse sul territorio.
L’obiettivo della manifestazione è di rivivere l’atmosfera di un tempo ormai passato, degustando e promuovendo i prodotti dolciari e i piatti tipici della tradizione enogastronomica salentina e galatinese, nello scenario del centro storico accompagnati da spettacoli musicali e teatrali.
La manifestazione si terrà domenica 12 aprile 2015 a partire dalla mattina in occasione della giornata "La Penisola del Tesoro" del Touring Club che ha scelto Galatina insieme ad una serie di comuni italiani per ospitare i propri associati.
Un appuntamento che prevede diversi itinerari guidati nel corso della giornata del 12 aprile che toccheranno anche interessanti palazzi nobiliari dalle belle architetture barocche e, soprattutto, la chiesa di S. Maria della Misericordia o dei Battenti, dal prezioso portale in pietra leccese e fresca di restauro.
In occasione della manifestazione, l'Associazione culturale AMiCA in collaborazione con il Comune di Galatina presenta l'applicazione per smartphone Galatina Amica, prima tappa del progetto Città Amica, network di strumenti innovativi per la visita delle città.
Durante la manifestazione saranno distribuite le mappe realizzate per l'occasione dall'Associazione AMiCA.
L’evento è promosso dall’assessorato al turismo della città di Galatina.
mar272019
Si è tenuta lunedì 25 Marzo a Soleto la presentazione della XX stagione concertistica internazionale dei Concerti del Chiostro alla quale ho partecipato con piacere, senza nascondere allo stesso tempo un po’ di amarezza.
Esprimo il mio più sincero apprezzamento per il lavoro degli organizzatori e del direttore artistico Luigi Fracasso che, nonostante le difficoltà e nonostante gli avvicendamenti delle varie Amministrazioni, seppur di colore politico differente, sono sempre riusciti a dare continuità a questo prestigioso evento.
Negli anni i Concerti del Chiostro grazie alla loro qualità culturale e musicale sono cresciuti e si sono affermati a livello locale e nazionale, contribuendo a promuovere e pubblicizzare Galatina e le sue eccellenze artistiche.
Subentra l’amarezza invece nel vedere che questo nostro fiore all’occhiello quest’anno si sposterà a Soleto che, avendo un’Amministrazione ed un Sindaco all’altezza, è stata abile ad ospitare questo importante evento cogliendo al volo l’occasione fornita dalla miopia dell’Amministrazione Amante.
D’altronde ciascuno ha il governo che si merita e se a Soleto possono essere soddisfatti dei risultati ottenuti dalla propria Amministrazione, a Galatina invece a causa dell’ostinatezza politica del Sindaco e della sua maggioranza continuiamo a subire umiliazioni e mortificazioni.
Dispiace constatare che proprio questa partigiana ostinatezza sta facendo regredire sempre di più una città come la nostra in cui i soldi, i sussidi ed i contributi si trovano per chiunque, meglio se vicino al proprio orticello, mentre a chi da anni promuove con risultati evidenti il territorio viene chiusa la porta.
Ci auguriamo che per il prossimo anno il Sindaco, insieme alle parti interessate, possa trovare il modo per riportare i Concerti del Chiostro a Galatina. Sarebbe bello a tal proposito che questa manifestazione concertistica possa abbracciare e coinvolgere più territori fissando a Galatina l’evento finale.
Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo politico per cercare di trovare una soluzione che esalti l’evento valorizzando e promuovendo al contempo la nostra città.
Giuseppe Spoti
Consigliere comunale – Partito Socialista
set232018
Questa slide è una parte del retro della nostra cartina di Noha. Le cartine in genere sono fatte per indicare i luoghi più importanti, quelli di interesse artistico, storico e culturale di un luogo. Ma nella nostra cartina noi abbiamo voluto indicare anche l’altra faccia della medaglia. La faccia del nostro modello di cosiddetto sviluppo. Un modello che parla da solo. Date voi stessi un’occhiata.
E’ una guerra che rischiamo di perdere. Ma si tratta di una guerra già persa se non proviamo almeno a far finta di lottare.
Alcuni risultati sono sotto gli occhi di tutti. Altri risultati sono sulle ecografie, sulle lastre dei raggi x, sulle risonanze magnetiche dei nostri amici e conoscenti.
I giornali parlano d’altro. A proposito di ulivi, ci dicono che “stassiccatuttu” (quando il vero “seccatutto” è quello disseminato nelle campagne per decenni). Parlano di emergenza Xylella, quando invece come vedremo la Xylella non è scientificamente dimostrato che sia la ragione del disseccamento degli ulivi. Ce ne parla sempre Ivano Gioffreda di Spazi Popolari.
L’area centrale del Salento, che è quella che include anche questa terra di Noha, è diventato un cluster di alta percentuale di patologie tumorali. Il cluster è uno spazio determinato in cui si concentra un determinato fenomeno.
Il nostro obiettivo è quello di riuscire a far passare l’informazione a tutti: donne, giovani, vecchi e bambini, nessuno escluso. Solo con l’informazione forse ci sarà un minimo di reazione da parte di una popolazione per troppi anni resa schiava da un’informazione che non informa, anestesizza.
Se non capiamo in quale aberrante meccanismo ci ritroviamo aggrovigliati, non saremo in grado di capire quanto ci uccide il nostro modo di coltivare la terra, di maltrattare la falda acquifera, di riempire l’aria di polveri cancerogene.
Tanto meno riusciremo a capire quanto ci uccide un inceneritore al posto di un cementificio, già di per sé molto pericoloso; quanto sia dannoso un gasdotto, tipo la TAP, che non ha alcuna ragione di esistere, tanto meno economica (se non quella strettamente finanziaria di una multinazionale svizzera e dei suoi sostenitori interessati); quanto una centrale a carbone sarebbe ormai da considerarsi archeologia energetica; quanto una campagna a tappeto sulle nostre teste di pesticidi (vedi il decretino Martina) non serva che ad arricchire i pochi e ammazzare i molti; e infine che una acciaieria fingerà di bonificare e invece raddoppierà la produzione di acciaio e relativi danni alla salute e alla storia, alla bellezza e all’economia di Taranto e dintorni.
Potrei continuare per secoli. Ma mi fermo qua, lasciando le parole a chi meglio di me saprà entrare nel merito di alcuni di questi temi per forza di cose soltanto da me accennati.
Il dr. Sergio Mangia (medico chirurgo) ci ha spiegato meglio come il tutto si ripercuote sulla nostra salute
E il nostro amico Ivano Gioffreda di Spazi Popolari, pioniere ed esperto in agricoltura senza l’uso di fitofarmaci ci ha invece illustrato il suo percorso di conoscenza e di contrapposizione al disseccamento degli ulivi.
Subito dopo abbiamo avuto il piacere di vedere insieme il documentario “Salviamo Madre Terra” del regista Andrea Pavone.
Anche se queste serate possono sembrare insignificanti in confronto alla gravità in cui ci troviamo, ci auguriamo che siano utili e che altri si uniscano a noi nella diffusione dell’informazione e delle buone pratiche.
M. D’Acquarica
lug252019
« “PerChiCrea” , l’iniziativa promossa dal MIBAC (Ministero Beni e Attività Culturali) e gestita da SIAE raccoglie ottimi risultati anche in Puglia » .
Così in una nota i portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera Leonardo Donno e Michele Nitti. L’iniziativa destina il 10% dei compensi per ‘copia privata’ a supporto della creatività e della promozione culturale dei giovani.
« La novità assoluta fortemente voluta dal Governo -spiegano- è stata la decisione di destinare il 50% delle risorse , circa 6 milioni di euro , ad attività di promozione culturale nelle scuole. I progetti ammessi al finanziamento in tutta Italia sono 238, ben 23 nella Puglia dove arrivano 573mila euro. Un ottimo risultato per aiutare e sostenere i nostri ragazzi a sviluppare i loro talenti e le loro competenze » .
Ecco i gli istituti scolastici finanziati in Puglia:
Per il settore “Arti visive, performative e multimediali”: Marconi-Hack di Bari e Don Tonino Bello di Tricase.
gen092014
Si torna a parlare di unioni civili. È uno dei punti dolenti della destra italiana, della sinistra che non si decide mai e di una Chiesa che non ne vuole proprio sapere, nonostante la ventata di novità bergogliana.
Che cosa sono le unioni civili? “Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all’istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico”. Si chiamano anche coppie di fatto, siano eterosessuali o omosessuali.
