dic222010
Il Tar annulla le autorizzazioni del Comune per l’interramento dei cavi e blocca i lavori di un impianto fotovoltaico in contrada «Robertini Piccola» nella periferia di Galatina.
Il provvedimento del Tribunale amministrativo di Lecce è giunto nei giorni scorsi in accoglimento di una apposita istanza proposta da alcuni cittadini proprietari di terreni nell’area individuata per il progetto.
Motivo del contendere un nulla osta rilasciato dal Comune di Galatina ad Italgest Photovoltaic per l’interramento di alcuni cavi elettrici per l’impianto fotovoltaico su una strada denominata “Robertini piccola” di proprietà privata dei cittadini frontisti.
I lavori di scavo erano necessari per consentire il passaggio di un cavidotto dell’impianto fotovoltaico da 6,5 megawatt autorizzato con determinazione del dirigente del servizio energia della Regione Puglia, previa autorizzazione del Comune.
Decisamente contrari a tali lavori i cittadini che, per bloccare la realizzazione dell’impianto, avevano deciso di presentare ricorso al Tar.
Il giudice amministrativo ha ritenuto legittima la richiesta di annullamento reputando incontestabile il fatto che la strada vicinale individuata per i lavori di scavo “sia sostanzialmente utilizzata solo dai proprietari dei fondi frontisti e non assolva quindi alle esigenze più generali relativi alla circolazione stradale; esigenze che potrebbero portare a concludere per la sussistenza di un qualche diritto di uso pubblico sull’area di proprietà privata”. Per il Comune di Galatina il diritto di uso pubblico doveva essere desunto dalla richiesta di alcuni proprietari di asfaltare il tratto stradale.
Valutate le ragioni addotte dai cittadini rappresentati dall’avvocato Fabio Lazari, il presidente della prima sezione del Tribunale amministrativo, Antonio Cavallari, ha accolto il ricorso disponendo per l’annullamento del nullaosta rilasciato dal Comune e le relative autorizzazioni all’interramento dei cavi elettrici.
fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it
ott182010
Marcello D’Acquarica
lug062021
E’ questo uno tra gli importanti atti approvati dalla maggioranza nell’ultimo Consiglio Comunale, che, su proposta del Sindaco Marcello Amante, ha individuato i criteri per il riconoscimento delle agevolazioni sulle bollette TARI 2021.
Un sostegno concreto a tutela sia dei nuclei familiari in condizione di debolezza economica che di tutte quelle attività commerciali alle quali in quest’ultimo anno pandemico è stata imposta la chiusura dal governo centrale e che inevitabilmente hanno subito il maggior danno.
In attesa dei dati necessari a stabilire le tariffe per l’anno in corso, con delibera di giunta, si è autorizzata l’emissione di una fattura di acconto per le utenze domestiche pari al 60% della tariffa 2020 e del 40% per le utenze non domestiche, pagabile in due rate (31 luglio e 30 settembre 2021).
Nessun acconto per le utenze non domestiche che nell’ultimo anno abbiano subito provvedimenti di chiusura da parte della normativa anti-covid.
Il conguaglio verrà determinato successivamente e terrà conto delle seguenti agevolazioni approvate:
● UTENZE DOMESTICHE per le quali è necessario presentare apposita istanza all’ufficio tributi entro il termine del 30 settembre 2021, allegando certificazione ISEE in corso di validità. Eventuali eccedenze, considerando le bollette di acconto, saranno recuperate nell’anno successivo;
● riduzione non inferiore al 70% in favore dei:
− nuclei familiari con ISEE non superiore ad euro 8.265,00;
− nuclei familiari con almeno 4 figli a carico e con ISEE non superiore ad euro 20.000,00;
● riduzione non inferiore al 50%, in favore dei:
− nuclei familiari con ISEE da € 8.265,01 fino ad euro 20.000,00;
− nuclei familiari con almeno 4 figli a carico ed ISEE da euro 20.000,01 fino ad euro 30.000,00;
● riduzione non inferiore al 30%, in favore dei:
− nuclei familiari con ISEE da € 20.000,01 fino ad euro 30.000,00;
− nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, con ISEE da euro 30.000,01 fino ad euro 40.000,00.
Per le UTENZE NON DOMESTICHE, distinte come segue, due categorie di riduzioni relative alla tariffa 2020 e 2021 a valere rispettivamente sulla quota variabile (2020) e sia sulla quota fissa che variabile (2021).
• riduzione del 20 per cento per le seguenti attività: esposizioni di mobili, negozi di abbigliamento e calzature per adulti, negozi particolari di tappeti e tessuti e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und15;
• riduzione del 25 per cento per le seguenti attività: Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub; Mense, birrerie e hamburgherie; bar, caffè, pasticcerie; spazi comuni centri commerciali;
• riduzione del 30 per cento per le seguenti attività: musei, biblioteche, scuole private di ogni ordine e grado, associazioni, circoli, luoghi di culto, ludoteche, partiti politici, autoscuole; Alberghi con ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und07; alberghi senza ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und08; impianti sportivi, palestre, scuole di danza; sale scommesse e da gioco, sale da videogiochi e slot-machine, sale biliardo;
• riduzione del 65 per cento per le seguenti attività: cinematografi e discoteche;
• riduzione del 10 per cento per le seguenti attività: uffici ed agenzie, con esclusione di Enti Pubblici e delle società di erogazione di pubblici servizi (gas, energia elettrica etc.); Studi professionali con esclusione di studi odontoiatrici, studi medici e veterinari; falegname, idraulico, fabbro, elettricista e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und18; carrozzerie, autofficine, elettrauto; Attività artigianali di produzione beni specifici;
• riduzione del 20 per cento per le seguenti attività: autoscuole, centri di fisioterapia, librerie, cartolerie, edicole, negozi di vendita al dettaglio e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und13, ad esclusione di negozi di abbigliamento e calzature per adulti, ferramenta e colori, onoranze funebri; erboristerie; distributori automatici di bevande; fiorai;
• riduzione del 30 per cento per le seguenti attività: tutte le utenze non domestiche incluse nella categoria Und06 (esposizioni) ad eccezione di esposizioni di mobili, antiquariato, mobili usati;
• riduzione del 35 per cento per le seguenti attività: fotografi, sartorie e lavanderie, zone comuni di centri commerciali;
• riduzione del 50 per cento per le seguenti attività: esposizioni di mobili, antiquariato, mobili usati; alberghi con ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und07; alberghi senza ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und08; Negozi di abbigliamento e calzature per adulti; negozi particolari di tappeti e tessuti e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und15; parrucchiere, estetista, barbiere;
• riduzione del 55 per cento per le seguenti attività: Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub; Mense, birrerie e hamburgherie; bar, caffè, pasticcerie;
• riduzione del 70 per cento per le seguenti attività: musei, biblioteche, scuole private di ogni ordine e grado, associazioni, circoli, luoghi di culto, ludoteche, partiti politici; impianti sportivi, palestre, scuole di danza; sale scommesse e da gioco, sale da videogiochi e slot-machine, sale biliardo, cinema.
Per le riduzioni alle utenze non domestiche non deve essere presentata istanza ma verranno applicate direttamente in sede di conguaglio.
Galatina, 6 luglio 2021
Vito Albano Tundo e Pierantonio De Matteis
consiglieri comunali
"Pubblichiamo l'intervento di Marcello D'Acquarica di domenica 25 Agosto 2013 in occasione del 6° Motoraduno Moto Guzzi, Miero e Pizzica svoltosi a Noha"
Oggi è una giornata di festa. Approfitto di questa occasione per riflettere insieme su ciò che consideriamo bene comune.
Se è chiaro il significato di questi due presupposti: “Insieme” e “bene comune”
possiamo considerare questo momento costruttivo. Altrimenti vuol dire che non siamo né insieme né in grado di intendere il significato di bene comune.
In questo momento mi viene in mente il film “I 100 passi” di Marco Tullio Giordana con Lo Cascio.
Cento passi è una breve distanza. E noi vogliamo contare i cento passi. Cento passi sono lo spazio che ci separa da certe volontà politiche. Sono la distanza che ci separa dal concetto di bene comune, dal rispetto per l’ambiente, da mentalità truffaldine in nome di alti valori.
Cento passi. Dovremmo tutti fare 100 passi, insieme, anche in moto.
Facciamoli insieme questi cento passi: noi cittadini, la Pubblica Amministrazione, la Chiesa, e in questo momento anche voi ospiti di Noha. Facciamoli per vedere che cosa ci circonda cominciando da qui.
Alle mie spalle abbiamo la chiesa madre di San Michele Arcangelo, che mostra sul frontone in alto l’elegante stemma di Noha: tre torri che sorvegliano sul mare tempestoso il pericolo portato da due velieri di pirati. All’interno della chiesa si trovano esposte delle tele seicentesche e altari barocchi, che ci raccontano della sua storia.
Poi voltando le spalle abbiamo, svettante nella nostra pubblica piazza, l’orologio pubblico più fermo del mondo: è rotto da più di un decennio. E mai nessuno ha pensato di compiere i 100 passi per ripararlo. Noi intanto ci consoliamo pensando che segni l’ora esatta due volte al giorno.
Sotto le vostre ruote, cari amici motociclisti, sempre a cento passi c’è un frantoio jpogeo, unico nel Salento, e forse al mondo, per la sua architettura. A cosa serve? A essere adoperato abusivamente come sito per discariche private? Probabile.
Verso la fine di via Castello, a cento passi da qui, potete ammirare le cosiddette “casiceddhre” in miniatura. Dovrete però prestare attenzione ed utilizzare il casco (anche se siete a piedi). C’è il rischio che vi becchiate qualche pietra storica in testa.
Basterebbe poco, giusto 100 passi, per sistemarle una buona volta e per creare quella bellezza in grado di salvarci tutti insieme.
La torre medievale ed il ponte levatoio con il suo stupendo arco a sesto acuto, che sono riprodotte sulle miniature in terracotta offerte da Daniela Sindaco, appartengono al complesso del palazzo baronale. Anche questo si trova a meno di cento passi da qui. Tutto abbandonato nella più totale trascuratezza, come se il comune non esistesse affatto, come se i beni culturali “non ci dessero da mangiare”.
A 100 passi dal palazzo baronale c’è la casa rossa di Noha, un gioiello d’art nouveau, in stile liberty, più o meno come la casa pedreira di Gaudì che si trova a Barcellona (in Spagna) e che certamente alcuni di voi avranno già visitato. La nostra casa rossa di Noha, non solo reclama il restauro - schiaffeggiata com’è dagli anni e dall’incuria dei privati – è pure circondata e nascosta da una muraglia di rara bruttezza.
Sempre a poco più di cento passi da qui potrete ammirare l’antica masseria Colabaldi e i resti messapici, la trozza (un pozzo profondissimo che dava da bere ai nohani), il calvario, le vecchie scuole elementari ristrutturate (ma purtroppo non funzionanti al 100% per via di un allaccio all’energia elettrica, diciamo così, poco funzionale) e non da meno il nostro singolare centro storico di via Osanna e piazzetta Trisciolo.
Ecco, tutte queste testimonianze storico culturali vorrei farvi conoscere e ammirare, ma ahimè, non manca solo il tempo, manca purtroppo la decenza.
Quindi, cari amici, noi ci auguriamo, anche con l’aiuto delle istituzioni qui presenti (se presenti), che nel prossimo futuro saremo in grado (noi ed i ns beni culturali) di accogliere voi e tutti i visitatori di Noha in maniera un po’ più decorosa.
Vi auguro di compiere tutti quanti 100 passi, in avanti.
ott262010
set102010
NOI SIAMO PER IL FOTOVOLTAICO RAGIONATO, PER L’AUTOPRODUZIONE DI energia SUI TETTI DELLE NOSTRE CASE E PER UN VERO RISPARMIO DEI COSTI DELL’energia!
IL FOTOVOLTAICO E’ NATO PER DIFENDERE IL TERRITORIO NON PER DISTRUGGERLO, COME INVECE STANNO FACENDO NELLA NOSTRA CAMPAGNA.
NOHA dovrà sorbirsi un impianto di circa
che porterà un impoverimento del nostro territorio
E’ stata svenduta la “TERRA” di Noha, l’unica vera fonte di ricchezza per la popolazione.
COSA LASCEREMO AI NOSTRI FIGLI? Cosa mostreremo ai turisti?
I nostri padri con tanto sacrificio ci hanno tramandato fertili terre, uliveti secolari, beni culturali, vigneti, prelibatezza di prodotti, ed ora le grosse multinazionali trasformeranno tutto ciò in distese enormi di pannelli argentati!
ECCO 10 MOTIVI PER RESPINGERE L’ INVASIONE DELLA SPECULAZIONE DEL FOTOVOLTAICO AGRICOLO CHE STA PER CIRCONDARE NOHA:
1) Gli incentivi statali che incassano le società del fotovoltaico li paghiamo noi sulle bollette bimestrali della luce, senza avere alcuna riduzione dei costi dell’energia;
2) Nessuno ha il coraggio di dichiarare che estensioni così grandi e concentrate non sono dannose per la salute umana.
3) I cavi che accumulano e trasportano l’energia accumulata dai pannelli vengono interrati lungo strade e sentieri che i cittadini hanno la necessità di percorrere e sono la fonte di campi magnetici;
4) Grandi estensioni concentrate di pannelli di silicio sovvertono il microclima, disturbano la fauna e le migrazioni.
5) I costi per lo smaltimento dei materiali scaduti (gli impianti si esauriscono dopo 10-15 anni) e per il ripristino della terra sono altissimi, molto ma molto superiore all’introito economico ricavato dagli affitti.
6) Per impedire alla vegetazione di crescere avvelenano la terra inquinando le falde acquifere, l’acqua che è il nostro bene più prezioso insieme alla terra ed all’aria!
7) Grandi estensioni di pannelli di silicio concentrate in una stessa area desertificano (TIPO DESERTO DEL SHARA) le campagne un tempo rigogliose;
8) Le grandi estensioni di campi di fotovoltaico impoveriscono economicamente il territorio in quanto sottraggono terra all’agricoltura;
9) Non danno diretti posti di lavoro, ma accrescono il precariato;
10) I miseri benefici che ne derivano alle amministrazioni non sono minimamente comparabili con il sacrificio che subisce la terra e la popolazione.
Il Comitato
apr272016
Non so se piangere o ridere a proposito del novello e, appunto, tragicomico attivismo dei sedicenti politici nostrani (più strani che nostri, per la verità).
In questi giorni ci stanno piovendo addosso comunicati stampa a bizzeffe grandi come goccioloni monsonici (sì, in effetti, è un tempo di merda). Tu li leggi e non puoi fare a meno di esclamare: “Stica!”, rimanendo subito dopo pietrificato manco avessi fissato la Medusa dritto negli occhi per una settimana intera.
Guardate, non è che per forza di cose voglia fare le pulci alla forma e alla sostanza delle comunicazioni politiche locali: è che qui non siamo di fronte a pulci, ma a ben pasciuti ippopotami.
*
Prendiamo in considerazione i due recenti comunicati stampa pubblicati a breve distanza l’uno dall’altro non più tardi di tre o quattro giorni fa. Non si offenda nessuno dei due rispettivi autori se oso accomunarli in due parti di un unico pezzo. Si tratta dei brani di due avvocati di grido, due esponenti di spicco dello stesso partito cosiddetto democratico: l’avvocato Emilio Tempesta, e quella tempesta d’avvocato che risponde al nome di Daniela Sindaco. Si son fatti vivi entrambi in una sorta di gara di solidarietà per Noha provocando, come dire, una tempesta in un bicchier di vave (etim. der. da bave, secrezione viscosa della bocca; in inglese probabilmente waves. Ergo: onde di vave. E a Galatina ne sanno qualcosa).
*
Tempesta, l’Emilio, scrive finalmente a proposito della famigerata cabina elettrica del centro Polivalente di Noha: “…a seguito della predisposizione da parte della Direzione Lavori Pubblici dei necessari atti ed elaborati progettuali, è stato approvato dalla Giunta il progetto esecutivo relativo ai lavori di fornitura ed installazione di una cabina MT/BT prefabbricata della potenza di 50 Kw presso il Centro Polivalente di Noha. Ciò consentirà di dotare la struttura, attualmente servita da un contatore di energia elettrica di 10 Kw, della potenza sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti.[…]”.
“Hai visto, uomo di poca fede?”, mi direbbe il pragmatista di turno.
Ecco, io volevo chiedere umilmente all’assessore ai LL.PP. (Long Playing - i dischi a 33 giri), alla luce di questo comunicato: è proprio certo, caro assessore, che subito dopo l’installazione della potenza ‘sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti’, questi marchingegni probabilmente non collaudati non essendo mai entrati in funzione da ben partiranno da soli? Dico meglio: oltre al semplice allaccio, ci sarà qualche anima pia in grado di mettere in moto queste benedette apparecchiature (ascensore, fotovoltaico in terrazza, riscaldamento e aria condizionata), le quali, ferme come sono ormai da anni, rischiano di essere diventate di fatto simili a dei catorci ignobili difficilmente azionabili? Oppure per il ‘normale funzionamento’ di questi impianti servirebbe l’ennesima ulteriore “delibera di spesa pubblica per la sistemazione delle macchine del Polivalente”, che avverrà, come noto, al tempo delle calende greche e dopo innumerevoli articoli da parte dello scrivente?
Domande, temo, retoriche (guardate che difficilmente sbaglio. Anche quando voglio, soprattutto quando voglio).
*
Gentile assessore, un’ultima cosa: non è che per caso per l’installazione di codesta cabina elettrica si cambieranno i connotati del giardino del centro Polivalente di Noha, facendone uno scempio? Sarà - la cabina, dico - a basso impatto ambientale e visivo, o l’n-esimo pugno nell’occhio, ingombrante, fuori senso e fuori luogo (e, visto lo stato degli impianti, forse fuori tempo massimo)?
Rimango in attesa di una qualche risposta. Che, sono certo, non arriverà mai alla velocità della voce, ma, tanto per cambiare, a quella di un comunicato stampa.
Si chiama arroganza del tacere.
[continua]
Antonio Mellone
dic252014
Il 27 dicembre è festa grande!
L'Associazione Bicivetta ha deciso di presentarsi alla cittadinanza con un super evento che durerà dal pomeriggio a tarda sera, proprio per permettere a tutte e a tutti di unirsi ai noi.
L’iniziativa prende il nome di Ciclopedalata natalizia ed è organizzato da Associazione Bicivetta in collaborazione con l’Assessorato LLPP, Sport e Politiche giovanili.
La passeggiata natalizia in bici prevede un bel giro nel centro storico di Galatina, alla scoperta di viuzze e scorci che probabilmente non avete mai avuto il tempo di ammirare.
Il percorso è molto semplice e ben organizzato (insieme a noi avremo vigili urbani e protezione civile - rigorosamente in bici - che ci aiuteranno a bloccare il traffico), quindi adattissimo sia a bambini che ad adulti.
Durante la passeggiata ci fermeremo due volte per ascoltare delle pièces teatrali di due attori di grande spessore che hanno deciso di dare il loro contributo: in piazzetta Orsini incontreremo Fabrizio Saccomanno e in Piazza San Pietro avremo Fausto Romano.
Punto di partenza è la sede della Ciclofficina Bicivetta, presso lo spazio dell'ex Mercato Coperto di Galatina in Via Principessa Iolanda.
Ci ritroveremo lì bicimuniti intorno alle 16.30 per addobbare e rendere più natalizie le nostre biciclette.
Alle 17 inizierà la nostra biciclettata natalizia colorata e musicale alla riscoperta del centro storico di Galatina.
Alla ciclopasseggiata sarà presente anche l’ingegnere Antonio Sponziello progettista di TRIS, veicolo innovativo che Sasp Innovation srl sta sviluppando per dare nuovo impulso alla mobilità urbana ecosostenibile. TRIS è un veicolo che rispetta l'ambiente, non inquina e nel suo genere è unico e divertente.
Alla partenza della Ciclopedalata il Presidente del Consiglio Fernando Baffa e l’Assessore ai LLPP, Sport e Politiche Giovanili Andrea Coccioli consegnerano due biciclette a servizio permanente del Corpo di Polizia Municipale di Galatina.
Dalle 19 in poi ritorneremo in sede per un aperitivo bio, durante il quale si estrarranno i numeri vincenti della nostra Riffa. Il primo premio è una bicicletta fiammante restaurata dalla Ciclofficina Bicivetta, gli altri, un Tour organizzato da Salento Bici Tour, una lampada artigianale donata da Legno in Testa e numerosi libri donati per l’occasione dalle librerie di Galatina.
In serata poi ci sposteremo tutti e tutte al Circolo Arci Eutopia per la nostra festa di tesseramento, per brindare a suon di musica.
L’amministrazione comunale continua a promuovere la mobilità dolce per contribuire al pieno benessere fisico e mentale in linea con il Piano di Azione energia Sostenibile (PAES) definito e approvato da questo Comune nel 2012 e condiviso dalla Comunità Europea nel 2013.
Missione centrale dell’attuale Amministrazione Comunaledi Galatina è quella di restituire una misura umana alle relazioni urbane, una fruibilità lenta e consapevole alla città pubblica, una elevata qualità ecologica agli spazi della vita.
Agire sulla riconversione sostenibile dell’attuale sistema della mobilità è quindi azione prioritaria, e in tale direzione si muovono molti sforzi programmatici. Si iniziano a montare i primi pezzi della Galatina sostenibile.
Andrea Coccioli
Assessore LLPP, Sport e Politiche Giovanili
Città di Galatina
ott272016
Questa riforma è incostituzionale. Per 47 motivi. Anzi settanta volte sette.
La prima prova dell’incostituzionalità di questa novella carta lunga deficiente e sordida sta nel fatto che i sostenitori del SÌ e quelli del NO si stanno reciprocamente sul culo (eufemismo usato per scansare l’altra ben più licenziosa metafora che coinvolge l’organo di riproduzione maschile e/o il binomio dei suoi attributi di complemento). I propugnatori dell’una e dell’altra sponda non si sopportano, non riescono a dialogare se non per il tramite di vicendevoli ingiurie, irrisioni, insulti, offese anche pesanti.
La Costituzione del 1948 nacque da un comune accordo dei padri costituenti dopo grandi discussioni, confronti, scambi di idee, tanto che in assemblea si riuscì a metter d’accordo le tre grandi macro-aree politiche: l’anima cattolica, quella liberale e quella social-comunista. Una Costituzione deve tenere insieme un Paese, non spaccarlo in due o più parti. Se invece non riuscisse in questo intento non sarebbe una Costituzione, ma una coglionata.
***
Una seconda prova dell’incostituzionalità di questa riforma è il fatto che sia stata approvata a maggioranza da un parlamento eletto con il Porcellum, una legge elettorale a sua volta dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale. I fautori del sì ovviamente non riescono proprio a cogliere l’enormità del caso. Eppure il fatto che un parlamento eletto con una legge incostituzionale non possa cambiare la Costituzione lo capirebbe anche un bambino di seconda elementare nemmeno tanto sveglio. E se provasse a farlo – come sta succedendo qui in Italia, con addirittura tutto il governo schierato come un plotone di esecuzione - sarebbe un vero e proprio colpo di stato.
***
La terza prova è che una Costituzione dovrebbe essere chiara, scritta bene in italiano e non in tibetano antico, accessibile a tutti, dal primo fino all’ultimo dei cittadini e non solo a “chi tiene le scuole alte”. Questa nuova costituzione (in minuscolo) scritta con l’alluce valgo dei piedi risulta ostica agli stessi estensori, o meglio stenditori dei 47 sgorbi articolati, tanto che nessuno, senza il testo per le mani, saprebbe spiccicare verbo nel tentare di spiegare il funzionamento, per esempio, del nuovo baroccheggiante procedimento legislativo. A questo proposito sarei curioso di dare un’occhiata ai libretti universitari (con il dettaglio del voto in Diritto Costituzionale) dei patrigni costituenti che rispondono ai nomi di Renzi, Boschi, Alfano (il fratello) e di Verdini, il macellaio prescritto. Il macellaio della Costituzione.
***
La quarta prova è che il senato (che non viene abolito come invece vorrebbero farci credere) è composto da 100 senatori a vite: di cui 5 personaggi in cerca di presidente della repubblica, 74 consiglieri regionali (eletti per fare i consiglieri regionali possibilmente a tempo pieno visto quanto guadagnano), e 21 sindaci (che, considerato il daffare diuturno in un Comune, non dovrebbero/potrebbero abbandonare il loro ufficio nemmeno per un giorno di vacanza, figuriamoci per fare anche i senatori a tempo perso). Ora. L’articolo 1 della Costituzione ante-scempio parla di sovranità che appartiene al popolo e non al partito di relativissima maggioranza. Cosa significa? Che i membri di tutti gli organi legislativi di uno Stato dovrebbero essere eletti direttamente dal popolo e non indirettamente con elezioni di “secondo livello” e altre palle del genere.
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Una quinta prova di incostituzionalità - e dunque il fatto che il popolo vien sempre più considerato come un pelo superfluo - è relativa al numero di firme occorrenti per le leggi di iniziativa popolare: passano da 50.000 a 150.000. Triplicano. E buonanotte ai suonatori. Anzi ai sognatori.
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Una sesta prova di incostituzionalità risiede nel fatto che, con l’abolizione della “legislazione concorrente”, alle regioni, quindi ai territori, verranno sottratte le decisioni connesse a una serie incredibile di materie come le “grandi reti di trasporto e navigazione” (vi dicono niente TAV, SS. 275, porti turistici a Otranto e a porto selvaggio?); “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” (vi dicono nulla TAP, pale eoliche, fotovoltaici campali, trivellazioni adriati-coioniche nuove centrali nucleari? - Sì, torneranno alla carica anche con il nucleare, tranquilli); e - non ridete per favore - “tutela della salute” (vi dicono qualcosa Cerano, Ilva, Eni, Colacem, Xylella appetitosa, e altri gigli di camposanto?); eccetera, eccetera. Quale ciliegina sulla cacca abbiamo la clausola di “supremazia statale” nuova di zecca. E’ quella che prevede che in caso di contenzioso tra regione e governo centrale su di un tema qualsiasi (poniamo a caso lo stoccaggio delle scorie nucleari sulla Murgia), in nome dell’“interesse nazionale”, prevale il secondo. E i territori tutti zitti e mosca. Quando si dice una riforma costituzio-anale.
***
Ma ora vi svelo un’altra chicca. Sebbene apparentemente non sfiorato, il vero obiettivo di questa schizzoforma è lo svuotamento dell’articolo 138, quello che prevede la procedura delle leggi di revisione costituzionale (e, dunque, anche del 139, secondo il quale la forma repubblicana non potrebbe essere oggetto di revisione costituzionale).
Ecco. Questo è il vero inconfessato fine di questo stravolgimento targato PD (Pi-Due).
Antonio Mellone
p.s. La prima foto vintage ritrae mia madre; la seconda è simbolo della Repubblica; la terza riporta le donne della Costituzione. Donne e madri si amano e si rispettano. Punto.
gen222016
La decisione di lasciare l’incarico tecnico fiduciario di Assessore ai Lavori Pubblici, Sport e Politiche giovanili, assegnatomi tre anni e mezzo fa, trae origine da motivazioni di natura professionale e personale.
Un nuovo impegno professionale sopraggiunto e a cui non posso sottrarmi, mi terrà fortemente impegnato nei prossimi mesi. Per questo motivo è diventato sempre più complicato riuscire a conciliare, impegni professionali e privati con l’azione amministrativa efficace e continuativa che i settori di mia competenza meritano.
Fin dall’inizio del mio mandato è stata una mia prerogativa quella di seguire giornalmente gli uffici di cui mi sono occupato perché ritengo che il lavoro di squadra sia fondamentale per raggiungere i risultati sperati. Ho cercato sempre di esprimere grandi energie ed entusiasmo nel ruolo assegnatomi anche in virtù delle mie competenze professionali e in quest’ottica ho lavorato affiancando e sostenendo gli addetti ai tre settori. E’ stato per me un onore servire la comunità nella quale vivo.
Dei tanti impegni presi per Galatina alcuni sono stati portati a termine, altri sono stati ben avviati o sono state poste le basi per il loro avvio, pertanto, non essendo più le mie competenze tecniche strettamente necessarie, ritengo corretto lasciare l’incarico affidatomi. Sono certo che il nuovo assessore saprà e potrà lavorare in continuità con quanto fatto finora. Rimango comunque a disposizione fornendo la mia esperienza per portare a termine gli obiettivi che questa amministrazione può raggiungere. Ciò che fino adesso abbiamo fatto o quello che avremmo potuto fare lo rimetto al giudizio altrui.
Colgo l’occasione per rinnovare la stima nei confronti del Sindaco Cosimo Montagna, ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto impegnativa ma edificante e costruttiva e che mi ha permesso di venire a contatto con tantissime realtà e persone interessanti, con i loro problemi, aspirazioni e aspettative. Ho incontrato, ascoltato e collaborato con molte delle associazioni del territorio, grandi risorse per la nostra città.
Nel corso di questo periodo ho apprezzato le qualità del sindaco Montagna: l’impegno, la dedizione, la pazienza, la forza per rappresentare un’intera comunità, e, in particolar modo, la professionalità e la dedizione che l’hanno portato più volte a sacrificare tempo e attenzione alla sua carriera, ma soprattutto alla sua famiglia, per il bene comune.
Un ringraziamento anche a tutti i consiglieri di minoranza e di maggioranza e gli assessori che mi hanno sostenuto nell’espletamento del ruolo politico – amministrativo. Mi lega a loro un sentimento di stima e amicizia.
L’attività di Giunta è stata sempre un lavoro di squadra portato avanti in un clima di grande disponibilità, collaborazione e trasparenza nel rigoroso rispetto della legalità e dell’interesse della comunità.
Ringrazio anche i dipendenti comunali e l’ufficio della Polizia Municipale, tutti secondo le loro competenze e disponibilità, mi hanno sempre coaudivato e consigliato al meglio. Un grazie particolare a tutta la struttura dei Lavori Pubblici, con loro ho condiviso strategie e visioni operative per fare il meglio. Il loro lavoro è una vera risorsa per Galatina. Il lavoro amministrativo per essere efficace deve sempre essere svolto in sinergia tra tutte le componenti amministrative e politiche della comunità.
In ultimo, ma non per ultimo, ringrazio tutto il Partito Democratico che mi ha sempre incoraggiato e stimolato alla risoluzione condivisa dei problemi.
Fare politica è un’esperienza faticosa ma entusiasmante, occorre lavorare per favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita e alle scelte della comunità.
Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a gennaio 2016:
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale
Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Comune Galatina: 500.000,00 euro
LAVORI COMPLETATI al 100%
Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale
Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.
Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Lavori da appaltare e realizzare entro 2016.
Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia
Importo progetto: 700,000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia
LAVORI COMPLETATI al 100%
Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3
Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni
Importo totale progetti: 500.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero
LAVORI COMPLETATI al 100%
Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.
Importo progetto: 400.000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.
LAVORI COMPLETATI al 100%
Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.
Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.
Importo progetto: 250.000 euro
Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)
LAVORI COMPLETATI al 100%
Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.
Importo progetto: 300.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina
LAVORI COMPLETATI al 95%
Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.
Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
PROGETTO COMPLETATO AL 70%. I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.
Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
PROGETTO COMPLETATO AL 90%.
I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.
Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.
Importo progetto: 1.000.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Procedura d’appalto dei lavori in corso.
Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.
Importo progetto: 500.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Gara effettuata e aggiudicata
Inizio lavori: I lavori inizieranno nelle prossime settimane.
Centro Polivalente viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Struttura inaugurata e utilizzata.
Palestra via Montinari
Finanziamento: PIRU
In attesa di essere concessa in uso.
Asilo Nido viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Tra qualche settimana l’asilo di via Pavia si trasferirà al nuovo asilo di viale don Bosco.
Trasferimento Uffici Comunali presso l’ex Tribunale.
E’ stato svolto un grande lavoro di squadra per individuate le somme necessarie attraverso la devoluzione dei mutui e rendere possibile l’adeguamento degli ambienti dell’ex tribunale al fine di ospitare molti uffici comunali in un’unica struttura.
E’ previsto che entro il 2016 verranno trasferiti gli uffici LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Suap e Ufficio anagrafe all’ex tribunale con un risparmio sulla spesa pubblica e un miglioramento del servizio per tutti i cittadini.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:
Utilizzo delle palestre scolastiche comunali
E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo degli spazi sociali per lo sport.
Festa dello Sport 2014
La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.
Festa dello Sport 2015
Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.
Green Olympic Games
Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.
Struttura Sportiva di Noha
La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.
Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive
E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:
Chiostro d’Estate. Estate 2012
Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.
Festa della musica. Giugno 2013
Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.
Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto
Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.
Mercato S…coperto,
Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.
Servizio civile nazionale
In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.
Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE
Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e movimenti sociali rappresentanti di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico, un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici attraverso dei personali approcci che spaziano dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.
Galatina, 22 gennaio 2016
Andrea Coccioli
lug192019
I comuni della provincia di Lecce non si sono lasciati scappare l'occasione: hanno rispettato tutte le regole, potendo godere così dei 6 milioni stanziati in favore di questo territorio nella manovra economica.
A darne notizia per primo è Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del M5S e membro della Commissione Bilancio.
«Il nostro Governo - spiega - ha dimostrato ancora una volta come l'attenzione per i territori ed il sostegno ai sindaci siano assolute priorità. I Comuni in provincia di Lecce, dal canto loro, si sono attenuti alle regole imposte e hanno tutti rispettato i termini ultimi di presentazione dei progetti ed avvio lavori. Così facendo di quei sei milioni non è andato perduto neanche un euro».
Un passo indietro. Nell'ambito della Manovra economica il Governo ha attivato un fondo da 400 milioni di euro destinato ai piccoli comuni, quelli al di sotto dei 20 mila abitanti. Di questi circa 6 milioni sono stati destinati ai comuni della provincia di Lecce.
«Si tratta di fondi da utilizzare per realizzare piccole opere in settori vitali come l'edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio - spiega ancora Donno - la manutenzione delle strade, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. I lavori di cui sopra dovevano essere avviati entro il 15 maggio( poi prorogati con lo Sblocca Cantieri al 10 Luglio) . E così è stato. Tutti i Comuni, nessuno escluso, hanno avviato i cantieri entro e non oltre la scadenza imposta».
Più nel dettaglio (e come si evince dalla tabella in allegato) in Legge di Bilancio è stato introdotto un contributo di 40 mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50 mila euro per quelli fino a 5 mila abitanti, di 70 mila euro per i comuni fino a 10 mila abitanti e di 100 mila euro per quelli fino a 20 mila abitanti. Con il contributo bisogna coprire il 100% dell'importo delle opere. Nessun cantiere deve restare in stand by.
«Questi maggiori investimenti locali -continua Donno- si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di euro di maggiori fondi, derivanti dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Non solo. Con la norma Fraccaro, contenuta nel Decreto Crescita, il Governo ha stanziato in favore di tutti i Comuni d'Italia, 500 milioni di euro per opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Di questi 21 milioni saranno destinati alla Puglia. Più nel dettaglio 6.750.000 euro saranno destinati al comune di Lecce e a quelli della provincia. Sono previste soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei comuni oltre i 250mila abitanti. Le risorse - prosegue il deputato - finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza delle scuole. Infine, si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Le opere, in quest'ultimo caso, dovranno essere avviate dai Comuni entro il 15 ottobre 2019, pena la perdita del beneficio economico. Considerando il comportamento virtuoso dimostrato dal territorio, siamo fiduciosi che anche questo finanziamento sia captato dalle amministrazioni nella sua totalità.
Ce la stiamo mettendo tutta per dare ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilità interno -chiosa il deputato - e dal principio del Pareggio di Bilancio. Per la Puglia è per la mia Provincia, si tratta di un’occasione preziosa, una grandissima opportunità per avviare quel grande piano di messa in sicurezza del territorio che i Comuni e le Province, da soli, non sono in grado di sostenere».
Grazie e buon lavoro
Leonardo Donno
lug192019
Comincia a delinearsi sullo scacchiere di Efficienza energia, prendendo forma, il sestetto che mister Stomeo guiderà per il quarto anno di fila in serie B.
Le caselle fino ad oggi completate riguardano il ruolo del libero, con Apollonio e Pierri confermatissimi, e quello del palleggiatore con la coppia nuova di zecca Parisi-Nicolazzo: a completare l’organico di posto due ecco l’arrivo di Riccardo De Lorentis che con Buracci saranno i terminali offensivi fuori mano.
Galatinese di nascita, classe ’90 per 194 cm., il neo opposto è un prodotto del vivaio SBV PALLAVOLO GALATINA con una parentesi, quella dell’approccio iniziale, nell’altra squadra locale della “PAOLO TUNDO”.
La lunga trafila nelle formazioni u.14-e 16, lo vede conquistare nel 2007-2008 la promozione in serie D con un gruppo di giovanissimi a cui Luigi Baldari e Rino Martina, quest’ultimo in veste anche di allenatore, danno un notevole contributo partecipativo.
L’anno successivo viene aggregato, nella fase iniziale, alla squadra allenata da mister Cavalera che disputa il campionato di B1, poi un lungo percorso sportivo dal 2009 al 2014 in terra d’Abruzzo passando per Chieti, Pescara, Sambuceto e Montesilvano. Al ritorno nel Salento veste i colori della casa madre SBV GALATINA nel biennio 2014-2016 in serie C, quindi il passaggio all’Olimpia Volley nell’anno successivo in serie B, poi nelle due stagioni successive è in organico nei sestetti dell’Alliste e dello Specchia.
Ora ritrova mister Stomeo che, nel quadro di potenziamento dell’organico a fronte degli importanti obiettivi stagionali, ha richiesto la sua presenza nel roster.
Curriculum
2002-04 Paolo Tundo Galatina sett.giovanile
2004-06 SBV Pallavolo Galatina U.14-16
2006-08 SBV Pallavolo Galatina I^ Div. Prom. in serie D
2008-09 SBV Pallavolo Galatina B1
2009-10 Pallavolo Chieti serie C
2010-11 Volley Pescara serie C
2011-12 Sambuceto Volley serie D
2012-13 Pallavolo Chieti B2
2013-14 Pallavolo Montesilvano C
2014-16 SBV Galatina C
2016-17 Olimpia Volley Galatina B
2017-18 Alliste Volley C
2018-19 Volley Specchia C
2019-20 Efficienza energia Galatina B
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GAS & POWER GALATINA
mar062014
Leggendo i comunicati stampa stilati dalla Roberta sul tema del compostaggio, il primo dubbio che salta in mente è: ma questa ci è o ci fa? E considerato che i suoi compagni di merende a palazzo Orsini non battono ciglio (e a dire il vero nemmeno i membri mosci della sedicente opposizione) possiamo qui tranquillamente chiederci, includendoli tutti insieme appassionatamente: ma questi ci sono o ci fanno?
In uno dei suoi interventi così scrive la vice-sindachessa sui siti di Galatina e dintorni: “Come annunciato [dalla stessa infallibile papessa, ndr.] il Comune di Galatina ha formalizzato la sua candidatura ad esser sede di un impianto di compostaggio, con lettera del 15.2.2014 inviata al Presidente dell'ATO Lecce, dott. Paolo Perrone [toh guarda, chi non muore si rivede: uno dei più illustri esponenti della famiglia proprietaria della Pantacom srl, quando uno dice il caso]. Con tale comunicazione il Comune [per favore, la prossima volta, dopo la parola Comune aggiungete l’espressione “tranne uno: Antonio Mellone”, che a questo punto sta seriamente pensando di cancellarsi dall’anagrafe cittadina, ndr.], ha espresso, in linea con quanto previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti, la volontà di realizzare sul proprio territorio un impianto di compostaggio integrato, che comprenda cioè sia la fase anaerobica che quella aerobica” [ma sì, mettiamo tutto insieme, non facciamoci mancare nulla, se è festa è festa per tutti, ndr.].
Poi uno per farsi un’opinione prova a leggere “il Quotidiano di Lecce”, e si mette l’anima in pace. E sì, perché il lettore, poveretto, in quell’accozzaglia di carta, almeno nella pagina in cui si parla di Galatina, cosa ti trova? Ma ovviamente il riporto del comunicato-stampa della Roberta (con la sua bella foto sorridente - sempre quella) già apparso sui suddetti siti internet. Sì, signora mia, qui pare funzioni così: il giornalista-pubblicista-nostrano, anziché fare il cane da guardia dell’informazione (come richiesto dai manuali), sembra scodinzolare a destra e a manca come un qualsiasi cane da passeggio o da riporto. Con un bel copia-incolla, un po’ di virgolette e qualche frase a casaccio – e, già che c’è, allegando pure l’asserzione di qualche politico della sedicente oppositore - ti confeziona in quattro e quattro otto un bell’articolo-sandwich, pronto per l’uso promiscuo.
Peccato che il malcapitato lettore (ma certe volte uno se le cerca: ma cambi quotidiano, no?) scorrendo quelle locuzioni non ci capisca una beneamata mazza, e soprattutto non sia spinto a chiedersi se tra le righe dei comunicati di volta in volta scodellati urbi et orbi si nasconda qualcosa d’altro, come, per esempio, delle incommensurabili stupidaggini. Ma sai, ci sono giornalisti e “giornalisti”: i primi, senza virgolette, sempre più rari, di inchiesta; gli altri, con le virgolette, da siesta.
Ma se uno si studia ben bene le carte (diciamo che lo dovrebbe fare ogni cittadino degno di questa carica), si documenta, chiede informazioni agli amici, magari tra i ricercatori universitari (nelle facoltà di Chimica, di Agraria, di Ingegneria, per dire), oppure effettua delle ricerche un po’ più oculate in internet, capisce che qui c’è qualcosa che non quadra, e che soprattutto c’è poco da scherzare.
Intanto diciamo che il sistema aerobico e quello anaerobico - per il trattamento della frazione dell’umido dei rifiuti da trasformare eventualmente in fertilizzante - sono due cose diametralmente opposte [ma la Roberta vorrebbe farle tutte e due contemporaneamente, integrandole, ndr].
L’aerobico degrada la sostanza organica in modo, diciamo così, naturale, senza produrre gas combustibili. Questo sistema, se utilizza sostanza organica derivante da raccolta differenziata spinta, fatta per bene, produce fertilizzante ottimo per l’agricoltura, sotto forma di compost di qualità. Ma per questa roba non ci sarebbe il bisogno di creare un mega-impianto da 30.000 tonnellate. Solo i pazzi o i criminali auspicherebbero una cosa del genere [quindi si farà certamente qui da noi, ndr.]. Nei paesi dell’Europa del Nord, per dire, si usa compostare la materia organica a livello micro, di quartiere o al più di comune, e non macro con la creazione di ecomostri inutili, dannosi e costosi, come quello che si vorrebbe impiantare in chissà quale area del Comune di Galatina.
L’anaerobico, invece, agisce per lo più a caldo (azionando delle pompe di calore), e produce metano ed altri gas di scarico (dai quali i nostri amministratori, attraverso cogeneratori, pensano di ottenere energia termica, elettrica e soprattutto “pulita” – come se qui in Puglia non producessimo già quattro volte tanto l’energia di cui necessitiamo, con tutte le centrali elettriche che ci circondano: dal fotovoltaico all’eolico, senza considerare Cerano e compagnia bella. Volete scommettere sul fatto che questi per convincerci ci racconteranno pure la favola della riduzione del costo della bolletta energetica?). E poi con l’anaerobico bisogna per forza ragionare in termini di 30.000 tonnellate di rifiuti. Se fosse inferiore questo tonnellaggio il marchingegno rischierebbe di incepparsi.
Ma l’anaerobico, oltre ai gas, produce anche “percolato” (vocabolo derivante da per-colare, è intuitivo), una porcheria liquida che inquina il suolo e la falda acquifera per molti moltissimi anni.
Ma i danni non finiscono mica qui: il rifiuto esausto dell’anaerobico, poi, si fa finta di “stabilizzarlo” con l’aria (con successivo processo aerobico) al fine di ottenere un prodotto che in maniera truffaldina viene ancora una volta definito “compost”, ma che invece è una roba di infima qualità, o comunque di gran lunga inferiore al compost aerobico. Il più delle volte gli scarti di questo tipo di “compostaggio” sono dei nuovi rifiuti da portare ancora una volta – indovina dove? - in discarica. Si tratta di un materiale che se si utilizzasse nelle campagne provocherebbe la contaminazione del terreno e quindi delle piante, in saecula saeculorum.
Nei prossimi giorni torneremo in argomento: ci sono ancora un sacco di chicche da approfondire e raccontare a chi vuol intendere (agli altri è inutile ca li fischi). E non siamo che all’inizio di questa via crucis.
Ebbene sì, gli esponenti dell’amministrazione Montagna devono sudarselo per davvero questo Oscar per il loro nuovo film dal titolo: “La grande monnezza”.
Antonio Mellone
mag302013
Veramente il titolo di queste note avrebbe potuto (o forse dovuto) essere un po’ più triviale con l’utilizzo di un lemma dalla medesima radice ma con una desinenza in rima con le parole ioni, milioni, delusioni. Ma per non urtare la suscettibilità dei puri di cuore ai quali capita talvolta di visitare perfino questo sito abbiamo utilizzato un vocabolo meno volgare, ma non meno icastico.
Ma andiamo con ordine.
L’altro giorno, precisamente domenica 26 maggio 2012, avevo voglia di comunicare a qualche consigliere comunale nohano (categoria che sembra sempre più cieca, muta e sorda) il fatto che l’illuminazione in via Carlo Alberto Dalla Chiesa sembra funzionare ad intermittenza. Ricordo che si tratta del viale alberato che unisce Noha a Galatina (viale che tra poco verrà pure interrotto dalla mega-rotonda della circonvallazione interna che perfino la Roberta “rivendica” [sic!], ma questa è un’altra storia). Voglio dire che le luci issate in cima a quei pali metallici attualmente sono accese più o meno a partire dall’uscita di Galatina e fino alla metà della distanza che intercorre tra la masseria Colabaldi e la chiesa parrocchiale di San Rocco; da questo punto in poi, continuando sempre verso Noha, queste luci sono invece spente sia a destra e sia a sinistra, e, per un certo segmento, solo da un lato, e fino all’altezza del secondo semaforo, quello della rotonda (un’altra) che porta a Collepasso.
Domenica mattina, dunque, avevo provato a chiamare al cellulare i due consiglieri comunali di maggioranza locali (sperando di poter comunicare almeno con la maggioranza relativa di questi, dunque con il loro 50%, cioè uno), ma mi sbagliavo di grosso: la maggioranza stavolta è stata compatta. Il 100% , l’unanimità degli assenti, cioè, non ha risposto punto. Nella mia dabbenaggine avevo pure pensato che vedendo il mio numero di telefono, non appena fosse stato possibile, qualche autorità-anima-pia mi avrebbe richiamato. Ed a dire il vero qualche altra volta questo è pure avvenuto. Ma stavolta nulla di nulla. Il black-out – ho pensato - avrà colpito, oltre che l’Enel, anche le linee telefoniche dei nostri magnifici due.
Nel pomeriggio inoltrato della stessa domenica ho ritentato (non è mica facile farmi desistere dai miei intenti) sperando di essere più fortunato. Dopo un tot di squilli maggiore di sei, poco prima che riattaccassi, mi ha risposto finalmente (ciò che giusto e giusto e va riconosciuto) il pezzo grosso della nostra bella amministrazione comunale che avevo chiamato (e di cui è opportuno celare il nome in quanto è nostra intenzione chiosare sui fatti e mai infierire sulle persone).
Mi presento dicendo di essere quel rompiscatoloni dell’Antonio Mellone (ma, ribadisco, ho detto qualcosa di assonante a rompiscatoloni perché fosse più immediatamente intelligibile, benché certe espressioni non facciano parte del mio idioma). E dall’altra parte, di rimando, quasi a suggello della mia autoironia : “Tu stesso lo dici”.
Ora, di grazia, con questa risposta potevo io far finta di nulla e tacere oltremodo?
Sicché alla battutona del politico replico: “Ma scusa, [Mister x], se non volevi seccature (non ho detto seccature, ma rottura di…, insomma avete capito) perché cavolo ti sei candidato diventando pure rappresentante del popolo? Per star tranquillo? Ma se volevi stare tranquillo era inutile fare tutta ‘sta manfrina. O no?”
Dopo questa breve paternale da parte mia all’indirizzo del malcapitato interlocutore, e qualche schermaglia della serie excusatio non petita si parla finalmente dell’argomento.
Ora il consigliere comunale de quo, per troncare sul nascere la conversazione avrebbe potuto dirmi di occuparsi di questioni politiche comunali alte (ma non gli conveniva, altrimenti avremmo dovuto parlare di Megaparco, di Pantacom, della nuova area da cementificare per le baracche del mercato, o dell’apertura della vecchia scuola elementare di Noha ristrutturata al novantanovesimo cancello a meno dell’ultimo - come la barzelletta dei pazzi) e non del funzionamento delle luci di una strada o dei cessi del mercato comunale o, chessò io, del cassonetto della spazzatura troppo pieno, o dell’erba sul marciapiede (come si legge su certi ineffabili siti), rimandandomi agli uffici preposti alla bisogna.
Invece con la santa pazienza il politico nostrano mi dice pure che il dirigente comunale (probabilmente quello addetto ai pali della luce) era assente da circa quattro giorni. Al che ho ribadito che questa storia non va avanti da soli quattro giorni, ma da oltre un mese, quasi due, aggiungendo che se le luci di viale C.A. Dalla Chiesa fossero spente per ragioni di risparmio energetico (nonostante siamo circondati da pannelli fotovoltaici) sarei pure stato d’accordo. Ma a questo punto perché non spegnere anche tutte le altre luci?
Ed ho concluso supplicandolo per favore che ci tenessero informati sullo stato dell’arte, magari con due righe scritte su questo sito, ancorché ormai a quanto pare inviso ai più, forse a causa del fatto che pone troppe domande (che puntualmente rimangono senza risposte).
Ecco, signore e signori, siamo arrivati fino a questo punto.
Tu denunci un atto osceno in luogo pubblico, come per esempio il fatto che a Noha c’è una bellissima scuola ristrutturata, ed inaugurata precisamente
da a meno del particolare dell’energia elettrica, e pertanto non potrà mai funzionare; gli vai a dire che, ancorché chiusa, quella scuola potrebbe far “guadagnare” dei soldi al comune con la produzione e la vendita dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici (che stanno sul terrazzo inutilmente ad abbronzarsi ormai da quasi due anni), e i nostri rappresentanti ed il loro codazzo di aruspici del pragmatismo che fanno? Ti danno del rompiscatole. Per non dire di peggio.
Ora vorremmo ricordare ai nostri rappresentanti al Comune di Galatina (se ne facciano una ragione) che accanto a questi articoli, che continueranno imperterriti come sempre a comparire su questo sito fino alla soluzione del problema (o più probabilmente fino al crollo della struttura), inizieremo a mobilitarci anche utilizzando altri canali. Per esempio interpellando le televisioni locali, girando dei video di denuncia e mettendoli in rete, raccogliendo le firme dei cittadini…
E già che ci siamo, visto che molti concittadini non avendo di meglio da fare guardano Canale 5 e pare s’informino anche (o solo) per il tramite di “Striscia la notizia”, facendoci un po’ di violenza psicologica, adeguandoci dunque al target dell’audience, abbiamo pensato di invitare anche noi Fabio e Mingo (o il Gabibbo in persona) per un servizio su questa vergogna. Va bene? Contenti così?
Sono certo che anche stavolta non si muoverà foglia.
Però come diceva Trilussa: quanno ce vo’ ce vo’. E almeno sarà a ragione e non a torto quando questi personaggi, in conciliabolo tra loro, ci daranno dei rompicoglioni.
lug132014
Uno dei meriti di questo sito è quello di richiamare l’attenzione su quello di cui altri cosiddetti mezzi di informazione preferiscono tacere. Vero è che alcune cose sfuggono ai più in quanto impercettibili o trascurabili; ma altre non vengono viste proprio perché enormi.
Così è stato, per dire, al tempo dei cinquanta e passa ettari di pannelli fotovoltaici di contrada Roncella (ma il discorso funzionerebbe anche per tutte le altre “grandi opere”).
Quel campo, che ha la parvenza di un cimitero con tante lapidi in ferro e silicio (i cui loculi non puoi nemmeno prenotare per un domani, come invece pare possa accadere nell’altro camposanto nohano - basta avere le opportune conoscenze sulla Comune) contravviene allegramente, a occhio e croce, a tutti i canoni del buon senso, dell’etica e dell’estetica.
E’ proprio del suddito lobotomizzato non proferir verbo, non batter ciglio, né storcere il muso mentre viene derubato, oltre che del panorama, del paesaggio, della natura e della salute, anche di un bel po’ di quattrini che in maniera diciamo così omeopatica vengono inoculati in bolletta.
Quei soldi, tanto per mettere il dito nella piaga (e come documentato nel nostro articolo “Dai campi di sterminio allo sterminio dei campi”, pubblicato su questo stesso sito il 12 novembre 2013), vanno oggi a finire direttamente, senza nemmeno transitare dalla “tangenziale” di Galatina, nelle tasche di un manipolo di tedeschi (mentre all’inizio, come noto, venivano indirizzati su conti correnti spagnoli: ma italiani mai, ndr).
Un tempo nessuno sembrava accorgersi di nulla, a partire dal sindaco di allora – che pare si spacciasse per un nohano – per finire al codazzo dei cosiddetti consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, tutti appassionatamente a braccetto nel rito delle larghe scemenze ovvero in nome del patto del Nazareno (iconograficamente, anzi plasticamente rappresentato nel corso delle processioni solenni dal gregge dei nostri rappresentanti piazzato alle spalle della statua del santo di turno). Ma a quanto pare così va la vita, e quella che s’ostinano ancora a chiamare politica - da palazzo Orsini a palazzo Chigi.
Noi parlavamo dello sfacelo del fotovoltaico in tempi non sospetti, quando ancora quella campagna era una campagna, terreno intonso, pseudo-steppa con cozzi, qualche albero qua e là, ed erba per i famosi “greggi”, mentre nessuno dei nostri amministratori pubblici riusciva a formulare una previsione sul danno che ne sarebbe derivato. Anzi sembravano tutti eccitati per la novità, gli investimenti, “le ricadute”, “i volani” e l’“energia a vocazione turistica” [copyright TAP].
I cittadini un po’ più svegli (che si contano tuttavia sulle dita di una mano) hanno potuto informarsi leggendo le nostre catilinarie, quando nessuno osava parlarne (men che meno “il Quotidiano di Lecce”, o addirittura le segreterie dei partiti politici, figuriamoci). Poi con il tempo, folgorati sulla via della Gamascia, ci sono arrivati anche gli altri, ma sempre timidamente e troppe volte in maniera imbarazzante, in qualche caso addirittura encomiasticamente, disconoscendo la realtà dei fatti e la pericolosità della loro dabbenaggine.
Perché, vedete, a parlare di pannelli fotovoltaici (come pure di TAP) quando i pannelli ci sono già (o quando la TAP passerà dal tinello di casa nostra) non serve mica essere un grande giornalista. Questa roba la vedono (o la vedranno) tutti anche senza l’aiuto del “Quotidiano” o della televisione o dei reportage con lacrime di coccodrillo incorporate, prodotti dai giornalisti già scendiletto.
Ma a quel punto, come viene ripetuto da molti, è troppo tardi. E allora tutti a dire: ormai c’è questa cosa e non possiamo farci nulla; per smontare l’intero ambaradan costerebbe tre/quattro volte tanto; e che ci vuoi fare. Nel migliore dei casi qualcuno ammette pure di non essersi reso conto: “…purtroppo allora non comprendevamo, non ci hanno spiegato bene, non s’è inteso, chi avrebbe mai pensato…”. Chi l’avrebbe mai pensato? Noi, e abbiamo cercato di dirvelo in tutte le lingue. Ma voi, nulla: elettroencefalogramma ridotto ad una retta parallela all’asse delle x.
Di questo passo saremo condannati a tenerci in saecula saeculorum pannelli fotovoltaici, TAP, SS 275, pale eoliche, discarica sulla falda acquifera di Corigliano d’Otranto, mega-impianto di compostaggio, tangenziale (che in barba alla matematica non tange, seca), centro commerciale Pantacom, nuova area mercatale C3 (colpita ed affondata), e via snocciolando il rosario delle varie porcate all’ordine del giorno, anche se a sentire i politici (con il senno di poi) nessuno ha (avrà) mai voluto nulla: né una roba né l’altra né l’altra ancora. Come se questi mega crimini si fossero (o si saranno) fatti da sé, a loro insaputa (come direbbe il loro collega Scaiola).
Noi, profeti di sventura, invece, cerchiamo di parlare dei rischi delle grandi schifezze portate in trionfo in nome delle “ricadute occupazionali” e del “volano dello sviluppo” quando si è ancora in tempo per evitare i danni, non quando questi sono ormai stati fatti e a nostre spese. Ci piacerebbe che si parlasse di più di queste spade di Damocle pendenti sulle nostre teste, che se ne discutesse, che ci si informasse una buona volta.
Magari per poter scegliere liberamente, in modo consapevole e informato, senza esser costretti poi a dire candidamente che non avevamo capito una mazza di cosa si stava macchinando alle nostre spalle.
Ecco: vorremmo che si smettesse una buona volta di avere occhi, orecchie, bocca, e qualche altro orifizio, otturati da un bel TAP.
Antonio Mellone
lug082014
Passata la festa dei santi patroni di Galatina tiriamo un po’ le somme. Gli organizzatori hanno avuto la leggerezza a loro dire di accettare uno sponsor senza pesarne le conseguenze. E va bene abbiamo chiuso, anzi ne abbiamo approfittato e, qualche giorno prima della festa, siamo stati nella bellissima cittadina salentina a parlare dell’opera inutile e dannosa TAP. Come dicevamo, noi abbiamo voluto credere alla buonafede e alla leggerezza del comitato feste, abbiamo voluto non creare disagio alle persone e ai fedeli. Non abbiamo voluto essere noi a creare tensioni e non lo abbiamo fatto, neanche quando la pubblicità di TAP non si è limitata ai soli manifesti 6 per 3 ma anche su un intera pagina della brochure della festa, la pubblicità portava la dicitura “energia a vocazione turistica” – che vocazione può avere il gas e il gasdotto che distruggeranno il Salento tutto? Ma soprattutto questi non vendono gas, ma lo portano in Austria, e costruiscono una centrale di depressurizzazione di 12 ettari. energia a vocazione turistica sarà l’ossimoro dell’anno. Non ci siamo neanche inalberati quando, per magia, la sera del cantante, sempre lui, quello che del Salento non ne vuole sapere nulla, sono apparse le bandiere di TAP. Quindi ricapitolando: manifesti, brochure e bandiere, per soli 5000 euro? E quindi all’amministrazione che ne ha dati 16000 che fate le statue di fianco ai santi patroni? Davvero dobbiamo credere alla buona fede? E poi al signore alto con i capelli bianchi, quello che mentre discutevamo fuori il palazzo della cultura si fasciava la testa e ci chiedeva scusa, quello che ci aveva invitato a salire sul palco prima del cantante, per poi scoprire che non era vero che non si era mai discusso di questa eventualità, che non ricorda…. E si … noi continuiamo a credere nella loro buonafede, anche nella buona fede del prete. All’uscita dall’assemblea in cui si parlava di TAP, gli è stato chiesto se avrebbe detto qualcosa nell’omelia per spiegare cosa è TAP. Facile fare finta di non sentire e uscirsene con il sorrisetto, ripenso a tutti quei preti che hanno perso la vita per delle idee e per la difesa della dignità. Penso a quei preti che lottano contro il biocidio in Campania e a chi ha il coraggio di abbandonare tutto per servire il prossimo. Coraggio ecco la parola chiave. Ci vuole coraggio a rifiutare il vile denaro, cacciare i mercanti dal tempio. Ci vuole coraggio, in questo periodo di crisi, ad non accettare soldi dagli sconosciuti. Gente che si insinua nel tessuto sociale, gente che prenderà da questa terra e dalle nostre tasche per non restituire nulla. Ci vuole coraggio anche a salire su una pedana mentre si parla di TAP e dire che il proprio partito si è sempre espresso contrariamente al progetto, mistificando le posizioni. Spieghi bene in che modo è contrario e ci risparmi la sua ignoranza in materia. Nel suo partito ci sono guerre interne e TAP è un pretesto per creare correnti, ma se si guarda bene tutti lo vogliono. Chi a Brindisi (per dare l’ennesima opportunità ad Enel di essere salvata dalla politica? A Brindisi esiste già il gas per Cerano ed è Enel a dover fare investimenti per la conversione o chiusura. Enel è fuorilegge dal 1996, e lo stato Italiano preferisce pagare sanzioni che far chiudere una centrale che provoca morti). O Otranto, dove già esiste l’approvazione per un gasdotto (ITGPoseidon II) , peccato che sia di portata minuscola (8-12 mld di mc. contro 20 mld mc.) confrontata a TAP e quindi bisognerebbe di un nuovo progetto e le valutazioni dovrebbe ripartire da zero. E non credo che le autorizzazioni poi arriveranno come sono arrivate nel silenzio totale della prima volta. Ma come funziona la macchina di TAP per le sponsorizzazioni? Molto semplice. L’agenzia Proforma ti contatta ed offre dei pacchetti di sponsorizzazione, ma non ti dice l’oggetto della campagna pubblicitaria, punta sulla sua famosa esperienza e sulla fama che si è fatta negli anni. Per fortuna ci sono persone coscienti e preparate che prima di firmare il contratto chiedono di che sponsor si tratta, altrimenti, firmato il contratto, si troverebbero, loro malgrado, in dovere di stampare o mettere in onda spot riguardanti TAP. Per fortuna abbiamo notizia di organizzatori di eventi e di testate giornalistiche che hanno rifiutato ben volentieri i soldi di TAP,tanti soldi. Ma cosa serve la sponsorizzazione a TAP? In fondo TAP non vende gas casa per casa, porterà il gas in Austria. TAP non vende verdura o olio o prodotti da orto, gli orti li distrugge .TAP non vende posti in spiaggia,la spiaggia la trafora. Quindi a che serve? Serve a far passare per positivo ciò che di positivo non ha nulla. A comprare il consenso. Aggiungiamo che per la stessa procedura di VIA, TAP deve farsi conoscere e avere incontri pubblici, in tre anni uno o due se vogliamo includere l’O.S.T.organizzato dalla regione, mentre dice di averne fatti più di 200, al massimo in tutta la sua permanenza qui Russo avrà incrociato solo 200 persone e la maggior parte di Confindustria. Con la sponsorizzazione TAP dirà al ministero che ormai è nel tessuto sociale, mentre qui nel Salento cresce di giorno in giorno il dissenso. Sono troppo vicine Taranto e Brindisi per non avere in mente come operano, sul tessuto sociale, aziende che hanno il solo fine del profitto, sappiamo come sono in grado, con sponsorizzazioni,di comprare il consenso, è una tattica vecchia. A tutti gli operatori turistici, a tutti gli organizzatori di sagre e concerti, a quanti hanno un piccolo o grande giornale, a quanti fanno informazione su internet, se questa agenzia vi chiede preventivi, chiedete di che pubblicità si tratta, siate attenti a questi giochi senza morale di TAP. Noi vi saremo vicini. Pensiamo al futuro non vendiamoci. Sperando che i 5000 euro dati ai Santi non li dovremo pagare con gli interessi nel futuro.
Comitato NO TAP
fonte:Galatina blogolandia.it
lug312013
Al Sindaco e ai Cittadini
Del Comune di Galatina
A Salvatore Borsellino e al Movimento delle Agende Rosse
Questa mia, per ringraziare e partecipare tutti alla doverosa informazione su quanto sta accadendo a Palermo, la città dove più volte si è segnato il destino dell’intera Nazione.
Dopo quattro giorni trascorsi a Palermo, dove ho avuto modo di incontrare, conoscere e toccare esempi di straordinaria Umanità, come appunto i magistrati di Palermo, gli Uomini che fanno la scorta e che con coraggio e determinazione, svolgono il loro compito ben coscienti che ogni giorno potrebbe essere il loro ultimo giorno.
La tenace resistenza dei familiari di vittime delle stragi di mafia, come si suole indicare, noi specifichiamo invece vittime delle stragi di una parte dello stato di cui la mafia è il braccio armato!
Ma anche tantissime persone che condividono il desiderio sincero di Verità e Giustizia e sarebbero disposte a tutto pur di assicurare un futuro migliore alle generazioni che verranno. Certo questo modo è un po’ difficile da comprendere a chi è abituato a pensare strettamente a sé e alla propria famiglia, come se quello che succede intorno non potesse toccarlo….
Per tutto questo non posso che ringraziare il meraviglioso fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, che è riuscito a far divampare quella che era una fiammella quasi spenta di desiderio di Giustizia e Verità , viste le situazioni di ingiustizia e degrado che sembrano irreversibili in tutti i campi.
Lui mi ha insegnato che “perdere la speranza è un atto di egoismo”, che se noi non possiamo pretendere di vedere cambiata la situazione perché ci vorrà troppo tempo, non per questo non dobbiamo impegnarci affinchè i nostri figli e nipoti possano vivere in una società migliore.
Il 19 luglio scorso, presentandomi al Dott. Di Matteo: -Sono Anita e vengo da Galatina…- lui risponde con un gran sorriso – da Galatina? Grande Galatina!...- ricordando certamente il reportage che gli avevo inviato riguardo ai due eventi organizzati proprio qui. Gli chiedo anche se fosse disponibile a venire qualora lo avessimo invitato e lui dice subito di si.
Aggiungo che proprio per tali iniziative è stato pubblicamente ringraziato il sindaco di Galatina Cosimo Montagna, come si potrà vedere al 2.43 del video http://new.livestream.com/accounts/3127506/events/2264053/videos/24821392 .
Dicevo, che dopo quest’immersione straordinaria nella più bella atmosfera umana che si possa respirare, così come potrà testimoniare la D.S. del 2° Polo di Galatina che quest’anno ha deciso di sperimentare, sono tornata e, neanche il tempo di metabolizzare tutte le emozioni, che viene pubblicata la notizia che il tritolo è arrivato anche per Di Matteo e addirittura sono già state fatte le prove di esplosione nel trapanese. Questa volta, forse proprio perché tutti ancora carichi di quella straordinaria energia di cui avevamo fatto il pieno a Palermo, abbiamo deciso di muoverci prima che accadesse un’altra strage. Ripensando alla “rivolta dei lenzuoli” di Palermo dopo le stragi del 92, abbiamo deciso di riempire l’Italia intera di lenzuoli, prima che trasformassero il giudice Di Matteo ed i suoi angeli custodi della scorta in nuovi eroi da commemorare. E, nel giro di poche ore, è stata lanciata un iniziativa a livello nazionale con un tam tam di mail, post, ecc… La risposta è stata notevole, in quanto sono arrivate adesioni da ogni parte del mondo oltre che da tantissime città italiane ed europee. Nel collage se ne possono vedere molte, ma altrettante, per motivi di tempo, non sono state inserite… saranno però tutte pubblicate sulla pagina fb di Salvatore Borsellino.
A questo punto non posso che ringraziare il nostro Vice Sindaco Roberta Forte, per aver risposto immediatamente alla mia chiamata e per essersi attivata subito, non di meno Antonio Congedo per aver offerto il suo prezioso contributo anche nella esposizione del lenzuolo galatinese, agli amici di Città Nostra che si sono adoperati anche loro col massimo entusiasmo. Un ringraziamento particolare va ad Emanuele Larini che ha risposto subito positivamente alla mia richiesta di contattare tutti i suoi corrispondenti “M5S” degli altri comuni della provincia di Lecce che hanno aderito all’iniziativa numerosi. Non posso dimenticare nemmeno l’immediata disponibilità da parte dei VV.UU e delle Forze dell’Ordine galatinesi (P.S. e CC.) che mi hanno anche ringraziato per l’iniziativa. Ringrazio anche i giornalisti delle testate on line della città che di loro iniziativa, hanno dato comunicazione dell’evento, in quanto io non ho avuto nemmeno il tempo di preparare un comunicato stampa.
Questa mia anche per quanti passando si chiederanno cosa ci faccia quel lenzuolo appeso alla Torre dell’Orologio di Galatina, anche perché proprio stamattina ho protocollato in Comune la richiesta di tenerlo esposto per almeno altri 30 giorni, in modo che tutti possano avere la possibilità di informarsi riguardo a ciò che sta accadendo a Palermo, di cui purtroppo né la stampa, nè le tv parlano perché questo è il modo più semplice per mandare a morte chi sta cercando di scrivere una nuova pagina della nostra storia, della storia dell’intero Paese.
Più gente verrà a conoscenza dei fatti, più alta sarà la protezione dei magistrati e dei loro uomini di scorta a rischio di strage, purtroppo già più volte annunciata e, ricordando le parole di Giovanni Falcone
“Prima ti screditano, poi ti isolano, poi ti uccidono”
vogliamo evitare che anche questi Uomini diventino nuovi eroi da commemorare.
Le ipocrite commemorazioni infatti non ci piacciono per niente, come si potrà ben vedere dalle immagini di questo breve video in Via D’Amelio, quando abbiamo deciso di contestare pacificamente la presenza del Presidente del Senato Grasso, venuto li in veste istituzionale a “commemorare” e a rilasciare le interviste a quei giornalisti che, guardacaso, (a parte Antimafia Duemila e FQ) nulla hanno detto di ciò che potrete vedere nel filmato… http://www.youtube.com/watch?v=DZrldM5d88s
N.B.: la protesta consisteva nel dare silenziosamente le spalle ai rappresentanti delle istituzioni, con l’agenda rossa in alto. Grasso si è fermato sotto l’albero che la madre di Paolo Borsellino fece piantare proprio dove suo figlio venne fatto esplodere insieme ad Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Quell’albero doveva trasformare quel luogo di morte in luogo di Vita. Ed è con questo significato ben preciso che le Agende Rosse si riuniscono insieme a Salvatore, che ha impegnato tutta la sua vita a non far morire il sogno di Paolo e a farlo diventare nostro.
Conoscere Verità sulle stragi è un diritto di tutti, perché solo se riusciremo ad ottenere Verità e Giustizia potremo sperare di vivere in un paese davvero libero e democratico.
P.S.:
Allo scopo di agevolare un’informazione semplice ed immediata, produrrò un foglietto informativo sul Giudice Di Matteo da fornire agli operatori dello IAT.
Anita Rossetti
Ref. Territoriale Movimento Agende Rosse
Galatina, 30/07/2013
nov212014
Tra i malanni che affliggono i rappresentanti della nostra amministrazione comunale, di cui continuiamo a pagare le conseguenze, un posto privilegiato assume l’inaugurite cronica, una forma di fregola compulsiva che porta sindaco, assessori e turiferari di complemento con macchinetta fotografica incorporata a correre a destra e a manca come tanti ossessi ad inaugurare, appunto, quelle che con un certo senso dell’umorismo si osa definire opere pubbliche. Tutti costoro pensano, in tal modo, di prendere in giro gli allocchi (in molti casi riuscendovi benissimo, essendo la materia prima abbondante in Galatina e dintorni).
Peccato, però, che le inaugurazioni e i tagli dei nastri tricolori siano soltanto delle goffe rappresentazioni di un attivismo fuori senso, se è vero come è vero che le strutture social-popolari che questi tizi fanno finta di aprire al pubblico sono rappresentate dalle solite cattedrali nel deserto. Anzi, più che cattedrali, cappelle.
Non sto qui a tediarvi oltre in merito alla vecchia scuola elementare di Noha, per la quale furono spesi da Pantalone 1.300.000 euro di soldi pronta cassa per poi scoprire che qualcuno, vale a dire l’Innominato, s’era scordato di una cabina in muratura per allacciare l’energia elettrica necessaria al funzionamento di impianti nuovi di zecca (come ascensore, impianto di condizionamento aria e pannelli fotovoltaici). Ad oggi quella struttura opera alla men peggio con un allaccio di cantiere buono soltanto per l’accensione delle lampadine (ma non tutte insieme, s’intende: si rischierebbe il collasso della linea e quindi il blackout). Non sto nemmeno a dirvi – dovreste già saperlo a menadito – che quella specie di assessore ai lavori pubblici galatinesi, meglio noto come l’ing. Loculo, aveva pure provato a promettere la soluzione definitiva del problema “tra giugno e settembre 2014”, per poi scomparire subito dopo il solenne annuncio, come David Copperfield, l’illusionista.
Per non smentirsi, la banda larga palazzorsiana ha testé inaugurato (e nella maniera più goffa del mondo) anche il presunto Auditorium, quella specie di costruzione colacementata in fondo al viale don Bosco “per riqualificare le periferie”. E’ il fabbricato che, al di là dell’estetica, tra gli altri rischi/difetti/schifezze che non possiamo qui sciorinare in dettaglio, ha anche quello di essere attraversato o di tangente o di secante dalla nuova circonvallazione interna (sennò, oltretutto, senza il rombo delle automobili che Auditorium è?).
Non so se qualcuno di voi abbia avuto il coraggio di visitare questo stretto e lungo corridoio cubista con tanto di colonne infami a lato, onde con un tratto di penna su di un progetto e con un po’ di soldi pubblici, i nostri amministratori son riusciti a trasformare gli stupendi “Concerti del Chiostro” nei concerti del mostro.
Le altre chicche su questa nuova bella addormentata in viale don Bosco, le scopriremo audendo.
nov192015
Oggi, 19 novembre 2015, mentre spuntava l’aurora, è venuta a mancare all’età di 93 anni la prof.ssa Mimì Piscopo, la prima laureata in “Lettere classiche” della nostra cittadina.
Vorrei ricordarla con le stesse parole di un articolo che vergai in suo onore sei anni fa (cfr. “L’Osservatore Nohano” - n. 8, anno III, del 9 dicembre 2009).
*
<< Sono di fronte agli occhi color cielo quando è bello di una nohana purosangue: Mimì Piscopo, la mia professoressa di Italiano della mitica “I G” dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina. Le chiedo alcune informazioni sul suo conto per una rubrica che tengo saltuariamente sul mio giornale, una rubrica dal titolo Curriculum Vitae.
Riesco a prendere appunti interessantissimi, ma il rischio è che anziché un articolo qui salti fuori un vero e proprio ponderoso volume. Perché le notizie e le curiosità (che sono come le ciliegie: una tira l’altra) sono interessanti e affascinanti, e riguardano non soltanto un’autentica gloria della scuola del XX secolo, ma anche la storia tutta e l’evoluzione (chiamiamola pure così) del contesto ambientale salentino, quello che ci fece da culla, e che ancora oggi funge da cornice alla nostra vita.
Ma ci provo ugualmente, tentando di lavorare con la lima più che con la penna, e cercando di non perdermi in mille fronzoli. Mi trovo di fronte – dicevo – ad una ragazza di 87 primavere, una Donna che senza indugio ti dice “sono nata il 16 luglio del 1922”, e subito mi viene da pensare che una vera Signora non si fa alcun problema nel rivelare la sua età.
Mimì frequenta a Noha la scuola elementare come molti suoi coetanei. Terminato il ciclo della scuola primaria, sfidando la tradizione che voleva che le donne rimanessero in casa a fare la calza, Mimì decide di sostenere l’esame di ammissione. “Solo coloro che superavano questo esame potevano frequentare la scuola media”.
L’ingresso nella scuola media quindi non era automatico, ma era una prima conquista per chi voleva proseguire negli studi. E’ inutile dire che andavano avanti solo coloro che si sentivano portati, che sovente coincidevano con i figli del censo e del privilegio, mentre gli altri venivano avviati verso un’attività agricola o artigianale, allu mesciu o alla mescia. La maggior parte dei ragazzi dunque si fermava di fatto all’esame di licenza elementare (ed una buona percentuale di essi non ci arrivava punto). “Quanti sacrifici per frequentare la scuola media e poi quarto e quinto ginnasio, e successivamente il liceo classico fuori paese. Erano tempi in cui la gente era costretta a stringere la cinghia. La fame faceva sentire i crampi allo stomaco. Si razionava il pane, addirittura! Il mio povero papà a volte rinunciava alla sua razione per non farla mancare a noi.. Il più delle volte andavamo a Galatina a piedi. Qualche volta alle sei in punto passava una corriera di studenti provenienti da diverse cittadine del Salento. Ci si conosceva un po’ tutti e, prima dell’inizio delle lezioni, si stava insieme a chiacchierare piacevolmente nell’atrio della scuola. A volte, quando pioveva, e quando era possibile, mi accompagnava il mio povero papà, con il suo biroccio trainato da un cavallo”. Qui si capisce benissimo quanto Mimì Piscopo sia dunque un’antesignana dell’emancipazione femminile nohana e salentina: “Non era facile soprattutto per una donna continuare negli studi. Andare a Galatina era come tradire una tradizione. Ma mio padre per fortuna era di più ampie vedute ”.
Ha un sogno, questa Donna, e a costo di sacrifici, di rinunce e di rottura di schemi arcaici, lo realizza. Questo è uno degli insegnamenti più importanti della professoressa di Noha: quando si crede nelle proprie possibilità e si lotta con determinazione ed impegno, non ci sono risorse finanziarie scarse o barriere culturali impossibili da abbattere.
Il “Pietro Colonna” di Galatina, e soprattutto la serietà ed il rigore degli studi che vi si conducevano, lasceranno nell’animo e nella formazione della studentessa Piscopo Cosima un’impronta incancellabile. E certamente – come evinco dalle sue parole – sentimenti profondi di nostalgia, di rimpianto ed anche di commozione. E’ come se, mentre ti parla, sentisse nell’angolo della sua memoria suonare ancora la campanella del “Colonna” incastrata a ridosso di un pilastro quadrato dell’antico chiostro domenicano, quell’aggeggio sonoro che scandiva l’inizio e la fine delle lezioni col tocco squillante dell’Idea che non muore.
La maturità arriva nel 1944. “E ormai volevo andare avanti. Mi consigliavano di prendere Farmacia. Ma io ero contraria all’idea, perché le farmaciste – così dicevo – mi sembravano delle bottegaie (soprattutto per gli orari di lavoro). Decisi di prendere Lettere con indirizzo classico, perché mi piacevano molto il greco ed il latino. E mi iscrissi all’università di Bari, dove avevo un punto d’appoggio presso il collegio Regina Elena”. Già dai tempi dell’università, Mimì evidenzia la sua passione. “Leggere, studiare, insegnare erano la mia passione”, tanto che corre spesso in soccorso alle esigenze di molti studenti amici e di molti colleghi in difficoltà, studiando e ripetendo insieme a loro, dando loro una mano nel superamento degli esami nelle materie più difficili.
In quel tempo i testi classici ed i distici erano per lei a portata di mano e di memoria; dalle sue scarpe, ad ogni passo, sembravano entrare ed uscire aoristi e ablativi assoluti. “Era difficile superare l’esame di latino. Sentivo che molti studenti l’avevano provato molte volte prima di superarlo… Io sostenni lo scritto un anno in anticipo, ancor prima che mi si consentisse di presentarlo. E ricordo il terribile prof. Vantaggiato che mi chiamò – io incredula – per sostenere l’esame orale, che superai subito e brillantemente. Ma non mi esaltavo mai. Questa è la mia indole: tra l’altro ero anche molto timida”.
