Di Redazione (del 07/02/2013 @ 21:51:48, in NohaBlog, linkato 3217 volte)
L'INCHIESTA di quiSalento.it - Di strada in strada, asfalto e cemento sul Salento, Dalla Regionale 8 alla statale 275 fino alla Maglie-Gallipoli, i progetti che feriscono il paesaggio e l'agricoltura compromettendo lo sviluppo sostenibile.

http://quisalento.it/salento-news/linchiesta/15263-ambiente-di-strada-in-strada-asfalto-e-cemento-sul-salento.html

Cemento e asfalto per fare del Salento un groviglio di strade, spesso inutili, quasi sempre a quattro corsie, frutto di progetti faraonici partoriti in altri tempi, quando lo sviluppo del Salento sembrava legato ad un modello industriale, rivelatosi illusorio. Oggi, invece, tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica, dal piano territoriale di coordinamento della Provincia al Piano paesaggistico regionale di prossima presentazione, guardano al territorio in un’altra dimensione, facendone un elemento unico e insostituibile di uno sviluppo sostenibile basato su tre pilastri: Turismo, Ambiente e Cultura.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 04/02/2013 @ 22:16:12, in NohaBlog, linkato 3456 volte)

Leggendo il titolo di questo pezzo, una persona normale si chiederebbe immediatamente: “Contro a favore di chi o che cosa?”
Ho come l’impressione che la sindrome del fare (di cui solitamente si ammalano i nostri pseudo-politici in tempi di elezioni) stia dividendo le candide anime dei nostri indefessi servitori.
Mi chiedo cosa ci voglia a capire che un progetto, per il solo fatto d’essere tale, porta sicuramente lavoro. E per favore, non stiamo tanto a guardare a chi lo porta, questo lavoro. Se a nostri paesani o forestieri, o addirittura di un’altra nazione. Lo porta, punto.

 
Di Antonio Mellone (del 31/01/2013 @ 22:22:40, in NohaBlog, linkato 2594 volte)

Giorni fa, su di uno dei siti di Galatina, ci è toccato di leggere con la santa pazienza un’avvincente “intervista senza filtri” ad un responsabile dei progetti per il mega-parco della Pantacom.

Il tutto, francamente, ci ha dato l’impressione di una pantomima (in nome omen: mo’ siamo llà). S’intende che nulla vieta che si discetti in interviste senza filtri del più e soprattutto del meno, come la fantaeconomia, la fantapolica o la fantascienza. E chi le vieta? Se un’intervista è senza filtri, è senza filtri. E’ inutile andare a trovare il pelo nel parco. Punto.

E poi che bisogno c’è di crearsi tanti crampi mentali volendo a tutti i costi trovare la differenza tra una Fantacom ed una Pantacom (il cui acrostico a questo punto potrebbe suonare così: Per Allocchi Non Tanto Accorti Contro Ogni Megacazzata).

Orbene, il “giornalista” (ci piacerebbe tanto, almeno una volta, scrivere giornalista senza virgolette: ma per ora non ci è dato) ha rivolto al suo interlocutore delle domande diremmo pure magnifiche, sorprendenti, impensate, a tratti struggenti, roba da manuale del perfetto intervistatore.

 
Di Antonio Mellone (del 27/01/2013 @ 22:19:40, in NohaBlog, linkato 3968 volte)

A Natale mi è giunto in direttissima da Milano - tramite il sig. Cimino, l’arcinoto ai pugliesi-milanesi corriere di Sannicola - un regalo molto gradito, direi addirittura strepitoso: un enorme scatolone contenente cinque faldoni-archivio (o raccoglitori formato protocollo, o registratori a leva secretaire, o come cavolo si chiamano), quelli di cartone robusto con il foro con anello di metallo sul dorso, per facilitarne l’estrazione dall’involucro; sì, quelli con all’interno i gancetti centrali in acciaio nichelato o cromato con pressino, pronti ad accogliere le buste porta-documenti formato A4; dai, chi non conosce ormai le buste di polipropilene trasparente con la foratura universale sul bordo?
Ma forse è più facile che li vediate direttamente dall’immagine qui allegata piuttosto che desumerne sagoma e fattispecie dai miei intrecci di parole.