In attesa che finalmente anche lo Stato italiano riconosca anche alle coppie di fatto i diritti civili fondamentali, attualmente riconosciuti solo alle coppie unite in matrimonio, sono da lodare e da imitare quei Comuni che hanno introdotto il Registro delle Unioni Civili, così da permettere alle coppie di fatto che si registrano di accedere almeno ad alcuni diritti di pertinenza del Comune, con l’intento di superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale e economico del territorio. Le tematiche entro le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari sono: la casa, la sanità e i servizi sociali, le politiche per i giovani, genitori ed anziani, la formazione, la scuola e i servizi educativi, i trasporti. In nessun modo, invece, è possibile assumere lo stesso cognome, adottare bambini, regolare le eredità, insomma sono precluse quelle voci che sono materia regolata solo dal matrimonio.
La mia domanda vuole essere concreta. Quanti Comuni hanno introdotto il Registro delle Unioni Civili? Qui non si tratta di questioni legate a ideologie di partito o di questioni di fede religiosa. Ognuno si tenga pure le proprie convinzioni personali, ma non le imponga ad una società che – è sotto gli occhi di tutti – non è più monolitica sul principio ancora intoccabile: stato, chiesa e famiglia, ma è sempre più pluralista in tutti i sensi e in tutti i campi. Non si possono più chiudere gli occhi. Qui si tratta di convivenza civile, e questa esige che tutti abbiano gli stessi diritti civili. Concedere tali diritti non comporta di per sé lo sfaldamento della società, fondata sulla famiglia tradizionale. Proseguendo invece sulla strada della inflessibilità dei valori cosiddetti cattolici non si farà che dividere ancora i puri dagli impuri, secondo quella concezione della religione farisaica che Cristo stesso aveva combattuto.
Una vera società civile si fonda sui valori umani, tra cui l’amore, il quale non è per nulla una prerogativa della Chiesa cattolica. L’amore è un valore umano, indipendentemente dalla razza, dalla cultura e dalla religione. L’amore in sé è fuori di ogni struttura. Lo Stato non può regolamentare l’amore con dei pregiudizi ideologici, e tanto meno deve farsi condizionare dalla religione. La Chiesa può avere le sue buone ragioni per pensarla in un certo modo, ma lasci almeno allo Stato la libertà di dare a tutti i cittadini la possibilità di vivere, senza negare a nessuno quei diritti che fanno parte della stessa Umanità. Il vero progresso non si costruisce sulla perfezione di un ordine socio-politico regolato da norme oggettive, ma sulla comprensione reciproca, che è fatta di accettazione della molteplicità e della varietà delle differenze.
Quando ero a Monte (Lecco), l’ultimo anno della mia permanenza, avevo sospeso la festa degli Anniversari di Matrimonio, per evitare di creare nella comunità divisioni tra chi era in regola dal punto di vista canonico e i conniventi o i divorziati, e per evitare sofferenze tra coloro che avevano perso il marito o la moglie. Ci rendiamo conto che proprio noi cristiani non facciamo altro che separare i regolari dagli irregolari e i fortunati dagli sfortunati? Oggi anche nei nostri piccoli paesi quanti sono i regolari, e tra questi quanti sono coloro che sono in regola con la propria coscienza? Non entro qui nella spinosa questione dei sacramenti da rifiutare o da concedere ai cristiani irregolari. Altro punto dolente. Altro dilemma che farà capire se veramente papa Francesco è così innovativo come lui sta facendo credere. Come al solito, si troverà al massimo una via di compromesso; e poi si avrà il coraggio di parlare di apertura della Chiesa? La Chiesa è abile nel ritinteggiare opportunisticamente la facciata, ma prima di arrivare a toccare i suoi dogmi e le sue fisime moralistiche ne passerà del tempo. Ma la Chiesa dovrà cedere non dietro pressioni esterne, ma spinta da pressioni interne.
Fino a quando ci saranno pastori ottusi e obbedienti alla gerarchia e fino a quando ci sarà tanto pecorume che li segue (pecorume, tra parentesi, che a parole difende la Chiesa, ma poi in pratica fa i cavoli che vuole!), la Chiesa resterà irremovibile sulle sue posizioni, e la società sarà dilaniata da divisioni tra stato e chiesa, tra cittadini e credenti.
Nella Chiesa, più che convegni o discussioni, serve una corale disobbedienza, non nel nascondimento tipico del pecorume che ha paura, ma in una testimonianza esplicita di un cristianesimo alla scoperta delle sue radici. A iniziare dai ministri di Cristo. Non si pretende da tutti una ribellione aperta: basterebbero una decina in ogni diocesi!
nov162014
Tre giornate programmate dalla Città di Galatina, Assessorato alla Cultura, con il contributo della Regione Puglia, Assessorato Mediterraneo, Cultura e Turismo, e la collaborazione del Club UNESCO di Galatina, ricche di appuntamenti per promuovere interesse, studio e ricerca intorno all’unicità della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e del suo ciclo di affreschi.
Il 21, 22 e 23 novembre la Chiesa - per vastità dei suoi cicli pittorici seconda solo alla Basilica di San Francesco d’Assisi - e i suoi affreschi, che da tempo attirano l’attenzione di importanti critici e storici dell’arte, saranno al centro di una serie di azioni il cui obiettivo fondante, nelle intenzioni del Comune di Galatina e del locale Club UNESCO, è promuoverne non solo la conoscenza presso il più vasto pubblico, ma soprattutto promuoverne lo studio, primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento internazionale UNESCO e la sua iscrizione nella Lista dei Siti Patrimonio dell'Umanità. Non solo, le iniziative previste – mostra, installazione virtuale, lectio magistralis e ricostruzioni storiche – intendono agire a sostegno della prossima creazione di un Centro Studi sulla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria presso il Polo Biblio-Museale Comunale.
La manifestazione avrà inizio venerdì 21 novembre alle ore 18:00 con una tavola rotonda presso la Sala “Celestino Contaldo” del Palazzo della Cultura in Piazza Dante Alighieri. L’incontro avrà come oggetto lo studio della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, simbolo della forte presenza della famiglia Orsini nel nostro territorio. Al dibattito, moderato dall'Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, partecipano i Proff. Giancarlo Vallone, Benedetto Vetere e Loris Sturlese dell’Università del Salento e il Dr Antonio Cassiano direttore emerito del Museo Provinciale di Lecce . L’appuntamento, che registra la presenza di un’ospite d’onore, la Prof.ssa Maria Paola Azzario, Presidente della FICLU (Federazione Nazionale dei Centri UNESCO) e Membro della Commissione Nazionale UNESCO del Ministero degli Esteri, rappresenta una tappa del progetto di valorizzazione di S. Caterina, elaborato dal Comune di Galatina e sostenuto dalla Regione Puglia, che si è avviato negli ultimi mesi con la collaborazione di altri studiosi, della stessa Basilica e del Club UNESCO di Galatina.Alle ore 20:00 sempre all’interno del Palazzo della Cultura verrà inaugurata "Di cieli e di mondi: tra Medioevo e Rinascimento in Terra d'Otranto", mostra di documenti e libri rari a cura del dott. Luca Carbone, in collaborazione con le dott.sse Beatrice Chezzi ed Elisa Moro e con la partecipazione delle cooperative "Libermedia" e "Le pagine". La mostra si articola su più livelli: come in un viaggio nel tempo, i volumi esposti, incunaboli e cinquecentine di uno dei più ricchi e preziosi repertori di Puglia, si propongono di riesplorare i territori di studio e d'interesse che sono maturati in lunghi secoli, nel Salento ed a Galatina in particolare, grazie alla confluenza di molteplici influenze: ebraiche, greco-bizantine, arabe e latine; da qui anche il titolo della mostra che rimanda alla molteplicità di visioni del cosmo e dell'uomo, che si sono confrontate, scontrate, amalgamate tra medioevo e rinascimento. All'esposizione dei volumi si affiancheranno, grazie alla collaborazione dello spin-off dell'Università del Salento AVR-MED (Augmented Virtual Reality for Medicine), due postazioni in cui viene utilizzato un prototipo sperimentale per sfogliare i volumi pregiati, e digitalizzati, senza usare supporti fisici. Sempre grazie a questa applicazione verranno per la prima volta offerti alla consultazione di un più vasto pubblico anche quaderni e registri dove lo studioso Pietro Cavoti ha raccolto relazioni, corrispondenze, mappature e disegni concernenti la Basilica di Santa Caterina. E poi ancora alcune delle pergamene originali di età orsiniana custodite dal Museo Cavoti, e per la consultazione, uno scaffale degli studi orsiniani e cateriniani sinora prodotti, disponibili nei Fondi della Biblioteca Siciliani, il tutto accompagnato da materiali illustrativi e didascalici; la mostra sarà visitabile fino al 6 dicembre.La seconda giornata del weekend Orsiniano, sabato 22 novembre, si aprirà con Philippe Daverio, insigne storico dell’arte, il quale a partire dalle 17:30 sarà a disposizione nella Sala del Sindaco a Palazzo Orsini per un incontro con giornalisti (è richiesto l’accreditamento), studenti ed addetti ai lavori. A seguire, alle 19:00, il Prof. Daverio terrà all’interno della Basilica, una Lectio Magistralis sulla Basilica di S.Caterina d'Alessandria a Galatina, “una meta leggendaria".
