feb152012
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
ott032011
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
dic252015
State per compiere un viaggio nel tempo e nello spazio.
Il presepe quest’anno è allestito all’interno del Parco del palazzo baronale di Noha che tutti chiamano Castello.
Per godere appieno della visita, vi consigliamo vivamente di soffermarvi sui dettagli, tutti autentici, che potrete apprezzare in ogni angolo del percorso, frutto di una capillare attività di ricerca storica su luoghi, mestieri, profumi e sapori, e di una scuola e un lavoro di attenzione ai particolari che dura mesi.
Tutto questo fa del presepe di pietre e di gente di Noha un museo/teatro dove anche il visitatore può interagire con personaggi e interpreti del copione, diventando a sua volta attore-protagonista della scena.
In questo presepe non noterete sforzo di arte drammatica, non affaticamento da troppa recitazione: in quanto il pastore ha davvero il suo gregge di pecore e di capre portate al pascolo ogni giorno; il contadino vanga e rivanga le zolle ed attende il frutto dalla terra anche al di là del presepe vivente; il fornaio è fornaio vero che produce il pane quotidiano; e così la sarta, il ciabattino, il maniscalco, lo scultore, il fabbro…
Anche gli angeli, forse, lo sono oltre il Castello ed oltre le feste.
Lungo il tragitto si ha modo di ammirare alcuni tra i beni culturali più antichi e importanti di Noha.
A metà del cammino s’incontra l’originalissima vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty, coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della misteriosa Casa Rossa (la casa delle meraviglie nohana che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì) della quale, proprio all’ingresso del presepe, ma dall’altra parte della strada, al di là del muro di cinta, potete osservare il primo piano con tetto spiovente.
Di fronte alla vasca ovoidale, la costruzione che ospita il palazzo di Erode è la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso. Ospita ancora un impianto idraulico ed elettrico tecnologicamente molto interessante, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità.
Continuando nel viaggio, incontrerete il bene culturale più antico e interessante di Noha, bello da mozzare il fiato: la straordinaria torre del XIV secolo (1300) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto.
Dall’aspetto severo, militaresco, tremendo, la torre medievale di Noha era capace di generare, specie nei giorni di tempesta, timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse. Ma più forte era la paura di saccheggi, uccisioni e rapimenti da parte dei filibustieri di ogni risma.
Fra’ Leandro Alberti in un’opera del 1525 dal titolo: “Descrittione di tutta l’Italia” definisce questo maniero come “il fortissimo castello di Noja [Noha] posto in forte loco”.
La torre di avvistamento e difesa, intorno alla quale si organizzò il castello, la corte, e il resto del piccolo centro, raggiunge i dieci metri d’altezza. La costruzione è coronata da una raffinata serie di archetti e beccatelli che ne sottolineano il parapetto alla sommità.
Più avanti, prima di giungere nell’osteria, dove potete degustare i prodotti del campo e delle fattorie locali, si osserva uno scorcio delle cantine del Castello, con le enormi botti in legno nelle quali si invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha nello stabilimento omonimo, a due passi dal parco, e imbottigliato a Martina Franca.
Avvisiamo i visitatori che è possibile chiedere agli addetti al presepe informazioni sulle diverse tipologie di bestiame e le svariate razze di volatili presenti nel presepe; e, volendo, ai pastori di accarezzare gli agnellini in tutta sicurezza.
Dopo la doverosa sosta all’interno delle rugose mura della grotta della natività, proseguendo sul sentiero tracciato, all’uscita dal parco, avrete modo di apprezzare il gruppo scultoreo e monumentale delle casiceddhre, ubicate sulla sommità dei forni del Castello, che tante leggende hanno suscitato nel popolo salentino.
Vi ringraziamo per la visita alla nostra Bet Lèhem, che significa, appunto, casa del pane. E a proposito di pane, all’uscita, oltre alle altre specialità, vi aspettano le fragranti pucce con le olive appena sfornate.
Questo e molto altro si scopre viaggiando in questo luogo incredibile custodito nel cuore di Noha.
*
Signore e signori, grazie per la vostra generosità. Le vostre libere offerte e, ovviamente, il passaparola ai vostri parenti e amici, ci daranno la forza di continuare a realizzare anche in futuro rappresentazioni popolari, non solo natalizie, come questa. E, oltretutto, di recuperare e valorizzare i beni culturali del nostro Salento.
Auguri a tutti voi di buone feste. E arrivederci al prossimo appuntamento.
Antonio Mellone – per l’Ass. Presepe vivente di Noha
lug292021
Da un paio di anni circa, sulle mura esterne dell’ex-stabilimento del Brandy Galluccio, l’antica Distilleria di Noha appartenente ancora agli eredi della famiglia che dopo alterne vicissitudini aveva acquistato il feudo dai baroni De Noha, sono stati affissi dei cartelli indicanti la proprietà privata.
Suona alquanto strano questo messaggio in cui il diritto di proprietà ha superato millenni di storia di soprusi e angherie. Un’inutile frase che manca di tatto nei confronti della dignità e dell’onestà dei cittadini che rispettano la legge. Ci è sembrato invece che voglia ricordare ai passanti l'inviolabilità di quelle mura. Abbiamo avuto la sensazione dell'ennesima sferzata al rispetto del Bene Comune, della barriera che non deve essere manco avvicinata.
Che bisogno c'era di ricordare ai cittadini di Noha e dintorni che quelle mura sono proprietà privata?
Noi crediamo che a qualcuno, forse, è venuto in mente di rimarcarne il concetto per prepararci all'ennesima prevaricazione nei confronti della nostra storia locale, in particolar modo delle tombe messapiche, e non ultimo della distilleria (esempio tipico di archeologia industriale). Ne abbiamo parlato e scritto qui e altrove, i ritrovamenti sono stati perfino immortalati in libri e gli oggetti ritrovati archiviati al Museo di Galatina.
Non è la prima volta che siti archeologici vengano presi di mira dalla speculazione edilizia, che cerca di trasformare in superflui appartamenti o in zone artigianali o in centri commerciali tutto quel che le capiti a tiro, a condizione che abbia un certo rilievo storico, sociale o paesaggistico.
Non abbiamo pretese di alcun tipo su quelle mura, ma ci aspettiamo che la proprietà o chi ne gestisce lo stato di degrado - perché questo è - rispetti, se non il buon senso, almeno le leggi che impongono la salvaguardia delle tombe messapiche presenti al disotto di quelle mura, con i vincoli attribuiti dalla Soprintendenza e consegnati all’Amministrazione Comunale di Galatina quale garante dei Beni Archeologici. E se ne avanza pure l’anima di quell’antica fabbrica di brandy.
In questi giorni, gli addetti ai lavori incaricati alla pulizia delle strade, hanno tagliato l'erba. Purtroppo ora si vede meglio l'unica cosa che invece era più urgente rimuovere: la spazzatura di questo secol superbo e sciocco.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv
"Pubblichiamo l'intervento di Marcello D'Acquarica di domenica 25 Agosto 2013 in occasione del 6° Motoraduno Moto Guzzi, Miero e Pizzica svoltosi a Noha"
Oggi è una giornata di festa. Approfitto di questa occasione per riflettere insieme su ciò che consideriamo bene comune.
Se è chiaro il significato di questi due presupposti: “Insieme” e “bene comune”
possiamo considerare questo momento costruttivo. Altrimenti vuol dire che non siamo né insieme né in grado di intendere il significato di bene comune.
In questo momento mi viene in mente il film “I 100 passi” di Marco Tullio Giordana con Lo Cascio.
Cento passi è una breve distanza. E noi vogliamo contare i cento passi. Cento passi sono lo spazio che ci separa da certe volontà politiche. Sono la distanza che ci separa dal concetto di bene comune, dal rispetto per l’ambiente, da mentalità truffaldine in nome di alti valori.
Cento passi. Dovremmo tutti fare 100 passi, insieme, anche in moto.
Facciamoli insieme questi cento passi: noi cittadini, la Pubblica Amministrazione, la Chiesa, e in questo momento anche voi ospiti di Noha. Facciamoli per vedere che cosa ci circonda cominciando da qui.
Alle mie spalle abbiamo la chiesa madre di San Michele Arcangelo, che mostra sul frontone in alto l’elegante stemma di Noha: tre torri che sorvegliano sul mare tempestoso il pericolo portato da due velieri di pirati. All’interno della chiesa si trovano esposte delle tele seicentesche e altari barocchi, che ci raccontano della sua storia.
Poi voltando le spalle abbiamo, svettante nella nostra pubblica piazza, l’orologio pubblico più fermo del mondo: è rotto da più di un decennio. E mai nessuno ha pensato di compiere i 100 passi per ripararlo. Noi intanto ci consoliamo pensando che segni l’ora esatta due volte al giorno.
Sotto le vostre ruote, cari amici motociclisti, sempre a cento passi c’è un frantoio jpogeo, unico nel Salento, e forse al mondo, per la sua architettura. A cosa serve? A essere adoperato abusivamente come sito per discariche private? Probabile.
Verso la fine di via Castello, a cento passi da qui, potete ammirare le cosiddette “casiceddhre” in miniatura. Dovrete però prestare attenzione ed utilizzare il casco (anche se siete a piedi). C’è il rischio che vi becchiate qualche pietra storica in testa.
Basterebbe poco, giusto 100 passi, per sistemarle una buona volta e per creare quella bellezza in grado di salvarci tutti insieme.
La torre medievale ed il ponte levatoio con il suo stupendo arco a sesto acuto, che sono riprodotte sulle miniature in terracotta offerte da Daniela Sindaco, appartengono al complesso del palazzo baronale. Anche questo si trova a meno di cento passi da qui. Tutto abbandonato nella più totale trascuratezza, come se il comune non esistesse affatto, come se i beni culturali “non ci dessero da mangiare”.
A 100 passi dal palazzo baronale c’è la casa rossa di Noha, un gioiello d’art nouveau, in stile liberty, più o meno come la casa pedreira di Gaudì che si trova a Barcellona (in Spagna) e che certamente alcuni di voi avranno già visitato. La nostra casa rossa di Noha, non solo reclama il restauro - schiaffeggiata com’è dagli anni e dall’incuria dei privati – è pure circondata e nascosta da una muraglia di rara bruttezza.
Sempre a poco più di cento passi da qui potrete ammirare l’antica masseria Colabaldi e i resti messapici, la trozza (un pozzo profondissimo che dava da bere ai nohani), il calvario, le vecchie scuole elementari ristrutturate (ma purtroppo non funzionanti al 100% per via di un allaccio all’energia elettrica, diciamo così, poco funzionale) e non da meno il nostro singolare centro storico di via Osanna e piazzetta Trisciolo.
Ecco, tutte queste testimonianze storico culturali vorrei farvi conoscere e ammirare, ma ahimè, non manca solo il tempo, manca purtroppo la decenza.
Quindi, cari amici, noi ci auguriamo, anche con l’aiuto delle istituzioni qui presenti (se presenti), che nel prossimo futuro saremo in grado (noi ed i ns beni culturali) di accogliere voi e tutti i visitatori di Noha in maniera un po’ più decorosa.
Vi auguro di compiere tutti quanti 100 passi, in avanti.
set102010
NOI SIAMO PER IL FOTOVOLTAICO RAGIONATO, PER L’AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA SUI TETTI DELLE NOSTRE CASE E PER UN VERO RISPARMIO DEI COSTI DELL’ENERGIA!
IL FOTOVOLTAICO E’ NATO PER DIFENDERE IL TERRITORIO NON PER DISTRUGGERLO, COME INVECE STANNO FACENDO NELLA NOSTRA CAMPAGNA.
NOHA dovrà sorbirsi un impianto di circa
che porterà un impoverimento del nostro territorio
E’ stata svenduta la “TERRA” di Noha, l’unica vera fonte di ricchezza per la popolazione.
COSA LASCEREMO AI NOSTRI FIGLI? Cosa mostreremo ai turisti?
I nostri padri con tanto sacrificio ci hanno tramandato fertili terre, uliveti secolari, beni culturali, vigneti, prelibatezza di prodotti, ed ora le grosse multinazionali trasformeranno tutto ciò in distese enormi di pannelli argentati!
ECCO 10 MOTIVI PER RESPINGERE L’ INVASIONE DELLA SPECULAZIONE DEL FOTOVOLTAICO AGRICOLO CHE STA PER CIRCONDARE NOHA:
1) Gli incentivi statali che incassano le società del fotovoltaico li paghiamo noi sulle bollette bimestrali della luce, senza avere alcuna riduzione dei costi dell’energia;
2) Nessuno ha il coraggio di dichiarare che estensioni così grandi e concentrate non sono dannose per la salute umana.
3) I cavi che accumulano e trasportano l’energia accumulata dai pannelli vengono interrati lungo strade e sentieri che i cittadini hanno la necessità di percorrere e sono la fonte di campi magnetici;
4) Grandi estensioni concentrate di pannelli di silicio sovvertono il microclima, disturbano la fauna e le migrazioni.
5) I costi per lo smaltimento dei materiali scaduti (gli impianti si esauriscono dopo 10-15 anni) e per il ripristino della terra sono altissimi, molto ma molto superiore all’introito economico ricavato dagli affitti.
6) Per impedire alla vegetazione di crescere avvelenano la terra inquinando le falde acquifere, l’acqua che è il nostro bene più prezioso insieme alla terra ed all’aria!
7) Grandi estensioni di pannelli di silicio concentrate in una stessa area desertificano (TIPO DESERTO DEL SHARA) le campagne un tempo rigogliose;
8) Le grandi estensioni di campi di fotovoltaico impoveriscono economicamente il territorio in quanto sottraggono terra all’agricoltura;
9) Non danno diretti posti di lavoro, ma accrescono il precariato;
10) I miseri benefici che ne derivano alle amministrazioni non sono minimamente comparabili con il sacrificio che subisce la terra e la popolazione.
Il Comitato
mag252017
Al commissario Prefettizio dott. Guido Aprea
Al sub Commissario dott. V. A. Calignano
Al Comandante della Polizia Municipale, dott. A. Orefice
Città di Galatina
E p. C. Al Prefetto di Lecce, dott. Claudio Palomba
Galatina li, 25 maggio 2017
OGGETTO: richiesta di riduzione delle quattro ore di apertura mattutina della ztl, riduzione dei pass con relativo controllo degli stessi e sostegno alle iniziali disposizioni amministrative di salvaguardia del Centro Antico adottate dal Commissario prefettizio dott. Guido Aprea.
Illustrissimo Commissario,
i firmatari della presente comunicazione, Comitato di Quartiere del Centro Storico (composto da residenti, operatori commerciali, professionisti e responsabili di associazioni), Sostenitori dell’azione del Comitato (cittadini, operatori culturali, esponenti culturali galatinesi ed associazioni quali la locale Proloco, la locale Associazione Club Unesco, Italia Nostra sez. Sud Salento, Archeo club Galatina, l’Osservatorio Tecnico Galatinese, l’Associazione City Telling, ecc. ,
intendono confermare il proprio fermo consenso all’azione di salvaguardia e valorizzazione del tutto condivisibile messa in atto inizialmente dal Commissario prefettizio dott. Guido Aprea, in quanto primo atto per un percorso di civiltà, di sostenibilità ed il primo passo per la valorizzazione del Borgo Antico e dell’intera Città. Tuttavia proponiamo di ridurre di almeno due o tre ore la fascia oraria di libero accesso, prevista nella mattinata. Le attuali quattro ore previste dalle ore 8 alle ore 12, nelle ore di maggior affluenza del traffico pedonale costituito da residenti, da visitatori e turisti, singoli o in grandi comitive, quali coloro che si recano nei negozi, al Comune, a visitare palazzi, Chiese, la Basilica e le gallerie, sono in contrasto con l’alto carico di macchine che transitano in particolar modo su Via Umberto I, Via Vittorio Emanuele, Via Garibaldi e Piazza San Pietro, le vie principali del traffico pedonale, sia durante la fascia oraria libera, sia durante le altre ore della giornata (troppi pass rilasciati?).
Questa fascia oraria ampia e centrale nella mattinata, l’alto numero dei pass rilasciati, stanno creando seri disagi sia ai residenti, sia agli operatori, ma in particolar modo ai visitatori e turisti, in questo periodo di maggior affluenza. La velocità del transito delle auto in particolare in Via Umberto I e via Robertini e i relativi ingorghi che si creano tra comitive, pedoni, tra auto, furgoncini, e camion mettono in serio pericolo la sicurezza dei pedoni, dei bambini e dei diversamente abili. La prima settimana di chiusura è stata un’ esperienza meravigliosa e c’è stata una risposta positiva generale nella maggior parte della popolazione, ad eccezione solo di alcuni operatori che , forse per paura, ancora non riescono a comprendere la portata di questo epocale cambiamento migliorativo, che porterà frutti sia a livello economico che a livello socio-culturale a tutti, nessuno escluso. Ma confidiamo che quanto prima anche loro possano vederne i benefici, infatti risulta imprescindibile contribuire a far acquisire a tutti i galatinesi una visione ampia e orgogliosamente rivendicabile della portata del Centro Antico, che come tale va sottratto a visioni di parte e riconosciuto come Polo attrattivo per flussi turistici nazionali ed internazionali e attività connesse.
Se vediamo le tendenze degli altri comuni della Provincia di Lecce, per non andare a vedere anche nel resto d’Italia e della Comunità Europea, molti Comuni hanno intrapreso con successo questo percorso: Otranto, Lecce, Gallipoli, Maglie, Poggiardo, Martano, Corigliano, Nardò, ecc. ed ora sembra che anche la vicina Galatone e Copertino vogliano procedere per la ztl. Si tratta di un processo di sviluppo urbanistico sostenibile delle città che vede l’individuo e la comunità al primo posto (e non l’auto). Solo una ferma decisione di chiusura, una regolamentazione seria degli accessi (a tale proposito si richiede un controllo più accurato nel rilascio dei pass soprattutto in funzione del numero limitato dei posti auto, che dovrebbero essere destinati in primis ai residenti, molti dei quali anziani, o famiglie con bambini) può portare ad un piano serio di riqualificazione dell’intero Centro Antico, Centro Nuovo, e dell’intera cittadina.
Con ossequi.
FIRMATO
Le suddette Associazioni, tramite i loro Presidenti
(Club Unesco, Archeoclub, Osservatorio Tecnico Galatinese, Proloco, Associazione City Telling, Italia Nostra sez. Sud Salento e Comitato di Quartiere).
giu162012
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
ago252021
Noi di NoiAmbiente e Beni culturali Odv di Noha e Galatina, parteciperemo perché riteniamo doveroso restituire dignità alla nostra Terra che pochi o tanti incivili, non importa quanti, stanno oltraggiando spregiandola con i loro rifiuti.
Facendolo tutti insieme saremo più forti e torneremo ad essere abitanti di una terra senza malattie e bellissima.
Come vi avevamo promesso è imminente il prossimo clean up estivo organizzato dal CAS! Segnatevi la data e partecipiamo in massa, il Salento ecologista ed ambientalista vuole dare speranza e far sentire che non ci daremo mai per vinti.
Questo evento è diverso dagli altri, speciale, perchè dedicato al carissimo Francesco Cino, promotore del nostro coordinamento e fondatore dell'associazione Amanti della Natura - Punta del Macolone - Parco Naturale di Ugento.
Il 29 agosto siamo chiamati a svolgere un'ardua impresa, che siamo sicuri andrà nel migliore dei modi.
Un'impresa perchè la riserva naturale WWF delle Cesine è bellissima, importantissima dal punto di vista naturalistico e della biodiversità di flora e fauna, marina e terrestre, ma complicata per la logistica, però stiamo lavorando duro per ottimizzare il tutto.
Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile!
Nei prossimo giorni e poi in Loco verranno date informazioni più dettagliate, il fervore è tanto, le zone da pulire sono estese, ma non ci fermerà nessuno, perchè come diceva il nostro caro, saremo
TUTTI INSIEME PER IL BENE COMUNE
CAS - Coordinamento Ambientale Salento
feb022013
All’alba delle elezioni politiche, Noha si barderà per la festa. Certamente qualcuno verrà a chiederci il voto dicendoci: “Io sono meglio degli altri”. Così si da inizio al dilemma: “Chi voterò questa volta?”. Stranamente poi, chi se lo chiede, ha già provato a votare prima per uno schieramento, poi per un altro, con la speranza che i due non sono la medesima cosa e che dunque o l’uno o l’altro è la scelta giusta. Poi però ci si accorge che, il giorno dopo aver votato o per l’uno o per l’altro, chiunque vada a governare, le cose non cambiano. Ed è qui che il mistero si fa più fitto: a cosa è servito votare? Sicuramente a far prendere vitalizi agli uni piuttosto che agli altri. Che senso hanno quei tremila voti di Noha se nulla cambia? Io non ricordo differenze eclatanti tra i vari governi. Noha , come il resto d’Italia, vive le stesse difficoltà di sempre. Noha vota per i motivi qui di seguito riportati: creare occupazione per giovani e donne; diminuire la pressione fiscale e incrementare il benessere delle famiglie; formulare delle agevolazioni per i meno abbienti e per chi è affetto da malattie; salvaguardare la natura e il territorio, la salute e l’istruzione; incrementare la ricerca e lo sviluppo; tagliare sprechi nella pubblica amministrazione e fondi per le spese militari; incrementare il turismo orientando attenzione e sforzi verso beni artistici e culturali; eliminare quanto più possibile la burocrazia facendo risparmiare tempo e denaro, impiegandoli per altre risorse; eliminare finanziamenti pubblici a chi non ha requisiti e a chi non se li merita; estirpare la criminalità e le mafie dal tessuto sociale recuperando fior di miliardi di euro da investire in risorse umane; facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro riducendo al minimo il fenomeno del precariato e agevolando le assunzioni a tempo indeterminato; diminuire le trattenute in busta paga per rilanciare l’economia reale; legiferare in materia di speculazione economica evitando di salvare con i nostri sacrifici le banche dissennate; cancellare il gioco d’azzardo e aumentare il prelievo fiscale ai grandi patrimoni, non solo immobiliari; dichiarare guerra aperta al carovita; ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico; individuare una legge veramente efficace contro la corruzione; ridurre al minimo le spese per la politica e i partiti; mettere un tetto massimo etico e decente per gli stipendi dei dirigenti pubblici; ridare la dignità ai pensionati; etc…! Insomma, tutto questo è lo scopo per cui votiamo. Alla gente di Noha, alle nostre famiglie, a piazza San Michele, alla Trozza, alla masseria Colabaldi, alle case Rosse, ad ogni singolo cittadino nohano serve questo. E invece? E invece si parla di premio di maggioranza, di spred che interessa più gli investimenti delle banche che i nostri, di nozze gay, di bipolarismo, di europeismo, di redditometro… A proposito di redditometro: cosa interessa a Noha il redditometro? Hanno impostato una campagna elettorale sul redditometro, un programmino di scuola materna dove si gioca con il colore verde o rosso! Vi prego, cara gente di Noha, apriamo la mente. Con tutti i problemi che ci sono, vogliono concentrare la nostra attenzione sulle sciocchezze! Il redditometro! Quando andremo a votare, cari nohani, andiamoci in massa, ma il giorno dopo vietiamo a questi quattro politicanti di smontare le loro “impalcature comiziali” perché, dopo che abbiamo messo la nostra “ics”, su quei palchetti improvvisati di piazza San Michele, dobbiamo salirci tutti noi per controllare che il nostro voto serva a quello per cui siamo andati a votare. In fondo è questa la politica che è come la libertà, quella che Gaber definiva “PARTECIPAZIONE” non solo al voto ma anche e soprattutto dopo il voto.
giu252021
L’estate galatinese di “A Cuore Scalzo” sarà ricca di manifestazioni culturali, artistiche, letterarie, musicali e teatrali, che si svolgeranno nel pieno rispetto dei protocolli sanitari e della normativa anti – covid. C’è una novità importante: l’Amministrazione Comunale ha fortemente voluto la realizzazione di un progetto culturale con un’elevata valenza artistica ed attrattiva che coinvolga l’intero territorio comunale, finalizzato alla promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale ed in grado di incidere sulla crescita culturale della comunità, dell’immagine della Città di Galatina e del suo territorio. In particolare, la finalità progettuale volge alla realizzazione di un Festival di Fotografia e di Arte Contemporanea, che ha come tema principale “Il Corpo come luogo oggetto nella storia dell'arte e simbolo di un'evoluzione di pensiero, di espressione, di sentimento, di spazio politico, sociale, economico e di genere” e, in particolare, il Corpo della donna, in ragione del forte legame tra la Città di Galatina e le donne, a partire dal Tarantismo, fenomeno culturale che rappresenta parte dell'identità culturale del territorio, sino alle metamorfosi che il corpo ha subìto nel corso della storia. Il progetto, dal titolo In Trance, è ideato e curato da Alessia Rollo con il partenariato dell’associazione 34° Fuso e il coinvolgimento di associazioni del territorio, privati, giovani e tutto coloro che vogliono dare il loro contributo ad un progetto culturale fortemente identitario. Nelle prossime settimane saranno svelati maggiori dettagli a riguardo.