Cosimina Piscopo si laurea nell’anno accademico 1948-49 discutendo una tesi (scritta a macchina) dal titolo: “La classe rurale in Terra d’Otranto nei primi sessant’anni del sec. XIX”, relatore il chiarissimo prof. G. Masi [tesi trascritta a cura di Marcello D’Acquarica e pubblicata su Noha.it nel luglio 2010].
Rientrata a Noha, inizia sin da subito a dare lezioni private di lettere, latino e greco, come del resto aveva sempre fatto quando era possibile durante la guerra. “Ma non mi pagavano mica!”. Nel 1954 diventa finalmente – come noi studenti l’abbiamo sempre chiamata – “La Piscopo”, sottintendendo “la professoressa” o, come i giovani d’oggi usano dire, la Prof.
Inizia dunque in quell’anno la sua carriera di insegnante di Lettere all’Istituto Tecnico Commerciale di Galatina “che non era ancora statale ma parificato. Tra l’altro io, insegnante, sembravo allora una ragazzina al confronto dei miei studenti”.
Dopo questa esperienza iniziale intraprende un lungo tour in diversi istituti che qui posso soltanto citare di sfuggita, avvistandoli dall’alto come in un ideale volo d’aquila.
Insegna così al Professionale Statale e poi al Professionale Femminile di Galatina. Successivamente a Maglie di nuovo presso un Istituto Tecnico Commerciale, con alcune ore presso il Magistrale di Galatina. Dopo “non ricordo precisamente l’anno” entra nei ruoli della scuola media ed insegna Italiano, Storia e Geografia ad Aradeo e poi finalmente a Noha alla “Giovanni XXIII” dove viene nominata anche vice-preside.
Ma dopo due anni decide di ritornare alle scuole superiori: sicché ritorna all’Istituto Tecnico Commerciale (nel 1981-82, quando chi scrive frequentava la famosa I G) e contemporaneamente al Professionale Femminile dove ricopre la cattedra di Storia. E poi ancora da Galatina a Gallipoli, alla volta dell’Istituto Nautico, con alcune ore settimanali a Carmiano presso un altro Istituto Professionale…“Amavo il mio lavoro. Ero molto scrupolosa. Andavo al lavoro anche con la febbre. E mi volevano bene. Ricordo che quando morì il mio povero papà (insegnavo al Professionale) il preside e tutti i ragazzi vennero al corteo funebre. Questo mi fu di grande conforto.”
Raccontare qui la vita a scuola della docente Piscopo sarebbe impossibile: dovremmo indugiare in numerosi, singolari, piacevoli, interessanti particolari, come la preparazione delle lezioni, le spiegazioni, le interrogazioni, i consigli di istituto, gli incontri scuola-famiglia, i compiti in classe corretti a casa (a volte anche con l’ausilio della sorella Laura, che leggeva tutti gli elaborati degli studenti per filo e per segno), i problemi dei ragazzi che trovavano in lei una istitutrice, sì, ma anche una sorella, una madre e a tratti un’amica alla quale confidare i propri dubbi esistenziali. “Ci fu un periodo drammatico, anni terribili, quando a scuola entrò la droga. In un anno in una classe fummo costretti a respingere addirittura 14 studenti. Quanti incontri tra professori e genitori. Alcuni venivano a trovarmi perfino a casa chiedendo consiglio, sostegno, incoraggiamento. Erano problemi delicati: non si poteva far finta di nulla. […] Quante storie e quanti viaggi di istruzione al seguito dei miei studenti. Ovunque in Italia, nelle città d’arte, in montagna… Ricordo anche un viaggio bellissimo a Parigi. E quante esperienze: pensa che una volta andammo a finire persino in discoteca! Tuttora incontro in giro dei miei studenti che mi chiedono: si ricorda di me? Io confesso di ricordarmi dei più bravi. E dei più diavoli.”
Chiudo questo curriculum vitae et studiorum su una persona di valore di Noha, non senza aver detto che Mimì Piscopo è stata nominata anche “Giudice Popolare”, incarico che ha esercitato per un certo periodo di tempo nel foro di Lecce. “Il Giudice Popolare è chi, con fascia tricolore, affianca i giudici nelle Corti d’Assise e nelle Corti d’Assise d’Appello, assistendoli nelle udienze e partecipando alle decisioni contenute nelle sentenze”. La scelta di un così delicato compito di magistratura penale (nelle Corti d’Assise si trattano infatti processi penali per i crimini più gravi previsti nel codice) ricadde su Mimì sicuramente per le sue doti di equilibrio, e soprattutto per la sua irreprensibile condotta morale. Anche quest’ultimo incarico è parte sostanziale di un brillante curriculum vitae.
Concludo questo scritto dicendo che a volte noi altri cerchiamo lontano (o peggio ancora in televisione) le persone di valore e degne di lode, ignorando i tesori a noi più vicini, benché umili ed al riparo dalle luci dei riflettori alimentati con l’energia dell’ottusità e dell’insipienza.
Sarebbe saggio se invece ci accorgessimo di chi, pur in atteggiamento di ritrosia, evitando la pompa magna, vive accanto a noi ed ha ancora molto da dare ed insegnare.
Con questi colpi di scalpello mi auguro di essere riuscito ad abbozzare un seppur grossolano profilo “della Piscopo”, alla quale vorrei indirizzare un grazie di cuore per tutto quello che ha fatto per i ragazzi suoi discenti (incluso il sottoscritto) e per il lustro che con il suo studio, il suo lavoro ed i suoi incarichi ha dato alla nostra cittadina.
Infine vorrei chiederle di essere indulgente con me ancora una volta, nel caso in cui nel corso di questo articolo (o di altri) dovessi aver seminato a destra o a manca qualche strafalcione, o, peggio ancora, qualche errore di sintassi o di grammatica che, come usava ripetere la Prof, “è sempre in agguato”>>.
*
Addio professoressa Piscopo, addio Mimì, e buon vento.
Con te se ne va una brava insegnante, una grande Donna, una pagina gloriosa della Storia di Noha.
Antonio Mellone
lug142019
La lettera riportata sotto è stata inviata al Sindaco di Galatina, Marcello Amante, tramite PEC il 24/04/2019 esattamente 60 gg fa. Finora nessuna risposta ci è stata concessa.
Il nostro ordinamento riconosce e tutela, in capo al cittadino che si rivolga a una pubblica amministrazione, il diritto alla risposta.
Ma anche al di là della legge, riteniamo sia semplicemente vergognoso che il primo cittadino, chiamato a rispondere ad un chiarimento sulla proposta avanzata da mesi dal nostro Partito politico, non ci degni di risposta. La scorrettezza istituzionale del Sindaco Amante ci preoccupa al tal punto che saremo costretti a informare il Prefetto di una totale inerzia del Sindaco che si lamenta in ogni contesto dello sforzo per risanare le casse comunali ma non fa nulla per evitare tale funesta circostanza.
Lo ribadiamo con forza affinché i cittadini possano comprendere fino in fondo il paradossale agire amministrativo del Sindaco e della sua giunta silente.
Circa 300.000 euro sono stati lasciati in eredità dall’Amministrazione Montagna vincolando la cifra al fine di trasferire gli Uffici URBANISTICA (Prestigioso Palazzo detto Casa Paterna situato in via D’Enghien, LAVORI PUBBLICI (Palazzo Situato in via Giuseppina del Ponte), UFFICIO COMMERCIO (situato al Piano Primo in via Principe di Piemonte) UFFICIO ANAGRAFE (situato al Piano terra in via Principe di Piemonte), UFFICIO POLIZIA MUNICIPALE (situato in via Vittorio Emanuele)
I vantaggi del trasferimento degli uffici pubblici sopra menzionati presso il Palazzo dell’ex Tribunale sono molteplici come esplicitato nella lettera ultima inviata al Sindaco. Su tutto un dato molto significativo. NOTEVOLE RISPARMIO di soldi pubblici. Far funzionare bene una struttura pubblica è molto meno oneroso che far funzionare quattro strutture comunali.
Ci sono altri aspetti positivi nel “liberare” quattro immobili pubblici.
Partiamo dagli uffici dell’INPS. L’istituto Nazionale chiede da anni al comune di Galatina una sede dove poter trasferire i propri uffici. E pagare un canone. Questo significa introiti per il Comune.
Ma anche l’Ufficio Territoriale del lavoro potrebbe essere trasferito in una struttura pubblica senza dover pagare un canone mensile ad un privato come adesso avviene.
Per non parlare della vendita di alcuni immobili comunali ai privati per strutture ricettive. Come si fa ora a vendere se gli immobili sono occupati da uffici pubblici?
Sono tanti i vantaggi collegati al trasferimento degli uffici ma questo potrebbe evidentemente toccare alcuni interessi di cui francamente ignoriamo le conseguenze.
Va fatta chiarezza e siamo disposti ad un confronto pubblico con il Sindaco su questa saggia decisione di trasferire degli uffici al tribunale.
Si potrebbe anche efficientare la struttura dell’Ex tribunale con un impianto fotovoltaico e rendere la sua gestione ancora più conveniente. (Il governo ha stanziato dei finanziamenti per gli enti pubblici).
Lamentarsi del bilancio comunale senza fare nulla è il modo peggiore di amministrare una comunità.
A SEGUIRE LA MAIL PEC INVIATA AL SINDACO MARCELLO AMANTE
IL 24 APRILE 2019
All’Attenzione del Sig. Sindaco Marcello Amante
Oggetto: TRASFERIMENTO UFFICI COMUNALI PRESSO L’EX TRIBUNALE
Gentile Sindaco Amante, era il lontano 5 gennaio 2018, più di quindici mesi fa quando con una lettera aperta e indirizzata all’Amministrazione Comunale inviata ai giornali locali, abbiamo chiesto quando gli UFFICI COMUNALI sarebbero stati trasferiti presso l’ex TRIBUNALE.
Abbiamo ricordato anche che l’Assessore ai Lavori Pubblici Sig.ra TUNDO il giorno del suo insediamento ha trovato un dossier completo di progetto e risorse disponibili finalizzate al trasferimento degli uffici Lavori Pubblici, Urbanistica, Ufficio Commercio, Polizia Municipale e Anagrafe.
L’Amministrazione Montagna aveva predisposto il tutto per consentire agli uffici un rapido trasferimento e attraverso la devoluzione dei mutui aveva reso disponibili anche le risorse economiche per rendere operativo il trasferimento e non gravare totalmente sul bilancio corrente.
Facciamo presente che trasferire gli uffici comunali presso l’ex Tribunale è un vantaggio notevole per tutti i cittadini e per le casse comunali per i seguenti motivi:
1. Concentrare tutti gli uffici pubblici in un’unica struttura rende decisamente più agevole il rapporto tra cittadini e la pubblica amministrazione che eroga servizi. Le persone non saranno costrette a girovagare tra uffici pubblici ubicati in posizioni a volte diametralmente opposte all’interno della Città.
2. Nessuna struttura pubblica è accessibile ai disabili. Tutti gli uffici sono posti a piani superiori e non sono forniti di ascensore. Siamo in deroga alle leggi a danno dei cittadini. Solo questo già sarebbe sufficiente ad accelerare l’iter per lo spostamento degli uffici presso l’ex tribunale.
3. Trasferire gli uffici pubblici all’ex tribunale fa risparmiare. E’ abbastanza elementare capire che pagare acqua, gas, energia elettrica e servizi di guardiania e pulizia per un solo edificio è più economico che pagare le forniture e i servizi per cinque. Ed è semplice verificare che i risparmi sono di importi a sei cifre.
4. I vantaggi sono anche per i dipendenti pubblici. Un unico luogo di lavoro favorirebbe la relazione e la collaborazione fra gli stessi e aumenterebbe l’efficienza e la qualità del servizio prestato ai cittadini.
5. Liberare gli edifici pubblici li rende disponibili ad essere messi sul mercato per trarne profitto. E le casse comunali hanno tanto bisogno di entrate per gravare meno sulle tasche dei cittadini.
Come Partito Democratico non siamo in Consiglio Comunale ma, come fatto finora, intendiamo portare avanti un’opposizione costruttiva verso questa Amministrazione, fatta di interventi su contenuti specifici e richiami precisi affinché si svolga un’azione di governo a vantaggio di tutti, nessuno escluso.
Cosa state aspettando per effettuare il trasferimento?
Vi chiediamo, gentile Sindaco, perché non provvedete a trasferire gli uffici pubblici Lavori Pubblici, Urbanistica, Ufficio Commercio, Polizia Municipale e Anagrafe presso la struttura dell’ex Tribunale di via Ugo Lisi angolo Via Monte Bianco?
Cordiali saluti
Andrea Coccioli
Segretario del Circolo PD di Galatina
www.pdgalatina.it
pdgalatina@gmail.com
andrea.coccioli@ingpec.eu
giu192013
Finalmente una bella notizia. Pare che il 28 giugno prossimo o giù di lì ci sarà la seconda inaugurazione della vecchia scuola elementare di Noha ristrutturata un paio d’anni fa. Abbiamo dovuto usare tutto il dubitativo contenuto nel verbo “pare” in quanto ad oggi non c’è ancora nulla di ufficiale. Nemmeno il topico trionfalistico comunicato stampa diramato dagli accoliti dell’assessore di turno.
Dunque non c’è che da supporre che il 28 giugno si taglierà ancora una volta il nastro inaugurale della nostra bella struttura pubblica, anche se ancora non se ne conoscono termini, condizioni, costi, attività, e molto altro ancora.
Non se ne parla sul sito ufficiale del Comune di Galatina, né tantomeno su quelli ufficiosi e amici in quanto magari più indulgenti del nostro.
Sì, qui da noi funziona così: le cose pubbliche sono così intime, riservate, misteriose che al confronto i segreti dei pastorelli di Fatima erano rivelazioni arcinote urbi et orbi, e senza bisogno alcuno di interpretazioni esegetiche.
Nel corso dei comizi i nostri personaggi in cerca di elettore si riempiono le garze (e saturano i sempre più cascanti attributi dei cittadini) di “trasparenza”, di “limpidezza”, di “democrazia partecipativa” e di “palazzi di vetro”.
Orbene, Palazzo Orsini potrebbe pure essere diventato di vetro, ma credo si tratti ormai di un vetro quanto meno fumè, appannato, anzi appositamente oscurato in modo tale che chi stia al di fuori non possa vedere nulla di quel che accade e si decide all’interno; e soprattutto chi ha la ventura di trovarsi all’interno (per la benevolenza o gli errori dell’elettorato) non abbia la più pallida idea di quel che accade fuori.
Ebbene, il 28 giugno a Noha ci sarà questa benedetta inaugurazione 2, probabilmente con tanto di acqua santa e champagne per i gargarismi d’occasione, ma non si sa bene ancora cosa si inaugurerà.
Ora, sapendo sin da subito (anzi dalla storia) che, avendo un rapporto idiosincratico con chi s’azzarda a porre qualche legittima domanda (a meno che non sia il solito “giornalista”, vocabolo fungibile con “zerbino”, “scendiletto”, “copia-incollatore” a causa di servilismi e salamelecchi congeniti), i nostri magnifici rappresentanti faranno finta di non aver sentito e, in questo caso come in molti altri casi, letto; e posto che interessare i consiglieri di “opposizione” “nohana” (le virgolette mi vien di metterle sia al sostantivo che all’attributo) sarebbe del tutto inutile a causa del letargo cronico che sembra averli inesorabilmente colpiti (non hanno, infatti, alzato ciglio nonostante i nostri articoli-assist sul tema e nonostante le prossime venture sfilate primavera-estate da parte della maggioranza); tutto ciò premesso mi rivolgo direttamente ai concittadini responsabili del “condominio Noha” nel quale viviamo e li esorto a farsi diretti latori delle domande, dei dubbi e delle istanze in merito a ciò che avverrà in quella bellissima struttura. Ne hanno il diritto-dovere.
E’ ora che una nuova cittadinanza attiva incontri una nuova politica interattiva. L’indignazione passiva è un lusso che non possiamo più permetterci.
Qualcuno potrebbe obiettarmi: perché non chiedi tu? Ma cara grazia, cosa è che sto facendo ormai da anni con i miei articoli, le inchieste, i video e tutto il cucuzzaro?
E’ che ormai quando sentono il mio nome e cognome corrono tutti a nascondersi nei rispettivi bunker, pronti a difendersi ad oltranza.
Ma non è solo questo: è che il 28 giugno non potrò essere presente alla cerimonia de quo - suppongo (ormai si va avanti a supposte) preparata in gran pompa - in quanto impegnato in quel di Roma in un altro convegno, un matrimonio per la precisione (tranquilli, e soprattutto tranquille: non è il mio, almeno per stavolta).
Una prima cosa che il cittadino degno di questa “carica” dovrebbe chiedere ai suoi rappresentanti comunali sarebbe una rassicurazione in merito almeno alla numerosità delle “ri-aperture al pubblico” proferendo più o meno quanto segue:
“Caro Sindaco, caro assessore, cari consiglieri non è che per caso dopo questa seconda inaugurazione dovremmo aspettarcene una terza, e poi una quarta e via dicendo, manco fossimo al cospetto della Salerno-Reggio Calabria?
Noi nohani non vorremmo che qui accadesse quanto già avvenuto in molte altre parti d’Italia per altrettante opere pubbliche celebrate un numero incommensurabile di volte.
Noi non vorremmo mica che per questa struttura avvenisse quel che è avvenuto, ad esempio, per la fiera di Milano, inaugurata chissà più quante volte dagli amiconi Maroni, Berlusconi, Formigoni: non vorrete mica emulare tutti quelli cogli-oni. Non è proprio cosa. E poi qui non abbiamo tanto tempo da perdere dietro alle vave.
Ma c’è un altro dubbio che ci attanaglia.
Scusate, ma è stato risolto una volta per tutte il problema dell’allaccio all’energia elettrica? Ci avevate detto che bisognava prima di tutto costruire la famosa cabina elettrica di trasformazione per l’altrettanto famoso collegamento dei 50 kwh, altrimenti nisba. Bene, è stata realizzata questa benedetta cabina, magari all’insaputa dell’assessore, o era tutta una bufala per farci perdere tempo e inchiostro virtuale a iosa?
Oppure siamo punto e a capo e stiamo qui convenendo per l’ennesima farsa, cioè l’allaccio provvisorio o “di cantiere” dei 10 kwh che faranno funzionare la struttura ma solo in parte (per esempio non funzionerà l’ascensore e l’impianto fotovoltaico sulla terrazza potrà arrugginire senza aver prodotto un solo chilowattora in vita sua, tanto chi lo vede)?
Oppure ci penserà la nuova cooperativa aggiudicataria a colmare questa deficienza progettuale ed attuativa? Sicché il Comune non sborserà nemmeno una lira?
Non è che ancora una volta stiamo facendo le cose all’italiana, cioè come “pragmatismo” comanda?
E infine, chi sarebbe codesta nuova cooperativa aggiudicataria? Qual è il suo “curriculum vitae”? Da chi è formata, diretta, gestita? Chi sarebbero gli “educatori”, posto che siano previsti? Quale la loro formazione o il loro pedigree? Quali sono le garanzie concesse da questa società al Comune di Galatina?
Ci sono già dei ragazzi del circondario “pronti” per essere ospitati qui a Noha? Si sta facendo davvero tutto a regola d’arte? Quanto costerà tutto questo marchingegno alle casse pubbliche? Per quanto tempo verrà affidata questa struttura all’organizzazione de quo? Cosa ha in mente di realizzare? I cittadini di Noha potranno usufruire dei servizi della struttura?
Cari concittadini queste e molte altre sono le domande da porci. Quindi da indirizzare immediatamente ai nostri rappresentanti comunali.
Se qualcuno per miracolo vi dovesse rispondere andate senza indugio ad accendere un cero alla Madonna per grazia ricevuta.
ott242016
Ragazzi è dura. Raccontare balle è più facile che smontarle. Una scemenza si proferisce in pochi secondi: per confutarla, invece, devi impiegare almeno dieci minuti, un quarto d’ora. Capite bene ora qual è l’improbo compito nostro di fronte ad una serie infinita di minchiate così generosamente elargiteci dai sostenitori della novella schizzoforma costituzionale.
*
A questo proposito vi racconto una storia. Vera. E attualissima.
Di recente ho dato una mano a DX (nome che non svelerò mai), una mia compagna di università, di qualche anno più piccola di me, per il superamento del famoso concorso pubblico per la scuola: classe d’insegnamento A017 - Discipline Economico-Aziendali, la mia specialità. Ora dovete sapere che DX, pugliese d’origine, è già una professoressa (ma precaria) in un istituto superiore dell’Italia del nord. Lecco, per la precisione.
Come è possibile fare il tutor a distanza? Facile. Basta avere esperienza nel campo, passione (leggere, studiare e insegnare è uno tra i miei hobby preferiti) e, in questo caso, anche l’ausilio di telefono, telelavoro, telepass e, visto il contesto, telelecco.
Quella testé trascorsa è stata una settimana cruciale: non so più quante volte ci siamo sentiti e scritti in merito alle ultime dritte per l’orale di questo benedetto concorsone. Che alla fine, devo dire, DX ha superato brillantemente il pomeriggio inoltrato di venerdì 14 ottobre 2016.
Sempre venerdì scorso, dopo i numerosi contatti mattutini per gli ultimi dettagli, verso le 21 tutta contenta la mia prof.- discente mi chiama per ringraziarmi e per raccontarmi per filo e per segno l’andamento della lezione simulata, i particolari del colloquio, e il voto al termine della lunga interrogazione da parte dei commissari.
Dopo le congratulazioni, e i miei soliti “hai visto?”, “che ti dicevo io?”, “meno male che mi hai ascoltato”, “io non sbaglio mai”, eccetera eccetera, vista l’attualità, le faccio: “Senti DX, dopo tutto questo, mi dici cosa voti al referendum sulla Costituzione?”.
Mi risponde sicura: “Siiissimo”.
- Siiissimo? E come mai ne sei così convinta?
- Ovviamente per cambiare.
- Per cambiare cosa?
- Questo stato di cose, questo schifo.
- Bè se volessi veramente cambiare questo stato di cose, basterebbe votare NO e mandare a casa chi fa finta di governarci da un paio d’anni con chiacchiere e distintivo. Se voti Sì, invece, dai ancora più forza a questi figuri che rimarranno al potere senza più limiti, e se possibile con ancor più spocchia. Anzi se davvero volessimo cambiare questo “stato di cose o questo schifo” – come dici tu - basterebbe provare a realizzare i principi della nostra Costituzione, non a buttarla nel cesso. Ma al di là di questo: hai letto la nuova carta, o meglio i 47 articoli che vogliono cambiare?
- Veramente no, sono stata impegnata con il concorso.
- Bè, allora in base a cosa voterai sì, in base agli slogan che ti raccontano a reti unificate? Ma ti rendi conto che tu sei una professoressa? E’ questo il metodo che insegni ai tuoi ragazzi?
- E questo che c’entra.
- Come che c’entra. Mica s’insegna a ragionare o a scegliere per sentito dire. Mica fai una ricerca utilizzando fonti di seconda mano. Ma hai letto la riforma del senato, e in particolare l’articolo 70, e poi di seguito il 71 e il 72?
- No.
- Bè, provaci. Se riesci a capirli e a spiegarmeli è capace che voto anch’io per il sì. Ma ti sei accorta che è scritta con i piedi? Anzi con i calli dei piedi?
- Ti dico che non l’ho letta. Ma voto sì per mandare a casa la vecchia classe politica che vota NO compatta, tipo i D’Alema, i Brunetta, i Fini, e anche Berlusconi.
- Bè, in effetti certi personaggi a volte sono controproducenti alla causa della Costituzione e dunque a quella del NO. E comunque D’Alema, Fini, Berlusconi e anche Brunetta sono ormai belli che cotti. Diciamo che i danni, li hanno già fatti a tempo debito. Invece tra gli esponenti della “nuova classe politica”, quella che vota compatta per il sì, si annoverano quegli altri gigli di campo (santo) che rispondono ai nomi di Casini, Pera, Urbani, Verdini (che sta di fatto con un piede dentro il governo), e poi c’è quell’altro virgulto che è Napolitano (più vecchio della costituzione che vorrebbe cambiare perché “vecchia”, per dire), senza scordarci di Alfano (il fratello di suo fratello), e anche Maurizio Lupi, Flavio Tosi (stavo per dire Flavio Briatore: che ovviamente vota sì). Più che il nuovo che avanza, il vecchio che è avanzato. E poi, cara DX, mica uno vota perché certi “vip” si esprimono in un senso o nell’altro. Tu sei una prof – lo vuoi capire una buona volta? - e non puoi dar retta a questo o quell’altro. Dovresti, diciamo così, provare a ragionare con la tua testa.
- Vabbé, ma il senato.
- Il senato, cosa? Hai visto che il senato esisterà ancora, nonostante le chiacchiere? Ti è chiaro almeno che non è più elettivo, e che non potremo più sceglierci direttamente nemmeno un senatore? Nel senso che il 5% dei senatori sono scelti dal capo dello stato (che a sua volta verrà scelto come verrà scelto: puoi immaginare come), 21 sono tra i sindaci di chissà quali città, mentre 74 senatori saranno nominati tra i consiglieri regionali. E poi mi dici quando sindaci e consiglieri regionali, con questo doppio incarico, avranno il tempo di viaggiare alla volta di Roma, studiarsi le leggi, proporne di nuove, apportare gli emendamenti, discuterli, votarli? Come potranno far bene nel loro doppio ruolo di sindaci e/o consiglieri e poi anche di senatori? Non trovi che qui si sta stravolgendo tutto, a cominciare dall’articolo 1 della Costituzione che parla di sovranità popolare, nel senso che i membri degli organi legislativi dovrebbero essere eletti direttamente dal popolo?
- Ma si risparmiano un sacco di soldi.
- E dagli con ‘sti soldi. Per risparmiare quel “sacco di soldi” basterebbe ridurre di un 10% non di più gli stipendi di tutti i parlamentari e un po’ di privilegi. E’ che tu e quegli altri che parlano per partito preso pensano ai costi della democrazia e non invece a quelli dell’autoritarismo. Ci sono mille modi per ridurre davvero le spese della politica, e non questa pigliata per fessi.
- E poi la riforma del titolo V, ma dai.
- Scusa DX, ma hai almeno capito quali sono le novità di questa schifezza chiamata riforma a proposito di titolo V?
- Veramente…
- Bè, te lo dico io. Il nuovo articolo 117 (che fa parte di questo benedetto titolo V) parla di competenze, anzi di potestà legislativa esclusiva in determinate materie. Ma lo sai che il governo centrale avrà il diritto di fare tutto quel cavolo che vuole, e senza possibilità di appello, in tema di porti, aeroporti, autostrade e cosiddette infrastrutture per l’energia? Con questa riforma il controllo del territorio viene sottratto alle regioni per passare al governo centrale. Punto. Il che significherà mani libere su tutto: cemento, discariche (anche di scorie nucleari, per esempio sulla Murgia - ci hanno già provato una volta, ricordi? No), Tap, Tav, trivellazioni in mare e in terra, ponte sullo stretto, strade a chissà quante corsie (e follie), tempa rossa, Ilva, per non parlare delle altre grandi opere inutili, dannose e costose che grazie a Dio non mancano mai in agenda. Dimmi, DX, sei contenta se non conti più un cazzo?
- Antonio, con te non si può ragionare.
p.s. 1 Chiedo scusa se ho dovuto accorciare il resoconto stenografico della telefonata con DX. Ribadisco che fatti e personaggi sono reali e non frutto di un'invenzione letteraria. Purtroppo.
p.s. 2 Ringrazio Marcello D’Acquarica per la sua ennesima sagace e mordace vignetta.
Antonio Mellone
dic132010
giu142013
I dirigenti fanno il bilancio della stagione, in attesa di un nuovo colpo di mercato.
Un grande successo sportivo, quello che si è potuto ammirare domenica scorsa (09 giugno), negli impianti del Circolo Tennis di Galatina. I numerosi appassionati hanno assistito a delle partite di alto livello, che hanno portato i beniamini di casa a battere gli avversari del Tennis Club Terni con un sonoro 4 a 0, nel conteggio dei match.
I ternani non sono mai sembrati in partita, forse appannati da un caldo torrido che invogliava ad andare al mare, piuttosto che correre appresso ad una pallina giallo fluorescente. Un caldo che certamente anche i galatinesi sentivano, ma che non ha tolto loro alcuna energia. Da segnalare la partita del campano Antonio Pepe, che con un sonoro 6-0 6-0 ha battuto il suo rivale Filippo Parca in una partita senza storia. Il leone di San Giorgio del Sannio, come ormai ribattezzato dai suoi tifosi salentini, ha giocato un tennis sciolto e concreto; facendo un parallelo con la scherma, si direbbe che Pepe è andato sia di sciabola che di fioretto. Un altro galatinese d'adozione, il greco Paris Gemuochidis, ha affrontato una sfida che si preannunciava dura, contro il numero uno del Terni, David Iacoboni. La sua consueta calma olimpica, ha permesso al greco di battere il suo avversario per 6-3 6-1 regalando un tennis controllato e senza sbavature; facendo innervosire il ternano fin dai primi giochi della partita e costringendolo a rompere una racchetta ed a regalarne un'altra ad uno spettatore.
“Non siamo mai stati realmente in zona retrocessione. In alcuni tratti del campionato siamo anche stati al primo posto in classifica e solo per due trasferte particolarmente sfortunate, ci siamo ritrovati a fare i playout. Posso dire, senza possibilità di smentita, che abbiamo meritato questa conferma in serie B. Cosa potrà fare ancora il C.T. Galatina per il prossimo anno? Anticipo che stiamo già lavorando per rafforzare ulteriormente la squadra, con un nuovo e prestigioso acquisto”. Giovanni Stasi – Presidente
“E' stata una stagione a tratti esaltante, che ha regalato a noi tennisti la possibilità di ritornare a calcare dei campi che al C.T. Galatina mancavano da tanto, troppo tempo. Il merito di tutto questo è sicuramente del Presidente Giovanni Stasi ed al figlio Mario, che hanno sempre creduto in noi aiutandoci concretamente in tutte le fasi del campionato. Da direttore sportivo del circolo e capitano della squadra di serie B, ringrazio tutti i miei compagni che hanno sempre dato il massimo in ogni occasione e tutti i nostri sostenitori che ci hanno sempre fatto sentire la loro vicinanza”. Filippo Stasi – Direttore Sportivo
Galatina, 14 Giugno 2013
gen272024
Nossignore, nel titolo di questo pezzo non c’è alcun refuso tipografico. La sostituzione di consonante ad “autonomia” che ha poi prodotto “autotomia” (la quale, come noto, è la capacità di alcuni animali di auto-mutilarsi - ma almeno loro lo fanno per scopi di sopravvivenza) è puramente causale, ed è riferita all’ennesimo siluro lanciato fresco fresco ai danni di quella che fu la nostra Carta Costituzionale, questa volta sotto forma di DDL (disegno di legge) che per caso porta il nome dell’odontoiatra bergamasco divenuto inopinatamente - e purtuttavia per la terza fiata nel corso del presente XXI secolo - ministro della Repubblica: a questo giro addirittura “Per gli Affari Regionali e le Autonomie”.
Del noto giureconsulto si ricordano, in ordine sparso, il suo primo matrimonio in rito celtico (immagino con la benedizione di Odino e i brindisi a sidro al posto dello spumante); una legge elettorale poi bocciata in più parti dalla Consulta e guarda un po’ definita Porcellum, chissà quanto in suo onore; la brillante uscita su una ex-ministra di colore (“Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango” [sic]), per dire dell’apertura mentale del personaggio; il famoso lanciafiamme per “incenerire 375 mila leggi inutili” allorché ricopriva il ruolo di ministro “Per la Semplificazione”, a proposito di Numeri Immaginari e di sortite folkloristiche; e numerose ulteriori varie ed eventuali.
Ma stavolta il problema principale non è mica il soggetto, ma l’oggetto. E a onor del vero v’è da aggiungere il fatto che ogni “riforma” che ne abbia rimaneggiato il testo in vigore dal 1948 si è comportata di fatto da proiettile esplosivo in grado di annientarne uno o più principi fondamentali, dico sempre della Costituzione: inclusa per esempio la modifica del suo titolo V avvenuta nel 2001 per le mani – o per i piedi – della sedicente sinistra ovvero diversamente destra allora al governo, poi sigillata dal 64% circa di Sì al referendum costituzionale, al quale, per la cronaca, partecipò più o meno il 34% degli aventi diritto al voto. Non so perché a tal proposito mi viene in mente la monaca di Monza del Manzoni con i suoi ripetuti Sì, e il successivo inesorabile “la sventurata rispose” (ovviamente ancora una volta di Sì), per dire quanto forse sia ormai complicatissimo innescare la retromarcia, e quanto, paradosso per paradosso, sia purtroppo vera l’asserzione secondo la quale chi ora è contro l’Autonomia Differenziata è contro la Costituzione.
È quel “novello” titolo V dunque la vera fonte del diritto del suddetto DDL dedicato all’Autonomia Differenziata, istituto giuridico del tutto ignoto dal punto di vista teorico alla stragrande maggioranza degli italiani e ai loro rappresentanti: i quali tuttavia presto recupereranno lezioni ed esami, imparandone a menadito gli effetti dal punto di vista empirico, vale a dire sulla propria pelle. E non parlo tanto delle continue espropriazioni di ogni genere subite dal meridione del Paese (che notoriamente partono da lontano, come minimo dai tempi della cosiddetta Unità d’Italia, e che continueranno d’ora in poi a ritmi più serrati grazie al minestrone in cottura, sicché i diritti reali dei cittadini varieranno in funzione della residenza anagrafica), quanto piuttosto della mortificazione del ruolo del Parlamento e quindi del dibattito politico, e soprattutto dell’impossibilità pratica di gestire le ventitré materie, e le centinaia di sottocategorie oggetto della prevista “contrattazione tra centro e periferia”: temi che vanno dai rapporti internazionali con l’Unione Europea al commercio con l’estero, dalla tutela e sicurezza del lavoro al governo del territorio, dalla produzione di energia alla salvaguardia della salute, dalla valorizzazione dei beni culturali all’alimentazione, dal sistema tributario all’organizzazione della giustizia di pace, dalle norme per l’istruzione alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Il tutto “a invarianza di bilancio”, vale a dire a saldo zero: che tradotto in soldoni significa senza spendere una lira in più rispetto a prima.
Immaginiamo già sin d’ora la gioia delle regioni più povere pronte, come neoliberismo comanda, alla concorrenza con le regioni che han gettiti fiscali tre/quattro volte superiori, e che dunque per rendere “attrattivi e competitivi” i rispettivi territori, o semplicemente per poter racimolare qualche euro in più per la loro stessa (temporanea) sopravvivenza, consentiranno trivelle, pale eoliche e campi di fotovoltaico in terra in mare e in cielo, accoglieranno a braccia aperte le scorie nucleari di vicini e lontani, creeranno Zes (cioè paradisi fiscali) in favore di cani e porci d’oltre confine (regionale). in compenso aumenteranno le tasse agli indigeni, ridurranno a zero le superstiti tutele ai lavoratori locali in uno con l’introduzione delle gabbie salariali, chiuderanno ospedali appellandosi al loro “riordino” e allungheranno le già chilometriche liste d’attesa, sdemanializzeranno quel che resta dei beni pubblici un tempo inalienabili e imprescrittibili, e inviteranno a nozze i novelli colonizzatori da ogni dove.
Quanto ai Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e, specie nel campo sanitario, ai Lea (livelli essenziali di assistenza), tranquilli: è tutto studiato a tavolino per l’ottima riuscita della suddetta Autotomia. Ma non specifichiamo di cosa.
[Articolo apparso su: il Galatino, anno LVII, n.2, 26 gennaio 2024]
Antonio Mellone
mag282013
Premettiamo che un intero articolo sul servizio liturgico che abbiamo prestato in san Pietro il 12 maggio scorso non ce lo saremmo mai aspettato. Sicuramente è stata un’esperienza per noi molto significativa; d’altra parte con nostra grande sorpresa e – perché no? – piacere, abbiamo potuto apprezzare la lunga cronaca, arricchita da tante digressioni ed evidentemente permeata da grande partecipazione affettiva, che il Dott. Mellone ne ha redatto. Il “piacere” non è legato tanto al fatto di essere apparsi su qualche “prima pagina” o di avervi visto le nostre foto – anzi questo, in verità, ci ha procurato anche un po’ di imbarazzo! –, ma piuttosto dall’aver percepito in questo periodo e in vari modi la vicinanza di molti nostri concittadini e l’orgoglio che – così leggiamo tra le righe – tanti nohani hanno provato nel vederci lì a due passi dal Papa… Come dire: è come se là, accanto a Pietro, ciascuno di voi si è potuto sentire rappresentato dalla nostra discreta presenza. Approfittiamo, quindi, di questa circostanza per esprimere tutta la nostra gratitudine alla Comunità di Noha, che ci ha generati alla fede e ci sta accompagnando in questo cammino di formazione e sequela, per il rispetto, la stima e l’affetto con cui segue i nostri passi e “benedice” le nostre aspirazioni più belle e sante.
Questa “benedizione” del popolo non può che riportarci proprio alla grande figura di Papa Francesco che, con questa richiesta, rivolta alla sua Chiesa di Roma, ha inaugurato il ministero petrino circa due mesi fa. Veniamo, così, a tracciare qualche “pennellata” – sicuramente non esaustiva! – della bella esperienza che abbiamo vissuto il 12 maggio scorso, soprattutto cercando di soddisfare la richiesta rivoltaci di raccontare qualcosa delle impressioni personali e dei “retroscena”.
Abbiamo conosciuto innanzitutto un “mondo”, quello dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, che è fatto sì di rigore e formalità – come l’attento articolista ha notato –, ma anche e soprattutto di grande affabilità e cortesia, disponibilità e simpatia, che l’“imperturbabile” mons. Marini ha manifestato già dal primo istante nei nostri confronti. La sua serietà e precisione nella liturgia si è svelata, sin dalle prime prove liturgiche di Sabato mattina, come spiritualità profonda e attenzione nei confronti di chi come noi, almeno nei primi momenti, si sentiva quasi come un pesce fuor d’acqua. Così, non possiamo negarlo, si è stabilito sin dall’inizio con lui e con la sua équipe di cerimonieri un particolare feeling, che è emerso più volte e in vari modi. Possiamo accertare che al soglio di Pietro, tante volte oggetto di più o meno fondati attacchi e critiche, si respira ancora la fede di chi esercita un ufficio con l’energia ricevuta da Dio (cfr. 1Pt 4,11) e la carità di chi è accogliente, disponibile e attento nei confronti del “forestiero” (cfr. Mt 25,35).
D’altra parte, il momento culminante di questa esperienza è stato ovviamente quello di Domenica mattina. A partire dalle 7,30, quando abbiamo varcato la soglia della Porta del Perugino – proprio accanto alla Domus Sanctae Marthae, dove attualmente alloggia il Santo Padre –, dopo aver ricevuto il rituale saluto da parte della Gendarmeria Vaticana e delle Guardie Svizzere, il livello di emozione e sano timore ha iniziato ad elevarsi. Terminate le ultime prove con il Maestro delle Cerimonie, proprio sotto la Pietà del Michelangelo – che, finalmente, abbiamo potuto contemplare “senza veli”, cioè al di là del vetro che, ormai da molto tempo, la protegge dalla moltitudine dei visitatori –, abbiamo sentito il fatidico “è partito”, pronunciato da uno degli uomini della sicurezza del Sommo Pontefice, che ci ha fatti veramente sussultare di gioia e trepidazione. Tra l’altro, l’emozione era accresciuta dal fatto che avevamo tra le mani i paramenti che il Pontefice avrebbe di lì a poco indossato per la Celebrazione e che, per l’appunto, erano già stati più volte utilizzati dal suo Beato Predecessore Giovanni Paolo II. Ma non è finita qui: l’ultima grande sorpresa è stata sentire, per bocca del gentile Custode del Sacrario apostolico, padre Paolo Benedik, le parole “Ragazzi, lasciate tutti i paramenti e disponetevi in fila: il Santo Padre vi vuole salutare!”; e ancora, davanti al nostro sguardo smarrito e al nostro impaurito esitare: “Ma insomma, il Papa lo volete salutare o no? Lasciate tutto e sistematevi!”. Così, pochi attimi dopo, si è aperta la porticina da cui è venuta fuori una simpatica figura bianca che aveva proprio qualcosa di familiare… E nel frattempo si sentiva flebile la voce di Luigi che diceva: “Giuseppe, il Papa! Il Papa!”, ricambiato dallo sguardo smarrito ed emozionato di Giuseppe stesso. “Bongiorno, me sembra che state aspettando el bus”: finalmente la voce paterna di Francesco risuonava in quella stanza e, per la prima volta dal vivo, nelle nostre orecchie. Così il Papa è passato a salutarci ad uno ad uno, in un cortese scambio di “Grazie, grazie”, che lasciavano trasparire un certo imbarazzo dall’una e dall’altra parte. Poi il Pontefice, in preghiera e profondo raccoglimento, ha indossato, dopo aver tolto dalla tasca cellulare e occhiali, e dopo aver fatto il lavabo rituale, i sacri paramenti. Noi abbiamo approfittato di quei pochi istanti per accostare S.E. Mons. Georg Gänswein, Segretario particolare di Benedetto XVI e Prefetto della Casa Pontificia, che ci ha rassicurato – anch’egli con grande simpatia e affabilità – sulle condizioni di salute del Papa emerito. Ciò che è successo da lì a pochi istanti, dopo l’ingresso mozzafiato in una piazza san Pietro orante e festante, l’avete potuto conoscere dagli schermi TV, per cui non vi tediamo ulteriormente nel racconto.
Inutile dire che questa esperienza ci ha segnati profondamente e si è scritta nel cuore come una delle pagine più belle della nostra vita oltre che, ovviamente, della storia della nostra Arcidiocesi di Otranto, che ha esultato per la Canonizzazione dei suoi Patroni. Non sembri esagerato dire che, nelle parole di incoraggiamento e di congratulazione che ci avete rivolto prima e dopo la Celebrazione, abbiamo quasi potuto sentire l’eco di quelle espressioni di incitamento e affetto che gli stessi Santi Martiri di Otranto si scambiavano tra loro in un’ora certamente più decisiva della vita cristiana. In fondo è la stessa Chiesa che vive, là dove si avverte il calore e l’affetto che, come in una famiglia, ne unisce i membri. Accanto a Pietro, poi, questo legame spirituale e affettivo non può che rinsaldarsi: Ubi Petrus, ibi Ecclesia – Dov’è Pietro, ivi è la Chiesa (Ambrogio, Expositio in Ps. XL, 30). Grazie, allora, della vostra vicinanza e del vostro affetto; e grazie al Signore di averci reso parte di una Chiesa che è così viva e bella.
Luigi D’Amato
Giuseppe Paglialonga
feb122012
Incontro con Antonio Mellone, fondatore de L’Osservatore Nohano
Come è stato il 2011 per la nostra Galatina e qual è la tua speranza per 2012?
Queste le domande fatte al collega Antonio Mellone, direttore de L’Osservatore Nohano.
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Abbiamo deciso di smettere per scelta strategica, pensando che L’Osservatore Nohano avrebbe forse dato più fastidio da morto che da vivo. Ciò detto, ribadisco il fatto che il sito noha.it continua ad essere vivo e vegeto e ricco di contenuti. Anche attraverso questo sito (il discorso vale anche per gli stupendi ed utilissimi siti di Galatina, che consulto ogni giorno) si può riuscire a scorgere nella vita quotidiana locale molti elementi di generalità ed universalità.
Dunque, caro professore Contaldo, qui non parlo che in veste di direttore di me stesso, o - il che è lo stesso - di cittadino. Dovremmo capire una buona volta, cioè, che la vera autorità locale non è il sindaco, o il parroco, o il vescovo, o il direttore della posta o della banca, o l’onorevole di turno, o il direttore di un giornale, o il capo di un partito, o un consigliere comunale o regionale, eccetera eccetera; la massima autorità dovrebbe tornare ad essere il Cittadino (scritto finalmente con la maiuscola) dal quale tutte le (ormai ex) autorità summenzionate dovrebbero sentirsi i dipendenti. Concetto scontato soltanto a parole; un po’ meno nei fatti.
Non c’è unto dal Signore che tenga, né un leader al quale affidare il futuro e noi stessi. La parola leader, si badi bene, è un insulto per il popolo. Non dovremmo aver bisogno di leader o di eroi! Guai seri sarebbero per quel popolo che si affidasse al leader, che poi inevitabilmente si trasforma in padrino locale, anzi in caporale locale. E noi non abbiamo bisogno di caporali, ma di Uomini!
Ognuno è responsabile di se stesso e verso la società. Basta con il velo sugli occhi, con la deferenza, con il servilismo sciocco, con le nebbie dell’incenso, col timore reverenziale, con il belato caprino o ovino, con la paura della verità.
Ma, caro professore, veniamo al dunque, alle risposte, cioè, alla sua domanda sul nuovo anno, sul nuovo che avanza (sperando di non imbatterci nel vecchio che è avanzato). Per questioni di spazio mi limito a guardare avanti più che fare un bilancio dell’anno testé passato, evidenziando cosa mi aspetto e cosa auspico per me e per gli altri concittadini.
Galatina, la più bella terra del mondo, sta attraversando ormai da un decennio una stagnazione politica terribile, che si riflette ovviamente nel campo sociale ed economico. E’ dunque giusto e pio che il Cittadino apra finalmente gli occhi, si svegli dal torpore, diventi parte attiva delle scelte politiche, e, smettendo di essere allergico al nuovo, faccia finalmente piazza pulita - attraverso una X apposta sulla scheda elettorale - di faccendieri, miopi arrivisti, millantatori, navigatori sotterranei conto terzi, malati di logorrea, protagonisti di batracomiomachie e zuffe da pollaio. Qui non si richiede quella corbelleria meglio conosciuta come “ricambio generazionale” (in quanto si può essere giovani a ottant’anni e rincoglioniti a venti), ma, magari, una discontinuità di volti e soprattutto un ricambio di vocabolario. Abbiamo bisogno di una nuova grammatica dello stare insieme, e un nuovo linguaggio che aborra, ad esempio, lemmi della serie: “apparentamento”, “ricaduta elettorale”, “visibilità”, “personalismo”, “vertice di maggioranza”, “poltrona”, “appoggio esterno”, e soprattutto quel luogo comune triviale, anzi quello slogan volgare che è la “politica del fare”…
Detto questo, aggiungo anche che non basterebbero uno o più politici virtuosi per il riscatto di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara. Infatti non sempre succede che un uomo pubblico virtuoso riesca a rendere virtuosa la propria città; ma è certo invece che una città virtuosa sa esprimere sempre uomini politici virtuosi. E i cittadini virtuosi sono quelli che si chiedono cosa possono fare per la comunità e non cosa la comunità possa fare per loro.
Dunque bisogna capire che le parole sono importanti, ed è arrivato il momento di impadronircene. Non si capisce perché ultimamente gli arroganti sono diventati intraprendenti; i buffoni, simpatici; i delinquenti, furbi che sanno stare al mondo; i cinici, intelligenti; né si comprende, per contro, perché gli onesti sono diventati fessi; i coraggiosi, visionari; e gli intransigenti, noiosi moralisti.
Serve un nuovo linguaggio comunitario (e laico) che parli finalmente di tutela del territorio, di risparmio energetico, di micro-generazione di energia, di valorizzazione dei beni culturali, di recupero e riciclo delle risorse, di sviluppo sostenibile e quindi anche di decrescita felice, di ristrutturazione del patrimonio edilizio piuttosto che di cementificazione…
A Galatina serve più aria pura e meno CDR, più libri e meno televisione, più conflitti e meno interessi, più centro antico e meno centri commerciali, più passeggio pedonale e meno auto, più incontri pubblici e meno isolamenti casalinghi, più autoregolamentazione e meno divieti (una cittadinanza culturalmente evoluta, ad esempio, non va in giro nel centro storico - ma anche in periferia - in automobile, quando invece può benissimo andare a piedi o al più in bicicletta, e senza il bisogno di vincoli o proibizioni).
Questo auspico per il nuovo anno. Non so se questo sia chiedere troppo.
Va bene, allora, se concludo dicendo che illudersi è pericoloso, mentre sperare obbligatorio?>>
Virgilio Contaldo
mag312015
L’ultima volta è stata a metà aprile di quest’anno, eravamo a casa di Marcello a festeggiare insieme ad altri amici il sessantesimo genetliaco del padrone di casa (compagno di classe di Roberto).
“Ehi, Roberto comu sciamu?”. “Tocca dicimu sempre boni, Antonio” - mentre mi stringeva forte, come al solito, la sua mano.
Ma sapevamo entrambi che era molto duro resistere contro quel male che sembra non voglia più risparmiare nessuna famiglia di Noha, anzi salentina. Eppure era incredibile l’energia che Roberto metteva in ogni cosa, nonostante tutto.
Io, a dire il vero, ho sperato fino in fondo e fino all’ultimo che ce la facesse: ero, come dire, fiducioso più che nelle cure degli oncologi nel coraggio, nella forza d’animo di quest’uomo e nei “metodi naturali” adottati con determinazione.
Sì, perché Roberto aveva una sua teoria sulla cura del male: “Devi essere più forte tu. Nun hai fare cu te cumanda iddhru. E poi devi mangiare molta verdura, i legumi e gli altri cibi naturali, devi stare sempre in movimento”. E questa, a ben vedere, non è mica una politica strampalata: è risaputo, infatti, che il sistema immunitario risente eccome dell’amore per la vita, e si comporta di conseguenza.
Io penso che se Roberto non avesse lottato così strenuamente, non avesse continuato a coltivare il suo orto, a dare una mano a Pietro in quella che è sempre stata la sua autocarrozzeria, e se non avesse avuto voglia di girare senza sosta alla scoperta delle piccole cose di cui meravigliarsi ancora, di godere delle amicizie, dell’amore di Lucia e dei suoi ragazzi, di partecipare alle manifestazioni organizzate da “I dialoghi di Noha” (l’ultima delle quali al centro Polifunzionale di piazza Menotti non più tardi di giovedì 8 gennaio 2015 avente per tema, guarda un po’, “Le radici del nostro benessere o malessere”, raccontandoci, con la sua presenza, la sua storia) probabilmente ci saremmo dovuti salutare qualche anno fa. Ma ci saremmo persi i suoi insegnamenti, anzi le ultime “lezioni” impartiteci da quest’uomo dalla cattedra più importante che esiste: l’esperienza.
I ricordi ora si accavallano, si rincorrono, s’intrecciano, e io in questo momento non ho la lucidità di descriverli con ordine in queste righe. Ma come si fa a non ricordare qui il suo entusiasmo da bambino mentre con l’aiuto del suo Gianpiero issa con orgoglio il pesante menhir di Noha scoperto da P. Francesco D’Acquarica nel terreno di Santu Totaru? E come non ringraziare Roberto per aver collaborato con Marcello “prestandogli” la sua officina, oltre che la sua consulenza e le sue mani esperte, per la pulizia e la messa a nuovo del marchingegno dell’orologio della torre pubblica di Noha (ora conservato presso le scuole di via degli Astronauti)? E come dimenticare la sua partecipazione attiva alla giornata ecologica di domenica 23 novembre 2014, lui in prima fila in contrada Scorpio insieme agli altri volontari armati di sacchi e di buona volontà pronti a ripulire i bordi delle strade dai rifiuti abbandonati dalla stupidità umana?
Questo era Roberto, una miscela di passione e generosità, attenzione e delicatezza per il suo paese: un vero monumento umano, un novello menhir di Noha.
Pensavo che bel paese è Noha che, nonostante tutto, non si sa bene da dove né come, riesce ancora a partorire degli angeli laici, anzi dei Serafini come il nostro beneamato Roberto.
Dai Roberto, appena arrivi in paradiso organizza un bel convegno, così gli altri ti guardano e imparano come si fa: lì sicuramente saranno più attenti di noi ai beni culturali e alla tutela di madre natura (ché quaggiù, su queste cose, spesso facciamo orecchio da mercante).
Però, per favore, insisti anche con noi. E continua ad insegnarci, anche da lassù, che non importa essere vincenti, ma invincibili. Come lo sei sempre stato tu.
Antonio Mellone
Condoglianze da parte della redazione di questo sito a Lucia, Gianpiero e Graziana, agli altri parenti, agli amici e alla comunità tutta di Noha.
nov252012
Il primo novembre scorso, all’indomani della “Presentazione della nuova circonvallazione Sud-Ovest” che avevo visto (inorridito) su galatina2000.it, ed alla luce delle battaglie portate avanti, tra gli altri, anche da Tonino Baldari sulla salvaguardia dell’antica quercia vallonea che verrebbe tradita da questa “opera” “pubblica” (ci vogliono le virgolette sia su opera e sia su pubblica), invio da Milano (dove mi trovavo per una breve vacanza: non potevo perdermi la mostra su Picasso) il seguente lapidario sms alla Roberta Forte: “Cara Roberta, non dobbiamo salvare solo una quercia, ma ogni centimetro quadrato della nostra terra. Come i rifiuti non si riducono con gli inceneritori ma prima di tutto con minori consumi, e poi con la raccolta differenziata, così il traffico di Galatina non si ridurrà con una circonvallazione ma lasciando a casa le macchine, e usando di più il cervello per muoverci. Io continuerò a lottare ancora per questo. E tu?”
Nel pomeriggio della stessa giornata, mi perviene, sempre sul telefonino (non ho l’i-phone, né bazzico su face-book), la risposta della Roberta: “Io non ho mai smesso, consapevole però che l’obiettivo non si raggiunge premendo il tasto di un telecomando, ed anche che spesso ciò che appare non è quello che sembra, e che bisogna affrontare le cose, analizzarle e trovare le soluzioni”. E poi ancora, saltando da palo in frasca: “Sbaglio o credevi che la ristrutturazione della scuola a Noha fosse un bluff e che la sua chiusura nascondesse chissà quali nefandezze? Io sto imparando ad accordare meno fiducia a quello che mi viene detto, al contrario spero che tu possa iniziare a fidarti appena un po’ di più. E’ un lavoro difficile per entrambi.”
E qui, prima di entrare nel merito della prima parte di questa risposta, vorrei liquidare la seconda (quella a proposito della vecchia scuola elementare di Noha che inizia con “Sbaglio o credevi…”) con un brano della mia replica che suona così: “[…] Per quanto riguarda la scuola di Noha non ho mai pensato a chissà quali nefandezze: è fin troppo evidente la sciatteria con cui s’è lavorato […]”.
Avrei voluto aggiungere che probabilmente la mia interlocutrice non aveva letto una beneamata mazza di tutto ciò che avevo scritto sul sito di Noha, e soprattutto che non avevo “accordato alcuna fiducia a quello che mi viene detto”, anche perché non mi era stato detto proprio nulla, purtroppo. Anzi, ero stato (per mesi, invano) alla disperata ricerca di qualcuno che mi raccontasse più o meno ufficialmente qualche verità sullo stato di fatto della struttura, che, oltre tutto, era sotto gli occhi di tutti, anche dei ciechi, dei sordi, dei plaudenti, dei bendati e degli imbavagliati. Ma lasciamo, per ora, il semi-bluff della vecchia scuola di Noha, e ritorniamo a noi, cioè al tema della circonvallazione di Galatina, ed alla prima parte del messaggio della Roberta, che sembra scritto in politichese puro.
Quando ho letto che “l’obiettivo non si raggiunge premendo il tasto di un telecomando” e che “ciò che appare non è quello che sembra”, e che “bisogna affrontare le cose”, eccetera eccetera, ho capito il dramma umano della nostra vice-sindaco (l’avrei abbracciata): insomma è come se volesse dire, ma, data la sua carica, non potrebbe; è come se fosse costretta ormai dal suo status ad arrampicarsi sugli specchi ed a dare il solito colpo al cerchio alternato da quello alla botte; è come se la sua coscienza fosse portata necessariamente ad accettare le ragioni del potere o della sua poltrona, rinnegando in un minuto-secondo anni di convinzioni. Ma tant’è.
Io mi sarei aspettato una reazione di questo tenore: <<Sono d’accordo con voi, cari compagni di tante lotte. Ora basta: me ne frego del consenso degli altri assessori, dei consiglieri della mia maggioranza (e di quelli dell’opposizione che non si oppone), dei perbenisti di facciata, degli interessati, e dei cementificatori di sogni. Questa circonvallazione è un’emerita stronzata: inutile, dannosa e costosa. E’ un’opera disegnata anni fa, e pertanto anacronistica: sono altre le “strade” da percorrere per il benessere di tutti. E’ davvero un bel peccato cementificare ed asfaltare altri tratti della nostra vita.
Voglio ancora ribadire, miei cari, quello che ho sempre detto in mille altre occasioni: “Stop al consumo di territorio”. La terra è un bene comune, come l’aria, l’acqua, l’energia e la cultura. E va salvaguardata, metro quadro per metro quadro, senza se e senza ma. Questa circonvallazione interna è un pugno nell’occhio alla ragione, al buon senso ed alle pubbliche finanze. Questo n-esimo scempio non s’ha da fare, né oggi né mai. Ci saranno delle penali da pagare in caso d’interruzione dell’opera? Pazienza, si paghino pure: gli esborsi saranno pur sempre inferiori al totale dei costi monetari, e soprattutto a quelli sociali.
Dimettermi? Perché dovrei? Ci mancherebbe altro. Ho preso i voti dei miei concittadini proprio perché le idee di chi mi ha suffragato – che poi sono anche le mie - camminino sulle mie gambe, ed ora dovrei rassegnare le dimissioni? Giammai. Si dimetta piuttosto chi non pensa con la propria testa, ma con il portafoglio o con la logica di breve periodo, che non mi appartiene.
Le ferite al nostro territorio sono irreversibili. E poi l’ho sempre detto, e qui lo ribadisco: la terra è finita>>”
Andiamo in pace.
Antonio Mellone
P.S. Ora non salti in mente a qualche scienziato pazzo (o a qualche politico no-strano) di fare la solita variante in corso d’opera, spostando magari questa circonvallazione verso la terra di Noha. Quell’altra ci mancava.
Nessuno ne ha parlato. Ma è meglio metter le mani avanti: non si sa mai.
mag122013
Non so voi, ma io non riesco proprio a mandar giù il fatto che s’è inaugurata se non in pompa magna, in pompetta (giusto per farci stare zitti per un po’) la ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha da parte dei nostri “preparatissimi e disponibilissimi” rappresentanti locali (sovente guardati con gli occhi che dovevano avere i pastorelli di Fatima davanti alla Madonna) esattamente da:
Ebbene - per chi non se ne fosse ancora accorto a causa di un bel paio di paraocchi che farebbero impallidire quelli dei nostri cavalli - quella bella struttura restaurata è ancora chiusa al pubblico. E sapete perché? Semplice. Perché NON può proprio essere riaperta in mancanza di un collegamento con l’energia elettrica. Oddio, un cavo ce l’hanno pur messo, ma è di soli 10 kwh, e soprattutto è provvisorio, posticcio, un favore, roba, appunto, da cero alla Madonna per grazia ricevuta.
Sì, qualcuno - ormai nel rimpallo delle responsabilità non si sa più chi - avrebbe dovuto prevedere un collegamento Enel di 50 kwh, ma purtroppo, questo non è stato, ed, ora, in mancanza di una cabina in muratura necessaria alla bisogna (da costruire chissà quando: se ce lo facessero sapere gli assessori addetti li ringrazieremmo di cuore) questo non è ancora possibile.
Ed in mancanza di questo, cioè del piccolo dettaglio dell’energia elettrica, tu hai voglia a indire “concorsi di idee per l’affidamento della struttura”: nessuno potrebbe entrarvi ufficialmente proprio per via di questo piccolo particolare, cioè l’assenza della corrente elettrica come previsto dai regolamenti (e senza la quale di fatti nulla si potrebbe architettare in termini di attività di qualsivoglia genere nonostante tutte le idee del mondo).
Di questo passo non ci resta che attendere il disfacimento di questa struttura costata a Pantalone appena 1.300.000 euro (diconsi unmilionetrecentomilaeuro).
Nel frattempo il cuore dei nostri rappresentanti politici di tutte le sfumature inciuciste sembra votato a quel dogma di fede che è il Mega-parco (che vuoi farci: al cuore non si comanda), panacea di tutti i problemi dei collemetesi, dei galatinesi e a quanto pare anche del resto del mondo.
Che almeno ricordino ai loro amici della Pantacom, tra gli svariati fantastiliardi da investire, di accantonare qualche decina di migliaia di euro per l’installazione di una “cabina prefabbricata di trasformazione” per l’allaccio dell’Enel. E ove possibile per la connessione dei loro cervelli.
mar272014
mag272011
L'energia nucleare è presente in natura, Le prime bombe atomiche, del tipo di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki, erano basate sul principio della fissione. Si deve notare che in questo contesto il termine atomico è assolutamente inesatto o almeno inappropriato in quanto i processi coinvolti sono viceversa di tipo nucleare, coinvolgendo i nuclei degli atomi e non gli atomi stessi. Secondo gli ultimi dati noti, le centrali nucleari in funzione in tutto il mondo sono 450. In Europa ci sono 195 centrali nucleari. Quelle più vicine al nostro paese, sono
collocate in Francia a 200km.
L'energia nucleare è data dalla fissione o dalla fusione del nucleo di un atomo. La prima persona che intuì la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo fu lo scienziato Albert Einstein nel 1905. Per ricavare energia dal nucleo dell'atomo esistono due procedimenti opposti:
A parte il rischio di incidenti, il maggiore problema ancora insoluto è costituito dalle scorie radioattive, che rimangono pericolose per migliaia se non milioni di anni.
Le preoccupazioni principali dovute all'uso di energia nucleare per la produzione di elettricità riguardano l'impatto sull'ambiente e la sicurezza delle persone. Il più grave incidente, il disastro di ÄŒernobyl', ha ucciso delle persone, provocato feriti e danneggiato e reso inutilizzabili per decenni grandi estensioni di terra. Si teme che possano ripetersi altri incidenti simili, come accaduto recentemente in Giappone con il Disastro di Fukushima Daiichi. Un altro problema è l'elevata quantità di acqua necessaria per il raffreddamento e l'immissione delle acque calde nei sistemi idrici: ciò in alcuni ecosistemi può causare pericoli per la salute delle forme di vita acquatica, rischi di contaminazione radioattiva nelle fasi di estrazione.
le scorie prodotte dai reattori si mantengono radioattive a lungo nel tempo, fino al caso estremo del Cesio 135 (135Cs) che impiega 2,3 milioni di anni per dimezzare la propria radioattività.
Un altro problema di sicurezza riguarda il pericolo di fughe radioattive non derivanti da guasti interni alla centrale, ma da eventi esterni che possono compromettere la tenuta delle strutture. Un evento climatico catastrofico, quale un tornado o un terremoto di particolare intensità, potrebbero distruggere l'edificio di contenimento, se non adeguatamente dimensionato. In Giappone gli impianti della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, furono danneggiati nel 2007 a seguito di un terremoto di intensità superiore a quello considerato nel progetto e si ebbero rilasci di radioattività nell'ambiente non completamente ed univocamente quantificati (si veda la voce relativa per dettagli).
Le centrali di oggi sono più sicure, è vero, come detto sopra i costi sono aumentati anche per questo. Ma i rischi sono comunque elevatissimi. Non perché sia facile che un incidente catastrofico accada, ma perché ne basta uno per effetti terribili su vaste zone. In Italia come in Giappone la sismicità aumenta i rischi, ma non servono crolli per causare un disastro. In Giappone in questo momento è bastato un malfunzionamento dell'impianto di raffreddamento per provocare il rischio di una fusione del reattore (nuova Chernobil). A volte si sente dire "ma tanto siamo circondati da centrali". E' vero, ma se la centrale di Chernobil fosse esplosa in Italia, gli effetti sul nostro territorio non sarebbero stati uguali. Nelle immediate vicinanze si ha un'area invivibile per generazioni, sulle popolazioni confinanti un aumento esponenziale delle malattie genetiche, di leucemie, tumori... Un incidente in Francia oggi potrebbe anche interessarci, ma gli effetti sul nostro territorio, anche se gravi, non saranno mai come quelli in territorio francese.
Questo discorso vale comunque per incidenti catastrofici. Altra cosa che però in molti non sanno è che gli incidenti meno gravi non sono così rari, ma in giro per il mondo non sono poche le centrali che hanno avuto malfunzionamenti con il conseguente rilascio nell'atmosfera di radiazioni oltre il normale livello di funzionamento.
Sempre in Giappone, a seguito del terremoto di Sendai, nel marzo 2011, una serie di quattro distinti gravi incidenti occorsi presso la centrale nucleare Fukushima I hanno causato il Disastro di Fukushima Daiichi.
L'unico modo per smaltirle ad oggi è interrarle in profondità, ma le aree circostanti avrebbero comunque conseguenze, e non è facile individuare tali luoghi adatti, anche considerato che le scorie devono rimanerci per 1.000.000 di anni... Negli USA ad oggi non hanno costruito neanche un luogo sicuro per confinarle, e attualmente le scorie sono accumulate in decine di stabilimenti sparsi sul territorio nazionale.
I costi privi di una quantificazione monetaria, come ad esempio, i seguenti:
Secondo altri studi l'energia nucleare è economicamente svantaggiosa e gli enormi capitali necessari alla costruzione di un impianto ed alla gestione completa del ciclo del combustibile, non possono mai essere compensati dalla produzione di energia. Il professor Jeffrey R. Paine (Professore di Antropologia presso
l’Università del Massachusetts) ha dichiarato: «L'analisi [...] suggerisce che anche nelle condizioni più ottimistiche (dove i costi sono considerevolmente tagliati ed i redditi salgono notevolmente), le centrali nucleari dell'attuale generazione, nel corso della loro vita, possono arrivare al massimo a coprire i costi». l'impianto raramente funziona a pieno regime, solitamente è sfruttato soltanto in parte (Paine sostiene che il 58% sia la norma) dal momento che alcuni impianti periodicamente devono essere fermati per controlli di sicurezza. Aumentare questa percentuale ci esporrebbe inevitabilmente a un rischio;
la dimostrazione finale e incontestabile della non economicità dell'elettricità da fissione nucleare è che da decenni nessuna azienda privata ha pensato di costruire una nuova centrale, se non dove sussistono ingenti sovvenzioni statali in seguito a una precisa scelta puramente politica (si veda il caso del governo Berlusconi), come per certe fonti rinnovabili (ad esempio il fotovoltaico), che senza contributi statali non avrebbero alcuna convenienza economica.
Nel 2009 si sono avute infatti diverse rinunce da parte di compagnie elettriche: ad esempio, la Mid American Nuclear Energy Co, operante in Idaho, ha rinunciato alla realizzazione dei suoi progetti di espansione del numero di reattori[13]; la AmerenUE, operante in Missouri ed Illinois, ha anch'essa rinunciato alla costruzione di un reattore EPR[14].
Al costo di creazione dell'impianto, manutenzione, produzione elettrica e smantellamento ci sono da aggiungere i costi di smaltimento dei rifiuti. Questi costi sono ancora non chiari visto che non si sono ancora trovate soluzioni definitive operanti per il lungo periodo per le scorie di III categoria (caso differente per quelle di I e II, di cui esistono molti siti di stoccaggio già funzionanti da decenni); infatti sono o in fase di studio o in fase di realizzazione alcuni depositi definitivi, ma nessuno di questi è ancora attivo.
Chiara D'Acquarica
lug152014
Nei giorni scorsi, su uno dei siti più seguiti di Galatina è apparsa una lettera aperta di Onofrio Introna, ex-socialista ora di SEL (il cui acronimo probabilmente starà per Sinistri, Ecomafìa e Levità), nella quale il presidente del consiglio regionale pugliese cercava di ricondurre a più dorotei consigli l’ing. Marco Potì, sindaco di Melendugno, a proposito del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline).
L’Introna, continuando mielosamente ad appellare con il nome di battesimo il sindaco, fiero oppositore al TAP (almeno finora), dopo aver fatto una sviolinata ad “una delle più belle spiagge pugliesi, la vostra San Foca”, inizia a farneticare circa il “ruolo strategico dell’approvvigionamento di gas azero per le famiglie, per le imprese e per il Paese”, trattandosi nientepopodimeno che del “passante di un’infrastruttura capace di assicurarci una notevole autonomia energetica, di sdoganarci dall’oligopolio russo-maghrebino e di calmierare i prezzi”. Sì, come no.
Il cosiddetto rappresentante regionale cita poi un articolo di Lino Patruno della Gazzetta del Mezzogiorno, che francamente non m’era proprio saltato in mente di andare a leggere, data la mia idiosincrasia nei confronti di questo tipo di carta stampata (che sembra vada a braccetto con quell’altro morbido foglio a più veli, altrimenti detto “il nuovo Quotidiano di Lecce”, o qualcosa del genere). E avrei fatto comunque bene, pregno com’è, quel pezzo, di una serie di qualunquistiche scemenze, come ad esempio: “Più che gridare all’eresia e alla scomunica, questo dovrebbero fare tutti i comitati del “no”: valutare caso per caso, in modo che l’eventuale “no” non sia ideologico ma motivato. Cioè più fondato” [credo che sia il Patruno a non aver valutato caso per caso; i comitati No-Tap hanno invece da anni valutato, studiato, approfondito e soprattutto capito il progetto TAP più di quanto non si possa immaginare, grazie anche all’intervento di tecnici, ingegneri, geologi, fisici, avvocati, biologi ed altri professionisti, che hanno redatto migliaia di pagine di report senza compromessi e soprattutto sponsor, “con giudizio e senza pregiudizio”, ndr.]. E poi ancora: “In questo conflitto il Sud resta fermo, non sapendo bene cosa è meglio” [invece, caro Patruno, un certo Sud sa bene cosa sia meglio e cosa peggio; forse – ha ragione - magari non proprio tutto il Sud, come quello dei lettori di certi quotidiani, ndr.]. Ed infine: “Ci si chiede come mai ci sono sindaci che si fanno asfaltare da eolico e fotovoltaico selvaggio, accontentandosi in cambio di elemosine buone comunque a vincere le elezioni” [bè, questo francamente ce lo chiediamo anche noi, ndr.].
Ma lasciamo il Patruno alle sue elucubrazioni, e ritorniamo a Introna. Il quale, chiede ancora a Marco Potì di valutare (positivamente obviously) “la chiara disponibilità offerta dall’amministratore delegato della TAP Giampaolo Russo” [non si sa bene a cosa, questa chiara disponibilità, forse a sponsorizzare finalmente anche la festa patronale di Melendugno, o a elargire qualche altra elemosina, ndr.].
Sentite quest’altro stralcio che sembra scritto più con lingua e saliva che con penna e inchiostro: “L’imminente visita del presidente dell’Azerbaijan potrebbe essere una valida occasione per il Comune di Melendugno, per i comuni vicini, per la Regione Puglia e per l’attivismo del Governo Renzi. [slurp, ndr]. Potrebbe dare all’Italia la possibilità di non voltare le spalle ad una fonte di energia pulita, a bassa incidenza sull’ambiente”. Chiaro? Spalanchiamo le porte al presidente Ilham Aliyev [tipico presidente dittatore: eletto per la prima volta nel 2003 ereditando la leadership del suo defunto padre, ndr.], trattiamo con lui e la sua corte, stringiamo pure accordi economici con l’Azerbaijan [un paese che ha infranto tutte le regole sui diritti civili e dove numerosi oppositori sono finiti in carcere, un paese al 160° posto su 180 per le limitazioni alla libertà di stampa; anche se, con questo giornalismo, manco l’Italia sembra scherzare più di tanto, ndr.] che ci fornirà tanta energia pulita [sic!]. E poi vuoi mettere? Approfittiamo dell’“attivismo di Renzi”, l’uomo della Provvidenza2, che con 80 euro ci sta portando fuori dal baratro.
Non è il caso di continuare a chiosare altri frammenti della lettera intronata (se non altro per non stancare anche il più paziente dei nostri 25 lettori, i quali, con banale processo inferenziale, avranno già colto il succo di tutto il resto delle corbellerie presidenziali).
Ma non possiamo omettere, a mo’ di conclusione di queste note, un paio di considerazioni in merito alla pubblicazione di questa lettera da parte del “giornalista” del frequentatissimo sito galatinese con il titolone <<“TAP, un’occasione da non perdere”>>, con tanto di virgolette. Noi (che non siamo giornalisti ma semplici osservatori) ci permettiamo di sollevare qualche perplessità, intanto in merito alla locuzione-titolo, che, salvo errori od omissioni, non abbiamo rinvenuto nel corpo della lettera, e tuttavia riportata in alto e a caratteri cubitali come si trattasse di discorso diretto [Vuoi vedere che il titolo non è tratto da un dispaccio di agenzia ma dalla viva voce dell’Introna – ascoltata magari in un altoparlante telefonico? Sennò cosa c’entrano quelle virgolette? Ndr]. La seconda chicca sta nella foto a corredo dell’articolo pubblicato in onore del presidente del consiglio regionale pugliese, foto che riproduce l’immagine di un mare limpido, incontaminato, calmo, trasparente, di rara bellezza, ed una costa rocciosa intonsa [insomma di eventuali nefasti effetti del TAP nemmeno l’ombra. E’ proprio il caso di dirlo: da quella fotografia non si capisce né si vede un tubo, ndr]. La terza, forse la più importante, è che su quel famoso sito è comparsa la lettera di Onofrio nostro, ma, guarda un po’, non la pronta risposta di Marco Potì [che invece qui potete trovare di seguito in formato pdf].
Del resto cosa c’era da aspettarsi da certi “giornalisti” “indipendenti” (virgolette a sostantivo e attributo) che, a proposito della nota sponsorizzazione della festa dei SS. Pietro e Paolo, avevano blaterato di “tartassato Comitato festa”, di semplice “aiutino della TAP”, e - in merito al flash-mob del 29 giugno scorso, organizzato dai non-sponsor-tap davanti alla chiesetta di San Paolo – di manifestazione “strumentale e tecnicamente fuori luogo e fuori tempo”? [E, di grazia, quando ed eventualmente dove si sarebbe dovuta tenere codesta manifestazione? A San Foca? O direttamente in Azerbaijan, magari in pieno inverno? ndr]
Ragazzi, con certa “informazione” andrà a finire TAP (Tutto A Puttane).
Antonio Mellone
giu202023
Sarà presentato ufficialmente il prossimo 29 giugno alle 18.30 presso la Lega navale di Gallipoli il progetto Tourism for all realizzato dall’associazione Portatori sani di sorrisi odv. Si tratta di un progetto integrato di turismo accessibile finalizzato a far vivere una vacanza spensierata a coloro che hanno delle difficoltà motorie e sensoriali, ma soprattutto a creare delle relazioni che consentiranno di vivere meglio anche dopo la vacanza.
Tourism for all comprende Felicetta portami al mare, Dinamiko Beach, Dinamiko Village e Access City. Si tratta di quattro progetti distinti ma connessi, accomunati dall’obiettivo di realizzare le migliori condizioni per far vivere dei giorni di spensieratezza agli ospiti ed ai loro familiari, ma anche di far riflettere sul concetto che le barriere si possono superare più facilmente senza i limiti mentali che ci si pone.
Felicetta portami al mare, è l’ultimo progetto di turismo sociale accessibile, la cui presentazione ufficiale è prevista il 29 giugno presso il porto mercantile – Banchina Foranea presso la Lega Navale di Gallipoli. Si tratta di un’imbarcazione completamente attrezzata anche per persone con disabilità che consentirà a tutti di vivere un’esperienza positiva in mare. Il progetto, però, non punta soltanto all’eliminazione delle barriere fisiche delle barche tradizionali, ma soprattutto a creare momenti di incontro, aprendo a delle nuove opportunità di divertimento e sport.
“Felicetta” è la prima imbarcazione accessibile, presente in tutta la costa nel nostro Salento e sarà ormeggiata nei vari porti. È dotata di rampa per consentire l’accesso a chi ha difficoltà motorie e sensoriali, dando l’opportunità di vivere il mare senza barriere e di capire a tutti che a volte " i limiti più ingombranti sono nella testa e che sono superabili”.
“Con Felicetta – afferma il presidente dell’associazione Pierangelo Muci - offriremo finalmente la possibilità di trascorrere una giornata in libertà a chi ogni giorno vive tante difficoltà per poi affrontare con più energia le sfide quotidiane. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sui concetti della “progettazione per tutti” e sull’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, non solo urbane. Vogliamo consentire la socializzazione, creando momenti comuni tra chi ha determinate necessità e chi invece ha la possibilità di soddisfarle. Non si possono sottovalutare gli enormi benefici dell’acqua sul benessere psicofisico di ogni persona, soprattutto per chi ha una disabilità motoria. Sono tantissimi gli studi che ormai confermano che il più grande farmaco gratuito è il MARE”.
Dinamiko Beach, si concretizza con la gestione di un lido in località Sant’Isidoro, riservando un’area demaniale destinata alla balneazione, alla possibilità di far vivere il mare a tutti. La postazione, oltre ad essere dotata di sedie Job e Tuareg per l’accesso al mare in libertà, è fornita di ombrelloni provvisti di sdraio e lettino posti lungo la passerella a ridosso del bagnasciuga. La gestione è curata dai volontari con diligenza, gioia, sorrisi e tanto amore che garantiscono, nel periodo estivo, l’apertura giornaliera dalle ore 9 alle ore 19. Gli utenti possono prenotare gratuitamente l’ombrellone attraverso il sito internet ed eventualmente il taxi sociale se non hanno la possibilità di raggiungere la spiaggia in autonomia.
DinamiKo Village nasce con l’obbiettivo di regalare sette giorni di relax e puro divertimento a tutte quelle famiglie vulnerabili che hanno vissuto una lungodegenza o che vivono una situazione di disabilità in casa, per far riscoprire loro la serenità perduta. Famiglie che spesso non possono neanche permettersi una vacanza e che arrivano da noi tramite una rete di associazioni dislocate in tutta Italia che collaborano con la nostra struttura.
Questo villaggio è il luogo ideale dove la famiglia può mettere da parte ansie e problemi per condividere un programma fatto di emozioni senza fiato! Si trova in una zona centrale del Salento immerso nel verde a pochi chilometri dalla costa.
I nostri ospiti, attraverso il servizio di Taxi sociale, se ne hanno bisogno, o muniti dei mezzi propri, frequentano le meravigliose spiagge salentine, sono impegnati in visite guidate alla scoperta del nostro territorio e la sera tornando al villaggio sono immersi in un’atmosfera magica di giochi, musica, buon cibo e condivisione di esperienze e di emozioni tra gli stessi ospiti e i nostri instancabili volontari.
Quando la malattia irrompe nelle case tutti gli equilibri si sfaldano e i problemi economici sono tra i primi a farsi sentire, il poter fare una vacanza tutti insieme si trasforma in un miraggio.
Access City è, infine, un tour alla scoperta delle più belle città del territorio salentino che gli ospiti possono fare accompagnati dai volontari dell’associazione. Un giro tra bellezze culturali e paesaggistiche, una visita nei borghi antichi, sempre vissuto con inclusione e interazione, attraverso il supporto di guide turistiche del luogo che faranno conoscere i monumenti, le tradizioni, l’arte e la cultura del Salento.
“Noi ci scontriamo quotidianamente con le tante difficoltà legate al mondo della disabilità - conclude Muci - e spesso sul territorio manca proprio la cultura degli spazi e dei luoghi accessibili davvero a tutti.