A seguire, sempre all'interno della chiesa, si potrà fruire dell'installazione "Virtual Reality Experience" conla visita allo spazio Dune Cube del consorzio CETMA di Brindisi, per fare una singolare esperienza della Basilica e dei suoi affreschi; grazie alla collaborazione sinergica tra ingegneri, architetti, informatici, modellatori 3D e professionalità accademiche, come storici ed archeologi, il dispositivo Dune Cube permetterà di fare una esperienza di realtà virtuale in ambito culturale, grazie a scenari e soggetti 3D ad alto impatto visivo e scientificamente validati.
Il weekend si conclude domenica 23 novembre con i festeggiamenti civili e religiosi: in Piazzetta Orsini, nelle Corti e nelle vie del Centro Storico i cantastorie di “Raccontami Sherazade” reciteranno racconti ed aneddoti del ‘300 e ‘400 galatinese; saranno inoltre disponibili visite guidate presso la Basilica.La manifestazione è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali , dalla Federazione Nazionale dei Centri UNESCO (FICLU), e dalla Federazione Europea dei Clubs e Centri UNESCO (FEACU), ed è stata organizzata in collaborazione con l'Università degli Studi del Salento, l'Accademia Belle Arti di Lecce, la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, il Club UNESCO di Galatina, la Sezione di Storia Patria di Galatina, iI Centro di Studi Orsiniani, il Centro Studi Salentini.
Club UNESCO Galatina
Ufficio Stampa cell. 338.83221161
feb262015
Partiranno lunedì 2 marzo 2014 i due giovani volontari che, dopo una attenta fase di selezione, saranno impegnati per un anno nel progetto di servizio civile denominato "Tra sogno e realtà", promosso dall'Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Galatina. Il progetto, che rientra tra gli otto finanziati dalla Regione Puglia, riguarderà il settore assistenza, area di intervento disabili. Si tratta del terzo progetto avviato da questo assessorato, e le notizie provenienti dalla Regione Puglia sui progetti presentati a luglio 2014 fanno ben sperare.
"Quest'esperienza di servizio civile nazionale - spiega l'Assessore Andrea Coccioli – oltre a favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale, permetterà ai volontari di consolidare il senso di appartenenza alla propria comunità e di stimolare, grazie anche al coinvolgimento del mondo associazionistico locale, il senso di cittadinanza e partecipazione per un servizio prestato alle categorie di persone più deboli e che, in momenti di particolare crisi come quello attuale risultano ancora più vulnerabili. Va poi sottolineato che, alla forte motivazione dettata dai principi del servizio civile, si aggiunge anche una motivazione di carattere formativo e professionale: le azioni previste dal progetto permetteranno infatti ai giovani volontari di acquisire conoscenze e competenze spendibili nel proprio percorso professionale."
Il progetto "Tra sogno e realtà" considera il tema della disabilità nella sua globalità, ispirandosi ad un approccio inclusivo, finalizzato al superamento delle barriere soprattutto di carattere culturale che limitano la libertà delle persone con disabilità. Il Comune di Galatina, attraverso l'impegno dei suoi volontari, fornirà un importante quanto concreto contributo su alcuni aspetti prioritari quali ad esempio quelli riferiti all’importanza di adottare ed implementare misure specifiche in favore di donne e bambini con disabilità, all’educazione inclusiva e all’importante ruolo che ricopre la famiglia nella sfera delle persone più fragili.
giu262019
Il 28 giugno ritorna a Galatina il tradizionale appuntamento con La Notte delle Ronde all’interno della cornice della festa patronale dei Santi Pietro e Paolo.
La Notte delle Ronde rappresenta per Galatina una sintesi tra tradizione, storia e futuro.
Quest’anno l'Amministrazione ha iniziato la collaborazione con la scuola di Pizzica di San Vito che propone un progetto insieme all’Associazione “Città Nostra”.
La scuola di San Vito è un progetto della Word Music Academy che focalizza l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio musicale coreutico del proprio territorio con l’obiettivo di far conoscere e sviluppare con cura il repertorio proprio della tradizione di San Vito e mettere in relazione questo repertorio con esperienze e linguaggi differenti.
Insieme alla performance del gruppo di Edoardo Zimba, che proporrà a partire dalle 22:00 lo spettacolo “ZIMBA CA TI PASSA”, musicisti e danzatori apriranno e coordineranno la Ronda e animeranno le altre ronde che spontanee prenderanno vita per le strade del centro storico, a partire da Piazza San Pietro.
La Notte delle Ronde è un’occasione per valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale e raccontare il territorio. È come far emergere e crescere la voce della storia che si respira a Galatina intorno a questo evento che, in fondo, è un racconto.
Contiamo di far ritrovare persone che, nel desiderio di approfondire l’antico rito del tarantismo, abbiano anche la gioia di liberarsi nel ballo della pizzica pizzica a terra.
Il centro storico è la casa eletta della manifestazione, luogo naturale di memoria, lo scenario ideale di tutte le occasioni di celebrazione della tradizione.
Quello di Galatina è particolarmente ricco di attrattiva. Oltre alla propria specificità storico culturale, custodisce un valore più ampio: dalla basilica di Santa Caterina alla chiesa Matrice, dalla cappella di San Paolo ai numerosi palazzi gentilizi, tutti testimoni di uno spirito antico che rivive nella quotidianità.
La notte delle Ronde è la voce musicale identitaria di Galatina. Nel suo essere popolare racchiude e dovrà sempre racchiudere il fascino di qualcosa che si può raccontare solo se si vive.
In futuro l'Amministrazione stringerà accordi e collaborazioni anche con altre scuole e realtà musicali e coreutiche che abbiano nel suono del tamburello la loro linfa portante. Si sfrutteranno i bandi disponibili per implementare le risorse e far crescere il progetto culturale che accompagna la manifestazione.
Abbiamo la volontà di mettere la tradizione popolare al centro dell’attività amministrativa perché rappresenta occasione di crescita turistica e opportunità di sviluppo economico per il territorio.
Nico Mauro
Assessore al Turismo
set202021
Senza un regolamento che disciplini la restituzione dei contenitori e di tutta la plastica adoperata in agricoltura (tubazioni e raccorderia, cassette per piantine e per il prodotto, teli di pacciamatura neri e trasparenti, archetti, ecc. ) la situazione è la seguente:
Le discariche abusive nel nostro Salento non son censibili perché sono davvero troppe. Soprattutto quelle della plastica derivate dalle attività agricole. Ad ogni contadino salentino che si reca ad acquistare le plastiche per la pacciamatura e per l'irrigazione, purtroppo non mi pare che venga richiesto l’obbligo del vuoto a rendere. Dove vanno a finire tutte queste tonnellate di plastica vendute ad ogni cambio di stagione/coltura? Ci risulta che in buona parte stiano archiviate ai bordi dei campi. Stanno lì in attesa di essere smaltite, ma spesso capita che gli incendi risolvono il problema, con gravi danni per l’Ambiente. L'abusivismo e l'inquinamento sono figli dello stesso parto in questo nostro paese. Laddove i nostri padri ammucchiavano le pietre per farli diventare dei muretti a secco, oggi si sovrappongono montagne di rifiuti di ogni genere.