“A Cuore Scalzo” ritorna a ri-vivere, nella sua Città e nel territorio intero, ritorna ad abbracciare i suoi cittadini e ad accogliere i turisti e a stuzzicare il loro interesse e la voglia di essere a Galatina. “A cuore scalzo” significa ancora una volta libertà, purificazione, viaggio. Significa non avere barriere, significa essere, semplicemente essere.
“Dare l’avvio alla terza edizione di “A Cuore Scalzo” rappresenta una ripartenza – afferma il Sindaco Marcello P. Amante - un segno di speranza dopo due anni di emergenza che ci vede, ancora adesso, in affanno ma desiderosi di riprendere in mano la nostra vita. Sin dall’avvio della nostra amministrazione abbiamo creduto nella cultura come motore per la ripartenza della Città di Galatina. E “A Cuore Scalzo” ci conferma che deve necessariamente essere così: ritrovarci nelle piazze e nei luoghi dove l’anima si nutre attraverso un libro, uno spettacolo teatro, un’opera d’arte, una semplice chiacchierata dopo un concerto musicale”.
“L’emozione di quest’anno è unica – afferma Cristina Dettù, Assessore alla Cultura - : rispetto al primo anno, quello di sperimentazione, e al secondo di conferma, oggi “A Cuore Scalzo” compie un salto coraggioso. E non solo perché lo fa in condizioni emergenziali ma anche perché punta su un progetto culturale nuovo per la Città. E l’emozione accompagna la convinzione che il festival, centrale nella nostra estate, sia punto di attrazione per artisti, appassionati, curatori ma soprattutto sia fucina di sapere, curiosità, conoscenza, educazione per tutti coloro che sapranno apprezzare l’arte tra i vicoli di una Città che è l’arte stessa”.
Si invita a seguire i canali social facebook e instagram per rimane aggiornati.
Ufficio stampa Marcello Amante
mag092014
Gli eventi promossi dall'Organismo di Formazione Programma Svilluppo c/o Via Scalfo, 5 Galatina (LE) nel mese di maggio:
12/05/2014 ore 17.30: convegno #sischool2014 “La percezione dello stress e la quotidianità lavorativa”;
21/05/2014 ore 15.00: Corso di formazione/aggiornamento personale alimentarista;
25/05/2014 all’interno della manifestazione "Galatina in Fiore", c/o la ns sede, apriremo le ns aule ospitando eventi musicali, culturali, letterari, formativi e degustazioni di prodotti enogastronomici;
29/05/2014 ore 15.00: Convegno “Prodotti agro-alimentari: etichetta e comunicazione verso il reg. (ue) n. 1169/2011”.
giu242013
Per info e prenotazioni:
3206932342; 3297669635; 3881197170;
soulkitchen.galatina@gmail.com.
Facebook: soul.kitchen.galatina
Sitoweb: https://sites.google.com/site/soulkitchengalatina
dic222011
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
set222020
La necropoli messapica di Noha ricoperta da rifiuti non è un grande esempio di educazione civica.
Che il Covid 19 abbia rallentato molte attività è vero. Ma che il rispetto per questi nobili testimoni della nostra storia abbia una considerazione minore di zero non è una novità.
Anche se lo abbiamo già detto decine di volte, con articoli, immagini, segnalazioni, disegni, ecc., non ci stancheremo mai di chiederlo: il rispetto.
In questo luogo esiste una vera necropoli messapica, e presso la sede del nostro rispettabile Comune, è conservata anche una comunicazione della Soprintendenza dei Beni culturali della Provincia di Lecce, che chiede appunto il rispetto dell’area su cui insiste l’antica necropoli.
Anche se, evidentemente, ai nostri amministratori, sia politici che non, non è quasi mai interessata la nostra storia, basta vedere in che stato sono anche gli altri Beni culturali, tutti in balia del tempo e della nostra indolenza.
Non servono altre parole per ricordare a chi amministra questo territorio, che il rispetto non si mette al fondo della lista delle priorità, e che l’educazione e la civiltà si possono pretendere soltanto dando per primi l’esempio.
Senza la giusta considerazione nei confronti di questi beni non possiamo pensare di essere dei buoni tutori per le future generazioni, è come andare ad un’elegante cerimonia vestiti di tutto punto e non essersi lavati nemmeno la faccia.
Marcello D’Acquarica
ago052021
Pensavo a quanto sia improprio chiamare “Prima” (come quella della Scala di Milano - di cui francamente ho sempre apprezzato le contestazioni e detestato la mondanità dei lupi in platea travestiti da visoni, quando non in marsina) il concerto inaugurale di una rassegna organistica.
Elucubrazioni da preludio le mie (nel senso etimologico di prae – prima e ludus gioco), formulate mentre in auto percorrevo i circa 45 chilometri che separano Noha da Salve, nella cui chiesa madre, assiso all’Olgiati-Mauro del 1628, il M° Antonio Rizzato ridava fiato alle canne facendo avvicendare, in concorrenza tra loro, i secoli distesi sui suoi spartiti musicali.
Ne avrei percorsi il doppio, di chilometri, pur di non perdermi l’esibizione del Rizzato che conosco ormai da un decennio (lavoravo in quel di Lequile, terra sua, quando lo conobbi), noto ormai ovunque per il rigore dei suoi studi, la disciplina, direi pure l’intransigenza e il bisogno di perfezione in tutte le sue esecuzioni - improvvisazioni incluse.
Non sarei mancato comunque il 24 luglio scorso al taglio del nastro della settima stagione artistica del Festival Organistico del Salento, non soltanto per gratificare gli sforzi degli incrollabili organizzatori, ma proprio per la mia direi quasi innata passione nei confronti di uno strumento che può riservarti mille sorprese, e parimenti per la responsabilità che avverto nel mio essere salentino: certi beni culturali locali come gli organi a canne (antichi e moderni) si salvano solo attraverso la coscienza, risultato del processo di partecipazione di un popolo.
Mo’ non è che io mi stia profondendo in grandi salamelecchi nei confronti di un Festival Organistico per via del fatto che Francesco Scarcella, il maestro direttore, è un amico mio, tanto che nel 2020, una settimana prima che il mondo si fermasse a causa di un virus, tenne nel duomo del mio paese un concerto che resterà negli annali della storia patria nohana: ne parlo invece perché chiunque si degnasse di ascoltare l’organo a certi livelli, come quelli di codesto concorso musicale, non potrà che riceverne giovamento intellettuale e direi anche sensoriale e fisico (a proposito di benessere e di anticorpi contro ogni patologia in forma epidemica).
Pensavo (per ritornare al tema introduttivo) che ogni concerto d’organo è una Prima.
Mi spiego meglio. Sapete, ogni organo a canne è un pezzo unico. Nel mondo non esistono due organi a canne identici: al più simili, ma mai uguali tra loro. Sono strumenti fabbricati da artisti più che da artigiani, e di industriale hanno ben poco: progettati uno per uno, tengono conto dell’ambiente nel quale vengono poi assemblati (a terra o in alto, incassati su di un balcone in navata o in controfacciata, o nel presbiterio, oppure nella cavea di in un auditorium o incastonati chissà dove a teatro). Ergo il suono di un organo a canne varia sempre. Non solo in funzione della macchina stessa, della sua potenza, del numero di canne, dei timbri, dei materiali, delle dimensioni e delle forme, cambia anche in base all’aula, alla sua acustica, al suo grado di insonorizzazione, e risente della numerosità dei presenti, e financo del loro abbigliamento. Il suono si aggiusta in rapporto alla pressione atmosferica, alla temperatura, al tasso di umidità, ed è condizionato dalle trasmissioni, dalla fisionomia della cassa armonica, e da mille altre variabili. Ed è diverso ovviamente a seconda dell’autore dei segni sui pentagrammi e dell’organista interprete, anch’essi nel novero dei numeri primi.
Ecco perché la Prima di un concerto non può che essere anche l’Ultima. Avete presente il primo bacio dato a una ragazza (o a chi volete voi)? Agognato, sospirato, forse strategicamente procurato. Sapete già sin dall’inizio che quel primo bacio (che ricorderete a lungo) non si ripeterà mai più, e non ce ne sarà un altro simile a quello, perché dopo averlo dato diventerà il vostro ultimo primo bacio.
Cos’è mai un concerto d’organo a canne? – vi chiederete.
Un musicografo (rosa) tra le parole piano e forte.
Antonio Mellone
P.S. L’immagine che mi ritrae alle prese con il Continiello di Noha del 1971 sostituisce la consueta vignetta satirica.
ago252021
A Galatina (LE) l’impianto del colosso Colacem produce dagli anni Cinquanta diverse tipologie di cemento. Gli impatti sul territorio sono rilevanti. Cinque organizzazioni, e diversi Comuni, hanno ricorso al Tar regionale per chiedere l’annullamento del rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Provincia. La sentenza, decisiva, è prevista per ottobre
Il cementificio Colacem di Galatina © Atlante dei conflitti ambientali
In Salento non si ferma la battaglia delle associazioni ambientaliste contro il cementificio di Galatina del colosso Colacem Spa, che in Puglia produce diverse tipologie di cemento dagli anni Cinquanta. Ad agosto cinque organizzazioni -CittadinanzAttiva Puglia, Coordinamento Civico Ambiente e Salute, Italia Nostra, Forum Amici del Territorio Ets, Noi Ambiente e Beni culturali- hanno deciso di costituirsi nel procedimento pendente presso il Tar di Lecce, ad adiuvandum al Comune di Soleto (LE), relativo alla richiesta di annullare la determinazione provinciale per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata al cementificio nel 2018 con scadenza nel 2030.
Si tratta dell’ultimo passaggio di una mobilitazione che dal 2017 vede gruppi di cittadini e organizzazioni territoriali denunciare le conseguenze causate dall’impianto sulla salute e sull’ambiente, documentate da ricerche e studi scientifici nazionali ed europei. Nel 2012 l’Agenzia europea dell’ambiente inseriva Colacem Galatina tra le industrie a maggiore impatto ambientale e sanitario, a causa delle sue emissioni, posizionandola al 586esimo posto su scala europea. Secondo l’istituto, erano emesse 584mila tonnellate di ossido di carbonio annue e 2.420 tonnellate di ossidi di azoto con un costo dei danni ambientali e sanitari calcolato tra 37 e 67 milioni di euro. Nel 2019 “Protos”, uno studio coordinato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e condotto dalla Asl di Lecce per indagare sui fattori di rischio per tumore polmonare in Salento, ha confermato l’esistenza di un cluster tra i 16 Comuni dell’area intorno al sito Colacem: qui, come era già stato indicato in una ricerca pubblicata nel 2014 dall’Istituto superiore di sanità, è stato registrato un sensibile eccesso di incidenza per tumori polmonari rispetto ai casi attesi.
I prossimi mesi saranno cruciali. “La sentenza del Tar di Lecce, prevista per ottobre, è attesa da tre anni. Il percorso è iniziato nel 2018 quando i Comuni di Galatina e Soleto (in adiuvandum a Corigliano d’Otranto, Aradeo, Martano, Cutrofiano e Sogliano Cavour) hanno fatto ricorso al tribunale per chiedere l’annullamento dell’Aia, considerata insufficiente per tutelare i cittadini”, spiega ad Altreconomia una portavoce del Coordinamento Civico Ambiente e Salute a nome delle realtà coinvolte. Il tribunale deciderà se rinnovare o meno l’autorizzazione.
A pesare sulla decisione del Tar saranno i risultati contenuti nelle oltre cento pagine di una consulenza tecnica, richiesta nel 2018 proprio dal tribunale al fine di verificare se le disposizioni della Provincia fossero state idonee a tutelare l’ambiente e la salute e se fossero state rispettate da Colacem. Realizzata durante più di un anno di ricerca dai periti Mauro Sanna, Nazzareno Santilli e Lucia Bisceglia e consegnata lo scorso maggio, “ha evidenziato profonde carenze strutturali e una situazione preoccupante”, prosegue la portavoce. In particolare, si legge nel documento, l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia non avrebbe previsto alcuna limitazione né alcun particolare vincolo per l’impiego di petcoke (un residuo solido prodotto dalla raffinazione del petrolio, ndr) in alternativa al carbon fossile. Sono anzi considerati equivalenti.
Inoltre la perizia sottolinea i limiti sulle emissioni e sul loro monitoraggio, considerato discontinuo. Secondo i tecnici, la Provincia non avrebbe considerato che nel forno dell’impianto di Galatina non finisce solo il carbone ma che “è effettuato un recupero di materia di rifiuti per mezzo del loro trattamento termico”. Ma questo dovrebbe cambiare la normativa di riferimento: se fosse applicata correttamente, i limiti alle emissioni di ossidi di zolfo dovrebbero essere pari a 50 mentre quelli previsti nell’autorizzazioni sono il quadruplo; quelli di carbonio organico totale dovrebbero essere pari a 10 ma il limite è di 80.
Intanto nel marzo 2021 Colacem ha proposto una istanza di riesame per rivedere l’autorizzazione già rilasciata dalla Provincia. Si tratta, secondo le associazioni, di un tentativo di arrivare a un accordo che faccia cessare la materia del contendere superando, con un nuovo provvedimento Aia, l’eventuale giudizio negativo del tribunale che metterebbe a rischio il futuro dello stabilimento. Al riguardo si esprimerà la Conferenza di servizi il prossimo settembre. “La sentenza del Tar avrà una rilevanza nazionale”, prosegue la portavoce del Coordinamento Civico Ambiente e Salute. “La nostra organizzazione si è occupata anche degli impatti che Colacem produce sugli altri territori dove è attiva a Gubbio (Perugia) e a Sesto Campano (Isernia). Secondo il ‘Rapporto sostenibilità 2019’ dell’azienda, si prevede di bruciare CSS (combustibile solido secondario) nel forno di Galatina. Un aspetto che ci preoccupa ulteriormente”, conclude.
Ma gli impatti di Colacem non sarebbero riconducibili solo al contestato mancato controllo sulle emissioni. “La produzione di cemento penalizza le attività agricole e altera il paesaggio. Bisogna ricordare che è legata alle cave da cui è estratta la materia prima. Si aggiunge che i mezzi pesanti trasportano il cemento fino ai porti di Otranto e Gallipoli perché il prodotto è destinato principalmente all’esportazione”, spiega Marcello Sicli di Italia Nostra Salento. “Il Salento è già colpito da un ingente numero di cave dismesse e Colacem concorre in modo rilevante al consumo di suolo. Per intervenire con efficacia bisogna considerare il ciclo di produzione nella sua interezza”.
Bella giornata non c’è che dire, tenendo conto che eravamo a due passi da casa, anzi si può dire che stavamo proprio dentro la nostra bellissima Noha, in mezzo a ville e giardini.
A parte la bruttissima sorpresa iniziale, e cioè un sacchetto di rifiuti sparpagliati quasi davanti ai nostri cartelli (uno schiaffo alla civiltà) e i cestini traboccanti degli avanzi delle abbuffate fatte in villa probabilmente la sera prima, il resto è filato tutto liscio, senza olio ma con tanta spazzatura già avvinghiata nell’erba.
Sono stati allietanti perfino gli sguardi curiosi e quasi meravigliati dei tanti nostri concittadini che hanno fatto passerella in auto e in carrozze trainate dai cavalli, insomma quasi una festa.
Abbiamo lottato non poco con colate di plastiche stracotte che hanno fatto radice nel terreno, e quindi recuperato una trentina di sacchi stracolmi di bottiglie di vetro, di plastica, di metalli e di indifferenziata varia.
Non è mancata la pausa di metà mattinata servita di caffè caldo bollente e una tornata di pasticciotti alla crema offerti dalla nostra socia di NoiAmbiente e amica Loredana Tundo, che ha anche partecipato alla manifestazione.
E infine ci ha allietato la mattinata il piccolo Luca, che non ha fato altro che leggerci un sacco di barzellette divertenti, giusto per sdrammatizzare lo schifo che stavamo cercando di contrastare.
Ma la brutta sorpresa l’abbiamo trovata alla fine del percorso. Praticamente una montagna di rifiuti di tipo domestico: scarpe, valigie, giochi, materassi, e tanta altra roba sgomberata da qualche sprovveduto, tutte cose che avevamo denunciato alla P. A. e protocollato il 18 di agosto del 2020, e sollecitato durante il corso dell’anno 2021. Niente da fare, tutto andato in fumo, aggiunto quindi altro veleno nell’aria, nell’acqua e nella terra. Qualcuno, è evidente, ha voluto incendiare solo quel tratto di bordo strada dov’erano i rifiuti segnalati. Questa volta abbiamo perso la corsa. La giornata iniziata, diciamo bene, è finita così: allibiti davanti a tanta ignoranza e cattiveria. Siamo arrivati davvero troppo tardi, e la colpa è nostra.
Questa la denuncia fatta il 18 agosto del 2020:
Questo ciò che rimasto nell’erba bruciata:
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv
gen222016
La decisione di lasciare l’incarico tecnico fiduciario di Assessore ai Lavori Pubblici, Sport e Politiche giovanili, assegnatomi tre anni e mezzo fa, trae origine da motivazioni di natura professionale e personale.
Un nuovo impegno professionale sopraggiunto e a cui non posso sottrarmi, mi terrà fortemente impegnato nei prossimi mesi. Per questo motivo è diventato sempre più complicato riuscire a conciliare, impegni professionali e privati con l’azione amministrativa efficace e continuativa che i settori di mia competenza meritano.
Fin dall’inizio del mio mandato è stata una mia prerogativa quella di seguire giornalmente gli uffici di cui mi sono occupato perché ritengo che il lavoro di squadra sia fondamentale per raggiungere i risultati sperati. Ho cercato sempre di esprimere grandi energie ed entusiasmo nel ruolo assegnatomi anche in virtù delle mie competenze professionali e in quest’ottica ho lavorato affiancando e sostenendo gli addetti ai tre settori. E’ stato per me un onore servire la comunità nella quale vivo.
Dei tanti impegni presi per Galatina alcuni sono stati portati a termine, altri sono stati ben avviati o sono state poste le basi per il loro avvio, pertanto, non essendo più le mie competenze tecniche strettamente necessarie, ritengo corretto lasciare l’incarico affidatomi. Sono certo che il nuovo assessore saprà e potrà lavorare in continuità con quanto fatto finora. Rimango comunque a disposizione fornendo la mia esperienza per portare a termine gli obiettivi che questa amministrazione può raggiungere. Ciò che fino adesso abbiamo fatto o quello che avremmo potuto fare lo rimetto al giudizio altrui.
Colgo l’occasione per rinnovare la stima nei confronti del Sindaco Cosimo Montagna, ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto impegnativa ma edificante e costruttiva e che mi ha permesso di venire a contatto con tantissime realtà e persone interessanti, con i loro problemi, aspirazioni e aspettative. Ho incontrato, ascoltato e collaborato con molte delle associazioni del territorio, grandi risorse per la nostra città.
Nel corso di questo periodo ho apprezzato le qualità del sindaco Montagna: l’impegno, la dedizione, la pazienza, la forza per rappresentare un’intera comunità, e, in particolar modo, la professionalità e la dedizione che l’hanno portato più volte a sacrificare tempo e attenzione alla sua carriera, ma soprattutto alla sua famiglia, per il bene comune.
Un ringraziamento anche a tutti i consiglieri di minoranza e di maggioranza e gli assessori che mi hanno sostenuto nell’espletamento del ruolo politico – amministrativo. Mi lega a loro un sentimento di stima e amicizia.
L’attività di Giunta è stata sempre un lavoro di squadra portato avanti in un clima di grande disponibilità, collaborazione e trasparenza nel rigoroso rispetto della legalità e dell’interesse della comunità.
Ringrazio anche i dipendenti comunali e l’ufficio della Polizia Municipale, tutti secondo le loro competenze e disponibilità, mi hanno sempre coaudivato e consigliato al meglio. Un grazie particolare a tutta la struttura dei Lavori Pubblici, con loro ho condiviso strategie e visioni operative per fare il meglio. Il loro lavoro è una vera risorsa per Galatina. Il lavoro amministrativo per essere efficace deve sempre essere svolto in sinergia tra tutte le componenti amministrative e politiche della comunità.
In ultimo, ma non per ultimo, ringrazio tutto il Partito Democratico che mi ha sempre incoraggiato e stimolato alla risoluzione condivisa dei problemi.
Fare politica è un’esperienza faticosa ma entusiasmante, occorre lavorare per favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita e alle scelte della comunità.
Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a gennaio 2016:
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale
Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Comune Galatina: 500.000,00 euro
LAVORI COMPLETATI al 100%
Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale
Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.
Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Lavori da appaltare e realizzare entro 2016.
Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia
Importo progetto: 700,000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia
LAVORI COMPLETATI al 100%
Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3
Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni
Importo totale progetti: 500.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero
LAVORI COMPLETATI al 100%
Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.
Importo progetto: 400.000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.
LAVORI COMPLETATI al 100%
Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.
Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.
Importo progetto: 250.000 euro
Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)
LAVORI COMPLETATI al 100%
Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.
Importo progetto: 300.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina
LAVORI COMPLETATI al 95%
Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.
Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
PROGETTO COMPLETATO AL 70%. I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.
Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
PROGETTO COMPLETATO AL 90%.
I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.
Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.
Importo progetto: 1.000.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Procedura d’appalto dei lavori in corso.
Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.
Importo progetto: 500.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Gara effettuata e aggiudicata
Inizio lavori: I lavori inizieranno nelle prossime settimane.
Centro Polivalente viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Struttura inaugurata e utilizzata.
Palestra via Montinari
Finanziamento: PIRU
In attesa di essere concessa in uso.
Asilo Nido viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Tra qualche settimana l’asilo di via Pavia si trasferirà al nuovo asilo di viale don Bosco.
Trasferimento Uffici Comunali presso l’ex Tribunale.
E’ stato svolto un grande lavoro di squadra per individuate le somme necessarie attraverso la devoluzione dei mutui e rendere possibile l’adeguamento degli ambienti dell’ex tribunale al fine di ospitare molti uffici comunali in un’unica struttura.
E’ previsto che entro il 2016 verranno trasferiti gli uffici LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Suap e Ufficio anagrafe all’ex tribunale con un risparmio sulla spesa pubblica e un miglioramento del servizio per tutti i cittadini.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:
Utilizzo delle palestre scolastiche comunali
E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo degli spazi sociali per lo sport.
Festa dello Sport 2014
La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.
Festa dello Sport 2015
Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.
Green Olympic Games
Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.
Struttura Sportiva di Noha
La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.
Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive
E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:
Chiostro d’Estate. Estate 2012
Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.
Festa della musica. Giugno 2013
Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.
Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto
Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.
Mercato S…coperto,
Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.
Servizio civile nazionale
In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.
Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE
Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e movimenti sociali rappresentanti di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico, un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici attraverso dei personali approcci che spaziano dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.
Galatina, 22 gennaio 2016
Andrea Coccioli
dic052018
A Noha c’è un bel gruppetto di ragazzi che sta facendo la rivoluzione.
Si tratta del collettivo di Levèra, il centro culturale ubicato in via Bellini, che da un annetto a questa parte sta provando, riuscendovi finalmente, a infrangere l’ancestrale pax locale - intesa purtroppo come penuria di impulsi intellettuali diretti a un elettroencefalogramma per troppo tempo parallelo a (se non proprio coincidente con) l’asse delle X.
Giuro, non pensavo arrivasse a fare di un luogo sufficientemente decentrato, come quello nohano, un epicentro di onde ideali così lunghe da reindirizzare i segnali che pervengono ai nostri sensi (tra cui immagini e suoni) dall’amigdala (sede delle emozioni - soprattutto della paura) al cervello neocorticale (luogo della ragione, del discernimento, e quindi della critica).
Sì, servono più strumenti (inclusa la frequenza di un circolo culturale come questo) per liberarsi dal giogo opprimente del caporalato politico, emanciparsi dal tifo nei confronti dei burattinai di turno, sciogliere il cappio della sempreverde servitù neo-conformista, e superare una buona volta l’analfabetismo funzionale sopra e sotto i palchi dei comizi.
Senza nulla togliere alle altre benemerite associazioni del territorio, di circoli Arci come il Levèra di Noha non ve n’è (scusate il pleonasmo) di uguali in tutta la Puglia quanto a numerosità e soprattutto qualità delle iniziative culturali. Levèra - che con licenza poetica potrebbe anche essere letta come parola tronca (dunque come voce del verbo) - non è nata per provocare un terremoto, ma per provare a innescare un bradisismo positivo, un spinta costante verso l’alto, sì da permettere alla nostra Terra di godere possibilmente di più ampie vedute, e magari di più chiari orizzonti.
Levèra ha dato il La a una rivoluzione gentile che passa dalla stagione teatrale (il cartellone 2018/2019 è di tutto rispetto) alla presentazione di libri, dalle lezioni di recupero impartite da insegnanti volontari ai concerti dal vivo (abbiamo avuto artisti già in tournée mondiali), dal cinema (anche con la presenza di registi e attori protagonisti dei film) ai laboratori di scrittura creativa (ne ho usufruito anch’io: voi mi direte: invano), dalla ginnastica posturale ai corsi di danza, dai convegni/dibattiti sui temi di più stringente attualità ai percorsi esperienziali di musicoterapia e arti integrate, alle installazioni artistiche, ai workshop con studenti di ogni ordine e grado…
Il circolo è già frequentato da tanta bella gente, ma c’è un altro po’ di spazio per chiunque abbia ancora voglia di partecipare alle iniziative culturali nohane a chilometri e a spese zero (partecipazione fisica, dico, non tramite un like).
La cultura (ormai è scientificamente dimostrato) è l’investimento che stacca i dividendi più alti.
‘Na parola mo’ a farlo capire a chi, per denigrarti, arriva perfino a darti del colto.
Antonio Mellone
P.S. A proposito di investimenti in cultura, consiglio il recente svelto libretto della mia prof. di Economia Aziendale Paola Dubini: “Con la cultura non si mangia - Falso” (Idòla/Laterza, Bari-Roma, 2018).
lug012011
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
ago122021
Dopo il successo di Sauris in Friuli (in allegato uno stralcio dell'articolo de Il Sole 24ore visionabile integralmente al seguente link https://www.ilsole24ore.com/art/sauris-rinasce-il-cashback-AEVGgyb?refresh_ce=1) e l'attesa per l'appuntamento in Costa Smeralda Sardegna a settembre, partono i preparativi per l'evento che si terrà a Galatina dal 18 al 20 marzo 2022.
Il progetto, partito ufficialmente a maggio, dopo un primo quadrimestre di incontri nel territorio, entra nella sua fase di sviluppo. E l’impegno ha premiato Galatina, che è stata scelta come Borgo del Cashback, tra i primi in assoluto, ed ospiterà in primavera un evento alla quale parteciperanno famiglie e professionisti da tutta Italia, che avranno l’opportunità di conoscere la Città, degustare le sue squisitezze (il pasticciotto in primis) e vivere delle esperienze nelle aziende convenzionate.
“Sarà un’occasione importante – afferma Antonio Torretti, referente del progetto Tutti insieme x Galatina – per far conoscere la nostra Città in un periodo che solitamente non vede la presenza di molti turisti. Uno strumento di marketing reale per valorizzare le bellezze architettoniche, gastronomiche e culturali di Galatina, per invogliare le centinaia di persone presenti a decidere di scegliere come meta per le proprie vacanze la nostra città.
Abbiamo già coinvolto diverse attività e presentato l’evento nel mese di giugno a Bologna, avendo già le prime prenotazioni. Naturalmente, l’invito a mangiare un pasticciotto nella Città che ne ha visto la nascita, è stato uno dei momenti più apprezzati”
Anche per questa ragione, pur essendo in estate, sarà dato supporto a quanti lo chiederanno, saranno distribuite card in alcuni punti della Città e saranno forniti e/o spiegati gli strumenti per ottenere i vantaggi per ogni acquisto.
Oltre alle somme accantonate per Tutti insieme x Galatina, infatti, ogni possessore di card riceverà una % di cashback (ritorno di denaro) per ogni acquisto e degli shopping points (punti con valore economico) da spendere nelle attività cittadine. Per vedere l'elenco delle attività aderenti ad oggi scaricare la app MYWORLD oppure visitare il sito istituzionale. WEB: www.tuttinsiemexgalatina.it EMAIL: info@tuttinsiemexgalatina.it TEL: 3295443270
Per richiedere gratuitamente la card cliccare sul seguente link e compilare con i propri dati:
Antonio Torretti
Valorizzare l’economia locale «La rete di imprese locali che abbiamo creato nell'antico borgo di Sauris ha l’obiettivo di coinvolgere l’intera comunità e sostenere lo sviluppo, anche turistico, del territorio – dichiara Michela Mosconi, amministratrice delegata di myWorld Italia –. Il turismo è uno dei settori più provati dalla pandemia, ma giocherà un ruolo di prima linea per trainare questa ripresa». Gli aderenti che decidono di registrarsi in myWorld non devono sostenere alcun costo e i vantaggi che ricevono consistono in cashback e shopping points (punti speciali che possono essere utilizzati per accedere a offerte speciali delle Pmi Partner). Si riceve il cashback semplicemente scaricando l’app gratuita e creando un profilo con i propri dati. L’idea della direzione di myWorld è quella di estendere questo format in tutte le regioni italiane per dare una spinta propulsiva all’economia locale e valorizzare il territorio sia in termini di visibilità turistica sia in termini di risparmio sulle spese effettuate non solo nelle giornate di festa, ma tutto l’anno. Attualmente sono quattro i borghi che si sono candidati per la prosecuzione del progetto e si trovano in Puglia, Piemonte, Liguria e Sardegna. MyWorld è una multinazionale presente in 55 Paesi (ultima entrata la Russia), con oltre 150mila aziende partner e 15 milioni di clienti, che offre programmi e soluzioni di promozione e fidelizzazione clienti in tutto il mondo. |
lug072011
Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone sulla nostra 'RadioInOndAzioni' apparso sull'ultimo numero de "il Titano", supplemento economico de "il Galatino", n. 12 del 24 giugno 2012. Insomma W Interet Libero, W la libertà!
La Puglia passerà al digitale terrestre entro la fine del corrente anno o al massimo entro il primo semestre del 2012. Questa bella notizia apprendiamo leggendo il calendario del passaggio al digitale. Tradotto in parole semplici vuol dire che per poter guardare i programmi della televisione saremo costretti – come hanno fatto o faranno anche in altre regioni – a riempire le nostre case di alcune scatole chiamate “decoder” da collegare in qualche modo all’apparecchio televisivo. Senza questo decoder le nostre televisioni (a meno che non siano acquistate in tempi recenti con il marchingegno incorporato) diventerebbero un semplice soprammobile.
Fonti più che attendibili ci informano che il digitale terrestre di fatto è un digitale sottoterrestre (o extraterrestre: cioè roba dell’altro mondo), in quanto si tratta di un vero e proprio ferrovecchio, una tecnologia obsoleta morta e sepolta ma temporaneamente risuscitata dall’endemico italico conflitto d’interessi che sembra avere quale obiettivo precipuo quello di far fare i soldi a chi i soldi li ha già: in questo caso i proprietari (più ricchi) delle vecchie reti televisive. Il tutto a discapito dell’innovazione vera, della democrazia e della libertà d’informazione.
Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.
C’è una tecnologia che invece sta crescendo a ritmi esponenziali (almeno in altre parti del mondo non tanto distanti dal patrio Jurassic Park), ed è la connessione ad Internet.
In rete si possono vedere già da oggi, anzi da ieri l’altro, centinaia di canali televisivi: a condizione che la linea arrivi, che sia veloce e che abbia un costo ragionevole. L’Italia purtroppo sembra relegata ad uno degli ultimi posti quanto a connettività (a momenti la Libia ha più connettività di noi), visto che le suddette tre condizioni necessarie non sono pienamente realizzate, e questo per precise scelte strategico-politiche volte a trasformarci tutti in pecore mute da tosare in tranquillità e possibilmente con il sottofondo della voce del padrone.
Mentre in altre parti del mondo si studiano “ponti unici di comunicazioni”, come sta cercando di fare Microsoft con l’integrazione in Skype di molte piattaforme (MSN, Lync, Hotmail, Outlook, Exchange…), in Italia stiamo perdendo terreno, tempo e denaro con il digitale terrestre e con i decoder. Ma tant’è.
Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.
Queste persone non bisogna rintracciarle a “Chi l’ha visto?”, né dall’altra parte del globo, ma vivono e operano accanto a noi. Per accorgersene basta aprire gli occhi e magari connettersi in rete.
Uno dei protagonisti della locale rivoluzione cultural-tecnologica in corso è il mite ma determinato nostro concittadino Tommaso Moscara. Il quale, non pago dell’esperienza non semplice di aver dato i natali e linfa continua al cliccatissimo sito www.galatina2000.it, luogo ormai topico di incontro e di dibattito della Galatines’ community, s’è messo in testa anche di “fare la radio”: la neonataRadioIndOndAzioni(d’ora in poi Radioinondazioni).
Radioinondazioni non è una radio come le altre tradizionali che trasmettono con le frequenze in FM. Radioinondazioni – ascoltabile su Galatina2000.it e su Noha.it e sicuramente su altri siti sui quali è stata “importata” – è una web-radio, cioè una radio on-line che permette agli utenti di tutto il mondo di collegarsi per ascoltare in streaming musica e pensieri trasmessi dal computer di un altro.
Moscara ha pensato bene che fosse ora di inondarci di novità a partire da Galatina, la bella addormentata nel Salento, e ha dato vita ad una radio che non è un juke-box senz’anima e a basso costo (i veri costi di una web radio sono il tempo da dedicarle, la determinazione, e la voglia di mettersi in gioco) ma un cuore vivo e pulsante, un collettore dinamico di arte dei suoni e informazioni, un marchingegno che ricorda il tempo rivoluzionario di trenta e passa anni fa, quello delle radio libere (di cui Tommaso sembra aver sempre avuto il pallino).
La prima web radio di Galatina, dunque, è un microcosmo che sta interessando una crescente fetta di pubblico giovanile (giovani di tutte le età, s’intende) grazie anche a quell’aggregatore di ascolti e moltiplicatore di social network che è Facebook, acceleratore di particelle di questa bellissima neorealtà. Sono questi i passi che porteranno anche in Italia il fenomeno che da tempo si registra negli Stati Uniti: cioè il sorpasso degli ascolti delle radio “solo web” su quelli delle radio in FM.
In un futuro non tanto lontano non ci si collegherà alla web radio soltanto stando seduti a tavolino con il computer (e internet) acceso, ma anche in mobilità, tramite I-Phone e altri apparecchi da casa, in auto, e persino in spiaggia, anche senza il bisogno di accendere il computer.
Nella neonata Radioinondazioni s’è voluto addirittura strafare con le novità. Ci sono dei programmi originali ed in diretta come il “Tutti pazzi per la radio” in cui la creatività di alcuni ragazzi straordinari di Galatina si manifesta in forme finora considerate inedite; ci sono programmi culturali di approfondimento sui libri, come quello condotto da Michele Stursi addirittura da Pisa (per una web radio lo studio è il mondo, nel senso che si può avere un ospite “in studio” anche a mille e passa chilometri di distanza); c’è ancora il programma “il Lunedì” condotto da Francesca dalla bella voce e soprattutto dalla dizione finalmente non marcatamente paesana, anzi attenta all’ortoepia, cioè alla corretta pronuncia delle singole parole, e dei suoni della lingua, ma anche alla forma e alla terminologia.
Sì, ci sia consentita questa breve digressione: la radio è una palestra per gli speaker e fare una radio glocal come questa che ha l’ambizione di travalicare gli angusti “confini provinciali” significa anche migliorarsi prestando attenzione all’accento, alla dizione ed alla cadenza, che nei limiti del possibile dovrebbero essere senza pesanti o meschine inflessioni (benché il nostro salentino non presenti intonazioni enormemente difformi da quelle della lingua nazionale). E finanche a Galatina s’inizia ad abbandonare il “carzilarghismo” per prestare finalmente attenzione alla rotondità del linguaggio studiato e connaturale insieme e alla ricerca di una cadenza che non stanchi e che non aberri dalla caratteristica modulazione della lingua italiana. Punto.
Non si può, infine, non citare “Quello che le donne non dicono”, il programma con la musica che si crea addirittura dal vivo. È la trasmissione-spettacolo condotta per due ore di seguito ogni venerdì a partire dalle 19.30 dalla pittrice Paola Rizzo, in diretta dal suo studio d’arte ubicato in Piazza Castello a Noha (e ritrasmessa in replica in altre giornate ed orari). Qui, di volta in volta, viene invitata una band emergente per live acustici in studio, come ad esempio i Rino’s Garden, gli Indi-Ka, i Muffx, gli Adria, i Camden, Gigi Cinto, i Ghigni Five, i Toromeccanica, gli Shotgun, i Jack in the head, e tanti altri ancora. È incredibile la grinta e l’alto livello professionale di questi giovani gruppi dalla firma per lo più anglofona: il che la dice lunga sull’orientamento culturale prevalente.
Radioinondazioni è una radio giovane, alle prime armi, ma con tanta voglia di crescere e di trasmettere musica e programmi, anche di nicchia. Non avendo l’assillo dello share, infatti, su Radioinondazioni si potrebbe perfino parlare di filosofia o di matematica o di diritto o di beni culturali o di educazione civica, insomma di materie che – solo ad evocarle – potrebbero provocare l’urticaria da allergia alla massa dei grande-fratello-dipendenti.
Radioinondazioni ha molta strada da percorrere e, a detta del suo fondatore e dei suoi amici collaboratori, c’è ancora tanto da fare e migliorare, per esempio nella puntualità dell’inizio dei programmi o nell’organizzazione o nella pianificazione del palinsesto o in dettagli tecnici che talvolta hanno fatto registrare fastidiosi fruscii in cuffia soprattutto nel corso di qualche concerto dal vivo… Ma, a pensarci bene, questi sono lussi che Tommaso Moscara può permettersi. Questo coraggioso pioniere, infatti, ha il torto ed il merito di aver fatto la prima web radio nella storia di Galatina.
apr152015
Cento anni fa da Galatina, come dal resto d’Italia si partì per la guerra, la “grande guerra” che si immaginava in realtà breve e che fu una carneficina dalle dimensioni mondiali. A salutarli in partenza per il capoluogo in treno, il 25 maggio del 1915, il Sindaco della città Vito Vallone e parenti, amici e curiosi. E tra i milioni di esseri umani, militari e civili, che trovarono la morte 615.000 furono gli Italiani e 325 i Galatinesi. Arida e fredda contabilità da cui però occorre ripartire per ricostruire la memoria della comunità che guardando al passato costruisce, insieme, un futuro di speranza. Ecco perché si è voluto cento anni dopo “partire per la pace” con una delegazione dei giovani che frequentano gli Istituti di Galatina.
Questo lo spirito con cui la città di Galatina, nell’ambito delle celebrazioni internazionali per il centenario della Prima Guerra Mondiale, ha voluto fortemente sostenere e promuovere, quale momento di riflessione storica sull’evento, la partecipazione degli studenti degli Istituti che hanno inteso aderire: il Liceo Scientifico “A. Vallone”, il Liceo Classico, Artistico e delle Scienze Umane “P. Colonna” e l’Istituto “Falcone e Borsellino” di Galatina, insieme ad una delegazione comunale, al Meeting della Pace che si terrà a Udine e Gorizia il 17 e 18 aprile prossimi a cento anni dalla prima Guerra Mondiale.
Il Meeting di Pace nelle trincee della Grande Guerra è promosso dal Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i diritti Umani con sede a Perugia, unitamente ad altri Enti ed Organismi nazionali e dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Il Comune di Galatina – Assessorato alla Cultura - dando seguito al protocollo sottoscritto nell’autunno scorso relativo al progetto didattico – scientifico triennale “Cento anni fa … la grande Guerra”, ideato e proposto dal Centro di Studi e Relazioni Atlantico Mediterranee (CESRAM) presidente la Prof.ssa Giuliana Iurlano, con Intercultura Onlus, insieme ad altri Soggetti come l’Università del Salento, la Prefettura, la Provincia, l’Ufficio scolastico territoriale di Lecce, il Comune di Lecce, il Centro di Documentazione Storica sulla Grande Guerra (Comune di San Polo di Piave) CEDOS, Archivi di Stato e Archivi Privati, Museo Castromediano, progetto inserito nell’ambito delle Manifestazioni Nazionali per il centenario della nascita dell’Associazione Internazionale AFS (American Field of Service-Intercultura) con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, della Provincia Autonoma di Trento, Comuni di Trento e Rovereto, del Comitato per il Centenario della Prima Guerra Mondiale (istituito dal Governo italiano il 3 novembre 2013), ha voluto garantire la propria presenza ad Udine per educare i giovani cittadini a riflettere e sviluppare una coscienza critica nella lettura degli avvenimenti storici.
Esperienza di vita che si rende possibile grazie anche alla sponsorizzazione della ditta Tundo Vincenzo Autoservizi che ha messo a disposizione un pullman GT e ad un contributo della Banca Popolare Pugliese.
“Protagonisti – come spiega l’assessore Vantaggiato - saranno i giovani che si incontreranno da tutta Italia nelle trincee della prima guerra mondiale per dare voce alla pace, contro tutte le guerre, la violenza e il terrorismo. In collaborazione con le scuole e gli operatori culturali interessati si è inteso sviluppare il tema delle barbarie della guerra con riferimento alle stragi passate e presenti e al recupero delle storie dei nostri Caduti”.
Il programma prevede, tra i momenti più significativi, i Laboratori di Pace e la marcia per la Pace nella città di Udine il 17, ed i Laboratori di Pace, dialogo e fraternità a Gorizia sulle trincee della prima guerra mondiale la mattina del 18.