Siamo vicini a migliaia di famiglie che si rivolgono al nostro centro ascolto per problematiche diverse e spesso affrontiamo momenti di tristezza o disagio, ma vivere la disabilità non è solo questo.
Siamo convinti che dare l'opportunità a tutti di trascorrere momenti di gioia e armonia sia un dovere civile e morale che per chi ha la possibilità di fare per gli altri. Un semplice sorriso ed un particolare sguardo ricevuto sono in grado di riempire il cuore, di far dimenticare i problemi della vita quotidiana, offrendo un momento non solo di svago, ma anche e soprattutto di profonda riflessione morale”.
L'associazione
“Portatori sani di sorrisi ODV” è un'Associazione senza scopo di lucro che nasce nel 2013 da un gruppo di volontari. Essa opera per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, svolgendo principalmente in favore di terzi, le attività di interesse generale di cui all'art. 5 comma 1 del Codice del Terzo Settore.
L´Associazione si occupa di inclusione sociale, di abbattimento di barriere architettoniche, di diritti dei minori e di uguaglianza del genere umano da circa 9 anni.
Uno dei punti cardine della nostra Associazione è l'inclusione sociale di tutti e i progetti posti in essere dai nostri membri vanno ad intervenire dove purtroppo ancora oggi nella società si trovano barriere architettoniche sia fisiche che mentali. Siamo in prima linea per difendere i diritti della persona, dei minori, dei migranti e soprattutto di chi vive in condizioni di disagio, di malattia, di disabilità, dove spesso tali diritti vengono posti a margine o completamente calpestati.
Siamo un gruppo di volontari “clown” uniti da un fine comune: mettersi in gioco, donare sé stessi, con la convinzione che a far del bene, si riceve sempre del bene.
I “Portatori sani di sorrisi ” rappresentano l’emblema dell’allegria, quella pura! Quell’allegria che scaturisce dalla semplicità dei gesti e delle azioni, quell’allegria impagabile e spontanea che trova riscontro ogni giorno nei milioni di sorrisi donati e ricambiati dagli sguardi dei bambini e degli adulti pieni di gioia e di riconoscenza.
La nostra associazione è presente assiduamente nei diversi reparti degli ospedali salentini, si occupa dei bisogni primari delle famiglie, di mobilità sociale, di umanizzazione dei reparti pediatrici, di supporto alla malattia nelle cure lontano da casa, di turismo sociale accessibile e di progetti racchiusi nel nostro Villaggio sociale, il “Dinamiko Village”.
Recentemente l’associazione è stata selezionata tra 14 mila associazioni italiane per far parte del progetto “il gusto unico di donare”, nata dalla sinergia tra Coppa del nonno e 1 Caffè onlus, fondata dall’attore Luca Argentero.
Intervista al presidente e volontario Pierangelo Muci: https://youtu.be/kpM39aXxEgY
Presentazione Dinamiko Village: https://youtu.be/Sa99gpxMh-g
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/search/top?q=portatorisanidisorrisi
Sito web: https://www.portatorisanidisorrisi.it/
Antonio Torretti
set182020
Consiglio Comunale corposo, quello di ieri 17 settembre, con molti punti all’ordine del giorno, quasi tutti di natura finanziaria e con ampi riflessi sulla città e sull’attività amministrativa dell’ente.
Si sono ridotti i debiti comunali liberando risorse finanziare per gli anni futuri, una buona notizia per la città.
La maggioranza in Consiglio ha approvato all’unanimità la proposta per l’estinzione anticipata di mutui sottoscritti negli anni 2000 e 2001 con la Cassa Depositi e Prestiti per un ammontare di oltre € 562.000,00 e destinando oltre € 254.000,00 all’estinzione di altrettanti mutui nel 2021.
Operazione resasi possibile grazie alla vendita di alcuni immobili comunali per un incasso di circa € 816.000,00, la cui parte più corposa è rappresentata dal ricavato sull’ex Carcere Mandamentale (€ 712.120,00).
Merito al Sindaco Amante per aver raggiunto un obiettivo che tanti in precedenza avevano inseguito vanamente.
Approvato un intervento a sostegno delle attività commerciali e dei nuclei familiari più deboli: un aiuto concreto dell’Amministrazione Amante diretto a famiglie e imprese di circa € 300.000,00
Un’attenzione al tessuto economico della città, senza ignorare le istanze di quei nuclei familiari “deboli”, che hanno particolarmente subito le conseguenze economiche del lockdown. Seppur in un contesto finanziario “delicato” dell’ente, complicato ancor più dalle mancate entrate nel periodo Covid-19, l’obiettivo è stato perseguito con forza e determinazione dal Sindaco Amante.
L’approvazione del piano tariffario Tari è da sempre argomento spinoso, ancor più quest’anno con gli uffici finanziari comunali che hanno dovuto districarsi tra le numerose disposizioni dell’ARERA, ente regionale di regolazione e controllo anche in materia di ciclo dei rifiuti urbani, oltre che con le inevitabili complicazioni normative e operative causate dall’emergenza Covid-19.
In sintesi queste le agevolazioni approvate per l’anno 2020:
- confermate le stesse tariffe ai fini TARI approvate per l’anno 2019, escludendo di fatto tutti i maggiori costi conseguenti alla gestione dei rifiuti nel periodo di maggior rischio pandemico;
- riduzione del 35% su base annua della quota variabile della tariffa per le seguenti attività: Cinematografi; Discoteche; Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto, ludoteche, asili; Impianti sportivi, palestre, scuole di danza, centri di fisioterapia; Alberghi; Negozi di abbigliamento, calzature, e altri beni durevoli (ad esclusione di negozi di elettrodomestici, telefonia, accessori elettrici, nonché di prodotti per l’igiene della casa e della persona), librerie, cartolerie, edicole; Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato; Banchi del mercato beni durevoli; Parrucchiere, barbiere, estetista; Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub; Mense, birrerie e hamburgherie; Bar, caffè, pasticcerie; Fiori e piante e pizza al taglio; sale scommesse e da gioco; negozi per animali;
- riduzione del 30% su base annua della quota variabile della tariffa per le seguenti attività: Esposizioni, autosaloni; Campeggi; Uffici ed agenzie, con esclusione di Enti Pubblici e delle società di erogazione di pubblici servizi (gas, energia elettrica etc.); Falegname, idraulico, fabbro, elettricista; Studi odontoiatrici, studi medici specialisti (liberi professionisti) e veterinari; Studi professionali; Carrozzerie, autofficine, elettrauti, banchi di mercato di generi alimentari; Attività industriali con capannoni di produzione e Attività artigianali di produzione beni specifici, a condizione che attestino, anche mediante autocertificazione, di aver sospeso la propria attività;
- riduzione del 25% su base annua della quota variabile della tariffa per le seguenti attività: distributori di carburante, negozi di elettrodomestici, telefonia, accessori elettrici, ferramenta e colori;
- riconoscimento per il 2020, in via sperimentale e straordinaria, del bonus sociale pari ad una riduzione del 25% della tariffa complessiva dovuta in favore delle utenze domestiche economicamente svantaggiate, già identificate con l’ammissione al bonus sociale per disagio economico per la fornitura di energia elettrica, gas e/o del servizio idrico integrato.
Non meno importi gli altri punti all’ordine del giorno portati all’attenzione del Consiglio Comunale e approvati all’unanimità dalla maggioranza, tra i quali:
Vito Albano Tundo
Presidente II Commissione Bilancio, Finanze e Tributi
mar312014
“Sogno o son desto?” – mi son detto nel leggere il titolo delle note stilate dall’assessore Andrea Coccioli, e pubblicate il 27 marzo scorso sul suo sito dall’Albino Campa.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che un assessore si fosse degnato di rispondere per la prima volta nella storia di Noha e di Galatina messe assieme alle domande ed alle istanze stese per iscritto da un cittadino qualsiasi come il sottoscritto (benché non protocollate, codeste petizioni, presso gli uffici comunali come burocrazia vuole), e pubblicate su Noha.it.
Poi, dopo l’iniziale momento di smarrimento, mi son messo a leggere (e rileggere) la famosa “risposta” assessorile, ed ho subito pensato che sant’Albino martire – sempre troppo buono con tutti specialmente con me - stavolta avesse preso, come si dice, coccioli per lanterne (lucciole, vabbè), nel dare quel titolo ad un pezzo che ha tutto il sapore di uno stucchevole comunicato-stampa, ovvero di una enorme ennesima presa per i fondelli. Altro che “risposta all’articolo di Antonio Mellone”.
Sì, perché, al di là del politichese puro (mai chiaro come il sole, ma viscido come il sapone Sole), leggendo certe note ad uno viene il sospetto che sarà per statuto comunale che chi siede a palazzo Orsini o nei suoi dintorni non solo non sappia scrivere ma non sappia nemmeno leggere (in questo caso le mie domande).
Così l’assessore ormai non so più a che si profonde in arzigogoli che iniziano con l’immancabile “Con la presente si comunica che… “ (forse voleva dire assente più che presente).
E continua imperterrito ritenendo probabilmente che noi cavernicoli del 2014 riusciamo a mandar giù tutte le brodaglie scodellateci dal primo venuto: “Dovendo procedere all’allacciamento alla rete di energia elettrica, veniva a tempo debito richiesta ad Enel la fornitura di una potenza di 50 KW a 380 V trifasi, necessaria per le utenze installate nel Centro”.
Cosa significa a tempo debito, assessore? Che la domanda è stata inoltrata nel momento giusto però poi l’Enel ha risposto picche (e in ritardo)? E dunque sarebbe colpa dell’Enel? Non trova che se davvero le richieste fossero state presentate a tempo debito non saremmo forse in questa specie di Truman Show? Mi fa capire gentilmente il suo concetto di tempo debito?
Oppure lei crede che la storia doveva andare così, in modo tale da poter spendere un altro po’ di soldi pubblici visto che oggi come oggi 1.300.000 euro, già spesi, sono bruscolini, bazzecole, briciole, inezie?
Ma poi c’è da chiedersi ancora: se la richiesta, fatta sempre a tempo debito, è andata a finire come è andata a finire, cosa sarebbe successo se fosse stata fatta a tempo indebito o fuori tempo massimo o in un momento inopportuno? Avrebbero staccato la spina a tutta la frazione di Noha?
Ragazzi, questo è il “politichese”: dire tutto per non dir nulla, nascondersi dietro un dito, o cercare di nascondere dietro una cabina elettrica le responsabilità di qualcuno. Risultato? Un’enorme perdita di tempo e un complesso immobiliare pubblico ristrutturato ma rimasto zoppo, inaugurato un paio di volte in pompa magna, e rimasto a metà del guado non si sa per colpa di chi (come le famose autostrade o le circonvallazioni che si interrompono di fronte ad un auditorium).
A volte son fatti così i personaggi in cerca di elettore: se ne escono con l’espressione che non è né carne né pesce, pensando di buttare un po’ di fumo negli occhi dei cittadini (la cui etimologia forse deriva da citti).
Ricapitolando: l’assessore Andrea Coccioli sembra non avere la più pallida idea di chi possa aver responsabilità in questa brutta faccenda; ovvero - delle due l’una - se pur ce l’avesse, non ha il coraggio di dircelo.
Così sembra funzionare la storia italiana. Fanno le cazzate che costano milioni di euro e poi nessuno paga. O meglio paga Pantalone in comode rate attraverso un debito pubblico che, detto tra noi, sta per esplodere (hai voglia ad accorpare comuni, caro Lino).
Non trovate che sarebbe più onesto nei confronti di tutti ammettere che è stata fatta una grande fesseria? Errare è umano. E se uno lo riconoscesse saremmo addirittura pronti a perdonarlo. Ma a quanto pare è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che qualcuno riesca a proferire la locuzione: “Scusate, ho sbagliato”.
In mancanza non mi rimane che ribadire all’assessore Coccioli le mie domande rimaste ancora una volta senza risposta:
1) Non le pare che sia davvero un bel peccato aver speso 1.300.000 euro di soldi pubblici per un’opera “claudicante”, non funzionante in toto, come previsto nel progetto?
2) S’è fatto un’idea di chi possa essere la responsabilità di questa incresciosa grave situazione (onde sarebbe pure giusto, quanto meno, chiedergli se non il lucro cessante almeno il danno emergente)?
3) E, nel caso, potrebbe comunicarcela, questa idea?
Prendo infine atto di quanto scrive l’assessore nell’ultima parte del suo comunicato: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 […]”.
Prendiamolo in parola, almeno su quest’ultima promessa.
Auguriamoci di non dover far attivare dall’Albino, a partire dunque dal mese di settembre 2014, un nuovo contatore-cronografo (come quello inesorabile, già partito da sempre a proposito della ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha).
Sappia, l’assessore Coccioli, che questi cronografi on-line sono tarati sull’orologio atomico di Greenwich. Sono, quindi, precisi, puntuali, perfetti, rigorosi. Nulla a che vedere con l’orologio della pubblica piazza di Noha. Che dall’altro giorno, tanto per cambiare, s’è fermato.
Sarà per l’arrivo dell’ora legale.
feb052016
Basta con gli inutili teatrini di una politica vecchia, legata ancora a ripicche e sceneggiate inconcludenti, finalizzata ad interessi dei singoli.
Già l’annuncio, con largo anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato, della volontà del Sindaco Montagna di non candidarsi alle prossime amministrative, aveva destato delle perplessità e oggi la presunta crisi, nata nella sede del PD il suo partito, su equilibri di potere interni (ma che bella figura!), che giustifica le sue dimissioni, non può che essere vista come un pretesto per lasciare una poltrona ormai divenuta scomoda e prende il sapore di una resa anticipata.
A beneficio dei meno attenti evidenziamo che nell’ultimo consiglio comunale non è venuta meno la maggioranza, tant’è che tutti i provvedimenti sono stati comunque approvati.
Sindaco, è questo il momento delle assunzioni di responsabilità, politiche e personali, per i problemi che la sua Amministarzione ha contribuito a creare e che oggi incombono sulla nostra citta’.
Nei prossimi mesi, tanto per farle alcuni esempi, si dovrà evitare che la Corte dei Conti si stabilizzi in pianta stabile negli uffici comunali, si dovrà risolvere il contenzioso con la CSA che rischia di essere la pietra tombale sulle già disastrate finanze di Galatina, sarà necessario vigilare per tutelare gli interessi dei galatinesi nel fallimento della Fiera del Salento ed in ultimo, ma non certo per ordine di importanza, dobbiamo ricordarle che è in atto un riordino della rete ospedaliera che rischia di declassare illegittimamente l’Ospedale di Galatina ed è dovere Suo e di tutti, maggioranza e minoranza, proferire il massimo impegno ed ogni energia necessaria a difesa della comunità che si ha l’onore e il privilegio di rappresentare.
Lo spirito civico, che ha sempre contraddistinto la nostra azione politica, ci impone di evitare strumentalizzazioni, invitiamo pertanto il Sindaco a chiudere l'incomprensibile siparietto con i consiglieri della sua maggioranza, in particolare del PD, ma se, opportunisticamente, vorrà confermare l’intenzione di “abbandonare la nave” lo faccia velocemente permettendo alla Città di dotarsi, in tempi brevi, di una nuova guida amministrativa forte e determinata, noi siamo pronti.
Trascinare la crisi per poi consegnare la città ancora una volta ad un Commissario Prefettizio sarebbe un ulteriore danno perpetrato alla Città dalla sua Amministrazione.
Galatina in movimento
Galatina altra
novaPolis Galatina
Movimento per il Rione Italia
gen312019
La prima cosa che ho pensato è stata che in questo bel paese siamo all’incirca 4000 abitanti, e che molto probabilmente a portare l’olio esausto presso l’area esterna delle scuole in via Petronio 40 a Noha, saremo all’incirca l’un per cento. Spero di sbagliarmi, ovviamente.
Però, visto lo sforzo che fa chi amministra il territorio per agevolarci nella raccolta differenziata, proprio per evitare di ingolfare Madre Terra con le nostre deiezioni (Dal lat. deiectio -onis, der. ‘gettar giù o fuori’), non capisco come faccia una persona perbene, che porta fino qui il suo rifiuto, e credo che sia già una persona speciale, come faccia, dicevo, ad arrivare fino qui e invece di versare il contenuto nell’apposito contenitore, abbandona qui i suoi rifiuti o addirittura ce li butta dentro pari pari. Non oso pensare cosa facciano quegli altri che non vengono qui e che probabilmente gettano il loro olio sporco nello scarico del lavandino, o magari sotto l’albero di limoni cosi giusto per dargli na bella botta di energia.
Coraggio, ancora un piccolo sforzo, manca poco per arrivare fino al buco.
Marcello D'Acquarica
nov102014
mag212013
Non deve essere facile, di questi tempi, vivere la vita del pubblico rappresentante locale, quella cioè del politico che un’era geologica fa andava sotto il nome di “autorità civile”. E dunque non può che avere tutta la nostra umana comprensione chi è costretto a vivere continuamente con gli occhi bendati, le orecchie tappate, il bavaglio alla bocca, le pinzette stringinaso ben inforcate, i guanti antinfortunistici alle mani, ed altre corazze profilattiche e antidialogo come zanzariere, schermi, scudi, grate, caschi, paraocchi, e creme solari con fattore di protezione totale.
Non si può mica infierire con chi è costretto ad ingoiare rospi, anzi Pantegane (etim. da Pantacom), pur di non far cadere il governo comunale, a non rispondere al telefono, a far finta di non vederti né leggerti, a sgommare imboccando la nuova “utilissima tangenziale interna” di Galatina, a smammare poco prima di esser chiamato in causa, a scalare montagne di specchi, a ripetere salmi responsoriali monotoni e stucchevoli, a stilare elucubrazioni su temi esiziali (come ad esempio quello dei loculi al cimitero)…
Pronto a svignarsela ad ogni richiesta, istanza, domanda, dubbio, rivendicazione il fuggitivo nostrano, assente cronico dalle strade e dalle piazze del paese (a meno dei periodi giubilari altrimenti detti “campagna elettorale” o dei giorni delle solenni processioni patronali) si trova ultimamente anche a far finta di non avere il tempo e soprattutto la voglia di connettersi al nostro sito (e se pure gli dovesse capitare lo farebbe ad ogni dimissione di papa) per leggere ad esempio che a Noha c’è una vecchia scuola elementare ristrutturata dalla A alla V (mancherebbe solo la lettera Z dell’energia elettrica) con una spesa di 1.300.000 euro di soldi pubblici, ma che è ancora chiusa dalla fine dei lavori avvenuta oltre un anno e mezzo fa - sebbene sia stata inaugurata con tanto di taglio del nastro il 1° dicembre 2012, dunque esattamente da:
Ora vorremmo comunicare ai nostri rappresentanti al Comune di Galatina (oltre ai nostri superstiti lettori) che questo contatore rimarrà evidenziato a perenne monito sulla home-page di questo sito fino alla data della seconda e si spera definitiva inaugurazione di questo benedetto Centro Culturale Nohano, o come cavolo si vorrà chiamare.
Questo contatore rimarrà ben visibile fino a quando l’avverbio “ancora” non verrà trasformato in “finalmente”, cioè fino a quando quella bella struttura (diventata suo malgrado una barzelletta - che però non fa ridere) non verrà utilizzata per le finalità per le quali era stata inizialmente progettata e finanziata (o in subordine per altri obiettivi sempre connessi al bene comune). E nella speranza, s’intende, che quella scuola non crolli prima sotto il peso del tempo.
Noi, dal nostro canto, continueremo a fare il nostro dovere di cittadini, cioè pretendere di essere puntualmente informati (c’è chi chiama ‘sta roba “rompere le scatole”, ma tant’è) fino a quando non si otterrà il sacrosanto risultato (che poi è il minimo sindacale) che è quello di vedere attivata una bellissima struttura onde furono spesi (finora invano) preziosi e per definizione scarsi fondi pubblici.
Ci aspettiamo ora un pensiero su questo tema da parte dei nostri rappresentanti di ogni colore (se ne hanno ancora qualcuno: di pensiero o di colore). Ci aggiornino, per favore, sullo stato dell’arte, ci dicano se e cosa intendano fare per risolvere questa vergogna, ci rassicurino, e ove possibile ci stupiscano ancora per i loro pronti riflessi.
Per una volta, almeno questa, i nostri rappresentanti eletti a furor di popolo compiano dei veri e propri atti rivoluzionari, cioè: rispondano direttamente a queste istanze impegnandosi possibilmente in prima persona (tralasciando per un tratto l’imprescindibile tema dei cazzi loro), evitino il topico comunicato-stampa copia-incollato su quel rotolo di carta (a due veli?) che è il Quotidiano di Lecce. E per almeno una volta si scollino da quella calamita (che forse meriterebbe l’accento sull’ultima a) che sono i social network, sui quali – ci riferiscono i bene informati – i Nostri sembrano indulgere scorrazzando ad ogni ora del giorno e della notte come tanti internaufraghi.
feb162011
L'unica vera infrastruttura di cui ha urgentemente bisogno il Grande Salento sono i Grandi Boschi !!!
No ad altro asfalto e cemento:
le infrastrutture vere che più mancano al Grande Salento sono i "Grandi Boschi"!
Mentre alcuni politici parlano nel Grande Salento di altre infrastrutture ridondanti che rischiano di compromettere ancora altro territorio pugliese si leva l'appello preventivo dal mondo ambientalista del Grande Salento per indicare la strada della pacificazione e della crescita vera e virtuosa del territorio!
Contro anche le devastazioni intollerabili degli impianti industriali speculativi d'energia rinnovabile nelle campagne pugliesi: la richiesta perentoria per una mobilitazione e risposta forte dello Stato a repressione e bonifica degli scempi in corso e per la ricostruzione del vitale tessuto connettivo forestale e di naturalità oggi compromesso all’inverosimile e portato al livello massimo storico di degrado, ad un livello tale da costituire un’emergenza nazionale abbisognante del massimo e più urgente intervento risolutore dello Stato!
L'Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste: si RIFORESTI LA PUGLIA!
Il Ministro salentino Raffaele Fitto e il presidente Antonio Gabellone della Provincia di Lecce, e quelli delle Province di Brindisi, Massimo Ferrarese, e di Taranto, Gianni Florido, insieme al Presidente Nichi Vendola della Regione Puglia, si preoccupino dei problemi più gravosi e seri, delle vere infrastrutture vitali che mancano da decenni e decenni al Salento: I GRANDI BOSCHI !
Non altre strade e strade in territori vergini o che consumano altro suolo!
Sì, solo ad interventi infrastrutturali che migliorano infrastrutture esistenti!
Ma non si accetterà mai più il consumo di altro suolo integro, naturale e rurale, per nessuna altra infrastruttura fotocopia e ridondante in tutto il Grande Salento!
E' il Grande Salento l’area con la maggiore percentuale di suolo cementificato ed asfaltato d'Italia, la zona dello Stivale, dell'intera Nazione isole incluse, con la minore percentuale di superficie boschiva.
Un territorio, peraltro, a grave rischio di desertificazione naturale, come segnalato dall'ONU, cui si aggiunge oggi quella artificiale, spaventosa, terrificante, del flagello da fotovoltaico nei campi!
Ed il Grande Salento era invece, fino a non molti decenti or sono, terra di boschi e foreste immense e pittoresche, nel leccese, nel tarantino e nel brindisino!
Se oggi ciò non è più così, se il vitale tessuto connettivo forestale di questa terra è stato depauperato all'inverosimile, non si deve ai cosiddetti "cambiamenti climatici" o a qualche altro effetto naturale, ma solo e soltanto all'azione devastatrice dell'uomo, alla barbarie del fuoco doloso e della scure indiscriminata, all' iper-infrastrutturazione, all'iper-sfruttamento del territorio, alle esigenze voraci dell'industria e dell'industrializzazione selvaggia, alla mala politica, alla speculazione, all'avidità di denaro facile, alla colonizzazione e svendita del Salento!
Questa è un EMERGENZA, e deve essere la priorità politico-amministrativa delle tre province! Del Grande Salento!
La vera prioritaria infrastruttura veramente vitale che manca a noi salentini è quella dei vasti boschi pubblici e privati, della riforestazione del Grande Salento!
L'unica sulla quale nessun cittadino in buona fede o sano di mente avrà mai nulla da eccepirvi contro! Un’infrastruttura la cui ricostruzione, attraverso un massiccio intervento statale, costituisce un fattore strategico di sviluppo e di benessere autentico per il sud della Puglia, nonché una notevole occasione di impiego e lavoro per numerosissimi giovani ed imprese locali.
L'assenza dei naturali boschi nel Grande Salento è causa di dissesto idrogeologico, di cambiamenti microclimatici locali, di diminuzione della fertilità dei suoli, di interruzione di una naturale rigenerazione-purificazione dell'aria dall'inquinamento, di diminuzione della piovosità, di impoverimento della biodiversità (cui l' ONU ha dedicato il trascorso anno 2010!), di crisi del settore zootecnico d’eccellenza e qualità, di scomparsa delle produzioni silvicole, ecc. ecc. E' un danno al paesaggio, all'economia e alla salubrità del territorio salentino inimmaginabile ed inquantificato!
Un “imperativo categorico” irrinunciabile e non più procrastinabile del nostro territorio e della sua gestione ed amministrazione, è quello della "Riforestazione" e "Rinaturalizzazione" con essenze autoctone e reintroduzione delle specie botaniche recentemente scomparse, a seconda dei casi previa “Bonifica” dei luoghi! Un imperativo che, come, con stupore, ognuno di noi può notare, è scomparso dall'agenda politica da decenni, mentre in passato era tra le principali priorità politiche della nostra terra; scomparso dall'agenda di tutti i partiti, scomparso dal mondo dell'informazione; scomparso dalla nostra memoria ... ma gli ambientalisti del Grande Salento non se ne sono dimenticati, ed oggi, contro la famelica antropofaga foga speculativa che domina quasi ogni atto amministrativo e ogni trama partitica, vogliono e chiedono, con forza e determinazione, di riportare nella prima pagina dell'agenda di ogni istituzione territoriale e di ogni partito, che voglia ancora sperare nella “credibilità” agli occhi dei cittadini, il più grande dei bisogni di questa terra: i Grandi Boschi pubblici e l'incentivazione massima dei rimboschimenti dei suoli dei privati!
Oreste Caroppo
Hanno già dato loro adesione:
- Forum Ambiente Salute del Salento- Gruppo apartitico d’azione locale a difesa dell’ambiente - sede centrale in Lecce
- Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadini - sede centrale in Maglie (Le)
- Save Salento - Salviamo il Salento
- Nuova Messapia - sede in Soleto (Le)
- Movimento per La Rinascita del Salento
- Associazione Arneotrek - trekking & outdoor - Salento
- Biomasseria Santa Lucia - Macurano (Lecce)
- I DIALOGHI DI NOHA
dic262006
"Eccovi la terza ed ultima parte della saga del tabacchino di Noha. Con questo pezzo chiudiamo l'anno 2006, che ha visto il nostro sito arricchirsi giorno dopo giorno di storie, racconti, favole, immagini, ed, in parallelo, anche di visite di amici internauti. Vorremmo dire a tutti che siamo appena all'inizio. Il 2007 si aprirà con novità straordinarie. Cliccare per credere! Auguri ai Nohani vicini e lontani, ed a tutti quelli che, in un modo o nell'altro, sono legati a Noha da un sentimento o da un ricordo"
IL TABACCHINO DI NOHA
(terza ed ultima parte)
di
Antonio Mellone
Scorrono i decenni ed il tabacchino di Noha passerà in eredità a Corrado, figlio di Cici che nel frattempo (la moglie Tetta lo seguirà dopo qualche anno) passa a miglior vita.
Bisogna sapere che Corrado era un qualificato tecnico di un’importante multinazionale attiva nel settore della tecnologia per l’energia.
Poliglotta, Corrado era richiestissimo in tutto il mondo per le sue competenze e la sua disponibilità.
In uno dei suoi giri di lavoro intorno al mondo incontra la donna della sua vita: si innamora e sposa la gentile signora Cristina, oriunda di San Paolo del Brasile. Cristina, per amore, lascia la sua terra e si trasferisce a Noha, dove condurrà con successo il tabacchino che era appartenuto per oltre trenta anni ai suoceri.
Con la gestione della signora Cristina il tabacchino di Noha cresce ancora e prospera: da semplice azienda di commercio al dettaglio, il tabacchino di Noha diviene una vera e propria moderna impresa di servizi: il tabacchino diventa ben presto l’attività commerciale di Noha con più clienti in assoluto, con un target di clientela variegato che va dal bambino che vuole la chewing-gum alla casalinga che necessita del sale da cucina, dal sofisticato giocatore del lotto (o Superenalotto o Gratta e Vinci, e via di seguito) all’incallito fumatore, dal lettore di quotidiani al cultore di riviste e periodici specialistici, da chi vuole pagare il bollo dell’auto a chi vuole ricaricare la scheda telefonica.
Anche chi vuole acquistare prodotti oltre l’orario di chiusura può farlo tramite il comodo e funzionale distributore automatico self-service.
Poi, il caro Corrado, dopo lunga malattia, nel pomeriggio di una fredda giornata del febbraio 2005, partì per il suo ultimo viaggio. E la responsabilità dell’azienda passerà a Giuliana, che già da tempo coadiuvava i genitori nell’impresa di famiglia…
Oggi il tabacchino di Noha è gestito da Giuliana e dal suo ragazzo, anzi suo marito dallo scorso mese di luglio, Arndt Paschke, di origini tedesche, come si può intuire dal nome, conosciuto nell’Europa del Nord nel corso di studi universitari.
Anche Arndt, per amore (e quando si fanno le cose per amore non si sbaglia mai!), come un tempo fece Cristina, si trasferisce a Noha, non disdegnando neppure il clima, la cucina, il mare e la magica atmosfera del nostro Salento.
I due ragazzi degnamente, con molta dedizione, conducono la complessa impresa del tabacchino odierno, e sembra proprio che ci sappiano fare con i conti ma soprattutto con le persone, che è la cosa più importante per il successo di qualunque intrapresa. Corrado, che li veglia dal cielo, sarà certamente orgoglioso dei suoi ragazzi.
Il tabacchino si è da poco trasferito all’ombra dell’ottocentesca torre dell’orologio di Noha, nei locali che ospitarono per molti anni il bar di Ninetto, buonanima, locali oggi completamente ristrutturati con gusto ed eleganza. Su una parete ci sembra di aver scorto addirittura il cartello imposto “vietato fumare”: la legge a volte non disdegna gli ossimori…
Ecco: in queste righe abbiamo cercato di ricostruire, crediamo alla men peggio, la storia del tabacchino di Noha, ma soprattutto abbiamo visto come questo esercizio sia sempre stato punto di incontro e di scambio di culture del mondo, un meltin-pot di popoli e lingue che arricchisce, un luogo dove da tempo si parla il brasiliano, il tedesco, l’italiano, e chissà ancora quante altre lingue. Ma soprattutto, the last but not least (è proprio il caso di dirlo!) “lu dialettu de Nove”, il cui lessico prevale ancora su tutti gli altri lemmi e sintassi.
gen312019
Il turno di riposo programmato nel planning federale tra il 20 e il 27 gennaio, per permettere la disputa dei quarti di finale di Coppa Italia alle prime classificate degli otto gironi nazionali di serie B, è servito un po' a tutte le società per una verifica ad ampio respiro di ciò che si è realizzato, in funzione di quanto programmato in estate.
Naturalmente anche in casa EFFICIENZA energia si è tirato un resoconto di questo girone di andata, sia in una ristretta riunione dirigenziale che in un successivo franco colloquio con tecnici ed atleti.
Manca qualcosa in termini di punti e di prestazioni convincenti al gruppo guidato da Giovanni Stomeo, che comincia a trovare una regolarità nel gioco e nei risultati, anche se in alcuni frangenti smarrisce la concentrazione.
Il tredicesimo turno del girone di andata è scivolato via senza sorprese, consolidando il primato di Ottaviano che ha regolato Taranto e con Marcianise, Casarano, Tricase e Massa che non hanno mollato, riconfermandosi tenaci inseguitrici, almeno per la conquista del secondo posto che vale i play off.
La prima giornata del girone di ritorno, che si esaurirà come consuetudine nel fine settimana, offre un interessante incontro (domenica 3 febbraio) tra Tricase e Marcianise, rispettivamente seconda e terza in classifica distanziate di un solo punto. Analogo interesse suscita la gara tra Marigliano e Taranto appaiate a pari punti (25) e con i napoletani desiderosi di cancellare la sconfitta subita contro Massa.
Ne potrà, e dovrà, approfittare di questo scontro diretto Efficienza energia, ospite della Normanna Aversa al PalaTecfi di Giugliano sabato 02 febbraio, cercando continuità di gioco e autostima di gruppo, a fronte di un potenziale che ancora non si è del tutto espresso.
Il risultato pieno contro i ragazzi guidati dall’argentino Facundo Morando, nel rispetto di una squadra rinforzatasi nel mercato invernale con l’innesto dello schiacciatore Ardemio (ex Atripalda) e dell’opposto Fatijon Tasholli (ex Brescia), dovrà essere la priorità e il traguardo di questa trasferta.
Da qui alla fine del torneo ogni gara andrà giocata come se fosse una finale: specchiarsi in una classifica che detta dei valori di alto vertice o di basse posizioni e adeguarsi a risultati derivabili, è riduttivo e non deve essere nelle corde di un gruppo che fa della professionalità una bandiera.
A ranghi completi il gruppo di mister Stomeo affronterà, verosimilmente, la formazione casertana rafforzata dai nuovi acquisti che dovrebbe presentarsi con la diagonale Lomuto-Tasholli, i centrali Diouf e Pappalardo con Vetrano a sostegno, Ardemio e Conte di banda, Mignone libero. Pronti ad essere della partita, il palleggiatore Mastrangelo, l’opposto Mugnolo e il laterale Di Vincenzo.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
mag212019
Torna A CUORE SCALZO, la rassegna estiva di Galatina, con la sua II Edizione e un programma ricco di eventi. La Conferenza Stampa ufficiale si terrà venerdì 31 maggio alle ore 10:00 nella suggestiva cornice del Museo Cavoti.
Parteciperanno il Sindaco della Città di Galatina Marcello Amante, l’Assessore alla Cultura Cristina Dettù e l’Assessore al Turismo Nico Mauro. Saranno presenti il presidente di Arci Lecce Anna Caputo, il presidente di PugliArmonica Graziano Cennamo, e l’ufficio stampa dei Cantieri Teatrali Koreja, Paola Pepe.
Un’estate che, anche quest’anno, è “A Cuore Scalzo”, ma che segue ancora di più il battito che ne accompagna lo spirito. energia e delicatezza di una donna che stringe tra le mani sole e musica. L’estate di Galatina è in questo quadro di passione e leggerezza, in un vortice di emozioni che la bella stagione sa suscitare.
La rassegna estiva di Galatina “A Cuore scalzo” nasce dalla città per la città. Si inaugura per il secondo anno consecutivo una nuova stagione che punta a far diventare Galatina punto nevralgico di una strategia culturale ben definita, che guarda all’intero Salento e a tutta la Puglia. “A Cuore scalzo” si sviluppa tra eventi musicali, letterari, artistici, enogastronomici, tra feste patronali in tutto il territorio e momenti di puro intrattenimento. Una rassegna così concepita non può che coinvolgere i soggetti che conoscono e vivono giorno dopo giorno Galatina, Collemeto, Noha e Santa Barbara, che amano a tal punto la loro terra da colorare di gioia, pensieri, ricordi e sorrisi le sere d’estate.
Grande risalto, anche quest’anno, viene attribuito alla festa dei SS. Pietro e Paolo. Dopo il successo della scorsa edizione, si dedicherà un’intera settimana alla festa, con eventi, mostre e spettacoli incentrati sul culto del tarantismo, ma anche “sull’abito della festa”, quello che Galatina vestirà in quei giorni.
La Città ha una maturità culturale tale da potersi “intrecciare” anche con altre culture, all’apparenza molto lontane da noi, ma che di fatto parlano la stessa lingua.
E poi ancora i libri, la letteratura, la libertà entrano anche quest’anno nel circuito del Salento Book Festival. “Libri, letteratura e liberà: non ci discosteremo mai da queste tre parole e da ciò che muovono – afferma l’assessore alla cultura Cristina Dettù - le porteremo anche nelle calde sere di scirocco, mentre la luna illumina le piazze e i bambini aprono le ali alla loro fantasia. A Cuore Scalzo è quindi carico, pieno di quell’entusiasmo che ha il sapore della bellezza, della storia, della musica che accompagna i nostri passi. “A Cuore scalzo” è un invito a porte aperte per tutti quei turisti che rimangono affascinati dalla semplicità e dallo stile di una città straordinaria com’è Galatina”.
Ufficio Stampa Amante
nov162013
Ci sarebbe molto da elencare a proposito dei danni derivanti dall’obbrobrio rappresentato dal mega-porco fotovoltaico di contrada Roncella (ma il discorso rimane valido anche per tutti gli altri campi trafitti da queste corone di spine, ferro, silicio, e giacché ci siamo anche cemento, che intasano a chiazze vaste aree del Salento).
Questi mali incommensurabili – elenchiamo a caso - vanno dalle variazioni del microclima all’inquinamento elettromagnetico; dall’energia prodotta in eccesso che si disperde in rete al tema dello smaltimento dei pannelli una volta terminato il loro ciclo “vitale”; dalle famose “ricadute occupazionali” pari a zero ai danni all’immagine di un habitat intonso fino a qualche lustro fa; dagli effetti nefasti provocati sulla salute dei salentini a causa del fatto che queste “energie alternative” non hanno fatto altro che aumentare la produzione di energia da combustibili fossili (vedi Cerano) - grazie alla truffa dei cosiddetti “certificati verdi”, come già spiegato altrove - alla sottrazione di terreni all’agricoltura, finiti per definizione; dal depauperamento economico-finanziario della nostra terra considerata dai conquistadores di tutto il mondo come un bancomat da assaltare al lavoro nero, alle mafie, al riciclaggio di rifiuti nascosti in questi “parchi”, al giro di soldi e mazzette e truffe di vario tipo ai danni dello Stato (che ogni giorno stanno intasando la cronaca nera locale, come se già il resto non bastasse)…
Ci sarebbe in effetti molto altro da dire, argomentare, chiosare sul tema. Ma temiamo che i nostri interlocutori vengano colpiti da ictus cerebrale per troppo stress da concentrazione. E quando diciamo “interlocutori” vogliamo includere oltre all’ex-sindaco di Galatina, anche il suo successore e attuale primo cittadino, con tanto di curie e codazzo al seguito (in effetti non c’è soluzione di continuità tra la padella e la brace), ed una marea di concittadini in pantofole, sedotti e abbandonati su comodi divani & divani.
Tutto questo cercavamo di comunicare ai tempi in cui scendevamo in piazza per spiegare ai cittadini a cosa si andava incontro, per raccoglierne le firme di protesta e proposta, per distribuire sacchettini di terra benedetta (benedetta direttamente da Dio, s’intende)…
Ma in quel tempo tanto le “autorità” civili che quelle religiose, non solo mostravano orecchio da mercante non solidarizzando con te e la tua lotta contro gli inganni travestiti da “energie alternative”, ma facevano a gara per far fare il turno di riposo alle rispettive intelligenze. Sicché l’una ti dava della “vittima della calura estiva”; l’altra del “profeta di sventura”. E tu a continuare a combattere contro il vero micidiale spread che purtroppo continuerà ad assillarci per un bel po’: quello culturale.
Panorami di ferro e silicio. Distese enormi di pannelli fotovoltaici entrati per sempre nei paesaggi delle nostre campagne, come novelle cartoline da inviare ai tour-operator del resto del mondo. Specchi riflettenti che affiancano ulivi e fichi d’india, e spesso si sostituiscono ad essi, mangiandosi la terra rossa e l’orizzonte. E noi altri, nel mentre ammiriamo queste prospettive, dobbiamo pure ricordarci ogni bimestre di pagare la bolletta, il dazio ai signori dell’“energia alternativa” che vengono da lontano.
Salento, mare, sole e vento sono ormai una leggenda, una fola, un luogo comune, una corbelleria. E solo chi credeva nelle favole poteva pensare che questa fosse la realtà.
La verità, invece, brilla della sua stessa perspicuità. Sicché il resto della storia è oggi espresso da un altro slogan un po’ meno ipocrita e più empirico: Salento, male, fole e cemento. Il tutto avvolto dalla tormenta infinita (come quella del V canto dell’Inferno dantesco) prodotta stavolta dal vento sinistro degli insipienti e degli ottusi.
feb102019
Non era questa la gara da cui trarre risorse per la classifica, con un pronostico chiuso a favore dei campani, ma esprimersi al meglio per il prosieguo del campionato era quanto meno obbligatorio: e così è stato.
Cuore e carica agonistica erano sul parquet, con Musardo e Iaccarino a scaricare l’adrenalina con esternazioni vocali da lottatori di Judo, tifo e passione smodata sugli spalti con continui supporti sonori ad incoraggiare i propri beniamini.
Gli ingredienti c’erano tutti, però poi bisognava fare i conti un avversario che girava a mille con sincronismi da orologio, sì qualche sbavatura, ma anche potenti attacchi, grandi difese e percentuali realizzative di contrattacco a sfiorare il 60% contro il 22% dei locali.
Pronti via e le due formazioni si presentano con i seguenti sestetti: gli ospiti partono in P1, con Scialò in diagonale ad Antonio Libraro, Bonina ed Enrico Libraro a completare la prima linea, Guancia e Giacobelli rispettivamente in posto cinque e sei, Ardito il libero.
Mister Stomeo risponde con Zonno in P6 avendo in opposizione Buracci e con Durante e Iaccarino gli altri guastatori; in seconda linea si posizionano Musardo e Lotito con Pierri a surrogare i centrali.
Scialò mette a segno i primi punti ed Enrico Libraro non gli è da meno aprendo il primo break importante per i suoi (5-11),poi Iaccarino , Lotito e Buracci replicano (12-17) ma la risposta della capolista mantiene inalterato il vantaggio(18-23). Cambia poco con le sostituzioni di Petrosino per Durante e di Persichino per Buracci : un doppio errore dei blucelesti chiude il set a vantaggio dell’Ottaviano(20-25).
Il piglio dei padroni di casa nel secondo set è più deciso: la ricezione lievità in positività, ne beneficia Zonno che chiama ripetutamente i due centrali Musardo e Iaccarino a cecchinare i loro dirimpettai Bonina e Giacobelli, considerata la miglior coppia del campionato.
Si apre per Efficienza energia un break favorevole di 5 punti (11-6) prima che Enrico Libraro e Scialò operino il sorpasso sul 12-13. Lotito e Musardo rispondono con efficacia (19-20) alle realizzazioni degli attaccanti napoletani, teleguidati da un Antonio Libraro che ha nei suoi ricettori, ed in Ardito in particolare, delle certezze monumentali. Poi la chiusura è dell’opposto campano con Lotito ultimo a mollare (20-25).
Ininfluente il cambio sul 19-24 di Calò per Zonno.
Il terzo set si complica per Efficienza energia quando su un attacco di Lotito, Guancia sale a muro e ricade, invadendo, sulla caviglia del laterale galatinese procurandogli una distorsione. Interruzione di gioco (siamo sul 2-3), prime cure ed abbandono del campo per il martello locale, sostituito dal giovane Petrosino.
Lo spirito di corpo moltiplica le forze a capitan Buracci e compagni e alimenta certezze negli avversari che commettono qualche errore di troppo. Bonina porta i suoi sul 9-13, Scialò e Libraro contengono (18-20) un Musardo esplosivo che terminerà con un 62% di attacchi messi a segno, supportato da un Ciccio Calò positivo anche in difesa.
Sfrutta il suo secondo time-out mister Stomeo, ma un muro di Giacobelli ed un attacco di Enrico Libraro portano a quattro i punti per la capolista. Persichino prende il posto di Durante, Buracci ed un errore di Scialò dimezzano lo scarto, quindi una diagonale precisa ed un ace del giovane Lorenzo ci portano sul 23-23 complice un rosso esposto a Guancia per ripetute proteste.
Il successivo servizio di Persichino, carico di emotività, termina fuori ed Enrico Libraro chiude la gara con un potente diagonale.
Prestazione generosa degli uomini di mister Stomeo, non indenni da una sterilità di attacco contenuta dai muri possenti di Giacobelli e Libraro e da una ricezione non sempre all’altezza, ma in compenso giocata con determinazione e senza remora alcuna.
E’ l’infortunio subito da Lotito che preoccupa la dirigenza, per quella che sarà l’assenza del forte del giocatore nell’economia della squadra. Gli accertamenti strumentali dei prossimi giorni forniranno un quadro più preciso sulle condizioni fisiche dell’atleta e sui tempi per il recupero.
L’augurio per Marco da parte di tutti ,tifosi, atleti e società è quello di una pronta guarigione.
TABELLINO
EFFICIENZA energia GALATINA -GIS OTTAVIANO 0-3 (20-25,20-25,23-25)
GIS OTTAVIANO: E.Libraro 21, Scialò 18, A. Libraro 5, Guancia 8,Bonina 6,Giacobelli 8, Ardito(L) 44%, 28%, Ndrecaj,Lucarelli(ne),D’Alessandro(ne),Bianco(ne),Ammirati(ne),Giuliano(L),
Valla(ne), Settembre(ne). All. Gennaro Libraro
EFFICIENZA energia GALATINA: Apollonio(ne),Musardo 10,Iaccarino 6,Durante 3,Calò,Rossetti(ne),Pierri(L) 36%,21%,Persichino 2, Lotito 9,Zonno 1,Petrosino,Buracci 8.
All.Giovanni Stomeo Ass. Antonio Bray
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
dic182013
Sotto le ali protettrici dell’aquila imperiale, a bighellonare sui gradini di pietra fra il marciapiede e l’ingresso alla vecchia torre, c’erano quasi sempre i figli di Luigi, l’impiegato comunale. Oltre a occuparsi dell’anagrafe di Noha, fra un certificato e l’altro, aiutava i suoi concittadini a districarsi nella contorta burocrazia amministrativa, e fra una croce e l’altra, apponeva sigilli e timbri manco fosse il primo tesoriere del re. Data la vicinanza di quell’altra Casa Comune che era la chiesa, si dedicava anche all’apertura e chiusura del Tempio. Qui svolgeva funzioni di animatore dell’Azione Cattolica, di autista dell’Arciprete, di accompagnatore ufficiale di tutte le cariche istituzionali che venivano in visita a Noha (cioè nessuno, tranne la guardia campestre e il predicatore delle 4 settimane di Avvento, che essendo solitamente un frate con il saio e i sandali, se ne veniva da solo). A tempo perso ripuliva la rastrelliera portacandele del Sacro Cuore dai moccoli di cera sciolta. Si occupava del giardino della chiesa, annunciava i bandi per i concorsi pubblici, nominava i suoi aiutanti nel periodo delle elezioni, si occupava degli addobbi natalizi, della gita di pasquetta, dell’organizzazione dei funerali, della composizione delle salme, dei dati anagrafici da far scrivere con lo smalto nero sulle lapidi di marmo. Della vita e della morte, della gioia e del dolore. In qualche modo, quell’uomo era la forza motrice del tempo che grazie all’orologio, marcava il destino stesso dei nohani. Insomma, via lui, c’era il rischio che si fermasse il mondo. Si occupava, ovviamente, anche della manutenzione della macchina dell’orologio. S’affacciò dal balcone del municipio, sulla cui ringhiera sovrastava imperioso il vecchio scudo delle tre torri, e con aria perentoria comandò ai figli di salire. C’era da dare la carica all’orologio. La vecchia macchina era un vero gioiello di meccanica, però non bisognava mai lasciargli seccare le boccole, né dimenticarsi dei pesi che la gravità trascinava irrimediabilmente giù. I due fratelli, stufi di fare quel lavoro un giorno si ed uno no, vedendomi passare mi chiesero se avessi voglia di aiutarli. Ci inerpicammo così in cima alla torre come dei caprioli. Arrancavo le scale mezze a chiocciola e mezze dritte menando manate a destra e manca sul bianco sporco delle pareti, con la paura di essere morsicato da qualche tarantola. Mi guardavo intorno affascinato dall’odore antico di quell’antro. Sbirciando qua e là in ogni anfratto buio delle nicchie che disordinatamente apparivano sulla vecchia parete, sognavo già di antichi tesori e battaglie da cui uscire vincitori. Quell’avvitarsi stretto intorno al nulla non finiva mai e mi girava la testa, sembrava la scala della cupola del Duomo dove si andava a suonare a mano i batacchi del campanone. Quasi in cima, davanti a noi chiudevano il vano della macchina due ante sporche di calce e ben ricamate dal tarlo. Le aprimmo tramite un vecchio ferro, sgangherato come la dentiera semovente di mio nonno. Davanti a noi c’era la macchina e sotto di essa si apriva l’infinito. Un precipizio scuro attraversato a tratti da fendenti che il sole infilava nei fori delle mura. Il fratello più vecchio diede inizio al rito delle 48 ore infilando la manovella nel primo verricello. Tanto sarebbe durata la carica di quella molla. Girando si tirava su un contrappeso in pietra leccese, agganciato alla fune d’acciaio che man mano si raccoglieva nel suo albero arrotolandosi come un serpente. Le corde erano due, una per muovere le ore e una per le campane. La fatica di sollevare quel masso di pietra, era immane per le nostre fragili braccia. Ma diventava così una prova di forza, come lo stringere le corna del toro, alle giostre del luna Park. L’odore sudaticcio delle nostre giovani carni saturava l’aria di quell’antro che sembrava essere la porta del purgatorio, dove l’angelo alato senza testa che imperava sulla facciata esterna, segnava con i suoi rintocchi il tempo rimasto.
Il rumore provocato dall’aggrovigliarsi del verricello, quel dradradrà-dradradrà- dradradrà metallico e cadenzato che provocava ogni scatto del fermo a molla sulla ruota dentata del meccanismo, ci affascinava. Dradradrà…sembrava il rombo di quei motori a basso numeri di giri dei moto-carri, che rincorrevamo per le strade di Noha. A tratti pareva una melodia, a tratti l’inquietante eco di case deflagrate e corpi straziati. Immerso così in quei pensieri, mi sembrò per un attimo di essere in una situazione del tutto nuova, o vecchia, nel senso di già vista. Eccomi quindi, attorniato da un corteo di tecnici del Comune giunti a Noha per fare una valutazione dell’eventuale ristrutturazione della casa. Cosa che in realtà sarebbe accaduta molti anni dopo. Al seguito dell’ingegnere, c’erano: il geometra, l’assessore di turno, un impiegato tuttofare e due operai, e per chiudere l’elenco, affianco a me, una strana sagoma di cui non identificavo null’altro che l’essenza, forse la paura che fosse l’ennesima presa in giro, oppure del politico di turno. La storia della ristrutturazione di quella torre durerà in eterno, tanto che morirò e rinascerò per la seconda volta, ma non sarà mai finita. Mala politica e buon senso non sono le mammelle di una stessa mucca. Allora che si può fare se a lottare hai davanti le pale di un mulino a vento? La visita alla torre dell’orologio durò tutta la mattina, ma la vista di quell’antro vuoto, dove per decenni aveva palpitato la macchina del tempo, mi turbò profondamente. Al suo posto una miserabile scatoletta bianca da cui fuoriuscivano non più corde e verricelli ma due smunti e banalissimi cavi elettrici che avrebbero dovuto trasportare l’energia per dire a tutti che forse non stavano più vivendo.
Marcello D’Acquarica
nov142013
A proposito di campi di concentramento di impianti fotovoltaici nohani volevo cogliere l’occasione per ricordare, nel loro terzo anniversario, le storiche parole dell’ex-sindaco di Galatina Giancarlo Coluccia pronunciate nel corso di un intervista apparsa on-line anche su questo sito il 2 settembre 2010, conversazione davanti a telecamera e microfono, condotta dal bravo Tommaso Moscara. Che davvero non so come faccia a non scoppiare in fragorose risate in faccia all’interlocutore di turno, rimanendo invece imperturbabile di fronte alle scemenze propinategli dai politici di ieri e di oggi, inclusi gli americani e i Russi. Ma questa è un’altra storia.
Il per fortuna ex-sindaco di Galatina, a proposito del fotovoltaico, riuscì in quell’intervista da manuale a concentrare in poche ma sintatticamente malferme parole un incredibile numero di baggianate.
Dopo aver premesso che probabilmente la calura estiva poteva aver annebbiato la mente a qualcuno (inclusa certamente anche quella del sottoscritto) che s’era permesso addirittura di lottare insieme ad altri contro l’invasione dei pannelli in mezzo alla campagna, dopo essersi retoricamente chiesto se noi fossimo o meno per le energie alternative, e dopo aver aggiunto che comunque la sua amministrazione non aveva alcuna responsabilità in merito al fotovoltaico, il Giancarlo nostrano si è esibito in sperticati numeri da trapezista che neanche al circo Orfei. Se si fosse fermato alle prime elucubrazioni forse avrebbe fatto miglior figura. Ma i salti mortali evidentemente provocano in certi folkloristici personaggi una qualche forma, come dire, di ebbrezza.
Così continuava a blaterare il nostro pervicace e per grazia di Dio ex-sindaco: “…Se andiamo a vedere quei terreni, sono terreni impervi, dove prima andavano a pascolare i greggi. Non sono terreni effettivamente dalla grande produzione agricola. Fermo restando che dovranno essere come da statuto piantumati nel loro perimetro in maniera da risultare quanto meno impattanti”. E così via di questo passo.
Chiaro? Il sindaco e la sua giunta non ne erano i responsabili. Ma se dobbiamo dirla tutta, di fatto, almeno politicamente un pizzico lo erano, eccome. Questo si evince dagli atteggiamenti e dalle parole. Il sindaco sembrava quasi rammaricarsi per non essere stato lui, ma altri, a dare l’imprimatur a codesto impianto di “energia alternativa”. Del resto nessun esponente dell’allora maggioranza (e a dire il vero anche della sedicente opposizione) sembrava non dico avversare ma almeno batter ciglio contro lo scempio dei nostri campi occupati dall’invasore. Anzi! Visto che i “terreni sono impervi” e non “dalla grande produzione agricola” tutto sommato – così si arguisce – si poteva pure fare il megaparco di pannelli in contrada Roncella. E così sia.
Chi va a dire al poveretto che anche “i terreni impervi, dove prima andavano a pascolare i greggi” sono fondamentali per la biodiversità vegetale ed animale? Che la fotosintesi clorofilliana non è solo quella delle “grandi produzioni agricole” ma anche quella delle erbe spontanee, molte delle quali edule, e dei “pascoli per i greggi”? Che per quanto si possa “piantumare” con siepi perimetrali un parco fotovoltaico di quella estensione, il disastro rimane nei secoli dei secoli? E che eventuali siepi anche fitte sarebbero niente altro che il classico tappeto sotto il quale nascondere la polvere? E che la siepe del parco nohano, fatta tra l’altro con alcuni ulivi già secchi, è semplicemente ridicola?
Chi va a spiegare a questi mostri di intelligenza che per un piatto di lenticchie anzi di briciole, oltretutto una tantum, gentilmente concesse dai nostri conquistadores, non si può svendere la nostra primogenitura e che, dunque, non sono sufficienti “la ristrutturazione del canile di Galatina” ed “il rifacimento della villetta Fedele in via Soleto” per indennizzarci della perdita del panorama, del futuro, della faccia, della dignità, della bellezza e, non ultimo, dei soldi (che tra l’altro, a quanto pare, imboccano la strada per la Germania direttamente da contrada Roncella senza manco transitare da Galatina)?
Chi va a spiegare a chi si rifiuta di capire persino l’ovvio che questa non è assolutamente “energia alternativa”?
E’ “alternativa” (oltre che rinnovabile) quell’energia che compensa la minor produzione di corrente elettrica prodotta ad esempio da fonti fossili come petrolio, gas e carbone. Il che non è. Abbiamo cercato di dire, ridire e ricordare minuziosamente almeno un milione di volte che questi impianti fotovoltaici danno ai titolari il diritto di ottenere i cosiddetti “certificati verdi”. Cosa sono? Ma sicuramente l’ennesima truffa, in quanto si tratta di veri e propri permessi di inquinare, liberamente negoziabili a prezzi di mercato. I suddetti attestati, dunque, vengono venduti, tra gli altri, anche e soprattutto alle centrali di produzione di energia tradizionale, che a loro volta, grazie a questi permessi di inquinare, possono addirittura aumentare e non ridurre la produzione di corrente da fonti non rinnovabili. Altro che “energia alternativa”.
La centrale di Cerano, per dire, nonostante la Puglia sia ormai completamente ricoperta da pannelli fotovoltaici (e tra poco anche da pale eoliche: non ci facciamo mancare niente) non ha ridotto di un solo kw la sua produzione, anzi l’ha addirittura aumentata. Con quali conseguenze? Ma ovviamente con maggiori emissioni di fumi, anidride carbonica, gas di scarico ed altre schifezze che arrivano anche da noi grazie a quel “gasdotto” naturale che è la tramontana. A questo si aggiungano le autoproduzioni salentine di diossina e miasmi ed esalazioni varie provenienti dai camini di certi altiforni svettanti intorno a noi come la torre Eiffel ed il quadro è completo.
Poi uno si chiede come mai nel leccese, e a Galatina e dintorni in particolare, si muore molto di più che in altri luoghi per neoplasie, mesoteliomi, e cancro all’apparato respiratorio.
Infine, come far comprendere a questi signori, per i quali sembra che la logica sia un’allergia, il concetto basilare per cui non serve una centrale da un milione di kw ma un milione di utenti che mettono in rete un kw ciascuno? Dunque l’energia solare va benissimo, ci mancherebbe altro; ma in impianti di micro-generazione energetica e non in mega-impianti in mezzo alla campagna, anche se piena di cozzi, impervia, o morfologicamente assimilabile ad una pseudo-steppa. E’ così difficile da comprendere questa roba? Questi signori hanno mai preso in mano un libro, che so io, di un Jeremy Rifkin, ammesso che conoscano il professore e le sue ricerche scientifiche?
Anzi, formuliamo meglio: hanno mai preso in mano un libro (che non sia, per favore, il tomo-panettone di Bruno Vespa)?
feb252014
Meno male che almeno qualche politico risponde alle lettere che pubblichiamo su questo sito. Peccato però che nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta dei destinatari delle missive, anche se non disperiamo che prima o poi qualche anima pia con responsabilità di governo da noi interpellata con tanto di nome e cognome si faccia viva in qualche modo anche su questo sito. Non fosse altro che per bon ton istituzionale, o semplice, diciamo così, buona creanza.
Stavolta – ma invero non è la prima - ha dato qualche segnale di vita il consigliere comunale Carlo Gervasi della cosiddetta opposizione. Il quale dopo aver scritto a mo’ di commento in calce alla nostra lettera di qualche giorno fa quanto segue: “Credo che ci sia poco da chiedere all'assessore Coccioli perché il giorno della inaugurazione farsa ad Antonio Mellone spiegai come stavano le cose in merito alla mancata "progettazione" della cabina elettrica”, aggiunge: “Mellone conosce anche per merito di chi fu consentita la provvisoria fornitura di energia elettrica che a tutt'oggi è ancora quella del cantiere. Farò una interrogazione in consiglio comunale non più per conoscere la causa del ritardo ma per sapere quali saranno i costi dell'opera. .........!!!!????[sic]”.
Al netto dei puntini di sospensione, dei punti esclamativi e dei punti interrogativi, posto che il sottoscritto ignora “per merito di chi fu consentita la provvisoria fornitura di energia elettrica che a tutt’oggi è ancora quella del cantiere”, atteso che il fatto non sia di fondamentale importanza (vuoi vedere ora che il merito sia proprio del mio interlocutore?) sembra che Carlo Gervasi trascuri in questo lapidario intervento il concetto, questo sì imprescindibile, di responsabilità.
Perché, caro consigliere, non vuole lei conoscere la causa e soprattutto il responsabile di questo ritardo, che, salvo errori od omissioni, si sta protraendo? E se li dovesse già conoscere, perché non ne declina le generalità, chiedendo al Comune di promuovere una qualsiasi forma di azione di responsabilità e dunque di risarcimento? Non dovrebbe esistere, anche nella pubblica amministrazione, il principio per il quale chi sbaglia dovrebbe in qualche modo pagare, indennizzando la collettività? Oppure, visto che si tratta dei soldi di Pantalone, con il solito pragmatismo di maniera (che tanti danni ha procurato alle casse degli enti pubblici), è meglio tacere, sopire, troncare, far finta di nulla e cercare di salvare il salvabile? Ma che modo di ragionare è codesto?
Detto questo, dobbiamo riconoscere a Carlo Gervasi una certa prontezza di riflessi nel presentare al Sindaco una bella interrogazione “parlamentare”, nella quale, più o meno, chiede al primo cittadino quanto noi abbiamo a nostra volta chiesto all’assessore Coccioli (sperando che almeno questa volta qualche risposta ci sia).
Questa interrogazione campeggia a tutta pagina su Galatina.it con un bel titolo a caratteri cubitali: “Vecchia scuola elementare di Noha – Sindaco, qual’è la situazione?” (con tanto di apostrofo tra “qual” ed “è”).
Peccato che, oltre al normale copia-incolla (si fosse limitato a questo, tutto sarebbe filato liscio come l’olio) il consigliere opponente ci ha messo del suo aggiungendo di voler conoscere “in quale modalità la stessa venga attualmente usata ed eventualmente da chi”. Ma santo cielo, per conoscere questa cosa arcinota a cani e porci (basta interrogare il sito di Noha) non c’è bisogno di formulare una domanda in carta da bollo o scalare una montagna.
Basta solo saper leggere. Senza nemmeno il bisogno di saper scrivere.
mar012018
Chi l’avrebbe mai detto che nel corso di questa esilarante campagna elettorale la bandiera No-Tap avrebbe messo d’accordo quasi tutte le cosiddette forze politiche in Diciamo competizione (prodromica delle prossime venture grandi intese).
Da un lato abbiamo addirittura il proletario Berlusconi (già presidente-partigiano, nonché presidente-operaio) che si mette a sciogliere inni e canti a favore di chi si oppone a un’opera “anacronistica e devastante” [il cavaliere decaduto parla appunto di Tap e non anche, per dire, del Ponte sullo Stretto che invece sembra essere la soluzione di tutti i mali d’Italia e soprattutto di Sicilia - tipo il Traffico di Johnny Stecchino, ndr.]; dall’altro lato (della stessa medaglia), nientepopodimeno che Mr. D’Alema, leader Massimo di Leu (acronimo di Lies Easily Uploads: bugie facilmente scaricabili), il quale, in compagnia dei suoi novelli ineffabili cortigiani in lista (d’attesa), è diventato d’emblée così convintamente No-Tap, che al confronto Gianluca Maggiore sarebbe un consulente marketing della multinazionale di ‘sto gas (ovvero uno dei tanti troll a costo zero per perorarne la causa).
A volte mi vengono dei dubbi atroci, e mi chiedo: Ma se tutti sono contro questa Tap, vuoi vedere che alla fin fine la Tap l’ho voluta io (magari a mia insaputa)?
In tutto codesto partitico fervore No-Tap, del PD (acrostico sempre più asintotico a quello di una imprecazione blasfema) nemmeno un’alzata di spalle. Meglio far finta di nulla, e parlare d’altro. Sissignore, il tema Tap è un vero tabù: vietato addirittura farne cenno nei comizi. Troppo rischioso. La cosa fa perdere consensi. Sicché non conviene mica svegliare il can che dorme (anzi, i cani, al plurale - ce ne stanno a bizzeffe). Preferibile inserirlo nel Programma, tanto chi lo legge.
E in effetti, nel programma di questo Participio Passato, dopo le solite palle sul “cambiamento di paradigma” (quale?), sull’“Accordo di Parigi sul clima” (Oh, Paris, Paris), sulla “cessazione di produzione di energia elettrica da carbone nel 2025” (campa cavallo), sullo “Svi-lup-po So-ste-ni-bi-le” (in sigla SS), su “qualità e bellezza [che] sono alla base della nostra economia”, sull’“azione di penetrazione delle rinnovabili” (chissà cosa intenderanno precisamente per penetrazione), e sul fatto che “l’unico sviluppo possibile passa dalla tutela e valorizzazione dell’ambiente” (che geni, che idee inedite), ecco che viene fuori la vera indole del cosiddetto pensiero piddiota: “Due rimangono gli obiettivi principali: ridurre i prezzi dell’elettricità, rispetto alla media UE, e azzerare il differenziale di prezzo all’ingrosso tra il gas italiano e quello del Nord Europa. Per il gas, che riveste un ruolo importante nella fase di transizione, sarà importante migliorare le infrastrutture di interconnessione accrescendo nel contempo la sicurezza degli approvvigionamenti. Occorre rendere veramente competitivo il mercato elettrico e del gas, dando piena attuazione a quanto previsto dalla recente legge sulla concorrenza, con un consumatore consapevole in grado di operare in un mercato trasparente e di facile accessibilità, anche grazie alla standardizzazione delle offerte e alla comparabilità dei prezzi, con una regolamentazione tesa a far sì che la maggiore concorrenzialità si traduca in una vera riduzione delle tariffe”. [sic].
Insomma tutto e il contrario di tutto, espresso in forma così bisbetica, capziosa e inintelligibile che i poeti ermetici al confronto sarebbero dei principianti. Non so voi, ma io, nel leggere questi periodi d’un fiato, in mancanza di brevetto in apnea (diurna), ho rischiato seriamente l’ipossia.
Ma torniamo alle larghe intese di Destra, Centro-Destra e Centro [chiedete a Nanni Moretti se D’Alema ha mai proferito qualcosa di Sinistra, ndr.] per rivolgere un pensiero deferente alla Lega (specialmente ai deputati Bizzotto, Fontana, Borghezio, ecc.), a Forza Italia (nelle persone di Gardini, La Via, Pogliese, ecc.), al PD (con i vari Picierno, Bonafè, Kyenge, Cozzolino, Soru, nonché l’ineffabile Paolo De Castro, già Ministro delle Politiche Agricole, e molti altri) e ovviamente a Liberi e Uguali (tipo Panzeri e Zanonato: liberi chissà da cosa e uguali a chissà chi), per ricordare che giusto qualche giorno fa al Parlamento Europeo tutti insieme appassionatamente questi signori largo-intendenti hanno votato contro un emendamento che bocciava il finanziamento a Tap di 1,5 miliardi di euro da parte della BEI (Banca Europea degli Investimenti).
Risultato: un bell’OK alla distruzione della Puglia e del senso dello Stato con i soldi nostri. Sissignore, per quanti sforzi facciamo di certi politici non riusciremo mai a pensare abbastanza male.
Di questo passo, anche stavolta seggio per loro farà rima con peggio per noi.
Antonio Mellone
ott022019
Vola la LIBELLULA TRICASE nel week end pallavolistico dedicato alla memoria di Fernando Panico, regolando al sabato la BCC Leverano di serie A3 e nella finale di domenica un’EFFICIENZA energia GALATINA apparsa non al meglio della condizione fisica in alcuni elementi.
La finale inaspettata tra le due compagini che si misureranno con analoghi propositi di vertice nel prossimo campionato di serie B, è figlia di indiscusse vittorie rispettivamente contro Leverano ed Alessano scese in campo al gran completo.
L’apertura del XIV Memorial “Fernando Panico” infatti è spettata alla BCC Leverano che ha battagliato per cinque set con la LIBELLULA Tricase cedendo al tie-break per 10-15. Nella seconda gara i padroni di casa di Efficienza energia hanno concesso un solo set ,il terzo, al sestetto di mister Bramato per poi chiudere l’incontro ai vantaggi( 26-24) con un 3-1 gratificante.
Nella finalina domenicale tra le due compagini di serie A3, è stato il sestetto dell’Aurispa Alessano ad imporsi per 2-0 sul gruppo di mister Zecca, che probabilmente è ancora nella fase iniziale di scarico avendo accusato una tenuta fisica non ottimale.
Il successo del gruppo guidato dal tecnico Marano nella finale contro Galatina è stato limpido: in bilico solo nei primi due set, vinti uno per parte (27-29 e 25-22), è scivolato poi in un crescendo nel terzo parziale, convenuto tra le parti di chiuderlo a 25, arrivando alla vittoria col punteggio di 25-18.
Utili indicazioni sapranno trarre i rispettivi allenatori da queste gare che hanno offerto delle buone trame di gioco suscitando consensi ed applausi da parte del pubblico galatinese, notoriamente di “bocca buona”.
La cerimonia di chiusura, aperta da un breve ricordo della figura di Fernando da parte del Comitato Promotore dell’evento, ha visto autorità sportive e politiche premiare il corpo arbitrale e i rappresentanti delle società del Leverano, Alessano, Tricase e Galatina con una targa ricordo.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
SBV OLIMPIA GALATINA
ott192014
Gentile Assessore Andrea Coccioli, permette una domanda?
Cosa voleva dire esattamente con le seguenti parole apparse in un comunicato a sua firma pubblicato su questo sito il 23 marzo 2014: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando quindi i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 e comunque non appena approvato il Bilancio di Previsione 2014”?
Scusi se osiamo ancora una volta scomodarla per chiederle, appunto, lumi sull’argomento. Ma sa, siccome “tra giugno e settembre 2014”, e giacché ci siamo anche ottobre inoltrato, della famosa luce non s’è vista nemmeno l’ombra, sarebbe appena il caso che ci desse qualche ragguaglio in merito ad eventuali ritardi o ripensamenti (questo, s’intende, a condizione che nel frattempo la famosa cabina elettrica non sia stata realizzata a nostra insaputa).
Per chi si fosse sintonizzato solo oggi su questo canale o dovesse essergli sfuggita questa inezia, volevo ricordare che a Noha esattamente da s’è festeggiata la fine dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha ubicata in piazza Ciro Menotti, scordandosi però - come richiesto (purtroppo non dai progettisti) - l’allaccio alla rete elettrica sufficiente a far funzionare gli apparati acquistati e montati nell’edificio, come ad esempio l’impianto di riscaldamento e climatizzazione, l’ascensore, e, tanto per aggiungere danno al peccato originale, anche l’impianto di pannelli fotovoltaici montato sulla terrazza della scuola per la produzione di energia elettrica. Sembra che manchi una cabina elettrica in muratura, funzionale al richiesto collegamento - che probabilmente non rientrava nel budget dei famosi 1.300.000 euro di soldi pubblici (bazzecole) così pragmaticamente spesi.
Ancora oggi – salvo errori od omissioni - la struttura nohana, a cantieri ormai chiusi, dispone dunque di un “allaccio di cantiere” idoneo appena appena ad evitare ai poveri fruitori di quei locali di dovervi accedere a lume di candela o con l’ausilio di una lanterna a petrolio, come quelle che ormai si trovano solo nei mercatini dell’antiquariato.
Più volte su questo sito abbiamo ricordato l’annoso problema di quel sito scolastico, così come abbiamo chiesto informazioni, rivolto istanze, formulato domande (anche se non in carta da bollo) che l’assessore Coccioli s’è guardato bene dal leggere (o almeno dal far finta di). Tanto è vero che, non so se per compassione o per abrasione, s’è messo a stilare in politichese puro uno dei classici comunicati-stampa palazzorsiniani, che tutto riportava men che le risposte ai nostri interrogativi. A noi non rimaneva che prenderne atto e soprattutto per buona l’unica promessa formulata con le parole: “attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014”, con la speranza che non si trattasse di annuncite cronica, di cui purtroppo (o per fortuna) sono affetti troppi cosiddetti governanti italioti.
Forse l’assessore sperava che noi altri, in tutt’altre faccende affaccendati, ci scordassimo delle sue promesse. Invece no. Siamo qui imperterriti a chiedergliene conto.
Gentile Assessore, nel suo comunicato in conclusione scriveva ancora: “Infine, in merito alla richiesta su impianto fotovoltaico e precisamente se sia stato previsto il ristoro dell’energia prodotta, si comunica che a seguito dell’allacciamento definitivo alla rete elettrica si usufruirà del cosiddetto meccanismo dello scambio sul posto che porterà benefici economici per un periodo di 30 anni”.
Bene Assessore, saprebbe dirci precisamente a partire da quando si potrà usufruire di codesti benefici economici? Cioè a partire da quale giorno inizieranno a decorrere questi (ulteriori) 30 anni?
Però per favore, almeno stavolta, ce lo scriva in maniera chiara, senza tanti arzigogoli, circonlocuzioni, perifrasi politiche, e soprattutto senza l’utilizzo del topico linguaggio torbido, viscido, untuoso. Siamo su Noha.it, mica su gelatina.it.
ott152012
C’è pure chi s’è scocciato di leggere questi fastidiosi articoli che hanno per tema un problema irrisolto (quello della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata ma anche no), piuttosto che nausearsi del fatto che sono stati spesi (finora indarno) unmilionetrecentomilaeuro per risistemare un “contenitore” di aria fritta. Anzi di aria calda e fredda, rispettivamente d’estate e d’inverno, visto che non funzionando l’aria condizionata per mancanza di energia elettrica, la vecchia scuola elementare di Noha, riportata al suo antico splendore – si fa per dire – si trova nello stato adatto per godere di quello che si definisce clima continentale. Sì, siamo fatti così, noi altri. Ci dà fastidio il tono, o il semitono, utilizzato nel vergare un articolo, ma senza entrare nel merito; guardiamo alla pagliuzza ma ci scordiamo della trave, non cogliendo il senso del dramma, dell’isolamento, dello scoramento, della sciatteria di cui siamo vittime sacrificali.
Se questo qualcuno, preferendo la rinuncia piuttosto che la denuncia, s’è rotto le scatole, lasci perdere, non legga punto questi ghirigori di parole al vento, e pensi ad altro, si concentri sul suo orticello, guardi pure le corbellerie televisive, e pensi al mondo che lo circonda solo quando a questo dovesse capitare di passare per caso dal tinello di casa sua.
C’è pure chi ci dice che siamo (oltretutto) sarcastici, senza indicarci esattamente dove e come. Noi non crediamo che i nostri interventi siano sarcastici: non è mai stata nostra intenzione “demolire gli altri”, ci mancherebbe altro (e se qualcuno si fosse sentito offeso, sappia questo qualcuno che non è mai stata nostra intenzione). Noi siamo alla ricerca di pietre da lanciare nello stagno (per smuovere le acque) e non abbiamo mai mirato alla testa di alcuno.
Ora vorremmo invece chiederci sommessamente: perché mai la libertà di espressione dovrebbe diventare libertà di applauso? Perché non criticare (per provocarne una reazione: che non arriva) anche chi si è sostenuto e si vorrebbe continuare a sostenere?
Qualcun altro ci ha anche saggiamente consigliato di “lasciarli lavorare” (gli addetti ai lavori, s’intende). Ma noi ne saremmo ben lieti, ci mancherebbe altro, se questi “tecnici” (a volte soltanto teorici) s’impegnassero solo un po’ di più, dandocene possibilmente l’impressione, o il semplice sentore.
In questo caso però ci sorge il dubbio che dietro il silenzio degli indecenti il nulla nulleggi. E poi questo benedetto “lasciateli lavorare” l’abbiamo sentito molte altre volte, soprattutto nella prima parte degli ultimi diciassette anni, allorché un cavaliere “mascarato”, sì, l’uomo della provvidenza, l’uomo del fare (che non ha mai voluto rendere conto del “come”), quello con i capelli disegnati, s’aggrappò al potere (e ad un paio di cosette di forma più o meno sferica) per farsi i fatti suoi. E ora noi, dopo questa bella e pluriennale esperienza, dovremmo ancora una volta atterrare l’occhio ed il muso, tacendo, per “lasciar lavorare” chi probabilmente non sa nemmeno da dove partire?
Si mettano l’anima in pace, politici e codazzi nostrani: noi non cadremo nell’errore di chi per “lasciar lavorare” chi non ne ha né intenzione né idee né voglia, si munisce di auto-bavaglio.
C’è chi dice che non ce ne vada bene una. Noi non sappiamo se ce ne vada bene (o meno) una o due o mille cose. Sta di fatto che non ci va proprio giù il fatto che si buttino al vento i nostri soldi, i soldi pubblici scarsi per definizione. Ci piacerebbe sapere se c’è qualcuno che invece sia contento del fatto che la scuola sia restaurata da circa un anno, ma rimanga chiusa per ferie (di cervelli). C’è forse qualcuno che si sia già rassegnato all’idea che quella scuola elementare di Noha non entri in funzione né ora né mai? O che ci entri pure, ma a ranghi ridotti, come se fosse figlia di un dio minore? Perché a Noha, in nome del pragmatismo, dobbiamo sempre accontentarci del second best anziché dell’optimum? Perché accontentarci come al solito delle cose fatte “così e così” anziché di quelle fatte a regola d’arte? Perché ripiegare, rinunciare per forza di cose all’obiettivo massimo ricorrendo ad espedienti, come quello dei 10 kwh anziché dei 50 dovuti? Di chi è la responsabilità di questo stato di fatto?
Bè, noi siamo abituati a chieder ragione delle cose, e non ci rassegniamo facilmente accettando tutto passivamente.
In mancanza di una stampa degna di quest’alta funzione, in mancanza di giornalisti dalla schiena dritta (ed in presenza, invece, di pseudo-giornalisti cerimonieri), noi continueremo a fare i cani da guardia attraverso quello che viene chiamato citizen journalism: che è quello che non deve “lasciar lavorare nessuno”, nel senso che deve pungolare tutti, restando sempre e comunque all’opposizione (graduata, si capisce, sulle caratteristiche dei governi locali o nazionali di turno), cercando di avere sempre un atteggiamento fiducioso, certamente, e tuttavia pur sempre guardingo, critico, e diffidente caso per caso.
Noi non taceremo, e ci dichiariamo sin d’ora pronti a cambiare opinione di fronte a fatti nuovi e, ci si augura, risolutivi.
Nel frattempo ci dicano pure che siamo dalla parte del torto (ma senza dimostrare chi sarebbe dalla parte della ragione o del diritto, e perchè). E ci diano pure degli anti-politici. Ce ne faremo una ragione.
Antonio Mellone
giu062014
“E’ un pazzo scatenato”. “Ma chi glielo fa fare”. “Non ce la farà mai”. “Qui a Noha non si può far niente”. “Crede nelle favole”.
Sono queste ed altre carinerie del genere che avranno fatto fischiare (ma poi non più di tanto) le orecchie a Dino Coluccia per via di quella sua bislacca idea di dar luogo (e a Noha!) ad una festa, che dico, uno spettacolo incredibile, una fiera inedita, un triduo di arte e bellezza che non ha uguali in tutto il Mezzogiorno d’Italia.
E forse sono stati proprio codesti pregiudizi la benzina sul fuoco della determinazione di Dino e della sua lucida follia: i “no”, cioè, l’han fatto andare avanti per la sua strada se possibile con ancor più risolutezza ed energia.
Ma in questo trafiletto non mi va di parlare delle tristi comari capaci soltanto di ciarlare dietro le persiane delle loro porte & finestre perennemente chiuse: qui vorrei invece enfatizzare il fatto che se si vuol raggiungere un obiettivo non ci son santi che tengano, fossero anche le peggiori congetture dei prestigiatori di pettegolezzi (che per fortuna si sfaldano sotto la ruggine di anticaglie vecchie, seppur luccicanti al colpo di una ripulita che ha la durata di un giorno), o fossero persino le più imbizzarrite condizioni meteo degli ultimi dieci anni (come purtroppo è stato il corso di questa primavera monsonica).