Viviamo in una terra che brulica di migliaia di fuocherelli nauseabondi. Se vivi sul posto le tue ghiandole olfattive si abituano e non lo senti più l'odoraccio di aria acida. Se, come capita a chi esce ed entra dalla provincia magari per ragioni lavorative, vai e vieni dalla zona ogni settimana, al ritorno qull’odore sgradevolissimo ti accoglie sempre, nonostante il Salento sia la terra dei venti. Ti entra in circolo nel sangue, ci fai l'abitudine e non lo senti più. Ma i suoi veleni viaggiano dentro di te, e più respiri, più mangi e più ridi, e più ti uccide. Pare che non lo facciano apposta. Alcuni credono di fare “pulizia”, così si dice. Non sanno il danno che procurano. Forse richiedere il ritiro delle plastiche usate per lo smaltimento legale, ha un costo. E forse bruciandoli risparmiano, per aumentare i loro utili, che siano alti o bassi, poco importa. Lo fanno, punto. I mesi di giugno e luglio sono un vero inferno. Durante il resto dell'anno bruciano le plastiche insieme alle ramaglie delle potature e degli sfalci. È un continuo. E insieme alla plastica e alle pietre dei muretti a secco bruciano e si sfalda anche l'amianto, vecchie coperture di ethernet, altro materiale che tutti temono e lo smaltiscono così, sbriciolandolo nella terra.
I nostri figli laureati se ne vanno da questa terra abitata dalla sfortuna e chi resta non ragiona in favore della bellezza e produce degenerazione.
Purtroppo questo malcostume non si risolverà con la formazione culturale di gente che non vuole capire, quindi è necessario che le istituzioni creino un freno ponendo il mercato dei materiali pericolosi sotto il controllo della legge.
Chiediamo che sia normato con il cosiddetto “vuoto a rendere” l’acquisto di quei materiali che dopo l’uso sono considerati “RIFIUTI ALTAMENTI PERICOLOSI”.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali Odv
(fonte:rifiutizeroumbria.blogspot.com)
mar292018
L’obiettivo che si intende realizzare nel prossimo weekend è mettere a segno un altro punto a favore della crescita culturale e turistica della Città.
Il Museo di Galatina Pietro Cavoti, infatti, rimarrà aperto nelle giornate di Pasqua e Pasquetta ovvero domenica 1 e lunedì 2 aprile. Gli orari saranno 10-13 e 16-19 per domenica e 10-13 per lunedì.
L’iniziativa serve per consentire l’accesso al Museo a quanti, turisti o locali, visiteranno la Città approfittando dei giorni di festa e vorranno fare un passaggio tra le opere d’arte presenti.
Ufficio Stampa Marcello Amante
nov202018
A me duole il cuore ogni volta che osservo lo stato in cui versano le nostre Casiceddhre in miniatura, architettate ed eseguite in pietra leccese dallo scultore Cosimo Mariano all’inizio del secolo XX e lasciate marcire nel degrado e nell’abbandono dai noi altri contemporanei del XXI.
Certo, ora ci sarà chi si permetterà di fare dell’ironia spicciola sui beni culturali nohani, chi dirà che non sono assolutamente paragonabili alle opere di Leonardo da Vinci, che ci sono “ben altre” priorità e che, magari, la cultura non si mangia [in effetti per mangiarla bisognerebbe prima masticarla, ndr.].
Per quanto ovvio, del tutto inutile sarà spiegargli il fatto che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti di un patrimonio artistico, bensì il contesto, la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.
Vorrei appena ricordare che questo piccolo complesso monumentale è scenografia di romanzi (come “Il Mangialibri” di Michele Stursi, ma anche “Lento all’ira” di Alessandro Romano), contesto di innumerevoli racconti (alcuni contenuti in altri volumi, tipo “Salento da Favola”, edito da quiSalento), argomento di cataloghi d’arte e libri di storia, servizi giornalistici, trasmissioni televisive, ricerche da parte di studenti di ogni ordine e grado scolastico, e finanche tema di interi capitoli di tesi di laurea in conservazione dei beni culturali. Oltretutto le Casiceddhre sono anche un “Luogo del Cuore” del FAI, ancor oggi ammirato da decine di viaggiatori, e da quei nohani che hanno occhi per guardare il bello nei tesori a loro più vicini.
Non so se abbiate mai notato il fatto che quando capita un disastro (un’alluvione, un terremoto, eccetera) le persone che hanno perso tutto spesso esprimono anche l’angoscia per la distruzione del patrimonio storico e artistico, emblema della loro identità.
Bene. Un popolo colto è quello che, difendendo le sue ricchezze artistiche, contribuisce a rendere l’ambiente in cui vive più prezioso e civile; mai invece sarà quello che, con la lacrimuccia di coccodrillo (chiagn’e fotte, anzi se ne strafotte), farà finta di riconoscerne presenza, forza e rilevanza solo quando ne verrà privato.
Non so se esista già un progetto di recupero delle Casiceddhre di Noha. In mancanza di notizie in merito, proporrei un incontro monotematico (data e luogo da definire) cui possano partecipare: proprietà, associazioni locali, esperti in materia di restauro, maestranze, storici, istituzioni, cittadini liberi e pensanti, e chiunque voglia contribuire alla ricerca di una strategia comune volta alla tutela della Pompei nohana.
Astenersi perditempo e analfabeti funzionali.
Antonio Mellone
mar012020
Il progetto di un team di archeologi, ricercatori e guide turistiche abilitate dalla Regione Puglia, riuniti nella società coopertiva "Polisviluppo", mira alla mappatura completa dei luoghi di Puglia che rivendicano la cosiddetta “Tradizione Petrina”, ovvero il presunto passaggio di San Pietro in terra italica alla metà circa del I secolo, con il relativo patrimonio culturale ad essa collegabile (chiese, siti archeologici, monumenti, bellezze naturalistiche, ecc..).
Il progetto permetterà, attraverso specifici itinerari turistici e culturali, la conoscenza e la valorizzazione di un insieme di territori legati al viaggio apostolico di San Pietro che, come riporta un’iscrizione latina posta sul Santuario di Santa Maria di Leuca, giunse sulle sponde Salentine nel 43d.C.
Per questo, Galatina non può che porsi come luogo eletto per ragioni storiche e di tradizione.
Risale al 1188 il primo documento storico relativo a Galatina, menzionato non a caso come casale Sancti Petri in Galatina. Sulla scia della tradizione petrina in questo luogo, infatti, sostò il pescatore di Cafarnao reduce del viaggio da Antiochia verso Roma, dove tra il 64 e il 67 subì il martirio per crocefissione.
"San Pietro in Galatina" figura anche in una delle quaranta carte geografiche affrescate sulle pareti di una galleria dedicata, all'interno dei Musei Vaticani. Le carte raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII e furono dipinte tra il 1580 e il 1585, sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del tempo.
Fu l’arcivescovo di Otranto, Gabriele Adarso de Santander (1657-1674), residente nel castello galatinese dei Castriota per timore delle incursioni turche, ad alimentare la devozione verso il santo, facendo collocare all’interno della chiesa matrice, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, un masso rinvenuto in contrada San Vito e utilizzato da Pietro, secondo la leggenda, per riposare le stanche membra dopo aver predicato la buona novella. Il culto si radicò fino a tal punto che solo dopo l’Unità d’Italia la città mutò il nome e, pur rimanendo sotto l’ala protettiva del vicario di Cristo in terra, venne denominata solo ed esclusivamente Galatina.
Le chiavi pontificie presenti nello stemma di Galatina testimoniano la scelta di questa città, da parte dei Papi, quale centro propulsore di latinità nel Salento proprio nell'intento di contrastare la presenza di cultura greca e il rito religioso bizantino. Le chiavi furono concesse per insegna dal Pontefice Urbano VI che, tenuto prigioniero a Nocera, fu liberato dai Galatinesi guidati da Raimondello Orsini del Balzo.
“San Pietro in Galatina” era uno dei feudi che costituivano la Contea di Soleto, per cui, fino ad un certo periodo, i feudatari Conti di Soleto furono anche utili Signori di “San Pietro in Galatina” fino a quando, poi, questo centro prese il sopravvento sugli altri.
Le "Mappe Petrine", che saranno il prodotto finale di questa prima fase progettuale, collegheranno tra di loro diversi territori della Puglia, dal Gargano fino al Capo di Leuca favorendo un turismo lento e sostenibile, sia di natura religiosa che di interesse storico-culturale.
Sarà quindi un’ulteriore occasione per fruire delle risorse materiali ed immateriali della Città facendo crescere, con un progetto sempre più organizzato, le ragioni di interesse verso Galatina, oltre ciò per cui è comunemente apprezzata.