Il Raduno per la partenza a cui è invitata tutta la cittadinanza oltre alle Associazioni cittadine già coinvolte nel progetto pluriennale, avverrà giovedì 16 alle ore 8.30 presso il Monumento dei caduti in Piazza Alighieri, il Sindaco Cosimo Montagna saluterà i partecipanti che partiranno al fronte della prima guerra per questa importante “missione per la pace”.
nov082012
Qualche giorno fa ho assistito alla presentazione di un libro edito dal gruppo Mondadori che raccoglie tutti gli scritti di Eugenio Scalfari, con la partecipazione di Paolo Mieli, all’interno del Cinema Teatro di Lecce. Quando è stata comunicata la notizia della condanna di Berlusconi a quattro anni di reclusione, la platea si è scatenata in un fragoroso applauso, seguito dalla voce dei due intervenuti, Scalfari e Mieli, i quali sostenevano che fosse finita un’era. E come non credere loro! Poi Scalfari, nel suo excursus sulla storia d’Italia, ha detto che la politica italiana è come un fiume carsico che a volte scorre sotto terra e a volte riaffiora per cogliere ogni scintilla di populismo. Ma la cosa che più mi ha convinto è stata l’affermazione che l’Italia non è mai esistita - l’Italia come Stato si intende - poiché i cittadini non hanno mai sentito lo Stato come proprio. Neanche i più grandi geni italiani, i più illustri letterati e artisti sono mai stati dei veri nazionalisti/patriottici, condizionati soprattutto dalla nostra atipica storia. L’italiano è sempre stato individualista poiché non ha mai incarnato un senso di collettività. Lo Stato non esiste, e se mai dovesse esserci, sarebbe nostro nemico. Se queste sono le premesse individuate da uno dei più grandi giornalisti di sempre, di cui riconosco l’importanza e l’influenza, allora non ci rimane altro che fare i bagagli e scappare quanto più lontano possibile. Ora il problema si fa molto serio. Se l’Italia non esiste per gli Italiani, qual’é la prerogativa per una corretta politica sociale? Nessuna. Conclusione non attribuibile al pensiero di Scalfari bensì al mio: la politica in Italia la si fa per se stessi, privi del senso più nobile e comune attribuibile alla stessa Politica e cioè il benessere della collettività. Se le premesse sono queste, e sono pessime, e le conclusioni sono altrettanto scontate ed evidentemente deleterie, a cosa serve ormai elencare i possibili rimedi se gli stessi non si auspicano per abitudini acquisite di clientelismo, corruzione e interessi di economie e mafie? Se bastasse cambiare soltanto i politici la soluzione sembrerebbe possibile. Ma così non è. Non basta sostituire le persone mantenendo uguali le premesse e supportando le medesime conclusioni. Il cambiamento avviene alla radice poiché, somministrando continuamente il concime sbagliato, la pianta finirà col seccare del tutto. E da troppi anni ormai si inietta nel sociale sempre la stessa dose di veleno che, a furia di assuefarsi, ha reso il disgusto saporito al palato. Poniamo la questione in altri termini: è come ci vogliono far credere e che cioè ad un tratto, per opera di un ignoto Houdini, i soldi sono scomparsi nel nulla, volatilizzati, o quella ricchezza, la stessa quantità che c’è sempre stata, è sempre mal distribuita? Non c’è storia, è vera la seconda; traduco: ingiustizia economica e sociale. Ma in fondo la democrazia è bella poiché ognuno può dire la propria; peccato però che qualcuno si è dimenticato che oltre a poter dire qualsiasi cosa in democrazia, si potrebbe e si dovrebbe anche provare a passare dalla contemplatio all’actio poiché siamo pieni di bravissimi oratori e di pessimi faccendieri. Continuo a sperare però che i giovani e i loro strumenti salveranno questo nostro Paese e questo nostro mondo, rimembrando quella frase di quel qualcuno che si faceva legare alla sedia pur di perseguire il suo obiettivo, pronunciando come un mantra sempre la stessa frase: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” (V. A.). Fortunatamente qualcuno più attendibile di noi altri, che sosteniamo questo, disse che sarà la perseveranza a salvare questo nostro mondo. E se a Noha la vecchia scuola elementare è chiusa per l’assenza di una cabina elettrica, le nuove case sono addossate a beni storico – culturali di inestimabile valore, tutte le strade sono impraticabili, le rotonde non illuminate e addobbate per Natale con erbacce alte due metri, marciapiedi inesistenti e iniziative culturali scarse o poco frequentate, presepi viventi sospesi senza apparente motivo, noi vogliamo continuare a perseverare. Forse qualcuno ci dirà che le priorità sono altre, senza specificare come al solito quali siano. Qualcun altro dirà che le casse dei comuni sono vuote anche se, all’improvviso, salta sempre fuori qualche forziere nascosto nella stiva per la gioia di pochissimi. Io, nonostante tutto questo, voglio continuare a credere e persevererò fino alla fine.
Fabrizio Vincenti
feb012013
Vorrei ritornare un attimo (pensavate di svignarvela?) sul lavoro di catalogazione, valorizzazione e conservazione del bene culturale che ci saltò in mente di appellare con - diciamo così - l’epiteto di Osservatore Nohano, onde evitare la perifrasi “arma di distinzione di massa” o ben più mordaci circonlocuzioni; lavoro, dicevamo, anzi sfacchinata promossa, portata a termine e fattaci recapitare da tre eroi meneghini che rispondono ai nomi di Fabio, Laura e Luca, noti ormai lippis et tonsoribus.
Mi son chiesto le ragioni dell’affetto di questi amici, che probabilmente facevano parte dei nostri venticinque affezionati lettori. E ho pensato che evidentemente l’Osservatore Nohano (nonostante le sajette su di esso invocate giorno e notte da qualche ottuso da riporto) ha sempre avuto un certo valore. E si tratta di un valore-opportunità (cioè la possibilità per le persone di usufruire in futuro di un bene conservato in memoria), di un valore-esistenza (che è il valore che i beni culturali hanno anche per coloro che non ne usufruiscono direttamente, in ragione semplicemente della loro esistenza, appunto), di un valore-eredità (il valore che il nostro lavoro “pseudo-giornalistico” ha in quanto testimonianza per le generazioni future), di un valore-prestigio (in considerazione del prestigio che l’Osservatore Nohano arreca alla nostra piccola patria, e dell’orgoglio e del sentimento di identità culturale che contribuisce a formare) ed, infine, di un valore-educativo (cioè di sviluppo di creatività e di gusto estetico, che oltre ad essere a beneficio del singolo risulta essere a vantaggio per l’intera nostra comunità).
L’Osservatore Nohano dunque non poteva finire così, come qualcuno sperava cantandone a squarciagola il de profundis. Non poteva esser vero, infatti, quanto venuto fuori dalle elucubrazioni dello scienziato di turno, secondo cui il nostro giornalino “non era più seguito da nessuno” (sì, come no).
Questo dono molto gradito ci fa comprendere che forse l’O.N. è ancora vivo e vegeto in mezzo a noi, pur non sotto le specie della carta e dell’inchiostro (inchiostro antipatico), e, soprattutto senza la costrizione della rilegatura, della stampa, della data e del formato. C’è un’onda lunga, un solco che quel mensile nohano ha tracciato in terra di Noha, un’incisione di tale profondità da far sentire ancor oggi il sussulto delle sue fenditure. Ed è una lama che sta ancora arando e dissodando, ed è come se l’aratura non fosse mai terminata.
Il regalo del trio Fabio-Laura-Luca è la dimostrazione del fatto che L’Osservatore Nohano è uno spettro che ancora s’aggira per Noha, ma anche altrove. E’ un’opera, questo dono natalizio, una scultura fabbricata a dispetto del detrattore di turno che non ha colto appieno che questo giornalino forse ha fatto bene anche a lui, rintuzzandone certe uscite fuori luogo e fuori senso, contribuendo addirittura alla sua crescita – del detrattore, dico - magari in maniera meno sussiegosa o spocchiosa di quanto forse non sarebbe stato senza Osservatore Nohano…
Abbiamo appena festeggiato il primo anniversario dell’“assenza” del nostro mensile on-line-ma-anche-cartaceo. Sappiano i nostri 25 followers che nel corso di quest’ultimo anno P. Francesco D’Acquarica continua a rinfacciarmi il fatto che l’Osservatore si sarebbe dovuto prolungare per almeno altri quattro anni, così da raggiungere il numero perfetto, che ovviamente per noi è NOVE (e continua a dirmi che nonostante tutto, lui, il padre spirituale del giornalino, continuerà a ricercare e a scrivere); che l’Antonella Marrocco, che non naviga tanto in Internet e quindi non riesce a seguire gli scritti non sfregati sulla carta, ogni volta che l’incontro mi fa: “allora ricominciamo?”; che la Martina, che parla ormai milanese, quando le dico che il piatto piange, mi riferisce che senza quella scadenza mensile fissa è come se si perdesse in mille fronzoli, e quindi non riesce più a compilare in maniera sistematica le sue schede storiche e tecniche e il dizionario dei modi di dire nohano; che Michele Sturzi, che sembra scomparso dalla circolazione (ribadisco: “sembra”), continua a pubblicare altrove i suoi ghirigori di parole e non smette di riempire Linkedin con i suoi articoli scientifici tutti rigorosamente in inglese (ora ce ne aspettiamo uno about Noha); che Marcello D’Acquarica non sapendo più dove pubblicare le sue vignette sataniche (Gesù, Giuseppe e Maria!), si mette a scrivere libri in men che non si dica; che don Donato non passa domenica senza rammentarmi il fatto che non fare più l’Osservatore è (stato) davvero un bel peccato di omissione (difficilmente perdonabile); che Fabrizio Vincenti sentendosi libero da ogni impegno è addirittura convolato a nozze con la sua bella Romina; che la Paola Rizzo, tra un ritratto ed un quadro d’ulivi e l’altro, adesso s’è messa a fare “due chiacchiere con…” mezzo mondo su Face-book, e dice “quello che le donne non dicono” addirittura alla radio; che da quando non ci siamo noi gli affari della tipografia AGM dell’Antonio Congedo anziché ridursi (come paventavamo) sono aumentati in barba alla crisi economica; che sant’Albino (martire), mentre prima era sotto stress soltanto una volta al mese, oggi è sotto tortura almeno una volta a settimana, con tutte le idee che senza tregua ci frullano nel cervelletto.
Ah dimenticavo: tra i nostri 25 supporters c’è anche la Maria Rosaria che non riesce a farsene una ragione, e s’è sognata il fatto che io avrei detto che a giugno 2013 L’Osservatore Nohano ritornerà (ritornerebbe) di nuovo in edicola in formato cartaceo.
Mi sa che la ribattezziamo Maya Rosaria.
Antonio Mellone
P.S. In un ipotetico editoriale (ipotetica di terzo tipo) di un eventuale numero dell’Osservatore del mese di febbraio 2013 si sarebbe parlato della speranza che almeno stavolta i nohani non si mettano a votare in massa per i soliti cani e soprattutto per i soliti porci.
lug192019
I comuni della provincia di Lecce non si sono lasciati scappare l'occasione: hanno rispettato tutte le regole, potendo godere così dei 6 milioni stanziati in favore di questo territorio nella manovra economica.
A darne notizia per primo è Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del M5S e membro della Commissione Bilancio.
«Il nostro Governo - spiega - ha dimostrato ancora una volta come l'attenzione per i territori ed il sostegno ai sindaci siano assolute priorità. I Comuni in provincia di Lecce, dal canto loro, si sono attenuti alle regole imposte e hanno tutti rispettato i termini ultimi di presentazione dei progetti ed avvio lavori. Così facendo di quei sei milioni non è andato perduto neanche un euro».
Un passo indietro. Nell'ambito della Manovra economica il Governo ha attivato un fondo da 400 milioni di euro destinato ai piccoli comuni, quelli al di sotto dei 20 mila abitanti. Di questi circa 6 milioni sono stati destinati ai comuni della provincia di Lecce.
«Si tratta di fondi da utilizzare per realizzare piccole opere in settori vitali come l'edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio - spiega ancora Donno - la manutenzione delle strade, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. I lavori di cui sopra dovevano essere avviati entro il 15 maggio( poi prorogati con lo Sblocca Cantieri al 10 Luglio) . E così è stato. Tutti i Comuni, nessuno escluso, hanno avviato i cantieri entro e non oltre la scadenza imposta».
Più nel dettaglio (e come si evince dalla tabella in allegato) in Legge di Bilancio è stato introdotto un contributo di 40 mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50 mila euro per quelli fino a 5 mila abitanti, di 70 mila euro per i comuni fino a 10 mila abitanti e di 100 mila euro per quelli fino a 20 mila abitanti. Con il contributo bisogna coprire il 100% dell'importo delle opere. Nessun cantiere deve restare in stand by.
«Questi maggiori investimenti locali -continua Donno- si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di euro di maggiori fondi, derivanti dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Non solo. Con la norma Fraccaro, contenuta nel Decreto Crescita, il Governo ha stanziato in favore di tutti i Comuni d'Italia, 500 milioni di euro per opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Di questi 21 milioni saranno destinati alla Puglia. Più nel dettaglio 6.750.000 euro saranno destinati al comune di Lecce e a quelli della provincia. Sono previste soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei comuni oltre i 250mila abitanti. Le risorse - prosegue il deputato - finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza delle scuole. Infine, si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Le opere, in quest'ultimo caso, dovranno essere avviate dai Comuni entro il 15 ottobre 2019, pena la perdita del beneficio economico. Considerando il comportamento virtuoso dimostrato dal territorio, siamo fiduciosi che anche questo finanziamento sia captato dalle amministrazioni nella sua totalità.
Ce la stiamo mettendo tutta per dare ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilità interno -chiosa il deputato - e dal principio del Pareggio di Bilancio. Per la Puglia è per la mia Provincia, si tratta di un’occasione preziosa, una grandissima opportunità per avviare quel grande piano di messa in sicurezza del territorio che i Comuni e le Province, da soli, non sono in grado di sostenere».
Grazie e buon lavoro
Leonardo Donno
giu162019
In un’ottica di valorizzazione e migliore fruibilità del centro storico con riferimento anche agli eventi programmati con la rassegna estiva “ A cuore scalzo” e quindi per consentire ai cittadini ed ai turisti una migliore fruibilità degli spazi urbani orientata anche alla sicurezza, con la Delibera di Giunta n.
143 del 10.06.2019 sono state istituite tre aree pedonali e in particolare:
Le aree perdonali saranno istituite dalle ore 19.00 alle ore 07.00 del giorno successivo a partire dal 15.06.2019 e sino al 30.09.2019 come previsto dall’Ordinanza n. 45 del 13.06.2019 a firma del Comandante della Polizia Locale Domenico Angelelli.
“Le aree pedonali cosi come realizzate rappresentano un’idea di miglioramento del centro storico in tema di fruibilità e vivibilità dei luoghi in un’ ottica di sviluppo dell’ area antica della Città immaginata tale nel progetto esecutivo denominato “CULTURA IN-CENTRO; PERCORSI TURISTICO-culturali NEL CENTRO STORICO DI GALATINA; INTERVENTI PER LE ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E DI INFRASTRUTTURAZIONE TURISTICA”, approvato con la Delibera di Giunta n. 22 del 24.01.2019 che prevede tra le altre anche la pedonalizzazione di parte di piazza San Pietro, parte di corso Garibaldi e tutta la via Vittorio Emanuele II.
Vogliamo anche contemperare i diversi interessi in campo, favorendo da un lato lo sviluppo economico delle attività commerciali, artigianali e dei pubblici esercizi che ricadono nelle aree interessate, tutelando dall’altro lato la sicurezza dei flussi di circolazione stradale e pedonale. Puntiamo ad avere un centro storico sempre più attraente e sicuro con spazi urbani vivi e animati – dichiara l’Assessore alla Polizia Locale – Nicola Mauro.”
L’ASSESSORE ALLA POLIZIA LOCALE
F.to Sig. Nicola MAURO
gen042014
Sempre affascinante ritrovarsi in un posto così suggestivo. Dal 1593 questo luogo divenne “la masseria Colabaldi” perché un ricco commerciante toscano, il sig. Baldi Nicola che viveva a Galatina, rimase anche lui affascinato da questa altura e dall’attiguo convento e chiesa di Santu Totaru che già esistevano, ancora prima dell'anno mille. Chiesa e convento, devastati dai Turchi che saccheggiarono tutto il Salento, furono messi in vendita dalla chiesa di Noha che ne era la proprietaria, sicuramente fino al 1452. Furono così comprati dal Signor Baldi che costruì la masseria.
Questa sera sono qui davanti a questo portale cinquecentesco. Dietro di me una folla enorme, tutta ordinata e paziente, al freddo, attende il suo turno per la visita al Presepe Vivente di Noha, quarta edizione.
Che ci sarà mai di straordinario che attira qui tanta gente?
Io sono accompagnato per la visita in questo spazio di fiabe dove per incanto la masseria è ritornata palpitante di vita. Il percorso comprende una visita all’interno dei locali che un tempo furono abitati anche da mia nonna, la mamma di mio papà, la nonna Nunziata o se vi piace la Sig.ra Annunziata Bianco che nel 1885 sposò mio nonno, Francesco D’Acquarica.
In alcuni locali sono perfettamente ricostruiti gli ambienti domestici delle famiglie dell’antica Noha. Eccomi ora davanti al forno dove gusto la fragranza delle “pucce” appena sfornate: le memorie olfattive dell’infanzia si mescolano con le emozioni per le cose genuine. Ora mi incammino dentro l’abitazione ed eccomi come se una bacchetta magica mi avesse portato indietro nel tempo. Entrando, in un angolo scorgo una ragazzina che si esibisce con il mortaio, lu stompu, per pestare il frumento. Poi c'è lu scarparu che ancora aggiusta scarpe, più avanti una donna lavora ccu lu talaru, visito una cucina completamente attrezzata, lu cconza limbi, e in una stanza donne che lavorano e filano la lana come ai tempi di mia nonna. Più in là visito lu seggiaru che sta impagliando le sedie.
Ora la visita continua all’esterno. Persone e animali domestici ripropongono le scene delle famiglie di un tempo. Incontro oggetti, tradizioni rurali e artigianali del nostro territorio, gli strumenti del lavoro contadino, le ceramiche, le terrecotte e c’è anche chi crea personaggi con la cartapesta.
Mi trovo davanti all’imboccatura di una cisterna. Sicuramente l’avrete notato anche voi. I solchi scavati dalle catene dei secchi armeggiati qui per secoli, mi incantano. Mi fermo e immagino la fatica dei ragazzini delle famiglie che abitavano in masseria: qui venivano ad attingere acqua. Penso alla fatica e anche al rischio e al pericolo. Infatti nei registri antichi di Noha avevo letto che nel maggio 1736 alle ore 22 in circa che per noi significa verso le 17, Giovanni Domenico passò disgraziatamente all'altra vita tirando acqua nella cisterna del Colabaldi, e spezzata la fune precipitò dentro, d'età sua d'anni sei in circa. Sì, avete letto bene, di anni sei. Che tristezza. Così è terminata la vita del nostro piccolo Giovanni Domenico: una disgrazia che oggi non riusciamo a capire.
Mi è piaciuta la ricostruzione della “throzza”. Mi auguro che l’esperienza continui. L’anno scorso vidi la ricostruzione della torre, quest’anno la “throzza”, un altr’anno forse vedrò la “casa rossa” , poi il Calvario, chissà… insomma è cosa ottima riproporre all’attenzione dei visitatori i nostri beni culturali, tanto ignorati, trascurati e poco apprezzati.
La mia visita ogni anno si conclude dove c’è la scena della santa Natività. Ogni anno provo le stesse emozioni. Gesù nasce di nuovo in questo luogo, stalla per gli animali per 420 anni, e prima ancora luogo sacro (la chiesetta di Santu Totaru) per più di sette secoli. Avete notato il pavimento? È ancora quello della chiesetta. E la struttura architettonica? È quella di una chiesetta bizantina. Forse voi non vi siete accorti perché non avete guardato in alto nel buio, ma nella volta a botte si apre un quadrato che dà luce all'interno: è il residuo del lucernario delle antiche chiese greche. Infine mi fermo ancora un attimo ad ammirare il portale dell’entrata del convento. Intravedo sulla parete le impronte ormai cancellate degli affreschi di un santo monaco. Chissà quanti frati hanno vissuto qui, e quanti massari hanno faticato per noi.
Congratulazioni per l'iniziativa e complimenti per il recupero di così tante e importanti memorie.
Grazie organizzatori del presepio vivente Natale 2013.
Grazie gente di Noha per la vostra partecipazione e collaborazione serena e sorridente.
Posso immaginare e capisco la fatica che ci sta dietro per realizzare una cosa così: iniziativa da variare perché non appaia ripetitiva, ma sicuramente da mantenere.
P. Francesco D’ Acquarica
gen052011
dic032018
PREMESSO CHE:
-La rassegna “A cuore scalzo” organizzata dall’amministrazione comunale ha raccolto e programmato eventi musicali, culturali e di intrattenimento nei mesi estivi;
-Diversi enti, associazioni, organizzazioni e soggetti privati hanno beneficiato di contributi economici per la realizzazione di determinati eventi all’interno di questa rassegna;
-Tra queste organizzazioni figura anche Archeoclub, specializzata nello studio e nella tutela del patrimonio archeologico, che ha beneficiato di un contributo economico di 5.000 €;
-Sulla base della rendicontazione delle spese della rassegna a cuore scalzo, dei 5.000 € ottenuti da Archeoclub 2.440 € sono stati giustificati come spesa per il piano di comunicazione;
CONSIDERATO CHE
-Sempre dalla lettura della rendicontazione delle spese emerge che la comunicazione della rassegna tramite giornali, video promozionali, totem e altri vettori pubblicitari sia stata gestita con fondi a parte, diversi dai 2.440 € giustificati per il piano di comunicazione;
tanto premesso si interroga IL SINDACO
-Per sapere chi ha gestito i 2.440 € inerenti la realizzazione del piano di comunicazione;
-Per sapere a che tipo di comunicazione e per quale attività sono stati destinati nello specifico i 2.440 €;
-Per sapere se la spesa di 2.440 € è giustificata dal tipo di attività effettuata o dalle capacità professionali del soggetto che l’ha posta in essere;
-Per sapere per quale motivo o ragione la gestione della comunicazione è stata affidata proprio ad Archeoclub, che sottolineiamo è un’associazione specializzata nello studio e nella tutela del patrimonio archeologico e che quindi poco o nulla ha a che vedere con la comunicazione ed il marketing.
Giuseppe Spoti
Partito Socialista Italiano
mag222012
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
set112017
Abbiamo volutamente concentrato questo convegno all'abitato di Noha, perché siamo convinti che prima di preoccuparci dello stato di civiltà degli altri paesi, abbiamo il dovere di preoccuparci del nostro.
Sabato 16 settembre alle ore 19:00 piazza S Michele Noha.
Tutti sono invitati a partecipare.
FareAmbiente Lavoratorio Galatina-Noha
giu182013
Tre giorni per festeggiare la Festa Europea della Musica. Tra i protagonisti i Toromeccanica, la Giovane Orchestra Salentina di Claudio Prima e il rock, pop e hip-hop di tante giovani band emergenti. Un evento patrocinato da Regione Puglia e Puglia Sound. Protagonista anche la lettura con i fumetti di “Calleo e i Gatti di Venezia” a cura di Lupiae Comix e POST di Paolo Paticchio.
Musica, cultura e arte. Saranno queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, inoltre la presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix, realizzati all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, spiccano I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima, notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA , gruppi emergenti nel panorama musicale salentino.
La Festa della Musica, nata in Francia nel 1982, ha mosso i primi passi verso uno sviluppo più organico nel 1985 in occasione dell’anno europeo della Musica. Dal 1995, è stato fissato una data ufficiale per l’evento, il 21 giugno. In ogni paese europeo vengono organizzate numerose attività che esaltano il ruolo della musica e cercano di favorire gli incontri tra musicisti provenienti da tutta l’Europa.
