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Di Redazione (del 21/04/2020 @ 18:08:55, in Comunicato Stampa, linkato 1069 volte)

L’associazione Città Nostra e un gruppo di volenterosi cittadini, Piero Russo e Danilo Antonica, hanno donato quattro tablet per la didattica a distanza. Gli strumenti tecnologici verranno messi a disposizione degli studenti degli istituti di Galatina, Collemeto e Noha. Fondamentale il legame tra l’Amministrazione Comunale e la rete di solidarietà, attivissima in questo periodo. Legame che ha rappresentato, di fatto, un collegamento tra le scuole, le richieste dei singoli cittadini e le indicazioni della Protezione Civile. Quest’ultima provvederà alla consegna dei tablet che consentiranno ai nostri piccoli studenti di continuare a seguire le lezioni on line e alle loro famiglie di essere un po’ più serene, in questo momento complicato, circa l’istruzione dei loro ragazzi. Inoltre, in questi giorni, sempre i volontari della Protezione Civile sono impegnati nella consegna di numerosi strumenti recuperati dall'IISS Laporta/Falcone e Borsellino grazie ai fondi messi a disposizione del Ministero dell’Istruzione e assegnati ai suoi studenti galatinesi e fuori sede.

 

L’epidemia di Covid ha determinato una drammatica frenata dei consumi e messo in ginocchio la gran parte delle attività economiche. 

I territori devono trovare nuovo slancio per risollevare un’economia che ha subito danni difficilmente calcolabili, ma questo periodo deve essere vissuto anche come una nuova opportunità di programmazione e sviluppo.

Per questo serve individuare una strategia comune, riunendo risorse e competenze e vedendo la crisi come l’opportunità di generare nuovi modelli di proposta.

Con questo spirito ho voluto promuovere, supportato dal Sindaco Marcello Amante, un tavolo di lavoro allargato ed aperto ad ogni contributo utile che si voglia aggiungere, con il fine di proporre, discutere, analizzare e realizzare un piano di rilancio dei settori del commercio e del turismo cittadini.

 

Il gruppo di lavoro vede la partecipazione di esperti diversi, in rappresentanza di Enti, Istituzioni, Associazioni ed Imprese e si strutturerà successivamente per gruppi operativi.

Hanno accettato di collaborare (a titolo personale o a nome dell'ente che rappresentano):

 

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,

ci ritroviamo insieme per condividere la mensa della Parola di Dio che il Signore ci offre in questa Domenica in Albis o della Divina Misericordia. Anticamente era la domenica in cui i neobattezzati uscivamo dalla Chiesa, dopo l'eucarestia, per dare testimonianza della loro adesione a Cristo indossando la veste bianca ricevuta al Battesimo, ecco l'alba appunto. Un vero e proprio sciame in canto, come le api, pronti a fecondare con la grazia ricevuta. Chissà se questa immagine non possa essere presagio di una nuova uscita anche per noi. Dopo un periodo di chiusura forzata, che certamente costituisce un tempo forte, ma di grande riscatto se collocato nell'alveo della rinascita, della conversione, della comunione su ciò che veramente è essenziale ed importante per la nostra esistenza, spogliati degli abiti vecchi, intrisi di tutto ciò che non si addice all'uomo e a Dio, non saremo anche noi pronti ad indossare l'abito splendente della grazia di Dio per contagiare con pensieri, parole e azioni buone chiunque incontreremo sul nostro cammino. Allora la distanza di sicurezza nell'animo sarà accorciata e brilleranno non gli abbracci virtuali, ma quelli di pace ed armonia vera. San Giovanni Paolo II ha istituito in concomitanza la Domenica della Divina misericordia. É dal cuore squarciato di Cristo per amore nostro che nascono i raggi di quel perdono che ci fa diventare uomini nuovi capaci di perdonare e dare la vita. Mettiamoci in ascolto.

