Di Redazione (del 06/03/2014 @ 21:52:08, in Comunicato Stampa, linkato 2138 volte)

Vincendo le elezioni comunali si conquista il privilegio di amministrare la città e non il diritto di farne quel che si vuole, ma Il Sindaco Montagna e la sua giunta sembrano pensarla diversamente.

Candidare Galatina come sede per un nuovo Centro di Compostaggio da 33.000.000 di kg. che, presumibilmente, occuperà non meno di 10.000 m2 del territorio cittadino non può essere considerato un atto di ordinaria amministrazione quindi, in sfregio ad ogni principio di buona azione, sia amministrativa che ambientalista, senza alcuna trasparenza e nella più totale e prepotente disinformazione il Sindaco Montagna sacrifica consapevolmente il futuro di Galatina e la salute dei galatinesi sull’altare del pragmatismo partitico.

 
Di Raimondo Rodia (del 04/03/2014 @ 21:56:09, in NohaBlog, linkato 2829 volte)

Il tema della grande bellezza della nostra Italia si deve concretizzare in fatti veri, abbiamo un paese splendido anche nei borghi più dimenticati ed è questa bellezza che apprezzano i turisti che ci vengono a trovare. Dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la nostra cultura, le nostre tradizioni, l’arte, i paesaggi. Oggi vi racconto come, anche una frazione della nostra Galatina, può offrire tesori, ma anche soffrire l’ignoranza ed il qualunquismo di una classe politica e sociale che impone il brutto al bello, ecco dobbiamo riappropriarci della bellezza, come filo conduttore della nostra esistenza, lo dobbiamo a noi ed ai nostri figli. A Noha, prima comune, poi frazione di Galatina, vi sono alcune masserie fra cui la celebre ” Colabaldi” che andrebbero riscoperte, rivalutate, bene il presepe vivente, ma non si possono accendere i fari sulla struttura solo pochi giorni all’anno. Struttura che ha visto la presenza di una chiesa di rito greco, una torre di avvistamento medio-evale, un monastero basiliano ed infine dal 1595 la masseria del mercante di pellame fiorentino Nicola Bardi.

 
Di Redazione (del 04/03/2014 @ 21:47:51, in Comunicato Stampa, linkato 1751 volte)

Giovedì 6 marzo 2014 dalle ore 17 alle ore 19:30 presso il Museo Civico “Pietro Cavoti” di Galatina (LE) l’ Associazione Città Nostra vi invita a  trascorrere un pomeriggio in allegria con “Il principe e la principessa di Santa Caterina”, una favola animata per bambini dai 4 ai 12 anni a cura di Angela Beccarisi.
Sono previsti due gruppi: h 17:30 bambini dai 4 ai 7 anni, h 18:30 bambini dagli 8 ai 12 anni.

VI ASPETTIAMO

 

 

 

Per la Serie "Dialogoi sto Monastiri", quarto appuntamento Venerdì 7 marzo alle ore 18,30 presso la Sala Conferenze dell'Istituto Immacolata IPAB di Galatina  sito in Via Scalfo n.5, con l'intervento del Prof. Mario De Marco, Docente emerito di filosofia, Giornalista, Storiografo ed  Autore di numerose pubblicazioni sulla Storia, sull'Architettura e sulla Civiltà del Salento, e recentemente nell'aprile 2013 di un' opera sui Templari Salentini.

Nati nel 1118, da una costola dei cavalieri dell'Ordine del Santo Sepolcro, i Templari dovevano proteggere i Pellegrini in Terrasanta nel tragitto Giaffa -Gerusalemme dall'assalto dei briganti e degli Islamici; l'Ordine fu baluardo di fede, sapienza e sicurezza militare per l'Occidente insidiato dall'Islam e sostegno per i precari regni cristiani di Palestina. Conclusasi l'epopea delle Crociate, al massimo della loro potenza economica, politica e militare, i Templari furono perseguitati e sterminati dal re di Francia Filippo IV e da Papa Clemente V, sopravvivendo e confluendo negli ordini monastico-cavallereschi locali come quello teutonico di Germania, o quello di Calatrava in Spagna.

 
Di Redazione (del 04/03/2014 @ 21:26:32, in Comunicato Stampa, linkato 3428 volte)

Venerdì 7 marzo, alle ore 19:00 nella sala del Cinema Teatro  Tartaro di Galatina, si inaugura IDENTITA’ IN DIALOGO #PATRIASENZAPADRI, rassegna culturale della Città di Galatina, con il patrocinio della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo Cultura e Turismo, Apulia Film Commission e Lecce 2019, in collaborazione con gli Istituti Superiori di Galatina, le Associazioni Intervalla Insaniae e Inondazioni e con il coordinamento del Servizio Cultura e Comunicazione del Comune.