L’evento galatinese è organizzato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina in collaborazione con l’associazione Galatina2000, proponente dell’iniziativa, con l’apporto dei Laboratori Urbani P.Art e l'Associazione Futura Città. La voglia di realizzare la Festa della Musica anche a Galatina, nasce da un esperimento avviato dall’associazione Galatina2000 durante il periodo invernale: ossia MusicalBox Live Cover, un format web trasmesso quindicinalmente attraverso la piattaforma internet della webtv Inondazioni.it dove, dai locali dei Laboratori Urbani P.Art, giovani cover band si sono esibite in diretta streaming.
Sede principale della Festa della Musica sarà il chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina dove si svolgeranno una serie di attività culturali che hanno lo scopo di coinvolgere in momenti di socializzazione soprattutto i più giovani. Durante le prime due giornate, attraverso la magia dei libri e dei fumetti, si attenderà il buio della notte per accendere la musica. Venerdì 21 giugno, protagonista sarà il rock e il pop dei PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE e T.GARAGE. Mentre sabato 22 giugno sarà il turno del gruppo musicale del Liceo A.Vallone di Galatina, i Safe Crash, con la chicca finale dei TOROMECCANICA, vincitori di Puglia Sound e premio della critica al Concerto del Primo Maggio 2013 di Roma, per continuare fino a tarda notte con Sugar Dj, deejay ufficiale di Fashion Holidays by Ditutto.it.
Domenica 23 giugno invece la manifestazione avrà una doppia sede, il Palazzo della Cultura dove inizialmente sarà l’hip-hop a fare da padrone, con i RAIN WORDS, gruppo musicale dell’Istituto Tecnico “M.Laporta” di Galatina, concludendo con il concerto dei SOOP & NINTAI e il dj set finale di Dj Giorgio Rude, uno dei deejay più amati nel genere reggae-hip hop. Mentre seconda location sarà Piazza Galluccio, a illuminarla sarà per prima l’esibizione dell’ORCHESTRA SPARAGNINA ed infine della GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima.
Associazione Galatina2000
giu072012
I lavori per l'allargamento della strada statale 16, la Maglie-Otranto, sono partiti. Da oggi sulla strada all'altezza di Giudignano le ruspe del gruppo Palumbo sono al lavoro.
Sui social network i cittadini ed i gruppi ambientalisti gridano allo scempio ambientale e "postano" sulla bacheche messaggi di allarme.
Ecco che cosa si legge sulla pagina facebook del Forum Ambiente & Salute:
"Proprio in queste ore si è dato inizio al massacro del bellissimo territorio di Giurdignano capitale europea del megalitismo preistorico.
Poderosi buldozer e abominevoli ruspe stanno scempiando la preziosa Terra d'Otranto per mortificarla con la costruzione di una malsana e faraonica strada tanto dannosa quanto inutile ai cittadini e fortemente ispirata da mire speculative !!!
Si fa appello a magistratura ed inquirenti per fermare questo ennesimo catastrofico scempio a danno di importantissimi patrimoni pubblici che, a quanto è dato sapere, si sta perpetrando disattendendo le puntuali prescrizioni di ben 2 Ministeri (Ambiente e Beni culturali), e in assenza di una valutazione per una più che necessaria accortezza a tutela paesaggistica e storico-archeologica".
I lavori in corso sono quelli relativi all'appalto da 55 milioni di euro, un progetto fermo da tre anni. Proprio questo blocco ha messo in difficoltà i 300 operai della società del gruppo Palumbo, che ha vinto la gara per l'allargamento, oggi in cassa integrazione ed a rischio mobilità.
Il dubbio sollevato è però sull'effettiva necessità di tale allargamento che riguarda un tratto brevissimo di strada, appena 12 kilometri. Da allargare per andare più veloci.
Ma la zona è molto ricca dal punto di vista ambientale ed archeologico.
Solo nell'aprile scorso è stata scoperta una cripta paleocristiana; le testimonianze megalitiche e preistoriche sono tante.
La questione non è semplice. A complicarla ulteriormente la necessità di espiantare ben 8mila ulivi secolari. Negli scorsi mesi è partita on line una petizione per adottarli in quanto solo 1.500 era stata avanzata ufficiale richiesta di adozione da parte dei Comuni limitrofi. Ma anche in questo caso le mancanze o la carenza di notizie ha confuso le carte in tavola. Perché il reimpianto degli 8mila ulivi è un obbligo dell'Anas, che deve farlo a sue spese, così come indicato dal Ministero nella prescrizione contenuta nel decreto di Via del progetto.
fonte: iltaccoditalia
set132011
Giovedì 29 Settembre in occasione della festa patronale di Noha onoriamo l'Arcangelo San Michele e scopriamo i " Gioielli" artistici e culturali di Noha.
Ore 16:00 Percorso turistico culturale guidato dalla Dott.ssa Angela Beccarrisi che ci illustrerà tratti di storia, origini e rivalutazione dei beni artistici di Noha, partendo dalla Chiesa Madre.
Ore 19:00 Solenne Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di San Michele presieduta dal Parroco Rev.mo Sac.Francesco Coluccia con la partecipazione dei genitori e dei ragazzi della Comunità Parrocchiale, a conclusione dell'itinerario artistico, come segno di unità e vitalità tra le culture incontrare e i beni ammirati.
La S.V. è invitata a partecipare
fonte: Gruppo Mimi'
feb132012
Si concluderà domenica 19 febbraio Oblivium, la Mostra d’Arte Contemporanea di Claudio Scardino, curata da Francesco Luceri e Daniela Bardoscia e realizzata in collaborazione con l’Università popolare “Aldo Vallone” e il Museo d’Arte “P. Cavoti” con i patrocini del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e dell’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia. Il percorso artistico ha visto protagonista, nelle sale del museo galatinese, la più recente delle performance artistiche della cosiddetta “arte partecipata” di Scardino, scultore, artista multimediale e pittore, che, formatosi nei più floridi centri artistico-culturali italiani, avvezzo a prestigiose partecipazioni a eventi d’arte nazionali e internazionali, ha conquistato con la sua scultura Athena il pubblico statunitense e con Diana ed Enrico VIII (entrambi esposti per Oblivium) l’internazionale MoMM (Museum of Modern Media). “Finding ways to define reality and be in reality is the big question of our time” scrive l’artista e scrittrice australiana Marlene Sarroff, “Throughout his career there has been no limits to his invention, combining art with life, he looks for the most appropriate situations and then dives into the reality to be completely soaked in it”. Conclude il suo intervento scrivendo “This is where Claudio Scardino performances, really become a magical tool”. Gli “strumenti magici” di cui parla Sarroff, sono ancora per pochi giorni a vostra disposizione. L’Oblio è iniziato l’1 febbraio e, ancora per questa settimana, è possibile intraprendere un percorso catartico, tra i volti e i colori dell’artista leccese. I visitatori potranno ancora essere protagonisti − costretti “a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso”, come scrive la curatrice − con l’Action Painting, intitolata “Opera Continua”, ultimo invito rivolto dallo Scardino ai visitatori, al grido bellico latino “Pugna!” (Combatti!): chi lo vorrà, armato di colori a cera (forniti in loco), potrà divenire guerriero dell’arte condivisa scardiniana. Varcando la sottile linea rossa che simboleggia il mitologico fiume Lete, corso d’acqua di purificazione e dispensatore di dimenticanza, si attraversa l’oblio dei tempi, per ascoltare, attraverso la visione di Scardino, gli echi del passato, dei miti greci e latini, in un recupero di alcuni frammenti della nostra identità multiculturale. Con il sovrano inglese, poi, molto apprezzato dai visitatori, si ritorna alla modernità e si approda alla seconda parte di Oblivium, nel vorticoso affacciarsi dei ricordi, che riguardano l’esperienza dell’artista. Per concludere degnamente il percorso, sarà esposta per il week-end un’opera scultorea, inedita, di Scardino. Verrà, inoltre, predisposta una installazione audio dell’artista, accompagnamento auditivo verso l’oblio. Chiuderà la mostra un programma speciale: a partire dalle 18.30, spettacolo di letture sceniche, sapientemente interpretate da Michela Maria Zanon (artista) e Gianluca Conte (poeta) dell’Associazione culturale “Eterarte”; a seguire, un’esibizione musicale degli alunni della Scuola Secondaria “G. Pascoli”. Al termine, lo Scardino proporrà la realizzazione di una scultura in azione, che intersecherà con la creazione artistica teatralità e danza. Oblivium batterà il suo crepuscolo con uno spettacolo di danza, classica e contemporanea, a cura della “Europe Dance School” di Nadia Fiorella Martina, che empirà di vita e poesia le statiche sale del Museo “P. Cavoti”. I visitatori lasceranno questo trasognante viaggio nell’arte, musica e poesia con un rinfresco e una degustazione della simposiaca bevanda, gentilmente offerta dalle Cantine Santi Dimitri.
I curatori colgono l’occasione per ringraziare tutti i convenuti e per lanciare un messaggio: «È possibile far rivivere la nostra città, aprendosi a nuove e giovani forme di cultura. Oblivium, evento eccezionale per tutta la Puglia, è stata allestita senza un solo Euro pubblico. Certamente, se avessimo potuto contare su qualche finanziamento, l’evento sarebbe stato ancora più prestigioso. Ciò nonostante, è stato un successo. Ci auguriamo, per il futuro, che le amministrazioni appoggino le forze che si stanno costituendo per una rinascita culturale del territorio, che finiscano gli oscuri tempi dei finanziamenti clientelari, per permettere al nostro territorio, ricchissimo di potenzialità storico-culturali inespresse, una crescita moderna e florida. Oblivium è il nostro messaggio: è possibile far vivere Galatina, il Museo “Cavoti” e la Cultura. Esistono persone disposte a mettere a disposizione di tutti la loro passione e la loro esperienza. La Cultura è la vera crescita».
Museo civico d’Arte “P. Cavoti”
Piazza Alighieri Alighieri, n. 51,
Galatina (LE), 73013
Tel. 0836/567568
e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170
gen152013
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
(Articolo 21 della Costituzione Italiana, comma 1)
Così la Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero, che si esplica attraverso la libertà di stampa e la libertà di parola. La libertà di espressione è cardine essenziale di ogni democrazia, riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Abbiamo fatto passi da gigante quanto ad alfabetizzazione, tecnologia e scienza ma quanto ad emancipazione non possiamo dire di aver fatto altrettanto. E’ di questi tempi l’ultima novità in campo giornalistico che riguarda proprio la libertà d’opinione. Non che il cosiddetto caso “Sallusti” sia il caposaldo di quel diritto (anzi questo caso non ha nulla a che vedere con la libertà di opinione: qui si è trattato di una diffamazione bella e buona, e con dolo), ma sicuramente ha rimesso in discussione i confini di quel principio. La libertà d’espressione è un diritto inalienabile, la cui limitazione ne segna la progressiva instabilità, di contro la rinuncia spontanea all’esercizio di tale diritto fa retrocedere l’uomo al rango di bestia. Nel tempo, ed in alcuni paesi in maniera particolare, la scarsa capacità di confronto, e quindi di scambi culturali, hanno contribuito non poco all’atrofia sociale. C’è un passo nel racconto di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli” (Giulio Einaudi ed. S.p.A., Torino, 1945), che recita così: “il vero nemico della gente comune, quello che impedisce ogni libertà e ogni possibilità di esistenza civile è la piccola borghesia dei paesi con tutte le sue varianti, specie, contro specie, composta sommariamente dal podestà, dal farmacista, dal medico, dall’avvocato e dal prelato”. Lo scrittore si riferisce ovviamente a luoghi e tempi ben precisi, come la Basilicata degli anni ’30 del secolo scorso; luoghi che non si discostano di molto dal nostro paese per tradizioni e cultura. Ma l’eco di questa forma distonica del pensiero, soprattutto nei piccoli centri urbani, nonostante siano trascorsi più di ottant’anni non si è ancora dissolta del tutto, da un lato per il senso di onnipotenza di chi presume l’inconfutabilità del proprio convincimento dall’altra per un’atavica forma di soggezione a prescindere. Se senti con l’orecchio giusto, e riesci a immedesimarti in chi non ha quello che tu invece hai, la tua visone della vita si apre nell’essenza del messaggio più eccellente.
Che senso può avere dire di essere disposti all’ascolto delle richieste, dei dubbi, o dei bisogni dell’altro se pretendiamo che l’altro, appunto, debba essere limitato nella sua libertà di espressione?
La comunicazione deve essere interattiva, altrimenti si riduce ad un monologo. E' in un certo senso come la rana quando fa la regina dello stagno, a rispondergli possono esserci solo altre rane, o al massimo un rospo.
L’atto di pronunciare un'opinione, non è mai un crimine, lo è invece minacciare, tacciare, reprimere la libertà a chiunque di esprimersi. Pensare o mettere in discussione liberamente una corrente di pensiero, un’idea politica o religiosa, senza far calunnia ad alcuno, è crescita culturale. Se Gesù ci ha lasciato il comandamento di amare il prossimo e difendere la vita e per questo dico che dagli altari bisognerebbe condannare e scomunicare chi inquina la terra e uccide la vita, esprimo semplicemente la mia opinione che può essere discussa ma mai colpevolizzata. Se una persona non può esprimersi, non può neppure protestare contro ciò che succede.
Da qualche parte ho letto una frase che mi ha fatto accapponare la pelle: “Non dissentire è un buon metodo per restare al sicuro”.
"Non giudicate e non sarete giudicati" (Luca 6,37), può sembrare contemporaneamente il motto di un santo (non giudicare) o di un permaloso (non essere giudicato). Peccato che, se interpretata a rigor di logica, la frase evangelica non sia una condanna del giudizio. Infatti, perché mai essere giudicati deve essere considerato negativo? Una persona intelligente giudica e accetta il giudizio altrui.
Il diritto d’opinione e quello di condizionare la libertà, sono due atteggiamenti che se non gestiti democraticamente portano come risultato l’inciviltà. Ultimamente si è fatto un gran parlare di mafia, anche a Noha. Di recente anche in occasione dell’inaugurazione della scuola elementare di Noha. E anche per voce di Salvatore Borsellino, benemerito rappresentante della cultura antimafia.
Si è detto e ridetto che la mafia attecchisce dove viene a mancare lo Stato. Si rende quindi sussidiaria alla legge che naturalmente interpreta ed impone secondo i propri loschi obiettivi.
Lo Stato non è un ente astratto, ma la nostra stessa capacità di pretendere il dialogo, di autocritica e di partecipazione alle scelte sociali.
Ecco quindi a cosa serve la salvaguardia del diritto d’opinione. Serve a non tornare al tempo del medioevo, del caporalato, o ancor peggio, della dittatura.
Marcello D’Acquarica
mar262014
Giovedì 27 marzo 2014 dalle ore 17 alle ore 19:30 Museo Civico Pietro Cavoti, “Galatina de ‘na fiata”, personaggi locali, scioglilingua, proverbi, e curiosità sulla toponomastica di Galatina a cura di Piero Vinsper in collaborazione con il Circolo Cittadino Athena.
Anche per l'anno 2014, con la seconda edizione, si è rinnovato l'appuntamento "Vivi i luoghi della Cultura 7 giorni su 7", promosso dall'Assessorato al Polo Biblio – Museale del Comune di Galatina. L’associazione Città Nostra,che ha aderito a questa edizione, ha organizzato questo laboratorio sperimentale di “oralità” iniziato il 20 febbraio con appuntamenti che si sono tenuti a cadenza infrasettimanale rivolti a bambini a giovani e ad adulti ogni giovedì dalle 17:00 alle 19:30 e che si concluderà giovedì 27 marzo 2014. Un esperimento ben riuscito, condotto in modalità familiare, nato con l’intento di svolgere azione di animazione territoriale e di agevolare il dialogo intergenerazionale (piccoli, giovani, adulti) e di rinnovare i vecchi racconti (“li cunti de ‘na fiata”). Nel primo incontro di giovedì 20 febbraio sono state indicate le modalità per partecipare al concorso che invita i cittadini ad esprimere la loro creatività, cimentandosi in un testo letterario (saggio, racconto, poesia, articolo giornalistico) avente come tema ispiratore la città di Galatina nei suoi aspetti culturali, storici e sociali. Si poteva partecipare al concorso fino al 20 marzo. Il 27 marzo, in occasione dell’ultimo incontro, saranno premiati i vincitori.
Info: e-mail: associazionecittanostra@live.it, cell.331/1800400
gen242014
Lunedì 27 gennaio, con apertura alle h.18,00, tutta la cittadinanza è invitata a Palazzo della Cultura per partecipare alla manifestazione a cura degli studenti delle Scuole Superiori di Galatina che con la guida dell’Assessorato alle Politiche culturali e il supporto dell’Assessorato alle Politiche Giovanili, in collaborazione con i dirigenti, i docenti e rappresentanti d’Istituto, hanno elaborato e condiviso, su idea progettuale del dott. Marcello Costantini, attività che sviluppano tra immagini, parole e musica, tematiche legate alle barbarie odierne.
Una iniziativa congiunta, che vuole andare oltre l’aspetto meramente commemorativo della Memoria dell’Olocausto e del Ricordo delle Vittime delle Foibe.
Per questo è stato tracciato un percorso di ATTRAVERSAMENTO del Palazzo della Cultura con ingresso da via Alighieri e, attraverso Biblioteca e Museo, uscita in via Cafaro dalla scalinata d’accesso al primo piano del Museo, come metafora del passaggio tra la BARBARIE PASSATA e le BARBARIE ODIERNE.
Quattro i temi proposti: SHOAH a cura del Liceo Scientifico, FEMMINICIDIO a cura del Liceo Classico, Artistico, Scienze Umane, MAFIA a cura dell’Istituto Tecnico, EMIGRAZIONE/IMMIGRAZIONE a cura dell’ I.I.S.S. Falcone e Borsellino.
Ciascuna scuola ha realizzato sull’argomento prescelto un video di 6/8 minuti. La proiezione avverrà all’interno della sala “C. Contaldo” e sarà accompagnata dalla presentazione degli stessi studenti, tra reading di testi ed esecuzioni di brani musicali, e dalle testimonianze straordinarie di Massimo Albanese, Veronica Valente, Brizio Montinaro, Said Jafari.
Nell’ occasione assisteremo alla proiezione in prima del video realizzato dagli studenti dell’I.I.S.S. “P.Colonna” vincitore della XII edizione del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.
Luci e colori diversi metteranno in risalto le immagini che i ragazzi hanno selezionato e che accompagneranno i visitatori dall’accesso al Palazzo della Cultura, attraverso il Chiostro,la Biblioteca “P. Siciliani”che per la circostanza ha realizzato una mostra documentaria con libri e video sui temi, e il Museo “P.Cavoti”,dove attraverso i monitor appositamente istallati viene ripetuta la visione dei filmati prodotti.
Questo progetto è la dimostrazione che le attenzioni rivolte dall’ Amministrazione ai giovani sono ben riposte e che i giovani sono aperti a relazionarsi con gli adulti, mutuando le rispettive esperienze.
Il parere, raccolto dall’Ass. alle Politiche Giovanili, ing. Andrea Coccioli, conferma che la società deve puntare sui giovani. Per dirla con Rosa Luxembourg, giovani o barbarie.
La manifestazione, nella varietà dei linguaggi sarà vissuta come possibilità di presa in carico della memoria della barbarie passata (siamo tutti chiamati ad assumerci la fatica della conoscenza!) e come crescita di consapevolezza perchè tutto è ripetibile ed il rischio che la barbarie si ripresenti è reale, e perché le barbarie odierne sono tante e solo la conoscenza e la cultura condivise possono insieme costituire un’efficace resistenza per la costruzione di una società più giusta.
Queste considerazioni,espresse dalla prof.ssa Daniela Vantaggiato,Assessore alle Politiche culturali, hanno animato l’impegno di tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della manifestazione, che nella serata si concluderà con l’intervento del Sindaco dott. Cosimo Montagna.
(Comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione)
https://www.facebook.com/giorno.dellamemoria.5
gen232012
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI
nov282012
Circonvallazione è il nome che comunemente si dà ad un sistema viario che organizza la circolazione dei veicoli attorno al nucleo abitativo di una città.
(Definizione proveniente da Wikipedia, l'enciclopedia libera).
Quindi “attorno” e non dentro il nucleo abitativo.
E’ il caso di dire che quando non si sa più che pesci prendere si rischia di fare un bel guazzabuglio d’ogni cosa. Perfino in urbanistica. Quando mi trovo a Noha, posto in cui amo trascorrere il mio tempo libero, uso molto la bicicletta. Stupendo mezzo di locomozione: silenzioso, produttore di zero emissioni, economicissimo, elargitore di libertà, praticamente diventa la protesi quasi naturale delle mie gambe. Per questo mi ritengo fortunato. Per svariate ragioni, sono portato a gironzolare in bicicletta (se non addirittura a piedi) per le vie di Galatina e lo trovo un valido modo per alleggerire l’intasamento del centro della nostra città. Se devo andare in zona nord-est, e cioè dalla piazza centrale fino a tutta via Soleto, percorro la via di Noha, cosiddetta “via curve curve”. Qui sono costretto a maledire il genio di una così irrazionale stortura con curve che sembrano tornanti, come se dovessi arrampicarmi chissà su quale montagna. Eppure sono trascorsi all’incirca sessant’anni da quando venne asfaltata. E’ il caso di dire che le scempiaggini, una volta deliberate restano per sempre. Pensando alla questione in oggetto, è il caso di dire che errare è umano ma perseverare è diabolico. Se invece devo recarmi nella zona di Galatina che è a sud-ovest, e cioè nell’area che va dalla piazza centrale all’ospedale, passo per il viale Dalla Chiesa. Percorrerlo in bicicletta è a rischio di suicidio. Perché? Perché pur essendo la carreggiata abbastanza larga ma sconquassata come da un bombardamento appena subito, ti ritrovo costretto o ad evitare le buche oppure le auto che fra l’altro sfrecciano come bolidi. Il marciapiede è ridotto ad un nastro rialzato interrotto continuamente dagli alberi (che meritavano un altro posto) come un rosario per le Ave Marie. Anche quest’opera una volta fatta, tal quale è rimasta da all’incirca una trentina d’anni.
Che c’entra tutto questo con la pseudo-tangenziale o bellissimo viale urbano che dir si voglia, e che è decantato ottimisticamente dall’ing. Andrea Coccioli nella presentazione di fine ottobre al Palazzo Comunale? Un conto è discutere di un progetto quando si ha la possibilità di correggerlo, un altro è dire che il progetto viene da lontano, per dire innocentemente che è colpa di chi c’era prima. Oppure che è un progetto della Provincia (Ma come? La provincia ci viene a fare le strade provinciali in pieno centro comunale?) o, ancora peggio, che oramai è già stato appaltato. Come dire: il dado è tratto o chi ha avuto ha avuto ecc.