I risultati, a dispetto dei detrattori di turno, si son visti e sono stati strabilianti: Noha si è trasformata per tre giorni consecutivi in una piccola Siviglia, la città spagnola nota per la sua “Feria de Abril”, che dura invece una settimana intera (ergo in proporzione la feria de Noha ha tenuto testa, se non di gran lunga battuto, quella della famosa città andalusa).
“E quante cose stiamo imparando!” mi diceva a questo proposito quell’altro visionario che risponde al nome di Giuseppe Cisotta.
Sì, Dino Coluccia ci ha insegnato molte cose con questo Equestrian Show: come per esempio il valore della collaborazione, l’importanza della lotta, l’umiltà scientifica, l’ascolto degli altri, la passione per le cose belle, lo spirito di abnegazione di molti amici nohani. Ma soprattutto il fatto che è con i sogni e con l’utopia che si cambia il mondo.
Antonio Mellone
ott282013
Se diamo uno sguardo ai beni culturali di Noha, e se dimostriamo appena un pizzico di sensibilità nei confronti del nostro patrimonio storico-artistico, non possiamo evitare di chiederci perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia è costretta a fare l’ingloriosa fine che è sotto gli occhi di tutti (inclusi i ciechi, gli orbi ed i bendati).
Non è un mistero doloroso il fatto che la torre con ponte levatoio, sì, quella medievale vecchia di sette secoli, si mantenga in piedi ormai quasi per quotidiano miracolo (ed i miracoli, si sa, non si ripetono all’infinito); che il palazzo baronale, meglio noto come il castello, ormai senza più anima viva al suo interno dopo la dipartita degli ultimi inquilini, stia andando incontro al suo inesorabile accartocciamento post-muffa; che il frantoio ipogeo ridotto a poco più che una cloaca a cielo chiuso verrà a breve attraversato da un bel canalone della fognatura bianca (una in più o una in meno, cosa cambia); che l’orologio svettante nella pubblica piazza è da quasi un decennio il più fermo del mondo in assoluto (roba da guiness dei primati: dove per primati stavolta bisogna intendere le scimmie); che le casiceddhre che ormai in tanti vengono a vedere anche da fuori paese (invece chi del posto dovrebbe appena alzare lo sguardo sembra affetto o da cataratta cronica o da cefalea letargica, nonostante la possibilità di accedere a prezzo di costo a numerosi antidoti farmacologici) si sta sfarinando per colpa del cancro della pietra leccese (e soprattutto per colpa di quello culturale che distrugge i residui neuroni degli umanoidi nostrani), mentre il grazioso campanile in miniatura è già venuto a mancare all’affetto dei suoi cari appena qualche mese addietro; che l’affascinante misteriosa casa rossa, la casa pedreira nohana, ha finalmente un motivo di attrazione in più dato alla luce di recente da una betoniera trovatasi per caso nelle sue immediate adiacenze: una neonata altèra casa bianca presidenziale.
Antonio Mellone
gen282019
Non proteggiamo le persone, i bambini, le donne e gli uomini che scappano dalle atrocità della Libia, di un’Africa che in alcune zone è un vero e proprio incubo. La gente scappa per trovare una vita migliore per sé e per i propri figli.
E noi che facciamo? Non li facciamo sbarcare. Li facciamo stare in mare in balia delle onde, ad aspettare cosa?
Loro non capiscono perchè. Si chiedono perchè l’Europa non li vuole, Dobbiamo subito farli sbarcare, rifocillare, dare assistenza medica, umanitaria e poi chiedere con forza a tutti i paesi che formano questo favoloso continente di accogliere i migranti. Questo dobbiamo fare. Giocare a fare gli sceriffi del Mediterraneo non ci fa onore come uomini e come popolo italiano. Da sempre l’Italia è stato un crocevia di popoli, di esperienza multiculturali. In questo periodo storico i nostri figli e i figli dei nostri figli dovrebbero ricordarci come gli italiani che hanno salvato migliaia di persone, ci dovrebbero riconoscere come quelli che hanno dato un accesso al grande continente europeo, a tante persone che bussano alle nostre porte. Bussano sempre più forte e non smetteranno perché l’Africa non è un altro continente, ma è un pezzo del nostro pianeta che ora grida aiuto. E noi abbiamo il dovere umano di aiutarli, di renderci disponibili a rispondere ed amplificare la loro voce nelle stanze della politica europea, nelle città europee, nelle piazze europee. Lo dobbiamo ai nostri fratelli africani. Ogni uomo, ogni bambino africano, ogni donna africana che bussa alle nostre porte è un’iniezione di energia per il nostro popolo, per la nostra Italia, per la nostra comunità europea. Ogni giovane uomo, donna, bambino africano fa parte del nostro futuro. Fanno parte della nostra vita. Fanno parte del nostro futuro. Un gran bel futuro di integrazione, solidarietà e pace. La forza del futuro di una nazione passa dalla forza delle persone che abitano il suo territorio, dalla forza delle persone che vi lavorano, che vi crescono i propri figli e che vi invecchiano. C’è una grande energia che viene dall’Africa e che potrebbe essere una preziosa risorsa per la nostra nazione, e noi li respingiamo. Tutto questo mi sembra una follia, una grande aberrazione nazionale. Ma cosa stiamo aspettando a gridare la nostra contrarietà alle azioni di questo governo che grida PORTI CHIUSI. Stiamo stroncando il futuro dei nostri fratelli africani e il nostro. Siamo complici di una serie di decisioni disumane che i nostri figli e i figli dei nostri figli non ci perdoneranno.
Andrea Coccioli
Segretario Circolo PD Galatina
feb032018
E niente. Volevo occuparmi un po’ di questa esilarante campagna elettorale con tanti partiti (molti voce del verbo) e altrettanti candidati che son tutto un programma; invece, visto che quasi nessuno dei diversamente politici aspiranti al soglio ne parla dal palco dei comizi, o se lo fa riesce persino a perorarne la causa benché finga di opporvisi (o perché in mala fede o perché non ne sa nulla o perché non ha mai capito una beata mazza), mi vedo costretto ancora una volta a discettare di TAP, il tubo del “gas che non inquina” [sissignore, per i pro-tap evidentemente il gas è energia rinnovabile e pulita, e la sua combustione è tutta salute: emette ossigeno, o al massimo vapore acqueo, e niente o punto anidride carbonica, ossidi di azoto e particelle varie. Sarà che per “diversificare le fonti” – strategia che va tanto di moda - Tap andrà a prendere il gas anche da Medjugorje].
E poi vuoi mettere? L’area PRT (cioè il terminale di ricezione di ‘sto gas) è a impatto zero (altro che azero): infatti, si tratta soltanto di distruggere altri 12 ettari di campagna melendugnese (ma sì, che vuoi che siano 12 ettari in più o 12 ettari in meno), il che è esattamente in linea con la famosa “vocazione turistica del territorio”, tutto teso ad accogliere villeggianti e escursionisti con grandi strade a quattro corsie, enormi centri commerciali, villaggi artificiali a gogo, magari colati nel bel mezzo di foreste di alberi di ulivi secolari (da divellere senza indugio con la scusa della Xylella, e da sostituire magari con piantine low-cost che vorrebbero tanto assomigliare a degli ulivi: peccato che siano come cespugli, necessitino di un mare d’acqua dolce, durino al massimo un paio di decenni, e l’olio che se ne ricava è buono per il tagliando periodico dell’auto).
Che poi tutto il cucuzzaro Tap, l’area PRT, la struttura, i tubi, le valvole, gli sfiati, le cancellate, i muri, i canali, le condotte, le linee, eccetera, abbiano una durata media di 50 anni, al termine dei quali, quando verrà chiuso (se mai venisse aperto) il rubinetto del gas, tutto verrà abbandonato in loco e buonanotte ai suonatori, è un dettaglio di secondaria importanza: “chi vuol esser lieto sia, del doman non c’è certezza” (anzi c’è, purtroppo).
Tap dice nei suoi comunicati tanto cari ad allocchi e troll che “sul territorio saranno visibili soltanto la Valvola di Intercettazione [immaginate quanto cavolo sarà alta o lunga o larga o grossa questa benedetta Valvola di Intercettazione per essere “visibile” – volevano dire “impattante”, scusateli] e il Terminale di Ricezione (PRT). Quest’ultimo – è sempre Tap che parla – interesserà un totale di circa 12 ettari”. Di questi 12 ettari, però, “4000 metri quadrati [immaginate un’area pari a quella occupata da 40 case da 100 metri quadrati cadauna] saranno occupati da edifici, in un’area agricola senza presenza di altri edifici” [eh, sì, c’è sempre una prima volta]. Però “TAP ha progettato il Terminale con un piano architettonico che prevede che la struttura si integri nel territorio, rivestendo interamente gli edifici del terminale con la tipica pietra leccese. La struttura dunque si sposerà con la morfologia del paesaggio circostante” [sic].
Ma com’è che non ci avevo pensato prima. Per “sposare il tutto con la morfologia del paesaggio circostante” è sufficiente dunque rivestire edifici, discariche, capannoni, ciminiere, eco-resort, villette, ponti, strade, Twiga, porti turistici, alberghi sulla costa, e altra merda del genere, con la tipica pietra leccese e tutto sembrerà, ahimè, autentico Salento.
Probabilmente insegneranno questi principi al (non ridete) Corso di Preparazione per l’Esame di Guida Turistica firmato Tap che inizierà il prossimo 20 febbraio. E chissà se, quando parleranno di “ambiente naturale tipico”, non faranno riferimento all’unica campagna che certi tizi hanno in mente. Quella elettorale.
Antonio Mellone
mag062017
In effetti questa storia del “voto Tizio perché è una brava persona” provoca anche a me una forma di evirazione per forza di gravità: ovvero, come potrebbe più prosaicamente dirsi, mi fa cascare le palle.
Nel mese di aprile su galatina.it Lorenzo Candido, un ragazzo di Galatina ora studente di Giurisprudenza in quel di Roma, con una lettera aperta di alto profilo chiedeva alla comunità tutta un pizzico “di passione incondizionata verso la Politica”.
Così continuava Lorenzo nella sua missiva: “Abbiamo bisogno di dire che la nostra città va difesa ad ogni costo. La nostra città deve essere protetta da ogni abuso, da ogni sberla, anche da quella più velata. Abbiamo bisogno di urlare che lo stupro di questa terra è un crimine. Abbiamo il dovere di combattere la mentalità, fin troppo radicata, del culto della persona. […] Bisogna guardarsi allo specchio e dire: sì, la mafia esiste e ora la distruggiamo”. E infine: “Galatina deve vedere, deve sentire, deve parlare. L’omertà e la passività declinate in ogni ambito ammaccano la democrazia”. Insomma, un vero e proprio programma politico.
Uno pensava (sperava) di poter leggere con la medesima evidenza sullo stesso sito una valanga di lettere in risposta ai temi trattati dal Lorenzo, un dibattito pubblico di un livello finalmente un po’ più elevato rispetto a quello dei calzini corti, e soprattutto degli interventi importanti da parte di “qualcuno che si candida” piuttosto che di qualcuno “che è stato candidato”.
Invece, niente. A Galatina non c’è proprio trippa per gatti (solo truppe di fatti, anzi di strafatti riempiliste).
Sicché ci siam dovuti accontentare di un paio di contributi un po’ così: tipo quello della Roberta Forte, che è partita bene per perdersi subito dopo nel traffico del centro storico di Galatina, il quale, secondo lei, sarebbe da chiudere sì, ma a dosi omeopatiche [cosa c’entra il centro, Roberta: Lorenzo aveva chiesto ben altro, ndr.]; e quello di tal Claudio Bello, che elenca i motivi per cui ha l’Amante, e cioè: 1) perché “non ha simboli di partito alle spalle” [huahahahaha: per la cronaca, il Tipo ha avuto alle spalle qualche fiamma più o meno tricolore, ndr.]; 2) perché sostanzialmente è una “brava persona” (e ridaje); 3) per “non vedere sempre le stesse facce” (come se Amante fosse nuovo di zecca e non un usato sicuro), e soprattutto – ipse dixit - quelle “facce che nelle precedenti tornate elettorali se le son dette, senza mezzi termini, offendendosi vicendevolmente e gridando al pubblico (anche social ma non solo) il proprio disappunto nei confronti dell’antagonista politico”. Ma che film ha visto, Bello? Quando mai se le son dette di santa ragione? Forse quando hanno fatto le peggiori porcate tutti insieme appassionatamente, maggioranza e finta opposizione, come nel caso del mega-porco commerciale di Collemeto? Il problema di Galatina non è affatto l’antagonismo – magari ce ne fosse un po’ – ma il consociativismo, il volemose bene, la Trattativa, il partito trasversale, i tarallucci & vino, la mano che lava l’altra, i finti amiconi, e la cosiddetta mo-de-ra-zio-ne.
Lorenzo avrebbe voluto leggere qualcosa di diverso, di nuovo, magari non necessariamente di inedito, ma non queste coglionate, fritte e rifritte, calzanti con gli argomenti trattati come la Nutella sui cavoli stufati a merenda.
Sono certo che Lorenzo Candido (ma, per la verità, anche il sottoscritto) avrebbe voluto sentire da qualche concittadino che a Galatina finalmente la Politica dice una volta per tutte “Stop al consumo del territorio comunale” (nel senso che è giunto il tempo di pensare alla razionalizzazione degli spazi già edificati, al recupero delle aree dismesse, e al risparmio di ogni metro anzi di ogni centimetro quadrato di terreno agricolo).
Che d’ora in poi si punterà all’efficientamento energetico, alla riduzione dei consumi per esempio della pubblica illuminazione (pensate, ci è arrivato persino Coccioli) e che si impedirà una buona volta che il paesaggio comunale venga devastato in nome della produzione di energia mascherata come pulita (ergo, divieto assoluto a nuove pale eoliche di massa, al fotovoltaico in mezzo alla campagna e alla produzione di biogas da mega-centrali di compostaggio “ana[l]erobico”).
Che la Politica darà per prima l’esempio di un nuovo stile di vita incentrato sulla mobilità sostenibile, sul bike-sharing, sul pedibus, sul trasporto pubblico integrato, sull’autobus a chiamata eventualmente, e soprattutto sull’utilizzo dei mezzi di locomozione comunale francescana, cioè i piedi (che oggi, a Galatina, sembrano invece tutti affetti da calli, alluci valghi, acidi urici, fasciti plantari, metatarsalgia, occhi di pesce e neuroma di Morton, sicché si arriva ad utilizzare l’auto finanche per un giro di villa).
Che verranno incoraggiate le attività di allevamento domestico degli animali (certamente non negli appartamenti dei “grattacieli” cittadini), caratteristica del nostro piccolo mondo antico. Che si continuerà con la raccolta differenziata porta a porta, portandola a percentuali di eccellenza, promuovendo la strategia dei rifiuti zero e, al contempo, anche il compostaggio domestico. Che si cercherà con le buone ma anche con le cattive di combattere la ludopatia (tragedia che sta portando alla rovina famiglie intere).
Che considereremo i ragazzi migranti come una risorsa preziosa del territorio, prima di tutto culturale, da conoscere meglio e integrare nella comunità, anche ai fini di un reciproco arricchimento. Che, per esempio, si incentiverà sempre più la popolazione a scelte quotidiane sobrie e sostenibili. Che si disincentiverà invece la grossa industria del commercio (il mega-porco, per dire, dovrebbe essere bandito dai confini comunali soprattutto grazie alla domanda, voglio dire alle scelte consapevoli dei consumatori) anche al fine di favorire il piccolo commercio (meglio se equo, solidale e di qualità).
Che ci sarà tolleranza zero - pena la chiusura immediata e la richiesta di risarcimento danni - nei confronti delle aziende che inquineranno l’aria, l’acqua e il suolo comunali (nonostante le loro generose offerte di sponsorizzazione). Che verrà incoraggiato in agricoltura lo scambio dei semi tra i cittadini, e che verrà impedito l’utilizzo di diserbanti e pesticidi chimico-industriali in tutto il territorio galatinese (finora qui s’è bandita invece l’agricoltura e tutti i suoi prodotti, “dalle cicorie alle patate di Galatina” che, nonostante la denominazione, debbono ormai essere prodotte fuori dai confini municipali).
Che si impegna nel restauro paesaggistico e dei beni culturali nel principio del dove erano e come erano, facendo tesoro degli elementi tipici del mosaico del “Genius loci”. E che si cercherà in tutti i modi di debellare la mafia in me, prima che la mafia in sé (sì, qui da noi, soprattutto nei metodi – anche nella richiesta telefonica di una firma per la convalida delle proprie liste elettorali – spesso ci si comporta, più o meno a propria insaputa, secondo il manuale del perfetto mafioso).
Ecco. Cose del genere, avrebbe voluto leggere Lorenzo (ma anche lo scrivente) in risposta alla sua missiva, non le minchiate di cui stanno riempiendo manifesti, social-network, e il nostro ruzzolante binomio anatomico meno oblungo e più sferico, onde la libido per queste elezioni risulta in forte calo.
Lorenzo, studia, ‘manisciate’ e torna a casa. Così da Candido potrai diventare pure candidato.
Il tuo primo voto sarà il mio.
Antonio Mellone
set252015
Dopo i tanti fiumi di parole, gli appelli, gli avvisi, gli articoli, gli inviti e le discussioni in Consiglio Comunale, il Centro Polivalente di Noha è rimasto al buio.
A causa del mancato rinnovo del contratto (ricordiamo che trattavasi comunque di allaccio di cantiere), il gestore ha dovuto interrompere l'erogazione dell'energia elettrica.
E ora che scusa accamperanno? Una vicenda che lascia l'amaro in bocca sia per la superficialità con la quale è stata affrontata sia per le innumerevoli promesse non mantenute. L'intervento risilutore è stato rimandato da un giorno all'altro, da una settimana all'altra, da un mese all'altro e ora ci ha pensato l'Enel.
Un grazie "illuminato" all'amministrazione comunale ed in particolare all'assessore Coccioli che ancora una volta non ha perso l'occasione di smentirsi.
E pensare che domani sarà in programma la Festa dei Lettori... VERGOGNA!
Antonio Pepe
set102015
Continuiamo con queste note (invero un po’lunghe, ma a puntate) a commento dell’enciclica di papa Francesco, la prima nella storia della chiesa scritta e presentata in italiano (o comunque non in latino), e forse proprio per questo negletta dalla gran massa degli italiani impegnati ad applaudire (come, per esempio, i ciellini a Rimini) ogni tribuno - specie se della compagine governativa - pronto a vendere speranze manco fossero pentole antiaderenti.
“Alcuni progetti, non supportati da un’analisi accurata, possono intaccare profondamente la qualità della vita di un luogo per questioni molto diverse tra loro, come ad esempio, un inquinamento acustico non previsto, la riduzione dell’ampiezza visuale, la perdita di valori culturali, gli effetti dell’uso dell’energia nucleare. La cultura consumistica che dà priorità al breve termine e all’interesse privato, può favorire pratiche troppo rapide o consentire l’occultamento dell’informazione” (tratto dal punto 184, pagg. 152 – 153, “Laudato sì’” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015; la sottolineatura è nostra).
Sembrano parole scritte dal Forum Ambiente & Salute, o dai Sognatori Resistenti, o da Ivano Gioffreda, o da Marcello D’Acquarica, o dall’Anita Rossetti, o da Tonino Baldari & Co. Invece – chi l’avrebbe mai detto – si tratta delle parole di un papa, vergate nero su bianco, su di una circolare inviata urbi et orbi (speriamo non troppi orbi).
Assunti che abbiamo espresso infinite volte allorché abbiamo avuto a che fare con il mega-porco Pantacom, il fotovoltaico selvaggio in mezzo alla campagna, la S.S. 275 che vogliono far giungere fino a Santa Maria de finibus terrae (ormai nomen omen), la statale 8, il gasdotto Tap, la Xylella vantaggiosa (ai soliti noti), il porto turistico di Otranto, le grandi navi nella laguna di San Marco, e, ultimamente, le trivellazioni in mare, magari a poche miglia dalla battigia: in una parola contro la mafia.
Sì, non c’è niente da fare: là dove si devasta l’ambiente, si deturpa il paesaggio, si mortificano i beni culturali, lì c’è mafia. La mafia non è (più) quella della lupara e della coppola (oddio, qualche pirla così conciato c’è ancora in giro, eccome, anche da noi, e non solo a Palermo o a Roma). La mafia più pericolosa è invece quella del sacco di Palermo (come di Galatina, del Salento, dell’Adriatico…), quella dello scempio ambientale presentato come “sviluppo”, “ricadute occupazionali” e “progresso” (sì, signora mia, saccheggiano anche il vocabolario della lingua italiana, e chiamano “progresso” la barbarie: la solita Itaglia alla cazzo-di-cane). Ma perché la mafia esista e prosperi c’è bisogno di quella zona grigia che è la trattativa stato-mafia: senza trattativa, infatti, non c’è mafia, la quale sta alla trattativa come l’automobile alla benzina: sicché l’una diventa il bene complementare dell’altra, come la scarpa destra e la scarpa sinistra.
“In ogni discussione riguardante un’iniziativa imprenditoriale si dovrebbe porre una serie di domande per poter discernere se porterà ad un vero sviluppo integrale: Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farà?” (punto 185, pag. 153, ibidem). Qui invece chi pone delle domande è il solito disfattista, un “ecologista” (come se il lemma fosse una bestemmia), uno poco pragmatico, e soprattutto un rompicoglioni, un gufo per giunta “rosicone”. Come se la situazione politica, sociale e culturale che stiamo drammaticamente vivendo non fosse frutto appunto di una carenza di democrazia, a sua volta derivante dalla scomparsa del senso critico, che invece è cultura, senso civico tout court.
“L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente. Ancora una volta, conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui. E’ realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni? [See, campa cavallo, ndr.] All’interno dello schema della rendita non c’è posto per pensare ai ritmi della natura, ai suoi tempi di degradazione e di rigenerazione, e alla complessità degli ecosistemi che possono essere gravemente alterati dall’intervento umano” (tratto dal punto 191, pagg. 156 -157, ibidem – la sottolineatura è nostra). Più chiaro di così si muore.
“Quando si pongono tali questioni, alcuni reagiscono accusando gli altri di pretendere di fermare irrazionalmente il progresso e lo sviluppo umano. Ma dobbiamo convincerci che rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo può dare luogo a un’altra modalità di progresso e di sviluppo. […] Si tratta di aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo” (tratto dal punto 191, pag. 157, ibidem). Ritorna il concetto della decrescita felice, di un altro paradigma, di un’altra economia, a cui fa più volte esplicito riferimento questo papa “qui sibi nomen imposuit Franciscum” (e modestamente anche chi scrive).
Arrivederci al prossimo e ultimo appuntamento con la “Laudato sì”. Oggi e sempre sia laudato.
Antonio Mellone
mar232011
Ai tempi della sua prima uscita, “Il giorno della civetta”, romanzo breve di Leonardo Sciascia, fece grande scalpore nella sua Sicilia e in tutta Italia. Era la prima volta che un letterato si occupava di mafia. Ancora oggi però, rileggendolo, si scopre che poco o niente è cambiato: la si combatte tutt’oggi la mafia, ma a differenza di allora, sembrano essere aumentati coloro che denunciano con convinzione questa piaga sociale.
- Non mi preoccupo mai di niente – disse don Mariano.
- Sono un ignorante; ma due o tre cose che so, mi bastano: la prima è che sotto il naso abbiamo la bocca: per mangiare più che per parlare…
- Ho la bocca anch’io, sotto il naso – disse il capitano – ma le assicuro che mangio soltanto quello che voi siciliani chiamate il pane del governo.
- Lo so: ma lei è un uomo.
- E il brigadiere? – domandò ironicamente il capitano indicando il brigadiere d’Antona.
- Non lo so – disse Don Mariano squadrando il brigadiere con molesta, per il brigadiere, attenzione.
- Io – proseguì don Mariano – ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più in giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…
- Anche lei – disse il capitano con una certa emozione. E nel disagio che sentì di quel saluto delle armi scambiato con un capo mafia, a giustificazione pensò di aver stretto le mani, nel clamore di una festa della nazione, e come rappresentanti della nazione circonfusi di trombe e bandiere, al ministro Mancuso e all’onorevole Livigni: sui quali don Mariano aveva davvero il vantaggio di essere uomo. Al di là della morale e della legge, al di là della pietà, era una massa irredenta di energia umana, una massa di solitudine, una cieca e tragica volontà: e come un cieco ricostruisce nella mente, oscuro e informe, il mondo degli oggetti, così don Mariano ricostruiva il mondo dei sentimenti, delle leggi e dei rapporti umani. E quale altra nozione poteva avere del mondo, se intorno a lui la voce del diritto era stata sempre soffocata dalla forza e il vento degli avvenimenti aveva soltanto cangiato il colore delle parole su una realtà immobile e putrida?
- Perché sono un uomo: e non un mezz’uomo o addirittura un quaquaraquà? – domandò con esasperata durezza.
- Perché – disse don Mariano – da questo posto dove lei si trova è facile mettere il piede sulla faccia di un uomo: e lei invece ha rispetto… Da persone che stanno dove sta lei, dove sta il brigadiere, molti anni addietro io ho avuto offesa peggiore della morte: un ufficiale come lei mi ha schiaffeggiato; e giù, nelle camere di sicurezza, un maresciallo mi appoggiava la brace del suo sigaro alla pianta dei piedi, e rideva… E io dico: si può più dormire quando si è stati offesi così?
- Io dunque non la offendo?
- No: lei è un uomo – affermò ancora don Mariano.
- E le pare cosa da uomo ammazzare o fare ammazzare un altro uomo?
- Io non ho mai fatto niente di simile. Ma sei lei mi domanda, a passatempo, per discorrere di cose della vita, se è giusto togliere la vita a un uomo, io dico: prima bisogna vedere se è un uomo…
Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia, Adelphi, pp 137
Il testo è reperibile, oltre che in tutte le librerie, anche nella Biblioteca civica “P. Siciliani” di Galatina e nelle Biblioteche scolastiche del Liceo Scientifico “A. Vallone” e del Liceo Classico “P. Colonna” di Galatina.
nov222016
Io voto no perché sono entrato nel merito della riforma e ho capito dove vuole andare a parare. Perché a suo tempo ho preso trenta in Diritto Costituzionale, e da allora non ho mai smesso di studiare e insegnare Diritto (oltre che Economia), e se passasse questa riforma me ne passerebbe la voglia.
Perché lo capirebbe anche un somaro che un parlamento eletto con il Porcellum, la legge dichiarata incostituzionale dalla Suprema Corte, non è legittimato a sfiorare nemmeno con un dito la legge fondamentale di uno Stato. Perché una Costituzione potrebbe essere redatta ed eventualmente modificata comunque da “padri e madri costituenti” e non da un’accozzaglia di animatori di villaggi turistici, buoni solo a inventar slogan per allocchi e mandare a rotoli lo Stato.
Perché una Costituzione dovrebbe essere scritta in uno stile lineare, semplice, comprensibile da parte di tutti, direi perfino attico, e non in maniera prolissa, cervellotica, baroccheggiante, sgangherata. Perché ogni volta che han messo mani alla Costituzione del 1948 l’han fatto per renderla peggiore, e quest’ultima riforma sarebbe il suo colpo di grazia. Perché non è mia intenzione di ridurre il numero dei Politici, ma quello dei politicanti. Perché, per dire, io sarei pure per il bicameralismo perfetto: la doppia o l’ennesima lettura di una legge mi fa stare più tranquillo.
Perché quel che conta non è la velocità con cui si vara una legge (oltretutto si dimostra che, quando si vuole, le leggi, specie quelle più repellenti, vengono votate e promulgate in men che non si dica) ma la bontà e l’efficacia del provvedimento legislativo. Perché per ridurre “i costi della politica” non è necessario sfasciare la Costituzione: basterebbe una legge ordinaria (tipo quella recentissima affossata proprio dai paladini del “taglio dei costi della politica” con rinvio in commissione, vale a dire alle calende greche: mai). Perché più che i costi della Politica o della democrazia mi preoccupano quelli dell’autoritarismo, dell’arroganza, del potere del più forte (comunque si chiami: Renzi, Berlusconi, Grillo o Pinco Pallo, o di qualunque gruppo, lobby, partito, loggia, fazione o movimento faccia parte).
Perché questa novella costituzione pasticciata è pericolosa e fa venir meno la separazione dei poteri, in special modo tra governo e parlamento. Perché è falso che la riforma non cambi la forma di governo (è vero che il testo non ne parla, ma il trucco è proprio questo). Perché il più “autorevole” dei personaggi che vorrebbe modificare la “vecchia” Costituzione è ancor più vecchio della Costituzione stessa (per non parlare di certi giovani rampanti più vecchi dei vecchi). Perché non si cambia tanto per cambiare, ma, se proprio si è costretti, sempre in meglio mai in peggio.
Perché una Costituzione dovrebbe unire il paese, non spaccarlo in due o più parti che si stanno reciprocamente sul cazzo. Perché a dispetto di quel che ci raccontano (tipo la “semplificazione”) non solo rimane il bicameralismo, ma s’ingarbuglia vieppiù l’attività legislativa con non si sa più quanti modi diversi di legiferare e conseguenti conflitti di attribuzione. Perché, dunque, non tolgono il Senato come vorrebbero farci credere ma le elezioni dei senatori, i quali invece dovrebbero essere eletti (come tutti gli organi legislativi di uno stato democratico) a suffragio universale diretto. Suffragio. Universale. Diretto.
Perché i Senatori scelti fra i consiglieri regionali (in numero di 74) e i sindaci (in numero di 21) rischierebbero di far male entrambe gli incarichi: il ruolo di senatore è troppo importante, complesso e delicato perché possa essere considerato un dopolavoro (così come altrettanto impegnativi e importanti sono i ruoli di consigliere regionale e di sindaco che dovrebbero essere svolti possibilmente a tempo pieno e non a tempo perso).
Perché è incostituzionale che una Costituzione sia scritta da un governo, che addirittura ci mette la faccia (e anche quel che più le somiglia): il principio cardine di uno stato moderno e di diritto, quello della divisione dei poteri, prevede che un governo non dovrebbe azzardarsi a toccare la Costituzione nemmeno con una canna di canale, ma soltanto rispettarla e, se in grado, di realizzarla.
Perché con l’abolizione della “legislazione concorrente” e con la clausola di “supremazia statale” verranno sottratte ai territori le decisioni connesse a una serie incredibile di materie come le “grandi reti di trasporto e navigazione”, la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia”, la “tutela della salute” e io non vorrei non poter più contare una cippa in merito a decisioni tipo: trivelle, inceneritori, Tap, Colacem, porti turistici, pale eoliche, centrali nucleari, strade statali, Ilva, Cerano, Tempa Rossa, e via discorrendo: la sovranità appartiene a un popolo stanziato su di un territorio. Popolo. Stanziato. Su. Di. Un. Territorio.
Perché possono togliermi tutto ma mai la mia dignità. Perché non sono uno yes-man e so già che vincerà il sì, cioè la gran massa dei fautori del pd (partito dittatoriale). Perché non faccio il tifo per una persona o un premier o un partito o un movimento, ma per un ideale. In questo caso la Costituzione, la madre delle leggi. Che in questo pezzo voglio simboleggiare con il volto - per me sempre giovane e bello - di mia madre.
Antonio Mellone
dic102018
In meno di novanta minuti Efficienza energia liquida la pratica Cimitile senza affanni e , seppur con una formazione rimaneggiata per il forfait di Zonno e Buracci, archivia la gara con un gioco brioso, non patendo i modesti avversari.
L’assenza della diagonale titolare concede l’opportunità a Calò e Persichino di farsi valere senza accusare, soprattutto nel giovane opposto, emozione e carico di responsabilità giocando senza impaccio e mettendo a segno due muri ed un ace al servizio il regista e tre punti il sostituto di Buracci.
La gara dopo un avvio soft (4-4) prende il largo con Lotito e Iaccarino che aprono dei minibreak di +3 per un punteggio che oscilla con margini di sicurezza (11-7,18-13,21-16) per poi chiudere la frazione con un doppio Musardo e con il colpo finale di Lotito (25-20).
Seconda frazione ancora più prolifica per capitan Calò e compagni: Lotito e Durante aprono subito in condivisione il divario punti con un 6-2 ,poi Persichino diventa più autoritario e mette a segno tre punti con un bloch-out e due diagonali strette per il 14-9, quindi un break pesante di -6 per i ragazzi di mister Calabrese, trova in Musardo un finalizzatore efficace(21-12).Il set si chiude sul 25-14 preceduto da un pallonetto di Calò di seconda intenzione e da un attacco fuori di Polisciano.
Nella terza frazione i centrali di mister Stomeo vengono ripetutamente chiamati in causa (7-3) poi, un ritorno del Cimitile preoccupa mister Stomeo che chiede il time-out sul punteggio di 8-8.
Un richiamo ad una maggiore attenzione viene subito capitalizzato da Iaccarino e Lotito che aprono a loro favore un divario di 5 punti (15-10). Quest’ultimo poi da posto quattro offre un colpo capolavoro su un attacco della prima linea ospite: mentre era in fase di traslazione per effettuare un muro in posto tre, intuisce la distribuzione del palleggiatore avversario per l’attacco da posto due di Boccia e mura con la sola mano sinistra la schiacciata avversaria.
Una vera perla d’intuizione e di coordinazione fisica applaudita dal pubblico.
Mister Calabrese si affida alla panchina con due cambi: fuori Boccia per Panico e Polisciano per De Palma; nulla cambia e Persichino segna con un muro perentorio il punto numero 18 per i padroni di casa.
Girandola di sostituzioni anche per Efficienza energia: Iaccarino lascia il posto a Rossetti che piazza subito un muro, Apollonio rileva Pierri, Durante e Lotito chiudono rispettivamente i punti numero 21 e 22 mantenendo gli avversari a 14.
Una grande difesa di Persichino su una diagonale stretta porta alla ricostruzione che viene chiusa con un attacco di Durante per il punto numero 23. Trovano spazio negli ultimi scampoli di partita Petrosino per Lotito e De Lorentis per Durante, ma è il giovane sostituto di Buracci che chiude set ed incontro sul 25-15 per il definitivo 3-0.
“E’ stata una gara abbastanza abbordabile, sottolinea mister Stomeo, che mi ha permesso di valutare le condizioni di tenuta mentale ,più che fisica, degli atleti che hanno sostituito gli indisponibili. Avevo necessità di avere dei riscontri positivi sul gruppo, pronto a responsabilizzarsi in tutte le evenienze, e sono contento delle risposte avute dal campo”.
TABELLINO
EFFICIENZA energia GALATINA-VESUVIO CIMITILE 3-0 (25-20,25-14,25-15)
GALATINA: Apollonio (L),Musardo 8,Iaccarino 8,Durante 9,Rossetti 1,Calò 4,Pierri(L1),De Lorentis,Lotito 20,Persichino 11,Petrosino,Zonno(n.e.),Buracci(n.e),Bray(n.e.)
All.Stomeo
CIMITILE:Gasparro11,Affinito(L),DePalma5,Boccia5,DeRosa(n.e.)Ambrosone12,Piccegna,Polisciano 1,D’Ambrosio 2,Palermo 1,Penna 3,Panico 3,Manganiello(L) .
All. Calabrese
Piero de lorentis
Area Comunicazione Efficienza energia
ott012014
E’ mai possibile che in questo comune fuori dal comune si dia il via libera ad un mega-impianto di compostaggio aerobico e giacché ci siamo anche ana(l)erobico, e nessuno, tranne il sottoscritto (che conta come il due di picche) e il povero Raimondo Rodia di Galatinablogolandia, osi alzare ciglio o storcere il muso o postillare qualcosa soprattutto in merito al fatto che il tutto si decida sempre sulla testa del cittadino, senza nemmeno sognarsi non dico di interpellarlo preventivamente ma quantomeno di informarlo su quello che gli capiterà a breve?
Certo, non mi riferisco qui ai sedicenti giornalisti copia-incollatori del “Quotidiano” ed alla loro opinione (semmai ne avessero una), né al noto redattore capo di sgualdrina.it (con rispetto parlando), ma alle teste pensanti galatinesi (posto che ne fosse rimasta qualcuna in giro), ai residui blogger non allineati e soprattutto non coperti, agli studenti non addormentati, ai comitati spontanei di cittadini, agli spiriti liberi superstiti e in grado di pronunciare il loro “invece”.
Nei giorni scorsi, come forse avrete avuto modo di leggere, è apparso un comunicato-stampa a siti unificati e a firme congiunte di tal Angelo Tondo (presidente ASI – l’acronimo starà probabilmente per Azienda Scempio Infinito o Agenzia Speculazione Immondizia), di Graziano Vantaggiato, sindaco del comune di Soleto, e, last and least, dell’ineffabile Cosimo Montagna (poteva mai mancare il nostro Mimino? Certo che no: quando si tratta di colpi di grazia lui è sempre il primo cittadino).
In codesto comunicato si legge che “finalmente” proprio all’ingresso di Galatina, provenendo da Lecce, in una traversa della SP 362, però in territorio di Soleto a “4 – 5 chilometri da tutti i centri urbani intorno” (nemmeno tanto distante in linea d’aria anzi di biogas dalla zona dove su 26 ettari quadrati verrà spalmato il Mega-Porco commerciale in Pantacom: se disastro deve essere sia completo), verrà piazzato un bell’impianto “anaerobico ed aerobico con produzione di compost di qualità [sic] da utilizzare nelle nostre campagne [sic], senza alcuna immissione di fumi nell'ambiente [sic]. Si tratterà quindi di un impianto all'avanguardia a servizio dei Comuni dell'ex ATO Le2, che ne trarranno immediato beneficio economico sulla tariffa [sic] e risolveranno finalmente l'annoso problema del conferimento della frazione organica dei rifiuti. La realizzazione degli impianti di compostaggio infatti ci libererà dalla schiavitù e dal disastro ambientale delle discariche [sic] dal rischio ambientale che ne deriva e dai cattivi odori [sic]”. Come si possa riuscire a concentrare in così poche righe un così alto numero di baggianate bisognerebbe chiederlo alla suddetta trinità firmataria, la quale probabilmente o non sa quello che dice e fa, oppure dice e purtroppo fa quello che noi ancora non sappiamo. Vediamo perché.
Intanto questa storia del mega-impianto aerobico e anaerobico.
E’ l’uno o l’altro? Perché entrambi? E come si deciderà quale frazione di rifiuti indirizzare alla prima e quale alla seconda linea? Forse che le bucce di banana saranno destinate al compostaggio anaerobico mentre gli scarti dell’industria casearia, per dire, a quello aerobico? Non è che saremo costretti a fare una differenziata nella differenziata (cioè una differenziata al quadrato)? Oppure la frazione umida proveniente dal Salento sarà digerita anaerobicamente mentre quella che acquisteremo dal resto d’Italia (necessaria al raggiungimento del quantitativo minimo per giustificare un impianto di quella portata) verrà sottoposta alla danza aerobica?
E’ stato detto per caso agli ignari cittadini che il gas derivante da una fermentazione anaerobica è un metano impuro (infatti solo il 50% è metano)? E che per un impianto, diciamo, da 1MW si hanno circa 30 milioni di mc di fumi prodotti all'anno, che equivalgono a tonnellate di gas nocivi (tra cui anche l'azoto ammoniacale)? Che la digestione della biomassa in assenza d’aria, fondamentale per la produzione del cosiddetto biogas, impone temperature medio-alte (in media 55°C) - con conseguenze anche sul microclima locale - per effetto delle quali si verifica una selezione batterica a favore di gruppi termofili, alcuni dei quali pericolosi per via della produzione di neurotossine mortali? Qualcuno ha mai fatto capire alla popolazione che il nostro territorio - tra centrali a carbone, fotovoltaico a iosa, pale eoliche, eccetera - è uno dei poli energetici più grandi d’Italia, tanto che buona parte dell’energia ivi prodotta viene letteralmente buttata via, e che dunque non vi è necessità alcuna di aumentare ulteriormente la produzione di KW con un altro impianto (stavolta a “biogas”)?
Lo sanno i vostri elettori che la FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) destinata all’anaerobico deve essere trattata preventivamente con flocculanti e stabilizzanti chimici e che lo stabilizzato che fuoriesce dai digestori, il FOS, per quanto lo si integri con ammendante controllato (residui verdi) è a tutti gli effetti un rifiuto speciale inutilizzabile come compost in quanto dannosissimo all’agricoltura, e pertanto da trattare in discariche speciali? E che, a proposito di “benefici sulle tariffe” il prezzo per tonnellata del trattamento di questo rifiuto è doppio rispetto a quello pagato per gli altri RSU (residui solidi urbani)?
Ed infine, sempre a proposito di domande da porci, è questa la democrazia partecipativa per cui Roberta & Co. si son sempre battuti nella loro precedente vita?
Si attendono le solite risposte, cioè quelle che non arriveranno mai.
Ragazzi, questi personaggi da trinità dei morti son riusciti in men che non si dica a trasformare la terra dei fichi in una novella terra dei fuochi.
Questi sono proprio fuori. Come un bidone della spazzatura.
Antonio Mellone
apr152019
Frena la sua risalita in classifica Efficienza energia offrendo una prestazione altalenante, soprattutto nel primo set, decisamente al disotto del suo solito standard, accusando un’insufficienza nel fondamentale della ricezione che condiziona la distribuzione del gioco.
Una prima avvisaglia di quella che poteva essere una giornata nata male e finita peggio, viene dal forfait di Petrosino che in nottata accusa disturbi influenzali che lo costringono a rinunciare alla trasferta.
Poi, in fase di riscaldamento è Lotito a non esprimersi atleticamente al meglio (ancora postumi dell’infortunio), e con una distribuzione forzata eludere il muro avversario richiede forza nei garretti ed esplosività nel braccio che il laterale in affanno fisico non riesce a dare.
E la statistica supporta la tesi di una completa astenia degli attaccanti con Lotito che non scrive a referto alcun punto, con Musardo e Durante che ne mettono a segno uno a testa, Iaccarino due e con il solo Buracci che termina la prima frazione a quota cinque.
Troppo brutta questa Efficienza energia per essere quella ammirata nel filotto di sei vittorie consecutive: crollano le percentuali di ricezione positiva, la difesa sbanda, Zonno diventa prevedibile e il fronte degli errori si allarga.
Il perfetto equilibrio fino al 15-14 si sfalda sotto un break pesantissimo di +6 con un Cuccaro formidabile, che induce gli attacanti di mister Stomeo all’errore. Nessun beneficio apporta alla squadra ospite i cambi di De Lorentis per Lotito e di Calò per Zonno(sul 21-14) e il set si chiude a favore dei massesi per 25-16.
La seconda frazione offre una più attenta disposizione in difesa ed una ricezione più che sufficiente nel sestetto galatinese: i centrali Musardo(4 punti) e Iaccarino(3 punti) tengono sulle corde la prima linea avversaria che non riesce ad imbavagliare Durante e Lotito (quattro punti a testa) ,per un 7-11 che mette le ali ad un Casaro strepitoso, ma l’allungo decisivo dei salentini porta il divario a +7 per un 13-20 rassicurante.
Mister Stomeo alterna i due libero, Apollonio in difesa e Pierri in ricezione, poi quello che non ti aspetti: Lotito è al servizio, lancio del pallone e rincorsa per la battuta in salto, quindi una frenata improvvisa che ne scoordina il colpo per uno stiramento al muscolo adduttore.
Il set comunque è appanaggio di Buracci e soci per 25-18.
Nel terzo parziale De Lorentis prende il posto di Lotito, ormai fuori dai giochi, ma l’assenza pesa in ordine di prolificità e di certezze psicologiche.
La squadra però è combattiva e dall’11-7 passa al 11-13 con Durante, Buracci e De Lorentis che però non riescono a frenare le risposte di Cuccaro e Casaro, ancora determinanti per il 21-19 :poi l’allungo finale per i sorrentini è di De Serio e Cormio per il 2-1.
La quarta frazione è figlia di una condizione mentale speculare agli anemici attacchi galatinesi che non riescono a far breccia nei muri avversari ,caricandosi di numerosi errori. Si perde la bussola nella regia sia con Zonno che con Calò, che lo rileva sul 13-10, poi un marchiano errore arbitrale che assegna un ace ai padroni di casa, con palla nettamente fuori, spegne definitivamente ogni reazione ospite.
Efficienza energia molla: Persichino dà il cambio a Durante, Zonno chiude il cambio con Calò, Musardo non si arrende e i tifosi massesi spingono Ferenciac e De Serio a chiudere set ed incontro con un break imperioso di ben nove punti consecutivi.
Efficienza energia esce da questa gara sconfitta ma non ridimensionata nella sua corsa alla classifica che conta. Non è stato espresso un buon gioco nella seconda parte del I^ set e nel quarto , quando in alcuni fondamentali si è balbettato lasciando facile lettura agli avversari delle tattiche di attacco.
Certo l’infortunio di Lotito ha pesato in maniera determinante sull’andamento della gara e l’assenza per causa di forza maggiore di Petrosino ha limitato le scelte a disposizione di mister Stomeo.
Lunedì gli esami strumentali diranno qual è l’entità del danno subito Lotito, con l’augurio che la sosta pasquale possa servire a rimettere in sesto il forte martello galatinese per il derby casalingo del 27 aprile contro il Taranto.
TABELLINO
FOLGORE MASS-EFFICIENZA energia GALATINA 3-1(25-16,18-25,25-21,25-13)
MASSA: Cuccaro 11,Ferenciac 11,Aprea 3,Casaro17,Fantauzzo 3,De Serio 10,Cormio 5,Pontecorvo(L),Esposito, Evangelista, Della Mura, Denza(L),Miccio
All. Nicola Esposito
GALATINA: Buracci 12, Musardo 8, Durante 9, Iaccarino 7, Lotito 4, DeLorentis 2, Apollonio(L1),,Apollonio(L),Pierri(L2),Persichino,Calò,Rossetti
All.Giovanni Stomeo ass. Antonio Bray
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
set092014
Ma davvero pensavate che la commissione nazionale VIA (Vidimazione Imbratto Ambientale) del “ministero dell’ambiente” (scritto ormai con le virgolette) titubasse per più di due nanosecondi nel rilasciare il suo nullaosta definitivo alla multinazionale svizzera del TAP (la quale potrà ora liberamente otturare i buchi dei salentini, se ve ne fossero ancora di stappati)?
Ma davvero supponevate che un premier più berlusconiano di Silvio desse retta “a quei quattro comitatini” (strano non abbia aggiunto anche: “oltranzisti e ciechi oppositori al progresso e alla modernità”) che si battono ancora oggi per la terra, l’aria, l’acqua, i beni culturali e l’economia sostenibile? Orsù, miei cari, sveglia.
“Il Tap si farà”, hanno annunciato trionfalmente il capo del governo e soprattutto il suo gabinetto, mentre l’organo incompetente, il cosiddetto ministro dell’ambiente Luca Galletti (noi, invece, polli), è pronto a firmare il decretino “sbocca Italia” propedeutico all’autorizzazione unica per la fase successiva di inizio lavori: stadio terminale, questo, che verrà gestito dal sinistro dello Sviluppo Economico, sig.ra Federica Guidi, figlia di Guidalberto, un nome una garanzia, vicepresidente di Confindustria, e già che si trova presidente de “Il Sòla 24 Ore”.
Il nostro presidente del fondiglio, dopo aver incontrato il 14 luglio scorso in forma riservatissima Ilham Aliyev, dittatore dell’Azerbaijan (deve essere una prerogativa dei nostri primi ministri il debole per i presidenti-dittatori, una forma di ammirazione, di più, emulazione: peccato per quella rompiscatole della nostra Carta Costituzionale, che finalmente parlamentari prostituenti, con le ultime riforme autoritarie senza precedenti , anzi con precedenti penali, stanno provvedendo a trasformare in fretta e furia in un lungo, resistente e morbido rotolo a due veli, ndr.), dicevo, il presidente nostrano ha annunciato in uno dei suoi infiniti tweet che non vede l’ora di recarsi nella capitale azera, Baku, per la firma del via libera definitivo al TAP, un’opera che, tra i lobbisti d’eccezione, annovera finanche Tony Blair (sì, quello dei bombardamenti all’Iraq per “esportare la democrazia”).
Come ormai sanno pure le pietre (ma molti belli addormentati nel mostro non ancora) il TAP non avrà alcuna “ricaduta occupazionale”, semmai una caduta verticale e irreversibile; darà il colpo di grazia al mare ed al nostro territorio oltretutto con l’ecomostro della centrale di depressurizzazione (la quale, tra cinquant’anni, quando avrà esaurito il suo compito verrà abbandonata in loco così com’è); non è fonte di energia alternativa e men che meno pulita, tutt’altro; sarà costosissimo e il prezzo lo pagheremo noi, e non solo in bolletta; è antidemocratico, inutile, violento (sebbene magnager e prenditori del TAP sembrino pronti ad accorrere al capezzale di feste patronali, giornali, riviste, eventi, restauri, eccetera, cercando di rianimarli con sponsorizzazioni da quattro soldi, ma di fatto anestetizzando grandi e piccoli - riuscendovi in molti casi).
Ma signori miei, cosa volete da me? Questo è il vangelo secondo Matteo, che tanti proseliti va annoverando; questo il frutto dei vari decreti “allocca o sciocca Italia”, e purtroppo mai “sbrocca Italia”: la quale, infatti, non sbrocca mica, cioè non va mai in escandescenze quando viene violentata; anzi sembra addirittura godere con quel cospicuo 40,8% di applausi incorporati.
Ora, secondo voi, con tutto questo, a cosa starà pensando il nostro sindaco Montagna? Vabbè, scherzavo.
Antonio Mellone
mar212018
Ai sensi dell’art. 20 dello Statuto Comunale e dell’art. 29 del Regolamento del C.C., il Consiglio Comunale è convocato in seduta ordinaria di 1^ convocazione per il giorno 26 marzo 2018 alle ore 09,00 con continuazione e, occorrendo, in 2^ convocazione per il giorno 27 marzo 2018, alle ore 09,30 con continuazione, per trattare i seguenti argomenti:
Il Presidente del Consiglio Comunale
Dott. Raimondo Valente
feb012016
Ogni volta che miro e rimiro quel pezzo d’affresco antichissimo comparso sulla parete nord del muro delle cantine del castello di Noha, mi convinco sempre di più che non si tratta di uno scorcio dell’imperitura arte bizantina - come qualcuno ha pure ipotizzato -, non fosse altro che per le movenze.
L’immagine apparsa, infatti, non è quella di un cavallo fermo, imbalsamato, statico, ma quella di un corpo mosso, come in un ritmo di danza equestre o circense. Quello che sbuca dalla vetusta superficie superstite di quel muro, conservato intatto nel corso dei secoli al netto delle abrasioni causate dall’umidità e dal tempo, si presenta come un cavallo rampante, imbizzarrito, pieno di energia, più un destriero che un palafreno.
L’arte bizantina, all’opposto, non cercava l’uomo, o la natura, né emozioni e sentimenti umani: cercava l’esaltazione del pensiero divino nella forma delle icone ripetute, perfette, immobili. Il bizantino era costante e perpetua ricapitolazione; era replica di modelli ieratici, iconografie e riti per i quali non era previsto rinnovamento, né ricerca dell’uomo, né emozioni, né passioni terrene, ma soltanto perfezione degli schemi, dei tipi, stavo per dire prototipi.
Come si legge nei manuali di Storia dell’Arte, i canoni del bizantino sono “la religiosità, l’anti-plasticità, e l’anti-naturalismo”, sono “appiattimento e stilizzazione delle figure, volte a rendere una maggiore monumentalità ed un'astrazione soprannaturale” (cfr. Wikipedia).
Toccò a Giotto (1267 – 1337) fare la rivoluzione [quante volte andavo in visita alla Cappella degli Scrovegni di Padova, quando non c’era il bisogno di prenotarsi on-line come adesso e si poteva rimanere dentro anche per delle ore, incantati davanti a quella rivoluzione giottesca. Ndr.].
Con Giotto, dicevo, è la prima volta che un pittore non procede più per luoghi comuni stabiliti, appunto, dalla lunga tradizione bizantina. Con Giotto la pittura parte dall’osservazione (o dall’immaginazione) di quello che la realtà vuole dimostrare o semplicemente essere. Non mancano in Giotto certamente i soggetti religiosi (al contrario, le sue opere ne sono pervase); tuttavia le sue rappresentazioni (anche sacre) sono piene di accenti personali, di sorprese, di stati d’animo, di rimpianti, di delicatezze. E finalmente di un po’ di movimento.
All’opposto, un quasi contemporaneo Duccio di Buoninsegna (1255 – 1318/19) - non meno grande di Giotto - non vuole chiudere con la tradizione bizantina, ma celebrarla, osannarla, perfezionarla, quasi perpetuarla fino all’esaltazione dei suoi modelli. La pittura di Duccio, al contrario di quella di Giotto, consacra, non illustra, né umanizza.
Siamo allora di fronte a due mondi, a due visioni opposte, inconciliabili, ma ad una sola idea: per Duccio trovare l’umano attraverso il divino; per Giotto trovare Dio attraverso l’uomo e la sua storia.
*
Detto questo, ritorniamo al nostro cavallo di battaglia nohano, a quel tocco di pennello magistrale e deciso, a quella vivacità di colore prevalente che ricorda tanto il rosso pompeiano [il che non implica che il dipinto risalga al I secolo d.C, ndr.].
Che il brano di pittura sia antichissimo, risalente al Medioevo, non ci piove (lo capirebbe anche uno studente di seconda superiore appena un po’ più diligente della media: il luogo d’appoggio, i materiali apparenti, gli strati di intonaco, lo stile sono tutti concordi nel dimostrarlo); che la mano dell’artista che lo ha effigiato sia stata spinta più dall’istinto e dalla passione che dalla ragione, pure.
Ma immaginate un po’, signori, se si dovesse trattare di un affresco del XIV secolo, di matrice laica, cioè che non riproducesse una figura religiosa, come, per dire, un San Martino o un San Giorgio a cavallo (sono i primi soggetti che vengono in mente nel guardare quel pezzo di immagine), ma una più vasta scena profana? Immaginate se si trattasse di un frammento di un più ampio quadro politico, come per esempio l’“Allegoria ed effetti del buon governo e del cattivo governo” del senese Ambrogio Lorenzetti (1290 – 1348), o qualcosa del genere? Tra l’altro, questo affresco, trovandosi oltretutto in un luogo “secolare” (vale a dire non ecclesiastico), sarebbe straordinario, di più, rivoluzionario: sarebbe la rivoluzione di un redivivo “Giotto nohano”.
Per questo varrebbe la pena di prestargli la dovuta attenzione, approfondirne gli studi, e non, come sovente capita nelle nostre contrade, lasciar correre ricoprendo il tutto con una coltre di indifferenza e trasformando il nostro destriero ritrovato nell’ennesimo cavallo di troia. Ovviamente in minuscolo.
Antonio Mellone
*
P.S:
1) Forse non tutti sanno che questo cavallo non è apparso dal nulla, ma da una campagna di indagini portata avanti da due Indiana Jones alla ricerca dell’arca perduta, che rispondono ai nomi di Albino Campa e di Marcello D’Acquarica, osservatori nohani doc. Per essere precisi, come documentato, il protagonista della straordinaria scoperta è stato Albino Campa, patron di questo sito. Ora, in mancanza del nome dell’autore del dipinto medievale, credo sia giusto – come è d’uopo in queste occasioni - appellare il ritrovamento di questo pezzo di storia dell’arte nohana come “l’Affresco di Albino”. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e all’Albino quel che è di Albino.
2) Secondo voi, qualcuno dei politici glocal (cioè di Galatina e Noha) - nonostante le immagini su nohaweb postate dallo stesso Albino Campa, e nonostante ne abbiano parlato su Noha.it, nell’ordine, Angela Beccarisi, Marcello D’Acquarica e P. Francesco D’Acquarica - si è precipitato alla volta del Parco del Castello di Noha per informarsi della straordinaria scoperta? Secondo voi, qualcuno dei suddetti presenzialisti assenti si è fatto vivo? Ne ha parlato? Ne ha scritto o ne ha fatto scrivere sui giornali? Ne ha pubblicato da qualche parte un’immagine, un brano, un “mi piace” dal sen anzi dal dito fuggito? Ne ha informato, orgoglioso, la Sovrintendenza? Ne ha convocato una conferenza stampa presso l’assessorato della Cultura? Se sì, vi prego di comunicarmi dove e quando.
3) Infine, secondo voi – questo esula dai precedenti punti 1) e 2) ma non più di tanto - i sindaci di Galatina e di Noha, dobbiamo continuare ad invocarli all’indicativo presente o, viste le dimissioni del capobanda, ormai al passato remoto (cioè Sindacò)? Mistero della fede (politica).
*
Non vorrei fare il solito polemico, ma temo che se fosse per questi “s’ignori”, la figura equina scoperta di recente dal nostro amico, più che “l’Affresco di Albino” dovrebbe denominarsi Campa Cavallo.
Mel
feb082016
Ogni tanto vengo colto da attacchi di masochismo. Stavolta per soddisfare questo compulsivo ma per fortuna sporadico bisogno di farmi del male sono andato a spulciare l’ultimo bilancio approvato dalla “Fotowatio Italia Galatina srl”, che, per chi non lo sapesse, è la proprietaria del mega-impianto di pannelli fotovoltaici che ha fatto sparire, con il silenzio-assenso dei politici che ci ritroviamo tra i piedi, una quarantina di ettari di contrada Roncella, feudo di Noha, sufficienti per una potenza di 9,7 MW.
Perché 9,7 e non 10 MW o qualcosina in più? Semplice: per evitare la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale). Troppo rischiosa. Meglio costruire tanti impianti di potenza inferiore al limite dei 10 MW, anche confinanti, ma apparentemente di proprietà di diversi soggetti economici, per aggirare l’ostacolo imposto da quelle rompiscatole delle norme di legge (mica al tempo c’era lo “Sblocca Italia” di Renzi come ora). Solo con questo imbroglio l’apocalisse dei campi di sterminio (ovvero lo sterminio dei campi) si trasforma in una bella prateria sconfinata che manco un video del National Geographic.
*
L’impianto di Noha, allacciato alla rete nazionale nel dicembre del 2010, mentre i lavori di completamento si sono conclusi nel 2011 [sic!], ha accesso alle tariffe incentivanti previste dal D.M. del 19 febbraio 2007 (2° Conto energia), che ha stabilito una tariffa costante per la produzione energetica dalla data di entrata in funzione dell’impianto per una durata di 20 anni. Sì, il progetto si fonda su un business plan che copre il periodo 2011-2030. Cosa succederà alla fine del piano? Chi vivrà vedrà: voglio dire che vedrà le sequenze di The day after 2.
Orbene, ritornando al conto economico della società a responsabilità limitata (in tutti i sensi), osserviamo che i ricavi registrati nel corso del 2014 (ultimi dati di bilancio disponibili) sono pari a 5.829.522,00 euro (quelli dell’anno precedente erano 6.121.552 euro - vuoi vedere che l’impianto inizia a dare i primi segnali di invecchiamento?), mentre l’utile “pulito”, cioè al netto di costi, spese, tasse, eccetera, è pari a 1.346.141,00 euro. L’assemblea dei soci ha deciso di distribuire al socio unico un dividendo dell’importo di 1.100.000,00 euro e di accantonare a riserva di capitale la differenza pari a 246.141,00 euro.
Chi è il socio unico che si pappa ogni anno tutti questi soldi nostri? Tal MR Rent Investment Gmbh con sede a Monaco di Baviera (Koeniginstrasse 107), mentre gli amministratori sono i signori Robert Pottman e Stefan Schweikart, mica Rocco, Gino o Oronza. A sua volta (anzi a sua Volt) la MR Rent Investment Gmbh è posseduta al 100% da un altro giglio di campo (di concentramento): la Munchener Ruckversicherungs-Gesellschaft AG (Munich Re). Punto.
Volete sapere le novità dell’ultim’ora? Da una recente visura della Camera di Commercio risulta che la Fotowatio Italia Galatina srl, non è più di Galatina (veramente manco d’Italia), in quanto la ditta è “cessata” in data 5 agosto 2015 per trasferimento in un’altra provincia. Tiè.
Sicché, noi continueremo ad avere tra le scatole tutti quei pannelli in mezzo alla campagna e a fare da bancomat a questa azienda che non figurerà più nemmeno tra quelle “locali” iscritte alla Camera di Commercio di Lecce (del resto, di fatto, non lo è mai stata, essendo passata, come scritto altrove, dalla dominazione degli spagnoli a quella dei tedeschi), con tutto quello che ne consegue anche a livello di tributi locali.
E a noi cosa entra più che in tasca in qualche altro, come dire, vaso indebito? Presto detto: oltre all’aumento delle bollette Enel (sennò ogni anno come facciamo a pagare circa sei milioni di euro ai nostri conquistadores tedeschi?), un bel po’ di altre cosette carinissime, della serie: inquinamento elettromagnetico generato dalle cabine di trasformazione, dai cavidotti e dagli elettrodotti; dispersione di sostanze nocive (per esempio cadmio) contenute nei pannelli; inquinamento causato dai diserbanti irrorati a terra; variazioni microclimatiche; danno all’ecosistema; gravi impatti visivi al panorama; abbagliamenti (di giorno, ma anche di sera per via di un paio di fari chissà perché puntati sulla circonvallazione di Noha, la Sp. 352, in direzione Collepasso); e, tanto per non farci mancare nulla, una manciata di neoplasie, e danni a questo o quell’apparato del corpo umano.
Più che energie, allergie alternative.
Volendo farmi del male fino in fondo, oltre alla visura camerale e al Bilancio della Fotowatio Galatina srl, sempre sul tema del fotovoltaico, sono andato a rivedere i video con gli interventi di due cosiddetti amministratori locali, due cime, due mostri di intelligenza noti ormai a tutti per la loro perspicacia, che rispondono ai nomi di Giancarlo Coluccia, ex-sindaco di Galatina, e di Daniela Sindaco-in-carica (santa subito, anzi Santanché, c’est plus facile), esponenti rispettivamente del centrodestra e del centrosinistra, vale a dire del Partito Unico della Frazione. Nell’ascoltare i loro storici interventi sembra che l’unico elemento superstite in grado di differenziarli era il baffetto.
Infatti, mentre l’uno – scordando il concetto di biodiversità oltre all’elementare principio di precauzione - continuava a blaterare di “terreni impervi, dove prima andavano a pascolare i greggi”, e che “non sono terreni effettivamente dalla grande produzione agricola” e “fermo restando che dovranno essere come da statuto piantumati nel loro perimetro in maniera da risultare quanto meno impattanti” (s’è visto poi come sono stati piantumati, anti piantonati); l’altra, sulla stessa falsariga, parlando tanto per dar fiato alla bocca, imbrogliando le carte come sovente usano fare i politici locali, e ribadendo tutto e il contrario di tutto in un intervento sul fotovoltaico pertinente come il pecorino sulle ostriche, confermava che “ambiente è un conto, urbanizzare un altro [e meno male, ndr.]”, e che “quei terreni sono morti, non cresce nulla, non c’è pascolo” [e daie, ndr.], che “Noha si è “espasa” [sic]”, che quei “terreni non si prestano per l’agricoltura” [a ridaie, ndr.] e che “dove ci sono cozzi non cresce nulla”, e mille altre elucubrazioni dello stesso tenore (anzi dello stesso orrore: è uguale).
Ma l’acme (e pure l’acne) della serata s’è toccato quando Michele Stursi chiede d’emblée alla nostra beniamina e coram populo: “Ma voi che idea di ambiente avete?”.
E qui casca l’asino, con la Daniela nostra che, con sguardo smarrito, sudorazione a mille e salivazione azzerata, ripete più volte: “Non riesco a comprendere”, e ancora: “Non ho capito davvero cosa vuoi dire” [e soprattutto: dove vuoi andare a parare, ndr.].
*
Dai, Michele, pure tu che ti metti a parlare in ostrogoto proferendo una sequela di non uno ma addirittura due fonemi che più ostici non si può, irreperibili sul vocabolario dei sinonimi (ma solo su quello dei contrari) dei nostri rappresentanti al comune di Galatina. Mi riferisco ai due lemmi impronunciabili: “ambiente” e soprattutto “idea”.
Antonio Mellone
apr082020
Stagione sportiva 2019-2020 conclusa per il volley. Il Consiglio Federale constatata la permanente emergenza epidemiologica da COVID-19 su tutto il territorio nazionale e che dai Decreti governativi, fino a questo momento, non emergono date certe circa la possibilità di ripresa dell'attività sportiva in condizioni di totale sicurezza, ha decretato la conclusione definitiva di tutti i campionati pallavolistici di ogni serie e categoria.
Già nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione della Lega aveva fatto proprie le istanze propositive delle consulte di Serie A di sospendere i campionati, dandone comunicazione ai vertici di via Vitorchiano per le determinazioni finali.
Le varie proposte (assegnazione di scudetto o play off con formule più snelle, blocco delle retrocessioni ecc.) sono state bocciate dal governo sportivo stante le rigide misure da applicare sul distanziamento sociale per superare questa emergenza: da qui il comunicato di cui si riporta uno stralcio:…“la FIPAV ritiene pertanto conclusi senza assegnazione degli scudetti, delle promozioni e delle retrocessioni tutti i campionati nazionali, regionali e territoriali. Inoltre per quanto riguarda i campionati giovanili ha stabilito che, per permettere agli atleti potenzialmente coinvolti quest’anno di proseguire l’attività giovanile, la prossima stagione si svolgeranno con categorie di annate dispari: Under 13, Under 15, Under 17, Under 19 Maschili e Femminili”….
Misure quindi messe in campo per tutelare tesserati ed affiliati e che nel contempo permettono alle società di evitare ulteriori costi in assenza di attività.
Il danno che però grava sulle società che avevano fatto investimenti con programmi ambiziosi è pesantissimo. E’ amareggiato Luigi Santoro presidente di Efficienza energia che, comunque, alla fine condivide il senso di responsabilità espresso dai vertici federali: “E’ inutile nascondere che speravamo, sempre che le condizioni sanitarie lo consentissero, una ripresa del campionato anche sforando le date in calendario. La posizione di vertice conquistata è il frutto di un coordinato lavoro d’equipe fatto da tecnici, giocatori, dirigenti, preparatore atletico e staff medico-sanitario, con un denominatore comune: sacrificio duro funzionale all’obiettivo. Mentalmente e fisicamente eravamo pronti per un rush finale all’altezza supportati anche da un pubblico sempre più vicino e numeroso. Poi la tremenda tragedia che ci sta attanagliando ha interrotto il nostro percorso. Ora bisognerà concentrare gli sforzi sulla programmazione della stagione 2020-2021 in cui la Federazione dovrà essere presente con formule concrete di aiuti. Noi confidiamo sull’aiuto e sulla fiducia dei nostri partner, degli sponsor e dei nostri tifosi, ai quali assicuriamo la nostra presenza fatta di passione e di grinta”.
Piero de lorentis
mag122017
Torna anche in questo secondo fine settimana di maggio l’appuntamento con la rassegna di eventi nel Centro Storico “GalatinArte”. Si comincia nella tarda mattinata di sabato 13 maggio con la Ristorazione di qualità per proseguire poi nella serata con il Tango in strada. Domenica 14 spazio alla creatività musicale. Protagonisti saranno lo chef Mario Percuoco, l’Associazione Tracce di Tango e gli alunni dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina,
Di seguito i dettagli degli incontri.
Sabato 13 Maggio: Cooking class e Milonga loca
PIAZZA ORSINI
ore 12.00 Cooking class a cura di Mario Percuoco
Nomen omen, dicevano i latini, ovvero nel nome il destino. Non sarebbe potuto essere diversamente per lo chef Mario Percuoco che, oltre al nome, ha nel dna la passione, il talento e le esperienze di una famiglia dedita da quattro generazioni alla ristorazione.
Creatività, energia contagiosa, visione non convenzionale e soprattutto un grande amore per l’Italia, lo hanno spinto a dare vita al Ristorante Percuoco a Santa Caterina, nella città di Galatina.
La famiglia Percuoco lasciò Napoli nel secolo scorso, alla ricerca di miglior fortuna nell’altro capo del mondo: l’Australia, precisamente Sidney, dove diventano ambasciatori nella ristorazione della cucina italiana.
PIAZZA ORSINI
ore 21.30 “Milonga loca” a cura di Tracce di tango
Tango in strada con l’Associazione Tracce di Tango. Tutti i ballerini e gli appassionati sono inviati a partecipare a questa Milonga loca.
TraccediTango è un’associazione di promozione sociale che opera nel campo culturale, con il proposito di diffondere il Tango Argentino nonché la cultura latino e centroamericana in tutte le sue forme ed espressioni.
Organizza corsi stabili di tango, milonga, tango vals e, nel corso dell’anno, stage e seminari ed eventi con importanti maestri e artisti del panorama internazionale.
TraccediTango svolge le sue attività sotto la guida e la direzione artistica di Dario Sacco e Alessandra Durante, coppia affiatata che balla e lavora insieme ormai da anni.
Dario e Alessandra hanno studiato in Italia e a Buenos Aires con i migliori maestri e ballerini, il loro lavoro nel tango ha seguito e segue un percorso di ricerca instancabile con lo scopo di sviluppare tecnica e stile. Il loro metodo di insegnamento è stato affinato nel tempo e permette di adattarsi alle diverse esigenze di chi si avvicina al tango. L’attenzione è rivolta soprattutto a conoscere la musica, il movimento e la connessione tra uomo e
donna dove l’abbraccio è protagonista, tenendo sempre in conto che il tango non è solo una serie di passi e sequenze da guardare e riprodurre.
Domenica 14 Maggio: Eco band
PIAZZA CAVOTI
ore 18.30 - Gruppo musicale “Eco band” a cura dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”
L’Eco-Band “ I GOT A RHYTHM ” nasce tra gli alunni dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina, guidati dal prof. Marra, per dare spazio alla creatività musicale e alla fantasia nell’ideare e realizzare nuovi STRUMENTI partendo da oggetti o materiali concepiti per altre destinazioni ed usi. Questa particolare caratteristica ha indirizzato il sound della band; la percussione ed il ritmo sono la cifra portante della formazione . L’idea che la musica sia fondamentalmente ritmo e che anche la nostra vita quotidiana ne sia pervasa è il suo manifesto ideologico.
“Tutto è ritmo nella vita” recita il primo verso del brano realizzato nel breve passo vocale iniziale, la cui melodia è tratta dal noto brano di George Gershwin “ I GOT A RHYTHM” da cui il nome alla band per sottolineare ulteriormente la sua natura e quella della sua musica.
Il brano inizia con l’esposizione di questo tema sottolineato da un accompagnamento ritmico discreto, ma ben presto le percussioni prendono il sopravvento sviluppandosi su tracce predisposte in partitura su uno stile prettamente occidentale. Dopo uno stop improvviso prende avvio una parte centrale che si rifà esplicitamente a ritmi tipici della musica africana, seguita da un rap con percussioni ancora una volta in secondo piano, il cui testo ripropone l’idea positiva di una musica e di un ritmo che, per citare, “ … Reggae più dello spinello … ”.
Una fase totalmente improvvisata prelude ad una chiusa energica e spettacolare.
apr082020
Eutanasia sportiva attiva per la disciplina della pallavolo. Dopo il rugby, apripista il 27 di marzo dell’annullamento dei campionati, anche la pallacanestro ed il volley si sono uniformati decretando la fine dei tornei nazionali. Con qualche distinguo però.
Mentre per il basket le “V nere” di Bologna, dominatrici del campionato, non potranno fregiarsi del titolo per l’annullamento della stagione sportiva, nella pallavolo l’accordo società-Leghe ha partorito una soluzione univoca, prospettando però un’appendice.
Questo il comunicato del CDA della Lega scaturito da tre distinte video conferenze delle Consulte di Superlega, Serie A2 e Serie A3.
“Il Consiglio di Amministrazione ha recepito il parere espresso a larga maggioranza (11 su 13) dalla Consulta di SuperLega e all’unanimità dalle Consulte di Serie A2 ed A3 che hanno richiesto la sospensione definitiva delle tre Serie. Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi al termine delle Consulte, comunicherà la volontà espressa da quest’ultime alla Federazione, che ha la responsabilità dell’ordinamento dei Campionati, attendendo le sue determinazioni. È stato altresì conferito mandato ad una commissione composta dall’AD Massimo Righi e dagli avvocati Stefano Fanini (Consigliere) e Fabio Fistetto (consulente di Lega) di curare la gestione quadro delle trattative economiche con atleti e staff. La Consulta di SuperLega ha discusso inoltre la possibilità di riaprire il proprio Campionato per giocare i Play Off, qualora ci siano le condizioni e le opportune autorizzazioni delle Autorità Governative e Sanitarie”.
Stante la situazione emergenziale ancora in evoluzione nelle varie fasi, è molto probabile che la FIPAV ratifichi la sospensione dei campionati senza determinare promozioni e retrocessioni. La nuova stagione vedrebbe quindi ancora ai nastri di partenza in serie A3 le due salentine Alessano e Leverano, sicuramente vogliose di far meglio di quanto espresso nella stagione in corso.
Anche la Lega Pallavolo femminile, dopo l'assemblea tra i club di Serie A1 e A2, ha votato per la chiusura definitiva del campionato. L'esito della riunione sarà sottoposto alla Federazione Italiana Pallavolo, che dovrà ratificare il provvedimento, ma la pallavolo femminile ha deciso di non continuare per questa stagione.
Nel dettaglio, la decisione di finire in anticipo il campionato verrà gestita in questo modo sul piano dei risultati: Conegliano è proclamata vincitrice della regular season ma sull’assegnazione dello scudetto (scenario improbabile al momento) dovrà pronunciarsi la FIPAV.
Nessuna retrocessione dalla serie A1 e promozione dalla Serie A2 alla Serie A1 delle squadre che attualmente occupano le prime due posizioni della Pool Promozione (Delta Trentino e S. Giovanni Marignano).
Di contro, saranno annullate le retrocessioni dalla serie A2 alla serie B1 e verrà richiesto alla FIPAV di non effettuare promozioni dalla serie B1 alla serie A2.
Per Cuore di Mamma Cutrofiano, ben collocata in classifica al terzo posto con 28 punti, il prossimo campionato sarà il terzo consecutivo che la vedrà cimentarsi nella serie A2.
Un gran bel primato per la società presieduta da Roberto Mengoli che nel panorama nazionale è la sola a rappresentare orgogliosamente la Puglia pallavolistica al femminile.
Il quadro completo della situazione del volley, poi, lo si avrà il 13 di aprile quando la FIPAV deciderà riguardo gli altri campionati di serie B maschili e femminili.
Leo Shoes Casarano, Efficienza energia Galatina, Libellula Tricase e Volley Martina per il girone G e Bari, Andria, Turi, Lucera e Gioia per il girone E, vedranno certamente congelato lo status quo che penalizza, con oggettive recriminazioni, Casarano e Galatina da un lato e Bari dall’altro.
Ma tant’è: siamo attaccati da una pandemia ignota e letale che bisogna murare.
Tutti insieme
Piero de lorentis
ott252015
Come ormai sanno pure i mattoni dissestati di piazza Ciro Menotti, al centro Polivalente di Noha si è appena celebrato il trigesimo della prematura scomparsa del contatore dell’energia elettrica, pragmaticamente strappato all’affetto dei suoi cari dall’azienda elettrica di turno, probabilmente per scadenza dei termini del contratto.
Ovviamente all’ufficio tecnico del Cumone di Galatina sono caduti dalle nubi, come Checco Zalone nel film: nessuno ne sapeva nulla, nemmeno il più funzionale dei funzionari (di cui, pare, questo ufficio sia superdotato). Evidentemente, nei dintorni del Municipio pensano che a Noha siamo tutti con l’anello al naso, ovvero ancora aggrappati alle cime degli alberi come nell’era Neozoica, anzi Nohazoica.
La storia infinita dell’energia elettrica al centro polivalente di Noha sta superando la serie dei migliori romanzi fantasy disponibili sul mercato, da Harry Potter (o Fotter) al Signore degli Anelli (al naso). Io vi consiglierei, tanto per rimanere in tema - e per far riferimento giusto ai libri che ho sottomano – anche i seguenti testi: “Il mercante di luce” di Roberto Vecchioni, Einaudi, 2014 (ce la vendono come cosa fatta, questi mercanti elettrici); e poi “La luce alla finestra”, di Lucinda Riley, Giunti, 2013 (l’unica luce attualmente disponibile al Centro Polivalente); “Tutta la luce che non vediamo” di Anthony Doerr, Rizzoli, 2014 (e che di questo passo non vedremo mai); “Luce d’agosto” di William Faulkner, Adelphi, 2013 (agosto, sì, ma di chissà quale anno, anzi millennio); “1914. Come la luce si spense sul mondo di ieri” di Margaret MacMillan, Rizzoli, 2013 (ma anche sul mondo di oggi, 2014-2015); e infine “Luci nelle case degli altri” della Chiara Gamberale, Mondadori, 2014 (nelle case degli altri appunto, ma non nella vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata alla cazzodicane)…
*
Ormai, signore e signori, non si tratta più di un giorno di ordinaria ombrofilia (in psichiatria è l’attrazione morbosa per l’ombra), ma di un mese, anzi di anni-luce da trascorrere, a questo punto, al buio. Questi signori vogliono che ce ne facciamo una ragione; ma hanno sbagliato indirizzo: noi non permetteremo che il nostro Centro Polivalente continui a sopravvivere come i pathrefondici (talpe), all’oscuro di tutto.
Certo è che non si sa più a che santo votarsi (o votare): certamente non all’antipolitica che si annida da un pezzo a palazzo Orsini, a partire dal sindaco Montagna (che sembra non abbia mai proferito verbo sull’annoso tema), passando per l’assessore ai capolavori pubblici, ing. Coccioli, esperto nel campo (santo), non scordandosi degli altri portatori sani di promesse della maggioranza, e senza tralasciare i compagni di merendine della finta opposizione.
Questa antipolitica nohan-galatinese che non è più di sinistra (forse non lo è mai stata), né di destra, ma soltanto ego-centrica, capace unicamente di fare proclami e promesse della serie “tutto è risolto”, “la cabina elettrica è in cantiere”, “a breve vedremo la luce” (propaganda da Istituto Luce, appunto) meriterebbe una sanzione proporzionale al danno cagionato alle casse pubbliche (1.300.000 euro, una spesuccia) e all’ordine economico-sociale. E quindi credo che soltanto il linciaggio potrebbe essere una pena equa in quanto castigo che nella fase esecutiva postula il pieno coinvolgimento del popolo (sempre che il popolo non continui a dormire, beota, sprofondato sui suoi Divani & Divani).
Signori, la promessa è finita. Non andate in pace.
Antonio Mellone
dic172018
Un’Efficienza energia bella per metà gara, sicura di sé e molto attenta: poi s’imbruttisce nel terzo parziale alimentando concrete speranze negli avversari che conquistano il set, li riossigena nel quarto con una prestazione fisica asfittica, ed infine, spaesata, cede nel tie-break.
N0n ci si può accontentare di un punto quando si è ad un passo dal far saltare il banco; l’atteggiamento tenuto nel terzo set dagli uomini di Stomeo è privo di mordente, con una malcelata superficialità che supporta la crescita reattiva degli avversari anche nei set susseguenti.