Ospiti di questo primo incontro Antonella Gaeta, Presidente di Apulia Film Commission e Francesco Miccichè, regista del documentario Lino Miccichè, mio padre. Una visione del mondo.

Con il grande Lino Miccichè, intellettuale italiano, che fu critico e storico del cinema, editorialista ed organizzatore di eventi culturali, Gaeta intratterrà un dialogo ideale su “Il Cinema: prospettiva di lettura e di cambiamento del nostro Paese”, attraverso la voce del figlio, conosciuto dal grande pubblico per aver diretto numerose serie televisive e documentari pluripremiati.

 
Di Antonio Mellone (del 03/03/2014 @ 07:18:37, in NohaBlog, linkato 4081 volte)

In un batter d’occhio l’orologio della torre civica di Noha è passato da un guiness dei primati all’altro: da “l’orologio pubblico più fermo del mondo” a “l’orologio pubblico più veloce del mondo” (e quindi, ad honorem, “l’orologio pubblico più ridicolo del mondo”). Insomma un nuovo miracolo nohano, un richiamo turistico mica male, un ritrovato della tecnologia del futuro (anteriore), una meraviglia ai nostri occhi.

*

Se vi capita di transitare da piazza San Michele alzate lo sguardo verso l’apice della torre, e date un’occhiata alle lancette di questo cronometro incastonato nel corpo di un’aquila ormai acefala scolpita in pietra leccese: non c’è bisogno di essere degli osservatori nohani per accorgersi che i due indicatori coordinati corrono così in fretta che in una manciata di minuti avranno effettuato tanti giri quanti ne occorrono per trascorrere più o meno una mezza giornata.

E’ come se dopo oltre venti anni di fermo l’orologio di Noha sia d’un tratto impazzito ed abbia deciso su due piedi (anzi su due lancette) di sgranchirsi le gambe, di prendersi una rivincita, di mettersi improvvisamente a correre, di andare alla ricerca del tempo perduto [non me ne voglia Marcel Proust se per l’occasione rubo la locuzione-titolo del suo capolavoro, uno dei massimi della letteratura universale, ndr.].

La storia recente di questo orologio non è uno scherzo del destino, ma il destino di uno scherzo: quello di aver ancora una volta pervicacemente eletto e quindi issato a palazzo Orsini una massa di cosiddetti rappresentanti politici, i quali, con la complicità di alcuni funzionari dell’ufficio tecnico, credono ancora, nel 2014, di prenderci per il cucù [avete presente quegli orologi a pendolo che segnalano le ore con l’uscita dell’uccellino che imita il verso del cuculo? Appunto. Vogliono prenderci per il cuculo].

Questo fenomeno che più che misterioso è da considerarsi da baraccone è dovuto al fatto che i nostri belli addormentati sulle sdraio di palazzo Orsini suppongono che tutti ma proprio tutti i cittadini abbiano l’anello al naso, o che siano ancora ben bene aggrappati ai rami degli alberi come i primati (stavolta non nel senso del guiness di cui all’inizio, ma delle scimmie); sicché da un lato in tal modo ritengono di rispondere per le rime a noi altri che andiamo denunciando, ormai da alcuni lustri, lo squallore in cui si trova la nostra torre civica (la quale è da considerarsi come un bene culturale tra i più emblematici dell’universitas di Noha), e dall’altro pensano di gettar fumo negli occhi dei loro poveri elettori, ostentando un attivismo e un pragmatismo di maniera fuori luogo e ormai fuori tempo massimo (evidenziando, ancora una volta, il loro, come dire?, spaventoso vuoto pneumatico-culturale).

*

Così, un bel dì, avranno mandato in cima a quella torre qualche elettricista di buona volontà per mettere in funzione questo benedetto orologio. Non è che ci volesse chissà quale arte, a dirla tutta. “Fanne cu gira, cusì nu li sentimu chiui, quisti quai de Nove”, avrà blaterato qualche assessore a non so che travestito da Silvan (nonostante il carnevale galatinese sia passato ormai da un pezzo).

*

Ora volevo spiegare ai poveretti che si trovano senza nemmeno sapere come nelle stanze dei bottoni di Galatina che a Noha, come anche a Venezia (dove c’è la torre dell’orologio con i mori) o a Londra (che ospita il Big Ben), o altrove nel mondo,  non c’è bisogno di un orologio ubicato d’in su la vetta di una torre antica per conoscere l’ora. Tutti ormai dispongono di orologi, cellulari, i-phone, ed altre diavolerie che cronometrano (ricordandolo semmai sfuggisse) ogni secondo di questa vita transeunte.

Ma una torre civica, il suo orologio e la sua storia, sono emblemi della civiltà di quel luogo. Il progresso di una città si misura anche e soprattutto da questo e non dalle sfilate di carnevale (tra l’altro organizzate male con l’aggravante dello sperpero di pubblico denaro).