 

Vangelo secondo Giovanni (Gv 20, 19,31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

 

In queste settimane caratterizzate dall’emergenza coronavirus, l’attività dell’amministrazione comunale è andata avanti con il completamento dei progetti sui quali si era già al lavoro. E’ di oggi l’approvazione da parte della giunta comunale del progetto esecutivo per i lavori di ristrutturazione dell’edificio “ex tribunale” di via Monte Bianco, da destinare a nuova sede degli uffici comunali, per un importo pari a circa 480mila euro.

I lavori di adeguamento dell’immobile, al fine di ospitare gli uffici comunali, sono stati da sempre al centro dell’attenzione della nostra azione amministrativa e, una volta ultimati, l’ex tribunale potrà garantire un’adeguata collocazione dei diversi uffici e la loro piena fruibilità da parte dei cittadini di Galatina.

In particolare, il progetto prevede che al piano terra dell’immobile siano allocati i settori Anagrafe, Tributi ed Ufficio Tari, Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili, mentre al primo piano avranno sede gli uffici dei Lavori Pubblici, Urbanistica e Suap. Come è facilmente intuibile un simile accorpamento non permetterà solo una maggiore comunicazione e collaborazione tra diversi uffici e un’estrema comodità per l’utenza, ma garantirà anche di liberare definitivamente alcuni immobili già presenti sul piano delle alienazioni e di destinare a nuovo utilizzo gli altri immobili.

Ricordiamo che l’immobile in questione è già stato oggetto di interventi per un importo di 130mila euro derivanti dal decreto crescita e destinato all’adeguamento degli impianti. Nel dettaglio, i lavori già eseguiti sull’immobile hanno riguardato la sistemazione della cabina di trasformazione e il rinnovo di tutti i quadri elettrici predisponendoli alla tipologia degli impianti previsti, con un lavoro sinergico tra i due progetti.

 
Di Antonio Mellone (del 14/04/2020 @ 18:07:00, in Recensione libro, linkato 1131 volte)

All’inizio fu il prete Pantaleone (XII secolo) a comporre tessera dopo tessera il mosaico di Otranto. Nove secoli dopo è Paolo Ricciardi, monsignore, a continuare in un certo qual modo l’opus tessellatum che rese ancor più celebre la città martire. Con la differenza che il materiale del primo mosaicista era costituito da lacerti lapidei policromi, marmo, ceramica, e altri frammenti duri; quello del secondo da tarsie coriacee, non meno resistenti, ergo niente affatto arrendevoli: i libri. Non so più quanti ne abbia scritti, don Paolo. Ho perso il conto.

Quest’ultimo volume, ancora caldo di pressa dell’Editrice Salentina (Galatina, gennaio 2020), ha per titolo “Dieci battaglie leali” e, stante il blocco delle visite di cortesia a causa dell’epidemia, mi è pervenuto per posta ordinaria. Ora, quando mi giunge un libro di don Paolo mi viene automatico sospendere la lettura di tutto il resto per immergermi immediatamente in quella degli scritti ricciardiani, tanto so che dura poco per via della scorrevolezza del testo, ecco appunto, lapidario e granitico. Il “rito”, quindi, si è ripetuto anche questa volta.

Insomma, fin dalla prima facciata l’autore parla di “battaglie”, vale a dire di lotte non più rinviabili per il futuro della sua bella Hydruntum, purtroppo spesso devastata, nella sua storia e nella sua geografia, da un capitalismo famelico e senza scrupoli al cui confronto l’invasione dei turchi del 1480 fu una passeggiata (monsignore mi assolva).   