L’area impegnata dal I° lotto di questo strano progetto (strano perché tutti parlano di tangenziale, mentre sembra semplicemente ciò che resta di una vasta area urbanizzata negli ultimi 25 anni e mai terminata), è di fatto un labirinto, con strade chiuse o impercorribili che costringono sovente i cittadini a preferire la già super intasata via Gallipoli. Che la zona fosse da definire non v’è dubbio. Visto che non possiamo considerarla una tangenziale, quale senso razionale ha tagliare con una diagonale un’area già urbanizzata mediante un tracciato ortogonale, ordinato e di facile fruizione? Infatti “tagliando” in diagonale, oltre a spaccare in due un quartiere, si vanno a creare delle orribili tangenti a palazzi, scuole, giardini e quant’altro pensato a suo tempo nella stessa ortogonalità viaria con cui è progettata la maggior parte di Galatina ad esclusione del centro storico. Il dubbio che una superstrada così anomala porterebbe molti utenti ad infrangere le regole del codice della strada, per evitare inutili giri viziosi, viene spontaneo ad un invitato alla presentazione pubblica, ma la riposta pronta e risolutiva di un tecnico della Provincia presente è perentoria: sarà lui ad essere punito, non certo chi ne ha creato l’occasione.
Che dire? Mi verrebbe voglia di gridare: basta autostrade nei centri urbani dove vivono intere famiglie. Basta errori con i soldi pubblici. Basta nuove strade dove ce ne sono a bizzeffe. Basta palazzi. Basta cemento a spese della terra. Occorre rivalutare e razionalizzare gli spazi già turlupinati e trasandati. E’ di oggi la notizia riportata su Il Fatto Quotidiano, che i cinesi, per riprendersi la terra da coltivare stanno togliendo i loro morti dalle tombe, e noi invece la terra la facciamo diventare tutta un cimitero. Non ho parole. Davanti al genio impositore nessuna democrazia potrà mai risultare civile.
Se questa della “circonvallazione” è l’occasione (seppur involontaria) per rivalutare dei Beni culturali dimenticati, come per esempio la preziosissima e conosciuta ai pochi, quercia vallonea di San Sebastiano di ben 280 anni di vita, oppure il gelso del 1750, o i resti di siti storici o piante selvatiche e spontanee di specie rara, è anche l’occasione per offrire al mondo il meglio della nostra cultura, che non sono certo chilometri e chilometri di asfalto a gogò che portano ovunque ma di fatto in nessun luogo.
Marcello D’Acquarica
nov192015
Oggi, 19 novembre 2015, mentre spuntava l’aurora, è venuta a mancare all’età di 93 anni la prof.ssa Mimì Piscopo, la prima laureata in “Lettere classiche” della nostra cittadina.
Vorrei ricordarla con le stesse parole di un articolo che vergai in suo onore sei anni fa (cfr. “L’Osservatore Nohano” - n. 8, anno III, del 9 dicembre 2009).
*
<< Sono di fronte agli occhi color cielo quando è bello di una nohana purosangue: Mimì Piscopo, la mia professoressa di Italiano della mitica “I G” dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina. Le chiedo alcune informazioni sul suo conto per una rubrica che tengo saltuariamente sul mio giornale, una rubrica dal titolo Curriculum Vitae.
Riesco a prendere appunti interessantissimi, ma il rischio è che anziché un articolo qui salti fuori un vero e proprio ponderoso volume. Perché le notizie e le curiosità (che sono come le ciliegie: una tira l’altra) sono interessanti e affascinanti, e riguardano non soltanto un’autentica gloria della scuola del XX secolo, ma anche la storia tutta e l’evoluzione (chiamiamola pure così) del contesto ambientale salentino, quello che ci fece da culla, e che ancora oggi funge da cornice alla nostra vita.
Ma ci provo ugualmente, tentando di lavorare con la lima più che con la penna, e cercando di non perdermi in mille fronzoli. Mi trovo di fronte – dicevo – ad una ragazza di 87 primavere, una Donna che senza indugio ti dice “sono nata il 16 luglio del 1922”, e subito mi viene da pensare che una vera Signora non si fa alcun problema nel rivelare la sua età.
Mimì frequenta a Noha la scuola elementare come molti suoi coetanei. Terminato il ciclo della scuola primaria, sfidando la tradizione che voleva che le donne rimanessero in casa a fare la calza, Mimì decide di sostenere l’esame di ammissione. “Solo coloro che superavano questo esame potevano frequentare la scuola media”.
L’ingresso nella scuola media quindi non era automatico, ma era una prima conquista per chi voleva proseguire negli studi. E’ inutile dire che andavano avanti solo coloro che si sentivano portati, che sovente coincidevano con i figli del censo e del privilegio, mentre gli altri venivano avviati verso un’attività agricola o artigianale, allu mesciu o alla mescia. La maggior parte dei ragazzi dunque si fermava di fatto all’esame di licenza elementare (ed una buona percentuale di essi non ci arrivava punto). “Quanti sacrifici per frequentare la scuola media e poi quarto e quinto ginnasio, e successivamente il liceo classico fuori paese. Erano tempi in cui la gente era costretta a stringere la cinghia. La fame faceva sentire i crampi allo stomaco. Si razionava il pane, addirittura! Il mio povero papà a volte rinunciava alla sua razione per non farla mancare a noi.. Il più delle volte andavamo a Galatina a piedi. Qualche volta alle sei in punto passava una corriera di studenti provenienti da diverse cittadine del Salento. Ci si conosceva un po’ tutti e, prima dell’inizio delle lezioni, si stava insieme a chiacchierare piacevolmente nell’atrio della scuola. A volte, quando pioveva, e quando era possibile, mi accompagnava il mio povero papà, con il suo biroccio trainato da un cavallo”. Qui si capisce benissimo quanto Mimì Piscopo sia dunque un’antesignana dell’emancipazione femminile nohana e salentina: “Non era facile soprattutto per una donna continuare negli studi. Andare a Galatina era come tradire una tradizione. Ma mio padre per fortuna era di più ampie vedute ”.
Ha un sogno, questa Donna, e a costo di sacrifici, di rinunce e di rottura di schemi arcaici, lo realizza. Questo è uno degli insegnamenti più importanti della professoressa di Noha: quando si crede nelle proprie possibilità e si lotta con determinazione ed impegno, non ci sono risorse finanziarie scarse o barriere culturali impossibili da abbattere.
Il “Pietro Colonna” di Galatina, e soprattutto la serietà ed il rigore degli studi che vi si conducevano, lasceranno nell’animo e nella formazione della studentessa Piscopo Cosima un’impronta incancellabile. E certamente – come evinco dalle sue parole – sentimenti profondi di nostalgia, di rimpianto ed anche di commozione. E’ come se, mentre ti parla, sentisse nell’angolo della sua memoria suonare ancora la campanella del “Colonna” incastrata a ridosso di un pilastro quadrato dell’antico chiostro domenicano, quell’aggeggio sonoro che scandiva l’inizio e la fine delle lezioni col tocco squillante dell’Idea che non muore.
La maturità arriva nel 1944. “E ormai volevo andare avanti. Mi consigliavano di prendere Farmacia. Ma io ero contraria all’idea, perché le farmaciste – così dicevo – mi sembravano delle bottegaie (soprattutto per gli orari di lavoro). Decisi di prendere Lettere con indirizzo classico, perché mi piacevano molto il greco ed il latino. E mi iscrissi all’università di Bari, dove avevo un punto d’appoggio presso il collegio Regina Elena”. Già dai tempi dell’università, Mimì evidenzia la sua passione. “Leggere, studiare, insegnare erano la mia passione”, tanto che corre spesso in soccorso alle esigenze di molti studenti amici e di molti colleghi in difficoltà, studiando e ripetendo insieme a loro, dando loro una mano nel superamento degli esami nelle materie più difficili.
In quel tempo i testi classici ed i distici erano per lei a portata di mano e di memoria; dalle sue scarpe, ad ogni passo, sembravano entrare ed uscire aoristi e ablativi assoluti. “Era difficile superare l’esame di latino. Sentivo che molti studenti l’avevano provato molte volte prima di superarlo… Io sostenni lo scritto un anno in anticipo, ancor prima che mi si consentisse di presentarlo. E ricordo il terribile prof. Vantaggiato che mi chiamò – io incredula – per sostenere l’esame orale, che superai subito e brillantemente. Ma non mi esaltavo mai. Questa è la mia indole: tra l’altro ero anche molto timida”.
Cosimina Piscopo si laurea nell’anno accademico 1948-49 discutendo una tesi (scritta a macchina) dal titolo: “La classe rurale in Terra d’Otranto nei primi sessant’anni del sec. XIX”, relatore il chiarissimo prof. G. Masi [tesi trascritta a cura di Marcello D’Acquarica e pubblicata su Noha.it nel luglio 2010].
Rientrata a Noha, inizia sin da subito a dare lezioni private di lettere, latino e greco, come del resto aveva sempre fatto quando era possibile durante la guerra. “Ma non mi pagavano mica!”. Nel 1954 diventa finalmente – come noi studenti l’abbiamo sempre chiamata – “La Piscopo”, sottintendendo “la professoressa” o, come i giovani d’oggi usano dire, la Prof.
Inizia dunque in quell’anno la sua carriera di insegnante di Lettere all’Istituto Tecnico Commerciale di Galatina “che non era ancora statale ma parificato. Tra l’altro io, insegnante, sembravo allora una ragazzina al confronto dei miei studenti”.
Dopo questa esperienza iniziale intraprende un lungo tour in diversi istituti che qui posso soltanto citare di sfuggita, avvistandoli dall’alto come in un ideale volo d’aquila.
Insegna così al Professionale Statale e poi al Professionale Femminile di Galatina. Successivamente a Maglie di nuovo presso un Istituto Tecnico Commerciale, con alcune ore presso il Magistrale di Galatina. Dopo “non ricordo precisamente l’anno” entra nei ruoli della scuola media ed insegna Italiano, Storia e Geografia ad Aradeo e poi finalmente a Noha alla “Giovanni XXIII” dove viene nominata anche vice-preside.
Ma dopo due anni decide di ritornare alle scuole superiori: sicché ritorna all’Istituto Tecnico Commerciale (nel 1981-82, quando chi scrive frequentava la famosa I G) e contemporaneamente al Professionale Femminile dove ricopre la cattedra di Storia. E poi ancora da Galatina a Gallipoli, alla volta dell’Istituto Nautico, con alcune ore settimanali a Carmiano presso un altro Istituto Professionale…“Amavo il mio lavoro. Ero molto scrupolosa. Andavo al lavoro anche con la febbre. E mi volevano bene. Ricordo che quando morì il mio povero papà (insegnavo al Professionale) il preside e tutti i ragazzi vennero al corteo funebre. Questo mi fu di grande conforto.”
Raccontare qui la vita a scuola della docente Piscopo sarebbe impossibile: dovremmo indugiare in numerosi, singolari, piacevoli, interessanti particolari, come la preparazione delle lezioni, le spiegazioni, le interrogazioni, i consigli di istituto, gli incontri scuola-famiglia, i compiti in classe corretti a casa (a volte anche con l’ausilio della sorella Laura, che leggeva tutti gli elaborati degli studenti per filo e per segno), i problemi dei ragazzi che trovavano in lei una istitutrice, sì, ma anche una sorella, una madre e a tratti un’amica alla quale confidare i propri dubbi esistenziali. “Ci fu un periodo drammatico, anni terribili, quando a scuola entrò la droga. In un anno in una classe fummo costretti a respingere addirittura 14 studenti. Quanti incontri tra professori e genitori. Alcuni venivano a trovarmi perfino a casa chiedendo consiglio, sostegno, incoraggiamento. Erano problemi delicati: non si poteva far finta di nulla. […] Quante storie e quanti viaggi di istruzione al seguito dei miei studenti. Ovunque in Italia, nelle città d’arte, in montagna… Ricordo anche un viaggio bellissimo a Parigi. E quante esperienze: pensa che una volta andammo a finire persino in discoteca! Tuttora incontro in giro dei miei studenti che mi chiedono: si ricorda di me? Io confesso di ricordarmi dei più bravi. E dei più diavoli.”
Chiudo questo curriculum vitae et studiorum su una persona di valore di Noha, non senza aver detto che Mimì Piscopo è stata nominata anche “Giudice Popolare”, incarico che ha esercitato per un certo periodo di tempo nel foro di Lecce. “Il Giudice Popolare è chi, con fascia tricolore, affianca i giudici nelle Corti d’Assise e nelle Corti d’Assise d’Appello, assistendoli nelle udienze e partecipando alle decisioni contenute nelle sentenze”. La scelta di un così delicato compito di magistratura penale (nelle Corti d’Assise si trattano infatti processi penali per i crimini più gravi previsti nel codice) ricadde su Mimì sicuramente per le sue doti di equilibrio, e soprattutto per la sua irreprensibile condotta morale. Anche quest’ultimo incarico è parte sostanziale di un brillante curriculum vitae.
Concludo questo scritto dicendo che a volte noi altri cerchiamo lontano (o peggio ancora in televisione) le persone di valore e degne di lode, ignorando i tesori a noi più vicini, benché umili ed al riparo dalle luci dei riflettori alimentati con l’energia dell’ottusità e dell’insipienza.
Sarebbe saggio se invece ci accorgessimo di chi, pur in atteggiamento di ritrosia, evitando la pompa magna, vive accanto a noi ed ha ancora molto da dare ed insegnare.
Con questi colpi di scalpello mi auguro di essere riuscito ad abbozzare un seppur grossolano profilo “della Piscopo”, alla quale vorrei indirizzare un grazie di cuore per tutto quello che ha fatto per i ragazzi suoi discenti (incluso il sottoscritto) e per il lustro che con il suo studio, il suo lavoro ed i suoi incarichi ha dato alla nostra cittadina.
Infine vorrei chiederle di essere indulgente con me ancora una volta, nel caso in cui nel corso di questo articolo (o di altri) dovessi aver seminato a destra o a manca qualche strafalcione, o, peggio ancora, qualche errore di sintassi o di grammatica che, come usava ripetere la Prof, “è sempre in agguato”>>.
*
Addio professoressa Piscopo, addio Mimì, e buon vento.
Con te se ne va una brava insegnante, una grande Donna, una pagina gloriosa della Storia di Noha.
Antonio Mellone
lug182019
I progetti del Servizio Civile "Monitor 7018" e "In reading 2018" presentati dal Comune di Galatina si sono classificati, rispettivamente, al terzo posto con 76 punti e al sesto posto con 73 punti nella graduatoria regionale, sui 200 progetti accettati, pubblicata con A.D. n. 70 del 16/07/2019 della Regione Puglia. I due progetti impegneranno 8 ragazzi/e in attività del settore ambientale e culturale.
"Si tratta di un brillante risultato che premia un lavoro di squadra coordinato dall'assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina che consentirà di dare continuità ad una programmazione finalizzata al coinvolgimento delle giovani generazioni in attività socio/culturali e ambientali" ha commentato la Vicesindaco e assessore alle Politiche Giovanili Maria Giaccari.
Ufficio Stampa - Marcello Amante
lug262021
Martedì 27 luglio alle 19 dal Museo Pietro Cavoti di Galatina parte l’inaugurazione della sezione outdoor di InTrance, festival di fotografia e arte contemporanea, curato da Alessia Rollo. La prima edizione della manifestazione, inserita all’interno della rassegna estiva e culturale “A Cuore Scalzo”, proporrà in spazi urbani, palazzi storici e corti del comune salentino, fino al 31 agosto, una mostra diffusa di opere di artisti italiani e internazionali - Ornella Mazzola, Federico Estol, Alejandra Carles-Tolra, Giulia Frigieri, Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal - che si aggiungono a quelle di Rossella Piccinni, Yolanda Domínguez e Rubén H. Bermúdez già in esposizione nella Gigi Rigliaco Gallery. Durante l’inaugurazione, coordinata dall’amministrazione comunale, il pubblico potrà seguire il percorso espositivo per scoprire insieme alla curatrice le opere in mostra e per apprezzare, con alcune guide turistiche, i luoghi d’interesse del festival tra cui Palazzo Orsini, Palazzo Gorgoni, Piazza Dante Alighieri e l’Ex Complesso Monastico delle Clarisse. Qui la serata si concluderà intorno alle 21 con le selezioni musicali del duo Underspreche, in collaborazione con “FeelM”, residenza artistica promossa dal Sei Festival di Coolclub, in sinergia con la sede leccese del Centro Sperimentale di Cinematografia e il DAMS dell’Università del Salento, che fino al 31 luglio sarà ospitata dal Castello Volante di Corigliano D’Otranto. Fino al 15 settembre, inoltre, “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, proporrà una serie di attività culturali e incontri partecipati promossa dall’Associazione 34° Fuso che prenderà il via venerdì 30 luglio alle 21 in Piazza San Pietro con “Il corpo tra immagini antiche e tabù contemporanei”. Dopo un tour guidato nella mostra che partirà sempre dalla Piazza alle 19:30 e si diramerà attraverso vari punti d’interesse della città, i partecipanti potranno degustare diverse tipologie di birre artigianali - grazie al format “Dopolavoro con l’archeologo”, finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 - partecipando alla conversazione tra Flavia Frisone, docente di Storia Greca e Presidente del Corso di Laurea Triennale in Beni culturali dell’Università del Salento e l’influencer Denise D’Angelilli - Due dita nel cuore, moderata dalla giornalista e scrittrice Loredana De Vitis.
Partendo dalla storia della città di Galatina legata al fenomeno del tarantismo, di corpi posseduti non solo dal morso della taranta, ma anche dallo sguardo degli antropologi ed etnografi negli anni ’50, InTrance vede proprio nel corpo il leit motiv di questa prima edizione del festival per sviluppare un percorso che lo libera da pregiudizi e stereotipi geografici, sociali, sessuali. Il corpo è un luogo, oggetto nella storia dell’arte e simbolo di un’evoluzione di pensiero, spazio politico, sociale, economico e di genere. Non è un contenitore passivo e le sue azioni non sono solo segni che richiamano l’attenzione su forme astratte, anzi, è soggetto alla nascita e alla decadenza e acquisisce specifiche abilità e capacità oltre a manchevolezze e debolezze. Il corpo non è un’entità statica, immobile, al contrario cresce e si sviluppa relazionandosi con l’ambiente in molteplici forme.
«Galatina ha potenzialità enormi e sta finalmente vivendo un tempo di maturità culturale e di coraggio tali da generare InTrance, un festival di fotografia e arte contemporanea per scoprire il cuore di Galatina e le sue radici», spiega Cristina Dettù, assessora alla cultura di Galatina. «Artisti internazionali e ospiti da ogni parte d'Italia e del mondo saranno presenti nella nostra città. Si tratta di un progetto che fa tremare le gambe, un progetto ambizioso per cui tutta Galatina investe non solo in termini culturali e turistici, ma anche sociali, economici e di sviluppo del territorio».
InTrance propone un festival di fotografia di artisti contemporanei che lavorano sul tema del corpo come luogo di espressione di forme di pensiero, questioni di genere, identità personale e collettive della società contemporanea attraverso differenti approcci fotografici che spaziano dalla fotografia documentaria, al reportage, alla messa in scena e con diverse cifre stilistiche che passano dalle immagini di archivio, al fanzine, alla fotografia di presa diretta fino alla performance. Fino all’8 agosto la Gigi Rigliaco Gallery ospita Rossella Piccinno | Bride’s journey and funeral; Yolanda Domínguez| Little black dress, Poses; Rubén H. Bermúdez | Y tu porquè eres negro?. Fino al 31 agosto, invece, saranno allestite le opere di Ornella Mazzola (Corte di Palazzo Orsini), Federico Estol (Corte Palazzo Gorgoni), Alejandra Carles-Tolra e Giulia Frigieri (Piazza Dante Alighieri), Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal (Ex Complesso Monastico delle Clarisse). Il Museo Civico “Pietro Cavoti”, inoltre, sarà anche residenza d’artista con Claudia Mollese.
Dal 30 luglio, come detto, prenderà il vai anche “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, attività culturali e laboratoriali a cura dell’Associazione 34° Fuso con l’obiettivo di avviare un processo di partecipazione attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle associazioni locali nelle diverse azioni del festival. Oggi gli operatori culturali hanno una responsabilità sociale ben precisa che consiste nel sostenere l’educazione alla bellezza e il protagonismo civico per contribuire allo sviluppo di una società più equa. Attuare politiche partecipative, inclusive e sostenibili, significa riconoscere un “valore” culturale, sociale, economico che va oltre quello già inestimabile che il patrimonio possiede. Per questo motivo la rassegna prevede il coinvolgimento attivo delle realtà locali, ognuna delle quali è stata chiamata a co-progettare un percorso educativo finalizzato alla costruzione di un racconto corale e multidisciplinare sul tema del corpo.L’incontro di apertura si pone al contempo quale momento di divulgazione del patrimonio archeologico identitario e di riflessione sui temi del contemporaneo connessi al ruolo della donna a partire dai reperti più emblematici delle collezioni archeologiche salentine, in un ambiente del tutto informale e degustando una birra artigianale a km0. L’appuntamento rientra nel progetto “Dopolavoro con l’archeologo” finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 e vede la collaborazione tra 34° Fuso e i musei archeologici coinvolti nelle attività (Museo Diffuso di Cavallino dell’Università del Salento, Museo Archeologico Sigismondo Castromediano, USA - Museo Archeologico dell’Università Salento, Area Archeologica di Roca Vecchia/Melendugno, Parco dei Guerrieri e Museo di Vaste, Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina, Museo del Mare Antico e il Museo della Preistoria di Nardò). Altri partner coinvolti nell’iniziativa sono The Monuments People APS, M(u)ovimenti, La Capagrossa Coworking, Cooperativa Sociale Orient-Occident; Aps Terre Archeorete del Mediterraneo, Associazione Culturale Articolo 9.
InTrance Lab proseguirà con “Il mio corpo suona!”, laboratorio per bambini sulla musica del corpo a cura di Giovani Realtà Aps e condotto da Ettore Romano ed Elisa Romano (6-20-23-27-30 Agosto e 5 Settembre); “Il mio corpo parla!”, laboratorio di storytelling a cura di Maira Marzioni (5/7 agosto); “Il mio corpo canta!”, laboratorio di canto polifonico ideato e diretto da Rachele Andrioli per donne che amano cantare (16-17-22 agosto), “Il mio corpo accoglie” a cura di 34° Fuso Aps e Arci (6-7-10 settembre) e “Il mio corpo si racconta” a cura di Agribimbi - Adalgisa Romano (10 settembre). Tutte le attività sono gratuite. Info e prenotazioni info@34fuso.it - 3271631656
mar282017
"La Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina ed i Monumenti Orsiniani a Soleto, incontro tra Oriente ed Occidente, riflessione per l'Europa di domani"
La manifestazione avrà inizio Sabato 1 Aprile 2017 alle ore 10.00 presso il Teatro Tartaro di Galatina con la Proiezione dei documentari sui Monumenti Orsiniani di Galatina e Soleto: "La legenda Aurea di Galatina " prodotto da RAI STORIA , e "Santo Stefano a Soleto" prodotto da IN-Cul.Tu.Re , cofinanziato dal MIUR e con la collaborazione del MIBACT, per le Scuole Secondarie del Distretto di Galatina, con il commento dello Storico dell'Arte Luigi Manni e delle curatrici di IN-Cul.Tu.Re Paola Durante e Sofia Giammaruco.
