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Di Albino Campa (del 15/12/2009 @ 23:57:42, in NohaBlog, linkato 20579 volte)

Qualche giorno fa, per caso, ho scoperto un tesoro. Uno di quei link postati su Facebook da qualche amico, un click a mia volta e si è aperto un mondo: Luigi Paoli in arte Gigetto da Noha. Si tratta di un cantautore di musica popolare salentina, oggi settantaquattrenne, originario di Noha ma stabilitosi a Spongano.
La sua figura mi ha colpito particolarmente. E' un artista ibrido che unisce in sè due filoni della musica popolare salentina: il folk cittadino e il canto contadino.
Fisarmonicista, interprete di brani della tradizione, autore di nuovi testi e nuove musiche. Popolare anche fuori dal Salento, in altre regioni ma soprattutto fra gli emigrati, anche all'estero. La sua produzione ha avuto la tipica distribuzione tramite bancarella, destinata a un pubblico indistinto, non specificamente colto e questo lo sentiamo molto negli arrangiamenti folkeggianti. Ma c'è qualcosa di profondo in quest'artista che è legato a quantu vissuto in prima persona senza quel filtro "intellettuale" che oggi ci contraddistingue. Nasce contadino. Vive la campagna e l'emigrazione da contadino con la famiglia. Impara a cantare il repertorio e lo stile della campagna. Nel tempo libero impara la fisarmonica, un mondo diverso che lo avvicina al filone folk. Emigra anche all'estero, poi rientra. Lavora come cantautore in contatto con dei discografici calabresi (e si sente da alcuni dei suoi testi a da alcuni aspetti stilistici delle sue tarantelle).
Insomma vive tante esperienze diverse che formano e influenzano il suo modo di suonare e cantare per cui la sua produzione è abbastanza varia e variegata. Può piacere tutta o in parte, o può non piacere per nulla..ma merita qualche attenzione.
Personalmente mi entusiasma il suo modo di cantare "contadino", la disinvoltura, oggi rarissima, con cui ricorre al quardo grado aumentato del modo lidio, la sapienza tecnica e il modo di dosare gli abbellimenti come i glissando, i melismi, le esclamazioni, le urla, la sua capacità (un tempo diffusissima e ancora una volta oggi rarissima) di ricorrere agli slittamenti ritmici nel cantare la pizzica (off beat), il timbro vocale assolutamente contadino e il ricorso talvolta a note non temperate.
Insomma, per queste doti, Luigi Paoli entra a pieno titolo fra gli alberi del canto salentini, al pari di tanti cantori che non hanno fatto la "carriera" di cantautori ma con i quali condivide la freschezza del suo stile di canto.

C'è anche un'altro aspetto che ai miei occhi lo rende speciale. Diversamente da quello che la maggiorparte della riproposta contemporanea ha fatto e continua a fare, Luigi Paoli ha fanno innovazione nel patrimonio popolare inventando testi nuovi su arie popolari esistenti..cosa che sembra fosse un tempo il modo naturale di far evolvere la musica tradizionale. Oggi si tende invece a cristallizzare dei testi, cantarli sempre nello stesso modo o reinventare la musica, anche allontanandosi dai moduli della tradizione. Anche per questo Gigetto merita di essere ascoltato, in quanto rappresenta una interessante strada alternativa.

Di tutte le informazioni che in pochi giorni sono riuscito a raccogliere su Luigi Paoli, e degli ascolti che ho potuto fare sulla fantastica piattaforma che è Youtube, devo assolutamente ringraziare Alfredo Romano, salentino che vive nel Lazio e che ha pubblicato vari libri legati alle tradizioni del Salento. Grazie al suo canale su YouTube  è possibile ascoltare quasi tutta la vasta produzione discografica di Gigetto da Noha (e se si ha la curiosità di esplorare, si possono ascoltare interessanti registrazioni sul campo dell'area di Collemeto da cui Alfredo Romano proviene). Da questa vasta produzione, vorrei estrarre solo pochi esempi che testimoniano la bravura di Luigi Paoli (sulla base degli elementi che ho elencato sopra). C'è da ascoltare per ore se se ne ha voglia!

Tarantella dellu nsartu (bellissima e da questa si possono ascoltare tante altre pizziche)
http://www.youtube.com/watch?v=p0VBWrj0NWA

Lu pipirussu maru
http://www.youtube.com/watch?v=Ph4x7IaKZvU

Lu trainieri (canto di trainiere)
http://www.youtube.com/watch?v=Sm64_fWrrng

Stornelli
http://www.youtube.com/watch?v=CZwjTP67eZc

Sempre grazie alla gentilezza di Alfredo Romano, è stato possibile reperire e ripubblicare quest'articolo, pubblicato originariamente su "Il Corriere Nuovo di Galatina" nel 1983, in cui lo stesso Alfredo parla del suo incontro/intervista a Luigi Paoli avvenuto in quel periodo. Buona lettura.

march

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Civita Castellana, 17-8-1983

Caro Carlo[1],
ti spedisco un lavoro su Luigi Paoli, un cantastorie, nativo di Noha, che ascoltavo da tempo e che quest'estate ho avuto la fortuna di conoscere personalmente mentr'era attento a vendere musicassette dietro una bancarella al mercato di Galatina. Poi ho voluto conoscerlo meglio, sono stato a casa sua e non potevo aspettarmi altro che quel personaggio che traspare dalle sue canzoni, e cioè un contadino che ha saputo tirar fuori tanta arte dalla sua faticosa esperienza di vita.
E' una voce popolare autentica che non ha niente a che fare con altre voci del Salento che pur hanno un giro commerciale.
Il titolo del lavoro è tratto da una sua canzone «Lu furese ‘nnamuratu», un omaggio a questo menestrello che ha trascorso la vita cantando l'amore.
Mi preme soprattutto porre Luigi Paoli all'attenzione di un certo tipo di intellettuali, di borghesi, di giovani anche, in ogni caso gente estranea al mondo contadino, che snobbano un certo tipo di canzone popolare, considerandola minore se non addirittura volgare. Io so che la gente va ancora matta per certi ritmi o testi che, pur nella loro semplicità, si fanno interpreti di un gusto, un mondo che va scomparendo.
A mio giudizio c'è dell'arte in Paoli se l'arte, oltre ad essere prima di tutto un fatto estetico è però anche rappresentativo. Mi pregio di aver scoperto Paoli o meglio Gigetto, come si fa chiamare. Ne ho approfittato, tra l'altro, per dire la mia su alcuni aspetti poco noti ma interessanti della canzone popolare salentina.
Alfredo Romano

[1] Carlo Caggia, direttore del Corriere Nuovo di Galatina.

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GIGETTO DI NOHA OVVERO LUIGI PAOLI
L’ULTIMO “FURESE ‘NNAMURATU” DEL SALENTO

"Durante la guerra mio padre suonava il flauto per gli Americani a Brindisi, ed io l'accompagnavo con la mia bianca voce di bambino, per campare. Tempi tristi!".
Comincia così il racconto di Luigi Paoli, un cantastorie, un menestrello, un musicista popolare nato a Noha 48 anni fa e residente a Spongano in una bianca e comoda casa di periferia, con immancabile terrazza e orto giardino, e la cantina, dove le botti suonano di pieno e versano a me, fortunato visitatore, un negramaro robusto, profumato.
Non è facile orientarsi nel mercato minore della canzonetta popolare ora che molti improvvisatori sprovveduti si sono lanciati in questo folk alla moda che non ha niente di peculiare e scimmiotta anzi un certo liscio romagnolo omogeneizzato che imperversa nelle sale e sulle piazze di tutt'Italia.
Basta un po' di gusto però per capire che Luigi Paoli, da trent'anni, nel solco di una tradizione propriamente salentina, elabora testi po¬polari, li arrangia, ne inventa di nuovi per un pubblico non solo salentino, meridionale in genere, emigranti soprattutto (in Australia perfino, in Canada) che curano l'amara nostalgia al ritmo di suoni e canti che ricreano l'atmosfera della terra natia. II suo racconto si dipana lentamente in un gesticolare ampio. La voce, il corpo, assumono una dimensione teatrale, un viso pienotto, da scatinatore, occhi neri e luminosi, a sottolineare un sorriso perenne, contagioso.
Il più piccolo di cinque fratelli maschi, orfano di madre a quattro anni, a otto guardava le capre presso un guardiano di Noha. Un giorno, per via che, assetato, aveva impunemente bevuto in un secchio d'acqua tirata dal pozzo destinata alle capre (pare che le capre si rifiutino di bere dove ha già bevuto un altro, n.d.r.), venne appeso al ramo d'un albero a testa in giù, e, come una bestia, bastonato di santa ragione. Quest'episodio acuirà la sua sensibilità di fanciullo, rivelatore di una futura carica umana che Paoli, da grande, saprà trasfondere nella sua musica.
Di quei tempi funzionava a Noha una, chiamiamola così, palestra di vino e canti che era la puteca te lu nunnu Totu te lu Vergari che Gigetto frequentava in compagnia del padre. Qui rallegravano le serate certo Girbertu e certo Marinu Ricchitisu di Aradeo con quel popolarissimo strumento che è la fisarmonica. È qui che Gigetto affina la voce e il suo orecchio musicale; ma la fisarmonica è ancora un mito per lui e ci vorranno degli anni per farsi regalare solo una “Scandalli 24 bassi”.
Arriva poi la prima grande migrazione di salentini, dopo la guerra, nelle campagne di Bernalda, Pisticci, Scansano Ionico, Ginosa Marina, ecc., per dare inizio a estese coltivazioni di tabacco. Questo tabacco, per necessità o malasorte, i salentini ce l'hanno nel sangue e, più della vendemmia o della raccolta delle ulive, rappresenta una forma di maledizione divina che ti perseguita fin da ragazzo. Nasce così, da questa fatica centenaria, tutta una cultura del tabacco fatta di canti, stornelli, motti, proverbi che in molti casi rispecchiano le amare condizioni di vita esistenti allora nelle campagne. In quei grandi capannoni, soffocati dall'afa estiva, mentre s'infilzava tabacco: "Gigettu, 'ttacca, ca nui ne menamu te contracantu", continua Paoli nel suo narrare.
Amore miu sta sona matutinu
àzzate beddha àzzate beddha
ca lu tabaccu imu scire cujimu
cinquanta are te tabaccu tenimu chiantatu
se bruscia tuttu e lu perdimu.
Ulìa cu te ncarizzu beddha mia
e nu te pozzu mancu tuccare
chine te crassu tegnu le ma ne.

Non c'erano donne in casa e Gigetto s'adattava a lavare, cucinare, fare il pane, la pasta per il padre e i fratelli più grandi. A sera poi, finito il lavoro, inforcava una bicicletta senza freni e senza luce fino a Bernalda, 9 Km., a lezione di musica dal maestro Troiani. Cento lire gli costava, quanto un giorno di lavoro.
I progressi di Gigetto convincono i due fratelli maggiori, emigrati in Inghilterra nel frattempo, a spedirgli il denaro per l'acquisto di una fisarmonica vera, una Paolo Soprani 120 bassi. "E cci me parava, caru miu, cu ‘nna 120 bassi… te nanzi 'Ile signurine, quandu trasìa intra le case: ssèttate ssèttate, li primi valzer, la raspa, un po’ a orecchio, un po' a musi ca...". Nasce anche la prima composizione, naturalmente per la sua Noha, sulla misteriosa Villa Carlucci che, da bambini, si raccontava essere il regno del diavolo, di strani folletti.
Un giorno, sedicenne ormai, mentre era attento in uno stretto sgabuzzino a provare un esercizio sulla fisarmonica, ecco dalla sponda di un'Apetta, scendere Cecilia con madre e sorelle venute anche loro a far tabacco dalla lontana Spongano. "In quelle masserie sperdute dove non appariva donna viva, malati di solitudine, dove contavi le ore del sole nel suo levarsi e sparire, Cecilia, col suo bel visino e il petto già pronunciato, fu un colpo di fulmine".
L'inverno, poi, Cecilia ritornava a Spongano e Gigetto, con la solita bicicletta, percorreva 180 Km, allora di strada bianca, per stare qualche ora con la sua bella. Questa bella sarà l'ispiratrice di tante sue canzoni, questa bella, di cui oggi è ancora perdutamente inna¬morato, che gli ha dato sei figli, che lo segue per i mercati del Salento e che sa dividere con lui l'arte d'arrangiarsi dietro una bancarella.
Poi la fuga, allora d'uso, per sposare Cecilia e, qualche mese dopo, in Costarica a piantare banane e canna da zucchero. Paoli ha steso un velo qui nel suo racconto, dice che sarebbe troppo lungo. A me, che vorrei saperne di più, piace l'idea di vedervi celato un qualche mistero.
Si ritorna in Italia, ma non si campa e, questa volta da solo, con la usuale valigia di cartone, in Germania a fare il manovale chimico. "Non stavo male in fabbrica, ma ogni sera era un tormento e le foto di Cecilia e dei miei bambini in capo al letto mi ammalavano di nostalgia. Così non potei resistere a lungo".
Definitivamente a casa, ma con qualche idea. In fondo ha una bella voce e suona bene la fisarmonica. Si presenta per un provino a Locri in Calabria. È il 1962, Paoli incide i primi dischi: Tuppi tuppi la porticella, La tarantola salata e numerosi balli strumentali che lui sa arrangiare con un'arte che gli deriva, più che dallo studio, da una cultura musicale essenzialmente popolare. Andatevi ad ascoltare queste prime incisioni: hanno un fascino di registrazione sul campo, c'è addirittura un saltarello con ciaramella, uno strumento montanaro col quale Paoli aveva familiarizzato nel soggiorno in Lucania.
In quegli anni poi andavano in voga storie popolari strappalacrime, tratte da tragedie vere o presunte e significative sono nella sua produzione due storie, l'una, II cieco del Belgio, narra di un emigrante che perde la vista nel crollo di una miniera e al suo ritorno a casa, la moglie, interessata solo alla sua pensione, non gli risparmia le corna; la seconda, s’intitola La matrigna cattiva, in quattro parti, dove si narra dì una bambina orfana buttata in pasto a una matrigna che tenta di avvelenarla e sarà punita per questo con cinque anni di carcere. Ambedue le storie Paoli le fa cantare all'allora piccola primogenita Cerimanna. Sono storie che oggi fanno un po' ridere, ma guardatele con gli occhi del tempo e non meravigliatevi se le mamme di mezza Italia hanno pianto ad ascoltare quelle storie. Fu tale il successo, che i falsari di Napoli lanciarono sul mercato migliaia di copie e per Paoli andarono in fumo alcune speranze di guadagno.
Sessantotto, rivoluzione nei valori, nei costumi, si scopre il popolare, si scoprono la lingua, gli usi, i costumi di una civiltà contadina che sta scomparendo. Le case discografiche si danno da fare a scovare questi anonimi canzonettisti popolari degni di un pubblico più vasto. A Paoli s'interessa la Fonola di Milano. Inizia così una vasta produzione musicale che ancora oggi continua. Dodici musicassette in attivo, qualche altra in cantiere, che hanno sorvolato gli oceani, è il caso di dirlo, senza quella pubblicità di cui si servono "i grandi", ma in virtù della parola che si trasmette, un tam-tam, quasi una tradizione orale che ancora resiste.
Diamo uno sguardo a questa produzione. Innanzitutto canzoni e balli strumentali attinti alla tradizione che Paoli arrangia in modo originale con delle varianti sia nel testo che nella musica degne di essere popolarmente connotate. Cosa significhi "popolare" nella canzone è presto detto. Semplicemente Paoli dice: "E’ quandu ‘na canzone la ponnu cantare cinquanta cristiani tutti assieme, trenta femmame ca sta tàjanu l'ua: una cu ttacca e ll'addhe cu tràsanu a cuncertu".
Abbiamo così la pizzica in più versioni col predominante ritmo del tamburello, e Santu Lazzaru, questo canto cristiano che i Grecanici ci portavano 'rretu le porte te casa nel cuore della notte durante la Settimana Santa.
Canzoni d'amore tante, un amore represso che acquista nel canto un moto liberatorio. Lu furese 'nnamuratu, forse la canzone più bella, dove accanto a una visione del lavoro come dura fatica, Paoli prorompe in:
Comu l’àggiu stringere e baciare
Te lu musicchiu sou sangu ha bessire.
(Come la devo stringere e baciare / dal suo muso sangue deve uscire).

La Carmina, dove il bi sogno d'amare è accorato, disperato quasi:
Mamma iu moru
e la Carmina nu’ lla provu
Beddha mia fatte sciardinu
fatte menta e petrusinu...

(Mamma io muoio / e Carmina non l’assaggio / Bella mia fatti giardino / fatti menta e prezzemolo).
E canti e strofe carnascialesche, condite di allusioni piccanti, volgari quasi, ma di una volgarità allegra, simpatica:
Nc'è lu zitu cu la zita
allu pizzu ti la banca
la manu camina te sotta
lu canale dell'acquedotta.

(C’è il fidanzato con la fidanzata / allo spigolo del tavolo / la mano scivola sotto / il tubo dell’acquedotto).

Allusioni che non risparmiano un certo tipo di prete alla Papa Cajazzu al quale non piace chiaramente confessare le vecchiette, bensì le zitelle. In verità molte canzoni, come proverbi e culacchi, rivelano un certo anticlericalismo, anche se molo bonario, diffuso nella nostra gente. E poi canti e stornelli che hanno il ritmo di un lavoro e ti pare di vendemmiare o d’infilzare tabacco in qualche capannone. Non mancano le canzoni tristi per gli emigranti, per quelli che stanno a soldato, per il carcerato che fatalmente al ritmo di una tarantella grida:
Menatine ‘sti corpi chianu chianu
ca suntu testinati pe' mmurire…

(Buttate i nostri corpi piano piano / ché sono destinati a morire).

Naturalmente non tutto è eccelso. Accanto a testi di un certo valore artistico, si alternano altri in cui Paoli piega a seduzioni commerciali. E' laddove, per conquistarsi evidentemente un pubblico più largo, tenta delle melodie in un italiano a lui non confacente. Diciamo subito che a Paoli è più congeniale il testo salentino dove è capace di sfumature e modulazioni possibili solo a una voce popolare tradizio¬nalmente educata come la sua. Ascoltatelo nella canzone Lu trainieri, per es., dove la voce, bellissima, affronta tra l'altro toni decisamente alti. Il tono alto è in verità una caratteristica del canto salentino, cosi come il controcanto, che Paoli sfrutta in tutte le sue canzoni ponendolo una terza sopra, mai sotto la melodia stabilita. Come nella tradizione. L'effetto è tale che è come ascoltare l'eco di una persona che canta a distanza portandosi ad arco la mano sulla bocca. Alle origini di questa forma c'è, evidentemente, la necessità del "lavorar cantando" tra contadini distanti fra loro.
Un discorso a parte merita la fisarmonica, la protagonista di tutti gli arrangiamenti di Paoli. Nelle sue mani diventa magica e ci sono tanti e tali di quegli abbellimenti, non trascrivibili in partitura, che userei chiamarla barocca, in sintonia con una Terra che barocca lo è perfino in cucina e non solo nell’architettura delle chiese e delle case.
C'è una cosa che colpisce nella musica di Paoli, ed è un certo influsso orientale avvertibile in canzoni come la sopracitata Lu trainieri e La vecchiaia è 'na carogna. Qui sia la voce che la fisarmonica assumono un andamento cromatico, orientaleggiante appunto, e la melodia, di particolare bellezza, scivola sul filo dei sogni arcani, un lamento, un pianto quasi dal profondo d'inesplorati abissi.
Ma ciò che più fa scattare l'interesse per le musiche di Paoli è qualcosa di più misterioso che non saprei definire. Propriamente ci si sente scazzicati, come morsi da una tarantola, e vien voglia di abbandonarsi a una danza frenetica, liberatoria.
Quale ragno nascosto nei meandri di grigie pietre assolate, Paoli ci attende al varco esercitando su di noi una qualche magia. Non sarà vero, rna ci piace pensarlo.

Alfredo Romano

Da Il Corriere Nuovo di Galatina, n. 7 del 30 settembre 1983

fonte www.pizzicata.it

 

simpson.jpgL’Amministrazione Comunale di Carpignano salentino organizza la Giornata di sensibilizzazione  sulle tematiche del Bullismo e del Cyberbullismo con la partecipazione dei ragazzi di MABASTA, che avrà luogo domani, venerdì 3 marzo 2017 presso la sala don Pino Palanga.

Il 7 febbraio scorso si è celebrata la prima Giornata Nazionale contro il bullismo a scuola, evento organizzato nell’ambito del Piano Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in coincidenza con la Giornata europea della Sicurezza in Rete indetta dalla Commissione Europea (Safer Internet Day). L’Amministrazione Comunale di Carpignano salentino, condividendone le finalità, organizza la Giornata in sinergia con l’Istituzione Scolastica poiché in linea con il progetto dell’Istituto Comprensivo “Diritto chiama Dovere”. All’evento parteciperà anche una delegazione del Comando dei Carabinieri di Martano che ha prontamente risposto all’invito rivolto loro dall’Amministrazione Comunale.

La giornata si dividerà in due incontri: il primo si terrà dalle 9.30 alle 11.00, al quale prenderanno parte le classi III, IV e V della Scuola Primaria di Carpignano e Serrano; il secondo, dalle 11.30 alle 13.00, al quale parteciperanno gli alunni della Scuola Secondaria di primo grado di Carpignano e Serrano.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Paolo Fiorillo, dell’Assessore ai Servizi Sociali Giorgio Fontanas e della Dirigente Scolastica Adele Campi,  interverrà sulla tematica la criminologa Diana Papaleo. Chiuderanno f07sm.jpgl’evento i ragazzi di “Mabasta” (Movimento Antibullismo Animato da STudenti Adolescenti) dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce. I ragazzi sono stati ospiti al Festival della Canzone italiana di Sanremo, dove  hanno raccontato la loro esperienza e i motivi della nascita di questo movimento di giovani e giovanissimi, che mira a fermare il dilagante fenomeno del bullismo soprattutto a scuola. 

La partecipazione di Mabasta è sicuramente un’occasione per far confrontare i ragazzi sulle tematiche già descritte e quanto mai attuali.

 

Qualche link utile:

Sito Mabasta: www.mabasta.org

Pagina FB: www.facebook.com/mabasta.bullismo

 
Di Albino Campa (del 20/10/2011 @ 23:48:33, in Grafite è Musica, linkato 12603 volte)

Sabato 22 Ottobre giornata finale de "Li Ucci Festival", evento dedicato all'ultimo cantore salentino Uccio Aloisi, scomparso un anno fa. Il concerto che dalle 20.30 vedrà tantissimi gruppi, cantanti, danzatrici, musicisti e artisti salentini.
Sul palco si alterneranno tante generazioni di musica popolare: Raffaella Aprile, Anna Cinzia Villani, Enza Pagliara, Gianluca Longo, Antongiulo Galeandro, Carlo Canaglia, Gianni De Santis, Cardisanti, Melegari & i suoi Compari, Robba de Smuju, Menamenamò, Zimbaria, Arakne Mediterranea, Canzoniere Grecanico salentino, Edoardo Zimba, Ninfa Giannuzzi, Daniele Durante, Massimiliano Morabito, Dario Muci, Giancarlo Paglialunga, Kamafei, Alessia Tondo, Puccia “from Apres la Classe”, Emanuela Gabrieli, Carla Petrachi, Marco Rollo, Triace, Officina Zoè, Antonio Castrignanò, Emanuele Licci, Antonio Amato ensemble, Andrea Presa, Andrea Stefanizzi, Stefano Calò, Narduccio Vergaro, Giovanni Avantaggiato, Maristella Martella.

A far da cornice anche l'arte  con un’estemporanea di pittura a cura di Teresa Gravili con la partecipazione di Francesco Cuna e la mostra itinerante di Paola Rizzo con la sua "Grafite è Musica" che dipingerà sul palco un ritratto di Uccio Aloisi.

Paola Rizzo afferma  "GRAFITE è MUSICA ed io saremo a Cutrofiano per condividere una serata di musica dedicata al cantore scomparso esattamente 1 anno fa. Lo farò rivivere attraverso la mia grafite, e lui sarà li ad ascoltare, chissà! La posa che ho scelto sembra dire quello..."

 
Di Redazione (del 18/11/2013 @ 23:47:12, in Comunicato Stampa, linkato 3178 volte)

L’Associazione Culturale  Galatina Project di Galatina, promuove annualmente il Premio Zucca per dare un riconoscimento a personalità che si sono particolarmente distinte nella promozione e nella valorizzazione del territorio salentino. Tra i premiati delle scorse edizioni:
il senatore Ugo Lisi- la senatrice Maria Rosaria Manieri- Giampiero Sabella ,campione mondiale di  sleddog- il dott. Marcello Costantini, cardiologo- la casa editrice Chiriatti- l’editrice Salentina- Marcello Tarricone, direttore responsabile dell’Almanacco salentino e direttore editoriale di “quiSALENTO-Angelo De Padova-Frate Minore Francescano
Quest’anno per celebrare il decimo anniversario del Premio Zucca, si è deciso di premiare la zucca con un contest culinario di piatti a base di zucca. I premi asaranno assegnati da una giuria appositamente costituita a:
L’ ORIGINALITA’ NELL’ ELABORAZIONE DEL PIATTO
L’ ARMONIA DEGLI INGREDIENTI
L’ ESTETICA DEL PIATTO

La manifestazione si concluderà con il Convegno a più voci – Un dibattito su:

La zucca nell’alimentazione- dott. Giuseppe Botrugno
La zucca nell’arte- prof.ssa Domenica Specchia
La zucca nella favola- prof.ssa Marinella Olivieri

La prof.ssa Giulia Palamà leggerà una sua poesia: La zucca

Moderatore: dott. Antonio Liguori- Gazzetta del Mezzogiorno
Seguirà buffet e premiazione dei vincitori del contest culinario- A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato

L’evento avrà luogo presso Il Covo della Taranta- C.so Garibaldi 13 a Galatina
Il contest culinario inizia alle ore 17:00
Il convegno inizia alle ore 19: 00
Il buffet inizia alle ore 20:30

Marinella Olivieri
Presidente dell'Associazione Culturale Galatina Project
 
Di Antonio Mellone (del 25/12/2015 @ 23:45:37, in Presepe Vivente, linkato 3239 volte)

State per compiere un viaggio nel tempo e nello spazio.

Il presepe quest’anno è allestito all’interno del Parco del palazzo baronale di Noha che tutti chiamano Castello.

Per godere appieno della visita, vi consigliamo vivamente di soffermarvi sui dettagli, tutti autentici, che potrete apprezzare in ogni angolo del percorso, frutto di una capillare attività di ricerca storica su luoghi, mestieri, profumi e sapori, e di una scuola e un lavoro di attenzione ai particolari che dura mesi.

Tutto questo fa del presepe di pietre e di gente di Noha un museo/teatro dove anche il visitatore può interagire con personaggi e interpreti del copione, diventando a sua volta attore-protagonista della scena.

In questo presepe non noterete sforzo di arte drammatica, non affaticamento da troppa recitazione: in quanto il pastore ha davvero il suo gregge di pecore e di capre portate al pascolo ogni giorno; il contadino vanga e rivanga le zolle ed attende il frutto dalla terra anche al di là del presepe vivente; il fornaio è fornaio vero che produce il pane quotidiano; e così la sarta, il ciabattino, il maniscalco, lo scultore, il fabbro…

Anche gli angeli, forse, lo sono oltre il Castello ed oltre le feste.

Lungo il tragitto si ha modo di ammirare alcuni tra i beni culturali più antichi e importanti di Noha.

A metà del cammino s’incontra l’originalissima vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty, coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della misteriosa Casa Rossa (la casa delle meraviglie nohana che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì) della quale, proprio all’ingresso del presepe, ma dall’altra parte della strada, al di là del muro di cinta, potete osservare il primo piano con tetto spiovente.

Di fronte alla vasca ovoidale, la costruzione che ospita il palazzo di Erode è la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso. Ospita ancora un impianto idraulico ed elettrico tecnologicamente molto interessante, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità.

Continuando nel viaggio, incontrerete il bene culturale più antico e interessante di Noha, bello da mozzare il fiato: la straordinaria torre del XIV secolo (1300) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto.

Dall’aspetto severo, militaresco, tremendo, la torre medievale di Noha era capace di generare, specie nei giorni di tempesta, timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse. Ma più forte era la paura di saccheggi, uccisioni e rapimenti da parte dei filibustieri di ogni risma.

Fra’ Leandro Alberti in un’opera del 1525 dal titolo: “Descrittione di tutta l’Italia” definisce questo maniero come “il fortissimo castello di Noja [Noha] posto in forte loco”.

La torre di avvistamento e difesa, intorno alla quale si organizzò il castello, la corte, e il resto del piccolo centro, raggiunge i dieci metri d’altezza. La costruzione è coronata da una raffinata serie di archetti e beccatelli che ne sottolineano il parapetto alla sommità.

Più avanti, prima di giungere nell’osteria, dove potete degustare i prodotti del campo e delle fattorie locali, si osserva uno scorcio delle cantine del Castello, con le enormi botti in legno nelle quali si invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha nello stabilimento omonimo, a due passi dal parco, e imbottigliato a Martina Franca.

Avvisiamo i visitatori che è possibile chiedere agli addetti al presepe informazioni sulle diverse tipologie di bestiame e le svariate razze di volatili presenti nel presepe; e, volendo, ai pastori di accarezzare gli agnellini in tutta sicurezza.

Dopo la doverosa sosta all’interno delle rugose mura della grotta della natività, proseguendo sul sentiero tracciato, all’uscita dal parco, avrete modo di apprezzare il gruppo scultoreo e monumentale delle casiceddhre, ubicate sulla sommità dei forni del Castello, che tante leggende hanno suscitato nel popolo salentino.

Vi ringraziamo per la visita alla nostra Bet Lèhem, che significa, appunto, casa del pane. E a proposito di pane, all’uscita, oltre alle altre specialità, vi aspettano le fragranti pucce con le olive appena sfornate.

Questo e molto altro si scopre viaggiando in questo luogo incredibile custodito nel cuore di Noha.

*

Signore e signori, grazie per la vostra generosità. Le vostre libere offerte e, ovviamente, il passaparola ai vostri parenti e amici, ci daranno la forza di continuare a realizzare anche in futuro rappresentazioni popolari, non solo natalizie, come questa. E, oltretutto, di recuperare e valorizzare i beni culturali del nostro Salento.

Auguri a tutti voi di buone feste. E arrivederci al prossimo appuntamento.

Antonio Mellone – per l’Ass. Presepe vivente di Noha

 

Nuovo appuntamento su Radioinondazioni con Paola e Simona. In diretta dalla Piazza Castello di Noha dalle ore 19.30 alle 21.30. Ospiti della serata il famoso gruppo Rino's Garden, freschi del loro "Pagliacci Tour" e con la loro musica ci faranno rivivere il grande Rino Gaetano!

Sintonizzatevi!

 

 

 

Qualche nota che raccogliamo dalla loro pagina myspace: "I Rino's Garden sono ormai una delle band più in vista del panorama musicale salentino,ma non solo. Con oltre 400 live all'attivo dall'estate 2008, la band ha scosso e animato le piazze e i locali di tutto il Salento, esibendosi con la sua musica anche oltre i confini provinciali e regionali, con tntissime tappe in tutta Italia. La band è composta da 6 elementi :Andrea Melileo (voce); Matteo Cannavacciuolo (batteria); Francesco Fersini (synth e cori); Giuseppe Ciullo ( basso); Giacomo Carlino (chitarra ); Francesco Verdicchia (Piano).
Il progetto Rino's Garden nasce come omaggio al grande Rino Gaetano, ma è arricchito delle varie esperienze e influenze musicali personali dei suoi musicisti. Dal vivo ne viene fuori un sound vivace e allegro, uno spettacolo che coinvolge il pubblico presente dalla prima all'ultima canzone, pubblico che diventa parte integrante dello spettacolo stesso, con un repertorio di brani di Gaetano contornato da svariate contaminazioni, passando anche da brani folk. Un live ricco di colpi di scena!
Nell'estate del 2010 esce il primo singolo inedito della band, brano che da ottobre 2010 è in rotazione su oltre 500 radio italiane con diverse pubblicazioni su riviste di settore e web e il video clip passerà per numerosissime tv indipendenti, sky, con buone possibilità di entrare in circuiti come Mtv,rocktv, match music, ecc. Inoltre è accompagnato da un altro brano il cui titolo è "Pagliacci", che dal il nome all'attuale tour e al cd in uscità per il 2011"

 
Di Redazione (del 28/05/2014 @ 23:30:01, in Comunicato Stampa, linkato 2616 volte)

Venerdì 30 Maggioalleore 19.00, in via Scalfo n.5 – Galatina, presso la sede dell’Istituto Immacolata ASP sarà presentato il nuovo piano editoriale de “Il Galatino”. Il quindicinale d’informazione salentino con una storia di 47 anni sulle spalle, si rinnova, nel solco della tradizione cambia pelle e si apre ai novi media, diventando social. Il nuovo giornale vuole essere una piattaforma aperta di confronto, dove tutti i contributi possono servire alla crescita culturale della Città. Sicuramente qualche volta avrai pensato “Ma perché nei mezzi d’informazione non si parla mai di questo argomento o di quel tema?”. Se ti è capitato, adesso è il momento di far valere la tua fame di notizie attraverso la discussione #informamisuquesto, promossa da “Il Galatino” e Inondazioni web tv, finalizzata alla ricerca di nuovi temi e nuove proposte per un’altra informazione, quella che ti appassiona di più, che ti è vicina e che ti coinvolge direttamente.

Partecipare è semplice: basta scrivere le proprie idee e/o proposte di temi sulla bacheche di facebook o twitter de “Il Galatino” inserendo nel post l’hashtag   #informamisuquesto .

La voglia di partecipare allo scambio di idee non si è esaurita? Donaci cinque minuti del tuo tempo compilando un questionario qui

Tra tutti i partecipanti all’iniziativa, inoltre, verranno estratti i vincitori dei cinque abbonamenti gratuito per un anno a “Il Galatino” messi in palio.

Libera la tua fame d’informazione, il Galatino ti ascolta!

 
Di Albino Campa (del 15/12/2012 @ 23:25:45, in NohaBlog, linkato 2695 volte)

Certamente per i bambini il momento più atteso era quello di gustare le ricette natalizie delle nostre nonne.
Prima di tutto le cateddhrate.
Sinuose e dorate, la loro figura in alcuni punti si strozza e si apre nel centro per accogliere ancora più miele: adagiate serene nel vassoio, che crea un tappeto d'eccezione per loro, sul liquido color oro: era veramente bello gustare quelle sferette colorate che si scioglievano al contatto con il miele.
I porceddhruzzile corteggiano, piegandosi ai piedi di queste, e alcune volte giungono ad un'unione profonda, dovuta al miele, tanto che diventa quasi impossibile scinderli o staccarli.
Così, nel Natale della nostra frugalità, questo strano dolce era l'unica nota di lusso per il suo aspetto dorato e perchè per la sua preparazione erano scelti ingredienti essenziali ma gustosi e raffinati.
Ciò dimostra che alcune volte l'essenzialità è sinonimo di classe, e non c'è proprio bisogno di arricchire con fronzoli superflui qualcosa che è già buono e bello per sua stessa natura.
Ed ancora una volta la semplice tradizione vince anche il tempo e le invasioni delle altre culture che non intaccano assolutamente leccornie antiche, come sono le carteddhrate ed i porceddhruzzi, che rimangono per fortuna ancora uno dei simboli del Natale nohano e salentino.
Per una festività così importante qual è il Natale, anche i preparativi culinari iniziavano con molto anticipo per permettere alle massaie di lavorare con calma, per garantire l'ottima riuscita delle leccornie natalizie.
Ed è proprio di questo periodo che conservo i ricordi migliori e più nitidi della mia infanzia che vi assicuro è di molti anni fa.
Era infatti uno dei giochi più gustosi per me guardare mia madre e mia nonna che preparavano i dolci di Natale. Vedevo nei loro gesti, oltre alla maestria e all'abilità, i segreti di un'arte affascinante e misteriosa.
Certamente nel periodo natalizio per noi bambini quello più emozionante era proprio questo, poiché si assaporava  in tutti i sensi l'attesa della festa (e si sa che l’attesa è da sempre di gran lunga migliore della stessa festa).
Altro che pudding inglese. Se poi alle carteddhrate ed ai purceddhruzzi aggiungete le pittule il quadro è completo. Se da anni la ricetta è rimasta invariata, sicuramente un motivo ci sarà.
Ancora oggi non mancheranno su tutte le nostre tavole i simboli della nostra tradizione. 
E allora buon appetito, e auguri a tutti per un buono e santo Natale.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Albino Campa (del 16/05/2012 @ 23:21:17, in Eventi, linkato 3413 volte)

La compagnia teatrale di S. Caterina il 20 Maggio alle ore 20.00 presso il teatro della Madonna delle Grazie "Noha" ha l'onore di rappresentare una commedia di Vincenzo Abati " LU PUPARU "...

Divertimento assicurato... Vi aspettiamo in numerosi!!!!!!!!!!!!!

Per info contattateci sul sito della compagnia. " compagnia teatrale S. Caterina Galatina "

 

 
Di Albino Campa (del 21/05/2009 @ 23:19:52, in S.Maria della Porta, linkato 4595 volte)

pisanello-2.jpg S. Maria della porta nell’antico casale scomparso di Pisanello ed i suoi segreti. Pisanello fu un casale bizantino come si evince da un documento risalente al 1427 ed era ubicato tra Noha, Sogliano, Galatina, in una favorevole posizione viaria. La sua fondazione corrisponde alla tipologia insediativa “basiliana” che presuppone un ruolo di polo attrattivo svolto da un luogo di culto come appunto quello di S. Maria della Porta, di altre cappelle come S. Anna, presso il casale vicino di Pisano, S. Antonio, S. Maria di Cantalupo, S. Nicola, S. Eulalia, S. Maria della Candelora e di altre chiese rurali ormai scomparse che crearono nella zona una vasta trama di sedi di culto.
Una stele con una iscrizione messapica del IV secolo a.C., trovata nel 1882 ed attualmente visibile al museo civico Cavoti di Galatina, i resti di vasi in terracotta rinvenuti nella zona e la presenza di frammenti di ceramica risalenti allo stesso periodo ritrovati in un campo posto ai confini di ponente della contrada di proprietà della famiglia Giannini, ci possono far pensare ad un insediamento messapico nella zona. Infatti l’enorme quantità di frammenti, la varietà delle fatture dei vasi, la loro concentrazione fanno presumere che in questa zona poteva esistere una fornace con centro di vendita oppure un grosso centro commerciale distrutto per cause ignote . pisanello-1.jpg
Una leggenda vuole il passaggio di S. Pietro in questa contrada. L’apostolo, provenendo da Otranto, avrebbe sostato e riposato su di masso esistente nella zona. Anche le leggende, però, vanno alimentate, così il celebre vescovo di Otranto, ma dimorante a Galatina, Gabriele Adarso De Santader nel 1670 trasferì questa pietra dalla contrada dove si trovava alla chiesa matrice dove attualmente è conservata, lasciando sul posto una colonna con l’iscrizione memoriale ” hic S. Petri defessi levamen ” qui riposò le stanche membra l’apostolo Pietro.
Il De Giorgi inoltre attribuisce la distruzione del casale ai soliti saraceni; interessante a questo proposito una graziosa filastrocca raccolta dal Casotti nel libro “Opuscoli rari” edito a Firenze nel 1874, ed alludente alle “acchiature “ cioè i tesori nascosti del territorio: ” Pisano e Pisanello distrutti fur dai mori sotto l’altar maggiore si trovano i tesori “. Questo episodio può essere avvenuto nel V secolo con le guerre gotiche oppure nel 944 per opera di pirati algerini, oppure di mori che altro non sono che i turchi i quali, conquistato Otranto nell’ agosto del 1480, rivolsero le attenzioni con brevi scorrerie all’interno del territorio salentino. In una di queste incursioni, in cui perse la vita il conte Giulio Antonio Acquaviva di Conversano il 7 Febbraio del 1481 , vennero messi a fuoco non solo Soleto e Galatina, ma anche tutti quei piccoli casali senza mura che, da quel momento in poi, rimangono disabitati. Non a caso dalle visite pastorali e dai sinodi otrantini che vanno dall’inizio del XV secolo fino alla fine del XVII il casale Pisanello è riportato come loco inabitato.
Dai registri angioini il casale risulta infeudato fin dal tempo di Carlo I d’Angiò che lo aveva concesso a Boemondo Pisanello e che alla sua morte era passato al figlio Guglielmo il 13 Settembre 1275. Succeduta al padre Guglielmo, Caterina Pisanello nel 1329 porta in dote al marito una vasta baronia che oltre a Pisanello comprendeva Alliste, Felline e quote di Carpignano, Tutino, Puzzomanno, Pisignano ecc.. Durante il XIV secolo Pisanello era incluso nei territori di Gualtiero VI di Brienne conte di Lecce, nel 1353 fu infeudato a Filippo di Altomonte, successivamente nel XV secolo agli Alami. Nello stesso secolo passò a Luigi Dell’Acaia poi a Vincenzo e Antonio De Noha, anche se nel 1489 Antonello De Noha, indebitato per oltre 104 ducati verso i fratelli Zaccaria di Venezia, subisce il pignoramento di Pisanello e Noha . La famiglia d’Acaya lo possiede fino al 1525.
Le nozze tra Adriana De Noha e Girolamo Montenegro mutarono l’intestazione feudale a nome dei Montenegro. Dopo un breve possesso di Orazio Guarini, che aveva acquistato Pisanello nel 1606, il territorio entrò a far parte della vastissima baronia degli Spinola con Galatina , Soleto, Noha, ecc. Da un documento presente nell’archivio di stato del notaio Emilio Arlotta del 22 Luglio 1906, registrato al n° 93 del repertorio generale ed al n°610 dello speciale, relativo alla domanda di separazione di Noha dal comune di Galatina, risulta che Noha ebbe autonomia comunale fino al 1811, quando venne fagocitata dalla potente Galatina. Dal documento si evince anche che Pisanello, suffeudo di Noha sin dal 1200 fino all’epoca catastale, ha gli stessi diritti del feudo di Noha a cui era legato. Infatti molti documenti del casale di Pisanello sono legati alle vicende del feudo di Noha, come risulta da un documento di un contratto del 1439 con il quale Boezio De Noha compra dal principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo i possedimenti di Sava e Giurdignano avendo già Pisanello, Villanova, Alliste, Felline ecc. e in questa direzione vanno fatte le prossime ricerche. Passando ora alla descrizione della cripta di S. Maria della Porta faremo alcune congiunture che sono ancora da verificare. La cripta situata lungo una strada campestre a pochi centinaia di metri dalla strada statale 476 è di proprietà delle sorelle Gaballo, ha l’invaso originale non più visibile. Questo invaso si potrebbe trovare sotto od attorno all’attuale complesso architettonico, costituito da un chiostro scavato e da una chiesa in muratura, datata 1889, con copertura a cupola di forma circolare. Sicuramente il chiostro di quello che doveva essere un cenobio basiliano scavato nel tenero tufo sul finire del XIX, secolo come abbiamo visto dall’iscrizione presente sul mosaico della chiesa circolare, diviene un cosiddetto giardino di delizia, prova ne sia appunto il mosaico che ricopre non solo la chiesa ma anche il chiostro con la presenza di gradino sedile, fontane e ninfei fatti con le conchiglie. Il cenobio basiliano era nell’attuale zona della chiesa che stranamente ha una forma circolare che ben si adatta alla zona dell’ingresso dell’antico monastero. Attualmente rimangono a testimoniarlo tutt’intorno alla chiesa un’intercapedine che, dietro all’altare, sembra portare ad un corridoio o “dromos” ed alle cellette dei monaci. L’antica cripta doveva avere tre navate divise in nove campate da quattro pilastri come nella cripta di S.Salvatore a Giurdignano. Inoltre la cripta, come altre chiese di rito greco, doveva essere triabsidata e con un’esposizione est-ovest.
Non ci sono tracce di arredi litoidi, iconostasi od altro tra “bema” e “naos”. Il chiostro con la chiesa si trova cinque metri sotto il piano della campagna e con l’edificazione del complesso edilizio di cui abbiamo riferito ha subito notevoli trasformazioni e, purtroppo, danni da parte di vandali o tombaroli poco attenti verso questo bene storico.

autore: Raimondo Rodia
Fonte: http://galatina.blogolandia.it

 
Di Antonio Mellone (del 05/08/2021 @ 23:14:57, in Fetta di Mellone, linkato 1257 volte)

Pensavo a quanto sia improprio chiamare “Prima” (come quella della Scala di Milano - di cui francamente ho sempre apprezzato le contestazioni e detestato la mondanità dei lupi in platea travestiti da visoni, quando non in marsina) il concerto inaugurale di una rassegna organistica.

Elucubrazioni da preludio le mie (nel senso etimologico di prae – prima e ludus gioco), formulate mentre in auto percorrevo i circa 45 chilometri che separano Noha da Salve, nella cui chiesa madre, assiso all’Olgiati-Mauro del 1628, il M° Antonio Rizzato ridava fiato alle canne facendo avvicendare, in concorrenza tra loro, i secoli distesi sui suoi spartiti musicali.

Ne avrei percorsi il doppio, di chilometri, pur di non perdermi l’esibizione del Rizzato che conosco ormai da un decennio (lavoravo in quel di Lequile, terra sua, quando lo conobbi), noto ormai ovunque per il rigore dei suoi studi, la disciplina, direi pure l’intransigenza e il bisogno di perfezione in tutte le sue esecuzioni - improvvisazioni incluse.

Non sarei mancato comunque il 24 luglio scorso al taglio del nastro della settima stagione artistica del Festival Organistico del Salento, non soltanto per gratificare gli sforzi degli incrollabili organizzatori, ma proprio per la mia direi quasi innata passione nei confronti di uno strumento che può riservarti mille sorprese, e parimenti per la responsabilità che avverto nel mio essere salentino: certi beni culturali locali come gli organi a canne (antichi e moderni) si salvano solo attraverso la coscienza, risultato del processo di partecipazione di un popolo.   

Mo’ non è che io mi stia profondendo in grandi salamelecchi nei confronti di un Festival Organistico per via del fatto che Francesco Scarcella, il maestro direttore, è un amico mio, tanto che nel 2020, una settimana prima che il mondo si fermasse a causa di un virus, tenne nel duomo del mio paese un concerto che resterà negli annali della storia patria nohana: ne parlo invece perché chiunque si degnasse di ascoltare l’organo a certi livelli, come quelli di codesto concorso musicale, non potrà che riceverne giovamento intellettuale e direi anche sensoriale e fisico (a proposito di benessere e di anticorpi contro ogni patologia in forma epidemica).

Pensavo (per ritornare al tema introduttivo) che ogni concerto d’organo è una Prima.

Mi spiego meglio. Sapete, ogni organo a canne è un pezzo unico. Nel mondo non esistono due organi a canne identici: al più simili, ma mai uguali tra loro. Sono strumenti fabbricati da artisti più che da artigiani, e di industriale hanno ben poco: progettati uno per uno, tengono conto dell’ambiente nel quale vengono poi assemblati (a terra o in alto, incassati su di un balcone in navata o in controfacciata, o nel presbiterio, oppure nella cavea di in un auditorium o incastonati chissà dove a teatro). Ergo il suono di un organo a canne varia sempre. Non solo in funzione della macchina stessa, della sua potenza, del numero di canne, dei timbri, dei materiali, delle dimensioni e delle forme, cambia anche in base all’aula, alla sua acustica, al suo grado di insonorizzazione, e risente della numerosità dei presenti, e financo del loro abbigliamento. Il suono si aggiusta in rapporto alla pressione atmosferica, alla temperatura, al tasso di umidità, ed è condizionato dalle trasmissioni, dalla fisionomia della cassa armonica, e da mille altre variabili. Ed è diverso ovviamente a seconda dell’autore dei segni sui pentagrammi e dell’organista interprete, anch’essi nel novero dei numeri primi.

Ecco perché la Prima di un concerto non può che essere anche l’Ultima. Avete presente il primo bacio dato a una ragazza (o a chi volete voi)? Agognato, sospirato, forse strategicamente procurato. Sapete già sin dall’inizio che quel primo bacio (che ricorderete a lungo) non si ripeterà mai più, e non ce ne sarà un altro simile a quello, perché dopo averlo dato diventerà il vostro ultimo primo bacio.

Cos’è mai un concerto d’organo a canne? – vi chiederete.

Un musicografo (rosa) tra le parole piano e forte.

Antonio Mellone

P.S. L’immagine che mi ritrae alle prese con il Continiello di Noha del 1971 sostituisce la consueta vignetta satirica.

 
Di Albino Campa (del 21/09/2011 @ 23:07:32, in Recensione libro, linkato 3372 volte)

Se c’è una cosa in libreria che mi dà il voltastomaco e mi fa stringere i pugni e digrignare i denti e che inevitabilmente a priori mi porta a non acquistare un libro è vedere quelle maledette fascette colorate avvinghiate alle copertine, come sanguisughe che ne azzoppano il fascino decimandone la capacità seduttiva. Scelte editoriali alquanto discutibili perché, diciamocelo francamente, bisogna essere alquanto sempliciotti per scegliere un libro solo per il fatto che milioni di persone l’abbiano già letto, o perlomeno acquistato, prima di noi oppure che l’autore abbia già scritto quel tale romanzo. 

Detto ciò, il libro che intendo presentarvi mi è stato regalato e come tale non poteva non avere un’orrenda fascetta gialla, che tra l’altro stona tantissimo con la copertina, che già di per sé non è il massimo. Io non l’avrei acquistato per i motivi di cui sopra, ma per fortuna esistono gli amici che a Natale non si dimenticano di noi. Potete quindi immaginare la faccia che ho fatto quando l’ho tirato fuori dalla carta regalo e orgoglioso me lo sono portato sotto il naso: era come se si ostinassero a gettare secchiate di rabbia e tristezza sul mio volto al solo scopo di distorcerne i lineamenti in una smorfia di disgusto. Fatica inutile però: vi sareste aspettati come minimo un urlo, un lancio fuori dalla finestra o in pasto a qualche cane o gatto, e invece ho riso di gusto leggendo le tre righe stampate su quella odiosa fascetta gialla: “I milanesi sono tosti come i rovi negli anfratti ed hanno ben donde d’esserne fieri, ma un salentino a Milano è un girasole in cantina”.

Solo per questa ragione non l’ho strappata quella orribile fascetta, ma non la potevo nemmeno lasciare lì dov’era per una questione di coerenza: quindi l’ho usata come segnalibro e mi ha accompagnato di pagina in pagina nella piacevole lettura di “Lecce – Ravenna. Andata e ritorno” di Maurizio Monte (Edizioni Clandestine, pp. 152, 2006). L’ho letto d’un fiato e mi ha fatto ridere, sognare, riflettere e anche piangere. E mi è venuto da pensare che delle volte un libro è in grado di sceglierti tra milioni di lettori, magari ti indica con l’ausilio di qualche fascetta colorata e tu gli corri incontro, lo apri e ti lasci accarezzare dalle storie che scorrono impetuose tra le sue righe.

Il libro di Monte l’ho fatto mio, me ne sono impossessato a tal punto che Demenzano, il paesetto dell’estremo sud-est Italia in cui è cresciuto il protagonista del romanzo, è diventato il mio paese; mi sono identificato nei giovani che vivacchiano nella piazza assolata, spaesati, aspettando che il lavoro li caschi sui piedi e che un bel giorno decidono di prendere il primo treno per il Nord. Allora scappano via ricolmi di odio per quella terra che dopo averli cresciuti ora non è in grado di regalarli un futuro e li abbandona per strada. Partono certi di non voler far più ritorno a casa, sicuri di riuscire a dimenticare.     

Quello che ci racconta il brindisino Monte, con uno stile abbastanza ricercato e mai banale, è una favola (con morale esplicita) che noi salentini conosciamo bene e che ha come titolo “emigrazione”. È la storia di un certo Saverio che è costretto a scappare dalla sua terra, a sfuggire a quel circolo vizioso che si chiama precariato. Arrivato a Ravenna però la nostalgia inizia a scavare tra i sui ricordi e porta a galla suoni, odori, immagini, sentimenti di un estremo sud che non aveva mai apprezzato appieno, ma che ora nella caotica città emiliana rappresentano il miraggio che gli da la forza per andare avanti.

Un mélange di aneddoti, descrizioni minuziose e intelligenti aforismi, con contorno di denuncia sociale, fanno di questo romanzo un libro che vale la pena leggere. Pazienza per la fascetta colorata!

Michele Stursi
 
Di Albino Campa (del 07/07/2011 @ 23:01:46, in RadioInOndAzioni, linkato 4120 volte)

Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone sulla nostra 'RadioInOndAzioni' apparso sull'ultimo numero de "il Titano", supplemento economico de "il Galatino", n. 12 del 24 giugno 2012. Insomma W Interet Libero, W la libertà!

Il Titano La Puglia passerà al digitale terrestre entro la fine del corrente anno o al massimo entro il primo semestre del 2012. Questa bella notizia apprendiamo leggendo il calendario del passaggio al digitale. Tradotto in parole semplici vuol dire che per poter guardare i programmi della televisione saremo costretti – come hanno fatto o faranno anche in altre regioni – a riempire le nostre case di alcune scatole chiamate “decoder” da collegare in qualche modo all’apparecchio televisivo. Senza questo decoder le nostre televisioni (a meno che non siano acquistate in tempi recenti con il marchingegno incorporato) diventerebbero un semplice soprammobile.

Fonti più che attendibili ci informano che il digitale terrestre di fatto è un digitale sottoterrestre (o extraterrestre: cioè roba dell’altro mondo), in quanto si tratta di un vero e proprio ferrovecchio, una tecnologia obsoleta morta e sepolta ma temporaneamente risuscitata dall’endemico italico conflitto d’interessi che sembra avere quale obiettivo precipuo quello di far fare i soldi a chi i soldi li ha già: in questo caso i proprietari (più ricchi) delle vecchie reti televisive. Il tutto a discapito dell’innovazione vera, della democrazia e della libertà d’informazione.

Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.

C’è una tecnologia che invece sta crescendo a ritmi esponenziali (almeno in altre parti del mondo non tanto distanti dal patrio Jurassic Park), ed è la connessione ad Internet.

In rete si possono vedere già da oggi, anzi da ieri l’altro, centinaia di canali televisivi: a condizione che la linea arrivi, che sia veloce e che abbia un costo ragionevole. L’Italia purtroppo sembra relegata ad uno degli ultimi posti quanto a connettività (a momenti la Libia ha più connettività di noi), visto che le suddette tre condizioni necessarie non sono pienamente realizzate, e questo per precise scelte strategico-politiche volte a trasformarci tutti in pecore mute da tosare in tranquillità e possibilmente con il sottofondo della voce del padrone.

Mentre in altre parti del mondo si studiano “ponti unici di comunicazioni”, come sta cercando di fare Microsoft con l’integrazione in Skype di molte piattaforme (MSN, Lync, Hotmail, Outlook, Exchange…), in Italia stiamo perdendo terreno, tempo e denaro con il digitale terrestre e con i decoder. Ma tant’è.

Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.

Queste persone non bisogna rintracciarle a “Chi l’ha visto?”, né dall’altra parte del globo, ma vivono e operano accanto a noi. Per accorgersene basta aprire gli occhi e magari connettersi in rete.

Uno dei protagonisti della locale rivoluzione cultural-tecnologica in corso è il mite ma determinato nostro concittadino Tommaso Moscara. Il quale, non pago dell’esperienza non semplice di aver dato i natali e linfa continua al cliccatissimo sito www.galatina2000.it, luogo ormai topico di incontro e di dibattito della Galatines’ community, s’è messo in testa anche di “fare la radio”: la neonataRadioIndOndAzioni(d’ora in poi Radioinondazioni).

Radioinondazioni non è una radio come le altre tradizionali che trasmettono con le frequenze in FM. Radioinondazioni – ascoltabile su Galatina2000.it e su Noha.it e sicuramente su altri siti sui quali è stata “importata” – è una web-radio, cioè  una radio on-line che permette agli utenti di tutto il mondo di collegarsi per ascoltare in streaming musica e pensieri trasmessi dal computer di un altro.

Moscara ha pensato bene che fosse ora di inondarci di novità a partire da Galatina, la bella addormentata nel Salento, e ha dato vita ad una radio che non è un juke-box senz’anima e a basso costo (i veri costi di una web radio sono il tempo da dedicarle, la determinazione, e la voglia di mettersi in gioco) ma un cuore vivo e pulsante, un collettore dinamico di arte dei suoni e informazioni, un marchingegno che ricorda il tempo rivoluzionario di trenta e passa anni fa, quello delle radio libere (di cui Tommaso sembra aver sempre avuto il pallino).

La prima web radio di Galatina, dunque, è un microcosmo che sta interessando una crescente fetta di pubblico giovanile (giovani di tutte le età, s’intende) grazie anche a quell’aggregatore di ascolti e moltiplicatore di social network che è Facebook, acceleratore di particelle di questa bellissima neorealtà. Sono questi i passi che porteranno anche in Italia il fenomeno che da tempo si registra negli Stati Uniti: cioè il sorpasso degli ascolti delle radio “solo web” su quelli delle radio in FM.

In un futuro non tanto lontano non ci si collegherà alla web radio soltanto stando seduti a tavolino con il computer (e internet) acceso, ma anche in mobilità, tramite I-Phone e altri apparecchi da casa, in auto, e persino in spiaggia, anche senza il bisogno di accendere il computer.

Nella neonata Radioinondazioni s’è voluto addirittura strafare con le novità. Ci sono dei programmi originali ed in diretta come il “Tutti pazzi per la radio” in cui la creatività di alcuni ragazzi straordinari di Galatina si manifesta in forme finora considerate inedite; ci sono programmi culturali di approfondimento sui libri, come quello condotto da Michele Stursi addirittura da Pisa (per una web radio lo studio è il mondo, nel senso che si può avere un ospite “in studio” anche a mille e passa chilometri di distanza); c’è ancora il programma “il Lunedì” condotto da Francesca dalla bella voce e soprattutto dalla dizione finalmente non marcatamente paesana, anzi attenta all’ortoepia, cioè alla corretta pronuncia delle singole parole, e dei suoni della lingua, ma anche alla forma e alla terminologia.

Sì, ci sia consentita questa breve digressione: la radio è una palestra per gli speaker e fare una radio glocal come questa che ha l’ambizione di travalicare gli angusti “confini provinciali” significa anche migliorarsi prestando attenzione all’accento, alla dizione ed alla cadenza, che nei limiti del possibile dovrebbero essere senza pesanti o meschine inflessioni (benché il nostro salentino non presenti intonazioni enormemente difformi da quelle della lingua nazionale). E finanche a Galatina s’inizia ad abbandonare il “carzilarghismo” per prestare finalmente attenzione alla rotondità del linguaggio studiato e connaturale insieme e alla ricerca di una cadenza che non stanchi e che non aberri dalla caratteristica modulazione della lingua italiana. Punto.

Non si può, infine, non citare “Quello che le donne non dicono”, il programma con la musica che si crea addirittura dal vivo. È la trasmissione-spettacolo condotta per due ore di seguito ogni venerdì a partire dalle 19.30 dalla pittrice Paola Rizzo, in diretta dal suo studio d’arte ubicato in Piazza Castello a Noha (e ritrasmessa in replica in altre giornate ed orari). Qui, di volta in volta, viene invitata una band emergente per live acustici in studio, come ad esempio i Rino’s Garden, gli Indi-Ka, i Muffx, gli Adria, i Camden, Gigi Cinto, i Ghigni Five, i Toromeccanica,  gli Shotgun, i Jack in the head, e tanti altri ancora. È incredibile la grinta e l’alto livello professionale di questi giovani gruppi dalla firma per lo più anglofona: il che la dice lunga sull’orientamento culturale prevalente.

Radioinondazioni è una radio giovane, alle prime armi, ma con tanta voglia di crescere e di trasmettere musica e programmi, anche di nicchia. Non avendo l’assillo dello share, infatti, su Radioinondazioni si potrebbe perfino parlare di filosofia o di matematica o di diritto o di beni culturali o di educazione civica, insomma di materie che – solo ad evocarle – potrebbero provocare l’urticaria da allergia alla massa dei grande-fratello-dipendenti.

Radioinondazioni ha molta strada da percorrere e, a detta del suo fondatore e dei suoi amici collaboratori, c’è ancora tanto da fare e migliorare, per esempio nella puntualità dell’inizio dei programmi o nell’organizzazione o nella pianificazione del palinsesto o in dettagli tecnici che talvolta hanno fatto registrare fastidiosi fruscii in cuffia soprattutto nel corso di qualche concerto dal vivo… Ma, a pensarci bene, questi sono lussi che Tommaso Moscara può permettersi. Questo coraggioso pioniere, infatti, ha il torto ed il merito di aver fatto la prima web radio nella storia di Galatina.

 
Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 21/09/2013 @ 23:00:38, in Eventi, linkato 3759 volte)

E’ alla sua prima edizione il Gran Galà Equestre di Noha, “Città dei cavalli”, con inizio alle ore 15.30 presso il locale campo sportivo comunale trasformato per l’occasione in ippodromo-palcoscenico dell’evento.  

Si tratta di esibizioni artistiche di dressage da parte di cavalli e cavalieri, tutti campioni di rango provenienti da ogni parte d’Italia, con volute, coreografie con gruppi di ballerini, danze, movimenti geometrici, volteggi acrobatici da suspense diretti da registi, allevatori, maestri ed esperti di alte scuole equestri.
I cavalli ospiti d’onore verranno accolti dalla sfilata dei cavalli e cavalieri primi classificati nelle diverse specialità della fiera dell’8 settembre (cfr. scheda). 
In questo inedito show salentino si misceleranno tradizione ed innovazione, indissolubilmente legate dalla passione per i cavalli, amici dell’uomo e della natura.  

Antonio Mellone

(trafiletto apparso con variazioni sul numero di settembre di quiSalento)

 
Di Redazione (del 15/12/2015 @ 22:57:25, in Presepe Vivente, linkato 2764 volte)

Piccola ma preziosa, Noha sembra svelare ogni anno un gioiello nascosto e la rappresentazione del presepe vivente è l’occasione per valorizzare e far conoscere le peculiarità della graziosa frazione di Galatina.  E’ così che l’ambientazione della nascita di Gesù, e di tutto quello che nel frattempo si svolgeva intorno, lo scorso anno fece scoprire ai visitatori la misteriosa “Casa Rossa” e le caratteristiche “Casiceddhre” e, ancora prima, la bella architettura rurale della masseria Colabaldi.

Per questa edizione i solerti nohani si sono impegnati nel recupero del parco del Castello, da anni inaccessibile e tristemente lasciato all’abbandono.

E’ qui che spicca la Torre Medievale del XIV secolo e ciò che rimane del ponte levatoio, due pezzi di storia locale che, grazie all’impegno di tutti, dopo un lungo periodo di pulizia e messa in sicurezza, faranno da nobile scenografia alla sacra rappresentazione.

E tra ambientazioni bibliche e popolari si scorgono i frammenti di un passato salentino quasi dimenticato, come le cantine con le enormi botti di rovere dove s’invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha e imbottigliato a Martina Franca, una piscina in perfetto stile Liberty, il particolare impianto elettrico e idraulico del castello e l’acquedotto.

In questi suggestivi scorci si muovono i personaggi che animano il presepe e che, oltre agli artigiani – reali - come lo scalpellino, il falegname, la ricamatrice al tombolo, il maniscalco, il calzolaio e molti altri, comprendono anche pecore, agnellini, capre, mucche, il bue e l’asinello, conigli, maialini, cinghiali, vitelli, galline, pavoni, anatre, e, dato che Noha è conosciuta come “la Città dei Cavalli”, anche i bei destrieri di casa. 

Non mancano anche gli angoli per rifocillarsi lungo il cammino nella storia, con piccoli stand dove è possibile gustare pasta fatta in casa, “pittule”, panini imbottiti, dolci natalizi, formaggi, “schiattuni di cicora” e vin brulé.

IL PRESEPE VIVENTE DI NOHA E’ APERTO DAL 25 AL 27 DICEMBRE E NEI GIORNI 1, 3 E 6 GENNAIO, DALLE 17 ALLE 21.30.

Mel

[Fonte: quiSalento, 15-31 dicembre 2015]

 
Si è svolto il 16 Marzo 2019, a Noha (LE), un convegno dove sono stati presentati i primi risultati del progetto di monitoraggio delle acque sotterranee delle grotte Vora Bosco e Grave Rotolo, la più profonda della Puglia.
Vora Bosco Grave Rotolo Finestre aperte sulle Acque sotterranee

Conferenza "Vora Bosco e Grave Rotolo, Finestre aperte sulle Acque sotterranee"

“Le vie dell’acqua” è il titolo della rassegna dedicata alla scoperta del patrimonio e delle criticità geologiche del territorio di Galatina, organizzata da Studio Lagna, con il patrocinio del Comune di Galatina e dell’Ordine dei Geologi della Puglia. Si articola in due incontri dedicati ai temi delle cavità carsiche, delle acque sotterranee e della pericolosità idraulica del territorio comunale.

Il primo convegno si è tenuto il 16 marzo presso il Circolo Arci Levèra di Noha (Galatina – LE) ed è stato trasmesso in diretta facebook, disponibile in questo video l’inizio dei lavori e il primo intervento di Mario Parise:

Vora Bosco e Grave Rotolo, sono due inghiottitoi carsici di grande importanza scientifica: ad oggi, sono infatti le uniche cavità pugliesi note, in cui si raggiunge direttamente la falda profonda dall’esterno.

Grave Rotolo, la grotta più profonda di Puglia, è situata in agro di Monopoli (BA), nelle Murge di Sud Est; Vora Bosco si apre, invece, a poche centinaia di metri dall’abitato di Noha (LE) e rappresenta un perfetto spaccato della geologia locale.

Un progetto di studio, finanziato dalla Regione Puglia, ha permesso il monitoraggio delle acque di falda intercettate dalle due cavità, rendendo possibile la misurazione diretta di una serie di parametri chimici e biologici.

La ricerca, coordinata dal Prof. Mario Parise, geologo dell’Università degli Studi di Bari, ha coinvolto numerosi Enti e gruppi speleologici, impegnati per più di un anno nella raccolta dei preziosissimi dati.

La presentazione dei risultati del monitoraggio ha visto gli interventi di:

Mario Parise – CNR IRPi – Università degli Studi di Bari
“Progetto Vora Bosco e Grave Rotolo”

Francesco De Salve – Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico
“Attività di monitoraggio di una falda acquifera: Vora Bosco”

Salvatore Inguscio – Laboratorio Ipogeo salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo”
“La fauna acquatica sotterranea di Vora Bosco”

Ha moderato l’incontro il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Puglia, Salvatore Valletta

(fonte: www.scintilena.com)
Andrea Scatolini

 

Tre giorni per festeggiare la Festa Europea della Musica. Tra i protagonisti i Toromeccanica, la Giovane Orchestra Salentina di Claudio Prima e il rock, pop e hip-hop di tante giovani band emergenti. Un evento patrocinato da Regione Puglia e Puglia Sound. Protagonista anche la lettura con i fumetti di “Calleo e i Gatti di Venezia” a cura di Lupiae Comix e POST di Paolo Paticchio.

Musica, cultura e arte. Saranno queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, inoltre la presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix, realizzati all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, spiccano I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima, notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA , gruppi emergenti nel panorama musicale salentino.

La Festa della Musica, nata in Francia nel 1982, ha mosso i primi passi verso uno sviluppo più organico nel 1985 in occasione dell’anno europeo della Musica. Dal 1995, è stato fissato una data ufficiale per l’evento, il 21 giugno. In ogni paese europeo vengono organizzate numerose attività che esaltano il ruolo della musica e cercano di favorire gli incontri tra musicisti provenienti da tutta l’Europa.

L’evento galatinese è organizzato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina in collaborazione con l’associazione Galatina2000, proponente dell’iniziativa, con l’apporto dei Laboratori Urbani P.Art e l'Associazione Futura Città. La voglia di realizzare la Festa della Musica anche a Galatina, nasce da un esperimento avviato dall’associazione Galatina2000 durante il periodo invernale: ossia MusicalBox Live Cover, un format web trasmesso quindicinalmente attraverso la piattaforma internet della webtv Inondazioni.it dove, dai locali dei Laboratori Urbani P.Art, giovani cover band si sono esibite in diretta streaming.

Sede principale della Festa della Musica sarà il chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina dove si svolgeranno una serie di attività culturali che hanno lo scopo di coinvolgere in momenti di socializzazione soprattutto i più giovani. Durante le prime due giornate, attraverso la magia dei libri e dei fumetti, si attenderà il buio della notte per accendere la musica. Venerdì 21 giugno, protagonista sarà il rock e il pop dei PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE e T.GARAGE. Mentre sabato 22 giugno sarà il turno del gruppo musicale del Liceo A.Vallone di Galatina, i Safe Crash, con la chicca finale dei TOROMECCANICA, vincitori di Puglia Sound e premio della critica al Concerto del Primo Maggio 2013 di Roma, per continuare fino a tarda notte con Sugar Dj, deejay ufficiale di Fashion Holidays by Ditutto.it.

Domenica 23 giugno invece la manifestazione avrà una doppia sede, il Palazzo della Cultura dove inizialmente sarà l’hip-hop a fare da padrone, con i RAIN WORDS, gruppo musicale dell’Istituto Tecnico “M.Laporta” di Galatina, concludendo con il concerto dei SOOP & NINTAI e il dj set finale di Dj Giorgio Rude, uno dei deejay più amati nel genere reggae-hip hop. Mentre seconda location sarà Piazza Galluccio, a illuminarla sarà per prima l’esibizione dell’ORCHESTRA SPARAGNINA ed infine della GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima.

Info:

Associazione Galatina2000

redazione@galatina2000.it
 
Assessorato Politiche Giovanili
c/o Palazzo della Cultura – Galatina
0836 564097

prg.giovani@comune.galatina.le.it

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Di Albino Campa (del 18/12/2011 @ 22:49:26, in Eventi, linkato 4479 volte)

Si accendono le luci sul sipario del teatro “Parrocchia Madonna delle Grazie” di Noha nell’attesa fremente che prenda il via la seconda Rassegna Teatrale “Palcoscenico nei luoghi”, dopo lo strepitoso successo dello scorso anno. Si sente un leggero brusio in sala, una certa tensione circola già tra gli spettatori, un contagio continuo che sembra essere partito da dietro le quinte dell’accogliente sala teatrale e ora ballonzola tra gli astanti. Mancano meno di tre settimane all’apertura del sipario, ma è facile per l’estensore delle seguenti note immaginare ad occhi chiusi l’atmosfera che potrebbe crearsi in una situazione come queste: è la prima volta che la piccola frazione di Galatina ha la fortuna di essere coinvolta in una ricca rassegna teatrale e l’emozione non è quantificabile né facilmente malleabile.

“Domenica a teatro”, è questo il titolo della rassegna promossa dalla Compagnia “Theatrum” con il patrocinio del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e della Federazione Italiana Teatro Amatori, in collaborazione con la Compagnia Teatrale “Calandra” e il sostegno economico di diversi sponsor nohani e galatinesi. Primo imperdibile appuntamento domenica 8 gennaio ore 19:30 con la famosissima “Turandot”, messo in scena dalla “Compagnia dei Teatranti” di Bisceglie. Si alterneranno poi sul palco diverse compagnie teatrali locali e nazionali, per intrattenerci sino al mese di maggio con spettacoli di vario genere: dal musical alla prosa, dalla commedia brillante in vernacolo salentino e napoletano al teatro comico muto, passando per il dramma.

Un appuntamento imperdibile che occorre sostenere con una presenza numerosa e interessata, per far passare ancora una volta il messaggio che un centro culturale fremente qual è Galatina, con frazioni annesse, non può non avere un Teatro Comunale. Occorre appoggiare la rassegna e divulgare la notizia al di fuori della cittadina galatinese per cercare di porre rimedio a quel brutto livido nero che la bella città d’arte s’è fatta ingenuamente, permettendo la liquidazione dello storico “Teatro Tartaro”, di cui non resta che la facciata.

Michele Stursi

Posti numerati per i soli abbonati.

Per informazioni e prenotazioni:

Libreria Fabula, Corso Portaluce, 42 – Galatina

Tabaccheria Bandini, Piazza San Michele – Noha

Info e prenotazioni: tel. 334.6058837 – 336.609027

Ingresso contributo spettacolo: € 5.00

Bambini fino a 14 anni: € 3.00

Spettacoli nazionali: € 7.00

Abbonamento per l’intera rassegna: € 40.00  

 

 

 
Di Redazione (del 09/08/2018 @ 22:48:08, in Comunicato Stampa, linkato 1754 volte)

Lunedì 20 agosto ritorna a Cutrofiano, grazie al contributo e patrocinio dell’Amministrazione locale, una serata da Guinness con “La Pitta di patate più GRANDE del mondo”, evento di spettacolo e gastronomia alla sua seconda edizione organizzato dal Circolo Ayni. Poco più di 10 metri di lunghezza e 1 metro di larghezza per un totale suppergiù di 1000 porzioni: sono queste le dimensioni di una delle chicche della cucina salentina, già molto vicina dal detenere il Guinness World Record. Gli organizzatori ci tengono infatti a sottolineare che da Londra, sede ufficiale della redazione “Guinness World Records”, sono pronti ad iscrivere la gigante e succulenta pitta nel libro dei primati. Un onore per quest’anno ancora declinato, come sarà dimostrato durante la serata, a causa dei costi proibitivi. Un investimento cui tuttavia non si rinuncia ma a cui si mirerà ancora nelle prossime edizioni, soprattutto a partire da quest’anno: il 2018 ha infatti riservato al borgo salentino di Cutrofiano l’onorevole titolo di “Città della Ceramica”. Ecco che la tradizionale pitta acquisirà un sapore e valore più grande dello stesso record, poiché sarà servita esclusivamente su tegami in creta che ciascuno potrà portare con se a casa. Non a caso, poi, quest’anno la grande pitta sarà inserita all’interno dell’evento “Mostra Mercato della Ceramica Artigianale”, un’ulteriore occasione per unire i sapori ai “saperi” della tradizione cutrofianese. Durante la serata, che avrà inizio alle ore 21.00 con la misurazione ufficiale della pitta in Piazza Municipio, si esibirà il cantautore MINO DE SANTIS. Tra racconti della quotidianità, ritmi narranti e musiche più incalzanti, la calda voce del “De Andrè” salentino (come molti amano definirlo) renderà affascinante una serata carica di sfumature. In piazza Cavallotti si esibirà la “Takemaya’s Band”, che accompagnerà tutti in un viaggio sulle note di brani delle più famose cantanti italiane. Patate, formaggio e uova: sono questi gli ingredienti base per una ricetta semplice nell’impasto ma dalle numerose varianti per il ripieno: il gusto scelto per la grande pitta è quello della tipica pizzaiola a base di cipolla e pomodori “schiattariciati” in olio di oliva, olive nere, capperi e le cosiddette “caruselle” o “caruseddrhe”, ossia il finocchio selvatico. Le novità di quest’anno saranno l’estrazione a premio per chiunque consumerà almeno una porzione del tipico piatto, e “la gara dei mangiatori di pitta”: il record nel record sarà presto descritto sulla pagina evento facebook “La Pitta di Patate più GRANDE del mondo” e sulla pagina instagram, dove sarà riportato il regolamento per iscriversi e partecipare. Tra grandi emozioni, grandi porzioni, altre prelibatezze e varie premiazioni, tutti sazi e felici per una serata UNICA!

Raimondo Rodia

 
Di Antonio Mellone (del 19/11/2015 @ 22:38:33, in Necrologi, linkato 3208 volte)

Oggi, 19 novembre 2015, mentre spuntava l’aurora, è venuta a mancare all’età di 93 anni la prof.ssa Mimì Piscopo, la prima laureata in “Lettere classiche” della nostra cittadina.

Vorrei ricordarla con le stesse parole di un articolo che vergai in suo onore sei anni fa (cfr. “L’Osservatore Nohano”  - n. 8, anno III, del 9 dicembre 2009).

*

<< Sono di fronte agli occhi color cielo quando è bello di una nohana purosangue: Mimì Piscopo, la mia professoressa di Italiano della mitica “I G” dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina. Le chiedo alcune informazioni sul suo conto per una rubrica che tengo saltuariamente sul mio giornale, una rubrica dal titolo Curriculum Vitae.

Riesco a prendere appunti interessantissimi, ma il rischio è che anziché un articolo qui salti fuori un vero e proprio ponderoso volume. Perché le notizie e le curiosità (che sono come le ciliegie: una tira l’altra) sono interessanti e affascinanti, e riguardano non soltanto un’autentica gloria della scuola del XX secolo, ma anche la storia tutta e l’evoluzione (chiamiamola pure così) del contesto ambientale salentino, quello che ci fece da culla, e che ancora oggi funge da cornice alla nostra vita.

Ma ci provo ugualmente, tentando di lavorare con la lima più che con la penna, e cercando di non perdermi in mille fronzoli. Mi trovo di fronte – dicevo – ad una ragazza di 87 primavere, una Donna che senza indugio ti dice “sono nata il 16 luglio del 1922”, e subito mi viene da pensare che una vera Signora non si fa alcun problema nel rivelare la sua età.

Mimì frequenta a Noha la scuola elementare come molti suoi coetanei. Terminato il ciclo della scuola primaria, sfidando la tradizione che voleva che le donne rimanessero in casa a fare la calza, Mimì decide di sostenere l’esame di ammissione. “Solo coloro che superavano questo esame potevano frequentare la scuola media”.

L’ingresso nella scuola media quindi non era automatico, ma era una prima conquista per chi voleva proseguire negli studi. E’ inutile dire che andavano avanti solo coloro che si sentivano portati, che sovente coincidevano con i figli del censo e del privilegio, mentre gli altri venivano avviati verso un’attività agricola o artigianale, allu mesciu o alla mescia. La maggior parte dei ragazzi dunque si fermava di fatto all’esame di licenza elementare (ed una buona percentuale di essi non ci arrivava punto). “Quanti sacrifici per frequentare la scuola media e poi quarto e quinto ginnasio, e successivamente il liceo classico fuori paese. Erano tempi in cui la gente era costretta a stringere la cinghia. La fame faceva sentire i crampi allo stomaco. Si razionava il pane, addirittura! Il mio povero papà a volte rinunciava alla sua razione per non farla mancare a noi.. Il più delle volte andavamo a Galatina a piedi. Qualche volta alle sei in punto passava una corriera di studenti provenienti da diverse cittadine del Salento. Ci si conosceva un po’ tutti e, prima dell’inizio delle lezioni, si stava insieme a chiacchierare piacevolmente nell’atrio della scuola. A volte, quando pioveva, e quando era possibile, mi accompagnava il mio povero papà, con il suo biroccio trainato da un cavallo”. Qui si capisce benissimo quanto Mimì Piscopo sia dunque un’antesignana dell’emancipazione femminile nohana e salentina: “Non era facile soprattutto per una donna continuare negli studi. Andare a Galatina era come tradire una tradizione. Ma mio padre per fortuna era di più ampie vedute ”.

Ha un sogno, questa Donna, e a costo di sacrifici, di rinunce e di rottura di schemi arcaici, lo realizza. Questo è uno degli insegnamenti più importanti della professoressa di Noha: quando si crede nelle proprie possibilità e si lotta con determinazione ed impegno, non ci sono risorse finanziarie scarse o barriere culturali impossibili da abbattere.

Il “Pietro Colonna” di Galatina, e soprattutto la serietà ed il rigore degli studi che vi si conducevano, lasceranno nell’animo e nella formazione della studentessa Piscopo Cosima un’impronta incancellabile. E certamente – come evinco dalle sue parole – sentimenti profondi di nostalgia, di rimpianto ed anche di commozione. E’ come se, mentre ti parla, sentisse nell’angolo della sua memoria suonare ancora la campanella del “Colonna” incastrata a ridosso di un pilastro quadrato dell’antico chiostro domenicano, quell’aggeggio sonoro che scandiva l’inizio e la fine delle lezioni col tocco squillante dell’Idea che non muore.

La maturità arriva nel 1944. “E ormai volevo andare avanti. Mi consigliavano di prendere Farmacia. Ma io ero contraria all’idea, perché le farmaciste – così dicevo – mi sembravano delle bottegaie (soprattutto per gli orari di lavoro). Decisi di prendere Lettere con indirizzo classico, perché mi piacevano molto il greco ed il latino. E mi iscrissi all’università di Bari, dove avevo un punto d’appoggio presso il collegio Regina Elena”. Già dai tempi dell’università, Mimì evidenzia la sua passione. “Leggere, studiare, insegnare erano la mia passione”, tanto che corre spesso in soccorso alle esigenze di molti studenti amici e di molti colleghi in difficoltà, studiando e ripetendo insieme a loro, dando loro una mano nel superamento degli esami nelle materie più difficili.

In quel tempo i testi classici ed i distici erano per lei a portata di mano e di memoria; dalle sue scarpe, ad ogni passo, sembravano entrare ed uscire aoristi e ablativi assoluti. “Era difficile superare l’esame di latino. Sentivo che molti studenti l’avevano provato molte volte prima di superarlo… Io sostenni lo scritto un anno in anticipo, ancor prima che mi si consentisse di presentarlo. E ricordo il terribile prof. Vantaggiato che mi chiamò – io incredula – per sostenere l’esame orale, che superai subito e brillantemente. Ma non mi esaltavo mai. Questa è la mia indole: tra l’altro ero anche molto timida”.

Cosimina Piscopo si laurea nell’anno accademico 1948-49 discutendo una tesi (scritta a macchina) dal titolo: “La classe rurale in Terra d’Otranto nei primi sessant’anni del sec. XIX”, relatore il chiarissimo prof. G. Masi [tesi trascritta a cura di Marcello D’Acquarica e pubblicata su Noha.it nel luglio 2010].

Rientrata a Noha, inizia sin da subito a dare lezioni private di lettere, latino e greco, come del resto aveva sempre fatto quando era possibile durante la guerra. “Ma non mi pagavano mica!”. Nel 1954 diventa finalmente – come noi studenti l’abbiamo sempre chiamata – “La Piscopo”, sottintendendo “la professoressa” o, come i giovani d’oggi usano dire, la Prof.

Inizia dunque in quell’anno la sua carriera di insegnante di Lettere all’Istituto Tecnico Commerciale di Galatina “che non era ancora statale ma parificato. Tra l’altro io, insegnante, sembravo allora una ragazzina al confronto dei miei studenti”.

Dopo questa esperienza iniziale intraprende un lungo tour in diversi istituti che qui posso soltanto citare di sfuggita, avvistandoli dall’alto come in un ideale volo d’aquila.
Insegna così al Professionale Statale e poi al Professionale Femminile di Galatina. Successivamente a Maglie di nuovo presso un Istituto Tecnico Commerciale, con alcune ore presso il Magistrale di Galatina. Dopo “non ricordo precisamente l’anno” entra nei ruoli della scuola media ed insegna Italiano, Storia e Geografia ad Aradeo e poi finalmente a Noha alla “Giovanni XXIII” dove viene nominata anche vice-preside.

Ma dopo due anni decide di ritornare alle scuole superiori: sicché ritorna all’Istituto Tecnico Commerciale (nel 1981-82, quando chi scrive frequentava la famosa I G) e contemporaneamente al Professionale Femminile dove ricopre la cattedra di Storia. E poi ancora da Galatina a Gallipoli, alla volta dell’Istituto Nautico, con alcune ore settimanali a Carmiano presso un altro Istituto Professionale…“Amavo il mio lavoro. Ero molto scrupolosa. Andavo al lavoro anche con la febbre. E mi volevano bene. Ricordo che quando morì il mio povero papà (insegnavo al Professionale) il preside e tutti i ragazzi vennero al corteo funebre. Questo mi fu di grande conforto.

Raccontare qui la vita a scuola della docente Piscopo sarebbe impossibile: dovremmo indugiare in numerosi, singolari, piacevoli, interessanti particolari, come la preparazione delle lezioni, le spiegazioni, le interrogazioni, i consigli di istituto, gli incontri scuola-famiglia, i compiti in classe corretti a casa (a volte anche con l’ausilio della sorella Laura, che leggeva tutti gli elaborati degli studenti per filo e per segno), i problemi dei ragazzi che trovavano in lei una istitutrice, sì, ma anche una sorella, una madre e a tratti un’amica alla quale confidare i propri dubbi esistenziali. “Ci fu un periodo drammatico, anni terribili, quando a scuola entrò la droga. In un anno in una classe fummo costretti a respingere addirittura 14 studenti. Quanti incontri tra professori e genitori. Alcuni venivano a trovarmi perfino a casa chiedendo consiglio, sostegno, incoraggiamento. Erano problemi delicati: non si poteva far finta di nulla. […] Quante storie e quanti viaggi di istruzione al seguito dei miei studenti. Ovunque in Italia, nelle città d’arte, in montagna… Ricordo anche un viaggio bellissimo a Parigi. E quante esperienze: pensa che una volta andammo a finire persino in discoteca! Tuttora incontro in giro dei miei studenti che mi chiedono: si ricorda di me? Io confesso di ricordarmi dei più bravi. E dei più diavoli.

Chiudo questo curriculum vitae et studiorum su una persona di valore di Noha, non senza aver detto che Mimì Piscopo è stata nominata anche “Giudice Popolare”, incarico che ha esercitato per un certo periodo di tempo nel foro di Lecce. “Il Giudice Popolare è chi, con fascia tricolore, affianca i giudici nelle Corti d’Assise e nelle Corti d’Assise d’Appello, assistendoli nelle udienze e partecipando alle decisioni contenute nelle sentenze”. La scelta di un così delicato compito di magistratura penale (nelle Corti d’Assise si trattano infatti processi penali per i crimini più gravi previsti nel codice) ricadde su Mimì sicuramente per le sue doti di equilibrio, e soprattutto per la sua irreprensibile condotta morale. Anche quest’ultimo incarico è parte sostanziale di un brillante curriculum vitae.

Concludo questo scritto dicendo che a volte noi altri cerchiamo lontano (o peggio ancora in televisione) le persone di valore e degne di lode, ignorando i tesori a noi più vicini, benché umili ed al riparo dalle luci dei riflettori alimentati con l’energia dell’ottusità e dell’insipienza.

Sarebbe saggio se invece ci accorgessimo di chi, pur in atteggiamento di ritrosia, evitando la pompa magna, vive accanto a noi ed ha ancora molto da dare ed insegnare.

Con questi colpi di scalpello mi auguro di essere riuscito ad abbozzare un seppur grossolano profilo “della Piscopo”, alla quale vorrei indirizzare un grazie di cuore per tutto quello che ha fatto per i ragazzi suoi discenti (incluso il sottoscritto) e per il lustro che con il suo studio, il suo lavoro ed i suoi incarichi ha dato alla nostra cittadina.