I SET
Pallino del gioco in mano a Buracci e soci che dispongono con facilità della difesa del Casarano, con primi tempi efficaci e contrastando in attacco Gribov e Zanette. La progressione in positivo del punteggio 6-8, 12-8, vede i prolifici Lotito e Musardo trascinare la squadra, con Durante e Pierri che staccano in ricezione buonissime percentuali di positività(68% e 81% rispettivamente).
Zonno distribuisce con molta accortezza mandando a segno la sua prima linea che mantiene il break di +3 punti, traghetta la squadra al secondo set con un ace realizzato su Gribov e preceduto da un preciso diagonale di Lotito.
II SET
Partenza con handicap per la LEO SHOES CASARANO con due errori di Gribov e Romano, poi l’ 1-4 è per merito di un doppio Lotito. Durante e Musardo sono i più attivi: tengono a distanza capitan Laterza e soci costringendo mister Monaco a chiedere la sospensione sul punteggio di 3-8.
La prima linea bluceleste è prolifica e contiene Zanette e Gribov che accusano il 5-13 tanto da far spendere a mister Monaco il suo ultimo time out a disposizione. Il vantaggio dei galatinesi si riduce di soli due punti, per poi venire incrementato da un ispiratissimo Musardo (15-22) che scatena la reazione di un triplo Gribov, che però deve piegarsi ad un lucido Lotito che porta a casa il secondo set (17-25)
III SET
La grinta del Casarano e l’impotenza del Galatina: riassumiamola così questa terza frazione. Metamorfosi incredibile ed inspiegabile: ed è subito 5-1. Buracci balbetta in condizioni fisiche precarie (ginocchio e spalla malandati) ed in alcune scelte di attacchi forzati, poi avvia la risposta con tre schiacciate positive per il 9-9, ma uno Zanette imprendibile ed emotivamente autolettosi trascinatore, apre una forbice di + 5 punti per i suoi colori (18-13).
Calò rileva Zonno e chiama in causa positivamente Iaccarino e Buracci: Lotito realizza un ace, poi sbaglia l’attacco in pipe, mentre Muscarà e Zanette vanno a segno. Durante in difficoltà viene rilevato da Petrosino, De Lorentis sostituisce Iaccarino al turno di servizio senza alcun miglioramento ed il set è appannaggio dei padroni di casa per 25-21.
IV SET
Quel che si temeva, la mancanza di tenuta nervosa, si verifica. In campo scende un gruppo privo di reattività sotto l’aspetto fisico e mentale. La frequenza degli errori spiana il vantaggio a capitan Laterza (10-7). Sale in cattedra Zanette che non trova muri efficaci in Durante e soci, martellando sia da posto 2 che dalla seconda linea. Pierri fa gli straordinari disputando una gara maiuscola ( per noi la migliore fino ad oggi) al pari del suo omologo Barone sul fronte opposto, ma anche Gribov non è da meno aprendo un break di +4 punti(20-16).
I cambi di Calò per Zonno, De Lorentis per Durante e Persichino per Buracci non servono ad invertire la rotta. Zanette è scatenato e rimanda il risultato finale al 5 set chiudendo sul punteggio di 25-19.
V SET
Con un Gribov stanco che commette qualche errore, matura un vantaggio di 4-6 per Efficienza energia, poi con un Buracci fisicamente affaticato ed acciaccato ed un Zanette, al contrario, tonico e trascinatore, ecco la svolta per i ragazzi di mister Monaco.
Calano mentalmente Musardo e Iaccarino, Lotito accusa la tenuta fisica e una mancanza di alternativa realizzatrice (11-11,14-11) ed alcuni errori spingono il Casarano alla vittoria.
Il punto decisivo lo mette a terra Gribov in perfetta tranquillità, senza che la prima linea di Efficienza energia si opponesse con un muro, nonostante il suo attacco fosse partito dai quattro metri.
Con poca gloria e con un sol punto si chiude la trasferta di Casarano per il team del Presidente Santoro e, sicuramente, qualcuno dovrà far mea culpa per aver sciupato una ghiottissima occasione di portare a casa l’intera posta.
TABELLINO
LEO SHOES CASARANO-EFFICIENZA energia GALATINA 3-2(22-25,17-25,25-21,25-19,15-13)
CASARANO
Guarini(n.e.),Cino,Laterza3,Barone(L),Nutricati,Morciano,Anastasia6,Zanette 36,Gribov 16,Muscarà 8,Romano 4,Trullo(n.e.)
All. Mimmo Monaco
GALATINA
Apollonio(ne), Musardo 15, Iaccarino 11,Durante6,Rossetti(n.e.),Calò 1,Pierri (L),Persichino,De Lorentis,Lotito 25,Petrosino1, Buracci 14
All. Giovanni Stomeo
Ass. Antonio Bray
Piero De lorentis
Area Comunicazione
Efficienza energia Galatina.
nov162018
Sarà Virtus Potenza contro Efficienza energia Galatina uno dei primi anticipi della sesta giornata del girone G di serie B, che si giocherà oggi alle 17.00 nella palestra Caizzo del rione Lucania a Potenza. Sarà un ritorno per mister Stomeo nel capoluogo della regione Basilicata, dove ha militato vestendo i colori della Virtus nel lontano 91-92, che al di là degli attestati di reciproca stima non dovrà precludere il risultato che società e tifosi salentini aspettano.
La squadra di Katia Romano, ancorata sul fondo, è reduce dalla sconfitta in casa della capolista Ottaviano ed è decisa a dare una svolta al proprio percorso, con la grinta e la determinazione che non mancano ai ragazzi del presidente Donato Mancino.
Capitanati da Lopardo i giovani potentini, la cui valorizzazione passa attraverso questi duri banchi di prova, vorranno dimostrare quanto il processo di crescita sia in atto cercando di offrire una prestazione positiva.
Capitan Buracci e compagni sanno però di non dover sottovalutare questa gara che passa più sotto gli aspetti emozionali e di rivalsa degli atleti che sotto l’oggettività di una situazione, che colloca i lucani in ultima posizione di classifica.
Lo sa bene anche mister Stomeo che nella passata stagione ha viaggiato sulle stesse frequenze negative ma che, stimolando a dovere i suoi, è riuscito in più di un’occasione a cogliere aspetti prestazionali incoraggianti. Si rammenti lo spirito e la voglia con cui si battagliò nella 13 ^ giornata a Leverano contro la capolista, strappando loro un set ( 25-18, 20-25, 25-11 ,25-21 ) e consensi positivi da parte dei tifosi al gruppo del presidente Luigi Santoro.
Arbitri della gara : signora Claudia Lanza (1 arbitro) e signor Filippo Erman(2 arbitro).
Piero de lorentis
Area Comunicazione
Efficienza energia Galatina
mag312022
Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara, dopo la firma della convenzione tra l’amministrazione del Sindaco Marcello Amante e la società City Green Light, avranno un nuovo sistema di pubblica illuminazione.
Giunge a conclusione l’iter amministrativo partito nel novembre 2021 per l’ammodernamento dell’impianto di pubblica illuminazione su tutto il territorio comunale e da domani, 1° giugno, si partirà con la sostituzione dei corpi illuminanti oltre al ripristino, dove necessario, della rete, dei sostegni e dei quadri elettrici.
“Una svolta completamente green che porterà ad un risparmio energetico di circa il 70% - dichiara il Sindaco Marcello Amante – il servizio mira alla riqualificazione di tutto il sistema con apparecchi illuminanti a elevata efficienza (LED) funzionali all’ottimizzazione e al risparmio di energia. Un ulteriore obiettivo centrato dalla mia amministrazione sia sotto l’aspetto economico, con un risparmio annuo stimato in circa 300.000 euro, che ambientale con un importante passo in avanti verso quell’idea di smart city che ci appartiene. E’ stato previsto infatti, a regime, il telecontrollo di tutti gli impianti con l’adesione al progetto Public Energy Living Lab (PELL) promosso dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e la possibilità di segnalare anomalie e malfunzionamenti da parte dei cittadini anche tramite la “City green app” oltre che i canali tradizionali.”
“Un intervento strutturale importante che la città attendeva da anni e che riguarderà 4991 punti illuminanti oltre alle 175 lanterne semaforiche. Una particolare attenzione l’abbiamo avuta verso i centri antichi per i quali abbiamo richiesto il mantenimento dei corpi illuminanti artistici a luce “calda” e adeguata ai luoghi – dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo - il contratto di gestione avrà una durata di 9 anni e comprende anche la manutenzione. Sono particolarmente soddisfatta per aver centrato un altro degli obiettivi di mandato della nostra amministrazione. Nel canone in convenzione abbiamo concordato, con la nuova società gestore, l’inserimento di circa 484.000 euro derivanti dai risparmi, da destinare a adeguamenti tecnologici, alla progettazione e alla realizzazione di nuovi impianti in zone comunali oggi scoperte. Prevista anche la condivisione al 50% dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE, il principale meccanismo di incentivazione dell’efficienza energetica nelle infrastrutture a rete), il servizio di call center h24 e il servizio di energy management”.
Ufficio stampa Marcello Amante
ott012014
apr202024
Victor Hugo diceva che il cuore vive finché ha qualcosa da amare, così come il fuoco finché ha qualcosa da bruciare.
Ma quanto a lungo può bruciare un fuoco? Quello degli Scazzacatarante arde da ben 25 anni. Fonde e anima il noto gruppo di pizzica salentina e riversa il suo calore e la sua energia nel pubblico che li segue dal 1999.
Non poteva dunque esserci titolo più azzeccato per il nuovo brano della band in uscita ad aprile.
VAMPA, questo il nome del singolo e del tour che vedrà gli Scazzacatarante nelle piazze del Salento a partire dal 30 aprile, è il canto di un sentimento bruciante e vivo, espressione dell’amore di un uomo nei confronti di una donna, ma anche metafora della passione che tiene saldamente unito questo gruppo.
Sui ritmi della pizzica tradizionale, con un’ispirazione simil orchestrale grazie alla presenza dei fiati e degli archi in fase di registrazione, gli Scazzacatarante danno voce a quel tormento d’amore che non trova il coraggio di palesarsi e indugia sull’uscio della persona amata.
“De nanti casa tua iu passu e spassu, mo cu te visciu pe nu paru d’ore”: è proprio questa la dolce inquietudine di chi ama e tace, croce e delizia di ogni amore inespresso. Chiunque nella vita abbia sentito almeno una volta quella fiamma nel petto non può non riconoscersi nel sentimento che viaggia tra i versi di “Vampa”, non può non rivedersi in quei sospiri, nel calore di quelle lacrime d’amore, nella speranza di vedere un giorno corrisposto l’ardore profondo di un’anima che non si dà pace.
La prima imperdibile data per ascoltare live il nuovo singolo degli Scazzacatarante è il 30 aprile, "Al posticino", in Corso Garibaldi n.4, a Galatina. In quest'occasione sarà proiettato per la prima volta anche il nuovo suggestivo videoclip.
Dal 1 maggio Vampa sarà inoltre disponibile e scaricabile su tutte le piattaforme musicali e su youtube.
apr032020
Ho ricevuto con enorme piacere un messaggio del dott. Paolo Tundo, primario del Reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Galatina.
Il filo che lega la città alla squadra di medici, infermieri e personale sanitario del “S. Caterina Novella” è forte, fatto di gratitudine, affetto, stima e grande emozione, come quella provata ieri sera davanti alla Palazzina De Maria insieme a tutte le Forze dell’Ordine nel nostro ideale abbraccio a chi sta lottando ogni giorno per noi e con noi.
Rendo pubbliche le parole del dott. Paolo Tundo affinché possano entrare nel cuore di ognuno e lasciare un segno di speranza, come hanno fatto con me:
“Purtroppo stasera non ero presente in ospedale perché impegnato in una teleconferenza con altri colleghi impegnati in ambito COVID, ma le immagini che ho avuto modo di vedere mi hanno commosso, così come mi succede del resto ogni volta di fronte alle tante piccole grandi manifestazioni di affetto e solidarietà che stiamo ricevendo in questi giorni. Come dico sempre, c’è davvero bisogno di questi abbracci per avere la forza di andare avanti. Mi spiace non trovare il tempo e l’energia per ringraziare di volta in volta tutti quelli che ci stanno vicino in questo momento, ma ti prego di farlo a nome mio e di tutti i miei collaboratori. Ma in questo ringraziamento mi permetto di includere anche tutti gli operatori sanitari di Galatina che, dal primo all’ultimo, non stanno lesinando il proprio impegno. E, perché no, grazie anche da parte di chi sta affrontando sulla propria pelle ed in prima persona questa difficile battaglia, di chi davvero spera che tutto finisca al più presto e possa tornare ad abbracciare i propri cari. Grazie di vero cuore a tutti, un forte abbraccio, restate a casa ed insieme ce la faremo”
Il Sindaco Marcello Amante
apr192022
Cari candidati alla carica a Sindaco di Galatina,
sento il dovere di porvi all’attenzione un argomento che, in particolar modo in questo momento, costituisce una delle tematiche più importanti a livello nazionale e regionale ma che a Galatina non viene mai affrontato, se non a livello marginale o è assente del tutto.
Aree Tematiche che necessiterebbero di molta attenzione considerata la vocazione storica della nostra comunità.
Come possiamo andare avanti se non ricordiamo chi siamo e da dove veniamo?
Come può un comune con 75,00 kmq. circa di superficie agricola e in posizione centrale nella nostra provincia non avere tale settore come uno tra i principali temi nelle programmazioni elettorali?
Ci sono molteplici iniziative da intraprendere a breve e a lungo termine, a costo zero o meritevoli di finanziamento nel PNRR, prima fra tutte ed è solo un esempio e che rappresenta però l’idea di progresso nel rispetto della nostra tradizione: la rivalutazione di uno stabile presente nella nostra area urbana, al centro di un contesto commerciale e turistico sempre più in espansione:
l’ex mercato coperto che potrebbe RI-trasformarsi nel MERCATO COPERTO BIO di GALATINA e sarebbe la prima realtà in provincia di Lecce.
In questi anni ho sentito le idee più improbabili al fine di attingere a fondi per il recupero dello stabile, ma perché non puntare sull’originaria natura di questo edificio?
Partendo dal reimpianto delle aree colpite da xylella fastidiosa, passando alla pianificazione agricola in materia di prodotti dop igt e stg, con tipicizzazione di aree per la produzione del biologico e considerando anche la grande attenzione nella conversione, da parte della Comunità Europea, attraverso le varie misure del PSR con cui AGEA finanzia progetti di produzione biologica. Il primo mercato biologico della provincia di Lecce, situato al centro della città potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello per i paesi limitrofi, a questo è da considerare la posizione strategica per il turismo a Galatina. Chi visita la nostra città, spesso è alla ricerca dei prodotti tipici come confetture, farine, pasta, friselle, olio, vino,prodotti caseari...e per gli abitanti dei paesi limitrofi sarebbe un ulteriore occasione per venire a Galatina. In provincia esistono moltissime aziende convertite in bio ma a parte i mercatini itineranti di Campagna Amica e altri mercati saltuari presenti soprattutto nel capoluogo non ci sono realtà stabili come punto di riferimento per questa filiera.
Il piano regolatore del verde è uno strumento di pianificazione di settore e può svilupparsi in due grandi branche: quello pubblico e quello dedicato alle aziende del settore.
L’’aspetto pubblico è parte integrante dello Strumento urbanistico generale che partendo dall’analisi dettagliata del patrimonio verde del comune ne definisce lo sviluppo quantitativo e qualitativo nel medio e lungo periodo, anche in previsione della futura trasformazione urbanistica - territoriale. Senza entrare nei dettagli normativi il Piano Regolatore del Verde comprende una serie di prescrizioni specifiche e norme per la tutela, manutenzione e fruizione del verde, pubblico e/o privato, presente sul territorio comunale, nonché indirizzi progettuali per aree verdi di futura realizzazione ed è utilissimo per delineare le linee guida per le fonti di energia rinnovabile.
Dal Verde attrezzato che comprende : piccoli parchi e giardini di quartiere con giochi per bambini, aree cani, alla Forestazione urbana, agli Orti botanici finendo con gli Orti urbani, i Cimiteri e le Aree sportive all’aperto. Insomma tante idee concrete ed in molte di queste voci si collocano il Baratto amministrativo (art. 24 Dl n° 133/2014) e altre formule che potrebbero facilitare sin da subito lo sviluppo di molti progetti.
L’agricoltura è un settore produttivo primario per l'economia del nostro paese, e nella nostra campagna si producono prodotti di eccellenza quali quelli ortofrutticoli e poi vino, olio, ecc. sia in coltivazione convenzionale che biologica, l'amministrazione comunale ha il dovere di essere partecipe e protagonista attraverso un organo con funzioni consultive propositive ed organizzative, fornendo pareri, non vincolanti, nelle politiche agricole; esprimere pareri, non vincolanti, relativi all'assetto del territorio, risorse idriche, realizzazione di infrastrutture, di impianti per produzioni di energia alternativa, viabilità rurale ecc perche solo attraverso un reale interesse da parte vostra possiamo tornare ad essere un modello per il nostro territorio.
Ambra Mongiò
set092020
Non so se avete avuto modo di ammirare l’esilarante cartellone svettante a Galatina all’interno di un recinto di plastica giallorosa (come il governo), tra via Ugo Lisi e la via di Noha, zona palestra-hangar/circonvallazione-interna, periferia a sud.
Non mi dite che non ci avevate fatto caso eh, ché il cartello farebbe invidia ai 6X3 dei candidati alle regionali [con un 6X3 le spari più grosse e, per il terzo segreto del marketing, vieni creduto come all’oracolo, ndr.].
Insomma, il titolo del suddetto manifesto del partito consumista è: Complesso Residenziale “Le Palme” (giustamente con le virgolette); o forse era Le Palle, non vorrei aver letto male.
Pareva brutto, invece, Complesso Residenziale Il Gelso: troppo sense of humour, giacché il piano Silletti, altrimenti detto ‘ndo cojo cojo, fedele al suo antenato di parte materna, cioè Attila, aveva già fatto in loco il suo corso diciamo naturale (tra parentesi, io l’ho sempre detto ai compagni che sarebbe stato meglio tumulare già rivoltato nella tomba il povero Tonino Baldari).
Rimane un mistero il fatto che a un fischio dal novello impianto, visibile a occhio nudo, ve ne sia un altro, vecchio di zecca, fermo allo scheletro in cemento armato forse da una ventina d’anni: lì probabilmente o la società costruttrice aveva sbagliato i conti (e si sarà fermata, seppure, al pagamento delle prime fatture alla Colacem di turno), oppure gli eventuali promissari acquirenti, viste le prime avvisaglie estetiche delle loro abitazioni, rinsavendo per un attimo, avranno pensato: “Tanto vale che ci trasferiamo a Beirut”. Adesso non vorrei rubare il lavoro ai pubblicitari, ma secondo me il giovane adiacente aggregato edilizio a schiera, attesa anche l’endemica ludopatia nostrana, si sarebbe potuto denominare, forse con più efficacia commerciale: Nuovo Comparto Riprova E Sarai Più Fortunato.
A mio modesto parere, andarsi a trasferire nell’imminente centro residenziale galatinese (volevano dire periferia residenziale, scusateli) è un affarone: vuoi mettere la gioia del suburbio, lo struscio di migliaia di macchine sul grande raccordo anulare a km0, il fatto di non sentirti né in città né in campagna (in pratica un non luogo), gli allagamenti quando piove (in zona semafori) che ti fa tanto sentire a Venezia però con il Mose. E dell’“energia a costo zero” riportata sul suddetto manifesto a mo’ di arcobaleno vogliamo parlarne? A gratis proprio tutto: pannelli, allacci, fili, tubi, doppi vetri, e, mi voglio rovinare, pure l’auto ibrida per la spesa all’Iper (ché in questo paese, signora mia, se non hai un automezzo per spostarti anche nel raggio di 300 metri sei spacciato).
Così nell’attesa di un DPCM che dica Stop al consumo di suolo, il baricentro della “nave sanza nocchiere”, vale a dire Galatina, sembra oscillare: ora verso Collemeto (allorché il coro intonava l’alleluia per il Mega-porco Pantacom, che chissà quali magnifiche sorti e progressive ci avrebbe riservato - ma mai dire mai, visto che la pratica non è ancora perenta), ora verso Noha, con queste belle “villette signorili con giardino”, così “signorili”, ma così “signorili” che sembrano sbucate da una fotocopiatrice, una uguale all’altra. Altri tempi quando i signori cercavano di distinguersi dagli altri. Ebbene sì, non c’è più la borghesia piccola piccola di una volta. Ma non sottilizziamo: per la classe politica di maggioranza e dunque per la finta opposizione quello che conta è la mitopoiesi delle “ricadute occupazionali” e del “volano per lo sviluppo”.
Auguri ai nuovi acquirenti, dunque, pronti a stipulare con una neonata SRLS la compravendita della casa dei propri sogni. Vuoi mettere le garanzie post-vendita che una Società a Responsabilità Limitata Semplificata – per legge con un capitale sociale strettamente inferiore a 10.000 euro - è in grado di fornirti?
E voi altri attivisti (e dunque negazionisti e complottisti che non siete altro) smettetela di menarcela con ‘sta storia dell’abbattimento dell’attiguo Casino Liberty: che c’azzeccano infatti con l’edilizia gli articoli della Lines? Dico quelli con le ali.
Antonio Mellone
apr042024
Non è mai facile superare le più rosee aspettative, ma superare se stessi è il "non plus ultra".
Ed è avvenuto proprio questo a Noha il lunedì di pasquetta 2024, inaugurato la mattina con la 68a Sfilata Equestre "Madonna di Costantinopoli", che ha registrato il record di carri, carrozze, cavalli e cavalieri "a passeggio" per le principali strade della cittadina e proseguito con il successivo spettacolo di Dressage in zona fiera accolto dagli applausi del pubblico estasiato da tanta bellezza.
Dopo la pausa pranzo (qualcuno s'è fermato per il pic-nic), si è attesa la breve ma antichissima processione con la Vergine dal manto azzurro e il bouquet di fiori in mano partita dalla chiesa madre di San Michele Arcangelo e giunta, sulle note dell'orchestra di fiati di Noha diretta dal M° Lory Calò, alla volta della cappella a Lei dedicata.
A seguire, nell'area appositamente attrezzata e posta in sicurezza, la marcia trionfale, l'inno nazionale e la presa della cuccagna a cura del gruppo dei Warriors', con un contorno di compaesani e visitatori "forestieri" entusiasti e mai visti prima d'ora così numerosi.
I fuochi pirotecnici finali sono stati il coronamento di una giornata all'insegna della fantasmagoria di luci, suoni, colori, sapori, ricordi, tradizione, e finalmente senso di comunità.
Il tutto è avvenuto grazie alla collaborazione di tutti: dalla parrocchia al concerto bandistico nohano, dagli artigiani ai piccoli commercianti di Noha, dall'amministrazione comunale ai tanti cittadini volontari che in un modo o nell'altro hanno collaborato per il successo delle numerose attività poste in essere, ma soprattutto grazie all'Associazione "Furia Nohana" (non si può qui non menzionare l'energia dell'onnipresente presidente Natascia Rossetti) e alla professionalità del Centro Ippico Sant'Eligio, orgoglio cittadino ed emblema di classe ed eleganza.
Le due ultime associazioni ci hanno comunicato di essere già al lavoro - insieme a tutti gli altri, s'intende - per l'edizione della Pasquetta Nohana 2025, con nuove idee, iniziative, ospiti e sorprese.
Nel nostro piccolo, ci saremo anche noi di Noha.it e Nohaweb.
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Albino Campa
Noha.it
mar022020
Sono la forza della Showy Boys, l’energia e l’entusiasmo che quotidianamente “muovono” l’attività nelle palestre. Sono le allieve e gli allievi del settore giovanile del club galatinese che frequentano i corsi di pallavolo abbracciando diverse fasce di età, partendo dai cinque anni per arrivare al gruppo degli under 18. La Showy Boys non è solamente la serie regionale di pallavolo che funge da prima squadra (anch’essa composta, per scelta, da talentuosi atleti del vivaio), ma anche un fiorente e strutturato settore giovanile che inizia con i corsi di Volley S3 riservati ai tesserati più piccoli del club.
La Showy Boys è una Scuola Volley riconosciuta tra le eccellenze in Italia in virtù del titolo di Scuola Regionale di Pallavolo e della certificazione di qualità Fipav per l’attività giovanile, quest’ultimo il più importante riconoscimento federale per le società sportive che meglio hanno saputo lavorare con i propri vivai. Dal 2018, Galatina può vantare un prestigioso Marchio d’Argento che la Federazione Italiana Pallavolo ha riconosciuto alla Showy Boys, unica società sul territorio cittadino ad aver ottenuto tale certificazione e tra le quattro associazioni sportive in Puglia. Per il club galatinese è certamente motivo di orgoglio e di gratificazione per l’importante lavoro di formazione tecnica svolto in questi anni dalla Scuola Volley, così come per le famiglie è un’attestazione di qualità per l’attività diretta alle atlete e agli atleti facenti parte del settore giovanile bianco-verde.
L’attività sportiva della Showy Boys si divide tra più campionati provinciali e regionali, coinvolge un settore maschile e femminile in costante crescita, si divide in più fasce di età e con una particolare attenzione rivolta ai più piccoli del Volley S3. Una politica societaria che da diversi anni ha come obiettivo quello di avvicinare più bambini possibili in palestra e promuovere l’attività motoria nelle scuole primarie. Una scelta che sta premiando la Showy Boys, facendo diventare la Scuola Volley del club bianco-verde un punto di riferimento per l’attività pallavolistica giovanile non solo in Città ma anche in provincia. Un impegno diretto e costante da parte della società galatinese che porta ad avere in palestra ogni giorno decine e decine di allievi di ogni età, oggi forza della Showy Boys che, nel segno dell’identità e della tradizione, prosegue nella promozione dell’attività sportiva e sociale nel territorio.
www.showyboys.com
nov122020
Olimpia Sbv ritorna in campo. I doppi tamponi molecolari a cui sono stati sottoposti tutti gli atleti riscontrati positivi, unitamente al resto del gruppo squadra, hanno dato esito negativo.
All’imposizione della locale ASL di fare eseguire il tampone agli atleti presso i propri presidi ospedalieri, il cui processo ha dato esito negativo, è seguita la procedura protocollare di Lega con l’esecuzione di un ulteriore tampone molecolare a distanza di 48 ore.
Il risultato della doppia negatività alla data odierna, consente alla squadra di mister Stomeo di programmare senza alcuna limitazione la gara casalinga di domenica 15 novembre.
Piero de Lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
feb152024
Lo Sviluppo Sostenibile rappresenta una delle sfide più ambiziose del terzo millennio all’interno dell’Agenda 2030 del programma delle Nazioni Unite. Seguendo la strada già individuata a livello internazionale, la Città di Galatina, in occasione del 16 Febbraio – Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, invita cittadini e attività commerciali a sviluppare delle azioni di sensibilizzazione attorno al tema del risparmio energetico e dell’attenzione ambientale, aderendo alla XX edizione dell’iniziativa M’illumino di meno nata dalla storica trasmissione “Caterpillar” di Rai Radio2.
La campagna promossa all’emittente radiofonica a favore del risparmio energetico, intende richiamare l’attenzione sia a livello nazionale che internazionale, tanto da inserire lo slogan “No Borders” all’interno del tema di quest’anno. Diverse sono le iniziative in agenda promosse dalla Città di Galatina che spaziano dagli incontri e letture organizzate volontari del Servizio Civile Universale; ad una selezione di libri tematici messi in evidenza all’interno del prezioso Polo Biblio Museale; all’invito alle attività commerciali a spegnere le vetrine e a quelle ristorative nel proporre un intrattenimento musicale solo in acustico, senza l’utilizzo di strumenti di amplificazione che richiedono l’utilizzo dell’energia elettrica, completando l’esperienza con un piatto o snack “oltreconfine”. A tutto questo si aggiunge lo spegnimento dei siti di maggiore interesse sia a Galatina che nelle frazioni di Noha e Collepasso.
Agenda degli appuntamenti
10.00 - 12.30 / 18.30 - 20.30 Palazzo Orsini lettura a tema con i volontari del Servizio Civile Universale; installazione di un cartellone per raccogliere le idee dei partecipanti sul risparmio energetico. In serata accensione delle candele
18.00 Polo Biblio Museale Spegnimento delle luci e allestimento proposte di letture a tema
19.00 - 24.00 Spegnimento delle luci di Palazzo Orsini e Uffici Comunali; in piazza San Michele a Noha e in piazza Italia a Collemeto
Gli esercizi commerciali e/o le attività ristorative sono invitate a spegnere le vetrine; a creare delle iniziative dedicate come musica unplugged; a proporre dei piatti “oltreconfine” in relazione al tema 2024 della manifestazione www.rai.it/milluminodimeno/
Ufficio Staff del Sindaco
Dott.ssa Barbara Perrone
ago022016
Sig. Russo Piero Luigi,
dalla sua invettiva emerge che io sia al centro di quasi tutta l’attività amministrativa svolta, secondo Lei, con poca attenzione in questi quattro anni. Al di là delle sue opinioni personali nelle quali evidentemente non mi riconosco, ritengo di poterle rispondere per le questioni di mia competenza.
Credo che i cittadini abbiano elementi per valutare serenamente l’operato dell’Amministrazione Montagna e dei miei tre anni e mezzo di impegno amministrativo. Da parte mia, Le posso dire che ho vissuto e vivo felicemente la vita sociale di Galatina uscendo per le strade, frequentando le piazze, le attività commerciali, incontrando persone, salutando e parlando con tutti i quali mi hanno onorato della loro stima, amicizia, conoscenza. E sono tantissimi, fortunatamente. Sig. Russo Piero Luigi, la mia serenità d’animo, la mia voglia di continuare a fare, a tessere relazioni, a dialogare con tutti e impegnarmi per migliorare la nostra comunità non si fermerà certo davanti alla sua rabbia e invettiva contro la mia persona. Può star certo.
Vivo a Galatina, e io e mia moglie abbiamo scelto di far crescere i nostri figli a Galatina e le posso assicurare che farò di tutto perchè loro possano amare e rispettare questa Città. Lo farò, come ho sempre fatto in vita mia, impegnandomi nel sociale, in politica e cercando di dare esempi positivi.
Ma andiamo in ordine.
Risponderò punto punto alle sue critiche quando di mia stretta competenza. Ad alcune delle sue considerazioni tra l’altro , in questi anni di amministrazione Montagna, è stata data già risposta attraverso risposte alle interrogazioni consiliari oppure attraverso note scritte pubblicate sulle varie testate giornalistiche, ma certamente, repetita iuvant.
La ‘Lampada senza luce” di Gaetano Martinez. Si è provveduto a ristrutturare l’intero vano pompe, sono stati sistemati tutti gli impianti idrici e l’impianto elettrico mettendo nelle condizioni l’impresa di effettuare anche manutenzione continuativa per un anno. L’importo era comprensivo di IVA e manutenzione per un anno. Si è fatta regolare gara d’appalto, come sempre con trasparenza e rispettando la legge. Ora la fontana funziona. Piuttosto dovremmo prenderci un po’ tutti cura di quel bene prezioso che ci ha lasciato Gaetano Martinez, rispettando e facendo rispettare semplici norme di convivenza civile come evitare di buttare nella vasca cicche, cartacce o altro ancora. Sarebbe altrettanto importante punire chi non rispetta i beni pubblici.
Rup per questioni di carattere economico-finanziario. La professionista in questione è stata incaricata con regolare procedura messa in atto dalla dirigente dott.ssa Rita Taraschi, persona sempre scrupolosa e attenta alla corretta applicazione delle norme. Il lavoro della professionista in questione è finalizzato a reperire risorse finanziarie a disposizione dell’ente. Si è reso necessario procedere con una ricognizione delle disponibilità residue a valere sui mutui già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti le cui opere sono state concluse. Lavoro mai svolto in precedenza, molto meticoloso ed espletato con grande impegno.
In particolare tale procedura consiste nel richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti le erogazioni a saldo per quei mutui che presentano una disponibilità residua pari o inferiore a 5.000,00 € o nel caso di importi residui pari al 5% del mutuo a suo tempo concesso.
Il lavoro di ricognizione, che è stato espletato per il 50%, ha portato i seguenti esiti:
somme per le quali è possibile richiedere l’erogazione a saldo: € 76.957,35;
somme che possono essere destinate alla riduzione del prestito originario ovvero ad un diverso utilizzo, nuovi investimenti senza incrementare il debito: € 247.684,69
Questa ultima somma è stata destinata alla riorganizzazione degli ambienti del tribunale per ospitare uffici amministrativi del Comune tra i quali Ufficio LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Anagrafe e Ufficio Commercio. La nuova organizzazione degli uffici all’ex tribunale porterà indiscutibili vantaggi all’utenza in quanto un unico luogo ospiterà più uffici e servizi a disposizione anche di utenza con difficoltà motorie. Purtroppo, attualmente, pochissimi uffici sono accessibili ai diversamente abili.
Palestra di via Montinari. Abbiamo inaugurato la palestra perchè i lavori conclusi dovevano subito portare al suo immediato utilizzo. Non si è ancora utilizzata per due motivi. Primo le società sportive di pallavolo e basket ritengono vada prima migliorato il terreno di gioco con altra superficie idonea. Due, serve maggiore collaborazione di tutti per dare seguito alle volontà politiche di un completo utilizzo delle strutture pubbliche. Non va bene che una struttura pubblica rimanga chiusa per molto tempo. L’autocritica è necessaria.
Centro Polivalente di Viale Don Bosco. La struttura è agibile, sono stati terminati i lavori appaltati e viene regolarmente utilizzata da chi ne fa richiesta. Sono stati già organizzati corsi di teatro, spettacoli di vario genere, feste, concerti e conferenze.
La struttura è stata intitolata a Pierantonio Colazzo per volere dell’Amministrazione Coluccia.
Asilo di viale Don Bosco. Abbiamo ereditato duemila problemi, quindi testa bassa e pedalare. E’ stato compiuto un grande sforzo organizzativo per risollevare il cantiere e aprire l’asilo. Ora l’asilo funziona.
Corso Porta Luce e pista ciclabile. Corso Porta Luce è parte del finanziamento PIRU-Piano Integrato Riqualificazione Urbana. E’ stato migliorato il progetto anche con la realizzazione di una pista ciclabile. Prima dell’amministrazione Montagna, Galatina aveva zero Km di piste ciclabili. Ora, grazie alla realizzazione della tangenziale sud-ovest e al miglioramento di Corso Porta Luce, possiede circa 2,5 km. E’ chiaro che ci deve essere la volontà dei cittadini e della politica per continuare a tracciare piste ciclabili se vogliamo rendere Galatina più ecosostenibile e favorire una mobilità dolce e più rispettosa dell’ambiente. La realizzazione di un ulteriore piccolo tratto di pista ciclabile tra angolo Corso d’Enghen- Corso Porta Luce passando da via Ugo Lisi - Ex Tribunale (in prossimità degli Uffici Pubblici), permetterebbe di collegare la tangenziale a tutto il Centro Storico, già zona a traffico limitato. Personalmente mi rallegro quando vedo le persone pedalare in sicurezza nella Città.
Utenze e canoni per telefonia e reti di trasmissione. C’era da fare una piccola rivoluzione. Ci stavamo provando ma non abbiamo finito il lavoro iniziato. Non conosco i dati dei primi sei mesi del 2016. Non ci sono stato. Mi sono dimesso a gennaio. Posso solo dirle che non ho mai utilizzato una scheda telefonica del comune, anche se assegnatami. Ho sempre e solo utilizzato una scheda telefonica con traffico dati pagata personalmente. Il mio numero privato era ed è anche pubblico e segnalato, sin dal 2012, sul mio profilo del sito istituzionale del Comune di Galatina.
Concerto del 27 agosto 2015 in piazza Falcone e Borsellino. Grazie alla sinergia tra diverse associazioni ad agosto del 2015 è stata organizzata una bella rassegna di arte, e cultura giovanile. Tra le diverse associazioni che hanno contribuito alla organizzazione degli eventi, c’è stata la partecipazione dell’Associazione Guerriglia Culturale che ha anche curato l’organizzazione del concerto in piazza Falcone e Borsellino. A un certo punto della serata per pochissimi minuti e prima di essere allontanato dal palco, uno dei componenti di uno dei gruppi rap che si sono esibiti ha urlato al microfono frasi irrispettose e volgari. Sia io, sia i componenti dell’associazione giovanile Guerriglia Culturale, abbiamo preso nettamente le distanze dal ragazzo maleducato che ha offeso i presenti al concerto.
Sig. Russo Piero Luigi, nelle amministrazioni pubbliche succedono tante cose. C’è chi è bravo ad intercettare fondi pubblici, chi a programmare interventi di pubblica utilità, chi a progettare. Poi bisogna realizzare gli interventi. Spesso in un unico mandato amministrativo non si riescono ad evadere tutte le fasi di un’idea. Noi abbiamo finito lavori iniziati da altri, certamente, ma abbiamo anche adeguato progetti poco completi, poi li abbiamo appaltati e li abbiamo terminati. Abbiamo utilizzato le risorse del PIRU e del PIRP (Amministrazione Antonica), abbiamo appaltato e realizzato lavori, abbiamo recuperato fondi pubblici per evitare gli allagamenti nel rione Italia, abbiamo recuperato fondi pubblici per dare nuova vita allo storico Teatro Cavallino Bianco e altro ancora. Non è semplice, l’Italia è un paese che sta cercando la strada della semplificazione. Le complicazioni amministrative impongono l’acquisizione di pareri di molti enti pubblici ognuno con le sue peculiarità, le sue esigenze. Tanta burocrazia inutile frena il fare e la strada per arrivare a risultato è sempre più in salita. In tutto questo è stato fatto tanto. Perciò, giusto perché ripetere aiuta, Le allego le cose fatte perché è sempre meglio essere ricordati per le cose fatte anziché per le cose dette. Inoltre mi piace ricordare, anche a me stesso, che “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il ….FARE”.
Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a luglio 2016:
Lavori Pubblici
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale
Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Comune Galatina: 500.000,00 euro
Lavori completati
Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.
Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia
Importo progetto: 700,000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia
Lavori completati
Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3
Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni
Importo totale progetti: 500.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero
Lavori completati
Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.
Importo progetto: 400.000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.
Lavori completati
Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.
Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.
Importo progetto: 250.000 euro
Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)
Lavori completati
Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.
Importo progetto: 300.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina
Lavori completati
Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.
Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Centro Polivalente viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Struttura inaugurata e utilizzata.
Asilo Nido viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
L’asilo è utilizzato e perfettamente funzionante.
Palestra via Montinari
Finanziamento: PIRU
In attesa di essere concessa in uso.
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale
Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.
Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Lavori da appaltare. Procedure di Gara d’appalto avviate.
Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.
Importo progetto: 1.000.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori in corso.
Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.
Importo progetto: 500.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Gara effettuata e aggiudicata
Lavori in corso.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:
Utilizzo delle palestre scolastiche comunali
E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo degli spazi sociali per lo sport.
Festa dello Sport 2014
La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.
Festa dello Sport 2015
Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.
Green Olympic Games
Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.
Struttura Sportiva di Noha
La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.
Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive
E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:
Chiostro d’Estate. Estate 2012
Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.
Festa della musica. Giugno 2013
Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.
Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto
Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.
Mercato S…coperto,
Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.
Servizio civile nazionale
In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.
Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE
Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e movimenti sociali rappresentanti di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico, un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici attraverso dei personali approcci che spaziano dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.
Cordiali saluti
Andrea Coccioli
ott052021
L’avvio della nuova stagione in serie A3 sarà ancora una volta targata Efficienza energia. Un partenariato giunto al quarto anno di matrimonio con un percorso sportivo impeccabile, tra la maggiore espressione della pallavolo galatinese e la dinamica azienda leader nei servizi energetici.
Alcuni amori, a volte, possono essere caduchi ed effimeri, ma le passioni no! Quelle non tramontano mai. Sì, saranno incontrollate, ricche di adrenalina, possono fare a pugni con il dare e avere di una partita doppia che si esprime in rosso: ma rimangono.
Ne sa qualcosa Pierantonio Fiorentino, patron di Efficienza energia, che per la quarta stagione di seguito cuce sulle maglie della più importante espressione della pallavolo galatinese non solo il logo aziendale, ma soprattutto un incondizionato trasporto affettivo.
E così l’azienda salentina, leader per i servizi energetici, conferma questo legame con i vertici di Olimpia Sbv abbinando la propria attività, dinamica ed innovativa, alla seconda avventura in serie A3 dell’Olimpia Sbv
“Noi da tempo, afferma il numero uno di Efficienza energia, supportiamo il nostro territorio e lo sport, considerando quest’ultimo e il volley in particolare, un’attività educativa e formativa. I valori della pallavolo per assioma s’identificano con quelli della nostra azienda: gioco di squadra, impegno e sacrificio costante nel lavoro, passione estrema. Abbiamo trovato piena sintonia nelle ragioni e proposte societarie, nonostante le notevoli difficoltà di mercato vissute, ma intendiamo considerarle delle opportunità per migliorarci e scommettere sul vivaio della società. Nessuna azienda o organizzazione può prescindere dai giovani, che hanno energia e rappresentano il nostro futuro”.
La perfetta identità di vedute si evince dalle risposte societarie.
Il consolidamento di questo rapporto, afferma il presidente Francesco Liguori, di cui non posso che essere entusiasta, è una componente determinante per le finalità della nostra pianificazione sportiva. In aggiunta alla serie di consensi di altri partner, emerge come il coraggio imprenditoriale e le opportunità di visibilità che ne derivano, funzionali all’attività economica, siano paganti. Non di meno riveste un aspetto filantropico la condivisione bilaterale di quei valori ai quali noi non siamo mai venuti meno: senso di appartenenza e matrice identitaria del nostro club.
La ricaduta che lo sport ha sul sociale e sulla vita quotidiana è incommensurabile. Se oggi ci riprendiamo, seppur in percentuali ridotte, la vivibilità delle palestre e dei palazzetti sia da atleti che da spettatori, genereremo un movimento giovanile la cui formazione fisica e psicologica consentirà la pratica, ognuno secondo le proprie doti, di questo bellissimo sport che è la pallavolo”.
Piero de Lorentis
Area Comunicazione Efficienza energia
Olimpia Sbv Galatina
apr242019
Ultima gara casalinga per il volley galatinese targato Efficienza energia, che offre ai suoi tifosi un arrivederci al prossimo anno con un incontro di alto livello.
Ospite del PalaPanico sarà infatti, sabato 27 aprile, l’Erredi Taranto impegnata a distanza con Massa Lubrense, per conquistare la seconda posizione in classifica che vale i play off per la serie A3.
Penultima spiaggia per coach Narracci e i suoi ragazzi che hanno un finale tutt’altro che tranquillizzante: battagliare con i salentini di mister Stomeo prima, tendendo l’orecchio ad Ottaviano dove una capolista schiacciasassi ospita Massa e poi giocare, sabato 27 tra le mura amiche, la grande sfida proprio contro Ottaviano.
Passa da Galatina però il futuro prossimo degli ionici che troveranno un’orgogliosa EFFICIENZA energia, pronta ad offrire una prova di carattere che impreziosisca la striscia di prestazioni importanti di questo finale di campionato.
L’ex giocatore di turno di tanti anni fa, Gianni Narracci, ora in veste di tecnico arriva nel Salento con tutti i suoi effettivi; si affiderà come sempre alla diagonale Parisi-Roberti, ai laterali Di Sabato e Garofalo, ai centrali Giosa e Carofiglio, al libero Nero e con Mingolla, Gasbarro, Schifone e Piscitelli pronti a dare manforte.
Mister Giovanni Stomeo risponderà con Zonno-Buracci, Lotito e Durante di banda, Musardo e Iaccarino al centro, Pierri libero, deciso a chiudere con un successo questo campionato, potendo anche contare su Calò, De Lorentis, Petrosino, Rossetti, Persichino ed Apollonio.
Lo spettacolo sicuramente non latiterà al PalaPanico.
Il connubio tra le società Olimpia e S.B.V. è stato ampiamente positivo in questi due anni di collaborazione e il risultato finale soddisfa complessivamente gli obiettivi di entrambe le società.
Il gruppo presieduto da Luigi Santoro forse potrà recriminare su qualche punto lasciato per strada, più per un tardivo rodaggio della squadra che per gli infortuni, anch’essi determinanti alcune prestazioni insufficienti (ci può stare), ma alla fine galleggiare tra 5^ e 6^ posizione in classifica è un traguardo lusinghiero.
Ora spetterà ai vertici societari e alla disponibilità del main sponsor reiterare un accordo che però necessita di un progetto ad ampio respiro.
Questo il pensiero-fiume del presidente Santoro espresso alla vigilia della gara con Taranto:
“Chiudiamo questo campionato in casa (l’ultima gara sarà in trasferta ad Ischia ndr) con un bilancio sportivo positivo, ricevendo l’assenso anche da parte dello sponsor principale Efficienza energia. Il futuro della pallavolo galatinese che noi rappresentiamo, stante la collocazione in una serie nazionale, ha però necessità di certezze e di supporto da parte delle istituzioni amministrative locali, soprattutto dal punto vista impiantistico.
Un sussulto annuale con un intervento una tantum, rapportato agli sforzi societari e all’impegno puntuale di uno sponsor non ha ragione di esistere: è di altri tempi.
Le strategie di un imprenditore che si lega come componente determinante in un campionato di pallavolo di serie nazionale, per interesse e per passione, non possono comparire e dissolversi nella fugacità di un campionato, ma hanno stringenti necessità di marketing di radicarsi sul territorio. Un programma pluriennale condiviso, e non è da tutti con i tempi che corrono, che fissi obiettivi ed intenti di crescita è anche un beneficio per la comunità sociale ed un ovvio ritorno economico alla propria attività imprenditoriale.
Per far ciò l’aiuto dell’amministrazione politica è prioritario, principalmente in materia di disponibilità impiantistica.
Noi tutte società sportive finiremo, al termine di questa stagione, in un cul-de-sac che a giugno ci vedrà sfrattate (per fine mandato gestionale) da un PalaPanico al limite dell’inagibilità e che non ci permetterà di pianificare un futuro sportivo.
Come si può pensare di richiamare investitori privati, per un salto eventuale in serie A3, quando obblighi federali richiedono un impianto che soddisfi determinati requisiti (capacità ricettiva di spettatori, fondo del terreno con caratteristiche sintetiche particolari, altezza del soffitto almeno di m.8 ecc.) ed invece ci troviamo ad avere palazzetti obsoleti o strutturalmente incompiuti, con progetti realizzativi in atto che non prendono in esame le esigenze delle varie federazioni sportive?
Saremo costretti, come è accaduto per altre società (Leverano n.d.r.), ad emigrare verso altre sedi lontane da Galatina, con un aggravio di costi insostenibili che sicuramente faranno naufragare il progetto.
L’appello che rivolgo al primo cittadino è quello di onorarci, sabato 27 alle ore 18.00, con la sua presenza al PalaPanico, dando corpo così a precisi impegni per la piena operatività del palestrone di via Montinari che, a distanza di cinque anni dalla sua inaugurazione, è ancora uno scheletro senza corpo”.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
nov282018
Anticipa il Natale la squadra del presidente Santoro, si veste di buonismo con una prestazione altalenante e alla fine recita il mea culpa lasciando due punti ai casertani.
Non comincia bene il prepartita nel PalaPanico: lo scirocco bagna il parquet, lo rende scivoloso e solo a pochi minuti dall’inizio della gara i giudici dichiarano l’impraticabilità. Titubanti nella decisione, come se il maestrale fosse alle porte e spazzasse da un momento all’altro il vento da sud est, lo saranno anche durante la gara con decisioni intempestive(1 e 3 set), più frutto di proteste della navigata panchina campana che di oggettivi riscontri.
Il campo di riserva che accoglie le due squadre è nella vicina Cutrofiano , grazie alla disponibilità del presidente del CUORE DI MAMMA CUTROFIANO, dottor Roberto Mengoli, che attiva l’organizzazione per l’ospitalità.
Il minuto di silenzio prima della gara, con lo scambio di palloncini rossi tra i giocatori e il nastro rosso sul petto dei tecnici, è il tributo che pubblico ed atleti rendono alla memoria dell’arbitro nazionale Federica De Luca e di suo figlio Andrea , vittime di una furia omicida, che deve scuotere le coscienze di tutta la società civile .
Ora la gara.
Le due squadre si studiano, non ci sono affondi risolutivi che portino a dei break point importanti. Punto a punto si alternano al comando (9-8, 9-11) , ma il Marcianise è molto più incisivo al servizio e la ricezione dei padroni di casa balbetta.
Lotito mette giù un potente servizio con un ace, Zonno di seconda intenzione porta in vantaggio i suoi, ma i rifornimenti per Musardo non arrivano. Il punteggio di 21-20 e 23-23 tiene il set in bilico : brucia un set point Efficienza energia e capitan Flaminio con una diagonale potente porta i suoi sul 24 pari e va a servire.
La ricezione di Pierri è perfetta : gli avversari sono in P3 con attacco a due , e si pensa che sarà chiamato a concludere Durante che ha di fronte Saccone e il più basso Menna in posto due. Invece l’apertura è per Buracci dalla seconda linea che, trovando il muro di Montò e Saccone già composto per la diagonale, tira un lungo linea di poco fuori.
Mister Stomeo consuma il suo secondo time out e sulla battuta di Flamini il primo tempo per Musardo viene murato da Saccone che porta a casa per 26-24 il primo set.
Seconda frazione ancora in affanno per i blucelesti di Stomeo con un break di +4 per Marcianise che imperversa con Flaminio e Saccone. Lotito carica i suoi, Buracci comincia a carburare, Musardo mette giù due muri imponenti e si va sul 18 pari con un allungo fino al 21-18. Breve ritorno di fiamma di Montò, poi l’opposto galatinese chiude il set ristabilendo la parità.
Nel terzo set l’avvio è perentorio per gli avanti di Efficienza energia: Durante è più prolifico ed apre un vantaggio di +4 che obbliga mister Calabrese a spendere il suo primo time out. Rinvengono gli ospiti,(7-7) anche per “merito” di una coppia arbitrale più scissa ed autonoma che mai. Alcuni palloni toccati dal muro avversario vengono giudicati non tali, la panchina protesta e il cartellino rosso sventolato all’indirizzo di Bray penalizza di un punto i padroni di casa. Il susseguirsi dei punteggi (11-11,16-15 ) non alimenta speranze certe per nessuna delle due contendenti ,poi l’allungo di Marcianise con un +3 costringe mister Stomeo a chiamare il time out. L’ingresso di Calò da respiro a Zonno: ne giova Buracci che predilige palle più spinte, ma Montò da posto quattro è incontenibile. Il 21-22 lo fissa Buracci con un bel diagonale, poi Iaccarino lascia il posto a De Lorentis che serve con efficacia, consentendo al muro ben tre ricostruzioni con Buracci e Durante che subisce la murata per il 21-23. Il servizio insidiosissimo di Pecoraro penalizza la ricezione di Lotito e per De Luca è facile mettere a segno il 24 punto.
Dopo il secondo time out del tecnico di casa , Buracci chiude il punto 22 dalla seconda linea, con un mani e fuori su Saccone mandando Musardo al turno di battuta.
Capitan Flaminio riceve, chiede ed ottiene la distribuzione e con un colpo lungo linea tagliato scavalca Calò che tentava un muro d’argine. Ancora Marcianise in vantaggio per due set ad uno.
La quarta frazione è ancora all’insegna dell’equilibrio nonostante un buon avvio di capitan Buracci e soci (6-4,7-7-12-10), con i primi punti di Lotito e Buracci da posto quattro. Durante e Musardo sono attivi, rispondono Saccone e Montò dalla parte opposta e sul 14-11 c’è il time out del Marcianise che porta ad un break di + 4 per il 15-15.
Un sussulto di Efficienza energia annulla i due punti di vantaggio che De Luca e Flaminio avevano conquistato(18-20) ed opera a sua volta un salto triplo per il 21 a 20. La parità la ristabilisce un primo tempo di Saccone poi l’allungo finale: per due volte il muro di Musardo e Zonno blocca Flaminio, poi una pipe deliziosa di Lotito deposita il pallonetto in posto 1.
Musardo giganteggia a muro e conclude di forza, il muro a tre su Flaminio costringe all’errore il capitano campano e Iaccarino mura Montò.
Poi la battuta sbagliata di Marotta, il doppio attacco di Buracci e la bordata finale di Lotito decretano il tie break.
Incrementa subito il punteggio (6-4) Efficienza energia con un ace di Lotito, un primo tempo di Musardo e un diagonale di Buracci. Il cambio di campo (8-4) lascia ben sperare ma un doppio recupero avvicina il Marcianise al 12-10 per poi passare in vantaggio (12-13) con Menna che di prima intenzione schiaccia un’infelice alzata in bagher di De Lorentis per Lotito, fuori dalla portata del laterale galatinese.
Ultimo time out per Stomeo: poi un’invasione di Pecoraro in murata su Iaccarino viene valutata dal primo arbitro a favore del Marcianise che sfrutta l’ultimo time out dopo il punto numero 13 messo a segno dai locali.
La tensione nervosa in campo è alta tanto quanto la posta in palio : la ricezione di Montò invita Menna a servire il suo capitano Flaminio che tira alto sulle mani del muro di Buracci e Iaccarino senza possibilità alcuna di recupero.
La squadra di Stomeo, nonostante abbia battagliato per cinque set, lascia sul campo dei punti e soprattutto un interrogativo legato alla debole leadership di questo gruppo.
TABELLINO
EFFICIENZA energia GALATINA-VOLLEY MARCIANISE 2-3
(24-26 ,25-22,22-25,25-21,23-15)
MARCIANISE:
Esposito,Saccone,Rucco,DeLuca,Faenza,Flaminio,Montò,Marotta,Marrone,Menna,Musone,Capasso,Pecoraro,Schioppa
All. Calabrese
EFFICIENZA energia GALATINA
Apollonio,Musardo,Iaccarino,Durante,Bray,Rossetti,Calò,Pierri,Persichino,DeLorentis, Lotito, Zonno, Petrosino, Buracci
All. Stomeo
Piero de lorentis
Area Comunicazione
Efficienza energia
mar142023
Ai sensi dell'art. 20 dello Statuto Comunale e dell'art. 29 del Regolamento del C.C., il Consiglio Comunale è convocato in seduta ordinaria di 1^ convocazione per il giorno martedì 21 marzo 2023 alle ore 10:30 con continuazione e, occorrendo, in 2^ convocazione per il giorno mercoledì 22 marzo 2023 alle ore 11:00 con continuazione, per trattare i seguenti argomenti:
1) INTERROGAZIONI
2) APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA PRECEDENTE
3) ESECUZIONE SENTENZA N. 712/2022 DEL TAR PER LA PUGLIA – SEZIONE DI LECCE, RESA NEL GIUDIZIO R.G. N. 1088/2016 - RICONOSCIMENTO DELLA LEGITTIMITÀ DEL DEBITO PORTATO DALLA SENTENZA, AI SENSI DELL’ART. 194, COMMA 1, LETT. A) DEL D. LGS. N. 267/2000.
4) ESECUZIONE SENTENZA N. 3111/2022 DEL TRIBUNALE DI LECCE, RESA NEL GIUDIZIO R.G. N. 6111/2021 - RICONOSCIMENTO DELLA LEGITTIMITÀ DEL DEBITO PORTATO DALLA SENTENZA, AI SENSI DELL’ART. 194, COMMA 1, LETT. A) DEL D. LGS. N. 267/2000.
5) AMBITO TERRITORIALE DI GALATINA - APPROVAZIONE DEL PIANO SOCIALE DI ZONA 2022 – 2024 DI CUI ALL’ART. 10 DELLA L.R. N. 19/2006 E D.G.R. N. 353 DEL 14-03-2022 DI APPROVAZIONE DEL V PIANO REGIONALE DELLE POLITICHE SOCIALI DELLA REGIONE PUGLIA PER IL TRIENNIO 2022- 2024.
6) ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE TECNICA DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE DI CUI ALL’ART. 5 DELLA LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 05 LUGLIO 2019 ED APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER IL SUO FUNZIONAMENTO
7) APPROVAZIONE REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE ADEGUATO ALLO SCHEMA DI REGOLAMENTO EDILIZIO TIPO (RET) DI CUI ALL'ACCORDO CONFERENZA UNIFICATA DEL 20/10/2016, N.125CU, COME RECEPITO DALLA REGIONE PUGLIA CON D.G.R.n.554/2017, D.G.R. n. 648/2017, D.G.R. n. 2250/2017, L.R.n.11/2017 E L.R.n.46/2017
8) ADEMPIMENTI DI CUI ALLA LEGGE REGIONALE PUGLIA N. 20/2022 (PIANO CASA)
9) APPROVAZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE REGOLANTE I RAPPORTI TRA IL COMUNE DI GALATINA E LA SOCIETA' NEW SOLAR WHITE S.R.L., PER LA COMPENSAZIONE E IL RIEQUILIBRIO AMBIENTALE A FRONTE DELLA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO AGRO-FOTOVOLTAICO PER LA PRODUZIONE DI energia DA FONTE RINNOVABILE IN LOCALITA’ “MOLINARI” NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI GALATINA.
10) APPROVAZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE REGOLANTE I RAPPORTI TRA IL COMUNE DI GALATINA E LA SOCIETA' LECCE 1 PV S.R.L., PER LA COMPENSAZIONE E IL RIEQUILIBRIO AMBIENTALE A FRONTE DELLA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO AGRO-FOTOVOLTAICO PER LA PRODUZIONE DI energia DA FONTE RINNOVABILE IN LOCALITA’ “TORRE PINTA” NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI GALATINA.
11) AGGIORNAMENTO DIRITTI DI SEGRETERIA E FISSAZIONE DIRITTI DI ISTRUTTORIA DELLE DIREZIONI “URBANISTICA E ATTIVITÀ PRODUTTIVE” E “PROGRAMMAZIONE STRATEGICA E LAVORI PUBBLICI”
Il Presidente del Consiglio Comunale
Francesco Sabato
lug172017
1. Buttiamo
2. Bruciamo (puliamo)
3. Disinfestiamo.
Qualcosa non va. Il caldo? La siccità? Si, certo. Contribuiscono, ma abbiamo le prove che gli attori di questo scempio sono umani, e non solo di questo pianeta ma, probabilmente, pure nostri concittadini. Non sono affari miei? Infatti, sono affari di tutti, almeno di chi vuole impegnarsi e avere l’umiltà di sforzarsi a R A G I O N A R E per capire che forse la civiltà è un’altra cosa.
Ultimamente quando spazziamo la terrazza di casa (e pure dentro casa, dicono i miei amici Maria Rosaria e Fernando Sindaco) ci ritroviamo a raccogliere mucchi di paglia carbonizzata. Certo che il vento fa un bel lavoro in quanto a energia, deve tirare su da terra e anche trasportarle da lontano, un sacco di cose. E chissà quante di queste “pagliuzze” o fibre, come vengono chiamate in gergo tecnico, si infilano nei nostri polmoni.
Ma tanto non si vedono e quindi, qualcuno potrebbe pensare, che ce ne frega a noi? Vero? L’importante è buttare via gli oggetti che non ci servono più e poi dargli fuoco, cosi teniamo lontani pure gli animaletti, tipo lucertole, topi e serpenti.
Praticamente paghi uno e prendi tre.
A pensarci bene però non sono così lontani i posti da cui arrivano queste fibre nere. Fibre, certo. Non si tratta solo di paglia o erba carbonizzata.
Se le ho analizzate? Non ce n’è bisogno. Basta andare a vedere gli incombusti che sono rimasti in terra dopo gli incendi. Centinaia di oggetti di consumo quotidiano: vasi di fiori, bottiglie in vetro e in plastica, scarpe, attrezzi da lavoro, sanitari, copertoni, tubazioni varie, lattine, secchi di calce, attrezzi per dare il bianco, lastre di eternit (..nit e non …net, praticamente cancro sicuro) ecc. ecc.
Non sono certo i marziani a buttare questi oggetti, tantomeno possono essere stati cittadini provenienti dai paesi vicini.
Quindi ho voluto fare un giro intorno a Noha, anzi dentro Noha e praticamente da sud a nord girando verso ovest, Noha è circondata da campi incolti e abbandonati. Peccato che però vengano presi in “cura” da un sacco di gente che non oso definire con nessun appellativo. E il guaio è che sono proprio in tanti. Insomma, cari amici miei, siamo circondati.
Mi rivolgo alle tante persone di Noha che sono stanche di questo malcostume rigonfio di ignoranza, non uso termini volgari ma il concetto è proprio quello che stai pensando.
Anche quest’anno, noi di FareAmbiente laboratorio di Galatina, abbiamo ripulito (per cercare di dare l’esempio) un tratto di campi soggetti al trattamento annuale di “pulizia” piroglionesca. Abbiamo pulito, ma non è servito a niente. Due secondi dopo la popolazione di perbenisti nohani che fa le cose di nascosto, ha già buttato le sue spregevoli merdacce debitamente chiuse nelle borse di plastica.
Volevo solo avvisare i perbenisti nohani che non si vogliono bene e quindi non amano la vita, ma amano sporcare fuori dalla loro casa le nostre vie e le nostre campagne, che i copertoni di camion e altre frattaglie sempre debitamente in plastica, depositati in via Galileo Galilei, dove qualche sera fa divampava l’ultimo incendio, non sono ancora del tutto carbonizzati, così possono elargirci gradualmente ancora un po’ di puzza e di fibre volatili. Quindi non affrettatevi a portare nuova immondizia. Fate pure con calma.
Marcello D'Acquarica
ott262023
A Galatina sabato 28 Ottobre ritorna il secondo appuntamento dell’iniziativa Stelle di Città, che invita ogni fine mese per tutto il 2023, cittadini, viaggiatori vicini e lontani ad osservare la città da un punto di vista differente: dall’alto e a 360° grazie all’apertura speciale delle Terrazze della Chiesa Santi Pietro e Paolo.
Nel prossimo fine settimana a partire dalle ore 20 sarà possibile accedere sui tetti e sul balcone campanario, vivendo un momento di intenso raccoglimento e riflessione sulla vita dei Santi Pietro e Paolo, grazie a degli spunti curati da Don Lucio, parroco delle chiesa; osservare le stelle, i pianeti e scoprire i segreti del cielo grazie alla presenza del Gruppo Astrofili del Salento ed immergersi in un’atmosfera di pura magia musicale grazie alla presenza del dj set Roberto Serra, che ha studiato una selezione musicale ispirata proprio al teme delle stelle, della luna e del mondo celeste.
Durante l’evento le incursioni musicali del dj Roberto Serra accompagneranno i momenti di osservazione attraverso le note di brani musicali selezionati ad hoc rispetto al tema dell’evento come Luna di Giovanni Allevi, Nuvole Bianche di Ludovico Einaudi, Moonlight sonata Beethoven.
“Siamo tutti in pieno fermento organizzativo e carichi di emozione, perché speriamo di replicare e superare il grande successo dell’appuntamento di Settembre”, afferma Barbara Perrone ideatrice del format, “l’obiettivo è quello di condividere e a diventare ambasciatore della bellezza, contribuendo a far crescere il territorio. Dopo il successo del primo appuntamento di questa estate, siamo stati letteralmente travolti dall’affetto e dalle numerose richieste di dar seguito all’iniziativa. Un riscontro inaspettato, che ci ha portato, complice l’instancabile e visionario don Lucio, a dar vita ad un calendario pensato per unire sia degli eventi celesti che meritano di essere osservati, grazie al sapere e ai telescopi del Gruppo Astrofili del Salento, che per creare momenti di dialogo, conoscenza e curiosità attorno alla figura dei Santi Pietro e Paolo, che proprio per la loro storia, li abbiamo ridefiniti - utilizzando un linguaggio più contemporaneo – I Santi Influencer” conclude Barbara Perrone.
Il programma della serata del 28 Ottobre
20.00 Accesso con visita alle terrazze e al balcone campanario
20.15 Dialogo e conoscenza. L’energia del cielo, tra religione, spiritualità e raccoglimento attraverso la scoperta delle figure dei Santi Pietro e Paolo, gli influencer ante litteram.
20.30 Osservazione di Saturno, Giove e dell’eclissi parziale della Luna con aneddoti e curiosità del cielo e delle stelle attraverso i telescopi del Gruppo Astrofili del Salento
Durante l’evento le incursioni musicali del dj Roberto Serra accompagneranno i momenti di osservazione astronomica
Le prossime date: 27 Novembre e 27 Dicembre. Alle Terrazze si accede da Via Vittorio Emanuele II, 2 attraverso una comoda scalinata che termina a circa 30 metri d’altezza, salendo 70 gradini. L’ingresso è gratuito e proprio come avviene in Europa, è lasciata ad ogni singolo partecipante la facoltà di contribuire all’iniziativa, per la quale non è necessaria la prenotazione.
Barbara Perrone
giu192024
Nella notte appena trascorsa, infatti, la legge riguardante l’Autonomia Differenziata è stata definitivamente approvata e con essa è stata promossa l’idea di un’Italia frammentata testimoniata dalle varie bandiere regionali che sventolavano questa notte alla Camera. I diritti saranno riconosciuti soltanto a chi può permetterseli, togliendo spazio alla solidarietà sociale e all’uguaglianza tra cittadini. È questo il motto del Governo Meloni: divide con questa scellerata legge e impera con al Riforma del Premierato. Per lunghi mesi abbiamo lottato nel nostro territorio per approfondire la tematica e le sue gravi conseguenze per il Sud. I nostri rappresentanti in Parlamento con ogni mezzo hanno ostacolato l’approvazione ma nonostante tutto questa data entrerà nella storia come un ulteriore attacco di questo governo alla democrazia e all’Unità del Paese. È utile sottolineare come attorno a queste leggi si concentrino varie forze politiche di destra, con l’obiettivo di promuovere una scissione tra nord e sud senza precedenti. Da questa legge scaturisce la possibilità da parte delle singole Regioni di legiferare su materie di competenza esclusiva dello Stato come scuola, ambiente, energia, mobilità, salute, lavoro. Alla base c’è l’idea secondo cui le Regioni più ricche hanno il diritto a cavarsela da sole, separando il loro destino da quelle più deboli. Tutto ciò non conviene dirlo per non intaccare la narrazione di chi ha fatto carriera politica su stereotipi che semplificano e mortificano una realtà diversa e molto più complessa, provocando una evidente frattura nel Paese e promuovendo disuguaglianze con cittadini di serie a e cittadini di serie b a seconda della Regione in cui nascono. Il Premierato, inoltre, consegna nelle mani del capo del governo più poteri ai limiti del totalitarismo. Questi sono i risultati dell’azione politica della destra, tra cui la Lega e Fratelli d’Italia e dei loro esponenti politici in Parlamento che ancora una volta tradiscono il loro territorio per difendere le bandiere di partito. Saremmo curiosi di sapere cosa ne pensano gli esponenti politici della Puglia, ma soprattutto l’idea di Italia che hanno alcuni componenti della nostra amministrazione, tra cui il Sindaco, il consigliere Mandorino, l’Assessore Spoti e tutti coloro che durante l’ultima tornata elettorale non hanno esitato a dare sostegno al senatore Marti e alla Lega senza riserve, nascondendosi dall’opinione pubblica per evitare il confronto. Per fortuna i risultati elettorali hanno dimostrato ancora una volta che Galatina e frazioni prendono le distanze con questo modo personalistico di fare politica, dando al PD e al centrosinistra un risultato che ci motiva a continuare la nostra battaglia per un’Italia più equa. Senza più ipocrisie, ora più che mai è indispensabile unire tutte le forze politiche cittadine; è importante che anche gli amministratori locali scendano in piazza, chiedendo scusa alla cittadinanza per aver tradito le loro aspettative barattandole con i loro interessi e dando il loro contributo fattivo per protestare contro questa scellerata riforma di Calderoli e della Lega.
Michele Scalese
Segretario Circolo PD - Noha
gen312024
Un disastro annunciato , quello del DDL Calderoli, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie nel Governo Meloni, sulla riforma dell’ Autonomia differenziata regionale, approvato Il 23 gennaio 2024.
La legge mira a decentralizzare il potere decisionale dello Stato dandolo alle Regioni a statuto ordinario.
Le materie includono Salute, Istruzione, Ambiente, energia e altri possibili settori.
I cittadini e gli amministratori del sud sono fortemente preoccupati per i risvolti negativi che questa legge potrebbe avere, anzi, che quasi certamente avrà.
Le aree più in difficoltà del paese avranno ancora più ripercussioni negative; il Sud verrà colpito in maniera considerevole. Con il testo redatto da Calderoli si va verso un'Italia a due velocità, dove chi oggi è ricco sarà ancora più ricco e chi è povero sarà ancora più povero. Settori come la sanità e la scuola pubblica saranno fortemente penalizzati, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia.
I Circoli del Partito Democratico di Galatina, Noha e Sogliano Cavour, organizzano un incontro- dibattito per parlare di questo tema attuale e scottante.
Sabato 3 febbraio 2024, alle ore 17 presso lo Chalet delle Rose (Piazza Alighieri) in Galatina.
Modera e coordina il coordinatore cittadino del Pd Galatina-Noha Avv. Massimo Marra.
Interverranno Loredana Capone, Presidente del consiglio regionale e Vice Segretario nazionale del Partito Democratico e l’onorevole Claudio Stefanazzi, Deputato Pd Vice Presidente della Commissione Affari Regionali.
Amministratori, dirigenti, e tutta la cittadinanza, sono invitati a partecipare.
I circoli PD GALATINA-NOHA-SOGLIANO CAVOUR
lug022018
È utile sottolineare che siamo consapevoli che il ciclo dei rifiuti debba essere completato e quindi in senso generale non c’è contrarietà nei confronti di impianti del genere, ma al tempo stesso riteniamo sia da ben valutare il progetto nel complesso. Soprattutto considerando il fatto che non si può realizzare un impianto cosi impattante sull'ambiente, quindi sulla qualità della vita dei galatinesi, senza che l'amministrazione abbia potuto approfondire adeguatamente.
Nella nota inviata solleviamo questioni ambientali anche per le dimensioni dell'impianto che ci appaiono eccessive per il bacino di utenza da servire.
Ne deriva che non si può prescindere da una valutazione tutta nostra che sarà determinante per la realizzazione ipotetica del progetto.
Di seguito la lettera:
- REGIONE PUGLIA
Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche
- AGER
Agenzia Territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti
- Consorzio ASI Lecce
- Comune di Soleto (LE)
Oggetto: Manifestazione di interesse finalizzata alla individuazione di aree idonee alla localizzazione di impianti integrati anaerobici/aerobici destinati al recupero della frazione organica dei rifiuti urbani rivenienti dalle raccolte differenziate: Determinazioni del Dirigente della sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche n. 214 del 20.12.2017 e n. 79 del 14.06.2018.
Osservazioni.
Preso atto dei contenuti delle determine in oggetto, con riferimento all'approvazione della candidatura del Comune di Soleto, con la presente si manifesta agli Enti in indirizzo la necessità di questo Ente di valutare l'impatto, soprattutto ambientale, che un impianto integrato anaerobico/aerobico avrebbe sul proprio territorio, vista l'ubicazione dello stesso in prossimità dei propri confini.
Come noto, questo Comune non ha prestato la propria disponibilità ad ospitare un impianto, e pur tuttavia l’area proposta dal Comune di Soleto per l'impianto di che trattasi, oggetto di approvazione regionale, per quanto ricadente nel territorio del predetto Ente, in realtà dista circa 300 mt da una masseria con agriturismo di Galatina, 800 mt da case sparse, 1660 mt da contrada Paradisi, 3500 mt dalla zona residenziale “Guidano” e 3500 mt dal centro abitato di Galatina, mentre dista dal centro abitato di Soleto ben 4500 mt.
Ne discende che il Comune di Galatina è da considerarsi, sotto ogni aspetto, “parte interessata” in misura sensibilmente maggiore del comune ospitante.
Non è superfluo ricordare che i terreni candidati ad ospitare l'impianto ricadono sì nel territorio di Soleto ma costituiscono porzione di area la cui gestione è affidata al Consorzio ASI di Lecce, del quale il Comune di Galatina è uno dei consorziati.
Ai sensi dello Statuto Consortile (art. 6 - Finalità) “ Il Consorzio ha per oggetto: (omissis) La progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di opere ed impianti necessari ad uno sviluppo equilibrato ed eco-compatibile del territorio di competenza”; e dunque, affinché si possa compiutamente valutare se questi fondamentali requisiti possano ritenersi soddisfatti dall'opera in progetto, occorre essere “informati” sia a livello di Consorzio che di singoli consorziati, informazione che, alla data odierna, e almeno per quel che riguarda questo Ente, appare del tutto carente.
Dalla consultazione della documentazione disponibile, si evince unicamente che l’impianto sarà del tipo “integrato anaerobico/aerobico”, mentre si rileva la totale mancanza di una più puntuale descrizione della tecnologia e della portata dell’impianto; infatti si ritiene fondamentale, per tutelare un principio di prossimità e minimizzazione dell’impatto ambientale, su un territorio già fortemente messo alla prova, la scelta di una portata non eccedente le 30.000 ton/anno e che l'impianto produca bio-metano da immettere in rete. Questo permetterebbe un minor traffico veicolare e la riduzione delle emissioni, visto che una eventuale centrale annessa per la produzione di energia elettrica porterebbe solo maggiore, quanto inutile, inquinamento, in una zona e in una Regione che produce già più energia elettrica di quella di cui necessita.
Nel contempo, non è dato sapere esattamente quale sia la prevista composizione qualitativa del materiale in ingresso alla digestione anaerobica tale da garantire una qualità del digestato che possa originare a sua volta un compost di qualità.
Dalle suddette -prime- considerazioni ne deriva che questo Ente, non può non esser parte di una procedura condivisa di progettazione-valutazione-approvazione.
Si chiede pertanto alle SS.LL. di fornire, con cortese sollecitudine, ogni documento tecnico-progettuale in loro possesso e ogni informazione utile ad una migliore percezione del possibile impatto del progetto in fieri, facendo espressa riserva, in caso di loro mancato riscontro, di procedere alla tutela dei propri diritti in ogni forma consentita dalla legge.
Il Sindaco Marcello Amante
apr082019
Gli ingredienti in questa stracittadina, chiamiamola pure così data la sana rivalità tra due cittadine distanti un tiro di schioppo, c’erano tutti: motivazioni personali, voglia di primeggiare, desiderio d’invertire l’andamento negativo da una parte, spasmodica voglia dall’altra di confermare il momento positivo.
Generalmente quest’insieme di componenti non produce un apprezzabile spettacolo tecnico, anzi, ne mortifica l’esibizione sacrificandola ad un utilitarismo poco estetico ma produttivo,…..e così è stato.
I soggetti incriminati indicano nell’indisponibilità di Zanette (infortunio non recuperato) e nella forzata assenza di Anastasia per squalifica, gli elementi penalizzanti per la Leo Shoes, con un contro altare in casa Efficienza energia di un Lotito non del tutto recuperato dal malanno fisico.
Effcienza energia presenta la formazione tipo con Zonno-Buracci, Durante e Lotito laterali, Iaccarino e Musardo centrali, Pierri libero. Il neo tecnico Licchelli manda in campo Morciano al posto di Zanette, Muscarà e Trullo al centro , Gribov e Romano laterali, Barone libero.
La partenza è decisa per i padroni di casa con un Durante più che positivo che fa 8-2, poi Gribov piazza un penta attacco condito da ben quattro ace che mettono a nudo una ricezione preoccupante per Pierri e compagni.
La reazione di Iaccarino con due muri su Muscarà , leggendone alla perfezione i movimenti di preparazione(14-8), è seguita dagli attacchi di Musardo e Lotito che chiudono (25-18) in vantaggio il primo set.
La seconda frazione è in altalena nel punteggio con scostamenti tra le parti non particolari(10-9,15-13) e con Gribov e Trullo che tengono botta a Buracci e Lotito. Quest’ultimo, pur in non perfette condizioni fisiche, allunga sugli avversari con un tris di attacchi(20-15) che Buracci ,un errore di Gribov ed un colpo di Durante sanciscono la vittoria del secondo set.
Terzo set spumeggiante per Gribov che trascina la sua squadra ,mettendo in crisi una ricezione galatinese balbettante (43% di positività e 24% di perfezione), con tre ace consecutivi (3-6):tengono poi agevolmente il vantaggio(7-10) nonostante alcuni errori al servizio e degli attacchi fuori di Romano e Morciano.
La parità(16-16) arriva con un muro di Iaccarino su un Gribov incontenibile, che alla fine viene accreditato di un 49% in attacco per il 16-19.
Mister Stomeo fa tirare il fiato ad uno Zonno affaticato facendolo rilevare da Calò: un sussulto per i colori blu-celesti(18-19),poi Gribov con una tripletta e Muscarà con un ace su Pierri, costruiscono il muro punto del 19-25.
E’ un Efficienza energia che sbanda svuotata di energie nervose: la seconda linea balbetta con percentuali di ricezione insufficienti e la cui zona di conflitto non trova la gestione dei soggetti competenti.
E dire che la Leo Shoes Casarano commette ben nove errori a beneficio dei padroni di casa, contro i sei di questi ultimi. Preoccupa mister Stomeo e i tanti tifosi presenti in tribuna questo scollamento nel gruppo: inoltre Lotito non ha la sua esplosività negli stacchi risentendo dei postumi di un infortunio non ancora smaltito. Centellina i colpi, li distribuisce con manualità, mentre Durante tira il fiato.
L’inizio del quarto set corre sui binari della parità (7-7, 13-13), Apollonio e Pierri si alternano nelle linee difensive , due errori di Gribov e Romano ed un muro di Musardo danno un break di +3(16-13) ai locali.
Il rush finale vede Lotito, Buracci ed un ace di Iaccarino su Gribov incrementare il punteggio sul 21-17 , stabilizzato poi sul 25-20 da Gribov da una parte e Lotito dall’altra.
Lo abbiamo ribadito anche in cronaca diretta, la gara è stata ricca di ardimento da parte di un Casarano, dimesso nell’organico, che non può prescindere dalla presenza di Zanette. I suoi interpreti più validi li abbiamo individuati nell’italo russo Gribov, 35 primavere tra sei giorni, che con 27 punti è stato il MVP della serata e nella prestazione eccellente di un Valerio Barone capace di segnare percentuali di tutto riguardo( 85% di positività e 67% di perfezione).
In casa Efficienza energia, Lotito e Buracci con 17 punti a testa si dividono la palma dei più prolifici con un Musardo che fa segnare un 83% di attacchi e un bottino di 6 muri.
Ancora una volta il fondamentale del muro è stata l’arma in più per la squadra di mister Stomeo, con ben 11 muri contro i 6 degli avversari.
Ora bisogna recuperare le energie mentali e preparsi per la trasferta temibilissima di Sorrento,sabato 13 aprile , con una Massa Lubrense che non intenderà correre rischi per la seconda posizione in classifica.
Efficienza energia ci proverà, come sempre, col cuore.