Non so perché, o forse sì, le parole di don Paolo a tratti mi ricordano il flagello fatto di funicelle sparse di nodi con le quali il Maestro sferzò i mercanti del tempio, rovesciando le loro bancarelle, e provando una buona volta a bandirli. Ed ecco dunque il battagliero arcidiacono del capitolo cattedrale che non le manda a dire: denuncia la gentrification del centro storico idruntino, trasformato ormai in “Centro Commerciale”, con la conseguente decimazione delle famiglie locali, le sole a tener veramente vive quelle antiche strade; querela il turismo, ormai iper-turismo o ouvertourism, che sembra aver disneyficato una città d’arte così singolare e delicata come la sua e nostra Otranto; accusa la quantità che ammazza la qualità, e dunque non potrà avere respiro lungo (gli economisti seri queste cose le sanno e le dicono); addita le antenne, gli alberi e le vele delle imbarcazioni dei diportisti, “gente facoltosa”, che disturbano invadenti la Torre Matta e il Bastione dei Pelasgi; dice senza mezzi termini, in controcorrente rispetto alla vulgata, che i pontili del porto non possono superare i limiti “consentiti dalle leggi naturali e positive”, anzi di più: dice che la collocazione dei relativi sostegni e impalcature, con l’aggravante dei macigni impiantati nei pressi di Pietra Grande, hanno rimpicciolito oltremodo quello specchio di mare che “incantava per la trasparenza delle acque”, rendendolo lacustre (sicché bene han fatto sovrintendenza e magistratura a ordinarne a suo tempo la rimozione); rimpiange i tempi in cui il porto era appannaggio dei piccoli pescatori, le cui rade barche erano manovrate dai remi, non da “motori a nafta, inquinanti”; mette nero su bianco quanto sia “amorale” il “sistema degli affari, del guadagno, del denaro, con le conseguenze di assalto al territorio sfruttato e deturpato”; si lamenta di talune autorità nazionali e locali, uomini di palazzo e singoli cittadini, credenti e non credenti, refrattari ai “dettami delle Leggi della Natura, che è nostra madre e alle prescrizioni delle Leggi divine”, e  “che si ritengono padreterni e padroni assoluti del mondo”; si rammarica, infine, della carenza di “voci sane, libere, anticonformiste, forti, di profeti che dovrebbero aprire uno spiraglio di luce e di speranza”.

Vox clamantis in deserto”, questa di don Paolo, che fa eco alla Laudato si’ del 2015 di papa Francesco: ma utile, utilissima all’amplificazione per contagio della “buona battaglia” (2 Tm 4,7), e tessera importante per la riscoperta della sacralità della creazione e dell’archetipo del Cristo Cosmico dei teologi.

In fin dei conti, per il bene di Otranto e del mondo intero, meglio riappropriarsi della tradizionale locuzione “Cristo regni” che rincitrullirsi nei lidi briatoregni.

                                                                 

Antonio Mellone         

[Articolo apparso su: il Galatino, Anno LIII, n. 7, 10 aprile 2020 – numero in edicola]        

     

 
 
 

Ho partecipato alla Videoconferenza dei Sindaci dell’Asl Lecce per un incontro, con il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il Direttore Generale della ASL Lecce, Dott. Rodolfo Rollo. All’ordine del giorno “attività svolte sul contrasto Coronavirus".

Tutti i Sindaci presenti hanno sollecitato il Presidente per un maggiore e diretto coinvolgimento nella comunicazione e nella gestione dei casi in quarantena o risultati positivi al virus e residenti sul proprio territorio, anche in considerazione delle competenze nella gestione dei servizi essenziali.

Il Presidente Emiliano convenendo sulla legittimità delle richieste, ma ritenendo l’argomento “privacy” di non secondaria importanza, ha proposto una convenzione ad hoc per il periodo emergenziale tra i Sindaci e la ASL Lecce nella quale venga stabilita una stretta collaborazione per la raccolta dei dati epidemiologici e dieventuale controllo sulle RSA e sulle Case Famiglia presenti nel proprio comune.

La proposta ha riscosso un’unanime parere favorevole, pertanto è stato dato mandato al Dott. Rollo di predisporre una bozza da sottoporre alla valutazione dei Sindaci.

 
 

Canto notturno di un pastore ...

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