Infine vorrei chiederle di essere indulgente con me ancora una volta, nel caso in cui nel corso di questo articolo (o di altri) dovessi aver seminato a destra o a manca qualche strafalcione, o, peggio ancora, qualche errore di sintassi o di grammatica che, come usava ripetere la Prof, “è sempre in agguato”>>.

*

Addio professoressa Piscopo, addio Mimì, e buon vento.

Con te se ne va una brava insegnante, una grande Donna, una pagina gloriosa della Storia di Noha.

Antonio Mellone

 

Mercoledì 23 luglio, nella suggestiva cornice della Chiesa dei Battenti di Galatina, alle ore 20,30  Maurizio Nocera, Nico Mauro, Marco Graziuso e l’assessore al Cultura Daniela Vantaggiato ricorderanno Lucio Romano nella sua complessa figura di poeta e di intellettuale impegnato.

 Lucio Romano nato a Galatina nel 1936 è scomparso nel 2007 si è occupato di studi storici, conducendo tra l’altro ricerche sul movimento operaio e sulle origini del fascismo in Terra d’Otranto. Con le sue opere letterarie ha ricevuto numerosi riconoscimenti in ambito locale e nazionale. Molti critici letterari hanno scritto di lui.  Lui stesso ha scritto note critiche su Salvatore Quasimodo, Rocco Scotellaro, Alfonso Gatto. Accanto a questo bisogna ricordare il suo imprescindibile impegno civile è stato consigliere comunale per quindici anni e consigliere provinciale. Ha dettato l’epigrafe per Carlo Mauro, principale esponente del socialismo salentino, collocata tutt’ora in Piazza della Libertà .

 Ricordiamo alcuni titoli delle sue raccolte di poesie “ Sul calar della sera” (1958-1964); “ Vagare stanco” (1965-1968); ” Romano” (1969-1974); “Alografie” (1983-1987); “Morire di verso” (1988-1990); “ Lettere di Gioacchino Toma a Eduardo Dalbono”(1992-1997);   “Una vita in versi ”(2001).

L’amministrazione di Galatina gli ha assegnato alla memoria  il Premio Beniamino De Maria per il biennio 2009-2010, ci piace riportarne per intero la motivazione : Un uomo che ha saputo coniugare poesia ed impegno civile. Un uomo che ha lasciato un chiaro messaggio secondo il quale potere e poesia significano altruismo, solidarietà umana, generosità, tentativo di edificazione di un altro mondo possibile nel quale  tutti siano impegnati facendo tesoro anche della parola del poeta che lotta per il suo popolo, la sua gente, per gli umili e i diseredati.

In attesa di incontrarlo attraverso il ricordo degli amici e dei familiari lo ricordiamo così:

Salento       da “Sul calar della sera”  

 
E’ questo il Salento

 bruciato dal sole

ove il cielo del sud

 avaro dei piogge

 ha sotto gli occhi

 schiene curvate,  some

 dal cuore in pena:

ove sirene di cantieri sono

 antichi rumori di zappe.

L’evento, promosso ed organizzato dalla libreria Fiordilibro da sempre impegnata nella valorizzazione della cultura salentina , dei suoi esponenti e di quanti hanno contribuito e contribuiscono con il loro lavoro spesso solitario e  misconosciuto, a dare lustro al Salento ed in questo caso anche alla città di Galatina. L’evento ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Galatina ed  è inserito nella Sezione “Vivi il Salento” della  rassegna estiva“ l’Estate della Cuccuvascia”- ritrovarsi a Galatina.

 

Martedì 27 luglio alle 19 dal Museo Pietro Cavoti di Galatina parte l’inaugurazione della sezione outdoor di InTrance, festival di fotografia e arte contemporanea, curato da Alessia Rollo. La prima edizione della manifestazione, inserita all’interno della rassegna estiva e culturale “A Cuore Scalzo”, proporrà in spazi urbani, palazzi storici e corti del comune salentino, fino al 31 agosto, una mostra diffusa di opere di artisti italiani e internazionali - Ornella Mazzola, Federico Estol, Alejandra Carles-Tolra, Giulia Frigieri, Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal - che si aggiungono a quelle di Rossella Piccinni, Yolanda Domínguez e Rubén H. Bermúdez già in esposizione nella Gigi Rigliaco Gallery. Durante l’inaugurazione, coordinata dall’amministrazione comunale, il pubblico potrà seguire il percorso espositivo per scoprire insieme alla curatrice le opere in mostra e per apprezzare, con alcune guide turistiche, i luoghi d’interesse del festival tra cui Palazzo Orsini, Palazzo Gorgoni, Piazza Dante Alighieri e l’Ex Complesso Monastico delle Clarisse. Qui la serata si concluderà intorno alle 21 con le selezioni musicali del duo Underspreche, in collaborazione con “FeelM”, residenza artistica promossa dal Sei Festival di Coolclub, in sinergia con la sede leccese del Centro Sperimentale di Cinematografia e il DAMS dell’Università del Salento, che fino al 31 luglio sarà ospitata dal Castello Volante di Corigliano D’Otranto. Fino al 15 settembre, inoltre, “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, proporrà una serie di attività culturali e incontri partecipati promossa dall’Associazione 34° Fuso che prenderà il via venerdì 30 luglio alle 21 in Piazza San Pietro con “Il corpo tra immagini antiche e tabù contemporanei”. Dopo un tour guidato nella mostra che partirà sempre dalla Piazza alle 19:30 e si diramerà attraverso vari punti d’interesse della città, i partecipanti potranno degustare diverse tipologie di birre artigianali - grazie al format “Dopolavoro con l’archeologo”, finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 - partecipando alla conversazione tra Flavia Frisone, docente di Storia Greca e Presidente del Corso di Laurea Triennale in Beni Culturali dell’Università del Salento e l’influencer Denise D’Angelilli - Due dita nel cuore, moderata dalla giornalista e scrittrice Loredana De Vitis.

Partendo dalla storia della città di Galatina legata al fenomeno del tarantismo, di corpi posseduti non solo dal morso della taranta, ma anche dallo sguardo degli antropologi ed etnografi negli anni ’50, InTrance vede proprio nel corpo il leit motiv di questa prima edizione del festival per sviluppare un percorso che lo libera da pregiudizi e stereotipi geografici, sociali, sessuali. Il corpo è un luogo, oggetto nella storia dell’arte e simbolo di un’evoluzione di pensiero, spazio politico, sociale, economico e di genere. Non è un contenitore passivo e le sue azioni non sono solo segni che richiamano l’attenzione su forme astratte, anzi, è soggetto alla nascita e alla decadenza e acquisisce specifiche abilità e capacità oltre a manchevolezze e debolezze. Il corpo non è un’entità statica, immobile, al contrario cresce e si sviluppa relazionandosi con l’ambiente in molteplici forme.

«Galatina ha potenzialità enormi e sta finalmente vivendo un tempo di maturità culturale e di coraggio tali da generare InTrance, un festival di fotografia e arte contemporanea per scoprire il cuore di Galatina e le sue radici», spiega Cristina Dettù, assessora alla cultura di Galatina. «Artisti internazionali e ospiti da ogni parte d'Italia e del mondo saranno presenti nella nostra città. Si tratta di un progetto che fa tremare le gambe, un progetto ambizioso per cui tutta Galatina investe non solo in termini culturali e turistici, ma anche sociali, economici e di sviluppo del territorio».

InTrance propone un festival di fotografia di artisti contemporanei che lavorano sul tema del corpo come luogo di espressione di forme di pensiero, questioni di genere, identità personale e collettive della società contemporanea attraverso differenti approcci fotografici che spaziano dalla fotografia documentaria, al reportage, alla messa in scena e con diverse cifre stilistiche che passano dalle immagini di archivio, al fanzine, alla fotografia di presa diretta fino alla performance. Fino all’8 agosto la Gigi Rigliaco Gallery ospita Rossella Piccinno | Bride’s journey and funeral; Yolanda Domínguez| Little black dress, Poses; Rubén H. Bermúdez | Y tu porquè eres negro?. Fino al 31 agosto, invece, saranno allestite le opere di Ornella Mazzola (Corte di Palazzo Orsini), Federico Estol (Corte Palazzo Gorgoni), Alejandra Carles-Tolra e Giulia Frigieri (Piazza Dante Alighieri), Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal (Ex Complesso Monastico delle Clarisse). Il Museo Civico “Pietro Cavoti”, inoltre, sarà anche residenza d’artista con Claudia Mollese.

Dal 30 luglio, come detto, prenderà il vai anche “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, attività culturali e laboratoriali a cura dell’Associazione 34° Fuso con l’obiettivo di avviare un processo di partecipazione attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle associazioni locali nelle diverse azioni del festival. Oggi gli operatori culturali hanno una responsabilità sociale ben precisa che consiste nel sostenere l’educazione alla bellezza e il protagonismo civico per contribuire allo sviluppo di una società più equa. Attuare politiche partecipative, inclusive e sostenibili, significa riconoscere un “valore” culturale, sociale, economico che va oltre quello già inestimabile che il patrimonio possiede. Per questo motivo la rassegna prevede il coinvolgimento attivo delle realtà locali, ognuna delle quali è stata chiamata a co-progettare un percorso educativo finalizzato alla costruzione di un racconto corale e multidisciplinare sul tema del corpo.L’incontro di apertura si pone al contempo quale momento di divulgazione del patrimonio archeologico identitario e di riflessione sui temi del contemporaneo connessi al ruolo della donna a partire dai reperti più emblematici delle collezioni archeologiche salentine, in un ambiente del tutto informale e degustando una birra artigianale a km0. L’appuntamento rientra nel progetto “Dopolavoro con l’archeologo” finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 e vede la collaborazione tra 34° Fuso e i musei archeologici coinvolti nelle attività (Museo Diffuso di Cavallino dell’Università del Salento, Museo Archeologico Sigismondo Castromediano, USA - Museo Archeologico dell’Università Salento, Area Archeologica di Roca Vecchia/Melendugno, Parco dei Guerrieri e Museo di Vaste, Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina, Museo del Mare Antico e il Museo della Preistoria di Nardò). Altri partner coinvolti nell’iniziativa sono The Monuments People APS, M(u)ovimenti, La Capagrossa Coworking, Cooperativa Sociale Orient-Occident; Aps Terre Archeorete del Mediterraneo, Associazione Culturale Articolo 9.

InTrance Lab proseguirà con “Il mio corpo suona!”, laboratorio per bambini sulla musica del corpo a cura di Giovani Realtà Aps e condotto da Ettore Romano ed Elisa Romano (6-20-23-27-30 Agosto e 5 Settembre); “Il mio corpo parla!”, laboratorio di storytelling a cura di Maira Marzioni (5/7 agosto); “Il mio corpo canta!”, laboratorio di canto polifonico ideato e diretto da Rachele Andrioli per donne che amano cantare (16-17-22 agosto), “Il mio corpo accoglie” a cura di 34° Fuso Aps e Arci (6-7-10 settembre) e “Il mio corpo si racconta” a cura di Agribimbi - Adalgisa Romano (10 settembre). Tutte le attività sono gratuite. Info e prenotazioni info@34fuso.it - 3271631656
 

Per tutti i dettagli del festival www.intrancefestival.it

Ufficio stampa 34° Fuso
Società Cooperativa Coolclub
Piazza Giorgio Baglivi 10, Lecce
 
Di Albino Campa (del 03/11/2011 @ 22:29:47, in Fotovoltaico, linkato 4258 volte)

Per far posto a una centrale fotovoltaica hanno commesso un delitto

 «Un bel paesaggio una volta distrutto non torna più e se durante la guerra c' erano i campi di sterminio, adesso siamo arrivati allo sterminio dei campi», scrisse Andrea Zanzotto, scomparso una ventina di giorni fa. Pensava alla sua campagna veneta, ma non solo. Ed è il dolore del grande poeta trevigiano che ti viene in mente guardando l' angosciante servizio che una giornalista di Telerama, un' emittente pugliese, ha dedicato allo stupro del paesaggio nel Comune di Carpignano salentino, poco a nord di Maglie, nel Salento. Dove le ruspe hanno estirpato centinaia di bellissimi ulivi per fare posto a una centrale fotovoltaica.

L' abbiamo scritto e riscritto: nessuno, a meno che non accetti la rischiosa scommessa nucleare, può essere ostile alle energie alternative e in particolare a quella solare. Ma c' è modo e modo, luogo e luogo. Un conto è sdraiare i pannelli in una valletta di un' area non particolarmente di pregio e da risanare comunque perché c' erano i ruderi di una dozzina di capannoni d' amianto, come è stato fatto in Val Sabbia col consenso di tutti i cittadini, di destra e sinistra, un altro è strappare quelle piante nobilissime che la stessa Minerva avrebbe donato agli uomini e che fanno parte della nostra storia dalla Bibbia all' orto di Getsemani fino alle poesie meravigliose di Garcia Lorca: «Il campo di ulivi / s' apre e si chiude / come un ventaglio...». C' è una legge in vigore, laggiù nel Salento. La numero 14 del 2007. Il primo articolo dice che «la Regione Puglia tutela e valorizza gli alberi di ulivo monumentali, anche isolati, in virtù della loro funzione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica nonché quali elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio regionale». Né potrebbe essere diversamente: l' ulivo è nello stesso stemma della regione. È l' anima della regione. Eppure, denuncia Telerama, il progetto di quell' impianto «Saittole» da un megawatt della Solar Energy, è stato regolarmente presentato al Comune di Carpignano e da questi approvato nonostante l' area fosse agricola e fertile. Di più, l' autorizzazione finale è stata data dallo stesso assessore regionale all' agricoltura Dario Stefano che oggi dice: «Verificherò». Certo è, accusano il Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, che quegli alberi che crescevano solenni su quattro ettari di uliveto secolare, come dimostrano le immagini registrate, «sono stati espiantati e ripiantati accatastati gli uni agli altri come pali di una fitta palizzata, lungo il margine del fondo, senza neppure le dovute prescritte cure d' espianto riportate nella stessa autorizzazione, ad esempio la prescrizione della presenza di una zolla del raggio di almeno un metro». Un delitto. Che fa venire in mente quanto scriveva Indro Montanelli: «Ogni filare di viti o di ulivi è la biografia di un nonno o un bisnonno». Buttare giù quelle piante non è solo una porcheria: è un insulto ai nostri nonni. RIPRODUZIONE RISERVATA

Stella Gian Antonio
(2 novembre 2011) - Corriere della Sera

 
Di Redazione (del 26/06/2013 @ 22:27:49, in Comunicato Stampa, linkato 3170 volte)
26 giugno 1949, da un'intuizione del Prof. Carmelo Faraone col sostegno dell'allora Sindaco, On. Luigi Vallone, nasce la Mostra Mercato del Commercio, dell'Industria e dell'Artigianato di Galatina. Un'idea lungimirante, una scommessa sul futuro, l'ambizione di una città che si candidava ad essere il motore economico e culturale del Salento ma con lo sguardo rivolto ai paesi del Mediterraneo, nella consapevolezza delle proprie potenzialità. Nel 1977 da Mostra Mercato è elevata al rango di "Fiera Nazionale" e nel 1984 viene allestita per la prima volta nella nuova struttura, fortemente voluta dall'On. Beniamino De Maria, con padiglioni coperti per oltre 10.000 mq. Altri tempi, altri uomini, altra qualità di visione Politica.
26 giugno 2013, dopo 64 anni, l’Amministrazione Montagna ha deciso di accumunare le sorti della Fiera Campionaria a quelle dell' Ente Fiera dandole quello che potrebbe essere considerato il colpo di grazia.
L’arma, ancora fumante, è il bando per l’organizzazione della Fiera Campionaria di Galatina pubblicato il 6 giugno 2013 con scadenza 13 giugno 2013, offrendo agli interessati ben 12 GIORNI per organizzare la manifestazione. In fondo si sarebbe trattato solo di metter su un’ideuzza di progetto, stabilire la localizzazione , predisporre le strutture, trovare gli espositori, organizzare le persone………. che ci vuole ! Nemmeno in tempo di crisi è stato trovato un imprenditore serio e professionale, ma talmente folle, da investire soldi propri nel tentativo di organizzare una manifestazione di tale rilevanza in tempi così ristretti che, per una riuscita soddisfacente, richiederebbe interi mesi di duro lavoro.
Solo una politica costruita sulle parole poteva ritenere fattibile un progetto di tale genere. A poco è servita l’esperienza dello scorso anno quando, enfatizzando il nulla, a causa di un’organizzazione insufficiente, la 63°edizione è stata totalmente snobbata sia dagli espositori che dai visitatori, avviandola al suo definitivo affossamento.
Trasformare poi, quest’anno, la Fiera Campionaria di Galatina in un improvvisato mercatino dell’arte, dell’artigianato e …dell’intrattenimento equivale a far morire quel ricordo di tanti galatinesi e salentini che associano la manifestazione alla “Fiera".
Le industrie di macchinari agricoli, i maestri artigiani e tutte quelle piccole imprese che ancora sostengono il tessuto economico salentino resteranno fuori dalla porta perchè quest'anno l'Amministrazione galatinese, ha scelto di offrire a quanti visiteranno la Fiera/Mercato "...un’idea, commerciale e artistica, con una parte predominante affidata alla cultura e all’intrattenimento”. Vale a dire che ad esempio l’agricoltore non troverà nuovi macchinari tecnologicamente avanzati ma qualche bel quadro ed alcune chitarre.
Da lassù, in alto, si odono chiare le urla di rabbia del Prof. Faraone, dell'On. Vallone, dell'On. De Maria e di quanti hanno voluto, costruito e creduto nella Fiera Campionaria di Galatina verso un'Amministrazione, quella galatinese, che si sta distinguendo sempre più non per il lavoro svolto, ma per l'alto tasso di demagogia propagandistica, che tenta, sfacciatamente e senza pudore, di nascondere l’incapacità programmatica con comunicati autoreferenziali che offendono l'intelligenza dei galatinesi.

Galatina in Movimento
Galatina Altra
Nova Polis Galatina
Movimento per il Rione Italia

 

C’è tempo fino al 15 gennaio per presentare le domande di cessazione dal servizio del personale della scuola che intenda essere collocato a riposo e accedere a pensione a partire dal primo settembre 2015.

Il decreto ministeriale riguarda tutto il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, impiegato a tempo indeterminato.

Le domande di cessazione vanno presentate in via telematica direttamente dagli interessati anche tramite assistenza del patronato ACLI.

Il Patronato ACLI di Lecce ha predisposto fin da subito in tutte le sue sedi (Lecce, Salice salentino, Castrano, Tricase, Maglie, Galatina, Nardò) un servizio per appuntamento, dedicato al personale della scuola per inoltrare le domande di cessazione dal servizio e per fornire consulenza per la verifica del raggiungimento dei requisiti necessari, effettuare il calcolo presuntivo dell’importo di pensione maturato e per tutta l’assistenza nella presentazione e definizione della domanda di pensione.

Il servizio è completamente gratuito e si può prenotare telefonando al numero 0832.246659 o per   e-mail lecce@patronato.acli.it o presso gli uffici di Lecce in Via Domenico Acclavio n. 74 (zona Aria Sana).

 
Di Redazione (del 12/05/2015 @ 22:26:27, in Comunicato Stampa, linkato 2414 volte)

Un rotondo 5 a 1 contro il Palermo riapre i piani del Presidente Stasi.

Aveva chiesto un moto d'orgoglio, il presidente Stasi ai suoi giocatori ed è stato accontentato. Il cinque a uno in terra siciliana, risulta ora fondamentale per la corsa alle posizioni alte della classifica.

La cronaca della giornata racconta di un inizio incoraggiante per i galatinesi. Il siciliano Parrino (3.3) perde contro Luca Giordano (2.5) per 6/1 6/2. Partita molto facile e senza grandi problemi per Giordano. Purtroppo però il giovane Alberto Giannini (3.2) ha perso dalle mani una partita che aveva in pugno, contro l'esperto Fabio Di Mauro (3.3) per 2/6 7/6 6/2. Molto bello e molto positivo per i galatinesi è stato l'incontro tra Massimo Ienzi (2.5) ed il romano del C.T. Galatina Pierdanio Lo Priore (2.4), vinto da quest'ultimo per 6/4 4/6 6/2. Nessun problema invece per il brianzolo-salentino Davide Albertoni (2.4) che ha dominato un primo set e vinto sul filo di lana il secondo set contro Alessandro Ciappa (2.7)con il parziale di 6/0 7/5.

Sul parziale di 3 a 1, quindi, i due doppi diventano fondamentali. Ienzi e Ciappa se la devono vedere contro una inedita coppia di doppio formata dal capitano Filippo Stasi e Davide Albertoni. I galatinesi fanno faville e vincono per 6/3 7/6. Problemi anche per l'altro doppio palermitano che vede perdenti Parrino e Di Mauro contro Lo Priore e Giannini per 6/3 7/5.

Questo 5 a 1 in favore del Circolo Tennis Galatina, porta tre importantissimi punti in terra salentina e riapre un girone che era probabilmente già chiuso. La classifica, molto corta in tutti i suoi posti, vede il Pesaro ed il Padova in prima posizione parimerito con sei punti e tre partite giocate, il Ferratella ed il Reggio Emilia virtualmente in seconda posizione con sei punti, ma con solo due partite giocate, il C.T. Galatina in terza con tre punti e tre partite, e nelle ultime due posizioni l'Arezzo ed il Palermo con zero punti e rispettivamente tre e due partite giocate.

Va da sé che la prossima giornata di campionato, sarà fondamentale per gli equilibri sia nelle posizioni alte che in quelle più basse della classifica.

 
Di seguito le partite che si disputeranno domenica prossima:

- C.T. Galatina e C.T. Arezzo

- Ferratella e C.T. Palermo 3

- Pesaro e Reggio Emilia.

- Turno di riposo per il Padova

Galatina, 12 Maggio 2015

 
Circolo Tennis Galatina
 
Di Antonio Mellone (del 10/08/2016 @ 22:13:35, in NohaBlog, linkato 2790 volte)

Chi ama il Salento non riempie la propria social bacheca di immagini del suo mare, né spiffera ai quattro venti il fatto che questa terra è fatta apposta perché la gente goda.

Il Salento è come gli Uffizi, come il Louvre, come una basilica pontificia, e chi lo ama, prima di ritrarne le sue opere d’arte e divulgarle a chicchessia, si sente in dovere di pagare un dazio per il diritto d’autore (o, se preferisce, di Creatore).

Il Salento non ha bisogno di promozione, ma di bocciature; non di lidi privati e resort da escort, ma di libertà dal profitto; non di turismo diventato degrado, ma di viaggiatori delicati.  

Chi ama il Salento non si rinchiude in un villaggio turistico, e non s’illude che certi ammassi di calcestruzzo e cafonaggine portino ricchezza alla nostra terra perché sa che la sottraggono, trasferendola nelle tasche del Briatore di turno.

Il vero Salento non s’ammala di omogeneità, aborre i “baretti sulla spiaggia” con movida a parcella, e gli aperitivi che fanno tendenza specie se shakerati con calca, ressa e fiumana; detesta gli hotel, i ristoranti, le case e le rotonde sul mare; abbassa il volume della musica prima che diventi frastuono assordante; si ribella ai parcheggiatori abusivi dal viso truce e a digiuno di sorrisi.

Chi ama il Salento ascolta la voce di chi non ha voce e non quella del giornalismo con le virgolette; legge la stampa libera da mode e veline politiche; smaschera gli editori e i loro portaborse refrattari alla verità; denuncia gli imbrattacarte asserviti al potere del cemento; ribatte colpo su colpo agli opinionisti organici al clan delle pale eoliche; si fa beffe delle lobby dei transadriatici tubi del gas; condivide la lotta alle cosche dell’asfalto di autostrade a doppio senso, anzi senza; insorge contro le bande armate di trivelle petrolifere e altre mine vaganti. 

Il vero Salento aggiunge l’epiteto “mafia” al lemma Xylella, studia, approfondisce e manifesta compatto, anche rallentando la corsa di un treno quando necessario.

Chi ama il Salento non querela il libero pensiero, non trascina gli altri in tribunale in liti temerarie, è allergico all’intimidazione preventiva, e solidarizza con i compagni iscritti nel registro degli indagati, rei soltanto di partigianeria per la loro terra.

Il vero Salento difende la Costituzione dalle pigliate per fesso chiamate “riforme”, non cede al ricatto occupazionale delle multinazionali, si oppone all’ennesimo centro commerciale, nega la concessione a terzi di un altro arenile da saturare con ombrelloni e lettini riservati, ferma la mano del piromane; e contesta ancora lo sbancamento della costa o di altro suolo per un novello porto turistico, un comparto edilizio, un’area parcheggi. Il vero Salento è quello in grado di dire di NO a molte cose, piuttosto che di SI’ a tutto, e s’accontenta del poco che è abbastanza, anzi già troppo.

Chi ama il Salento lo difende da se stesso.

Antonio Mellone

p.s. Il baobab qui ritratto è l’albero di fico della mia campagna. I cui frutti, in salentino, si declinano al femminile. Una goduria.

 
Di Redazione (del 16/12/2015 @ 22:12:50, in Comunicato Stampa, linkato 1971 volte)

Un giorno a Galatina per scoprire l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, ma non solo. Fino a mercoledì 06 gennaio 2016, grazie al programma “Christmas 2015 | HOME OF GALATINA” promosso dall’ufficio IAT, con il Patrocinio del Comune di Galatina, il Natale si arricchisce di un nuovo affascinante racconto di una comunità che ha la cultura dell’accoglienza, così radicata da far provare agli “ospiti” emozioni uniche. Fino a domenica 20, alle 16.00, “Treasures of | Tesori di Galatina”, visita guidata alla scoperta della città; sabato 19 si entra nella Chiesa della Madonna del Carmine e si conclude con una degustazione di olio extravergine di oliva prodotto da Donna Oleria a Monteroni di Lecce, presso il ristorante Corte del Fuoco; domenica 20 si apre anche la Chiesa della SS. Trinità e si chiude con la degustazione del pasticciotto.

Da mercoledì 23 a martedì 06 gennaio 2016, si parte per scoprire i centri vicini a Galatina con il programma di visite “Riti e tradizioni della Grecìa Salentina”. In questi comuni gli anziani ancora parlano il griko, dialetto dalla fortissima influenza greca: il viaggio prosegue così a Corigliano d’Otranto sabato 26, Sternatia domenica 27, Carpignano salentino lunedì 28, Martano mercoledì 30, Soleto sabato 02 e Martignano martedì 06.

Sabato 26 e martedì 06 gennaio 2016 “Christmas Carol | Canto di Natale” alle 16.00, visita guidata a misura di bambino con sorpresa.

Info, costi e prenotazioni: IAT Galatina

GALATINA, c/o Torre dell’Orologio - via Vittorio Emanuele II, 35

T. 0836 569984 - 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com

 
Di Albino Campa (del 15/03/2012 @ 22:09:18, in Eventi, linkato 5273 volte)

Il 18 Marzo alle ore 20:00 si terrà lo spettacolo  dalla Compagnia Teatrale “La Civetta” di San Pancrazio salentino, con la commedia in “La Lupa” di Giovanni Verga  nella Sala Teatro Oratorio Madonna delle Grazie di Noha .

La Lupa scritta da Giovanni Verga adattata da Vito Stridi. La commedia è uno spaccato di vita rurale di fine 800: Una madre, su richiesta del proprio amante, di cui è follemente innamorata, obbliga la propria figlia a sposarlo pur di non perderlo.

Con La Lupa ci troviamo in una tragedia dell’incesto, che ha tutta un’illustre storia artistica dai poeti greci all’Alfieri. Nel villaggio dove viveva, la chiamavano la Lupa perché ella non era mai sazia delle relazioni che aveva con gli uomini e  le altre donne avevano paura di lei perché ella attirava con la sua bellezza i loro figli anche se solo li guardava. Di ciò soffriva la figlia, Maricchia, che sapeva che non  avrebbe trovato un marito. Una volta la Lupa si era innamorata di un giovane, Nanni, che mieteva il grano con lei, e lo guardava avidamente  e lo seguiva; una sera gli dichiarò il suo amore e lui rispose che voleva in sposa Maricchia…

“Una sera ella glielo disse, mentre gli uomini sonnecchiavano nell’aia, stanchi dalla lunga giornata, ed i cani uggiolavano per la vasta campagna nera:  -  Te voglio!  Te  che sei bello”, ecc. ecc.

 
Di Redazione (del 12/07/2019 @ 22:06:12, in Comunicato Stampa, linkato 1306 volte)

La Città di Galatina e Arci Lecce presentano sabato 13 luglio"Intrecci di notte – La cultura unisce", una serata ricca di iniziative, inserita nell’ambito della rassegna estiva “A cuore scalzo”, promossa dall'amministrazione comunale.

Tra le iniziative in programma il concerto gratuito della “BandAdriatica” in Piazza San Pietro, oltre a dibattiti, testimonianze, stand gastronomici, workshop e spettacoli per continuare a crescere come comunità responsabile e consapevole attorno alle tematiche della migrazione e dell’accoglienza.

 

Sarà il coro Made in World, composto da richiedenti asilo e rifugiati ospiti nei progetti di accoglienza integrata gestiti da Arci Lecce e diretti dal maestro Andrea Cataldo, ad aprire il concerto di Claudio Prima e compagni che condurranno il pubblico in un vero e proprio viaggio musicale tra le coste del Mediterraneo.

BandAdriatica, la band che voga sulle onde agitate della musica salentina con elementi di tutte le coste sonore del Mediterraneo, porterà in scena l'ultimo lavoro Odissea. Uno spettacolo coeso e potente, arricchito da nuove coreografie, dove i linguaggi si armonizzano con le melodie popolari nel fervore meticcio delle città portuali. 

Dall'ex Monastero di Santa Chiara a Piazza San Pietro, i luoghi più significativi della città si intrecceranno con un programma ricco di iniziative, sostenibile e eco-friendly

L’evento sarà rigorosamente plastic-free, grazie al Comune di Galatina risultato vincitore del bando “Ecofeste” promosso dalla Regione Puglia; saranno utilizzate posate e stoviglie completamente compostabili e verrà distribuito materiale informativo. Fondamentale sarà la presenza di Officine Cittadine, che porterà “in piazza” una serie di laboratori e attività, per favorire la partecipazione cittadina nella realizzazione di una società democratica, economicamente efficace, socialmente equa, ecologicamente sostenibile e culturalmente diversificata. 

Numerosi anche gli espositori presenti lungo alcune strade del centro storico, tra cui l’associazione Nerò di Zollino con zafferano e legumi, l’apicoltore Saverio Alemanno, Canapa e Dintorni con prodotti tessili di canapa e Luna Laboratorio Rurale.

Ad aprire la serata, ore 19.30, in Piazza Galluccio, l'incontro di presentazione con gli interventi di Marcello Amante, sindaco di Galatina, Cristina Dettù, assessora alla Cultura e Anna Caputo, presidente di Arci Lecce. A seguire la performance teatrale di Gianluca Carrisi dal titolo “Le regole del viaggio”, attraverso il quale l’attore salentino interpreterà gli appunti che due etiopi rifugiati scrissero prima di partire da Addis Abeba per raggiungere le coste europee. 

Dalle 20.00 Piazza Galluccio ospiterà il laboratorio gratuito a cura di Blablabla "Arte migrante. L'immigrazione spiegata ai bambini" e per l’intera durata della manifestazione l'esposizione dei lavori artigianali realizzati dai ragazzi richiedenti e gli stand gastronomici con cibo dal mondo curati dal progetto Sprar "Safia Ama Jan" di Galatina. 

Uno spazio speciale sarà dedicato al progetto "Gombo - il frutto dell'integrazione" di Arci Lecce e grazie alla collaborazione del Panificio "Notaro" e della Pasticceria "Dolce Arte", sarà possibile degustare alcuni piatti della tradizione salentina cucinati con la tipica pianta originaria dell'Africa.

Nella stessa piazza, sarà possibile partecipare dalle 20 alla "biblioteca vivente", con la collaborazione del Servizio Civile "In reading 2017”.

Inoltre, rientra nell’ambito di Intrecci di Notte anche l’iniziativa dell’associazione Egerthe: la presentazione del libro LAMIERE, introdotto da Ettore Marangi, missionario a Nairobi, e con l’intervento di Phina Ajuoga. L’evento si terrà al Palazzo della cultura (P.zza Alighieri) a partire dalle ore 20.00.

A partire dalle 21.00, all'interno dell'ex Monastero di Santa Chiara, restituito recentemente alla città, si svolgerà lo spettacolo di Milonga a cura di Almavals di Stefania Filograna, accompagnati dal duo Lucia Conte e Monica Terlizzi. Spazio alla musica jazz, invece, in Piazza Orsini con Filippo Bubbico che sullo sfondo della storica Basilica di Santa Caterina, accompagnato da Dario Congedo e Gino Semeraro, porterà in scena una contaminazione artistica inedita.

“Intrecci di Notte è, prima di tutto, una sfida culturale – afferma l’assessore alla cultura Cristina Dettù - un progetto ambizioso che vuole regalare alla Città non solo un programma ricco di eventi, ma anche un messaggio importante: far scorrere lungo le strade e le piazze di Galatina l’essenza vera della cultura, quella di unire, creare, intrecciare le maglie della propria vita, del sapere, delle proprie emozioni per realizzare un qualcosa di unico, che sia in grado di aprire la mente e il cuore, resistendo alle storture della civiltà di oggi. Un festival che già nella sua organizzazione, rappresenta l’”intreccio” perfetto di tutto questo”.

Ufficio Stampa - Marcello Amante

 

Sarà presentato ufficialmente il prossimo 29 giugno alle 18.30 presso la Lega navale di Gallipoli il progetto Tourism for all realizzato dall’associazione Portatori sani di sorrisi  odv. Si tratta di un progetto integrato di turismo accessibile finalizzato a far vivere una vacanza spensierata a coloro che hanno delle difficoltà motorie e sensoriali, ma soprattutto a creare delle relazioni che consentiranno di vivere meglio anche dopo la vacanza.

Tourism for all comprende Felicetta portami al mare, Dinamiko Beach, Dinamiko Village e Access City. Si tratta di quattro progetti distinti ma connessi, accomunati dall’obiettivo di realizzare le migliori condizioni per far vivere dei giorni di spensieratezza agli ospiti ed ai loro familiari, ma anche di far riflettere sul concetto che le barriere si possono superare più facilmente senza i limiti mentali che ci si pone.

Felicetta portami al mare, è l’ultimo progetto di turismo sociale accessibile, la cui presentazione ufficiale è prevista il 29 giugno presso il porto mercantile – Banchina Foranea presso la Lega Navale di Gallipoli. Si tratta di un’imbarcazione completamente attrezzata anche per persone con disabilità che consentirà a tutti di vivere un’esperienza positiva in mare. Il progetto, però, non punta soltanto all’eliminazione delle barriere fisiche delle barche tradizionali, ma soprattutto a creare momenti di incontro, aprendo a delle nuove opportunità di divertimento e sport.

“Felicetta” è la prima imbarcazione accessibile, presente in tutta la costa nel nostro Salento e sarà ormeggiata nei vari porti. È dotata di rampa per consentire l’accesso a chi ha difficoltà motorie e sensoriali, dando l’opportunità di vivere il mare senza barriere e di capire a tutti che a volte " i limiti più ingombranti sono nella testa e che sono superabili”.

Con Felicetta – afferma il presidente dell’associazione Pierangelo Muci - offriremo finalmente la possibilità di trascorrere una giornata in libertà a chi ogni giorno vive tante difficoltà per poi affrontare con più energia le sfide quotidiane. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sui concetti della “progettazione per tutti” e sull’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, non solo urbane. Vogliamo consentire la socializzazione, creando momenti comuni tra chi ha determinate necessità e chi invece ha la possibilità di soddisfarle. Non si possono sottovalutare gli enormi benefici dell’acqua sul benessere psicofisico di ogni persona, soprattutto per chi ha una disabilità motoria. Sono tantissimi gli studi che ormai confermano che il più grande farmaco gratuito è il MARE”.

Dinamiko Beach, si concretizza con la gestione di un lido in località Sant’Isidoro, riservando un’area demaniale destinata alla balneazione, alla possibilità di far vivere il mare a tutti. La postazione, oltre ad essere dotata di sedie Job e Tuareg per l’accesso al mare in libertà, è fornita di ombrelloni provvisti di sdraio e lettino posti lungo la passerella a ridosso del bagnasciuga. La gestione è curata dai volontari con diligenza, gioia, sorrisi e tanto amore che garantiscono, nel periodo estivo, l’apertura giornaliera dalle ore 9 alle ore 19. Gli utenti possono prenotare gratuitamente l’ombrellone attraverso il sito internet ed eventualmente il taxi sociale se non hanno la possibilità di raggiungere la spiaggia in autonomia.

DinamiKo Village nasce con l’obbiettivo di regalare sette giorni di relax e puro divertimento a tutte quelle famiglie vulnerabili che hanno vissuto una lungodegenza o che vivono una situazione di disabilità in casa, per far riscoprire loro la serenità perduta. Famiglie che spesso non possono neanche permettersi una vacanza e che arrivano da noi tramite una rete di associazioni dislocate in tutta Italia che collaborano con la nostra struttura.

Questo villaggio è il luogo ideale dove la famiglia può mettere da parte ansie e problemi per condividere un programma fatto di emozioni senza fiato! Si trova in una zona centrale del Salento immerso nel verde a pochi chilometri dalla costa.

I nostri ospiti, attraverso il servizio di Taxi sociale, se ne hanno bisogno, o muniti dei mezzi propri, frequentano le meravigliose spiagge salentine, sono impegnati in visite guidate alla scoperta del nostro territorio e la sera tornando al villaggio sono immersi in un’atmosfera magica di giochi, musica, buon cibo e condivisione di esperienze e di emozioni tra gli stessi ospiti e i nostri instancabili volontari.

Quando la malattia irrompe nelle case tutti gli equilibri si sfaldano e i problemi economici sono tra i primi a farsi sentire, il poter fare una vacanza tutti insieme si trasforma in un miraggio. 

Access City è, infine, un tour alla scoperta delle più belle città del territorio salentino che gli ospiti possono fare accompagnati dai volontari dell’associazione. Un giro tra bellezze culturali e paesaggistiche, una visita nei borghi antichi, sempre vissuto con inclusione e interazione, attraverso il supporto di guide turistiche del luogo che faranno conoscere i monumenti, le tradizioni, l’arte e la cultura del Salento.

Noi ci scontriamo quotidianamente con le tante difficoltà legate al mondo della disabilità - conclude Muci - e spesso sul territorio manca proprio la cultura degli spazi e dei luoghi accessibili davvero a tutti.

Siamo vicini a migliaia di famiglie che si rivolgono al nostro centro ascolto per problematiche diverse e spesso affrontiamo momenti di tristezza o disagio, ma vivere la disabilità non è solo questo.

Siamo convinti che dare l'opportunità a tutti di trascorrere momenti di gioia e armonia sia un dovere civile e morale che per chi ha la possibilità di fare per gli altri. Un semplice sorriso ed un particolare sguardo ricevuto sono in grado di riempire il cuore, di far dimenticare i problemi della vita quotidiana, offrendo un momento non solo di svago, ma anche e soprattutto di profonda riflessione morale”.

L'associazione

“Portatori sani di sorrisi ODV” è un'Associazione senza scopo di lucro che nasce nel 2013 da un gruppo di volontari. Essa opera per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, svolgendo principalmente in favore di terzi, le attività di interesse generale di cui all'art. 5 comma 1 del Codice del Terzo Settore.

L´Associazione si occupa di inclusione sociale, di abbattimento di barriere architettoniche, di diritti dei minori e di uguaglianza del genere umano da circa 9 anni.

Uno dei punti cardine della nostra Associazione è l'inclusione sociale di tutti e i progetti posti in essere dai nostri membri vanno ad intervenire dove purtroppo ancora oggi nella società si trovano barriere architettoniche sia fisiche che mentali. Siamo in prima linea per difendere i diritti della persona, dei minori, dei migranti e soprattutto di chi vive in condizioni di disagio, di malattia, di disabilità, dove spesso tali diritti vengono posti a margine o completamente calpestati.

Siamo un gruppo di volontari “clown” uniti da un fine comune: mettersi in gioco, donare sé stessi, con la convinzione che a far del bene, si riceve sempre del bene.

I “Portatori sani di sorrisi ” rappresentano l’emblema dell’allegria, quella pura! Quell’allegria che scaturisce dalla semplicità dei gesti e delle azioni, quell’allegria impagabile e spontanea che trova riscontro ogni giorno nei milioni di sorrisi donati e ricambiati dagli sguardi dei bambini e degli adulti pieni di gioia e di riconoscenza.

La nostra associazione è presente assiduamente nei diversi reparti degli ospedali salentini, si occupa dei bisogni primari delle famiglie, di mobilità sociale, di umanizzazione dei reparti pediatrici, di supporto alla malattia nelle cure lontano da casa, di turismo sociale accessibile e di progetti racchiusi nel nostro Villaggio sociale, il “Dinamiko Village”.

Recentemente l’associazione è stata selezionata tra 14 mila associazioni italiane per far parte del progetto “il gusto unico di donare”, nata dalla sinergia tra Coppa del nonno e 1 Caffè onlus, fondata dall’attore Luca Argentero.

 

Intervista al presidente e volontario Pierangelo Muci: https://youtu.be/kpM39aXxEgY 

Presentazione Dinamiko Village: https://youtu.be/Sa99gpxMh-g

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/search/top?q=portatorisanidisorrisi

Sito web: https://www.portatorisanidisorrisi.it/

Antonio Torretti

 
Di Redazione (del 09/11/2017 @ 22:02:04, in Comunicato Stampa, linkato 1860 volte)

Segui il profumo della tradizione, riscopri il valore autentico di un patrimonio senza tempo e lasciati conquistare dal dolce ritmo della vita pugliese. Visite guidate, aperture straordinarie, laboratori di enogastronomia e artigianato locale, installazioni creative, videoproiezioni, performance open space ti racconteranno la Puglia in autunno. Tutto questo è InPuglia365 – Sapori e colori d’autunno programma dell’Agenzia Regionale del Turismo (ARET) Pugliapromozione.

Il progetto Profumi e Sapori...dal centro alla campagna, inserito nel programma regionale, promosso dall’Associazione “Città Nostra”, vi porterà per quattro week-end alla scoperta di cinque comuni – Castrignano dei Greci, Cutrofiano, Galatina, Sogliano Cavour e Soleto –, tra visite guidate ai luoghi di interesse turistico-culturale e laboratori di pratica e conoscenza delle attività connesse al settore dell’enogastronomia e delle produzioni tipiche. Ti aspettano itinerari, eventi ed attività gratuite.

Sabato 11 novembre 2017, ore 16.00, itinerario alla scoperta di Galatina, tra arte e tarantismo. Un viaggio per le vie del centro antico, tra vicoli, corti e piazze. Il fascino delle dimore gentilizie, dei gioielli barocchi dell’architettura religiosa e l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Apertura straordinaria della Chiesa SS. Trinità, un tempo sede della congregazione della Misericordia o dei Battenti. Una stupefacente esperienza multisensoriale, grazie agli intermezzi musicali a cura di “FONÈ Vocal Ensemble”, della Scuola di Canto Fonè & Ragtime del m° Stefano Luigi Mangia ed i profumi, i colori di una città viva con le sue produzioni agroalimentari tipiche realizzate con amore da Panificio Notaro accompagnate dal vino novello. Una spensierata tavolata di San Martino.

Domenica 12 novembre 2017, ore 10.00, laboratorio di pratica e conoscenza per riscoprire l’arte della pasta fatta in casa con un grano autoctono salentino, Senatore Cappelli.

Su richiesta servizi dedicati a target specifici d’utenza (es.: celiaci, famiglie con bambini, pet friendly, etc.)

 

Meeting point: Info Point Galatina - Casa del Turista, via Umberto I n.36, Galatina (LE)

T. +39 0836 569984 E: iat.galatina@gmail.com

Partecipazione gratuita con prenotazione

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#AssociazioneCittaNostra #inPuglia365 #WeAreinPuglia

 
Di Albino Campa (del 01/02/2012 @ 22:01:12, in Comunicato Stampa, linkato 3431 volte)
Sabato 4 febbraio 2012, in occasione della presentazione del libro di Domenica Specchia ” Di Corte in Corte ” diviene la scusa per scoprire e disvelare il bellissimo centro storico di Galatina. Questa volta invece delle chiese ed i palazzi in stile barocco e rococò, protagonista della scena è la casa a corte. La tipologia architettonica delle case a corte è un fenomeno tipicamente salentino che deve la sua fama più che alle proprie caratteristiche strutturali, alla funzione di coesione sociale che testimonia. La casa a corte presenta un’unica entrata, caratterizzata da un portale d’ingresso più o meno rifinito a seconda della casata a cui appartiene, che porta ad un cortile interno su cui si affacciano gli ingressi per ogni singola stanza dell’abitato; raramente le stanze sono collegate tra di loro ma tutte si riversano nel cortile. Su questo si affacciano anche la stalla, la stanza del pozzo e la “pila” per il bucato che completano la struttura. Solitamente vi è anche un giardino sul retro delle abitazioni che, a differenza del cortile antistante non è lastricato. Appuntamento per la visita guidata curata da Raimondo Rodia ore 16.30 piazza Orsini nei pressi della basilica di S. Caterina. Oltre la visita guidata, sono previsti musica, assaggi, distribuzione del libro in forma gratuita.
 
Di Redazione (del 20/06/2023 @ 21:59:53, in Comunicato Stampa, linkato 443 volte)

“GALATINA DELLE MERAVIGLIE” è un progetto targato Legambiente La Poiana ammesso al finanziamento per il bando regionale “Puglia Capitale Sociale 3.0”.
Il circolo Legambiente La Poiana con sede in Galatina, opera sul territorio salentino dal 2019, e, con il progetto “Galatina delle Meraviglie”, ha previsto la realizzazione di un parco urbano (per il quale sono già in corso i lavori) in Via Biagio Chirienti con la prima area sgambettamento cani sul nostro territorio comunale e la sistemazione dell’area pedonale di Via Reno.
Quest’ultima è una perpendicolare di Via Gallipoli, punto d’interesse importante per la sua collocazione vicino a molte attività commerciali di vario tipo.
Sono terminati i lavori di decoro e sistemazione urbana dell’area, con aiuole ricche di piante e fiori, installazione di due panchine, una siepe ben curata, è stata sistemata la gradinata, collocato un cestino per la differenziazione dei rifiuti, una “Diana Mangia Mozziconi” e, dulcis in fundo, un bellissimo Murale ad opera di Carla Casolari e Romaldo Antonaci, due soci del circolo (che hanno realizzato nel 2020 il Muro del Coraggio in Viale Ofanto).
Murale che riprende la storia di Alice nel paese delle Meraviglie, che per noi non può che essere Galatina.
L’inaugurazione si svolgerà Sabato 24 Giugno a partire dalle ore 19:00, durante la quale interverranno le istituzioni, in particolare, il Sindaco Fabio Vergine, il vicesindaco e Assessore al Turismo Maria Grazia Anselmi, l’Assessore all’Ambiente Carmine Perrone, l’Assessore al rapporto con le Associazioni Ugo Lisi e un maestro d’arte e socio de “La Poiana” Andrea Merico, che ci farà fare un viaggio nella storia della nostra città.
Inoltre sarà presente il birrificio OLD 476 di Antonio De Giorgi per degustare dell’ottima birra artigianale, i prodotti de “L’Artigiana” e un buffet dolce offerto dal “Joy Caffè” di Noha, di Valentina Negro.
Un ringraziamento va all’Amministrazione Comunale, partner ufficiale del progetto “Galatina delle Meraviglie” insieme all’Onorevole Leonardo Donno, ad Ecotecnica srl, Ecom, Tab_19 e l’Artigiana.
Altresì si ringraziano tutte le attività commerciali che hanno sostenuto e continuano a sostenere il progetto.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Il Presidente Legambiente Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 09/04/2019 @ 21:57:09, in NohaBlog, linkato 2477 volte)

Dov’è possibile trovare una rosticceria con forno a legna? 

Lo so, la risposta potrebbe essere rappresentata da una Distribuzione di Poisson, meglio nota come Legge degli Eventi Rari, ma a Noha una focacceria/pucceria/pizzeria con tanto di forno a legna esiste eccome e da un bel po’: si trova in via Pigno, all’ombra della torre medievale, di fronte al forno Filieri, a una ventina di metri da casa mia, svoltato l’angolo.

Si tratta di Scacco Matto, una minuscola gastronomia soprattutto da asporto in grado di far le cose per bene. Il suo modello organizzativo è il più potente longevo ed efficace che esista in Economia: vale a dire la conduzione familiare, un lusso mica da tutti.
È vero, in giro è pieno di catene di fast-food, spesso all’insegna delle grandi corporation, e se hai un po’ di soldi in tasca non muori affatto di fame; ma una cosa è riempire lo stomaco, un’altra mangiare decisamente meglio. E poi vuoi mettere una piccola pizzeria di paese, un luogo che sa di casa, di funghi freschi appena tagliati, di lievito madre, e senza commessa in livrea costretta a sorridere sempre, per contratto: non c’è proprio paragone. Qui il cibo è veramente diverso, il suo sapore unico, niente affatto identico a quello di una “filiale” di Lecce, Milano o Canicattì. 

Da Scacco Matto lavorano Luigi Patera, il capostipite, mamma Ada, che sta in cucina, dietro le quinte di questo teatro del gusto, e il figlio Giuseppe, garbato, veloce, efficiente, e sempre presente, inclusi il giorno del suo compleanno e ovviamente il 19 marzo (“Le trascorro tutte qui, le feste comandate” - mi dice con un pizzico di autoironia. “E non sei contento di festeggiarle in pizzeria, coi tuoi?” – gli faccio io, di rimando, con il solito pizzico di pepe). 

Hanno tutti le mani in pasta in questa famiglia, ognuno secondo il proprio ruolo. Vanno alla ricerca delle materie prime migliori, usano le ricette della tradizione, s’inventano delle nuove, fanno lievitare le farine (non i prezzi), impastano, infornano, friggono, cuociono, tagliano, e poi ti scodellano le loro leccornie: pizze, calzoni e rustici, panzerotti (che poi sarebbero le crocchette di patate, quelle fresche), insomma tutti i più noti prodotti da banco, o meglio da banchetto salato-salentino

Mentre attendi il tuo turno, osservi Luigi, il pizzaiolo ufficiale, che prende la palla di impasto, la stende con le mani sul piano di marmo cosparso di farina, la farcisce e l’inforna dopo aver ravvivato il fuoco; e poi la vede mentre cuoce, la muove con il palino tondo, ne controlla la cottura (che deve essere veloce, al contrario della lievitazione che se la prende con comodo), la guarda mentre cresce, l’accompagna insomma non la lasciandola mai sola, fino alla consegna nelle mani del cliente: sembra quasi con un “mi raccomando”. Stessa sorte seguono le Pucce farcite a seconda delle esigenze e degli appetiti.

Ma non puoi uscirtene da Scacco Matto senza un incarto, anche minuscolo, di polpette fritte: son così buone che riuscirebbero in un sol colpo a convertire alla polifagia perfino i più radicali sostenitori di vegetarismo e veganesimo messi assieme. 

Insomma, seguite il mio consiglio da economista e da buongustaio: non cercate lontano le cose buone che invece potete trovare a due passi da casa vostra. 

Le multinazionali e la loro logica meccanica di produzione di profitti ai danni dell’umanità potremmo superarle anche imparando a scegliere una pizza da asporto. Un modo alternativo di fare scacco matto.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 14/09/2017 @ 21:55:20, in Comunicato Stampa, linkato 1667 volte)

Si attiva, come ogni anno, il comitato promotore del “ Memorial Fernando Panico” organizzando la manifestazione per ricordare la figura dell’indimenticato uomo e sportivo che tanto prestigio ha dato al volley salentino e pugliese.

L’evento a cui sono state invitate quattro squadre ,due partecipanti al campionato nazionale di serie B, LIBELLULA FULGOR TRICASE OLIMPIA S.B.V. GALATINA ,e due al campionato regionale di serie C, SANDEMETRIO SPECCHIA e MB VOLLEY RUFFANO, si svolgerà nelle giornate di sabato 23 e domenica 24 settembre presso il Palasport di Galatina.

La cerimonia di apertura ,alle ore 16.30, farà da prologo allo svolgimento del primo incontro tra LIBELLULA TRICASE e SANDEMETRIO SPECCHIA a cui seguirà la seconda gara tra OLIMPIA S.B.V. GALATINA e MB VOLLEY RUFFANO.

Le squadre perdenti si incontreranno domenica alle 17.30 lasciando la conclusione dell’evento alle due compagini risultanti vittoriose.

Tutti gli incontri si svolgeranno al meglio di 2 set su tre; in caso di parità ,un set per parte,il terzo set sarà giocato fino a 15 punti con il sistema del Rally Point Sistem con uno scarto almeno di due punti di vantaggio sulla squadra perdente.

Le gare saranno arbitrate da coppie di fischietti federali che ,come sempre, spenderanno la propria disponibilità con orgoglio partecipativo , ricordando la forte personalità di Fernando e la passione didattica che lo hanno sempre contraddistinto, nei confronti dei suoi ragazzi.

In fase conclusiva , alla presenza delle autorità politiche e sportive ,si procederà alla premiazione di tutte e quattro le società, consegnando loro delle targhe ricordo.

Tutti gli incontri saranno trasmessi in diretta streaming  dal gruppo INONDAZIONI .IT

AREA COMUNICAZIONE

S.B.V. OLIMPIA GALATINA

 
Di Redazione (del 16/06/2019 @ 21:53:35, in Comunicato Stampa, linkato 1307 volte)

Cala il sipario sulla XX Stagione Concertistica Internazionale I Concerti del Chiostro, diretta egregiamente dal M° Luigi Fracasso e sostenuta da Regione Puglia, Comune di Soleto, Grecìa Salentina, Conservatorio “T. Schipa” di Lecce, Gal Porte a Levante, Club Unesco Galatina, Ipab di Soleto e dagli sponsor presenti per questo appuntamento, che, anno dopo anno, si conferma essere uno degli eventi più qualificati del Salento.

Per questa edizione, la location è cambiata: città protagonista è stata Soleto. Dimostrando estrema sensibilità il sindaco Graziano Vantaggiato, a nome della comunità del grazioso borgo salentino, ha ospitato i sei appuntamenti de I Concerti del Chiostro, con artisti di livello nazionale ed internazionale. A ben vedere una rassegna di eccellenza che rende onore all’Associazione Musicale, presieduta dal M° Luigi Fracasso, Maria Grazia De Benedittis – vice presidente, Antonello Romano – segretario, Mario De Paolis – consigliere, Antonio Serra – direttore organizzativo, Gloria Romano – ufficio stampa.

Che bella realtà I Concerti del Chiostro! Grazie a Luigi Fracasso, grazie a tutti gli organizzatori e agli artisti partecipanti – dichiara Graziano Vantaggiato - mi auguro che la bellezza del vostro amore per la musica e l’arte che riuscite a trasmettere a tutti noi possa continuare sempre ad emozionare. I Concerti del Chiostro devono essere un evento culturale presente ogni anno!”

A dare il via alla XX Stagione di concerti lo scorso 28 marzo è stato l’affiatato Duo Pollice al pianoforte, che ammirato sui palcoscenici delle maggiori Istituzioni Europee per le loro esecuzioni cariche di patos, ha eseguito musiche di Mozart, Rossini, Verdi e Puccini. A seguire la flautista Luisa Sello ha emozionato il pubblico, sempre numeroso, con il  programma “Quadri di colore”, tre sentimenti legati alla musica e a temi della vita: Arte, Amore e Gioia, eseguendo musiche di Bach, Mozart, Vivaldi, Verdi e G. Rossini.

Dalla musica classica al jazz: il 13 aprile protagonista è stato  The Italian Trio, uno splendido esempio di trio italiano, risultato della partnership di tre esponenti del jazz tricolore come Dado Moroni al piano, Rosario Bonaccorso al basso e Roberto Gatto alla batteria.

Il 9 maggio l’ospite più atteso della XX Stagione è stato Angelo Branduardi insieme al polistrumentista Fabio Valdemarin, che, con il concerto “Camminando, camminando in due”, ha richiamato nella gremitissima Piazza Osanna spettatori provenienti da Roma a tutto il Sud Italia.

Penultimo appuntamento con il talentuoso Duo Carrozzo-Fasiello, nato nel 2018 dal desiderio di esaltare e promuovere la musica da camera per pianoforte e sassofono.

L’appuntamento del 9 giugno ha chiuso mirabilmente la rassegna con l’esecuzione del “Carnevale degli animali” del compositore francese Camille Saint-Saëns. Ai due pianoforti lo stesso direttore artistico Luigi Fracasso insieme a Paolo Cuccaro, con I Concerti del Chiostro Ensemble composto da: Luigi Bisanti al flauto, Fernando de Cesario al clarinetto, Ivo Mattioli e Danilo Mattioli ai violini, Cristian Musio alla viola, Laura Ferulli al violoncello, Davide Codazzo al contrabbasso ed Enrico Donateo alle percussioni.

“Oggi più che mai, sostenere una rassegna di musica classica presuppone sensibilità smisurata e coraggiosa determinazione. Onore al sindaco Vantaggiato, che ha colto la sfida vincendola alla grande! - dichiara il M° Fracasso - Un doveroso ringraziamento lo rivolgo a lui e al numeroso  pubblico sempre caloroso. Alla XXI edizione!”.

 

Gloria Romano

Ufficio Stampa

 

L'unica vera infrastruttura di cui ha urgentemente bisogno il Grande Salento sono i Grandi Boschi !!!

No ad altro asfalto e cemento:

le infrastrutture vere che più mancano al Grande Salento sono i "Grandi Boschi"! 

Mentre alcuni politici parlano nel Grande Salento di altre infrastrutture ridondanti che rischiano di compromettere ancora altro territorio pugliese si leva l'appello preventivo dal mondo ambientalista del Grande Salento per indicare la strada della pacificazione e della crescita vera e virtuosa del territorio! 

Contro anche le devastazioni intollerabili degli impianti industriali speculativi d'energia rinnovabile nelle campagne pugliesi: la richiesta perentoria per una mobilitazione e risposta forte dello Stato a repressione e bonifica degli scempi in corso e per la ricostruzione del vitale tessuto connettivo forestale e di naturalità oggi compromesso all’inverosimile e portato al livello massimo storico di degrado, ad un livello tale da costituire un’emergenza nazionale abbisognante del massimo e più urgente intervento risolutore dello Stato!   

L'Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste: si RIFORESTI LA PUGLIA!
Il Ministro salentino Raffaele Fitto e il presidente Antonio Gabellone della Provincia di Lecce, e quelli delle Province di Brindisi, Massimo Ferrarese, e di Taranto, Gianni Florido, insieme al Presidente Nichi Vendola della Regione Puglia, si preoccupino dei problemi più gravosi e seri, delle vere infrastrutture vitali che mancano da decenni e decenni al Salento: I GRANDI BOSCHI !
Non altre strade e strade in territori vergini o che consumano altro suolo!
Sì, solo ad interventi infrastrutturali che migliorano infrastrutture esistenti!
Ma non si accetterà mai più il consumo di altro suolo integro, naturale e rurale, per nessuna altra infrastruttura fotocopia e ridondante in tutto il Grande Salento!
E' il Grande Salento l’area con la maggiore percentuale di suolo cementificato ed asfaltato d'Italia, la zona dello Stivale, dell'intera Nazione isole incluse, con la minore percentuale di superficie boschiva.
Un territorio, peraltro, a grave rischio di desertificazione naturale, come segnalato dall'ONU, cui si aggiunge oggi quella artificiale, spaventosa, terrificante, del flagello da fotovoltaico nei campi!
Ed il Grande Salento era invece, fino a non molti decenti or sono, terra di boschi e foreste immense e pittoresche, nel leccese, nel tarantino e nel brindisino!
Se oggi ciò non è più così, se il vitale tessuto connettivo forestale di questa terra è stato depauperato all'inverosimile, non si deve ai cosiddetti "cambiamenti climatici" o a qualche altro effetto naturale, ma solo e soltanto all'azione devastatrice dell'uomo, alla barbarie del fuoco doloso e della scure indiscriminata, all' iper-infrastrutturazione, all'iper-sfruttamento del territorio, alle esigenze voraci dell'industria e dell'industrializzazione selvaggia, alla mala politica, alla speculazione, all'avidità di denaro facile, alla colonizzazione e svendita del Salento!
Questa è un EMERGENZA, e deve essere la priorità politico-amministrativa delle tre province! Del Grande Salento!
La vera prioritaria infrastruttura veramente vitale che manca a noi salentini è quella dei vasti boschi pubblici e privati, della riforestazione del Grande Salento!
L'unica sulla quale nessun cittadino in buona fede o sano di mente avrà mai nulla da eccepirvi contro! Un’infrastruttura la cui ricostruzione, attraverso un massiccio intervento statale, costituisce un fattore strategico di sviluppo e di benessere autentico per il sud della Puglia, nonché una notevole occasione di impiego e lavoro per numerosissimi giovani ed imprese locali.
L'assenza dei naturali boschi nel Grande Salento è causa di dissesto idrogeologico, di cambiamenti microclimatici locali, di diminuzione della fertilità dei suoli, di interruzione di una naturale rigenerazione-purificazione dell'aria dall'inquinamento, di diminuzione della piovosità, di impoverimento della biodiversità (cui l' ONU ha dedicato il trascorso anno 2010!), di crisi del settore zootecnico d’eccellenza e qualità, di scomparsa delle produzioni silvicole, ecc. ecc. E' un danno al paesaggio, all'economia e alla salubrità del territorio salentino inimmaginabile ed inquantificato!
Un “imperativo categorico” irrinunciabile e non più procrastinabile del nostro territorio e della sua gestione ed amministrazione, è quello della "Riforestazione" e "Rinaturalizzazione" con essenze autoctone e reintroduzione delle specie botaniche recentemente scomparse, a seconda dei casi previa “Bonifica” dei luoghi! Un imperativo che, come, con stupore, ognuno di noi può notare, è scomparso dall'agenda politica da decenni, mentre in passato era tra le principali priorità politiche della nostra terra; scomparso dall'agenda di tutti i partiti, scomparso dal mondo dell'informazione; scomparso dalla nostra memoria ... ma gli ambientalisti del Grande Salento non se ne sono dimenticati, ed oggi, contro la famelica antropofaga foga speculativa che domina quasi ogni atto amministrativo e ogni trama partitica, vogliono e chiedono, con forza e determinazione, di riportare nella prima pagina dell'agenda di ogni istituzione territoriale e di ogni partito, che voglia ancora sperare nella “credibilità” agli occhi dei cittadini, il più grande dei bisogni di questa terra: i Grandi Boschi pubblici e l'incentivazione massima dei rimboschimenti dei suoli dei privati! 

 Oreste Caroppo

Hanno già dato loro adesione:

- Forum Ambiente Salute del Salento- Gruppo apartitico d’azione locale a difesa dell’ambiente - sede centrale in Lecce

- Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadini - sede centrale in Maglie (Le)

- Save Salento - Salviamo il Salento

- Nuova Messapia - sede in Soleto (Le)

- Movimento per La Rinascita del Salento

- Associazione Arneotrek - trekking & outdoor - Salento 

- Biomasseria Santa Lucia - Macurano (Lecce)

- I DIALOGHI DI NOHA

 
Di Redazione (del 07/02/2013 @ 21:51:48, in NohaBlog, linkato 3359 volte)
L'INCHIESTA di quiSalento.it - Di strada in strada, asfalto e cemento sul Salento, Dalla Regionale 8 alla statale 275 fino alla Maglie-Gallipoli, i progetti che feriscono il paesaggio e l'agricoltura compromettendo lo sviluppo sostenibile.

http://quisalento.it/salento-news/linchiesta/15263-ambiente-di-strada-in-strada-asfalto-e-cemento-sul-salento.html

Cemento e asfalto per fare del Salento un groviglio di strade, spesso inutili, quasi sempre a quattro corsie, frutto di progetti faraonici partoriti in altri tempi, quando lo sviluppo del Salento sembrava legato ad un modello industriale, rivelatosi illusorio. Oggi, invece, tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica, dal piano territoriale di coordinamento della Provincia al Piano paesaggistico regionale di prossima presentazione, guardano al territorio in un’altra dimensione, facendone un elemento unico e insostituibile di uno sviluppo sostenibile basato su tre pilastri: Turismo, Ambiente e Cultura.

Ma pezzi del Governo e delle stesse amministrazioni pubbliche, dall’Anas alla stessa Regione Puglia fino alla Provincia di Lecce, marciano in tutt’altra direzione, dando il via libera a progetti devastanti che continuano a consumare il suolo, abbattendo uliveti, ingoiando campi coltivati e rovesciando tonnellate di cemento e asfalto che altereranno per sempre il paesaggio del Salento. E spesso, mentre la magistratura amministrativa si sostituisce alla politica con una lunga serie di verdetti, il ricatto occupazionale con la “necessità” di spendere i fondi europei stanziati fa il resto.

Eppure il Salento ha la sua rete di strade efficiente e diffusa sul territorio, strade che diventano “della morte” quando vengono percorse a velocità ben superiori dai limiti di velocità imposti dal Codice della strada, e solo raramente per carenze strutturali. D’altro canto, si continuano a progettare arterie in grado di indirizzare sempre maggiori volumi di auto verso la litoranea, ma già ora in alta stagione lunghi tratti della costa risultano intasati dalle auto per l’assenza di parcheggi e/o di mezzi alternativi. Una progettazione, dunque, che non guarda al futuro e che vede protagonista il partito dell’asfalto e del cemento con un fatturato previsto, solo per queste cinque strade, di una cifra che sfiora complessivamente i 500 milioni di euro.

Per rompere questo circolo vizioso, nasce la mobilitazione di un gruppo di cittadini che ha lanciato una petizione via Internet dal titolo “Basta strade inutili. Salviamo la terra del Salento” (> leggi la petizione).

Ecco quali sono attualmente i progetti che nella petizione si chiede di fermare e/o di rivedere legandoli alle esigenze reali del territorio.

> REGIONALE 8, AGRICOLTORI IN GINOCCHIO. Ufficialmente il cantiere non è ancora partito, ma le ruspe sono lì e il primo crinale verde alle porte di Vernole è stato già aggredito dalle macchine movimento terra che si sono dovute fermare, dopo la segnalazione dei lavori abusivi da parte di alcuni cittadini. Circostanza che ha portato all’apertura di un’inchiesta della Procura della Repubblica.

Il ventilato avvio del cantiere della Regionale 8, ha provocato la ferma reazione di numerosi agricoltori, supportati dalla Coldiretti (> vedi denuncia) che si vedono cancellare le loro aziende, paradossalmente finanziate dagli stessi enti pubblici. Il progetto è in piedi da più di un quarto di secolo e nel corso tempo, peraltro, ha subito variazioni che ne hanno snaturato gli stessi presupposti. La strada, infatti, nasce come “Circumusalentina”, un progetto faraonico che negli anni Ottanta prevedeva di costruire un anello parallelo alla costa, un nastro di asfalto a quattro corsie. Di tutto ciò rimane solo il primo tratto, completamente stravolto nel tracciato ma non nella invasività.

Si tratta di un’arteria a quattro corsie lunga poco più di 14 chilometri con ben dieci rotatorie e, come se non bastasse, 16 chilometri di strade complanari e raccordi. Il tracciato ora parte dalla Tangenziale est di Lecce, all’altezza della strada di Fondone, quattro corsie per un tratto correranno quasi parallele alle quattro corsi della tangenziale per andare a innestarsi sulla Provinciale 1, ovvero la Lecce- Vernole) all’altezza della rotatoria vicina al residence Giardini di Atena. Da questo punto (e quasi fino a Vernole) la Regionale 8 prevede l’allargamento della provinciale sul tracciato esistente per poi diventare nuova strada per aggirare con circonvallazioni sia Vernole sia Melendugno per andare a finire sulla Melendugno-San Foca. La colata di cemento è impressionante: migliaia e migliaia di ulivi sradicati (2.400 nel solo territorio di Melendugno): oltre ai 14,230 chilometri a quattro corsie con spartitraffico e complanari, un cavalcavia a Melendugno, svincoli con la costruzione di dieci grandi rotatorie.

L’opera è finanziata con ben 57 milioni di euro dal Cipe e ricade tra le strade di categoria C considerate non prioritarie (in teoria potrebbe essere anche a doppia corsia). I comuni attraversati dalla Regionale 8 sono Lecce, Lizzanello, Vernole e Melendugno. L’appalto è stato aggiudicato all’Associazione temporanea di imprese (Ati), composta dal Consorzio cooperative costruzioni, Leadri e Montinaro Gaetano e figli.

Fra gli altri problemi, non soltanto una Via (valutazione di impatto ambientale) scaduta nel 2011 ma anche vincoli idrogeologici in quello che la Gazzetta del Mezzogiorno ha definito “tormentato e lacunoso procedimento”, da cui emergono più ombre che luci. Anche per questo la Coldiretti di Lecce nei giorni scorsi ha annunciato che la sua organizzazione sarà al fianco degli agricoltori che si stanno costituendo in giudizio per fermare la realizzazione della strada (>vedi articolo). Anche le altre organizzazioni degli agricoltori, Cia e Confagricoltura stanno seguendo la vicenda al fianco degli agricoltori interessati.

> 275 STRADA PARCO? MACCHÈ.  L’hanno chiamata strada-parco per tentare di mitigarne l’impatto. Ma la momento, soprattutto nel tratto che va da Montesano a Leuca, non è altro che una nuova superstrada a quattro corsie con un’enorme rotatoria tra San Dana e Leuca, sempre a quattro corsie. Il progetto della Maglie-Leuca prevede il raddoppio della statale 275 da Maglie fino a Montesano salentino, ma da quel punto in poi è tutto un nuovo tracciato che sbancherebbe il cuore del Capo di Leuca. Il progetto della nuova 275 ha un importo complessivo di ben 288 milioni di euro e prevede la realizzazione di viadotti, ponti, rotatorie, svincoli e complanari. Si calcola che non meno di ventimila alberi che verranno abbattuti per la realizzazione della strada e tonnellate di cemento e di asfalto  modificheranno irrimediabilmente l’attuale morfologia di una delle zone più incontaminate del Salento. Attualmente il progetto sembra fermo, incagliato nelle pieghe della burocrazia, ma l’appalto sembra già a buon punto nonostante le voci di protesta che si levano da una parte del territorio.

> MAGLIE-OTRANTO, RUSPE IN AZIONE. L’allargamento della statale 16 è iniziato. Non sono serviti gli appelli, neanche del Difensore Civico della Provincia di Lecce, il senatore Giorgio De Giuseppe, a bloccare un progetto definito “faraonico”. A settembre scorso, mentre le ruspe stavano per entrare in azione, De Giuseppe, raccogliendo le istanze degli ambientalisti e delle associazioni, aveva scritto alla Regione Puglia invitandola a “scongiurare il danno macroscopico che tali opere arrecano al territorio compromettendo, per altro, sviluppo e benessere futuri” e per dire no ai “progetti faraonici”. “Correre a gran velocità sulla strada, infatti”, spiegava, “è inconciliabile con la valorizzazione di un territorio che merita visite e scoperte appropriate”. Appello caduto nel vuoto e lo scempio ha avuto inizio con quasi ottomila alberi di ulivo che dovranno essere espiantati o abbattuti, per far posto all’allargamento della strada Maglie - Otranto, tra il km 985 e il km 999,1  trasformandosi in una superstrada a quattro corsie con tanto di svincoli con cavalcavia e lunghe complanari per il traffico locale. Si tratta di poco meno di venti chilometri con un progetto che prevede una spesa di quasi 55 milioni di euro. Attualmente è cantierizzato il primo lotto, da Maglie a Palmariggi. Il secondo, fino a Otranto, potrebbe essere meno invasivo?

> OTRANTO-GALLIPOLI, STRADA MOSTRO. L’hanno chiamata “strada mostro” gli ambientalisti salentini. Si tratta della provinciale che dovrebbe collegare Otranto a Gallipoli, un progetto approvato e finanziato con 20 milioni di euro con fondi Fas (che pur fanno gola). La strada è progettata dalla Provincia di Lecce e il tratto più criticato è quello dell’attuale provinciale 361 da Maglie ad Alezio, che, passando per Parabita e Collepasso, devasterebbe la serra con le due tangenziali di Alezio e di Collepasso. La strada ignorerebbe distese di ulivi secolari, con i relativi vincoli paesaggistici e attraverserebbe aree archeologiche ma anche straordinarie dal punto di vista paesaggistico, come la la collina di Sant’Euleterio che, con i suoi duecento metri di altitudine, è il punto più alto del Salento. Il tutto quando si potrebbe più agilmente mettere in sicurezza l’attuale rete stradale della zona.

> CASALABATE-PORTO CESAREO, L’ULTIMO SOGNO. In ordine di tempo è ultimo, ma il progetto della Casalabate-Porto Cesareo non ha niente da invidiare ad altri progetti quanto ad invasività. Per il solo secondo lotto è di pochi giorni fa l’approvazione del progetto preliminare, con un impegno di 8 milioni di euro per la sola tangenziale di Campi Salentina. La strada dovrebbe collegare le due coste nel Nord Salento, congiungendo la direttrice per Salice e Veglie con la strada provinciale Campi-Squinzano. Anche qui si tratta di finanziamenti europei: fondi Fas relativi al “Piano per il Sud”.

> FIRMA LA PETIZIONE SUL SITO DI PETIZIONEPUBBLICA.IT


ROBERTO GUIDO

fonte: quiSalento

 

Una serata ricca di iniziative, inserita nell’ambito della rassegna estiva “A cuore scalzo”, promossa dall'amministrazione comunale. Dall'ex Monastero di Santa Chiara a Piazza San Pietro, i luoghi più significativi della città si intrecceranno con le molteplici attività in programma sabato 13 luglio, per una prima edizione che culminerà con il concerto gratuito della BandAdriatica.  

Ad aprire la serata, ore 19.30, in Piazza Galluccio, l'incontro di presentazione con gli interventi di Marcello Amante, sindaco di Galatina, Cristina Dettù, assessora alla Cultura e Anna Caputo, presidente di Arci Lecce. A seguire la performance teatrale di Gianluca Carrisi dal titolo “Le regole del viaggio”, attraverso il quale l’attore salentino interpreterà gli appunti che due etiopi rifugiati scrissero prima di partire da Addis Abeba per raggiungere le coste europee. 

A partire dalle 21.00 la manifestazione "Intrecci di notte" si sposta in altri due luoghi simbolo della città: l'ex Monastero di Santa Chiara e Piazza Orsini. All'interno dell'ex Monastero, restituito recentemente alla città, si svolgerà lo spettacolo di Milonga a cura di Almavals di Stefania Filograna, accompagnati dal duo Lucia Conte e Monica Terlizzi, che attraverso i grandi classici di Carlos Gardel fino all’arte espressionista di Astor Piazzolla ripercorrerà la storia malinconica e passionale della tipica danza argentina.

Spazio alla musica jazz in Piazza Orsini con Filippo Bubbico che sullo sfondo della storica Chiesa di Santa Caterina, accompagnato da Dario Congedo e Gino Semeraro, porterà in scena una contaminazione artistica inedita. Il trio rappresenta una nuova veste per il musicista salentino, fresco d'esordio solista con l'album "Sun Village", che si immergerà nel clima del funk, jazz e r'n'b' nell'intento di rivisitare alcuni dei temi chiave della storia della musica afroamericana.

Gran finale alle 22.30 in Piazza San Pietro con il concerto della BandAdriatica, che sarà aperto dal coro Made in World, composto da richiedenti asilo e rifugiati ospiti nei progetti di accoglienza integrata gestiti da Arci Lecce e diretti dal maestro Andrea Cataldo. 

Claudio Prima e compagni condurranno il pubblico in un vero e proprio viaggio musicale tra le coste del mediterraneo. La band, che voga sulle onde agitate della musica salentina con elementi di tutte le coste sonore del Mediterraneo, porterà in scena l'ultimo lavoro Odissea. Uno spettacolo coeso e potente, arricchito da nuove coreografie, dove i linguaggi si armonizzano con le melodie popolari nel fervore meticcio delle città portuali. 

Per l’intera durata della manifestazione, Piazza Galluccio ospiterà il laboratorio gratuito a cura di Blablabla "Arte migrante. L'immigrazione spiegata ai bambini", l'esposizione dei lavori artigianali realizzati dai ragazzi richiedenti asilo nell’ambito dei laboratori artistici “Made in World” e gli stand gastronomici con cibo dal mondo curati dal progetto Sprar "Safia Ama Jan" di Galatina. 

Uno spazio speciale sarà dedicato al progetto "Gombo - il frutto dell'integrazione" di Arci Lecce, sviluppato all'interno del percorso didattico di agricoltura sociale con ragazze e ragazzi richiedenti asilo. Grazie alla collaborazione del Panificio "Notaro" e della Pasticceria "Dolce Arte", sarà possibile degustare alcuni piatti della tradizione salentina cucinati con la tipica pianta originaria dell'Africa, in un incontro unico fra diverse culture culinarie. 

Nella stessa piazza, sarà possibile partecipare dalle 20 alla "biblioteca vivente", con la collaborazione del Csvs e Servizio Civile "in reading 2017". La biblioteca vivente è uno strumento nato in Danimarca e ideato per rompere stereotipi e diffidenze, promuovendo la conoscenza e il dialogo. Attraverso i "libri parlanti" il pubblico potrà ascoltare le storie vissute e raccontate direttamente dai protagonisti.

 

Maria Pia De Medici

Uff. Stampa Arci Lecce

3202835043

 

Sono 271, in tutta Italia, le proposte ammesse al finanziamento del Programma Nazionale della qualità dell’Abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili. Di questi, 27 progetti ammessi sono pugliesi, per un valore di circa 482 milioni di euro.
Fondi stanziati dal Governo Conte con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale.
Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni) si aggiungono inoltre i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
«Sono risorse fondamentali per permettere la riqualificazione degli spazi urbani delle nostre città, partendo dal concetto di sostenibilità - commenta Leonardo Donno, Deputato salentino del MoVimento 5 Stelle - Di fatto i progetti selezionati miglioreranno la qualità della vita di migliaia di persone, andando ad incidere sull’inclusione sociale, anche tramite il coinvolgimento del terzo settore nella successiva gestione dell’intervento.
Più nel dettaglio, la Provincia di Lecce è interessata da due interventi, per un totale di 30 milioni (15 a progetto). Il primo: il recupero dell'ex sanatorio turbecolare "Antonio Galateo" per farlo diventare un edificio accogliente da ri-abitare con il social housing e servizi innovativi per la casa e la città, con la realizzazione di 70 appartamenti. È stato presentato dalla Regione Puglia, proprietaria dell'immobile.
Il secondo riguarda la realizzazione di 60 nuovi alloggi di edilizia popolare nel quartiere Santa Rosa, con recupero di spazi pubblici destinati a verde, sport e socialità, il potenziamento anche dell'area mercatale, per farla diventare un'area destinata al food. Il progetto è stato presentato dal Comune di Lecce.
Nelle selezione dei progetti - prosegue Donno - si è tenuto conto dell’impatto sociale, culturale, urbano-territoriale, economico-finanziario e tecnologico delle opere. Una misura straordinaria per rendere ogni singolo territorio del nostro Paese più sostenibile e pronto ad affrontare le sfide del futuro.
Per questo motivo il mio personale plauso lo rivolgo alle amministrazioni che hanno accolto la sfida e presentato progetto sostenibili e inclusivi degni di questo nome. Il risultato portato a casa è più che incoraggiante, considerata la battaglia che ho sposato sull'emergenza abitativa e sugli alloggi popolari sin dall'inizio del mio mandato parlamentare e che ha evidenziato gravi lacune sul fronte dell'edilizia residenziale pubblica in tutta la Provincia di Lecce. Un input che è stato accolto positivamente e che oggi porta a casa un primo risultato importante. Risultato che - continua Donno - dobbiamo certamente al lavoro del MoVimento 5 Stelle e di Giuseppe Conte, che appena un anno fa conquistò in Europa oltre 200 miliardi che, come vediamo, stanno arrivando in Italia e sui territori.
Quando la politica è mossa dalla reale volontà di fare il bene del Paese, gli sforzi congiunti e a più livelli portano sempre ad ottenere risultati importanti. E questi finanziamenti sono la testimonianza concreta».

M5S

 
Di Redazione (del 12/02/2015 @ 21:39:01, in Comunicato Stampa, linkato 2928 volte)

Galatina "ombelico del Salento", così chiamata in quanto posta esattamente al centro del territorio salentino.

Rappresenta uno dei principali poli turistici del territorio grazie alla ricchezza ed all’originalità del proprio patrimonio storico, culturale ed enogastronomico.

I gioielli artistici di Galatina sono custoditi principalmente all’interno della cinta muraria del XVI secolo, dove palazzi nobiliari, corti e vicoli, rendono suggestiva la visita e l’ammirazione del barocco galatinese.

Autentico fiore all’occhiello è la francescana basilica di Santa Caterina d’Alessandria del XIV secolo situata nell’antica Piazzetta Orsini, come anche la centrale chiesa matrice dei Santi patroni Pietro e Paolo che impone la sua facciata barocca sull’omonima piazza nel cuore del centro antico.

La vastità e l’imponenza del patrimonio architettonico espresso, ha portato alla conquista da parte di Galatina del titolo di “Città d’arte”, che ha spinto l'amministrazione comunale ad investire sulla creazione di alcuni brand turistici che focalizzano l’attenzione proprio sulle potenzialità espresse della città.

In questo senso è giunta già alla quinta edizione la manifestazione “Le Corti a Mezzanotte”, che rappresenta uno dei principali brand turistici su cui Galatina ha deciso di puntare, anche alla luce dei risultati.

Nata nel 2011, “Le Corti a Mezzanotte” è una manifestazione che si tiene all’interno della splendida cornice del centro storico di Galatina, nell’arco di una serata, generalmente nell’ultima settimana di Agosto (VI edizione 21 agosto 2015).

Durante questa serata oltre agli antichi palazzi barocchi, il borgo apre a tutti i visitatori le sue principali corti, che sono valorizzate ed arricchite da esposizioni pittoriche, da spazi musicali e da percorsi enogastronomici, che contribuiscono

a far assaporare in tutte le sue forme il barocco galatinese. (www.lecortiamezzanotte.it)

Non a caso Galatina oltre al marchio di “Città d’arte” possiede anche il marchio di “Città del vino”, in virtù dell’antica e sempre attuale produzione di vino locale, portato avanti negli anni da importanti cantine vinicole che contribuiscono ad esportare il nome di Galatina a livello nazionale ed internazionale.

Ecco perché nasce, il festival “Barocco wine music” attivando un sistema di promozione ed avvicinamento alla cultura del vino con oltre 200 etichette regionali.

Barocco wine music, manifestazione organizzata nel mese di Ottobre (edizione 2015 10 ottobre), rappresenta da questo punto di vista il secondo brand turistico sul quale l'amministrazione comunale ha investito, in linea con la tradizione e con i marchi posseduti dalla città. (www.baroccowinemusic.it)

Molte le tradizioni culinarie e sopratutto dolciarie del territorio: africano, mustacciolo, sibilla, mafalda e il famoso pasticciotto, una grande tradizione che esplode già nel 1745 nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone con questo dolce tipico composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.

Così da una grande tradizione dolciaria ma anche enogastronomica nasce "Dolce Città Nostra" che si presta alla sua seconda edizione dopo il grande consenso ottenuto.

La manifestazione si terrà domenica 12 aprile 2015 in occasione della giornata

"La Penisola del Tesoro" del Touring Club che ha scelto, insieme ad altri otto comuni italiani, anche Galatina dove saranno presenti circa 900 associati.

La Penisola del Tesoro 2015 è un’iniziativa importante del Tci che da 16 anni porta i soci a scoprire i beni culturali meno noti prendendo come punto di riferimento, il patrimonio negato, per valorizzare un patrimonio fondamentale per il futuro del Paese.

“Galatina investe anche nei nuovi sistemi di comunicazione on-line per dare servizio alla città stessa ma soprattutto – come rimarcano il sindaco Cosimo Montagna e l’assessore al Turismo Alberto Russi - per incentivare i turisti a fruire e muoversi liberi nel grande patrimonio architettonico. Già da due anni Galatina ha investito nella guida virtuale con i codici qr diffusi tramite paletta sui maggiori monumenti del centro storico che permettono al turista di avere tutte le informazioni utili senza nessuna guida.

Aderisce quest'anno al progetto dell’Associazione culturale AMiCA (Audio Musei a Cielo Aperto), che ha il principale obiettivo di promuovere il patrimonio culturale attraverso lo sviluppo di progetti e strumenti innovativi”.