Nico Mauro
Assessore al turismo
apr212015
Prefazione all’articolo
Un mese fa acquistai in un centro commerciale specializzato due sgabelli pieghevoli. Sull’esperienza di un acquisto precedente fatto già da un po’ di anni, pensai che un paio in più per le emergenze non sarebbero guastati. Il primo cedette dopo il tempo di un caffè, il secondo perché non facesse la stessa fine, l’ho dovuto rinforzare con i contro-ferri, per non dire altro. Sono oggetti fatti con materiali molto inconsistenti e non sono nemmeno riciclabili. Purtroppo presto finirà in discarica. Il mio vecchio tostapane era durato 25 anni, quello che ho comprato un mese fa perde già i pezzi. Così è stato per il lettore masterizzatore dei DVD, per gli ombrelli, per il piano cottura, i materassi, le multi scatole per le confezioni di tutto, ecc.
E adesso non venitemi a dire che non erano di marca, lo erano invece. Solo che, e lo sappiamo tutti, pure le grandi marche si servono delle delocalizzazioni all’estero, dove tutto è lecito, per abbattere i costi. Non abbiamo scampo. Guardando questi oggetti, penso alle fabbriche e ai processi di costruzione e immagino quanti materiali e quanto inquinamento si è consumato per ottenere quei prodotti che fanno giusto in tempo di arrivare nelle nostre case per finire fra i rifiuti. Non mi riesce proprio di farne a meno, se leggo di grandi marchi che creano occupazione e inquinano paesi oltre frontiera mi chiedo che male abbiamo fatto noi salentini per dover continuare a espatriare per cercare lavoro e ritrovarci poi la terra, l’acqua e l’aria, inquinati come se fossimo il paese più industrializzato del pianeta. Che abbiamo fatto di male per avere una classe dirigente politica che invece di servire il paese lo uccide.
“Good Morning Diossina” è un libro inchiesta, è scritto da Angelo Bonelli, politico ed ecologista dei Verdi. Il libro non costa nulla, è fruibile in rete:
Se lo leggi conosci un sacco di storie di persone comuni, di ragazzi che non trovano lavoro, di padri di famiglia molto giovani che lottano contro il cancro, di madri che piangono per i loro bambini ammalati, di pastori che devono abbattere le loro pecore, di donne che tengono chiuse le finestre delle loro case per non far entrare la polvere che uccide. Leggere cose brutte non aiuta il morale, diresti, meglio essere ottimisti. Certo, sempre se poi non succede anche a te. Allora forse ti rendi conto che dietro questo “pessimismo” c’è una forza prorompente che vuole vivere. Sono, i personaggi descritti e intervistati da Angelo Bonelli, persone semplici, operai, allevatori, studenti, tutte persone che si associano e insieme lottano contro il malaffare per tornare a essere, appunto, “ottimisti”. L’ottimismo ultimamente è solo un punto di vista.
E’ nel 1980 che la magistratura avvia le prime azioni legali contro Cementir, Ip e Italsider. L’ultimo studio epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità (http://www.iss.it/pres/?lang=1&id=1432&tipo=6) fornisce dati terrificanti: un’incidenza dei tumori tra i bambini (di età 0-14 anni) del 54% e del 21% di mortalità, sempre tra i bambini, rispetto alla media regionale della Puglia. L’autorità sanitaria, ha vietato il pascolo nel raggio di 20 chilometri tutt’intorno all’Ilva, e nel 2009 sono stati abbattuti ben 2000 capi d’allevamento inquinati dalla diossina. Così continua il libro “Good Morning Diossina”, di Angelo Bonelli, pubblicato dalla Fondazione Verde Europea novembre 2014. E’ impressionante il numero altissimo di Associazioni, nate nell’ultimo decennio, a difesa della vita e della salute della gente di Taranto e dintorni. E’ raccapricciante la denuncia di ragazzi, donne e uomini ammalati di tumore che denunciano lo stato delle cose intorno e dentro le loro case. E’ spaventoso l’imbroglio e l’ipocrisia di chi ancora oggi governa la regione Puglia. E’ mostruoso leggere il susseguirsi di personaggi illustri della politica, come quello del sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, accusato di omissione, del Presidente Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata (pag.141), dei Riva, di Raffaele Fitto (guidò la regione dal 2000 al 2005), del presidente della provincia Giovanni Florido, di Corrado Clini, il Ministro dell’Ambiente di Monti, quel giglio di campo che è stato arrestato dalla finanza il 26 maggio 2014 ed ora è agli arresti domiciliari; e di Corrado Passera, sostenitore della produttività a scapito della vita degli altri.
Chi ti uccide e uccide i tuoi figli o tua moglie non è necessariamente uno che spara o che ti ficca una coltellata nella carne, ma anche semplici dirigenti di un’azienda che per i suoi utili immette nell’aria diossina.
“Se solo l’azienda avesse agito tempestivamente, gli operai morti per mesotelioma pleurico potevano essere salvati”. E’ quanto scrive il giudice Simone Orazio nelle motivazioni della sentenza con la quale, il 23 maggio 2014 ha condannato 27 ex dirigenti della fabbrica, accusati di omicidio colposo e disastro ambientale. (pag.26)
L’Ilva versa soldi a tutti: a Forza Italia 575.000 euro, 98.000 euro a Bersani, 35.000 euro a Fitto, 49.000 euro a Vico e 10.000 a Gasparri. (pag.30)
Con i suoi generosi contributi, paga le feste patronali in onore di San Cataldo, per la pubblicazione di libri, per il rifacimento di una chiesa, quella del Gesù Divin Lavoratore. Ci mette un po’ la Chiesa a capire che Taranto non doveva dedicare una targa memoria alla generosità dei Riva, ma costituirsi parte civile nel processo contro 52 imputati, nel settembre del 2014.
Se un politico onesto, come il senatore del PD, Della Seta prova a difendere la salute dei cittadini, viene immediatamente sostituito dal partito (che incassa contributi dall’Ilva). (pag.117)
I decreti governativi si chiamano “Salva Ilva” mica “salva la gente”.
In Italia ci sono sei milioni di persone che vivono in aree molto inquinate in cui le bonifiche non sono mai state fatte. Si tratta di persone che, purtroppo, non sanno cosa respirano, cosa mangiano e perché si ammalano. (pag. 17)
Si muovono tutti contro questo disastro: ex operai, allevatori, ambientalisti, cittadini comuni e donne, soprattutto tante donne. Il primo comitato difatti si chiama: “Donne per Taranto”. Le donne e le mamme frequentano le corsie degli ospedali e dei reparti pediatrici. Sono pieni di bambini che si sottopongono a chemioterapia e dalle loro analisi del sangue si rivela la presenza di piombo. Queste analisi sono state fatte su iniziativa di “Peacelink” e del “Fondo Antidiossina”. “Ci sono bambini che nascono già con il cancro. E’ la mamma a trasmetterlo.” Lo denuncia il primario di pediatria dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, Giuseppe Merico. Anche il giudice che toglie il coperchio sulla pentola del malaffare è una donna: il giudice Patrizia Todisco.
Altre associazioni nascono come i funghi, una dietro l’altra. Fra queste, “Italia Nostra”, organizzata da Alessandro Marescotti, docente d’italiano e storia all’Istituto industriale Augusto Righi, grazie a lui si è scoperto che nel pecorino di Taranto c’era la diossina, grazie a uno dei pochissimi laboratori di analisi attrezzati a cercare la diossina, l’Inca di Lecce; “Altamarea”, un’unione di tante piccole associazioni di cittadini; “l’Ail”, un’associazione contro le Leucemie; “Ammazza che Piazza”, fatta da studenti e cittadini, compresi disoccupati e precari; il movimento “Taranto respira”; il “Comitato dei Cittadini liberi e pensanti”; “Il Guerriero”, un’associazione culturale sul tema dell’ambiente e della salute; e tante altre ancora.
Avrebbero dovuto avviare un’indagine epidemiologica e un registro dei tumori, la prima per accertare la fonte di inquinamento, l’altra per stabilire il nesso fra le malattie mortali e l’inquinamento stesso. Perché si tardano a fare queste cose? Perché porta a individuare i responsabili e questo ai potenti e ai loro servetti dà fastidio. L’ilva non è “il problema”, l’Ilva è solamente la punta di un’iceberg che tutti noi facciamo ingrossare ogni giorno di più, con i nostri sprechi di un benessere senza vertebre.
…e l’Ilva e le nostre Ilve, quelle intorno a Galatina, continuano a inquinare.
nov242014
Sono trascorsi 15 anni da quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, scegliendo di far cadere questa ricorrenza il 25 novembre di ogni anno. Una data simbolica che ricorda un episodio di brutale violenza e, allo stesso tempo, consente di preservare la memoria di tre donne coraggiose. Si tratta delle sorelle Mirabal, dette anche Las Mariposas (le farfalle), donne colte e rivoluzionarie, vissute nel periodo della feroce dittatura del Generale Trujillo nella Repubblica Dominicana: il 25 novembre del 1960, mentre andavano a trovare i rispettivi mariti in carcere, le tre sorelle vennero intercettate dagli uomini del dittatore, portate nei campi e uccise.