TABELLINO
EFFICIENZA energia GALATINA-LEO SHOES CASARANO 3-1(25-18,25-17,19-25,25-20)
CASARANO:Guarini(ne),Cino,Laterza3,Barone(L),Nutricati,Morciano7,Giaffreda2,Trullo,
Zanette ne,Gribov 27,Muscarà 11,Romano 6
All. Fabrizio Licchelli
GALATINA:Apollonio(L2),Musardo11,Iaccarino7,Durante7,Rossetti(ne),Calò,Pierri(L1),
Persichino(ne),De lorentis(ne),Lotito 17,Zonno 2,Petrosino,Buracci 17.
All.Giovanni Stomeo ass. Antonio Bray
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
mar212022
Favorire, anche a Galatina, la creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo. È questo l'obiettivo per cui il consigliere comunale del M55, Paolo Pulli, ha depositato una mozione per impegnare Sindaco e Giunta comunale a «promuovere una fase conoscitiva pubblica, tesa a valutare l’interesse delle utenze private e pubbliche presenti sul territorio comunale».
«Le comunità energetiche siamo noi -spiega il consigliere- è la nostra capacità, grazie al sostegno dello Stato, di autoprodurre energia con i pannelli fotovoltaici che installiamo sulle nostre abitazioni. energia pulita, energia che possiamo scambiare e donare a chi ha più bisogno, energia che non inquina e non produce emissioni di gas serra.
Senza il Movimento 5 Stelle al Governo - ricorda Pulli - non avremmo oggi a disposizione questo prezioso strumento in grado di affiancare benefici ambientali, sociali ed economici per i cittadini che decidono di condividere l’energia prodotta dai loro impianti alimentati da fonti rinnovabili. Un modello basato su forme di azione collettiva e di economia collaborativa che mette insieme cittadini, enti e piccole e medie imprese».
A fargli eco, sostenendo l'iniziativa, è il deputato galatinese del M5S, Leonardo Donno. «Abbiamo sempre lavorato per favorire i gruppi di autoproduzione - dice - per incentivare la nascita delle prime comunità energetiche del nostro Paese e per far conoscere ai cittadini queste opportunità. Il nostro impegno prosegue e grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avremo a disposizione altre risorse. È da qui che passa la Transizione Ecologica: da un modello energetico più vicino ai bisogni dei territori e che metta in rete i cittadini, rendendoli protagonisti del loro futuro. Vogliamo che anche la nostra Galatina si faccia trovare provare per accogliere le nuove sfide, dalle quali potrà trarre grandi benefici».
Proprio a tal fine la mozione presentata dal consigliere Pulli, in linea con i punti inseriti nel programma del MoVimento, intende impegnare sindaco e Giunta a:
-Promuovere una fase conoscitiva pubblica tesa a valutare l’interesse delle utenze private e pubbliche presenti nel territorio comunale alla creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo, favorendo, così, la costruzione di una infrastruttura tecnologica abilitante distribuita, che potrà essere efficacemente utilizzata anche per beneficiare degli ulteriori incentivi che saranno legati al recepimento da parte dello Stato italiano della Direttiva 944/2019;
- Costituire una Comunità Energetica Rinnovabile come progetto “pilota”, utile ad acquisire un adeguato livello di know how tecnico da replicare ed estende all’intera comunità, che preveda l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale e sostenga prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica;
- Creare apposito sportello o centro informazioni per la messa a disposizione dei cittadini delle informazioni necessarie a promuovere la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo.
«Come ha rimarcato il nostro leader Giuseppe Conte proprio nei giorni scorsi - conclude il consigliere Pulli - Non possiamo limitarci a rimedi-tampone, pur se indispensabili quando si tratta di ridurre le bollette a famiglie e imprese. Occorre, adesso più che mai, allargare i nostri sforzi a interventi strutturali verso un’effettiva transizione ecologica, nella direzione dell’efficienza e del risparmio energetico e verso una progressiva riduzione della nostra dipendenza energetica dalle fonti fossili importate da Paesi esteri».
M5S
mar302016
Domani, Giovedì 31 marzo, alle ore 18:30, il Sindaco Cosimo Montagna inaugurerà la nuova sede dell’asilo nido comunale in viale Don Bosco e afferma “Nutro grande soddisfazione nel consegnare alla Città questa struttura destinata ad Asilo. La ritengo uno strumento importante di legalità e socialità al servizio di un intero quartiere e di una intera Città”.
“Verrà così messa al servizio della Città una importante struttura – dice Emilio Tempesta, assessore ai lavori pubblici- che già da venerdì prossimo ospiterà i suoi piccoli utenti in un ambiente educativo e ricreativo moderno e confortevole.
L’edificio, infatti, della superficie coperta di circa 600 mq., è dotato di quattro aule, ciascuna con annesso bagno con lavatoio, di una hall per le attività collettive, di refettorio, sala medica, direzione, cucina, lavanderia, spogliatoi e bagni per il personale. L'asilo è provvisto di impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, di impianto solare termico per acqua calda sanitaria e di impianto termico a pavimento per il riscaldamento degli ambienti.
L'area scoperta, attualmente di circa 2.500 mq ed interamente recintata, a breve sarà oggetto di un intervento di ampliamento che vedrà la realizzazione, nell'adiacente terreno di circa 1.500 mq., di un parco giochi”.
La realizzazione della infrastruttura è stata resa possibile grazie ai fondi reperiti dalla Amministrazione ANTONICAche ha creduto fortemente alla riqualificazione della Città partendo dalle periferie, aderendo al Programma PIRP - Piano Integrato Riqualificazione delle Periferie.
Finalmente i bimbi di Galatina e le loro famiglie tornano ad essere accolti in una struttura nuova pensata e nata come Asilo Nido Comunale.
“E’ un momento che rincorro dall’inizio del mio mandato – afferma Daniela Vantaggiato Assessore alle Politiche Sociali ed all’Istruzione - perché la bella e nuova struttura, apparentemente pronta agli occhi dei tanti passanti, ha manifestato da subito criticità che era necessario superare. La situazione è stata recuperata e di questo ringrazio gli Assessori Andrea Coccioli ed Emilio Tempesta che hanno profuso attenzione ed impegno e con loro ringrazio gli uffici! Non solo consegniamo oggi alla Città una sede degna ma i fondi sociali del Ministero dell’Interno del Piano di Azione e Coesione per i Minori ci consentiranno di attrezzare a breve lo spazio esterno con un parco giochi. E sempre attingendo ai fondi del P.A.C. Minori per il prossimo anno l’offerta del nido comunale vedrà il raddoppio dei bimbi accolti e il prolungamento dell’orario giornaliero per adeguarsi alle necessità delle mamme lavoratrici.
E’ un bel traguardo anche per tutto il personale del nido a partire dalle educatrici che in questi giorni hanno con entusiasmo collaborato all’allestimento degli spazi colorati ed accoglienti grazie ai nuovi arredi.
A questo luogo ritrovato abbiamo voluto dare il nome del grande Gianni Rodari la cui Filastrocca solitaria campeggerà sul muro dell’aula delle attività comuni così tutti potranno dire insieme “… Le cose brutte non possono entrare…” ma soprattutto la creatività, l’allegria, la bellezza, la cura pedagogica di Rodari saranno le note che accompagneranno ogni giorno i nostri bimbi, nostro presente e nostro futuro.”
PD Circolo di Galatina
feb182021
Finora si sono fatte solo tante parole, e con la scusa del "green economy" e dell'energia da fonti rinnovabili, si è solo consumato tanto territorio in impianti fotovoltaici su terreni fertili, di contro continuiamo a inquinare l'aria facendo il deserto di alberi e bruciando combustibile da fossile, così come si fa per esempio nella più grande centrale elettrica a carbone: la centrale termoelettrica "Federico II" di Cerano.
Lettera aperta al Ministero per la Transizione ecologica
Galatina, 15 febbraio 2021
DI INQUINAMENTO SI MUORE
ULTIME SU: EX ILVA; PROGETTO MINORE; TERRA DEI FUOCHI; RePOL 2020
Signor Ministro Roberto Cingolani
Parliamo del Salento, che Lei conosce bene, e quindi sa che è un lembo di terra lungo appena 100 chilometri e largo circa 50. Vi sono però concentrati talmente tanti opifici da ottenere il primato di una delle zone con il più alto tasso di inquinamento. Un paradosso incredibile: poco lavoro e tanto inquinamento.
Lo scrivono da tempo scienziati e ambientalisti, lo hanno dichiarato apertamente su “RePol 2020” (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese ) i Medici e Veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce, i tecnici del servizio ambiente della Provincia di Lecce, i tecnici della Prevenzione dell’ASL di Lecce, i tecnici di ARPA Puglia, Ordinari e Associati dell’Università del Salento, i ricercatori di Unisalento e CNR -(2); notizia di questi ultimi giorni, sul caso “Terra dei Fuochi”, lo hanno dichiarato in una intesa anche l’Istituto Superiore della Sanità e la Procura di Napoli: “di inquinamento si muore”. (1)
E ancora, ultimissima, pare non siano sufficienti le migliaia di morti per cancro compresi i bambini, a causa dell’acciaieria più inquinante d’Europa, se non addirittura del mondo: l’Ex Ilva di Taranto, per cui il Tar ordina lo stop agli impianti: "Pericolo urgente per la salute dei cittadini". (3)
Ci chiediamo che cosa stiamo attendendo ancora per invertire la rotta nella gestione dell’economia locale che non tiene conto in forma prioritaria di cosa succede dopo:
Evidentemente, a far cambiare rotta alle scelte che vanno contro la salute dei cittadini, non sono sufficienti nemmeno i “sospetti” resi pubblici dal Progetto Minore, in un nuovo incontro con la Regione condotto da Asl, Arpa, Cnr e Università, in cui si evince che i dati sul tumore alla vescica, e la sua alta mortalità, potenzialmente incrociano quelli relativi all'inquinamento della falda.
E inoltre, così riporta l’articolo pubblicato su LeccePrima, nella sezione Salute del 11 febbraio 2021 (vedi link (4) : “I dati sulla mortalità in provincia di Lecce sono tra i più elevati d’Italia. E a ciò si aggiungano i casi di Seu (Sindrome uremico emolitica) legati alla salubrità dell'acqua e che mietono vittime nel Salento”.
Il Covid ha dimostrato quanto sia fondamentale la prevenzione - ha aggiunto il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, Alberto Fedele: “lì dove questa è venuta meno nel tempo, si sono riscontrate importanti falle e minore resistenza ai fattori patogeni ambientali e virali come il Covid -19”.
Signor Ministro Roberto Cingolani, siamo preoccupati perché alle parole accorate in merito alla salvaguardia dell’Ambiente seguono spesso discariche abusive, tagli indiscriminati di alberi e incapacità a gestire il disseccamento di migliaia di ettari di ulivi, consumo di suolo, controlli soltanto di nome, e autorizzazioni a devastazioni e scempi su vasta e su piccola scala “a norma di legge”.
Non ci facciamo molte illusioni sul cambiamento di rotta auspicato, ma crediamo nel risveglio delle coscienze.
Cordiali saluti
Il Direttivo di:
NoiAmbiente e Beni Culturali odv diNoha e Galatina
gen132020
La Showy Boys Galatina batte per 3-0 il Progetto Azzurra Alessano, in una domenica pomeriggio triste per i colori bianco-verdi. Prima del fischio di inizio, la Famiglia della Showy Boys ha voluto salutare il dirigente e amico Rossano Marra e stringersi accanto ai figli, Francesca e Federico, facendo sentire tutto il suo affetto e vicinanza in un momento così doloroso.
Una rappresentanza delle allieve del gruppo under 16 hanno scelto di ricordare Rossano con uno striscione che recitava “Voglio vedervi sorridere …”, invito che lo stesso dirigente rivolgeva spesso alla squadra in occasione degli allenamenti, accolto in campo da un lunghissimo applauso di tutto il PalaPanico.
Dirigente storico della Showy Boys, Rossano negli ultimi anni ha ricoperto il ruolo di vice presidente e referente per i rapporti istituzionali e ha rivolto grande attenzione alla promozione della Scuola Volley, raccogliendo attestati di stima per il suo impegno quotidiano e per la simpatia che riusciva a riscuotere tra i ragazzi e le ragazze che frequentano i corsi di pallavolo.
“La scomparsa dell’amico Rossano lascia un grande vuoto in tutti noi – dichiara il presidente Daniele G. Masciullo – era parte attiva nell’organizzazione e nello sviluppo dell’attività dell’associazione grazie alle sue idee, alla sua partecipazione, alla sua inesauribile energia in tutto quello che faceva. Ha sempre amato i colori bianco-verdi e sostenuto quei valori fatti propri dalla Showy Boys quali rispetto, correttezza e lealtà. Ha insegnato questo ai suoi allievi e alle sue allieve. Ha insegnato cosa significa lottare per un obiettivo, sacrificarsi e competere nello sport, così, come nella vita, portare avanti le proprie idee, puntando sempre sulle proprie forze e camminando con la schiena dritta. Sono certo – conclude il presidente Masciullo - che i suoi insegnamenti saranno ricordati da tutti quei ragazzi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo”.
La partita giocata, invece, non ha riservato grosse emozioni. Due squadre molto giovani in campo. Da una parte la Showy Boys di Gianluca Nuzzo, intenzionata a mantenere il primo posto in classifica, e dall’altra un Alessano che non riesce ad abbandonare il penultimo posto della classifica. I padroni di casa hanno ben gestito la gara e nei tre set disputati il tecnico bianco-verde ha potuto dare spazio ad altri atleti come il centrale Mauro, il più giovane (2005) tra i convocati. Da registrare il ritorno in campo dopo un lunghissimo infortunio dell’opposto Donno. I set si sono conclusi con il punteggio di 25-12, 25-21 e 25-19.
www.showyboys.com
apr012019
Non si è lasciata sfuggire l’occasione di incassare i tre punti Efficienza energia, in virtù di un divario tecnico che le assegnava i pronostici di una facile vittoria, e così è stato.
Un Cimitile volenteroso ha pagato il gap tecnico con il sestetto salentino, piegandosi in attacco ad una attenta regia di Zonno, a cui hanno dato supporto le ottime percentuali ricettive di Durante(75% e 63%) e Pierri(92% e 62%).
Ed ancora una volta è stato il fondamentale del muro galatinese a creare presupposti di ricostruzione realizzative e ad indurre gli attaccanti avversari a commettere molti errori. Nel computo dei muri punto, ben otto sono i block messi a segno da Efficienza energia contro un solo muro realizzato da Piccegna nel secondo set.
E srotoliamo il film della partita.
Le squadre si presentano con queste formazioni partendo tutte e due con rotazione P6.
Mister Calabrese manda in campo D’Ambrosio in diagonale con Polisciano, Piccegna ed Ambrosone al centro ,De Palma e Gasparro laterali, liberi Affinito e Iannotta. Mister Stomeo risponde con Zonno-Buracci, Durante e Lotito laterali, Iaccarino e Musardo al centro Pierri libero.
I padroni di casa subiscono sin dalle prime azioni l’efficacia degli attacchi ospiti, con il solo De Palma che tenta di opporsi incorrendo in molti errori al servizio tanto da accusare un 9-20. Mister Stomeo che aveva saggiato inizialmente le condizioni di Lotito lo centellina e manda in campo Petrosino che mette a segno un attacco ed un muro. Chiude la prima parte di gara un primo tempo di Rossetti fissando il punteggio sul 25-13.
Secondo set più sanguigno da parte dei napoletani che vanno sul 6-4 per merito di una tripletta consecutiva di Ambrosone : rispondono con un break di +4 i blu celesti di Efficienza energia che comunque non imprimono un’accelerata (14-15) dando spazio ai locali.
E’ sono proprio Ambrosone e De Palma ad avvicinare Buracci e soci (19-20) mettendo in discussione la frazione, poi chiusa con un allungo perentorio di Musardo per il 25-21.
Nel terzo set Petrosino prende il posto di Lotito e l’avvio è perentorio: 1-7 e 3-11 e gli attaccanti di mister Stomeo imperversano fino al 9-17. E’ tempo di dare spazio ai rimanenti atleti ed ecco le sostituzioni di De Lorentis per Durante, Persichino per Buracci ed Apollonio al servizio per Musardo.
Il solo Piccegna in casa Cimitile è reattivo fino al termine guadagnandosi il 14 punto con cui si chiude l’incontro.
Tutto facile per Efficienza energia, tranne quelle distrazioni verso la fine del secondo set che stavano per riaprire il set ,…..poi un energico richiamo di mister Stomeo a riprendere le redini della gara ha invertito la tendenza.
Ora il tempo di godere la festività domenicale e poi il pensiero e l’azione saranno tutti per preparare il derby con il Casarano.
A fronte di una gioia sportiva in casa OLIMPIA SBV GALATINA , marchiata EFFICIENZA energia, ci preme porgere un attestato di vicinanza ad Antonio Bray per la perdita del padre e a Corrado Panico per la scomparsa del suocero esprimendo le più sentite condoglianze.
TABELLINO
VESUVIO CIMITILE -EFFICIENZA energia 0-3(13-25,21-25,14-25)
CIMITILE: Gasparro 7,De Palma 8,Ambrosone 4,Piccegna 9,Polisciano 5,D’ambrosio 1,Iannotta(L),Affinito(L),Boccia ne,De Sapio ne,Bosone ne,Panico ne
All.Luigi Calabrese
GALATINA:Apollonio,Musardo 7,Iaccarino 5,Durante 9,Rossetti 2,Pierri,Persichino 1,De Lorentis,Lotito 5,Zonno 3,Petrosino 6, Buracci 11.
All. Giovanni Stomeo
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
nov222020
Mi verrebbe quasi voglia di fidarmi degli addetti ai lavori che si occupano dei beni comuni, tipo l’aria, l’acqua e la terra, e quindi di lasciar perdere tutto quello che mi passa per la mente e che vedo in giro. In fondo, penso, come si usa dire: “andrà tutto bene”. Così chiudo i pensieri per una frazione di secondo. Ma poi certe immagini mi ritornano davanti con prepotenza, e con esse le parole dette, insieme a tutti quei dati e a quelle tabelle che ho letto nel Report dei tumori nella nostra provincia aggiornato al 2020.
E allora non posso fare finta di niente. Le immagini sono anche quelle degli impianti di pannelli fotovoltaici tra le Contrade Roncella e Scorpio che, ora che hanno perso i ripari (ulivi martiri) dietro cui parevano nascondersi, manifestano tutta la loro sfacciataggine. Non ci sono parole, gli alberi d’ulivo, quelli scampati agli incendi, rimangono lì come testimoni muti della (voluta?) mancanza di cure. Invece la distesa infinita di pannelli luccicanti come l’oro sembra non fare una piega.
Inutile farvi leggere per l’ennesima volta la sfilza di controindicazioni che generano le devastazioni della campagna: desertificazione del suolo, impoverimenti della biodiversità, scarsa generazione di ossigeno nell’aria, danni idrogeologici, cambiamenti microclimatici, ecc.
Tant’è che si sono studiate norme altamente specifiche che dovrebbero tutelare tutto il sistema ambientale, paesaggistico ed economico. Si tratterebbe soltanto di farle rispettare se non avessero purtroppo la stessa efficacia delle grida di manzoniana memoria .
Nonostante l’impegno – eravamo quattro gatti spelacchiati - non riuscimmo a evitare i danni del 2010 (quelle devastazioni sono sotto gli occhi di tutti, tranne dei ciechi), ma pensavamo che questo maledetto discorso si fosse chiuso definitivamente là, con i danni a noi e i milioni di euro alle società a responsabilità limitata, che oltretutto sono pure di fuori regione, se non spagnole (prima) e tedesche (poi).
Nel 2010, forse presi dalla smania degli incentivi elargiti dallo Stato (cioè da noi stessi, altro che energia gratuita) e dai baratti per la sistemazione di un canile, l’allora amministrazione comunale non fiatò nemmeno per denunciare l’invasione degli alieni, sicché Noha subì un tremendo taglio di parco naturale (zona Roncella e Scorpio), e fu risparmiata chissà per quale miracolo da un altro impianto di pannelli di vetro, ferro e silicio, proprio dirimpetto alle case del nascente (e per fortuna poi morto nella culla) comparto 4, quello che prevedeva a nord di Noha una cosa come una ottantina di villette a schiera.
Ma tranquilli, i comparti non muoiono mai del tutto, e i progetti di impianti fotovoltaici neanche.
Ed eccolo qui, a poche decine di metri dalla Masseria Colabaldi, dunque a ridosso delle case della 167 di via Lago di Garda, a due passi dalla Chiesa di San Rocco: dieci ettari di ferraglia che chiamano “parco”, pronti a sovrastare la collinetta da Via Dalla Chiesa a via delle Tre Masserie. Chissà questa volta chi parerà il sacco a questi novelli “investitori”, chissà quale conferenza dei servizi, quale legge o regolamento, quale dirigente-impiegato-funzionario-burocrate.
Il fotovoltaico è cosa buona e giusta, ma non in mezzo alle campagne, di cui dovremmo ormai tutelare ogni centimetro quadrato di terreno (chissà quando riusciremo a capire quanto la terra valga più dell’oro, più di un conto in banca con tanti zeri), ma sulle parti ormai morte dei territori, cioè quelle già cementificate o asfaltate, quelle dei tetti delle costruzioni civili o dei capannoni artigianali e industriali, quelle dei parcheggi, e quelle delle cave dismesse e, perché no, dei cimiteri. Prima che si ripeta una nuova Roncella, i cittadini dovrebbero poter partecipare a decisioni così impattanti: in fondo siamo né più e né meno che un grande condominio e le decisioni straordinarie, quelle che riguardano la salute di “tutti”, dovrebbero essere condivise con “tutti”. Così almeno se si scegliesse di farne un’ecatombe saremmo “tutti” più o meno direttamente responsabili. L’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Marcello Amante, in accordo con la Sovrintendenza dei Beni culturali della Provincia di Lecce e Taranto, con delibera n. 223 del 16 ottobre scorso, ha già bocciato mediante notifica di svariate incongruenze ambientali e normative altri tre progetti in zona Collemeto, per un totale di circa 21 ettari di suolo vergine. Ma questo non ci lascia mica tranquilli per il futuro. Ci sarebbe bisogno, crediamo, di più informazione preventiva, più partecipazione, ma soprattutto di più buon senso.
Marcello D’Acquarica
feb102022
feb042019
Tre punti in quel di Aversa che fanno solo classifica, ma non entusiasmano. Una prestazione appiattita verso il basso, quasi a voler adeguare il livello tecnico a quello degli avversari. Presunzione o sovrastima delle proprie capacità? Comunque non è stato un buon atteggiamento quello messo in campo dal gruppo di mister Stomeo.
La gara alla fine è volta a favore dei salentini contro una formazione in emergenza numerica, solo sette atleti disponibili, e falcidiata dalla fuga di buona parte dell’organico iniziale. Infatti solo dieci giorni fa con l’ingaggio del giovanissimo opposto Tasholli(classe 1999) dal Brescia e del laterale Ardenio ,mister Del Prete ha potuto completare il sestetto.
Mister Stomeo che deve rinunciare all’opposto Buracci per i postumi di un infortunio non ancora del tutto guarito, schiera Persichino in diagonale con Zonno, Lotito e Durante gli schiacciatori ricettori, Iaccarino e Musardo i due centrali, Pierri il libero.
Il tecnico aversano schiera la diagonale Mastrangelo-Tasholli, martelli ricettori Ardenio e Di Vincenzo, Diouf e Vetrano centrali, Mignone il libero.
Prima parte di gara in bilico nel punteggio (7-7), poi Musardo, Iaccarino e Lotito producono l’affondo ed è 8-15 con un ace al servizio di Zonno.
Persichino avverte l’emozione attaccando con il freno a mano uun po' tirato ma mette a segno a due punti in questo primo set chiuso sul 17-25 con un muro di Iaccarino.
Nella seconda frazione c’è più reattività nelle file casertane che tengono il passo di Durante e soci(5-7), poi un Musardo tonico ed un doppio errore dei casertani aumentano il vantaggio ospite per l’8-13.
Si scuote l’opposto Tasholli, infila una serie di battute ed apre un beak a proprio favore fino al 14-15, ma Lotito e Iaccarino ribattono fissando un vantaggio più solido(18-21).Poi è un concreto Durante a porre il sigillo del 22-25 con due schiacciate punto.
Il terzo set è una sagra degli errori da ambo le parti.
Avvio con brivido per Efficienza energia che accusa un punteggio di 7-3 con il solo Durante chiamato a controbattere efficacemente. Mister Stomeo sfrutta il suo primo time-out, sprona i suoi ,ma è capitan Vetrano a mettere a segno il punto numero 9.
Cambio nella regia offensiva galatinese: Calò prende il posto di Zonno e chiama ripetutamente all’attacco Lotito e Iaccarino per il 13-13. Nuovo allungo di Aversa (15-13) che rischia forzando i servizi e commettendo ben cinque errori, intervallati da due muri esemplari di Musardo e Calò. Si è sul 20-20 ed imperversa Tasholli (22-20),imprendibile, con mister Stomeo che consuma il suo ultimo time-out.
Ancora due errori in battuta dei padroni di casa ed è parità(22-22) ;poi un invasione a rete dei galatinesi ed un attacco di Tasholli sembrano precludere la rimonta ai blucelesti che con un tocco di seconda intenzione di capitan Calò , un attacco di Lotito e l’ennesimo errore avversario ribaltano il punteggio(24-25).
L’errore al servizio di De Lorentis che aveva dato il cambio a Musardo ristabilisce la parità rimandando la chiusura del set ai vantaggi. Lotito ,un muro di Iaccarino e ben tre errori dell’Aversa pongono fine sul 28-30 alla gara ,con una preziosa vittoria che però non brilla di luce propria.
NORMANNA AVERSA - EFFICIENZA energia GALATINA 0-3(17-25,22-25,28-30)
AVERSA: Ardenio, Vetrano, Tasholli, Di Vincenzo, Diouf, Mignone, Mugnolo, Mastrangelo.
All.Antimo Del Prete
GALATINA: Calò(2), Zonno(1), Buracci n.e., Persichino (4), Rossetti n.e., Apollonio(L),Lotito(14), Durante (7),De Lorentis, Pierri(L), Musardo(9), Iaccarino(11), Petrosino(n.e.).
All. Giovanni Stomeo
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
ott182018
Una vittoria da tre punti, meritata e di carattere, per i ragazzi di mister Stomeo seppur con qualche incertezza nel primo e quarto set che poteva pregiudicare l’andamento della gara.
Nonostante una lenta carburazione in distribuzione e negli attacchi da posto due e quattro, facilmente leggibili per la prima linea aversana, il costante vantaggio nel punteggio(+5 ) sembra spianare la strada per l’acquisizione della prima frazione.
Invece il cambio operato dal tecnico campano, Fasulo per il mancino Mugnolo, sovverte il trend e si giunge ai vantaggi che premiano gli ospiti per 27-25.
Il disappunto di mister Stomeo, trasmesso ai suoi sotto forma d’iniezione di fiducia e di recupero dell’autostima, produce una reazione positiva nel secondo e terzo set che si traduce in continuità di gioco. Lotito e Durante non forzano i colpi ma li giocano con manualità e destrezza : Buracci e Zonno terminano la loro fase di rodaggio e girano a pieno regime, Musardo e Iaccarino attaccano con efficacia e toccano un’infinità di muri, Pierri dà certezze in difesa.
Si va sul 2-1 concedendo agli avversari punteggi modesti, 14 punti nel secondo set e 12 nel terzo.
Il pubblico è caldo ed incita continuamente i propri beniamini.
La quarta frazione però è molto equilibrata: punto a punto con scarti minimi, poi sul 19 pari mister Stomeo cambia il regista: Calò subentra ad uno Zonno affaticato, autore di tre punti su attacchi di seconda intenzione, e chiama ripetutamente alla conclusione Lotito da posto quattro che innesca tre schiacciate in diagonale stretta molto potenti.
Buracci velocizza le sue conclusioni maturando il 24-20, ma tre dei quattro macht ball vengono sprecati con dei servizi privi di difficoltà che Lomuto offre con facilità ad un Diouf inafferabile e ad un Conte molto positivo.
La squadra sente il momento: mister Stomeo richiama tutti ad una maggiore attenzione, Calò offre il pallone di chiusura a Buracci e il capitano capitalizza il suo ultimo attacco portando a casa set e partita (25-23).
Sabato 20 la trasferta ad Ottaviano non ammetterà questi “chiaroscuri” che una formazione come quella napoletana tramuterà in cospicui vantaggi, senza concedere la minima opportunità di ripresa.
Sarà una settimana in cui Lotito, gran prova la sua con appena dieci giorni di allenamento, smaltirà qualche acciacco e cercherà la coordinazione con il gruppo ,si affineranno le intese tattiche e si partirà per dare battaglia senza remora alcuna.
TABELLINO
EFFICIENZA energia GALATINA- NORMANNA AVERSA ACADEMY (3-1)
(25-27 , 25-14 , 25-12 , 26-24)
EFFICIENZA energia
Calò,Zonno,Lotito,Durante,Rossetti,Iaccarino,Musardo,Buracci,Persichino,Apollonio,Pierri,De lorentis
All.Giovanni Stomeo Ass. Antonio Bray
NORMANNA AVERSA
Bortolini,Lomuto,Conte,Mugnolo,Pappalardo,Diouf,Mastrangelo,Fasulo,Pugliatti,Di Vincenzo,Mignone
All. Antimo Del Prete
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
gen092019
Silvia Protopapa, ricercatrice e astrofisica galatinese, è stata protagonista, con tutto il suo team, di un’esperienza eccezionale per il mondo scientifico. La Sonda New Horizons ha, infatti, sorvolato Ultima Thule, il corpo cosmico più lontano mai raggiunto da una sonda. Di New Horizons Kuiper Belt Extended Mission della NASA Siliva è co-investigator. Alle 6:33 (ora italiana) del primo giorno dell’anno 2019 è avvenuto il sorvolo. L’asteroide, che orbita nel buio e nel freddo della Fascia di Kuiper, miliardi di chilometri ai margini del sistema solare, è stato raggiunto dopo 13 anni di volo. Ogni contatto tra la sonda e la terra impiega 6 ore e 8 minuti. Alle 16:29 New Horizon ha confermato di essere sopravvissuta all’avvicinamento dell’oggetto, a una distanza di soli 3500 chilometri da esso. La notizia del sorvolo di Ultima Thule ha fatto rapidamente il giro del mondo, con molta soddisfazione da parte della NASA.
L’incontro con Ultima Thule è stato celebrato anche dal musicista ed ex chitarrista dei Queen Brian May (che ha, tra l’altro, un dottorato in Astrofisica): per l’occasione ha composto un nuovo brano, che ha fatto da colonna sonora al lontanissimo e affascinante faccia a faccia spaziale.
L’astrofisica Silvia Protopapa è nata e cresciuta a Galatina, ha frequentato il Liceo Scientifico “A. Vallone” di Galatina e si è laureata in Fisica presso l’Università di Lecce nel 2005 con 110 e lode e plauso. Dal 2006 è in giro per il mondo presso i più prestigiosi Istituti di Ricerca mondiali: dal Max Planck Institute for Solar System Research (Germania), al Department of Astronomy University of Maryland (USA) e dal 2018 come Principal Scientist al Department of Space Studies del Southwest Research Institute Boulder (Carolina – USA).
Silvia Protopapa sarà a Lecce in primavera per ricevere un riconoscimento per i suoi meriti professionali dalla Provincia di Lecce, dal Liceo Scientifico “A. Vallone” e dal Comune di Galatina. L’iniziativa s’inserisce nel Progetto “Giornate di Promozione della Cultura Scientifica” promosso dal Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce, diretto da Rocco Merico e realizzato da Gianni Podo.
“La storia di Silvia conferma che la nostra terra è capace di formare i nostri giovani e di dar loro gli strumenti necessari per emergere e affermarsi nel mondo. Da Presidente della Provincia sono onorato di ricevere e premiare al suo rientro in Italia chi, con il proprio lavoro, ha contribuito a una delle missioni più importanti della storia della scienza” ha commentato Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce.
“Silvia rappresenta tutta la carica di lavoro, energia, voglia di abnegazione, sudore e sacrificio di cui Galatina è piena. La sua storia ci fa emozionare, ci rende fieri e ci obbliga quasi ad andare avanti, verso nuovi orizzonti (che non a caso è il nome della missione) per scoprire, per migliore la comunità e per migliorarci. È anche il giusto riconoscimento al Liceo Scientifico che rappresenta un fiore all’occhiello del nostro sistema scolastico. La nostra non può essere solo una celebrazione, noi dobbiamo prendere Silvia a modello e tentare ogni giorno di imitarne i risultati, in tutti i campi” ha dichiarato Marcello Amante, sindaco della Città di Galatina.
Ufficio Stampa Marcello Amante
nov192018
Questa vicenda sta sfiorando il ridicolo.
Ci chiediamo se sia incapacità decisionale o menefreghismo o lassismo.
Sindaco Marcello Amante, perché gli UFFICI COMUNALI non vengono trasferiti presso l’ex TRIBUNALE?
ECCO PERCHE E’ URGENTE SPOSTARE GLI UFFICI ALL’EX TRIBUNALE
1. Ci sono risorse le risorse finalizzate al trasferimento degli uffici Lavori Pubblici, Urbanistica, Ufficio Commercio, Polizia Municipale e Anagrafe. L’Amministrazione Montagna aveva predisposto il tutto per consentire agli uffici un rapido trasferimento la messa a disposizione delle risorse economiche per rendere operativo il trasferimento e non gravare sul bilancio.
2. Le persone non saranno costrette a girovagare tra uffici pubblici ubicati in posizioni a volte diametralmente opposte all’interno della Città.
3. Nessuna struttura pubblica è accessibile ai disabili. Tutti gli uffici sono posti a piani superiori e non sono forniti di ascensore. Siamo in deroga alle leggi a danno dei cittadini.
4. E’ abbastanza elementare capire che pagare acqua, gas, energia elettrica e servizi di guardiania e pulizia per un solo edificio è più economico che pagare le forniture e i servizi per tutti gli edifici liberati. Ed è semplice verificare che i risparmi sono di importi a sei cifre.
5. I vantaggi sono anche per i dipendenti pubblici. Un unico luogo di lavoro favorirebbe la relazione fra gli stessi e aumenterebbe il valore del servizio prestato ai cittadini.
6. Tutti i cinque grandi spazi liberati potranno essere affittati o venduti con notevoli entrate per le casse comunali.
SINDACO, COSA STATE ASPETTANDO PER EFFETTUARE IL TRASFERIMENTO?
Andrea Coccioli, Segretario Circolo PD Galatina
gen172024
Se vogliamo continuare ad essere definiti come appartenenti ad una Repubblica, la stessa ha necessità di essere indivisibile. Da questa premessa è facile evincere come la democrazia espressa in Parlamento ha come fine ultimo garantire l’uguaglianza nei diritti e nei doveri in tutto il territorio nazionale, perché ogni cittadino, a prescindere dalla propria residenza e provenienza deve godere di diritti fondamentali in maniera uniforme in tutto il Paese. Tuttavia, da diverso tempo si continua a minare questo principio, ponendolo al centro di un dibattito politico e sociale per mezzo (o per mano) di forze politiche che hanno il solo interesse di dividere ed escludere porzioni di territorio, discriminando cittadini che rischiano di essere etichettati come di “serie B”. E’ il caso del ddl sull’autonomia differenziata presentata in Parlamento dal governo Meloni, attorno al quale si coagulano varie spinte populiste di destra, con l’obiettivo di promuovere una scissione tra nord e sud senza precedenti. La conseguenza più immediata di tale progetto trova senso nel potere da parte delle singole Regioni di legiferare su materie di competenza esclusiva dello Stato come scuola, ambiente, energia, mobilità, salute, lavoro. Alla base c’è l’idea secondo cui le Regioni più ricche hanno il diritto a cavarsela da sole, separando il loro destino da quelle più deboli. È bene sottolineare, quindi, il fatto di essere dinanzi a un attacco senza precedenti nella storia della Repubblica, che non spacca solo il Paese ma la Costituzione. Per questo abbiamo la responsabilità e il dovere di fermarlo, attraverso l’impegno e la mobilitazione dei cittadini, tenuti all’oscuro di quanto accade. Basti pensare che il ddl sull’autonomia differenziata voluta da Calderoli (esponente della Lega) non solo istituzionalizza la povertà ma esautora il Parlamento dal compito di stabilire quali siano i diritti dei cittadini e i livelli essenziali di prestazione che lo Stato ha l’obbligo di garantire. Un disegno che promuove la competitività tra le persone (passando da “prima gli italiani”, a prima i veneti, i lombardi, ecc.). L’autonomia differenziata non solo penalizzerebbe fortemente l’intero Mezzogiorno, ma l’intera Nazione. Si palesa, così, il rischio reale di una frantumazione con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti noi. Tutto ciò non conviene dirlo per non intaccare la narrazione di chi ha fatto carriera politica su stereotipi che semplificano e mortificano una realtà diversa e molto più complessa, provocando una evidente frattura nel Paese e promuovendo disuguaglianze, che speriamo ancora possano essere inaccettabili per lo Stato. Senza più ipocrisie, ora più che mai è indispensabile unire tutte le forze politiche cittadine; è importante che anche gli amministratori locali scendano in piazza, dando il loro contributo fattivo per fermare la scellerata riforma di Calderoli e della Lega che metterebbe in discussione i diritti fondamentali dei cittadini. Lo auspichiamo per il bene non solo della nostra Città, ma dell’Italia tutta!
Michele Scalese
Segretario Circolo PD - Noha
lug222019
Il silenzio sulle pedine di posto di due cominciava ad essere preoccupante per i tifosi blucelesti . N onostante le assicurazioni della dirigenza , blindate da risposte più di circostanza “ stiamo lavorando….tranquilli , a breve si saprà” che da rumors di mercato, l’incertezza preoccupava l’ambiente.
Si aggiunga che l’unica presenza ad oggi nel ruolo è quella del giovane Lezzi, che Iaccarino è diventato un ex infoltendo l’organico del Casarano Volley ed allora i dubbi si sono insinuati nei discorsi estivi degli appassionati tifosi galatinesi.
Bene , oggi la riconferma di un pezzo da novanta come Donato Musardo non solo quieta gli animi, ma ipotizza scenari importanti a completamento del ruolo che richiede un’altra pedina di peso.
Il centrale galatonese, classe 1986 per 198 centimetri, si lega per il secondo anno consecutivo ad Efficienza energia , rafforzando il suo rapporto tecnico ed umano non solo con la città di Galatina ma anche con mister Stomeo.
Infatti il lungo sodalizio con l’allenatore, quattro stagioni su piazze diverse(Galatone e Galatina), e l’eccellente rendimento con cui ha concorso a vincere due campionati di serie B con Alessano(2013-14) e Taviano(2016-17) , gli sono valse allora la riconferma in serie A2 e d oggi la ferma volontà della società Olimpia di averlo nel roster 2019-2020.
Incontrato in sede al momento delle foto di rito , lascia trapelare tutt o il suo gradimento per il buon esito della trattativa dichiarando: ” Sono soddisfatto e contento di ripetermi in questa città, che oramai conosco sportivamente da sempre. Ho esordito in B1 nell’anno 2008-2009 proprio qui al PalaPanico con mister Stomeo nel ruolo di palleggiatore, poi il grande slam pallavolistico a Galatone con promozione in B e Coppa Puglia, sempre con Stomeo allora in veste di tecnico. La volontà combinata di allenatore e società di avermi ancora nel roster è un segno di stima a cui saprò rispondere con le mie prestazioni.
Mi fa rà piacere rivedere e rigiocare con Gabriele Parisi ed Asclepio Nicolazzo, miei compagni nell’Alessano serie A2 della stagione 2014-2015 e riaggregarmi al resto della squadra per la cui completezza la società è al lavoro . Sarà una stagione interessante e rassicuro i tifosi che lo spettacolo non sarà da meno.”
Ne tesse le lodi Francesco Liguori, vicepresidente societario: ” Musardo è un atleta di indubbie doti tecniche, molto volitivo e tenace e rappresenta per Efficienza energia un punto di sicuro affidamento. E’ un giocatore grintoso e di personalità : i suoi colpi accompagnati da sonorità vocali sono uno stimolo in più per la squadra e danno carica all’ambiente : c ontentis s imo di averlo tra noi.”
Curriculum
200 4 -0 8 Volley Galatone B2
200 8 -0 9 SBV Pallavolo Galatina B1
200 9 - 10 Pallavolo Galatone C
20 10 - 11 Pallavolo Galatone B2
20 11 - 12 Pallavolo Casarano B2
20 12 -1 3 Pallavolo Casarano B1
201 3 -1 4 Pallavolo Alessano B1
201 4 -1 5 Pallavolo Alessano A2
201 5 -1 6 Pallavolo Leverano B1
201 6 -1 7 Volley Taviano B
201 7 -1 8 Volley Taviano A2
201 8 - 19 Efficienza energia Galatina B
2019-20 Efficienza energia Galatina B
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA
nov302020
Ce l’abbiamo fatta. Si anche quest’anno, siamo riusciti a ufficializzare per l’ennesima volta il nostro grido di allarme, quello per il Creato, sempre più degradato. Lo abbiamo fatto piantando due nuovi alberi al Giardino della Madonna delle Grazie. Due piante che si vanno ad aggiungere ad altre tre già messe a dimora nei giorni scorsi da qualche nostro concittadino sensibile alla causa.
Poca cosa, viene da dire, ed è vero se facciamo il confronto con la desertificazione in corso, cinque piante non fanno nemmeno la fatidica goccia nell’oceano. Considerando ciò il rischio di scivolare nell’amarezza prevale facilmente sul buon umore.
Viene a mancare perfino la voglia di dirlo, tanto che queste nostre buone intenzioni, quelle di continuare a ripetere a destra e manca che gli alberi ci danno l’ossigeno, che non sono loro a disturbare il nostro cammino, che sia un marciapiede, una strada asfaltata, una casa o qualsivoglia altro nostro alibi insostenibile, che loro, gli alberi, sono molto più importanti del 5G, dei comparti di abitazioni a schiera a scapito di tante abitazioni vuote, delle decine e decine di ettari di impianti fotovoltaici, che con la scusa del fabbisogno di energia verde, stanno (loro) desertificando le nostre campagne come fosse ( e lo è) un’altra pandemia. E non ci stanchiamo mai di dire che le risorse di questa Terra non sono infinite e che a doversene preoccupare dobbiamo esserlo tutti, dal primo all’ultimo: amministratori pubblici, politici, padri e madri, e nessun’altro escluso.
Non si capisce più quale sia la retorica, se le giornate scandite dal calendario delle celebrazioni per ricordare i più importanti valori della nostra civiltà (?), oppure questa incredibile mania distruttiva cavalcata dai tanti in nome di una crescita che non fa altro che mostrare falle e fallimenti.
E niente, mentre noi, sempre i soliti quattro gatti, continuiamo a ripetere la nostra “oratoria” di allarme, speriamo che nel frattempo la famigerata luce in fondo al tunnel, non sia un treno in corsa, del tipo quello che stiamo sopportando con fatica, ma il risveglio di chi ha il dovere di amministrare bene questa nostra splendida Terra.
Il Direttivo di NoiAmbiente
e Beni Culturali di Noha e Galatina
nov192018
Non abbiamo capacità di premonizione, solo una conoscenza, per altro non approfondita, di alcuni atteggiamenti caratteriali degli atleti blucelesti, ma lo avevamo detto: a Potenza bisogna giocare con determinazione e rispetto per i giovani avversari.
Invece durante il primo set qualcosa(stimoli ed approccio) erano rimasti ancora sul bus.
Il tecnico Katia Romano manda in campo un sestetto con la diagonale Brienza-Calabrese in P3, i centrali Muliere e Maselli, i laterali Gruzin e Lopardo, libero Laurita. Risponde mister Stomeo con Buracci in opposizione a Zonno in P1, Lotito e Durante di banda, Musardo e Rossetti (esordio da titolare) al centro, con Pierri libero.
Tira aria quasi vacanziera ed il punteggio di 6-2 per i padroni di casa induce il tecnico salentino a chiamare il time out. Un break di tre punti consecutivi alimenta qualche speranza, ma si ricade nell’approssimazione in tutti i fondamentali che dicono 14-9 per il secondo stop chiesto dal tecnico galatinese.
Il divario sale a 7 punti in favore dei potentini (17-10), con un muro subito da Buracci , e dalla panchina Calò dà il cambio a Zonno per un’inversione di tendenza che arriva a fermarsi sul 20-17. Time out anche per mister Romano , poi un fiscalissimo fallo di palla sollevata all’opposto galatinese ed una contestata decisione arbitrale a favore di Efficienza energia porta il punteggio sul 23-20.
Il servizio di De Lorentis va fuori in un momento delicato, si accorcia il punteggio fino al 24-23 , con Musardo che schiaccia di prima intenzione una brutta ricezione avversaria poi, la chiusura del set per i virtussini.
Seconda frazione con la sola variante nelle file salentine di Calò, in P2, confermato al posto di Zonno, mentre con identica rotazione del primo set (P3) scendono in campo i ragazzi di mister Romano.
C’è della volontà al riscatto per Musardo e compagni. Il vantaggio è sempre per i galatinesi (4-2, 6-5,11-9) poi Lotito accende un piccolo break (+3) ma un doppio muro su Buracci spinge al time-out Stomeo. Migliora la ricezione e Musardo, Lotito e Buracci vanno a segno, con Calò che di seconda intenzione porta il bottino a 20 punti.
Il ritorno di Calabrese e Lopardo ferma il punteggio sul 21 a 23 e nuovamente mister Stomeo si affida alla richiesta di sospensione per far rifiatare mentalmente i suoi: è Buracci a chiudere gli ultimi due punti intervallati da un errore di Lotito al servizio sul 22-25.
Il terzo set viaggia sostanzialmente punto a punto tra le parti, scese in campo con le stesse formazioni del set precedente, fino al 9-8, poi l’allungo dei lucani con un +4 complice un errore al servizio di Calò. Si rifà il palleggiatore con il 14 punto mettendo a terra nel campo avversario con una palla di seconda intenzione.
Accelerano i virtussini, bloccando Durante e Rossetti e sul 20-17 :Zonno rileva Calò, la primalinea diventa più prolifica ed un mani e fuori di Durante porta il 23 punto ,subito pareggiato con identico attacco dal Potenza.
La battuta di De Lorentis agevola i muri dei suoi che ricostruiscono ed attaccano portando a casa il terzo set per 25-23.
La partita sembra incanalarsi verso la direzione che ci si aspettava: Zonno manda a segno nell’ordine Durante, Buracci(per tre volte con tre punti), Musardo con una sette imperiosa, e Lotito tira su un muro di spessore.
Sul punteggio di 10-16 De Lorentis rileva Lotito, Buracci mette giù ulteriori tre punti prima di lasciare il posto a Persichino sul punteggio di 14 a 22 e con un servizio sbagliato dei locali si chiude l’incontro sul 18-25.
Conclusione: i tre punti fanno classifica e morale, la prestazione è stata appena sufficiente per applicazione e rendimento globale.
Il registro dovrà cambiare da domenica prossima: arriva al PalaPanico un Marcianise che pur priva del suo ex opposto Di Florio(passato al Tricase) ha strapazzato Marigliano. La squadra di mister Stomeo ha capacità e risorse tecniche tali da giocarsela con tutte: bisogna che si vesta di atteggiamenti positivi che non sono doni caratteriali, ma consapevolezze, e cavalcare le opportunità.
Basta guardare il calendario e capire che la prossima gara rappresenta appunto lo spartiacque per il futuro di Efficienza energia.
TABELLINO
VIRTUS POTENZA-EFFICIENZA energia GALATINA 1-3 (25-23,22-25,23-25,18-25)
GIOCOLERIA POTENZA
Pontillo,Lopardo,Brienza,Santopietro,Maselli,Calabrese,Perrini,Muliere;valentino,Pietrafesa,Gruzin,Laurito,Romano.
All. Katia Romano
EFFICIENZA energia GALATINA
Calò, Zonno, Buracci, Persichino, Lotito, Durante, De Lorentis, Iaccarino, Musardo, Rossetti, Apollonio,Pierri
All. Giovanni Stomeo
Ass. Antonio Bray
Piero de lorentis
Area Comunicazione
Efficienza energia Galatina
gen202015
Discorso di Papa Francesco di lunedì 22 dicembre 2014 davanti alla curia nella Sala Clementina
Cari fratelli,
Al termine dell’Avvento ci incontriamo per i tradizionali saluti. Tra qualche giorno avremo la gioia di celebrare il Natale del Signore; l’evento di Dio che si fa uomo per salvare gli uomini; la manifestazione dell’amore di Dio che non si limita a darci qualcosa o a inviarci qualche messaggio o taluni messaggeri ma dona a noi sé stesso; il mistero di Dio che prende su di sé la nostra condizione umana e i nostri peccati per rivelarci la sua Vita divina, la sua grazia immensa e il suo perdono gratuito. E’ l’appuntamento con Dio che nasce nella povertà della grotta di Betlemme per insegnarci la potenza dell’umiltà. Infatti, il Natale è anche la festa della luce che non viene accolta dalla gente “eletta” ma dalla gente povera e semplice che aspettava la salvezza del Signore.
Innanzitutto, vorrei augurare a tutti voi - collaboratori, fratelli e sorelle, Rappresentanti pontifici sparsi per il mondo - e a tutti i vostri cari un santo Natale e un felice Anno Nuovo. Desidero ringraziarvi cordialmente, per il vostro impegno quotidiano al servizio della Santa Sede, della Chiesa Cattolica, delle Chiese particolari e del Successore di Pietro.
Essendo noi persone e non numeri o soltanto denominazioni, ricordo in maniera particolare coloro che, durante questo anno, hanno terminato il loro servizio per raggiunti limiti di età o per aver assunto altri ruoli oppure perché sono stati chiamati alla Casa del Padre. Anche a tutti loro e ai loro famigliari va il mio pensiero e gratitudine.
Desidero insieme a voi elevare al Signore un vivo e sentito ringraziamento per l’anno che ci sta lasciando, per gli eventi vissuti e per tutto il bene che Egli ha voluto generosamente compiere attraverso il servizio della Santa Sede, chiedendogli umilmente perdono per le mancanze commesse “in pensieri, parole, opere e omissioni”.
E partendo proprio da questa richiesta di perdono, vorrei che questo nostro incontro e le riflessioni che condividerò con voi diventassero, per tutti noi, un sostegno e uno stimolo a un vero esame di coscienza per preparare il nostro cuore al Santo Natale.
Pensando a questo nostro incontro mi è venuta in mente l’immagine della Chiesa come il Corpo mistico di Gesù Cristo. È un’espressione che, come ebbe a spiegare il Papa Pio XII, «scaturisce e quasi germoglia da ciò che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri». Al riguardo san Paolo scrisse: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12,12).
In questo senso il Concilio Vaticano II ci ricorda che «nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità di membri e di uffici. Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce la varietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessità dei ministeri (cfr. 1 Cor 12,1-11)». Perciò «Cristo e la Chiesa formano il “Cristo totale” - Christus totus -. La Chiesa è una con Cristo».
E’ bello pensare alla Curia Romana come a un piccolo modello della Chiesa, cioè come a un “corpo” che cerca seriamente e quotidianamente di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito in sé stesso e con Cristo.
In realtà, la Curia Romana è un corpo complesso, composto da tanti Dicasteri, Consigli, Uffici, Tribunali, Commissioni e da numerosi elementi che non hanno tutti il medesimo compito, ma sono coordinati per un funzionamento efficace, edificante, disciplinato ed esemplare, nonostante le diversità culturali, linguistiche e nazionali dei suoi membri.
Comunque, essendo la Curia un corpo dinamico, essa non può vivere senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia - come la Chiesa - non può vivere senza avere un rapporto vitale, personale, autentico e saldo con Cristo. Un membro della Curia che non si alimenta quotidianamente con quel Cibo diventerà un burocrate (un formalista, un funzionalista, un mero impiegato): un tralcio che si secca e pian piano muore e viene gettato lontano. La preghiera quotidiana, la partecipazione assidua ai Sacramenti, in modo particolare all’Eucaristia e alla riconciliazione, il contatto quotidiano con la parola di Dio e la spiritualità tradotta in carità vissuta sono l’alimento vitale per ciascuno di noi. Che sia chiaro a tutti noi che senza di Lui non potremo fare nulla (cfr Gv 15, 8).
Di conseguenza, il rapporto vivo con Dio alimenta e rafforza anche la comunione con gli altri, cioè tanto più siamo intimamente congiunti a Dio tanto più siamo uniti tra di noi perché lo Spirito di Dio unisce e lo spirito del maligno divide.
La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione. Eppure essa, come ogni corpo, come ogni corpo umano, è esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all’infermità. E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie, malattie curiali. Sono malattie più abituali nella nostra vita di Curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Credo che ci aiuterà il “catalogo” delle malattie - sulla strada dei Padri del deserto, che facevano quei cataloghi - di cui parliamo oggi: ci aiuterà a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale.
1. La malattia del sentirsi “immortale”, “immune” o addirittura “indispensabile” trascurando i necessari e abituali controlli. Una Curia che non si autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo. Un’ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi di tante persone, delle quale alcuni forse pensavano di essere immortali, immuni e indispensabili! È la malattia del ricco stolto del Vangelo che pensava di vivere eternamente (cfr Lc 12, 13-21) e anche di coloro che si trasformano in padroni e si sentono superiori a tutti e non al servizio di tutti. Essa deriva spesso dalla patologia del potere, dal “complesso degli Eletti”, dal narcisismo che guarda appassionatamente la propria immagine e non vede l’immagine di Dio impressa sul volto degli altri, specialmente dei più deboli e bisognosi. L’antidoto a questa epidemia è la grazia di sentirci peccatori e di dire con tutto il cuore: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17, 10).
2. Un’altra: La malattia del “martalismo” (che viene da Marta), dell’eccessiva operosità: ossia di coloro che si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, “la parte migliore”: il sedersi sotto i piedi di Gesù (cfr Lc 10,38-42). Per questo Gesù ha chiamato i suoi discepoli a “riposarsi un po’” (cfr Mc 6,31) perché trascurare il necessario riposo porta allo stress e all’agitazione. Il tempo del riposo, per chi ha portato a termine la propria missione, è necessario, doveroso e va vissuto seriamente: nel trascorrere un po’ di tempo con i famigliari e nel rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica; occorre imparare ciò che insegna il Qoèlet che «c’è un tempo per ogni cosa» (3,1-15).
3. C’è anche la malattia dell’“impietrimento” mentale e spirituale: ossia di coloro che posseggono un cuore di pietra e un “duro collo” (At 7,51-60); di coloro che, strada facendo, perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando “macchine di pratiche” e non “uomini di Dio” (cfr Eb 3,12). È pericoloso perdere la sensibilità umana necessaria per farci piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono! È la malattia di coloro che perdono “i sentimenti di Gesù” (cfr Fil 2,5-11) perché il loro cuore, con il passare del tempo, si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il Padre e il prossimo (cfr Mt 22,34-40). Essere cristiano, infatti, significa «avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5), sentimenti di umiltà e di donazione, di distacco e di generosità[9].
4. La malattia dell’eccessiva pianificazione e del funzionalismo. Quando l'apostolo pianifica tutto minuziosamente e crede che facendo una perfetta pianificazione le cose effettivamente progrediscano, diventando così un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene è necessario, ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo, che rimane sempre più grande, più generosa di ogni umana pianificazione (cfr Gv 3,8). Si cade in questa malattia perché «è sempre più facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate. In realtà, la Chiesa si mostra fedele allo Spirito Santo nella misura in cui non ha la pretesa di regolarlo e di addomesticarlo… - addomesticare lo Spirito Santo! - … Egli è freschezza, fantasia, novità».
5. La malattia del cattivo coordinamento. Quando i membri perdono la comunione tra di loro e il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalità e la sua temperanza, diventando un’orchestra che produce chiasso, perché le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comunione e di squadra. Quando il piede dice al braccio: “non ho bisogno di te”, o la mano alla testa: “comando io”, causando così disagio e scandalo.
6. C’è anche la malattia dell’“alzheimer spirituale”: ossia la dimenticanza della “storia della salvezza”, della storia personale con il Signore, del «primo amore» (Ap 2,4). Si tratta di un declino progressivo delle facoltà spirituali che in un più o meno lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attività autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie. Lo vediamo in coloro che hanno perso la memoria del loro incontro con il Signore; in coloro che non fanno il senso deuteronomico della vita; in coloro che dipendono completamente dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie; in coloro che costruiscono intorno a sé dei muri e delle abitudini diventando, sempre di più, schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani.
7. La malattia della rivalità e della vanagloria. Quando l’apparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificenza diventano l’obiettivo primario della vita, dimenticando le parole di San Paolo: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,1-4). È la malattia che ci porta a essere uomini e donne falsi e a vivere un falso “misticismo” e un falso “quietismo”. Lo stesso San Paolo li definisce «nemici della Croce di Cristo» perché «si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra» (Fil 3,19).
8. La malattia della schizofrenia esistenziale. E’ la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete. Creano così un loro mondo parallelo, dove mettono da parte tutto ciò che insegnano severamente agli altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conversione è alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia (cfr Lc 15,11-32).
9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. Di questa malattia ho già parlato tante volte ma mai abbastanza. E’ una malattia grave, che inizia semplicemente, magari solo per fare due chiacchiere e si impadronisce della persona facendola diventare “seminatrice di zizzania” (come satana), e in tanti casi “omicida a sangue freddo” della fama dei propri colleghi e confratelli. È la malattia delle persone vigliacche che non avendo il coraggio di parlare direttamente parlano dietro le spalle. San Paolo ci ammonisce: «Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri» (Fil 2,14-18). Fratelli, guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere!
10. La malattia di divinizzare i capi: è la malattia di coloro che corteggiano i Superiori, sperando di ottenere la loro benevolenza. Sono vittime del carrierismo e dell’opportunismo, onorano le persone e non Dio (cfr Mt 23,8-12). Sono persone che vivono il servizio pensando unicamente a ciò che devono ottenere e non a quello che devono dare. Persone meschine, infelici e ispirate solo dal proprio fatale egoismo (cfr Gal 5,16-25). Questa malattia potrebbe colpire anche i Superiori quando corteggiano alcuni loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza psicologica, ma il risultato finale è una vera complicità.
11. La malattia dell’indifferenza verso gli altri. Quando ognuno pensa solo a sé stesso e perde la sincerità e il calore dei rapporti umani. Quando il più esperto non mette la sua conoscenza al servizio dei colleghi meno esperti. Quando si viene a conoscenza di qualcosa e la si tiene per sé invece di condividerla positivamente con gli altri. Quando, per gelosia o per scaltrezza, si prova gioia nel vedere l’altro cadere invece di rialzarlo e incoraggiarlo.
12. La malattia della faccia funerea. Ossia delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri – soprattutto quelli ritenuti inferiori – con rigidità, durezza e arroganza. In realtà, la severità teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. L’apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia ovunque si trova. Un cuore pieno di Dio è un cuore felice che irradia e contagia con la gioia tutti coloro che sono intorno a sé: lo si vede subito! Non perdiamo dunque quello spirito gioioso, pieno di humor, e persino autoironico, che ci rende persone amabili, anche nelle situazioni difficili. Quanto bene ci fa una buona dose di sano umorismo! Ci farà molto bene recitare spesso la preghiera di san Thomas More: io la prego tutti i giorni, mi fa bene.
13. La malattia dell’accumulare: quando l’apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni materiali, non per necessità, ma solo per sentirsi al sicuro. In realtà, nulla di materiale potremo portare con noi perché “il sudario non ha tasche” e tutti i nostri tesori terreni - anche se sono regali - non potranno mai riempire quel vuoto, anzi lo renderanno sempre più esigente e più profondo. A queste persone il Signore ripete: «Tu dici: sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo ... Sii dunque zelante e convertiti» (Ap 3,17-19). L’accumulo appesantisce solamente e rallenta il cammino inesorabilmente! E penso a un aneddoto: un tempo, i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesù come la “cavalleria leggera della Chiesa”. Ricordo il trasloco di un giovane gesuita che, mentre caricava su di un camion i suoi tanti averi: bagagli, libri, oggetti e regali, si sentì dire, con un saggio sorriso, da un vecchio gesuita che lo stava ad osservare: questa sarebbe la “cavalleria leggera della Chiesa?”. I nostri traslochi sono un segno di questa malattia.
14. La malattia dei circoli chiusi, dove l’appartenenza al gruppetto diventa più forte di quella al Corpo e, in alcune situazioni, a Cristo stesso. Anche questa malattia inizia sempre da buone intenzioni ma con il passare del tempo schiavizza i membri diventando un cancro che minaccia l’armonia del Corpo e causa tanto male – scandali – specialmente ai nostri fratelli più piccoli. L’autodistruzione o il “fuoco amico” dei commilitoni è il pericolo più subdolo. È il male che colpisce dal di dentro; e, come dice Cristo, «ogni regno diviso in se stesso va in rovina» (Lc 11,17).
15. E l’ultima: la malattia del profitto mondano, degli esibizionismi, quando l’apostolo trasforma il suo servizio in potere, e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani o più poteri. È la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri, perfino sui giornali e sulle riviste. Naturalmente per esibirsi e dimostrarsi più capaci degli altri. Anche questa malattia fa molto male al Corpo perché porta le persone a giustificare l’uso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere tale scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza! E qui mi viene in mente il ricordo di un sacerdote che chiamava i giornalisti per raccontare loro - e inventare - delle cose private e riservate dei suoi confratelli e parrocchiani. Per lui contava solo vedersi sulle prime pagine, perché così si sentiva “potente e avvincente”, causando tanto male agli altri e alla Chiesa. Poverino!
Fratelli, tali malattie e tali tentazioni sono naturalmente un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale, e possono colpire sia a livello individuale sia comunitario.
Occorre chiarire che è solo lo Spirito Santo - l’anima del Corpo Mistico di Cristo, come afferma il Credo Niceno-Costantinopolitano: «Credo... nello Spirito Santo, Signore e vivificatore» - a guarire ogni infermità. È lo Spirito Santo che sostiene ogni sincero sforzo di purificazione e ogni buona volontà di conversione. È Lui a farci capire che ogni membro partecipa alla santificazione del corpo e al suo indebolimento. È Lui il promotore dell’armonia[18]: “Ipse harmonia est”, dice san Basilio. Sant’Agostino ci dice: «Finché una parte aderisce al corpo, la sua guarigione non è disperata; ciò che invece fu reciso, non può né curarsi né guarirsi».
La guarigione è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura.
Dunque, siamo chiamati - in questo tempo di Natale e per tutto il tempo del nostro servizio e della nostra esistenza - a vivere «secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità» (Ef 4,15-16).
Cari fratelli!
Una volta ho letto che i sacerdoti sono come gli aerei: fanno notizia solo quando cadono, ma ce ne sono tanti che volano. Molti criticano e pochi pregano per loro. È una frase molto simpatica ma anche molto vera, perché delinea l’importanza e la delicatezza del nostro servizio sacerdotale e quanto male potrebbe causare un solo sacerdote che “cade” a tutto il corpo della Chiesa.
Dunque, per non cadere in questi giorni in cui ci prepariamo alla Confessione, chiediamo alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, di sanare le ferite del peccato che ognuno di noi porta nel suo cuore e di sostenere la Chiesa e la Curia affinché siano sane e risanatrici; sante e santificatrici, a gloria del suo Figlio e per la salvezza nostra e del mondo intero. Chiediamo a Lei di farci amare la Chiesa come l’ha amata Cristo, suo figlio e nostro Signore, e di avere il coraggio di riconoscerci peccatori e bisognosi della sua Misericordia e di non aver paura di abbandonare la nostra mano tra le sue mani materne.
Tanti auguri di un santo Natale a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori. E, per favore, non dimenticate di pregare per me! Grazie di cuore!
+ Francesco
lug192018
Si muove con decisione la società presieduta da Luigi Santoro e, tra riconferme e nuovi arrivi , rompe gli indugi accasando il forte centrale Donato Musardo che va a far coppia in posto tre con Iaccarino.
Esattamente dieci anni dopo l’atleta galatonese torna a difendere la maglia indossata in serie B1 nell’anno 2008-2009, nei ranghi dell’allora SBV Pallavolo Galatina, vestendo i colori blu-celeste di Efficienza energia.
Dell’organico di allora ritroverà sul parquet i due palleggiatori , Ciccio Calò che lo affiancherà in campo e Giovanni Stomeo che lo dirigerà dalla panchina e, soprattutto, riassaporerà l’entusiasmo e la passione di una città impregnata di pallavolo da sempre.
“Il mio gradimento nel tornare a giocare a Galatina ,in questo palazzetto e con la nuova realtà societaria, è totale. Ritrovo con piacere alcuni compagni di un tempo, dirigenti e tifosi che da sempre, anche quando ho militato in altre squadre, mi hanno espresso attestati di stima ed affetto. Ho accettato le proposte del presidente Santoro senza indugi ed ho preso la decisione in meno di due giorni.
Metterò al servizio della squadra la mia esperienza nella certezza che ,ad organico completato, potremo dire la nostra e far gioire sponsor e tifosi”.
La carriera di Musardo passa attraverso la trafila dei settori giovanili nella Pallavolo Galatone, per poi essere aggregato nella squadra della sua città in B2 ,dal 2004 al 2008. L’anno successivo è in B1 con la SBV Pallavolo Galatina per fare ritorno nel 2009-2010 nella sua città in serie C. Conquista a mani basse ,guidato da mister Stomeo, sia la coppa Puglia che la promozione in serie B2 ,assicurandone la permanenza nell’anno 2010-2011. La Pallavolo Casarano si assicura le sue prestazioni sia nel 2011-2012 in B2 che l’anno successivo in serie B1. Nel 2013-2014 è all’Aurispa Alessano condotto da mister Medico:centra la promozione in A2 , fornendo l’anno dopo un notevole contributo alla permanenza della società nella seconda serie nazionale.
Passa quindi in B1 alla BCC Leverano nel 2015-2016, poi disputa con la PAG Taviano il biennio 2016-2018 prima in serie B e successivamente in A2.
Ora è un atleta di Efficienza energia Galatina da cui i tifosi attendono prove maiuscole ,unitamente all’organico che nei prossimi giorni andrà a completarsi.
Piero de lorentis
Responsabile Comunicazione
Efficienza energia Galatina
ott122012
Mentre qualche rappresentante politico nostrano, incontrandoci per caso alla festa patronale di San Michele (di ritorno dalla titanica fatica di fungere – qui la u potrebbe essere sostituita dalla i - da orante e compunto codazzo della sacra statua portata in processione), ci riferisce verbalmente (tanto verba volant) che “mai e poi mai” lascerà qualcosa di scritto in merito allo scandalo del deserto che avanza inesorabile intorno alla vecchia scuola elementare di Noha, qualcun un altro dal “fronte opposto” – virgolette obbligatorie – sta dimostrando ancora una volta una prontezza di riflessi degna di una mummia, tanto che, se proprio volessimo rintracciarne il fantasma o ascoltarne finanche un pensierino da seconda elementare, probabilmente potremmo esser costretti ad organizzare una seduta spiritica.
Quell’unico lettore, che per caso si fosse connesso al nostro sito (compiendo un gesto altamente rivoluzionario, come quello di sottrarre del tempo a facebook), dovrebbe sapere che abbiamo ormai perso la voce per urlare nella solita desolata landa nohan-galatinese il fatto che è un vero peccato che la vecchia scuola elementare di Noha non possa essere rimessa in funzione, magari come centro socio-educativo, dopo tutti “i lavori effettuati a regola d’arte”, perchè manca l’allaccio all’energia elettrica. Pare che, pur potendo, l’azienda energetica non voglia effettuare questo benedetto innesto alla rete, in quanto sarebbe necessaria prima la costruzione in mattoni e cemento di una cabina elettrica.
Noi, a questo punto, crediamo che i nostri rappresentanti politici ed i burocrati comunali di complemento - pur rischiando un ictus da sforzo - dovrebbero spendersi un po’ di più di quanto non abbiano saputo fare fino ad oggi per fare in modo che quella spesa di unmilionetrecentomilaeuro non fosse presa e buttata direttamente nella spazzatura (ma ogni giorno che passa - senza che alcuno osi alzare paglia – in effetti quei soldi rischiano di essere stati spesi invano). E sarebbe pure ora che lo facessero senza il bisogno di questi petulanti articoli (ché poi magari qualcuno con la coda di paglia s’offende pure), o della solita raccolta di firme, delle strigliate, dei video di denuncia, delle rivendicazioni locali, della satira graffiante, delle suppliche da parte dell’“antipolitica” (vocabolo buono ormai per tutte le stagioni). Altrimenti che senso avrebbe il voto, anzi il suffragio dei cittadini? Quello del suffragio pe’ l’anima de li morti?
Invece, siamo ancora qui a scrivere che della promessa lista degli arredamenti, che quei signori preparatissimi e attenti alle istanze dei cittadini avrebbero dovuto inviare al sito di Noha, non si intravede nemmeno l’ombra; che ci sembra che siamo ancora una volta di fronte a gente pronta a svignarsela di fronte all’incipiente degrado nonostante il vento sia cambiato (in effetti oggi sembra spirare da scirocco, e gli acciacchi della politica iniziano a sentirsi tutti quanti); che a questi signori (ma anche a molti nohani, come al solito ignari di tutto) sembra non importi proprio una beneamata mazza di tutta questa storia, e tanto meno di render conto ai propri cittadini delle loro opere e soprattutto delle loro omissioni; che nell’ultima intervista al Sindaco effettuata recentemente dall’ottimo Tommaso Mascara di galatina2000, nel corso di una trentina di minuti conversazione su “programmi e cantieri aperti”, la parola “Noha” è apparsa solo di striscio, ma per altro, mentre l’espressione “vecchia scuola elementare di Noha”, risulta non pervenuta nemmeno per sbaglio. Come se uno scandalo come quello che da mesi andiamo denunciando su questo sito non fosse per nulla rilevante. Anzi, come se fosse un’inezia, una quisquilia, un’invenzione, ancora una volta, di quei rompiscatole degli “antipolitici”.
In compenso il nostro sindaco ha parlato, tra l’altro, di ristrutturazioni e creazioni di nuovi “contenitori culturali”. Però a Galatina, s’intende: non c’eravamo accorti – che sbadati che siamo - che Noha, Collemeto e Santa Barbara sono da un bel pezzo frazioni di un altro comune.
Orbene, signore e signori: uno di questi nuovi “contenitori” potrebbe essere, tanto per cambiare, il Cavallino Bianco (e te pareva!).
Speriamo che almeno per quest’altra opera, prima di ogni altra architettura, anzi prima ancora dei cessi, le menti pronte a stilare avveniristici progetti di restauro, ristrutturazione o riconversione pensino almeno a quell’altro contenitore fondamentale - a quanto pare necessario ma pur sempre non sufficiente - chiamato in gergo tecnico “cabina elettrica”. Non sia mai che si fosse costretti anche in questo caso a ripiegare su di un allaccio di serie B, cioè un collegamento abborracciato di 10 kwh, anziché dei 50 necessari a far funzionare una struttura pubblica come Dio comanda.
Antonio Mellone
P.S. Gli articoli su questo tema crediamo che (purtroppo) dovranno continuare a comparire su questo sito ancora per un bel po’. E saranno a puntate anche questi ghirigori di parole, alla stessa stregua di un novello romanzo d’appendice (o d’appendicite, di genere horror).
In effetti abbiamo ancora qualcosina da dire in merito allo stato di fatto e di diritto dell’opera, in merito al concetto di “antipolitica”, e alle iniziative che abbiamo in mente di porre in essere.
Ovviamente saremo costretti a vergare le nostre considerazioni a buon mercato anche sulle ultimissime minchiate che ci è toccato di sentire. Ma questo nelle prossime puntate.
set262019
Manifestazione di grande interesse sportivo al PalaPanico nei giorni 28 e 29 settembre prossimi, per quello che è l’omaggio che Galatina pallavolistica intende dedicare al grande tecnico Fernando Panico scomparso sedici anni fa.
Ricordi e rimpianti di quanto lo hanno conosciuto si fonderanno nella due giorni di volley, in uno spettacolo di sport che Fernando ha sempre identificato come fertile terreno formativo ed educativo per i giovani atleti.
A far proprio questo principio, acconsentendo all’invito del comitato promotore di Salento Best Volley, è la presenza di quattro società salentine che nel panorama pallavolistico nazionale danno lustro alla Puglia e al Salento.
AZZURRA ALESSANO e VOLLEY LEVERANO di serie A3, FULGOR TRICASE ed OLIMPIA SBV GALATINA di serie B, offriranno una ghiotta anteprima ai loro sostenitori misurandosi in un test che, a venti giorni dall’inizio dei rispettivi campionati, sarà sicuramente indicativo per quelli che sono gli obiettivi programmati.
L’esordio nella manifestazione è per BCC Leverano e Libellula Tricase, alle ore 17.30 di sabato: a seguire scenderanno in campo Aurispa Alessano ed Efficienza energia Galatina.
I due sestetti vittoriosi si assicureranno la finale per il primo e secondo posto domenica 29, preceduta (ore 17.30) dalla finalina tra le due squadre risultate perdenti.
Tutti gli incontri si svolgeranno al meglio di 3 set su 5 con il sistema del Rally Point System, arbitrati da giudici federali. Sarà infatti la coppia Ingrosso-Tolomeo ad essere impegnata nella prima giornata, mentre il duo Resta-Pellè si alternerà nella direzione delle due gare domenicali.
Il Leverano allenato da mister Zecca si avvicina alla nuova serie A3 con un roster rinnovato per otto-tredicesimi: ai confermati Galasso, Balestra, Orefice, Gabriele Cagnazzo e Serra si aggiungono i due liberi Torchia e Sciurti, i centrali Schipilliti e Occhiogrosso, il laterale Negro, il secondo opposto Simone Cagnazzo, il palleggiatore Leone e il martello slovacco Hukel.
Il sestetto in campo dovrebbe vedere la diagonale Leone-Orefice, le bande Galasso e Hukel, i centrali Serra e Schipilliti e il libero Torchia.
La Libellula Tricase sotto la guida del riconfermato tecnico Marano ha irrobustito il suo organico con innesti di grosso calibro: diagonale nuova di zecca con Latorre- Dalmonte, in posto quattro Zanette, Marzo e Romano, al centro i riconfermati Muccio e Tridici ,in regia difensiva Bisanti e pronti a dar man forte il palleggiatore D’alba, il centrale Crisostomo, i laterali Cassiano e Chiarello ,il libero Bisci e l’opposto Sodero.
La seconda gara in programma vedrà i padroni di casa di Efficienza energia affrontare L’Aurispa Alessano anch’essa rivoluzionata nell’organico e nella guida tecnica dal direttore sportivo Mirko Corsano.
Al duo Lorizio-Tofoli della passata stagione subentra mister Livio Bramato, mentre del gruppo retrocesso dalla serie A2 rimangono i soli due libero Morciano e Russo e il centrale Scardia. Poi tutto il resto è nuovo di zecca: diagonale formata da Campana e dall’olandese BoswinkeL, martelli ricettori Lalloni , Russo e il brasiliano naturalizzato italiano Dall’agnol ,centrali Aprile e Catena, con i giovani Ciardo, Melissano e Lisi pronti al bisogno.
Efficienza energia alza l’asticella dei suoi obiettivi ed apporta un notevole cambiamento all’interno del suo gruppo. Al riconfermato tecnico Giovanni Stomeo ed al suo secondo Antonio Bray vengono affidati i nuovi innesti: Gabriele Parisi ed Asclepio Nicolazzo in cabina di regia, Domenico Maiorana e Ferdinando Lentini in posto quattro, Mirko Torsello, Mattia Lezzi e Francesco Tundo al centro e Riccardo De Lorentis in posto due, che vanno ad integrarsi con i riconfermati Marco Lotito, Giuseppe Apollonio, Francesco Pierri, Santo Buracci e Donato Musardo.
Un gruppo tecnicamente molto valido, anche nelle seconde linee, che alimenta così le speranze di una tifoseria pronta a traguardi importanti.
Fine settimana quindi di grande volley in nome di un allenatore speciale, fuori dell’ordinario per passione e capacità didattiche , a cui sarà reso omaggio non solo dagli attori sul parquet ,ma anche da cariche istituzionali sportive e politiche che hanno assicurato la loro presenza .
AREA COMUNICAZIONE
SBV OLIMPIA GALATINA
nov252020
Il conseguimento della “grid parity” nella produzione di energia elettrica con la tecnologia fotovoltaica, che rende gli investimenti convenienti anche in assenza di incentivi specifici, insieme alla sostanziale rinuncia degli organi centrali e periferici dello Stato a svolgere il loro compito istituzionale di salvaguardia del bene comune, sta scatenando nel Salento una seconda ondata di progetti di impianti fotovoltaici di grande taglia in aree agricole.
Si tratta di operazioni puramente speculative, non rispondenti ad esigenze di coperture dei consumi, avendo la Puglia un esubero rispetto ai suoi fabbisogni di circa l’80%, rispondenti esclusivamente agli interessi degli investitori, che talvolta nascondono – come hanno rivelato inchieste giornalistiche e procedimenti giudiziari - operazioni di riciclaggio di denaro di dubbia provenienza.
Nel Salento questo deleterio fenomeno sta assumendo le proporzioni di un vero e proprio assalto distruttivo al territorio rurale, con proposte di generatori per centinaia di ettari.
Le peculiarità salentine agevolano questo approccio neo-colonialistico di sfruttamento del territorio: l’andamento generalmente pianeggiante del terreno, le favorevoli condizioni meteo-climatiche, la drammatica criticità causata dai fenomeni di disseccamenti dell’olivo (Co.Di.R.O.), il conseguente crollo del prezzo di mercato dei terreni agricoli e del reddito da agricoltura. In questo contesto già preoccupante, è poi clamorosamente e colpevolmente mancata una strategia di rigenerazione agri-ecologica del territorio, che consentisse un’uscita dalla crisi.
Il rischio di uno stravolgimento pesante ed irreversibile nel breve-medio periodo delle peculiarità culturali, paesaggistiche, ambientali e socio-economiche del nostro territorio è quanto mai attuale e drammatico, con una situazione già oggi fuori controllo e che potrebbe diventare presto dilagante.
Molte delle valutazioni qui esposte possono essere trasferite con i dovuti distinguo ai mega-impianti eolici.
Un intervento di governo del fenomeno è quanto mai necessario ed urgente per varie ragioni:
Occorre sfruttare tuttavia al meglio le disposizioni (art. 7 D.Lgs. 387/2003 citato) che tutelano le “tradizioni agroalimentari di qualità”, così come il “patrimonio culturale e del paesaggio rurale”. In ciò soccorrono le prescrizioni piuttosto stringenti del Piano Paesaggistico Regionale, che tra l’altro introducono l’obbligo di concentrare le attività produttive in APPEA (Aree Produttive Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzate). Ma possono anche risultare utili quei fattori legati ad una effettiva qualità agroalimentare o paesaggistica del contesto: produzioni biologiche o biodinamiche, consorzi di tutela, marchi di qualità DOC; DOP; IGT e altri. Sotto tale profilo si noti come il Piano Paesaggistico pugliese (PPTR), pur non essendo propriamente un Piano Energetico, fornisce tuttora, in assenza di altri strumenti più efficaci, i vincoli più stringenti in merito agli insediamenti energetici. Vedasi in proposito le Linee Guida 4.4, parte prima, “Linee guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energia rinnovabile” e parte seconda “Componenti di paesaggio e impianti di energie rinnovabili” con Tavole allegate, come quella relativa alle “Aree sensibili per impianti di media e grande taglia” per gli impianti eolici e quella delle “Discariche e cave abbandonate e con decreto scaduto” per il fotovoltaico, che forniscono indicazioni preziose per la localizzazione degli impianti in aree meno delicate e con minimi impatti ambientali.