Quanto più un popolo sa valutare e conservare il suo patrimonio d’arte, tanto più si sente spinto a rendere l’ambiente, anche fisico, in cui i monumenti esistono, più prezioso e civile.

Invece siamo costretti ad osservare i nostri tesori cadere a pezzi, trascurati e abbandonati come obelischi all’inciviltà. Se un uomo avesse ricevuto in dono o in eredità un tesoro e lo lasciasse andare in rovina sarebbe considerato un folle. Qui da noi invece ti fanno sindaco.

*

A Noha è l’incuria a farla da padrone. Qui abbiamo un patrimonio storico ed artistico che si sta sbriciolando in silenzio: si stanno polverizzando le casiceddhre, e il castello, e la torre medievale, e la casa rossa, e il calvario. E di conseguenza (difficile cogliere il nesso, vero?) le menti dei cittadini.

A Galatina e dintorni evidentemente si nutre ancora il concetto che con la storia, l’arte, il bello e la cultura non si mangi. E che l’unica vera ricchezza siano centri commerciali, le circonvallazioni, le aree mercatali cementificate, i comparti di villette a schiera, e ultimamente anche i mega-impianti di compostaggio (tra l’altro in nome dell’ecologia).

Invece, cari miei, un popolo si evolve con la cultura (e sarà per questo che si tende a raderla al suolo).

*

Ecco, volevo parlare di un orologio ed ho finito con il fare il necrologio dei soliti personaggi in cerca di elettore. Sì, non puoi tacere di fronte al grottesco. Come ad esempio il fatto che ora le lancette dell’orologio di Noha girano come girano.

E anche a me girano. Eccome girano.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 02/03/2014 @ 20:49:20, in NohaBlog, linkato 2507 volte)

Una storia millenaria custodita da una roccia friabile e porosa come il tufo, un passato doloroso svelato “come le linee d'una mano” (Italo Calvino, “Le città invisibili”) e un paesaggio unico disegnato dall'altopiano della Murgia e dal lento scorrere della Gravina. Qui, a Matera, dal primo marzo 2014 sarà aperto al pubblico il primo Bene del FAI in Basilicata inaugurato questa mattina, Casa Noha, entrata a far parte di una rete di 50 splendidi luoghi tutelati e aperti al pubblico in tutta Italia.

 
Di Antonio Mellone (del 28/02/2014 @ 20:34:07, in Compostaggio, linkato 3436 volte)

Non ci si può mai rilassare un attimo in questo paese.

Guardate che io avrei altro per la testa, come, per dire, i miei libri, le ricerche econometriche, il cinema, i concerti ed il teatro, e poi anche il racconto tratto da storie vere – la cui redazione ho dovuto più volte interrompere - sul tema dei miei matrimoni (matrimoni, dico, non prigioni, come quelle immortalate da Silvio Pellico – anche se a volte le due cose pare coincidano  – né tantomeno i matrimoni di quell’altro Silvio, il delinquente più votato dagli italiani, cioè Silvio pelvico). Matrimoni, dicevo, nei quali mi son cimentato in diversi ruoli, dall’invitato al paggetto, dal chierichetto al testimone, dall’organista all’aiuto-fotografo, e via di seguito, ma mai (ancora) in quello del marito.

 
*
 

Dunque mi piacerebbe essere in tutt’altre faccende affaccendato. Invece, purtroppo, mi tocca di leggere di qua e di là interventi vergati da alcuni miei rappresentanti politici occupanti poltrone a palazzo Orsini, i quali son riusciti, in men che non si dica, e nonostante i buoni propositi sbandierati nel corso delle loro campagne elettorali, a superare, quanto a danni, gli Unni e gli Ostrogoti messi assieme.

*

La Roberta se n’è uscita ultimamente pure con la storia del mega-impianto di riciclo rifiuti, candidando ufficialmente Galatina ed il suo territorio quale centro di gravità permanente di “un impianto di compostaggio integrato, che comprenda cioè sia la fase anaerobica [o analerobica, ndr.] che quella aerobica”. “L'impianto – sempre a detta della vice-sindachessa - avrà una portata di circa 30.000 tonnellate di rifiuti organici [dovrebbe essere all’anno, ndr.] a servizio di tutta l'area centrale della Provincia di Lecce”.

E’ chiaro? L’assessora e il suo sindaco, pensando di unire l’umido al dilettevole, forse in nome della democrazia partecipata (Roberta, do you remember?), o di una politica di sinistra (o meglio sinistrata) hanno deciso di candidare “ufficialmente” il territorio di Galatina e dintorni a luogo ideale per chiudere, secondo le loro menti eccelse, questo benedetto ciclo dei rifiuti.