Negli anni la figura di queste donne ha ispirato numerose celebrazioni in tutto il mondo e quest’anno la loro memoria rivive anche nell’iniziativa che vede coinvolti i Comuni di Galatina, Porto Cesareo, Presicce, Scorrano, Soleto, Surano, Taurisano e Zollino.
Durante la giornata, in ogni Comune che aderisce all’iniziativa, sarà realizzata un’installazione urbana, dal titolo “La rivoluzione delle farfalle” che avrà per protagoniste sagome di farfalle disegnate sull’asfalto, per poter essere viste, percorse, sfiorate, rispettate o calpestate, conservando sempre intatte le proprie ali e quindi preservando la propria capacità di spiccare il volo. Tale installazione sarà accompagnata da momenti di riflessione sulla tematica della violenza contro le donne.
L’iniziativa è stata proposta dal Centro d’ascolto DNAdonna di Soleto, che opera nel sociale occupandosi di violenza di genere, e che ha affidato la direziona artistica del progetto a Maristella Cappelli, pittrice, Giorgia Prontera, pittrice e scultrice, e Chiara Spinelli, illustratrice.
Per l’occasione sarà installata, in ogni Comune che aderisce all’iniziativa, una luminaria raffigurante una farfalla, gentilmente messa a disposizione dalla ditta Massimo Mariano di Scorrano.
Ma l’evento non finisce qui. Infatti, gli stessi comuni ospiteranno, per l’occasione, altre iniziative per sollecitare momenti di riflessione sulla tematica della violenza di genere.
TAURISANO. Dal 23 al 30 novembre si svolgerà la seconda edizione del Festival contro la violenza sulle donne, “ PERDUTO AMORE ”, promossa dalle associazioni Lavori in corso, Nuvole, Donne insieme e Flauto magico.
PRESICCE. Dal 24 al 27 novembre, presso Palazzo Ducale (Sala del trono) P.zza del Popolo “NODO DELLA SORELLANZA" una serie di incontri, laboratori convegni organizzati dall’Assessorato ai Servizi alla persona con l’associazione Spaziodonna.
SOLETO. Il 25 novembre alle ore 19 presso la sede di DNAdonna via Risorgimento (angolo via Italia), proiezione di “ Tina - What's Love Got to Do with It ” film che racconta la vita di Tina Turner, per anni vittima di soprusi e violenze da parte del marito, e che, grazie alla forza, alla solidarietà e all'aiuto delle sue amiche è riuscita a "liberarsi" e diventare la donna di successo che tutti conosciamo.
PORTO CESAREO. Il 26 novembre alle ore 18 presso i locali della Pro Loco di Porto Cesareo , incontro pubblico di approfondimento “ Capisaldi ed innovatività della Legge Regionale 04 luglio 2014 n. 29 -Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne - ” organizzato dall'associazione culturale CittaAperta#laboratoriodiidee e DNAdonna.
apr232018
“Con l'espressione Sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica.”
Cosi si legge sul vocabolario della rete, Wikipedia.
Oggi non abbiamo più dubbi, abbiamo superato il limite assoluto dell’ignoranza, basta chiederlo alla rete e la rete risponde. Peccato che la realtà sia ben altra cosa. Possiamo dire di essere più cafoni di quei poveri nostri avi che vissero nel medioevo, e per motivi risaputi, erano analfabeti e ignoranti, ma amavano coltivare il senso del rispetto e della dignità.
Protagonisti e fautori ditale della sindrome sono necessariamente quelli che generano la violenza e le vittime che la subiscono.
Tentando una schematizzazione, potremmo individuare la sequenza degli stati emotivi di un ostaggio come segue:
Alla prima fase (1. Incredulità) corrisponde la condizione dello scenario che ci si presenta davanti agli occhi in ogni momento delle nostre giornate. Anche in momenti importanti quali potrebbero essere, per esempio, un giorno di festa, quello di matrimonio, o della laurea, o di una ricorrenza storico sociale, o di una passeggiata con ospiti che vengono a trovarci da lontano, ecc. Per cui davanti ai nostri occhi si spiaccicano visioni dure: mura dirute, sterpaglie, marciapiedi divelti, alberi bruciati, deiezioni di animali, auto ammucchiate davanti agli ingressi dei negozi, gente che ti entra in casa senza chiederti il permesso, vuoto assoluto educativo, rifiuti disseminati ovunque, bottiglie vuote di bevande consumate e buttate per strada, monumenti rotti e scarabocchiati, discariche concentrate abusivamente, per non parlare di fumi pestilenziali di plastiche bruciate o di veleni che non vediamo, ma che stanno nell’acqua e nella terra.
A questo punto, su Wikipedia leggiamo:
“L'ostaggio reagisce come può all'estremo stato di stress cui è sottoposto, una delle prime reazioni, rifugio psicologico primitivo, ma emotivamente efficace, è la negazione”.
Per sopravvivere la mente reagisce tentando di negare quanto sta avvenendo, pensando così che le mura divelte sono storia e cultura, che i rifiuti sono l’esternazione di un profondo stato primitivo dei suoi amati fratelli e paesani (che in questo caso però diventano i suoi stessi sequestratori), che i marciapiedi divelti siano una specie di Novel - Arte, che insomma se in estate il Salento diventa terra ambita da milioni di turisti, in fondo saranno tutte cose belle e piacevoli, comprese discariche, deiezioni e maleducazione compresa.
Superata la fase della negazione, e che quindi ci rendiamo conto della realtà, al secondo punto, scatta la molla della ribellione morale per tanto degrado e vilipendio (2: Illusione di ottenere presto la liberazione).
Che si fa? Per questo nascono miriadi di associazioni, circoli culturali, veri e propri eserciti di volontariato che si disperano per cercare di arginare la violenza di cui al primo punto, chiedendo e offrendo aiuto all’Autorità. Non proprio tutti, alcuni si rassegnano subito e ritornano nella negazione di prima, assopiti in gloria sotto al vessillo del loro stesso circolo – che resta comunque culturale o colturale, tanto il risultato rimane invariato.
La certezza di una salvezza “garantita” dall'Autorità, aiuta l'ostaggio nella propria difesa mentale, ma più passa il tempo senza che accada nulla (e questo sta accadendo da anni soprattutto a Galatina e frazioni, viste le inutili segnalazioni, richieste protocollate, e sostegno di tanti pseudo politici per nulla). In casi simili (3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'Autorità), è facile perdere la cognizione del trascorrere dei minuti e delle ore e dei decenni, l'ostaggio tende inconsciamente a rinnegare l'autorità costituita che è diventata per lui, di fatto, un’incognita. Logica conseguenza è l'inizio del processo di immedesimazione, o di “identificazione”, con gli autori stessi della violenza. E qui La sindrome del nohano salentino è certificata.
(4. Impegno in lavoro fisico o mentale). Dalle nostre parti la fase del punto 4 si dissolve nell’aria in men che non si dica, sarà per via del vento o del sottosuolo carsico, in cui tutto va a disperdersi.
Il timore di una conclusione tragica ci suggerisce l’ultima chance: o organizzare una bella festa, giusto per stordire l’eventuale neurone ancora integro, dell’ostaggio rompicoglioni che c’è in noi, oppure fingere che tutto ciò sia il nostro standard di benessere in cui amiamo crogiolarci. (5. Rassegna del proprio passato).
E quindi, a proposito del vettore della fatidica xylella fastidiosa che a detta di qualche benpensante sta seccando i nostri ulivi secolari, possiamo concludere che noi siamo molto peggio.
C.D. Fareambiente Laboratorio di Galatina-NOHA
feb282018
Con la storia del Vescovo Salvio, dell’ordine regolare dei domenicani, solchiamo la soglia del 1600. Nella chiesa (così come avviene in ogni organizzazione) solo con un capo colto e zelante, oltre che motivato e buono, si riesce ad ottenere un certo ordine e un indirizzo più chiaro e condiviso.
La redazione
Ambrogio Salvio, domenicano (1491 – 1577)
Dal 26 agosto 1569 al 9 febbraio 1577
Dal 1569 al 1577 i Papi furono:
Pio V (1504-1572 - santo) Papa dal 1566 al 1572
Gregorio XIII (1502-1585) Papa dal 1572 al 1585
Arciprete di Noha:
Don Salvatore Colafilippi (1550-1600), parroco dal 1570 al 1600 circa.