È comunque indispensabile ed urgente una forte azione di pressione politica da parte delle istituzioni locali (Regioni, Provincie, Comuni) sul Parlamento e sul Governo nazionali per l’abrogazione delle penalizzanti sciagurate disposizioni di legge. Le istituzioni locali sono quelle più immediatamente a contatto con i cittadini, con i loro reali bisogni ed interessi, e possono e devono intervenire prima di altri per difendere tali interessi.
La difesa più efficace tuttavia, per quanto generalmente sottovalutata più o meno consapevolmente dai decisori politici, resta il completamento del quadro di pianificazione energetica locale. Tale tutela risulta tanto più valida in quanto manca un Piano Energetico Nazionale, mentre il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), ormai inefficace ed a maglie troppo larghe, è soggetto da tempo ad una estenuante revisione.
In tal senso si riporta l’art. 31 del D.Lgs n. 112/98, che recita:
“31. Conferimento di funzioni agli enti locali
1. Sono attribuite agli enti locali, in conformità a quanto disposto dalle norme sul principio di adeguatezza, le funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia e le altre funzioni che siano previste dalla legislazione regionale.
2. Sono attribuite in particolare alle province, nell'ambito delle linee di indirizzo e di coordinamento previste dai piani energetici regionali, le seguenti funzioni:
a) la redazione e l'adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico;
b) l'autorizzazione alla installazione ed all'esercizio degli impianti di produzione di energia”.
Scaturisce da qui la proposta, da perseguire con fermezza, di riprendere ed aggiornare con urgenza, alla luce del PEAR approvato e del suo aggiornamento, il “Programma di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico”, approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale di Lecce n. 36 del 23.04.2004. Detto Programma potrà raccogliere e aggiornare le stime sulla potenza fotovoltaica potenzialmente installabile sulle coperture esistenti (residenziali, industriali, commerciali, del terziario ecc.), in grado secondo qualificati dati preliminari di coprire ampiamente il fabbisogno elettrico dell’intera Provincia senza intaccare nuovo suolo agricolo.
Anche i Comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti (come Lecce) sono obbligati a approvare un Piano Energetico Comunale, da integrare nel Piano Regolatore Generale (art. 5 Legge n. 10/91).
Gli strumenti indicati sono fondamentali per dare indicazioni di dettaglio degli interventi insediativi, tuttora vaghe e limitate per esclusione dalle “aree non idonee” nel quadro normativo attuale, ma che lasciano piena discrezione al proponente di individuare il sito di installazione.
Una corretta pianificazione saprà inoltre indicare le potenzialità degli impianti da collocare sulle coperture di edifici esistenti, potenzialità questa sistematicamente trascurata e sottovalutata.
Il completamento di un corretto quadro di pianificazione energetica locale (regionale, provinciale e comunale) rappresenta un significativo indice della volontà politica di contrastare il fenomeno in atto, piuttosto che limitarsi a generici proclami di facciata, o affidarsi alle pastoie del procedimento amministrativo, o nella migliore delle ipotesi a “regolamenti” locali, armi spuntate rispetto alle sovraordinate norme nazionali.
Un nuovo quadro di programmazione non può tuttavia prescindere dalla considerazione della taglia, della finalità, delle modalità installative, dell’impianto proposto. In tal senso occorre distinguere, ad esempio, i grandi impianti in pura cessione alla rete, con fini marcatamente speculativi, dalle piccole installazioni al servizio di utenze locali, su coperture esistenti, il cui iter procedurale dovrebbe essere al contrario agevolato e snellito.
È necessario uscire dalla logica della produzione di energia elettrica come merce soggetta alle sole leggi del libero mercato: l’energia elettrica è da considerare un “bene comune” alla stessa stregua dell’acqua e dell’aria, da produrre non per intenti speculativi, ma per soddisfare ben precise esigenze di copertura dei consumi.
Sono necessari atti d’indirizzo, norme e incentivi a livello nazionale e locale per passare con decisione ad un nuovo modello energetico decentrato, con impianti di piccole-medie dimensioni ubicati su coperture esistenti o in zone residuali, collegati in rete, con l’obiettivo dell’autonomia energetica delle comunità locali, svincolate così da monopòli e caste energetiche.
Occorre poi ricordare che le fonti energetiche più pulite e convenienti restano il risparmio, l’efficienza e l’uso appropriato dell’energia.
Lecce, 24 novembre 2020
RETE AMBIENTE E SALUTE SALENTO
apr292010
La Cgil contro l’impianto fotovoltaico - ANTONIO LIGUORI
• G A L AT I N A .
“Bisogna evitare che il nostro territorio diventi unalanda sterminata di specchi di silicio”.
Dissenso alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico in località Roncella, fra Galatina e Noha, dallaMacroarea Cgil di Galatina, Maglie e Nardò. Il responsabile territoriale Nicola De Prezzo invita il sindaco Giancarlo Coluccia a verificare “i tempi e leprocedure esperite dal Comune nella valutazione del progetto.
La costruzione diun impianto fotovoltaico in località Roncella - prosegue De Prezzo - suscitaperplessità sia per le modalità che per i tempi, a pochi giorni dal voto per ilrinnovo del consiglio comunale. Vengono al pettine i nodi della lunga gestionecommissariale e il mancato controllo democratico. Il progetto della Società Fotowatio Italia Galatina srl, che a pieno regime avrà una potenza di circa 10megawatt, dovrà sorgere in un territorio a vocazione agricola, e si aggiunge ad altri già realizzati nell’agro galatinese.
La Cgil – prosegue De Prezzo chiede alla giunta regionale e alla Provincia, i cui presidenti in campagna elettorale si sono espressi contro la realizzazione di impianti di energiaalternativa fuori da qualsiasi strategia e per la salvaguardia dell’ambiente,di intervenire bloccando i lavori e predisporre un progetto territoriale programmato per impianti di questa portata. Il neo sindaco Coluccia ha l’obbligo, essendo espressione dei cittadini nohani, di verificare i tempi e le procedure, di invitare la Fotowatio a soprassedere in attesa che il consiglio comunale riesamini la vicenda, riveda i progetti già presentati e in via diautorizzazione, approvi le linee generali di indirizzo per l’installazione diimpianti di energia rinnovabile che la scadenza anticipata impedì al vecchio Consiglio di deliberare”.
FONTE: Gazzetta del mezzogiorno, 29 Aprile 2010
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GALATINA UNA DETERMINA DEL SERVIZIO energia SBLOCCA L’ITER PER LAREALIZZAZIONE
• G A L AT I N A .
Via libera della Regione alla realizzazione di unimpianto di produzione di energia elettrica fotovoltaica in contrada «Roncella».
L’autorizzazione, che sblocca definitivamente l’iter per la realizzazionedi una struttura produttiva che avrà una potenza pari a 9,69 megawatt, è giuntonei giorni scorsi con la pubblicazione nel bollettino ufficiale della RegionePuglia di una determinazione del dirigente del servizio di energia, Reti edInfrastrutture materiali per lo sviluppo. L’impianto, denominato “Ganascia 1” sarà realizzato nel territoriocomunale, dalla Società Fotowatio Italia Galatina srl e sarà attuato in unaampia area un tempo a destinazione agricola che si trova nella periferiacittadina. La struttura, che fin dalla presentazione del progetto a Palazzo Orsini èstata accompagnata da numerose polemiche e da molte perplessità espressesoprattutto da associazioni ambientaliste, ha ottenuto lo scorso marzo l’autorizzazione unica da parte della Regione Puglia dopo un lungo iter che hacoinvolto non solo il Comune di Galatina ma anche numerosi altri entiinteressati. Le maggiori critiche vennero espresse non solo sull’entità del progettoma anche sull’individuazione dell’area per tale realizzazione. La prima conferenza dei servizi venne convocata lo scorso ottobre ottenendoil pa rere favorevole dei ministeri competenti, della Regione Puglia, dell’Autorità di bacino della Puglia, dell’Agenzia regionale per la prevenzione e laprotezione dell’ambiente, che condizionò il suo via libera ad alcune procedurelegate alla salvaguardia del territorio, dalla Provincia di Lecce, dal Comunedi Galatina, dalla Asl e da altre autorità territoriali interessate all’impattodi tale progetto. In precedenza la stessa Fotowatio srl aveva rinunciato ad una analogarichiesta di autorizzazione unica per la costruzione ed esercizio di unimpianto denominato “Ganascia 2” della potenza di 4,68 megawatt. Lo scorso 18 febbraio, è stato sottoscritto l’atto di im pegno e laconvenzione che in pratica sblocca l’iter amministrativo dando il via liberaalla realizzazione dell’impianto. L’accordo è stato siglato dalla RegionePuglia, la società Fotowatio Italia Galatina srl ed il Comune di Galatina. L’autorizzazione unica costituisce autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio dell’impianto in conformità al progetto approvato.
FONTE: Gazzetta del Mezzogiorno, 27 Aprile 2010
Michele Stursi
lug152018
Il sottoscritto Comandante dott. Domenico Angelelli, comunica che, MARTEDI’ 17 LUGLIO 2018 DALLE ORE 07.00 ALLE ORE 11.00, gli uffici del Comando saranno sprovvisti di energia elettrica come da comunicazione dell’Enel distribuzione.
Tale interruzione comporterà anche l’impossibilità di contattare la centrale operativa ai numeri telefonici fissi. Pertanto, al fine di porter garantire all’utenza la continuità del servizio, sarà istituito per la giornata del 17.07.2018 e nelle ore di interruzione dell’energia elettrica, il seguente NUMERO TELEFONICO MOBILE 366.5366898 da utilizzare per contattare il Comando.
Si ringrazia per la collaborazione.
IL COMANDANTE DEL CORPO P.M.
F.to Com. Sup. Angelelli dott. Domenico
mag162021
Dopo il tavolo presso il Dipartimento ambiente della Regione Puglia di venerdì, Anna Grazia Maraschio si è impegnata a prendere in carico, ai fini di una valutazione, tutta la documentazione prodotta sulla vicenda del rinnovo dell’Aia al cementificio galatinese
Dopo il tavolo sulla vicenda del cementificio Colacem, presso il Dipartimento ambiente della Regione Puglia di venerdì mattina, due sono le novità salienti: l’assessora Anna Grazia Maraschio ha garantito l’impegno all’analisi di alcuni temi da esaminare, “per capire quali possano essere i margini di intervento e di contributo da parte della Regione”. Al contempo, in quella stessa giornata, le associazioni ambientaliste del territorio e il Comitato civico ambiente e salute hanno presentato diffida nei confronti della Provincia di Lecce. Hanno sottoscritto l’atto formale inviandolo, oltre che all’ente di Palazzo dei Celestini (al Settore Ambiente ed energia, e Servizio tutela e valorizzazione ambiente), anche alla Procura contabile regionale (l’organo inquirente della Corte dei conti, ndr) e ai carabinieri del Noe leccese, il Nucleo operativo ed ecologico.
I referenti di CittadinanzAttiva Puglia, del Coordinamento civico Ambiente e Salute, della sezione Italia Nostra su Salento, di NoiAmbiente e beni culturali e del Forum Amici del territorio hanno firmato la diffida dal procedere all’istruttoria dell’istanza di riesame Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale relativa all’impianto industriale Colacem e sulla quale si discuterà in sede di Conferenza dei servizi a partire dal prossimo 4 giugno. I firmatari della diffida dichiarano il riesame richiesto dalla ditta delle autorizzazioni, considerato “palesemente illegittimo”.
Per le associazioni e il comitato instaurare un procedimento amministrativo non sarebbe altro che un “maldestro tentativo di costituire ad arte una sorta di giudizio parallelo extra moenia, e prevenire in questo modo la decisione del Tar con un nuovo provvedimento autorizzativo (di rinnovo Aia) che, depositato in quel giudizio, ne determinerebbe la cessazione della materia del contendere. Come se la Provincia, anziché attendere l’esito della consulenza tecnica d’ufficio davanti al tar, tentasse un riesame anticipato dall’Aia, fuori dal giudizio”.
Nell’atto di diffida, peraltro, i firmatari evidenziano alcuni passaggi della Ctu dai quali si evincerebbe un “difetto di trasparenza e certezza nei controlli e nella composizione chimico-merceologica dei rifiuti utilizzati assieme al pet-coke”. Chiedono che i monitoraggi vengano eseguiti senza condizionamenti esterni e che il gestore dell’impianto ne resti dunque fuori. E si appellano inoltre alla Regione per un intervento, affinché inserisca il Distretto di Galatina come area a rischio ambientale. Intanto, sull’argomento, la Regione è intervenuta nella mattinata di venerdì scorso, nel tanto atteso tavolo istituzionale di un confronto già avviato a partire damarzo scorso. I sindaci del circondario galatinese e del Coordinamento civico Ambiente e salute della provincia hanno incontrato anche il direttore del Dipartimento Ambiente regionale Paolo Garofoli.
“Credo che la giornata di oggi (venerdì, ndr) – ha dichiarato l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio – sia particolarmente significativa e confermi l’utilità dell’ascolto come metodo. Anche per questo ringrazio chi, come i sindaci e le associazioni, vive il territorio e può avviare approfondimenti importanti per la collettività. A noi il dovere di accogliere queste istanze e di esaminare temi così delicati e complessi. Rinnovo il pieno impegno ad approfondire questa vicenda, che ha bisogno di essere approcciata con grande serietà. L’attenzione mia e della Regione Puglia rimarrà altissima al fine di poter garantire la massima tutela dell'ambiente coniugata con lo sviluppo del nostro territorio", ha dichiarato l'assessora.
“Grazie al confronto odierno – ha dichiarato Garofoli – abbiamo aggiornato una scaletta di temi da esaminare anche per capire quali possano essere i margini di intervento e di contributo da parte della Regione. Impegnandoci ad approfondire tutti i documenti a disposizione sul tema, analizzeremo le problematiche emerse, anche di concerto con Arpa, con la finalità di garantire un opportuno e accurato monitoraggio", ha concluso.
gen082018
Ecco, proprio quello che ora i cittadini di Galatina e il Partito Democratico si aspettano dall’Amministrazione Amante: FARE.
E noi siamo qui a fare il punto delle cose da portare a termine e a chiedere a che punto siamo. E’ importante che la gente sappia da dove parte l’Amministrazione Amante e cosa deve fare nei prossimi mesi per continuare a migliorare Galatina.
Iniziamo questo 2018 ponendo sette domande urgenti al Sindaco e a alla sua Amministrazione.
E’ doveroso precisare che tutto quello che segue è stato preso in eredità dall’attuale Amministrazione Amante a seguito del concreto lavoro svolto dall’Amministrazione Montagna a guida PARTITO DEMOCRATICO.
Andrea Coccioli
Segretario Partito Democratico
Circolo di Galatina
mar262019
Non si lascia scappare l’occasione Efficienza energia e, in un inusuale orario di gioco(ore 16.00), conquista la quarta vittoria consecutiva. Spalti quasi vuoti al fischio d’inizio con i due mister che schierano così i due sestetti: in P2 mister Cirillo con Coppola e Riccio quest’ultimo sostituto dell’infortunato Calabrese, Arzeo e Giordano di banda, Cesario e Ferrara centrali e Vacchiano libero.
Mister Stomeo schiera in P6 la diagonale Zonno-Buracci, Durante e, a sorpresa, Lotito laterali, Iaccarino e Musardo centrali con Pierri a registrare la linea difensiva.
Partenza a basso ritmo per i locali che accusano subito un 1-4, frutto di posizioni difensive scoordinate che spinge mister Stomeo a bruciare il primo time out chiedendo ai suoi più applicazione negli schemi.
Reazione e crescita immediata: Musardo e un Lotito in palla fanno subito 14-9, concedendo solo due punti al mancino Riccio e ad Arzeo che sembrano i più reattivi in casa napoletana.
Ma non c’è storia con tutta la prima linea di Efficienza energia che si scrive a tabellino per un 25-16 in tutta tranquillità.
Secondo set in perfetto equilibrio con Ferrara e Palumbo a tenere a galla i propri colori (12-12), ma uno Iaccarino strepitoso a muro azzera l’opposto Riccio e crea un break di +6 per il 21-15. Tocca poi a capitan Buracci chiudere il set vincente con due diagonali ed un ace (25-19).
Nella terza frazione mister Cirillo rivolta la squadra come un calzino: mantiene in campo il solo Vacchiano e il palleggiatore Coppola, poi affida il ruolo di opposto a Palumbo, lascia in panchina Arzeo ed affida a Scotto di Marrazzo e Giordano i ruoli di laterali.
L’epurazione colpisce anche il centrale Cesario surrogato da De Simone, ma dopo l’iniziale resistenza che fissa il punteggio sull’undici pari, è Buracci a suonare la carica trainando un Durante più esplosivo(21-17).
Stomeo cerca di dar spazio a Petrosino, Rossetti e Persichino che non hanno modo di mettere a referto nessun punto per le perentorie conclusioni di Iaccarino(25-17) che mettono al sicuro i tre punti.
Gara abbastanza abbordabile per Efficienza energia che non spreca energie oltremisura, continua a fornire prestazioni eccellenti a muro e recupera un Lotito efficace, pur non ancora a pieno regime.
La scalata in classifica porta la squadra del presidente Santoro a quota 38 punti in sesta posizione , alle spalle di un Marigliano (40 punti) che domenica sarà ospite in quel di Casarano con il risultato già noto , ma non scontato, di Efficienza energia avversaria di un Cimitile abbordabilissimo.
TABELLINO
EFFICIENZA energia-RIONE TERRA POZZUOLI 3-0(25-16,25-19-25-17)
GALATINA: Musardo 10,Lotito 10,Durante 7,Zonno 2,Buracci 12,Iaccarino 10,Pierri(L),Apollonio ne,De Lorentis ne,Calò ne,Persichino,Petrosino,Rossetti.
All.Giovanni Stomeo
POZZUOLI:Arzeo 5,ferrara 6,Riccio 2,Palumbo 8,Cesario 2,Coppola 1, Giordano 1,Scotto 3,Muek,De Simone,Graziosi,Conte,Vacchiano(L),De Gregorio ne.
All.Costantino Cirillo
Piero de lorentis
Area Comunicazione
Efficienza energia Galatina
lug192018
Rinnova il suo impegno con il club galatinese il forte centrale perugino nonostante le sue prestazioni sportive , in quest’ultimo periodo, siano state oggetto di attenzioni da parte di diverse società.
Il finale in crescendo dello scorso anno , in cui Gianluca Iaccarino con la sua grinta ha espresso al meglio le doti tecniche contribuendo ad una salvezza insperata, gli è valsa la riconferma, da lui condivisa, sebbene sirene allettanti siano pervenute da più parti .
Il comunicato del DG Stefanelli che ha mandato avanti la trattiva con il beneplacito di mister Stomeo, è espressione di una difficoltà oggettiva riscontrata durante le operazioni di mercato, soprattutto in alcuni ruoli chiave.
“ Le trattative per tesserare atleti del circondario ,o quanto meno regionali, sono enfatizzate da più società interessate ad evitare un aggravio economico sul budget alla voce vitto ed alloggio: va da sé che le richieste di rimborsi spese dei giocatori lievitano e si è costretti ad intercettare atleti da fuori regione. Siamo stati abbastanza accorti a tenere in caldo il rapporto umano e di lavoro con Iaccarino , riconoscendogli una professionalità esemplare ed un impegno responsabile nella gestione del gruppo.”.
Umbro di Castiglione del Lago, Iaccarino è cresciuto pallavolisticamente nelle giovanili dell’ex Rpa Perugia, con la quale ha esordito giovanissimo in serie A1 nel 2009/2010, giocando anche la Junior League.
Nel 2010/2011 è in serie B2 con la Pallavolo Perugia; l’anno successivo veste i colori della Pallavolo Lagonegro sempre in B2, mentre dal 2012 al 2014 gioca in B1 con il Verona sponsorizzato Pastificio Avesani. Nel 2014/2015 è in Lombardia ,in B2, con la Forza e Coraggio Milano poi, complice la volontà di proseguire gli studi ,si riavvicina a casa disputando nel 2015/2016 il campionato di serie C con il Foligno.
Risponde alla chiamata della Monini Marconi Spoleto in serie A2, nell’anno sportivo 2016-2017 per poi approdare nel Salento a Galatina vestendo i colori dell’Olimpia SBV nella stagione appena terminata.
Questo il suo pensiero alla firma contrattuale:
“Sono orgoglioso, dichiara Iaccarino, di aver ricevuto queste attenzioni da parte dei vertici societari e non ho avuto dubbi nell’accettare le proposte del presidente Santoro. Le voci di mercato e la tempistica di completamento dell’organico , parlano chiaro: la società si sta muovendo con tempestività e competenza per allestire un sestetto che traguardi obiettivi di fascia medio - alta cercando di esaudire, al meglio, le richieste dell’allenatore. E’ inutile dire che sono motivatissimo e sono consapevole che società e tifosi si aspettano tanto, tanto di più della passata stagione. Non li deluderò: è un mio preciso impegno”.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
gen272020
Sono trascorsi oltre sei mesi, da quando il circolo del PARTITO DEMOCRATICO di Galatina ha promosso un sit-in di protesta per il mancato trasferimento degli uffici comunali (e non solo) nei locali della ex Pretura. Era il mese di luglio 2019, e malgrado ci fossero 40 gradi, i nostri concittadini si fermavano a chiedere, ad informarsi ed a condividere una iniziativa che, al di la del colore politico, garantisce alla nostra comunità molti vantaggi.
Proviamo a riassumerli, conoscerli bene potrebbe aiutare la nostra Amministrazione a decidere:
Nei giorni successivi alla manifestazione, pochi sono stati i riscontri ufficiali e concreti, ad eccezione di un generico comunicato stampa in cui veniva riferito che l’amministrazione aveva affidato ad un gruppo di tecnici la verifica dell’impianto elettrico in previsione di un possibile trasferimento.
Ma ci vogliano 6 mesi per avere una risposta? Quali sono i risultati della verifica? E più in generale, a che punto è l’attuazione della delibera di Giunta n° 180 del Luglio 2019 avente per oggetto “lavori di ristrutturazione edificio ex Tribunale da destinare a nuova sede di uffici comunali” ?
Ma l’amministrazione, si rende conto che qualora dovesse passare ancora molto tempo i locali della ex pretura subiranno sempre più l’usura del tempo?
Ci rendiamo conto che lo stato di abbandono trasformerà uno stabile di recente costruzione esattamente come il “vecchio” carcere mandamentale da poco svenduto a prezzo di saldi a privati dopo una serie di aste “penosamente a ribasso” ?
Ancora una volta chiediamo all’Amministrazione Amante: quanto tempo bisognerà ancora aspettare?
PARTITO DEMOCRATICO
CIRCOLO DI GALATINA
mag102019
Srotola i titoli di coda l’avventura targata Efficienza energia di Olimpia SBV Galatina nel campionato nazionale di serie B 2018-2019, ed offre il rituale scambio di saluti nell’interno dell’accogliente locale il Covo della Taranta, in pieno centro storico a Galatina.
Squadra al completo e in rigorosa tenuta sportiva di rappresentanza, quasi a voler rafforzare un legame che va al di là dei singoli contenuti contrattuali, ciarliera a tavola e priva di tensioni psicofisiche, si abbandona al tranquillo assioma: obiettivo raggiunto, campionato finito.
Il rapporto interpersonale nella triangolazione atleti-tecnici-società non ha mai subito incrinature, nemmeno nei momenti sportivamente meno godibili; sì con una diversità di letture da prospettive diverse, ma mai sfociate in isteriche reazioni o in aut-aut societari .
E questo è stato il pregio di un gruppo dirigente che pur non vantando esperienze pluriennali ha saputo costruire un ordito fatto di dialogo, di confronti senza ipocrisie con tecnici ed atleti ed ha saputo attendere.
Al termine della cena il presidente Santoro ha espresso il suo ringraziamento a tutti gli attori di questa avventura, allo staff medico-sanitario, ai suoi collaboratori e ai tifosi che hanno tenuto duro in alcune situazioni avverse.
“Questo sesto posto in classifica che, tranquillamente, poteva essere migliorato, dichiara Luigi Santoro, lascia qualche rimpianto su alcune prestazioni offerte sottotono, ma non rivede concettualmente il rapporto che io e i miei collaboratori abbiamo tenuto sempre con tutta la squadra, improntato al rispetto e alla validità dell’impegno che voi avete espresso. Ora una breve pausa: il tempo di resettare, poi rimetteremo in moto tutti i meccanismi per preparare una nuova stagione, valutando disponibilità finanziarie, volontà di collaborazioni esterne e consequenziali obiettivi. Grazie di tutto”.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
GALATINA
mag252020
• il Galatina Rosso DOC, prodotto con uve Negroamaro e Primitivo e 100% Biologico Certificato.
gen162015
Annunciaziò, annunciaziò: pare, si dice, si vocifera che l’ormai famosissima cabina elettrica necessaria al funzionamento di tutti gli impianti installati nella vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti a Noha verrà costruita nei “primissimi mesi del 2015”. Della serie: riprova e sarai più fortunato.
Orbene, posto che – non facciamo sempre i ragionieri, suvvia, siamo elastici, - “i primissimi mesi dell’anno” vadano da gennaio a novembre di ogni anno domini, potremmo con una certa ragionevole sicurezza confidare nel fatto che entro e non oltre il Natale del 2015 in quel centro polivalente nohano saranno finalmente varati (come si fa con le navi, sperando di non trovarci sul Titanic) gli impianti di riscaldamento/aria condizionata (per ora, come noto, funziona solo quello dell’aria fritta), sollevamento pesi (cioè l’ascensore), e produzione di energia fotovoltaica.
Abbiamo dovuto utilizzare il condizionale (potremmo) in quanto la notizia-bomba della costruzione di questa benedetta cabina elettrica pare sia stata diffusa dall’assessore parzialmente stremato (dai nostri articoli), vale a dire l’amatissimo ing. Coccioli in persona, già noto alle cronache per essere uomo di parola, mai propenso a sbottonarsi senza avere la certezza delle cose: insomma un personaggio che mai e poi mai si metterebbe a scrivere una cosa per un’altra, tipo che una cabina elettrica scordata da chissà chi “verrà installata nel centro polivalente nohano tra giugno e settembre 2014”.
Dunque prendiamo per buone le promesse del nostro assessore ai lavori comici, fiduciosi nel fatto che prima o poi il SAL (stato avanzamento dei lavori) di quella benedetta struttura costata 1.300.000 euro di soldi pubblici passi una volta per tutte dal 99% al 100% (in effetti molte cose avvengono o non avvengono per via del classico pelo).
*
Abbiamo appena comprato in cartoleria un’agenda nuova di zecca (le banche non ne regalano più da un pezzo) per appuntare l’n-esimo programma politico per i prossimi 365 giorni (quello dei 1000 giorni è copyright del premier Renzi, ma siamo lì visti i rapporti di amicizia partitocratica con i membri di questa maggioranza cumonale).
Pur elegantemente foderata in pelle di nohano questa agenda non è una Smemoranda.
Se lo fissino bene in mente politici e burocrati di Palazzo Orsini, novelli guardiani del farò.
Antonio Mellone
mar052019
Ghiotta occasione per Efficienza energia, quella d’imporsi sul campo avellinese e mantenersi agganciata al gruppetto di un centro classifica importante : e i ragazzi del presidente Santoro non se la sono fatta sfuggire.
Con un organico ancora privo di Buracci e Lotito in via di recupero, ma sistemati in panchina, e con la defezione dell’ultima ora del centrale Rossetti(esami strumentali in atto per il ginocchio destro), mister Stomeo non ha avuto dubbi di formazione.
Ha mandato in campo la diagonale Zonno - Persichino ,i laterali Durante e Petrosino, Musardo e Iaccarino al centro e Pierri in regia difensiva. Data poi la precaria affidabilità di Lotito, non ancora del tutto ristabilito, e di De Lorentis reduce da un’ influenza, è toccato a Giuseppe Apollonio indossare la maglia di laterale per qualsiasi evenienza.
Mister Romano ha risposto sistemando in campo Nicola Salerno in diagonale con il palleggiatore De Prisco, Capitan Picariello e Cicatelli laterali, Mitidieri e Silvestri centrali, Conforti libero.
Partenza sprint dei salentini che affidano i primi attacchi al giovane Persichino e a Durante maturando un 5-10 di buona fattura.
Poi comincia a carburare Nicola Salerno che apre un break di +5 raggiungendo la parità, ma ci pensa ancora Persichino (ben 6 punti il suo score) e Musardo a tener dietro(17-18) i padroni di casa.
Cicatelli e Picariello mettono in grave difficoltà le competenze ricettive del sestetto ospite con servizi al salto portandosi su 21-18 ; Mitidieri chiude un primo tempo e con un successivo ace porta i suoi sull’uno a zero , nonostante un sussulto di un doppio Musardo e Iaccarino che fermano il punteggio sul 25-20.
E’ evidente un po' di confusione nelle file salentine, probabilmente per mancanza di un punto di riferimento che funga da motrice, dando sicurezza.
Nel secondo set il tecnico galatinese non rischia Lotito, ancora a corto di preparazione, e manda Buracci ad occupare la casella di opposto mantenendo inalterato il resto del gruppo.
Partenza decisa di capitan Buracci e Musardo, con Zonno autore di un muro per il 6-11. Il distacco si mantiene inalterato , contenendo gli attacchi del mancino Salerno che manda fuori due diagonali imitato da Mitidieri: ed è 14-19.
Il finale è tutto di Efficienza energia: Durante ,Buracci e un doppio Iaccarino portano i set in parità con il punteggio di 20-25.
E’ una squadra rinfrancata quella salentina che ritrova la vena realizzatrice del suo opposto e soprattutto un punto di riferimento nell’organizzazione di gioco. Il via alla terza frazione lo danno Iaccarino e Petrosino, Buracci mette a segno un poker di punti consecutivi(7-12), Musardo svetta ed 12-19.
Zonno sente la mano calda dei suoi centrali invitandoli ripetutamente ad efficaci conclusioni che determinano il 14-25 per l’uno a due del Galatina.
Nel quarto set Silvestri e Mitidieri vengono chiamati più spesso ad attaccare e rispondono a Durante e Musardo punto a punto fino al 6-9: poi incappano in una serie di errori (Salerno,Picariello e Cicatelli)che esaltano gli avanti ospiti incontenibili in Buracci e Musardo che chiude con un muro monumentale set e gara (21-25).
Squadra ostica quella avellinese, ben registrata dal tecnico Romano che ha alternato i due palleggiatori (De Prisco e Colarusso) cercando di non dare riferimenti alla prima linea galatinese. Il set strappato domenica scorsa in casa di Massa dagli atripaldesi la dice lunga sulla tenuta di questa squadra che darà fastidio a quanti l’affronteranno sul loro terreno.
Efficienza energia ha stentato a carburare cedendo il primo set, poi ha ritrovato certezze (Buracci) ed una grande difesa, con Zonno che si è esaltato sugli attacchi di Salerno e Pierri che ha sfoderato interventi importanti, staccando buone percentuali in ricezione.
Il ritorno dall’Irpinia è in linea con quanto alla vigilia era stato preventivato: ora si attende il pieno recupero di Lotito per affrontare la difficile trasferta di Marcianise del 16 marzo , preceduta dalla sfida ai potentini ,ospiti del PalaPanico, domenica 10 marzo alle ore 18.00.
TABELLINO
ATRIPALDA VOLLEY-EFFICIENZA energia GALATINA 1-3(25-20,20-25,14-25,21-25)
ATRIPALDA:Conforti(L),DePrisco,DeMattia,Mitidieri,Colarusso,Cicatelli,Salerno,Silvestri, Picariello,De Mattia G.
All.Romano
GALATINA: Calò, Zonno 1, Musardo 12, Iaccarino 10, Persichino 6, Durante 12, Petrosino 6, Buracci 20, Apollonio, De Lorentis(n.e.),Pierri(L),Lotito(n.e.)
All.Stomeo Ass. Bray
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia
mar162021
Il nostro costante impegno, le nostre puntuali denunce a tutela dell’ambiente della nostra Città sta riportando risultati positivi.
Finalmente, Piazzale Stazione e i Giardini Papadia sono stati liberati dalle erbacce che avevano invaso le aiuole e i marciapiedi; rimangono le parti secche degli alberi che stanno prendendo il sopravvento su quelle ancora verdi. Quest’area, per chi si reca in Stazione o nel vicino laboratorio analisi, rispetto a ieri, ha ora un’immagine già diversa, per renderla ancor più presentabile e vivibile occorre effettuare altri lavori.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 6 marzo 2021 è stato pubblicato il DPCM del 21 gennaio 2021, con il quale vengono messi a disposizione dei comuni “contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”. Saranno finanziate anche singole opere comprese quelle inserite nell’elenco delle incompiute. I finanziamenti sono finalizzati a ridurre e a migliorare la qualità del decoro urbano. Il limite massimo, per uno più progetti, è di 5 milioni di euro per i comuni da 15.000 a 49.999 abitanti. Sono otto i comuni della nostra provincia che possono beneficiare, tra questi la nostra Città, le domande vanno presentate entro il 4 giugno 2021, sul modello telematico predisposto dal Ministero dell’Interno. Le risorse, a cui possono attingere i comuni italiani, ammontano a 8,5 miliardi, da spendere in dieci anni, con programmi triennali, a partire dal 2021-2023 e sino al 2032.
E’ una occasione ghiotta per il nostro comune, sempre a corto di soldi da spendere per queste finalità. Occorre fare subito la ricognizione delle aree periferiche, zone di verde, edifici pubblici da inserire nelle domanda. Ad iniziare da Piazzale Stazione, con l’adozione di un piano di ristrutturazione complessiva, la sistemazione adeguata del piazzale antistante l’ingresso, il restauro del “Monumento al Marinaio” che domina il centro dei giardini, la rimozione della struttura e delle pensiline, delle colonnine di erogazione e dei serbatoi interrati della società SP energia Siciliana, ormai fuori uso da tantissimo tempo.
Come avvenuto nel passato, per la rimozione di quella della TotalEg, sita in Piazza Alighieri, anche questa da tempo inutilizzata, si è dovuto attendere l’ottobre del 2014. Le compagnie petrolifere sono così solerti quando devono attivare una stazione di servizio, ma lentissime quando occorre dismetterla. La società in questione, da notizie ricavate tramite Google, sembra sia fallita lo scorso anno (il Sindaco, attraverso i canali ufficiali, potrà verificare la notizia).
Il Coordinamento cittadino del PD si augura che, al contrario di quanto accaduto di recente e come da noi denunciato, il comune si attivi per progettare gli interventi e presentare la richiesta di finanziamento.
PARTITO DEMOCRATICO
COORDINAMENTO CIRCOLI GALATINA
mag132017
A volte ritornano.
Uno pensava che gli impegni professionali [fu questo il “motivo ufficiale” per cui a suo tempo si dimise dalla carica di assessore ai lavori pubici per ritirarsi finalmente a vita privata, ndr.], l’avrebbero tenuto lontano per un bel po’ dalle faccende di Stato (in luogo), per la precisione quelle di Palazzo Orsini.
Invece, dopo appena un anno da quel fatidico gran rifiuto, mister Andrea Coccioli s’è riorganizzato per tornare in campo più cazzuto che pria, candidandosi alle comunali con la nota sfollagente Paola Carrozzini.
Manco Amintore Fanfani, “il rieccolo” per antonomasia, era capace di tante risurrezioni.
Non l’ho scoperto mica andando a compulsare l’elenco dei quasi quattrocento candidati suddivisi tra le decine e decine di liste a sostegno dei sei concorrenti alla poltrona di sindaco di Galatina (figurarsi se ho tutto questo tempo da perdere io), è che ogni volta che apro la mia pagina face-book m’appare il suo simpatico faccione, con quella barba un po’ così che fa tanto sinistra(to), e con un sorriso (o forse un ghigno) che è tutto un programma; per non parlare dei suoi slogan e delle sue genialate.
Ora dovete sapere che io – pare che sia in buona compagnia - non sono immune dalla mania di controllare più volte al giorno il mio profilo fb (lo confesso: è la pagina che più in assoluto consulto) probabilmente per quell’ansia di apparire, di farmi osservare e ammirare che manco un concorrente di Uomini & Donne. Una mini-fiction individuale, la mia, una specie di droga leggera, una forma di esibizionismo personale che mi spinge a verificare più volte al dì i like che i miei post riescono a riscuotere dalla rete [pochissimi, invero: primo, perché i miei messaggi sono sovente un po’ prolissi - e sui social un pensiero più lungo di cinque righe manda in crisi da ipossia il malcapitato internauta; secondo, perché se sei antipatico ai più, come cavolo puoi pretendere che gli altri ti mettano pure i loro “mi piace”? Mistero della fede in se stessi, ndr.].
Dunque, ogni volta che si apre questa benedetta pagina, oltre al mio profilo con papillon, m’appare immancabilmente sulla destra anche quello dell’ingegner Andrea Coccioli con tanto di slogan: “Impegno, condivisione, innovazione”. Io ci avrei aggiunto pure “energia”, visto il culo che s’è dovuto fare per il centro polivalente di Noha, quello per il quale non ci ha mai fatto sapere chi aveva scordato di costruire la cabina per l’allaccio alla rete elettrica nazionale dopo aver speso 1.300.000 euro di restauri.
Ebbene, per la cronaca, questa benedetta cabina elettrica – dopo soli 4 anni, 5 mesi e 13 giorni, è stata finalmente costruita: vabbè, hanno dovuto spendere un altro po’ di soldi pubblici; vabbè, hanno dovuto sventrare il giardino del centro polivalente; vabbè, non è ancora entrata in funzione; vabbè, tutti gli impianti sono ancora fermi e chissà se con questi chiari di luna si metteranno mai in moto (tanto è sufficiente un po' di pragmatismo). Ma possiamo dire che in qualche modo s’è corso ai ripari nella forma. Nella sostanza un po’ meno. Vabbè, ma che vuoi che sia.
Ma non era della cabina elettrica che vi volevo parlare, bensì sempre della pagina fb del signor Coccioli che risulta essere addirittura “sponsorizzata”. Cioè, il candidato paga face-book – come per intenderci fa anche Renzi o i suoi colleghi venditori di batterie di pentole - perché i suoi post appaiano sulle nostre bacheche (contando sul fatto che alla fine prima o poi uno lo prendi per sfinimento).
Orbene, nei giorni scorsi, tra i messaggi del nostro genio della lampada senza luce s’annovera uno nel quale si propone la sostituzione di tutte le torce comunali con luci a Led. Una trovata acutissima alla quale, invero, sarebbe potuto arrivare persino quel trust di cervelli ormai in comunione dei beni composto da Gianpiero De Pascalis e da Sindaco Daniela Sindaco, se non fossero rispettivamente incasinati, uno con i dieci cantieri del programma ancora tutto da redigere, e l’altra con il PD che l’ha cacciata così su due piedi dall’anagrafe dei suoi iscritti (poveri renziani di Noha, ora non sanno più a che santo votarsi. Anzi votare).
L’ultimissima cocciolata è ovviamente sul mega-porco (l’ex-assessore continua ad appellarlo “parco”, bontà sua), che sarebbe ottimo, irrinunciabile, impellente (come quando devi correre in bagno, per dire) per via delle solite “ricadute occupazionali” (ricade sempre su questa balla quotidiana chi ha il cemento in testa, non c’è niente da fare); secondo, per i tributi che entreranno nelle casse del comune di Galatina (sì, come no, azzereranno il debito in quattro e quattro otto e avanzeranno pure); e terzo perché se non lo colassero a Galatina, il mega-porco commerciale si farebbe più in là (come le sorelle Bandiera).
Pensavo tra me e me: “Il rieccolo” de noantri sembra pintu e scuddhratu al segretario del suo partito (il quale affermò deciso: “se perdo il referendum lascio la politica”). Pare che in quella consorteria funzioni così: qualcuno si dimette, ma in dosi omeopatiche, diciamo, senza esagerare.
Però devo riconoscere che questa candidatura almeno un risultato positivo l’ha già ottenuto: grazie agli agguati feisbucchini sponsorizzati dal Coccioli per lanterne, il sottoscritto ha ormai una sorta di repulsione nel compulsare il suo profilo più di una volta al giorno, per paura dell’apparizione di quest’altra primadonna della pOLITICA nostrana e soprattutto delle sue frasi fatte e dei suoi slogan per bimbi-minchia.
Vedete, a volte basta poco per guarire in un’unica botta da narcisismo compulsivo, vanità personale, bassa autostima, e nostalgia della politica del tempo che fu.
Antonio Mellone
nov102010
I video integrali degli interventi del convegno organizzato dalla Associazione radicale Save Salento con il patrocinio del Comune di Melpignano sulle energie rinnovabili e la compatibilità con l'ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico-culturale.
giu132021
C'è stato un tempo in cui la nostra città ricopriva un ruolo centrale nel Salento, protagonista nel campo dell’industria, dell’artigianato, della cultura, degli eventi e tanto altro.
Le nostre attività, nonostante ci siano tanti validi imprenditori e concittadini capaci e coraggiosi, non sono valorizzate. Le nostre eccellenze e i nostri tesori ancor meno.
Oggi Galatina è una città tristemente assopita, passiva, privata di tutto il suo originario entusiasmo, senza alcuna prospettiva che possa risvegliarla da un sonno fin troppo lungo.
La perdita della sua centralità è sì colpa di una politica poco lungimirante. Ma, cari concittadini, diciamocelo: un po’ di smalto lo abbiamo perso anche noi.
Chi sta umiliando la nostra città è chi la critica, chi la amministra con superficialità e immobilismo, chi sta alla finestra a guardare senza darsi da fare per cambiare le cose.
Noi potremmo, anzi dovremmo, essere la politica vera. Quella bella, partecipata, pulita, fatta nelle piazze, nelle periferie, per strada, ovunque. Per passione. Eravamo in vetta e adesso ci tocca ripartire quasi da zero, se non dal potenziale enorme finito da tempo in cantina.
È vero: per volare alto ci vuole costanza, capacità, impegno, passione. E invece noi, cari concittadini, ci siamo accontentati, svalutati, svenduti. Meritavamo e meritiamo altro.
E allora è questo il momento di mettere da parte l'abitudine, l'inerzia, la timidezza, l’invidia, la comoda poltrona da spettatori di una città. LA NOSTRA CITTÀ!
Non siete stanchi dei decisori di lungo corso e falsi volti nuovi travestiti da "professionisti competenti"?
Le ambizioni della nostra terra, ricca di bellezze e di eccellenze ancora tutte da valorizzare, aspettano solo noi e il nostro impegno.
Rievocando un noto proverbio, oggi vi dico che la realtà è semplice: chi si ferma, è perduto. E noi siamo stati "fermati" nel fior fiore del nostro sviluppo e ci siamo persi. Ma la bussola, e questo deve essere chiaro, dobbiamo trovarla dentro di noi. Ed è negli occhi dei nostri figli e dei nostri nipoti che troveremo la direzione giusta, la strada migliore, per raggiungere la meta più bella.
Cari concittadini, le cose cambiano se siamo pronti a cambiare prima di tutto noi, il nostro modo di fare e di pensare. Se siamo pronti alla Rivoluzione Culturale, ad una battaglia etica, a scrollarci di dosso la polvere e alzare un muro compatto contro le ingiustizie che quotidianamente sono sotto i nostri occhi. Se siamo pronti a fare squadra, se all'IO anteponiamo il NOI, se lavoriamo per essere l'alternativa a tutto ciò che non ci piace, che ci fa male, che ci prosciuga energia vitale senza darci in cambio nulla.
Ma come immagina la Galatina del futuro il MoVimento 5 Stelle?
Serve certamente riprogettare la città coinvolgendo la comunità in questo percorso di trasformazione. Fondamentale, ad esempio, sarà lavorare ad un nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale), per contenere il consumo di suolo, per favorire la rigenerazione urbana, per tutelare e valorizzare l’ambiente ed il paesaggio del nostro territorio.
Quando parliamo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, parliamo anche di questo: vivere in una città smart, sostenibile, ordinata, pulita, coltivando benessere e diventando attrattivi.
I numeri di questi ultimi anni restituiscono una fotografia chiara del graduale “svuotamento” della città. Lo dicono le attività commerciali, i giovanissimi che hanno deciso di andare a vivere in comuni limitrofi, abbandonando la propria culla per ovvi motivi di opportunità.
Per mettere in piedi il cambiamento serve una visione chiara, una prospettiva a lungo termine. Serve un sogno e la volontà di realizzarlo con ogni forza. Ed è questo che noi sentiamo di poter offrire come Movimento 5 Stelle.
In questi anni abbiamo promosso tante iniziative, come la piantumazione degli alberi e il decoro partecipato delle nostre periferie. Su quello puntavamo nel programma elettorale del 2017, con il quale ci presentammo alla città, e su quello puntiamo ancora oggi.
Personalmente immagino un coinvolgimento diretto di aziende, imprenditori, associazioni e cittadini. Una rete fitta e variegata.
Sogno un polmone verde al centro della città, che potrebbe nascere tra Via Liguria e la tangenziale verso Noha; immaginiamo una pista ciclabile e una riqualificazione totale della strada che collega Galatina con Noha (viale Dalla Chiesa); credo fortemente nelle potenzialità di Collemeto e Santa Barbara e nella loro posizione strategica a due passi dalla strada statale 101;credo negli investimenti giusti e nella necessità di tendere una mano alle comunità che si sentono abbandonate, escluse.
Immagino una riqualificazione totale di piazze e zone periferiche, del nostro centro storico, sul quale poco o nulla si è fatto negli ultimi anni. Immagino, per esempio, una tassazione comunale pari a zero per alcuni anni per chi decide di trasferire o aprire un’attività nel cuore di Galatina. E da questo immagino di far ripartire una zona che fa gola a molti, ma che merita di essere rivalutata.
Abbiamo un quartiere fieristico abbandonato a se stesso. Ho provato a dare un input per realizzare un progetto, per tentare di farlo finanziare a livello centrale, ma nulla. Ho impegnato da tempo il Governo ad investire sulla nostra fiera, per riqualificarla, trasformarla, farne anche un centro congressi, un luogo destinato ai grandi eventi, che potesse lavorare 365 giorni all’anno. Sforzi vani, nonostante la volontà di tanti imprenditori volenterosi, ci siamo scontrati contro la mancanza di lungimiranza e di operare scelte coraggiose da parte di qualcuno dell'attuale amministrazione. Peccato, ma nulla è perduto, non molliamo!
Abbiamo delle strutture sportive invidiabili. Mi piange il cuore, però, guardando il prato del Pippi Specchia nelle attuali condizioni e mi tornano in mente le parole di Marcelo Lippi, quando ospitammo la nazionale italiana. “Questo stadio è una bomboniera” disse. E io aggiungo che è vittima del matrimonio politico sbagliato. Ritengo sia inaccettabile!
Penso che risorse messe a disposizione dall’Europa, dal Governo e dalla Regione, sarebbero più facilmente intercettabili creando un ufficio apposito con personale ad hoc che lavori alla progettazione allo studio e al monitoraggio dei vari bandi. Si eviterebbe lo spreco di risorse pubbliche e di opportunità (come recentemente accaduto con la perdita di 5 Milioni) e si creerebbero nuovi posti di lavoro.
Più attenzione alla disabilità, una lotta vera alle ingiustizie sociali perchè NESSUNO DEVE RESTARE INDIETRO. Molto si è fatto, devo ammetterlo, grazie al lavoro di persone competenti, ma si può fare sempre meglio.
Tanti sono i temi sui quali occorre intevenire, difficile elencarli tutti e andare nel dettaglio.
E quindi cosa fare? Rimbocchiamoci le maniche! In questo il MoVimento 5 Stelle c’è stato, c’è e ci sarà. Non abbiamo mai avuto paura di assumerci delle responsabilità e di sporcarci le mani (nel senso più nobile del termine).
E ancora una volta siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità: Galatina andrà al voto nel 2022 e questo appuntamento sarà fondamentale per scrivere la storia anche della nostra comunità. È questo, dunque, il momento dell’impegno, della responsabilità e del coraggio. Quelle appena elencate sono solo alcune delle tantissime idee (e dei progetti già pronti) che abbiamo da tempo per la nostra città. Ma vogliamo condividerle, vogliamo conoscere le idee degli altri. Vogliamo lavorare seriamente, concretamente, per la Galatina del 2050!
Ed è per questo che faccio un appello rivolto a tutte le forze politiche, a quelle che (con convinzione e fino all'ultimo) hanno sostenuto l’esperienza del Governo Conte II, alle realtà civiche, alle splendide realtà dell'associazionismo, alle forze moderate e a tutte le migliori energie della società civile, ai nostri giovanissimi e ai “giovani di mezza età” come me. Insomma, a tutti i cittadini che hanno voglia e passione.
A queste realtà oggi il MoVimento 5 Stelle propone di dar vita ad un "PATTO PER GALATINA" ed è pronto ad aprire, da subito, un tavolo di confronto con tutti.
Il Movimento 5 Stelle sarà in prima fila per portare avanti questo patto, la direzione di marcia è chiara e la nostra identità sarà così forte che ci consentirà di dialogare con tutti, anche con l’elettorato moderato e coloro che fino ad oggi non si sono sentiti coinvolti dalla politica cittadina.
Obiettivo? Costruire un progetto credibile, forte, concreto, che dia voce a tutti i galatinesi, che dia una prospettiva che guardi ai prossimi 30 anni, per mettere insieme una squadra che non si limiti all’ amministrazione ordinaria, ma che abbia il coraggio di occuparsi dello straordinario, in tutti i sensi.
Non sarà certamente un percorso facile, ma sono certo che riusciremo a costruire un fronte ampio, che possa consentire alla nostra Galatina di risollevarsi. Iniziamo a fare Politica vera, nel senso più alto della parola.
Concludo con le parole di Giuseppe Conte, che condivido a pieno e che dovrebbero risvegliare in tutti noi uno scatto d’orgoglio. "E' tempo di guardare avanti, adesso. E' tempo di essere realisti, ma anche di lavorare per “realizzare l’impossibile”: abbiamo un paese e un futuro a cui dedicare le nostre più preziose energie”.
E allora coraggio! Per Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara io ci sono, il Movimento c’è! Ed è disponibile a patti su obiettivi chiari, ma mai a beceri compromessi.
Ed è questo che fa la differenza.
Camminiamo insieme verso una GALATINA, di nuovo, PROTAGONISTA!
Leonardo Donno
Deputato M5S
gen212011
Vuoi sapere la verità sul nucleare? Guarda lo spot che ha realizzato Greenpeace Italia per smentire le bugie del Governo, di Enel e del Forum nucleare.
L’energia nucleare è 'un problema senza soluzione' perché:
set052022
Questa mattina ho firmato un decreto di modifica delle deleghe assessorili e il coinvolgimento dei consiglieri comunali in materie specifiche per riuscire a sprigionare il grande entusiasmo e la grande energia che si vive in questo inizio di consiliatura.
Alla Vice Sindaca Mariagrazia Anselmi, in aggiunta al Turismo, ho conferito la delega alle Attività Produttive.
All’assessore Ugo Lisi, in aggiunta all’attuazione del programma, innovazione tecnologica e contenzioso ho conferito la delega ai rapporti con le associazioni, relazioni con organismi, enti e istituzioni pubbliche.
Inoltre ai seguenti consiglieri sono state conferite deleghe specifiche con esclusivo compito di studio, analisi e approfondimento:
Ai consiglieri Pierluigi Mandorino e Diego Garzia infine la delega per le frazioni rispettivamente di Noha il primo e di Collemeto e Santa Barbara per il secondo.
Io e l’intera squadra di sostenitori, amministratori e consiglieri siamo convinti che questa possa essere una definizione migliore della divisione dei compiti con il fine di semplificare l’attività amministrativa, arricchire di competenze l’esperienza dei giovani consiglieri, fornire referenti entusiasti ed adeguati alle donne e agli uomini della macchina amministrativa.
Ci aspettano 5 anni di lavoro intenso!
Fabio Vergine Sindaco
mag282010
La frase del titolo è un’esclamazione di Lorenzo Tomatis, uno dei maggiori oncologi del dopoguerra morto nel 2007.
crf “Così ci uccidono”, Emiliano Fittipaldi, Rizzoli, Milano, 2010.
Vogliamo un paese produttore di energie e quindi quasi certamente di rifiuti tossici o un bel paese?
La salvaguardia della natura va fatta a prescindere dal colore politico. Le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di fare il bene per il popolo in maniera democratica. I cambiamenti di simpatia da un partito all’altro non devono influire sulle scelte guidate dalla ragione. La mia osservazione in merito a contrada Roncella, è volta alla difesa di quel territorio, che altrimenti verrebbe devastato dall’ennesimo impianto fotovoltaico. Oggi è una superstite area naturale, ancora incontaminata da prodotti di scarto dell’uomo. E non può essere paragonata a nessuna distesa di pannelli, nemmeno se sopra vi si dipingessero diecimila ulivi secolari o prati di papaveri rossi. Se ognuno di noi avesse più cura del proprio spazio, saremmo un paese civile. Purtroppo non è così.
Non è necessario essere professori o geni dell’economia per chiedersi da che parte sta la verità. Sarebbe sufficiente confrontarsi democraticamente (e lottare per mantenere questo diritto), informarsi ed avere un briciolo di attenzione per il mondo che ci circonda, comprese le attività di alcuni furbi rivolte esclusivamente al proprio lucro. Il territorio in quanto ambiente di vita per tutta la natura, fatta di flora e fauna e non di cemento e immondezzai, non ci appartiene. Lo abbiamo ereditato dai nostri predecessori, e siamo altresì obbligati a lasciarlo ai nostri successori indenne il più possibile da inquinamenti di ogni sorta.
Oppure pensiamo davvero di essere eterni o di poter arraffare tutto per portarcelo all’altro mondo?
I pannelli fotovoltaici di per sé inquinano, e non solo per le parti in plastica o derivati usate nella struttura o per i cablaggi vari, ma per il fatto stesso che per costruirle si inquina ma soprattutto un terreno ancora allo stato naturale si riempie di carcasse di alluminio, ferro e silicio. Ma visto che è proprio necessario procedere al fotovoltaico sarebbe bene utilizzare gli spazi già occupati da case, palazzi e capannoni (ce ne stanno a bizzeffe) prima di ricoprire i residui centimetri quadrati di terra a nostra disposizione.
Il problema allora non sta nella scelta del fotovoltaico, ma nel fatto che si finisce sempre per esagerare. Gli utili diretti spesso vanno a quei pochi che sfruttano il meccanismo degli incentivi, ribaltando sui poveri cittadini il costo sociale. A questi ultimi restano le briciole, le macerie da smaltire a fine ciclo degli impianti, i problemi ecologici derivanti dallo scempio ambientale, oltre che il costo degli incentivi (che di fatto sono pagati da tutti i contribuenti).
Oramai dovremmo sapere tutti che una richiesta maggiore di energia da parte del mercato serve solo a produrre ulteriori forme di inquinamento, sia nella fase di produzione dell’energia stessa (vedi scorie e rifiuti tossici vari) che nelle migliaia di oggetti usa e getta di cui stiamo riempiendo la terra. Senza accorgercene stiamo chiedendo di avere ulteriori “beni” spargi veleni: altre televisioni, altre luci da accendere, altre auto da rottamare, altri viaggi low-cost, altre inutili autostrade, altre TAV, altre piattaforme petrolifere, altre antenne per la telefonia, altri ponti sugli stretti…
Più questo trend cresce e più aumentano le aree pericolose per la salute pubblica, compresi i depositi tossici per decenni, secoli e millenni.
I turisti non verranno nel Salento, a Galatina, a Noha o in qualche altro paese intorno a noi per vedere distese di fotovoltaici o foreste di pale eoliche o, peggio ancora, coste ricoperte di colate di cemento sottoforma di ville, alberghi, capannoni o villaggi turistici. Gli spot pubblicitari sul nostro Salento ci parlano di mare, di coste naturali e di un territorio ancora indenne da segnali di inquinamento e di stupidità umana. Facciamo in modo che questa volta non si tratti della solita propaganda ingannevole.
La difesa di questo patrimonio di benessere dal vandalismo consumistico o dalle paventate sedi di nuove Cernobil, con connessi depositi di scorie radioattive, dovrebbe essere per ognuno di noi il primo obiettivo da raggiungere.
L’energia è necessaria, ma la terra è indispensabile. Non ne abbiamo altre sulle quali poter vivere.
Marcello D’Acquarica
set062010
Tira una brutta aria eolica, per le ninfe e i fanciulli che da millenni vivono tra gli ulivi secolari del meraviglioso colle San Giovanni a Giuggianello: non hanno i timbri in regola. C' è chi dirà: ma se ne hanno scritto Nicandro e Ovidio e probabilmente pure Aristotele! Fa niente: non hanno i timbri in regola. Lo dice una sentenza del Consiglio di Stato. Secondo il quale un posto può anche essere la culla della memoria magica di un popolo ma se non ha le carte in regola, cioè un timbro della sovrintendenza che dice che effettivamente è la culla della memoria magica di un popolo, non ha diritto a tutele. Testuale: «A prescindere dal fatto che tali miti e leggende non risultano essere stati individuati da un provvedimento legislativo, non si vede come l' impianto degli aerogeneratori possa interferire su tale patrimonio culturale». Appunto: «non si vede». Nel senso che i giudici non hanno «visto» l' area in cui dovrebbero sorgere le immense pale eoliche se non sulla carta. Perché certo non avrebbero mai potuto scrivere una cosa simile se fossero saliti su queste colline dolci che hanno incantato nei secoli i viaggiatori. Se avessero visto, scavata nella viva roccia, l' antica e commovente chiesetta rupestre di San Giovanni. Se si fossero fermati davanti a questi massi enormi dalle forme incredibili che scatenarono le fantasie e la devozione dei nostri avi. Se avessero camminato all' ombra di questi ulivi grandiosi. Come può un paradiso bucolico come questo non essere devastato da 12 pale eoliche alte 80 metri cioè quanto 12 palazzine di 25 piani? Eppure questo, salvo miracoli, è il destino della Collina dei Fanciulli e delle Ninfe a Giuggianello, pochi chilometri a sud della strada che da Maglie porta a Otranto, nel Salento. Non è un punto qualunque sulla carta geografica, questa collina. Come spiega l' ambientalista Oreste Caroppo in un delizioso saggio, è conosciuto «l' Acropoli della civiltà messapico-salentina antica». Qui sono ambientate da migliaia di anni leggende riprese da Nicandro di Colofone: «Si favoleggia dunque che nel paese dei Messapi presso le cosiddette "Rocce Sacre" fossero apparse un giorno delle ninfe che danzavano, e che i figli dei Messapi, abbandonate le loro greggi per andare a guardare, avessero detto che essi sapevano danzare meglio. Queste parole punsero sul vivo le ninfe e si fece una gara per stabilire chi sapesse meglio danzare. I fanciulli, non rendendosi conto di gareggiare con esseri divini, danzarono come se stessero misurandosi con delle coetanee di stirpe mortale; e il loro modo di danzare era quello, rozzo, proprio dei pastori; quello delle ninfe, invece, fu di una bellezza suprema. Esse trionfarono dunque sui fanciulli nella danza e rivolte ad essi dissero: "Giovani dissennati, avete voluto gareggiare con le ninfe e ora che siete stati vinti ne pagherete il fio". E i fanciulli si trasformarono in alberi, nel luogo stesso in cui stavano, presso il santuario delle ninfe. E ancora oggi, la notte, si sente uscire dai tronchi una voce, come di gente che geme; e il luogo viene chiamato "Delle Ninfe e dei Fanciulli"». Un mito rilanciato, come dicevamo, da Publio Ovidio Nasone. E trattato anche nel Corpus Aristotelico dove si accenna al salentino Sasso di Eracle: «Presso il Capo Iapigio vi è anche una pietra enorme, che dicono venne da Eracle sollevata e spostata, addirittura con un sol dito». E coltivato dai contadini della zona che raccomandavano ai figlioletti di non andare a giocare alle rocce del «Letto della vecchia», del «Sasso di Eracle» e del «Piede di Ercole», spiega Caroppo, perché potevano «apparire loro le fate» e chissà quale incantesimo erano capaci di fare. Leggende. Ma nessuno, un tempo, avrebbe osato profanare un sacrario della memoria antica come questo. Così come nessuno avrebbe osato abbattere migliaia di ulivi stuprando quella che da secoli è l' immagine stessa del Salento. Marcello Seclì, presidente della sezione salentina di Italia Nostra, non si dà pace mentre ci trascina tra i viottoli delle campagne tra Parabita e Gallipoli e poi a Scorrano e a sud di Maglie e mostra come intere colline siano state tappezzate da quell' altra forma di violenza alla natura che possono essere le distese sterminate di pannelli fotovoltaici. Pannelli bruttissimi. Giganteschi. Tirati su senza rispetto per la natura. Per la fatica dei nostri nonni che piantarono gli ulivi sradicati. Per la vocazione turistica dell' area. Fa impressione rileggere oggi quel che mezzo secolo fa scriveva sul «Corriere» Alberto Cavallari parlando del Salento come del «più bel paesaggio d' Italia»: «Sorgono nel leccese i paesi più affascinanti del Sud, come Nardò, o la città morta di Otranto. Restano infatti i borghi civili, asciugati dal mare e dal vento, nitidi come la loro povertà. Le coste, spesso frastagliate nello scoglio, non sono ancora deturpate: sono piene di grotte, leggendarie e favolose, mentre lontano si vedono le "pagliare" dei pastori, e i riverberi, i luccichii dei due mari (come una volta scrisse Piovene) "sembrano quasi incontrarsi a mezz' aria" nel punto in cui l' Italia finisce, o meglio sfinisce, dentro l' atmosfera di un miraggio». Non aveva dubbi, Cavallari: «Difendere questa provincia e conservarla è così certo l' unico modo di fare della buona economia». Questo doveva fare, il Salento: puntare su «un turismo di classe, come quello che si svolge in Grecia, redditizio e ricco, e certo meglio di un' industrializzazione assurda e asfittica». I dati di questi giorni dicono che il turismo è davvero la chiave della ricchezza salentina. L' Apt gongola sventolando un aumento del 5%, che in questi tempi di magra vale doppio. E contribuisce a «collocare il Salento ai vertici della classifica nazionale». Italiani, soprattutto. Ma anche tanti stranieri. In testa tedeschi, francesi e inglesi. Vengono per vedere la cattedrale di Otranto e inginocchiarsi davanti alle reliquie dei morti nella strage del 1480 ed emozionarsi nel leggere che il corpo senza testa di Antonio Pezzulla detto il Primaldo, il primo degli ottocento martiri di Otranto a venire decapitato per ordine del Gran Visir Achmet «lo Sdentato», «si alzò e restò in piedi fino al termine della strage e non ci fu forza che valesse ad atterrarlo». E poi vengono per le orecchiette e i turcinieddhri e le ' ncarteddhrate e tutte le altre leccornie della formidabile cucina salentina e il suo olio e il suo vino. E vengono per la notte della Taranta, quando a fine agosto accorrono in decine di migliaia a Melpignano per ballare e ballare fino a uscir di senno con la «pizzica pizzica». Ma verrebbero ancora, se il Salento fosse definitivamente stravolto da una edilizia aggressiva che ha già deturpato parte delle sue coste come a Porto Cesareo, San Cataldo o Ugento? Se le distese di ulivi che costituiscono la sua essenza fossero sistematicamente rase al suolo? Se questo panorama che trae la sua bellezza non dalla vertigine delle vette dolomitiche ma dalla dolcezza delle distese appena ondulate venisse trafitto da centinaia e centinaia di pale eoliche? «Lecce, città dell' arte, / se ne infischia / di chi arriva e di chi parte», dice un vecchio ritornello usato dagli antifascisti il giorno in cui Achille Starace, il braccio destro di Mussolini che era nato a Sannicola, tornò in pompa magna della terra natia. E per certi versi la città è rimasta così come la vide Cavallari. Una città «aristocratica, spagnolesca, narcisista». In qualche modo «tagliata fuori dalla Puglia dinamica». Dove, nonostante l' orrore di certi quartieri residenziali e la bruttura della ragnatela di cavi neri che dovrebbe servire la metropolitana di superficie incompiuta da un mucchio di anni, è ancora emozionante camminare tra pietre e chiese di rara eleganza. Il problema di chi arriverà ancora e di chi se ne andrà, però, esiste. E dipende dal rischio di un' accentuazione del degrado paesaggistico. Cinquantuno anni dopo, il reportage a puntate lungo le coste scritto da Pier Paolo Pasolini per la rivista «Successo» e riproposto nella versione integrale con il titolo «La lunga strada di sabbia» da Contrasto, va riletto: «In quello slanciato ammasso di case bianche, inanellato da lungomari e da moli, la gente vive una vita autonoma, quasi ricca, si direbbe, quasi non ci fosse soluzione di continuità con qualche periodo della storia antica, che io non so, né faccio in tempo a capire: il demone del viaggio mi sospinge giù, verso la punta estrema. Ci si arriva lentamente, mentre intorno la regione si trasforma, si muove in piccole ondulazioni, si ricopre d' ulivi. Santa Maria di Leuca si stende lungo il mare con una fila di villini liberty, lussuosi, rosei e bianchi, incrostati d' ornamenti, circondati da giardinetti...» Fece una gran fatica, PPP, «nel sole feroce» ad arrivare fino alla punta estrema del tacco d' Italia, fino a questo splendido promontorio dove, come ha scritto Giuseppe Salvaggiulo nel libro collettivo «La colata» scritto con Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve e Ferruccio Sansa, «sei ancora sulla terra, ma ti senti già in mare». E forse proprio per questo tanti viaggiatori ci vengono ancora: perché non è alla portata di tutti, appena fuori da uno svincolo autostradale come tanti vacanzifici traboccanti di discoteche, bazar e McDonald. Perché arrivarci costa fatica. E questa fatica appare loro in qualche modo obbligata per assaporare il gran premio finale: la vista su un mare di una bellezza che ti mozza il fiato. Diceva il poeta e saggista Franco Antonicelli, in occasione di un lontano viaggio con Italo Calvino: «Anche Reggio Calabria è alla fine della penisola, ma subito dopo c' è l' isola e subito dopo l' Africa; non c' e tempo di perdersi. Ma a Leuca sì...» Di là del promontorio c' è il mare. Solo il mare. «Uffa!», sbottano gli «sviluppisti». E dicono che no, anche il luogo più lontano d' Italia, quello che partecipò al processo unitario solo con Liborio Romano, di cui parla Nico Perrone, deve essere collegato al resto del mondo con una superstrada. Un' arteria che dovrebbe partire da Maglie e scendere giù per 40 chilometri, con le sue 4 corsie per 22 metri complessivi e un viadotto di 500 metri su 26 piloni di cemento fino a una mastodontica rotonda del diametro di 450 metri, lunga un chilometro e mezzo, che intrappola un' area estesa quanto 23 campi di calcio. Una mostruosità, dicono gli ambientalisti. Che stanno dando battaglia a colpi di ricorsi un po' a tutto. Alla superstrada voluta da Raffaele Fitto, il giovane ministro amatissimo da Berlusconi e figlio di quella Maglie che in passato aveva dato all' Italia uomini della statura di Aldo Moro. A ulteriori cementificazioni di coste già abbruttite da lottizzazioni selvagge. Al progetto spropositato di quadruplicare il santuario di Santa Maria de Finibus Terrae svettante su Santa Maria di Leuca e farne un edificio (citiamo ancora «La colata») di «ventiduemila metri cubi eretti su una superficie grande la metà di un campo di calcio per ospitare otto celebrazioni giornaliere, presbiterio con annesso palco per quaranta sacerdoti concelebranti, penitenzieria con almeno dieci postazioni confessionali, aule per catechesi e attività connesse».. Battaglie difficili. Segnate a volte da sconfitte sconcertanti. Come quella della sentenza sulla Collina delle ninfe che ribaltava il verdetto del Tar che aveva accolto in pieno la tesi dell' avvocato Valeria Pellegrino spiegando che l' impianto eolico andava bloccato perché quei miti e quelle leggende millenarie avevano determinato «un legame tra le popolazioni che ruotano attorno all' area de qua che va ben oltre la percezione visiva e dunque fisica dei luoghi». O come un altro verdetto del Consiglio di Stato che, anche qui ribaltando il precedente giudizio del Tar che dava ragione all' avvocato di Italia Nostra Donato Saracino, ha accolto le tesi della società tedesca Schuco International. La quale aveva comprato terreni a Scorrano per metterci un mare di pannelli fotovoltaici per un totale di una quindicina di megawatt. Un impianto enorme. Frazionato in quattro pezzi diversi, con una furbizia «all' italiana», per stare al di sotto di certi limiti ed evitare la grana della Via, la valutazione dell' impatto ambientale. Vi chiederete: come mai anche i tedeschi vengono a investire nel Salento? Perché nel nostro Paese del Sole, dove fino al 2006 si produceva con i pannelli 70 volte meno che nella «grigia» Germania, è stata fatta una scoperta: il «solare» può essere una manna. I dati dicono che nel 2009 l' elettricità da fonti rinnovabili è aumentata del 13%. Ma se l' eolico ha avuto una crescita del 35%, il fotovoltaico ha registrato in dodici mesi un boom: + 418%. Tredici volte di più. Sia chiaro: come per le pale eoliche, anche per il fotovoltaico vale lo stesso discorso. C' è modo e modo, c' è luogo e luogo. Gli incentivi, qui, sono faraonici. Come in nessun Paese al mondo. In base alle regole introdotte nel 2007, per esempio, si prendono i soldi per l' elettricità prodotta anche per impianti microscopici. E tutto si scarica sulle tariffe: più energia rinnovabile viene prodotta, più le bollette sono care. La progressione è geometrica. Nel 2008 gli incentivi fotovoltaici hanno pesato sugli utenti per 110 milioni di euro? L' anno seguente sono triplicati: 344. Ovvero un sesto di quanto abbiamo speso per incentivare le fonti rinnovabili: oltre 2 miliardi di euro. Conto salito nel 2010 a 3 miliardi. «Quasi il 10% - ha detto il presidente dell' Autorità per l' energia Alessandro Ortis -, dell' intero costo del sistema elettrico» nazionale perché «l' incentivo medio risulta pari a circa il doppio del valore dell' energia prodotta. Così paghiamo l' energia incentivata 3 volte quella convenzionale». E questo in un Paese dove già prima dell' esplosione di questo business le bollette erano le più care d' Europa. Ma è niente, rispetto alle previsioni dell' authority. La quale ipotizza, nel caso di raggiungimento degli obiettivi assegnati per il 2020 da Bruxelles ai vari Stati europei, una spesa aggiuntiva astronomica a carico di chi paga la bolletta: cinque miliardi l' anno per il 2015, sette per il 2020. Dei quali metà per i soli pannelli fotovoltaici. E questo, dice l' Autorità per l' energia, anche nel caso in cui gli incentivi vengano ridotti via via al 50%. Il guaio supplementare è che in un territorio urbanizzato come quello italiano, i pannelli finiscono per rubare terreni all' agricoltura. Alla faccia dei dubbi che già negli anni Novanta aveva manifestato Carlo Rubbia secondo il quale «per soddisfare la metà del nostro futuro fabbisogno elettrico con l' energia solare servirebbero circa 22.000 chilometri quadrati di pannelli, un' area grande più o meno quanto tutta la Sardegna». Ma sapete com' è fatta l' Italia: o tutto o niente. Così, dal totale disinteresse per le fonti rinnovabili, si è passati a un eccesso di incentivi. Mettetevi nei panni di un agricoltore: perché dovrebbe arare, seminare e trebbiare quando è molto meno faticoso e più redditizio riempire un campo di pannelli? E rieccoci in Puglia e nel Salento. Dove a chi installa meno d' un megawatt è sufficiente presentare, come abbiamo visto, una semplice Dia. Se la regione con più impianti fotovoltaici è la Lombardia (13.617), seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, la Puglia è quella che produce di più: 295 megawatt, dei quali 239 prodotti da 497 impianti collocati su terreni agricoli, per una superficie di 358 ettari. Viene dalla Puglia il 20% circa di tutta l' energia solare italiana, pari a 1.509 megawatt: potenza che richiede oltre 2.250 ettari di pannelli. Il Salento contribuisce alla produzione pugliese col 30%: vale a dire 87,6 megawatt, dei quali ben 76,6 su 115 ettari «rubati» all' agricoltura. Ma sono dati ufficiali che per Marcello Seclì sono già sfigurati dai nuovi impianti: «Il boom è nella seconda metà del 2009. In provincia di Lecce, secondo noi, sono già stati impegnati 2000 ettari, per la maggior parte non ancora collegati». E potete scommettere che la corsa non cesserà molto presto. I nuovi incentivi stabiliti dal ministero per lo Sviluppo economico da mesi occupato ad interim da Berlusconi, variano da un minimo di 28 a un massimo di 44 centesimi di euro al chilovattora. Da quattro a sei volte più del prezzo medio (7 centesimi) dell' energia elettrica prodotta con sistemi tradizionali. Avanti così, perché un contadino dovrebbe piegare la schiena sulla terra?
fonte: http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/28/
Pannelli_solari_pale_tra_gli_co_9_100828006.shtml
RIZZO SERGIO, STELLA GIAN ANTONIO
gen212018
Le frasi killer sono locuzioni proferite per provocare, demotivare, mettere in cattiva luce, tagliare le gambe, autoassolversi, puntare il dito, sfidare, confondere le acque, dunque banalizzare, tediare, irritare, addormentare le coscienze prive di quell’anticorpo vitale che è il pensiero critico, far cascare le palle.
Il killeraggio dialettico Pro-Tap è fomentato scientemente dai Diciamo Giornali (sovente foraggiati da sponsorizzazioni più o meno laute per edulcorare titoli e brani, vale a dire pillole e supposte), dai troll (che spuntano come funghi nelle praterie feisbucchine), dalle svariate Tele Orba nazionali e locali (tipo quella tra i cui programmi più seri s’annovera il Mudù), dalle innumerevoli mezze-calzette votate alla “politica” (che presentano come Belle-nove le invece nefande notizie), dai redattori di Fogli di Via (dove Via purtroppo non sta per Valutazione di Impatto Ambientale); e, inconsapevolmente (cioè a loro insaputa), da una miriade di Diciamo Cittadini influenzati dai primi.
Ecco di seguito un saggio abborracciato e provvisorio delle frasi killer più celebri e frequenti sull’argomento Tap (seguite tra parentesi tonde da un opportuno logico antidoto):
< Non possiamo farci niente (Magari foste innocui. Invece così voi state strangolando la dignità di una terra); La gente vuole stare tranquilla (Se vuol star tranquilla la gente dovrebbe darsi una mossa); Voi siete dei sognatori (I veri sognatori dormono poco o niente); Ma così ti metti contro lo Stato (Questo non è lo Stato, ma l’antistato); Tap creerà 1000 posti di lavoro (I primi 650 saranno probabilmente quelli schierati dalla questura). Il gas è energia pulita (Come no, e un bradipo è velocissimo, Renzi uno statista, e un ossimoro una coerenza di termini); Prima di iniziare i lavori Tap ha condotto opportune indagini (Ora invece è la magistratura che conduce opportune indagini su Tap); È solo un tubo (Quando si dice essere alla canna del gas); Tap sta facendo tante iniziative per il territorio (Sveglia, si chiamano piatti di lenticchie). I giornali dicono che il Tap porterà lavoro (Attenzione, hai scordato le virgolette: “giornali”); Grazie a Tap de-car-bo-niz-zia-mo la regione (Per gasarla subito dopo); Voi siete quelli del No a tutto (Voi invece quelli del Sì a tutti); Quel lembo di terra rimarrà così com’è (Copyright di Enzo Magistà di Telenorba: Per lasciarlo così com’è basterebbe che Tap se ne andasse fuori dai coglioni, con le sue tv al seguito); Gli agenti di Polizia si occupano della sicurezza di Tap (Quand’è che si occuperanno della nostra, di sicurezza, visto che sono pagati da noi?); I No-Tap sono violenti (Sicuro: si mettono pure a dar testate contro i manganelli della polizia, e botte da orbi con il mento sui pugni e sui ginocchi di quei poveri agenti). Tap dice che è molto attenta alla sicurezza e alla tutela ambientale (l’Arpa Puglia evidentemente sarà uno strumento musicale tipico della nostra regione); Tap, poverina, non riesce a lavorare con tutti questi manifestanti intorno (Sono davvero commosso: ho già i lacrimogeni agli occhi); I “giornalisti” fanno il loro mestiere (Pare sia il più antico del mondo); Tap si fa giustamente i suoi interessi (Esatto. E tu perché non ti curi dei tuoi?); Voi siete affetti dalla sindrome di Nimby (Ehm, veramente il mio giardino è il mondo); Teppista! (Tappista!). La protesta ha senso quando è fatta di ragionamenti e quando è pronta a dialogare (Il famoso dialogo con i manganelli, i caschi, gli scudi, le multe, la militarizzazione di un’intera area, il coprifuoco, la zona rossa, i fogli di via e un nuovo muro di Berlino con filo spinato); Voi siete i soliti anarchici (E voi i soliti narcolettici); Tanto la fanno (Tanto non la fanno).>> Ecco. Basterebbero codeste frasi killer (foriere di grandi rischi) per richiedere l’immediata applicazione della direttiva Seveso. Antonio Mellone
Dopo breve inesorabile malattia, si è spento prematuramente a Noha il carissimo Gino Serra, bravo ragazzo e bravo lavoratore alle dipendenze del Supermac.
La redazione di questo sito porge sentite condoglianze al papà, alle sorelle, ai cognati e ai suoi nipoti.
Riposa in pace, Gino.
E scusaci se la nostra vita, qui nel Salento ma anche altrove in Italia, è diventata un terno al lotto. Scusaci se ci ricordiamo di parlare dei mali incurabili di questa terra martoriata quando è sempre troppo tardi. Scusaci se chiamiamo “progresso” l’asfalto e il cemento; “occupazione” i fumi delle ciminiere e le polveri sottili. Scusaci se chiamiamo “Pil (prodotto interno lordo)” la spazzatura abbandonata ovunque; “energia” il fotovoltaico selvaggio in mezzo alle campagne; “divertimento” la nostra stupida vanità; “risparmi” i tagli alla Sanità, quelli che ci fanno attendere sulle barelle per giorni, quelli dei viaggi della speranza nel nord della penisola, quelli degli esami che arrivano dopo che non ci siamo più, quelli del giro d’affari di medici che pensano solo al portafoglio e non alla salute dei malcapitati.
Scusaci tanto. Gino.
La redazione di Noha
set152018
Affianca il progetto sportivo pallavolistico dell’Olimpia SBV Galatina, ECOM Servizi Ambientali, un’azienda che in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente è leader in questo campo.