Strumenti che si fondono con la creazione dell’APP GalatinaAmica, disponibile in italiano e inglese per IOS e Android che presenta 6 sezioni principali: Monumenti (contenente le schede dei beni esaminati con foto, descrizioni, ubicazione nonché la relativa traccia sonora), Categorie (in cui sono presenti alcuni selezionati consigli per l’utenza), Itinerari (sezione in cui sono presenti i percorsi per fruire di tutti i beni analizzati), Mappa (contenente i punti di interesse) e Downloads (sezione contenente l’elenco delle audioguide disponibili sul proprio dispositivo e quindi fruibili in OFFLINE). Lo strumento realizzato è una proposta per una visita multimediale della città, un cicerone interattivo che grazie alla funzione Realtà Aumentata porterà il visitatore a scoprire ciò che ha intorno. (www.arteamica.com)

 
Di Redazione (del 22/12/2016 @ 21:25:48, in Comunicato Stampa, linkato 2379 volte)

All'inizio fu un Esposto con l'apposizione di ben 500 firme di cittadini di Soleto e dei paesi limitrofi ma anche di gente che veniva da fuori. Si chiedeva in quell Esposto alla Magistratura Leccese di fare qlcs per capire di che morte stavamo morendo nella zona più colpita da tumori al polmone del Salento. Si chiedeva ai Magistrati di fare analisi, di controllare i fumi, di mettere le centraline  in continum nei camini H24 delle grandi ciminiere in modo da poterle monitorare. Si chiedeva di fare le analisi del latte materno e di pecora per vedere lo stato di diossina che poteva esserci nelle nostre campagne. Da quel momento dobbiamo dire che qlcs si è mosso. Sono cominciate le ispezioni per vedere se c'erano rifiuti tombati. Si sono fatti dei controlli nei bitumifici tanto che alcuni sono stati messi sotto procedura d'infrazione. Si sono attivate delle commissioni come Repol ed altre per studiare il fenomeno Salento. Intanto a Soleto alcuni giovani , quelli che promossero l'esposto,  si attivavano ancora per un secondo step di iniziative: Il Lenzuola day. Soleto venne tappezzata da lenzuola  con scritte anche allarmanti come SOLETO,  TU MUORI. Ricordo una madre che venne a chiedere di togliere quel lenzuolo dal balcone perchè la irritava. Un'altra figlia ci disse che facevamo male perché non rispettavamo i veri malati di tumore. Col senno di poi forse avevamo osato molto. Quella figlia proprio due anni dopo perse la mamma di tumore. 
Ed eccoci arrivati ai giorni nostri. L' era della terza fase di lotta che ben si definiva in quell' Esposto:  LE ANALISI DEL LATTE. Sono passati più di due anni e di questo nessuno ne parla più o meglio ne parlava più. Tutto sembrava finito. Nuova Messapia, la promotrice di Quell' Esposto ora è assente.. Ed allora che fare? Tutto finito? Proprio ora che dovevamo raccogliere i frutti concreti ed avviare una ricerca dal basso? 
Uno dei promotori di Quell' Esposto non si è arreso mai ed ha sempre cercato di portare la battaglia avanti. Latte materno, Latte di pecora o acqua? A distanza di 3 anni , si profila di nuovo un coinvolgimento pieno per procedere su questa strada solo che si manifesta , da parte di alcuni cittadini, la volontà di fare le analisi dell'acqua più che del latte. Si ritiene che l'acqua sia il bene comune par eccellent.  Ed ecco a questo punto che la volontà popolare ha il sopravvento. SI PARTE PER FARE LE ANALISI DELL'ACQUA . Ci si mette in contatto con il centro analisi , si chiedono informazioni, costi,  procedure, tempi di attesa, attendibilità, il tipo di sostanze monitorate. Il risultato è che per ogni campione si spendono 300 euro e consistono questi esami in due branche: DIOSSINA  da una parte e.....bMETALLI PESANTI ATRAZINA NITRATI dall'altra. Due campioni separati .Costo 600 euro. La mia Associazione, FARE AMBIENTE decide di attivarsi e incominciare una campagna di informazione e divulgazione per promuovere la RACCOLTA FONDI PRO ANALISI DELL'ACQUA  e.....se dovessero avanzare  soldi .....anche per il Latte di Pecora e Latte Materno. Si badi bene che Mai , dico mai , nel SUOLO salentino  SI È MAI MONITORATO IL LATTE MATERNO. Si è monitorato il Latte di Pecora o di bovini (vedi copersalento) ma mai il LATTE MATERNO. Sarebbe davvero sorprendente se dovessero uscire risultati allarmanti. Una cosa è certa: gli aborti spontanei sono di gran lunga aumentati in questa zona. Questo potrebbe essere un campanello d'allarme. Cosa chiediamo alle persone? Chiediamo di essere partecipi e coinvolti tutti in questa azione sinergica: Popolazione , istituzioni, organizzatori , tutti uniti per cercare di capire come stanno realmente le cose con l'ambiente. Un segnale positivo che ci potrebbe venire dall'acqua ci renderebbe tutti più felici e ci potrebbe far essere più positivi nei confronti della vita. Un segnale positivo dal latte potrebbe renderci più sicuri per quanto riguarda la diossina. Essa è una sostanza che una volta che cade si deposita e si somma alle altre particelle sul terreno. Potremmo scoprire se la nostra zona è più inquinata di Seveso o se invece è esente da questa pericolosa sostanza. Potremmo vedere e toccare con mano se i nostri bimbi che allattano dal seno lo possono fare tranquillamente o se invece siamo tutti in pericolo. Insomma , una procedura di questo genere proprio perché parte dal basso ha più valore aggiunto. Con questa operazione mettiamo una PIETRA MILIARE NELLA STORIA DEL SALENTO SOTTO IL PROFILO AMBIENTALE.  Noi , come associazione di FARE AMBIENTE , CHIEDIAMO PARTECIPAZIONE E CONTRIBUZIONE nell'ordine di pochi spiccioli di euro. Si tenga presente che in cassa abbiamo l'equivalente di un campione e mezzo. Chiediamo di mettersi in contatto con noi affinché si possa raggiungere la modica cifra di 1200 euro per fare i 4 campionamenti. Tutto il Salento è invitato a partecipare perchè , mentre noi della zona di Soleto siamo interessati a bere l'acqua di Corigliano, altri della parte nord del Salento potrebbero contribuire per un campionamento della loro acqua che proviene dal Pertusillo.Quindi , benvengano donazioni ďalla parte alta della provincia di Lecce con la loro acqua e con il loro latte. Porteremo tutto in laboratorio che a titolo informativo è RIGOROSAMENTE TOP SECRET e FUORI REGIONE ANZI FUORI ITALIA CENTRO SUD a scanzonato di equivoci e conflitti di interesse.Quale interesse? La nostra Salute Vs la Salute di Stato. Ilva docet.

Salvatore Drake Masciullo

 
Di Redazione (del 01/03/2018 @ 21:25:48, in Comunicato Stampa, linkato 1284 volte)

L’ERREDI Taranto  frena la corsa di recupero dei salentini , imponendo loro lo stop al quinto set di una gara tecnicamente ed emotivamente partecipata dai due sestetti.

I ragazzi di mister Narracci , confortati dal colpaccio messo a segno domenica scorsa a Potenza, mettono in campo tecnica e spavalderia, per poi rivedere quest’ultimo atteggiamento quando capitan Guarini e compagni prendono il largo.

La risposta del gruppo di mister Stomeo  è determinata , con un’applicazione nella lettura degli schemi avversari che la vedono  guidare sempre in testa(6-2,12-7,19-19) , per poi subire il sorpasso definitivo degli jonici(25-22), complici cinque errori punto in battuta.

Nel secondo set la reazione dei bianco-blucelesti è decisa ma lucida: i punteggi parziali dicono 8-5, 16-9, 21-13 evidenziando la buona vena di Lentini e Iaccarino che incrementano le loro percentuali d’attacco, rispettivamente con 56% e 67%, portando in parità la gara.

Il ritorno ,nel terzo set, dei padroni di casa con un break importante di + 7, viene rintuzzato punto a punto da  un Buracci  puntiglioso ed efficace che trascina i suoi sul 21 pari ,con un Calò    che dopo aver dato il cambio a Muccione mette a segno un punto importante. Uno svarione arbitrale sul 20-20 penalizza l’Olimpia SBV che cede il set a 23 .

Nella quarta frazione  mister Stomeo   parte con rotazione  P6  e conferma la diagonale Calò-Buracci ; Corsetti dà fiducia con buonissime percentuali di ricezione(60%) ed è chiamato in causa più frequentemente dal suo palleggiatore , che stampa il muro del 19-14 alla prima linea tarantina.

La parità dei set è raggiunta con il punteggio di 25-16 che rimanda l’esito della gara al tie break. Nel quinto set il punteggio corre sul filo dell’equilibrio, senza che nessuna delle due compagini metta a segno dei break importanti tali da rendere il vantaggio incolmabile.

Si arriva al 14-13 per i padroni di casa , con un Buracci leggermente sotto tono dopo aver schiacciato ben 45 palloni  e aver messo a segno 24 punti che ne fanno il miglior realizzatore dell’incontro. Poi i tre errori al servizio diventano determinanti nell’economia della gara e i giocatori tarantini festeggiano la seconda vittoria consecutiva della gestione Narracci.

Per mister Stomeo un punto che alimenta ancora la speranza di riagguantare la quart’ultima posizione , ma soprattutto una prova convincente dei suoi ragazzi , con un Lentini  a doppia cifra(16 punti) ed un Guarini  sempre battagliero.

Domenica arriva la Giocoleria Potenza dell’ex Amodio e del salentino Luperto con una diagonale importante Parisi-Palmeri(ex Cerignola) che non dovrà essere sottovalutata.

Siamo ancora in corsa ragazzi!

 

ERREDI TARANTO - OLIMPIA GALATINA   3-2

(25-22, 19-25, 25-23, 16-25, 15-13).

GALATINA: Corsetti 7, Rossetti , Iaccarino 6, Lentini 16, Apollonio (L), Muccione 1 , Calò 2, Pierri (L), Persichino(            n.e.), Petrosino 3, Buracci 24,Guarini 7  Coach: Stomeo.

ERREDI TARANTO: Mancini(L), Civita 6, Abbondanza 12, D’Amicis, Flemma 18, Primavera 9, Russo 13, Pacucci, Mingolla 1,Piscitelli 6,Panzetta 1,Gasbarro 8, Zoccola Coach Narracci.

 

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

OLIMPIA SBV GALATINA

 

L’associazione nazionale AMICI ONLUS - Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali - intende denunciare pubblicamente la grave situazione in essere nel  reparto di gastroenterologia dell’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina dove i servizi per i pazienti sono a rischio per la cronica mancanza di personale.

I problemi sono arcinoti a tutti e attribuibili alla sottostimata pianta organica rispetto ai minimi normativamente previsti e alle effettive esigenze del reparto. In più, nelle ultime settimane, gli infermieri rimasti in servizio sono stati utilizzati in altri reparti causa blocco dei ricoveri deciso dalla direzione medica. e questo non ha  garantito e continua a non garantire neppure il minimo servizio necessario ala numerosa utenza. Appare assolutamente evidente come l’attuale organico, rapportato ai posti letto sia deficitario e insufficiente a garantire i livelli minimi di assistenza all’utenza.

Inoltre, molti pazienti che a Galatina si sottopongono a terapia biologica non hanno più certezza di seguire il trattamento previsto dal protocollo di somministrazione del farmaco in totale sicurezza. E’ una emergenza da risolvere immediatamente per garantire la funzionalità di un reparto di gastroenterologia storico ed efficiente, punto di riferimento indiscutibile per tanti pazienti di MICI e presente da tantissimi anni nel territorio salentino. E’ preoccupante per i pazienti non avere certezza della continuità della somministrazione di una terapia fondamentale che garantisce la normale conduzione di vita di pazienti affetti da malattia di Crohn e RCU grave.

E’ necessario avere risposte rapide per mettere nelle condizioni i pazienti di MICI di essere prontamente informati anche al sol fine di poter decidere per tempo di trovare un altro ospedale o magari, come sempre più spesso accade, di prendere un treno o un aereo e di spostarsi in altre regioni con i gravi danni anche economici diretti e indiretti, che tale situazione comporta. Da salentino e responsabile della Associazione Nazionale AMICI Onlus sezione Puglia, trovo tutto ciò assurdo anche alla luce del fatto che in altre parti d’Italia, l’Associazione siede ai tavoli decisionali per la definizione del PDTA - Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale - mentre la situazione contingente al reparto di Gastroenterologia di Galatina è di emergenza assoluta.

Leggo dalla stampa, con sorpresa, la nascita di un reparto di  “Gastroenterologia Chirurgica” quindi non di formazione gastroenterologica come da legislazione sanitaria e tabelle ministeriali di specialità  all’Ospedale Vito Fazzi e trovo preoccupante il fatto che a Galatina il reparto di Gastroenterologia è chiuso da circa cinque settimane. Una interruzione di servizio preoccupante e lesiva della dignità e della cura e presa in carico di tantissimi pazienti che hanno come punto di riferimento per il trattamento delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, proprio il Presidio Ospedaliero di Galatina. A nome di tutti i pazienti di MICI chiedo alle autorità sanitarie, già informate della incresciosa situazione, di esprimersi pubblicamente in merito al ripristino completo di tutti i servizi previsti nonchè alle relative dotazioni organiche e strumentale che risultano deficitarie o fortemente critiche del reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina.

Andrea Coccioli

Responsabile Associazione Nazionale AMICI ONLUS sez. Puglia

cell. 3282929804

mail: coccioliandrea@gmail.com

pec: andrea.coccioli@ingpec.eu

 
Di Redazione (del 12/02/2014 @ 21:23:35, in Comunicato Stampa, linkato 2640 volte)

Continua a Galatina, il ciclo di incontri di approfondimento sui diversi aspetti storici, culturali ed artistici della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria.

 “MARIA D’ENGHIEN: Contessa, Regina, Committente”, questo il titolo del secondo incontro che si terrà, venerdì 14 febbraio alle ore 18.30, presso la Sala di Cultura Francescana, con l’intervento del Dr. Mario Cazzato, Architetto e Storiografo salentino, nonché Autore di numerose pubblicazioni, in particolare quelle sulla Basilica di Santa Caterina e sulla Famiglia degli Orsini del Balzo; presenta la Dott.ssa Angela Beccarisi, Storica dell’Arte.

Contessa, Principessa, Regina, Guerriera, Mecenate, Amministratrice, Maria d’Enghien rappresenta, tra le donne dell’Italia meridionale di fine Trecento, prima metà del Quattrocento, una donna di governo, esperta nell’arte della politica e della diplomazia, in definitiva un modello femminile di straordinaria attualità.

L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo nel complesso iter, necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.

Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616

 

E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l’orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù. Che poi, se anche scendo, nessuno mi può riconoscere, che la faccia me la fece saltare un mortaio e la voce fu graffiata da schegge. E il mio nome sparì dalla testa quando fu il grande scoppio. Lo scoppio che tutti ammazzò qui all’intorno. Tranne me che, però, non so più chi sono. A volte mi paio uno, a volte un altro... Io sono uno, nessuno e tutti quelli saltati per aria, morti a fuoco, alla baionetta, asfissiati di gas e ghiacciati di freddo. Che tutti me li sento addosso e mi credo nei loro pensieri. Certo, delle volte penserò di sicuro coi miei veri sentimenti, ma non so quando. Perché io mi ignoro. Sono ignoto persino a me stesso, figurati al mondo! Ma io, il mondo, lo aspetto qui sopra, in trincea – tutto lo aspetto – che il mondo tutto è coinvolto. E questa è l’unica cosa che ricordo: che sono in guerra, una guerra enorme, mondiale addirittura e io – io che non so più chi sono, da dove vengo e chi mi ha messo al mondo; io sconosciuto anche alla sola madre che mi resta, la Madre Patria – io, per essa, la patria, giurai di morirmene, proprio come le altre 90.000 tonnellate di muscoli e ossa, morte prima di me. Io non scendo!

Mario Perrotta, racconta la Grande Guerra e lo fa come lui sa fare: dopo un’attenta ricerca e concentrandosi sulle piccole storie, per gettare altra luce sulla grande Storia. Su una pagina scelta perché è il racconto del primo, vero momento di unità nazionale. MILITE IGNOTO - quindici diciotto, è un’altra grande prova per l’attore salentino, Premio Ubu 2015: lui in scena è il soldato ignoto di una guerra in cui, gradatamente anche il nemico diventa ignoto. Nelle trincee di sangue e fango veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta, accumunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Racconta tutto il soldato Perrotta, con la consueta e straordinaria intensità, e lo fa in una lingua d’invenzione nata dal mescolamento di tutti i dialetti italiani.

Lo spettacolo è il 12 marzo 2016 nel rinnovato Teatro Cavallino Bianco per la stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.

Orario della rappresentazione:

porta ore 20:30 / sipario ore 21:00

 

Prezzo del biglietto:

1 settore – intero 20,00€ / ridotto 18,00€

2 settore – intero 18,00€ / ridotto 15,00€

 
Di Redazione (del 25/01/2022 @ 21:19:51, in Comunicato Stampa, linkato 749 volte)

«Dunque, dove eravamo rimasti?», avrebbe detto un illustre italiano… In realtà ci siamo sempre  stati in questi anni,  sicuramente facendo più politica «di strada» che «di palazzo»: come  sempre  d’altronde… come   ci  hanno   insegnato  i  nostri  padri,   come  ci sprona a fare il nostro cuore…

Tuttavia siamo nuovamente qui, con qualche anno in più e sicuramente con qualche cicatrice di troppo, per riprendere un impegno politico non più solo privato… ma più propriamente collettivo, intimamente sociale.

E per far questo, ci siam presi la briga  di attualizzare il nostro manifesto di valori e, pur  conservandone le radici, di riscrivere la nostra idea  di città passando anche da una rivisitazione del nostro simbolo: quasi a volerlo assurgere ad icona del nostro progetto politico.

Galatina Altra è stata ed è un movimento civico spontaneo: un moto dell’animo prima ancora della ragione; un moto che nasce dall’idea di voler rappresentare un’ulteriore, diversa visione di città: un’organizzazione pluralista al servizio della città-tutta, anche delle periferie territoriali. Una realtà in cui, ogni punto di vista, ha voce e ragion d’essere se funzionale al benessere sociale e ambientale del territorio in cui viviamo.

Galatina,  quindi, come  motore e volano di crescita di tutto il territorio salentino, quasi a divenirne «centro  di gravità permanente»: un sole che splende  per mettere in luce tutte le nostre ricchezze artistico-culturali, la nostra produzione artigianale, la nostra vocazione agro-alimentare ed enogastronomica, il nostro impulso  commerciale, la nostra sensibilità sociale  verso  gli «invisibili» e gli «ultimi», la nostra empatica predisposizione ad accogliere sia chi viene a visitare il nostro territorio, sia chi poi, nonostante tutto, ci resta, imparandolo ad amare.

Da qui la scelta di un simbolo che, col suo mix cromatico, riprendesse quel ventaglio di colori in grado di ricordare la nostra terra. Il giallo  caldo  del sole salentino, che sfuma verso l’arancione, opportunamente raffigurato su una rosa dei venti a sedici raggi  uguali, quasi a voler  usare il vento salentino per  rappresentare le  «correnti» di  pensiero che  nel  nostro gruppo hanno  ed  avranno sempre  tutte lo stesso valore; il rosso della passione, del sacrificio, del lavoro: un rosso che tende sui toni del porpora come il colore  della terra che lavora la nostra gente ; e poi c’è il verde  della nostra vegetazione, delle colture che ornano i nostri paesaggi. Tutto questo per dare una cornice alla parola «altra»,  scritta col  tratto  volutamente calligrafico per  indicare un  diverso punto di  vista che  si aggiunge, tuttavia, agli altri, in maniera caratterizzante, quasi a voler  intendere la firma di chi «c’ha sempre messo la faccia».

Infine, lo slogan  «Verde è Lavoro», sintesi della  nostra essenza  politica e della  ragion d’essere  di questo rinnovato impegno sociale: slogan con cui ci introduciamo al concetto di «verde» come dinamo dello sviluppo economico e, quindi, del lavoro:  perché   la  valorizzazione dell’ambiente,  la riqualificazione urbana, la transizione ecologica nonché  l’impiego sostenibile della nostra terra diventino motore per la crescita del tessuto economico e occupazionale del Salento.

Ufficio Stampa
Galatina Altra

 

Ad interrompere l’inattività di MSGradio, MERCOLEDÌ 22 GIUGNO alle ore 17, negli studi di Nohinondazioni.it saranno ospiti del programma condotto da Marco, il dj Luca Tarantino assieme ai Ghetto Eden per la presentazione del nuovo singolo che uscirà ufficialmente VENERDÌ 1 LUGLIO intitolato Ritmo del Mar.

Un singolo di genere Future Dancehall interpretato da 3 ragazzi in tre “lingue” differenti: lo spagnolo, il salentino e la pizzica. Nella parte della pizzica vengono riprese le note de “Lu rusciu de lu mare” di Uccio Blasi reinterpretando le parole e il genere. Nella traccia ascoltiamo lo spagnolo, che riprende la lingua del Reggaeton, genere in voga al momento e nello stesso tempo rende meno monotono il pezzo stesso intervallandolo al salentino. La parte di Flavio, frontman dei Ghetto Eden è realizzato in Reggae. L’idea del singolo parte dall’ispirazione di Luca, produttore del brano, ai Major Lazer riproponendo il loro stile trasformandolo in “Made in Salento” e valorizzando la nostra terra attraverso cantanti Salentini. Vi aspettiamo numerosi all’ascolto su Nohinondazioni.it MERCOLEDÌ 22 GIUGNO alle ore 17.

Marco Centonze

 
Di Redazione (del 02/01/2020 @ 21:10:43, in Comunicato Stampa, linkato 1138 volte)

Con il patrocinio ed il supporto del Comune di Galatina, in partenariato con l’Università Popolare “Aldo Vallone” della città, l’Associazione Percorsi Meridiani propone un evento dedicato al grande filosofo e medico Marco Antonio Zimara, vissuto tra la fine del 1400 ed i primi tre decenni del 1500.

La cittadinanza salentina è invitata per domenica 5 gennaio 2020, alle h. 18.00, a Galatina, presso l’ex Convento delle Clarisse, in Piazzetta Galluccio, a partecipare all’incontro dedicato alla fama raggiunta dal filosofo e dalla sua operetta più conosciuta in Europa.

L’iniziativa non è dedicata e rivolta ai soli specialisti o cultori della disciplina; dopo i saluti istituzionali da parte di Marcello Amante, Cristina Dettù e Nicola Fiore, introdurrà Beatrice Stasi, insigne italianista e Presidente dell’Università Popolare “Aldo Vallone” e relazionerà Alberto Basset, Delegato alla Sostenibilità dell’Università del Salento, già Presidente della Società Europea di Ecologia; concluderà la serata l’intervento audio-visuale di Luca Carbone, curatore della ricerca e del volume sui Problemata dello Zimara. La serata sarà animata dalla lettura di alcuni dei quesiti zimariani, in più lingue europee, a cura del Laboratorio Teatrale dell’Università Popolare; e saranno esposte alcune delle edizioni originali delle opere zimariane, provenienti da una collezione privata. Ai presenti verrà data omaggio copia del volume “Del Libro dei Problemi” di Marco Antonio Zimara Filosofo e Medico pubblicato per i tipi dell’Editrice Salentina.

Zimara, allievo tra gli altri del celebre Pomponazzi, addottoratosi a Padova, prima in filosofia e poi in medicina, vi divenne professore, cominciando inoltre un’intensa attività ‘autoriale’ ed ‘editoriale’.

Lasciata Padova, per i gravi disordini politici, riparò nella città di nascita, allora S. Pietro in Galatina, dove si ammogliò, per spostarsi poi verso la capitale del Regno: fu professore a Salerno, a Napoli (fino al 1523), a Roma (1524), e finalmente, nonostante l’avversione nutrita per Lui dal futuro Cardinal Pietro Bembo, di nuovo a Padova dal 1525 al 1528. Per contro, le sue opere saranno studiate a fondo ed ampiamente utilizzate nei decenni immediatamente successivi da uno dei più grandi umanisti fiorentini del tempo: Benedetto Varchi. Conosciamo 13 edizioni dei ‘dottissimi’ Theoremata, e 14 invece ne contiamo della famosa “Tabula dilucidationum in dictis Aristotelis et Averrois”, un lessico proto-enciclopedico, composto di circa 20.000 lemmi, quasi tutti tratti dalle opere di Aristotele ed Averroè. Tuttavia la diffusione e la ‘gloria’ del nome dello Zimara – uno di quelli che insieme a Nettario di Casole, a Droso di Aradeo, a Sergio Stiso di Zollino, al Galateo di Galatone, ai De Balmes di Lecce, al Vanini di Taurisano, per citarne solo alcuni, concorre a comporre il grande mosaico culturale di Terra d’Otranto –  è legata soprattutto al Libello dei Problemi. 107 quesiti, composti nella scia della tradizione dei libri di problemi (risalente alla prima scuola aristotelica) che vennero editi per la prima volta a Venezia, postumi, nel 1536, insieme ad una raccolta di “perché”, attribuita allo stesso Aristotele. Il trattatello ebbe fortuna editoriale immensa: se ne contano almeno 116 edizioni in Europa, tra il 1536 ed il 1690 circa, in tutte le principali lingue europee, latino, inglese, francese, tedesco. In inglese poi la sua diffusione continuò per l’intero 1700, sino a ‘sbarcare’ anche negli Stati Uniti, in edizioni rinvenute sino ai primi due decenni dell’Ottocento.

Ignoriamo ancora la data ed il luogo della morte di Marco Antonio Zimara, ma non possiamo ignorare che per decenni e secoli, parafrasando l’Arcudi: “Per tutte le strade d’Europa giornalmente risuonava il nome di Marc’Antonio Zimara ed adornava tutte le biblioteche”.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Albino Campa (del 18/12/2017 @ 21:05:11, in Comunicato Stampa, linkato 1325 volte)

L'eterno conflitto. Percezione di un’incompatibilità di obiettivi.

Ciò che vuole una delle due parti viene considerato dall'altra lesivo dei propri interessi.

Così l'ostilità è massima e tendono ad emergere risposte sociali negative, quali atteggiamenti pregiudiziali, valutazioni viziate, con la probabilità che si inneschi una spirale di aggressività e di violenza.

Ciò che è accaduto in questo periodo in alcuni circoli cittadini del PD salentino e l'inasprimento di misure eccessivamente militarizzate ne sono l'amara e triste constatazione. Dimostrazione di come un conflitto gestito male e che può degenerare in violenza limitando le libertà di confronto.

Gestito male nella comunicazione, prima di tutto. Perché è bene ricordare che all'interno del PD salentino e regionale, non si è contro la realizzazione del gasdotto ma, non si riesce a fare fronte comune solo sull'approdo.

Brindisi o Melendugno? L'eterno conflitto.

Appurata dunque la non contrarietà nei confronti dell’opera, il PD avrebbe tutto l'interesse a garantire il riconoscimento e l'espressione di entrambe le identità che lo animano. Un'unità annunciata, ma mai concretamente realizzata. Una coesistenza tra correnti che non si incontrano e che fa galoppare le destre.

Per questo il nostro circolo cittadino lavora faticosamente nell'accettare la presenza di una certa eterogeneità all'interno del proprio gruppo. Ma lo fa con assoluta convinzione che solo attraverso il confronto, il dialogo, il rispetto delle posizioni altrui, la volontà di valorizzare le somiglianze e considerare le differenze, si può sperare nella riduzione di una minaccia che in questo periodo è così percepibile e palpabile. La minaccia di azioni violente, al di fuori della legalità che vanno sempre  e in modo fermo respinte Indipendentemente dalla propria posizione, la voglia di dialogare deve prevalere sempre di fronte a chi preferisce eccessi e agitazioni, a confronti e proposte.

Il Partito Democratico di Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 11/03/2017 @ 21:01:45, in NohaBlog, linkato 2877 volte)

Quando ti capita di leggere il Quotidiano di Lecce (a me succede solo allorché qualcuno, in vena di dispetti, mi sottopone allo strazio della valutazione di qualche sua pagina paradigmatica) non puoi fare a meno di pensare al fondo.

Ma non all’articolo di fondo, cioè all’articolo del direttore responsabile, ma ad altre accezioni di fondo, tipo: andare a fondo (affondare, naufragare, andare in rovina), oppure prendere qualcuno per il fondo (prenderlo in giro, per i fondelli), oppure essere senza fondo (non avere moderazione, soprattutto nelle scemenze proferite), oppure fondo di magazzino (residui di una merce invenduta), oppure toccare il fondo (per la disperazione), oppure raschiare il fondo (per esempio del barile: è inutile che qui vi spieghi il significato di raschiare). Insomma cose così, tutte strettamente connesse al “giornalismo” (quello con tanto di virgolette).

A volte non sai capacitarti di come sia possibile concentrare in un sola uscita, cioè in una sola copia del giornale, un così alto numero di baggianate.

Si dia a questo proposito un’occhiata al Quotidiano di mercoledì 8 marzo 2017, un esempio di scuola, anzi di sòla, come tanti altri dello stesso marchio di fabbrichetta (o marchetta, c’est plus facile).

L’altro giorno, mentre un collaboratore mi tratteneva a forza – giuro, mi sentivo legato quasi come l’Ulisse nel mare delle sirene - l’altra, la collega, brava e gentilissima, ma in questo caso molto, molto sadica (della serie: come rovinare in quattro e quattro otto la pausa pranzo al direttore) sfogliava davanti al mio naso alcune pagine di questo cosiddetto giornale. Tre per la precisione: la numero 14, la 21 e la 22. Le altre, me le ha risparmiate. Probabilmente per sopraggiunta pietà (e soprattutto grazie all’incipiente inizio del pomeridiano orario lavorativo allorché le parti di vittima e carnefice s’invertono).

Orbene, a pagina 14, campeggia un’articolessa con un titolo molto eloquente (eloquente circa l’orientamento politico di codesto morbido rotolo a più veli): «Litorale, condoni “bloccati”. A rischio abbattimento 2500 abitazioni abusive».

Capito? Qui l’articolista sembra dolersi più dell’abbattimento di 2500 abitazioni abusive che non dello scempio causato dall’abusivismo di migliaia di case fuorilegge.

Pare funzioni così nel caltagironeo mondo di sottosopra: il rischio o lo scandalo, cioè, non sono più quelli dei condoni edilizi o quelli di un paese sfigurato da cemento e mattoni, ma l’eventuale smantellamento di mafie, speculazione e bruttezza. Tiè.  

*

A pagina 20, invece, a caratteri cubitali, benché tra virgolette, emerge il titolo a favor di Colacem (sempre sia lodata): «“Meno emissioni”. E’ l’impegno della Colacem».

Nel servo encomio testuale si legge inoltre: “L’azienda sarebbe disposta ad aggiungere un altro filtro al camino che si alzerebbe di dieci metri”.

Chiaro? E’ l’azienda che finalmente interviene per salvare l’aria, anzi il mondo, e senza di lei saremmo tutti morti da un pezzo. Mica il “giornalista” poteva scrivere che la Colacem sta rompendo i coglioni ormai da decenni con ‘sti cavolo di fumi inquinanti che, insieme a molte altre sciagure territoriali, hanno portato i tumori di Galatina e dintorni a picchi da Guinness dei primati. Nossignore. Sembra quasi che dai fumaioli della  Colacem fuoriesca profumo Chanel n. 5.

Mica nell’articolo si poteva far riferimento al fatto che tra gli elementi più pericolosi della fabbrica-inceneritore s’annoverano gli ammassi di carbonile scoperto per circa un ettaro e mezzo; mica il reporter sans frontières (trad. pubblicista sfrontato) poteva dire ai poveri e affezionati lettori quanto dannoso possa essere l’utilizzo di certi rifiuti speciali utilizzati come combustibile; mica si poteva spifferare il fatto che, visti come son messi gli enti pubblici, il monitoraggio non può essere effettuato che dalla stessa azienda [“Conosci te stesso” era scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi; “Controlla te stesso” sul tempio dei polli di Galatina, ndr.]; mica si poteva ricordare che i danni sanitari (stimati dalla EEA) connessi ad attività come questa si contano nell’ordine delle decine di milioni di euro nostri; e mica si poteva infine far notare quanto l’aumento di altri dieci metri di altezza della già enorme ciminiera dell’altoforno colacementifero potrebbe ampliare lo spettro o il raggio d’azione dei fumi, oltre ad essere forse un pelo incompatibile con l’urbanistica e lo skyline dell’ambiente salentino.

Niente di tutto questo. Invece, sempre più in alto, come la grappa Bocchino. E con gli applausi scroscianti di lettori e feisbucchini di complemento.

*

Poteva mancare infine l’elogio del novello futuro sindaco di Galatina, al secolo Gianpiero De Pascalis (per altri, Gianpiero De Profundis), per la firma del solito giornalingua  gggalatinese? No che non si poteva.

Ecco infatti un titolo icastico in onore del novello pezzo grosso della pOLITICA locale: «De Pascalis sarà un sindaco competente», e, a corredo, una bella foto del virgulto Gianpierone nostro scattata probabilmente nel secolo scorso e 3.685 chilogrammi fa.  

Chi ha testato codesta competenza? Ma ovviamente le forze (anzi le forse) politiche che lo sostengono, quelle che nell’altra vita palazzorsinina si sono reciprocamente ma fraternamente scannate di brutto (anzi di Bruto).

Mo’ io dico: passi che una delle addette ai comunicati ufficiali del suddetto De Profundis, tale Maddalena Mongiò, sia per puro caso una giornalista del Quotidiano (cfr. il suo profilo fb); ma che il cazzettino più letto in provincia si trasformi di per se stesso nell’ufficio stampa del candidato sindaco più di peso del momento mi fa sorgere spontanea una domanda terribile. Che è questa: che differenza passa tra un giornale di informazione e il Quotidiano di Lecce?

L’unica risposta che dopo lungo tormento son riuscito a darmi è: l’informazione.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 21/03/2018 @ 20:56:39, in Comunicato Stampa, linkato 1327 volte)

Si terrà giovedì 22 marzo alle ore 18,30 presso la Sala Celestino Contaldo del Palazzo della Cultura di Galatina il primo appuntamento della Rassegna Letteraria “Dammi una L” voluta dall’assessorato alla Cultura. La Rassegna, che intende dare voce agli autori e ai lettori mettendoli faccia a faccia, inizierà ospitando il giornalista de La Gazzetta dello Sport Francesco Ceniti autore, insieme alla signora Tonina Pantani, del libro inchiesta In nome di Marco, edito da Rizzoli, che fa luce sulla carriera del campione romagnolo di ciclismo Pantani, sulle accuse di doping, sui guai con la giustizia sportiva, sul mondo del ciclismo di quegli anni e sull’aspetto umano del ragazzo fragile più che del fenomeno che scattava in piedi sui pedali e fulminava gli avversari.

Insieme all’autore interverrà Elio Aggiano, ciclista salentino che ha gareggiato con Pantani, Antonio Liguori giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno che modererà l’incontro, il sindaco Marcello Amante e l’assessore Cristina Dettù. Tra gli ospiti coinvolti ci saranno anche rappresentanti di categorie sportive che prenderanno parte al dibattito.

“La presentazione di libri e il dialogo con gli scrittori – dice l’assessore Dettù – sono due occasioni utili per conoscere, per capire e per imparare. La cultura, per come la intendiamo noi, non può prescindere da questi appuntamenti formativi. È intenzione di questa amministrazione puntare su eventi come questo e la Rassegna, che ci auguriamo diventi un appuntamento fisso ogni anno, rappresenta un primo tassello”.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 06/09/2019 @ 20:55:08, in Comunicato Stampa, linkato 1239 volte)

Sarà una coincidenza o è un po’ sospetto questo improvviso interesse per gli ospedali di base del Salento a una manciata di mesi di distanza dal rinnovo del Consiglio regionale? Il presidente de La Puglia con Emiliano e vice presidente della III Commissione Sanità, Paolo Pellegrino, con un comunicato stampa tenta di riaccendere gli entusiasmi dei territori affermando che: «Il piano di riordino è un atto dinamico e Asl di Lecce effettua opportune verifiche». Parla, il consigliere Pellegrino, «delle difficoltà degli ospedali di Copertino, Galatina e Casarano, classificati ospedali di base secondo le linee del piano di riordino. Certo, la loro storia e la loro attività a favore del territorio salentino è innegabile e ha reso quindi poco accettabile tale classificazione».

Il consigliere Pellegrino rende noto che «la direzione strategica della Asl di Lecce sta operando per attenuare al massimo le eventuali criticità che si possono riscontrare nella concreta scansione dell’attività sanitaria operando, seppur all’interno del piano di riordino, le opportune correzioni». Se per opportune correzioni intende le soluzioni al ribasso che sono state fatte a Galatina e peraltro interrotte, diciamo “no grazie”. La battaglia per difendere il nostro diritto alla salute vede un ricorso pendente al Tar di Lecce che sarà discusso il prossimo mese di novembre, un altro ricorso che presenteremo a fronte dell’ultima delibera di luglio sul Piano di riordino. Aggiungo per sollecitare la memoria dei politici, ci sono settemila firme che abbiamo raccolto per ribadire che non siamo cittadini di serie B.

Al consigliere Pellegrino suggerisco di leggere la delibera sulla riorganizzazione degli ospedali di Copertino e Galatina in modo che possa rendersi conto che il nostro ospedale, pur essendo classificato di base, non ha neppure i reparti previsti dal Dm 70. Sono indignato, innanzitutto come cittadino, dell’uso strumentale che viene fatto della sanità. Se la Regione vuole discutere seriamente con i territori io sono pronto a farlo per Galatina. Il resto sono solo parole al vento.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Redazione (del 17/12/2019 @ 20:53:14, in Comunicato Stampa, linkato 1053 volte)

Seconda vittoria consecutiva per la SBV Olimpia Galatina che rimonta gli svantaggi accusati nel primo e terzo set e porta la formazione barese al tie break,  per  poi soverchiarla in volata.

La conquista del 2 a 2 è un’iniezione energetica che mette le ali ai giovani SBV, supportati da un pubblico appassionato ed incalzante nel far sentire il proprio calore, ed alla fine è vittoria meritata.

E dire che la vigilia non lasciava presagire niente di buono per il sestetto salentino, costretto a fare  a meno del palleggiatore Giannotta colpito da una faringite acuta durante tutta la settimana.

Mister Dicillo non si lamenta più di tanto per la defezione del regista: investe di moderata responsabilità Cafaro che non fa una piega, precetta l’under 16 Arcadi e si gioca la partita.

Va in campo la diagonale Cafaro-Persichino con De Matteis e Lerario in banda, al centro Pepe e Rossetti, libero De Paolis. Età media 17,5 anni, con un giovanissimo non ancora quindicenne(De Matteis) e tre sedicenni(Cafaro, Lerario e Pepe)  pronti ad opporsi ad una formazione ospite  molto tecnica ed esperta.

L’avvio è di marca barese: il regista De Meo chiama ripetutamente alla conclusione il suo opposto Di Lella, molto prolifico sia dai tre metri che dalla seconda linea, maturando un vantaggio di  +4 (7-11) .Cafaro replica con ripetuti inviti a Persichino e ai suoi laterali ,che però trovano difficoltà a perforare il muro del Triggiano che sale a+7(11-18).

La reazione dei padroni di casa, con Pepe e Rossetti a murare con più efficacia, accorcia il divario fino a -2 (20-22), poi l’allungo ancora con Di Lella per il set chiuso a favore dei baresi.

Seconda frazione con sprint iniziale a favore di Salento Best Volley(5-1) che mette alle corde gli avversari costringendoli al time out: Persichino imperversa ed apre una forbice a favore dei suoi(17-11 e 15-20), Rossetti tocca molti attacchi ma le ricostruzioni non si concretizzano, tanto da subire il ritorno del Triggiano che va in parità(20-20).

Pepe lascia il posto a Battistoni, dotato di una elevazione più spiccata, a cui Cafaro affida due primi tempi risolutivi. Raggiungiamo la parità dei set (1-1) concedendo un solo punto per il 25-21 definitivo.

La formazione iniziale nella terza frazione vede solo l’avvicendarsi sul campo tra Lerario e De Lorentis, il resto rimane invariato ma gli ospiti sono efficacissimi a muro. Le sostituzioni di Pepe con Battistoni e  di De Matteis con Lerario non modificano più di tanto l’esito del set che Tesse e Di Lella s’incaricano di portare a casa.

L’intervallo è un monologo grintoso di mister Dicillo che sferza i suoi. Piazza in posto tre, sin dall’inizio del quarto set, il centrale Battistoni con lo scopo di diversificare i terminali d’attacco, dove De Lorentis non sfonda e Persichino, molto stanco, è impreciso e falloso.

Il neo entrato Guarini si piazza in posto due, mette in crisi con le sue battute (da posto cinque a posto cinque) il libero Traversa e De Matteis comincia a tirare alto sulle mani del muro: ma il punteggio è ancora favorevole agli ospiti (11-15), nonostante una ricezione che continua a crescere in positività e ad una difesa sempre più efficace con De Lorentis  ed il libero Murrone.

Ritorna in campo Persichino, sale in cattedra capitano Rossetti in sintonia con un Cafaro glaciale  nella distribuzione e la gara segna la parità fino al 24-24. Si va ai vantaggi con Battistoni che chiude uno splendido primo tempo in torsione verso posto uno prima di lasciare il posto per il servizio a Lerario che punta il libero Montis. La scelta di De Meo su una ricezione non perfetta è di servire Campanale in posto due: l’urlo di tutta la squadra anticipa la schiacciata fuori campo dell’attaccante triggianese: due set pari.

Il quinto set è caratterizzato da un doppio ace di Battistoni e da un Rossetti strepitoso a muro e nelle conclusioni per l’8-4 che decreta il cambio campo. La reazione del Triggiano sul 11-6 si consolida con un break di +4 per la squadra di mister Capossela che mette sotto tensione i locali: non avverte questa sensazione il giovane De Matteis che, velocissimo, incrocia il diagonale vincente del 12-10.Poi Battistoni si libra in aria sulla fiondata dalla seconda linea di Di Lella e gli respinge la mazzata nel proprio campo.

La conclusione out di Campanale segna l’epilogo vincente della gara per la S.B.V. OLIMPIA,  sugellata da una schiacciata vincente di prima intenzione di De Matteis su una difettosa difesa di Nanna sulla fiondata di Persichino. 

Il resto è gioia e per atleti, tecnici e tifosi

AREA COMUNICAZIONE SALENTO BEST VOLLEY

 

La  14 ^ edizione indoor del “TROFEO DEI TRE MARI” 2018 riservata agli atleti  del 2003 e 2004 di Abruzzo – Basilicata – Calabria – Campania – Puglia e Sicilia ha visto, come era nelle previsioni , primeggiare la Campania sia in ambito maschile che femminile.

La somma dei punti conquistati nel torneo maschile e quelli conquistati nel torneo femminile hanno generato la classifica generale assegnando con punteggio pieno il “Trofeo dei Tre Mari” 2018 alla regione Campania.

Le delegazioni ospitate nel villaggio resort POSEIDON DI San Salvo marina , si sono affrontate  nelle strutture di Cupello – San Salvo  e Vasto il 26 e 27 maggio in una    manifestazione, targata FIPAV Abruzzo, che ha messo in evidenza un ottimo livello di gioco ed alcune spiccate individualità , tra cui i campani Andrea De Luca ed Ilaria Maiorano finiti sotto la lente d’ingrandimento dei tecnici federali presenti.

La prova degli atleti pugliesi la cui rappresentanza era affidata a Cofano, Conoci e Luzzi della Polisportiva FRASCOLLA TARANTO , Fanizza, Guadagnini e Susco della GREEN VOLLEY FRANCAVILLA , Cagnazzo della BCC LEVERANO,  Pepe della S.B.V. GALATINA, Massa della PALLAVOLO FOGGIA,  D’Alto della PALLAVOLO MOLFETTA,  Lisi della AZZURRA ALESSANO e Lorusso della MATERVOLLEY CASTELLANA è stata più che positiva, tenuto conto che i selezionatori dei raggruppamenti provinciali, BRAMATO,MAGGIO e DI CILLO hanno voluto premiare i ragazzi che hanno partecipato al trofeo Meschini , non cercando altre individualità che si cimenteranno nel prossimo Trofeo delle Regioni in programma dal 25 al 30 giugno in Abruzzo.

La rappresentanza della S.B.V. Galatina ,individuata per l’attività di qualificazione e selezione al Trofeo di Vasto negli atleti Pierpaolo Cafaro, Andrea Lerario e Stefano Pepe, ha visto la sola convocazione di quest’ultimo ,in una scrematura soggettiva dei tecnici.

Le senzazioni positive da questa manifestazione le ha tratte appunto il centrale Stefano PEPE, di cui riportiamo il pensiero: “ E’ stata un’esperienza utile e molto gratificante : ho avuto modo di partecipare attivamente nel gruppo ,socializzando ed accrescendo il mio bagaglio tecnico in un manifestazione di ottima levatura che, inevitabilmente, ci ha posto a confronto con altri pari età  molto più bravi. Ringrazio i miei allenatori, i selezionatori e la mia società S.B.V. GALATINA che hanno concorso in maniera diversa alla mia crescita sportiva. Poi c’è l’impegno personale e il senso di appartenenza al mondo del volley   che mi aiuteranno , spero , a migliorare  come atleta e come uomo”.

Non meno entusiasta il numero uno di FIPAV PUGLIA, Paolo Indiveri ,che a margine della premiazione  così si è espresso :

Il quarto posto alle spalle di Basilicata , Sicilia e Campania  nel raggruppamento maschile ed il quinto nel femminile , hanno rappresentato un buon banco di prova per tecnici ed atleti mettendo in evidenza alcune notevoli  personalità che sicuramente  si faranno valere in futuro. Esprimo un plauso e il mio compiacimento al gruppo dei tecnici e al pool organizzativo che ha coordinato la delegazione pugliese sotto l’aspetto logistico, rendendo soddisfacente la trasferta in terra d’Abruzzo”.

 

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

S.B.V. OLIMPIA GALATINA

 
Di Redazione (del 16/02/2016 @ 20:42:25, in Comunicato Stampa, linkato 2337 volte)

Sognare di arrivare in alto, partendo dal basso senza la più piccola ombra di un centesimo. È la storia di Nextword the web series, una scommessa ampiamente vinta da Inondazioni.it e Nextword Produzioni Cinematografiche, selezionata alla fase finale del "Los Angeles Web Festival", una delle più importanti manifestazioni mondiali dedicata alle web series. 

Non appena la notizia è arrivata in produzione, tutto il gruppo della web tv e di Nextword Produzioni Cinematografiche ha gioito per l'inatteso risultato, premiante ancora una volta il lavoro e la passione, impiegati in un'avventura per nulla facile da affrontare.

Merito della produzione, guidata da Piero De Matteis e Tommaso Moscara, con l’aiuto impareggiabile di Salvatore Sbrò e Fabio dell’Erba, i quali, stupefatti dalla notizia hanno dichiarato: "Siamo orgogliosi per questo grande traguardo raggiunto. Certo, i soldi sono importanti, ma non fondamentali se prima non si impiegano forze ed energie positive per portare avanti un progetto nuovo e costruttivo, come la è stato Nextword – the web series". 

Un merito condiviso in prima persona con l'artefice di questo miracolo, ossia Vincenzo Stigliano regista, sceneggiatore e creatore della web series che ci ha creduto fin da quando ha presentato il progetto alla produzione di Inondazioni.it.

Non ha mollato un solo istante, riuscendo a creare un cast perfetto sotto l'aspetto dell'empatia, imbattibile per quel che concerne la determinazione. 

Non è stata questa però, la sola vittoria per il giovane regista salentino, il quale grazie alla sceneggiatura del suo cortometraggio "Solitudine" (Loneliness) è stato selezionato anche alla fase finale del prestigiosissimo “New York Indipendent Film Festival”.

Inoltre è da sottolineare che Nextword è in nomination per la vittoria finale in due categorie, MIGLIOR REGIA con VINCENZO STIGLIANO e MIGLIORI MUSICHE ORIGINALI con REPUBLIKA MOD, ALESSIA DONNO ed EMA FEAT RAINWORDS.

"Notizie del genere non possono che far piacere" - commenta Stigliano - "sono uno stimolo in più per andare sempre oltre i propri confini, continuando a lavorare sodo. Spero che adesso il Comune di Galatina, la Provincia di Lecce e la Regione Puglia, possano darci maggiore aiuto e collaborazione per i lavori futuri che abbiamo in cantiere. Io voglio ringraziare tutto il cast e vorrei citarlo in Mino Donadei, Elisa Cairo, Marta Sfragara, Christian Romano, Luigi Sarcinella, Antonio Geusa, Francesco Tundo, Ivano Mastria, Giuseppe Rizzo, Christian Rizzo, Chiara Sbrò, Tina Ciccardi, Azzurra Leone e Dario Palumbo, perché senza di loro tutto questo non sarebbe potuto accadere, grazie di cuore a tutti loro". 

Inondazioni e Nextword Produzioni Cinematografiche hanno costruito un sodalizio non indifferente, riuscendo a mettere in piedi la prima web series nel Salento, avente un grosso seguito in Italia con oltre seimila visualizzazioni in un solo mese, e da oggi diventando realtà importante in tutto il mondo cinematografico. 

Guarda tutte le puntate delle web series on line su http://ww.nextwordproduzioni.com e scopri tutte le novità sulla pagina Facebook Ufficiale

Alessio Prastano

 
Di Redazione (del 29/08/2014 @ 20:41:50, in Eventi, linkato 3596 volte)

Venerdì 29 agosto  

Ore 19.00    Appuntamento in Piazza S.Michele a Noha, trasferimento nel centro storico di Galatina per “Le Corti a Mezzanotte” saremo nella Corte Arco Costantini, serata dedicata al vino d.o.c Terre Neure della Cantina Cooperativa di Salice salentino zona di produzione dei più eccellenti Negroamaro del Salento,con musica, scuola di pizzica e buffet. Costo 10 euro.

Sabato 30 agosto

Ore 9.30       Inizio iscrizioni e consegna gadget

Ore 10.00     Partenza per Castro, circa 35 km, alle ore 11.00 visita al castello e al centro storico della città, finita la visita si potrà scegliere se fare il bagno nella splendida grotta verde di Marina di Andrano, fare un giro in barca per le grotte del litorale, mangiare in un ristorante convenzionato o gustare i frutti di mare crudi del vivaio di castro marina.

Ore 16.30      Incontro con il gruppo proveniente da Noha in località Grotta Zinzulusa, per la visita alla grotta, uno dei maggiori fenomeni carsici del salento, le numerose concrezioni, stalattiti e stalagmiti, presenti al suo interno, sono all’origine del nome. Secondo la fantasia popolare sono simili a stracci di un abito logoro, nell’idioma salentino, appunto zinzuli.

Ore 18.00       Partenza per raggiungere il paese di Collemeto dove sarà offerto un ricco rinfresco.

Ore 19.00       Rientro a Noha

Ore 20.30      Ritrovo in P.za S.Michele a Noha dove sarà offerta la cena a tutti gli iscritti,

il menu prevede frisellata, pezzetti di carne al sugo, prodotti tipici e seconda serata dedicata al vino Terre Neure della Cantina Cooperativa di Salice salentino, concerto di musica folk e ballo della PIZZICA

 

 

Domenica 31 agosto

Ore 9.00         Riapertura iscrizioni e consegna gadget

Dalle ore 9.00 alle ore 10.00 a richiesta si può visitare la basilica di S.Caterina

Ore 10.30        Arrivo delle Tarantate, rappresentazione scenica di ciò che avveniva a Galatina fino alla fine degli anni 60 durante la festa dedicata ai patroni Santi Pietro e Paolo. Si racconta che gli apostoli Pietro e Paolo, durante il loro viaggio di evangelizzazione, sostarono a Galatina e che San Paolo, riconoscente della calda ospitalità ricevuta da un pio galatinese nel proprio palazzo, ove ora è ubicata la Cappella, in via Garibaldi n. 7, diede a lui ed ai suoi discendenti il potere di guarire coloro che fossero stati morsi da ragni velenosi, detti in dialetto “tarante”. Sarebbe bastato bere l’acqua del pozzo posto all’interno della casa (attualmente murato per motivi igienici) e tracciare il segno della croce sulla ferita Da qui l’annuale ricorrenza, il 29 giugno, di un rito esorcistico che, per le donne pizzicate (talvolta erano anche gli uomini) dalla taranta nelle campagne durante la raccolta del grano, iniziava nelle proprie abitazioni e si concludeva con la “liturgia” nella casa del Santo, dove venivano accompagnate da musicanti provvisti di tamburelli, violini, armoniche e organetti, per ringraziarlo della grazia ricevuta o per invocarla. Solo dopo aver bevuto l’acqua miracolosa ed aver vomitato nel pozzo, la grazia si poteva ritenere ottenuta. Accadeva che le “tarantate”, dopo essere state morse da uno di questi ragni, entravano in uno stato di confusione e agitazione o piombavano nella depressione, dal cui torpore si destavano solo al suono di una musica che le costringeva a ballare convulsamente, rotolandosi e contorcendosi per terra, arrampicandosi sui muri. Con “la pizzica”, mimando la danza della taranta, nella quale si identificavano per portarla allo sfinimento e alla morte, le donne, perdendo la propria identità, si potevano liberare dal veleno e guarire dal morso. Per liberare le tarantate dalla possessione demoniaca, i musicisti-terapeuti facevano ronda attorno alla vittima aggressiva ed isterica e impiegavano ore e ore per portare a termine il rituale, che si concludeva con la morte simbolica della taranta a la rinascita a nuova vita della donna.
L’esorcismo, quindi, si concludeva con il pellegrinaggio a Galatina, dove davanti alla chiesetta di San Paolo il rituale si ripeteva, richiamando folle di curiosi

Ore 11.30       Benedizione dei caschi

Ore 13.30       Buffet, presso la Tenuta la Monaca in via Foresta ad Aradeo consegna di alcune confezioni di vino sorteggiandole con le cartoline di iscrizione,

Premiazioni, foto di gruppo e saluti con l’augurio di vederci l’anno prossimo.

 
Di Albino Campa (del 28/09/2010 @ 20:41:19, in Eventi, linkato 3953 volte)

Le Chiese Avventiste identificano Gesù con l’arcangelo Michele. Da questo punto di vista, Michele è il primo e più grande di tutte le creature di Dio. Questo, semplicisticamente, è motivato dalla Bibbia che menziona solo un arcangelo per nome, Michele appunto, e dalla prima lettera ai Tessalonicesi (4:16), in cui san Paolo dice riguardo Gesù: «Perché il Signore scenderà dal Cielo con un comando, e con la voce di un arcangelo». In quest’ottica, arcangelo significherebbe capo degli angeli piuttosto che capo angelo, e come questo titolo sarebbe vicino al «Principe» che usa Daniele. I teologi cristiani, sia cattolici che protestanti, sono concordi nell’identificare, nell’Antico Testamento, l’Angelo del Signore (al singolare) come una prefigurazione del Cristo; quindi una teofania. L’immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l’iconografia, dipende dai passi dell’Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. È il comandante dell’esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia). Sulla base del libro dell’Apocalisse ne vennero scritti altri dedicati a Michele che finirono per definirlo come essere maestoso con il potere di vagliare le anime prima del Giudizio. L’iconografia bizantina predilige l’immagine dell’arcangelo in abiti da dignitario di corte, rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, più adottata invece in Occidente.
Ma ecco quello che succederà a Noha per la festa patronale, nel giorno della festa 29 settembre: Solennità di San Michele Arcangelo Ore 7.00-8.30-10.00-11.30 SS. Messe. Mentre alle ore 18.30 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Sig. CARDINALE SALVATORE DE GIORGI. Programma delle Manifestazioni 28-29 settembre: Gran Concerto Bandistico “CITTÁ DI SOGLIANO CAVOUR” (LE) Maestro Direttore e Concertatore GIOVANNI GUERRIERI. Al termine della Processione Spettacolo Pirotecnico a cura della Ditta “La Pirotecnica del Sud” di PIERO COLUCCIA di Galatina (LE).
Il 29 settembre: Concerto Bandistico “CITTÁ DI SQUINZANO” Maestro GIOVANNI PELLEGRINO ore 24.00 a conclusione dei Festeggiamenti spettacolo di fuochi pirotecnici curati dalle Ditte “La Pirotecnica del Sud” di PIERO COLUCCIA di Galatina (Le) e dal Cav. MAGGIO AMODIO di Tuglie (LE). Chiusura il 30 settembre ore 21.00 “EQUIPE 84” in Concerto.
Infine quest’anno è toccato a Lecce la festa itinerante della Polizia, approdata per le celebrazioni del 2010 per il Santo Patrono dell’Arma, San Michele Arcangelo, nel capoluogo salentino. La festa rappresenta un occasione di riflessione e riconoscenza ai caduti della Polizia di Stato e alle loro famiglie. Oggi, martedì 28 settembre, le celebrazioni iniziano alle ore 18 con la Santa Messa celebrata nella Cattedrale di Piazza Duomo dall’Arcivescovo di Lecce, Monsignor Domenico D’Ambrosio, alla presenza del Ministro dell’Interno Roberto Maroni e del Prefetto Antonio Manganelli, oltre che di numerose autorità istituzionali, civili e militari.
Alle ore 20,30, presso il Teatro Politeama Greco, si svolgerà la cerimonia di consegna del “Premio San Michele Arcangelo”, conferito dalla Polizia di Stato come riconoscimento verso coloro che si sono messi in luce per le loro azioni ispirate da altruismo, in difesa dei deboli e per solidarietà.
 La serata, sarà presentata da Paola Saluzzi e Fabrizio Frizzi, vedrà la partecipazione di esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo e della musica accompagnati dalla Banda musicale della Polizia di Stato.

Raimondo Rodia

http://galatina.blogolandia.it/2010/09/28/noha-s-michele-e-la-festa-della-polizia-a-lecce/

 
Di Albino Campa (del 16/04/2014 @ 20:39:07, in Eventi, linkato 3373 volte)

ImmagineLa più bella pasquetta del Salento si trascorre a Noha. Si parte con la fiera dei cavalli dal mattino e fino all'ora del pranzo; si prosegue nel pomeriggio con la processione della Madonna dei Fiori dalla chiesa madre fino alla cappella di via Collepasso, la presa della cuccagna, i fuochi artificiali, le marce del concerto bandistico di Noha (diretto dal M° Lory Calò), lo scoppio delle curemme (con relativo rinfresco), la musica leggera in serata.

Eccovi di seguito il trafiletto sulla fiera dei cavalli, a firma di Antonio Mellone, apparso con variazioni su "quiSalento" del corrente mese di aprile.

Buona Pasqua da Noha.it ai nohani ed agli amici dei nohani di ogni dove.

Noha - Fiera dei cavalli

Pasquetta del 21 aprile 2014

Per trascorrere una pasquetta ‘in grazia di Dio’ è d’uopo fare un salto a Noha, dove, quest’anno, dal mattino e fino all’ora del desco, avrà luogo la 61a fiera dei cavalli “Madonna di Costantinopoli”. La passerella di destrieri e palafreni del Lunedì dell’Angelo è la più antica delle tre che ormai da decenni trovano casa nel paese salentino meglio noto come la ‘città dei cavalli’. Sul grande prato verde di erbe spontanee, adiacente alla cappella dedicata alla “Madonna delle Cuddrhrure” in via Collepasso si daranno appuntamento i cavalli di ogni taglia, razza, colore e carattere, e, con loro, cavalieri, allevatori, intenditori, maestri di scuole ippiche e appassionati del mondo dell’equitazione. Non mancherà il mercatino di ornamenti, accessori e altro “abbigliamento” per il cavallo, né deluderanno i buongustai le bancarelle di cose buone da mangiare. Gli spettatori e gli osservatori saranno ancora una volta partecipi di una civiltà autentica non più relegata ad un passato incartapecorito, ma in marcia, e in carrozza, verso un futuro più slow, dove vivere tranquillamente senza l’impellente bisogno di allacciare le cinture.

Antonio Mellone

 

 

Dopo il dossier approdato in Parlamento sul colosso Colacem spa, titolare anche del cementificio di Galatina, il deputato del gruppo “Liberi e uguali” Nicola Fratoianni presenta un’interrogazione. Ma non è la sola novità sul tema. Convocato infatti per lunedì prossimo, 27 giugno, il tavolo per la Vis, la Valutazione di impatto sanitario dell’impianto salentino. Quella della Vis costituisce una procedura finalizzata alla tutela della salute delle comunità esposte a eventuali impatti derivanti dalla presenza di grandi opere sul territorio.

Andiamo per gradi. Sul fronte nazionale, a supporto dell'istanza di audizione alla Commissione ambiente da parte dei comitati di Galatina, Gubbio e Sesto Campano (proposta alle deputate Alessia Rotta e Rossella Muroni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione Ambiente), è intervenuto il segretario nazionale di Sinistra Italiana. Fratoianni. Nella giornata di martedì scorso ha presentato l'interrogazione parlamentare, avanzando la richiesta dello stop degli impianti Colacem al ministro della Transizione e ministro della Salute per via dei danni sanitari e ambientali. È utile ricordare che l'intera zona del circondario galatinese è stata dichiarata "zona rossa" per l'incidenza di alcune patologie tumorali, soprattutto ai polmoni.

“Dal punto di vista ambientale i cementifici sono industrie insalubri di prima classe. L'Agenzia europea per l'ambiente ha indicato due in questione tra i più inquinanti dell'Unione europea. I timori delle popolazioni locali sono cresciuti in seguito al sequestro delle polveri eseguito dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia, ndr) di Lecce presso lo stabilimento di Galatina, che ha evidenziato caratterizzazioni insufficienti nella composizione dei rifiuti, così come indicato nella Ctu per Colacem Galatina e da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca  ambientale, ndr) per Sesto Campano. Laboratori accreditati hanno confermato la presenza di diossina nel latte materno e nella placenta umana ed elevata concentrazione di metalli pesanti nella vegetazione, nella falda e nel suolo”, si legge nel testo a firma di Fratoianni. Ma non è tutto.

Il deputato fa anche riferimento alla spinosa questione del Css, il Combustibile solido secondario. Nel forni degli stabilimenti Colacem, infatti, accanto al carbone viene anche effettuato il recupero di materiali attraverso il trattamento ad alte temperature di quel tipo di rifiuti.  “Secondo i comitati promotori del dossier, le iniziative normative promosse dai governi dal 2003 fino all'entrata in vigore dell'articolo 35 del decreto-legge 77 del 2021 (Decreto Semplificazioni), rispetto all'utilizzo dei Css (la gran parte dei rifiuti indifferenziati) negli impianti che operano recupero rifiuti, tra cui anche le cementerie, hanno favorito l'allentamento delle procedure autorizzative: i limiti di emissione di carbonio di un cementificio che brucia rifiuti sono oggi meno restrittivi di quelli di un inceneritore in netto contrasto, a parere dell'interrogante, con gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di carbonio e il recupero dei materiali scartati”, riporta nella sua interrogazione (nella foto accanto).

Sul piano locale quella di lunedì 27 giugno partirà già come una giornata all’insegna del malcontento e delle polemiche: comitati, medici e amministratori lamentano la “latitanza” della Regione Puglia. In una nota sottoscritta in maniera congiunta da sindaci e associazioni dell’hinterland galatinese, infatti, viene sollecitata la nomina di un referente Aress, l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale. Si tratta dell'ente incaricato alle valutazioni,  la cui presenza è quanto mai indispensabile “in quanto tale Agenzia è nata con lo scopo di monitorare costantemente il sistema sanitario regionale onde verificare l’adeguatezza dello stesso alle esigenze e alla tutela della salute dei cittadini pugliesi dando piena soddisfazione ai bisogni di salute della popolazione sia nella prevenzione che nella cura sanitaria”, scrivono i firmatari del documento.

Nello specifico si chiede che nel giorno della Vis, che sarà effettuata dall’Università di Bologna su richiesta del gruppo Colacem, possa appunto essere presente anche Aress a causa dell’incompatibilità del dirigente medico indicato in un primo momento. Nella missiva, indirizzata al Servizio politica di tutela ambientale e transizione ecologica della Provincia di Lecce, i firmatari si dicono in attesa  dunque di un nome alternativo di un esperto. La missiva è stata sottoscritta dai rappresentanti dei Comuni di Galatina, Soleto, Corigliano d’Otranto, Sogliano Cavour, Martano, dal Coordinamento civico ambiente e salute. E ancora, dalle associazioni Airsa, Italia nostra, Isde (Medici per l’ambiente), Sisped, Forum Amici del territorio e Noi Ambiente. Di seguito i nomi dei firmatari: Marcello Amante, Graziano Vantaggiato, Dina Manti, Giovanni Casarano, Alessandra Caragiuli, Elena Bitotti, Marcello Seclì, Sergio Mangia, Giovanni De Filippis, Gianfranco Pellegrino e Marcello D'Acquarica.

 Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)

 
Di Antonio Mellone (del 28/03/2014 @ 20:28:35, in NohaBlog, linkato 3170 volte)

Ho letto con interesse l’intervento di Lino Mariano pubblicato qualche giorno fa su questo sito dal titolo: “Un solo comune ed una sola giunta”. E devo dire che stavolta sono d’accordo con lui.

Non fosse altro che per il fatto che questi concetti, più o meno, li avevo più volte già espressi anch’io sull’Osservatore Nohano.

Per esempio, sull’O.N. n. 2, anno V, 9 marzo 2011, in occasione della recensione del libro dal titolo “Governare la dimensione metropolitana” (Franco Angeli, Milano, 2011), scritto dalla nohana Carmen Mariano (che tra l’altro ha vergato un commento circostanziato alle note di Lino), ribadivo infatti quanto segue: “[…] In questo libro, a pensarci bene, si parla anche (e soprattutto) di Salento, pur non essendovi, quest’ultimo, espressamente menzionato (ma un libro serve anche a questo).

In maniera indiretta, cioè, ci viene suggerito che è giunto il momento di porre termine alla lotta campanilistica portata avanti dal centinaio di comuni leccesi con l’acqua alla gola (e non solo dal punto di vista della finanza pubblica ma anche delle idee); così come è davvero senza senso quell’altra grandissima corbelleria che è la proposta dell’istituzione della “Regione Salento”, la stupidaggine del secolo, cioè la creazione dell’n-esima sovrastruttura (che pagheremmo sempre noi cittadini) sbandierata da quattro disperati con voglia di protagonismo permanente effettivo e molto probabilmente con velleità (o brama) di stipendi da consigliere-regionale-a-due-passi-da-casa.

L’idea innovativa sarebbe invece la nascita di un governo metropolitano salentino, attraverso quella scelta obbligata che è l’associazionismo intercomunale, il quale dovrebbe andare a braccetto con il riordino territoriale. Le strade da percorrere sono le convenzioni o i consorzi tra comuni. Ma meglio sarebbe raggiungere un grado di maturità più alto e pensare addirittura alla forma più radicale (e forse più efficiente) di legame: l’Unione dei Comuni.

Queste scelte strategiche porterebbero finalmente ad una riduzione del numero dei comuni del Salento. Noha – lo diciamo per inciso – ha già dato in questo senso, ed è a tutti gli effetti un’antesignana di questa strategia, attuata già a partire dal 1811, epoca della fusione con il comune di Galatina: fusione che però non ha funzionato alla perfezione a causa di una classe politica nohana “subalterna” da molti punti di vista (ma dagli errori - che si chiamano lezioni – bisognerebbe pur imparare qualcosa).

Ma ritorniamo al Salento, ché le divagazioni potrebbero portarci fuori dal seminato. Con le fusioni tra comuni, dicevamo, non si avrebbero più cento sindaci (anzi cento sindaci disperati), cento consigli comunali, cento presidenti del consiglio, cento segretari comunali, cento assessori all’urbanistica, ed altri cento alle politiche giovanili ed altrettanti alla cultura, e poi altri cento geometri/ingegneri comunali, insomma cento per cento di tutto di più. Con l’integrazione vera si otterrebbero: pianificazione territoriale metropolitana, reti di infrastrutture e di servizi non frammentati, piani di traffico intercomunali, tutela e valorizzazione dell’ambiente, interventi di difesa del suolo in maniera strutturata, raccolta e distribuzione delle acque, protezione civile, sicurezza e finalmente valorizzazione dei beni storici, artistici e culturali, il tutto in maniera organica e sulla scorta non del ghiribizzo dell’assessore comunale di turno ma sulla base di progetti seri e di interesse generale […]. Chiedo venia per la lunga autocitazione.

*

Ma dopo il commento “tecnico” e molto pertinente di Carmen Mariano, ho letto di seguito anche un altro appunto icastico nonché caustico di Michele D’Acquarica che suona così: “Per un popolo che prende a sassate un pullman per un rigore negato e vende il suo voto per un pieno di carburante, tutto è (im)possibile.

Come non convenire anche con Michele.

*

Anzi, se è per questo, io rincarerei un po’ la dose, aggiungendo che tutto è (im)possibile per un popolo che non batte ciglio se gli cementificano 26 ettari di terreno per costruire l’ennesimo centro commerciale con la favola delle “ricadute”, dello “sviluppo” e di altre simil-minchiate; tutto è (im)possibile per un popolo lobotomizzato che non muove un muscolo facciale se si sperperano soldi pubblici (circa 1.300.000 euro) per la ristrutturazione di una vecchia scuola elementare che poi, poveretta, non può funzionare a dovere in quanto non si sa quale ingegnere ha scordato di pensare a priori e non invece a posteriori (a posteriori, in tutti i sensi) ad una cabina di collegamento con la rete elettrica; tutto è (im)possibile per un popolo che sta morendo di cancro ma che non riesce a capirne la causa - da ricercare invece nell’avvelenamento sistematico e cosciente di aria, acqua, terra con il ricatto di quattro posti di lavoro, portato avanti, questo avvelenamento, da imprenditori arricchiti ma pur sempre con le pezze al culo; tutto è (im)possibile per un popolo che ti considera “profeta di sventura” quando cerchi di spiegare che no, il fotovoltaico non è proprio un buon affare per tutti ma per i soliti quattro furbetti (stavolta nemmeno italiani) che non solo sfruttano il nostro territorio uccidendolo con milioni di pannelli in mezzo alla campagna, ma che si beccano pure la polpa di succulenti incentivi pagati in bolletta dai soliti polli (cioè noi stessi medesimi); tutto è (im)possibile per un popolo che non ribatte con argomentazioni serie ed approfondite ai cosiddetti progetti per il mega-impianto di compostaggio (che compostaggio non è: ci hanno derubato anche del vocabolario) in nome della chiusura trionfalistica del ciclo dei rifiuti e del risparmio delle tasse sulla spazzatura (campa cavallo); tutto è (im)possibile per un popolo che sta mandando in rovina la sua storia ed i suoi beni culturali…  

*

Ma questo intervento di Lino Mariano mi fa ben sperare nel ritorno ad un dibattito franco e serio su questi e su molti altri temi che - auguriamoci tutti - inizino ad interessare sempre più il nostro popolo. Un popolo che finalmente la smetta di far rima con ridicolo.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 06/12/2021 @ 20:23:05, in Comunicato Stampa, linkato 1203 volte)

Le festività natalizie di quest’anno saranno in gran parte dedicate ai bambini.

Per prima cosa, inizieremo con l’accensione dell’albero, martedì 7 dicembre alle ore 17:00, in compagnia della ZAGOR STREET BAND.

Le luminarie nel centro storico hanno un tema conduttore. Nel giugno 2021 la Compagnia degli Exsultanti, supportata anche dalla Regione Puglia, ha candidato 33 rosoni di Puglia quale patrimonio dell’Unesco. L’Amministrazione Comunale ha preso spunto da questa proposta per condividere con la ditta LUMINO SRL, un progetto unico e del tutto originale che riproduce in maniera stilizzata, su materiale plastico i rosoni delle Chiese e Cattedrali di cinque città Pugliesi: Otranto, Ostuni, Trani, Ruvo di Puglia ed ovviamente Galatina, con la Basilica di Santa Caterina.

La VIA DEI ROSONI si snoda tra Via Vittorio Emanuele e via Umberto I ed un modo diverso per tenere lo sguardo alto ed attento sulle nostre caratteristiche bellezze.

Il nostro albero di Natale, proposto da LUMIWORKS srl, si caratterizza per la sua originalità. Con i suoi quindici metri di altezza e quasi sette di diametro, si impone su piazza San Pietro contribuendo a darne una diversa immagine a seconda del punto di osservazione. È un albero che invita alla gioia con i suoi colori e la sua luminosità.

In fondo a Via Umberto I è stata collocata una originale struttura che richiama la tradizionale cassa armonica. La particolare cupola trasparente illuminata sarà il tetto sotto cui chiunque potrà esibire le proprie qualità musicali o canore. Ma sarà anche uno spazio aperto alle letture pubbliche, alla recitazione e ad ogni forma di espressione artistica.

Una proiezione luminosa a tema natalizio sarà effettuata sulla facciata di PORTA LUCE. Sarà un modo per valorizzare una delle porte antiche di accesso alla Città ma anche un segno di accoglienza per cittadini e visitatori.

Ci sarà anche all’interno di Palazzo Gorgoni, in Via Umberto I, una proiezione luminosa a tema Natalizio.

Il calendario completo delle manifestazioni sarà il seguente:

VILLAGGIO DI BABBO NATALE

All'interno dell'ex convento delle Clarisse, il Villaggio sarà un progetto sociale ed inclusivo creato dall'associazione C.S.CI asd, in collaborazione con ABILMENTE INSIEME, POLVERE DI STELLE, FALLA PER ME aps, LAICI COMBONIANI onlus, Missionari Comboniani ed i bambini del Centro Socio Educativo Diurno di Galatina.

La condivisione del lavoro tra le diverse associazione e la particolare attenzione ai temi sociali rendono il Villaggio di Babbo Natale un’esperienza del tutto innovativa.

Nei giorni 11-12-18-19-22-25-26 dicembre e 1-2-6- gennaio 2022, nelle ore 10:00-13:00 e 16:00 - 22:00 si succederanno:

LABORATORI (attività con gli Elfi di Babbo Natale):

  • Laboratori di riciclo artistico natalizio
  • Disegnando il Natale: Concorso EcoNatale; Natale inclusivo e sociale
  • “Caro Babbo Natale ti scrivo…”, preparazione letterina a Babbo Natale
  • “Natale in tutti i sensi”, musical dei bambini e dei ragazzi del DogWinterCamp 2021
  • Piccole mani in pasta, tradizioni gastronomiche salentine
  • Giochi e Attività Natalizie

EVENTI FOLKLORISTICI:

  • Babbo Natale incontra i bambini di Galatina
  • Visita alla Casa di Babbo Natale realizzata in collaborazione con i ragazzi del Centro Socio Educativo Diurno “Santa Chiara”
  • Visita alla Fabbrica dei Regali e alla casa degli Elfi e delle Fate
  • La Befana vien di notte… incontro con la Befana il 6 gennaio
  • Babbi Natale in bici… percorso folkloristico per le vie di Galatina
  • C’era una volta Natale, parata dei personaggi della Disney
  • Mille e una fiaba, lettura animata di fiabe

EVENTI CULTURALI:

  • Cineforum Natalizio: rassegna di film natalizi per bambini e famiglie
  • Natale in musica, performance di gruppi musicali
  • Natale con la pizzica
  • Visite guidate al Chiostro di Santa Chiara e alla Chiesa di San Luigi in collaborazione con InfoPoint e Proloco.
  • Istallazioni luminose nel giardino del Chiostro
  • Magie del Natale, Performance di artisti di strada
  • Mille e una fiaba, lettura animata di fiabe natalizie
  • Concorso Natale inclusivo e sociale, Concorso per il miglior Presepe ecologico, inclusivo e sociale

EVENTI SOCIALI:

  • Natale Inclusivo, Mercatino dei lavori artistici realizzati dai ragazzi di Abilmente Insieme
  • Mercatino Natalizio della Solidarietà, raccolta fondi per famiglie povere di Galatina organizzato dall’associazione CSCI Galatina
  • Mercatino Natalizio Ecosolidale per le Missioni, raccolta fondi per le Missioni organizzato dai Missionari Comboniani e da Laici Missionari Comboniani Onlus
  • Fai la differenza… e Intrecci di solidarietà Progetti di solidarietà a cura dell’Associazione C.S.C.I. Galatina

 

Ancora, per i bambini ci saranno:

a cura della Associazione TERRA DEI PICCOLI ETS dal 23 dicembre al 5 gennaio 2022 Laboratori Natalizi per bambini, presso le Gallerie Tartaro ed il giorno 22 dicembre, in Chiesa madre, un concerto gospel.

 

  • La COMPAGNIA TESTE DI LEGNO proporrà il giorno 22 dicembre in piazzetta Galluccio i GIOCHI MEDIOEVALI, ed il 17 dicembre in via Principe di Piemonte  lo spettacolo di burattini ALICE NEL PAESE DI POSEIDONIA ed il giorno 2 gennaio 2022 in piazza Cesari lo spettacolo di burattini IL MONDO DI OZ.
  • Il giorno 17 dicembre a cura della Associazione World DIEGO EVENTI tra Corso Principe di Piemonte e Piazza Alighieri ci sarà il MAGIC CHRISTMAS spettacolo di mascotte, burattini, trampolieri, gonfiabili, bolle e vario intrattenimento.
  • L’associazione BALLA PER ME il giorno 22 dicembre presso piazza Cesari proporrà uno spettacolo di animazione per bambini con trucca bimbi, giochi interattivi, pupazzi di neve, elfi parlanti e tanto altro.
  • Ancora artisti di strada il 26 dicembre a Collemeto, a cura del CIRCUS KALUS SHOW che proporranno “THE CHRISTMAS PARK”, LA POSTAZIONE DI Babbo Natale e l’intrattenimento di Flavio Leo e Riccardo D’Ostuni.
  • La rassegna NOTE BATTENTI quest'anno si svolgerà nelle chiese del territorio, per ragioni di spazio e per andare incontro alle comunità parrocchiali ed avrà la direzione artistica della Associazione GIOVANI REALTA’

 

Il calendario sarà il seguente:

  • 12 DICEMBRE - CHIESA DI SAN SEBASTIANO

CONCERTO DEL QUINTETTO LUPIAE

  • 19 DICEMBRE - CHIESA CUORE IMMACOLATO DI MARIA

CONCERTO DEL QUARTETTO DISSONANZE

  • 25 DICEMBRE - CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO

CONCERTO DI NATALE a cura di GIOVANI REALTA’ – APS

  • 26 DICEMBRE - BASILICA DI SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA

CONCERTO DEL DUO ANGELA COSI E VALENTINA MARRA

  • 1 GENNAIO - CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO

CONCERTO REDI HASA ED EMANUELE COLUCCIA

  • 2 GENNAIO - CHIESA SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI – COLLEMETO

CONCERTO a cura di GIOVANI REALTA’ – APS

  • 6 GENNAIO - CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO – NOHA

CONCERTO TRE NIÑOS

 

MERCATINO DI NATALE

Nei giorni 4-5-7-8-11-12-18-19-22-23- dicembre si terrà in piazza San Pietro il mercatino di Natale, a cura dall'Associazione DICIOTTESIMOMERIDOANO APS con esposizione di prodotti dell'artigianato salentino.

GUSTOSE SERATE

A cura dell'Infopoint di Galatina, con APS TERRE A SUD DEL TEMPO nei giorni 27 dicembre e 2 gennaio 2022 si terranno due "serate gustose".  Itinerari serali alla scoperta del centro storico con visite guidate e degustazione finale in una location a sorpresa.

 

Altri eventi potranno aggiungersi nel corso delle festività.

Potrete seguire sulla pagina fb NATALE IN TUTTI I SENSI E MARCELLO AMANTE SINDACO CON IL POLO CIVICO

Impegniamoci a vivere con le consuete accortezze questi giorni intensi.

 

Nico Mauro

Assessore al turismo

 
Di Redazione (del 05/06/2014 @ 20:21:47, in Comunicato Stampa, linkato 2368 volte)

Filippo Stasi:”Vicenza ora parla galatinese! Tra noi ed il nostro sogno c'è solo il Foro Italico, domenica prossima!”

Domenica scorsa, si è tenuta la sesta e penultima giornata della serie B maschile di tennis. Il C.T. Galatina ha affrontato, in trasferta, la SSD '98 Vicenza. Fino a quel momento, la squadra veneta era quarta in classifica ed aveva un gran bisogno di punti. Purtroppo, però, i veneti hanno fatto i conti senza l'orgoglio salentino. I vicentini sono andati subito sotto nei primi due singolari. Luca Giordano (2.5) contro Alessandro Grigio (3.2), prima e Daniele Pepe (2.5) contro Fabrizio Cavestro (2.6) poi, hanno portato sul due a zero il conto dei match in due incontri sofferti, ma brillantemente superati da parte dei due atleti del CT Galatina. Subito dopo è stato il turno di Pierdanio Lo Priore (2.5), contro Enrico Zen (2.5); ma il salentino di Roma, è stato troppo più forte e troppo più solido del suo avversario, battendolo per 6-2 6-3. Un sussulto al cuore dei tifosi del C.T. Galatina, è stato dato dalla partita di Stefanos Tsitsipas (2.5) contro Nicola Ghedin (2.2 e n. 900 al mondo). Il greco si è portato agevolmente avanti nel primo set, ma si è dovuto arrendere nel due set successivi a causa del riacutizzarsi di un problema al braccio destro. A metà giornata, quindi, il C.T. Galatina vinceva per 3 a 1 nel conto dei match. I due doppi, diventavano, così, fondamentali per la vittoria del C.T. Galatina. Nel primo, Lo Priore e Tsitsipas hanno dato una lezione a Zen e Cavestro con un 6-1 6-4, mentre il doppio Giordano-Stasi ha faticato un po' più del previsto contro Grigio-Ghedin, ma vincendo comunque per 7-5 6-3.

Alla fine della giornata, dunque, il tabellone segnava il seguente punteggio: SSD '98 Vicenza 1 – C.T. Galatina 5.

“Il Presidente ci aveva chiesto uno sforzo e noi non potevamo deluderlo. A Vicenza erano convinti di farci a pezzi, ma abbiamo dato una lezione di salentino anche a loro. Da parte di tutti c'è una grande voglia di continuare a sognare e sappiamo che tutto dipende dalla partita di domenica prossima, in casa contro il Foro Italico. Questo è il momento di spingere sul pedale del gas ed andare più forte di tutti!”

Galatina, 03 giugno 2014

Filippo Stasi

Capitano e Direttore Sportivo del “C.T. Galatina”
 
Di Redazione (del 20/09/2021 @ 20:20:47, in NoiAmbiente, linkato 1116 volte)

Senza un regolamento che disciplini la restituzione dei contenitori e di tutta la plastica adoperata in agricoltura (tubazioni e raccorderia, cassette per piantine e per il prodotto, teli di pacciamatura neri e trasparenti, archetti, ecc. ) la situazione è la seguente:

Le discariche abusive nel nostro Salento non son censibili perché sono davvero troppe. Soprattutto quelle della plastica derivate dalle attività agricole. Ad ogni contadino salentino che si reca ad acquistare le plastiche per la pacciamatura e per l'irrigazione, purtroppo non mi pare che venga richiesto l’obbligo del vuoto a rendere. Dove vanno a finire tutte queste tonnellate di plastica vendute ad ogni cambio di stagione/coltura? Ci risulta che in buona parte stiano archiviate ai bordi dei campi. Stanno lì in attesa di essere smaltite, ma spesso capita che gli incendi risolvono il problema, con gravi danni per l’Ambiente. L'abusivismo e l'inquinamento sono figli dello stesso parto in questo nostro paese. Laddove i nostri padri ammucchiavano le pietre per farli diventare dei muretti a secco, oggi si sovrappongono montagne di rifiuti di ogni genere.

Viviamo in una terra che brulica di migliaia di fuocherelli nauseabondi. Se vivi sul posto le tue ghiandole olfattive si abituano e non lo senti più l'odoraccio di aria acida. Se, come capita a chi esce ed entra dalla provincia magari per ragioni lavorative, vai e vieni dalla zona ogni settimana, al ritorno qull’odore sgradevolissimo ti accoglie sempre, nonostante il Salento sia la terra dei venti. Ti entra in circolo nel sangue, ci fai l'abitudine e non lo senti più. Ma i suoi veleni viaggiano dentro di te, e più respiri, più mangi e più ridi, e più ti uccide. Pare che non lo facciano apposta. Alcuni credono di fare “pulizia”, così si dice. Non sanno il danno che procurano. Forse richiedere il ritiro delle plastiche usate per lo smaltimento legale, ha un costo. E forse bruciandoli risparmiano, per aumentare i loro utili, che siano alti o bassi, poco importa. Lo fanno, punto. I mesi di giugno e luglio sono un vero inferno. Durante il resto dell'anno bruciano le plastiche insieme alle ramaglie delle potature e degli sfalci. È un continuo. E insieme alla plastica e alle pietre dei muretti a secco bruciano e si sfalda anche l'amianto, vecchie coperture di ethernet, altro materiale che tutti temono e lo smaltiscono così, sbriciolandolo nella terra.

I nostri figli laureati se ne vanno da questa terra abitata dalla sfortuna e chi resta non ragiona in favore della bellezza e produce degenerazione.

Purtroppo questo malcostume non si risolverà con la formazione culturale di gente che non vuole capire, quindi è necessario che le istituzioni creino un freno ponendo il mercato dei materiali pericolosi sotto il controllo della legge.

Chiediamo che sia normato con il cosiddetto “vuoto a rendere” l’acquisto di quei materiali che dopo l’uso sono considerati “RIFIUTI ALTAMENTI PERICOLOSI”.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali Odv

(fonte:rifiutizeroumbria.blogspot.com)

 

Si è svolto venerdì 26 gennaio presso il Teatro Tartaro a Galatina l’incontro con Massimo D’Alema per l’apertura della campagna elettorale di Liberi e Uguali nel Salento. Massimo D'Alema, candidato al Senato per la coalizione Liberi e Uguali, durante il proprio intervento ha dichiarato: "Non sono qui contro nessuno, sono candidato per il Salento”. Scende in campo per accompagnare un progetto politico, e per offrire al salento tutto (indipendentemente dal colore politico degli interlocutori) -come fatto quando era il deputato del collegio di Gallipoli, per due mandati- il proprio impegno e le proprie competenze per il riscatto di un territorio martoriato da problematiche di rara afflittività e che nonostante tutto cerca di farcela, da solo, stante il perdurante disinteresse di chi ci governa, a tutti i livelli. Difatti, negli ultimi anni il Salento ha scontato un'assoluta inadeguatezza sul piano della rappresentanza istituzionale, vedasi la vicenda della Xylella, dove si sono verificati dei preoccupanti ritardi nell’individuare una soluzione immediata ed efficace. Inoltre, la vicenda della TAP, dove sarebbe bastato che quel gasdotto approdasse in una zona industriale, e non su una delle più belle spiagge del Salento e del mediterraneo intero. D’Alema, ha poi concluso: "Queste scelte sono state imposte da Roma senza alcun coinvolgimento del territorio e senza alcuna capacità di negoziazione da parte dei nostri rappresentanti istituzionali". All’evento presente anche il Presidente del coordinamento di Galatina, Avv. Daniela Sindaco e dell’Avv. Marcello Risi, di Nardò: entrambi candidati alla camera per liberi e uguali, rispettivamente, Daniela Sindaco per il collegio plurinominale e Marcello Risi per l’uninominale. Daniela Sindaco, nel suo intervento e senza timore di smentita, afferma: “In questi anni di lavoro politico nel Comune di Galatina, ho messo a piena disposizione la mia persona per qualsiasi problema. Sono sempre stata a disposizione di tutti i cittadini, ed ho messo a frutto numerose iniziative. Oggi il NOSTRO (di tutto il coordinamento Galatinese) obiettivo, per il tramite di questa candidatura, è di portare il Salento al centro del dibattito politico nazionale. Liberi e Uguali rappresenta l’evoluzione di un percorso che vuole dare una alternativa all’elettore di sinistra. Sarò impegnata ogni giorno sul territorio, mettendo in atto azioni concrete. C’è necessità di far ripartire tutti gli agricoltori che hanno subito ingenti danni a causa della Xyllella e non solo di quella. Per quanto riguarda lo scempio ambientale e paesaggistico del gasdotto TAP, ritengo che sia un’opera realizzata contro il volere e contro gli interessi delle comunità locali. Il nostro partito politico affiancherà la lotta civile e democratica del popolo salentino contro l'approdo di TAP sulla spiaggia di San Basilio a San Foca e contro la colonizzazione del Salento da parte delle multinazionali interessate solo a depredarci delle nostre ricchezze naturalistiche e paesaggistiche. L’impegno in Articolo 1 non si concluderà con le elezioni del 4 marzo, ma proseguirà per il compimento dell’opera di ammodernamento ed elettrificazione della rete ferroviaria FSE da Martina Franca a Gagliano del Capo, una grande possibilità di sviluppo economico e sociale del territorio “ Lotteremo per i molti, non per i pochi! È lo slogan della campagna elettorale di Liberi e Uguali, che racchiude l’impegno preso con gli elettori e con i cittadini tutti. “Noi siamo dalla parte di chi è costretto a vivere in povertà o alle soglie della povertà, per tutti quei giovani che non possono proseguire il loro percorso di studi, per chi è costretto a rinunciare alle adeguate cure mediche, per i molti che si barcamenano tra contratti senza tutele e lavori pagati a cottimo. Al Salento dico solo di condividere il nostro progetto politico, facciamo squadra, insieme possiamo tornare a credere in questo bellissimo Paese.” A breve verranno rese note le date dei dibattiti politici, dove verrà illustrata dettagliatamente la proposta di Liberi e Uguali. Con la presente si rinnova l’invito a tutti i cittadini di sentirsi LIBERI E UGUALI, di venirsi a confrontare con il Coordinamento di Galatina sito in Corso Porta Luce 56.