Sempre Sabato 1° Aprile alle ore 18.00 si proseguirà presso il Teatro Tartaro con una Tavola Rotonda sulla "Basilica di Santa Caterina di Galatina” ed in particolare sul suo ciclo di Affreschi; interverranno gli Storici dell’Arte Prof.ssa Maria Stella Calò Mariani, Emerita dell'Università di Bari; Dott.ssa Antonella Cucciniello, Direttrice dei Musei del Palazzo Reale di Napoli; Prof.ssa Anna Trono, Docente di Economia Politica presso il Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento; Dott.ssa Eugenia Vantaggiato, Segretario Regionale MIBACT per la Puglia; Arch. Maria Piccarreta, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto.
La Tavola Rotonda sarà coordinata dal Prof. Rosario Coluccia, Ordinario di Linguistica Italiana e Accademico della Crusca.
Anche quest'anno, nella giornata di Domenica 2 Aprile, avrà luogo il Corteo Storico di Maria d'Enghien, che percorrerà le vie del Centro Storico al mattino a Soleto, e nel pomeriggio-sera a Galatina.
Nelle giornate di Sabato 1° Aprile nel pomeriggio, e per tutta la giornata di Domenica 2 Aprile, si terranno visite guidate nei luoghi Orsiniani con l'assistenza di esperte guide turistiche; si inizierà da Palazzo Orsini, attuale Palazzo di Città, per passare poi alla Basilica di Santa Caterina con il Suo Chiostro ed il Museo; analogamente a Soleto si terranno visite guidate alla Guglia degli Orsini ed alla Chiesa di Santo Stefano.
Sempre nelle giornate di Sabato e Domenica i Ristoratori del centro Storico di Galatina e di Soleto proporranno agli Avventori ed ai Turisti un Menu con i piatti tipici della tradizione Medievale del Salento, con la consulenza dei Ricercatori e dei Docenti dell'Istituto Alberghiero "A.Moro" di Santa Cesarea Terme; analogamente Docenti ed Alunni dell'Istituto Alberghiero di Santa Cesarea offriranno al Pubblico una dimostrazione dei principali piatti medievali.
apr302014
L’iniziativa rientra nel calendario di appuntamenti frutto della collaborazione tra il Museo, la Coop. Imago e l'associazione 34°Fuso nell’ambito del progetto MuseoWebLab, vincitore di Principi Attivi 2012.
Il Museo Civico P. Cavoti, situato nel suggestivo Ex Convento dei P.P. Domenicani oggi Palazzo della Cultura, racconta la storia della Città di Galatina.
A cominciare dalle opere di Martinez del XX Sec. indietro nel tempo fino alla lastra con iscrizione messapica, i vari oggetti formano un panorama nel quale l’opera artistica diventa testimonianza del gusto, delle scelte estetiche e culturali degli autori ma anche del contesto storico di cui è frutto.
Vi aspettiamo muniti di smartphone, tablet, videocamere, fotocamere e tanta voglia di condividere l’esperienza. Con i vostri post, selfies, tweets, video potrete dare libero sfogo alla vostra partecipazione e far rivivere le collezioni.
Gli hashtag da utilizzare sono #invasionecavoti, #museoweblab #invasionidigitali e #Lecce2019.
Con l'invasione del Museo P. Cavoti, aderiamo al programma delle #invasionidigitali di #Lecce2019 per REINVENTARE EUTOPIA.
PROGRAMMA DELL’INVASIONE
h.18.00
Ritrovo presso il Museo e inizio visita guidata
Seguire il percorso museale del Museo Cavoti è come effettuare un viaggio nel passato, alla scoperta della storia della città di Galatina e dell’intero Salento:
Si parte dalla prima sala dedicata agli artisti del XX Secolo ed in particolare a Gaetano Martinez, scultore autodidatta e voce viva e consapevole del dibattito artistico del Novecento italiano, che come scriveva il critico Cozzani “si è provato a scolpire per lo stesso intimo mistero per cui Giotto sulle rocce di Colle disegnava i montoni del suo branco”.
Nella seconda e terza sala si possono ammirare le opere del Fondo Cavoti (XIX sec.) che rendono omaggio al patriota, storico e artista galatinese Pietro Cavoti. La collezione è principalmente composta da bozzetti, disegni e acquerelli che illustrano vari momenti di vita dell’autore e i suoi interessi: si spazia dalle caricature, ai ritratti e ai costumi a lui contemporanei, passando attraverso l’architettura.
La quarta e la quinta sala sono invece dedicate rispettivamente alla scultura antica del XVIII - XVII secolo e ad affreschi, documenti antichi e reperti archeologici del XV secolo.
Chi siamo? 34esimo Fuso è un’associazione che riunisce giovani professionisti del patrimonio culturale, dell’economia e della comunicazione. Questo mix di competenze trasversali permette loro di sperimentare e progettare nuove forme di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico, delle arti e della creatività.
Cos'è Museoweblab? Museoweblab è un progetto vincitore del bando "Principi Attivi 2012" il cui obiettivo è quello di sperimentare approcci e strategie innovative per la valorizzazione e promozione di piccole e medie realtà museali, attraverso l’uso del web 2.0 e l’adozione della sua filosofia partecipativa.
nov132012
Noha, 13 Novembre 2012
LETTERA APERTA A:
-Gentilissimo signor Sindaco del Comune di Galatina, Dottor Cosimo Montagna.
-Assessore con delega alle Politiche sociali, alla Cultura e polo biblio-museale, al Diritto allo studio e servizi scolastici, Prof.ssa Daniela Vantaggiato.
Oggetto:
Istanza riguardante l’attuazione di un procedimento amministrativo al fine di apporre un vincolo giuridico (finalizzato al loro recupero) dei Beni culturali di Noha.
Gentilissimo Signor Sindaco e Assessore, con la presente, mi faccio carico di riassumere in breve i vari sforzi profusi dai nohani al fine di tutelare e valorizzare i Beni culturali di Noha:
A questo punto mi chiedo e Vi chiedo, se è giusto che un dipendente dello Stato (o comunque in possesso di incarico) non si faccia vivo (come forse suo dovere), ed attenda invece che sia un privato cittadino, come il sottoscritto, a sollecitare una risposta, qualunque essa sia.
Non pensate che anche i Beni culturali di Noha abbiano un minimo di dignità e dunque, anch’essi, una specie di diritto di cittadinanza? Non trovate deprimente lo scempio infinito cui questi beni vengono sottoposti, prima dai privati proprietari e poi dal pubblico (che dovrebbe limitare un po’ l’ignavia del privato, così come previsto dalla Legge)?
Vi ritengo, gentile Sindaco e Assessore, persone degne di fiducia e attente agli impegni di cui Vi siete fatti carico. Per questo Vi chiedo di incontrarci al più presto, affinché possa meglio spiegarVi lo stato dell’arte del lungo processo che porterà (porterebbe) al vincolo di salvaguardia sui suddetti beni culturali. Sono certo che un Vostro intervento nei confronti della Sovrintendenza accelererà, anzi sbloccherà l’iter che sembra essersi inceppato per chissà quali strampalati marchingegni. Ogni giorno trascorso senza un nostro intervento equivale ad un colpo di piccone alla bellezza, all’arte e dunque al benessere di tutta la collettività.
Distinti saluti
Marcello D’Acquarica
nov282013
Tanto per dirne un’altra, c’è il nostro sindaco (vieni avanti Mimino!) che vuol vederci chiaro, su ‘sta storia delle diossine e dell’aria inquinata che sta riempiendo di tumori gli apparati respiratori, e non solo quelli, della popolazione di Galatina e dintorni. E sembra fare pure la voce grossa, mica bruscolini.
Mi par di vederlo e di sentirlo, mentre con risolutezza detta (o scrive o fa scrivere per inviare) al “giornalista” del quotidiano della famiglia Caltagirone il comunicato sulla necessità di una “rilevazione puntuale attraverso una serie di centraline per il monitoraggio ambientale” sparpagliate sul territorio, per analizzare la qualità dell’aria del suo comune.
Dunque, se ho ben capito, la panacea dei mali diventerebbe la rilevazione dei fumi e la raccolta dei dati dell’aria che respiriamo. Non la rimozione delle loro cause, note anche ai bambini dell’asilo. Assolutamente no. Insomma il solito guardare al dito che indica la luna.
Ti verrebbe da chiedergli così ex-abrupto (sapendo che non ti risponderà mai): scusami tanto, signor sindaco, ma secondo te e gli scienziati della tua corte un nuovo mega-parco commerciale di appena 26 ettari quadrati da piazzare in mezzo alla campagna di Collemeto migliora o peggiora la qualità dell’aria comunale? Oppure per avere una risposta dovremmo prima impiantare un bel po’ di centraline di monitoraggio anche in contrada Cascioni?
Dicono che me la prendo troppo; che la mia è una forma di accanimento terapeutico nei confronti dei malati di “cementite” acuta irreversibile; che è inutile riempire paginate intere di Noha.it e Nohaweb con invettive che non troveranno mai risposta; che “uso” l’Albino ed il suo sito per i miei scopi personali, e altre amenità del genere.
E quali sarebbero questi miei “scopi personali”? Ah sì, i miei interessi privati come la qualità della vita, dell’aria, del territorio, e poi ancora la salvaguardia della bellezza, dell’arte, dei beni culturali. Mi chiedo, perché mai questi luminari a loro volta non usino anzi non “sfruttino” Noha.it per dire la loro (magari sui loro scopi personali), o per aprire un dibattito argomentato e a più voci su questo o quel tema, senza il bisogno di nascondersi dietro le solite minchiate. Temo proprio per mancanza di argomenti, altrimenti non avrebbe senso il detto rem tene, verba sequentur.
Invece no, meglio blaterare sotto coperta, spettegolando come tante comari.
Molti (per fortuna non tutti), a cominciare dai nostri ineffabili politici sembrano pronti a classificare il sottoscritto non per quello che scrive, ma per il suo grado di “amicizia” a questa o quella forza politica. Per quanto mi riguarda confermo di non essere amico né vero né falso di nessuno. Quando qualcuno sostiene le mie battaglie, lo sostengo a mia volta; quando qualcuno fa o dice fesserie, lo combatto. Semplice.
Ci sono un sacco di persone che per indole e formazione non hanno commercio d’amorosi sensi con la libertà del pensiero e dell’informazione, e non possono nemmeno lontanamente immaginare che esista invece un cittadino libero, senza padroni né partiti presi, che giudica di volta in volta gli esponenti politici e le loro scelte elogiandoli quando dicono o fanno qualcosa di buono e criticandoli nel caso contrario.
Essendo intruppati ed irreggimentati, questi signori intruppano ed irreggimentano anche gli altri. E non si accorgono che, continuando ad attribuirmi referenti di qua e di là, di sopra e di sotto, non fanno che evidenziare – se ce ne fosse ancora il bisogno - la mia relativa indipendenza (stavo per dire assoluta, anche se il concetto di assoluto non funziona con gli esseri umani).
Cerco, nei limiti delle mie possibilità di stimolare la riflessione, di avere un’occhiata oltre, di non salire sul carro del consenso generale misurato dall’applausometro e dalle ondate di saliva, e di non cavalcare mai le aperture, neppure quelle più promettenti, di chi sta al potere. Insomma denuncio non rinuncio (come purtroppo non fanno molti concittadini spalmati sui loro comodi divani).
Essere di pungolo, però, non significa negare l’evidenza, fare il bastian contrario ad ogni costo, contrastare ogni novità. Significa invece praticare la profezia, con la consapevolezza della difficoltà di farlo hic et nunc.
Questa roba ovviamente, molti la capiranno con il tempo, forse quando sarà troppo tardi (molti altri, invece, mai). Ma non bisogna darsi per vinti.
C’è bisogno di santa pazienza e di tempo, dunque, anche per far digerire questi semplici concetti, e per provare a debellare l’ottusità imperante. Soprattutto quando questa si presenta in giacca e cravatta, e talvolta con tanto di fascia tricolore.
Antonio Mellone
ago222010
Eccovi di seguito un articolo di Raimondo Rodia che ci riguarda da vicino, tratto da galatina.blogolandia
Continua ancora la distruzione dell’ambiente e delle campagne galatinesi, dispiace che quello che Antonio Mellone chiama il ” sacco di Noha ” stia avvenendo proprio con un sindaco originario di Noha, eletto dalla frazione con grande giubilo. Tra nuovo comparti artigianali, commerciali e di edilizia civile, riempiremo di cemento le campagne, il resto saranno campi di silicio con il mega fotovoltaico e le pale dell’eolico, come torri di Babele che si stagliano nel cielo del Salento. A questo aggiungiamo nuove fonti di stravolgimento del nostro ambiente, preservato dai nostri antenati e che noi in capo ad un paio di generazioni rischiamo di cancellare definitivamente. Ma torniamo ai nuovi accadimenti e sentiamo le parole di Antonio Mellone. ” Non finiremo mai. Siamo assediati. Ci stanno mettendo nel sacco ancora una volta. Stanno preparando ” il sacco di Noha “. Ebbene non ci crederete ma a Noha abbiamo un’altra emergenza (oltre al fotovoltaico selvaggio in svariati ettari di campagna nohana, oltre all’imminente Comparto 4 e le oltre 50 villette schierate come un plotone d’esecuzione, oltre a tutto il resto). Avete visto il video di Dino Valente su galatina.it a proposito della cava De Pascalis ? Sembra uno spot pubblicitario. L’intervistatore si rammarica pure della burocrazia e dei suoi lacci e lacciuoli, anzichè chiedere regole lacci e lacciuoli anche per il suo bene e la sua salute. Lo sapete che cosa verrà conferito in quella cava, a due passi dall’antica masseria Colabaldi, sito archeologico importantissimo? Di tutto, di più. Leggete l’elenco. Ma andate oltre: dietro quell’elenco c’è un altro elenco invisibile e innominabile, tra l’altro, facilmente immaginabile. Anche se non ce lo dicono ci saranno materiali pericolosi insieme a tutto il resto.Scommettiamo? Pensate che qualche eternit, o qualche altro materiale viscoso “ben chiuso” in qualche bidone, o qualche altra roba da sversare non ci sarà in mezzo alle altre schifezze che verranno portate qui da noi da tutto il Salento ? Suvvia, non cadiamo dalle nuvole da qui a qualche anno con le solite lacrime da coccodrillo. Cerchiamo di anticipare i tempi. E per favore andatevi a vedere il film “Gomorra” (proprio nelle scene delle cave dismesse), se proprio non riuscite a leggere l’omonimo libro di Roberto Saviano. Sappiamo come vanno le cose in Italia e soprattutto qui, nel nostro Sud. Conosciamo bene il senso di responsabilità e la correttezza di molti imprenditori.
E poi perchè tra la roba conferita deve esserci il vetro e la plastica? Non sono, questi ultimi, materiali da riciclare? Andatevi a vedere l’elenco delle cose conferibili (conferibili, ovviamente, a pagamento).
Credono lor signori che noi siamo così fessi da non capire che dietro questa n-esima “scelta ecologica” non ci sia un piano diabolico? Che potrebbe essere questo: guadagnarci ovviamente nell’immediato (i conferimenti da parte delle ditte di tutto il Salento è a pagamento, un tot. di euro a tonnellata). Ma guadagnarci anche e soprattutto nel futuro. Come ? Semplice. Una volta riempita la cava (non ci vorrà mica un secolo, basterebbe un decennio ma anche meno di conferimenti, con la fame di discariche che c’è ) si farà diventare edificabile quella “nuova area”, tra Noha e Galatina. Altro comparto, altra villettopoli. Altro giro altro vincitore, e molti perdenti: noi. Mentre altrove le cave dismesse diventano centri culturali (tipo Le Cave del Duca a Cavallino, sede di concerti e di convegni, o l’area Verdalia a Villa Convento, area di freelosophy, eccetera eccetera), qui da noi diventano l’immondezzaio del Salento. A due passi dalla povera Masseria Colabaldi. Non c’è rispetto nè della storia nè del futuro. Siamo schiavi del presente purtroppo. Manco i barbari permetterebbero certi scempi. Ma noi sì. Bisogna allora avvisare tutti i nohani, ma anche i galatinesi della 167, quelli che abitano nell’intorno della parrocchia di San Rocco, del fatto che anche loro ne sono coinvolti: ne va anche della loro salute. Bisogna far presto. Bisogna far girare queste mail, magari arricchendole con nuove notizie e nuove informazioni. Bisogna far svegliare i nostri rappresentanti (ma dove sono con i loro cervelli in fuga) cercando di far capire loro che con certe scelte e certe decisioni (prese all’oscuro e senza informare preventivamente i cittadini) stiamo andando con gioia verso il disastro. Stavolta annunciato.” Tutto giusto quello che scrive Antonio Mellone nel virgolettato, l’unica cosa da rimproverargli e che questa non è solo la battaglia della gente di Noha e della 167 di Galatina. Questa deve essere la battaglia di ogni cittadino del Salento, che vuole la sua terra ricca e salubre.
Raimondo Rodia
ago032020
Nella giornata di domenica 02 agosto, in collaborazione con l’Associazione “NOI Ambiente e Beni culturali” e con l'amico Giancarlo Ballarino abbiamo provveduto ad una pulizia e igienizzazione straordinaria e particolarmente incisiva delle aree giochi di piazzetta “G. Fedele”, “Pietro Antonio Colazzo” di Galatina e “Madonna delle Grazie” di Noha.
Questo per rispondere in maniera perentoria e decisa alle raccomandazioni del Ministero della Salute che ha emanato precise misure di informazione e prevenzione in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Nonostante l’aiuto della stagione favorevole, con l’estate che ci porta a vivere meno in spazi chiusi, i focolai che negli ultimi giorni hanno interessato diversi paesi stanno ad indicare che il virus SARS-CoV-2 è, purtroppo, ancora presente e che se ogni caso non viene tempestivamente arginato l’infezione rischia di tornare ad accelerare.
Gli ambienti frequentati dai bambini devono necessariamente essere particolarmente attenzionati.
Proprio per questo nei prossimi giorni provvederemo a distribuire alle famiglie che frequenteranno le suddette aree giochi prodotti per la disinfezione e detersione delle mani. L'iniziativa “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” è promossa, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, dall'Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI” di Galatina.
feb242016
Il Teatro è amicizia, amore, buonumore, diversi sostantivi per comunicare e promuovere la stagione di prosa 2016 che andrà in scena nel rinnovato Teatro Storico Cavallino Bianco, organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.
“Accade solo a teatro che le emozioni prendano forma” - afferma Daniela Vantaggiato, Assessore alla cultura della Città di Galatina - “a teatro, perimetro magico delle azioni e dei sentimenti che, come qualcuno ha scritto in questi giorni, appartiene a noi e a chi ci ha preceduti #ilcavallinoèanchemio vorrei dicessero tutti i Galatinesi nel momento in cui andranno a fare l’abbonamento per la Stagione, sì il Cavallino è un luogo, è luogo dell’umanità e dell’anima dei Galatinesi come di tutti coloro che da sempre fanno teatro calcando il palcoscenico o sedendo in platea! Poco importa!”. Accadrà anche al Teatro Cavallino Bianco ed amicizia, amore e buonumore prenderanno vita, diventeranno protagonisti di questa stagione 2016, dove per cinque serate, si aprirà il sipario alle ore 21:00. Dal 26 febbraio al 21 aprile 2016, il palco ospiterà spettacoli di prosa e non solo.
26 febbraio 2016 CANTO… ANCHE SE SONO STONATO con la partecipazione di STONATO BAND & SWING OUT DANCERS. Coreografie Elena Capriati. Stonato Band: Davide Saccomanno - pianoforte, Antonio Di Lorenzo - batteria, Davide Penta - basso, Mino Lacirignola - tromba, Fabrizio Scarafile - sax. Swing Out Dancers: Tiziana Loconsole, Luisa Losito. Regia SAVINO ZABA.
#aggiungiunabbonamentoateatro
Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00
Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00
mar132014
L'altro giorno avevo mandato una mail ad Antonio per alcuni chiarimenti su quello che sta succendo intorno a noi, a Noha e a Galatina in particolare (a proposito dei nostri beni culturali che stanno andando in rovina, sulla storia del mega-impianto di finto compostaggio che vorrebbero impiantare non so dove, e per sapere se qualcuno si fosse degnato di rispondere, magari in privato, a qualcuna delle sue lettere aperte).
Maria Rosaria Paglialonga
ott102013
Le chicche contenute nella famosa Convenzione siglata tra il Comune di Galatina e la Pantacom , quella che ha dato il via libera al Mega-porco commerciale in contrada Cascioni, non finiscono mai di stupire per la loro numerosità e per la loro ridicolaggine.
Antonio Mellone
dic042015
I trafiletti da inviare a “quiSalento” devono essere concettosi, stringati, lapidari; contenere alcune informazioni essenziali, incuriosire il lettore, indurlo a visitare i luoghi e partecipare alle manifestazioni. Ormai lo so bene per averne scritti e spediti a decine, se non a centinaia, nel corso dei quasi quindici anni di vita di questa bella rivista: brani, articoli, reportage, servizi sul conto di Noha e dintorni, a proposito di eventi, beni culturali, libri, feste patronali, concerti, sfilate, presepi viventi e fiere dei cavalli.
Quest’anno, nel vergare il passo sul prossimo venturo presepe vivente nohano, non son mica riuscito a fermarmi alle solite dieci quindici righe d’ordinanza, tanto che ho dovuto inviare a Marcello Tarricone e alla Cinzia (che è dolcissima e non so come faccia a sopportarmi) una mail che non finiva più. Sì, mi son fatto prendere la mano, sicché temo che i miei amici della redazione dovranno lavorare non poco di lima e forbici per far quadrare i conti dell’impaginazione.
Ma credo di esserne scusato.
Infatti, come fai a non dire che il presepe vivente di questa edizione avverrà in un luogo incredibile nel cuore della cittadina di Noha, un palcoscenico unico al mondo, un piccolo mondo antico che nessuno pensava di poter rivedere, anzi rivivere, chiuso com’è stato fino a ieri da un alto muro di cinta per abbondanti quattro o più decenni?
Come fai a non raccontare dei ragazzi-eroi di questo presepe che sono riusciti finalmente ad espugnare la fortezza, il castello, la torre medievale e il suo ponte levatoio, risvegliando i fantasmi del passato aggrappati alle volte dei secoli?