Finalmente la Diocesi di Nardò cominciò a risalire la china del periodo più triste della sua storia.
Ambrogio Salvio nacque a Bagnolo (oggi Bagnolo Irpino) in provincia di Avellino nel 1491. Fu educato molto cristianamente. Di indole buona e pia, fin da ragazzo abbandonò il mondo e si rinchiuse nel convento dei Domenicani* di Bagnolo, dove attese per molti anni alla sua formazione spirituale, morale ed intellettuale con molto profitto.
Appena i suoi superiori constatarono le capacità intellettuali del giovane Fra’ Ambrogio Salvio, pensarono che fosse opportuno inviarlo a Bologna per completare con gli studi superiori la sua ben avviata formazione culturale. Dopo pochi anni vi conseguì, con lode e con gran soddisfazione, la laurea di Dottore in Teologia.
Mentre studiava a Bologna conobbe il domenicano Padre Michele Ghislieri, futuro Papa e Santo, S. Pio V, con il quale ebbe molte relazioni mai interrotte, neppure quando i due furono lontani.
* L'Ordine dei frati predicatori (Ordo fratrum praedicatorum) è un istituto religioso maschile: i frati di questo ordine mendicante, detti comunemente domenicani, pospongono al loro nome la sigla O.P.
L'ordine sorse agli inizi del XIII secolo ad opera dello spagnolo San Domenico con il fine di lottare contro la diffusione del catarismo, la più importante eresia medievale. Domenico e i suoi compagni contrastarono le dottrine eretiche sia attraverso la predicazione che con l'esempio di una severa ascesi personale, vivendo in povertà e mendicità.
Poiché per confutare le dottrine eterodosse era necessario che i predicatori, oltre a essere esemplarmente poveri, avessero anche una solida preparazione culturale, i conventi domenicani divennero importanti centri di studi teologici e biblici. Appartennero all'ordine alcuni dei più importanti teologi medievali, come Tommaso d'Aquino e Alberto Magno. La forma di vita di Domenico e dei suoi compagni venne approvata solennemente da papa Onorio III con le bolle del 22 dicembre 1216 e del 21 gennaio 1217.
Il Ghislieri, divenuto Pontefice nel 1566, in molte occasioni si valse dell’opera del Salvio. Fu questo Papa che lo nominò Vescovo, gli concesse non pochi privilegi e l’avrebbe ancora elevato in dignità ed onori, se la morte non gliene avesse tolta la possibilità.
Conseguita la Laurea, il Salvio fu inviato a Napoli come lettore di Teologia nel Monastero di S. Domenico. Di lì a pochi anni, crescendo la sua fama, fu nominato maestro degli studi alla Minerva di Roma, distinguendosi per dottrina, ingegno, zelo, modestia e umiltà.
Pare che sia stato lui l’inventore del tabernacolo per la custodia della SS. Eucaristia.
Nel 1559 fu eletto provinciale del suo ordine. Nel 1566 per arginare la corruzione e gli abusi che dilagavano tra i fedeli, Pio V inviò in tutta l’Italia vari predicatori apostolici. Fra essi c’era anche fra Ambrogio Salvio. Inculcò assai la devozione e la recita del Rosario della Vergine, eresse moltissime confraternite del Rosario ed ottenne per esse dal Pontefice indulgenze e privilegi. Il 26 agosto 1569 fu nominato Vescovo di Nardò da S. Pio V.
Il Salvio avrebbe preferito l’esonero da così arduo compito sia per l’età già avanzata, aveva ormai 78 anni, sia per le molte fatiche sopportate nei precedenti ministeri. Il Pontefice praticamente lo obbligò ad accettare, dispensandolo perfino dal pagare le bolle, ordinando che gli fossero spedite gratuitamente e gli procurò anche del denaro per affrontare le prime spese. Ambrogio Salvio accettò per obbedienza il ministero episcopale e venne a reggere la diocesi. Suo primo intento fu quello di conservare in tutto il vigore e nell’antico splendore i grandi privilegi di cui trovò insignita questa diocesi, di ristabilire la disciplina ecclesiastica, gravemente decaduta, e di sollevare i costumi e la moralità dei fedeli da troppo tempo corrotti. Si adoperò soprattutto di provvedere le parrocchie di ottimi parroci, che attendessero con premura e alacrità alla cura delle anime e con decoro alla dignità ecclesiastica.
Speciale zelo adoperò per riformare, correggere e migliorare i costumi sia del clero sia del popolo. Infatti, come altrove, così in questa diocesi, come abbiamo già accennato più sopra, vi erano in quel tempo grande corruzione, vizi ed abusi da far spavento, nel clero, nei religiosi e tra le religiose.
Ambrogio Salvio s’impegnò per la riforma, con l’esempio e con la parola, precedendo tutti, mostrando la vera strada da seguire ed additando la norma di una vita veramente cristiana. Prendeva parte immancabilmente al coro, insieme con i suoi canonici, ogni giorno festivo teneva al popolo la sua fervida predica, biasimando fortemente i vizi, spianando la via alla riforma, amministrando personalmente in chiesa i sacramenti ai fedeli e si tratteneva per alcune ore della mattina nel confessionale, dando a tutti la possibilità di confessarsi e chiedere consiglio. Attese all’insegnamento della dottrina cristiana, non solo nelle chiese, ma anche nelle strade, nelle piazze, nelle case e nelle botteghe, ai fanciulli, ai ragazzi, agli adulti. Spesso usciva per la città, agitando un campanello, per radunare i fanciulli in chiesa e poi istruirli nelle verità della fede.
Dopo aver gettato le basi di una completa riforma morale con l’esempio e la parola, nel 1570 intraprese la visita pastorale della diocesi, che condusse minuziosa, laboriosa e rigeneratrice per più anni, senza badare a disagi e a sacrifici, nonostante la sua grave età. Lasciò ovunque ordini rigorosi per la fedele osservanza della legge divina e delle costituzioni ecclesiastiche. Di tale visita si conserva tuttora una breve relazione, ma in molti punti è illeggibile, perchè logorata dal tempo e dell’umidità.
Grande dolore provò quando scorse che, in qualche luogo, alcuni eretici venivano dai paesi vicini, seminando false dottrine ed eresie contro i sacramenti, in particolare contro la SS.ma Eucaristia. Non si concesse riposo, ma con la parola, l’autorità e, quando fu necessario, con minacce e pene, tanto lottò che in breve tempo ogni traccia di errore scomparve e la fede cristiana, integra ed inalterata, rifiorì in ogni luogo della diocesi.
Fu lui che introdusse a Nardò l’esposizione del SS. mo Sacramento in forma di “Quarantore”, durante il tempo del carnevale, a turno fra le varie chiese
Relazione con la chiesa di Noha
Pur non avendo trovato documenti specifici che abbiano riferimento diretto con la chiesa di Noha, si può ragionevolmente pensare che con un papa domenicano (S. Pio V) e un Vescovo di Nardò domenicano anche lui, alla chiesa di Noha sia arrivato il loro influsso. Infatti con molta probabilità dobbiamo considerare di questo periodo l’origine della confraternita della Madonna del Rosario a Noha. E’ risaputo che a Noha fino a tutto il XIX secolo c’erano tre confraternite: quella del Rosario, quella del Santissimo Sacramento e quella della Madonna delle Grazie. Oggi non ce n’è più nessuna.
Anche la devozione delle Quarantore risale all’interesse del Vescovo Salvio come pure la devozione a San Vincenzo Ferreri domenicano. Nella chiesa “Piccinna” vi era una grande pala d’altare della Madonna delle Grazie con ai lati San Vincenzo Ferreri e San Vito.
Sicuramente nella visita pastorale del 1570 l’arciprete di Noha accolse il Vescovo informandolo della situazione pastorale.
Alla fine del 1576, il Salvio, ormai giunto agli 85 anni, stanco per le fatiche e le sofferenze, sentendo prossima la fine, affidò al capitolo della cattedrale di Nardò una congrua somma di denaro per una Messa da celebrare ogni anno nell’anniversario della sua morte e si ritirò in Napoli nel convento di S. Tommaso d’Aquino. Ivi vivendo nel raccoglimento, nella preghiera e nella contemplazione di Dio, serenamente e santamente si spense il sabato 9 febbraio 1577. La salma rimase esposta per qualche tempo nella chiesa di S. Tommaso e fu ivi sepolta.