IL COORDINATORE AVV ROBERTO STANISLAO

 
Di Redazione (del 23/04/2018 @ 20:07:11, in NohaBlog, linkato 1678 volte)

“Con l'espressione Sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica.”

Cosi si legge sul vocabolario della rete, Wikipedia.

Oggi non abbiamo più dubbi, abbiamo superato il limite assoluto dell’ignoranza, basta chiederlo alla rete e la rete risponde. Peccato che la realtà sia ben altra cosa. Possiamo dire di essere più cafoni di quei poveri nostri avi che vissero nel medioevo, e per motivi risaputi, erano analfabeti e ignoranti, ma amavano coltivare il senso del rispetto e della dignità.

Protagonisti e fautori ditale della sindrome sono necessariamente quelli che generano la violenza e le vittime che la subiscono.

Tentando una schematizzazione, potremmo individuare la sequenza degli stati emotivi di un ostaggio come segue:

  1. Incredulità;
  2. Illusione di ottenere presto la liberazione;
  3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'autorità;
  4. Impegno in lavoro fisico o mentale;
  5. Rassegna del proprio passato.

Alla prima fase (1. Incredulità) corrisponde la condizione dello scenario che ci si presenta davanti agli  occhi in ogni momento delle nostre giornate. Anche in momenti importanti quali potrebbero essere, per esempio, un giorno di festa, quello di matrimonio, o della laurea, o di una ricorrenza storico sociale, o di una passeggiata con ospiti che vengono a trovarci da lontano, ecc. Per cui davanti ai nostri occhi si spiaccicano visioni dure: mura dirute, sterpaglie, marciapiedi divelti, alberi bruciati, deiezioni di animali, auto ammucchiate davanti agli ingressi dei negozi, gente che ti entra in casa senza chiederti il permesso, vuoto assoluto educativo, rifiuti disseminati ovunque, bottiglie vuote di bevande consumate e buttate per strada, monumenti rotti e scarabocchiati, discariche concentrate abusivamente, per non parlare di fumi pestilenziali di plastiche bruciate o di veleni che non vediamo, ma che stanno nell’acqua e nella terra.

A questo punto, su Wikipedia leggiamo:  

“L'ostaggio reagisce come può all'estremo stato di stress cui è sottoposto, una delle prime reazioni, rifugio psicologico primitivo, ma emotivamente efficace, è la negazione”.

Per sopravvivere la mente reagisce tentando di negare quanto sta avvenendo, pensando così che le mura divelte sono storia e cultura, che i rifiuti sono l’esternazione di un profondo stato primitivo dei suoi amati fratelli e paesani (che in questo caso però diventano i suoi stessi sequestratori), che i marciapiedi divelti siano una specie di Novel - Arte, che insomma se in estate il Salento diventa terra ambita da milioni di turisti, in fondo saranno tutte cose belle e piacevoli, comprese discariche, deiezioni e maleducazione compresa.

Superata la fase della negazione, e che quindi ci rendiamo conto della realtà, al secondo punto, scatta la molla della ribellione morale per tanto degrado e vilipendio (2: Illusione di ottenere presto la liberazione).

Che si fa? Per questo nascono miriadi di associazioni, circoli culturali, veri e propri eserciti di volontariato che si disperano  per cercare di arginare la violenza di cui  al primo punto, chiedendo e offrendo aiuto all’Autorità. Non proprio tutti, alcuni si rassegnano subito e ritornano nella negazione di prima, assopiti in gloria sotto al vessillo del loro stesso circolo – che resta comunque culturale o colturale, tanto il risultato rimane invariato.

La certezza di una salvezza “garantita” dall'Autorità, aiuta l'ostaggio nella propria difesa mentale, ma più passa il tempo senza che accada nulla (e questo sta accadendo da anni soprattutto a Galatina e frazioni, viste le inutili segnalazioni, richieste protocollate, e sostegno di tanti pseudo politici per nulla). In casi simili (3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'Autorità), è facile perdere la cognizione del trascorrere dei minuti e delle ore e dei decenni, l'ostaggio tende inconsciamente a rinnegare l'autorità costituita che è diventata per lui, di fatto, un’incognita. Logica conseguenza è l'inizio del processo di immedesimazione, o di “identificazione”, con gli autori stessi della violenza. E qui La sindrome del nohano salentino è certificata.

(4. Impegno in lavoro fisico o mentale). Dalle nostre parti la fase del  punto 4 si dissolve nell’aria in men che non si dica, sarà per via del vento o del sottosuolo carsico, in cui tutto va a disperdersi.

Il timore di una conclusione tragica ci suggerisce l’ultima chance: o organizzare una bella festa, giusto per stordire l’eventuale neurone ancora integro, dell’ostaggio rompicoglioni che c’è in noi, oppure fingere che tutto ciò sia il nostro standard di benessere in cui amiamo crogiolarci.                 (5. Rassegna del proprio passato).

E quindi, a proposito del vettore della fatidica xylella fastidiosa che a detta di qualche benpensante sta seccando i nostri ulivi secolari, possiamo concludere che noi siamo molto peggio.

C.D. Fareambiente Laboratorio di Galatina-NOHA

 

 
Di Redazione (del 18/04/2019 @ 20:06:28, in Comunicato Stampa, linkato 1048 volte)

Il bellissimo palazzetto di Massafra, capace di una ricettività a sedere di circa 900 posti, ha ospitato la gara conclusiva della fase regionale eliminatoria, tra i ragazzi di mister Pendenza ed i padroni di casa, sancendo la vittoria dei blucelesti salentini nel girone C.

Compito assolutamente privo di difficoltà e alla portata dei neo campioni provinciali di categoria, che hanno fatto valere le loro doti tecniche, prima battendo la New Volley Gioia e poi il sestetto tarantino.

La trasferta in terra ionica non ha riservato alcuna sorpresa al duo tecnico Pendenza-De Matteis che già avevano monitorato gli avversari ma, che comunque, hanno saggiamente tenuto su un importante livello di attenzione, le fasi di preparazione a questo incontro.

“Sapevamo che gli avversari erano abbordabili, afferma mister Laura Pendenza al termine della gara, ma con il mio collaboratore Antonio De Matteis abbiamo voluto mantenere un riserbo sul loro valore tecnico, per tenere sulla corda i nostri ragazzi facilmente influenzabili da pronostici che ci accreditavano vittoriosi.  Con tutto il rispetto per i padroni di casa, voglio sottolineare che l’impresa l’abbiamo compiuta in casa contro la New Volley Gioia e l’aver ceduto un set è significativo del livello tecnico sempre più di spessore che andremo a trovare affrontando le altre squadre tutte baresi” . 

Infatti così  si è completato il quadro delle squadre che daranno vita, il 28 aprile, alla Final Four per l’assegnazione del titolo regionale; nel girone A è la Matervolley Castellana corsara ad Andria a staccare il primo biglietto, poi dal girone B accede la Scuola & Volley Altamura e dal girone D il Volley Alberobello  che ha regolato la Showy Boys .

In base al sorteggio pilotato della FIPAV regionale questi saranno gli accoppiamenti di semifinali e finali, al meglio di tre set su cinque: in mattinata Castellana affronterà Alberobello ed Altamura se la vedrà con SBV Olimpia Galatina.

Nel pomeriggio la finale per il terzo e quarto posto tra le due squadre uscite sconfitte farà da preludio alla finalissima che assegnerà il titolo regionale.

Poi la classifica finale, dulcis in fundo, riserverà alle prime tre formazioni classificate i posti di accesso diretto alle finali nazionali in programma dal 14 al 19 maggio a Bormio, in Valtellina.

I complimenti ai tecnici e ai ragazzi per il traguardo raggiunto sono arrivati tramite messaggio vocale dal presidente Corrado Panico al ritorno della trasferta,che ha dichiarato: ”La partecipazione a queste fasi finali regionali rende merito al vostro lavoro e a quello di tutta l’organizzazione societaria; siete la sola società a rappresentare il volley salentino stretta in una tenaglia sportiva barese  a cui ,sono sicuro, opporremo la massima resistenza. Siamo fiduciosi di ricevere altre prestazioni positive da voi tutti “.

Questi gli atleti che hanno conquistato il traguardo regionale sotto le direttive organizzative messe in atto dal dirigente accompagnatore Zaira Gemma.

Andrea GABRIELI, Gianmarco MEROLA, Vincenzo CUCURACHI, Diego PERRONE, Giacomo DE BLASI, Andrea VALLONE, Lorenzo De MATTEIS(k), Simone PANICO, Marco ARCADI, Angelo LAMACCHIA, Antonio MAGURANO, Andrea NUZZO, Daniele PUZZELLO.   

 

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

SBV OLIMPIA GALATINA

 
Di Redazione (del 25/07/2016 @ 20:01:07, in Comunicato Stampa, linkato 2288 volte)

A seguito della mail inviatami dalla dott. Federica Meloni, Vi comunico che in data odierna ho emesso bonifico postale di euro 450 con causale: "RICERCA sulla fibrosi polmonare (SC malattie appartato respiratorio)”. Altra somma di euro 150,00 è stata inviata alla onlus AIMIP di Roma.

Oltre ulteriori  importi, rimessi mediante bonifico direttamente da imprese di costruzioni.

Gli importi di cui sopra sono  stati raccolti mediante offerte volontarie in occasione della presentazione del mio libro "VIVERE" tenutesi a San Cesario, Lequile, Noha, Salice salentino, Torre Saracena, e Lecce.

Il libro "VIVERE" è dedicato alla memoria di mia sorella Donatella deceduta nel 2001 perchè colpita dalla malattia.

Felice di aver messo un piccolo tassello per la ricerca scientifica.Tutto questo anche per la generosità, unita ad una fattiva collaborazione di amici, conoscentii e altre persone di buona volontà.

Vi saluto cordialmente e vi ringrazio per la collaborazione.

     

Michele Liguori

Cell. 333-7742270

 

Oggi venerdì 22 marzo alle ore 18:00, nella Sala conferenze dell’ex Palazzo De Maria, in Corte Taddeo, è in programma il terzo e conclusivo incontro che l’Università Popolare dedica alla poesia: l’evento odierno, che sarà introdotto dalla Vice Presidente Maria Rita Bozzetti, prevede una relazione del prof. Simone Giorgino su “La linea poetica salentina: appunti ed ipotesi di lavoro”.

Simone Giorgino, è ricercatore universitario di Letteratura italiana contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento. È presidente del Centro Studi Phoné e membro del Centro Studi “Vittorio Bodini”, del Gruppo di ricerca ALIEN–Archivio Letterario Italiano ed Europeo del Novecento e di MeMo-Memorandum Europeo della Modernità Otto/Novecentesca.

Oltre a vari saggi in riviste e miscellanee su scrittori italiani del Novecento, ha pubblicato: Antonio L. Verri. Il mondo dentro un libro (Lupo, 2013), L’ultimo trovatore. Le opere letterarie di Carmelo Bene (Milella, 2014) e Poeti in rivolta. Poesia e industria nella letteratura italiana contemporanea (Sinestesie, 2018). Ha curato i volumi Vittorio Bodini-Vittorio Sereni, «Carissimo omonimo». Carteggio (1946-1966) (Besa, 2016), Nicola G. De Donno, Tutte le poesie (Milella, 2017), Girolamo Comi, Poesie. Spirito d’armonia, Canto per Eva, Fra lacrime e preghiere (con Antonio Lucio Giannone, Musicaos, 2019), Vittorio Pagano, Poesie. Calligrafia astronautica, I privilegi del povero, Morte per mistero, Zoogrammi (Musicaos, 2019) e Vittorio Pagano, Antologia dei poeti maledetti, Besa Muci, 2020, Carta poetica del Sud. Poesia italiana contemporanea e spazio meridiano, Musicaos, 2022.

Ultima sua produzione è il volume curato insieme ad Alessio Paiano, Da questo altrove. Carmelo Bene e Il Sud del Sud dei santi. Una cartografia, Kurumuny edizioni, 2024.

Dai soli titoli delle opere del nostro illustre ospite si può ricavare come “la linea poetica salentina” emerga con grande attenzione attraverso la presenza di autori del nostro territorio che hanno ottenuto così un ruolo significativo nella storia letteraria del nostro paese, grazie proprio a eminenti studiosi, come Simone Giorgino, che sono riusciti a dare voce alle figure più rappresentative del Novecento letterario salentino.

Nella locandina di presentazione dell’evento sono state inserite alcune immagini raffiguranti, oltre a Simone Giorgino, alcuni dei poeti che saranno oggetto del suo intervento e precisamente: Salvatore Quasimodo (1901-1968), Leonardo Sinisgalli (1908-1981), Alfonso Gatto (1908-1976), Vittorio Bodini (1914-1970) e Rocco Scotellaro (1923-1953).

Mario Graziuso

 
Di Redazione (del 01/05/2019 @ 20:00:25, in Comunicato Stampa, linkato 1316 volte)

La seconda miglior squadra di tutta la regione Puglia nella categoria U.14, unica rappresentante di tutto il movimento pallavolistico salentino e non, a contendere il titolo di campione regionale agli schieramenti baresi (Castellana, Altamura e Alberobello) è la S.B.V. OLIMPIA GALATINA.

Il responso è l’esito di una finale dominata sì dai padroni di casa della Matervolley, ma fortemente cercata dai giovanissimi allenati da Pendenza e De Matteis che hanno costruito un percorso sportivo netto per regolarità prestazionali.

Fregiatisi nella fase provinciale del titolo di campioni territoriali, hanno regolato nel successivo passaggio eliminatorio a gironi, prima la New Volley Gioia e a seguire la Pallavolo Massafra, staccando così il pass per le Final Four assegnate alla Matervolley Castellana.

L’arrivo di buon’ora nella terra delle grotte non ha per niente destabilizzato la concentrazione di capitan De Matteis e compagni che, tenuti sotto osservazione dai tecnici, hanno immagazzinato le ultime raccomandazioni prima di affrontare la SCUOLA & VOLLEY ALTAMURA.

La gara è stata perfetta sotto l’aspetto dell’attenzione e della gestione del gioco, con scambi di buona fattura da ambo le parti che hanno tenuto in bilico il risultato: poi l’allungo finale in tutti e tre i set (20-25,20-25,21-25) con ricostruzioni-punto da parte dei salentini hanno sancito la vittoria della S.B.V. Olimpia Galatina.

La finale pomeridiana con la Matervolley è stata invece una brutta copia della prestazione offerta in mattinata; mai in gioco e poco concentrati, i galatinesi sono apparsi svuotati, stanchi fisicamente e svuotati di energie mentali.  Insomma la fatica fisica per la trasferta ha inciso sicuramente, ma anche la caratura dell’avversario che con un servizio efficacissimo ha tolto sicurezza e disarmato il sestetto S.B.V. che è crollato.

Nulla però toglie all’impresa, perché tale è da considerare, dei ragazzi di mister Pendenza che impreziosiscono la loro stagione con il titolo di vicecampioni regionali e staccano il biglietto per le fasi nazionali che si svolgeranno a Bormio dal 14 al 19 maggio.

Un in bocca al lupo ad atleti ed allenatori  è l’augurio più sincero di tutto il vertice societario che, per bocca del suo presidente Corrado Panico, esprime  così il suo pensiero: ”Abbiamo tagliato un traguardo che sinceramente ad inizio stagione non era nelle previsioni: la crescita tecnica di questo gruppo durante l’intero campionato, unitamente ai consensi ricevuti da più parti, ci ha fatto capire la reale portata tecnica di questa  squadra e che qualsiasi risultato poteva essere alla nostra portata. Certamente non la vittoria finale contro una corazzata come la Matervolley Castellana , che da sempre porta avanti ambiziosi progetti accademici, ma l’aver messo in bacheca un titolo territoriale, quello di vicecampioni regionali, la partecipazione alla fasi nazionali rappresentando Galatina e la Puglia salentina è un onore che ci gratifica oltre ogni aspettativa. Grazie ragazzi!”

Questi i medagliati guidati da Laura Pendenza , Antonio De Matteis e coordinati dal dirigente Zaira Gemma:

Gabrieli Andrea, Merola Gianmarco, Cucurachi Vincenzo, Perrone Diego, De Blasi Giacomo, Vallone Andrea,De Matteis Lorenzo(K), Panico Simone, Arcadi Marco, Lamacchia Angelo, Magurano Antonio, Nuzzo Andrea, Puzzello Daniele.

 

Piero De Lorentis

AREA COMUNICAZIONE

S.B.V. OLIMPIA GALATINA

 
Di Redazione (del 16/04/2021 @ 19:55:39, in Comunicato Stampa, linkato 750 volte)

«Per il 2021 ed il 2022, i Comuni pugliesi che hanno deliberato la procedura di riequilibrio finanziario e che alla data di entrata in vigore della legge risultano avere il piano di riequilibrio approvato e in corso di attuazione riceveranno un totale di €36.209.315.
Nel dettaglio, nel biennio, i comuni pugliesi che riceveranno questi contributi sono: , Andria 29.683.148,66; Foggia 381.954,42 , Margherita di Savoia (BAT) 4.316.659,01; Sannicando di Bari 449.666; Lizzanello (LE) 55.198,16 e Galatina (LE) 1.322.689,07».

Ad annunciarlo il portavoce salentino alla Camera dei Deputati del M5S, Leonardo Donno.

«In Provincia di Lecce, quindi, in arrivo quasi un milione e 400 mila euro così suddivisi: €1.322.689,07 al Comune di Galatina, a fronte di un deficit in bilancio da ripianare di 6.661.330,76 di euro; €55.198,16 vanno invece al Comune di Lizzanello, a fronte di €675.994,44 di deficit nelle casse comunali.
Lo stanziamento è frutto di una norma fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle ed approvata nella Legge di Bilancio di Dicembre, grazie al lavoro del collega Tucci, della Commissione Bilancio della quale sono componente e della Viceministra dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli. Questi fondi rappresentano indubbiamente una boccata d'ossigeno per le casse comunali e alimentano la speranza che, attraverso una oculata gestione delle finanze, queste città possano nel medio termine uscire dalle sabbie mobili contabili che ne impediscono una normale gestione amministrativa ed una seria programmazione futura.
Il primo comma dell'articolo 142 della legge, nel prevedere la costituzione di un fondo con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2021 e di 50 milioni di euro per l’anno 2022, rispondeva alla necessità di obbedire alle sollecitazioni pervenute dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 115 del 2020, per assicurare il risanamento finanziario dei comuni in deficit strutturale (per situazioni di deficit oggettive, economiche e sociali), finalità queste considerate nell’articolo 53 del decreto-legge n. 104 del 2020.

La buona volontà delle amministrazioni - conclude il deputato - si ferma davanti all'inagibilità finanziaria dei Comuni, che spesso impedisce di approvare i bilanci e di continuare a lavorare per le rispettive comunità, in termini di servizi da erogare in primis. Con questi fondi pensati appositamente per i Comuni in deficit strutturale e con un piano di rientro attivo, dimostriamo ancora una volta vicinanza agli enti locali, dando respiro alle rispettive casse.

Sono molto contento che anche il mio comune possa beneficiare di questo importante stanziamento, a dimostrazione del fatto che l’interesse e l’attenzione del MoVimento 5 Stelle (e del sottoscritto) per il territorio e per le nostre città, sono sempre altissimi. Come sempre, lavorerò offrendo pieno sostegno e collaborazione a chi, sul territorio, ne avesse necessità»

M5S

 
Di Redazione (del 18/05/2022 @ 19:51:14, in Comunicato Stampa, linkato 760 volte)

Cutrofiano partecipa all’iniziativa Buongiorno Ceramica, il weekend dedicato alla scoperta della Ceramica in contemporanea in tutte le Città Italiane della Ceramica. Il progetto del comune dell’entroterra salentino è promosso dall’assessorato alle attività produttive coadiuvato dal consigliere delegato alla ceramica del Comune di Cutrofiano con il coordinamento della locale Pro Loco e di Sud Ethnic aps con la collaborazione di 34° Fuso aps e il coinvolgimento di tutti gli artigiani della ceramica presenti sul territorio.

Due giornate alla scoperta della ceramica artistica e artigianale italiana, tra antiche tradizioni e nuove sensibilità che si svolgerà in contemporanea nelle 45 città Italiane della Ceramica.

Buongiorno Ceramica è un progetto promosso e organizzato da AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica e si tiene ogni anno, dal 2018 nel terzo fine settimana di maggio.

In quest’anno di rinascita, Buongiorno Ceramica 2022, forte anche del suo stesso nome, scommette ancora di più sul “nuovo giorno”, sulla ripresa e sulla rinascita stessa, e lo fa soprattutto forte della stessa operosa fiducia degli artigiani, di coloro i quali non hanno smesso un attimo di dare forma alle idee e alla propria creatività, sempre guardando in avanti. Un lungo weekend di maggio dedicato alla “straordinaria” festa delle arti che si snoderà attraverso l’Italia, da nord a sud, in un’esperienza partecipativa dal vivo.

IL PROGRAMMA:

Sabato 21 Maggio la giornata ha inizio in mattinata alle ore 10 in Piazza Municipio con il “Gioco dell’Oca-Rina” coinvolgendo le classi quinte delle scuole elementari che si cimenteranno nel grande gioco dell’oca con delle pedine in terracotta. Nel primo pomeriggio invece alle ore 17 si apriranno le porte delle Scuderie del Palazzo Filomarini ove all’interno sarà possibile ammirare nelle due giornate un’esposizione di Opere dei Ceramisti Cutrofianesi, una mostra d’arte e contaminazioni artigianali e un estratto della Mostra Fotografica “Grigio Argilla” di Paolo Laku. Alle ore 18 nella sala consiliare di Via Bovio invece saranno presentate le date della 50^ Edizione della Mostra della Ceramica Artigianale di Cutrofiano nonché la presentazione dell’Audioguida for Teens Museo della Ceramica. alle ore 20 in Piazza Municipio (grazie al progetto “Torri di Vedetta: luce sull’arte e le radici” della Regione Puglia) ci sarà l’accensione della luminaria salentina dal titolo “Piatto di Ceramica” a cura di Illuminal Art alle ore 20:30 presso e a cura dell’azienda F.lli Colì (Zona Industriale) ci sarà lo spettacolo teatrale “Mani d’Argilla” a cura della Coop.va 29nove e cooking show e degustazione gratuita con Andy Luotto e l’intrattenimento del duo Libera il Sorriso.

Domenica 22 Maggio alle ore 09:00 presso e a cura dell’azienda F.lli Colì (Zona Industriale) ci sarà il Trofeo Colì Junior in collaborazione con Lions Maglie. I Piatti in ceramica decorati dai ragazzi arrederanno il reparto oncologico pediatrico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Dalle ore 17 alle 18:00 sarà possibile visitare l’antica fornace ottocentesca sita presso l’ex bottega dei F.lli Colì in Via Roma. A seguire diverse iniziative in Piazza Municipio: alle ore 18:30 prenderà il via il progetto “Impronte Future” a cura di Agostino Cesari, che vedrà la partecipazione dei nati negli anni 2017 e 2021 di Cutrofiano. Saranno realizzate delle Piastrelle in Ceramica con le impronte dei piccoli concittadini cutrofianesi che saranno installate successivamente presso la Villa Comunale. Mentre i piccoli lasceranno la loro impronta in piazza verrà presentato il percorso partecipato Ecomuseo dell’Argilla. Alle ore 19:00 ci sarà la donazione alla comunità cutrofianese dell’opera ceramica del compianto Maestro Tonio Colì scomparso lo scorso anno, a seguire prenderà il via alle ore 19:30 LA GRANDE OPERA “a più mani”, si tratta di un’opera collettiva realizzata dai ceramisti cutrofianesi, pensata e diretta dall’artista Giovanni Russo; mentre i ceramisti girano il tornio e decorano alle ore 20:30 ci sarà la musica popolare salentina di Antonio Amato.

Il museo della Ceramica nelle due giornate seguirà i seguenti orari:
Sabato 21 Maggio dalle 08:30 alle 13:30 / dalle 17:00 alle 20:00
Domenica 22 Maggio dalle 10:00 alle 12:00 / dalle 18:00 alle 22:00


Per informazioni: E-mail: infocutrofiano@gmail.com
Telefono: 351 9893550

 Marco Forte

 
Di Albino Campa (del 27/06/2017 @ 19:44:35, in Comunicato Stampa, linkato 2216 volte)

Il  28, 29 e 30 giugno prossimi si svolgeranno a Galatina le festività dei Santi Pietro e Paolo. Il programma dei festeggiamenti, curato dal  Comitato cittadino sotto la preziosa guida di Mons. Aldo Santoro della “Parrocchia SS. Pietro e Paolo Apostoli” e in stretta collaborazione con il Comune, prevede per il 28 alle ore 20,00 la processione religiosa in onore dei Santi, che attraverserà le vie della città accompagnata dalle Bande di Taviano e di Noha.

Dopo la solenne cerimonia, alle ore 22,00, in pazza San Pietro gli intervenuti ai festeggiamenti potranno assistere al concerto del gruppo di musica popolare “La Taricata” proveniente dalla Provincia di Brindisi. Tale concerto sarà l’ultimo in ordine cronologico della “Rassegna dei suoni di Puglia” ideata, realizzata ed offerta da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Sounds in collaborazione con il Comune di Galatina; rassegna che ha visto esibirsi nelle meravigliose piazze di Galatina gruppi musicali provenienti dalle  Province pugliesi.

Nella stessa giornata del 28 giugno, a cura del Club per l’Unesco di Galatina, si svolgerà alle ore 19,00 presso Palazzo Tanza (Corso Umberto I) la “Rievocazione del rituale terapeutico del Tarantismo nel momento della terapia domiciliare”. Alle ore 23,30 Piazza San Pietro vedrà l’arrivo dei carretti con le tarantate e a seguire il raduno spontaneo di tamburellisti e suonatori con la formazione delle cosiddette “Ronde” lungo le vie del centro antico.

Giovedì 29 giugno vedrà alle ore 09,30 l’arrivo a piazza San Pietro dei carri con le tarantate e alle ore 10,00 presso la Cappella di San Paolo la “Rievocazione storica dell’antico rito del tarantismo” con la partecipazione di Simona Indraccolo e i Kardiamundi.

Nello stesso giorno alle ore 21,30 in Piazza San Pietro si potrà assistere al concerto-spettacolo offerto dal Comitato festa in collaborazione con il Comune e il Club per l’Unesco. Il concerto spettacolo o a Galatina, a chiusura della festa patronale, è il risultato del lavoro comune di PauLAB, un laboratorio di ricerca e produzione artistica sul patrimonio immateriale salentino, coordinato da Andrea Carlino, e dell'Orchestra Popolare di Puglia, ideata e condotta da Claudio Prima e Giuseppe De Trizio.

L'orchestra, promossa dalle Associazioni Culturali Manigold e Radicanto, riunisce per la prima volta in un ensemble inedito, musicisti provenienti da tutta la Puglia, per la produzione di un originale repertorio che mescola brani tradizionali a nuove composizioni, nell'idea di una tradizione in un continuo movimento.

Tra i protagonisti della serata il coreografo francese di origine siciliana Alexandre Roccoli e la sua compagnia ASTE, il cui lavoro nasce da un'indagine accurata sui gesti e i rituali perduti, in particolare sul tarantismo; il musicista franco-tunisino Amine Metani che suonerà le musiche della compositrice Deena Abdelwahed, esponente di punta della musica elettronica ispirata alla tradizione nord-africana; i ricercatori e gli artisti di PauLAB.

L'evento conclude idealmente la Rassegna Suoni di Puglia, ospitata all'interno del più vasto programma di GalatinArte, promossa dal Comune di Galatina e dalle associazioni culturali Manigold e Radicanto e sostenuta dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese e da Puglia Sounds. A suggellare questa serata inabituale che intreccia tradizione e contemporaneità, ci saranno le voci di Maria Mazzotta e di Raiz. Tutto questo per celebrare con un linguaggio nuovo il ricordo del dramma del tarantismo, dei suoi riti e delle intercessioni miracolose 'de Santu Paulu'

PauLAB nasce da un progetto di “Avamposti dell’Immateriale” con la collaborazione della Fondazione Lac o Le Mon, di Treccani Cultura, della Compagnie Aste de Lyon, de l’Institut Histoire Humanites dell’Università di Ginevra in collaborazione con il Comune di Galatina, Club per l’Unesco, World Music Academy e Comune di San Vito dei Normanni.

Durante l’intera giornata di venerdì 30 giugno si esibiranno in Piazza San Pietro la Banda di San Giorgio Jonico e la Grande Orchestra del Salento a cura del Comitato per la festa a cui si deve il merito, grazie all’instancabile attività posta in essere dai suoi aderenti, di farsi carico della complessa organizzazione della festa che sarà anche quest’anno illuminata dalle tradizionali luminarie, tipiche del territorio salentino.

Alle ore 21,00 presso Piazzetta Galluccio si svolgerà, a cura del Club per l’Unesco, il “Convegno scenico sul tarantismo” per la regia e con la presenza di Toni Candeloro.

Tra gli eventi collaterali, si segnala la mostra dal 22 giugno al 2 luglio presso il museo civico P. Cavoti “il Veleno della devozione: opere e documenti sul tarantismo dal ‘500 al ‘900”.

 
Di Redazione (del 12/12/2016 @ 19:44:07, in Comunicato Stampa, linkato 1800 volte)

Il natale, si sa, porta con se un qualcosa di magico, colorato e dolce. Se poi, all’atmosfera natalizia si abbina una bellezza architettonica, artistica e culturale, un pomeriggio qualsiasi può trasformarsi in un tripudio di emozioni positive da preservare.

L’ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica IAT di Galatina, è lieta di invitarvi alla seconda edizione di Christmas 2016 | Home of... Galatina” tre pomeriggi alla scoperta del centro antico della città con degustazione enogastronomica finale. Si partirà venerdì 23 Dicembre con la prima visita guidata che avrà come punto centrale la visita della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, uno dei tesori artistici e architettonici più importanti d’Italia. Venerdì 30, invece, ci si addentrerà tra i ricchi portali del centro cittadino ed i ricami più dolci ed eleganti del rococò di cui ne è piena con una visita alla Chiesa della SS. Trinità o dei Battenti, segno visibile e tangibile del Rinascimento salentino. Ultimo appuntamento per il 6 Gennaio 2017, giornata in cui i visitatori potranno conoscere e vivere la storia del tarantismo nei luoghi in cui ogni anno nei giorni 28-29-30 Giugno le devote ammorbate dal veleno del ragno venivano a chiedere la grazia a San Paolo e a bere l’acqua del pozzo: in quell’occasione verrà aperta in via straordinaria la Casa Museo del Tarantismo, che ospita testi, foto d’epoca e filmati sull’argomento.

Prevista anche un’incursione al Museo Civico “Pietro Cavoti”, riaperto al pubblico il 19 giugno 2016, e allestito nelle sale del piano superiore del Palazzo della Cultura “Zefferino Rizzelli” nel quale vengono custoditi reperti archeologici, frammenti lapidei provenienti dai palazzi aristocratici e dalle chiese di Galatina, una pinacoteca, gli acquarelli di Pietro Cavoti e le opere di Gaetano Martinez.

Al termine di ogni visita è prevista, inoltre, una degustazione presso ristoranti selezionati di Galatina per assaporare i prodotti tipici del nostro territorio.

Per info, costi e prenotazioni (obbligatorie) contattare lo IAT ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica via Vittorio Emanuele II, 35 in Galatina, chiamando ai numeri 0836 569984 - 392 9331521, oppure scrivere a iat.galatina@gmail.com o visitare la pagina facebook dell’evento https://www.facebook.com/events/231288757296405/

 
Di Antonio Mellone (del 01/04/2022 @ 19:42:29, in Fetta di Mellone, linkato 896 volte)

Scusate tanto se ho dovuto sintetizzare tutto lo star system della prima uscita della Sandra in tre articoletti e mezzo in totale che divagano, è vero, come nel famoso punto a zig zag. Ma non potevo abusare oltremodo della pazienza dell’ultimo stremato mio lector in fabula.

Certo, la materia è così affascinante che ne verrebbe fuori un diciamo trattatello in laude della Rediviva, ma qui, per par condicio, incombono gli altri tre candidati, sempre della schiera dei Competenti, ovvio, su cui provare a riversare qualche goccia di quella quintessenza clandestina altrimenti chiamata critica, vista dai più come “sterile polemica”, quando - dio non voglia - di satira, considerata dagli stessi di prima come “immotivata acrimonia e meschino livore”, dunque da querelare senza indugio. Son fatti così i missionari del politically correct, sicché dovrei battermi il petto, provare “vergogna per le offese” inferte a destra e a estrema destra (dacché in queste contrade di centro e di sinistra manco un alone), e soprattutto nominare un avvocato.

Nell’attesa allora di una mia condanna definitiva alla frequenza di una scuola per corrispondenza di buone maniere, materia nella quale sono stato più volte rimandato a settembre (quando non a giudizio), torniamo ai punti di sutura del piano quinquennale della Rieccola; non senza, tuttavia, aver messo preventivamente le mani avanti per via dell’n-esima vignetta puntuta: questa, se possibile, ancor più sessista della precedente, in cui vengono ritratte due tizie, una delle quali vagamente somigliante a un’assessora ai lavori pubblici con tanto di telaio da ricamo niente-poco-di-meno che, immaginate, sulle sue ginocchia, ma soprattutto intenta a quei lavoretti così degradanti per “Una Donna, Una Madre E Una Seria Professionista” [sic] (e scusate se non sparpaglio qui, come pare si usi nelle nuove grammatiche, un bel po’ di punti di sospensione): roba da lapidazione immediata del vignettista da parte degli scribi nostrani, tutti senza peccato come da pericope giovannea.

Tanto lo slogan Je suis Charlie Ebdo chi se lo ricorda più, defunto ormai come certi avi da imprecazione.

E veniamo alla semiotica, cioè ai segni tangibili della Transizione (immagino ecologica) di una giunta. Orbene, la Sandra ci fa sapere che è giunta ormai l’ora di ben altra area mercatale rispetto all’attuale, necessaria per spostare quel che resta del mercato settimanale da una periferia all’altra: a meno che con un po’ di lottizzazioni e altrettanti permessi a costruire la periferia non diventi sostanzialmente centro cittadino (e così stiamo apposto pure con quell’altro imperativo categorico definito Inclusione dalla meglio gioventù). Ma cosa vuoi che sia la cancellazione dalla faccia della terra di quei residui ettari di suolo comunale ancora “scerzu o scersu” in confronto alle esigenze degli stakeholder di turno. Ma sì, cos’è tutta questa biodiversità superstite, cosa quelle erbe spontanee (“erbacce” per gli amici degli amici), e poi i colori del prato salentino, le api e gli altri insetti impollinatori, per non parlare delle lucertole e di quegli altri animalacci così invisi all’asfalto e alla speculazione edilizia prossima ventura.

A proposito, e tanto per completare il novello Piano di Rinascita locale, pare che la prossima ventura Sindaco non veda l’ora che partano i sette comparti edilizi a suo tempo approvati su carta, o quanti cavolo siano. Ovviamente, già che ci siamo c’è in ballo pure un mega-parcheggio nuovo di zecca, non oso chiedere né pensare dove, ma sicuramente per “ridurre il traffico del centro”: tema che verrà senz’altro approfondito in uno dei tanti convegni da tenersi sulla “mobilità sostenibile”, o quanto meno da segnalare con pennarello colorato su carta da parati bianca affissa sulle pareti di quella che un tempo si chiamava sezione di partito, oggi semplicemente Casa+cognome-del-candidato. Chissà chi sarà il coach, che dico, lo spin doctor di queste trovate geniali (i soliti malpensanti parlano di infantilizzazione di un popolo, ma che ne capiscono loro, di Marketing dico: e poi quello che conta è che le genialate piacciano agli elettori, pardon, ai follower, mica “a quelli cui non va mai bene niente”), e chissà se quei cartelloni riempiti di frasi memorabili, definiti “muri parlanti” nella neo-lingua, passeranno successivamente dall’ufficio protocollo, indi (toccando ferro) a quello delle opere municipali.

E pensare che un tempo i muri avevano soltanto orecchie: oggi invece parlano.

[continua]

Antonio Mellone

 

Da oltre un anno è ben leggibile, su appositi cartelli, il divieto di prelevare e utilizzare le acque sotterranee nell’area che circonda il cementificio Colacem di Galatina. Una presunta, sospetta ammissione di falda inquinata evidentemente, in un’area peraltro già dichiarata “rossa” per incidenza di patologie tumorali (soprattutto polmonari) e della quale aveva parlato nei mesi scorsi, allegando documenti in anteprima. Non si tratta di un vero e proprio esposto per ora, quanto di una richiesta di informazioni che il comitato ha avanzato tramite l’avvocato Salvatore Ruberti, dell’Ufficio legale di Adusbef, indirizzando una missiva alla stessa Colacem, alla Regione Puglia, alla Provincia di Lecce, a tutte le amministrazioni comunali del circondario galatinese e alla Asl del capoluogo salentino.

Una richiesta di dati e accertamenti rilevante anche per il fatto che, in questo modo, i cittadini possono esercitare il proprio diritto all’informazione ambientale. I cartelli sono stati affissi a partire dal mese di settembre del 2020, attorno al perimetro dell’impianto industriale di via Corigliano d’Otranto. Ve ne sono di due tipi. Il primo recita: “Avviso di individuazione delle zone di rispetto per gli scarichi delle acque meteoriche e di dilavamento soggette a regolamentazione ai sensi dei commi 5 e 6 dell’articolo 13 del Regolamento regionale numero 26/13. Divieto di prelievo e di utilizzo di acque sotterranee per uso irriguo entro un raggio di 130 metri”.

Nel secondo cartello, è invece riportato il seguente testo: “Avviso di individuazione delle zone di rispetto per gli scarichi delle acque meteoriche e di dilavamento soggette a regolamentazione ai sensi dei commi 1 e 6 dell’articolo 13 del Regolamento Regionale numero 26/13. Divieto di prelievo e di utilizzo di acque sotterranee da destinare al consumo umano entro un raggio di 400 metri”.

Va da sé che entrambi i messaggi abbiano inevitabilmente scatenato allarme e preoccupazione tra i cittadini e tra le associazioni che compongono il Coordinamento civico ambiente e salute. Si sono tutti costituiti in un comitato, circa 15 famiglie del circondario, per inviare la richiesta di accesso agli atti tramite i legali di Adusbef, l’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori. I cartelli presenterebbero una inquietante certezza e una zona d’ombra: intanto, è fuori dubbio che il divieto di emungimento e di utilizzo delle risorse idriche suscitino non poche apprensioni. Al contempo, si assiste a una carenza di informazioni relativamente alle motivazioni di quei divieti.

La normativa nazionale del Codice dell’ambiente e quella regionale stabiliscono che, nel periodo necessario per l’individuazione e delimitazione delle aree di tutela assoluta delle zone di rispetto e delle zone di protezione, gli scarichi delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne nei corsi d’acqua episodici, naturali ed artificiali, sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo non possano avvenire a meno di 500 metri dalle opere di captazione di acque sotterranee destinate a consumo umano.  E a meno di 250 metri dalle opere di captazione delle opere di acque sotterranee per uso irriguo.

Alla luce di questo scenario, nella domanda di informazioni avanzata da Adusbef, viene richiesta l’indicazione del tipo di opera di captazione di acque sotterranee e la loro ubicazione, così come una chiara determinazione ed indicazione sia dell'area di tutela assoluta, sia della zona di rispetto. Il comitato intende inoltre ricevere maggiori ragguagli circa il divieto di prelievo e di utilizzo di acque sotterranee destinate sia al consumo umano, sia all’uso irriguo. I chiarimenti messi per iscritto nella missiva riguardano, tra gli altri, anche le procedure e le operazioni di convogliamento, separazione, raccolta, trattamento e scarico delle acque di prima pioggia e di lavaggi. Il comitato chiede, infine, un parere motivato da parte di Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) e delle Asl di Lecce circa l’assenza o presenza di rischi di inquinamento della falda idrica o di pericoli per l’ambiente e la salute umana nell’area interessata.

Valentina Murrieri

(fonte Lecceprima)

 

Due serate di spettacolo e intrattenimento, patrocinate dalla Provincia di Lecce, dai Club per l’Unesco di Firenze e di Galatina, che hanno fatto da cornice a un importante dibattito sociale, supportando le famiglie e offrendo loro nuovi spazi e opportunità.

Artisti di diverse discipline, dalla musica al teatro, dalla moda al canto, si sono alternati sul palco, trasformando il teatro in un luogo di condivisione e inclusione. Durante l’evento, si è  esibita anche la band Dakkamà, portando il suo energico repertorio musicale a sostegno della causa grazie alla forza coinvolgente della pizzica salentina e della sua danza.

Il connubio tra la musica e le luminarie, installate dalla ditta Lumino Creative Design, hanno trasformato il palcoscenico del Teatro Puccini in un piccolo borgo salentino, capace di accogliere tutti gli artisti che hanno aderito all’evento.

Alcuni bambini legati all’associazione hanno cantato e sfilato sul palco, mentre le luminarie salentine, simbolo di luce e speranza, hanno illuminato non solo il teatro ma anche le menti del pubblico, sensibilizzando sul tema dell’autismo. Lo spettacolo ha incluso interviste al team medico dell’Associazione, che hanno illustrato i benefici della diagnosi precoce.

Club per l’Unesco di Firenze

Club per l’Unesco di Galatina e della Grecìa salentina

 
Di Redazione (del 21/01/2021 @ 19:38:28, in Comunicato Stampa, linkato 1064 volte)

Il Museo civico "P. Cavoti" arricchisce il suo patrimonio, in particolare la sezione del tarantismo, accogliendo la donazione del fotografo galatinese Giovanni Valentini. 

Nato nel 1939 a Galatina, Valentini vive a Milano e nel corso della sua vita ha stretto amicizia con vari artistici, tra cui Lucio Fontana, e ha collaborato con studiosi internazionali: ricercatore, artista sperimentatore, antesignano di inusuali espressioni concettuali tra scienza e arte. Intellettualmente curioso fin dagli anni Sessanta si è occupato di chimica, cibernetica, astronomia, tecnologia digitale, effettuando costantemente collegamenti con l’arte.

Valentini dona oggi alla Città di Galatina alcune sue fotografie inedite scattate durante i giorni della festa patronale dei Santi Pietro e Paolo, in cui le "tarantate" giungevano in piazza per fare ingresso nella cappella di San Paolo; altre foto rappresentano un tarantato con un gruppo di musicoterapeuti in un giardino privato di Nardò. Tra il materiale donato c'è anche un superotto e cassette audio inedite con voci e musiche delle stesse performance.

“È chiaro come Galatina mostri, anche storicamente, uno stretto contatto col tarantismo, fenomeno culturale, antropologico, musicale e anche di marketing commerciale, cresciuto a livello internazionale ma le cui radici rimangono salde nel territorio salentino - così il Sindaco Marcello Amante -. La nostra amministrazione ha considerato sin dall'inizio la cultura come chiave di cambiamento per la Città di Galatina e affinché ciò fosse possibile è stato avviato un lavoro continuo di ricerca e studio. Sino ad attirare l'attenzione di studiosi e professionisti che hanno voluto legare il proprio nome alla nostra Città. Per questo lavoro, un ringraziamento speciale va al professore Salvatore Luperto, direttore artistico del Museo Cavoti, per aver stimolato e creato i presupposti per tale donazione”.

Piena soddisfazione anche da parte dell'Assessore alla cultura Cristina Dettù: “Siamo onorati di ricevere in donazione le opere del Valentini, innanzitutto perché celebriamo un artista galatinese, fortemente legato alla propria terra (e il materiale donato lo dimostra), che rende manifesto il suo lato artistico attraverso la fotografia. Siamo lieti di arricchire il patrimonio del nostro Museo Cavoti, continuando nel percorso di crescita e valorizzazione di un luogo di cultura che insieme alla biblioteca comunale diventerà un polo di studio e ricerca, un luogo in cui le famiglie, i bambini, i ragazzi, gli anziani potranno ritrovarsi e scoprire la bellezza dell'arte e della cultura”.

Il direttore artistico del museo Salvatore Luperto afferma che “il Museo Cavoti è lieto di accogliere, custodire e valorizzare, con una mostra permanente e il relativo catalogo, la donazione dell’artista Giovanni Valentini, costituita da rara documentazione artistica sul rituale del tarantismo dei primi anni Settanta. Dal filmato, dalle foto, dalle audiocassette emerge tutta la sensibilità dell’artista: le immagini fotografiche raffigurano atmosfere e suggestioni espresse dai protagonisti delle performances, ma anche dagli inconsapevoli spettatori curiosi, accorsi per assistere alle spontanee e spettacolose esibizioni.

Con la donazione Valentini, il museo Cavoti si arricchisce di un patrimonio storico e documentario di grande valore culturale che affiancherà la nota collezione Pinna nella sezione museale dedicata al tarantismo”.

Grande soddisfazione espressa anche dall’amministratore della società gestore del Museo Cavoti, Monica Albano: “Rinnovo la stima al prof. Luperto, che ho voluto al mio fianco come Direttore artistico del Museo, a cui va tutto il merito di questa azione di mediazione. Il Museo Cavoti di Galatina rappresenta sede naturale per questa preziosa donazione, che con essa accresce anche qualitativamente la sezione dedicata al Tarantismo, nella certezza che l'Amministrazione comunale saprà ben valorizzare”.

Ufficio stampa Marcello Amante

sindaco di Galatina (LE)

 
Di Redazione (del 03/06/2023 @ 19:35:43, in Comunicato Stampa, linkato 441 volte)

Tifo delle grandi occasioni al Circolo Tennis in contrada Guidano dove oggi il CT “Giovanni Stasi” Galatina ha battuto il CT Lecce “M. Stasi” proseguendo il suo cammino nel campionato di B2 senza nascondere le ambizioni di raggiungere i playoff. 

3-1 il parziale dopo i 4 singoli, che hanno visto il Galatina avere la meglio sulla delegazione leccese, con il rammarico per Matteo Fani, che avrebbe potuto giocarsi il match al terzo set, dopo aver perso il secondo in rimonta al tie-break ma comunque ha dimostrato il suo valore contro un avversario sulla carta più forte. 

Nei due doppi dominio netto del Galatina che si è aggiudicato entrambi i match, con un punteggio secco di 5-1 sui rivali del capoluogo salentino

«Una giornata quasi perfetta – il commento a caldo del Capitano Donato Marrocco – che ci conferma ulteriormente il valore e lo spirito di sacrificio di questo gruppo. Lo abbiamo detto all’inizio del campionato che questo team avrebbe fatto vedere del gran bel tennis ed oggi ne è stata data dimostrazione. Quando poi la vittoria avviene in casa, soprattutto dopo la sconfitta di dodici giorni fa contro il Corsano in una giornata contrassegnata da un po' sfortuna, in un circolo che ha visto partecipare tanta gente per tifare la nostra squadra, questo riempie ancor più di gioia». 

Nei singolari ecco i risultati: Fani contro Giangrande 3-6/6-7, Bellifemine contro De Nitto 6-3/4-6/6-0, Cardinale contro Troso 6-4/6-1, Rocco contro Escalona 6-1/6-0. Nei doppi Bellifemine/Costamagna contro Castriotascanderbeg/Escalona 6-2/4-6/10-5, Cardinale/Rocco contro Giangrande/Pizzolante 6-4/6-1. 

Prossimo appuntamento domenica 4 giugno fuori casa contro il CT D. De Guido Mesagne. 
 

Antonio Torretti
Ufficio Stampa CT “Giovanni Stasi” Galatina 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 05/10/2020 @ 19:34:33, in NohInondazioni, linkato 1490 volte)

Ieri 4 ottobre 2020, alla giornata dedicata alla pulizia dei fiumi, l’evento organizzato dal C.A.S. cosiddetto: Asso River Clean Up, c'erano in sintesi quattro generazioni, una folta rappresentanza di tutte le età. Ragazzi, ragazze, padri e madri e figli, di tante associazioni del Salento. Tutti insieme, bimbi compresi che si sono divertiti un mondo, abbiamo ammirato le bellezze della Natura che, dopo un lungo periodo di arsura estiva, con l'aiuto di qualche pioggia e dell'umidità sciroccale di questi ultimi giorni, manifesta con tutta la Sua generosità: nuovi germogli, cicorie e finocchi selvatici, e rovi di vitigno. Il tutto condito da una lieve brezza di tramontana, sotto un inaspettato sole splendente e il "canto" festoso delle rane del nostro soave "fiume": il canale dell'Asso.  A dire i vero, ci aspettavamo un rigagnolo secco con acque scarse e torbide, invece l’Asso ci ha sorpresi con la sua semplice e straordinaria bellezza, vi sono anse dove l'acqua lascia trasparire un fondale che non ha nulla da invidiare a tanti fiumi delle valli alpine, a volte sabbioso altre dello stesso azzurro del cielo salentino.

 

Plinio Rapaná, un nostro amico che fa parte dell'associazione “Galatonesi a raccolta”, anche loro accorsi insieme a noi in aiuto alla salvaguardia dell'Ambiente contro l'inciviltà di alcune sottospecie del nostro genere, ci fa sapere che l'acqua che vediamo scorrere non è soltanto di risulta di alcuni depuratori, ma viene alimentata da sorgenti naturali. A quanto pare, nel tratto in cui il canale attraversa la campagna di Nardò le acque sorgive si trovano perfino ad un metro sotto terra. Quindi acque di falda fresche e rigogliose che ridanno vita alle sponde dell'Asso.

 

L'unico triste rammarico: ogni dieci metri della strada che costeggia il canale, vi sono ahimè montagne di rifiuti. Discariche di oggetti più disparati, non industriali, non di fantomatiche cosche mafiose, ma oggetti di consumo diciamo così, domestico: mobilio vario, salotti, attrezzi semi rotti, bottiglie ancora piene di conserva, sacchi di fagioli, si… proprio fagioli, bidoni di plastica vuoti e pieni, pneumatici, televisori, bottiglie e damigiane di vetro, piastrelle e materiali di risulta da piccole ristrutturazioni  e ahimè, coperture di eternit, amianto bell'e e pronto a spargere le sue fibre cancerogene nell'aria di questo angolo di paradiso. Ovviamente non le tocchiamo ma provvediamo solo a segnalarle a chi di competenza. 

Federico, un bambino di sei anni, con l’aria severa, così come può averla un bambino della sua età, ha detto:

“Ma vi sembra che queste siano cose da fare? Lo volete capire o no che non dobbiamo fare male al Creato?”

 

Noi dobbiamo solo sperare che molti bambini la pensino come Federico, e facciano da maestri ai loro pari e perché no, agli stessi adulti che dovrebbero essere i loro educatori.

Marcello D’Acquarica

 

Come consigliere comunale e rappresentante galatinese del Movimento “Con”, ho presentato nei giorni scorsi, all’attenzione del Sindaco Fabio Vergine e degli assessori ai Lavori pubblici Carmine Perrone e all’Urbanistica Guglielmo Stasi, un progetto che prevede il recupero del paesaggio agrario dopo anni di disastri a causa del batterio della xylella. Inoltre, a tal proposito, martedì 20 febbraio, ho avuto un colloquio con il Primo Cittadino al fine di illustrargli dettagliatamente le procedure di realizzazione.

Nello specifico, il progetto sperimentale “Salento favoloso”, che viene proposto dal Movimento “Con” in ogni comune del Salento, al fine di ricreare il paesaggio salentino, prevede, attraverso l’investimento di modeste risorse, la possibilità di concedere ai cittadini virtuosi, che si sono visti desertificare le proprie campagne, degli alberi di ulivo in maniera gratuita. Le specie piantate saranno la Leccino e la FS17 (Favolosa) che per caratteristiche sono quelle più resistenti al batterio della xylella.

Il progetto prevede inoltre che il periodo per la piantumazione sia quello tra aprile e maggio, una volta cioè lasciate alle spalle le gelate. Il Salento, per le sue connotazioni storiche, ha una proprietà estremamente frastagliata in piccoli e piccolissimi appezzamenti di terreno, tant’è che i piccoli proprietari superano l’ottanta per cento dell’intera proprietà. Questa tipologia di terreni è di fatto esclusa da ogni forma di finanziamento in quanto i bandi prediligono le forme aziendali strutturate con all’interno “Iap” (imprenditori agricoli professionali) che diventano gli unici destinatari delle forme di finanziamento agevolato. Ed è in questo senso che abbiamo deciso di intervenire perché preoccupati dell’abbandono di una parte del territorio da parte dei proprietari, ed abbiamo voluto mettere al centro le persone, magari i giovani, e le loro campagne. Per questo il progetto e noi di “Con” chiediamo al Comune di farsi parte attiva, investendo una modesta somma di risorse per la realizzazione. La proposta che facciamo è quella di inserire nel prossimo bilancio delle somme che potranno dare la possibilità a cittadini virtuosi di poter adottare degli alberi di ulivo per recuperare i propri paesaggi distrutti dal killer xylella e mortificati dalla desertificazione dei suoli.

Chiediamo, infine, che venga organizzata una manifestazione pubblica di presentazione dell’iniziativa e l’emanazione di un bando attraverso il quale i cittadini si potranno candidare per l’assegnazione gratuita delle piantine di olivo “certificate” appartenenti alle specie da noi proposte.

 

Consigliere comunale “Con”

Loredana Tundo

 
Di Redazione (del 16/11/2020 @ 19:29:07, in Comunicato Stampa, linkato 875 volte)

Il report “Eduscopio” 2020-2021 premia, ancora una volta, l’offerta formativa dell’I.I.S.S. “Laporta/Falcone-Borsellino” di Galatina.

Studiare a Galatina presso la nostra scuola, infatti, si rivela un’ottima scelta per tutti i ragazzi che puntano ad un rapido inserimento nel mondo del lavoro.

A certificarlo è proprio l’indagine condotta dalla Fondazione “Agnelli” di Torino, che ha assegnato il primo posto in Provincia di Lecce, per numero di occupati a due anni dal Diploma, al nostro storico settore “Industria e artigianato” - indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica”, addirittura per il terzo anno consecutivo.

Ottimi risultati anche per il settore “Tecnologico” - indirizzo “Informatica e telecomunicazioni”, che guadagna un prestigioso secondo posto, confermandosi un valido punto di riferimento per la formazione sul territorio salentino.

Forte di questi importanti riconoscimenti, il nostro Istituto prosegue sulla strada dell’innovazione metodologica, soprattutto potenziando la didattica laboratoriale e professionalizzante, anche con l’obiettivo di rispondere efficacemente alle richieste provenienti dal mercato del lavoro.

Le classifiche ufficiali.

 

I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina

 

Eccoci di nuovo noi battezzati invitati a vivere la Quaresima.

Ma cos’è ? Certo, una parola questa che non suscita entusiasmi.

Viviamo in un mondo distratto delle cose dello spirito. Il carnevale è molto più incisivo e presente. Alle persone più mature questo termine richiama alla mente immagini piuttosto cupe, immagini di severe penitenze, di rinunce, di insistenti considerazioni sul proprio peccato. Oggi,  quasi  neanche ce ne accorgiamo che è Quaresima.

Anche la Chiesa ha ridotto le forme di penitenza pubblica: un po’ di digiuno e astinenza dalle carni il mercoledì delle Ceneri e il venerdì santo, e privarsi della carne ogni venerdì fino a Pasqua: tutto questo come segno di attenzione per evitare i peccati. E’ il caso di dire che il Signore si accontenta anche delle briciole.

Quando ero piccolo la tradizione alimentare del periodo Quaresimale era caratterizzata da grande moderazione: infatti venivano eliminati dalle tavole la carne (che comunque a casa mia si mangiava solo due o tre volte l’anno), le uova, i latticini e i loro derivati. Sulla pasta, invece del formaggio grattugiato si metteva pane crattatu. Tali privazioni terminavano durante la Settimana Santa quando si preparavano i dolci tipici pasquali, tra questi la "Cuddhrura", dolce di forma circolare, con dentro un uovo sodo con tutto il guscio, che i fidanzati regalavano alla loro ragazza nel giorno della Resurrezione.

Per la Quaresima lungo i secoli si sono sviluppate pie pratiche e si sono aggiunte manifestazioni popolari. La parola stessa vuol dire “quaranta giorni”, che poi, se li contate, dal mercoledì delle ceneri fino a Pasqua sono più di quaranta. Anzi prima della riforma liturgica programmata dal Concilio Vaticano Secondo (1962-1965) c’era anche la quinquagesima (50 giorni), la sessagesima (60 giorni) e la settuagesima (70 giorni): parole queste ormai abolite. Quaresima (40 giorni dunque) è solo per dire a chi è battezzato che bisognerebbe dedicare un periodo di tempo abbastanza lungo per prepararsi spiritualmente alla Pasqua.

Chi scrive questi ricordi ha in mente altre usanze che sono esistite e vissute anche a Noha. Ve ne ricordo qualcuna, anzi diciamo subito che alcune sono ancora vive e vegete pur con delle varianti.

La Curemma

Possiamo cominciare dalla Curemma. Ai tempi della mia infanzia si usava esporre sui balconi o sulle terrazze un fantoccio, simbolo dell’inizio della Quaresima e della fine del Carnevale. Il fantoccio raffigurava una vecchia signora, magra e orrenda, tutta vestita di nero in segno di lutto per la morte del Carnevale. Nella mano destra aveva un filo di lana con un fuso, simboli della laboriosità e del tempo che scorre, e nella sinistra una marangia con dentro infilate sette penne di gallina per quante erano le domeniche mancanti dalla Quaresima alla Pasqua. L'arancia amara (o marangia) con il suo sapore acre rappresentava la sofferenza, e le sette penne, le settimane di astinenza e sacrificio antecedenti la Pasqua. Ad ogni scorrere di settimana si toglieva una penna. Alla fine del periodo, esaurito il filo da tessere, con la marangia  ormai secca e le penne esaurite, la curemma veniva rimossa dal terrazzo e appesa a un filo su di un palo. Una volta, quando la Pasqua di Resurrezione si celebrava la mattina del sabato santo, nel momento della caduta dellu mantu o pannu e il suono delle campane annunciava la Resurrezione, veniva bruciata con scoppi di mortaretti tra l’allegria di tutti, mentre il fuoco annunziava il periodo di purificazione e salvezza.

Secondo un’antica leggenda la Curemma era sposata con lu Paulinu, personaggio carnevalesco appartenente al folklore salentino, di cui si celebravano i funerali il martedì grasso. Il pupazzo della Curemma veniva costruito con grande cura e attenzione ai dettagli. La sua faccia era solitamente molto espressiva, con occhi sporgenti e bocca aperta, come a indicare il dolore e la sofferenza del peccatore. Le sue vesti erano anch’esse curate nei minimi particolari, con abiti stracciati e cappelli di paglia.

[continua settimana prossima con la seconda e ultima parte]

 

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Redazione (del 11/12/2019 @ 19:16:56, in Comunicato Stampa, linkato 1129 volte)

Grande successo partecipativo nella 15^edizione della Festa del Volley salentino tenutasi, lunedì 09 dicembre, nella sala convegni dell’Hotel President in Lecce.

Prologo introduttivo di spettanza del presidente Fipav territoriale, Pierandrea Piccinni, che ha porto il saluto di benvenuto ai 270 addetti ai lavori, tra presidenti societari, dirigenti, atleti, rappresentanti del corpo arbitrale e vertici federali.

Platea impreziosita da una forte presenza istituzionale politica e sportiva : dal Sindaco Salvemini al suo Vice Delli Noci e  all’Assessore allo sport Foresio per poi passare, in ambito sportivo, al vice presidente vicario FIPAV Manfredi, al Presidente FIPAV Puglia Indiveri, al responsabile delle squadre nazionali di beach volley Dell’Anna.

“Non vuole essere un atto autocelebrativo questo annuale raduno di tutte le società  che fanno capo territorialmente al Comitato di Lecce, ha esordito Pierandrea Piccinni, ma in piccola parte è il giusto riconoscimento a tutti i soggetti che concorrono alla crescita del nostro movimento, condividendo con sacrificio programmi, obiettivi e traguardi. I particolari riconoscimenti assegnati premiano figure e settori del volley, complementari ed imprescindibili alla crescita di questo sport, la cui azione si traduce in un volano di sviluppo che movimenta centinaia e centinaia di atleti”.

Il programma coordinato dalla segretaria territoriale Ramona Ciarnò e dal responsabile commissione gare Mirko Smiles, sotto la supervisione del Presidente Pierandrea Piccinni, ha omaggiato le società che hanno acquisito titoli territoriali e regionali, riservando alcuni premi speciali individuali e per club.

Salento Best Volley è stata destinataria di un triplice premio che ha dato lustro alla società del Presidente Corrado Panico che annualmente ha l’onore, unitamente al Presidente Territoriale FIPAV, di assegnare il trofeo “Fernando Panico” al miglior tecnico salentino.

“Sono fiero che la figura di mio fratello continui ad essere accomunata ad un Trofeo, istituito dalla Federazione, che ne esalta capacità tecniche ed umane riflettendole poi sull’allenatore più meritevole del momento. Sono altresì orgoglioso di collocare nella bacheca societaria il premio speciale riservato a Massimo Quida, polivalente collaboratore, sin dalla prima ora, in seno al nostro gruppo. Di pari importanza è la targa che riconosce il titolo di campioni Under 14, conquistato dagli atleti allenati da Laura Pendenza e quello di Miglior Promessa del volley salentino assegnato a Stefano Pepe, campione nazionale U.18”.

La manifestazione si è conclusa con la consegna simbolica di alcuni “assegni  bancari”, quale premialità incentivante alle società che si sono distinte per il maggior numero di tesserati e di attività partecipativa ai vari campionati.

 

Area Comunicazione

Salento Best Volley Olimpia Galatina

 

Nella mattinata di martedì 15 febbraio, presso il Polo Oncologico “Giovanni Paolo II” di Lecce, il col. Filippo Nannelli, comandante del 61° Stormo, il ten. col. Luca Corsi, vicedirettore del 10° Reparto Manutenzione Velivoli in rappresentanza del direttore col. Fabio Cerase, e don Gianni Mattia, presidente dell’associazione “Cuore e Mani Aperte OdV”, hanno donato all’Unità Operativa di “oncoematologia pediatrica” del nosocomio leccese, una “ludobarella”, un dispositivo sanitario destinato al trasporto dei piccoli pazienti. La donazione si è svolta nel rigoroso rispetto delle misure precauzionali imposte dall’emergenza sanitaria e ha visto la partecipazione del dott. Rodolfo Rollo, direttore generale della A.S.L. di Lecce, della dott.ssa Assunta Tornesello, direttore responsabile dell’Unità Operativa, e della dott.ssa Carmen Attanasi della Direzione Medica di Presidio.  

La lettiga donata riprende forma e colori del velivolo MB339 “Special Color” progettato per festeggiare, lo scorso settembre, il 75° anniversario della scuola di volo; la grafica è stata però reimpostata in chiave fumettistica per cercare di rendere meno angusto uno spazio destinato, per sua stessa natura, ad accogliere bambini che vivono situazioni di disagio.

"Ti rialzerò, ti solleverò - Su ali d'aquila ti reggerò - Sulla brezza dell'alba ti farò brillar - Come il sole, così nelle mie mani vivrai." Recita il testo di una canto ecclesiastico citato da Don Gianni, presidente dell’associazione: “L'Aeronautica Militare ancora una volta si è resa partecipe di una carezza sul cuore ed è nata una nuova ‘ludobarella’, che sa risvegliare quel messaggio di speranza.

Uomini che sanno attraversare le nuvole con le loro ali d'aquila. Uomini che sanno farsi portatori d'amore con la solidarietà e la preghiera. La cura passa dal cuore, dal suo saper amare, dal suo vivere nelle Sue mani”. L’evento rientra in un progetto, perseguito ormai da tempo dall’associazione, di umanizzazione delle cure e degli ambienti ospedalieri.

Ancora una volta, e lo sottolineo con un pizzico di orgoglio, il nostro personale ha dimostrato grande generosità e altruismo - ha affermato nell’occasione il colonnello Nannelli – Oltre a svolgere i compiti che ci impone la nostra missione, ossia insegnare a giovani allievi a diventare bravi piloti e uomini responsabili, ci diamo da fare per organizzare varie iniziative finalizzate a raccogliere risorse da destinare ai settori del territorio istituzionalmente impegnati ad aiutare chi soffre. Nel perseguimento di questo scopo, oramai da qualche anno, si è sviluppata una forte sinergia con l’associazione ‘Cuore e Mani Aperte’, che ci incoraggia a fare sempre di più, soprattutto quando a beneficiarne sono i bambini”. Riferendosi poi alla grafica realizzata sulla ludobarella, il comandante Nannelli ha proseguito: “Un aereo colorato all’interno delle corsie ospedaliere, che richiama i velivoli che ogni giorno solcano i cieli del Salento, oltre a testimoniare il senso di vicinanza dell’Aeronautica Militare alla comunità locale, spero possa anche regalare un attimo di spensieratezza ai piccoli pazienti e ai loro familiari”.

Il tenente colonnello Corsi, vicedirettore del 10° R.M.V., ha commentato l’evento affermando “La base salentina è un esempio di come la sinergia, la collaborazione e l’unione d’intenti siano un moltiplicatore di forze che consente non solo di raggiungere risultati di eccellenza nelle attività d’istituto, che per il nostro reparto consistono nel mantenere pronti ed efficienti i velivoli necessari alla scuola di volo e non solo, ma anche di confermare, ancora una volta, che l’altruismo e la generosità delle nostre donne e dei nostri uomini è capace di portare contributi tangibili a supporto di chi è meno fortunato. Ringrazio sentitamente l’associazione ‘Cuore e Mani Aperte’ che, continuando nel solco di una tradizione ormai consolidata, ci dà questa occasione di poter alleviare le pene dei più piccoli.”  

Sull’aeroporto militare di Galatina operano due importanti reparti dell’Aeronautica Militare italiana, il 61° Stormo e il 10° Reparto Manutenzione Velivoli.

Il 61° Stormo, dipendente dal Comando Scuole dell’Aeronautica Militare/3^ Regione Aerea di Bari, è una scuola di volo, di lunghe tradizioni, che provvede alla formazione e all’addestramento su aviogetti degli allievi piloti. Oggi è di fatto una realtà internazionale che ospita piloti e istruttori provenienti da ogni parte del globo: un’eccellenza dunque al servizio del Paese, che offre un sistema integrato di addestramento, di produzione italiana, tra i più avanzati nel panorama mondiale.

Il 10° Reparto Manutenzione Velivoli è un ente manutentivo posto alla diretta dipendenza della 2^ Divisione del Comando Logistico dell’Aeronautica Militare la cui missione consiste nella gestione tecnica e logistica dei velivoli T-339, T-346 e T-345 in dotazione all'Aeronautica Militare italiana. Il 10° R.M.V. provvede inoltre ad assicurare l’operatività delle barriere d’arresto velivoli, a cavo e a rete, installate in tutti gli aeroporti gestiti dall’Aeronautica Militare, sia in Patria sia all’estero.

L’associazione Cuore e Mani Aperte OdV è una organizzazione no-profit sorta nel 2001 a sostegno di tutti coloro che ne hanno bisogno, poveri e malati, interni ed esterni all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Pioniera, in territorio salentino, della forma di volontariato ospedaliero della animazione da corsia, meglio nota come clownterapia, negli anni ha manifestato una sempre maggiore attenzione verso l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri. In tale ambito, dapprima ha acceso i motori della Bimbulanza, l’ambulanza pediatrica che gratuitamente trasporta minori dalle nostre zone verso i maggiori centri d’eccellenza d’Italia dove possono trovare cure più adeguate alle loro patologie; quindi si è occupata delle umanizzazioni pittoriche delle risonanza magnetica del Fazzi, di quella del polo oncologico leccese e della tac, allo scopo di favorire la distensione psicologica del minore durante l’esecuzione dell’esame. Parimenti ha colorato la sala prelievi del Fazzi, il Day Service pediatrico di Endocrinologia e Diabetologia di Casarano, e l’intero reparto di Pediatria del nosocomio di Gallipoli. Particolarmente note sono le sue ludobarelle, di cui orami sono provvisti tutti i reparti pediatrici del Salento e non solo. Infatti, la ludobarella ha raggiunto anche l’Unità Operativa di Neurochirurgia infantile del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma.

 

Per info consultare:

  • il sito www.cuoreemaniaperte.it
  • la Pagina Facebook Cuore e mani aperte OdV
  • il Gruppo Facebook Amici della Bimbulanza

 

Franco Russo

vicepresidente Ass.ne Cuore e mani aperte

 

 

Secondo appuntamento della rassegna letteraria “Storie d’autore. Cutrofiano incontra”, tra gli appuntamenti più importanti dell’estate cutrofianese. La rassegna, il cui direttore artistico è lo scrittore Marcello Introna è stata organizzata da Fernando Alemanni e Marcella Rizzo dell’associazione culturale Fermamente con il patrocinio del Comune di Cutrofiano . Il 25 luglio è la volta di Franco Arminio, il poeta paesologo una delle voci più rappresentative del panorama culturale italiano. Poeta, scrittore e documentarista, Franco Arminio è nato a Bisaccia in Basilicata in quel Sud di cui ricerca spazi comunitari di civiltà e bellezza. Vincitore nel 2009 del Premio Napoli  con Vento forte tra Lacedonia e Candela, nel 2011 vince il Premio Stephen Dedalus con Cartoline dai morti. Nel 2012 vince il Premio Volponi e nel 2013 il Premio Carlo Levi con Terracarne. Tra le sue opere: Viaggio nel cratere (Sironi 2003), Nevica e ho le prove,Cronache dal paese della cicuta (Laterza, 2009),  Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori 2013), Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra (2017, premio Brancati 2018) e Resteranno i canti (2018). Roberto Saviano ha definito Franco Arminio «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato».


I versi tratti dall’ultima raccolta “ Resteranno i canti” recitati da Franco Arminio saranno accompagnati dalle canzoni del cantautore salentino Mino de Santis, originario di Tuglie, il cantautore di "Pezzenti", "Radical chic", "Lu fiju a Milanu", "La zoccola", "Spiaggia proletaria" e tantissimi altri successi. Costante la sua presenza nelle piazze del Salento dove tra i primi fan, in estate, ci sono i turisti che attraverso lui hanno conosciuto il dialetto salentino. E' anche noto come il "De Andrè" salentino. De Santis è stato anche ospite della notte della Taranta di Melpignano edizione 2018. La serata si svolgerà in piazza Municipio a Cutrofiano alle ore 20.30 e sarà presentata da Fernando Alemanni mentre Marcella Rizzo e Marcello Introna dialogheranno con Arminio.

 

Marco Forte

 

Il nuovo cortometraggio del regista salentino Fausto Romano prodotto da Apulia Film Commission, con la produzione esecutiva di Oz Film, in anteprima al Festival del Cinema Europeo il 15 novembre presso il Cinema Massimo di Lecce.

La storia è ambientata negli anni ’50 del novecento, nella chiesetta di san Vito, a Calimera, dov’è custodita una sacra roccia forata. La pietra, antichissima, vanta poteri taumaturgici e sono state migliaia le donne che l’hanno attraversata nei secoli, infilandosi nello stretto buco per chiedere alla roccia la fertilità.

Secondo la leggenda nessuno è mai rimasto incastrato nella roccia, ma nel film di Romano, l’affascinante Maddalena, interpretata da Nicole Petrelli, ne rimane prigioniera in una notte di pioggia. Il custode muto, Vito, interpretato dallo stesso Romano, cercherà in tutti i modi di liberarla. Ci riuscirà?

“Ho cercato di raccontare un rito attraverso un altro rito: il cinema – dice l’autore – da sempre affascinato da tutto quel che lega l’uomo col divino e, nello stesso tempo, col terreno, con l’alto e col basso. Un percorso artistico e antropologico che ho intrapreso già col mio primo cortometraggio “Cratta” (vincitore del Premio Fellini e Premio Dino De Laurentiis).

La fotografia del film è firmata da Nicola Pertino, la scenografia da Gianfranco Protopapa e i costumi dalla leccese Lilian Indraccolo.

Dopo l’anteprima leccese, il film sarà distribuito nei più importanti festival nazionali e internazionali, facendo conoscere al mondo una storia dal sapore antico, magico che parla di un Salento misterioso e ancora sconosciuto.

 

Ufficio stampa

Gloria Romano

sanviturock@gmail.com

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Di Redazione (del 15/05/2019 @ 19:06:44, in Comunicato Stampa, linkato 1226 volte)

Archiviato il meraviglioso concerto di Angelo Branduardi e Fabio Valdemarin, giovedì 16 maggio “I Concerti  del  Chiostro”  ospiteranno  il  duo  salentino  Valeria  Fasiello  al  pianoforte  e  Andrea Carrozzo al sassofono. Questo concerto sostituisce la pianista Cinzia Bartoli, evento annullato lo scorso 28 aprile per problemi di salute dell’artista.

Il duo Carrozzo-Fasiello nasce nel 2018 con il desiderio di esaltare e promuovere la musica da camera per sassofono e pianoforte. Fin da subito ha attirato l’attenzione di pubblico e critica, esibendosi in vari festival, fra i quali l’anteprima del Festival PianoSoloLab a Ostuni, la Rasse gna Classica d’Estate della “Camerata Musicale Salentina”, per “Brindisi Classica” e nel Complesso della Pilotta a Parma. Sono vincitori assoluti del Concorso Musicale Internazionale “Villa La Meridiana” di  Leuca.  Ad  aprile  2019  si  sono  esibiti  presso  la  Philarmonie  de  Paris  nel  Grand  Gala  di premiazione del Concorso Internazionale “Grand Prize Virtuoso”.

Sono molto felice di ospitare questo duo di giovani e talentuosi salentini, dichiara il direttore

artistico della rassegna musicale il   M° Luigi Fracasso, - Il programma è dedicato alla musica francese del primo '900 ed, in particolare, omaggia Claude Debussy in occasione del centenario della scomparsa. È caratterizzato da uno spiccato virtuosismo, che mette in risalto le capacità strumentali ed interpretative degli esecutori e avvolge il pubblico nell’inebriante atmosfera della Parigi di inizio secolo.  Spazia fra le due principali correnti artistiche presenti in Francia nei primi decenni del ‘900, rappresentate da Debussy (Impressionismo) e   Milhaud   (per   il   “Gruppo   dei Sei”),passando attraverso le note dell’eclettico Ibert. Del primo ascolteremo il Prélude a l'après- midi d'un faune, con le sue sonorità raffinatissime e la sua atmosfera sospesa ed instabile, che si contrappone dicotomicamente al clima festoso e danzante di Fêtes, secondo brano in programma, e al palazzo armonico della Rhapsodie. Questi brani si alterneranno alle evocative suggestioni delle Histoires di Ibert e la gioiosa freschezza della suite Scaramouche di Milhaud.

Ad interludio e a conclusione del concerto, due brevi salti fra le note seducenti e spagnoleggianti di De Falla, del quale ascolteremo l’irruente e passionale Danza rituale del fuoco, e di Piazzolla, con la struggente malinconia di Oblivion e i ritmi di Tango, Milonga e Jazz del Night Club 1960”. Appuntamento a giovedì 16 maggio alle ore 20.30 presso il Santuario Madonna delle Grazie di

Soleto.

Come ogni concerto, anche questo sarà preceduto da una visita guidata nel Comune di Soleto a

cura dell’Associazione “Amici del Presepe” previa prenotazione.

Infoline: 3292198852

I Concerti del Chiostro – Associazione Musicale – via del Ciclamino 32, Galatina

Pagina Fb: www.facebook.com/IConcertidelChiostro/ Email: iconcertidelchiostro2019@gmail.com

Gloria Romano

Ufficio stampa

 
Di Redazione (del 09/03/2022 @ 19:06:43, in Comunicato Stampa, linkato 636 volte)

Si terrà in Piazza san Pietro, nelle domeniche del 13 marzo, 10 aprile, 8 maggio e 12 giugno il MERCATINO dell'ARTIGIANATO salentino patrocinato dall'Amministrazione Comunale e nell'ambito della programmazione delle attività con il DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO.

Il mercatino è dedicato agli artigiani del territorio salentino che potranno esporre i prodotti realizzati con i materiali più vari (legno, vetro, rame, acciaio, alluminio, cucito creativo, tessuti, ceramica, pellame pietra leccese, cartapesta, etc) in laboratori dal vivo.

L'obiettivo è quello di valorizzare l'attività artigianale delle opere frutto di ingegno e di animare il centro storico durante i mesi della primavera, le seconde domeniche del mese.

L'iniziativa fa seguito all'istituzione del mercato generale straordinario che si terrà la terza domenica del mese, fino alla fine di giugno.

Per informazioni sulle modalità di iscrizione ed esposizione si può telefonare al numero 333/4132582, associazione proponente l'iniziativa "diciottesimomeridiano".

 

Nico Mauro

Assessore alle Attività Produttive e al Turismo

 

Il Museo civico “Pietro Cavoti” di Galatina in occasione del bicentenario della nascita di Pietro Cavoti (28.12.1819) celebra la figura e le opere del suo illustre cittadino con una pubblicazione ed una mostra. Si tratta di un evento molto importante per la Città di Galatina, madre di celebri artisti le cui opere sono conservate nei suoi luoghi di cultura. “E' necessario partire dalla conoscenza della propria storia e, quindi, anche dei propri artisti per apprezzare il patrimonio culturale di Galatina – è quanto afferma il Sindaco Marcello Amante - attuare una strategia in grado di arricchire l'identità artistica della Città capace di stringere relazioni proficue con altre enti regionali e nazionali”. E per l’occasione l’Assessore Dettù afferma che “è come aprire un cassetto chiuso da anni e scoprire un tesoro dimenticato: è la sensazione che si prova nel sentire parlare di Pietro Cavoti mentre si osservano le sue opere tra colori, forme e immagini quasi perfette”.

I taccuini di Pietro Cavoti sono i protagonisti dell’omonima mostra, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo e del cahier Pietro Cavoti: i taccuini, le pagine di cronaca del tempo di Antonio Giuseppe Lupo, quest’ultimo dà il via ad una collana di “quaderni” del Polo Bibliomuseale di Galatina che metteranno in luce le eccellenze artistiche e culturali del Museo civico.

Venerdì 13 dicembre, ore 18.00, nel Museo Cavoti di Galatina, il sindaco Marcello Amante, l’assessore alla Cultura Cristina Dettù, il Direttore del polo biblio-museale di Lecce Luigi De Luca e l’Amministratore di Libermedia, gestore del Polo biblio-museale di Galatina, Monica Albano, con il loro saluto introdurranno l’iniziativa culturale e gli interventi di Salvatore Luperto, Antonio Lupo, Regina Poso, e Anna Panareo sull’eclettico intellettuale-artista Pietro Cavoti.

I taccuini di viaggio, ricchi di appunti, schizzi, acquerelli, sono una riserva misteriosa e sconfinata di “ricchezze” culturali. Un “Pozzo di San Patrizio” da cui attingere dati e informazioni che riguardano personaggi illustri e molteplici contenuti storico-culturali del territorio salentino e nazionale. Veri antesignani del libro d’artista, piccole agende d’artista pertinenti alla definizione dei noti libri d’artista del secondo Novecento, formulata da Germano Celant: “…del libro mantengono forma e struttura, ma che nella sovranità delle intenzioni dell’artista sono opera d’arte”.

Ufficio Stampa - Marcello Amante

 
Di Redazione (del 01/04/2019 @ 19:03:55, in Comunicato Stampa, linkato 1122 volte)

Non si è lasciata sfuggire l’occasione di incassare i tre punti Efficienza Energia, in virtù di un divario tecnico che le assegnava i pronostici di una facile vittoria, e così è stato.

Un Cimitile volenteroso ha pagato il gap tecnico con il sestetto salentino, piegandosi in attacco ad una attenta regia di Zonno, a cui hanno dato supporto le ottime percentuali ricettive di Durante(75% e 63%)  e Pierri(92% e 62%).

Ed ancora una volta è stato il fondamentale del muro galatinese a creare presupposti di ricostruzione realizzative e ad indurre gli attaccanti avversari a commettere molti errori. Nel computo dei muri punto, ben otto sono i block messi a segno da Efficienza Energia contro un solo muro realizzato da Piccegna nel secondo set.

E srotoliamo il film della partita.

Le squadre si presentano con queste formazioni partendo tutte e due con rotazione P6.

Mister Calabrese manda in campo D’Ambrosio in diagonale con Polisciano, Piccegna ed Ambrosone al centro ,De Palma e Gasparro laterali, liberi Affinito e Iannotta. Mister Stomeo risponde con Zonno-Buracci, Durante e Lotito laterali, Iaccarino e Musardo al centro Pierri libero.

I padroni di casa subiscono sin dalle prime azioni l’efficacia degli attacchi ospiti, con il solo De Palma che tenta di opporsi incorrendo in molti errori al servizio tanto da accusare un 9-20. Mister Stomeo che aveva saggiato inizialmente le condizioni di Lotito lo centellina e manda in campo Petrosino  che mette a segno un attacco ed un muro. Chiude la prima parte di gara un primo tempo di Rossetti fissando il punteggio sul 25-13.

Secondo set più sanguigno da parte dei napoletani che vanno sul 6-4 per merito di una tripletta consecutiva di Ambrosone : rispondono con un break di +4 i blu celesti di Efficienza Energia che comunque non imprimono un’accelerata (14-15) dando spazio ai locali.

E’ sono proprio Ambrosone e De Palma  ad avvicinare Buracci e soci (19-20) mettendo in discussione la frazione, poi chiusa con un allungo perentorio di Musardo per il 25-21.

Nel terzo set Petrosino prende il posto di Lotito e l’avvio è perentorio: 1-7  e 3-11 e gli attaccanti di mister Stomeo imperversano  fino al 9-17. E’ tempo di dare spazio ai rimanenti atleti ed ecco le sostituzioni di De Lorentis per Durante, Persichino per Buracci ed Apollonio al servizio per Musardo.

Il solo Piccegna in casa Cimitile è reattivo fino al termine guadagnandosi il 14 punto con cui si chiude l’incontro.

Tutto facile per Efficienza Energia, tranne quelle distrazioni verso la fine del secondo set che stavano per riaprire il set ,…..poi un energico richiamo di mister Stomeo a riprendere le redini della gara ha invertito la tendenza.

Ora il tempo di godere la festività domenicale e poi il pensiero e l’azione saranno tutti per preparare il derby con il Casarano.

A fronte di una gioia sportiva in casa OLIMPIA SBV GALATINA , marchiata EFFICIENZA ENERGIA, ci preme porgere un attestato di vicinanza ad Antonio Bray per la perdita del padre e a Corrado Panico per la scomparsa del suocero esprimendo le più sentite condoglianze.

 

TABELLINO

VESUVIO CIMITILE -EFFICIENZA ENERGIA 0-3(13-25,21-25,14-25)

 

CIMITILE: Gasparro 7,De Palma 8,Ambrosone 4,Piccegna 9,Polisciano 5,D’ambrosio 1,Iannotta(L),Affinito(L),Boccia ne,De Sapio ne,Bosone ne,Panico ne

All.Luigi Calabrese

GALATINA:Apollonio,Musardo 7,Iaccarino 5,Durante 9,Rossetti 2,Pierri,Persichino 1,De Lorentis,Lotito 5,Zonno 3,Petrosino 6, Buracci 11.

All. Giovanni Stomeo

 

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

EFFICIENZA ENERGIA GALATINA

 

È giunta al secondo appuntamento la rassegna letteraria “Dammi una L. Libri, linguaggio e libertà” fortemente voluta dall’assessorato alla Cultura del Comune di Galatina.

Si terrà domenica 15 aprile alle 17:30, presso la splendida cornice del Museo Cavoti di Galatina, l’incontro con Antonella Tamiano, autrice del libro Come Frammenti di Stelle, che dialogherà con Antonietta Martignano, Presidente Archeoclub Terra d’Arneo, con il sindaco Marcello Amante e con l’assessore alla Cultura Cristina Dettù.

Al centro del dibattito ci sarà, appunto, il libro che racconta otto storie al femminile tutte ambientate nel Salento, storie che narrano le vicende di donne che combattono contro la solitudine, la malattia, la dipendenza dal gioco. Vicende contemporanee che insegnano ad affrontare, apprezzare e migliorare la propria vita, dopo averla riscattata.

“La scelta di ascoltare queste storie nel Museo Cavoti non è casuale – afferma l’assessore Dettù - si è voluto, con questa, ma anche con altre iniziative svolte in passato, da una parte, contribuire a rilanciare e ridare vita a una struttura meravigliosa e ricca di cultura, degna di essere conosciuta da ogni galatinese e da ogni cittadino salentino e, dall’altra parte, valorizzarlo con la lettura di storie vere di donne che hanno combattuto per la loro vita”.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 09/01/2019 @ 18:58:44, in Comunicato Stampa, linkato 1369 volte)

«Pronto l’emendamento ‘blocca trivelle’ che sarà presentato nel Decreto Semplificazione e che impedirà il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio».
Ad annunciarlo è il deputato salentino del Movimento 5 stelle, Leonardo Donno. 
«L’emendamento in questione - spiega Donno - verrà discusso nei prossimi giorni in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici, Comunicazioni. 
Al suo interno si precisa come ‘le attività upstream non rivestono carattere strategico e di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità’. Questa indicazione rientra pienamente nel programma del Governo del Cambiamento orientato alla decarbonizzazione, con la sostituzione di petrolio e derivati e l’utilizzo delle fonti rinnovabili per il raggiungimento della sostenibilità e dell’indipendenza del sistema energetico nazionale.
Il Piano andrà definito e pienamente condiviso con Regioni, Province ed Enti Locali e individuerà le aree idonee alla pianificazione e allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale e quelle non idonee a tali attività. L' emendamento - aggiunge il deputato - prevede anche , a tutela di tutte le parti in causa che, fino all’approvazione del PTESAI, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio.
Ne approfitto per sottolineare - conclude Donno - come il Movimento,con questo atto, ribadisca con forza la sua contrarietà a trivelle e air gun, tenendo fede ad una posizione assunta da subito. Ancora una volta si conferma il grande lavoro svolto dal Ministro Luigi Di Maio e dal sottosegretario Davide Crippa, a loro rivolgo il mio personale ringraziamento. Mai prima d'ora un Governo ha assunto una presa di posizione forte come questa, tutelando ambiente e cittadini. Con la sospensione dei tre permessi di prospezione e ricerca, di cui si è parlato in questi giorni, salviamo il nostro mare».