 
Di Antonio Mellone (del 21/01/2013 @ 13:50:17, in NohaBlog, linkato 2333 volte)

L’uccellino mi ha riferito che - salvo errori od omissioni, salvo smentite, salvo rettifiche, insomma salvo tutto (meglio mettere le mani avanti con tutte queste intimidazioni e minacce di querela a portata di mano, proposte - o supposte - probabilmente anche da legulei in cerca d’autore) -  il prossimo 24 gennaio 2012 a Bari presso il palazzo della Regione Puglia (speriamo d’ora in poi: Ragione Puglia) si terrebbe (condizionale) una Conferenza dei Servizi a proposito del prossimo venturo scempio ambientale meglio noto con il triste nome di mega-parco in località Cascioni, ad un fischio da Collemeto.
Orbene, posto che il lemma “conferenza” deriverebbe (anche qui ci va il condizionale: non vorremmo urtare la suscettibilità di qualche Accademico della Crusca o della canija) da “Con-ferre”, composto da “Cum”, con particella indicante unione, compagnia e/o tendenza all’azione, e “Ferre”, portare, contribuire, e quindi manifestare, io sottoscritto cittadino Mellone Antonio in nome della tanto sbandierata trasparenza vorrei porre le seguenti domande dirette a chi di competenza: i miei rappresentanti politici.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 15/01/2013 @ 22:46:09, in NohaBlog, linkato 3987 volte)

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.  
(Articolo 21 della Costituzione Italiana, comma 1)

 
Così la Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero, che si esplica attraverso la libertà di stampa e la libertà di parola. La libertà di espressione è cardine essenziale di ogni democrazia, riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Abbiamo fatto passi da gigante quanto ad alfabetizzazione, tecnologia e scienza ma quanto ad emancipazione non possiamo dire di aver fatto altrettanto. E’ di questi tempi l’ultima novità in campo giornalistico che riguarda proprio la libertà d’opinione.

 
Di Redazione (del 14/01/2013 @ 22:03:31, in NohaBlog, linkato 2143 volte)
Carissimo Sig. D’Acquarica, grazie per le cose scritte sul nostro difficile lavoro. Servono anzitutto a darci forza e coraggio per continuare a impegnarci nonostante tutto. Quello che accade qui, come in tante altre parti del mondo, ha sempre e comunque una o più cause che lo determinano.

Si tratta di riuscire ad essere sufficientemente liberi e indipendenti, oltre che professionalmente preparati, per ricercare la verità che è intorno a noi.

Perché quello che ci accade è già accaduto 30 o 40 anni fa in Inghilterra, in Germania e negli USA ! Che Dio ci aiuti.

Cordialmente.

Dr. Giuseppe Serravezza
 
Di Marcello D'Acquarica (del 11/01/2013 @ 23:21:53, in NohaBlog, linkato 3261 volte)

Cara amica ti scrivo e siccome l’anno è passato, di terra ancora ti parlerò. “Questo tuo libro - mi dici quasi sussurrando, - è presa di coscienza”. Parlare di coscienza per te è sacro. Mi sembra che tu abbia paura che qualcuno ci senta e pensi di te come ad una persona all’antica e lo bisbigli piano. Lo ripeti ancora che è presa di coscienza, a voce bassa . La coscienza, questa sconosciuta, è:

 …una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.
Continua così la canzone poesia del grande Lucio: “L’anno che verrà”. Poi ti fai coraggio e annunci ai nostri 25 amici che: “Cultura è solidarietà incondizionata, è educazione, è la famiglia, è l’esperienza degli anziani, la salute pubblica, l’acqua, l’aria, la terra, la scuola, i sentimenti, la condivisione, l’attenzione all’altro, il sacrificio per il bene comune, l’amore disinteressato, non discriminante”.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione…
Si la trasformazione. Quella che molti amano esteriorizzare a spese della povera gente, dei giovani e del loro futuro.

 
Di Antonio Mellone (del 11/01/2013 @ 23:15:01, in NohaBlog, linkato 2280 volte)
In merito al mio articolo dal titolo <<Il parroco, il mega-parco ed i “moderati”>> apparso giorni fa su galatina2000 - e prontamente rimosso - in seguito ad un colloquio franco e direi anche cordiale avuto recentemente con don Cosimo Nestola, il parroco di Collemeto, ho il piacere (sì, il piacere) di comunicarle che ho sbagliato, chiedendo al contempo scusa all’interessato ed ai lettori.
Devo rettificare dunque quanto riportato in quel brano (sebbene scritto utilizzando più volte il condizionale) in questi termini: non è vero quanto riferitomi dalla mia fonte. La quale evidentemente o è stata erroneamente informata, oppure, riferendomi quella “notizia”, probabilmente non ha fatto altro che corroborare quella che era una sua personale convinzione.
Ricapitolando: non è vero che il parroco di Collemeto stia strenuamente lottando insieme ad alcune delle sue pecorelle affinché il mega-parco in agro di Collemeto veda finalmente la luce, ed è parimenti falso che don Nestola non veda l’ora di aspergere con l’acqua benedetta quella nuova spianata delle moschee (o delle mosche).
Concludo dicendo che, viste le mie lotte portate avanti con l’intento di evitare che in quell’area stupenda la facciano da padrone il cemento, l’asfalto ed il sado-masochismo economico-ambientale, questa smentita mi riempie di gioia. 
Sarei davvero contento se, oltre a questa, potessi dar corso a molte sconfessioni e ad altrettante rettifiche ai miei pezzi sul tema.
Saluti cordiali.
Antonio Mellone
 

Canto notturno di un pastore ...

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