“Abbiamo ritenuto opportuno condividere i programmi sportivi illustrati dalla dirigenza societaria, afferma Fabio De Matteis amministratore del gruppo, sia per le finalità sociali e sportive che il gruppo del presidente Santoro si pone come traguardi, sia per l’ottima vetrina che un campionato nazionale ,itinerante in più regioni, offre alla nostra azienda in materia di promozione di prodotti e servizi.”
ECOM servizi aziendali è una società con sede a Galatina che assiste clienti privati, pubblici ed aziendali per le problematiche ambientali che possono riguardare la rimozione, la classificazione, lo smaltimento ed il riciclo dei rifiuti pericolosi e non, solidi e liquidi.
Tra le attività dell’azienda, sono contemplate anche le indagini tecniche e le consulenze per bonifiche e classificazione dei rifiuti delle aziende e complessi industriali.
Acque, polveri, acidi, vernici, fanghi, alluminato sodico, eternit, amianto: sono solo alcuni esempi di rifiuti che il team di ECOM Servizi Ambientali è in grado di smaltire e, se possibile, recuperare e valorizzare, presso impianti di trattamento specifici per ciascun materiale, selezionati insieme al committente.
La qualità del servizio è garantita da una preliminare analisi dei rifiuti grazie alla collaborazione di laboratori indipendenti e alla possibilità per il cliente di controllare, attraverso una attività di auditing, il rispetto di tutte le procedure in linea con le attuali normative ambientali.
Si affianca così, al main sponsor EFFICIENZA energia, un altro partner ECOM Servizi Ambientali che non è solo un supporto economico con la pura esposizione del marchio, ma è l’espressione di una volontà imprenditoriale locale a cui sta a cuore la crescita del territorio e delle eccellenze sportive che ne sono il corollario.
“Stiamo costruendo un portfolio di sponsor, dichiara il D.G. Stefanelli, che non sia occasionalmente contributivo o che sfrutti strumentalmente la nostra posizione sportiva, ma che voglia condividere finalità ed obiettivi sociali e sportivi.
Del progetto, il cui moltiplicatore è il settore giovanile SBV OLIMPIA GALATINA, vogliamo condividere con i nostri collaboratori gli intenti civici e solidaristici, con eventi al di fuori dell’agone sportivo, che assegnino alla cittadinanza e al territorio quel riconoscimento d’importanza già tributato dalla storia dell’arte e della cultura alla nostra città.”
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
gen102015
Sorpresi durante un furto di pannelli fotovoltaici, hanno dapprima tentato di speronare la pattuglia delle guardie giurate, per poi dileguarsi lungo il canale del fiume Asso. Ma dopo qualche un po’ il loro fuoristrada si è impantanato ed i malviventi sono stati costretti ad uscire dai finestrini, per poi darsi alla fuga.
È accaduto nella serata di ieri a Noha, dove quattro individui incappucciati hanno tentato il furto di lastre in silicio da un impianto fotovoltaico che sorge in contrada “Gamascia”.
Tutto ha avuto inizio intorno alle 21.30, quando la centrale operativa della “Fidelpol”, grazie all’impianto di videosorveglianza, ha notato quattro persone all’interno dell’impianto. Subito è stata inviata sul posto una pattuglia, che ha costretto i malviventi a dileguarsi. Ne è nato un inseguimento, durante il quale i banditi hanno tentato di speronare l’auto delle guardie giurate, non riuscendoci.
La fuga dei ladri è proseguita nelle campagne circostanti, finché il loro fuoristrada Toyota (risultato rubato, così come le sue targhe) è entrato nel canale del fiume Asso, proseguendo la sua corsa. Tuttavia, dopo qualche minuto il mezzo si è impantanato ed i malviventi sono stati costretti ad uscire dai finestrini, per potersi allontanare, evitando così di finire nei guai.
Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le ricerche dei fuggitivi ed eseguito un sopralluogo all’interno della struttura per la produzione di energia alternativa, all’interno della quale si erano introdotti, dopo avere praticato un buco nella recinzione metallica: i ladri, fortunatamente, non sono riusciti a rubare nulla. Le indagini sono affidate ai carabinieri della locale stazione, dipendenti dalla Compagnia di Gallipoli, che hanno provveduto a sequestrare il fuoristrada.
fonte:www.corrieresalentino.it
nov042010
Si terrà domani 5 Novembre a Galatina a partire dalle 17.30 nella sala 'Celestino Contaldo' del Palazzo della Cultura il convegno organizzato dalla Cgil dal titolo ' Quale energia per un futuro sostenibile? ' La Cgil a sostegno di una legge di iniziativa popolare per una politica energetica senza il nucleare'.
Il sindacato si propone di aprire un dibattito con i cittadini della provincia di Lecce per interrogarsi sulla situazione attuale nel territorio in fatto di politiche energetiche e su quanto queste favoriscano la diffusione delle energie da fonti rinnovabili garantendo un futuro sostenibile.
Interverranno al convengo Mario Barberio, Responsabile Dipartimento economico della Cgil Puglia, Luca Carbone, Sociologo dell’ambiente dell’Università del Salento, Giuseppe Serravezza, Presidente Lega Tumori, Antonella Cazzato, Segretaria confederale Cgil Lecce. Coordinerà il dibattito Daniela Campobasso, Responsabile Macroarea CGIL Sud Salento.
All’incontro sarà presentata la proposta di legge di iniziativa popolare sulle energie rinnovabili che la Cgil ha depositato in Cassazione il 7 giugno scorso. Anche in provincia di Lecce è stata avviata la raccolta di firme sulla proposta “SÌ alle energie rinnovabili NO al nucleare” da portare al Parlamento.
lug262011
Perché sia imposta una moratoria urgente per tutte le miriadi di impianti eolici e fotovoltaici industriali in progetto nel paesaggio del Bel Paese, l’ Italia, e che comporterebbero se realizzati la cancellazione totale di tutto ciò che significa “Italia” nel mondo, nonché gravi problemi di disagio e mobilitazione sociale a difesa del vitale spazio vitale e del territorio! Fatta l’Italia, fatti gli italiani, dopo 150° anni di speculazioni crescenti, ed impennatesi esponenzialmente oggi nella grave aberrante iper-speculazione della mala della Green Economy Industriale, ora abbiamo bisogno di rifare il paesaggio identitario, rurale, storico e naturale, d’Italia, e di farlo risorgere e restaurarlo a 360°!
Il gruppo, dall’eloquentissimo nome “Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi”, nato su facebook (http://www.facebook.com/groups/192311587488270), ma già attivo anche nella realtà delle relazioni umane e sul territorio, ha ormai raggiunto e ampiamente superato la simbolica soglia “dei 1000” iscritti, nonostante si sia costituito solo da pochissimi giorni! Vi è un malumore dilagante, enorme, in tutta la Nazione, da un capo all’altro della penisola e sulle sue isole, che sta trovando così sfogo e forme di coordinamento ed organizzazione, attraverso il canale iniziale del social network di internet facebook, per reagire contro la mala della Green Economy Industriale, che tiene quasi del tutto in mano l’informazione di molte tv nazionali, e ha creato una macchina di controllo mediatico fittissima, atta a non dare voce, e a gettare fango su chi sta cercando di fare emergere tutta la Verità relativa al sistema di fondamentalismo fanatico interessato falso-verde, neo-industrialista, mistificatorio, e iper-speculativo, cresciuto sul tema, strumentalizzato oltre ogni immaginazione, dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.
Una macchina impressionante della menzogna che ha trasformato immoralmente le energie rinnovabili, che con forme virtuose di utilizzo dovevano negli intenti iniziali, salvare il nostro Pianeta, nel più grande e devastante per lo stesso Pianeta, business fraudolento di inizio millennio! La gravità di quanto avvenuto, se da un lato distrugge l’ambiente ed il paesaggio in ogni dove ed in ogni direzione con impianti di dimensioni mastodontiche a fini puramente economici, dall’altro sta erodendo democrazia e libertà, oltre che calpestando diritti fondamentali dei cittadini. Il gruppo pertanto indirettamente persegue anche l’obiettivo, altra faccia della stessa medaglia della protezione del paesaggio, di salvare anche la stessa “filosofia buona di fondo” delle energie rinnovabili, da queste aberrazioni mostruose industriali ed oligopolistiche che le stanno snaturando profondamente, e rubando di fatto ai cittadini medesimi!
La forza del vasto crescente gruppo sta anche nella sua costitutiva apartiticità ed al contempo apertura a tutti senza distinzioni alcune a tutti coloro che stanno percependo in tempo tutta la gravità della catastrofe falso-verde in corso! Anche da diverse associazioni nazionali, ormai nella sostanza del tutto pseudo-ambientaliste, scivolate nella macchina speculativa della Green Economy, numerosi sono coloro che stanno prendendo le distante dai loro direttivi degenerati, e stanno sostenendo queste nuove realtà organizzative espressione della necessità di reagire e di salvare la vera “ecologia”, dall’ ecologia malata e strumentalizzata che oggi l’ Italia subisce come un flagello! Il Gruppo è totalmente aperto a chiunque sia contrario e sensibile alla devastazione del paesaggio da impianti industriali fotovoltaici ed eolico sulle aree verdi.
In quasi tutto il territorio nazionale è in scandaloso corso una installazione selvaggia di impianti industriali fotovoltaici a terra in zone agricole e naturali e sui laghi, e di eolico, con torri di media e mega altezza (fin anche oltre 100 m ,e anche 150 m), tanto in mare quanto sulla terraferma, spesso anche senza alcuna informazione del cittadino. Viene calpestata il più delle volte ogni buona norma per la distanza degli impianti da abitazioni e presenze umane. Chi ne viene danneggiato, case sparse ed agriturismi, non è giusto che debba subire i danni materiali da deprezzamento dell’immobile oltre le spese per difendere i propri beni da tali scempi, e danni morali e psico-somatici da impatto ambientale (acustici, visivi, elettromagnetici) per 20 anni fino a dismissione dell’impianto. Inoltre essendo autorizzazioni “rinnovabili” è probabile che avendo già una predisposizione possano rimanere per sempre operanti in loco. Quindi dobbiamo batterci sia per noi stessi che per le bellezze naturali d’Italia, prima vanto e attrazione turistica, ora deturpate da questi mostri che dovrebbero produrre energie “pulite” alternative e non distruttive del territorio, che pertanto pulite non sono. Siamo favorevoli alle energie alternative, ma sui tetti e tettoie di tutti gli edifici recenti, per l’autoconsumo, sopra i capannoni industriali, nei parcheggi, autostrade ecc., purché si eviti di sottrarre i terreni all’agricoltura e ai paesaggi ricchi di verde della nostra nazione.
Siamo stati tutti in prima linea nella lotta contro la “Pazzia del Nucleare”, e lo abbiamo fatto perché credevamo e crediamo davvero nella possibilità di produrre energia pulita per rispettare ambiente e paesaggio insieme, attraverso il fotovoltaico ubicato sui tantissimi tetti inutilizzati degli edifici recenti, ed è per questo che affermiamo che sarebbe un crimine continuare ad appioppare il falso nome di “energie pulite” al mega e medio eolico e al fotovoltaico nei campi e sui laghi con cui si vuole oggi distruggere la nostra nazione, l’Italia, il giardino bello del Mediterraneo con la cornice del suo incantevole mare, la più bella nazione del mondo culla di cultura e vita, da millenni! I principi fondanti delle richieste di questo gruppo: sono sintetizzati nel nome del gruppo stesso "Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi", e, alla luce dell'attuale tecnologia eolica falcidia uccelli e paesaggio, si aggiunga "e nel mare"; Pertanto:
-) Sì solo al fotovoltaico sui tetti di tutti gli edifici recenti – e sottolineiamo “recenti” per evitare di dare lo spiraglio ad altri disastri della Nazione da iper-sfavorire, dei suoi centri, palazzi e luoghi storici;
-) No al mega e medio eolico ovunque per il suo danno paesaggistico di portata chilometrica.
Il principio forte e nuovo, e più onnicomprensivo, che viene lanciato da questo comitato, è la “DECEMENTIFICAZIONE”, che noi chiediamo per la nostra Nazione, la sua bonifica dal cemento, di cui questa mala della Green Economy Industriale è figlia (vedi basamenti di cemento di torri eoliche e pannelli nei campi), e quindi la sua rinaturalizzazione, in cui crediamo, e che vogliamo e che sappiamo, in coscienza e scienza, essere davvero fattore strategico per la nostra vita e crescita culturale umana ed economica! Di fronte alla noncuranza con cui taluni difendono il fotovoltaico industriale a terra, sebbene quasi tutti, sono persone più o meno direttamente collegate al nero business sottostante, ci chiediamo retoricamente “quanti hanno un’idea di come viene prodotto il cibo che tutti noi consumiamo”!? Solarizziamo pertanto tutti tetti gli sconfinati tetti degli edifici recenti, e solo dopo averlo fatto valutiamo cosa serve ancora all' Italia davvero, e vediamo un po' intorno a noi, solo allora, cosa offrono i vari “pifferai magici” per poi decidere con saggezza; la stessa saggezza di chi dirà si oggi solo al fotovoltaico sui tetti per salvare campi, mare e cielo, vita, nerezza paesaggio! Sui tetti delle brutture della modernità del cemento i pannelli fotovoltaici non possano peggiorare in alcun modo tali orrori, al più su questi edifici recenti i pannelli possono dare un tocco di estetica! Tutt'altro il discorso per edifici storici e centri storici dove ai normali pannelli occorre sostituire e pensare, se proprio anche lì dei privati vogliano ubicarvi impiantini solari, a soluzioni iper-integrate, innovative e di zero impatto estetico!
Alcune associazioni falso-ambientaliste stanno tentando di favorire soluzioni miste tra fotovoltaico ed agricoltura, con serre fotovoltaiche, panelli sospesi ecc. che comunque sottraggono la risorsa “Sole”, al mondo vegetale e pertanto di dubbia efficacia e di conclamata dannosità paesaggistica, pur di favorire ancora la fotovoltaicizzazione ed iperelettrificazione speculativa dei campi, sulla cui nocività per innumerevoli fattori (dall’ uso dei diserbanti, ai campi elettromagnetiche, ai componenti nocivi dei pannelli, come per il Tellururo di Cadmio, l’Arseniuro di Gallio, ecc.) oggi colpevolmente da parte delle autorità pubbliche preposte (Asl, ARPA, ecc.) ancora non si indaga adeguatamente, con il grave rischio di avere tra qualche anno un’emergenza del tipo di quella “amianto” causata da una eccessiva superficialità iniziale!
Le stesse associazioni, mere scatole svuotate degli originari valori statutari ecologisti, si dicono, strumentalmente, “favorevoli all’ubicazione dei pannelli fotovoltaici in zone agricole”, che essi definiscono “degradate”! “Degradate” !? Ma non si deve assolutamente introdurre in queste logiche il concetto stesso di zone degradate!!! Sarebbe iper-sbagliato! Nelle cave, ad esempio, si facciano laghi, si piantino piante, si coltivi! Nelle aree degradate agricole, inquinate, cementificate, le si de-cementifichi, le si bonifichi dagli inquinanti e le si ri-naturalizzi! Le si rimboschisca, se si ha davvero a cuore i clima del globo, e soprattutto il microclima e la biodiversità! Le si facciano tornare campi e pascoli fertili e produttivi!
Le aree degradare dall'uomo ad hoc esistono già e si chiamano "zone industriali" preesistenti, e tante con tanti lotti inutilizzati ancora, o dismessi, e son pure già urbanisticamente infrastrutturate ad hoc per la sicurezza, e programmate non certo per viverci! I pannelli fotovoltaici vadano su tetti di tutti gli edifici recenti, migliaia di ettari inutilizzati e biologicamente morti, di nullo valore estetico! Solo dopo averli occupati ci metteremo a tavolino e decideremo cosa altro ci serve in termini energetici! E faremo eventualmente altre concessioni, come sistema Italia, ma intanto anche la tecnologia delle rinnovabili sarà avanzata, più efficiente e di minore impatto, rispetto a quella attuale di eolico e fotovoltaico, tecnologicamente disponibile sul mercato, e che siamo costretti ad affrontare! Il concetto di area degradata pro-fotovoltaico è pericoloso, pericolosissimo, si presta a mille invenzioni diaboliche da parte delle male lobbies di speculatori politico-imprenditoriali, scoraggia ogni futuro intervento di restauro paesaggistico, di cura del paesaggio che deve partire proprio dalle aree degradate e che deve essere il contributo che da noi tutti più deve giungere alla cultura amministrativa italiana, dove deve divenire pratica prioritaria!
Ed inoltre in un circolo vizioso, tale concetto porta a degradare strumentalmente aree oggi non tali, al fine di favorirvi la speculazione, quasi fisiologicamente “mafiosa”, della Green Economy Industriale, fisiologicamente tale poiché fondata non sui doni della terra o del sole e del vento, ma sui nostri incentivi pubblici, e poiché depreda noi tutti non solo dei nostri denari, ma anche del nostro vitale habitat e del nostro paesaggio, il libro aperto al cielo della nostra storia ed identità, la scenografia della piacevolezza della nostra esistenza! Paesaggio che questa estesa mala distrugge incostituzionalmente ed immoralmente come nulla mai sin ad oggi nella storia umana, con rapidità ed estensità inaudite! Si deduce oggi dalle ultime normative che: sono utilizzabili terreni da almeno 5 anni non coltivati per l’ubicazione dei pannelli nei campi per impianti industriali, cioè volti alla vendita dell’ energia”! Ma che significa?! Sono follie! Si vuole far passare per degradati terreni non coltivati da 5 anni almeno? Ma son proprio quelli i terreni più naturalmente fertili!! Ma si è smarrito ogni rapporto con la natura, con la scienza millenaria dell’agricoltura: sono i terreni a riposo, quelli più arricchiti di humus, quelli a più alto potenziale di fertilità! Si è dimenticato, nella pazzia speculativa dell’industrializzazione chimica dell’agricoltura che fa oggi massiccio uso di abbondanti, e anche nocivi, fertilizzanti chimici, concetti come il “riposo dei terreni”, le “rotazioni delle colture”, il “maggese”! I terreni "degradati" non esistono! E se esistono non devono esistere più!
Tutta la degenerazione del tessuto socio-politico ambientalista italiano si evince nella delittuosa scomparsa di qualsiasi politica di rimboschimento, e di riforestazione vera, estesa, partecipata e razionale dell’Italia, che dovrebbe essere la priorità di ogni impegno in favore del clima e del microclima e non solo, del suolo, della salubrità dell’ambiente, della biodiversità, del paesaggio e dell’economia silvo-agro-pastorale. Invece si concedono finanziamenti pubblici fortissimi per una speculazione, quella industrializzante del fotovoltaico a terra che desertifica artificialmente vetrificando migliaia di ettari ed ettari di territorio, depauperandone l’ humus vitale, cancellandone la biodiversità, ed estirpandone ogni cultura, anche persino della vite e dell’ olivo, delle blasfemie, in nome di politiche di facciata contro i cosiddetti “surriscaldamenti climatici” ed il conseguente rischio di naturale desertificazione cui ampie zone dell’ Italia e del Mediterraneo sono sottoposte, come dichiarato dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite-ONU (si pensi solo ad esempio alla Puglia). Siamo al paradosso più totale ed umanamente intollerabile! Ed è questa una denuncia forte che il comitato lancia affinché il mondo politico-amministrativo italiano ripercorra con decisone la strada dei rimboschimenti, come stanno facendo numerosi paesi europei e del mondo, dall’ Inghilterra alla Cina, abbandonando la mala strada innaturale e esecrabile della industrializzazione all’energia delle campagne!
Urge una rievangelizzazione alla cultura dell’ elementarità della natura della nostra società e di tutta la nostra presente e futura classe dirigente! Quella odierna, di destra sinistra e centro, ha fallito non solo davanti al popolo italiano, davanti alla costituzione che calpesta! Ha fallito il suo ruolo storico davanti alla Natura, e questo è gravissimo! Anche questa è una missione culturale, tra le missioni politiche-ambientaliste fondanti! Un impegno per la vita e per la bellezza della nostra sacra nazione Italia! le procedure adottate da comuni e provincie che in molti casi risulterebbero difformi ed irregolari.le procedure adottate da comuni e provincie che in molti casi risulterebbero difformi ed irregolariDa tutta Italia, come prima iniziativa del comitato, di fatto spontaneamente costituitosi intorno a questo gravissima deriva della nostra democrazia che la Green Economy Industriale odierna fortemente rappresenta, con il grave logorarsi conseguente ed il venir meno anche delle più elementari garanzie e del rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi sanciti dalla Costituzione italiana, Si leva un appello forte al Governo e al Parlamento tutto perché intervengano facendo rispettare la nostra Costituzione ed i diritti dei cittadini frodati, ingannati e danneggiati da questa maxi-speculazione della Green Economy Industriale in atto, ed un appello ogni uomo politico italiano, di qualsiasi schieramento, perché si abroghino d’urgenza gli immorali ed esosissimi incentivi pagati da tutti i cittadini a queste implementazioni industriali per la vendita delle energie rinnovabili, che come tali, per il loro elevatissimo impatto ambientale, non sono più energie “pulite” !!!
Chiediamo il taglio in maniera retroattiva di tutti gli incentivi pubblici per tutti gli impianti eolici e fotovoltaici già realizzati, di qualsiasi potenza, industriali, cioè destinati alla produzione di energia prioritariamente per la vendita e non per l’autoconsumo, e l’azzeramento del meccanismo mistificatorio e falso-ecologista dei “certificati verdi”, ma una tassazione permanente per tutti questi impianti per il danno immane che arrecano al Paese e alla qualità della vita dei cittadini, ovunque in rivolta contro questi orrori industriali ubicati sulle campagne, in mare e persino sui laghi! Una “tassa sul brutto” che scoraggi definitivamente e che renda economicamente del tutto sconvenienti ulteriori simili sfregi e tentativi speculativi ai danni del paesaggio italiano! In tutto il percorso autorizzativo degli impianti industriali da rinnovabili i cittadini, scientemente, nella maggior parte dei casi, non sono stati messi adeguatamente a conoscenza degli iter autorizzativi, né tantomeno dei progetti, della loro entità e dell’impatto sui luoghi e sulle economie locali. La mancanza di rispetto del diritto dei cittadini locali da parte delle amministrazioni, nel coinvolgimento e nell’informazione, previsti a norma di legge per queste tipologie d’industrie, è vergognosa, soprattutto alla luce dei fatti ormai noti di errori grossolani di progettazione, falsità e di anomale omissioni e dimenticanze. Si tagli il finanziamento statale a questa frode assurda della Green Economy Industriale, che, strumentalizzando e calpestando al contempo l’ “ecologia”, grava pesantemente sui cittadini e sulle casse dello Stato, con bilanci da intere finanziarie, senza alcun beneficio per l’ambiente, ma anzi con innumerevoli danni ad esso ed al paesaggio italiano tutelato dalla Costituzione italiana, art. 9, tra i principi fondamentali. Un danno incalcolabile all’economia del Bel Paese fondata sul paesaggio attraverso il turismo! Una speculazione che inoltre disperde le ricchezze finanziarie statali, le volatilizza, poiché gran parte dei guadagni finiscono all’estero attraverso il coinvolgimento nelle proprietà di questi impianti di istituti bancari stranieri e ditte estere, con sistemi di scatole cinesi, che portano talvolta, o meglio spesso, a società off-shore con sede nei paradisi fiscali! Anche ed ancor più all’indomani del referendum contro il nucleare, con il quale gli italiani hanno espresso la volontà di favorire forme di produzione dell’energia davvero ecocompatibili e pulite, il fotovoltaico industriale che vetrifica e desertifica i campi, sottraendo spazio alle colture, ai pascoli e alla vita selvatica, ed il mega e medio eolico che falcidia i volatili e sfigura catastroficamente il paesaggio quotidiano di ognuno di noi, devono essere fermati, e sostituiti da una politica volta a favorire le produzioni di energia rinnovabile in forme davvero pulite, eticamente parlando ed ecologisticamente, che sostituiscano le forme industriali sopra accennate fisiologicamente di grave impatto ambientale: occorre favorire pertanto l’autoproduzione di energia del sole con pannelli fotovoltaici ubicati sui tetti degli edifici recenti, superfici queste biologicamente morte, inutilizzate, estesissime per centinai e centinaia di ettari; le ubicazioni su di esse dei pannelli capta sole hanno pertanto un impatto nullo ambientale ed estetico, con azzeramento del consumo di vivo suolo, e massimo rispetto del paesaggio e degli edifici, luoghi e centri storici. Si pensi alle enormi superfici dei capannoni industriali, di scuole, altri istituti, ospedali, caserme, uffici pubblici, condomini, civili abitazioni di epoca recente, parcheggi coperti, stazioni ecc. ecc. Non solo, in tal modo si aiutano direttamente i privati che installando i pannelli sui tetti di loro proprietà ne conseguono immediati sgravi in bolletta, senza più alcuna speculazione ai loro danni e ai danni delle casse dello Stato intero! Prima si inizi, con la politica dei piccoli passi, a solarizzare i tetti degli edifici recenti, all’indomani del recente referendum, rimandando alla fine di tale operazione, la valutazione di ulteriori strategie energetiche, dopo aver ponderato i virtuosi risultati così ottenuti dal paese in termini energetici!
Inoltre un appello a tutti gli enti preposti ai controlli sulle autorizzazioni rilasciate, a tappeto, si laddove per situazioni omertose o altro non vi siano esposti, sia laddove ci siano già esposti alla Magistratura per irregolarità, falsità ed omissioni! Autorizzazioni che devono essere revocate in autotutela a difesa dei cittadini vittime di tali soprusi e vengano riconosciuti i danni morali e materiali subiti. Si chiede al Governo una moratoria urgente per gli impianti industriali fotovoltaici a terra ed eolici, considerata la necessità di verificare le procedure adottate da Comuni e Province che in molti casi risulterebbero difformi e irregolari, e soprattutto al fine di impedire la catastrofica e generalizzata devastazione che la loro realizzazione comporterebbe per grandissime aree dell’intero paese, che verrebbero stuprate profondamente e snaturate senza neppure poter trovare precedenti storici oggi, per descriverne sensitivamente l’ immane portata! L’appello ad un impegno politico-trasversale forte per salvare, con l’economia di questo nostro Paese, forse per la prima volta nella sua storia, anche il paesaggio e la natura, che questi impianti falso-ecologisti, e dalle falsissime e artatamente gonfiate ricadute occupazionali, di eolico e fotovoltaico industriali, distruggono ignominiosamente! La crescente rete di persone incontratasi su facebook costituirà un Comitato Nazionale legalmente riconosciuto che sia anche portavoce e cassa di risonanza forte di tutti e possa presentare delle mozioni ai responsabili dell’ambiente! Un comitato che nasce già dalla confluenza di tantissime realtà associative, e comitati locali e nazionali e di tantissimi cittadini italiani e non amanti del paese più bello del mondo! Vogliamo essere quanto più apartitici possibile, o pan-partitici, la lotta per la difesa del territorio è appena iniziata e chi condivide questo nostro approccio alla soluzione dei problemi di tipo ambientale è invitato ad iscriversi su facebook al link: “Comitato nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi” link: http://www.facebook.com/groups/192311587488270
Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento – Rete Apartitica
ott212018
E’ una brutta caduta per il sestetto salentino . Mai in partita nelle prime due frazioni, rovinoso nei fondamentali di ricezione e servizio, obbliga uno Zonno poco scattante negli spostamenti a servire gli avanti con attacchi scontati, prede dei muri napoletani e di ricostruzioni facili ed efficaci .
Nel primo set, sul punteggio di 7-4 per i padroni di casa , mister Stomeo chiama il time out dopo aver subito un break di cinque punti , ma due errori al servizio ed un muro subito da Buracci stabilizzano il divario a quattro punti(12-8) dopo una pipe di Lotito. Il cambio palla è sistematicamente capitalizzato dai ragazzi di mister Libraro (14/10 ,16/11, 20/14 ) che accelerano nel finale complice un fallo da seconda linea di Buracci e una ricezione difettosa di Durante. Un primo tempo di Bonina chiude il set sul 25-17.
L’approccio alla gara è evanescente in questa prima parte: Scialò imperversa su una distribuzione di Antonio Libraro che difficilmente dà tempo al muro salentino di comporsi,
Iaccarino e Musardo con una ricezione lontana da rete non ingannano con i loro improbabili movimenti la prima linea dell’Ottaviano.
Così Lotito e Durante trovano dei blocchi che arginano i loro attacchi e Buracci si affida a colpi d’appoggio o a pallonetti che, ben intuiti, portano ad una facile ricostruzione.
Nel secondo set ,con Antonio Libraro in P1 sul punteggio di 4-4 , altro break pesantissimo di sei punti per i capani (10-4): alimentano questo divario un fallo di doppia fischiato con eccessiva fiscalità a Zonno, un ace su Durante ed un fallo d’invasione.
Mister Stomeo chiama i suoi ai bordi del campo sul 14-6, ma lo smarrimento della squadra ne limita le difficoltà nel servizio che diventa sempre più facile nella ricezione e nella distribuzione. Guancia ed E. Libraro imperversano, Ardito recupera palloni quasi persi ed il divario si porta sul 22-11.
La squadra sbanda: Calò per Zonno e De Lorentis per Durante sono i cambi proposti dal tecnico salentino, ma non è la soluzione . Anche Lotito accusa il momento no, sbaglia il servizio e il punteggio di 25-13 porta sul due a zero i padroni di casa .
Nella terza frazione la partenza è positiva per Efficienza energia (0-3): la ricezione ha percentuali di positività che consentono a Zonno di servire i suoi attaccanti con parabole più spinte, Buracci e Musardo si fanno sentire, Lotito con manualità attacca il muro alto degli avversari e Pierri opera con grandi interventi .
Il vantaggio di 14-13 per gli Ottavianesi alimenta speranze in Buracci e compagni: Musardo accorcia il distacco con un primo tempo carico di rabbia e potenza(16-15), Zonno e Durante vengono rilevati da Calò e De Lorentis che malamente sbaglia il servizio flot.
Il secondo ed ultimo time out del tecnico galatinese serve a ben poco: Scialò e Giacobelli non si fermano ,anzi è propria una sette violenta di quest’ultimo a chiudere l’incontro sul 25-21.
Certo, non si poteva pensare di fermare una corazzata come Ottaviano, destinata assieme a Tricase e Massa a fare un campionato di vertice, ma quanto meno opporre una resistenza non passiva era l’obiettivo della vigilia. Sono emerse delle negatività purtroppo evidenziate durante gli allenamenti: una è la tipologia di servizio il cui coefficiente di difficoltà nelle sue espressioni, al salto o al salto flottante , è poco incidente , l’altra è la mancanza di reattività caratteriale del gruppo.
Cerchiamo di recuperare almeno quest’ultima componente nella prossima settimana, quando verrà a farci visita la Tya Marigliano, capolista a punteggio pieno assieme a Ottaviano,Tricase e Massa Lubrense.
GIS OTTAVIANO-EFFICIENZA energia GALATINA 3-0 (25-17,25-13,25-21)
OTTAVIANO A.Libraro,E.Libraro,Guancia,Scialò,Giacobelli,Bonina,Ndrecai,D’Alessandro,Lucarelli,Ammirati,Settembre,Ardito(L), Iervolino(L)
All. Gennaro Libraro
EFFICIENZA energia GALATINA
Calò(K),Zonno,Rossetti,Musardo,Iaccarino,Buracci,Persichino,Lotito,Durante,Bray,De Lorentis, Pierri(L),Apollonio(L).
All. Giovanni Stomeo
nov122017
Una tra le pagine più divertenti di face-book è quella di Tap: è così spassosa e autolesionista da rendere praticamente inutili tutti gli articoli (incluso questo) contrari al progetto.
I post ovvero spot (lemmi uno anagramma dell’altro, spesso intercambiabili), di volta in volta confezionati dall’ufficio marketing della multinazionale, dividono il vistoso apparato di commenti in due grandi macro-categorie: quella di chi finalmente si oppone al cosiddetto programma Tap, e quella di chi come al solito non ha capito una beneamata minchia.
Insomma, da un lato abbiamo chi (giustamente) si fa beffe di tutto il cucuzzaro del trans adriatic pipeline (il minuscolo non è casuale, ma causale), e dall’altra quella dei poveri tap-petini, sottocategoria zerbini, che (parlando sempre con pardon) si fanno prendere per il culo da tutti, specie da Tap. Tra questi ultimi s’annoverano alcuni che, fuori di testa più che fuori tema, vergano commenti pseudo-eruditi, sciorinano dati e convinzioni prese da chissà dove, pubblicano glosse provocatorie, e dunque si presentano con profili perlopiù fasulli, anonimi, corredati da immagini di copertina sovente più eloquenti delle loro postille: tipo il primo piano di un eroe dei fumetti (come i Simpson), ovvero quello di Renzi (sempre che le due cose non coincidano). Dunque siamo nel campo dei troll (o troie, è uguale), personaggi non si sa fino a che punto virtuali, o fino a che punto prezzolati, capaci di dirti in un solo commento che quella di Fukushima è energia pulita, che l’esplosione di Chernobyl è un’invenzione dei complottisti e che gli ulivi del Salento stanno seccando per via della Xylella fastidiosa.
Giorni fa l’ufficio comunicazioni di Tap ha sfornato un altro dei suoi topici video da mulino bianco per bambini diversamente svegli: quello in cui un “esperto ambientale Tap” (in pratica un ossimoro), con musichetta di sottofondo a mo’ di colonna sonora ed effetti speciali slow motion, rassicura il mondo, Urbi et soprattutto Orbi, su quanto gli ulivi espiantati e custoditi nella Masseria del Capitano godano di ottima salute. Insomma, tra Canopy, incappucciamenti preservativi, e “separazione dall’ambiente circostante” [sic], pare che grazie al Tap abbiamo trovato finalmente la soluzione all’annoso disseccamento dei nostri patriarchi secolari: sicché sarà sufficiente creare un’unica grande tensostruttura avvolta da fitta maglia tipo collant su tutto il Salento (giusto per rendere asettica come una sala operatoria un’area di 5.329 kmq: e che ci vuole), un po’ di anticamere con doppio accesso, trappole antinsetto che fungano da esca e - come si dice da queste parti - tutto filerà liscio come l’olio.
Per pietà umana, non è qui d’uopo far cenno pure agli spot con protagonista la “signora Maria”, il prototipo della donna salentina che, sempre secondo Tap, coinciderebbe con quello di una matrona corpulenta anzichenò, non tanto acuta, anzi – fuor da eufemismo - piuttosto rintronata o rimbambita, la quale per districarsi da ogni dubbio amletico non si mette mica a chiamare, che so io, l’Arpa Puglia o la Asl o qualche altro ente pubblico non venduto, nossignore: per sapere tutta la verità nient’altro che la verità sulle magnifiche sorti e progressive locali, la signora Maria non ha altra scelta se non quella di comporre il numero verde della Tap, quando si dice la combinazione, con la certezza assoluta di trovare dall’altra parte del telefono (ovvero all’altro cappio, come diceva quel tale) un oste di specchiata moralità pronto a confessarle che il suo vino fa cagare.
E’ ovvio che la pubblicità è martellante per definizione: quella di TAP, invero, un po’ più penetrante. Pensate per esempio alle famose “ricadute” sul territorio [e perché no, anche sull’aria e sull’acqua, ndr.], o ai corsi di inglese [per pronunciare meglio “Tap, fuck-you”?, ndr.], o al “Salento greenway with bike sharing” [a proposito di lingua, ndr.], o alla “pulizia dei fondali per 30 km” [per “pulizia” intenderanno quella dalla posidonia, mentre quel 30 si riferisce probabilmente ai denari, ndr.], o ai soldi alla Ricerca [del consenso, ndr.], o ai finanziamenti a pioggia per le associazioni [le cosiddette associazioni “embè?”, quelle di categoria, ndr.], gli stage scuola-lavoro per 250 studenti [compito da svolgere: “come gasare le nuove generazioni”, ndr.], i 1000 posti di lavoro [ma sì, facciamo pure 1500, mi voglio rovinare, ndr.], i 100 milioni di ricchezza aggiuntiva [non è specificato a chi andrebbe di preciso codesto scroscio di ricchezza aggiuntiva, ma meglio non sottilizzare, ndr.], e, siore e siori, la famosa de-car-bo-niz-za-zio-ne della Puglia [sì, come no. Infatti lo sanno tutti che il gas è energia pulita e la sua combustione produce ossigeno per bombole, ndr.]. Insomma, cose così.
Ora. Dopo aver pagato la web-tax (o web-tap, è uguale), e caso mai a qualche webete di Bari vecchia fosse sfuggito il senso di Tap per il sociale, ecco spuntare tutto pimpante il TG Orba di Enzo Macifà (o ci è), pronto a corroborare le testé citate barzellette (rubando così il lavoro al Mudù), con la pubblicazione integrale non solo di qualche video tutorial preso paro paro dal sito della multinazionale svizzera, ma cercando di convincere tutti quanti circa i “benefici” che la Puglia, che dico, l’universo mondo ricaverebbe dal tubo di ‘sto gas.
A chiudere il cerchio (ovvero l’accerchiamento), poteva mai mancare il pronto intervento del Quotidiano di Caltagirone, il giornale [sic] pronto a ribadire quanto asserito dal TG Orba (dove TG sta evidentemente per Tap Giornale)? Nossignore. Tap infatti non è mica una multinazionale del profitto, ma un’opera pia [o pija, a seconda dei punti di vista, ndr.], un ente morale, una onlus, un banco del mutuo soccorso, una chiesa avventista del settimo giorno. Poveri “giornalisti”: che si deve fare per campare.
Poi, viste le “fonti di informazione”, uno si spiega la reazione dei 37 sindaci salentini, tra cui anche il mio, pronti ad assidersi al desco-greppia della trattativa nella speranza di ricevere compensi, rimborsi, ristori, e pile intere di piatti di lenticchie. Che ci vuoi fare, signora mia: con queste fonti uno è portato naturalmente a pensare che l’impatto di Tap sarà zero. Quando invece, a tutti gli effetti, sarebbe azero.
Antonio Mellone
set142010
ott312015
Caro avv. Carlo Gervasi,
a volte mi chiedo se sia una prerogativa dei consiglieri comunali di Galatina (purché svolgano la professione di avvocato) concentrare in poche righe un così gran numero di corbellerie. Mi riferisco, stavolta, alle tue note lasciate in calce al mio articolo “Ombre sinistre al Centro Polivalente di Noha” del 25 ottobre scorso.
I tuoi “commenti” hanno tutta l’aria della solita solfa e di un “te l’avevo detto io”, visto che questa storia fritta e rifritta l’hai riproposta in un altro tuo appunto del 23 febbraio 2014, quale chiosa alla mia lettera aperta indirizzata all’assessore inciampato in una presa generale, tale ing. Coccioli, pubblicata sempre su questo sito giusto il giorno prima. Vuoi vedere che anche tu sei del partito di coloro che pensano che una balla ripetuta da mattina a sera prima o poi diventa verità?
*
Hai ragione sul fatto che io sia diffidente, oltre che scettico (per non dire di peggio) nei confronti dell’antipolitica galatinese felicemente regnante a palazzo Orsini, di cui, purtroppo, anche tu, benché esponente della (pseudo)opposizione, sei parte integrante, non fosse altro che per quello che scrivi nei tuoi post, oltre che per come, tipo il seguente: “Caro Mellone il giorno dell'inaugurazione dal sottoscritto sei stato informato come [sic] stavano le cose e come [sic] sarebbe andata a finire”. E ancora: “Ma tu mi sei sembrato diffidente ed ha [sic] preferito festeggiare insieme a tutti i politici intervenuti che vi hanno preso in giro......ma siete stati gabbati e contenti [sic]. Ora chi è danno del suo mal pianga se stesso...!!! Lo sapevi e lo sapevate..........!!![sic] ”. Questa, la prima.
Ma anche questa seconda chicca avvocatesca non scherza mica: “Caro Mellone non puoi fare polemica essendoti schierato dalla parte di quelli che vi hanno preso in giro. Cosa ho fatto io lo sai bene. Mi sono adoperato per consentire l'inaugurazione cui hai partecipato. Ho proposto la unica e sola soluzione una cabina prefabbricata dal costo di 8000 euro [sic]. Ne eri ben a conoscenza ed oggi non puoi pensare di replicare dopo aver festeggiato insieme ai politici di Noha e compagni.........!!! [sic]”
Come, come? Io mi sarei “schierato dalla parte di quelli che [mi] hanno preso in giro”? E, di grazia, da cosa lo desumeresti?
Caro consigliere Gervasi, se avessi tu letto e compreso (del che nutro seri dubbi) non dico tutti, ma solo un terzo degli incommensurabili articoli vergati dal sottoscritto sul tema del Centro Polivalente di Noha rimasto a secco di energia elettrica ti saresti risparmiato anche quell’altra minchiata per la quale io avrei “preferito festeggiare insieme a tutti i politici intervenuti”. Vorrei tranquillizzarti inoltre sul fatto che è molto difficile (ormai ho validi anticorpi contro la categoria) che “tutti i politici intervenuti” riescano a “prendermi in giro”. E ovviamente – mettiti l’anima in pace anche su questo – nemmeno tu.
*
Ora, caro Gervasi, vorrei capire, che ci facevi tu “il giorno dell’inaugurazione” a Noha “insieme a tutti i politici intervenuti”. Non eri forse anche tu un “politico intervenuto” all’inaugurazione? Non dirmi che hai affrontato il viaggio Galatina-Noha giusto per “informare il sottoscritto come stavano le cose [sic]” o “come sarebbero andate a finire”. Se è per questo, te lo saresti potuto risparmiare.
Ti confesso che, davvero, non ricordo nemmeno una parola di quello che in quell’occasione hai cercato di blaterarmi nell’orecchio: temo si trattasse di qualcosa di risaputo da parte di molti, oppure di irrilevante (non certo del quarto segreto di Galatina), ovvero di una banale inferenza sul destino di un Centro Polivalente nato male e vissuto peggio (dottrina teleologica, chiamiamola così, che, osservando i fatti, avrebbe potuto formulare anche un bambino alla terza elementare, e nemmeno tanto sveglio, senza il bisogno di un suggerimento da parte del Gervasi comunicante di turno).
E poi se è vero (come è vero) che si è trattato di una “inaugurazione farsa” (come giustamente l’hai definita tu nel tuo commento del 23 febbraio 2014), come fai poi a dire: “Mi sono adoperato per consentire l'inaugurazione cui hai partecipato”? Ti sei dunque “adoperato” anche tu per “l’inaugurazione farsa”? No, così, per sapere, nel caso volessi provare a metterti d’accordo con te stesso.
Lasciamo stare, infine, la “stoccata” finale: “......ma siete stati gabbati e contenti. Ora chi è danno del suo mal pianga se stesso...!!! Lo sapevi e lo sapevate..........!!!”.
Io sarei stato “gabbato e contento”? E, inoltre, sarei pure “danno del mio mal” per cui dovrei “piangere me stesso”? E il danno non sarebbe forse anche il tuo? Mica sei un cittadino di Marte.
E, infine, nel caso io piangessi (come di fatto faccio in continuazione, lamentandomi di 1.300.000 euro di soldi pubblici buttati nel cesso, certamente non da me, ma dalla suddetta antipolitica galatinese) tu cosa faresti? Ne gongoleresti, mettendoti addirittura a ridere masochisticamente? Non credi che anche tu, in fondo, sia stato “gabbato” (e non so se, per questo, “contento”)?
Ti ripeto la domanda già formulata altrove: mi spieghi, per favore, che cosa hai fatto o che cosa avresti in mente di fare tu per risolvere una buona volta i problemi del Centro Polivalente di Noha (che non sia il solito sconclusionato commento ai miei articoli, pieno zeppo di puntini di sospensione e di altrettanti punti esclamativi alla fine dei puntini di sospensione, scritti probabilmente per enfatizzare il nulla)?
Caro Gervasi, ti ringrazio per l’attenzione e per il fatto che ogni tanto ti fai vivo, pur con dei contributi scritti che, a volte, come questa, somigliano parecchio a delle baggianate: sono, comunque, preferibili al silenzio dei deficienti.
Concludo dicendoti che, purtroppo, con l’antipolitica che s’annida nel Municipio di Galatina, rendendone l’aria mefitica e pestilenziale, non si risolverà mai un bel nulla. Men che meno il problema del Centro Polivalente di Noha, rimasto al buio.
Non lamentiamoci, poi, se si alimentano dicerie sul conto di una sala chirurgica del Santa Caterina Novella allorché, per ogni intervento per il benessere di Galatina e frazioni, si è costretti ad utilizzare l'unico lume rimasto: che non è quello della ragione, ma la luce del telefonino.
Cordiali saluti.
Antonio Mellone
giu292009
Su "Il Titano" di quest'anno 2009 a pag. 45 troviamo l'articolo di Antonio Mellone che recensisce il libro "I beni culturali di Noha" di Marcello D'Acquarica. Ve lo riproponiamo di seguito. Il libro, che verrà presentato con una grande festa nel mese di settembre è disponibile presso la bottega d'arte di Paola Rizzo.
E’ da poco venuto alla luce dai torchi del bravo editore galatinese Panìco un libro dal titolo “I beni culturali di Noha”, il cui autore è Marcello D’Acquarica, un nohano che come tanti altri ha come domicilio un avverbio di luogo: fuori.
Marcello D’Acquarica infatti si guadagna il giorno a Rivoli, alle porte di Torino; ma appena può con moglie e figli torna a Noha, il borgo che gli ha dato i natali e che si è afferrato alla sua infanzia, quasi come gli ami si conficcano nella carne.
I beni culturali sono quei beni materiali ed immateriali che hanno qualcosa da insegnarci e che dovrebbero essere a disposizione di tutti. Al di là dei banali luoghi comuni che lo snob di turno possa formulare, Noha è ricca di beni culturali: ne ha molti di più di quanti non possano essere inclusi in un libro come questo di 135 pagine; anzi ne ha molti di più di quanti non si possa immaginare. E sono belli; alcuni originalissimi, e unici al mondo.
I beni culturali non hanno un valore puramente filosofico e teorico, ma si riflettono in tutte le trasformazioni ed il progresso di un popolo, il quale quanto più sa valutare e conservare il suo patrimonio d’arte, tanto più si sente spinto a rendere l’ambiente in cui abita più prezioso e civile. Il monumento non è soltanto una testimonianza del passato ma vive nel presente, svolge la propria missione sociale e rappresenta uno sprone a meglio operare per il bene della comunità. I beni culturali di fatto sono anche una latente energia che può trasformarsi in crescita e sviluppo valutabile pure in termini di ricchezza economica.
Questo libro rivoluzionario, fatto di parole ed immagini colorate, spinge a guardare Noha sotto nuova luce: che finalmente non sarà più quella della solita cronaca nera, della malavita, della mafia capace soltanto di tranciare gli alberi d’ulivo che lo Stato le confisca, ma quella della libertà, quella degli uomini dal cuore forte che non si piegheranno mai di fronte alla stupidità ed alla violenza dei talebani di turno.
Il libro dell’indomito Marcello D’Acquarica dedicato alle bibbie di pietra del nostro paese cerca di mettere al sicuro ciò che la trascuratezza minaccia continuamente di annientare attraverso omicidi colposi o premeditati della memoria: serve a foderare di carta i nostri beni culturali che sovente sfuggono dal nostro cervello per una distrazione che diventa distruzione, bombardamento, atto di terrorismo.
Il libro sui beni culturali di Noha è un congelatore, una cella frigorifera nella quale immagazzinare parole ed immagini per l’avvenire; parole e immagini che radicano un’appartenenza, una dignità, un’identità e spronano il lettore a non andare mai in pensione epistemologica.
L’obiettivo di questo libro-lotta allora non è quello di addobbare Noha a museo di storia fulminata, né quello di fermare il tempo intorno ai suoi pezzi di antiquariato, ma quello di farci comprendere che esiste una nuova grammatica dello stare insieme, e che l’investimento in cultura è forse quello che paga le cedole di interessi più alti, nonostante il capitalismo in buona salute tratti oggi la nostra società a merci in faccia e ci spinga a credere che l’unico metro dello sviluppo sia il PIL del cemento e dell’asfalto.
Questo libro non è già di per sé un restauro di beni culturali, che a Noha hanno calli, rughe ed osteoporosi, ma un pagamento di ticket, anzi una ricetta medica, quella rizzetta rossa preliminare, necessaria perché all’ASL (o alla Soprintendenza) ti facciano le analisi, i raggi, o le visite specialistiche. Questo libro spalanca le finestre per rinfrescare l’aria intorno ai beni culturali nohani: che sono pazienti, nel senso di degenti, infermi con bisogno di flebo ricostituenti o di ancor più invasive operazioni chirurgiche.
“I beni culturali di Noha” di Marcello D’Acquarica non serve solo da contenitore, da ricettacolo, ma anche da grandangolo attraverso il quale, con occhio libero da cataratta, tutto osservare e raccontare, e molto forse anche decidere.
Antonio Mellone
nov142020
Un crescente numero di galatinesi è in lutto. Altri – presi, per esempio, dalle partite su Sky, dalle uscite al centro commerciale (specie la domenica, quando potevano), e dalle gozzoviglie con gli amici da postare su face-book - non lo saranno punto, in quanto “ogni danno, ogni stento, ogni estremo timor subito scordano”, ché “la miseria loro, credo, non sanno” (grazie, Giacomino Leopardi mio). I primi, invece, compulsando il sito della provincia di Lecce, hanno scoperto di recente che le superstiti campagne intorno alla loro Città d’Arte stanno per essere ricoperte ancora una volta da decine e decine di ettari di pannelli fotovoltaici.
Evidentemente non sarà bastata la prima ondata pandemica di una dozzina di anni fa che vide soccombere sotto lastre di vetro, ferro e silicio centinaia di fertilissimi campi salentini in nome dell’“energia pulita” - del resto un’epidemia che si rispetti ne annovera almeno una seconda, di ondata: come quella in corso.
A proposito di storia, chi non ricorda le imbarazzanti figuracce di certi nostri amministratori pubblici dell’epoca nel discettare (o scettare), con la solita morfosintassi sconquassata, di codesti mega-impianti. Oltretutto, al tempo, cogliere qualche differenza di posizione “politica” tra la componente diciamo moderata e quella diciamo progressista degli schieramenti era come trovare un ago nel pagliaio. Anzi nel pagliaccio. Non che i rappresentanti in carica – a meno di generiche ancorché “commosse” adesioni alle giornate mondiali per questo o quel creato - brillino per prese di posizione, dichiarazioni d’intenti, o delibere definitive contro il consumo di suolo: ma ripensare a taluni ex symbol della politica nostrana a ogni livello è come ritrovarsi d’amblée sul set di un film con Antonio Albanese nei panni di Cetto.
Ma lasciamo che i morti seppelliscano i morti e torniamo ai giorni nostri.
Insomma, oltre ai 22 ettari di terreno agricolo da trafiggere nelle immediate adiacenze della Masseria del Duca (come da richiesta inoltrata da una srl padana nel corso del primo lockdown), proprio nei primi giorni di novembre (ottavario dei morti), in questa bella regione arancione tendente al rosso, altre due imprese, una di Milano e un’altra di Trento, hanno presentato domanda di autorizzazione per altrettanti grossi apparati industriali di produzione di energia elettrica, rispettivamente di 18 ettari in contrada Spagheto e di 12 in area Torre Pinta, per un totale di ulteriori 30 ettari tondi tondi di terreno vergine nel solo comune di Galatina. Se a questi aggiungiamo i “parchi” previsti negli agri di Galatone, e poi ancora in quelli di Cavallino, Soleto, Campi e Surbo, e in quel che resta di Lecce siamo ormai di fronte a circa 300 ettari di un novello tsunami di ferraglia e cavidotti in arrivo. A questo punto sembra quasi che gli amministratori delegati di siffatte imprese neocoloniali (a proposito, quella interessata al nostro capoluogo si chiama Lecce srl e la sede legale è addirittura in quel di Bolzano: non si può certo dire che non abbiano senso dell’umorismo certi investitori), vengano a dirci: “Cucù, ci avete svenduto o affittato per un piatto di lenticchie un altro po’ di terreni che i saggi avrebbero, con un pizzico di lungimiranza, risparmiato per l’agricoltura. Ma siete proprio dei pirla neh. Ma davvero i vostri due neuroni attivi non riescono a cogliere il fatto che questo territorio che era l’El Dorado sta per diventare l’El Degrado? Eh sì, è proprio un brutto scherzo del Padreterno dare i biscotti a chi non ha la dentiera”.
Ecco perché un bel po’ di galatinesi sono in lutto: perché hanno iniziato a nutrire qualche dubbio su “ricadute occupazionali”, “volani per la crescita”, “attrattività per gli investimenti” e altre simili pigliate per fessi, e più di una certezza sul fatto che gli impianti che a breve si troveranno sotto il culo sono dei bancomat per i promotori, e sudditanza monetaria, ambientale e perfino energetica per tutti gli altri.
Ebbene sì, come dicevo all’inizio, alcuni galatinesi sono in lutto. Molti altri ancora al (libero) rutto.
Antonio Mellone
lug302016
Addio giunta Montagna. Che il cemento ti sia lieve.
La ferale notizia della prematura dipartita dell’amministrazione del Nazareno di Galatina, quella del consociativismo ovvero delle larghe scemenze nostrane, m’è giunta ieri sera come fulmine a ciel in Tempesta, mentre appagavo il mio senso estetico sotto le volte affrescate della basilica orsiniana, riecheggianti di voci e note medievali de “La cantiga de la Serena” (percorsi musicali lungo le vie dei pellegrini di Puglia).
Non c’era il bisogno di essere Nostradamus per vaticinare il fatto che la fascia di Miss vice-sindaco primavera/estate 2016 indossata dall’assessore all’area mercatale, al secolo Patrizia Sabella, sarebbe durata da Natale a Santo Stefano (anzi per la precisione: da San Pantaleone a Santa Marta – protettrice delle casalinghe, ndr.).
A dirla tutta, la giunta Montagna, per lo scrivente, era già spirata da un pezzo: precisamente dal giorno in cui - dando retta al raglio degli asini che volano - aveva detto di sì al mega-porcile di Collemeto, con la successiva sottoscrizione nel 2013 della famosa Convenzione (o circonvenzione d’incapace) con la Pantacom, la società a irresponsabilità illimitata - che tanti danni, soprattutto ai quattro superstiti neuroni dei galatinesi, ha procurato.
In nome della cantilena per bimbi-minchia, vale a dire “ricadute occupazionali e volano per lo sviluppo”, si trovarono tutti insieme appassionatamente il PD (Pronta Deforestazione), l’allora Udc (Unione del Cemento), il Pdl (Partito delle Lottizzazioni), la PdT (la Puccia prima di Tutto), i restanti destrorsi, inclusi i “compagni” del partito socialista (che a dispetto di Marx ed Engels - le cui ceneri si staranno certamente travujando nella tomba – è diventato di destra), a votare lo scempio di circa 25 ettari di terreno di Contrada Cascioni per impiantarvi l’n-esimo centro commerciale salentino.
Il tutto con l’opposizione di RC (Rifondazione Comunista, anzi Riposo Cerebrale) così blanda, così affabile, così, come dire, scoglionata, che la Roberta & C. son rimasti avvitati alla cadrega della maggioranza sino all’altro giorno.
*
A Roberta, che reputo persona di grande valore e preparazione, non perdono il fatto che, subito dopo le elezioni e la nomina in giunta, si sia dimenticata delle sue battaglie in favore dello “Stop al consumo di suolo” (e, invero, anche dei suoi compagni di lotta), sparendo di fatto dalla circolazione e dagli incontri nei collettivi, creando uno iato inspiegabile (o forse sì) tra un prima e un dopo, e diventando paladina delle glandi opere pubiche - tipo mega-impianto di compostaggio ana(l)erobico e area mercatale - e avallando le scandalose enormità di questa amministrazione, più volte descritte dall’ineffabile Andrea Coccioli come grandi successi (o forse voleva dire grandi cessi, tipo: pseudo-circonvallazione con tanto di ringhiera combustibile; Palestra Hangar chiusa come un bunker all’indomani dell’inaugurazione in pompa magna (pompa è sostantivo; magna, voce del verbo); Auditorium in-cubista morto nella culla di cemento vibrato; Centro Polifunzionale di Noha senza allaccio polifunzionale all’energia elettrica; parcheggio di via Giada (ahinoi, volevano fare anche quello); accettazione diretta o indiretta delle sponsorizzazioni da Tap, Colacem e da altri gigli di campo (santo) senza alcuna alzata di ciglio o storcimento di muso; varie ed eventuali).
*
Ora si prospetta una gestione della città di nomina governativa, sicché un grigio Prefetto, con l’investitura di un suo commissario, sancirà solennemente che a Galatina la democrazia è fallita.
Che ci vuoi fare, signora mia: nel mio comune c’è una genia di politici e di loro accoliti ancora nostalgici del Podestà.
Qui il popolo stravaccato sui divani & divani non ha ancora compreso il fatto che il peggior sindaco (pensate, per dire, ad un Carlo Gervasi - sanu me toccu – che fu lo sfidante di Montagna), sarà pur sempre preferibile al miglior Commissario Prefettizio.
*
Dite che non me ne vada bene una? Forse.
Ma ormai lo sapete che, avendo dichiarato guerra alle icone, sono poco ecumenico e molto iconoclasta.
Specifico: icone. Senza f.
Antonio Mellone
ott272018
Dimenticare la brutta prestazione di Ottaviano è l’imperativo che circola in casa galatinese. Niente veleni o azioni ritorsive da parte della società, solo una cruda autocritica che mister Stomeo , senza mezzi termini, ha rivolto ai suoi rivedendo il filmato dell’incontro.
Domenica 28 ottobre arriva al Pala Panico una delle quattro capolista, appunto Marigliano, forse la meno quotata tra le protagoniste alla vigilia della stagione ma, capace di espugnare il Pala Fiom di Taranto e regolare in casa la pallavolo Ischia.
Dopo la mini-rivoluzione messa in atto dal presidente Mautone e dal Ds Giannettino in estate con ben 9 atleti che hanno lasciato Marigliano, era ovvio pensare ad un gruppo alla ricerca di affiatamento con iniziali difficoltà di amalgama. Invece le partenze di Colace, Arzeo, Crispo, Spera, Scariati, Guardabascio ma anche Calabrese, Picariello e Pecoraro, grandi protagonisti delle recenti annate, non hanno creato crepe in un gruppo rimodellato con l’ingaggio di Fabian Patauner ( classe '93) - Daniele Botti ('98) - Nicola Madonna ('98) - Francesco Bianco ('89)- Giuseppe D'Auge ('90) - Marco Aliperti ('88) - Luigi Ausiello ('97) e Vincenzo Montò ('91).
E al PalaFiom di Taranto mister Bracciano ha saputo tener testa, nella prima giornata, ad un’Erredi in vantaggio di un set , per poi ribaltare l’andamento della gara e portare a casa l’intera posta.
Nell’esordio casalingo di Marigliano è arrivato il bis contro l’Ischia, grazie all’esperienza e la tecnica di Ciccio Montò(ex Sigma Aversa) , del sempre verde Rumiano e di un Di Giorgio molto attento in distribuzione ,che ha messo le ali all’opposto Ausiello(’97) e al giovane Daniele Botti(’98) ex Sigma Aversa.
Una squadra quella napoletana forte di carattere, oltre che di tecnica: una peculiarità che ne rafforza il suo potenziale, è la riottosità alla sconfitta insita in quel comportamento tipicamente campano della cazzimma , sinonimo di furbizia, opportunismo e cinismo, che abbonda nella condottai risoluta di questa squadra.
Domenica alle 18.00 si dovrà scendere in campo con un atteggiamento grintoso, appunto ricco di cazzimma, con un’espressione di forza e personalità tale da traguardare una vittoria che inorgoglisca la pallavolo galatinese.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA energia GALATINA
ago262018
Detta i tempi del raduno per l’inizio della stagione 2018-2019 il preparatore atletico di Efficienza energia, dottor Alessio Pica, fissando per lunedì 27 agosto l’inizio della preparazione precampionato.
Individuato quale figura professionale preposta a curare e gestire la preparazione motoria degli atleti, la sua presenza completa le ramificazioni della struttura tecnico-medica capace di pianificare le giuste strategie di allenamento ed un’azione coordinata di pronto intervento sanitario.
Lo staff medico, guidato anche quest’anno dal dott. Fernando Vernaleone , sarà supportato dall’osteopata dott. Marco De Matteis, dal fisioterapista dott. Mauro Vernaleone e dall’assistenza del maestro Graziano Russo, titolare della palestra TRAINING CENTER di Galatina, per il rispetto dei protocolli di esecuzione dei vari test.
“L’incarico ricevuto dal presidente Santoro, afferma Alessio Pica, è di grande responsabilità in quanto il mio lavoro dovrà garantire la miglior condizione fisica degli atleti nei vari periodi della stagione sportiva. Mi sono confrontato con gli allenatori Stomeo e Bray, esponendogli la programmazione dei test diversificata per la fase precampionato e per quella agonistica, convenendo di modificare in itinere alcune situazioni derivanti da eventuali infortuni o da necessarie azioni emergenti dalla comparazione dei dati antropometrici.“
L’appuntamento per i tifosi, quindi, è per le ore 18.30 di lunedì 27 al PalaPanico : verrà presentato l’organigramma societario di EFFICIENZA energia, i dirigenti assegnatari delle deleghe operative, la guida tecnica, lo staff sanitario ed infine gli atleti che comporranno il roster.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
OLIMPIA S.B.V. GALATINA
dic012018
Sarà un PalaErrico stipato e dal tifo fragoroso ad accogliere, domenica 02 dicembre, il gruppo salentino di Efficienza energia, che mastica ancora amaro dopo il tie-break sfavorevole di domenica scorsa contro il Marcianise.
La neo promossa BAVA RIONE TERRA POZZUOLI, guidata con sapienza da coach Costantino Cirillo, è una squadra caratterialmente cazzuta, dotata più di personalità che di tecnica pura.
Il suo avvio in queste prime sette giornate, pari a 10 punti conquistati, evidenzia una sequenza di cinque gare portate al tie-break di cui due, seppur perdenti, hanno messo in ambasce formazioni come il Casarano e la Fulgor Massa.
Quindi domenica capitan Buracci e compagni dovranno esprimersi con continuità, tirando fuori cattiveria ed ardore agonistico per combattere sullo stesso terreno i padroni di casa: certo non basterà quest’aspetto caratteriale per una vittoria, ma sarà una buona carica adrenalinica per piazzare i colpi vincenti.
Non bisogna aver timore di osare !
Il BAVA POZZUOLI affidato alla regia di Andrea Vacchiano ,può contare sul ritorno del libero Marco Vacchiano(ex Sigma Aversa) a guida della difesa, sull’opposto Calabrese e sul laterale Arzeo, unitamente agli esordienti in serie B Cesario, Ferrara e Riccio, che troveranno la presenza e l’esperienza di Palumbo, Romano, De Simone, Giordano e Della Monica.
Mister Stomeo non ha dubbi: riproporrà il sestetto dell’ultima giornata confidando in una reazione d’orgoglio da parte dei suoi che, ad ogni costo, dovranno tirar fuori l’animus pugnandi.
Piero De Lorentis
Area Comunicazione
Effcienza energia Galatina
feb052017
Non c’è popolo al mondo più sonnacchioso, rassegnato, smemorato, in una parola, ‘vavusu’ del galatinese. Con le dovute eccezioni, s’intende. Che confermano la regola.
Gli si può fare di tutto: come per esempio liberare definitivamente il suo territorio dagli alberi residui (quercia vallonea inclusa) per farne una circonvallazione senza senso più che a doppio senso; affumicarlo con gl’inebrianti miasmi delle ciminiere di un cementificio o di una fabbrica di calce; uccidere i suoi beni culturali, come il suo stupendo centro storico, con il traffico diuturno di auto di ogni cilindrata grazie all’alibi dei negozi “che altrimenti chiuderebbero”; buttar via i soldi delle sue tasse in opere cosiddette pubbliche, inutili, costose e spesso dannose (come un hangar-palestra inservibile, un auditorium inaudito, un centro polivalente senza energia elettrica, e via elencando); devastare la sua periferia con una miriade di comparti edilizi di frontiera, quando del già costruito non si contano le volumetrie invendute, inutilizzate, abbandonate; riempire i suoi campi e, quando non bastano, anche le piazzole di sosta delle strade dei suoi suburbi con rifiuti di ogni colore, taglia, puzza e pericolo; fargli credere che certe aziende (tipo Tap, e altri gigli di camposanto) sponsorizzino la sua festa patronale o altre “iniziative culturali” per magnanimità o mecenatismo e non invece per la loro coda di paglia lunga fino alla via di Soleto; indurlo all’esultanza quando i politicanti locali se ne escono con qualcuna delle loro, tipo una novella area mercatale che consista in altri ettari di terreno da coprire con una bella coltre cemento vibrato; prenderlo per il culo con la scusa del “volano dello sviluppo” e delle “ricadute occupazionali” (ricadute una dietro l’altra) derivanti dall’ennesimo centro commerciale di una ventina di ettari da impiantare nella campagna di Collemeto; eccetera, eccetera.
A proposito di quest’ultimo centro commerciale, il 13 gennaio scorso, la solita penna ad inchiostro linfatico (siamo ormai nel campo delle ghiandole salivari), sul consueto quotidiano (il minuscolo non è casuale ma causale) scioglieva inni e canti al divino e eucaristico progetto Pantacomico, che pare abbia avuto un ulteriore OK da parte del dirigente (o digerente, vista la bocca buona e lo stomaco forte), funzionario addetto a non so cosa, tale Antonio Orefice, che tomo tomo, cacchio cacchio, immagino con l’assenso anche del commissario prefettizio Guido Aprea (o forse Guido in Apnea), con un assenso nel silenzio generale, ha cambiato nome alla città: da Galatina a Sodomina.
In un trafiletto-colpo-di-grazia, il gazzettante di corvée si presta a illustrarci tutti i punti per i quali il mega-porco commerciale è di “pubblica utilità”, anzi una figata vera e propria. Tipo: “la salvaguardia della rete commerciale della città” [come, non è dato sapere, ndr.]; “la cessione al comune di un’area di 300 metri quadrati da destinare alla promozione dei prodotti locali” [come per dire il pasticciotto di Galatina, e altre leccornie loro. Secondo me la salma del povero Andrea Ascalone, per risparmiargli ulteriore pena, l’avranno sepolta già rivoltata, ndr.]; per non parlare poi della “creazione di impianti sportivi e per il tempo libero” [da trascorrere ovviamente al centro commerciale, e dove sennò, ndr.]; e ancora “un impianto ludico-ricreativo per bambini di 10.000 metri quadri” [povere creature. Poi si lamentano se a 20 anni i figli ammazzano i genitori, ndr.] e infine – mi voglio rovinare - “il parco pubblico che sarà attrezzato, completato e ceduto al patrimonio comunale” [così i galatinesi non faranno più le loro passeggiate ecologico-romantiche con decine di giri in macchina intorno alla villa, con tanto di braccio fuori dal finestrino, ma direttamente in questo novello parco: sarà certamente più cool, anzi paracool, ndr.].
Mi sa tanto che di questo passo, tra un copia-incolla, un taglia-e-cuci, un mangia-e-bevi, un servo encomio e un codardo oltraggio, l’unica superstite rubrica del Quotidiano in grado di mantenere un sufficiente livello di autentica scientificità rimarrà quella dell’oroscopo.
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Ora. Capisco che a Galatina la democrazia faccia ribrezzo, se non addirittura schifo, e che la maggioranza dei notabili locali con il codazzo degli accoliti preferisca il “quieta non movere”, un podestà ad un sindaco democraticamente eletto, la presa in giro alla verità. Ma santo cielo, è mai possibile che nessun elettroencefalogramma abbia dato un minimo segnale di movimento, o che nessuno abbia fiatato o alzato ciglio o storto il muso o mosso un dito all’annuncio di questo capolavoro di alta oreficeria (Orefice), ulteriore passo verso il Golgota di una città già provata da anni di malapolitica, scemenze inenarrabili e consociativismo da picchi himalaiani? Sì, evidentemente è possibile.
Oh, Galatina, per favore, smetti di farti del male una buona volta: lascia in edicola ‘sto cazzo di giornale, spegni la televisione e mettiti a leggere finalmente un libro.
Antonio Mellone
mar162019
Trasferta delicatissima in terra casertana per quel volley galatinese che rappresenta al meglio la città nella terza serie nazionale, in una posizione di classifica, tutto sommato, in linea con i programmi societari.
Il risultato positivo di questa gara, però, può dar lustro ad un percorso fin ad ora singhiozzante in continuità, aprire spiragli combinatori favorevoli nel prosieguo del calendario (Pozzuoli e Cimitile) ed alimentare la carica agonistica in ottica derby con il Casarano e della temibile trasferta di Massa.
Il Marcianise di coach Sergio Calabrese è avversario abituato a non mollare. Grintoso, risoluto, a tratti spavaldo, ha trovato nella cessione dell’opposto Di Florio un equilibrio tattico che non dà, come in passato, punti di riferimento agli avversari.
I dati statistici alla mano evidenziano ben cinque gare vinte e due perse tutte al tie-break: felice connubio di valori tecnici importanti in alcuni elementi con l’opportunismo e cinismo dei suoi attori, quello che in gergo napoletano insomma s’identifica nella cazzimma.
Mister Stomeo in settimana ha indottrinato i suoi, lavorando molto sul livello di attenzione assolutamente da non degradare, portando come riferimento la gara del turno precedente in cui Marcianise in svantaggio per 2 set a zero, è riuscita a portar via la vittoria da Marigliano.
Per il tecnico salentino la formazione da opporre ai campani passa attraverso le condizioni fisiche non ancora al meglio di Lotito, Buracci e Rossetti, altrimenti si affiderà ai naturali sostituti che hanno dato pieno affidamento nelle ultime due gare.
Mister Calabrese dovrebbe presentare in campo Andrea Menna in regia, Giuseppe De Luca opposto, Davide Montò e Danilo Flaminio schiacciatori di banda, Giuseppe Saccone e Paolo Pecoraro centrali, Salvatore Capasso libero.
L’appuntamento con tifosi ed appassionati è per sabato 16 marzo alle 18.30, con la diretta Facebook ,dalla Palestra Istituto Magistrale Novelli, sul canale Olimpia Volley Galatina.
Piero de lorentis
Area Comunicazione
EFFICIENZA energia
gen142011
Una petizione contro i megaimpianti fotovoltaici industriali e sperimentali sul territorio agricolo del comune di Cutrofiano, dove si sta realizzando, con il parere favorevole di Legambiente nazionale, l’impianto di Exalto s.r.l. su 26 ettari. Partiti, movimenti, liste e gruppi politici locali, associazioni, comitati e tutti gli altri organismi sociali presenti e operanti sul territorio comunale, rivolgono al sindaco ed al consiglio comunale di Cutrofiano una petizione promossa dal comitato “Forum Amici del Territorio”, in cui si dichiara la netta contrarietà agli impianti che s’intendono porre in essere.
Considerando che con le diffuse attività estrattive attraverso la coltivazione di cave a cielo aperto ed ipogee, il comune di Cutrofiano è già stato irrimediabilmente deturpato, i sottoscrittori della petizione denunciano l’abnorme proliferazione su tutto il territorio comunale di progetti riguardanti insediamenti produttivi di energia elettrica aventi carattere industriale altamente invasivi, quali impianti di centrali elettriche fotovoltaiche di media e grande estensione.
La realizzazione indiscriminata di tali impianti porterebbe, secondo il fronte del no, allo stravolgimento del territorio agricolo, alla devastazione del paesaggio tipico salentino, alla svalutazione economica di immobili limitrofi agli impianti, allo scoraggiamento di investimenti per attività agro-turistiche nuove ed esistenti, “vero motore economico nel futuro della comunità cutrofianese”: “La smisurata incentivazione del Conto energia italiano, la più alta al mondo – si legge nel testo -, su sistemi industriali di energie rinnovabili tecnologicamente poco efficienti, con produzioni discontinue e costosi per l’utenza finale, sommata a scelte energetiche errate, coronate dal Piano energetico ambientale regionale pugliese (Pear), hanno prima favorito e successivamente avallato, con un tardivo ed ambiguo intervento di parziale limitazione, una logica basata sull’insediamento selvaggio di impianti energetici da fonti rinnovabili di media e grande potenza, autorizzati spesso solo con la denuncia di inizio attività o con un’autorizzazione regionale che comunque offende la partecipazione e la decisionalità democratiche e la corretta pianificazione territoriale”.
Le recenti linee guida della Regione Puglia del 30 dicembre 2010, in vigore dall’inizio dell’anno 2011, “non apportano efficaci strumenti di tutela del territorio agricolo, ma sottolineano la sempre più discussa discrezionalità degli organismi preposti all’autorizzazioni degli impianti”. Per questo, i sottoscritti evidenziano che la “solidarietà energetica” con altre regioni non possa diventare “il pretesto per avallare una incontrollata proliferazione di progetti energetici sul territorio comunale e pugliese, per produrre energia notevolmente sovradimensionata rispetto ai consumi che, peraltro, determina gravi sprechi nelle linee di trasmissione”.
“Si rileva altresì – si legge ancora - come grandi holding straniere, del nord e centro Italia, hanno intrapreso un’azione di ‘colonizzazione energetica’ ai nostri danni, utilizzando mediatori locali, associazioni ambientaliste compiacenti e appoggi politici trasversali”. Per quanto esposto, i sottoscriventi chiedono che il consiglio comunale di Cutrofiano, in linea con gli orientamenti già espressi, “deliberi una posizione di contrarietà a qualsiasi impianto fotovoltaico di tipo industriale e/o sperimentale, sia tradizionale e/o a concentrazione sui terreni agricoli nel Comune di Cutrofiano, favorendo gli impianti di autoconsumo privati e pubblici e indicando una limitata e selettiva scelta di pochi siti in aree industriali ed artigianali per i primi”.
Inoltre che il Consiglio comunale di Cutrofiano, la Commissione urbanistica e l’Ufficio tecnico predispongano ed approvino “un regolamento sulle energie a fonti rinnovabili per la salvaguardia e tutela del territorio comunale, integrando quanto previsto dal precedente punto al fine d’impedire la sfrenata ed incentivata corsa alla speculazione nella produzione elettrica, a discapito della salute e dell’ambiente”; che l’assise “faccia proprie tutte le direttive e le indicazioni previste” dagli appositi documenti regionali e provinciali, “individuando esattamente le zone di interesse ambientale come il ‘Parco dei Paduli’”.
“E’ opportuno ricordare inoltre – spiegano - quanto sancito dalla Costituzione Italiana, ossia che ‘La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’ (art. 9), e quanto contenuto nell’articolo 2 dello Statuto della Regione Puglia, dove si chiarisce che ‘il territorio della Regione Puglia è un bene da proteggere e valorizzare in ciascuna delle sue componenti ambientale, paesaggistica, architettonica, storico-culturale e naturale’”. In virtù di questi principi i sottoscriventi ribadiscono come il “territorio non possa diventare la ‘colonia energetica’ figlia di una bolla speculativa dell’economia italiana ed europea”. La petizione ha già avuto due sottoscrizioni politiche dai circoli locali di Italia dei Valori e del Movimento “Io Sud”.
“La petizione – spiega il Geom. Gianfranco Pellegrino - mira a dare chiarezza sulle posizioni fino adesso ambigue dei vari gruppi politici locali; inoltre con la stessa il Forum preme sul Consiglio comunale al che lo stesso faccia quanto necessario a contrastare tali progetti. Il Consiglio Comunale di Cutrofiano può ancora fare molto, se attuasse le richieste indicate nella petizione renderebbe l'autorizzazione degli impianti molto complicata”.
fonte:www.comunedicutrofiano.com
feb092019
E’ un fine di settimana di grande attesa per i tifosi di Efficienza energia che, domenica 10 febbraio, attenderanno al PalaPanico la corazzata Ottaviano in rampa di lancio per i play off di A2, con fattibili credenziali di vittoria.
Rituale fischio d’inizio alle ore 18.00 per una gara che rappresenta il clou della 15^ giornata del campionato nazionale di serie B, girone G, e il cui esito si rifletterà sulle posizioni di rincalzo di Tricase ,Massa e Marcianise in lotta per la seconda piazza.
I numeri per il gruppo guidato dal tecnico Gennaro Libraro parlano chiaro: 14 vittorie su altrettante partite disputate per un totale di 39 punti, 42 set vinti e solo 9 concessi agli avversari, miglior difesa con soli 983 punti subiti.
Potrebbero bastare questi dati per gli allibratori a stimare le probabilità di vittoria dei campani e definire le quote, ma una gara di pallavolo non passa solo dal setaccio statistico.
Il fattore campo, l’orgoglio degli atleti generato dal senso di appartenenza ad una città che da più di mezzo secolo è il simbolo del volley salentino, l’amor proprio e la professionalità dei ragazzi, il loro notevole potenziale offensivo (terzo miglior attacco con 1242 punti messi a segno), sono le variabili che sicuramente concorreranno a spargere un velo di imprevedibilità sul risultato.
Sarà sicuramente un gran pomeriggio di sport con una partecipazione di pubblico sostenuta, quella per intenderci delle grandi occasioni, favorevolmente complice un calendario che lascia all’asciutto di avvenimenti gli appassionati di volley. Infatti mentre Casarano e Tricase sono impegnate in trasferta e, al femminile, il Cutrofiano gioca ad Olbia la poule retrocessione, Alessano, Taviano e Leverano rispettano il riposo dedicato alla finale di Coppa Italia di A2.
Galatina diventa quindi per tifosi ed appassionati l’unico palcoscenico che offrirà un interessante spettacolo; da un lato una capolista affamata che a detta del suo Presidente vuole inanellare la 15^ vittoria, dall’altro una Efficienza energia reduce da tre vittorie consecutive che vorrà quanto meno dire la sua, giocandosi la gara.
Ritorna alla memoria l’incontro della passata stagione: si era alla settima giornata ed Efficienza energia, con zero punti in classifica, ospitava gli Ottavianesi in seconda posizione alle spalle del Leverano con 15 punti. Ebbene la gara fu un duro banco di prova per Libraro e compagni, alla fine vittoriosi per 1-3( 25-22,23-25,26-28,22-25), ma messi alla frusta con reattività, cuore e tanto fosforo dal gruppo di mister Stomeo.
Le dichiarazioni del laterale Guancia, a margine di un’intervista, denotano la delicatezza della gara e il rispetto per la squadra del presidente Santoro da parte della società napoletana: “Quella di Galatina è una trasferta ostica per la quale la società ci metterà come sempre nelle migliori condizioni per affrontarla. Galatina ultimamente ha fatto risultati importanti, credo sia una delle gare più complicate del girone di ritorno, perché le altre partite difficili le avremo in casa”.
Anche in casa Efficienza energia l’attenzione è alta.
“E’ inutile nasconderlo, afferma mister Stomeo, quella di domenica non sarà una gara come tutte le altre: e non solo per il valore tecnico indiscutibile degli avversari, ma perché rappresenta un’opportunità di saggiare le capacità del gruppo in un impegno oggettivamente improbo. Sarà una cartina tornasole che, al di là del risultato più o meno favorevole, dovrà confermare il processo di miglioramento in corso d’opera e trovare una stabilizzazione gratificante per tutti. ”.
Nessun esame quindi per Buracci e compagni. Solo una nuova sfida che aliment