Leonardo Donno, deputato Movimento 5 Stelle

 
Di Redazione (del 05/09/2017 @ 18:58:37, in Comunicato Stampa, linkato 1850 volte)

“La giraffa senza gamba” il nuovo film breve del regista salentino Fausto Romano è pronto per il grande schermo alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia.

In concorso per il Premio Migrarti 2017, il film sarà proiettato l’8 settembre alle ore 11.30 nella Sala Casinò del Lido di Venezia. Prodotto da Vincenzo D’Arpe per Maxman Coop, “La giraffa senza gamba” si è aggiudicato il finanziamento del Mibact, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, vincendo il bando MigrArti 2017, con l’obiettivo di coinvolgere le comunità di immigrati in Italia, prestando particolare interesse ai giovani di seconda generazione che fanno ormai parte integrante del nostro Paese.

Il cortometraggio girato nel mese di giugno a Galatina, città natale del regista, narra la storia di Salvatore Principe (interpretato da Pietro Ciciriello), un burbero e misantropo avvocato in pensione che vive in un sontuoso appartamento dove passa le sue giornate comprando online rari francobolli. Quando una famiglia senegalese si trasferisce nell’appartamento di fronte al suo, l’avvocato si barrica in casa per timore dei nuovi vicini. Ma la piccola Fatima (Hana Mangistu Kebede), una delle figlie dei Dembaba', vuole a tutti i costi farlo entrare nel suo “regno a colori”. L’avvocato bloccherà sul nascere ogni suo tentativo, fino a quando non avrà un buon motivo per farsi amica la bambina…

“Una delle prime versioni della sceneggiatura ambientava la storia a Roma – afferma il produttore Vincenzo D’Arpe – successivamente abbiamo deciso di “girare” nella nostra terra, infatti sia io che il regista siamo di origini salentine. Il tema ben si adattava ad una regione che é da sempre terra di immigrazione e accoglienza”.

La sceneggiatura è scritta dallo stesso Romano, la fotografia è firmata da Francesco Di Pierro, mentre il commento musicale è del contrabbassista Marco Bardoscia, entrambe eccellenze salentine.   

 

Pagina facebook del film:  www.facebook.com/laGiraffasenzagamba

Gloria Romano

cell: 3343260456

e-mail: glo.romano92@gmail.com

 

 
Di Redazione (del 20/03/2024 @ 18:57:38, in Comunicato Stampa, linkato 388 volte)

La Cappella di San Paolo, uno dei pilastri di grande attrazione turistico-culturale per la città di Galatina, da sabato 23 Marzo 2024 diventa, dopo anni di incerte aperture, visitabile in modo organizzato e programmato.
La restituzione alla fruizione pubblica, sia ai cittadini che ai tanti viaggiatori e studiosi ricercatori del tarantismo, è il frutto di un grande lavoro di squadra che ha messo insieme le competenze e la volontà pubblica, privata e pastorale.

L’apertura di questo bene culturale territoriale, è un obiettivo che l'amministrazione guidata dal sindaco Fabio Vergine, in sinergia con l'AIG - Associazione Imprese Galatinesi, composta da 40 aziende del territorio e coordinata dal presidente Matteo Costantini, che ha permesso di aggiungere un altro tassello importante per accrescere l'attrattivita' turistica della città.
La Cappella di San Paolo situata in corso Garibaldi 2,  parte del Palazzo Tondi - Vignola, da sabato 23 Marzo, sarà visitabile ogni fine settimana, gratuitamente, grazie alla presenza dei volontari - Gruppo Reading - del Servizio Civile Universale che nelle giornate di sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18 e domenica dalle 10 alle 13, accoglieranno i visitatori coinvolgendoli all'interno delle attività di progetto.


La capacità di rendere un sito d'interesse aperto in modo programmato ed organizzato, sottolinea il sindaco Fabio Vergine, ci permette di creare valore e attrattività culturale non solo verso quanti sono interessati a vedere con i propri occhi la culla del rito del tarantismo, ma anche di creare economia del turismo. Abbiamo cominciato il 2024 presentando alla città il progetto di progettazione, programmazione e marketing territoriale - Destinazione Galatina con il focus del tema "Radici. Nel cuore delle emozioni", e la Cappella di San Paolo era uno dei pilastri da restituire alla comunità. Questo non è un punto di arrivo, sottolinea il Sindaco, ma solo un nuovo punto di partenza che sono certo, contribuirà ad attrarre interesse sulla nostra città, grazie anche ai riscontri degli operatori turistici che abbiamo raccolto con la nostra presenza di città in BIT a Milano e al BTM a Bari nel mese di febbraio. E se l’apertura e la calendarizzazione è il segno visibile dell’operato della mia squadra amministrativa, quello di cui io sono particolarmente orgoglioso è quanto non è visibile, ma che ha permesso che tutto ciò accadesse, ovvero la capacità di concertazione e valorizzazione dei saperi e dei talenti dei diversi attori coinvolti, conclude Vergine.


L'apertura al pubblico della Cappella di San Paolo ci sta particolarmente a cuore, interviene Matteo Costantini, presidente dell’Associazione AIG. Restituire alla cittadinanza un bene così denso di storia e carico di cultura ha un forte valore simbolico, correlato al forte legame emozionale che ciascun salentino ha con il proprio territorio, e in modo particolare con quella che è la culla del tarantismo e cuore pulsante della cultura e del folklore territoriale.
Per le imprese galatinesi l'apertura al pubblico di questo spazio è il miglior modo per contribuire a valorizzare e migliorare il nostro territorio, un passo importante verso una comunità più inclusiva e accogliente, conclude Costantini.

Perseguendo la strada del dialogo e del coinvolgimento dei diversi attori coinvolti, è stata e sarà altresì importante la sinergia con il mondo pastorale, all’interno del quale Don Lucio Greco parroco della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, condivide questa riflessione rispetto all’iniziativa - la porta aperta di una Chiesa, piccola o grande che sia, è sempre un richiamo che risveglia sentimenti profondi. In passato si arrivava alla cappella di san Paolo con il bruciore velenoso di un'esistenza umana che aveva bisogno di ritrovare la Grazia di Dio. E ci rivolgeva al Santo per una potente intercessione. Oggi, riconoscendo le ambiguità di un nuovo paganesimo cittadino, abbiamo bisogno di ritrovare la Via per una riconciliazione con il Cielo e dentro di Noi. San Paolo resta un potente intercessore, insieme con Pietro e con i Testimoni autentici di una Grazia divina che è per Tutti e si rinnova anche attraverso questo momento di restituzione di un bene alla comunità.

Chiude Giampaolo Bernardi, Responsabile della formazione e valorizzazione delle competenze, nonché Coordinatore regionale degli Enti di Servizio Civile Universale operanti in Puglia - essere operatore volontario di servizio civile significa vivere un’esperienza qualificante, all’interno della pubblica amministrazione, mettendosi al servizio della comunità e fornendo il proprio contributo in termini di competenze per il raggiungimento di specifici obiettivi di progetto, in una prospettiva di crescita personale e professionale.

I progetti messi in campo dal Comune di Galatina consentono di attivare positive sinergie con il mondo associazionistico locale, in una visione che vede la comunità al centro dello sviluppo sociale e culturale della Città. Il coinvolgimento degli operatori volontari nelle attività di promozione della Cappella di San Paolo permetterà di valorizzare maggiormente questo splendido luogo attraverso le appassionanti e significative letture tematiche che saranno curate dai giovani del Servizio Civile. Inoltre i volontari avranno l’occasione di indirizzare i visitatori presso il Polo Bibliomuseale Pietro Cavoti, alla scoperta e fruizione del patrimonio librario in essa contenuto.

Cappella di San Paolo, Corso Garibaldi 2 - Galatina

Info aperture
Sabato e Domenica dal 23 Marzo al 30 Giugno
Orario di apertura Sabato 10.00/13.00 16.00/18.00
Orario di apertura Domenica 10.00/13.00

Aperture su richiesta chiesettasanpaolo@aig-galatina.it

 Barbara Perrone
Ufficio Staff del Sindaco

 
Di Redazione (del 01/08/2019 @ 18:57:29, in Festa Dei Salentini Nel Mondo, linkato 1873 volte)

Noha, sabato 3 agosto 2019

Sono tanti e sempre di più, i salentini nel mondo. 

Si vede da come le comunità e i paesi, grandi e piccoli, si riempiono d'estate per i tanti "salentini di ritorno".

A Noha la festa è per chi va, per chi torna e per chi resta, una Festa dei Salentini nel Mondo all'insegna della semplicità.

Si inizia nella chiesa madre, alle 19, con una messa di ringraziamento, poi, sul sagrato, riecheggiano note, canzoni e storie di "Amata terra mia, recital di Andrea Martina ispirato a Domenico Modugno.

Un viaggio che parte dalla sua infanzia, a San Pietro Vernotico e Polignano, alle prime canzoni in dialetto salentino, fino ad arrivare al successo mondiale.

Dopo lo spettacolo, sorsi, chiacchierate e racconti di storie andate. Di partenza e di restanza.

[fonte: quiSalento, Agosto 2019].

 
Di Antonio Mellone (del 28/11/2016 @ 18:56:15, in Recensione libro, linkato 2467 volte)

Non è la prima volta che Gianluca Virgilio mi fa dono di uno dei suoi libri.

Ecco. Quando succede sospendo quasi automaticamente la lettura dell’altro che ho per le mani per buttarmi a capo fitto e con gran diletto in quella del suo testo. La “parentesi virgiliana” di solito non dura più di un paio di giorni, al massimo tre, tanto scorrevolissimo e vorace, come sempre, è quel che egli scrive.

Stavolta la strenna è il suo “Quel che posso dire”, ancora caldo delle rotative di Edit Santoro di Galatina (settembre 2016); mentre l’Altro che avevo per le mani - e che ha dovuto attendere il suo turno - era un classico della Naomi Klein, “No logo” (Bur, Milano, 2015), insieme al centesimo volume di Andrea Camilleri, “L’altro capo del filo” (Sellerio, Palermo, 2016). Sì, in genere me ne porto avanti un paio per volta, quando non di più.

Questo bel libro del prof. Virgilio, dello stesso formato degli altri suoi e, combinazione, dei romanzi che Camilleri pubblica con Sellerio, non è un romanzo, come l’autore ci ha tenuto a puntualizzare, ma una raccolta di disiecta membra, brani d’esistenza, punti di vista, racconti di vita vissuta, edite e inedite riflessioni di un osservatore, pensieri sfregati perlopiù su pagine di rubriche tenute sul quindicinale salentino per antonomasia: “il Galatino”.

Non una trama, dunque, visto che nemmeno la vita ne ha una, ma una serie incommensurabile di orditi, schizzi, flash, colpi di scalpello che, tuttavia, all’occhio più attento non sono mai stocasticamente indipendenti uno dall’altro, dome direbbero gli statistici, ma legati in qualche modo da un fil rouge, una visione d’insieme, direi pure una concezione politica dell’esistenza.

Non solo nella prima parte del libro (“Scritti cittadini”), nella quale il Virgilio analizza la microsociologia della sua città, ma anche nelle restanti cinque (“Passeggiate con Ornella”, “Scritti scolastici”, “Prose”, “Racconti” e “Incontri”) affiora potente l’urgenza di una Politica (finalmente con la maiuscola) volta al bene comune, al rispetto dell’altro, alla formazione culturale di un popolo, alla realizzazione dei principi costituzionali negletti da troppa dimestichezza con la sbadataggine locale, e ultimamente minacciati anche da una riforma centrale pensata male e scritta  peggio.

Mentre leggevo i brani di questo libro, non so perché, nella mia mente si andava delineando, dapprima sfocata e poi sempre più nitida, la figura di chi potesse assumere il ruolo di prossimo venturo sindaco di Galatina. E il profilo che in tal senso pagina dopo pagina si stagliava con connotati sempre più netti era proprio quello del prof. Gianluca Virgilio (erede, oltretutto, di Zeffirino Rizzelli nella direzione e nell’organizzazione dell’Università Popolare di Galatina).

Galatina in effetti ha bisogno di una persona, che dico, di una classe dirigente virtuosa. E Gianluca Virgilio, per spessore e impegno culturale, padronanza morfo-sintattica nell’eloquio e nella scrittura, onestà intellettuale, capacità di ascolto e di comunicazione, e dunque visione strategica della Polis, potrebbe rappresentare un punto di riferimento importante, un’insegna, anzi un insegnante per il nuovo gruppo dirigente. Abbiamo bisogno di qualcuno a palazzo Orsini che finalmente, come Virgilio, faccia “l’elogio degli alberi” (pag. 31), che comprenda che qui è pieno di “decine di case monofamiliari chiuse e abbandonate, e con tanto di cartello VENDESI” (pag. 41), che si convinca dunque che un buon sindaco non si misura da quanto asfalto mette a terra o da quanto cemento farà colare, che il vero cittadino non può vivere “del poco, e di molta televisione, e si nutre di fiction” (pag. 20) ma di cultura e partecipazione, che “rottamazione è parola magica del consumismo” (pag. 43), che “la Buona Scuola ha dato il colpo di grazia alla libertà di insegnamento” (pag. 59), che non bisogna “prestare orecchio alle sirene del mercato” (pag. 61), che “la classe dirigente degli ultimi anni ha perseguito l’affossamento della scuola e la distruzione delle biblioteche scolastiche per dare i soldi alla scuola privata oppure favorendo l’ingresso nella scuola pubblica di privati sempre più rapaci” (pag. 76), che i giornali stanno diventando sempre più inutili, pieni zeppi, come sono, di pubblicità e di “commenti e opinioni tutti dalla parte del vincitore di turno, salvo dirne male quando per lui è giunta l’ora del tramonto” (pag. 95) - ogni riferimento agli orrori di stampa locale e nazionale è puramente causale.  

*    

Ho già passato questo bel libro a mio papà Giovanni. Mio padre ha 93 anni, è contadino, va ogni giorno in campagna, vive di poco, ha la terza elementare, non ha dunque una libreria come quella (pag. 113) del prof. Giuseppe Virgilio (compianto papà di Gianluca), ma quando è libero legge, legge tutti i libri che gli passo.

Conosce Gianluca molto bene perché è il suo vicino di campagna. Tra i nostri due contigui appezzamenti di terreno non c’è muro di cinta, non siepe, non soluzione di continuità. Sicché Gianluca e mio padre, il professore e il contadino, si vedono spesso, si scambiano consulenze, derrate agricole, e qualche volta anche i ruoli.

Ho sempre pensato che quelle di mio padre fossero braccia strappate alla cultura.

Antonio Mellone  

Articolo apparso su “il Galatino” – quindicinale salentino di informazione – Anno XLIX – n. 19 - 25 novembre 2016    

 
Di Redazione (del 22/07/2019 @ 18:49:38, in Festa Dei Salentini Nel Mondo, linkato 2155 volte)

Un tempo era la valigia di cartone. Poi arrivarono i pacchi, quelli sigillati con nastro adesivo marrone anche per rinforzarli un po', e legati con lo spago per una presa migliore.

Ma non pensate che i pacchi di cartone siano un retaggio del passato, ché invece sono più attuali che mai. Sì, certo, oggi non vengono più ostentati in treno (o in aereo) come avveniva solo qualche lustro fa, ma affidati a un corriere, spesso ancora quello salentino di fiducia a km zero più che a quello anonimo delle multinazionali della logistica. 

Il minimo comun sindacale del Pacco tuttavia è sempre quello: vale a dire il contenuto che non può prescindere dalla busta di friselle, la salsa già pronta, il Boccaccio di marmellata (in maiuscolo: è poesia), la crostata, il sacchetto con le noci, la puccia-e-il-panetto-cotti-a-legna, la bottiglietta di olio dell'orto degli ulivi, le paste di mandorla, il salame sottovuoto del supermercato sotto casa, un limone del giardino... Quanto ai pasticciotti la scuola di pensiero prevalente è quella di evitarne decisamente la spedizione, se no s'incavola Ascalone e appare in sogno con il dito puntato su mittente e destinatario.

Prima del sigillo finale, un paio di scatolette di tonno (magari pescato nel Mar del Nord) per obliterare eventuali interstizi.

A proposito di buon cibo, avvisiamo i nostri ospiti che a Noha per fortuna non si muore ancora di fame, e che la sera della kermesse, prima o dopo lo spettacolo teatrale, potranno mettere qualcosa sotto i denti rivolgendosi ai seguenti locali: Bar Settebello in piazza San Michele; Pizzeria/Pucceria/Rosticceria Scacco Matto nella bella via Pigno; Trattoria-Pizzeria Le Putìe in via Catania; Bar Pasticceria Pizzeria Madagascar di via Nievo; Bar Gelateria Pasticceria Dulcis di via Collepasso; Pasticceria e Gelateria Zucchero e Cannella prospiciente i Giardini Madonna delle Grazie; Bar Birreria Tribal Cafè di via Tiziano.

Con la speranza di non aver scordato nessuno, cari Salentini nel Mondo Welcome to Noha and enjoy your meal.

Gli organizzatori

 
Di Raimondo Rodia (del 13/02/2019 @ 18:48:36, in Comunicato Stampa, linkato 1406 volte)

Si tratta di un libro straordinario da comprare, leggere e conservare dal titolo " Reputu ", vale a dire un pianto funebre delle piazze rurali del nostro Salento. Oltre alla classica presentazione del libro ad allietare la serata ci saranno gli interventi musicali di Enzo Marenaci leader e voce dei " Cantori della Giurdana ", Marina Leuzzi voce femminile del gruppo folk " I Cardisanti " e gli immancabili interventi del filosofo cantastorie Roberto Vantaggiato. A presentare la serata Raimondo Rodia che terrà a bada anche il vulcanico autore del libro Giovanni Leuzzi. L'appuntamento da non perdere è per venerdi 15 febbraio 2019 alle ore 18.30, presso la biblioteca comunale di Tuglie, in via Risorgimento. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Massimo Stamerra e del vice sindaco ed assessore alla Cultura Silvia Romano, si aprirà questa kermesse di musica, poesia, lingua, tradizione, storie ed aneddoti locali. Di seguito la sinossi del libro e due righe sulla vita professionale del prof. Leuzzi.

Il poema in ottava rima e in rigoroso dialetto salentino, che utilizza a pretesto narrativo una divertente storia paesana, fotografa, con i toni e registri più diversi e seguendo il libero andare della memoria, il rapido e per molti versi catastrofico diluirsi, in un nulla ancora indistinto, della millenaria civiltà contadina; una civiltà che nei centri rurali del Salento aveva realizzato, pur in un quadro diffuso di povertà, sfruttamento ed ingiustizia, straordinari risultati di risposta ai bisogni collettivi, di socialità ed identità culturale. Le piazze di quei paesi, che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti rifacimenti strutturali ed estetici dagli effetti spesso scenografici, perduta ogni funzione economica e sociale, oggi si presentano come spazi vuoti di presenza umana, freddi, senza storia, senza anima e memoria e ormai da decenni attendono nuova linfa e nuova vita, che sarà, se mai, del tutto diversa da quella di un passato leggendario ed irripetibile. L’ottava rima, con la musica e le cadenze sue proprie, poggia sulla strepitosa padronanza di una lingua che, già grande di suo, si è strutturata nei secoli con scambi, arricchimenti ed imprestiti i più diversi, consentendo al popolo del Salento straordinarie capacità espressive, comunicative e creative; lingua che nel poema è strumento formidabile per il disegno di quadri, situazioni e personaggi, lo sviluppo del pensiero e del racconto, il dipanarsi di nostalgiche ricostruzioni e di ironiche, ma spesso amare e desolate invettive, tutte giocate tra il semiserio rimpianto del passato e la icastica condanna del presente.

Giovanni Leuzzi, laureato in Lettere Classiche, già docente nelle Scuole Superiori, da sempre impegnato in politica e per lunghi anni consigliere e vicesindaco di Cutrofiano, ha operato tutta la vita tra politica e cultura, privilegiando, oltre che importanti percorsi storico-letterari, la conoscenza e l’indagine sulla storia del Meridione e del Salento, sulle varie espressioni della cultura locale (arte, musica, religione), sulle evidenze linguistiche, espressive e documentali della macroarea griko-salentina. Anche l’approdo recente a prove poetiche in dialetto salentino è nello stesso tempo conferma e sviluppo di tale impegno, vissuto e perseguito con costante passione.

Raimondo Rodia

 
Di Albino Campa (del 14/04/2011 @ 18:46:39, in RadioInOndAzioni, linkato 2960 volte)

Venerdi 15 Aprile appuntamento dalle 19.30 alle 21.30 con "Quello che le donne non dicono...lo diciamo noi" su RadioInOndAzioni. In studio Paola e Simona insime ai MUFFX, gruppo salentino formatosi nel 2006 dalle ceneri di una garage/stoner band (ChildFromHell) ; raccontano ciò che vedono e vivono nel loro habitat attraverso testi allucinati e voce dettata, più che da un diaframma, dai postumi di una sbornia accompagnata da grezzo rock di matrice post-stoner, influenzati da band come Masters of Reality, Queens Of The Stone Age e Fu Manchu. La band è composta da: Luigi Bruno voice/guitar, Andrea Campa bass, Alberto Ria drum e Cristiano Colopi guitar. Nel 2007 esce per l'etichetta "Beard of stars records" "SAW THE.." primo album ufficiale della band. A Maggio 2009 esce il loro secondo album "SMALL OBSESSIONS" prodotto da Max Ear (Ojm) per l'etichetta "GO DOWN RECORDS".

 
Di Redazione (del 19/11/2018 @ 18:44:03, in Comunicato Stampa, linkato 1079 volte)

Non abbiamo capacità di premonizione, solo una conoscenza, per altro non approfondita, di alcuni atteggiamenti caratteriali degli atleti blucelesti, ma lo avevamo detto: a Potenza bisogna giocare con determinazione e rispetto per i giovani avversari.

Invece durante il primo set qualcosa(stimoli ed approccio) erano  rimasti ancora sul bus.

Il tecnico Katia Romano manda in campo un sestetto con la diagonale Brienza-Calabrese in P3, i centrali Muliere e Maselli, i laterali Gruzin e Lopardo, libero Laurita. Risponde mister Stomeo con Buracci in opposizione a Zonno in P1, Lotito e Durante di banda, Musardo e Rossetti (esordio da titolare) al centro, con Pierri libero.

Tira aria quasi vacanziera ed il punteggio di 6-2 per i padroni di casa induce il tecnico salentino a chiamare il time out. Un break di tre punti consecutivi alimenta qualche speranza, ma si ricade nell’approssimazione in tutti i fondamentali che dicono 14-9  per il secondo stop chiesto dal tecnico galatinese.

Il divario sale a 7 punti in favore dei potentini (17-10), con un muro subito da Buracci , e dalla panchina Calò dà il cambio a Zonno per un’inversione di tendenza che arriva a fermarsi sul 20-17. Time out anche per mister Romano , poi un fiscalissimo fallo di palla sollevata all’opposto galatinese ed una contestata decisione arbitrale a favore di Efficienza Energia porta il punteggio sul 23-20.

Il servizio di De Lorentis va fuori in un momento delicato, si accorcia il punteggio fino al 24-23 , con Musardo che schiaccia di prima intenzione una brutta ricezione avversaria poi, la chiusura del set per i virtussini.  

Seconda frazione con la sola variante nelle file salentine di Calò, in P2, confermato al posto di Zonno, mentre con identica rotazione del primo set (P3) scendono in campo i ragazzi di mister Romano.

C’è della volontà al riscatto per Musardo e compagni. Il vantaggio è sempre per i galatinesi (4-2, 6-5,11-9) poi Lotito accende un piccolo break (+3) ma un doppio muro su Buracci spinge al time-out Stomeo. Migliora la ricezione e Musardo, Lotito e Buracci vanno a segno, con Calò che di seconda intenzione porta il bottino a 20 punti.

Il ritorno di  Calabrese e Lopardo ferma il punteggio sul 21 a 23 e nuovamente mister Stomeo si affida  alla richiesta di sospensione  per far rifiatare mentalmente i suoi: è Buracci  a chiudere gli ultimi due punti intervallati da un errore di Lotito al servizio sul 22-25.

Il terzo set viaggia sostanzialmente punto a punto tra le parti, scese in campo con le stesse formazioni del set precedente, fino al 9-8, poi l’allungo dei lucani con un +4 complice un errore al servizio di Calò. Si rifà il palleggiatore con il 14 punto mettendo a terra nel campo avversario con una palla di seconda intenzione.

Accelerano i virtussini, bloccando Durante e Rossetti e sul 20-17 :Zonno rileva Calò, la primalinea diventa più prolifica ed un mani e fuori di Durante porta il 23 punto ,subito  pareggiato con identico attacco dal Potenza.

La battuta di De Lorentis agevola i muri dei suoi che ricostruiscono ed attaccano portando a casa il terzo set per 25-23.  

La partita sembra incanalarsi verso la direzione che ci si aspettava: Zonno manda  a segno nell’ordine Durante, Buracci(per tre volte con tre punti), Musardo con una sette imperiosa, e Lotito tira su un muro di spessore.

Sul punteggio di 10-16 De Lorentis rileva Lotito, Buracci mette giù ulteriori tre punti prima di lasciare il posto a Persichino sul punteggio di 14 a 22 e con un servizio sbagliato dei locali si chiude l’incontro sul 18-25.

Conclusione: i tre punti fanno classifica e morale, la prestazione è stata appena sufficiente per applicazione e rendimento globale.

Il registro dovrà cambiare da domenica prossima: arriva al PalaPanico un Marcianise che pur priva del suo ex opposto Di Florio(passato al Tricase) ha strapazzato Marigliano. La squadra di mister Stomeo ha capacità e risorse tecniche tali da giocarsela con tutte: bisogna che si vesta di atteggiamenti positivi che non sono doni caratteriali, ma consapevolezze, e cavalcare le opportunità.

Basta guardare il calendario e capire che la prossima gara rappresenta appunto lo spartiacque per il futuro di Efficienza Energia.

 

TABELLINO

VIRTUS POTENZA-EFFICIENZA ENERGIA GALATINA 1-3 (25-23,22-25,23-25,18-25)

GIOCOLERIA POTENZA

Pontillo,Lopardo,Brienza,Santopietro,Maselli,Calabrese,Perrini,Muliere;valentino,Pietrafesa,Gruzin,Laurito,Romano.

All. Katia Romano

EFFICIENZA ENERGIA GALATINA

Calò, Zonno, Buracci, Persichino, Lotito, Durante, De Lorentis, Iaccarino, Musardo, Rossetti, Apollonio,Pierri

All. Giovanni Stomeo

Ass. Antonio Bray

 

Piero de lorentis

Area Comunicazione

Efficienza Energia Galatina

 
Di Redazione (del 30/03/2022 @ 18:43:52, in Comunicato Stampa, linkato 543 volte)

L’Amministrazione Comunale, da sempre promotrice della legalità e del suo valore educativo, in occasione della “ Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” celebrata il 21 marzo, primo giorno di primavera, intende organizzare un incontro formativo rivolto ai ragazzi degli istituti secondari superiori di Galatina. Quest’anno ricorre, tra l’altro, l’anniversario dei trent’anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio a Palermo.

L’evento, dal titolo “Raccontami…”, avrà luogo  giovedì 31 marzo alle  ore 10.00, presso il  Teatro Cavallino Bianco. Raccontare ed ascoltare per conoscere, imparare, scoprire le azioni e i pensieri di uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per lo Stato combattendo la mafie e il crimine organizzato.

La Città di Galatina vuole unirsi al ricordo delle vittime innocenti delle mafie, del terrorismo e del dovere attraverso un dialogo aperto tra i nostri studenti e gli illustri ospiti affinché le loro parole possano rafforzare la coscienza delle nuove generazioni, immagine di speranza e impegno civile, donne e uomini della società odierna e futura.

Ad aprire l'evento il Sindaco della Città di Galatina, Marcello Amante, e la vicesindaco Cristina Dettù, assessore alla cultura e alla pubblica istruzione. Saranno presenti ed avremo l’onore di ospitare il dott. Antonio De Donno, Procuratore della Repubblica di Brindisi, che parlerà ai ragazzi della figura del giudice Giovanni Falcone; in collegamento da Palermo avremo Salvatore Borsellino, il quale racconterà del fratello, il giudice Paolo Borsellino; e, infine, Brizio Montinaro sul fratello Antonio, caposcorta del giudice Falcone. Modera Flavio De Marco, direttore editoriale del Corriere salentino.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 17/05/2023 @ 18:43:41, in NohaBlog, linkato 657 volte)

Non soffro affatto di quella tendenza o di quella fisima che il latino rende con la locuzione horror vacui da cui scaturirebbe la tendenza a riempire meticolosamente gli spazi vuoti. Al contrario, per indole e formazione io prediligerei il minimalismo, prima di tutto in casa mia e poi altrove (invero più nell’arredamento d’interni e nel resto delle arti figurative che nella letteratura, atteso il fatto che sovente vengo tacciato di eccessivi ghirigori quando non di divagazioni barocche – tipo queste - prima di centrare l’argomento dei miei, chiamiamoli così, articoli). Ma certi vuoti o certe assenze ti appaiono così irrefutabili che non puoi non interessartene direttamente: dandoti dunque da fare, cercando il meglio possibile su piazza e fuori, senza indugiare nell’illusione che siano i fantomatici “altri” a occuparsene.

Ora, come molte chiese parrocchiali, anche quella del mio paese è dotata di un battistero. Lo trovi appena entri sul lato sinistro della bussola, come vuole la tradizione che lo ha quasi sempre collocato in un luogo distinto dal presbiterio, segno del percorso della iniziazione cristiana che parte appunto dal fonte battesimale per culminare sull’altare dell’Eucarestia.

Il battistero di Noha, settecentesco, di forma esagonale, con vasca sorretta da un piedistallo decorato e chiusa da una cupola poligonale, è finemente scolpito in pietra leccese. Sulla facciata principale, al centro, appena sopra l’oblò circolare con portella in legno intarsiata con croce greca, si può ammirare in bassorilievo la colomba dello Spirito Santo radiante (con raggi a ventaglio indirizzati verso il basso);sul lato opposto è riportato in rilievo un catino dal quale emerge un’elegante brocca dal manico culminante con la testa di un drago; nei restanti quattro frontespizi sono effigiati, sempre a sbalzo, altrettanti volti di putti molto delicati, tutti rispondenti ai canoni della bellezza, vale a dire Claritas, Integritas et Proportio, dunque in netto contrasto con il detto salentinoDiavuli ‘n terra e angeli ‘n cielu”, secondo il quale le sculture in blocchi lapidei locali sarebbero decisamente più apprezzate se ammirate da lontano (“in cielo”) più che da vicino (“in terra”), dove magari gli eventuali difetti della loro manifattura potrebbero risultare più evidenti. Invece no: la raffinata sorgente della cristianità nohana fatta in pethra aurea salentina appare nella sua semplicità come un’opera d’arte di pregevole lavorazione, onde la creatività e l’ingegno non avrebbero potuto fissarsi meglio di così su quei blocchi di pietre antiche e belle.

Ebbene, l’apice di codesta architettura termina con una lanterna, sempre esagonale, sulla quale non si sa bene se ab origine fosse mai stata issata, seppur prevista, un’icona rappresentativa del primo fra i sette sacramenti. Voglio dire che non abbiamo trovato progetti o documenti d’archivio o testimonianze in grado di dirci se sulla sommità del nostro battistero fosse istallata una croce, un segno, una figura, o un gruppo scultoreo raffigurante il battesimo del Cristo nelle acque del Giordano per mano del suo secondo cugino Giovanni. Il fatto è che sarà stato per una qualsiasi forma di diciamo iconoclastia (trafugamento, distruzione od omissione) oggi quest’opus monumentale appare ai più, se non come incompiuto, passibile di completamento. Per esigenze di completezza bisogna aggiungere che una quarantina di anni fa Mario D’Acquarica, concittadino dimorante ora a Torino, colandolo nel suo calco, realizzò in gesso un grazioso battesimo del Cristo, collocandolo poi sul tiburio del fonte. Tuttavia da un trentennio a questa parte codesto manufatto risulta scomparso dalla circolazione, distrutto come fu per caso nel corso di maldestri lavori di ristrutturazione al solaio della chiesa madre.

Tutto questo per dire che da tempo pensavo a un nuovo Battesimo del Cristo da innalzare sul nostro battistero. Lo volevo in pietra leccese, possibilmente di quelle che non si sfarinano, dunque dura, vale a dire stagionata al punto giusto (stagionatura secolare, se non addirittura millenaria), e la sognavo perfetta.

Non mi rimaneva altro che rivolgermi a quel realizzatore di sogni che risponde al nome di Virgilio Pizzoleo, lo scultore di Poggiardo, noto dalla Lombardia alla Calabria, dall’Est all’Ovest dell’Italia e nel resto del mondo per l’originalità e la magnificenza dei suoi lavori, pregandolo dunque di ideare, riportare su carta l’idea e, in seguito all’imprimatur da parte del parroco di Noha, procedere con la scultura, indi con il suo collocamento nella sua, come dire, sede naturale.

Ci son voluti giusto nove mesi di gestazione per un gruppo scultoreo che verrà inaugurato domenica prossima [a breve i dettagli su questi stessi schermi, ndr.], ed ecco in anteprima il risultato: non so agli altri, ma a me dà l’impressione che l’opera arrivi nel profondo dei sentimenti con immediatezza assoluta, grazie alle sue figure che sembrano mettere in armonia tanto l’aspetto solenne e celebrativo quanto, soprattutto, l’umano.  

Antonio Mellone

 

«In un anno, in provincia di Lecce, il numero di alloggi occupati senza titolo (tra abusivismo e procedimenti di decadenza) è diminuito di sole 50 unità. È un primo segnale, ma non basta. Bisogna far luce sulle azioni di contenimento e prevenzione del fenomeno messe in campo, evidentemente insufficienti». Torna a battagliare Leonardo Donno, salentino portavoce alla Camera dei deputati del M5s. Nelle scorse ore il deputato ha bussato, a distanza di un anno, alle porte della Prefettura di Lecce. Obiettivo: «Proseguire, con il nuovo Prefetto,  quel percorso virtuoso avviato lo scorso settembre nel tentativo di ripristinare la giustizia sociale e mettere fine alla guerra tra poveri che la stessa burocrazia, spesso, innesca».

Nel settembre dello scorso anno Donno, tramite una richiesta di accesso agli atti inoltrata ad Arca Sud Salento, aveva avuto un quadro completo del fenomeno nel territorio salentino. All'epoca ben 728 alloggi popolari dell'ente risultarono occupati da soggetti senza titolo. Più nel dettaglio: 405 erano stati occupati abusivamente, su 323 pendevano invece procedimenti di decadenza (i residenti avevano perso nel tempo i requisitivi che li rendevano legittimi assegnatari).

Adesso, grazie ad una nuova richiesta di accesso agli atti, il parlamentare a distanza di un anno fa il punto della situazione. «Sono 678, ad oggi, gli alloggi occupati illegittimamente. 50 in meno rispetto allo scorso anno - spiega -  Dopo lettere di sollecito inviate ai singoli Comuni interessati dal fenomeno, interrogazioni parlamentari, incontri in Prefettura, possiamo dire che un primo timido risultato è stato raggiunto. Le occupazioni abusive sono attualmente 346 (59 in meno rispetto ad un anno fa), le abitazioni interessate da procedimenti di decadenza sono 332 (9 in più rispetto allo scorso anno).

Certo - commenta amaramente Donno - lascia molto pensare come nulla, e dico nulla, sia cambiato ad esempio nel Comune di Nardò: gli alloggi occupati abusivamente un anno fa erano 58. Lo stesso identico numero è confermato da quest'ultima richiesta di accesso agli atti di due giorni fa. Di fatto alcuni sfratti sono stati eseguiti, ma il fenomeno (lo dicono i numeri) in questo Comune sembra opporre una dura resistenza, avendo infine la meglio. Urge, quindi, un'azione più incisiva.

Anche Lecce, in un'ideale e amara classifica del fenomeno, si conferma seconda, subito dopo Nardò: nel capoluogo gli alloggi occupati abusivamente sono ad oggi 41, 15 in meno rispetto al settembre dello scorso anno. Un'ulteriore conferma è il terzo posto di Casarano, con 23 occupazioni abusive, 7 in meno rispetto ad un anno fa. Segue Copertino con 22 e Ugento con 13.

Mi preme ricordare – incalza Donno – quanto la Legge 48 del 2017 e la circolare del ministero dell’Interno del settembre 2018 possano fungere da cornice di un’azione più incisiva con la cabina di regia delle Prefetture, attraverso l’istituzione di un comitato per la sicurezza per organizzare gli sgomberi. È partendo da questo presupposto - continua- che ho inteso avviare un dialogo con il nuovo prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, alla quale rinnovo i miei più sinceri auguri di buon lavoro. Il processo di ripristino della giustizia, avviato lo scorso anno, deve continuare. Personalmente sono pronto a risollecitare nuovamente sindaci e istituzioni tutte e a collaborare in prima linea, puntando l'attenzione anche sugli alloggi di proprietà comunale. Quando si viene a conoscenza di una situazione che può rappresentare terreno fertile per fenomeni illegali (e a Lecce c'è un processo che ne è viva testimonianza), è nostro dovere - conclude Donno - andare avanti. I Comuni devono riservare maggiore attenzione e celerità d’intervento su questioni scottanti come questa. Abbiamo i mezzi per combattere la mafia ma non sappiamo usarli. Attendo risposta dalla Prefettura, per poi valutare le successive fasi d'azione».

Richiesta accesso agli atti.

Prospetto riepilogo occupazioni senza titolo per comune.

M5S

 
Di Redazione (del 03/04/2018 @ 18:38:52, in NoiAmbiente, linkato 1498 volte)

Spesso diamo  per scontato, che le  neoplasie  tumorali si diffondano sempre più nel nostro paese, per una serie di concause estranee alle nostre attività quotidiane, pensando magari che sia colpa di altri, soprattutto “disonesti” e dediti al malaffare e magari pure  con la complicità  delle istituzioni, a loro volta corrotte. Parliamo delle cause che producono le neoplasie polmonari e i tumori vescicali (un tasso standardizzato, tra i più alti in Italia, di 63,7 casi ogni 100mila abitanti) e che colpiscono la popolazioni salentina.

Mentre, grazie all’impegno delle persone coinvolte nei progetti sotto indicati (Progetto GENEO e Progetto M.I.N.O.RE. ) , le nostre malefatte in quanto ad amore per l’Ambiente, vengono a galla, i piroglioni nostrani non mancano di preparare l’ennesimo falò a forte concentrato di diossina, sotto il nostro naso.

Fareambiente invita tutti a denunciare alle istituzioni chi produce l’illegalità, se non lo facciamo tutti è inutile dire che siamo contro la mafia. Dal silenzio nasce l’omertà e quest’ultima è linfa vitale per il malaffare.

C.D. Fareambiente -  Laboratorio di Galatina-Noha

Nota informativa:

-Progetto GENEO (Sistemi di valutazione delle correlazioni tra GEnotossicità dei suoli e NEOplasie in aree a rischio per la salute umana),  Promosso dall’ILT, in partenariato con Asl e Provincia.

I dati emersi dalle analisi di campioni di terra effettuati il mese scorso e prelevati da ben 32 comuni salentini, hanno rilevato una significativa presenza di alcuni contaminanti, quali l’Arsenico, il Berillio ,  in misura minore, il Vanadio. Dati di contaminazione non attesi per aree considerate “verdi”. Insomma il quadro generale dello stato di salute del nostro territorio, si presenta alquanto preoccupante, tanto da far “temere un ulteriore peggioramento della situazione epidemiologica nel nostro futuro”.

(https://www.corrieresalentino.it/2018/03/geneo-salento-preoccupanti-dati-conclusivi-della-ricerca/)

 

- Progetto M.I.N.O.RE. (Monitoraggi Idrici Non Obbligatori a livello Regionale),

“ Toccherà proprio al Progetto Minore, promosso dal Dipartimento di Prevenzione della ASL Lecce nell’ambito delle attività della RePOL, scandagliare, analizzare, monitorare e studiare un campione significativo degli oltre 13 mila pozzi autorizzati (e se ne stimano altrettanti abusivi) che pescano dalla falda idrica, per riuscire a classificare lo stato del rischio dei corpi idrici sotterranei entro il 2018. In questa ricerca, la Direzione Generale ASL, si impegna a ricercare la presenza di oltre 40 pesticidi di cui attualmente vengono monitorati appena 10. Tra i fitofarmaci non monitorati in Salento, rientrano anche il Glifosate ed i suoi metaboliti AMPA e Glufosinate d’Ammonio, erbicidi molto utilizzati dagli agricoltori salentini. Tutto questo serve  anche per contrastare la specifica criticità territoriale rappresentata dall’emergenza Xylella.” (http://www.tricasenews.it/asl-lecce-progetto-m-n-re-scopriremo-cosa-scorre-nostri-piedi/)

 

 
Di Redazione (del 19/07/2018 @ 18:38:09, in Comunicato Stampa, linkato 1203 volte)

La Consulta dei Giovani del Comune di Galatina e Archeoclub Terra d’Arneo organizzano sabato 21 luglio a partire dalle 21 “Faccio un salto sulle stelle”. L’evento, promosso da Progetto Antares il Grande Carro, si terrà presso la splendida cornice dell’Hotel Hermitage e sarà aperto a tutti coloro, grandi e piccoli, che vorranno passare una serata all’insegna dell’osservazione del meraviglioso cielo salentino.

I due centri che si occupano di persone con disabilità, il Centro Polivalente diurno Di.re e l’Associazione Onlus Abilmente Insieme, parteciperanno attivamente e saranno ospiti della serata. Per le persone con disabilità è previsto il servizio di trasporto grazie alla collaborazione di SabellAuto, sponsor della manifestazione insieme a 650MB.

Obiettivo è quello di divulgare e sensibilizzare la conoscenza scientifica astronomica e per raggiungerlo verranno installati sette telescopi con i quali sarà possibile osservare il firmamento guidati da professionisti esperti, un telo sul quale verrà proiettato ciò che si vedrà nel telescopio, una proiezione su piramide olografica di ricostruzioni 3D di oggetti celesti del profondo cielo e un puntatore laser per un percorso astro-mitologico.

Per prenotare il servizio di trasporto si può telefonare al 327-7315048.

 

 
Di Antonio Mellone (del 30/10/2020 @ 18:36:42, in NohaBlog, linkato 1232 volte)

Per somiglianza di suoni Sìrgole rievoca un po’ Frìttole - il borgo di “Non ci resta che piangere”, film del 1984 con Troisi e Benigni - ma è una tenuta, meglio, la denominazione di una contrada del feudo di Cutrofiano frequentata da molti nohani e altrettanti galatinesi, tra i quali mio papà Giovanni che ne ha coltivato un pezzo per una vita, coinvolgendo per un tratto e suo malgrado (nel senso di mio malgrado) il sottoscritto: erano i tempi infausti del tabacco, un’era geologica fa. Oggi ce lo porto io, mio padre, insieme ai suoi 97 anni a far due passi, a prendere aria, a “sbariare” un po’.

Ebbene, ogni volta che vado a Sìrgole torno a casa sempre con qualcosa di buono. A seconda della stagione, i gelsi, i peperoncini e le melanzane, l’uva, i kaki e i kiwi (con questa k che sa di esotico), e le cicorie che oggi coltivano i miei cugini di campagna; ma anche le “creste” (sempre nel senso di cicorie) che la terra ci dona sua sponte. A volte tra le produzioni fresche e genuine abbiamo pure i libri (ché cultura e agricoltura sono sempre andate a braccetto). Questi ultimi non me li passano i suddetti cugini, ma, copiosi, dunque con la carriola, i vicini di campagna: o meglio, il vicino che risponde al nome di Gianluca Virgilio, professore di lettere al liceo scientifico di Galatina, conosciuto ormai da tutti perché da anni scrive su “il Galatino”, e pure un bel po’ di libri - alcuni addirittura tradotti in francese (non vedo l’ora di rileggerli in quest’altra lingua romanza).

Questa volta il fragrante tomo “virgiliano”, letto come d’abitudine nell’arco di due pomeriggi, è “Zibaldone salentino”, Edit Santoro, Galatina, 2020, 150 pagine, quasi omonimo della rubrica (cambia solo l’aggettivo in “galatinese”) tenuta, appunto, su questo giornale. Si tratta di un tipico prodotto a km 0, giacché è stato certamente pensato nel corso di letture sotto il pergolato, annaffiature di piantine e sfalcio di erbe, e dunque scritto, benché rapsodicamente, sempre a Sìrgole, “campagna ricca di sogni”, onde finalmente podere è potere.

Il titolo del libro, ça va sans dire, è un omaggio a Giacomino nostro, che al suo “scartafaccio” attribuì gli aggettivi di “smisurato” e “immenso” (io ci aggiungerei “superbo”, molto usato dal Leopardi nell’accezione di magnifico e grandioso, e giammai di protervia o spocchia), tipici del Pensiero: il quale o è critico - dunque senza limiti timori o altre siepi che il guardo escludono - o non è. Purtroppo codesto pensiero è oggi, come dire, negletto, quando non spinto sul banco degli imputati, non necessariamente da una querela temeraria, ma proprio dal comune sentire, dall’uniformazione globale falsamente pluralista, dall’omologazione a senso unico.

Ciononostante vale la pena di provare esprimerlo, questo pensiero (o questo spirito), anche a costo di spaccare il capello in quattro e apparire antipatici alla massa ondivaga a seconda di dove spira il vento del marketing, vale a dire la propaganda da parte della classe dominante. E così nascono le pagine di questo diario senza tempo che ti fa riflettere sulle parole, tipo “successo”, una cosa a cui molti ambiscono ma che altro non è che un participio passato; sul senso della vita, che visto che è a scadenza val la pena di trattarla con più ironia e distacco; sullo spreco delle migliaia di case vuote, mentre tutto intorno le betoniere continuano rovesciare cemento sui comparti edilizi senza fine; sul ruolo dell’insegnante e quindi della scuola che non dev’essere un luogo dove “si formano e si valutano gli studenti”, bensì un posto dove “dialogare e stare a vedere”; sulla violenza del capitalismo, che fa rima con cannibalismo, suicidio dell’umanità; sul ruolo della tecnologia che ci sta spingendo verso il distanziamento sociale ante-litteram; su quanto la mia ricchezza non valga nulla se il mio dirimpettaio sta male; sul Panem et circenses quale metodo di inquadramento delle masse; su quanto il potere si serva dell’inganno per raggiungere i suoi obiettivi; sul Neo-Barocco, che è quello della nostra epoca, così pervasa dalla “gentrificazione” dei centri storici, dallo scimmiottamento della pizzica e dai riti vuoti del turismo; e su infiniti altri temi tipici di uno Zibaldone.

Scrive bene Gianluca, avrà preso da suo padre, il compianto prof. Giuseppe Virgilio. Lo stesso giorno in cui mi consegnava la sua novella creatura – guarda la combinazione - terminavo di rileggere, di Giuseppe, lo stupendo “Memorie di Galatina”  - Congedo Editore, Galatina, 1998 - che consiglio vivamente. A Noha si dice: “L’arte de lu tata è menza ‘mparata”, ovvero “Sotta ‘nu pannu finu c’è ‘naddhru ‘ncora chiù finu”.

Credo non ci sia bisogno del traduttore di Google perché si colga il senso di questi apoftegmi nohani anche a Galatina.

Antonio Mellone

 

[articolo pubblicato su “il Galatino”, anno LIII, n. 17 – 23 ottobre 2020]

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 28/09/2014 @ 18:36:12, in NohaBlog, linkato 4284 volte)

Tutti sanno che il culto dell'Arcangelo Michele è di origine orientale, anche a Noha. La chiesa piccinna, dice un documento delle sante visite del Vescovo di Nardò del 1719, anticamente era tenuta da sacerdoti greci, e quindi sotto l’influsso di Costantinopoli.

Il grande imperatore Costantino a partire dal 313 d.C. gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa in seguito all'apparizione dell'Arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l'arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (attuale Manfredonia - FG) l'8 maggio 490, ed indicatagli una grotta sul Gargano lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tuttora il santuario di san Michele, che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un apposito percorso di purificazione detto Via Sacra Langobardorum.

Il culto di san Michele fu anche assai caro ai Longobardi. In Italia l'Arcangelo Michele è patrono di molti paesi e città. I Longobardi, uomini estremamente feroci provenienti dalla Germania, alla morte di Giustiniano (565), approfittando della debolezza del successore Giustino II, scesero in Italia scorrazzando un po’ dappertutto. I Greci, che erano le popolazioni del Sud e del Salento, presi alla sprovvista, non opposero resistenza e così i Longobardi fondarono il Ducato di Benevento, che più o meno corrispondeva al Regno di Napoli.

I Longobardi passarono poi alla religione cattolica. Vinsero i feroci nemici delle coste italiane, i saraceni, proprio nei pressi di Siponto, l’8 maggio 663, e attribuirono la vittoria alla protezione celeste di san Michele. Perciò cominciarono a diffondere il culto per l’Arcangelo in tutta Italia, erigendogli chiese, effigiandolo su stendardi e monete, e instaurando la festa dell’8 maggio dappertutto.

Sicuramente il culto di san Michele a Noha è antichissimo, ab immemorabili, espressione per dire che non ci sono documenti che indichino origine e motivazione.

Siccome la nostra cittadina divenne presto cristiana con lingua e rito greco, si può pensare che a cominciare dal V secolo vi sia iniziato il culto a Sant’ Angelo. La chiesa di Sant’Angelo, nella lista delle 14 chiese elencate a Noha, nel 1452 era la più importante, e nella visita pastorale di quell’anno è chiamata ecclesia maior (la chiesa principale).

Venerato da Bizantini e Longobardi, che a lungo si contesero la Puglia, ma anche dai successivi Normanni (che veneravano l’Arcangelo nel santuario di Mont Saint-Michel eretto appunto in Normandia ad imitazione di quello del Gargano), l’Arcangelo guerriero diventò patrono o compatrono di numerose città pugliesi: da Nord a Sud, da Gravina in Puglia a Sammichele di Bari e San Michele salentino, che proprio come Monte Sant’Angelo ne han preso il nome. Dopo Noha lo troviamo da Bitetto a Terlizzi, da Minervino Murge a Massafra, da Orsara di Puglia a Supersano, Neviano, Patù, Castrignano del Capo…

A Noha è molto venerato anche oggi. Il momento più solenne e più coinvolgente è sentire tutta la popolazione che canta l’Inno a San Michele in occasione della festa patronale. Già nel 1850 nella sua famosa relazione per la visita pastorale l’arciprete di Noha don Michele Alessandrelli annotava che “l’Inno si canta in ogni sera in detto altare di S. Michele”.

Ecco il testo

INNO A SAN MICHELE ARCANGELO a Noha

Salve d'amore un canto sciogliamo all'inclito Angelo Santo.

A lui che proni invochiamo di gigli e rose serti intrecciamo.

Fanciulli e vergini dal vostro cuore un inno e un cantico parlan d'amore.

Col tuo brando fiero e potente vincesti l'ira del rio serpente,

vendicasti col tuo valore dei primi padri l'immenso errore.

Tu protettore, custode eterno dei figli d'Eva contro l'inferno.

Tu che dal cielo ci apri le porte, che vegli il gelido letto di morte.

O Sant'Arcangelo su noi mortali qual padre tenero distendi le ali;

in Te confida l'umanità:

o Sant'Arcangelo pietà, pietà! 

*

Dopo tanti anni di assenza da Noha mi sono trovato in piazza la sera di un 28 settembre, vigilia della festa, al rientro della processione in onore del nostro santo patrono. Mi è piaciuta l’idea di far suonare alla banda musicale di turno l’Inno a san Michele Arcangelo. Meglio ancora oggi, perché si esibisce la banda di Noha alla quale va il mio plauso. Mi è sembrato un momento di intenso raccoglimento, quasi di preghiera. E’ un inno che tutta la popolazione conosce perché da secoli si canta in chiesa durante la novena. Sicuramente il testo risente dello stile decadente dell’epoca in cui fu composto (probabilmente durante il 1800 da autore ignoto). Ma la musica è solenne, e, suonata in piazza dalla banda, dà un senso di grandiosità che coinvolge tutti i presenti.

*

Nei registri parrocchiali del 1740 viene riportato un miracolo attribuito dalla gente a san Michele. Era il 20 Marzo del 1740. Ma lascio la penna al viceparroco dell’epoca, don Felice De Magistris, che nel suo italiano settecentesco così scrive a proposito del prodigioso evento:          

Ad hore mezza della notte giorno di Domenica nella Congregazione di S. Maria delle Grazie haveva io colli fratelli incominciato l'esercizio della Congregazione: voltatosi un temporale tempestoso che non mai sene haveva così veduto, e tanto impetuoso e spaventevole che ne menava li tecoli per l'aria, S. Michele havendosi da se stesso tirato il velo che lo copriva havendolono visto coll'occhi molte donne che dentro la Chiesa si ritrovavano facendo orazione e di subbito diedero notizia a me sottoscritto che mi ritrovava dentro la detta Congregazione, ed io andato con tutto il popolo cantai le Litanie Maggiori havendo primieramente esposto sopra l'Altare del Glorioso S. Michele le reliquie di questa parrocchiale, e fu tanto lo terrore e lo spavento del miracolo perché vedeva ogn'uno la faccia del Santo tutta smunta di colore ed imbianchita come la stessa lastra che tenivo ed havendosi da me fatto un sermone al popolo finì la funzione con una disciplina pubblica, e licenziai il popolo verso le quattro hore della notte non volendo in nissuna maniera uscirne il popolo lacrimante ed incenerito per lo spettacolo e spavento del tempo che fuori cessò per l'intercessione del Protettore. Ita est Don Felice de Magistris, sustituto.

Sicuramente un episodio di questo tipo non troverebbe oggi posto sulle cronache dei nostri giornali. Ma a parte il racconto che dà l'impressione di gente terrorizzata sia per il temporale e sia per il prodigio, siamo informati dell'orario della catechesi ai confratelli della Congregazione (ad hore mezza della notte giorno di Domenica), anche le donne sono in chiesa per pregare a quell'ora (molte donne che dentro la Chiesa si ritrovavano facendo oratione), ci viene anche fatto capire che la chiesa aveva il tetto coperto di tegole (tanto impetuoso e spaventevole che ne menava li tecoli dei tetti per l'aria).

Per orientarsi e comprendere il senso, è necessario tener presente che i fusi orari non c’entrano nulla e che in tutto il Medioevo fino a metà del 1800 anche a Noha c’era un modo diverso di contare le ore. Punto di riferimento era la luce del sole. Il giorno cominciava al tramonto del sole. Quindi l’hora mezza della notte del documento in questione, tenuto conto che nel mese di marzo siamo ancora nel periodo invernale, erano circa le nostre ore 18 e i fedeli furono licenziati verso le quattro hore della notte e cioè verso le nostre ore 22.

Auguri e buona festa a tutti.

 P. Francesco D’Acquarica imc
 
Di Redazione (del 06/08/2020 @ 18:29:50, in Comunicato Stampa, linkato 1097 volte)

Martedì 11 agosto Alle ore 20:00 Presso l’ex Convento delle Clarisse, piazza Galluccio a Galatina

𝑻𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒐𝒍𝒊𝒔𝒎𝒐, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒏𝒛𝒆 𝒆𝒅 𝒆𝒔𝒊𝒕𝒊 di Roberto Lupo

Attraverso uno stimolante dibattito critico, la collana Cahier nasce dalla volontà di far conoscere le varie raccolte di oggetti d’arte e documenti custoditi presso il Museo Pietro Cavoti.

Dopo il primo pamphlet della collana Cahier, dedicato alla valorizzazione dei taccuini di Cavoti, 𝑻𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒐𝒍𝒊𝒔𝒎𝒐, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒏𝒛𝒆 𝒆𝒅 𝒆𝒔𝒊𝒕𝒊, prende in esame invece uno degli argomenti più stimolanti e attuali nel panorama culturale salentino: il tarantismo che vede la città di Galatina perno centrale della tradizione sociale, culturale ed antropologica del fenomeno.

L’autore, 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗟𝘂𝗽𝗼, dirigente medico, analizza questo argomento focalizzando l’attenzione sulle interpretazioni medico-culturali elaborate dai medici e studiosi nei diversi secoli: da Giorgio Baglivi, a Giovanni Jervis, a Ernesto De Martino. 
«Questo saggio», sottolinea Salvatore Luperto, direttore artistico del Museo , «pone in evidenza precipue dinamiche ambientali, culturali e posizioni medico-scientifiche correlate a deduzioni di natura folkloristica sino a giungere agli esiti attuali con implicazioni interpretative di carattere psicoanalitico, neuro-psichiatrico e sociale-mediatico».

L’introduzione del saggio è curata da 𝗘𝘂𝗴𝗲𝗻𝗶𝗼 𝗜𝗺𝗯𝗿𝗶𝗮𝗻𝗶, professore di Antropologia Culturale presso Università del Salento, e in appendice si può ammirare una selezione di foto inedite di Giovanni Valentini che documentano suggestive scene di tarantate agli inizi degli anni Settanta, ritratte in prossimità della Cappella di San Paolo.

Il Cahier n. 2 sarà presentato 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀ 𝟏𝟏 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟐𝟎.𝟎𝟎 presso l’ex Convento delle Clarisse, piazza Galluccio a Galatina, alla presenza del sindaco 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗔𝗺𝗮𝗻𝘁𝗲 e dell’Assessore alla Cultura Cristina Dettù, dopo una breve introduzione di Salvatore Luperto e l'intervento di Eugenio Imbriani, seguirà la presentazione del lavoro attraverso le parole dell'autore, Roberto Lupo.

Informazioni e prenotazioni allo 0836 561568 durante gli orari di apertura del Museo.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 03/12/2015 @ 18:29:38, in Comunicato Stampa, linkato 2783 volte)

Dal 8 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 vieni a scoprire l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina ma non solo. Qui tra ricchi portali e chiese barocche si mescolano i ricami più dolci ed eleganti del rococò. Da piazza San Pietro con il monumentale fronte della Chiesa Matrice a vicoli improvvisi con chiese piccole e grandi, conventi, cappelle. E ancora, immergetevi nei suoni affascinanti della Grecìa Salentina, l’unione dei comuni nei quali gli anziani ancora parlano il griko, dialetto dalla fortissima influenza greca: il viaggio prosegue così a Carpignano salentino, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Soleto e Sternatia.

Ti aspettano tante attività in un itinerario tra beni culturali, piccoli borghi, artigianato e tradizioni. Con il programma Christmas 2015 | HOME OF... GALATINA promosso dall’ufficio IAT Galatina, con il Patrocinio del Comune di Galatina, il Natale si arricchisce di un nuovo affascinante racconto di una comunità  che  ha  la  cultura  dell’accoglienza,  così  radicata  da  far  provare  agli  “ospiti” emozioni uniche, il piacere della scoperta e del viaggio insieme con la sensazione di sentirsi a casa.

08 dicembre 2015

Galatina - h 16.00

“Welcome to | Benvenuti a Galatina”

Visita guidata alla scoperta della città di Galatina + degustazione Prodotti Tipici, presso Palazzo

Baffa | Dimora Storica

Dal 12 al 20 dicembre 2015

Galatina - h 16.00

“Treasures of | Tesori di Galatina”

Visita guidata alla scoperta della città di Galatina e...

12 e 20 - Chiesa della SS. Trinità + degustazione Pasticciotto

13 e 19 - Chiesa della Madonna del Carmine + degustazione DonnaOleria | olio extra vergine di oliva, presso Ristorante Corte del Fuoco

Dal 26 dicembre 2015 al 06 gennaio 2016

Salento - h 10.00 e/o h 16.00

“Riti e tradizioni della Grecìa Salentina”

Visita guidata alla scoperta della Grecìa Salentina

26 - Corigliano d’Otranto

27 - Sternatia

28 - Carpignano salentino

30 - Martano

02 - Soleto

06 - Martignano

26 dicembre 2015 e 06 gennaio 2016

Galatina - h 16.00

“Christmas Carol | Canto di Natale”

Visita guidata a misura di bambino + sorpresa

 

Info, costi e prenotazioni: Ufficio IAT, c/o Torre dell’Orologio, Via V. Emanuele II n.35, Galatina

T. 0836 569984 - 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com

For All: le visite guidate sono fruibili anche da persone con disabilità, grazie a un servizio dedicato alle esigenze specifiche, tra cui interpreti LIS, su richiesta.

Prenotazione obbligatoria:  scegli  la  tua  attività e  prenota  almeno 5  giorni prima della  data prescelta.

 
Di Redazione (del 21/10/2017 @ 18:27:40, in Comunicato Stampa, linkato 1941 volte)

“A Sud della Musica – La voce libera di Giovanna Marini” è il primo documentario italiano sulla straordinaria figura di Giovanna Marini, cantautrice e grande studiosa della musica popolare e sociale in tutte le sue forme.

Il film accompagna Giovanna nel suo ennesimo viaggio alla ricerca di voci e volti: un viaggio che porta sempre verso Sud, dove l’oralità del patrimonio culturale è ancora presente sotto forme diverse. “A Sud della Musica” è un viaggio incontenibile e inesauribile di una viandante che non vuole smettere di inseguire gli odori, i sapori e i colori di una cultura sempre in pericolo.

Attraverso il lavoro di ricostruzione, l’artista diventa garanzia e strumento di trasmissione della storia popolare.

> Il ritorno nel Salento

Tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre del 2017 Giovanna Marini tornerà nel Salento per ripercorrere i luoghi visitati negli anni Settanta in compagnia della sua assistente Sara Scalìa. In quel lontano autunno del 1971 la cantautrice fu protagonista di una serie incontri fondanti per la sua carriera musicale. Fra questi ricordiamo le sorelle Chiriacò, cantrici di Sternatìa, il giovane Luigi Chiriatti, oggi noto editore nel campo delle tradizioni popolari, la “Simpatichina”, cantrice dalla voce inconfondibile, oltre alle documentate frequentazioni con la scrittrice Rina Durante.

> Un viaggio a Sud della Musica

In quest’Italia, così diversa da Nord a Sud, le espressioni musicali cambiano secondo il clima, la cultura, la storia. La figura di Giovanna si muove, nel passato e nel presente, lungo questa linea musicale, che unisce gli artisti salentini ai Cantori di Conversano, fino alla Basilicata di Antonio Infantino, restituendo le miriadi di sfumature di questo meraviglioso mosaico che sono la cultura e la musica popolare.

Cosa c’è a sud della musica? Giovanna Marini, l’antropologa viandante, è forse l’unica che può ancora raccontarcelo con la sua musica esigente, che si ostina a non voler dimenticare quel mondo e quei luoghi.

> La stagione politica e i canti di libertà

Il personaggio di Giovanna Marini è molto legato a una stagione politica che l’ha vista interprete di molti canti di lotta divenuti celebri. La si ricorda negli anni Settanta sui palchi in compagnia di Paolo Pietrangeli a cantare “Contessa”, la si ricorda cantare per i morti della strage aerea di Ustica, per il feroce assassinio di Pier Paolo Pasolini e raccontare la storica manifestazione di Reggio Calabria a bordo del treno che dal Nord portò migliaia di manifestanti nel profondo Sud.

Le sue note, in questa fase storica del paese, si mescolano alla poesia, restituendo a tutte le generazioni intensi momenti di riflessione.

> Le donne

Giovanna Marini è tra quelle artiste che hanno cantato la sofferenza e la forza delle donne, in un Paese spesso ostile e difficile. Il ruolo della donna in Italia e nella sua società, sono temi spesso toccati nel ricchissimo repertorio di questa artista, così come fecero interpreti indimenticate come Caterina Bueno, Giovanna Daffini, Rosa Balistreri. La voce libera di Giovanna, diventa simbolo della forza e della libertà di tutte le donne.

> Il film

Il documentario, con la regia di Giandomenico Curi, è prodotto e realizzato da Meditfilm, società di produzioni salentina in collaborazione con Roberta Poiani, scritto da Giandomenico Curi, Tommaso Faggiano e Fabrizio Lecce. Tra gli interpreti: Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, Sara Scalia, Piero Brega, Gianni Nebbiosi, Enza Pagliara, Canzoniere Grecanico salentino, Antonio Infantino, Luigi Chiriatti, Rocco De Santis, Susanna Cerboni e il Coro della Scuola di Musica Popolare di Testaccio.

Il gruppo Meditfilm, ospiterà nel Salento la cantautrice e ricercatrice per effettuare le riprese del documentario. Il film sarà girato tra Roma e la Puglia tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018.

> Una campagna di crowdfunding “Produzioni dal Basso”

L’idea di finanziare questo film dal basso é in linea con il principio di libertà editoriale che da sempre contraddistingue il collettivo di Meditfilm. È dunque attiva una campagna di raccolta fondi, essenziale per la realizzazione di questo prodotto ambizioso. Meditfilm s’impegna a realizzare il documentario in tutte le sue fasi, dallo sviluppo alla postproduzione, dalla gestione e dall’impiego delle risorse alla promozione. È possibile sostenere finanziariamente il progetto collegandosi alla piattaforma di crowdfunding produzionidalbasso.com o direttamente al link: https://www.produzionidalbasso.com/project/a-sud-della-musica-la-voce-libera-di-giovanna-marini/

> Meditfilm e il Laboratorio di Antropologia visuale Luoghi e Visioni

Il collettivo Meditfilm da anni opera sul territorio pugliese realizzando produzioni audiovisive incentrate sul patrimonio demo-etno-antropologico. Il paesaggio, le minoranze linguistiche, la civiltà contadina, l’archeologia industriale sono solo alcuni temi che Meditfilm ha raccontato attraverso il progetto “Luoghi e Visioni - Frammenti di Antropologia Visuale”, un’esperienza supportata da un comitato scientifico formato da intellettuali e ricercatori, che contribuisce alla creazione di un flusso continuo e vitale di contenuti.

> Contatti

 

Produzione: +39 327 7305829 | tommaso.faggiano@meditfilm.com

Ufficio stampa: +39 339 8265104 | fabriziofaggiano@yahoo.it

Info: info@meditfilm.com

Siti internet: www.meditfilm.com , www.luoghievisioni.it

Social: https://www.facebook.com/giovanna.marini.a.sud.della.musica.meditfilm/

 
Di Redazione (del 05/05/2017 @ 18:26:17, in Comunicato Stampa, linkato 1891 volte)

Proseguono gli appuntamenti dell’ambito della rassegna di eventi nel Centro Storico “GalatinArte” in programma nel periodo dal 16 aprile al 29 giugno.
La rassegna – promossa dal Comune di Galatina, sostenuta dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese e da Puglia Sounds – ospiterà nelle piazze e nei cortili dei palazzi storici concerti, laboratori, spettacoli teatrali, esposizioni, letture e presentazioni di libri, percorsi turistici e altre attività che coinvolgeranno gli istituti scolastici, le associazioni e gli artisti locali, insieme a gruppi musicali e compagnie provenienti da tutta la Regione

Domenica 7 maggio appuntamento con i laboratori per bambini, scienza e poesia.

ATRIO PALAZZO GORGONI
ore 11.00 - Laboratori per bambini coordinati da Io al centro de “la Fabbrica dei Gesti”.
Secondo appuntamento della serie di incontri/laboratori di “IO AL CENTRO”, un progetto de La Fabbrica dei Gesti, dedicato ai bambini delle Scuole Primarie, organizzato in collaborazione con artisti e associazioni del territorio salentino, che lavorano a stretto contatto con i bambini e i ragazzi, nella realizzazione di progetti educativi, didattici, artistici con particolare attenzione all’inclusività e all’intercultura. Il secondo appuntamento prevede il Laboratorio di Piccolo Circo condotto da Robertino e Daniela Rizzo. Il laboratorio coinvolgerà i bambini in una serie di esercizi di giocoleria e acrobatica che li introdurranno al meraviglioso mondo del circo, aiutandoli ad esplorare nuove possibilità di movimento e azione in un clima ludico e divertente.

PIAZZA GALLUCCIO
ore 11.00 - Attività Ludiche a cura dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”

PIAZZA CAVOTI
ore 19.00 - “Bolle di sapere” Itinerario tra gli errori della scienza e la magia dei linguaggi a cura del Liceo Scientifico e Linguistico Statale “A. Vallone”.

ATRIO PALAZZO GORGONI
ore 18.00 - “Poesie visive” - Poesie e musiche e grafica a cura dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta”.

Rinviato a data da destinarsi il Concerto con Giampiero Perrone (sax e clarinetto) e Antonia Ancora (tastiera e voce) in calendario per sabato 6 maggio.

 

 
Di Redazione (del 05/03/2019 @ 18:16:41, in Comunicato Stampa, linkato 1564 volte)

"Le vie dell'acqua" è il titolo della rassegna dedicata alla scoperta del patrimonio e delle criticità geologiche del territorio di Galatina (LE), organizzata da Studio Lagna con il patrocinio del Comune Di Galatina e dell' Ordine dei geologi della Puglia.
Primo appuntamento, il prossimo 16 marzo, per scoprire due inghiottitoi di grande importanza scientifica: Vora Bosco (Noha - LE) e Grave Rotolo (Monopoli - BA). Cosa le accomuna? Sono le uniche grotte di Puglia, ad oggi note, che si sviluppano nel sottosuolo fino a intercettare la falda profonda...due finestre aperte sulle acque sotterranee!
Durante il convegno verranno presentati i risultati delle ricerche geologiche e speleologiche condotte all'interno delle due grotte e, in particolare, sulla falda acquifera.
Un progetto che ha visto coinvolti CNR IRPI, CNR IRSA, il gruppo GASP! della sezione CAI di Gioia del Colle, ARPA Puglia, Autorità di Bacino della Puglia, Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Federazione Speleologica Pugliese, finanziato dalla Regione Puglia con la L.R. 45/2013.
Il 16 marzo, ascolteremo i risultati del progetto direttamente dalle voci di alcuni dei protagonisti, accompagnati dagli spettacolari video e immagini delle esplorazioni.

Interverranno:
Mario Parise - Università degli Studi di Bari - CNR IRPI
"Il progetto Vora Bosco e Grave Rotolo"

Francesco De Salve - Gruppo Speleologico Leccese 'Ndronico
"Attività di Monitoraggio di una falda acquifera: Vora Bosco"

Totò Inguscio - Laboratorio Ipogeo salentino di Biospeleologia "S. Ruffo"
"La fauna acquatica sotterranea di Vora Bosco"


Un'occasione unica per fare un "viaggio virtuale" nelle due grotte ed aggiungere un piccolo tassello alla conoscenza del nostro territorio!
Vi aspettiamo, Sabato 16 marzo 2019 dalle ore 17:00 alle 20:00, presso il Circolo Arci Levèra, a Noha.

 
Di Redazione (del 27/05/2024 @ 18:16:06, in Comunicato Stampa, linkato 287 volte)

Termina con una sconfitta per 4-2 la trasferta del Ct “G. Stasi” di Galatina a Lucca, contro una delle squadre più in forma del campionato.  

«C’è molto rammarico – afferma il direttore tecnico e capitano Donato Marrocco - per questa sconfitta, purtroppo in questo momento le cose non vanno come vorremmo. Peccato per la partita di Bellifemine che ci avrebbe potuto far terminare la giornata con un pareggio. Nelle due ultime due sconfitte un ruolo determinante lo ha avuto anche la sfortuna, condizionando delle partite che avrebbero potuto avere risultati ben diversi visto l’alto potenziale di tutti i nostri giocatori». 

Ecco i risultati delle singole sfide: Donev Gabriel Todorov contro Cardinale Andrea 6-2/6-2, Mazzeschi Emanuele contro Novo Ignacio 6-7(2-7)/2-6, Pierro Emanuele contro Romano Nicolò 6-1/6-1 e Ribecai Michele contro Bellifemine Alessandro Raffaele 6-4/6-4. 

Nei doppi Mazzeschi Emanuele/Cerri Andrea contro Novo Ignacio/Binda Alexander 6-1/4-6/4-10 e Ribecai Michele/Donev Gabriel Todorov contro Cardinale Andrea/Duma Jacopo 6-3/6-0. 

«Si complica un po' il nostro cammino nel campionato - conclude il capitano - però siamo sempre molto fiduciosi per le due ultime partite del girone dove incontreremo Eur e Modena». 

Ricordiamo che la prime tre squadre del girone si giocheranno i play-off per la promozione in A2, la quarta classificata si salva, la quinta e sesta si sfideranno nei play-out per restare in B1 e la settima retrocede. 

Se la prima squadra vive un momento di difficoltà, il week end ha visto ha visto il successo della squadra femminile nella prima giornata del campionato di D2, festeggiando l’esordio con una vittoria sul Ct Collepasso. Larizza Mazzotta, Michela Romanello, Giorgia Nocco e Angela Mandorino, tutte atlete nate e cresciute tennisticamente nel circolo galatinese in contrada Guidano, che conferma la propensione a utilizzare atlete e atleti del proprio vivaio, garanzia di continuità per il movimento tennistico locale. 

La scuola tennis del Ct “Giovanni Stasi” conferma dunque il proprio momento positivo con oltre 200 atleti iscritti ai propri corsi, per numerosità il secondo circolo salentino, con Le squadre under 12 maschile, under 16 maschile e femminile che hanno brillato sul campo, conquistando ciascuna la vittoria nel proprio campionato e qualificandosi alle fasi regionali. 

Domenica 2 giugno partita in casa contro il Circolo tennis Eur di Roma, che ha perso la prima posizione in classifica, essendo stata sconfitta fuori casa dal Pavia. Un finale di campionato tiratissimo per continuare a sperare. 

Ufficio Stampa Circolo Tennis “Giovanni Stasi” Galatina 

 
Di Redazione (del 08/07/2019 @ 18:15:19, in Comunicato Stampa, linkato 1220 volte)

Al via la prima edizione della rassegna letteraria “Storie d’autore. Cutrofiano incontra”, tra gli appuntamenti più importanti dell’estate cutrofianese. La rassegna, il cui direttore artistico è lo scrittore Marcello Introna è stata organizzata da Fernando Alemanni e Marcella Rizzo dell’associazione culturale Fermamente con il patrocinio del Comune di Cutrofiano. Si parte il 9 luglio con Marcello Veneziani e il suo “Nostalgia degli dei” che verrà presentato da Mario Carparelli con gli interventi di Marcella Rizzo e Marcello Introna. Il 25 luglio è la volta di Franco Arminio i cui versi tratti da “ Resteranno i canti” saranno accompagnati dalle canzoni del cantautore salentino Mino de Santis. Il 9 agosto Michela Marzano presenterà il suo libro “Iddha” e il 21 agosto è la volta di “Pizzica Amara” di Gabriella Genisi che dialogherà con Marcella Rizzo e Marcello Introna. Tutte le serate saranno introdotte da Fernando Alemanni e si svolgeranno in piazza Municipio dalle ore 20.30. L’idea del progetto nasce per promuovere il libro, la letteratura, la cultura in generale. Negli ultimi anni il Salento ha conosciuto il rapido diffondersi di iniziative collegate alla lettura e alla letteratura, eventi spesso dal rilevante impatto sociale ed economico, oltre che culturale, che hanno dimostrato la vitalità e l'attivismo di molti piccoli centri, soprattutto del basso Salento. Il direttore artistico Marcello Introna ha accolto con entusiasmo l’invito a dirigere il festival convinto che sono proprio i piccoli centri i più attivi nel promuovere il territorio attraverso la cultura; “è fondamentale”, afferma, “che queste iniziative siano supportate non solo dalle amministrazioni, ma anche da chi opera in questo settore che può mettere a disposizione della comunità le proprie risorse”.
Un viaggio quindi attraverso la letteratura e la cultura che vedrà Cutrofiano ospite e protagonista degli eventi in un’ottica di promozione del territorio, di tutte le sue bellezze artistiche, delle sue antiche tradizioni.

Marco Forte

 
Di Redazione (del 26/10/2018 @ 18:10:04, in Comunicato Stampa, linkato 1250 volte)

Dopo il grande successo dello scorso anno, torna a Soleto l’Orchestra d’Archi del Conservatorio “T. Schipa” di Lecce. Il concerto, inserito nell’ambito delle attività del “Dipartimento Strumenti ad arco e a corda”, e voluto da don Daniele Albanese, si terrà sabato 27 ottobre 2018 alle ore 20,00 presso la Chiesa “Maria Santissima Assunta”.

Solista nella prima parte della serata, Fernando Toma, docente di violino al Conservatorio, eseguirà il Concerto in sol maggiore per Viola, Archi e continuo, TWV 51:G9 di G. P. TELEMANN. Nella seconda parte, il noto pianista galatinese Luigi Fracasso, insieme allo stesso don Daniele Albanese, si produrrà nel  Concerto in do minore per 2 Pianoforti e Archi, BWV 1062 di J. S. BACH. Il resto del programma, affidato alla sola orchestra, prevede dal Peer Gynt, op. 46:  Åses død (La morte di Åse) per archi di E. GRIEG, il Concerto in re minore per Archi e continuo, RV 127 di A. L. VIVALDI, Three Pieces in Old Style di H. M. GÓRECKI e “Palladio” per Archi di K. W. P. JENKINS.

Accetto volentieri l’invito a suonare per la seconda volta a Soleto – confessa il maestro Fracasso - visto l’affetto e la stima che mi lega a don Daniele, mio primo allievo”.

Il pianista galatinese sarà impegnato prossimamente in un recital a Venezia e  in alcune tra le più importanti sale europee.

 

Luigi Fracasso

Ammirato da Aldo Ciccolini, che ha scritto di lui: “…è un musicista vero, agguerritissimo, con idee sane sulla nostra arte e con un vivo senso della logica strumentale. …”, Luigi Fracasso, pianista salentino, svolge una significativa attività concertistica in Italia, Belgio, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Spagna, Messico, Australia, ecc., ospite di importanti istituzioni, suonando come solista e camerista (ha suonato in duo con illustri musicisti, quali Lya De Barberiis, Roberto Fabbriciani, Vincenzo Mariozzi).  Da solista con orchestra, ha suonato con la Orquesta Sinfónica del Estado de México, con la Brussels Philarmonic Orchestra, con I Solisti Aquilani, con la Fondazione I.C.O. “T. Schipa”, con la Mozart Sinfonietta, ecc. E’ stato allievo di Marcella Crudeli, Lya De Barberiis e Riccardo Brengola ed ha studiato presso il Conservatorio di Musica di Stato “T. Schipa” di Lecce, l’École Normale de Musique “A. Cortot” di Parigi e l’Accademia  Musicale Chigiana di Siena.

Luigi Fracasso è fondatore e direttore artistico della prestigiosa stagione concertistica salentina “I Concerti del Chiostro” giunta alla XX edizione, tiene masterclass ed è regolarmente invitato a far parte di giurie in Concorsi Pianistici Nazionali ed Internazionali. Il prossimo ottobre debutterà in Germania.

Gloria Romano

 

“La certificazione iniziale degli aerei M-345 comunicata nei giorni scorsi da Leonardo è il frutto di una forte sinergia tra industria, Ministero della Difesa e Forze Armate. Questa è una ulteriore conferma dell’eccellenza italiana, che viene riconosciuta nel mondo e porterà grande sviluppo nel territorio salentino” dichiarano il Deputato Leonardo Donno ed il Senatore Dino Mininno. “Gli aerei M-345 di Leonardo rappresentano il top della ricerca e della tecnologia italiana per quanto riguarda l’addestramento dei piloti della nostra Aeronautica, garantendo una migliore efficacia addestrativa, maggiore efficienza e una sostanziale riduzione dei costi di manutenzione.”
“Le certificazioni ottenute seguendo le normative più stringenti del DAAA AER(EP).P-21 permettono a questo velivolo l’apertura al mercato internazionale, in modo da rappresentare l’Italia nel mondo come sinonimo di leadership tecnologica” continua il pentastellato Mininno, “inoltre l’arrivo di questi aerei nella Scuola di Volo del Fortunato Cesari, conferma la volontà del Governo di indicare Galatina come eccellenza del sistema addestrativo internazionale, con evidenti ricadute economiche sul territorio”
"Nel dicembre del 2018 l'Europarlamentare Raffaele Fitto attaccò duramente il Governo Conte e il MoVimento 5 Stelle, perché a suo avviso la base aerea di Galatina rischiava di essere ridimensionata o addirittura chiusa, ma la vita fornisce sempre le risposte giuste al momento giusto, evidenziando in questo caso ancora di più l'incompetenza e la falsità di alcuni esponenti del centrodestra pugliese” chiosa, a gamba tesa, l’Onorevole Donno ”Fitto portò avanti la sua campagna elettorale attaccandoci tramite giornali e social network, chiedendo la mobilitazione dei salentini. Non aveva mai speso un secondo del suo tempo per Galatina ed ora voleva diventare il paladino di una battaglia a difesa della nostra base aerea.”
“Nel gennaio del 2019 partecipò anche ad un consiglio comunale a Galatina e qui, il nostro caro Raffaele Fitto, arrivò a dichiarare che la base sarebbe stata chiusa dal governo, mettendo addirittura in dubbio l’arrivo dei nuovi caccia di addestramento M-345 della Leonardo! Ma ora i nuovi aerei della Leonardo stanno per arrivare a Galatina, dopo aver completato il periodo di volo sperimentale e dopo aver ottenuto la massima certificazione internazionale.” Conclude Donno “ Raffaele Fitto sbagliava e, dopo la sua elezione al Parlamento Europeo con Fratelli d’Italia, è scomparso da Galatina, facendo la fine che augurava alla scuola di Volo del Fortunato Cesari: è proprio il caso di dirlo, ha preso il volo.”

M5S

 
Di Redazione (del 27/02/2021 @ 18:06:48, in Comunicato Stampa, linkato 956 volte)

La Procura di Lecce ha aperto tre fascicoli d'inchiesta sulle occupazioni abusive di alloggi popolari in provincia, oggetto di più esposti depositati dal portavoce salentino alla Camera dei deputati del M5S, Leonardo Donno.

Gli esposti sono il frutto di richieste di accesso agli atti avanzate nei confronti di Arca Sud, ente gestore degli alloggi, e di specifici episodi di dubbia natura di cui il parlamentare è venuto a conoscenza ed ha subito denunciato. Numeri su pratiche di decadenza e sgomberi al palo allarmanti in tutto il Leccese, lettere di sollecito ad intervenire inviate ai sindaci e spesso cadute nel vuoto, confronti con la Prefettura culminati nella tanto attesa, seppur timida, accelerata sul fronte sfratti degli abusivi: negli esposti c'è tutto questo e, di conseguenza, la richiesta di fare chiarezza su un iter di ripristino della legalità troppo lento e cavilloso ovunque. Il tutto a danno dei cittadini che avrebbero diritto ad un alloggio, salvo poi ritrovarsi per anni "parcheggiati" in graduatorie che non scorrono mai.

Titolari dei fascicoli d'inchiesta sono i Pubblici Ministeri Roberta Licci, Donatina Buffelli e Maria Vallefuoco. Le ipotesi di reato: invasione di terreni o edifici e rifiuto ed omissione di atti d'ufficio.

«Sono felice che la Procura abbia preso in carico la mia richiesta di far luce su una serie di vicende dai contorni poco chiari - commenta il deputato - Nell'esposto del 24 novembre dello scorso anno, ho chiesto di accertare un episodio che, se confermato, sarebbe gravissimo. In una registrazione di chiamata, di cui sono venuto in possesso, una residente di un alloggio popolare neretino riferiva ad un suo interlocutore della presenza di nuovi occupanti abusivi nel suo condominio. Questi ultimi - a dire della donna - sarebbero stati autorizzati ad occupare l'alloggio da un esponente della politica locale, vicino al sindaco Mellone ma non facente parte dell'amministrazione. Non finisce qui. Questo personaggio, anche a valle dell’intervento della Polizia Municipale, avrebbe invitato gli agenti a non procedere con i controlli del caso, consentendo l’accesso indisturbato agli immobili da parte degli occupanti abusivi, previo abbattimento delle porte». Questo, in sintesi, il contenuto della telefonata di cui Donno è venuto in possesso e che pure ha messo a disposizione degli inquirenti.
Nel primo esposto risalente a Gennaio dello scorso anno -continua Donno- ho chiesto di fare chiarezza, in generale, sull'iter di sgombero e assegnazione degli alloggi popolari a Lecce e provincia. Un percorso evidentemente troppo lento, cavilloso e, spesso, inconcludente. Fatto, quest'ultimo, certificato dai numeri allarmanti sulle occupazioni abusive in tutto l'hinterland leccese emersi dalle risposte fornite da Arca Sud alle mie richieste di accesso agli atti».

Donno porta avanti questa battaglia da circa due anni. «L'ultimo esposto, risalente al mese scorso - ricorda ancora il deputato - chiama in causa il primo cittadino del Comune di Otranto. Stando a quanto ho appurato, proprio il sindaco Cariddi sarebbe destinatario di un provvedimento di decadenza dall'assegnazione di un alloggio ArcaSud ancora oggi intestato a suo nome. Come è facile intuire, da più di tre anni (ossia dall'inizio del suo mandato) ne ha di certo perso il diritto, avendo una fonte reddituale non corrispondente ai criteri di assegnazione di una casa popolare. Eppure quell'abitazione popolare è ancora nella sua disponibilità. Il sindaco ha dichiarato di essere promissario acquirente dell'abitazione in questione. Alla Procura dunque - precisa Donno - ho chiesto di approfondire questa situazione, che chiama in causa ancor più da vicino le istituzioni. Auspico dunque che anche su questo episodio sia fatta chiarezza, per fugare ogni dubbio».

«Era il 24 luglio del 2019 -ricorda infine il deputato- quando, per la prima volta, ho reso nota la mia battaglia sul fronte occupazioni abusive degli alloggi popolari nel Leccese. I dati parlavano chiaro: si sono succedute lettere ai sindaci, incontri in Prefettura e interrogazioni ministeriali. Da allora, a timidi e lenti passi, qualcosa si è mosso. Ci sono sindaci che non hanno mai risposto alla missiva nella quale esortavo al ripristino della legalità. Quello che del resto si chiedeva - rimarca Donno - è il rispetto dei diritti delle persone da anni in graduatoria, in attesa di un alloggio che per Legge gli spetta. Nessuno ha chiesto di “buttare in strada” povera gente, nessuno. Ma di applicare i giusti criteri di assegnazione, questo sì. Soprattutto a fronte delle tante, tantissime famiglie che nel tempo hanno perso l’idoneità a poter fruire di un alloggio popolare, risultando oggi capaci di sostenere la spesa di un regolare affitto. Senza dimenticare poi - incalza Donno - tutti coloro che hanno trasformato le abitazioni popolari in depositi di mobilia o, peggio ancora, case-vacanza di soggetti già noti alle Forze dell’ordine e sicuri che la Legge non valga per tutti.