Nel 1604, il nipote Antonio Salvio vi pose una lapide sepolcrale, recante l’effigie di Ambrogio Salvio in abiti pontificali, con le braccia incrociate sul davanti, sotto le quali stava il pastorale un po’ inclinato e l’iscrizione in latino che qui riporto tradotta in italiano:
A Fra Ambrogio Salvio
Vescovo di Nardò
Fedelissimo osservante dell’Ordine dei Predicatori
Insigne per dottrina e per costumi
Perché l’oblio non abbia a cancellare
Il ricordo della pietà della morte
e della nobiltà di famiglia
accanto alla tomba del diletto zio paterno
il nipote Antonio Salvio
del Re Filippo II
familiare e commensale
pose nell’anno 1604.
[continua]
P. Francesco D’Acquarica
nov192019
Galatina stipula il suo Patto per la lettura e continua nel solco tracciato sin dall'inizio dall'Amministrazione Amante per la promozione e lo sviluppo della stessa.
La Città di Galatina ha ottenuto la qualifica di Città che legge da parte del Centro per il libro e la lettura, il cui obiettivo è quello di valorizzare le amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura. Una Città che legge come Galatina garantisce ai suoi cittadini l'accesso ai libri, ospita festival, organizza rassegne che mobilitano i lettori e incuriosiscono i non lettori. A Galatina presenza storica e di spessore è quella della Biblioteca comunale "P. Siciliani" che accoglie ogni giorno i propri studenti ma organizza anche eventi e incontri di promozione per ogni fascia d'età. Galatina, inoltre, è una delle piazze che ospita il Salento Book Festival, manifestazione culturale, finanziata dalla Regione Puglia, di sviluppo e crescita del fenomeno editoriale. L'Amministrazione Amante ha dato avvio anche ad una rassegna letteraria Dammi una L, libri linguaggio e libertà, che ospita autori locali e nazionali che decidono di incontrare i cittadini e confrontarsi con loro sulle tematiche affrontate nei propri romanzi o saggi.
Una Città che legge, inoltre, partecipa ad iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie e associazioni a uno o più progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura. E anche qui Galatina c'è: dall'iniziativa Libriamoci sino al Maggio dei Libri, eventi organizzati dalla Biblioteca comunale e dall'ente gestore Libermedia s.a.s.
Inoltre una Città che legge si impegna a promuovere la lettura con continuità anche attraverso la stipula di un Patto locale per la lettura. Galatina è pronta a stipulare il suo Patto giovedì 28 novembre alle ore 16.30 presso il Museo civico "Pietro Cavoti". Ma cos'è il Patto per la lettura? È un modo per stabilire una stretta e proficua collaborazione tra enti pubblici, istituzioni scolastiche e soggetti privati per realizzare pratiche condivise che abbiano obiettivi comuni tra cui rendere la pratica della lettura un’abitudine sociale diffusa e avvicinare alla lettura i non lettori, sin dalla tenere età e, ancor prima, dalla gravidanza della madre.
“Galatina è una vera Città che legge – è quanto afferma l’Assessore al polo bibliomuseale Cristina Dettù – E non si tratta di semplici eventi di promozione della lettura ma di un obiettivo strategico e programmatico ben preciso dell’Amministrazione Amante: crediamo fortemente nel valore e nella forza della lettura, convinti che dai libri possa dipendere lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra comunità. I libri sono anche sinonimo di condivisione, unione, incontro. E la stipula del Patto per la lettura rappresenta un altro passo importante del nostro percorso intrapreso e che non abbiamo alcuna intenzione di non proseguire. Sarà anche l’occasione per presentare Cult, il progetto della biblioteca comunale, finanziato dal bando regionale della Community Library”.
Ufficio Stampa Amante
apr092017
Occorre un approccio integrato per la soluzione del problema “Chiusura Centro Storico”. L’attuale situazione non è proficua per nessuno; alcune attività manifestavano l’evidente stato di crisi già in presenza del transito aperto. La chiusura deliberata dal commissario, repentina e senza una valida programmazione, ha prodotto, se vogliamo, risultati ancora più disastrosi.
Noi vediamo come unica soluzione l’inserimento del centro storico in un contesto più ampio: la CITTA’. Se funziona il centro storico funziona anche la città e viceversa.
Il Comune può sicuramente fare la sua parte puntando ad un maggior decoro urbano della città antica, un arredo urbano da completare (in alcune zone completamente mancante o vandalizzato!). Mancano panchine, cestini, indicazioni stradali per chiese e palazzi storici, e manca anche, molto, il verde! Troppo trascurato, poco presente e poco condiviso dai cittadini che devono diventare attori protagonisti del decoro urbano della città.
La nostra visione di centro storico non si basa solo sull’aspetto estetico; contestualmente sarebbe opportuno riempirlo di contenuti, semplificando la burocrazia per permettere la realizzazione di eventi da parte dei cittadini e delle associazioni (faremo dei modelli semplificati per i piccoli spettacoli).
Saremo propositivi e incentiveremo tutte quelle manifestazioni, piccole o grandi che siano, che abbiano come scopo la cultura da riportare per le strade come la presentazione di libri, spettacoli teatrali, musicali, artisti di strada; eventi realizzati in piazze e vicoli del centro, che solo così si animerebbero invogliando cittadini e turisti a frequentarlo.
A tal proposito è auspicabile una adeguata programmazione culturale: gli eventi della stagione estiva devono essere programmati in tempo, al massimo entro il mese di aprile per poter così effettuare un piano marketing e realizzare un’organizzazione seria, condivisa, mirata e che dia i suoi frutti.
La situazione attuale non è comunque accettabile; il traffico che prima defluiva all’interno del centro storico adesso si è riversato nella città rendendola congestionata. Per questo sarà necessario un piano traffico in grado di individuare nuovi parcheggi e invogliare i cittadini ad un minor uso degli autoveicoli, senza ledere la libertà di chi ha l’esigenza di spostarsi in auto.
L’Italia è il paese in Europa con più macchine per persona e Galatina ha dati impressionanti sulla presenza di auto sul territorio (poco meno di 18mila da dati PRA).
Il nostro piano traffico, basato sull’incentivazione di ulteriori isole pedonali all’interno del centro storico, sarà PARTECIPATO e CONDIVISO. Alla fine del percorso di partecipazione, lo renderemo pubblico e sarà votato da tutti i cittadini e commercianti prima della sua attuazione.
Anche i commercianti dovranno fare la loro parte; il centro storico di Galatina ha delle eccellenze artistiche riconosciute a livello Europeo: Santa Caterina D’Alessandria (Monumento Nazionale), la Chiesa dei Battenti, la Chiesetta di San Paolo, i palazzi e le dimore storiche; abbiamo un patrimonio di bellezze poco conosciute ed apprezzate anche dagli stessi Galatinesi; così come ci sono bellezze ed eccellenze artistiche. Anche i COMMERCIANTI DOVRANNO DIVENTARE DELLE ECCELLENZE!!!. Mi rivolgo ai commercianti: sono sicuro che quando rientrate a casa sapete benissimo come vorreste migliorare, come vorreste innovare, come vorreste il vostro negozio, come vorreste riscoprire la tradizione nell’innovazione.
Se l’amministrazione può dare una mano, troveremo il modo di dare una mano.
Pertanto sulla chiusura totale adottata ora dal commissario non prenderemo posizioni affrettate atte a strappare consensi, speculando sugli allarmismi, ma attenderemo i risultati di questa stagione estiva prima di fare valutazioni pro o contro una chiusura totale.
Abbiamo già un programma per il centro storico, come per tutto il resto. Lo renderemo pubblico in una presentazione ufficiale alla città. Secondo noi, i programmi non si possono scrivere e pensare a due mesi dalle elezioni, ma ci vuole tempo, studio. Stiamo studiando da tempo ed il nostro programma è già scritto, abbiamo già ben chiara la visione di città che vogliamo, UNA CITTA’ A 5 STELLE. Siamo fiduciosi che i cittadini, questa volta, abbiano voglia e desiderio di cambiamento, quello vero. E NOI CI SIAMO.
Paolo Pulli
Candidato Sindaco per il Movimento 5 Stelle in attesa di certificazione
gen152021
La Città di Galatina conserva un patrimonio storico-artistico di vasta bellezza ed elevato carattere culturale e, tra l'altro, vanta la presenza sul territorio di numerose associazioni che tanto hanno donato in termini di servizio alla comunità, in passato come anche in tempi recenti nonostan