Con codesti comunicati pensano di trasmettere un rassicurante senso di compatibilità e armonia ambientale pensando che i cittadini si facciano abbindolare come tanti allocchi. Oddio, in molti casi vanno sul sicuro, colpiscono e affondano eccome, visto il livello culturale in cui versa l’abitante medio di Galatina, la bella addormentata nel fosco.

*

Ma cerchiamo di ragionare un po’ con i numeri.

30.000 tonnellate all’anno di rifiuti solidi organici significherebbe che i circa 28.000 cittadini di Galatina e frazioni dovrebbero produrre pro-capite più di una tonnellata annua (non stiamo parlando di 100 ma di 1.000 chilogrammi a persona), e badate bene, non di rifiuti, ma della sola frazione umida di questi rifiuti (come bucce di banane, mele, patate, cipolle, scarti vegetali dell’attività agricola, culinaria et similia), cioè quasi 2,8 chilogrammi al giorno di quella roba lì.

Nemmeno il più grande ghiottone e sprecone della storia di tutti i tempi ha mai prodotto 2,8 kg giornalieri di resti, avanzi, rimasugli organici predigestione (cifra, invero, non raggiungibile neanche se agli scarti predigestione sommassimo le deiezioni post-digestione).  

Mi direte: ma non siamo solo noi; se li convinciamo, ci sono anche i 5.500 abitanti di Soleto, e poi i 4.000 di Sogliano, ed i quasi 6.000 di Corigliano, ed i 9.000 di Cutrofiano, e giacché anche i 15.000 di Galatone ed i 31.000 di Nardò, eccetera eccetera.

Certo, allarghiamo pure il raggio d’azione. Ma i conti non tornano ugualmente.

Se ognuno di noi, poniamo, producesse in media 200 grammi al giorno di umido da utilizzare per il compostaggio (non ditemi che siete così sciuponi da produrne di più) al fine di raggiungere le 30.000 tonnellate annue (tren-ta-mi-la-ton-nel-la-te), cioè 82 tonnellate al giorno di rifiuti da compostare, avremmo bisogno di un bacino d’utenza di oltre 410.000 abitanti.

Ora mi domando e dico: nell’eventualità non dovessimo farcela da soli a produrre tutta questa spazzatura [sic], da dove arriverebbe la quota restante di rifiuti per il trattamento? Chi la controllerebbe? Cosa conterrebbe? E poi ancora: di che dimensioni dovrebbe essere questa struttura integrata per accogliere ottantadue tonnellate quotidiane di spazzatura umida? E quanti camion dovrebbero arrivare e ripartire quotidianamente da e per Galatina per scaricare in questo benedetto impianto 82 tonnellate giornaliere di frazione umida di rifiuti?

*

Mille altri dubbi, perplessità, domande (che ovviamente non troveranno mai risposta da parte di questi Renzi de noantri), mi passano ora per la mente. Ma ne parlerò nelle prossime puntate (tra qualche giorno) sempre su questi schermi.

*

Sicché i miei matrimoni continueranno ad attendere il loro turno.

Pazienza: questo ed altro, per non andare a finire in un mega-impianto di compostaggio. Anzi per evitare di esser preso in ostaggio.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 27/02/2014 @ 22:51:36, in Comunicato Stampa, linkato 2528 volte)
Il nuovo Coordinamento di Sinistra Ecologia Libertà Galatina, insediatosi da poco più di una settimana, è da subito a lavoro per la stesura di una nuova agenda politica che guardi a Galatina come a città del futuro, che possa prima di tutto essere città di cultura.
«La mia storia» dice Francesco Luceri (Coordinatore cittadino) «come sa bene chi in questi anni ha seguito le mie vicende personali, è un costante e pubblico impegno per la cultura e il recupero del patrimonio culturale e artistico della nostra terra. In Italia occorrono nuove idee che non solo sappiano guardare alle potenzialità anche economiche della cultura, ma che sappiano soprattutto realizzarle. I giovani di oggi, la generazione NEET, non è fatta ‒ come insinuano ‒ di giocatori di console multiplayer, troppo schizzinosi e poco inclini al lavoro. Sono una risorsa attenta e preparata. I giovani di oggi, molti galatinesi miei coetanei, hanno voglia di lavorare per costruire qualcosa di duraturo e stabile, il proprio progetto di vita. Gli eredi di imperi economico-commerciali devono smettere di parlare per noi e prendere atto della fortuita combinazione di eventi che li ha affetti di snobismo umano. Cosa chiediamo veramente noi giovani di oggi?
 

Canto notturno di un pastore ...

Categorie News


Catalogati per mese:


Gli interventi più cliccati

Sondaggi


Info


Quanti siamo

Ci sono  persone collegate

Seguici sui Canali di

facebook Twitter YouTube Google Buzz

Calendario

< marzo 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
11
12
14
16
17
22
23
24
26
29
30
31
             

Meteo

Previsioni del Tempo

La Raccolta Differenziata