Gli approfondimenti che il sottoscritto ha condotto, e intende continuare a condurre - conclude - sono finalizzati proprio alla tutela dei più fragili, di chi subisce ingiustizie in silenzio e attende il suo turno per anni, parcheggiato in una graduatoria che non sempre è garanzia di legalità e giustizia. In tutto questo, il ruolo delle istituzioni deve essere nitido, trasparente e ben definito. Adesso non ci resta che aspettare che le indagini facciano il loro corso».

M5S

 
Di Redazione (del 11/08/2019 @ 17:49:31, in Comunicato Stampa, linkato 1024 volte)

Tutto pronto per i tre concerti di “Settembre in…Classica” che si terranno a Galatina presso l’ex Monastero delle Clarisse. Le serate, inserite nella rassegna estiva “A Cuore Scalzo”, sono state volute dall’Assessore alla Cultura, Dr.ssa Cristina Dettù, e saranno organizzate da I Concerti del Chiostro sotto la direzione artistica del M° Luigi Fracasso.

Nel primo appuntamento di lunedì 2 settembre il pubblico salentino  ascolterà Dado Moroni, pianista jazz italiano tra i più richiesti in Europa e in America. Il musicista farà precedere la sua performance da una interessante masterclass dal titolo “Viaggio attraverso i linguaggi del Jazz nella storia”.

Si procederà il 7 settembre con Alessandro Perpich al violino e Gabriella Orlando al pianoforte. I due artisti, attivi sui più importati palcoscenici internazionali, suoneranno musiche di W. A. Mozart, L. v. Beethoven e F. Kreisler.

Il 29 settembre chiuderà la serie di concerti lo stesso direttore artistico, Luigi Fracasso, “musicista – come venne definito dal Grande Aldo Ciccolini - vero, agguerritissimo, con idee sane sull’arte pianistica e con un vivo senso della logica strumentale” che si esibirà in un suggestivo recital pianistico con musiche di Bach-Busoni, L. v. Beethoven e F. Chopin.

I concerti avranno inizio alle ore 20,45 e saranno ad ingresso libero.

Sara Romano

 
Di Antonio Mellone (del 22/07/2017 @ 17:47:02, in Fetta di Mellone, linkato 2118 volte)

Non me ne voglia Pietro Aretino (1492 – 1556) - al quale osai paragonarmi un dì, ma soltanto per l’epitaffio vergato dal vescovo Paolo Giovio, onde lo scrittore d’Arezzo pare avesse trascorso la sua vita parlando male di tutti, eccezion fatta per Cristo, ma sol perché asseriva di non conoscerlo. Gli chiedo scusa, dicevo, se intitolo questa terza fetta di Mellone estiva come una delle sue raccolte di ottave e quartine più licenziose, e tuttavia più castigate degli invece ben più spinti “Sonetti lussuriosi”.

Non c’è, dunque, in questa terza fetta di Mellone, nulla di scostumato o lascivo o triviale che rievochi qualcuno dei dubbi ardenti del nostro poeta  rinascimentale (che comunque vi consiglierei di leggere, se non altro per trovare sollievo dalla calura del solleone salentino).      

E’ che a volte son preso anch’io da un dubbio amoroso (molti di meno, dunque, dei trentuno dell’Aretino) e talvolta mi vien la tentazione di uscire a comprare un teschio con cui discutere su chi dei due aveva ragione: se Dante Alighieri (1265 – 1321) o, a quattro secoli di distanza, suor Juana Inés de la Crux (1648 – 1695), a proposito d’amore (malattia endemica contro la quale non esistono vaccini ministeriali).

Premesso che non fa niente se ignoriamo i classici (il bello è invece che sono loro che conoscono noi), Dante e suor Juana in fatto d’amore la pensano in maniera diametralmente opposta.

L’Alighieri nel V canto dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca, al famosissimo verso 103 fa un’affermazione sconvolgente. Che è questa: “Amor che a nullo amato amar perdona”. Chi altri avrebbe mai potuto formularla con tal perfezione se non il Poeta [ecco perché m’incavolo come una iena: perché non io? E lo stronzo sì? Ndr.].

Ebbene, per Dante l’amore non esonera nessuna persona amata dall’amare a sua volta.

Secondo questo diciamo teorema si può affermare che sempre, fulmineamente, senza appello, chiunque s’innamori di una persona automaticamente non può che esserne corrisposto, ricambiato così su due piedi, con pari intensità. Non solo la reciprocità d’amore esiste eccome, ma essa è oltretutto istantanea e perfetta.

C’è chi afferma che questo funzioni solo con l’amore di Dio, per cui amare Dio ed essere amati è un’unica cosa. Ma a me non interessa ora approfondire questi concetti sconfinando in altri campi, come il teologico o il morale. A me interessa ora rimanere sulla terra (ovvero terra terra) e capire invece – magari mi ci darete una mano voi – se questa corrispondenza d’amorosi sensi è vera sempre, o se viceversa è più frequente il fatto che amiamo chi non ci ama e siamo amati da chi noi non amiamo, come se l’amore fosse, diciamo così, asimmetrico.

Guardate un po’ come esprime questi concetti la stupenda suor Juana Inés de la Crux:

L’ingrato che mi lascia, cerco amante

L’amante che mi segue, lascio ingrata;

costante adoro chi il mio amor maltratta

maltratto chi il mio amor cerca costante.

 

Chi tratto con amor, per me è diamante,

e son diamante a chi in amor mi tratta;

voglio veder trionfante chi mi ammazza,

e ammazzo chi mi vuol veder trionfante.

 

Soffre il mio desiderio, se ad uno cedo;

se l’altro imploro, il mio puntiglio oltraggio:

in ambi i modi infelice io mi vedo.

 

Ma per mio buon profitto ognor m’ingaggio

A esser, di chi non amo, schivo arredo

E mai, di chi non mi ama, vile ostaggio.

 

Chiaro come la luce del sole. Non necessita di alcun commento, questa che non è una poesia ma una vera e propria figata.

Una cosa è certa (e converrete con me): l’amore è il movente del mondo. La causa efficiente della vita. Sicché senza amore non c’è vita. Ovviamente molto meglio del sottoscritto (e non ci vuol mica tanto) sa esprimere questo concetto un’altra grande poetessa francese, Louise Labé (1525 – 1566) che scrisse il componimento che suona così:

Finché i miei occhi potran lacrimare

sulla gioia che un dì teco ho goduta,

finché la bocca mia non sarà muta

per i troppi sospiri e il singhiozzare,

finché la man mi potrà accompagnare

mentre canto il mio amor sull’arpa arguta,

finché il mio cuor d’accogliere rifiuta

ogni altra cura fuorché a te pensare,

io non domando ancora di morire.

Ma quando io senta inariditi gli occhi,

rotta la voce e la mano languire,

e quando il mio cuor mostri d’aver caro

che in questa vita amor più non lo tocchi

venga allor morte e anneri il giorno chiaro”.

*

Perché si ama, l’abbiamo appena visto: l’amore è, dunque, il pretesto della vita. Punto.

Ora vediamo per cosa e come si ama. Per chiarirlo chiedo una mano alla mia amica inglese Elizabeth Barrett Browning (1806-1861). Elisabeth ci spiega che non deve esserci per forza un motivo per amare: si ama per lo stesso amore e basta. Infatti:  

 

Se devi amarmi, per null’altro sia

se non che per amore.

Mai non dire: “L’amo per il sorriso,

per lo sguardo, la gentilezza del parlare,

il modo di pensare così conforme al mio,

che mi rese sereno un giorno”.

Queste son tutte cose

che possono mutare.

Amato, in sé o per te, un amore

così sorto potrebbe poi morire.

E non amarmi per pietà di lacrime

che bagnino il mio volto.

Può scordare il pianto

chi ebbe a lungo il tuo conforto

e perderti.

Soltanto per amore

amami sempre

per l’eternità.

*

Dove è nato tutto codesto amletico dilemma e dunque questa terza fetta di Mellone?

Ma ovviamente lungo il litorale, nei pressi del mio solito scoglio (che credo di avere ormai usucapito). Sedevo colà al calar del sole, e nel sovrumano silenzio miravo gli interminati spazi di là da quello, allorché, bella come l’aurora, fulgida come il sole e terribile come un esercito schierato in battaglia, si presenta davanti a me una donna, che dico, una Madonna. Solo che il portamento, le movenze e le curve di codesta apparizione mariana stimolavano certamente negli astanti (compreso dunque il sottoscritto) pensieri tutt’altro che religiosi, direi pure diversamente casti e pii.

La creatura, guarda un po’, si mette a conversare amabilmente con me, non con altri. Ride. Mi guarda negli occhi. Si tocca i capelli. E dopo un po’ mi fa: “Che tipo da spiaggia che sei. Anzi d’amare”. Penso di non aver affatto frainteso: sennò perché mai avrebbe fissato (lei!) un rendez-vous con me in altro orario e il altro loco?

*   

“All’alta fantasia qui mancò possa;/ ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,/ sì come rota ch’igualmente è mossa,/ l’amor che move il sole e l’altre stelle”. (Dante, Paradiso, XXXIII, 142-145).

Ebbene sì, ha ragione Dante. Da vendere. Ma talvolta anche suor Juana.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 26/01/2009 @ 17:37:22, in NohaBlog, linkato 4666 volte)


Carissimi amici, con l'imminente Festival di Sanremo avremo per la prima volta la possibilità di far qualificare fra i giovani il nostro concittadino Carmine Tundo in Arte ROMEUS con la bellissima canzone (scritta da se medesimo) "DOVE SI TOCCAN TERRA E NUVOLE" che potrete ascoltare sul sito
 
http://www.sanremo.rai.it/SR_canzoni 
(guara il video)

Romeus è già arrivato quarto alle prime selezioni. Gli serve un'ulteriore spinta affinchè si classifichi tra i primi 10 dei 50 rimasti. Confidiamo in tutti i gli amici ed i conoscenti che vogliano sostenerlo attraverso l'invio di qualche SMS al n. 48444 inserendo il Codice -W159- oppure da telefono fisso al n. 16477 cod. 159.  (leggi sotto).

Grazie a tutti e cordiali saluti da NOHA.IT
 
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Lunedì 26 gennaio verranno annunciati i 50 cantanti che proseguiranno la gara.
 
Le regioni più rappresentate sono Lombardia e Lazio con 14 giovani in gara, seguono Puglia (11) e Campania (9). Il Veneto vede 8 artisti ammessi, 5 per Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, 4 per Liguria e Marche, 3 per Piemonte, 2 per Abruzzo e Calabria. Un giovane in gara anche per Basilicata, Valle D'Aosta, Repubblica di San Marino e Svizzera.
 
Ecco i 90 artisti che accedono alla prima fase di Sanremofestival.59:
 
*Alibia con “La meccanica di Lagrange”, band campana
*Riccardo Ancillotti con “Fai così”, classe 1979, da Montecatini Terme
*Andrea Cassese Quartet con “Canzoni a lunga conservazione”, gruppo campano
*Ania con “Buongiorno gente”, cantautrice di origine napoletana
*Anthony Laszlo con “Un altro inizio”, duo torinese
*Manuel Autieri con “D'amore lontano”, cantautore di origine bolognese
*Simone Bacchini con “L'unica mia fede”, classe 1982, romano
*Giacomo Barbieri con “Fotografia in posa”, giovane cantautore di Zola Pedrosa, provincia di Bologna
*Alessandro Bardani con “28 anni”, 29 anni, romano
*Nicoletta Barra con “Ancora noi”, classe 1987, di Bracciano in provincia di Roma
*Beppe Stanco con “Mi hai perso”, cantautore, 30 anni, da Foggia
*Jacopo Bettinotti con “Certezze d'asfalto”, 32 anni, La Spezia
*B-Mora (Rodolfo Mannara e Olsi Arapi) con “Senti che mondo”, duo dalla provincia di Taranto
*Luca Butera con “L'orgoglio del creato”, 27 anni, da Catania
*Roberto Casalino con “Amore universale”, classe 1979, cantautore di Latina
*Marida Celestino con “Quando non è amore”, classe 1988, originaria di Cosenza
*Chiazzetta con “Aspettami al falò”,classe 1999, da Latina
*Emanuele Dabbono con “Ho ucciso Caino”, dalla provincia di Savona
*Dajana con “Lacrima in un oceano”, all'anagrafe Dajana D'Ippolito, 1981, Taranto
*Alessandra D'Angelo con “Come una goccia”, romana, classe 1987
*Dani Silk con “Sentire”, all'anagrafe Martines Daniela, classe 1981, Lecce
*Ranieri Di Biagio con “Sfere di cristallo”, 28 anni da Vimercate in provincia di Milano
*Diamante con “Disincanto”, all'anagrafe Daniele Vitrone, 26 anni, brasiliano di nascita ma romano d'adozione
*Dny'l con “Astinenza”, 1981, Putignano in provincia di Bari
*Alessandra Doria con “Resterò così”, classe 1990, Sant'Elpidio, Ascoli Piceno
*Andrea Facco con “L'eroe”, genovese, classe 1988
*Gruppo Elettrogeno con “Il motore ad acqua”, band milanese
*Her (Francesca Scaletti, Matilde Benvenuti, Leila Sampaoli) con “Non ti sento”, teen band al femminile proveniente da Firenze.
*I Cosi (Marco e Antonio) con “Dejà Vú”, duo milanese
*Giancarlo Ingrassia con “Sul filo”, 28 anni, da Castelvetrano in provincia di Trapani
*Ironique con “Amore a più non posso”, classe1975, da Molfetta
*Ivan con “Susan”, 21 anni, romano
*Kama con “Dimmelo”, al secolo Alessandro Camattini, classe 1976, da Desio (MI)
*Karnea (Davide, Paolo, Gabriele) con “Salice”, band lombarda
*Kimel con “Sperando che...”, cantautrice cremonese
*Le Fard (Tiziana Uccello e Rosanna Fardello) con “Prima di tradirmi”, duo di origine campana
*Logo (Stefan Scuro, Salvatore Cafiero Davide Mercaldi, Andrea Caputo) con “Nei tuoi passi”, band proveniente dalla provincia di Lecce
*L'Or (Lele, Kori, Gangio, Chris) con “Consapevole), rock band veronese
*Ylenia Lucisano con “Dimenticami”, classe 1989, Rossano Calabro
*Chiara Luppi con “Per un attimo”, cantante padovana di origine italo-armena, classe 1975
*Malamonroe (Eleonora Fiorani, Simone Cardinetti, Sergio Dini, Nicola Sbrozzi, Stefano Naldi) con “Principe”, gruppo marchigiano
*Marco Rò con “Un mondo digitale”, cantautore romano
*Antonio Marino con “Lei”, napoletano
*Miodio (Niko, Sanchez, Paul, Polly, Johnny Cena) con “Evoluzione genetica”, band proveniente dalla Repubblica di San Marino
*Monrau (band composta da Ricky, Nick, Ale e Frank) con “Sogni e caffè”, da Padova
*Motovario con “Come un gatto”, band catanese composta da 6 giovani musicisti
Naif con “Uccidimi”, all'anagrafe Christine Hèrin, classe 1981, valdostana
*Nadia Natali con “Donna a metà”, classe 1973, da Roma
*Nena (Matteo, Michele, Federico, Marcello, Serena) con “Nella tua mente”, band bergamasca
*Nicco Verrienti con “Gli artisti mangiano albicocche”, cantautore salentino
*Nico con “Francesca”, all'anagrafe Chiara Schiavinotto, padovana
*Enrico Nigiotti con “Tu incantevole”, cantautore livornese
*Orfen (Alex, Andrea, Luca, Marco) con “Su di me”, band proveniente da Palestrina in provincia di Roma
*Palconudo con “Tre secondi di normalità”, band genovese
*Passogigante con “Giovani Giusti”, gruppo toscano composto da 8 elementi
*PensieroZero (Irene, Luca, Fabio, Bruno, Michele) con “Vita nuova (la danza nel buio)”, band veneta
*Jacopo Ratini con “Stile anni '60”, 26 anni, romano
*Red con “Mi hai incasinato la vita”, all'anagrafe Luca Esposito, classe 1974, Napoli
*Rino De Maria con “Ciao cara”, napoletano classe 1982
*Romeus con “Dove si toccan terra e nuvole”, all'anagrafe Carmine Tundo, ventenne di Galatina Fraz. Noha (LE)
*Rumorerosa con “Non sei tu”, gruppo toscano
*Sabu e La Vigiliacon “Meglio di così”, gruppo siciliano
*Sally con “Dall'acqua e la polvere”, all'anagrafe Sara Moriconi, 23 anni, Tolentino, provincia di Macerata
*Marco Santilli con “Amarsi un pò”, classe 1982, nato in Svizzera
*Fabio Savarese con “Fragile”, classe 1986, Castellammare di Stabia (NA)
*Scotch Ale con “Non sei quella che vorrei”, band veneta
*Davide Scudieri con “La canzone di Sid”, classe 1975, da Pescara
*Secondavera con “Sarebbe bello”, band di provenienza marchigiana
*Giacomo Serafini con “Sarò con te”, da Pescara
*Carmen Serra con “Da oggi in poi”, classe 1977, Siracusa
*Pierpaolo Silvestri con “30 febbraio”, classe 1988, bolognese
*Silvia con “Volare via”, giovane cantante laziale
*SM58 con “Scritto sulla pelle”, band romana
*Spazi Vitali (Gianrock, MoNo, Miguel) con “Mettimi alla prova”, band lucana
*StranoEffettoClick (Hard, Dj Mirko, Aly, Miccia) con “Ricominciare da capo” band lombarda
*Studio 3 (Marco, Vetro e Gabriel) con “Sto quasi bene”, gruppo dalla provincia di Milano
*Svytols (Simone Bartucci, Giorgio e Gabriele Caserini) con “Il piede”, band della provincia di Milano
*Sync (Alessio, Fabio, Omar, Frengo) con “Segreti sogni”, band milanese
*Tanya con “Senza orizzonte”, 1984, Modena
*The Clockmakers (Camillo Masarotto, Stefano Galante) con “Diverso”, giovane duo padovano
*The Sunny Boys (Gianluca, Fabio, Fabrizio, G.A. Codnick, Marco) con “Respirando il mare”, band torinese
*Triacorda (Daniela, Antonella, Linda, Linda) con “Piccola come sei”, da Foggia
*Ultima con “Tardi”, quintetto pavese
*Wide (Antonio, Gianni, Beppe, Giorgio, Maurizio) con “Penelope”, band pugliese
*Windstorm (Alessandro, Filippo, Enrico, Simone) con “Un sogno per me”, band torinese
*Gaetano Zampetti con “Abbracciami”, 22 anni, di Benevento
*Barbara Zappamiglio con “Sono qui”, bresciana, classe 1983
*Giulia Zetti con “La libertà (Dentro i tuoi occhi nelle braccia e nel cuore)”, classe 1988, Sassuolo (MO)
*4Sound (Andrea, Marco, Gennaro e Gaetano) con “Una volta ancora”, Como
*5005 (Enrico, Cristiano, Marco, Angelo, Ivano) con “Provo a resistere”, gruppo proveniente da Santhià, provincia di Vicenza
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In mattinata i sindaci del circondario galatinese e i referenti del Comitato civico ambiente e salute incontreranno l’assessora Maraschio, in un tavolo avviato a marzo. Dal rapporto Arpa, redatto al termine dell’ispezione di luglio, emergono livelli di sostanze nocive nelle acque che supererebbero la soglia consentita

Potrebbe essere una giornata significativa, quella di oggi, per la vicenda Colacem di cui abbiamo scritto nelle scorse ore, allegando documenti in esclusiva. Nella tarda mattinata, infatti, il Coordinamento civico ambiente e salute e i sindaci del circondario galatinese incontreranno l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio e il capodipartimento Ambiente, Paolo Garofoli.

Intanto, però, spunta un verbale di prescrizione nei confronti del cementificio che l’Arpa, l’Agenzia regionale protezione ambientale, ha inviato alla Procura della Repubblica di Lecce a settembre scorso. Al termine del rapporto di un’attività ispettiva ambientale eseguita all’interno dello stabilimento galatinese, l’Arpa ha inoltrato comunicazione di notizia di reato alla Procura, ravvisando ipotesi contravvenzionali in materia ambientale. Nel verbale si segnalano criticità e non conformità, solo parzialmente chiuse dall’azienda.

Il rapporto Arpa

Dal Dipartimento ambiente provinciale dell’Arpa e dal Dipartimento Impiantistica e rischio industriale sono state impartite alcune prescrizioni nei confronti di Colacem, al termine di un sopralluogo ordinario eseguito in tre giornate nel mese di luglio del 2020. Nel rapporto conclusivo redatto dai funzionari dell’Agenzia regionale di protezione ambiente sono state riscontrate delle irregolarità in materia di tutela ambientale, poi comunicate alla Procura della Repubblica di Lecce. Limiti sarebbero stati per esempio superati relativamente alla presenza di Cadmio, Nichel, Piombo e Nitriti all’interno delle acque sotterranee: parametri superati di un decimo rispetto a quelli consentiti. Ma le anomalie - che l’azienda avrebbe solo parzialmente sanato - riguarderebbero diversi aspetti, legati tra gli altri anche ai sistemi idraulici di separazione delle acque.  “Alcune superfici scolanti impermeabilizzate, limitrofe all’impianto di trattamenti delle acque meteoriche denominato Area B non sono dotate d una rete di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche medesime”, si legge nel verbale.

Tra le criticità sollevate dagli ispettori regionali anche quelle relative agli impianti di trattamenti delle acque meteoriche denominati Area B  e Area C: "Sono dotati ognuno di un dissabbiatore, ubicato a monte dell’impianto, che al momento del sopralluogo risultavano pieni d’acqua sebbene fossero trascorse più di 48 ore dall’ultimo evento meteorico, non garantendo, pertanto, le condizioni previste dall’articolo 10 del Regolamento della regione Puglia del 9 dicembre del 2013, e la separazione delle acque di prima pioggia dalle acque di dilavamento successive (acque di seconda pioggia)”. Tre le righe del verbale inoltrato alla magistratura  si legge ancora: “Tutti gli impianti delle acque meteoriche, a servizio delle zone A, B,C, D, non sono dotati di un idoneo sistema di deviazione idraulica, attiva o passiva, che consenta di separare le acque di prima pioggia dalle acque di dilavamento successive”. Alla ditta è stato pertanto imposto di procedere con l’adeguamento degli impianti non in regola, entro 90 giorni a partire da settembre.

Il tavolo presso l’Assessorato ambientale

Il tavolo regionale, avviato già dal mese di marzo, si metterà in giornata al lavoro per un’analisi sull’impatto ambientale e sanitario prodotto dal cementificio di Galatina sul territorio. La richiesta giunta sulla scrivania dell’assessorato all’Ambiente è quella di ridurre la pressione ambientale, subordinando l’autorizzazione a Colacem alla Valutazione di impatto sanitario (Vis) da effettuarsi secondo linee guida accreditate a tutela della salute delle comunità del Galatinese. Una richiesta già indirizzata, a dicembre scorso, ad Aress Regione Puglia dal Dipartimento di prevenzione della Asl  Lecce per “le potenziali ricadute cumulative di tutte le attività produttive presenti nell’area industriale di Galatina-Soleto”. (Alleghiamo nuovamente la missiva di Asl Lecce, qui accanto)

Tra le priorità prese in esame in giornata, la riduzione della pressione ambientale e del consumo delle risorse (244 litri di acqua per 309mila e 900 tonnellate di cemento prodotto a Galatina), lo stop cautelativo all’impianto, in attesa della realizzazione della Vis, nell’area Galatina-Soleto con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche della provincia. Valutazione che dovrebbe essere eseguita preliminarmente e non successivamente al rilascio dell’autorizzazione. Insomma, sarebbe un bene che l’ente Provincia accertasse la compatibilità di un simile stabilimento con il diritto alla salute della comunità, prima del rilascio di qualunque autorizzazione.

 I riflettori del tavolo istituzionale sono dunque tutti puntati sul riesame dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale al cementificio sede legale a Gubbio, concessa nel febbraio del 2018 dalla Provincia di Lecce, rianalizzata nel 2019. Il tutto sebbene undici single mediche e due autorevoli studi realizzati da Asl Lecce, Cnr e Istituto superiore della Sanità abbiano già snocciolato preoccupanti dati scientifici relativi all’incidenza dei tumori polmonari proprio in quella porzione dell’entroterra salentino. L’intero circondario è stato infatti dichiarato dall’Iss “area cluster per tumori polmonari”. 

La preoccupazione dei Comuni e del Comitato civico

I primi cittadini dei Comuni che orbitano attorno a uno dei cementifici tra i più grandi d’Europa hanno presentato ricorso al Tar: quest’ultimo si esprimerà a ottobre prossimo.  Della questione se ne parlerà nella Conferenza dei servizi, in Provincia, prevista per il prossimo 18 maggio e rinviata nelle ultime ore al 4 giugno. Proprio l’ente di Palazzo dei Celestini, con presunte violazioni della normativa processuale, ripropone infatti di riesaminare l’Aia relativa all'impianto di produzione di materiale laterizio (clinker) per 500 tonnellate al giorno: ma quel provvedimento è oggetto di un giudizio di annullamento davanti al Tribunale amministrativo regionale. Lo stabilimento galatinese è inoltre oggetto di consulenza tecnica d’ufficio, conferita nel dicembre del 2019.

Diverse le presunte anomalie emerse nel provvedimento autorizzativo e sulle quali il Comitato e le amministrazioni comunali vogliono vederci chiaro, chiedendo alla Provincia di esprimersi. Nella voce “scarichi idrici”, per esempio, non sarebbe presente un richiamo al rispetto dei limiti dello scarico e per il monitoraggio delle acque sotterranee, mentre le prescrizioni sulle emissioni sono ritenute insufficienti. Senza tenere conto, inoltre, che il monitoraggio di alcune sostanze inquinanti emesse dovrebbe essere eseguito di continuo, non estemporaneamente. E, soprattutto, questo stesso controllo dovrebbe essere effettuato da soggetti indipendenti e non dalla proprietà dello stabilimento.. Mancherebbero, infine, dei vicoli circa l’utilizzo del coke da petrolio.

L’impianto industriale Colacem, attivo da quasi 80 anni,  produce circa 600mila tonnellate all’anno di anidride carbonica. Se il progetto di utilizzare Css venisse autorizzato (il combustibile solido secondario, derivante dalla centrale di Cerano), le emissioni si andrebbero a sommare a carbone, olio pesante e coke da petrolio. Quest’ultimo era considerato fino ad alcuni anni addietro un rifiuto tossico e altamente nocivo. Tanto che un maxi sequestro di quella ritenuta sostanza ritenuta dannosa- eseguito dai carabinieri del Noe nel 2008 all’interno dell’ex Ilva - rappresenta un importante pezzo delle cronache pugliesi.

Valentina Murrieri
(Fonte: Lecceprima)

 

Venerdì 10 maggio alle ore 18:30, nella Sala conferenze dell’ex Palazzo De Maria, in Corte Taddeo, ospiteremo Rosanna Calcagnile, costume e fashion designer, che terrà una conferenza dal titolo “I pionieri della moda”, con introduzione della consigliera Rosa Anna Valletta.

Il processo di produzione della moda è tra i più articolati dell'economia italiana: un mondo affascinante che apre le porte dei mercati più remoti e offre numerose opportunità di lavoro. Nel fashion system, infatti, dove si incrociano gusto, creatività, comunicazione e spettacolo, lavorano migliaia di professionisti.

Uno stilista salentino di fama internazionale, Carlo Capasa, guida la Camera Nazionale della Moda Italiana che è l'associazione che disciplina, coordina e promuove lo sviluppo della Moda Italiana e si propone di tutelarne, coordinarne e potenziarne l'immagine, sia in Italia sia all'estero. 

Nel territorio salentino una voce di rilievo in questo settore è quella della nostra ospite Rosanna Calcagnile, stilista di alta moda, costumista per il cinema e il teatro, creatrice di stili classici e innovativi. Ha approfondito la sua formazione attraverso il confronto diretto con le culture artistiche italiane e internazionali e, da una visione pionieristica dell'impresa di moda, nel 1984 ha fondato la prima Accademia di Costume e Moda salentina che porta il suo nome.

In questo laboratorio di ricerca, con il suo staff stilistico, elabora risorse stilistiche in sintonia con i segni e i simboli del tempo, in collaborazione con le principali case di moda e le produzioni teatrali e cinematografiche per l’inserimento lavorativo dei suoi studenti che arrivano ormai da tutte le parti del mondo.

Oggi la sua Accademia è partner strategico della facoltà di Filosofia dell’Università del Salento, dell’Università Montenegrina e vanta un patto di collaborazione con il museo Castromediano di Lecce.

Di grande spessore i lavori a sua firma, tra i quali ricordiamo il disegno e la realizzazione delle divise per l'identità degli operatori culturali del Museo Castromediano (2019); nel ruolo di costumista il disegno e la realizzazione dei costumi per il teatro “Ode ai 7 vizi capitali”, opera itinerante con la regia di Rosalba Fantastico di Kastron (2021); quelli per la Notte della Taranta (2022), in occasione del 25° anniversario dell'evento musicale più importante del Salento.

Nel 2023 la Velvet Produzioni Roma, la sceglie nel ruolo di costumista per il cortometraggio su Carmelo Bene "Sono apparso alla Madonna", diretto da Fabio Morgan ed attualmente è impegnata ne "La città dei santi di carta", un docufilm ambientato nel 1860, che racconta le botteghe artigiane salentine, con la regia di Pascal Pezzuto.

Numerosi, infine, sono i riconoscimenti nazionali ed internazionali per la sua attività professionale e sociale.

Mario Graziuso

 
Di Antonio Mellone (del 24/01/2021 @ 17:24:48, in NohaBlog, linkato 1400 volte)

La telefonata giuntaci qualche giorno fa dal locale comando di polizia municipale ci mise subito sull’attenti: “Oddio, cos’abbiamo combinato questa volta a Noha.it? Pestato i calli a qualcuno? Una multa? Qualche politico frignante che ce le manda a dire manu militari? La solita querela auto-caricaturale?”

Fortunatamente nulla di tutto questo, soltanto un garbato invito alla festa dei vigili urbani di Galatina per mercoledì 20 gennaio, solennità di San Sebastiano, protettore della categoria (come da breve di Pio XII del ‘57), da tenersi nell’omonima chiesa sorta a suo tempo sull’omonimo, diciamo, colle cittadino.

Senza alcuna illusione di eventuali Superbonus Contravvenzione a mo’ di adeguato guiderdone per la partecipazione, e in assenza di personali “improrogabili impegni” (dichiarazione sovente addotta con una certa prosopopea), al fronte fu inviato il sottoscritto. Che poi, diciamocelo francamente, intervenire a una siffatta celebrazione, tanto sobria per contenuto e durata, non è mai così defatigante come, per dire, ricoprire il ruolo di commensale in un matrimonio (il cui impegno continuativo è contenuto nella locuzione “finché morte non vi separi”). Oltretutto una festa è per definizione un’infrazione al divieto di sosta imposto dall’universale frenesia delle giornate, e perciò un’occasione per fermarsi a riflettere.

E la prima cosa che non può non venirti in mente in questi frangenti è la solidarietà nei confronti di questi lavoratori, un tempo chiamati semplicemente guardie ovvero  cuardie nello slang salentino (da cui Michelino-cuardia, Vito-cuardia…), che nella nostra comunità s’aggirano intorno alla ventina di unità (esclusi i quattro ausiliari a tempo determinato, cioè i precari a tutele decrescenti): troppo pochi invero per riuscire a fronteggiare serenamente la miriade di incombenze che il ponderoso manuale del poliziotto urbano contempla tra scartoffie d’ufficio, le più gravose, e i pattugliamenti in strada, gli interventi domiciliari, i controlli, le notifiche, i rilevamenti negli incidenti d’auto, i piantonamenti istituzionali, eccetera, e questo sotto ogni cielo e bollettino meteo.

Se a tutto ciò aggiungiamo l’interpretazione degli ultimi Dpcm sventagliati a raffica, l’indisciplinatezza annidata fin dentro la cavità midollare di certi concittadini, il tasso di litigiosità paesana corroborata da un’infinità di legulei pronti all’uso, si capirà quanto, per ricoprire certi incarichi, non sia sufficiente né il master in diritto privato penale e amministrativo, né la magistrale in sociologia con indirizzo in psichiatria comunitaria.

È inutile qui dilungarci sull’inciviltà domestica, tipo lo sport del lancio dal finestrino del sacchetto della spazzatura a guisa di giavellotto, roba da medagliere olimpico, o tipo gli scambisti da marciapiede, dico di certi proprietari di cani al guinzaglio usi a  scambiare i transiti pedonali per vespasiani cinofili.

Quanto al tasso di litigiosità temeraria meglio non infierire. Tutti risoluti a chiedere telecamere in ogni angolo di Galatina e dintorni in nome della sicurezza; ma quando finalmente codeste telecamere, sempre in nome della sicurezza, diventano implacabili autovelox apriti cielo: tutti pronti a contestare in giudizio l’accertamento dell’infrazione in quanto “il marchingegno non fu opportunamente segnalato” [ma, di grazia, non sarebbe già sufficiente il limite di velocità? Ndr.].

*

Due anni fa a Noha, economizzando sulla precedenza in un incrocio di uguale importanza, provocai un incidente: la vettura concorrente centrò in pieno lo sportello destro della mia (anzi entrò risoluta nello sportello destro della mia). Me ne accollai la colpa, anche al cospetto dei vigili intervenuti per i rilievi. Quel pomeriggio inoltrato avevo premura, in quanto invitato in quel di Melendugno a presentare un libro, e chiesi se fosse possibile velocizzare i tempi e includere l’eventualità di farmi vivo all’indomani per la multa di rito. La vigilessa, invero molto cordiale, si fidò di me: “Vada tranquillo, e vada piano. Ci vediamo domani”.

Il giorno seguente, dunque, mi presentai al Sedile di via Vittorio Emanuele II, la sede storica dei VV.UU., quella con gli stemmi civici scolpiti sulla facciata (il quattrocentesco con le sole chiavi decussate, e il settecentesco con chiavi, civetta e corona), ritirai il verbale, e chiesi l’Iban per il pagamento del dovuto. La medesima vigilessa della sera precedente mi chiese se per caso avessi intenzione di contestare quella sanzione pecuniaria. Le risposi: “ E perché mai? Ho sbagliato e quindi pago”.

Mi guardò come fossi atterrato da Marte.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 06/09/2010 @ 17:16:59, in Fotovoltaico, linkato 3991 volte)
"Rispondiamo al sindaco con questo bellissimo saggio di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, giornalisti del Corriere della Sera. Se avrà l'intelligenza di leggerlo e capirlo forse inizierà ad appoggiare le nostre battaglie".
Firmato:
I dialoghi di Noha
(Quei quattro assolazzati agostani dei suoi concittadini, che invece di andare al mare, si battevano per capire come mai le mafie degli incentivi statali stanno devastando irreversibilmente la campagna NOHANA, ultima barattata per la ristrutturazione di un canile e di un giardino del Rione Italia).

Pannelli solari e pale tra gli ulivi E la storia muore

Pier Paolo Pasolini: «In quello slanciato ammasso di case bianche, inanellato da lungomari e moli, la gente vive una vita autonoma, quasi ricca, si direbbe, quasi non ci fosse soluzione di continuità con qualche periodo della storia antica»Sulla «Collina dei Fanciulli e delle Ninfe», legata a miti antichissimi, si vogliono costruire immense pale eoliche alte 80 metriA pochi chilometri da dove nacque l' ultimo ministro borbonico, il miraggio (e i quattrini) delle energie alternative distruggono il paesaggio

 

 

Tira una brutta aria eolica, per le ninfe e i fanciulli che da millenni vivono tra gli ulivi secolari del meraviglioso colle San Giovanni a Giuggianello: non hanno i timbri in regola. C' è chi dirà: ma se ne hanno scritto Nicandro e Ovidio e probabilmente pure Aristotele! Fa niente: non hanno i timbri in regola. Lo dice una sentenza del Consiglio di Stato. Secondo il quale un posto può anche essere la culla della memoria magica di un popolo ma se non ha le carte in regola, cioè un timbro della sovrintendenza che dice che effettivamente è la culla della memoria magica di un popolo, non ha diritto a tutele. Testuale: «A prescindere dal fatto che tali miti e leggende non risultano essere stati individuati da un provvedimento legislativo, non si vede come l' impianto degli aerogeneratori possa interferire su tale patrimonio culturale». Appunto: «non si vede». Nel senso che i giudici non hanno «visto» l' area in cui dovrebbero sorgere le immense pale eoliche se non sulla carta. Perché certo non avrebbero mai potuto scrivere una cosa simile se fossero saliti su queste colline dolci che hanno incantato nei secoli i viaggiatori. Se avessero visto, scavata nella viva roccia, l' antica e commovente chiesetta rupestre di San Giovanni. Se si fossero fermati davanti a questi massi enormi dalle forme incredibili che scatenarono le fantasie e la devozione dei nostri avi. Se avessero camminato all' ombra di questi ulivi grandiosi. Come può un paradiso bucolico come questo non essere devastato da 12 pale eoliche alte 80 metri cioè quanto 12 palazzine di 25 piani? Eppure questo, salvo miracoli, è il destino della Collina dei Fanciulli e delle Ninfe a Giuggianello, pochi chilometri a sud della strada che da Maglie porta a Otranto, nel Salento. Non è un punto qualunque sulla carta geografica, questa collina. Come spiega l' ambientalista Oreste Caroppo in un delizioso saggio, è conosciuto «l' Acropoli della civiltà messapico-salentina antica». Qui sono ambientate da migliaia di anni leggende riprese da Nicandro di Colofone: «Si favoleggia dunque che nel paese dei Messapi presso le cosiddette "Rocce Sacre" fossero apparse un giorno delle ninfe che danzavano, e che i figli dei Messapi, abbandonate le loro greggi per andare a guardare, avessero detto che essi sapevano danzare meglio. Queste parole punsero sul vivo le ninfe e si fece una gara per stabilire chi sapesse meglio danzare. I fanciulli, non rendendosi conto di gareggiare con esseri divini, danzarono come se stessero misurandosi con delle coetanee di stirpe mortale; e il loro modo di danzare era quello, rozzo, proprio dei pastori; quello delle ninfe, invece, fu di una bellezza suprema. Esse trionfarono dunque sui fanciulli nella danza e rivolte ad essi dissero: "Giovani dissennati, avete voluto gareggiare con le ninfe e ora che siete stati vinti ne pagherete il fio". E i fanciulli si trasformarono in alberi, nel luogo stesso in cui stavano, presso il santuario delle ninfe. E ancora oggi, la notte, si sente uscire dai tronchi una voce, come di gente che geme; e il luogo viene chiamato "Delle Ninfe e dei Fanciulli"». Un mito rilanciato, come dicevamo, da Publio Ovidio Nasone. E trattato anche nel Corpus Aristotelico dove si accenna al salentino Sasso di Eracle: «Presso il Capo Iapigio vi è anche una pietra enorme, che dicono venne da Eracle sollevata e spostata, addirittura con un sol dito». E coltivato dai contadini della zona che raccomandavano ai figlioletti di non andare a giocare alle rocce del «Letto della vecchia», del «Sasso di Eracle» e del «Piede di Ercole», spiega Caroppo, perché potevano «apparire loro le fate» e chissà quale incantesimo erano capaci di fare. Leggende. Ma nessuno, un tempo, avrebbe osato profanare un sacrario della memoria antica come questo. Così come nessuno avrebbe osato abbattere migliaia di ulivi stuprando quella che da secoli è l' immagine stessa del Salento. Marcello Seclì, presidente della sezione salentina di Italia Nostra, non si dà pace mentre ci trascina tra i viottoli delle campagne tra Parabita e Gallipoli e poi a Scorrano e a sud di Maglie e mostra come intere colline siano state tappezzate da quell' altra forma di violenza alla natura che possono essere le distese sterminate di pannelli fotovoltaici. Pannelli bruttissimi. Giganteschi. Tirati su senza rispetto per la natura. Per la fatica dei nostri nonni che piantarono gli ulivi sradicati. Per la vocazione turistica dell' area. Fa impressione rileggere oggi quel che mezzo secolo fa scriveva sul «Corriere» Alberto Cavallari parlando del Salento come del «più bel paesaggio d' Italia»: «Sorgono nel leccese i paesi più affascinanti del Sud, come Nardò, o la città morta di Otranto. Restano infatti i borghi civili, asciugati dal mare e dal vento, nitidi come la loro povertà. Le coste, spesso frastagliate nello scoglio, non sono ancora deturpate: sono piene di grotte, leggendarie e favolose, mentre lontano si vedono le "pagliare" dei pastori, e i riverberi, i luccichii dei due mari (come una volta scrisse Piovene) "sembrano quasi incontrarsi a mezz' aria" nel punto in cui l' Italia finisce, o meglio sfinisce, dentro l' atmosfera di un miraggio». Non aveva dubbi, Cavallari: «Difendere questa provincia e conservarla è così certo l' unico modo di fare della buona economia». Questo doveva fare, il Salento: puntare su «un turismo di classe, come quello che si svolge in Grecia, redditizio e ricco, e certo meglio di un' industrializzazione assurda e asfittica». I dati di questi giorni dicono che il turismo è davvero la chiave della ricchezza salentina. L' Apt gongola sventolando un aumento del 5%, che in questi tempi di magra vale doppio. E contribuisce a «collocare il Salento ai vertici della classifica nazionale». Italiani, soprattutto. Ma anche tanti stranieri. In testa tedeschi, francesi e inglesi. Vengono per vedere la cattedrale di Otranto e inginocchiarsi davanti alle reliquie dei morti nella strage del 1480 ed emozionarsi nel leggere che il corpo senza testa di Antonio Pezzulla detto il Primaldo, il primo degli ottocento martiri di Otranto a venire decapitato per ordine del Gran Visir Achmet «lo Sdentato», «si alzò e restò in piedi fino al termine della strage e non ci fu forza che valesse ad atterrarlo». E poi vengono per le orecchiette e i turcinieddhri e le ' ncarteddhrate e tutte le altre leccornie della formidabile cucina salentina e il suo olio e il suo vino. E vengono per la notte della Taranta, quando a fine agosto accorrono in decine di migliaia a Melpignano per ballare e ballare fino a uscir di senno con la «pizzica pizzica». Ma verrebbero ancora, se il Salento fosse definitivamente stravolto da una edilizia aggressiva che ha già deturpato parte delle sue coste come a Porto Cesareo, San Cataldo o Ugento? Se le distese di ulivi che costituiscono la sua essenza fossero sistematicamente rase al suolo? Se questo panorama che trae la sua bellezza non dalla vertigine delle vette dolomitiche ma dalla dolcezza delle distese appena ondulate venisse trafitto da centinaia e centinaia di pale eoliche? «Lecce, città dell' arte, / se ne infischia / di chi arriva e di chi parte», dice un vecchio ritornello usato dagli antifascisti il giorno in cui Achille Starace, il braccio destro di Mussolini che era nato a Sannicola, tornò in pompa magna della terra natia. E per certi versi la città è rimasta così come la vide Cavallari. Una città «aristocratica, spagnolesca, narcisista». In qualche modo «tagliata fuori dalla Puglia dinamica». Dove, nonostante l' orrore di certi quartieri residenziali e la bruttura della ragnatela di cavi neri che dovrebbe servire la metropolitana di superficie incompiuta da un mucchio di anni, è ancora emozionante camminare tra pietre e chiese di rara eleganza. Il problema di chi arriverà ancora e di chi se ne andrà, però, esiste. E dipende dal rischio di un' accentuazione del degrado paesaggistico. Cinquantuno anni dopo, il reportage a puntate lungo le coste scritto da Pier Paolo Pasolini per la rivista «Successo» e riproposto nella versione integrale con il titolo «La lunga strada di sabbia» da Contrasto, va riletto: «In quello slanciato ammasso di case bianche, inanellato da lungomari e da moli, la gente vive una vita autonoma, quasi ricca, si direbbe, quasi non ci fosse soluzione di continuità con qualche periodo della storia antica, che io non so, né faccio in tempo a capire: il demone del viaggio mi sospinge giù, verso la punta estrema. Ci si arriva lentamente, mentre intorno la regione si trasforma, si muove in piccole ondulazioni, si ricopre d' ulivi. Santa Maria di Leuca si stende lungo il mare con una fila di villini liberty, lussuosi, rosei e bianchi, incrostati d' ornamenti, circondati da giardinetti...» Fece una gran fatica, PPP, «nel sole feroce» ad arrivare fino alla punta estrema del tacco d' Italia, fino a questo splendido promontorio dove, come ha scritto Giuseppe Salvaggiulo nel libro collettivo «La colata» scritto con Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve e Ferruccio Sansa, «sei ancora sulla terra, ma ti senti già in mare». E forse proprio per questo tanti viaggiatori ci vengono ancora: perché non è alla portata di tutti, appena fuori da uno svincolo autostradale come tanti vacanzifici traboccanti di discoteche, bazar e McDonald. Perché arrivarci costa fatica. E questa fatica appare loro in qualche modo obbligata per assaporare il gran premio finale: la vista su un mare di una bellezza che ti mozza il fiato. Diceva il poeta e saggista Franco Antonicelli, in occasione di un lontano viaggio con Italo Calvino: «Anche Reggio Calabria è alla fine della penisola, ma subito dopo c' è l' isola e subito dopo l' Africa; non c' e tempo di perdersi. Ma a Leuca sì...» Di là del promontorio c' è il mare. Solo il mare. «Uffa!», sbottano gli «sviluppisti». E dicono che no, anche il luogo più lontano d' Italia, quello che partecipò al processo unitario solo con Liborio Romano, di cui parla Nico Perrone, deve essere collegato al resto del mondo con una superstrada. Un' arteria che dovrebbe partire da Maglie e scendere giù per 40 chilometri, con le sue 4 corsie per 22 metri complessivi e un viadotto di 500 metri su 26 piloni di cemento fino a una mastodontica rotonda del diametro di 450 metri, lunga un chilometro e mezzo, che intrappola un' area estesa quanto 23 campi di calcio. Una mostruosità, dicono gli ambientalisti. Che stanno dando battaglia a colpi di ricorsi un po' a tutto. Alla superstrada voluta da Raffaele Fitto, il giovane ministro amatissimo da Berlusconi e figlio di quella Maglie che in passato aveva dato all' Italia uomini della statura di Aldo Moro. A ulteriori cementificazioni di coste già abbruttite da lottizzazioni selvagge. Al progetto spropositato di quadruplicare il santuario di Santa Maria de Finibus Terrae svettante su Santa Maria di Leuca e farne un edificio (citiamo ancora «La colata») di «ventiduemila metri cubi eretti su una superficie grande la metà di un campo di calcio per ospitare otto celebrazioni giornaliere, presbiterio con annesso palco per quaranta sacerdoti concelebranti, penitenzieria con almeno dieci postazioni confessionali, aule per catechesi e attività connesse».. Battaglie difficili. Segnate a volte da sconfitte sconcertanti. Come quella della sentenza sulla Collina delle ninfe che ribaltava il verdetto del Tar che aveva accolto in pieno la tesi dell' avvocato Valeria Pellegrino spiegando che l' impianto eolico andava bloccato perché quei miti e quelle leggende millenarie avevano determinato «un legame tra le popolazioni che ruotano attorno all' area de qua che va ben oltre la percezione visiva e dunque fisica dei luoghi». O come un altro verdetto del Consiglio di Stato che, anche qui ribaltando il precedente giudizio del Tar che dava ragione all' avvocato di Italia Nostra Donato Saracino, ha accolto le tesi della società tedesca Schuco International. La quale aveva comprato terreni a Scorrano per metterci un mare di pannelli fotovoltaici per un totale di una quindicina di megawatt. Un impianto enorme. Frazionato in quattro pezzi diversi, con una furbizia «all' italiana», per stare al di sotto di certi limiti ed evitare la grana della Via, la valutazione dell' impatto ambientale. Vi chiederete: come mai anche i tedeschi vengono a investire nel Salento? Perché nel nostro Paese del Sole, dove fino al 2006 si produceva con i pannelli 70 volte meno che nella «grigia» Germania, è stata fatta una scoperta: il «solare» può essere una manna. I dati dicono che nel 2009 l' elettricità da fonti rinnovabili è aumentata del 13%. Ma se l' eolico ha avuto una crescita del 35%, il fotovoltaico ha registrato in dodici mesi un boom: + 418%. Tredici volte di più. Sia chiaro: come per le pale eoliche, anche per il fotovoltaico vale lo stesso discorso. C' è modo e modo, c' è luogo e luogo. Gli incentivi, qui, sono faraonici. Come in nessun Paese al mondo. In base alle regole introdotte nel 2007, per esempio, si prendono i soldi per l' elettricità prodotta anche per impianti microscopici. E tutto si scarica sulle tariffe: più energia rinnovabile viene prodotta, più le bollette sono care. La progressione è geometrica. Nel 2008 gli incentivi fotovoltaici hanno pesato sugli utenti per 110 milioni di euro? L' anno seguente sono triplicati: 344. Ovvero un sesto di quanto abbiamo speso per incentivare le fonti rinnovabili: oltre 2 miliardi di euro. Conto salito nel 2010 a 3 miliardi. «Quasi il 10% - ha detto il presidente dell' Autorità per l' Energia Alessandro Ortis -, dell' intero costo del sistema elettrico» nazionale perché «l' incentivo medio risulta pari a circa il doppio del valore dell' energia prodotta. Così paghiamo l' energia incentivata 3 volte quella convenzionale». E questo in un Paese dove già prima dell' esplosione di questo business le bollette erano le più care d' Europa. Ma è niente, rispetto alle previsioni dell' authority. La quale ipotizza, nel caso di raggiungimento degli obiettivi assegnati per il 2020 da Bruxelles ai vari Stati europei, una spesa aggiuntiva astronomica a carico di chi paga la bolletta: cinque miliardi l' anno per il 2015, sette per il 2020. Dei quali metà per i soli pannelli fotovoltaici. E questo, dice l' Autorità per l' energia, anche nel caso in cui gli incentivi vengano ridotti via via al 50%. Il guaio supplementare è che in un territorio urbanizzato come quello italiano, i pannelli finiscono per rubare terreni all' agricoltura. Alla faccia dei dubbi che già negli anni Novanta aveva manifestato Carlo Rubbia secondo il quale «per soddisfare la metà del nostro futuro fabbisogno elettrico con l' energia solare servirebbero circa 22.000 chilometri quadrati di pannelli, un' area grande più o meno quanto tutta la Sardegna». Ma sapete com' è fatta l' Italia: o tutto o niente. Così, dal totale disinteresse per le fonti rinnovabili, si è passati a un eccesso di incentivi. Mettetevi nei panni di un agricoltore: perché dovrebbe arare, seminare e trebbiare quando è molto meno faticoso e più redditizio riempire un campo di pannelli? E rieccoci in Puglia e nel Salento. Dove a chi installa meno d' un megawatt è sufficiente presentare, come abbiamo visto, una semplice Dia. Se la regione con più impianti fotovoltaici è la Lombardia (13.617), seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, la Puglia è quella che produce di più: 295 megawatt, dei quali 239 prodotti da 497 impianti collocati su terreni agricoli, per una superficie di 358 ettari. Viene dalla Puglia il 20% circa di tutta l' energia solare italiana, pari a 1.509 megawatt: potenza che richiede oltre 2.250 ettari di pannelli. Il Salento contribuisce alla produzione pugliese col 30%: vale a dire 87,6 megawatt, dei quali ben 76,6 su 115 ettari «rubati» all' agricoltura. Ma sono dati ufficiali che per Marcello Seclì sono già sfigurati dai nuovi impianti: «Il boom è nella seconda metà del 2009. In provincia di Lecce, secondo noi, sono già stati impegnati 2000 ettari, per la maggior parte non ancora collegati». E potete scommettere che la corsa non cesserà molto presto. I nuovi incentivi stabiliti dal ministero per lo Sviluppo economico da mesi occupato ad interim da Berlusconi, variano da un minimo di 28 a un massimo di 44 centesimi di euro al chilovattora. Da quattro a sei volte più del prezzo medio (7 centesimi) dell' energia elettrica prodotta con sistemi tradizionali. Avanti così, perché un contadino dovrebbe piegare la schiena sulla terra?

fonte: http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/28/
Pannelli_solari_pale_tra_gli_co_9_100828006.shtml

 

RIZZO SERGIO, STELLA GIAN ANTONIO

 

Ritorna per l’edizione 2023 il Premio Marcello Romano per il Cinema - Città di Galatina- venerdì 8 settembre alle ore 19,30 presso il Palazzo della Cultura.

Il riconoscimento, nato per rendere omaggio alla memoria del galatinese avv. Marcello Romano (1943 -2008), cultore di cinematografia, è stato istituito dal Comune di Galatina su proposta della famiglia nel 2009, in collaborazione con il Liceo Artistico dell’IISS “P. Colonna” di Galatina, con l’obiettivo di contribuire alla cultura cinematografica, promuovere la valorizzazione del territorio, dare visibilità a professionisti giovani e di talento.

In precedenza è stato attribuito, con il patrocinio di Regione Puglia, Università del Salento, Apulia Film Commission, nell’ambito del Festival “Corti di marzo” 2011, fuori concorso, al regista Andrea Costantino, per il cortometraggio “Sposerò Nichi Vendola” (2010); nel 2014 a Francesco Micciché per il documentario “Lino Miccichè, mio padre. Una visione del mondo” (2013) nell’ambito della Rassegna Identità in dialogo-Prospettive meridiane #tuttosuipadri; a Tommaso Faggiano per il film “Stare sul confine” (2018) della cooperativa culturale Meditfilm, durante la Rassegna estiva della Città di Galatina 2018.
Il prossimo 8 settembre il Premio verrà consegnato a Fausto Romano, giovane autore galatinese, artista eclettico poliedrico e originale, “cantastorie” come egli stesso ama definirsi.

Diplomatosi in recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, ha realizzato numerosi cortometraggi, vincendo premi internazionali.
Nel 2022 scrive, dirige e interpreta “San Vitu Rock” prodotto da Apulia film Commission e vincitore del Festival del Cinema Europeo.

Con quest’ultimo lavoro il regista ha avuto il merito di esportare oltre i confini nazionali la sacra roccia dal potere magico-religioso custodita in una semplice chiesetta nel cuore della Grecìa Salentina,” raccontando un rito attraverso un altro rito: il cinema”, come egli stesso ha dichiarato.
Una storia d’amore semplice, poetica ed esilarante, con due attori principali, un uomo e una donna, ambientata negli anni del boom economico italiano, che si fonda sulla conoscenza di fenomeni etnoantropologici e della loro evoluzione storica, una ricerca che Fausto Romano coniuga con la sua
grande capacità artistica di mischiare sacro e profano, alto e basso, umano e divino, già espressa in altre sue opere cinematografiche e letterarie.

Il film di fatto è centrato su la Pietra Forata di San Vito, un monolite calcareo che ha il diametro esterno di circa un metro, con al centro un foro di trenta centimetri, ritrovato in una zona boscosa dell’area salentina ricca di altri monumenti megalitici, menhir, dolmen, specchie. Il passaggio attraverso questa strettissima apertura, che rappresenta l’utero materno, trasferisce, secondo un rito che si è ripetuto fino agli anni ’60, fertilità a chi la attraversa. Una pratica che risale ad una remotissima religione fondata sulla figura della Dea Madre, connessa con la fecondità della terra, che ha mantenuto un grande valore religioso con il nascere dell’agricoltura.

La narrazione di Fausto Romano offre quindi l’opportunità di allargare la visuale sul nostro territorio rurale, dove le pietre parlano. Non si tratta certamente di resuscitare antiche tradizioni la cui conoscenza ha generato questa bella favola descritta in “San Vitu Rock” ma di restituire, attraverso un approccio emozionale, il giusto valore alla terra per la buona salute dell’uomo e per una nuova visione delle bellezze del nostro paesaggio, argomenti di viva attualità e dibattito culturale.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Galatina Fabio Vergine e della Dirigente dell’IISS “P. Colonna” di Galatina Maria Rita Meleleo, la serata sarà moderata da Rita Toscano, organizzatrice del Premio Marcello Romano per il Cinema.

Su simboli magie e misteri del paesaggio salentino, tra natura e cultura, interverranno due illustri specialisti: Angela Serafino, studiosa e critica d’arte, che nei suoi scritti – da “Dal colore al suono, dal suono al colore” sino a “Restituzione” monografia per l’opera di Renato Centonze – ha esplorato la relazione tra paesaggio ed opera d’arte ,nel Salento, ma come specimen di un universale umano; Francesco Danieli, storico e iconologo di fama internazionale, autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico, storico, artistico e antropologico culturale sull’identità salentina e non solo, direttore della collana editoriale Gli Argonauti.

E a seguire la premiazione e la proiezione del cortometraggio.

L’evento si pone come un’occasione di festa per spettatori e partecipanti, in un clima di convivialità, aperto a tutti, presso il Palazzo della Cultura (ingresso da via Cafaro n.2), nei locali messi a disposizione da Open Art Gioré aps, dalle ore 19,30 dell’8 settembre p.v.

 

 

Sorpresi durante un furto di pannelli fotovoltaici, hanno dapprima tentato di speronare la pattuglia delle guardie giurate, per poi dileguarsi lungo il canale del fiume Asso. Ma dopo qualche un po’ il loro fuoristrada si è impantanato ed i malviventi sono stati costretti ad uscire dai finestrini, per poi darsi alla fuga.

È accaduto nella serata di ieri a Noha, dove quattro individui incappucciati hanno tentato il furto di lastre in silicio da un impianto fotovoltaico che sorge in contrada “Gamascia”.

Tutto ha avuto inizio intorno alle 21.30, quando la centrale operativa della “Fidelpol”, grazie all’impianto di videosorveglianza, ha notato quattro persone all’interno dell’impianto. Subito è stata inviata sul posto una pattuglia, che ha costretto i malviventi a dileguarsi. Ne è nato un inseguimento, durante il quale i banditi hanno tentato di speronare l’auto delle guardie giurate, non riuscendoci.

La fuga dei ladri è proseguita nelle campagne circostanti, finché il loro fuoristrada Toyota (risultato rubato, così come le sue targhe) è entrato nel canale del fiume Asso, proseguendo la sua corsa. Tuttavia, dopo qualche minuto il mezzo si è impantanato ed i malviventi sono stati costretti ad uscire dai finestrini, per potersi allontanare, evitando così di finire nei guai.

Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le ricerche dei fuggitivi ed eseguito un sopralluogo all’interno della struttura per la produzione di energia alternativa, all’interno della quale si erano introdotti, dopo avere praticato un buco nella recinzione metallica: i ladri, fortunatamente, non sono riusciti a rubare nulla. Le indagini sono affidate ai carabinieri della locale stazione, dipendenti dalla Compagnia di Gallipoli, che hanno provveduto a sequestrare il fuoristrada.

fonte:www.corrieresalentino.it

 

"Il reparto di ostetricia dell'ospedale di Galatina non chiuderà. Un risultato importante per la comunità, per cui il M5S si è battuto a tutti i livelli". Lo dichiarano il coordinatore regionale del M5S Leonardo Donno, il consigliere regionale Cristian Casili e il consigliere provinciale Antonio Tramacere.

"Siamo stati i primi  - continuano - a portare concretamente la questione all’attenzione del presidente Emiliano e a dire chiaramente al tavolo regionale, convocato su nostra richiesta, che avremmo messo in campo ogni strumento utile per opporsi a questa decisione della Asl. Abbiamo presentato una mozione in Consiglio regionale per impegnare la Giunta a non chiudere il reparto e a completare i lavori per la rianimazione Covid fermi da giugno 2022. Atti concreti, non passerelle e vuote polemiche. Sul tema per troppo tempo si è fatta polemica e propaganda politica, a questo abbiamo preferito il lavoro concreto per difendere l'interesse dei cittadini a salvaguardia di un diritto fondamentale e di un'eccellenza del territorio salentino. Oggi vogliamo ringraziare i cittadini, medici, infermieri, operatori del reparto e tutti coloro che non si sono arresi davanti a una battaglia che sembrava persa in partenza. Parliamo di una struttura, punto di riferimento non solo per Galatina, ma anche per numerosi comuni del comprensorio  che rappresentano in totale un bacino di utenza di circa 200mila cittadini. Non potevamo permettere che il territorio perdesse un presidio così importante”.

 Caterina Di Lernia

 
Di Antonio Mellone (del 18/11/2016 @ 16:41:17, in Comunicato Stampa, linkato 1934 volte)

Serata in ricordo di e per l’Artista libero e generoso,Partigiano di tutta la Natura

sabato 19 novembre 2016
ore 18,00 - sala Contaldo Palazzo della Cultura - Galatina (Le)

Pensieri, riflessioni e ricordi di amici e compagni di lotta di Tonino che hanno conosciuto la sua appassionata difesa e profondo amore per la natura, il territorio salentino e per la giustizia sociale ed hanno avuto la fortuna di incontrare il suo libero pensiero.
Con il contributo letterario di Giovanni Di Francesco autore del libro “Il Salento uccide”, testo che sarà distribuito ai presenti.
Allestimento spontaneo in esposizione delle opere artistiche di Tonino, o a lui dedicate.
Per la serata sarà lanciata la proposta di dedica della Quercia Vallonea di Galatina e uno spazio del Museo Civico “Pietro Cavoti” a Tonino Baldari.
Saranno presenti i ragazzi e le ragazze del Giornalino L’Homotestuale che dedicheranno la lettura di un componimento poetico sulla quercia Vallonea.

 
Di Redazione (del 21/10/2018 @ 16:30:18, in Comunicato Stampa, linkato 1089 volte)

E’ una brutta caduta per il sestetto salentino . Mai in partita nelle prime due frazioni, rovinoso nei fondamentali di ricezione e servizio, obbliga uno Zonno  poco scattante negli  spostamenti a servire gli avanti  con attacchi scontati, prede dei muri napoletani  e di ricostruzioni  facili ed efficaci  .

Nel primo set, sul punteggio di 7-4 per i padroni di casa , mister Stomeo chiama il time out dopo aver subito un break di cinque punti , ma due errori al servizio ed un muro subito da Buracci  stabilizzano il divario a quattro punti(12-8) dopo una pipe di Lotito. Il cambio palla è sistematicamente capitalizzato dai ragazzi di mister Libraro (14/10 ,16/11, 20/14 ) che accelerano nel finale complice un fallo da seconda linea di Buracci e una ricezione difettosa di Durante. Un  primo tempo di Bonina chiude il set sul 25-17.

L’approccio alla gara è evanescente in questa prima parte: Scialò imperversa su una distribuzione di Antonio Libraro che difficilmente dà tempo al muro salentino di comporsi,

Iaccarino e Musardo con una ricezione lontana da rete non ingannano con i loro improbabili movimenti la prima linea dell’Ottaviano.

Così Lotito e Durante trovano dei blocchi che arginano i loro attacchi e Buracci si affida a colpi d’appoggio o a pallonetti  che, ben intuiti, portano ad una facile ricostruzione.

Nel secondo set ,con Antonio Libraro in P1 sul punteggio di 4-4 , altro break pesantissimo di sei punti per i capani (10-4): alimentano questo divario un fallo di doppia  fischiato con eccessiva fiscalità a Zonno, un ace su Durante ed un fallo d’invasione.

Mister Stomeo chiama i suoi ai bordi del campo sul 14-6, ma lo smarrimento della squadra ne limita le difficoltà nel servizio che diventa sempre più facile nella ricezione e nella distribuzione. Guancia ed E. Libraro imperversano, Ardito recupera palloni quasi persi ed il divario si porta sul 22-11.

La squadra sbanda: Calò per Zonno e De Lorentis per Durante sono i cambi proposti dal tecnico salentino, ma non è la soluzione . Anche Lotito accusa il momento no, sbaglia il servizio   e il punteggio di 25-13 porta sul due a zero i padroni di casa .

Nella terza frazione la partenza è positiva per Efficienza Energia (0-3): la ricezione ha percentuali di positività che consentono a Zonno di servire i suoi attaccanti con parabole più spinte, Buracci e Musardo si fanno sentire, Lotito con manualità attacca il muro alto degli avversari  e Pierri opera con grandi  interventi .

Il vantaggio di 14-13 per gli Ottavianesi alimenta speranze in Buracci e compagni: Musardo accorcia il distacco con un primo tempo carico di rabbia e potenza(16-15), Zonno e Durante  vengono rilevati da Calò e De Lorentis  che malamente sbaglia il servizio flot.

Il secondo ed ultimo time out del tecnico galatinese  serve a ben poco: Scialò e Giacobelli non si fermano ,anzi è propria una sette violenta di quest’ultimo a chiudere l’incontro  sul 25-21.

Certo, non si poteva pensare di fermare una corazzata come Ottaviano, destinata assieme a Tricase e Massa a fare un campionato di vertice, ma quanto meno opporre una resistenza non passiva era l’obiettivo della vigilia. Sono emerse delle negatività purtroppo evidenziate durante gli allenamenti: una è la tipologia di servizio il cui coefficiente di difficoltà nelle sue espressioni, al salto o al salto flottante , è poco incidente , l’altra è la mancanza di  reattività caratteriale del gruppo.

Cerchiamo di recuperare almeno quest’ultima componente nella prossima settimana, quando verrà a farci visita la Tya Marigliano, capolista  a punteggio pieno assieme a Ottaviano,Tricase e Massa Lubrense.

GIS OTTAVIANO-EFFICIENZA ENERGIA GALATINA 3-0 (25-17,25-13,25-21)

OTTAVIANO A.Libraro,E.Libraro,Guancia,Scialò,Giacobelli,Bonina,Ndrecai,D’Alessandro,Lucarelli,Ammirati,Settembre,Ardito(L), Iervolino(L)

All. Gennaro Libraro

EFFICIENZA ENERGIA GALATINA

Calò(K),Zonno,Rossetti,Musardo,Iaccarino,Buracci,Persichino,Lotito,Durante,Bray,De Lorentis, Pierri(L),Apollonio(L).

All. Giovanni Stomeo

 

“Via libera a 8,5 miliardi di euro, destinati ai Comuni italiani per progetti e interventi di rigenerazione urbana. Un grande risultato che renderà le nostre città più vivibili e più belle.” Ad annunciarlo Leonardo Donno, deputato salentino del M5S.

"Il 6 marzo scorso - prosegue - è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto attuativo (https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-03-06&atto.codiceRedazionale=21A01297&elenco30giorni=true) dei commi 42 e 43 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2020.
Da quel momento i Comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti hanno 90 giorni per presentare i propri progetti. Solo per il 2021 sono previsti 150 milioni di euro, una cifra che crescerà di anno in anno, fino a raggiungere i 700 milioni di euro fino al 2034.
Ai comuni da 15mila a 49.999 abitanti, spettano fino a 5 milioni di euro.
Ai comuni da 50mila a 100.000 abitanti, 10 milioni.
Ai comuni da 100.001 abitanti in su, fino a 20 milioni di euro.

In Provincia di Lecce, sono 8 i comuni interessati:
Lecce, che potenzialmente ha a disposizione fino a 10 milioni di euro;
Nardò, Galatina, Copertino, Gallipoli, Casarano, Tricase e Galatone, che avranno a disposizione, potenzialmente, fino a 5 milioni di euro cadauno.

Totale per Lecce e provincia 45 milioni potenziali, appunto, che potranno essere utilizzati – aggiunge Donno- per nuove opere pubbliche, per completare le troppe incompiute sparse nel nostro territorio, per la manutenzione e il riuso di aree pubbliche ed edifici esistenti, per il miglioramento del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale. I fondi potranno finanziare anche le spese di progettazione esecutiva.
Si tratta di una notizia che mi riempie di soddisfazione – conclude Donno – e che rappresenta un esempio del buon lavoro compiuto dal governo di Giuseppe Conte. Adesso tocca ai sindaci e agli amministratori locali: l’occasione per ‘rifare il look’ ai propri Comuni è straordinaria e non deve essere sprecata. Per questo motivo, ho scritto ai primi cittadini di Lecce, Nardò, Galatina, Copertino, Gallipoli, Casarano, Tricase e Galatone, per comunicare questa grande opportunità per il nostro territorio, per migliorare le nostre città e creare nuovo lavoro in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Sono certo che che i nostri sindaci sapranno cogliere questa occasione".

M5S

 
Di Redazione (del 21/09/2019 @ 16:25:06, in Comunicato Stampa, linkato 1231 volte)

Si svolge a Casarano la manifestazione annuale della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, organizzata anche quest’anno dall’Associazione di Volontariato “Salento Alzheimer – Onlus”, che a febbraio ha festeggiato i suoi dieci anni di preziosa attività in tutto il territorio salentino a sostegno degli ammalati di Alzheimer, dei loro familiari e dei care givers, tramite corsi gratuiti, convegni, informazioni, ecc. La tre giorni di iniziative, è stata patrocinata dalla Città di Casarano, dalla Provincia e dall’ASL di Lecce, e da vari Comuni della provincia tra cui quello di Galatina, che hanno accolto il tradizionale banchetto per la vendita dei ciclamini nelle piazze principali (a favore della raccolta fondi a sostegno delle attività associative). Nella serata di ieri, venerdì 20 settembre, si è svolta con la partecipazione di soci e sostenitori una cena di beneficenza presso il White Restaurant di Casarano, allietata dal gruppo musicale “I Vimbo”.

Oggi sabato 21 settembre, alle ore 19.00 di, presso l’Auditorium Comunale “Gino Pisanò” di Casarano, avrà luogo una Tavola Rotonda sul tema dell’Alzheimer dal titolo “Musica e cervello” che vedrà la partecipazione di diverse figure mediche professionali e di base (dott. Antonio Montinaro, dott. Aldo Schiavano, dott. Stefano De Florio, prof.ssa Anna Cesi, prof.ssa Wilma Stasi, dott.ssa Silvia La Puma) moderate dalla dott.ssa Antonella Vasquez. A seguire, presso il medesimo luogo, l’attore Massimo Giordano porterà in scena il suo spettacolo teatrale dal titolo “La guerra di Rocco”. Lo spettacolo, scritto da Massimo Giordano e Giovanni Delle Donne ed interpretato da Massimo Giordano, porta in scena episodi della prima guerra mondiale (Isonzo, Caporetto, Monte San Michele, Gorizia) vista attraverso gli occhi di un sempliciotto salentino, che parte al fronte aspettandosi  che ogni azione sia giusta e buona, per accorgersi che invece sono tutte senza senso e valore. Nato nell'anno del centenario della prima guerra mondiale, lo spettacolo rappresenta la possibilità di conoscere un pezzo della nostra storia e di riflettere su come ognuno di noi fa la storia. La mattinata di domenica 22 settembre sarà invece dedicata alla distribuzione di materiale informativo sulle attività dell’associazione e su come approcciarsi alla malattia ed alla vendita dei ciclamini in fiore, la pianta simbolo dell’Alzheimer, presso le principali piazze dei comuni salentini che patrocinano l’iniziativa.

A Galatina il banchetto per la vendita dei ciclamini sarà collocato nei pressi del Caffè della Basilica, in Piazza Orsini dalle ore 9:30 alle 12:30.  La domenica 22, alle 19.00 presso la Parrocchia “San Domenico” in Casarano sarà celebrata la Santa Messa in memoria dei defunti malati di Alzheimer e dei benefattori.  È importante dare un sostegno, ognuno come può, per <>. Vi aspettiamo con piacere nelle piazze dei comuni patrocinanti, che potrete trovare sulla locandina.

Salento Alzheimer. Associazione di  volontariato Onlus.

Piazza della Repubblica n. 25. Sannicola (Lecce).

salentoalzheimer@libero.it Cell. 339 1313114

 
Di Redazione (del 19/02/2023 @ 16:12:34, in Comunicato Stampa, linkato 543 volte)

I volontari del Servizio Civile Universale progetto “In Reading 2020”, in collaborazione con la Biblioteca “P. Siciliani”, saranno impegnati nel 2. appuntamento del Circolo dei Lettori  “Leggere in circolo”.

L’evento vedrà come protagonista il nuovo romanzo del giornalista galatinese Marco De Matteis, “Quattro anni in fumo” edito da Capponi di Ascoli Piceno.

            De Matteis nasce a Galatina nel marzo del 1983, si laurea in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Lecce. A Galatina, risiede e lavora come giornalista pubblicista, istruttore di tennis e padel presso il Circolo Tennis Galatina e collaboratore presso Fabula, la libreria di famiglia. È redattore per il giornale online «PugliaIn», con il quale collabora dal 2018, seguendo eventi sportivi, culturali e di approfondimento nella provincia.

Dopo aver pubblicato “Il piano inclinato”, racconto scritto e ambientato nel primo lockdown, e aver partecipato a “Ti ho trovato fra le pagine”, antologia di racconti scritti da 15 librai di tutta Italia, De Matteis torna in libreria con un romanzo ambientato a Lecce, a due passi da Santa Croce, tra i vicoli del centro storico infuocati dal caldo salentino.

            I personaggi del romanzo sono diversi e la loro vita si intreccia con le vicende di Naxos, azienda accusata di inquinare il territorio salentino, tra lo sdegno nell'opinione pubblica locale. Massimo gestisce l’albergo di famiglia; Eva è un avvocato sempre presente in TV e assumerà la difesa dell’azienda nel primo processo in cui i dirigenti verranno accusati di danno ambientale; Paolo è uno dei fondatori di Aria Pulita, un movimento ambientalista che raccoglie tanti leccesi in un’unica battaglia contro l’inquinamento; Ginevra, la compagna di Paolo, è una giovane poliziotta impegnata in prima linea durante i momenti caldi del processo e le relative manifestazioni; ed infine Erina, una ragazza albanese che collabora da poco con Massimo nel suo albergo.

Le vicende, narrate con un doppio salto temporale, si snodano tra la vita privata dei protagonisti e quella pubblica delle dinamiche processuali e le relative ricadute sull’opinione pubblica e sulle reazioni dei cittadini.

            L’incontro, in cui si approfondirà il romanzo alla presenza dell’autore che dialogherà con il giornalista del Quotidiano di Puglia Alessio Quarta e che vedrà la lettura di alcuni passi del libro a cura di Simona Ingrosso, si terrà sabato 25 febbraio alle ore 17:30 presso la Biblioteca “P. Siciliani”. La partecipazione è aperta, anche se, per motivi organizzativi, è gradita la prenotazione al numero 0836/561568.

Gli OV del Servizio Civile Universale

del Comune di Galatina

 
Di Albino Campa (del 26/03/2008 @ 16:07:09, in NohaBlog, linkato 5801 volte)

In questa foto è ritratto il prof. Zeffirino Rizzelli, tra la moglie prof.ssa Anna Maria Giurgola ed il dott. Antonio Mellone. La foto è stata scattata pochi mesi prima della dipartita del Grande Professore

 

Sull' Almanacco salentino 2008, pubblicazione annuale (attualmente in edicola) in cui si narrano gli eventi più importanti del 2007 avvenuti a Lecce ed in provincia, tra gli altri interventi troviamo a pag. 119 un articolo di Antonio Mellone sull'addio ad un salentino illustre: il prof. Zeffirino Rizzelli. Ve lo riproponiamo di seguito.

Zeffirino Rizzelli, colto, severo e generoso
Il professore del dialogo

Il 28 agosto del 2007 a Galatina è scomparso un Uomo di nome Zeffirino Rizzelli.
Sì, perché prima di essere un intellettuale, un giornalista, un insegnante, un politico, il prof. Zeffirino Rizzelli era un Uomo. Un Uomo che - come ha affermato il sindaco Sandra Antonica nel salutarlo per l’ultima volta – “sia che si impegnasse nella politica, sia che esprimesse la sua forza d’animo nell’insegnamento, ha alimentato Galatina di linfa nuova, incoraggiando sempre il dialogo, comunicando anche solo con un filo di voce il desiderio di vedere prima o poi un Paese più giusto, spingendo soprattutto i giovani a condividere con lui questa utopia. - Ma è con le utopie che si cambiano le cose! -, ripeteva con decisione il Professore”.
Zeffirino Rizzelli era nato a Galatina il 1° giugno 1926 e subì con la sua famiglia le peripezie del periodo fascista, il domicilio coatto, finendo in esilio in collegi di “rieducazione”, molto lontani dalla sua città. Tornato a Galatina sostenne vari esami per recuperare gli anni scolastici perduti.
Nel 1941 prestò servizio di interprete nella delegazione militare tedesca stanziata a Galatina e nel giugno del ’43 fu fatto prigioniero dagli stessi tedeschi che lo internarono in un campo di concentramento a San Saba (Trieste).
Rientrato nuovamente a Galatina con mezzi di fortuna (ma perlopiù con quelli usati dai francescani, ovvero i piedi), conseguì la maturità classica nel 1947 e si laureò in Scienze Matematiche all’Università di Messina nel 1953.
Insegnò con vari incarichi fino al 1992, e dal 1984 al 2004 fu Presidente del Distretto Scolastico n.42.
Fu più volte consigliere comunale, assessore e vice sindaco, e sindaco di Galatina dal 1993 al 1996, il primo ad essere eletto direttamente dal popolo.
Fu insignito della Medaglia d’Oro del Ministero della Pubblica Istruzione per i meritori servizi prestati alla scuola. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Puglia, è stato direttore de “il Galatino” dal 1991 al 2006. Incommensurabile è la sua produzione letteraria.
Rizzelli era una stecca nel coro dei molti che accettano i compromessi. La coerenza fu per il professore il metro di valutazione di ogni comportamento: il rigore lo applicava prima a se stesso e poi agli amici, ai conoscenti, e agli avversari. Come ha scritto Giorgio de Giuseppe su il Galatino del 14 settembre 2007: “Nella società di oggi, che evita vincoli e che alle strade difficili ed aspre preferisce quelle rapide ed agevoli, senza porsi troppe domande, Zeffirino impose a sé, e pretese dagli altri, la ricerca del giusto, del bene, starei per dire del vero. Non fu uomo di compromessi. Era ruvido, di poche parole. Guardò in alto e mai fu tentato di escogitare giustificazioni ingannevoli pur di raggiungere il risultato. Con un carattere siffatto, fu inevitabile che avesse più estimatori […] che amici pronti a condividere una vita coerente ed impegnata sui valori irraggiungibili”.
Rizzelli s’è dimesso dalla vita, è uscito di scena, come tante volte aveva fatto congedandosi dai suoi prestigiosi incarichi. Era questo il suo stile: senza tanti clamori e sempre in punta di piedi. E’ l’umiltà dei grandi spiriti, quelli che con la loro opera diuturna, aiutano l’umanità a crescere e a diventare più giusta e civile.
Si è già scritto altrove che sarebbe doveroso indagare a fondo, studiare e possibilmente raccogliere e ripubblicare almeno gli scritti (e forse sarebbe l’opera meno difficoltosa, in quanto è agevole rintracciarne i testi presso la Biblioteca “P. Siciliani”) di Zeffirino Rizzelli che si contano ormai a migliaia; ne risulterebbe un’opera a più tomi, di grande valore editoriale. I cittadini e le istituzioni avrebbero bisogno, oggi più che mai, del frutto del lavoro di quest’uomo-amico consegnato alla storia come dispensatore gratuito e disinteressato di idee, di saggezza e di ammonimenti.
Conobbi di persona il professore nel corso dei primi ani ’90 (di fama però lo conoscevo da sempre). E negli ultimi, diciamo, quindici anni, mi incontravo volentieri con lui con una certa continuità, soprattutto per consegnargli i miei articoli che il direttore pubblicava sempre integralmente sul suo il Galatino.  
Incontrai il professore Rizzelli per l’ultima volta la mattina di sabato del 14 luglio 2007, circa un mese prima della sua dipartita. Era a casa, seduto sulla sua poltrona; in ordine, sul tavolino del soggiorno, i suoi giornali, freschi di stampa, pronti per essere letti per filo e per segno. Era consapevole della sua malattia e dell’ora alla quale andava incontro. Cercai di dirgli: “Ma professore, non dica così: noi tutti abbiamo ancora e sempre bisogno di Lei”. Mi rispose con uno sguardo sereno che non dimenticherò mai più. Fu un’altra lezione di dignità impartitami da quest’Uomo.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 30/07/2016 @ 16:01:49, in Politica, linkato 3537 volte)

Addio giunta Montagna. Che il cemento ti sia lieve.

La ferale notizia della prematura dipartita dell’amministrazione del Nazareno di Galatina, quella del consociativismo ovvero delle larghe scemenze nostrane, m’è giunta ieri sera come fulmine a ciel in Tempesta, mentre appagavo il mio senso estetico sotto le volte affrescate della basilica orsiniana, riecheggianti di voci e note medievali de “La cantiga de la Serena” (percorsi musicali lungo le vie dei pellegrini di Puglia).

Non c’era il bisogno di essere Nostradamus per vaticinare il fatto che la fascia di Miss vice-sindaco primavera/estate 2016 indossata dall’assessore all’area mercatale, al secolo Patrizia Sabella, sarebbe durata da Natale a Santo Stefano (anzi per la precisione: da San Pantaleone a Santa Marta – protettrice delle casalinghe, ndr.).

A dirla tutta, la giunta Montagna, per lo scrivente, era già spirata da un pezzo: precisamente dal giorno in cui - dando retta al raglio degli asini che volano - aveva detto di sì al mega-porcile di Collemeto, con la successiva sottoscrizione nel 2013 della famosa Convenzione (o circonvenzione d’incapace) con la Pantacom, la società a irresponsabilità illimitata - che tanti danni, soprattutto ai quattro superstiti neuroni dei galatinesi, ha procurato. 

In nome della cantilena per bimbi-minchia, vale a dire “ricadute occupazionali e volano per lo sviluppo”, si trovarono tutti insieme appassionatamente il PD (Pronta Deforestazione), l’allora Udc (Unione del Cemento), il Pdl (Partito delle Lottizzazioni), la PdT (la Puccia prima di Tutto), i restanti destrorsi, inclusi i “compagni” del partito socialista (che a dispetto di Marx ed Engels - le cui ceneri si staranno certamente travujando nella tomba – è diventato di destra), a votare lo scempio di circa 25 ettari di terreno di Contrada Cascioni per impiantarvi l’n-esimo centro commerciale salentino.

Il tutto con l’opposizione di RC (Rifondazione Comunista, anzi Riposo Cerebrale) così blanda, così affabile, così, come dire, scoglionata, che la Roberta & C. son rimasti avvitati alla cadrega della maggioranza sino all’altro giorno.

*

A Roberta, che reputo persona di grande valore e preparazione, non perdono il fatto che, subito dopo le elezioni e la nomina in giunta, si sia dimenticata delle sue battaglie in favore dello “Stop al consumo di suolo” (e, invero, anche dei suoi compagni di lotta), sparendo di fatto dalla circolazione e dagli incontri nei collettivi, creando uno iato inspiegabile (o forse sì) tra un prima e un dopo, e diventando paladina delle glandi opere pubiche - tipo mega-impianto di compostaggio ana(l)erobico e area mercatale - e avallando le scandalose enormità di questa amministrazione, più volte descritte dall’ineffabile Andrea Coccioli come grandi successi (o forse voleva dire grandi cessi, tipo: pseudo-circonvallazione con tanto di ringhiera combustibile; Palestra Hangar chiusa come un bunker all’indomani dell’inaugurazione in pompa magna (pompa è sostantivo; magna, voce del verbo); Auditorium in-cubista morto nella culla di cemento vibrato; Centro Polifunzionale di Noha senza allaccio polifunzionale all’energia elettrica; parcheggio di via Giada (ahinoi, volevano fare anche quello); accettazione diretta o indiretta delle sponsorizzazioni da Tap, Colacem e da altri gigli di campo (santo) senza alcuna alzata di ciglio o storcimento di muso;  varie ed eventuali).

*

Ora si prospetta una gestione della città di nomina governativa, sicché un grigio Prefetto, con l’investitura di un suo commissario, sancirà solennemente che a Galatina la democrazia è fallita.

Che ci vuoi fare, signora mia: nel mio comune c’è una genia di politici e di loro accoliti ancora nostalgici del Podestà.

Qui il popolo stravaccato sui divani & divani non ha ancora compreso il fatto che il peggior sindaco (pensate, per dire, ad un Carlo Gervasi - sanu me toccu – che fu lo sfidante di Montagna), sarà pur sempre preferibile al miglior Commissario Prefettizio.

*

Dite che non me ne vada bene una? Forse.

Ma ormai lo sapete che, avendo dichiarato guerra alle icone, sono poco ecumenico e molto iconoclasta.

Specifico: icone. Senza f.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 11/02/2023 @ 15:56:08, in Comunicato Stampa, linkato 448 volte)

Uscirà il 14 febbraio il secondo romanzo di Marco De Matteis, giornalista galatinese, dal titolo “Quattro anni in fumo”, edito da Capponi, casa editrice di Ascoli Piceno.

Dopo aver pubblicato “Il piano inclinato”, racconto scritto e ambientato nel primo lockdown (Editrice Salentina, 2020), e aver partecipato a “Ti ho trovato fra le pagine”, antologia di racconti scritti da 15 librai di tutta Italia (Las Vegas, 2022), De Matteis torna in libreria con un romanzo ambientato a Lecce, a due passi da Santa Croce, tra i vicoli del centro storico infuocati dal caldo salentino.

I personaggi sono molteplici e tutti legano la loro vita alle vicende di Naxos, azienda accusata di inquinare il territorio salentino, fatto che farà scalpore in città. Massimo gestisce l’albergo di famiglia, Eva è un avvocato sempre presente in TV e assumerà la difesa dell’azienda nel primo processo in cui i dirigenti verranno accusati di danno ambientale, Paolo è uno dei fondatori di Aria Pulita, un movimento ambientalista che raccoglie tanti leccesi in un’unica battaglia contro l’inquinamento, Ginevra, la compagna di Paolo, è una giovane poliziotta impegnata in prima linea durante i momenti caldi del processo e le relative manifestazioni e infine Erina è una ragazza albanese che collabora da poco con Massimo nel suo albergo.

Le vicende, narrate con un doppio salto temporale, si snodano tra la vita privata dei protagonisti e quella pubblica delle dinamiche processuali e le relative ricadute sull’opinione pubblica e sui comportamenti dei cittadini. E se Massimo dovrà districarsi tra la gestione del suo albergo, sotto i riflettori per delle presenze sospette e il soggiorno dell’avvocatessa Eva Giordano, donna di classe e fascino, Erina si troverà, suo malgrado, ad assistere a qualcosa a cui non avrebbe voluto, Paolo e Ginevra dovranno coniugare il loro essere innamorati nella vita, ma avversari sul campo di battaglia delle manifestazioni. Il tutto condito con uno sguardo ampio sulle meraviglie del Salento, sulla sua gente, sui tanti turisti che l’estate invadono le strade e le marine.

La Capponi Editore, editrice del libro, è ormai una realtà consolidata a livello nazionale. Pubblica circa 50 novità ogni anno, selezionando autori esordienti e non esordienti, facendo con ciascuno un percorso di crescita nel mondo bello e complesso dell’editoria italiana. Domenico Capponi, titolare della casa editrice, a riguardo ha dichiarato: “Non è vero che le persone non vogliono leggere, è vero che vogliono legge storie belle. Albert Einstein diceva: Il mondo che abbiamo creato è un nostro pensiero. Non possiamo cambiare il mondo senza cambiare il nostro pensiero. Il nostro obiettivo è introdurre nell’editoria la cultura delle idee. Lo strumento con cui perseguiremo questo scopo è il libro. Tutto cambia molto velocemente, molti rincorrono questo cambiamento dando spesso vita a una rincorsa impossibile. Le idee sono semi sotto la terra, una farfalla dentro al suo bozzolo, sono abissi profondi e vette spaventose. Le idee sono la forza di una parola, la perseveranza nel cercarla, il coraggio di scriverla, tutti i giorni e le ore per sostenerla. Le idee sono il nostro futuro migliore, quello che vorremo, quello che saremo in grado di pensare. Noi siamo un moltiplicatore di idee, i primi a battere le mani, gli ultimi a lasciare la sala, siamo quelli che ci credono contro tutto e tutti se ne vale la pena. Siamo quelli che hanno fatto del sogno un credo, uno stile di vita, siamo quelli che ridono, che cadono, si rialzano e cadono ancora. Siamo il frutto di un’idea, la testimonianza di un modo di vivere, lavorare e condividere le sfide. Le idee sono per noi l’unica vera ricchezza del futuro.”

Il libro è già in pre-ordine presso i principali store on line (ibs, amazon, mondadoristore, feltrinelli, hoepli, e tanti altri) e in tutte le librerie d’Italia.

 
Di Redazione (del 28/10/2017 @ 15:52:21, in Comunicato Stampa, linkato 1777 volte)

Giovanna Marini, musicista, cantautrice ed etnomusicologa di fama internazionale, ritorna nel Salento per la presentazione del progetto “A Sud della Musica – La voce libera di Giovanna Marini”, un film documentario diretto da Giandomenico Curi, scritto da Giandomenico Curi, Tommaso Faggiano e Fabrizio Lecce e prodotto da Meditfilm, per cui è stata attivata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso.   Durante la prima settimana di novembre Giovanna Marini ripercorrerà i luoghi visitati in un lontano autunno del 1971, in cui la cantautrice fu protagonista di una serie incontri fondanti per la sua carriera musicale. Fra questi ricordiamo le sorelle Chiriacò, cantrici di Sternatìa, il giovane Luigi Chiriatti, oggi noto editore nel campo delle tradizioni popolari, la “Simpatichina”, cantrice dalla voce inconfondibile, oltre alle documentate frequentazioni con la scrittrice Rina Durante. Le riprese avranno luogo in alcuni paesi della Grecia salentina tra cui Sternatia, Melpignano, Martano. Questo soggiorno sarà anche l’occasione per incontrare i più importanti esponenti della musica folk salentina, tra cui Enza Pagliara, il Canzoniere Grecanico salentino, Rocco de Santis e gli Arditi del coro. Due gli incontri pubblici in programma: il 1 novembre, a Corigliano d’Otranto, nella cornice de Lu ‘Mbroia Art&Lab, Giovanna Marini si esibirà con le ragazze e i ragazzi degli Arditi del Coro. Sarà un incontro memorabile tra un’icona della musica sociale italiana e la giovane formazione impegnata nella diffusione del repertorio di canti politici e sociali.   Il 3 novembre, alle ore 10:30. l’artista incontrerà gli studenti universitari e la stampa presso le aule dello studium 2000 dell’Università del Salento.

  Meditfilm Videoproduzioni

 
Di Redazione (del 01/12/2018 @ 15:43:19, in Comunicato Stampa, linkato 1129 volte)

Sarà un PalaErrico stipato e dal tifo fragoroso ad accogliere, domenica 02 dicembre, il gruppo salentino di Efficienza Energia, che mastica ancora amaro dopo il tie-break sfavorevole di domenica scorsa contro il Marcianise.

La neo promossa BAVA RIONE TERRA POZZUOLI, guidata con sapienza da coach Costantino Cirillo, è una squadra caratterialmente cazzuta, dotata più di personalità che di tecnica pura.

Il suo avvio in queste prime sette giornate, pari a 10 punti conquistati, evidenzia una sequenza di cinque gare portate al tie-break di cui due, seppur perdenti, hanno messo in ambasce formazioni come il Casarano e la Fulgor Massa.

Quindi domenica capitan Buracci e compagni dovranno esprimersi con continuità, tirando fuori cattiveria ed ardore agonistico per combattere sullo stesso terreno i padroni di casa: certo non basterà quest’aspetto caratteriale per una vittoria, ma sarà una buona carica adrenalinica per piazzare i colpi vincenti.

Non bisogna aver timore di osare !

Il BAVA POZZUOLI affidato alla regia di Andrea Vacchiano ,può contare sul ritorno del libero Marco Vacchiano(ex Sigma Aversa) a guida della difesa, sull’opposto Calabrese e sul laterale Arzeo, unitamente agli esordienti in serie B  Cesario, Ferrara e Riccio, che troveranno la presenza e l’esperienza di Palumbo, Romano, De Simone, Giordano e Della Monica.

Mister Stomeo non ha dubbi: riproporrà il sestetto dell’ultima giornata confidando in una reazione d’orgoglio da parte dei suoi che, ad ogni costo, dovranno tirar fuori l’animus pugnandi.

 

Piero De Lorentis

Area Comunicazione

Effcienza energia Galatina   

 
Di Redazione (del 16/03/2019 @ 15:42:19, in Comunicato Stampa, linkato 1157 volte)

Trasferta delicatissima in terra casertana per quel volley galatinese che rappresenta al meglio la città nella terza serie nazionale, in una posizione di classifica, tutto sommato, in linea con i programmi societari.

Il risultato positivo di questa gara, però, può dar lustro ad un percorso fin ad ora singhiozzante in continuità, aprire spiragli combinatori favorevoli nel prosieguo del calendario (Pozzuoli e Cimitile) ed alimentare la carica agonistica in ottica derby con il Casarano e della temibile trasferta di Massa.

Il Marcianise di coach Sergio Calabrese è avversario abituato a non mollare. Grintoso, risoluto, a tratti spavaldo, ha trovato nella cessione dell’opposto Di Florio un equilibrio tattico che non dà, come in passato, punti di riferimento agli avversari.

I dati statistici alla mano evidenziano ben cinque gare vinte e due perse tutte al tie-break: felice connubio di valori tecnici importanti in alcuni elementi con l’opportunismo e cinismo dei suoi attori, quello che in gergo napoletano insomma s’identifica nella cazzimma.

Mister Stomeo in settimana ha indottrinato i suoi, lavorando molto sul livello di attenzione assolutamente da non degradare, portando come riferimento la gara del turno precedente in cui Marcianise in svantaggio per 2 set a zero, è riuscita a portar via la vittoria da Marigliano.

Per il tecnico salentino la formazione da opporre ai campani passa attraverso le condizioni fisiche non ancora al meglio di Lotito, Buracci e Rossetti, altrimenti si affiderà ai naturali sostituti che hanno dato pieno affidamento nelle ultime due gare.

Mister Calabrese dovrebbe presentare in campo Andrea Menna in regia, Giuseppe De Luca opposto, Davide Montò e Danilo Flaminio schiacciatori di banda, Giuseppe Saccone e Paolo Pecoraro centrali, Salvatore Capasso libero.

L’appuntamento con tifosi ed appassionati è per sabato 16 marzo alle 18.30, con la diretta Facebook ,dalla Palestra Istituto Magistrale Novelli, sul canale Olimpia Volley Galatina.

 

Piero de lorentis

Area Comunicazione

EFFICIENZA ENERGIA

 
Di Albino Campa (del 14/01/2011 @ 15:41:20, in Fotovoltaico, linkato 4706 volte)

Una petizione contro i megaimpianti fotovoltaici industriali e sperimentali sul territorio agricolo del comune di Cutrofiano, dove si sta realizzando, con il parere favorevole di Legambiente nazionale, l’impianto di Exalto s.r.l. su 26 ettari. Partiti, movimenti, liste e gruppi politici locali, associazioni, comitati e tutti gli altri organismi sociali presenti e operanti sul territorio comunale, rivolgono al sindaco ed al consiglio comunale di Cutrofiano una petizione promossa dal comitato “Forum Amici del Territorio”, in cui si dichiara la netta contrarietà agli impianti che s’intendono porre in essere.

Considerando che con le diffuse attività estrattive attraverso la coltivazione di cave a cielo aperto ed ipogee, il comune di Cutrofiano è già stato irrimediabilmente deturpato, i sottoscrittori della petizione denunciano l’abnorme proliferazione su tutto il territorio comunale di progetti riguardanti insediamenti produttivi di energia elettrica aventi carattere industriale altamente invasivi, quali impianti di centrali elettriche fotovoltaiche di media e grande estensione.

La realizzazione indiscriminata di tali impianti porterebbe, secondo il fronte del no, allo stravolgimento del territorio agricolo, alla devastazione del paesaggio tipico salentino, alla svalutazione economica di immobili limitrofi agli impianti, allo scoraggiamento di investimenti per attività agro-turistiche nuove ed esistenti, “vero motore economico nel futuro della comunità cutrofianese”: “La smisurata incentivazione del Conto Energia italiano, la più alta al mondo – si legge nel testo -, su sistemi industriali di energie rinnovabili tecnologicamente poco efficienti, con produzioni discontinue e costosi per l’utenza finale, sommata a scelte energetiche errate, coronate dal Piano energetico ambientale regionale pugliese (Pear), hanno prima favorito e successivamente avallato, con un tardivo ed ambiguo intervento di parziale limitazione, una logica basata sull’insediamento selvaggio di impianti energetici da fonti rinnovabili di media e grande potenza, autorizzati spesso solo con la denuncia di inizio attività o con un’autorizzazione regionale che comunque offende la partecipazione e la decisionalità democratiche e la corretta pianificazione territoriale”.

Le recenti linee guida della Regione Puglia del 30 dicembre 2010, in vigore dall’inizio dell’anno 2011, “non apportano efficaci strumenti di tutela del territorio agricolo, ma sottolineano la sempre più discussa discrezionalità degli organismi preposti all’autorizzazioni degli impianti”. Per questo, i sottoscritti evidenziano che la “solidarietà energetica” con altre regioni non possa diventare “il pretesto per avallare una incontrollata proliferazione di progetti energetici sul territorio comunale e pugliese, per produrre energia notevolmente sovradimensionata rispetto ai consumi che, peraltro, determina gravi sprechi nelle linee di trasmissione”.

“Si rileva altresì – si legge ancora - come grandi holding straniere, del nord e centro Italia, hanno intrapreso un’azione di ‘colonizzazione energetica’ ai nostri danni, utilizzando mediatori locali, associazioni ambientaliste compiacenti e appoggi politici trasversali”. Per quanto esposto, i sottoscriventi chiedono che il consiglio comunale di Cutrofiano, in linea con gli orientamenti già espressi, “deliberi una posizione di contrarietà a qualsiasi impianto fotovoltaico di tipo industriale e/o sperimentale, sia tradizionale e/o a concentrazione sui terreni agricoli nel Comune di Cutrofiano, favorendo gli impianti di autoconsumo privati e pubblici e indicando una limitata e selettiva scelta di pochi siti in aree industriali ed artigianali per i primi”.

Inoltre che il Consiglio comunale di Cutrofiano, la Commissione urbanistica e l’Ufficio tecnico predispongano ed approvino “un regolamento sulle energie a fonti rinnovabili per la salvaguardia e tutela del territorio comunale, integrando quanto previsto dal precedente punto al fine d’impedire la sfrenata ed incentivata corsa alla speculazione nella produzione elettrica, a discapito della salute e dell’ambiente”; che l’assise “faccia proprie tutte le direttive e le indicazioni previste” dagli appositi documenti regionali e provinciali, “individuando esattamente le zone di interesse ambientale come il ‘Parco dei Paduli’”.

“E’ opportuno ricordare inoltre – spiegano - quanto sancito dalla Costituzione Italiana, ossia che ‘La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’ (art. 9), e quanto contenuto nell’articolo 2 dello Statuto della Regione Puglia, dove si chiarisce che ‘il territorio della Regione Puglia è un bene da proteggere e valorizzare in ciascuna delle sue componenti ambientale, paesaggistica, architettonica, storico-culturale e naturale’”. In virtù di questi principi i sottoscriventi ribadiscono come il “territorio non possa diventare la ‘colonia energetica’ figlia di una bolla speculativa dell’economia italiana ed europea”. La petizione ha già avuto due sottoscrizioni politiche dai circoli locali di Italia dei Valori e del Movimento “Io Sud”.

“La petizione – spiega il Geom. Gianfranco Pellegrino - mira a dare chiarezza sulle posizioni fino adesso ambigue dei vari gruppi politici locali; inoltre con la stessa il Forum preme sul Consiglio comunale al che lo stesso faccia quanto necessario a contrastare tali progetti. Il Consiglio Comunale di Cutrofiano può ancora fare molto, se attuasse le richieste indicate nella petizione renderebbe l'autorizzazione degli impianti molto complicata”.

fonte:www.comunedicutrofiano.com

 
Di Antonio Mellone (del 10/12/2023 @ 15:36:48, in Comunicato Stampa, linkato 523 volte)

Un’amica di professione avvocato (che pensavo mi volesse bene) ha iniziato a inviarmi dapprima in maniera diciamo omeopatica, poi con una certa discreta continuità, e infine compulsivamente, vale a dire a ogni ora del giorno e della notte, un po’ di documentazione relativa al Grande Raccordo Anulare. Non quello di Roma, ma il “nostro” a chilometro zero, la Pista più famosa del Salento: che non è nemmeno quella stupefacente a cui state pensando in molti, malpensanti che non siete altro, ma la celeberrima Pista di Nardò o, per gli amanti dello slang imperiale, Nardò-Ring, orgoglio di sindaci e presidenti di regione, di assessori e di quella categoria che in analisi grammaticale definivamo “sostantivo collettivo”: mi riferisco ovviamente al gregge (nelle due versioni muto/belante).

Si tratta di un’area di circa 700 ettari delimitata da un alto muro di cemento vibrato (o forse di gomma), che contiene, tra le altre cose, e sin dagli anni ’70 del secolo scorso, la gloriosa circonferenza di 4 km di diametro stampagnata nel territorio tra Nardò e Porto Cesareo, su cui viene testata l’alta velocità delle automobili da una certa cilindrata in su (mica la Panda inquinante di mia zia Cetta), tanto è vero che sin dal 2012 proprietaria del complesso monumentale è la Porsche Engineering, società a sua volta totalmente controllata dalla casa madre Porsche Ag., tedesca dalla testa ai piedi. E voi sapete bene benissimo che tipo di veicoli produce e vende la Porsche: modelli senz’altro biologici, ecosostenibili e green che non ti dico, ma principalmente inclusivi, non li noti proprio in giro, men che meno ne avverti il rombo, talmente ovattato, stavo per dire introverso, che sembra un ultrasuono udibile soltanto da cani & porsche, tanto che il noto Quotidiano turiferario – edito dall’Istituto Luce - intesse il panegirico di più di un suo modello a favore del notoriamente molto sveglio suo lettore medio:  “Profilo inconfondibile”, con il suo “Grigio-Turbonite, ovvero Nardò-Gray per enfatizzare l’unicità dei modelli turbo”, che pervade perfino lo stemma-scudetto che ritroveremo, “oltre che sul frontale, anche sui cerchi in lega leggera e sul volante”, e non perdetevi “la Mecan Ev con una potenza che arriva a 603 Cv” e con “l’overboost dovrebbe essere possibile aumentare temporaneamente la potenza a 751 Cv” (Cv=cavalli vapore: altro che l’allevamento in qualche masseria circostante, da espropriare fuscendu, col turbo). E che esemplari, signora mia, niente affatto aggressivi, anzi alquanto morigerati, ed e-co-no-mi-cis-si-mi: a partire da 92.000 euro e rotti. Ebbene sì, oggi come oggi quale salentino non ha almeno 100/200.000 euro sul conto corrente pronti all’uso per una Porsche come dio comanda.

Vi starete chiedendo come mai i crucchi avrebbero scelto il Salento per quest’n-esimo IDE (Investimento Diretto Estero). Be’, vai a trovare in giro su tutto il globo terracqueo un’altra terra come questa a prezzo di saldo, così pianeggiante, adatta dunque alla bisogna di lorsignori, e manco a dirlo istituzioni e popolazioni ospitali, accoglienti, empatiche, e così facilmente colonizzabili (chissà perché mi veniva in mente pure imbelli). D’altronde si sa da tempo ormai che per forzare questa terra al fine di assicurarsi i suoi gioielli non serve affatto un piede di porsche.

Ma andiamo al sodo. Quella sadica giureconsulta della suddetta amica mia legge gli atti dal suo punto di vista: il forense; e non sa (o finge di non sapere) che la mia angolatura è invece quella forese, vale a dire terra-terra. Orbene, il corposo materiale inoltratomi (credo ponderoso quanto la Summa Theologiae dell’Aquinate, benché con un numero di dogmi infinitamente maggiore) è tutto un florilegio di piani, progetti, figure, tabelle, allegati, confronti, matrici Swot (cioè minacce/opportunità e punti di forza/debolezza), scenari, descrizioni, giustificazioni, minimizzazioni di ripercussioni negative, e soprattutto Motivi-Di-Rilevante-Interesse-Pubblico connessi all’“Intervento di miglioramento sulle piste esistenti [nonché] la realizzazione di nove [mica una!] nuove piste per ampliare le possibilità di testing”; e, mi voglio rovinare, aggiungiamoci la costruzione di “edifici tecnici di appoggio”, e pure “edifici amministrativi e di servizio”, ma anche “un nuovo parcheggio per mezzi pesanti e [giacché] l’ampliamento del parcheggio per mezzi leggeri esistente”. Ma c’è dell’altro: “È prevista la realizzazione di un nuovo centro di logistica e manutenzione, di una nuova stazione di servizio per auto e camion, nonché un nuovo centro di valutazione e check-in dei mezzi”.

In pratica un’altra città al posto del bosco, da cui il nuovo slogan coniato dall’efficientissimo ufficio marketing della multinazionel: “C’è da spostare una macchia” [mediterranea].

[continua a breve con la seconda e ultima puntata]  

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 09/02/2019 @ 15:35:29, in Comunicato Stampa, linkato 1161 volte)

E’ un fine di settimana di grande attesa per i tifosi di Efficienza Energia che, domenica 10 febbraio, attenderanno al PalaPanico la corazzata Ottaviano in rampa di lancio per i play off di A2, con fattibili credenziali di vittoria.

Rituale fischio d’inizio alle ore 18.00 per una gara che rappresenta il clou della 15^ giornata del campionato nazionale di serie B, girone G, e il cui esito si rifletterà sulle posizioni di rincalzo  di Tricase ,Massa e Marcianise in lotta per la seconda piazza.

I numeri per il gruppo guidato dal tecnico Gennaro Libraro parlano chiaro: 14 vittorie su altrettante partite disputate per un totale di 39 punti, 42 set vinti e solo 9 concessi agli avversari, miglior difesa con soli 983 punti subiti.

Potrebbero bastare questi dati per gli allibratori a stimare le probabilità di vittoria dei campani e definire le quote, ma una gara di pallavolo non passa solo dal setaccio statistico.

Il fattore campo, l’orgoglio degli atleti generato dal senso di appartenenza ad una città che da più di mezzo secolo è il simbolo del volley salentino, l’amor proprio e la professionalità dei ragazzi, il loro notevole potenziale offensivo (terzo miglior attacco con 1242 punti messi a segno), sono le variabili che sicuramente concorreranno a spargere un velo di imprevedibilità sul risultato.

Sarà sicuramente un gran pomeriggio di sport con una partecipazione di pubblico sostenuta, quella per intenderci delle grandi occasioni, favorevolmente complice un calendario che lascia all’asciutto di avvenimenti gli appassionati di volley. Infatti mentre Casarano e Tricase sono impegnate in trasferta e, al femminile, il Cutrofiano gioca ad Olbia la poule retrocessione, Alessano, Taviano e Leverano rispettano il riposo dedicato alla finale di Coppa Italia di A2.

Galatina diventa quindi per tifosi ed appassionati l’unico palcoscenico che offrirà un interessante spettacolo; da un lato una capolista affamata che a detta del suo Presidente vuole inanellare la 15^ vittoria, dall’altro una Efficienza Energia reduce da tre vittorie consecutive che vorrà quanto meno dire la sua, giocandosi la gara.

Ritorna alla memoria l’incontro della passata stagione: si era alla settima giornata ed  Efficienza Energia, con zero punti in classifica, ospitava gli Ottavianesi in seconda posizione alle spalle del Leverano con 15 punti. Ebbene la gara fu un duro banco di prova per Libraro e compagni, alla fine vittoriosi per 1-3( 25-22,23-25,26-28,22-25), ma messi alla frusta con reattività, cuore e tanto fosforo  dal gruppo di mister Stomeo. 

Le dichiarazioni del laterale Guancia, a margine di un’intervista, denotano la delicatezza della gara e il rispetto per la squadra del presidente Santoro da parte della società napoletana: “Quella di Galatina è una trasferta ostica per la quale la società ci metterà come sempre nelle migliori condizioni per affrontarla. Galatina ultimamente ha fatto risultati importanti, credo sia una delle gare più complicate del girone di ritorno, perché le altre partite difficili le avremo in casa”.

Anche in casa Efficienza Energia l’attenzione è alta.

E’ inutile nasconderlo, afferma mister Stomeo, quella di domenica non sarà una gara come tutte le altre: e non solo per il valore tecnico indiscutibile degli avversari, ma perché rappresenta un’opportunità di saggiare le capacità del gruppo in un impegno oggettivamente improbo. Sarà una cartina tornasole che, al di là del risultato più o meno favorevole, dovrà confermare il processo di miglioramento in corso d’opera  e trovare una stabilizzazione gratificante per tutti. ”.

Nessun esame quindi per Buracci e compagni. Solo una nuova sfida che alimenterà passione e tifo, che potrà scalfire certezze o alimentare qualche sogno.

A domenica.

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

EFFFICIENZA ENERGIA

 
Di Andrea Coccioli (del 28/03/2015 @ 15:29:08, in Comunicato Stampa, linkato 2158 volte)

GARANZIA GIOVANI è un programma europeo per favorire l'occupabilità e l'avvicinamento dei giovani al mercato del lavoro. Un percorso che prevede una serie di misure, a livello nazionale e territoriale, volte a facilitare la presa in carico dei giovani tra 15 e 25 anni per offrire loro opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro.

In generale, obiettivo della "Garanzia per i Giovani" è quello di offrire una risposta ai ragazzi e alle ragazze che ogni anno si affacciano al mondo del lavoro dopo la conclusione degli studi. Considerato lo specifico contesto italiano tale iniziativa prevede, inoltre, anche azioni mirate ai giovani disoccupati e scoraggiati, che hanno necessità di ricevere un'adeguata attenzione da parte delle strutture preposte alle politiche attive del lavoro.

Giovedi 26 marzo si è svolto un Seminario informativo alla scoperta del Programma “Garanzia Giovani” presso l’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, sita in via Montegrappa 8 (piano terra), E’ stato presentato il Programma “Garanzia Giovani”, organizzato da Casartigiani, in collaborazione con la Rete Informagiovani S.P.I.O.L.(Sportelli polifunzionali per l’informazione, l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro) dell’ATS di Il seminario sarà l’occasione per presentare, in anteprima sul territorio salentino, tutti i partner coinvolti nell’ATS Neetwork Puglia, la prima tra quelle selezionate dalla Regione Puglia attraverso l’Avviso Multimisura, che avrà il compito di prendere in carico i beneficiari del Programma, i giovani tra i 15 e i 29 anni, attivando per loro e con loro uno dei percorsi formativi, di stage o tirocinio concordati con il relativo Centro per l’Impiego. Dell’ATS Neetwork Puglia fanno parte soggetti pubblici e privati quali associazioni di categoria, enti di formazione, agenzie per il lavoro, scuole, distretti produttivi e l’Università degli Studi di Bari. All’incontro interverranno la Prof.ssa Daniela VANTAGGIATO, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Galatina; l’Ing. Andrea COCCIOLI, Assessore alle Politiche Giovanili e Sport del Comune di Galatina; il dott. Silvio ASTORE, Responsabile del Centro per l’Impiego di Galatina; il dott. Angelo SILVESTRI di Italia Lavoro; il dott. Fabio VALENTE, Presidente dell’Ente di Formazione FORUM; la dott.ssa Floriana DELL’ORCO, coordinatrice regionale Casartigiani. Modererà il seminario la dott.ssa Ausilia MARUCCIA. La sfida è aperta, spetta ora ai giovani allargare gli orizzonti e intraprendere nuove strade e percorsi per il futuro.
E’ importantissimo creare delle opportunità di lavoro. Garanzia Giovani è una buona opportunità da cogliore.

Contattate gli uffici per avere maggiori informazioni.
Staff Informagiovani/Spiol - Ambito Territoriale Sociale di Galatina

Responsabili Front-office Galatina

dr.ssa Anna Lisa MARINELLO - dr. Luigi MELE

 
ORARIO DI APERTURA

MARTEDI' MERCOLEDI’ e GIOVEDI' ore 9:00-12:00

MARTEDI' 16:00 - 19:00 c/o Ambito Territoriale Sociale di Galatina

via Montegrappa n.8 (piano terra)

 
CONTATTI

tel. 0836/633463 fax. 0836/633460

E-mail: infogiovani.galatina@ambitozonagalatina.it - infogiovani.galatina@gmail.com
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twitter: @IG_ATSGalatina - skype: Informagiovani.galatina

 
Case popolari chiuse e abbandonate da anni, con i legittimi assegnatari residenti altrove. La Prefettura di Lecce, dando riscontro a quanto denunciato nei giorni scorsi dal deputato pentastellato salentino Leonardo Donno, chiede adesso al Comune di Galatina delucidazioni. Lo fa con una missiva indirizzata all'Amministrazione e ad Arca Sud Salento, con la quale il prefetto Maria Rosa Trio chiede di conoscere lo stato degli alloggi segnalati.
 
Fari puntati, in particolar modo, su via Rieti e via Vernaleone. In entrambi i casi, stando a quanto segnalato da Donno sulla base di una lettera-denuncia anonima dettagliata recapitatagli a fine febbraio, proprio in quelle due strade vi sarebbero i casi più eclatanti: case popolari abbandonate da un decennio da chi ne aveva diritto. Tradotto: alloggi tenuti in ostaggio da inquilini fantasma, trasferitisi da tempo in altri luoghi e persino in case di proprietà in campagna.
 
Sulla faccenda, nei giorni scorsi, Donno ha allertato la Prefettura e presentato un esposto in Procura, per chiedere di accertare quanto riferitogli con dovizia di particolari. Segnalati al deputato anche casi di subaffitto, sempre di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Il tutto, come è ovvio, in barba alla Legge e a danno dei tanti aspiranti assegnatari, parcheggiati vanamente in graduatoria da tempo immemore e in attesa che giustizia sia fatta.
 
Alla luce di tutto questo, Donno aveva chiesto in primis alla Prefettura di approfondire quanto denunciato: «Laddove i dubbi fossero confermati - aveva ricordato - si configurerebbero ipotesi di reato di non poco conto».
 
E adesso qualcosa si muove. «Ringrazio il Prefetto per aver subito dato seguito alla denuncia - commenta il deputato alla luce degli accertamenti avviati dall'Ufficio territoriale di Governo - confido nel suo intervento più che mai. E questo perché nonostante i ripetuti solleciti del sottoscritto agli amministratori locali interessati dal fenomeno delle occupazioni abusive (battaglia che ho sposato sin dal mio insediamento), ho constatato con evidenza che in alcuni casi è mancata la concreta esecuzione delle attività di sgombero degli immobili abusivamente occupati o, ancor prima, la mancata segnalazione di queste occupazioni da parte degli Enti locali, anche in violazione delle norme statali e delle disposizioni impartite dal Ministero dell’Interno. Ci sono altre segnalazioni ricevute negli ultimi giorni presso il nostro Info Point a Galatina e che interessano diversi immobili in altri comuni della provincia di Lecce - continua il deputato - a tal proposito ai cittadini dico: datemi una mano, cosi come state già facendo, continuate a segnalarmi queste criticità, anche in forma anonima. Io - promette Donno - mi farò portavoce delle vostre istanze e farò tutto ciò che è in mio potere per contribuire alla risoluzione di questa problematica e, soprattutto, al ripristino della legalità e della giustizia sociale.

 
Nessuno intende lasciare per strada la povera gente - precisa - bisogna analizzare e agire caso per caso, di concerto con i Servizi Sociali di ogni amministrazione: questo mi aspetto, questo si aspettano i cittadini. È dovere delle Istituzioni farsi garante dei diritti di tutti. L'immobilismo amministrativo non è mai accettabile, ancor meno se è alle prese con un fenomeno delicato e radicato come quello dell'emergenza abitativa».
 
Novità giungono anche sul fronte idruntino, lì dove il deputato aveva segnalato, tra gli altri,  il caso di un alloggio popolare da anni nella disponibilità del sindaco, Pierpaolo Cariddi. «Esattamente il 18 gennaio scorso il Tribunale Civile di Lecce ha rigettato il ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. presentato da Cariddi, volto ad ottenere la sospensione o la revoca del provvedimento di decadenza - ha ricordato Donno in un'altra lettera inviata nei giorni scorsi a Prefetto, Comune di Otranto e Comando di Polizia Locale - Per questo ci aspettiamo di assistere allo sgombero immediato, che avrebbe dovuto realizzarsi ben quattro anni fa».
 
Ebbene «il Comune - spiega adesso Donno - ha fatto sapere, a mezzo missiva, di aver concordato con Arca Sud un sopralluogo per la presa in possesso e la verifica dello stato dei luoghi, oltre alla messa in sicurezza degli alloggi interessati dai procedimenti di decadenza, così come segnalato dal sottoscritto».
 
A questa prima comunicazione, proprio nelle scorse ore, se ne è aggiunta una seconda di Arca Sud Salento, sempre in riscontro alle delucidazioni richieste dal sottoscritto sugli alloggi popolari di Otranto e Galatina.
 
 «A seguito di accertamenti - scrive  Arca Sud - per il prossimo 15 marzo a Otranto è stato programmato lo sgombero di tre alloggi occupati da soggetti non più aventi diritto ad una casa popolare. Nella stessa data si procederà anche allo sgombero di un quarto alloggio, questa volta occupato abusivamente sin dal principio». Per quanto riguarda Galatina l'ente ha poi confermato che gli accertamenti sono in corso, di concerto con l'amministrazione.
 
Si attendono dunque novità nei prossimi giorni. «Ovviamente - precisa il deputato - verificherò che dalle parole si passi rapidamente ai fatti, dopo anni di occupazioni sine titulo passate in sordina. Su questo aspetto sarà poi la Magistratura a dover fare chiarezza».
M5S
 
Di Albino Campa (del 18/10/2008 @ 15:19:45, in NohaBlog, linkato 4003 volte)

Continuiamo nell'esercizio di quello che a giugno scorso su questo blog chiamammo "Decalogo del salentino". Per quanto ovvio alla parola salentino potrebbe benissimo essere sostituita la "nohano".
Cerchiamo cari amici internauti di arricchire quello che all'inizio era un semplice decalogo. Di seguito vi suggeriamo i nostri: a voi il seguito.



SEI salentino O NOHANO SE...

  • sei salentino se quando vivi fuori, almeno una volta al mese la mamma ti manda il pacco con le friselle e non solo quelle;
  • sei salentino se ami la tua terra e ti fai le vacanze nei tuoi posti di mare.
  • sei salentino se, pur vivendo al Nord da dieci anni, non hai perso una virgola del tuo meraviglioso accento!!( puru ca tutti te pijianu pe' culu!);
  • sei salentino se trovi un portafoglio per terra e ti futti tutti li sordi... (e puru lu borsellinu se è bonu);
  • sei salentino se per fare 100 metri prendi la macchina;
  • sei salentino se quando devi andare da una parte inizi a ripetere all´amico/amica/moglie/marito/figlio/genitore/cugino: MENA, MOVITE, MANISCIATE;
  • sei salentino se le parole "pizzicarella mia pizzicarella, lu caminatu tou pare ca balla" le senti cantare in 20 paesi diversi in una sera d´estate;
  • sei salentino se vai allo stadio con la macchina piena di gente vestita giallo rossa, con la sciarpa dietro Forza Lecce, e canti CI NU ZUMPA NU BARESE E´ E';
  • sei salentino sei hai i cd dei Sud Sound System e quando sei al Nord li fai sentire a tutta la comitiva;
  • sei salentino se quando stai in mezzo al traffico litighi con tutte le macchine vicine e bestemmi i morti a tutti;
  • sei salentino se ad ogni rumore che senti ti affacci a vedere che è successo;
  • sei salentino se quando vai al mare ti ritrovi come vicini di ombrellone i tuoi vicini di casa;
  • sei salentino se vai al militare perché non sai che fare del tuo futuro;
  • sei salentino se parcheggi la macchina nei parcheggi abusivi e per te è tutto normale;
  • sei salentino se al parcheggiatore abusivo dai 50 cent... puru cu ti lu cacci de nanzi;
  • sei salentino se trovi normale vedere 3 ragazzi che vanno in giro tutti su uno scooter(ovviamente senza casco);
  • sei salentino se vai ogni anno alla Notte Della Taranta puru ca stai alla Svizzera;
  • sei salentino se alla Notte Della Taranta arrivi cu' le damigiane te vinu/mieru pe' tutti;
  • sei salentino se commenti quello di prima con la frase: 'STU 'NZALLU!;
  • sei salentino se alle Elezioni Provinciali hai dato il voto a Vendola solo perché Fitto aveva fatto schifoL;
  • sei salentino se quando incontri fuori dalla Puglia un tuo concittadino che non avevi mai cagato, in città ci parli come se usciste insieme da una vita;
  • sei salentino se ascolti i Negramaro anche se non ti piacciono, perché sono di Lecce;
  • sei salentino quando dici di non essere permaloso e ti incazzi ad ogni appunto che ti fanno;
  • sei salentino se almeno una volta nella tua vita usi i proverbi: "Lu cane sècuta lu strazzàtu"; "Ogni petra azza parete"; "Quandu addhu nu tieni, cu mammata te corchi", "puru i pulici tenanu la tosse";
  • sei salentino se ridi anche nelle situazioni drammatiche e fai divertire la gente;
  • sei salentino se vai al Nord per lavorare per la tua famiglia;
  • sei salentino se te faci a quatthru cu faci nu favore all´amicu;
  • sei salentino se lavori in nero pure tutta la vita;
  • sei salentino se passi l´estate tra dance hall e sagre di paese;
  • sei salentino quando la gente ti definisce simpatico "cu dd´accentu!"
  • sei salentino se ti mangi lu purpu, la pitta, e i pisieddhri cu li pummidori schiattarisciati; e ti ssuppi la puccia.
  • sei salentino se il sabato sera vai a ballare solo se hai gli omaggi;
  • sei salentino se hai sempre un sorriso e un consiglio per gli amici;
  • sei salentino se hai un soprannome che ti danno gli amici del paese;
  • sei salentino se in estate la prima volta che ti abbronzi, ti ustioni e spelli;
  • sei salentino se anche se non hai un lavoro, scorrazzi in giro con il macchinone;
  • sei salentino se per richiamare gli amici gridi "VAGNUNIII!!!";
  • sei salentino se vivi a Milano.
Antonio Mellone
 
Di Fabrizio Vincenti (del 17/08/2015 @ 15:01:43, in NohaBlog, linkato 3009 volte)

Tutti fieri di essere salentini. Quando arriva l’estate e i turisti invadono le nostre terre e i nostri mari come orde di barbari, sono tutti intenti a postare su facebook il loro orgoglio salentino. Tutti esperti operatori turistici, tutti amanti della natura, tutti impazienti di dichiarare le loro origini meridionali. Nel Salento i pasticciotti, il mare, le belle spiagge, le discoteche, le feste patronali, le sagre, la taranta, il vino, la pizzica, i tamburelli, gli agriturismi, le masserie, gli ulivi, la natura selvaggia, i mercati, il caldo, il sudore, l’afa. E poi? A parte le friseddre, il caffè in ghiaccio con latte di mandorla, i calzoni e la cupeta, di cosa dovremmo ancora essere orgogliosi? Basta farfugliare che noi del sud siamo gente ospitale, alla mano, di buon cuore? Basta veramente questo per accrescere in noi l’orgoglio? A me tutto questo va bene. Ma c’è un però. È il “però non basta”. Mi spiego. A me non basta che mi si dica che il Salento ha un bel mare o che d’estate in Salento ci si diverte. Perché, a prescindere dal giudizio affrettato di qualche turista, vorrei essere orgoglioso della mia terra anche per altro. Infatti, mi chiedo come mai nessuno esprima la sua fierezza nell’appartenere ad una terra dove, per esempio, funzioni l’amministrazione pubblica. Oppure, ad una terra dove non ci sia immondizia per le strade, o dove la maggior parte dei giovani abbia un’occupazione degnamente retribuita. Semplice, non si è fieri perché tutto questo non c’è. Come mai nessuno posta su facebook l’orgoglio di appartenere ad un terra dove non ci sia criminalità, dove non ci sia inquinamento, dove chi lavora dodici ore al giorno non venga assicurato per due ore giornaliere? Sarei più fiero di appartenere ad una terra dove la gente non muoia nei campi sotto il sole cocente per due o tre euro. Di questo si, sarei veramente orgoglioso. Oppure sarei orgoglioso se quelli amministratori, che vogliono essere chiamati “onorevoli”, fossero dotati di buon senso. Non dico istruiti, sarebbe chiedere troppo, ma almeno di sani principi. Perché avere le ville e presentare una dichiarazione dei redditi pari a zero non è proprio un buon principio. Oppure, costruire laddove non si può e poi condonare il tutto, neanche questo è di buon senso. O ancora, nel far costruire un porto o un centro commerciale, oppure nel farsi distruggere la costa per far passare un gasdotto in cambio di un posticino di lavoro part time per il proprio nipotino, in questo non c’è proprio nulla di cui esserne orgogliosi. Piuttosto che sentirsi tanto fortunati ad appartenere ad una terra che potrebbe essere veramente una geniale fonte redditizia senza specularci su, ci dovremmo rimboccare le maniche affinché, se orgoglio deve essere, che sia almeno per qualcosa di realmente degno di soddisfazione. Perché il problema è che a settembre, quando i turisti se ne vanno, davanti a chi piazziamo i nostri finti sorrisi di gente falsamente fortunata? Allora, lasciamo stare le correnti di appartenenza. Che tacessero tutti questi renziani, dalemiani, berlusconiani, leghisti, clericali, burocrati e improvvisati imprenditori da strapazzi. E non si tratta di essere pessimisti o ottimisti, o “gufi”, come dice qualcuno. Qui non si gufa contro nessuno. Qui si tratta di dire le cose come stanno. Altro che riforme copernicane, come dice Matteo Renzi. Qui, di Copernico, c’è solo il termine “teoria”. Perché di teorie si tratta. Ma di fatto non c’è nulla. Non c’è l’incremento di occupazione (quello che propinano come aumento degli occupati è solo un fattore ciclico, gli esperti lo sanno), non c’è abbassamento della povertà, non c’è aumento dell’aspettativa di vita, il prodotto interno lordo non indica la nostra felicità seppur oscilla sempre intorno allo zero, non c’è aumento dei risparmi e non c’è abbassamento degli indebitamenti. La conclusione è che non c’è nulla di nuovo perché, a prescindere di quello che dica Renzi, le riforme non le ha fatte nessuno. Nessuno le ha viste e nessuno sa cosa siano. D'altronde, di vere riforme, tranne quella che fece Lutero, l’Italia, non è ha mai viste. E non illudetevi, non le vedrà neppure con Renzi. E non perché Matteo non le voglia, ma per il semplice fatto che non sa neppure come si faccia una riforma. E nonostante questo, la parola maggiormente pronunciata da lui è proprio questa, “riforma”. Ma se a casa vostra, in tasca vostra, non è cambiato nulla, o è cambiato in peggio, significa che nessuna riforma c’è stata perché, se così fosse, i cambiamenti gli avreste visti, e sarebbero stati certamente a vostro favore. Ma così non è. E se avvistate qualcuno fare la bella vita, chiedetevi se è veramente frutto del suo sacrificio, farina del suo sacco. Perché di gente che ostenta ciò che non si è meritato, ne è pieno il mondo. E non mi si dica che bisogna trovare il modo di tirare la carrozza. Perché se qualcuno lavora a nero, a discapito di chi paga anche l’aria che respira, oppure qualche professionista presta la sua consulenza incassando fior di quattrini e non rilasciando neppure una ricevuta, sappiate che quella non è cosa buona e giusta. Lascia stare gli ottanta euri che hanno tolto a me e hanno dato a te. Quelle non sono riforme, sono prese per il c… collo. Io quest’anno ho deciso di fare le ferie a settembre, con la speranza che tutta questa vanagloria si sia un po’ attenuata e anche la mia gente sia tornata con i piedi per terra. Perché di questi tempi è facilissimo perdersi nel firmamento del cielo come palloncini gonfiati con elio. La vita è un’altra cosa. Perché, quando smontano le luminarie della festa per santa Domenica, tuo figlio continua a non avere un lavoro per poter vivere serenamente. A proposito, una riforma che non dia serenità alle persone, non è una riforma. Basta chiacchere allora, vale anche per te Renzi. Io una volta ero quasi riuscito a vendere palline di plastica gonfiate ad aria, e le stavo vendendo spacciandole come aria santa di Gerusalemme. Ma ero piccolo e stupido. Tu non fare lo stesso, perché qui si tratta di una Nazione. Quanto a noi, invece, se dobbiamo vantarci di qualcosa, facciamolo almeno per quello che pensiamo noi e non per quello che dicono gli altri, perché la notte della taranta finisce con il concertone di Melpignano e tutti i nostri che hanno ballato nelle piazze, è li che rimangono dopo, sulla piazza, a prostituirsi per un vaucher che Renzi osa chiamare Lavoro.

Fabrizio Vincenti
 
Di Redazione (del 13/09/2020 @ 15:00:58, in Comunicato Stampa, linkato 895 volte)

Domenica 13 settembre, alle ore 18,30 il Comitato provinciale per il No al referendum costituzionale sul taglio del parlamentari farà tappa a Galatina, in piazza Dante Alighieri (angolo via Cafaro) e terrà un incontro-dibattito sulle “Ragioni del No”.
All’incontro parteciperanno il professor Fabio De Nardis docente dell’università di Foggia e la presidentessa di Arci Lecce Anna Caputo. L’obiettivo è quello di spiegare, superando slogan e tifoserie, le ragioni della contrarietà a questa pseudo-riforma dai risvolti antidemocratici e populisti che, utilizzando il falso paravento di una riduzione dei costi del funzionamento delle istituzioni democratiche (come se ciò fosse un bene di per sé), avrà l’effetto di tagliare la rappresentanza politica, annientando le posizioni divergenti da quelle maggioritarie, riducendo se non eliminando la pluralità di opinioni che il Parlamento dovrebbe al contrario garantire, togliendo voce a territori che già oggi soffrono un deficit di rappresentanza.
L’effetto della riduzione del numero di parlamentari, unito all’inevitabile aumento della popolazione di ogni singolo collegio elettorale, renderà ancora più elitaria e costosa l’attività politica.
L’incontro sarà l’occasione per spronare tutte le personalità politiche del territorio salentino, sinora troppo compiacevolmente silenti, a prendere finalmente una posizione chiara e ufficiale in merito al referendum. Pertanto invitiamo tutti i candidati al consiglio regionale, tutti gli amministratori locali salentini, tutti i segretari di partito o dei movimenti civici a schierarsi pubblicamente con la sottoscrizione di un appello per il NO, li invitiamo a chiarire pubblicamente ai cittadini da che parte stanno.
All’incontro seguirà un dibattito aperto a tutti coloro che vorranno dare un contributo a titolo personale o delle istituzioni o dei movimenti che rappresentano.

Il comitato provinciale per il No

 
Di Redazione (del 16/08/2019 @ 14:56:57, in Comunicato Stampa, linkato 1567 volte)

A SESSANT’ANNI DALLA TERRA DEL RIMORSO UN FOCUS DEDICATO A ERNESTO DE MARTINO

ORE 19 IL BORGO RACCONTA - PIAZZA ORSINI

VISITA GUIDATA BASILICA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA

ORE 19 LABORATORIO DI PIZZICA E TAMBURELLO - PIAZZA DANTE ALIGHIERI

ORE 20 DE MARTINO 60 - RACCONTO DI UN LIBRO - CONVENTO DELLE CLARISSE

LA TERRA DEL RIMORSO DI E. DE MARTINO CON STEFANO DE MATTEIS E PAOLO APOLITO

MOSTRE: IL LUOGO DEL CULTO, GALATINA, SAN PAOLO, TARANTISMO E DINTORNI;

MENADI DANZANTI

ORE 21 ALTRA TELA - PIAZZA GALLUCCIO

ORE 22 PIZZICA IN SCENA -  CASTELLO CASTRIOTA SCANDERBERG

A seguire CONCERTO RAGNATELA - PIAZZA DANTE ALIGHIERI

Solo una settimana al Concertone finale del festival itinerante “La Notte della Taranta” Galatina il 17 agosto ospiterà la quindicesima tappa di questa 22/a edizione.

Per la rassegna il Borgo Racconta sarà possibile effettuare una visita guidata a cura dell’Archeoclub Terra D’Arneo partendo da Piazza Orsini dove è situata la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, uno dei monumenti nazionali in stile romanico-gotico  edificato da Raimondello Orsini del Balzo tra il 1369 e il 1391. Si continuerà alla scoperta della pizzica, al cui rito è dedicata la  Cappella di San Paolo in Piazza SS Pietro e Paolo. Ultima fermata di questa visita guidata sarà il Museo Civico “Pietro Cavoti”,  in cui viene conservata una collezione di documenti, opere di artisti e studiosi galatinesi e locali. Il ritrovo è previsto alle ore 16.45 in Piazza Orsini; le visite inizieranno alle ore 17, poi ne seguiranno altre alle ore 18 (qui prevista anche in lingua inglese), ore 19  e l’ultima alle ore 20. E’ gradita la prenotazione chiamando il  324 059411.

Come per altre tappe itineranti, anche a Galatina in Piazza Dante Alighieri inizierà alle ore 19 il laboratorio di pizzica e tamburello, che permetterà a tutti i partecipanti di conoscere le basi della pizzica-pizzica e le tecniche per suonare il tamburello. Entrambi gratuiti, il laboratorio di pizzica è aperto a tutti, mentre per il laboratorio del tamburello, oltre ad essere muniti di strumento, è prevista una prenotazione per un numero max di 30 persone. Per prenotare chiamare il 324 059411.

Il laboratorio è curato dai danzatori del Corpo di Ballo de “La Notte della Taranta”: Cristina Frassanito,  Serena Pellegrino, Fabrizio Nigro e Andrea Caracuta.

La Notte della Taranta non è solo musica, danza, ma anche tradizione e letteratura. Tra gli appuntamenti alle ore 20 la sezione De Martino 60 a cura di Kurumuny  e Polo Bibliomuseale, con la direzione scientifica di Maurizio Agamennone e Luigi Chiriatti. A sessant’anni dal viaggio  nel Salento dell’antropologo Ernesto De Martino,  Stefano De Matteis e Paolo Apolito spiegheranno l’importanza che avuto lo studio La terra del rimorso per inaugurare una stagione di recupero della tradizione etnomusicale nel Salento.  

Stefano De Matteis si è  occupato di rappresentazioni simboliche, pratiche performative e processi rituali.  Ha diretto la collana di antropologia Mnemosyne ed è stato tra i fondatori delle “Opere di Ernesto de Martino” dove ha curato la nuova edizione di Naturalismo e storicismo nell’etnologia.

Paolo Apolito, uno degli  antropologi più stimati in Italia, è stato presidente del Comitato Nazionale per la valorizzazione delle tradizioni culturali italiane, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e della Commissione di Abilitazione scientifica nazionale per professore universitario di discipline demoetnoantropologiche e  studioso dei fenomeni religiosi e rituali.

 

Saranno loro a raccontare Ernesto De Martino, antropologo e filosofo italiano che  con una serie di missioni etnografiche dai primi anni ’50, raccolse una quantità di documenti relativi a manifestazioni magico-religiose e ne studiò le origini storiche, i rapporti con le condizioni storico-sociali attraverso i secoli, i motivi impliciti che ne giustificavano il persistere. Oggetto della sua investigazione furono particolarmente: il complesso mitico-rituale della fascinazione in Lucania (Sud e magia, Milano 1959); le persistenze del pianto funebre in Lucania (Morte e pianto rituale nel mondo antico, Torino 1958); il tarantismo del Salento (La terra del rimorso, Milano 1961).

Fu proprio De Martino a imprimere una svolta decisiva nello studio del fenomeno del tarantismo. Nell’estate del 1959 inaugurando la tecnica dell’indagine interdisciplinare, con l’unione in un’unica équipe di uno psichiatra, una psicologa, un’antropologa culturale, un etnomusicologo e un documentarista cinematografico, indagò a fondo il rituale magico-religioso del tarantismo pugliese, raccogliendo i risultati dell’analisi, in quella mitica estate del ’59, in quello che sarà poi uno dei testi fondamentali: La terra del rimorso.

Nel 2019 corrono sessant’anni dall’indagine sul tarantismo salentino condotta da Ernesto De Martino e dalla sua équipe, tra Nardò, Galatina e Muro Leccese, nel giugno-luglio 1959.

Il progetto “demartino’60”, omaggiando e celebrando l’opera pionieristica di Ernesto De  Martino e dei suoi collaboratori, intende divulgare parte dei documenti prodotti intorno al fenomeno.

Saranno allestite anche due mostre presso il Convento delle Clarisse: sul luogo del culto di Galatina, San Paolo, Tarantismo e dintorni, e sulle Menadi Danzanti.

Galatina, la cappella di San Paolo e lo spazio antistante, rappresentano uno dei luoghi simbolo  in cui si svolgeva questo rituale legato al tarantismo.   La mostra multimediale restituisce gli scatti di fotografi professionisti e non, che nel corso di un cinquantennio hanno varcato la soglia del luogo del culto. Le fotografie sono di: Chiara Samugheo, Paolo Longo, Paolo Albanese e Paola Chiari, Salvatore Congedo, Carmelo Caroppo, Fernando Ladiana, Luigi Chiriatti.

Passato e futuro del Salento si incontrano nella mostra Menadi Danzanti  progetto realizzato grazie alla sinergia tra Assessorato alla Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, Polo Biblio Museale di Lecce e Fondazione La Notte della Taranta. La mostra presso il Convento delle Clarisse propone la visione della straordinaria collezione di ceramiche antiche, greche e magno greche, con immagini legate alla musica ed ai suoi diversi aspetti e funzioni, ai luoghi e alle occasioni in cui si suonava, agli dei che la proteggevano ed ai miti che la raccontavano. Curata dall’archeologa Anna Lucia Tempestapunta a far conoscere, attraverso le immagini vascolari i reperti musicali e le fonti scritte, i laboratori di gestualità e la “messa in movimento” delle opere, l’importanza della musica nel mondo antico e gli incredibili legami con la contemporaneità. I reperti esposti nel Museo Castromediano di Lecce, insieme ad una selezione di vasi, eccezionalmente allestita nelle sale del palazzo marchesale De Luca di Melpignano, databili tra la fine del VI ed il I secolo a.C.,  documentano i diversi momenti di vita in cui la musica è presente e protagonista.

 

Passando alla musica, alle 21 al via i concerti previsti per la serata. Primo appuntamento con Altra Tela in Piazza Galluccio dell’ensemble Accipiter dalla Basilicata, uno dei gruppi provenienti da altre zone d’Italia e che il festival itinerante ospita per celebrare l’incontro della cultura salentina con quella delle altre regioni del nostro paese.

E’  un gruppo di giovani musicisti che si propone di portare in giro spettacoli in cui le musiche tradizionali del Sud vengono contaminate da influenze più moderne. Un folk-pop-funk con melodie accattivanti, ritmi aggressivi e testi ritmici che si fondono e si mescolano. La voce di Michela Labbate, le melodie della fisarmonica e dell’organetto di Domenico Piliero, i ritmi di Domenico Dimilta, interprete della tammorra, il basso di Franky Damato, il mandolino e i flauti di Domenico Imperatore, le percussioni di Giovanni Guarino, l’incedere delle cornici di Graziano  Lamarra, chitarra e voce di Pietro  Varvarito e la danza di Sara Colucci, creano uno spettacolo che punta ad una corrispondenza di sensi tra il pubblico e gli artisti sul palco.

 

Una delle principali novità di questa edizione del festival itinerante è Pizzica in scena con i danzatori del Corpo di Ballo de La Notte della Taranta che offriranno agli spettatori una performance innovativa tra luci e specchi che riflettono l’incanto dei monumenti. 

Protagonisti di Pizzica in scena a Galatina nel Castello Castriota Scanderbeg saranno i danzatori: Cristina Frassanito, Serena Pellegrino, Stefano Campagna, Andrea Caracuta, Lucia Scarabino, Fabrizio Nigro.

 

Ultimo appuntamento della serata in Piazza Dante Alighieri con i concerti della sezione Ragnatela. Alle ore 22 a salire sul palco saranno l’Orchestra del Liceo Da Vinci di Maglie e a seguire Antonio Castrignanò, Taranta Sounds & Sona Jobarteh.

L’Orchestra del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Maglie nasce dalla convinzione che la musica sviluppi nei ragazzi creatività e armonia, responsabilità e partecipazione. Nata nel 2011, da una idea della dirigente scolastica Annamaria Corrado e del professore Massimiliano Cananà, l’orchestra è composta da 48 elementi che suonano classici rivisitati, spaziando tra i generi più disparati. Il progetto mette in campo un confronto continuo tra modernità e radici, cultura dei libri e cultura dei sensi. In questa occasione l’Orchestra si cimenta con il repertorio musicale salentino, “contaminandolo” con i timbri del proprio organico. La musica cosiddetta colta e la tradizione popolare, trasfuse in note accanto alle sonorità rock e pop, diventano ritmo appassionato ma anche esercizio continuo disciplinato, quasi una colonna sonora per una delicata fase della vita, quella dell’adolescenza. I 48 giovani musicisti saranno diretti dal maestro Armando Ciardo, docente di violino che ha collaborato negli anni con Aldo Ciccolini, Uto Ughi, Luis Bacalov, Lucio Dalla e i Negramaro.

Chiuderà la serata Antonio Castrignanò, Taranta Sounds & Sona Jobarte.

Antonio Castrignanò, musicista salentino, ha cominciato la sua carriera, giovanissimo, con La Notte della  Taranta, prima come tamburellista, poi come frontman. Compositore della colonna sonora del film “Nuovomondo” di Emanuele Crialese,  ha condiviso palchi e festival con numerosi artisti. A Galatina lo stesso Castrignanò (voce, tamburo, mandola) sarà accompagnato da Rocco Nigro (fisarmonica), Gianluca Longo (mandola e mandolino), Luigi Marra (violino e voce), Giuseppe Spedicato (basso), Maurizio Pellizzari (chitarra elettrica), Gianni Gelao (fiati), Davide Chiarelli (batteria e percussioni). Insieme sul palco Sona Jobarteh, la prima donna proveniente da famiglia “Griot” a suonare la Kora, strumento tradizionale dell’Africa, in un percorso musicale con note intime che si alterneranno al ritmo travolgente della pizzica.

 

Tema centrale del Festival 2019 è la tutela dell’ambiente. In collaborazione con Intesa Sanpaolo e Legambiente, la Fondazione La Notte della Taranta promuoverà la raccolta fondi per la campagna #RigeneriAMOlaNatura che consentirà di rendere accessibili 4 oasi del Mezzogiorno d’Italia alle persone diversamente abili e fruibili dal pubblico attraverso sentieri guidati. Si tratta dell’oasi dei Variconi a Castel Volturno (Campania), Foce Cavone nella marina di Pisticci (Basilicata), Dune di Sovereto a Isola Caporizzuto (Calabria) e Torre Squillace nella marina di Nardò (Puglia).

Si può partecipare alla raccolta fondi attraverso la piattaforma www.forfunding.intesasanpaolo.com/  o acquistando la T-shirt creata da Yezael di Angelo Cruciani per la Notte della Taranta in vendita tra i prodotti ufficiali del Festival.

Gloria Romano

 
Di Albino Campa (del 25/02/2011 @ 14:50:50, in Musicando pensieri, linkato 3751 volte)

Da quanti punti di vista è possibile ammirare le bellezze della nostra terra? Qual è l’altezza giusta o l’altra città da raggiungere per rendersi conto che quello che sino all’altro giorno ci circondava era unico? Qual è l’angolo giusto, il cono di luce appropriato, la giusta misura di apertura dell’obiettivo, il ritmo corretto di vibrazione delle ciglia, per riuscire a scorgerne anche gli aspetti negativi? Tanti e a tal punto sofisticati sono gli accorgimenti da adottare per un’osservazione attenta e critica di quella terra divenuta luogo della nostra esistenza.

È proprio dall’osservazione, a mio parere, che occorre ripartire per costruire un futuro diverso attorno a noi. E l’arte ci può essere d’aiuto. Vi proponiamo quindi un video in cui gli scatti dell’artista salentino Gianfranco Budano vengono sontuosamente abbinati alle note di una composizione del musicista francese René Aubry dal titolo Salento (Plaisirs d’amour, 1998). Ovviamente non poteva mancare l’estratto letterario da un’opera che racconta il Salento, questa volta attraverso la voce di chi sente il bisogno fisico del ritorno alla propria terra: parliamo di “Lecce-Ravenna Andata e ritorno” del conterraneo Maurizio Monte (pagg. 78-80, Edizioni Clandestine, 2006).

     
 
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Sono cresciuto con questi pensieri.

Sono cresciuto con un Dio che non era solo quello circoscritto da una religione preposta a farmelo sostenere come fosse una squadra di calcio.

Era anche quello. Era tutto.

Ora lo respingevo, ma in cuor mio sapevo che prima o poi sarebbero riemersi gli originari sentimenti.

Si fa fatica a non credere a qualche forma di provvidenza divina quando sei cresciuto all’ombra degli ulivi più generosi del pianeta, quando hai visto fiorire i mandorli a Gennaio, quando ti sei inebriato dell’odore di un vigneto ricchissimo, specchiandoti negli occhi di una ragazza sincera.

Ti si è rivelato tutto e delle certezze scientifiche non sai che farne…

Tuttavia, crisi mistica e frisellate a parte, di quella estate sponda sud-est ho pochi aneddoti da raccontare, trascorsa come fu fra incoscienti corse in moto su una litoranea arroventata dal vento d’Africa, gioia dei rettili che popolano i suoi muretti a secco, romantici confini di paradisiache combinazioni floreali.

Contemplando quel panorama straordinario, mescolavo il mio infinito amore per quella terra alla critica più feroce verso quanti non riuscivano ad amarla alla stessa maniera.

A ora di pranzo salutavo la campagna e rincasavo sempre, i piatti della mamma avevano priorità su tutto, per chi vive fuori sono veri e propri momenti di culto.

Parcheggiavo sul pianerottolo di casa una moto che sembrava un pit bull incazzato e il ticchettio che emetteva il metallo dilatato si protraeva per ore tra il rimuginare di mio zio, l’incredibile Ucciu, e una temperatura che di certo non favoriva il raffreddamento.

Lo zio alludeva malandrino alle mie bravate, scuotendo il capo col sorriso marpione di chi si è arroventato sotto il sole della campagna, ma ha scandito le ore della giornata tracannando il vino rosso della propria vigna.

Impersonificava perfettamente il contadino del Salento: copricapo di paglia, canotta celestina bucata qua e là e jeans tagliati ad altezza di cosce lucide e sì scolpite da richiamare quelle marmoree del David.

Agile e forte, conosceva bene quel caldo solido che mi costringeva spesso a rallentare e mandare giù a pieni polmoni, pollini miracolosi alla mia causa.

Parlava poco ma lasciava intendere tutto.

Coltivava la terra con attrezzi primordiali, reticente verso i mezzi moderni, era convinto che bastava andare a letto presto per non averne bisogno.

Mangiava le sue verdure, i suoi ortaggi e la sera passeggiava vicino casa immerso nei suoi pensieri a mo’ di digestivo, con le mani rigorosamente dietro la schiena in un tipico atteggiamento meridionale ereditato dai filosofi greci.

Non credo che l’incredibile Ucciu fosse meno felice di Rupert Murdoch o Bill Gates…

Non conosceva una parola di inglese, per lui era un’impresa anche comunicare in italiano ma non gliene importava minimamente perché sapeva che non era conoscendo il significato della parola “software” che si vive meglio.

Men che meno entrarci dentro, ci aggiungo io.

A lui bastava il dialetto per comunicare con chiunque, se proprio era necessario farlo.

Spero che il mondo capisca presto che “allargare i propri orizzonti” non significa prendere tre lauree e conoscere sette lingue aspirando alla vita newyorkese.

Gandhi diceva “Piccolo è bello”.
Gli orizzonti più grandi sono quelli in cui vuoi vivere.

Lo zio era un re: respirava la sua aria, quel mischione di pollini marini e rurali, l’odore di quel putridume di vita passata, comunemente detto terra.

La sua terra.

Ognuna sprigiona il proprio respiro e per capirne l’importanza dell’essenza, devi allontanartene.

Quando ci ritornerai, riconoscerlo sarà il più naturale degli esercizi, nonché un piacere indicibile.

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Michele Stursi

 
Di Albino Campa (del 03/10/2010 @ 14:50:06, in NohaBlog, linkato 5932 volte)

Bari. E’ un pomeriggio afoso e umido di fine agosto. Uno di quei giorni in cui rimpiangi di non essere rimasto a mollo nell’acqua del mare. La Città è quasi deserta, scarso il traffico, anche in un punto nodale come le vie intorno al teatro Petruzzelli. Cerco ombra e refrigerio nell’american bar posizionato nel corpo laterale del riaperto politeama. Devo incontrare un collega giornalista; vorrei parlare con lui di Puglia di come la regione sia regina del turismo estivo e di quanto i toni siano differenti nell’approccio giornalistico. Terra incantata quasi magica nelle narrazioni turistiche e racconti senza pace dal sapore pasoliniano in cronaca. Un ossimoro che necessita di una sintesi.

 

Penso questo mentre attraverso la strada incredibilmente libera dal traffico ed mi infilo nel caffè. Appena entrato vengo colpito dai quadri sulle pareti. Frustate di colori, sensazioni, atmosfere. Giro la testa velocemente ce ne sono dappertutto. Mi avvicino al primo “Vento di passione”, poi “Il viaggio della vita”, “Precario equilibrio”, “Amore universale” e tanti altri. Sono entrato in un bosco di ulivi secolari: gli ulivi di Paola Rizzo, pittrice salentina. Il barista mi osserva. Impiego alcuni minuti a riprendermi. Quelle opere scendono troppo in profondità. Mi ricordano la mia infanzia trascorsa fortunatamente e in parte sotto ulivi come quelli dipinti. Paesaggi dell’anima sospesi tra sogno e realtà. Gli ulivi di Paola si muovono, danzano o fuggono in mezzo ai campi di papaveri e margherite nella luce meridiana. Se ti avvicini alle sue opere senti e scorgi il vento. Lo stesso vento che sento sotto gli ulivi della mia terra. Tra le fronde essi sussurrano parole antiche, parlano lingue sconosciute, echeggiano tra i rami fonemi messapici, greci, latini, longobardi, normanni, svevi, franco-provenzali, spagnoli, in dialetto salentino e in griko. Gli ulivi di Paola restituiscono dignità alla Puglia.

Ecco la sintesi che cercavo. Al barista non ho chiesto una consumazione, ma “Chi li ha fatti?”. Mi indica un biglietto da visita, sopraggiunge l’amico che attendevo, apparentemente finisce tutto lì. Passano i giorni, mi allontano dalla Puglia, penso spesso a quei colori, a quelle linee ora dolci dei prati, ora corrugate dei nodosi rami, alla musicalità di quelle pennellate tra cielo e terra. Chiunque, ammirandoli, può sentire la suggestione di quei monumenti vegetali che si abbracciano teneramente nella brezza del meriggio, che piangono all’aurora e che ridono beffardi al tramonto. Torno a vedere le opere di Paola, una, due, tre, quattro volte. Temo che la mostra sia finita, invece, con immensa gioia i suoi ulivi sono ancora lì. Forse i proprietari non se la sentano di affrontare una deforestazione del locale e temono di deludere i clienti più sensibili e raffinati. Anch’io non riesco a scrivere subito un pezzo. Ho bisogno di approfondire, osservare, capire. . . Così apprendo che Paola Rizzo è una pittrice laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce, che vive e lavora a Noha, vicino Galatina, con studio d’arte in piazza Castello, 14 bis. Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio.

Dopo le prime esperienze artistiche, la pittrice improvvisamente incontra un soggetto che è diventato quasi la costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina. Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra Paola e quest’albero considerato sacro dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo. L’artista in esclusiva per la Gazzetta Economica ha dichiarato: “Quando dipingo, non penso mai ad un albero, ma ad una vecchia cassapanca stracolma di ricordi, a un libro di storia dalle pagine ingiallite, alle mani di un vecchio che troppe volte hanno sfiorato la terra arida del Salento, ad un amico cui confidarmi. In questo modo – continua Paola - pongo me stessa, e gli altri insieme a me, di fronte ad un'identità di una cultura come quella salentina, che passa anche attraverso i suoi ulivi. Li offro come chiave di lettura di un mondo che mi appartiene per nascita e formazione, ma ne faccio anche un pretesto per riflettere sui processi morfologici che si pongono alla base della vita.

Con un esempio di colta similitudine, - conclude la pittrice - vorrei favorire il riscatto della mia terra d'origine e della mia gente, scegliendo di vincolare all'interno dell'ulivo-simbolo esseri umani. E' proprio in quell'avvitarsi su se stessi, in quel dibattersi per vincere e far vincere il principio armonico della natura più autentica dell'essere, che trovo il massimo dell'esaltazione dello spirito”. Nel corso degli anni Paola continua a dedicarsi amina e corpo all’arte: paesaggi, nature morte e soggetti religiosi. Entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la musica. Lei pensa che sia bellissimo fermare scatto dopo scatto, un istante in una foto. La musica rappresenta per Paola l’altra fonte di ispirazione primaria. Musica e pittura, in connubio tra loro, divengono così inscindibili l'una dall'altra. I sui dipinti prendono vita da note che guidano ed accompagnano i tocchi di pennello sulla tela. La musica, collante per artisti, la porta a frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti. Nascono così i suoi ritratti a matita. L’american bar sotto il Petruzzelli di Bari è tappezzato anche di ritratti di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente dalla pittrice nel corso di questi anni come Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Claudio Prima, Emanuele Coluccia, Roshaun Bay-c Clark, Cesare Dell’Anna, Eneri, Romeus. La passione per il ritratto è antica, Paola si è laureata presso l’Accademia proprio con una tesi in anatomia artistica dal titolo “Fisicità e psichicità di un linguaggio universale: il volto”. La pittrice salentina ha trasformato il caffè del Petruzzelli in un luogo di moda e alla moda: non c’è locale vicino ad un grande teatro che non sia pieno di ritratti di artisti. Per quelli del passato ci hanno pensato talentuosi ritrattisti e pioneristici fotografi con dagherrotipi e pellicole in bianco e nero.

Ora è il momento di Paola Rizzo. Ritrarre artisti contemporanei sarà un grande investimento per il futuro. A parte i ritratti quello che colpisce di Paola sono gli ulivi. La critica a tale proposito ha detto: “Gli ulivi, impressi per sempre nella tela, illuminati da fiotti di luce, scaturiti da un pennello come una carezza, sono forza, longevità, lavoro di padri con calli alle mani” (Antonio Mellone). E ancora: “Gli oli di Paola infondono luminosità, i suoi orizzonti soffici pensieri che assorbono la mente e trasportano lontano nel tempo e nella stessa storia della nostra terra” (Marcello D’Acquarica). Paola Rizzo “Facendo leva sulla sua fervida creatività, mimetizza abilmente, all’interno della rugosa corteccia di quei vetusti giganti vegetali, figure umane che si avvitano e si divincolano (quasi fossero prigioni michelangiolesche) entro gli stretti legami della materialità esistenziale” (Marisa Grande). L’artista “Si sente impegnata in un cordiale contatto con la natura che traduce, grazie ad un solido e consapevole impianto compositivo, ad un particolare timbro stilistico e ad disinvolto gusto narrativo” (Michele Fuoco).

Per quanto mi riguarda, posso dire che in un assolato ad afoso pomeriggio di fine agosto, nel centro di Bari, ho trovato refrigerio sotto i frondosi ulivi di Paola Rizzo e lì, in mezzo alle case degli uomini, sono stato dissetato da una goccia di sapienza antica tramandata nei secoli dai giganti vegetali del Salento.

VINCENZO LEGROTTAGLIE

cultura@gazzettaeconomica.com

 
Di Redazione (del 22/12/2018 @ 14:46:37, in Comunicato Stampa, linkato 1243 volte)

Chiese Aperte, il tradizionale appuntamento con l’arte, la religione e la cultura, torna con l’edizione natalizia. Galatina, Gallipoli e Nardò apriranno le loro chiese ai visitatori, turisti e curiosi dalle 17 alle 22. L’appuntamento, organizzato da ArcheoClub con il patrocinio della Provincia di Lecce e la preziosa collaborazione della Curia, si terrà nei giorni 22, 23 e 26. L’attenzione particolare verrà posta oltre che sul patrimonio artistico e culturale delle chiese, anche sull’allestimento dei Presepi. I responsabili di ArcheoClub guideranno i visitatori all’interno delle chiese e consentiranno di realizzare un vero e proprio percorso tra le bellezze custodite all’interno. Ma non solo. Per conoscere la storia della cartapesta si avrà una rappresentazione di lavorazione all’interno di una vera bottega da parte di Salvatore Patera. Il maestro Pietro Coroneo, scultore, allestirà il suo Presepe artistico. Inoltre verranno proiettate alcune pellicole estratte dai più importanti film con tema la Natività, curate da Massimiliano Manieri e Gigi Rigliaco.

Obiettivo dell’Archeoclub, nei tre appuntamenti previsti, è quello di far ammirare e apprezzare, in orari insoliti, non solo il nostro patrimonio storico-ecclesiastico ma, soprattutto, il lavoro dell’intera comunità religiosa intorno alla creazione dei presepi, vere e proprie opere di artigianato artistico salentino dove gli antichi mestieri assumono un valore essenziale e prevalente.

Le chiese coinvolte saranno: Basilica Santa Caterina d’Alessandria, Beata Vergine della Purità, San Lazzaro, Santa Maria della Grazie (Anime Sante del Purgatorio), Madonna dell’Addolorata, Maria Ss. delle Grazie, San Biagio, Santi Pietro e Paolo, Chiesa Ss. Trinità (dei Battenti) per Galatina; Sant'Antonio da Padova, Chiesa del Carmine, Chiesa Santa Chiara e Basilica Cattedrale di Maria SS.Assunta per Nardò; Maria SS. della Purità; Madonna Immacolata Concezione; Oratorio Confraternale Santa Maria degli Angeli per Gallipoli.

“Chiese Aperte - dichiara Antonietta Martignano, presidente di ArcheoClub - è ormai diventato, per la nostra Associazione, un appuntamento fisso che ci permette di rendere visibili molti luoghi di culto, respirando la loro storia e storia dell’arte ed ammirando la bellezza. Questo appuntamento è il giusto seguito dei due precedenti eventi che come Associazione abbiamo brillantemente portato a termine durante l’anno: il 13 maggio abbiamo reso fruibile la Chiesa della Purità, mentre il 19 Agosto sono stati ben dieci i luoghi di culto aperti fino a tarda sera. Il filo conduttore tra i luoghi di culto scelti per questa edizione natalizia sarà “Presepi sacri”, il presepe che è simbolo per eccellenza della tradizione natalizia trova spazio in ogni Chiesa come capolavoro di artigianato e architettura con particolari unici da togliere il fiato.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 10/08/2014 @ 14:43:25, in NohaBlog, linkato 3111 volte)

Mannaggia a me e a quando mi metto a discutere (addirittura in spiaggia!) con chi pensa che lo “sviluppo” del Salento sia fatto di turismo (per antonomasia quello invadente, sudato, inebetito) e dunque di orde di lanzichenecchi pronti ad invadere la quiete della nostra terra, che in alcuni periodi dell’anno sembra trasformarsi nella striscia di Gaza. Il tizio continuava a dirmi che fosse per me ed i miei amici “ambientalisti” (cosa cavolo significherà mai questo lemma, lo ignoro) non si farebbe nulla, tanto che noi tutti oggi staremmo ancora viaggiando con gli asini, i muli ed altri quadrupedi da soma. Avrei voluto rispondergli che quelli come lui hanno fatto invece alla nostra terra tutte le mega-porcate che hanno voluto, in quanto quelli come me, minoranza endemica, non hanno mai avuto voce in capitolo.

Poi, ovviamente, quando uno inizia a parlarti in questi termini - cioè di ciucci, birocci, traini, ed altre amenità del genere - l’unica cosa saggia da fare è issare bandiera bianca, e lasciar cadere immediatamente ogni tentativo di esposizione logica di qualsivoglia argomentazione. Non vale la pena di perdere il fiato, e poi se ti metti a litigare con un idiota il terzo che osserva la scena potrebbe non capire la differenza.

Se al posto di codesto logorroico interlocutore, che si crede addirittura un economista (ma come faccio a spiegargli che un laureato in Economia non è necessariamente un economista, così come un laureato in Filosofia non è sempre un filosofo - infatti, per dire, se Buttiglione fosse un filosofo, io avrei serie difficoltà nel capire cosa facesse Aristotele), dicevo, se al posto di questo soggetto avessi beccato un altro appena un po’ più ricettivo avrei potuto dirgli che purtroppo il nostro Salento è ormai tutto una strada, solcato com’è da viadotti e circonvallazioni di tutti i tipi e per tutti i gusti.

Ma noi mica ci accontentiamo del primato (mondiale!) di chilometri stradali per chilometro quadrato (nel Salento questo rapporto è di 1:1). Nossignore, noi vogliamo ancora di più. Alcuni esempi? La “Regionale 8” fino a San Foca (così già che ci siamo anche il gas del TAP potrà viaggiare più comodamente), la “275 Maglie-Santa Maria di Leuca” (l’hanno chiamata strada-parco per mitigarne l’impatto: questi ci derubano anche del vocabolario), la “Maglie-Otranto” (cosa vuoi che siano 8000 ulivi divelti, al confronto delle decine di migliaia che verranno sradicati per la Xylella Fastidiosa, altra panzana-colpo-di-grazia alla nostra terra già martoriata; dell’“attivismo” a sua insaputa da parte del sindaco Montagna parleremo in altre circostanze, ndr), la “Otranto-Gallipoli” (ennesimo mostro di asfalto e cemento che ci costerà quanto un rene), la “Casalabate-Porto Cesario” (per collegare le due coste del Salento, una specie di segnalatore visivo del prepuzio salentino: anche nel senso della natura mentulomorfa del pensiero dei nostri politici locali). Per non parlare delle circonvallazioni (perfino interne, come certi assorbenti), delle strade infinite di raccordo e servizio dei mille comparti edilizi, delle asfaltature delle residue strade bianche di campagna, dei viali o vialoni privati da coprire con un bel massetto. Stiamo insomma predisponendo un bel lacrimatoio necessario per raccogliere i lucciconi di coccodrillo che abbondanti produrremo subito dopo qualche goccia di pioggia che inesorabilmente trasformerà i nostri paesi in un unica alluvione.

Avrei continuato (sempre discettando di “turismo”) col dire che per esempio in Inghilterra non allargano le loro strade, le tengono strette, e che nelle Highlands scozzesi si deve fare un percorso a passo lento per apprezzare la bellezza dei luoghi. Che comunque le strade strette sono più sicure di quelle a scorrimento veloce (infatti lo capirebbero anche alla scuola materna che gli incidenti sono dovuti alla velocità e non alle strade strette).

Avrei infine aggiunto che forse chi viene a visitare il Salento avrebbe voglia di trovare una terra selvaggia, di ammirare il fico d’india, la chiesa rupestre, la taranta sui cozzi e anche gli scurzuni (non i serpenti d’asfalto), che vorrebbe trovare cioè quello che tipizza il Salento, e soprattutto ciò che rende il Salento diverso, chessò io, dal Veneto o dall’Emilia Romagna. Se un turista volesse trovare il resort con le piscine o il parco acquatico o il mega-villaggio o il centro commerciale, o se desiderasse percorrere una mega-strada a quattro o più corsie potrebbe benissimo risparmiarsi il lungo viaggio fino a Lecce per dirigersi verso altre regioni dove questa roba c’è già in abbondanza, e dove non sanno più cosa inventarsi per “attrarre il turismo”. Queste regioni ormai hanno perso e per sempre il loro territorio, sicché l’unica cosa che rimane da fare a quei poveretti è creare la giostra continua del divertimentificio senza fine, insomma un Samsara beach anzi bitch 24 ore su 24.

Temo che noi salentini siamo sulla buona strada: nel senso di averne purtroppo imboccata una a senso unico.

P.S. Buone vacanze, cari lettori, con l’augurio che le nostre spiagge non vengano affollate da fiumane di coglioni.

Antonio Mellone
 
Di Dante De Ronzi (del 27/02/2016 @ 14:40:21, in Comunicato Stampa, linkato 2482 volte)

Siamo giunti al 4° edizione del premio Osservatorio Tecnico Galatinese. Dopo Oreste Caroppo, Angela Barbanente e Danilo Lupo, quest’anno sarà premiata la giornalista autrice del libro inchiesta “Xylella Report” Marilù Mastrogiovanni. Il premio è assegnato a lei dopo un dibattito interno all’Osservatorio sui temi di tutela del paesaggio e del territorio salentino che anche in questo anno più di altri hanno visto il Salento al centro dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale. Non ultima la clamorosa decisione della Procura di lecce che ha bloccato gli espianti in atto, sequestrando cautelativamente gli oltre 60milioni di ulivi pugliesi e bloccando la devastazione in atto.

L’Osservatorio con questo premio, intende rendere merito oltre che a Marilù Mastrogiovanni alle associazioni e al popolo salentino che si è battuto per salvare il territorio e con esso la propria identità. Nello stesso tempo, con questo premio si prefigge di tenere alta l’attenzione delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini sulle tematiche ambientali che sono strettamente correlate con i problemi della salute pubblica e della qualità della vita.

Come tradizione un’artista donerà un’opera a tema per sugellare un connubio tra arte, territorio e impegno civico. In quest’occasione l’artista Paola Rizzo che da decenni con la sua arte immortala l’ulivo donerà una sua opera. L’ulivo da sempre simbolo di forza e ricchezza per il nostro popolo oggi simbolo di riscatto della nostra gente sarà il tema dell’opera.

L’evento è pubblico e si svolgerà sabato 12 marzo 2016 presso la sala G.Toma - Hotel Palzzo Baldi alle ore 18.

Osservatorio Tecnico Galatinese

 
Di Redazione (del 22/12/2018 @ 14:36:57, in Comunicato Stampa, linkato 1144 volte)

Che Galatina fosse una città isolata e marginalizzata a livello regionale e provinciale lo sapevamo già. Una classe politica all’altezza cercherebbe di trovare delle soluzioni per far fronte a questo problema, canalizzando il nostro territorio verso i circuiti e gli organismi che contano. Tutto il contrario di quanto è avvenuto nel corso dell’ultimo Consiglio comunale.

Innanzi tutto va premesso che a causa della solita superficialità e disattenzione da parte dell’amministrazione è stato necessario convocare questo ulteriore Consiglio, con tutto il dispendio di tempo e di denaro pubblico che ne consegue, a causa delle scadenze in tema di ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche del comune. Si sarebbe potuto discutere di questo punto nel Consiglio comunale precedente(quello del 6 Dicembre) e invece, in barba ai debiti che attanagliano le casse comunali, si è deciso di optare per lo spreco economico.

La scelta più vergognosa e mortificante per la nostra città però è stata quella di uscire dal CUIS(Consorzio Universitario Interprovinciale salentino), così come voluto dall’Assessore alla cultura Cristina Dettù, assente ingiustificata e dal Sindaco Amante.

 La partecipazione a quest’organo che si occupa, tra le altre cose, di finanziare progetti aventi a che fare con il progresso civile, sociale ed economico del Salento e con sviluppo dell’istruzione dell’università, delle accademie e degli istituti di alta formazione artistica e musicale, ha già portato a finanziare in passato alcuni progetti del nostro comune. Un progetto risale al 2011 mentre l’altro è del 2013, per un totale di 40.000 € finanziati. Inoltre, la presenza nel CDA del CUIS di un rappresentante del nostro comune(che ora invece perderemo), avrebbe contribuito a portare ulteriori vantaggi nello sviluppo di progetti inerenti la Cultura, l’istruzione e le arti nel nostro territorio.

Invece, sulla base di quanto dichiarato dal consigliere Tundo, il comune di Galatina ha deciso di abbandonare il CUIS per una questione di risparmio economico. Non riusciamo a capire a questo punto come sia possibile parlare di razionalizzazione delle spese in riferimento ad alcuni organismi, anche di un certo livello, mentre poi per alcune associazioni e società amiche i soldi si trovino sempre. Probabilmente si tratta di una scusa, mentre la reale giustificazione di questa scelta potrebbe essere legata allo smacco del mancato finanziamento di un nostro progetto che per giunta si sarebbe collocato nelle ultimissime posizioni in graduatoria. Nessuno della maggioranza però ha avuto il coraggio di spiegare che questo cattivo collocamento del progetto è dovuto, tanto per cambiare, al mancato rispetto dei requisiti minimi per essere finanziati. Ma soprattutto, se la scelta fosse realmente maturata in relazione ai risultati della propria incapacità di redigere progetti all’altezza, ci sarebbe da chiedersi provocatoriamente se a questo punto non convenga anche abbandonare la Regione Puglia, visto che a parte qualche piccola eccezione, tutti i nostri progetti si sono collocati nelle ultime posizioni venendo puntualmente esclusi dal finanziamento.

Fatto sta che l’abbandono del CUIS oltre ad impoverirci culturalmente determina un ulteriore passo verso l’isolamento di questa città dal resto del territorio, coerentemente con l’inerzia politica di questa amministrazione, da sempre isolata politicamente, che appena qualche mese fa ci ha messo del suo nel farci perdere i Concerti del Chiostro a vantaggio di Soleto.

Per una città come Galatina che ha vantato e vanta eminenti personaggi in ambito culturale, artistico, filosofico e musicale, è una vergogna che venga abbandonato un organismo che contribuisce concretamente allo sviluppo della Cultura e per tale ragione una scelta simile insinua nella cittadinanza il dubbio che l’unica cultura che questa amministrazione stia coltivando sia quella del clientelismo, come dimostra la generosità verso alcune Associazioni(sempre le stesse) ed il menefreghismo verso altre.

Il Segretario

Pierluigi Mandorino

 
Di Redazione (del 20/08/2016 @ 14:26:48, in Comunicato Stampa, linkato 2042 volte)

"Ambasciatore dello sport e della nostra tradizione nel mondo". Con questa motivazione, Gianluca Nuzzo, allenatore e responsabile del settore giovanile della Showy Boys Galatina, ha ricevuto dal Comune di Ruffano il Premio "Il tamburello di Torrepaduli". Un nuovo importante riconoscimento per il tecnico bianco-verde, nativo proprio del comune leccese, ricevuto in occasione del concertone della "Notte di San Rocco".

Giovedì 18 agosto, al culmine dei festeggiamenti, nella frazione di Torrepaduli si è svolto, ai piedi del Santuario di San Rocco, l'atteso evento musicale che come spiega Michele Placido, ospite della manifestazione, "non è solo pizzica, balli e tamburelli ma intende preservare, valorizzare e tramandare la tradizione nella sua identità più autentica e accendere i riflettori sui figli illustri del Salento”.

E in occasione del concerto finale, l'Amministrazione comunale di Ruffano ha voluto premiare l'allenatore Gianluca Nuzzo con "Il tamburello di Torrepaduli" per la brillante carriera da giocatore di pallavolo che ha regalato innumerevoli successi in campo nazionale e internazionale e che oggi riconoscono a Nuzzo, salentino doc, il ruolo di ambasciatore dello sport nel mondo.

www.showyboys.com

 
Di Albino Campa (del 28/12/2007 @ 14:16:22, in NohaBlog, linkato 5209 volte)

Vi proponiamo di seguito l’articolo a firma di Antonio Mellone apparso su “il Galatino”, anno XL, n. 20, del 7 dicembre 2007.
Cosa centra Infoprinting con Noha?
Semplice.
Intanto Infoprinting srl è stata creata ed è diretta da un manager nohano (anche se dimorante a Milano): il dott. Michele Tarantino.
Inoltre, Infoprinting è la “stampante” da cui fresco di tornio ogni mese (almeno finora) ha visto e vede la luce il nostro “L’Osservatore Nohano”. Infoprinting ha anche stampato a colori “la cartina del viaggiatore di Noha” architettata dal grande Marcello D’Acquarica. E’ inutile dire che da questa innovativa “business idea” ci aspettiamo molto altro ancora. Quindi: 

AD MAIORA INFOPRINTING!

Infoprinting, nuova realtà economica a Galatina

La parola “innovazione” può essere utilizzata per denotare qualcosa (o qualcuno) che cerca d’adeguarsi ai tempi nuovi ed alle nuove forme di cultura e di vita. L’innovazione non necessariamente è rappresentata da una rivoluzione copernicana o dalla scoperta dell’America: innovazione può anche essere una combinazione inedita di elementi  già noti.
Nel campo dell’economia l’innovazione può (in estrema sintesi) riguardare un po’ il prodotto, un po’ il mercato ed un po’ la tecnologia.
Ed è questo tipo di innovazione che ha cercato di introdurre Infoprinting srl, un’azienda che non ha ancora compiuto un anno di vita, ubicata in un capannone industriale sulla strada provinciale Galatina-Lecce, subito dopo il SuperMac andando verso Lecce.
Ma la sua collocazione non sarebbe tanto rilevante. Infoprinting infatti è una specie di stampante virtuale (ma la stampante è vera) specializzata nella stampa su carta e nella spedizione della corrispondenza di ogni genere. Il servizio si attiva in Internet tramite il sito www.postapronta.eu, sicché da casa o dall’ufficio con il semplice click di un tasto o di un mouse di un computer è possibile spedire in Italia e all’estero ogni tipo di carteggio, anche la posta raccomandata, saltando così gli onerosi passaggi della stampa della lettera (o di qualsiasi altro documento come le fatture, i depliant o le dichiarazioni dei redditi, ecc.), dell’imbustamento, della compilazione dell’indirizzo, dell’affrancatura e della spedizione. Provare per credere: il  primo plico è gratuito.
La novità sta nel fatto che questo servizio, che va a colmare un bisogno, quello della ricerca delle economie di tempo (time-saving), forse ancora latente, ma che nel futuro non tanto remoto diventerà di primaria importanza, è offerto da un’azienda, unica in tutta l’Italia del Sud, che si trova ad un fischio dal cuore di Galatina.
Ci risulta che in maniera diuturna giungano ad Infoprinting commesse da privati e da numerose aziende pubbliche o private soprattutto del Centro-Nord. Nel Mezzogiorno c’è ancora bisogno del superamento di un certo gap conoscitivo di questo prodotto-processo inedito, anche se “il tempo è denaro” anche qui da noi.
Un’ultima annotazione. Ci teniamo a dire che chi ha voluto scommettere puntando sulla nostra terra è un pioniere nohano, Michele Tarantino, già noto “manager salentino” in alcune imprese milanesi e torinesi nel settore dell’editoria e della carta stampata. Tarantino, a dispetto di ogni avversa previsione, ha voluto a muso duro e con entusiasmo investire nel Sud ed in particolare nella nostra città, certo che l’economicità e soprattutto la qualità faranno di questa azienda un’azienda di successo. Successo che toccherà non solo l’imprenditore, ma anche Galatina tutta sempre più proiettata in Europa, anche grazie a questa ulteriore forma di innovazione.

Antonio Mellone      

 
Di Albino Campa (del 05/06/2008 @ 14:11:26, in NohaBlog, linkato 3984 volte)

Di libri non si parlerà mai abbastanza. Ne siamo certi.
Eccovi allora di seguito la recensione di un libro apparsa su "il Galatino" del 28 febbraio scorso, a firma di Antonio Mellone.
Ci verrebbe ora da chiederci: a quando una nuova pubblicazione di un autore nohano, oppure un libro che parli di Noha o che abbia come protagonista qualche personaggio di Noha?
La domanda la lanciamo così... Anche se sappiamo che qualcosa si sta muovendo. Ma si tratta ancora di un segreto.


“La Chiesa di S. Lucia V.M.” di Mario Rossetti

Non c’è regalo più gradito per un bibliofilo (come tale si ritiene chi redige queste note) che quello di ricevere un libro. Ed il libro che abbiamo accolto in dono dalle stesse mani dell’autore è un’opera monumentale che ha per nome: “La Chiesa di S. Lucia V.M.”.
L’autore-curatore è don Mario Rossetti, che già nel 1996 aveva pubblicato un trattato gemello quanto a ponderosità ed argomenti - ma di diverso colore - intitolato “La parrocchia di San Sebastiano Martire in Galatina”.
Entrambi i volumi fanno bella mostra di sé nella nostra biblioteca, uno accanto all’altro, alla lettera “R” di Rossetti, tra un Romano (Livio Romano, scrittore salentino) ed un Rousseau (Jean Jacques Rousseau, filosofo francese del settecento)…  
Il libro di don Mario profuma, come profumano tutti i libri nuovi di zecca e come di buon odore sono pure impregnati i libri di qualche anno d’età e, ancor di più, i libri antichi.
Quello del libro di don Mario è profumo caratteristico di libri nuovi, quelli appena usciti dal torchio dello stampatore-editore, che in questo caso, come per l’altro succitato testo, è il bravo editore Panico, galatinese pure lui.
“La Chiesa di Santa Lucia V.M.” è un vero e proprio catalogo d’arte, copertina e custodia rigida, rilegatura in pregiata tela rosso-cardinale (come quella che si usa per certe tesi di laurea), sovra-copertina anch’essa rossa e lucida, con le scritte d’oro e con le immagini a colori che ritraggono la nobile facciata della chiesa e l’effigie di Santa Lucia. Abbiamo per le mani insomma un testo elegante: anche gli occhi, di cui la Santa siracusana è la protettice, vogliono ed hanno – non poteva essere altrimenti in questo caso - la loro parte.
Profuma il libro di don Mario. Profuma anche di sudore: quello di un prete che costruisce chiese, che restaura, che dà corso alla pulitura, alla stuccatura, alla tinteggiatura delle pareti del tempio, la casa più importante, forse la più grande del popoloso quartiere dei galatinesi di via Roma e dintorni.
Si sente nelle pagine profumo di terracotta e ceramica, quella con la quale sono state impastate le statue che si affacciano benedicenti dalle nicchie del frontespizio della chiesa, il Cristo Risorto e le due sue ancelle, santa Lucia e santa Rita.
Quello che si sprigiona da quelle pagine è profumo di chi fatica senza mai dare segni di stanchezza, e semina ancora per poi lasciare agli altri il raccolto. E l’autore sembra molto più abituato alla semina che al raccolto: seminò per la chiesa di san Sebastiano, e la consegnò ad altri, subito dopo averla inaugurata (e ne scrisse pure un tomo, anche esso impregnato di profumo).
A volte non si immagina quanta fatica costino le pietre (e non parliamo qui di pietre vive - non ci compete - quelle, si sa, ti assorbono tutta la vita); parliamo invece più semplicemente dei mattoni, della calce, del cemento, dei lavori di edilizia per innalzare aule e campanili… Le pietre descritte da don Mario sembrano catalogate una per una, con documenti alla mano. Ogni documento, ogni contratto, ogni fattura è un impegno, un pensiero, una goccia di sudore in più che imperla la fronte, a volte una o più notti insonni, e critiche certe da parte del censore di turno, benché non manchino, per grazia di Dio, il conforto ed il supporto dei benefattori.
Profuma il libro di don Mario. Profuma di candele e d’incenso di solenni riti. Quell’incenso che si brucia il giovedì santo quando si deposita il corpo di Cristo nell’altare della reposizione; quel sepolcro, che poi tutti visitano, pellegrini in diverse chiese, fino al pomeriggio di venerdì santo, poco prima della “messa scerrata”. E ti sovvengono i tuoi tempi, allorché imberbe chierichetto, con cotta bianca su veste rossa, servivi la messa in “Coena Domini” e sentivi cantare il “Tantum ergo” e, sbagliando, credevi dicessero “Santu Mergo”…
Il libro di don Mario profuma di fioretti e di rose, come quelle di santa Rita, i cui boccioli o petali si distribuiscono ai fedeli nel mese di maggio nel corso della solennità a Lei dedicata.
E’ un libro ricco di immagini sacre, il libro profumato di don Mario. Quando lo sfogli, lo leggi e lo rileggi, ti viene di baciarne le icone, di recitare una giaculatoria, come un bambino di prima comunione. E come un cresimando leggi e ripassi “le cose di Dio”, la dottrina, il catechismo che da piccoli si studiava: domande e risposte a memoria, condizione necessaria e sufficiente per accedere ai sacri misteri. E ancora coroncine, invocazioni, litanie, novene, suppliche, ed inni e canti che ab immemorabili sciolgono i fedeli, implorando per i miseri il perdono, e per i deboli la pietà. 
Sfogli velocemente le pagine ricche di colorate immagini; ma rallenti, come se sfogliassi un breviario, quando incontri le preghiere che intere navate di persone all’unisono guidate dal loro pastore scandivano con salmodiante umiltà, ripetendo, come fanno ancor oggi, incontrovertibili verità.
Chiudi il libro e lo riponi nella tua libreria.
Sentirai nelle tue narici ancora il profumo di un gradito regalo: il più recente libro di don Mario.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 26/04/2010 @ 14:08:59, in Grafite è Musica, linkato 4953 volte)
In mostra dal 30 Aprile al 14 di Maggio presso il circolo “Arci kilometro Zero” di Galatina le opere del nuovo progetto artistico della pittrice salentina Paola Rizzo.
In esposizione i bellissimi ritratti da lei abilmente e artisticamente eseguiti a matita di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente nel corso di questi anni.
Ritratti come quello di Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Claudio Prima, Emanuele Coluccia, Roshaun Bay-c Clark, Cesare Dell’Anna, Eneri, saranno esposti nelle piccole e accoglienti sale del circolo Arci.
La mostra sarà ospite di un contesto, in cui non mancherà certamente il buon vino o la birra tutta di produzione salentina e le specialità tipiche della nostra gastronomia, né mancherà di certo la musica.
Ad accompagnare Paola nella serata inaugurale del 30 Aprile, che avrà inizio alle ore 22.00, mentre disegnerà live il ritratto a Romeus, il cantautore salentino esibitosi alla 60esima edizione del festival di Sanremo, la musica elettronica dalle sperimentazioni abstract hip hop, minimal tekno, aphex twin, boards of canada e molta improvvisazione del duo Vault Tec. composto da Mirko De Lorenzis e Giacomo Merchich.
Il connubio è vincente. Arte, musica, la bella compagnia ed il buon vino!
 
www.myspace.com/alistairtower
www.myspace.com/overtuner
 
Paola Rizzo è pittrice laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce con una tesi in anatomia artistica dal titolo “Fisicità e psichicità di un linguaggio universale: il volto”.
Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio.
Nature morte, vedute marine, paesaggi bucolici, panorami, soggetti religiosi, scene di vita quotidiana, ritratti di volti umani o fantastici, sono stati i soggetti della sua prima produzione artistica.
Poi improvvisamente incontra un soggetto che è diventato quasi la costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina.
Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra Paola e quest’albero considerato “sacro” dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo.
Chiunque, ammirandoli, può sentire la suggestione delle piante che si abbracciano teneramente nella brezza del meriggio che muove dolcemente l’erba; che piangono all’aurora, che ridono beffardi; che danzano o fuggono in mezzo ai campi di papaveri e margherite nella luce meridiana.
Nel corso degli anni continua a dedicarsi amina e corpo all’arte, poi entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la Musica.
Lei pensa che sia bellissimo fermare scatto dopo scatto, un istante in una foto. Poi quando la riguarderà, ricordi affioreranno e inevitabilmente saranno anch'essi impressi come su di una pellicola fotografica nella sua mente.
La musica rappresenta per Paola fonte di ispirazione primaria. Musica e Pittura, in connubio tra loro, divengono così inscindibili l'una dall'altra.
Nascono così i sui dipinti, prendono vita da note che guidano ed accompagnano tocchi di pennello sulla tela.
La musica collante per artisti la porta frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti, così scatto dopo scatto ferma le loro espressioni e la loro anima che poi viene impressa nei tratti decisi del suo tratto. Nascono così i suoi ritratti.
Paola Rizzo dipinge e disegna con la musica. Non come colonna sonora, che pure non manca mai nel suo studio d'arte, ma come moto dell'anima-artista.
Le sue tele e i suoi ritratti sono spartiti musicali su cui si adagiano note in bianco e nero e note di colore, spalmate con pennelli o incise nel tratto al cui ritmo risuona l'armonia del creato. Nei suoi dipinti, i colori a volte stridono e lottano in contrasto come rulli di tamburi e tamburieddhri, a volte sfumano malinconici sul diesis o sul bemolle di un ottone a fiato o di un'armonica a bocca, a volte esplodono nella maestà degli ulivi che si ergono nella gloria dei cieli come trombe o antiche canne di un organo solenne.
I volti di Paola Rizzo e le loro espressioni li trovi ovunque nei suoi quadri. La natura delle sue tele non è mai morta, ma viva, pulsante, danzante, cantante.
Il pennello o la matita di Paola finiscono per essere nelle sue mani come la bacchetta di un direttore d'orchestra, e i suoi volti e le sue immagini la composizione e l'esecuzione più bella della sua pittura lirica.
Questi volti stanno cantando e suonando: tendete l'orecchio, liberatevi dal tappo che ostruisce ed ottura, e li sentirete anche voi.
 
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Di Redazione (del 10/06/2022 @ 14:05:50, in Comunicato Stampa, linkato 897 volte)

Non più confinata nel perimetro del Salento, ora la questione di sposta in Parlamento. Il caso Colacem approda infatti in Commissione Ambiente della Camera: richiesta di audizione urgente per gli impianti di Gubbio, Sesto Campano e per quello salentino di Galatina. Comitati dei cittadini, sindaci, associazioni da più parti d’Italia si sono coordinati in una comparazione di dati sanitari, report scientifici prodotti nel corso dei mesi e confrontati sulle sospette correlazioni tra anomalie sanitarie ed emissioni registrate nelle comunità che vivono a ridosso dei cementifici di Colacem spa.

Dopo una lunga serie di confronti, la decisione di elaborare il dossier “Emergenza sanitaria nelle aree urbane in prossimità dei cementifici Colacem di Galatina, Gubbio e Sesto Campano”, presentato il 6 giugno con richiesta di audizione urgente alle deputate Alessia Rotta e Rossella Muroni (ex presidente di Legambiente) presso la Commissione Ambiente della Camera. A sottoscrivere il report e dare input alle fasi successive il Comitato civico Ambiente e salute di Lecce, il Comitato No Css nelle cementerie di Gubbio, Comitato per la tutela ambientale della Conca Eugubina e l’associazione molisana Mamme, salute e ambiente di Venafro.

Nel 2017, dopo quella presentata dal Movimento Cinque Stelle dell’anno prima, l’ex ministro e allora deputato di Sinistra Italiana Stefano Fassina aveva proceduto con una interrogazione parlamentare sull’impianto galatinese, proponendo la sospensione dell’attività industriale in attesa della Vis, Valutazione impatto sanitario. Nelle zone di Sesto Campano nel territorio di Isernia, Galatina e Gubbio, in provincia di Perugia, hanno sede i  tre cementifici di proprietà della società Colacem, terzo gruppo italiano per produzione, con un totale di sei stabilimenti in Italia (gli altri tre si trovano in provincia di Varese, in quella di Arezzo e a Ragusa). Ulteriori quattro impianti anche nel resto del mondo: Tunisia, Albania, Haiti, Repubblica Dominicana.

I vari comitati di cittadini hanno dunque raccolto un dossier sull’emergenza sanitaria in quelle comunità. Il dossier è stato presentato, come riportato su, lunedì scorso alla presidente e vice presidente della Commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta e Rossella Muroni.  La raccolta di dati relativi alla situazione sanitaria, ambientale e autorizzativa dei tre cementifici, per i portavoce dei comitati, dimostrerebbe una precisa modalità operativa aziendale portata avanti da decine di anni e che si sarebbe andata a incastrare con un certo immobilismo da parte di alcune amministrazioni locali nel volere affrontare quella rappresenta come una delle maggiori vertenze ambientali nazionali

Dal punto di vista sanitario, il report presentato alle due parlamentari parla di dati numerici che configurano una vera e propria emergenza. Concentrazione di inquinanti e rischio di mortalità delle quali vi abbiamo parlato già un anno addietro, con riferimento alla forte apprensione manifestata da undici sigle mediche, dalla Lega italiana tumori ed emersa in uno studio del Cnr: il distretto del cementificio di Galatina era stato infatti dichiarato “zona rossa” per l’incidenza di neoplasie polmonari. C’è da dire che nel Salento, quanto meno, un registro dei tumori esiste. (E non presenta appunto cifre rassicuranti.) Nel 2021, però, la Regione Umbria lo ha invece abolito “perché troppo costoso”.

Laboratori e centri di ricerca hanno evidenziato la presenza di diossina nel latte materno e nella placenta umana, oltre a una elevata concentrazione di metalli pesanti nella vegetazione, nella falda acquifera e nel suolo. Le preoccupazioni delle popolazioni locali sono poi lievitate dopo il sequestro delle polveri presso lo stabilimento di Galatina eseguito dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, che ha evidenziato caratterizzazioni insufficienti nella composizione dei rifiuti, così come indicato anche in sede di Ctu, Consulenza tecnica d'ufficio.

“I cementifici sono industrie obbligatoriamente subordinate alla Via, la Valutazione di impatto ambientale. Eppure nessuno dei tre è stato mai valutato, nonostante l’Agenzia europea per l’ambiente ne abbia indicati due tra i 600 impianti maggiormente inquinanti d’Europa. L’emergenza rifiuti in Campania fu decretata dal presidente del consiglio Ciampi nel 1994,  28 anni fa.  Da quasi trent’anni in Italia si discute su dove mettere i rifiuti. Il governo ha continuato a favorire l’incenerimento, in particolare nei cementifici, in netto contrasto con gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di carbonio e il recupero dei materiali scartati”, scrivono dai comitati che hanno sottoscritto il dossier, ora sulle scrivanie delle due deputate della Repubblica.

 Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)

 
Di Antonio Mellone (del 05/08/2017 @ 14:00:33, in Fetta di Mellone, linkato 1971 volte)

Qualcuno m’ha chiesto quando avrei intenzione di smetterla con questa rubrica di fette di Mellone.

Come soglio (voce del verbo), gli ho risposto impulsivamente e in maniera lapidaria: “Quandu rriva la fica lu malone ve e se mpica”.

Premesso che il dolcissimo frutto della pianta xerofila della famiglia delle Moraceae in salentino si declina al femminile e che mi deprimono alquanto i perbenisti falsi come una Louis Vuitton acquistata in un sottopassaggio ferroviario, non vorrei ora aprire un dibattito sul concetto subliminale del testé citato aforisma composto dai due succosi termini dal poliedrico significato. Sì, perché qui ci sarebbe insomma da soffermarsi su ogni sintagma del periodo, e magari inoltrarsi (e perdersi) nei boschi narrativi disposti sui suoi diversi piani di lettura.

Tutto questo panegirico per dire che codesta fetta di Mellone non può essere dolce (o edulcorata o sdolcinata) come le altre che parlavano di spiagge, di trombature (appunto) post-elettorali e dunque d’Amore, bensì aspro come il limone e amaro come certi peperoncini calabresi di mia conoscenza. Perché? – vi starete presumibilmente chiedendo.

Ma perché a rovinarmi l’estate (e dunque la verve da sviolinata estiva da leggere sotto l’ombrellone sorseggiando un cocktail alcolico ma anche anal-) è apparso l’altro giorno un diciamo articolo vergato dal diciamo giornalista sul diciamo quotidiano di Lecce, avente ad oggetto (capirai che novità) il Mega-porco commerciale Pantacom da colare su di una ventina di ettari concentrati nel bel mezzo della campagna di Collemeto.

Ero al bar, e nel leggere ‘sto pezzo, il caffè (decaffeinato - se no non dormo) mi è andato di traverso, la schiena mi si è bloccata in erezione, la bocca è rimasta semiaperta per via del crampo mandibolare che mi prende davanti alle coglionate, e così per un tempo indeterminato son rimasto immobile [avrebbero potuto affittarmi, ndr.] a riflettere sulle magnifiche sorti e progressive di Galatina e dintorni.

E niente. Uno pensava che codesto Merda-parco commerciale fosse la classica ideona oggetto ormai di appassionati studi di archeologia, ove non di psichiatria econometrica e sociale, e invece no: c’è infatti ancora chi ne scrive con un afflato, anzi un empito mistico che denuncia, come dire, una sorta di asservimento di alcune classi giornalistiche e diciamo intellettuali alla greppia dei poteri (apparentemente) forti che dovrebbero invece controllare.

Sentite il prologo del cosiddetto articolo apparso venerdì scorso su quella specie di morbido rotolo a più veli, anzi veline: “La vittoria del Polo Civico a Palazzo Orsini rimette in discussione il progetto della Pantacom srl volto alla realizzazione di un megaparco commerciale in località ‘Cascioni’ a Collemeto”.

E qui non si capisce se una nuova discussione sul Megaparco ci sia stata o meno da parte dei Vincitori Civici. Chissà se ne han parlato in giunta (magari a porte chiuse). O in consiglio comunale non ancora insediato. Oppure negli antri di qualche recondito frantoio ipogeo, lontano da occhi e orecchie indiscrete dove sarebbe stato “rimesso in discussione” ‘sto benedetto progetto. Mistero delle prede.

Ma il problema non sta tanto in questa fantomatica (o pantacomica) discussione, quanto nel fatto che un dirigente del nostro comune, tal Antonio Orefice, ha partecipato alla conferenza dei servizi (evidentemente nel senso di un servizio tanto così a noi altri) finalizzata a quanto pare a modificare, ovviamente tutto al ribasso (Ovviamente. Tutto. Al. Ribasso.), la famosa Convenzione (meglio nota come Circonvenzione d’incapace) siglata tra il comune e la Pantacom srl [che, ricordo, è la società della famiglia Perrone – quella del per fortuna ormai ex-sindaco di Lecce – “impresa” tuttora inattiva, con una struttura economico/patrimoniale/finanziaria e commerciale così tenera che si taglia con un grissino: insomma, una società a responsabilità limitatissima ovvero a irresponsabilità illimitata, entità più astratta che reale con un peso specifico pari a quello del polistirolo, il cui sogno nel cassetto con molte probabilità sarà quello di rifilare il pacchetto o meglio il pacco ai soliti cinesi. E addio sogni di gloria di qualche buontempone che s’aspetta un posto al parco calato, anzi colato dall’alto, ndr].

Orbene, questo Orefice, che visto il cognome dovrebbe essere il nostro Re Mida (in grado di trasformare in oro anche ciò che non luccica), si è rivelato d’emblée nel suo esatto contrario (vale a dire un Re Merda) grazie alla partecipazione alla suddetta conferenza dei servizi nel corso della quale, in nome del sovrano popolo comunale (spero abbia specificato “ad eccezione di Antonio Mellone”) ha accettato la “cancellazione di uno spazio verde all’interno della struttura commerciale […]. Provvedimento opportuno [se lo dice lui, sarà certamente opportuno, ndr.] in quanto nella zona in questione non è consentita la piantumazione di alberi ma solo cespugli di piccola altezza”.

Ma tu guarda: stravolgono le convenzioni, ammazzano il superstite buon senso, prendono per il culo le persone che è una bellezza e nessuno che osi emettere un suono (finanche gutturale), un mugugno, un “machecazzostatefacendo”. Niente.

 *

Eppure nella delibera regionale a proposito del Mega-parco Pantacom non sembrava nemmeno che stessero per costruire un centro commerciale, ma un bosco, una selva, un vivaio con tanti alberi e verde che al confronto il Parco Nazionale d’Abruzzo e l’Amazzonia messi assieme ci farebbero un baffo [roba da provocar danni indelebili ai polmoni per iperossiemia, ndr.].

E ora, come se nulla fosse, arriva un orefice qualsiasi a dirci che nell’area non è consentita la piantumazione di alberi (nemmeno di “fica”), ma solo qualche cespuglio (magari di Aloe Vera). Prima ci riempiono la testa (sempre nel decretino regionale) di “conservazione dei caratteri identitari e delle sistemazioni agrarie tradizionali”, di “corretto inserimento paesaggistico”, di “viali alberati” [forse avevano in mente quelli dei cimiteri, la famosa ombra dei cipressi visti i sepolcri di cui stiamo discettando, ndr.], di “ampi spazi di verde” [si saranno resi conto di aver esagerato con questo “ampi”, ndr.], di “percezione del profitto [sic] degli orizzonti” [volevano dire “profilo”, scusateli: è più forte di loro, ndr.], di “isole ecologiche” [e giacché anche qualche penisola, ndr.], di “qualificazione ecologica dell’area” [immaginate un po’ cosa sarebbe la squalificazione dell’area, ndr.], di “piantumazione di essenze arboree autoctone a basso consumo idrico” [non avevamo capito noi: volevano dire “assenze arboree”, ndr.], di “sistemi di raccolta e riutilizzo delle acque meteoriche” [i classici prodotti del meteorismo, ndr.], di “notevole abbattimento della CO2” [invece hanno abbattuto gli alberi ancor prima di piantarveli, ndr.], e ora tomo tomo cacchio cacchio ci vengono a dire che avevano scherzato.

Insomma, signore e signori, mettiamoci l’anima in pace: avremo d’ora in poi un Parco senza alberi. Mo’ vaglielo a dire tu al Devoto-Oli o allo Zingarelli o al Treccani di cambiare la descrizione del vocabolo “Parco”.

Ma leggete quest’ultima chicca uscita sempre dalla diciamo penna del diciamo cronista quotidiano: “La convenzione approvata nei mesi passati dall’amministrazione comunale uscente punta innanzitutto alla salvaguardia della rete commerciale della città, nonché ad uno sviluppo del tessuto socio-economico della frazione di Collemeto”.

Sì, come no. D’altronde lo sanno tutti ormai che il sole bagna, l’acqua asciuga, la neve scalda, il fuoco raffredda, a Roma non esiste la mafia, e il Mega-porco creerà una caterva posti di lavoro.

Ritornando come dire alla tridimensionalità, mi pare che di questo passo l’unica “fica” in arrivo sarà quella risultante dall’unione di due sillabe contenute più o meno al centro, precisamente centro-destra, della parola Cementificazione.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 29/10/2007 @ 13:56:47, in Eventi, linkato 5529 volte)
"Eccovi il discorso di sabato 20 ottobre 2007 tenuto da Antonio Mellone (nonostante decimi di febbre da influenza) nella sala 'Celestino Contaldo' del Palazzo della Cultura "Zeffirino Rizzelli" di Galatina, per la presentazione del libro "Scritti in Onore di Antonio Antonaci". 
Serata stupenda, resa ancor più bella (e storica) grazie alla presenza del Prof. Mons. Antonio Antonaci, che così ha voluto fare una graditissima sorpresa ai presenti, incluso il relatore, che non sperava in tanto onore".

(qui i videoclip della serata con il discorso di  monsignor Antonaci)

 

Presentazione del libro “Scritti in Onore di Antonaci”

Galatina, 20 ottobre 2007

PALAZZO DELLA CULTURA “ZEFFIRINO RIZZELLI”

Sala “Celestino Contaldo”

*   *   *

“Scritti in Onore”.  Da dove è partita tutta questa storia?

L’anno accademico 1990/1991, quello nel quale mi laureai a novembre in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi, fu l’anno in cui insieme ad altri studenti, con il superamento di un concorso per titoli ed esami, fui nominato “Tutor”.
Il Tutor è uno studente “senior”, anziano, che indirizza, segue, consiglia le giovani matricole…
Il direttore dell’ISU Bocconi (si chiamava Salvatore Grillo, il dottor Grillo) subito dopo il concorso, chiamò tutti quanti noi tutor, eravamo in tutto una decina, per farci un dono. Regalò ad ognuno di noi un pacco di non meno di quattro chili di peso, contenente due tomi – “sono due libri di grande valore” ci disse.
Questi libri di circa 900 pagine l’uno erano intitolati, sentite un po’, “Scritti in Onore di Luigi Guatri”.
Luigi Guatri era il nostro Rettore, nonché professore di Marketing e di Valutazione delle aziende, e di non so quali altre materie.

Mi rimase impresso quel titolo. Mi sembrava strano.
Sfogliando le pagine di quei poderosi volumi vidi che solo le prime trenta/quaranta pagine (su 1800!) parlavano della persona e dell’opera del Prof. Luigi Guatri. Tutte le altre erano pagine nelle quali diversi professori dell’università o dottori di ricerca o assistenti universitari avevano scritto sugli argomenti più disparati, focalizzandosi soprattutto sul marketing, materia preferita dal Guatri, ma non solo.

Mi accorsi con il tempo che si trattava di saggi (interessantissimi per carità) che poi bene o male si ritrovavano riciclati in altri libri, o in dispense o in riviste dello stesso genere.

Girovagando in biblioteca mi trovai di fronte ad altre raccolte corpose, massicce, come per esempio: “Scritti in Onore di Ugo Caprara”; “Scritti in Onore di Carlo Masini”, “Scritti in Onore di Gualtiero Brugger”, “Scritti in Onore di Giordano dell’Amore”, “Scritti in Onore di Umberto Cerroni”, “Scritti in Onore di Isa Marchini”… E via di seguito.

Oppure “Studi in Onore”, che è la stessa cosa. Oppure “Liber amicorum”…
 
Provate a cercare nelle biblioteche, specialmente nelle biblioteche universitarie, troverete una certa quantità di questi volumi di “Scritti in Onore”, un vero e proprio genere letterario. Se cercate su internet con qualsiasi motore di ricerca troverete un’infinità di titoli di “Scritti in Onore”… Si tratta sempre, provate per credere, di libri poderosi, voluminosissimi. Dei veri e propri mattoni.

Cercai di chiedere, di approfondire di che genere di libri si trattasse. Capii che si era in presenza, nella maggior parte dei casi, di “scritti di circostanza”.
Scritti offerti al professore che aveva compiuto un tot. di anni, in genere una settantina; o in determinate occasioni, come per esempio la messa a riposo del professore, proprio quando il professore stava per diventare, come si dice nel linguaggio accademico, “emerito”.

Gli “scritti in onore” sono del genere AA.VV, cioè Autori Vari.
Capita sovente agli altri professori, o ai ricercatori, che venga richiesto il loro contributo per gli “scritti in onore”. Sappiate che questi professori o questi dottori in ricerca sovente hanno già pronto in un cassetto o nella memoria di un file di computer il loro contributo scritto. Pronto per l’uso.

Per dirla tutta vi dico qua per inciso che anche il prof. Antonaci ha partecipato ad una di queste opere collettive. Il titolo: “Studi in Onore di Antonio Corsano”. Un libro di 870 pagine, un libro alto così.
Ma, anche in questo caso, leggendo l’indice si capisce subito che del professore Antonio Corsano, l’onorato, s’è scritto solo di striscio. Di Antonio Corsano, oltre alla fotografia, poco o niente.

Arriviamo ai nostri giorni.
Alla luce di tutto questo che vi ho appena raccontato, volevo trovare un modo per stravolgere il concetto di “Scritti in Onore” come se fossero “scritti di circostanza”. Volevo innovare questo genere letterario. Anche il libro più ignobile – si sa - è pur sempre una novità.

E l’ho fatto con il libro del quale questa sera celebriamo il battesimo. Non m’interessava il numero delle pagine (l’importanza di un libro non si misura dal suo peso o dallo spazio che occupa). Ed ho cercato di fare uno “Scritti in onore”, diciamo, in senso stretto. Con questo libro ho voluto dunque stravolgere il concetto di “scritti in onore” e fare in modo che questi scritti non fossero scritti d’occasione, ma un saggio appassionato che avesse come oggetto le opere di un professore, come soggetto il professore Antonio Antonaci.ù

Ma chi è, in breve, il professore Antonio Antonaci?

Onde evitare di tediarvi troppo con la mia voce, per questi brani chiederò l’aiuto a Paola Congedo, che all’inizio di questa serata ha già letto il brano di Zeffirino Rizzelli ed i due inizi dei capolavori, il “Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo” e il “Cuccarollo”. Subito dopo, l’omaggio musicale della brava flautista gallipolina Gabriela Greco. Io per qualche minuto farò il mio turno di riposo.

Prego Paola.

CHI E’ IN BREVE IL PROF. MONS. ANTONIO ANTONACI

Antonio Antonaci, galatinese purosangue, è nato il 9 giugno del 1920 da una famiglia di agricoltori. E’ stato ordinato sacerdote dal santo vescovo idruntino Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo, il 29 giugno del 1943.
Laureato in Teologia, Filosofia, Lettere Classiche, specializzato in scienze storico-morali, ha operato nell’ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prima presso l’Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Torino e poi presso l’Istituto di Storia della Filosofia dell’Università Statale di Milano.
E’ stato titolare della cattedra di Storia della Filosofia (nel corso di laurea in Pedagogia) nella Facoltà di Magistero dell’Università di Bari, dove ha pure tenuto per alcuni anni la cattedra di Storia della Filosofia Medievale. Ha diretto l’Istituto di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Otranto, dove ha anche insegnato Storia della Chiesa.
A partire dal 1953 e per molti anni è stato Prefetto degli Studi del Seminario Arcivescovile Idruntino; dal 1970 è Prelato d’Onore di Sua Santità e dal 1987 è Arcidiacono del Capitolo dell’antica e gloriosa Cattedrale della Chiesa metropolitana di Otranto, con il titolo dell’Annunziata.
Con decreto del Presidente della Repubblica del 2 giugno 1973 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte.
Per molti anni è stato Ispettore Onorario ai Monumenti del Salento.
E’ Cittadino Onorario di Otranto e di Muro Leccese.
Nel 1968 vinse il Premio Nazionale “Salento” per la saggistica per il lavoro su Francesco Storella filosofo salentino del Cinquecento (Bari, 1966).
Nel 1998 gli è stato attribuito il premio “Città di Galatina – Beniamino De Maria” ricevuto dalle mani dell’allora Presidente della Repubblica, On. Oscar Luigi Scalfaro, giunto a Galatina per l’occasione.

Incommensurabile è la produzione letteraria di Antonio Antonaci, composta oltre che da numerosi volumi anche da una sterminata numerosità di lezioni, interventi, articoli ed editoriali su riviste e periodici locali e nazionali.
   
Citiamo a proposito, tra le riviste, “L’Eco Idruntina”, il bollettino diocesano che di fatto nel corso di oltre un quarto di secolo vide impegnato Mons. Antonaci nella redazione degli editoriali e di numerosi altri interventi di formazione pastorale, catechistica, liturgica, oltre che d’informazione della vita diocesana e della Chiesa Universale; e “il Galatino”, il quindicinale di informazione salentino del quale Antonaci fu socio fondatore nel 1968 (come pure del numero annuale “il Titano”, nato anni prima, edito per la Fiera Campionaria di Galatina in occasione della festa patronale galatinese).
De “il Galatino” Antonaci fu direttore editoriale per lunghi decenni. E ancor oggi, il Professore non manca d’inviare al “suo” giornale (dattiloscritti con la sua inseparabile “Olivetti”) interventi, recensioni di libri, articoli e lettere al direttore, che si contraddistinguono per l’ariosità dello stile, la lucidità e la sagacia di sempre. 

*    *    *

Ma torniamo a noi. Continuiamo.
Che cosa ho voluto riportare? Di che cosa parla questo libro che questa sera è piovuto in questa bellissima sala? Del resto la rassegna di questo mese d’ottobre patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali e nel cui cartellone rientra questa serata è proprio intitolata “Ottobre piovono libri: i luoghi della lettura”…
E’ un libello che non vi pioverà in testa come un mattone. State tranquilli. Potrei dirvi soltanto: compratevelo, non ve ne pentirete. Ma qualcosa ve la voglio anticipare.

In questo libro, intanto dico subito che non c’è tutto Mons. Antonio Antonaci. Ci mancherebbe altro! In questo libro c’è un aspetto di Mons. Antonaci. Anzi a guardar meglio, più d’uno. Ma sicuramente non tutti.
C’è un po’ il succo delle conversazioni tra il sottoscritto e Monsignore, ma soprattutto i libri di Monsignore. Quelli che avete visto scorrere nel video preparato da Daniele Pignatelli, che ringrazio ancora una volta per la disponibilità. Anzi, per essere ancor più precisi, alcuni libri di Monsignor Antonaci.
E questo libro parla di libri. Perché come ben sapete i libri si parlano tra di loro. Dall’interno di un libro è possibile entrare in un altro.

Dicevo che il mio libro parla di alcuni dei libri di Monsignore.
Infatti, proprio in questi giorni ne ho scoperto un altro (i libri di Antonaci sembrano spuntare come i funghi cardoncelli in questo periodo); un libro di cui non conoscevo l’esistenza. E non è che si trattasse di un libercolo di quattro pagine, o di secondaria importanza, ma un libro di ben 300 pagine, edito dalla Editrice Salentina, ed intitolato semplicemente “Editoriali” (è una raccolta di 52 articoli pubblicati sull’Eco Idruntina - la rivista diocesana - dal 1961 al 1967). Questo per dirvi che davvero non si finisce mai di scoprire, davvero “fino alla bara sempre s’impara”. E si scopre.

*    *    *

Scritti in Onore.

Onore e memoria.

E’ fin troppo facile onorare la memoria: chi non lo fa?
E’ lungimiranza, è accortezza invece onorare chi è presente, chi ti sta di fronte ancora; è un valore provare gratitudine per la stanchezza di chi non si è risparmiato, curvo una vita intera sui libri e sulle sudate carte per insegnare e cambiare il mondo, (in meglio s’intende). E dare anche dignità alla nostra terra.
Guardare con riconoscenza a chi ha ancora tanto da insegnare, è gratitudine.
 
Onore e memoria.
L’onore è per chi è presente, per chi ti può ascoltare e leggere, è per chi ti sta di fronte. “Onore”, può essere anche un bell’appellativo: lo si può usare perfino tra fidanzati, se non si vuole utilizzare diminutivi banali o vezzeggiativi melensi comuni, inflazionati, e non troppo lirici.
Memoria è invece una anamnesi, un rincorrere chi non c’è più, un fargli sapere che forse valeva la pena di parlare con lui, leggere i suoi libri, i suoi articoli, condividere il pensiero, un obiettivo, o un tratto di strada.
 
Ma perché non dirlo prima?
Perché mangiarsi le mani perché si è arrivati in ritardo: cioè si è arrivati al tempo della “memoria” e non al tempo dell’“onore”?
La memoria è importante, ma vale molto di più l’onore. Una città può ricordare con un monumento, l’intestazione di una strada, dopo dieci anni dalla morte. Ma perché non ringraziare finché si è in tempo? Perché non premiare e dire grazie a chi è ancora nostro prossimo?

Prossimo non è chi è lontano, lontano nel tempo e nello spazio; il prossimo è chi ci sta accanto; chi ci tocca; chi ci parla e ci ascolta. Il prossimo sovente finisce per allontanarsi da noi, perché non sappiamo apprezzare la sua presenza; non sappiamo essere grati per nostra incapacità, quella che poi si manifesta quando una persona la perdiamo o si allontana da noi.

*   *   *

Mi riferisco in questo momento ora alla memoria del prof. Zeffirino Rizzelli, al quale va la nostra riconoscenza, non solo per il bel saggio che ha voluto scrivere per il mio libro (questa volta è stato lui ad onorarmi, impreziosendo la mia opera: e basterebbe il solo saggio di Rizzelli per giustificare l’acquisto del mio libro) ma, dicevo, perché proprio lui meritava, in vita, forse qualcosa in più. Ha fatto bene ancora una volta l’Amministrazione Comunale di Galatina ad intestare questo stupendo “Palazzo della Cultura” alla memoria di Zeffirino Rizzelli. In questo ambiente tutto sembra parlare di Lui: il distretto scolastico, l’università popolare, la biblioteca, il museo.
Questi muri che adesso ci stanno ascoltando, hanno per più anni ascoltato le lezioni (di vita) di Zeffirino Rizzelli, si sono impregnati della sua sapienza, del suo modo di essere giusto, democratico, saggio.  Rizzelli non è mai andato alla ricerca di medaglie al valore, di  lusinghe, di successi. Eppure al di là di questo Rizzelli meriterebbe di più. Per esempio - è una proposta che faccio questa sera alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni - tra gli altri anche il “Premio -  Città di Galatina – Beniamino De Maria”. Proprio il 2008 scadrà il biennio per l’assegnazione di questo premio. Per cosa? Per la sua attività di intellettuale, studioso, scrittore (di libri, articoli e studi su riviste specializzate di matematica, logica ed epistemologia) ed infine di politico e sindaco di Galatina. Il nome di Zeffirino Rizzelli entra di diritto nel novero dei “grandi” che hanno reso “grande” Galatina.  
Ma al di là dei premi e delle intitolazioni deve essere chiaro a noi che per Rizzelli ogni attestato di benemerenza ed ogni medaglia al valore sarebbero una ricompensa da tre soldi. Sono certo che per Rizzelli la più bella ricompensa sarebbe la rilettura delle centinaia di suoi scritti. Belli, attuali sempre, formativi. Sono custoditi, raccolti nella biblioteca di Galatina, un paio di porte più in là di questa.

*   *   *

Ora la nostra lettrice leggerà l’ultima paginetta del mio libro, mentre io faccio un’altra pausa. In questo momento credo calzi molto bene il significato di quanto in essa contenuto. Alla parola Antonaci si potrebbe tranquillamente sostituire la parola Rizzelli.

“L’Antonaci con i suoi libri ha scritto in fondo di sé, anche se a prima vista questo potrebbe non apparire: egli sembra aver tramutato la sua vita in scrittura ed è così che ha raggiunto, conquistato, potremmo dire, un pezzo di eternità. Per uno scrittore, scrivere è l’aldilà a portata di mano, l’altra vita a cui sacrificare questa!
A questo aggiungiamo, tuttavia, che per Antonaci, la gloria di questo mondo altro non sarà che “silenzio e tenebre”: la transeunte vita terrestre altro non sarà che pulviscolo informe, naufrago nell’eterno.
“Quando saremo davanti a nostro Signore, altro non potremo che dirGli: fanne cce bboi: aggiu fattu tantu, ma nunn’aggiu fattu propriu nienti!” (cioè: “ho fatto tanto, ma di fatto sono stato “un servo inutile”: questo sono io con i miei difetti e, forse, con qualche raro pregio…”) ci diceva in uno dei nostri più recenti colloqui, allorché si toccava, nell’argomentare, il concetto della consolazione dalle umane fatiche, in vista della morte. Il richiamo al Vangelo in questi pensieri è evidente.
E, a proposito della “gloria” derivante dalla scrittura dei libri, Antonaci (che ha impostato la sua vita in cerca di ben altra gloria: quella celeste!) sembra far proprio il concetto molto ben espresso da Marcello Veneziani nel suo “La sposa invisibile” (Fazi Editore, Roma, 2006): che riportiamo a mo’ di explicit di questo nostro percorso: “Lo scrittore è un portatore di secchi dall’oceano al deserto. Crede di viaggiare dal nulla all’essere, creando; invece compie il tragitto inverso.
Proviene dall’essere e porta al nulla il suo catino d’acqua.
Quando lo versa è per metà evaporato nel percorso e per metà scompare nella sabbia dopo aver accennato ad un’ombra di umidità.
In quell’alone provvisorio sta tutta la gloria dello scrittore”.
E – con questo chiudiamo - se è vero il detto oraziano: “Non omnis moriar”, è però anche vero che, purtroppo (o per fortuna!), gloria caduca ed effimera, sarà, in ogni modo, quella dello scrittore. Di tutti gli scrittori.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. (Ecclesiaste, 1, 2).

*   *   *

Torniamo un attimo ad Antonaci ed ai suoi libri.
I libri di Antonaci si conficcano come ami nella carne. Del resto se i libri non hanno questa presa di trascinamento, se è il lettore a doverseli trascinare dietro, allora sono carta pesante.
Siamo noi a portare i libri o sono i libri a portare noi? E’ questo un dilemma che decide l’intesa o il rigetto tra un lettore ed un libro.
 
Se è lui che porta me, compresi il mio tempo, la mia voglia o anche la mia stanchezza, allora è libro. Se invece oltre al mio carico giornaliero, o alla mia stanchezza, devo aggiungere anche il peso del libro e devo portarlo io, allora non è libro, è peso, è zavorra. E ad Ottobre non pioverebbero libri ma, peggio, sassi o mattoni.

Se vinco io allora è libro, se vince lui è soma, pondo, peso. E’ carta e lettere d’inchiostro insieme. Alcuni libri, devo dire in verità, hanno vinto su di me; io, dal mio canto, ho vinto tanti libri e tuttavia non ne ho mai (o ancora) vinti abbastanza.

Sarebbe impossibile, anche a voler leggere soltanto i più importanti. Non basterebbe una vita di duecentocinquanta anni impiegata a tempo pieno a leggere soltanto i classici più importanti, cioè i libri imprescindibili, quelli di cui non si possa proprio fare a meno. Non è possibile fare un bilancio del letto e del non letto: la partita doppia non può essere applicata alla lettura.
I libri letti sono sempre numerabili; i libri non letti sempre incommensurabili.
  

Con i libri bisogna avere una certa confidenza fisica. I libri si toccano, si annusano, si scartabellano a piacere. In casa mia anche a Putignano, città dove abito e lavoro cinque giorni su sette, non trovereste troppi arredamenti, ma libri. Sono l’arredo, la tappezzeria di casa.

Sono belle le case stivate di volumi dal pavimento al soffitto. Nella casa di monsignor Antonaci per esempio i libri si trovano anche sulle scale; anche sulle scale che portano al terrazzo! Si assorbe quasi il loro isolamento sonoro; d’inverno si gode del loro tepore; d’estate si respira quel loro sudar polvere di carta. Queste sensazioni provavo e provo quando vado a trovare il professore monsignore. E vorrei provarle anche a casa mia. Mi sto attrezzando per questo.

Quando si sfoglia un libro è come sentire il rumore delle onde del mare. Sfogliare i libri di Antonaci è come sentire il rumore dello Ionio e dell’Adriatico, i nostri mari di smeraldi, quando sono un po’ mossi dallo scirocco o dalla tramontana. Ché questo è il Salento: un biscotto intinto nei due mari di colori. Così ce lo ha presentato Antonaci oltre cinquanta anni fa. Prima di tutti gli spot di oggi!
 
Allora è il libro che ti porta, non porti tu il libro di Antonaci: ti porta un “Galatina, storia ed arte”, un “Otranto”,  un “Muro Leccese”, o un “Pollio”, un “Cuccarollo”, un “Accogli”, ecc. Libri, questi, voluminosissimi eppure leggeri come una piuma: non li potrai leggere magari a letto, o al mare, sono troppo grossi; ma sotto un pergolato, con la colonna sonora delle cicale. Sono grandi libri eppure non pesano, ti trasportano, e ti fanno volare.

*   *   *

I libri di Antonaci sono soggetti che compiono l’azione e non complementi oggetto; sono causa efficiente, o meglio complemento d’agente. Sono libri che parlano, libri che si possono vedere mentre si leggono, libri che profumano di terra e di altri libri.
 
Ognuno reagisce ad un libro in maniera diversa. Un libro è semplicemente la metà dell’opera. Chi scrive un libro fa la metà del lavoro. L’altra metà la fa chi prende in mano quel libro e lo legge, lo consuma, lo sottolinea, gli fa le orecchie, ci litiga pure, ci si addormenta con il libro e qualche volta lo butta anche.  

Il lettore dunque conclude l’opera iniziata dallo scrittore, finisce quel semilavorato acquistato in libreria. L’incontro o lo scontro con il lettore fa di un libro un’opera finalmente compiuta. Dunque il libro, comunque vada a finire, è un incontro. Se non è un incontro, è solo parallelepipedo di carta, una confezione, una tecnologia.    
Mi piacerebbe che il mio libro non rimanesse un semilavorato.

*   *   *

A me è capitato di entrare nei libri di Antonaci e di uscirne migliore, più ricco. Oserei anche dire che ho iniziato a scrivere quei due o tre libri di cui sono autore grazie proprio alla lettura dei libri di don Antonio.
I libri di Antonaci per me sono stati palestra: leggendoli e rileggendoli si impara ad utilizzare una certa espressione, si riesce a descrivere qualcuno o qualcosa, utilizzando magari quelle stesse parole. Viene quasi automatico. Non è plagio, non sono inconfessate citazioni quando utilizzo certe espressioni: ma assimilazione, apprendimento.
Come quando si va in palestra, ci si esercita con certi pesi e poi ci si accorge nel sollevare un peso che non si fa (più) lo sforzo che si faceva prima, o quello che si sarebbe fatto senza allenamento.

Dicevo: nei libri antonaciani trovi cose scritte così bene che ti par di divorare e non di leggere. Certo, l’anoressico della lettura non viene smosso da questo o quello scrittore; ma chi solo ha un po’ d’appetito, avrà veri e propri attacchi di bulimia.
 
Di fronte alla perspicuità di certi argomenti e alla bellezza della loro formulazione non puoi non sottolineare le frasi, non appuntartele sulla tua agenda e riscodellarle agli altri quando a tua volta scrivi. Sicchè son diventato una sorta di “manierista” della scrittura, di fronte a quel Michelangelo dello stile che è Antonaci (che in un libro si definisce “scalpellino”, mentre di fatto egli è architetto e scultore incomparabile).

*   *   *

Ed ecco che con questo “Scritti in Onore” ho voluto pagare il mio debito: a rate. Essendo un bancario non potevo non fare questa metafora! E le rate sono le pagine di questo mio libello, pagine-rate come quelle di un prestito. Ma a tasso zero.
Non c’è interesse, non c’è guadagno in questo libro, ci mancherebbe altro: soltanto riconoscenza per quanto ho ricevuto. Ed è bello che la Galatina migliore, ma anche Noha, ma anche tanti altri salentini, siano qui presenti per onorare Antonaci. Non il mio libercolo: ma quello che il mio libro ha voluto cantare.

 
Mi avvio alla conclusione.
Zeffirino Rizzelli e Antonio Antonaci sono due astri che hanno irradiato, irradiano luce su Galatina. Ci hanno insegnato tanto. Si insegna a volte anche con il silenzio e l’umiltà, una volta che si è scritto migliaia di pagine e si è parlato altrettante volte. E sono tante le cattedre da cui si può impartire una lezione: e la scuola può essere anche quella della sofferenza; a volte anche quella dell’irriconoscenza; o quella dell’indifferenza; o quella della critica spicciola e negativa ricevuta senza approfondimento e senza motivo.
     
Se si legge con trasporto ci si arricchisce; con la lettura troviamo altri padri ed altre madri, oltre a quelli nostri naturali. Si creano dei legami, degli affetti, delle parentele:
si finisce per essere costola di libri e delle pagine scritte e non solo dei nostri padri naturali. Antonaci e di Rizzelli sono così diventati anche nostri padri.

 

Il nostro non è un paese che compra libri. Ma un paese migliore, una città migliore passano attraverso i libri: non da altro. Non c’è alternativa. E permettetemi questo piccolo atto d’orgoglio: forse passa anche attraverso il mio libro.

 

Il mio libello allora vuole essere una specie di risarcimento, o meglio di trattenimento di quello che si sta, per un motivo o per un altro, dimenticando, disperdendo nel passaggio delle generazioni. Ci sono generazioni che cominciano a dimenticare, allora ho sentito la necessità di trattenere, di ricordare, di mettere per iscritto.
 
*   *   *

Prima di terminare questa conversazione, permettetemi di ringraziare quanti hanno lavorato per questo libro. Prima di tutto Michele Tarantino di Infolito Group che ancora una volta ha creduto nel mio lavoro di ricerca. Per la stampa in digitale, Fabio Tarantino e la nuovissima Infoprinting (che è sempre di Michele Tarantino), azienda che non ha compiuto ancora un anno, ubicata in un capannone sulla via di Lecce, subito dopo il SuperMac per intenderci. Tra l’altro Infoprinting è specializzata nella stampa e nella spedizione di lettere di ogni genere. E’ una specie di stampante virtuale da attivare tramite Internet tramite il sito www.postapronte.eu.  

Ringrazio Lorenzo Tundo dello Studio Ermes di Galatina e Silvia Stanca, che non si è “stancata” della mia pignoleria nella redazione delle pagine di questo libro. Ringrazio il dott. Antonio Linciano, direttore della gloriosa biblioteca “P. Siciliani” di Galatina e Paola Congedo, direttrice della altrettanto gloriosa biblioteca “Giona” di Noha, per l’organizzazione di questa serata. Ringrazio la bravissima musicista Gabriela Greco che ci ha fatto capire quanto vadano a braccetto libri e musica.

Ringrazio il Professore Antonio Antonaci per la sorpresa che ci ha voluto fare questa sera. Il più bel regalo, professore, è la sua presenza! Ormai m’ero rassegnato all’idea che Ella non sarebbe stata presente. Ancora una volta (per fortuna!) mi son dovuto ricredere. Ringrazio la gentilezza di Dino Valente ed il suo sito www.galatina.it e quella di Albino Campa ed il suo sito www.noha.it. Ringrazio anche Radio Sole e… anche tutti quelli che ho dimenticato.

*   *   *

Il mio libro vuole essere allora un manifesto, uno spot, un’insegna, un abbraccio di parole per Antonio Antonaci. Vuole essere un segnale stradale che indichi dove andare, un messaggio nella bottiglia, perché in qualche modo quello in cui io ho creduto, o che m’è parso bello, possa essere creduto ed appaia bello a coloro che leggeranno, o a coloro che verranno. Un libro, anche il più brutto, sopravvive sempre al suo scrittore. Anche se questo scrittore (o meglio scriba o scrivente) è minuscolo e si chiama Antonio Mellone. Il quale vi ringrazia per la benevolenza e soprattutto la pazienza con la quale avete voluto ascoltarlo.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 08/08/2011 @ 13:55:37, in NohaBlog, linkato 2425 volte)

Venerdì 5 agosto 2011 a Carpignano salentino, nella atrio palazzo Ducale Ghezzi,  si è svolta la lectio magistralis del sindaco che ha rivoluzionato tutto il futuro della politica e della amministrazione territoriale italiana, Domenico Finiguerra, sindaco del comune lombardo di Cassinetta di Lugagnano, fondatore del movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio.

Di seguito un estratto dell'evento.

 

 

Domenica 14 Ottobre, dalle ore 20, a Noha (Galatina), nelle suggestive sale del Circolo Arci Levera, la compagnia teatrale ALIBI metterà in scena "Il più bello e il più maligno spirito. Storia di Giulio Cesare Vanini", spettacolo dedicato alla tragica vicenda del filosofo salentino Giulio Cesare Vanini (1585-1619), bruciato per ateismo a Tolosa nel 1619.

Se la vita di Giulio Cesare Vanini fosse un film, il secondo tempo, quello più avvincente e ricco di colpi di scena, inizierebbe a Padova il 28 gennaio 1612, giorno in cui al filosofo salentino, che all’epoca era solo un fraticello di appena 27 anni, viene notificato un provvedimento disciplinare da parte del losco Enrico Silvio, Priore Generale di quell’Ordine dei Carmelitani in cui egli era entrato nove anni prima a Napoli, assumendo il nome di fra Gabriele. 

Lo spettacolo ripercorre appunto il secondo tempo della vita di Vanini, i suoi sette anni più intensi, avventurosi e drammatici in cui abiurerà il cattolicesimo e si convertirà alla fede anglicana; lascerà l’Italia per l’Inghilterra prima e per la Francia poi, passando per il Belgio, la Svizzera, l’Olanda e la Germania; in cui sarà ricercato, spiato, tradito, imprigionato, interrogato, braccato dall’Inquisizione; in cui pubblicherà due opere, l’Amphitheatrum aeternae providentiae e il De admirandis, una delle quali, quest’ultima, presente ancora nell’ultima edizione dell’Indice dei libri proibiti, quella del 1948; in cui sarà arrestato e processato per sei lunghi mesi per essere finalmente bruciato sul rogo, dopo che gli fu strappata la lingua, il 9 febbraio 1619, in una piazza di Tolosa, Place du Salin, che dal 31 marzo 2012 porta il suo nome. 

I passaggi chiave e i retroscena di questa vera e propria odissea biografica e intellettuale vengono ricostruiti e raccontati attraverso la viva voce dei contemporanei di Vanini: dei suoi amici e dei suoi nemici, dei suoi discepoli e dei suoi detrattori, dei suoi persecutori e dei suoi protettori. 
Una storia con un finale tragico, ma che consacra il suo protagonista come una delle più affascinanti e controverse figure del panorama filosofico europeo.

Levèra 
via Bellini 24 - Noha (Galatina)
Domenica 14 Ottobre ore 20.00 - 21.00 - 22.00
Ingresso riservato ai soli soci. Contributo soci Arci euro 5. 
Ingresso per gruppi di 20 persone. 
Info e prenotazioni: 389 1081226

Spettacolo itinerante per gruppi di 20 persone. Ore 20-21-22

 
Di Redazione (del 27/01/2018 @ 13:41:09, in Comunicato Stampa, linkato 1610 volte)

Per anni abbiamo subito le offese di Umberto Bossi e Matteo Salvini, e più in generale della Lega Nord.

Per anni noi cittadini del Sud siamo stati presi di mira dal razzismo di questi personaggi. Siamo stati definiti FANNULLONI, SANGUISUGHE, TERRONI... 

Oggi, dopo anni di attacchi gratuiti contro persone per bene, lavoratori del Sud, la Lega crede di potersi ricostruire una verginitá togliendo la parola "Nord" dal simbolo??

Caro Matteo, il popolo non dimentica, coloro che tu hai offeso per anni non dimenticano!!! Ed è incomprensibile e doloroso scoprire che per qualche salentino sia piú importante una poltrona che la propria dignitá.

Ci dispiace Matteo, questa volta i TERRONI non possono #andareoltre !

Leonardo DONNO - Cataldo Dino MININNO

 
Di Redazione (del 17/10/2022 @ 13:40:08, in Comunicato Stampa, linkato 473 volte)

Mercoledì 19 ottobre ore 20.30 nella meravigliosa Basilica di S. Caterina d’Alessandria di Galatina andrà in scena in prima assoluta “Apocalissi”, una produzione dell’Associazione “I Concerti del Chiostro” diretta dal M° Luigi Fracasso, ispirata al primo ciclo di affreschi della Basilica con testi e drammaturgia di Giuseppe Semeraro, musica di Giuseppe Gigante.

“La scrittura di questi testi mi ha fatto capire in maniera inconsapevole quanto fosse importante e potente la scrittura quando diventa creatrice di immagini e visioni, - dichiara l’attore salentino Giuseppe Semeraro, - ho lavorato nella tradizione classica di evocare immagini e visioni capaci di aprire uno squarcio emotivo nella coscienza. A coronare il tutto c'è il rapporto con la musica che non fa solo da sfondo alle immagini ma ne è materia viva. I testi sono stati scritti e concepiti in un dialogo costante con Giuseppe Gigante autore e compositore delle musiche sin dalla prima fase creativa fino alla sua messa in scena nello spazio e nella concezione registica dell'intera esecuzione.”

L’evento offrirà al pubblico l’opportunità di ascoltare e comprendere un periodo storico nella sua complessità, apprezzando i testi e le musiche di artisti tutti salentini. Insieme alle musiche di Giuseppe Gigante e alla voce narrante di Giuseppe Semeraro, Camilla Paglialunga al violino, Michele Nicolaci al clarinetto, Serena Chiaravalle al violoncello e Mattia Greco all’organo, insieme alla voce narrante di Giuseppe Semeraro.

I prossimi appuntamenti del festival saranno: il 24 ottobre con Susanna Rigacci, soprano voluto dal M° Morricone come voce solista nelle sue colonne sonore, e Ivana Francisci al pianoforte,

e il 28 ottobre con Fernando De Cesario al clarinetto ed eccezionalmente con il direttore artistico del Festival, Luigi Fracasso, al pianoforte. Prevendita attiva su www.diyticket.it

L’ingresso in Basilica è libero e senza prenotazione.

Per info: 331 4591008

Ufficio stampa
I Concerti del Chiostro 

 

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 13/03/2018 @ 13:39:08, in La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, linkato 1861 volte)

Altro capitolo dell’appassionante ricerca di P. Francesco. In questa nona puntata si succedono più papi che arcipreti di Noha.

La redazione

 

 

FABIO FORNARI (? – 1596)

Vescovo di Nardò dal 1583 al 1596

Dal 1583 al 1596 i Pontefici furono:

           Gregorio XIII (1502-1585)          Papa dal 1572 al 1585

           Sisto V (1521-1590)                   Papa dal 1585 al 1590

           Urbano VII (1521-1590)             Papa nel 1590

           Gregorio XIV (1535-1591)         Papa dal 1590 al 1591

           Innocenzo IX (1519-1591)         Papa nel 1591

           Clemente VIII (1563-1605)        Papa dal 1592 al 1605

 

            Gli arcipreti che si susseguono a Noha sono:

            Don Salvatore Colafilippi (1550-1600),    parroco dal 1570 al 1600

            Don Stefano Sergio (1570-1612),            parroco dal 1600 al 1612

 

            Fabio Fornari di Brindisi, laureato in diritto civile ed ecclesiastico, era nipote, per parte della madre, del suo predecessore Cesare Bovio. Era già stato arcidiacono di Brindisi e vicario generale di quella diocesi, prima, e successivamente di Nardò. Esperto, quindi, nel governo della chiesa, fu eletto Vescovo di Nardò subito dopo la morte dello zio, il 23 febbraio 1583 dal Papa Gregorio XIII.

Il 19 marzo 1583 prese possesso canonico della diocesi.

            Compì grandi ed importanti opere, specialmente nel Comune di Galatone dove rifece dalle fondamenta l’antica chiesa matrice di rito e culto greco. A lui si deve la costruzione della chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie sulla Lecce-Gallipoli.

            Il Fornari fu caro a tutti i cittadini della diocesi, ma specialmente al clero. Aumentò il reddito dei canonici e vi aggiunse altri benefici.

 

            Nel 1585 compì la visita pastorale della quale ci ha tramandato poche notizie e di scarsa importanza.  Il 30 agosto 1592 tenne un sinodo diocesano, i cui atti sono pervenuti sino a noi, in un manoscritto comprendente la breve relazione della visita pastorale. Fece costruire nella cattedrale gli stalli del coro in legno di noce, con al centro quello riservato al vescovo e sormontato dal suo stemma, con galero e nappe.

           

Nel ministero pastorale fu coadiuvato da quattro vicari generali:

* l’arcidiacono Giovanni Francesco Nestore di Nardò, dottore nelle due leggi e già vicario capitolare, i cui decreti e bolle datano dal 27 febbraio 1583 al 1° agosto 1587;

* il can. abate Leonardo Trono di Nardò, i cui atti vanno dal 1589 al 1590;

* l’arcidiacono Scipione Nestore, succeduto a Giovanni Francesco Nestore quando questi morì. Scipione Nestore di Nardò era laureato  in  teologia e in diritto;

* e il preposito Donato Maria Vernaleone, patrizio neritino, dottissimo in sacra teologia e nelle lettere greche, strenuo difensore dei diritti della chiesa.

 

            Fabio Fornari si spense in Galatone il 26 febbraio 1596 nel palazzo da lui costruito, accanto alla chiesa della B. V. delle Grazie, dove amava ritirarsi. Come egli stesso aveva disposto, fu sepolto nella chiesa della B. V. delle Grazie a Galatone. Sulla sua tomba fu posta la seguente epigrafe:

 

A FABIO FORNARI

Dottore nelle Leggi Vescovo di Nardò

Questo presule Fornari ardente di divina fiamma

insieme con la fiamma lucente in cielo

anche nel mondo splende

per cui con la sua luce così illumina

la fiamma galatea

da essere perenne luce di doppia fiamma

L’anno del Signore 1596.

 

            Nel 1714, durante l’episcopato del grande Vescovo Antonio Sanfelice, le spoglie di Fabio Fornari furono traslate in un luogo più in vista, dov fu apposta quest’altra epigrafe:

 

FABIO FORNARI della Chiesa di Nardò

Prima vicario generale ben presto vescovo

apprezzatissimo per la esimia perizia nel diritto canonico

nel celebrare sinodi e nel riformare costumi

compì egregiamente il suo ufficio sacerdotale

Qui trasportò il di lui corpo

e il ricordo ormai dimenticato rinnovò

ANTONIO SANFELICE VESCOVO DI NARDÒ

l’anno del Signore 1714.

 

Relazione con la chiesa di Noha

 

            Anche se non c’è nulla di particolare da sottolineare, con tutta sicurezza si può affermare che l’arciprete di Noha, don Salvatore Colafilippi,  partecipò al Sinodo diocesano del 1582 e nella visita pastorale della diocesi del 1585  il presule visitò anche la chiesa di Noha.

            E’ risaputo che Fabio Fornari fu uno dei massimi promotori della latinizzazione del culto in diocesi di Nardò. Nessun Vescovo neritino gli fu pari nell’opera di estirpazione del sostrato greco, ancora saldamente radicato nel costume religioso salentino. Era deciso ad eliminare ogni traccia di grecità, e penso che risalga a questo periodo il culto alla Madonna delle Grazie, molto sentito a Noha ancora oggi, in sostituzione del culto alla Madonna di Costantinopoli.

            L’arciprete don Stefano Sergio, che fu parroco per 12 anni,  successore del Colafilippi, è passato alla storia come colui che rifece completamente l’antica chiesa di S. Angelo. Per questo fece apporre una lapide (oggi non più esistente) fissata sul portale principale della chiesa con la seguente scritta: “Don Stefano Sergio eresse dalle fondamenta nell’anno del Signore 1602”.

            La chiesa di S. Angelo già esisteva da molto tempo. Non sappiamo quale fosse la sua architettura, ma con ragionevole certezza possiamo dire che fosse quasi del tutto fatiscente, se è vero come è vero che il nostro Don Stefano decise di rifarla sin dalle fondamenta. Ormai oltre all’altare maggiore vi sono altri altari, uno dedicato a San Michele, uno alla Madonna Immacolata, un altro alla Madonna del Rosario. E’ sempre don Stefano Sergio che sulla soglia della porta che conduceva alle tombe ipogee della chiesa madre fece scolpire una lapide con una scritta in latino che traduciamo così:                

“Finalmente riposo da ogni fatica. A.D. 1602”.

            L’arcipretura di don Stefano Sergio durò 12 anni. Altre notizie non ci è dato di sapere.

 

[Continua]

P. Francesco D’Acquarica

 

 

 

Giovedi 15 Novembre, alle ore 18.30, Giovanni Leuzzi presenterà il suo capolavoro. Si tratta di Repútu pe lle chiazze salentine, lamento funebre per le piazze rurali del Salento, edito da Mario Congedo editore. Lo farà insieme a Gianluca Palma, un giovane sognatore errante sensibile alla bellezza.
Seguiranno degli omaggi musicali a cura di Roberto Vantaggiato e Enzo Marenaci (cantastorie del Salento), Marina Leuzzi (Cardisanti).

Il poema in ottava rima e in rigoroso dialetto salentino, che utilizza a pretesto narrativo una divertente storia paesana, fotografa, con i toni e registri più diversi e seguendo il libero andare della memoria, il rapido e per molti versi catastrofico diluirsi, in un nulla ancora indistinto, della millenaria civiltà contadina; una civiltà che nei centri rurali del Salento aveva realizzato, pur in un quadro diffuso di povertà, sfruttamento ed ingiustizia, straordinari risultati di risposta ai bisogni collettivi, di socialità ed identità culturale.
Le piazze di quei paesi, che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti rifacimenti strutturali ed estetici dagli effetti spesso scenografici, perduta ogni funzione economica e sociale, oggi si presentano come spazi vuoti di presenza umana, freddi, senza storia, senza anima e memoria e ormai da decenni attendono nuova linfa e nuova vita, che sarà, se mai, del tutto diversa da quella di un passato leggendario ed irripetibile.
L’ottava rima, con la musica e le cadenze sue proprie, poggia sulla strepitosa padronanza di una lingua che, già grande di suo, si è strutturata nei secoli con scambi, arricchimenti ed imprestiti i più diversi, consentendo al popolo del Salento straordinarie capacità espressive, comunicative e creative; lingua che nel poema è strumento formidabile per il disegno di quadri, situazioni e personaggi, lo sviluppo del pensiero e del racconto, il dipanarsi di nostalgiche ricostruzioni e di ironiche, ma spesso amare e desolate invettive, tutte giocate tra il semiserio rimpianto del passato e la icastica condanna del presente.

Giovanni Leuzzi, laureato in Lettere Classiche, già docente nelle Scuole Superiori, da sempre impegnato in politica e per lunghi anni consigliere e vicesindaco di Cutrofiano, ha operato tutta la vita tra politica e cultura, privilegiando, oltre che importanti percorsi storico-letterari, la conoscenza e l’indagine sulla storia del Meridione e del Salento, sulle varie espressioni della cultura locale (arte, musica, religione), sulle evidenze linguistiche, espressive e documentali della macroarea griko-salentina.
Anche l’approdo recente a prove poetiche in dialetto salentino è nello stesso tempo conferma e sviluppo di tale impegno, vissuto e perseguito con costante passione.

Levèra 

via Bellini 24 - Noha (Galatina)

 

 
Di Redazione (del 03/09/2021 @ 13:35:41, in Comunicato Stampa, linkato 908 volte)

A fronte di performance economiche solide come "il cemento", sarebbero però stati ridotti i monitoraggi ambientali. Da una lettura alle oltre 130 pagine del report divulgato da Colacem emergerebbe infatti un sostanziale incremento dell’utile dell’esercizio rispetto al 2019 da parte del gruppo industriale (il dato si riferisce alla totalità degli impianti, diffusi in Italia e all’estero), davanti però a una altrettanta, evidente riduzione delle spese di investimento per la protezione ambientale di diversi punti percentuali (due le voci riscontrabili a pagina 7 del dossier).

Alcuni dei dirigenti della Colacem, questa mattina, erano a Galatina proprio per presentare il 14esimo report sulla sostenibilità ambientale (che alleghiamo integralmente all’articolo), illustrando i propri progetti aziendali in un futuro di riconversione “green”. Ad essere assenti, semmai, erano i primi cittadini dei comuni limitrofi. Oltre a una manciata di amministratori comunali infatti, soltanto tre gli esponenti della politica locale: il consigliere regionale Donato Metallo, la presidente del consiglio pugliese Loredana Capone e l’assessore alla Formazione e lavoro Sebastiano Leo.

Eppure mancano ormai pochi giorni alla Conferenza dei servizi prevista per lunedì prossimo, presso la Provincia di Lecce, nella quale la società a capo di uno dei più produttivi cementifici italiani sarà chiamata a presentare la Vis, la Valutazione di impatto sanitario, sollecitata nei mesi scorsi dall’Osservatorio ambiente e salute presso il Dipartimento di prevenzione  della Asl salentina e su pressione di diverse organizzazioni ambientaliste e ben undici sigle mediche. Queste ultime, oltre a premere su una riduzione della pressione ambientale, hanno altresì richiesto di subordinare le autorizzazioni dell’impianto alla Vis.

Quella di lunedì 6 settembre anticiperà peraltro di un mese esatto un’altra data molto attesa: il 6 ottobre. Giorno in cui è prevista la sentenza del Tar del capoluogo salentino: il Tribunale amministrativo si esprimerà  in merito al ricorso presentato da cinque associazioni (Coordinamento civico Ambiente e salute, Italia Nostra sezione Sud Salento, CittadinanzAttiva Puglia, Forum amici del territorio e Noi ambiente e beni culturali) intervenute ad adiuvandum accanto ai sindaci del circondario per chiedere che l’autorizzazione provinciale all’impianto galatinese venga rilasciata soltanto sulla scorta dei garanzie sanitarie a tutela dei cittadini.

“Interrogata” dalla nostra testata circa la preoccupazione per un’area  (quella galatinese) ad alta incidenza tumorale per malattie polmonari, l’azienda ha garantito che fornirà tutte le risposte e i dati nel giorno della conferenza dei servizi, lunedì prossimo. Bisognerà dunque attendere appena qualche giorno per avere una risposta ufficiale su quelle connessioni tra emissioni inquinanti e cluster tumorali emerse dal rapporto Protos dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, che avevamo reso pubblico in un articolo pubblicato nel mese di maggio.

Valentina Murrieri

(Giornalista LeccePrima)

 
Di Redazione (del 31/10/2018 @ 13:31:02, in Comunicato Stampa, linkato 1601 volte)

Ancora una volta Galatina ha ospitato una troupe della televisione nazionale. Questa volta è toccato a RAI 1 con il programma "Paesi che vai...luoghi, detti, comuni", ideato e condotto da Livio Leonardi, in onda da domenica 1 ottobre alle 9,45.

"Paesi che vai" racconta l'incomparabile patrimonio culturale, artistico ed archeologico esteso sull'intero territorio nazionale. L'Italia può essere certamente considerata un grande "museo diffuso" da divulgare e promuovere. Il Territorio declinato nei suoi molteplici aspetti e risorse: la storia, l'arte, l'architettura, i siti archeologici, i monumenti, la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi popolari, l'ambiente, le risorse naturali, le specialità enogastronomiche, le peculiarità dell'ingegno e del talento italiano ed internazionale. Tratta di curiosità legate ai luoghi: le particolarità, gli eventi, le feste. Racconta le aneddotiche legate ai luoghi dell'arte e della storia. Ogni calendario rispecchia la storia, le tradizioni, la cultura di un popolo: sul filo dei giorni e dei mesi si snoda una collana di miti e leggende, di riti ed usanze che spesso sono frutti sincretistici di stratificazioni millenarie. I paesaggi incontaminati, i parchi e le riserve naturali sono descritti nella loro eccezionale e sorprendente bellezza, patrimonio rigenerante da vivere e salvaguardare.

Il "Viaggio" vissuto come un'esperienza indimenticabile di conoscenza di un territorio, attraverso i suoi incantevoli paesaggi, la sua affascinante storia, la sua ospitale gente, le sue deliziose tipicità, le sue interessanti peculiari curiosità.

Un modo diverso e sorprendente di vivere i luoghi, i detti, i comuni, i "Paesi che vai".

Le riprese hanno impegnato sedici persone, tra tecnici di ripresa, delle luci, operatori addetti alle riprese con drone, oltre la presenza del regista Daniele Biggiero e l'organizzatrice di produzione Lidia Riviello.

Nell'ambito di un programma dedicato al barocco salentino, le riprese a Galatina hanno focalizzato l'attenzione su Piazza San Pietro, la splendida facciata della Chiesa Matrice ed il suo interno, la cappella di San Paolo ed il pozzo presente nell'atrio del palazzo Tondi-Vignola, nonché alcuni suggestivi scorci in via Vittorio Emanuele ed il centro storico.

La narrazione di Livio Leonardi ha rappresentato Galatina come uno scrigno di bellezza dalla grande suggestione.

Il programma dovrebbe andare in onda nel mese di novembre.

L'assessore al turismo Nico Mauro considera che: "la continuità della presenza della Città sui canali televisivi nazionali rafforza l'immagine di Galatina rendendola una meta turistica naturale in cui si coniugano, al meglio, tutti gli elementi utili a farne una destinazione di rilievo culturale. L'impegno dell'Amministrazione Comunale è di lavorare anche sugli altri fronti dell'accoglienza e dei servizi, perché nell'insieme il prodotto turistico possa essere all'altezza delle aspettative".

Nico Mauro, assessore al Turismo, Centro Storico, Commercio

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/03/2023 @ 13:30:16, in Comunicato Stampa, linkato 462 volte)

Egregio Signor Sindaco, Dr. Fabio Vergine, egregio Presidente della Commissione per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’Ospedale S. Caterina Novella, Dr. Antonio Antonaci; egregi consiglieri tutti.

Noi del Direttivo NoiAmbiente e Beni Culturali, che mi onoro di rappresentare, abbiamo preso atto, dal sito della Provincia (Albo Pretorio – Amministrazione Trasparente) che su Galatina ci sono nuove richieste di installazione e di ampliamento di siti per il trattamento di rifiuti pericolosi e non. E più precisamente:

  1. La richiesta di Ampliamento riguarda un sito già operante nella zona industriale di Galatina, la ECOM Servizi Ambientali, che si trova in via Portogallo, Contrada San Giuseppe. Nello specifico, la società Ecom S.A. chiede di aumentare la produttività con rifiuti CER (che come tutti ben sappiamo sono rifiuti ALTAMENTE pericolosi) integrando la produzione di circa 24.000 t/a. Dichiara nella relazione tecnica il gestore “….Per mutate esigenze di mercato..”.  Le attività ovviamente rientrano nelle autorizzazioni rilasciate in conformità alla normativa sulla sicurezza delle Aree Industriali, purtroppo decisamente meno restrittive delle aree urbanizzate. Dobbiamo infatti tenere conto che il sito, seppur rientrante nella fascia di rispetto dei 500 m. indicata dalle norme, è ubicato in prossimità dell’area in cui si è - e si sta- urbanizzando con abitazioni per uso civile. Per cui, è lecito dubitare che qualsiasi forma di tutela ambientale applicata, possa assumere in certe situazioni estreme un livello di pericolo differente.

 

  1. La richiesta di un nuovo sito invece, riguarda quella effettuata da ENTOSAL SRL, avente sede legale a Grisignano di Zocco (VI). La società veneta si propone di REALIZZARE UN IMPIANTO DI RECUPERO E SMALTIMENTO RIFIUTI PERICOLOSI E NON in via degli Andriani n°12/A Santa Barbara di Galatina (LE).

ENTOSAL SRL, di cui tanto si parla e si scrive in questi ultimi giorni, appartiene ad un gruppo di ben sei aziende facenti capo a Ethan Group spa. Operano a tutto campo nel settore dell’Ecologia, e sono le seguenti: ELITE Ambiente srl; EXECO srl; EURO VENETA srl; EMME TRASPORTI SRL; EXOREX srl. Tutte aziende del Nord Est, fra Vicenza e Padova, ma che estendono le loro attività nel Sud Italia.

ENTOSAL SRL acquisisce di fatto una attività di gestione rifiuti già esistente la cui autorizzazione è stata però revocata dalla Provincia di Lecce con determina n° 494 del 24/11/2017. “Con il nuovo impianto di Santa Barbara il gruppo Ethan vorrebbe offrire un servizio alle aziende del sud Italia, sia direttamente ai produttori sia agli imballaggi raccolti dagli altri impianti del sud Italia. “  (testo rilevato dalla Relazione tecnica del gestore proponente)

Si tratterebbe di attività di bonifiche ambientali, e consistono principalmente in: rimozione e stoccaggio dell’amianto (R12); miscelazione di oli ed emulsioni oleose (R12); stoccaggio provvisorio dei rifiuti anche pericolosi destinati allo smaltimento; trattamento di inertizzazione dei rifiuti (fanghi e polveri); raccolta e riciclo dei rifiuti agricoli, quali confezioni vuote di agrofarmaci, teli agricoli, reti, pneumatici, olio, filtri, batterie, trattamento di rifiuti pericolosi e non, finalizzato alla preparazione di miscele per termovalorizzatori o comunque inceneritori.

Occorre però fare molta attenzione, perché quello che è dichiarato nel verbale della C.d.s. del 12-12-2022, dove il Comune di Galatina, pur essendo informato non era presente, e mi riferisco ai volumi di rifiuti trattati, pari a “90.000 tonnellate anno, ripartita in 47.500 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 42.500 tonnellate di rifiuti pericolosi”,  non corrisponde alle dichiarazioni che lo stesso gestore specifica nella sua Relazione tecnica allegata al fascicolo dei documenti richiesti dalla Provincia in sede di valutazione PAUR,  così dichiara ENTOSAL:

“…Nella logica di ottimizzare le potenzialità produttive dell’impianto e di servire le attività presenti sul territorio, non vengono definiti i quantitativi massimi stoccabili o lavorabili per ogni singolo codice EER lasciando pertanto la possibilità all’impianto di ottimizzare gli ingressi in funzione delle richieste di mercato”.

Inoltre, sempre nella relazione tecnica, ed esattamente alla pag.7, così dichiara la società proponente:

Con il nuovo impianto in Puglia, (e si riferisce naturalmente a Santa Barbara) il gruppo Ethan vorrebbe offrire tale servizio ai produttori degli altri impianti del sud Italia. Si fa inoltre presente che ad oggi Elite Ambiente (una delle sei consociate) svolge già un servizio di ritiro di suddette tipologie di rifiuti provenienti dal Sud Italia che verrebbero convogliate al nuovo impianto (sempre a Santa Barbara) con evidenti positive ricadute per i produttori dei rifiuti, sia in termini ambientali che di costi di smaltimento.”

Quindi se le 90 000 t/a dichiarate nel verbale della cds del 12 – 12 -2022 sono una quantità probabilmente spropositata rispetto alla sostenibilità del nostro territorio, aprendo le porte alle “variabili di mercato” ed alle “altre società del Gruppo Ethan”, ci ritroveremmo ad avere a che fare con una vera e propria bomba ecologica.

N.B.: tengo a precisare che le informazioni qui riportate sono tutte trascritte dalla Relazione tecnica depositata negli atti, in rete e disponibili al pubblico: AIA - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE.

Conclusione:

l’importante aspetto riguardante la salute di ogni cittadino, è quello di una corretta comunicazione. I cittadini spesso si ritrovano coinvolti in inserimenti straordinari di attività impattanti sulla loro stessa vita, a cose fatte. Ed è bene dirlo, ci rimettono e ci rimettiamo in prima persona, non soldi, non stiamo parlando di soldi… ma della stessa vita. Sfortunatamente chi muore e soffre per colpa dell’inquinamento ogni giorno accanto a noi non sono solo alberi, di per sé un dramma tutto salentino, ma sono fratelli, parenti, amici, indiscriminatamente donne, uomini e bambini.

Ben vengano i progetti che portano vantaggi economici e occupazione nel nostro territorio, ma a che prezzo?

Anche noi vogliamo che sia curata l'immagine di Galatina, l’immagine di Galatina siamo tutti noi, che sia positiva e attrattiva, che i suoi valori abbiano credibilità, ma oggi più che mai è necessario un piano di difesa, far sapere all'opinione pubblica che davanti alla questione ambientale non si sta facendo finta di niente ma si sta attivando un programma, con lo studio sulle cause e relative azioni preventive. Quindi chiediamo:

  • di rispettare il principio di sostenibilità ambientale. Lo stesso che presuppone il giusto equilibrio fra la capacità della natura di rigenerare la quantità di biomassa che noi con le nostre attività – schiave di un fantomatico mercato - distruggiamo. La salute non ha il tempo di aspettare che la burocrazia sbrogli problemi così prioritari.
  • Chiediamo se davvero la nostra Terra, l’aria e la falda idrica già fortemente compromesse, hanno i requisiti per essere impregnate di ulteriori accumuli di sostanza non biodegradabili, quali quelle trattate da questi opifici e atri insalubri già abbondantemente concentrati sul nostro territorio?
  • Quale altra vocazione di sacrificio – oltre quelle già esistenti deve assumersi la salute della comunità di Galatina e del Salento?

Grazie per l’ascolto egregi signor Sindaco, Presidente Dr Antonio Antonacci e grazie a voi tutti consiglieri.

Presidente dell’Associazione NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina:

Marcello D’Acquarica 

 
Di Redazione (del 21/03/2022 @ 13:29:44, in Comunicato Stampa, linkato 543 volte)

L’Amministrazione Comunale, da sempre promotrice della legalità e del suo valore educativo, in occasione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” celebrata il 21 marzo, primo giorno di primavera, intende organizzare un incontro formativo rivolto ai ragazzi degli istituti secondari superiori di Galatina. Quest’anno ricorre, tra l’altro, l’anniversario dei trent’anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio a Palermo.

L’evento, dal titolo “Raccontami…”, avrà luogo giovedì 31 marzo alle ore 10.00, presso il Teatro Cavallino Bianco. Raccontare ed ascoltare per conoscere, imparare, scoprire le azioni e i pensieri di uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per lo Stato combattendo la mafie e il crimine organizzato.

La Città di Galatina vuole unirsi al ricordo delle vittime innocenti delle mafie, del terrorismo e del dovere attraverso un dialogo aperto tra i nostri studenti e gli illustri ospiti affinché le loro parole possano rafforzare la coscienza delle nuove generazioni, immagine di speranza e impegno civile, donne e uomini della società odierna e futura.

Ad aprire l'evento il Sindaco della Città di Galatina, Marcello Amante, e la vicesindaco Cristina Dettù, assessore alla cultura e alla pubblica istruzione. Saranno presenti ed avremo l’onore di ospitare il dott. Antonio De Donno, Procuratore della Repubblica di Brindisi, che parlerà ai ragazzi della figura del giudice Giovanni Falcone; in collegamento da Palermo avremo Salvatore Borsellino, il quale racconterà del fratello, il giudice Paolo Borsellino; e, infine, Brizio Montinaro sul fratello Antonio, caposcorta del giudice Falcone. Modera Flavio De Marco, direttore editoriale del Corriere salentino.

 Ufficio Stampa Marcello Amante

 

E’ stato il monopolio delle squadre baresi a caratterizzare semifinali e finali regionali del campionato Under 13, nella versione 3x3, offrendo delle prestazioni di buon livello e mettendo fuori gioco nei quarti e nelle semifinali i padroni di casa ,rispettivamente OLIMPIA S.B.V. GALATINA E SHOWY BOYS.

La manifestazione indetta dalla FIPAV PUGLIA ed organizzata dalla dirigenza dell’OLIMPIA S.B.V. si è svolta, nelle fasi eliminatorie (quarti e semifinali), in contemporanea sui due impianti galatinesi: Scuola Media “Giovanni XXIII” e Palasport “ Fernando Panico” determinando al termine delle eliminatorie le due squadre finaliste.

Nel primo raggruppamento sono confluite AKITA TEAM VOLLEY S. MARZANO, SCUOLA E VOLLEY ALTAMURA, SHOWY BOYS GALATINA e VOLLEY SAVA.

Fuori subito ai quarti S.Marzano e Sava , l’Altamura non ha trovato ostacoli e ha regolato la Showy Boys garantendosi il diritto di disputare la finale.

Il secondo gruppo invece ha annoverato PALLAVOLO S.VITO, OLIMPIA S.B.V. GALATINA,MATERDOMINI CASTELLANA e PRIMIGI ALBEROBELLO.

Quest’ultimi si sono imposti con facilità sui padroni di casa dell’Olimpia SBV Galatina e poi hanno battagliato con la Materdomini Castellana rimontando un set e conquistando la finale.

Lo spettacolo offerto dai giovanissimi primi attori ha infiammato il pubblico : la folta rappresentanza barese ha  sovrastato gli spettatori indigeni, ormai fuori dai giochi, tifando per i propri beniamini  in un crescendo di gara che alla fine ha visto prevalere la Primigi Alberobello.

Con il titolo di campioni regionali Under 13  è scattata per la Primigi anche la partecipazione alle  Fasi Nazionali  del Campionato in questione, a cui si unirà anche l’altra finalista Altamura a rappresentare il volley pugliese.

La premiazione , quale atto conclusivo della manifestazione,  ha registrato la presenza di autorità sportive e politiche che hanno consegnato i riconoscimenti rituali ad atleti e tecnici.

Registriamo la presenza del consigliere regionale Antonio Mattei, del vice presidente territoriale di Lecce Piero de lorentis, del vice presidente dell’Olimpia S.B.V. Francesco Liguori, di una gloria del volley salentino Dario Preste, del vice sindaco ed assessore alle politiche giovanili e allo sport Maria Rosaria Giaccari e della dirigente Istituto Comprensivo polo 3 , professoressa Rosanna Lagna.

Il protocollo federale non prevedeva una gara fra le due semifinaliste perdenti , pertanto coppe e medaglie federali sono state assegnate agli attori della finale regionale .

Gli organizzatori dell’evento però hanno inteso, di propria iniziativa, gratificare le squadre escluse dall’atto finale  con la consegna di medaglie bronzee a ricordo dell’evento.

A conclusione della serata un buffet a base di rosticceria e di una vasta gamma  di dolciumi ha allietato anche gli animi degli sconfitti.

allietato anche gli animi degli sconfitti.

Fase Regionale Under 13 Maschile (3vs3) - Finale

Gara

G

Data / ora

Squadra casa

Squadra ospite

Risul.

Dettagli

 

9836

1

06/05/18 19:00

SCUOLA & VOLLEY ALTAMURA