Non è la prima volta che questi prodi guerrieri rianimano i beni culturali del mio paese, là dove il vento sinistro degli insipienti e degli ottusi ha sempre lavorato per occultarli, denigrarli, seppellirli, anestetizzando le coscienze e la loro voglia di esistenza in vita. E così fu per la Masseria Colabaldi, per le Casiceddhre, per la Casa Rossa finalmente tornate al centro dell’attenzione. E’ inutile dire che la prossima e più ardimentosa sfida sarà il frantoio ipogeo: e nessuno pensi di metterci una pietra sopra.
Ma ritornando al punto. Come si fa a non scrivere che quest'anno il presepe vivo e itinerante di Noha ha fatto cadere i muri di Berlino del mio paese, spalancato porte sante, realizzato un miracolo di Natale, dando ossigeno al parco del Castello, soffocato da rovi e da amnesie umane, considerato come un vuoto a perdere, un cimitero di rovine e ruderi, un reticolo di crepe e rughe fino a ieri?
Finalmente dopo troppo oblio, ripulita da sterpaglie e dai mille segni del suo metodico abbandono, ritorna a svettare orgogliosa più che mai la Torre medievale di Noha (XIV secolo), accompagnata dal suo inseparabile Ponte Levatoio. Torre e Ponte diventano i nostri Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, con l’augurio che stavolta non si tratti di una tragedia, ma di una Storia di Noha a lieto fine. Basterebbe questo archeo-gruppo scultoreo di beni culturali antichi di rara bellezza per giustificare la visita al presepe vivente 2015.
Il resto dei “fori imperiali” salentini ubicati nel parco del maniero nohano è tutto un susseguirsi di scorci spettacolari (e autentici), come per esempio le cantine con le enormi botti di rovere dove s'invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha e imbottigliato a Martina Franca, fusti manutenuti da esperti maestri bottai gallipolini; la monumentale piscina ovale in stile Liberty, perfetta e aggraziata, ubicata al centro di quest’oasi di verde; la “castelluccia”, vale a dire la torre dell'acquedotto con un bellissimo impianto elettrico dei primi del ‘900, con marmi e pezzi in ceramica utilizzati a mo’ di isolante, e un sistema idraulico di pompe e canali irrigui collegati al pozzo ricco di acqua dolce. Tutto diventa materia da ammirare e studiare, oggetto di osservazione e dibattito, come avviene in un’escursione o in un viaggio didattico.
Al presepe di Noha non mancheranno poi i destrieri (come potrebbero nella “Città dei cavalli”?), ma anche un'infinità di altri animali da masseria, onde il presepe di Noha è rinomato nel Salento per il suo peculiare, nostrano ma anche esotico zoo.
In questa novella agorà, poi, si potranno degustare le pucce con le olive (che verranno prodotte in diretta nei forni allestiti all'interno del presepe) ed altre specialità culinarie nohane: dalla pasta fatta in casa alle pittule calde calde, dai panini farciti ai dolci natalizi prodotti dalle nohane, e ci si potrà scaldare con un bicchiere di vin brulé, rifocillarsi con i formaggi, i latticini, le olive sotto-sale, i pomodori secchi, i peperoncini piccanti, gli schiattuni de cicora, le noci locali e le altre leccornie da campo e da fattoria rigorosamente Noha-Dop, offerte nelle osterie del presepe.
Ultima chiosa. A Noha non esistono i mestieri “di una volta”, ma “di questa volta”: occupazioni, attività, professioni che fortunatamente continuano ad essere esercitati da un gran numero di artigiani-artisti locali, che vanno dallo scalpellino della pietra leccese al falegname, dal produttore di piatti e pignatte di terracotta alla ricamatrice al tombolo, dal maniscalco al calzolaio, dal contadino al pastore, dal casaro al sellaio, dalla ricamatrice al seggiolaio...
Nel presepe vivente di Noha non esistono comparse, ma solo protagonisti: i quali, per indole e formazione, non recitano mai una parte imparata a memoria, ma semplicemente vissuta tutti i giorni dell'anno. Inclusi, a questo punto, anche quelli delle feste comandate.
Antonio Mellone
gen312017
Che ingenuo che sono. Pensavo che il capitolo del mega-porco (come fai, signora mia, ad appellarlo mega-parco commerciale) e dunque della violenza che si vuol perpetrare con altro cemento nell’amena campagna di Collemeto fosse archiviato una volta per tutte.
Mi sbagliavo di grosso. Pare che navigatori sotterranei conto terzi, con tanto di attendenti di complemento, stiano ancora brigando per riportare all’ordine del giorno questa “opportunità anticrisi”.
Da qui a qualche tempo temo che si sarà costretti ancora una volta a sentirne parlare enfatizzando - di un centro commerciale - le magnifiche sorti e progressive in termini di “volano” e “ricadute” per l’occupazione di chi di speranza vive e dunque per definizione disperato muore.
Anzi il centro commerciale (un centro in periferia: vai a capire certe elucubrazioni) diventerà un must dei programmi elettorali della solita solfa di “novelli” “politici” (virgolette a novelli e a politici), i quali stan facendo di tutto per far finire Galatina in una discarica a chilometro zero. E, viste le teste mosse in continua annuenza, con molte probabilità di vittoria.
Ma santo cielo, come si fa a far capire che, come già ampiamente documentato, la Pantacom srl è la società a responsabilità limitatissima, oltretutto inattiva, che - secondo la lettura dei dati di bilancio che si evincono da una recente visura camerale, sostanzialmente identica a quella di un paio d’anni fa - dal punto di vista finanziario, patrimoniale e commerciale ha lo stesso valore del due di picche con briscola a denari, ergo assolutamente non in grado di dare al Comune di Galatina uno straccio di garanzia (lemma ignoto, quest’ultimo, alle parti in causa) sui suoi megagalattici business-plan, redatti, pare, con i piedi.
Come arcinoto anche agli svampiti di professione, la Pantacom è una società della galassia Perrone, la famiglia del sindaco più amato dai suoi sudditi leccesi (contenti loro) e presumibilmente anche da molti galatinesi, inclusi molti personaggi politici di chiara fama (e, vista la stazza di certi candidati a sindaco, anche di chiara fame) che s’accingono ad occupare o a rioccupare lo storico palazzo Orsini - edificio che sarebbe ormai il caso di ribattezzare più opportunamente “Del Balzo”. Del balzo in avanti, s’intende. Nella cava.
Il tutto con la benedizione “urbi et orbi” del Quotidiano locale sul quale ‘sine ira et studio’ (e soprattutto ‘sine studio’) si è usi leggere veri capolavori di letteratura horror altrimenti detti comunicati-stampa, prontamente pubblicati dalla redazione, evidentemente in mancanza d’altro e soprattutto di giornalisti. Degli ultimi recenti pezzi sulla Pantacom vi racconterò la prossima volta.
*
In questa povera città né sindaci né commissari riescono a proferire un NO secco ed incontrovertibile alle sirene d’Ulisse. Non ce la fanno proprio. E’ più forte di loro. Voglio sperare solo per mancanza di coraggio e soprattutto di basi culturali fondate sul sacrosanto principio dello “STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO”, e non per servilismo o peggio ancora per cointeressenza in questa colossale speculazione fondiaria e immobiliare che, se non fosse pericolosa, anzi tragica, somiglierebbe tanto ad una buffonata.
Povera Galatina, un tempo città d’arte, con la benedizione dei tuoi abitanti belli-addormentati-sul-divano, ti stai vieppiù trasformando giorno dopo giorno in una città del cemento e delle chiacchiere da bar sport.
All’interno delle tue mura si continua ancora oggi a blaterare di contrada Cascioni, di padroni, di circonvallazioni, di capannoni, di milioni. I soliti paroloni cogli ‘oni’.
Antonio Mellone
set192014
Vi ho già detto che nei giorni scorsi un cervello in Congedo assiso in consiglio regionale se n’è uscito con la grande nefandezza di un altro porto turistico idruntino nuovo di zecca. Ci mancava giusto questo ennesimo intervento dell’uomo per il completamento del secondo sacco di Otranto dopo quello del 1480 per mano dei turchi.
La Grande Opera dello sbancamento di un po’ di chilometri di scogliera inizierà così, con qualche chilo di dinamite, giusto qualche migliaio di camionate di cemento per la creazione di una bella piattaforma grande quanto un paio di stadi di calcio, l’asfalto di una strada a quattro corsie in grado di collegare il morto turistico alla nascente S.S. 275, rotonde qua e là quanto bastano, un po’ di villette a schiera da vendere a peso d’oro (che non guasta mai), un bel centrone commerciale stile Pantacom (benedetto ormai dal Patto del lazzarone PD-PDL-PRC), qualche frasetta sulla “scarsa significatività” della flora e della fauna interessata (con tanto di firma del professorone universitario di turno prezzolato a suon di mazzette e visibilità), paginate intere del “Quotidiano di Lecce” inneggianti al nuovo investimento, l’irrisione alle paranoie di quei quattro ambientalisti fissati e sfigati: ed ecco bell’e pronto un faraonico mega-porco turistico in grado di fungere da “volano per lo sviluppo” e di creare “ricadute occupazionali” a bizzeffe. Non è fantastico?
E poi, per finire, perché non innaffiare il tutto stappando una bella bottiglia di petrolio adriatico? Massì, visto che trivelleranno pozzi petroliferi in Croazia, Montenegro ed Albania, sarebbe d’uopo impiantare anche un paio di piattaforme a chilometri zero nelle acque territoriali di nostra pertinenza (sicché anche noi avremo così tanto petrolio che riusciremo a soddisfare le esigenze nazionali per ben due mesi). Tanto c’è lo “Sblocca Italia” a dar manforte al tutto, in barba ad ogni eventuale parere contrario e soprattutto grazie al silenzio-assenso da parte delle povere Sovrintendenze ai beni architettonici e culturali, deputate, appunto, al silenzio.
In effetti ad Otranto mancavano giusto le grandi navi per l’inchino (vuoi mettere la soddisfazione?), ed un nuovo panorama: in quattro e quattro otto si passerà dai monti dell’Albania alle montagne russe, costituite da tralicci, piloni, trivelle, sonde, e tante belle Costa Concordia.
Antonio Mellone
dic022012
Nonostante qualche titubanza iniziale, e qualche maldestra operazione matematica di sottrazione, anche quest’anno il presepe vivente presso la Masseria Colabaldi di Noha verrà allestito dagli stessi ragazzi che ebbero per primi l’idea e la voglia di far rivivere, seppur per qualche giorno, uno dei beni culturali nohani da decenni in balia di sterpaglie e menefreghismo.
Il “gruppo Masseria Colabaldi”, già da tempo al lavoro per la terza edizione del più bel presepe vivente (anzi presepe vivo) di Puglia vorrebbe render noto ai cittadini che la masseria è aperta a tutti coloro che vorranno aderire alla manifestazione sia nelle vesti dei figuranti che in quelle di collaboratori del disegno, dell’organizzazione, e della realizzazione del presepe nohano.
Sarebbe bella una partecipazione corale di tutti gli esponenti della nostra società civile, senza alcuna esclusione o distinzione “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” [art. 3 Cost.].
Vangelo e Costituzione, come dice don Andrea Gallo, dovrebbero essere le nostre due bussole. Anzi le nostre due stelle comete.
Antonio Mellone
P.s. S’era sparsa una voce in giro secondo la quale alcuni uomini di buona volontà avrebbero voluto allestire un presepe presso la casa rossa. Secondo il nostro modesto parere – già altre volte ribadito – sarebbe stupendo, meraviglioso, inedito, un motivo di attrazione particolare in più per Noha. E poi in quei dintorni sembra esserci già tutto l’occorrente. Perfino il palazzo di Erode.
gen272024
Nossignore, nel titolo di questo pezzo non c’è alcun refuso tipografico. La sostituzione di consonante ad “autonomia” che ha poi prodotto “autotomia” (la quale, come noto, è la capacità di alcuni animali di auto-mutilarsi - ma almeno loro lo fanno per scopi di sopravvivenza) è puramente causale, ed è riferita all’ennesimo siluro lanciato fresco fresco ai danni di quella che fu la nostra Carta Costituzionale, questa volta sotto forma di DDL (disegno di legge) che per caso porta il nome dell’odontoiatra bergamasco divenuto inopinatamente - e purtuttavia per la terza fiata nel corso del presente XXI secolo - ministro della Repubblica: a questo giro addirittura “Per gli Affari Regionali e le Autonomie”.
Del noto giureconsulto si ricordano, in ordine sparso, il suo primo matrimonio in rito celtico (immagino con la benedizione di Odino e i brindisi a sidro al posto dello spumante); una legge elettorale poi bocciata in più parti dalla Consulta e guarda un po’ definita Porcellum, chissà quanto in suo onore; la brillante uscita su una ex-ministra di colore (“Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango” [sic]), per dire dell’apertura mentale del personaggio; il famoso lanciafiamme per “incenerire 375 mila leggi inutili” allorché ricopriva il ruolo di ministro “Per la Semplificazione”, a proposito di Numeri Immaginari e di sortite folkloristiche; e numerose ulteriori varie ed eventuali.
Ma stavolta il problema principale non è mica il soggetto, ma l’oggetto. E a onor del vero v’è da aggiungere il fatto che ogni “riforma” che ne abbia rimaneggiato il testo in vigore dal 1948 si è comportata di fatto da proiettile esplosivo in grado di annientarne uno o più principi fondamentali, dico sempre della Costituzione: inclusa per esempio la modifica del suo titolo V avvenuta nel 2001 per le mani – o per i piedi – della sedicente sinistra ovvero diversamente destra allora al governo, poi sigillata dal 64% circa di Sì al referendum costituzionale, al quale, per la cronaca, partecipò più o meno il 34% degli aventi diritto al voto. Non so perché a tal proposito mi viene in mente la monaca di Monza del Manzoni con i suoi ripetuti Sì, e il successivo inesorabile “la sventurata rispose” (ovviamente ancora una volta di Sì), per dire quanto forse sia ormai complicatissimo innescare la retromarcia, e quanto, paradosso per paradosso, sia purtroppo vera l’asserzione secondo la quale chi ora è contro l’Autonomia Differenziata è contro la Costituzione.
È quel “novello” titolo V dunque la vera fonte del diritto del suddetto DDL dedicato all’Autonomia Differenziata, istituto giuridico del tutto ignoto dal punto di vista teorico alla stragrande maggioranza degli italiani e ai loro rappresentanti: i quali tuttavia presto recupereranno lezioni ed esami, imparandone a menadito gli effetti dal punto di vista empirico, vale a dire sulla propria pelle. E non parlo tanto delle continue espropriazioni di ogni genere subite dal meridione del Paese (che notoriamente partono da lontano, come minimo dai tempi della cosiddetta Unità d’Italia, e che continueranno d’ora in poi a ritmi più serrati grazie al minestrone in cottura, sicché i diritti reali dei cittadini varieranno in funzione della residenza anagrafica), quanto piuttosto della mortificazione del ruolo del Parlamento e quindi del dibattito politico, e soprattutto dell’impossibilità pratica di gestire le ventitré materie, e le centinaia di sottocategorie oggetto della prevista “contrattazione tra centro e periferia”: temi che vanno dai rapporti internazionali con l’Unione Europea al commercio con l’estero, dalla tutela e sicurezza del lavoro al governo del territorio, dalla produzione di energia alla salvaguardia della salute, dalla valorizzazione dei beni culturali all’alimentazione, dal sistema tributario all’organizzazione della giustizia di pace, dalle norme per l’istruzione alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Il tutto “a invarianza di bilancio”, vale a dire a saldo zero: che tradotto in soldoni significa senza spendere una lira in più rispetto a prima.
Immaginiamo già sin d’ora la gioia delle regioni più povere pronte, come neoliberismo comanda, alla concorrenza con le regioni che han gettiti fiscali tre/quattro volte superiori, e che dunque per rendere “attrattivi e competitivi” i rispettivi territori, o semplicemente per poter racimolare qualche euro in più per la loro stessa (temporanea) sopravvivenza, consentiranno trivelle, pale eoliche e campi di fotovoltaico in terra in mare e in cielo, accoglieranno a braccia aperte le scorie nucleari di vicini e lontani, creeranno Zes (cioè paradisi fiscali) in favore di cani e porci d’oltre confine (regionale). in compenso aumenteranno le tasse agli indigeni, ridurranno a zero le superstiti tutele ai lavoratori locali in uno con l’introduzione delle gabbie salariali, chiuderanno ospedali appellandosi al loro “riordino” e allungheranno le già chilometriche liste d’attesa, sdemanializzeranno quel che resta dei beni pubblici un tempo inalienabili e imprescrittibili, e inviteranno a nozze i novelli colonizzatori da ogni dove.
Quanto ai Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e, specie nel campo sanitario, ai Lea (livelli essenziali di assistenza), tranquilli: è tutto studiato a tavolino per l’ottima riuscita della suddetta Autotomia. Ma non specifichiamo di cosa.
[Articolo apparso su: il Galatino, anno LVII, n.2, 26 gennaio 2024]
Antonio Mellone
feb122012
Incontro con Antonio Mellone, fondatore de L’Osservatore Nohano
Come è stato il 2011 per la nostra Galatina e qual è la tua speranza per 2012?
Queste le domande fatte al collega Antonio Mellone, direttore de L’Osservatore Nohano.
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Abbiamo deciso di smettere per scelta strategica, pensando che L’Osservatore Nohano avrebbe forse dato più fastidio da morto che da vivo. Ciò detto, ribadisco il fatto che il sito noha.it continua ad essere vivo e vegeto e ricco di contenuti. Anche attraverso questo sito (il discorso vale anche per gli stupendi ed utilissimi siti di Galatina, che consulto ogni giorno) si può riuscire a scorgere nella vita quotidiana locale molti elementi di generalità ed universalità.
Dunque, caro professore Contaldo, qui non parlo che in veste di direttore di me stesso, o - il che è lo stesso - di cittadino. Dovremmo capire una buona volta, cioè, che la vera autorità locale non è il sindaco, o il parroco, o il vescovo, o il direttore della posta o della banca, o l’onorevole di turno, o il direttore di un giornale, o il capo di un partito, o un consigliere comunale o regionale, eccetera eccetera; la massima autorità dovrebbe tornare ad essere il Cittadino (scritto finalmente con la maiuscola) dal quale tutte le (ormai ex) autorità summenzionate dovrebbero sentirsi i dipendenti. Concetto scontato soltanto a parole; un po’ meno nei fatti.
Non c’è unto dal Signore che tenga, né un leader al quale affidare il futuro e noi stessi. La parola leader, si badi bene, è un insulto per il popolo. Non dovremmo aver bisogno di leader o di eroi! Guai seri sarebbero per quel popolo che si affidasse al leader, che poi inevitabilmente si trasforma in padrino locale, anzi in caporale locale. E noi non abbiamo bisogno di caporali, ma di Uomini!
Ognuno è responsabile di se stesso e verso la società. Basta con il velo sugli occhi, con la deferenza, con il servilismo sciocco, con le nebbie dell’incenso, col timore reverenziale, con il belato caprino o ovino, con la paura della verità.
Ma, caro professore, veniamo al dunque, alle risposte, cioè, alla sua domanda sul nuovo anno, sul nuovo che avanza (sperando di non imbatterci nel vecchio che è avanzato). Per questioni di spazio mi limito a guardare avanti più che fare un bilancio dell’anno testé passato, evidenziando cosa mi aspetto e cosa auspico per me e per gli altri concittadini.
Galatina, la più bella terra del mondo, sta attraversando ormai da un decennio una stagnazione politica terribile, che si riflette ovviamente nel campo sociale ed economico. E’ dunque giusto e pio che il Cittadino apra finalmente gli occhi, si svegli dal torpore, diventi parte attiva delle scelte politiche, e, smettendo di essere allergico al nuovo, faccia finalmente piazza pulita - attraverso una X apposta sulla scheda elettorale - di faccendieri, miopi arrivisti, millantatori, navigatori sotterranei conto terzi, malati di logorrea, protagonisti di batracomiomachie e zuffe da pollaio. Qui non si richiede quella corbelleria meglio conosciuta come “ricambio generazionale” (in quanto si può essere giovani a ottant’anni e rincoglioniti a venti), ma, magari, una discontinuità di volti e soprattutto un ricambio di vocabolario. Abbiamo bisogno di una nuova grammatica dello stare insieme, e un nuovo linguaggio che aborra, ad esempio, lemmi della serie: “apparentamento”, “ricaduta elettorale”, “visibilità”, “personalismo”, “vertice di maggioranza”, “poltrona”, “appoggio esterno”, e soprattutto quel luogo comune triviale, anzi quello slogan volgare che è la “politica del fare”…
Detto questo, aggiungo anche che non basterebbero uno o più politici virtuosi per il riscatto di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara. Infatti non sempre succede che un uomo pubblico virtuoso riesca a rendere virtuosa la propria città; ma è certo invece che una città virtuosa sa esprimere sempre uomini politici virtuosi. E i cittadini virtuosi sono quelli che si chiedono cosa possono fare per la comunità e non cosa la comunità possa fare per loro.
Dunque bisogna capire che le parole sono importanti, ed è arrivato il momento di impadronircene. Non si capisce perché ultimamente gli arroganti sono diventati intraprendenti; i buffoni, simpatici; i delinquenti, furbi che sanno stare al mondo; i cinici, intelligenti; né si comprende, per contro, perché gli onesti sono diventati fessi; i coraggiosi, visionari; e gli intransigenti, noiosi moralisti.
Serve un nuovo linguaggio comunitario (e laico) che parli finalmente di tutela del territorio, di risparmio energetico, di micro-generazione di energia, di valorizzazione dei beni culturali, di recupero e riciclo delle risorse, di sviluppo sostenibile e quindi anche di decrescita felice, di ristrutturazione del patrimonio edilizio piuttosto che di cementificazione…
A Galatina serve più aria pura e meno CDR, più libri e meno televisione, più conflitti e meno interessi, più centro antico e meno centri commerciali, più passeggio pedonale e meno auto, più incontri pubblici e meno isolamenti casalinghi, più autoregolamentazione e meno divieti (una cittadinanza culturalmente evoluta, ad esempio, non va in giro nel centro storico - ma anche in periferia - in automobile, quando invece può benissimo andare a piedi o al più in bicicletta, e senza il bisogno di vincoli o proibizioni).
Questo auspico per il nuovo anno. Non so se questo sia chiedere troppo.
Va bene, allora, se concludo dicendo che illudersi è pericoloso, mentre sperare obbligatorio?>>
Virgilio Contaldo
mag312015
L’ultima volta è stata a metà aprile di quest’anno, eravamo a casa di Marcello a festeggiare insieme ad altri amici il sessantesimo genetliaco del padrone di casa (compagno di classe di Roberto).
“Ehi, Roberto comu sciamu?”. “Tocca dicimu sempre boni, Antonio” - mentre mi stringeva forte, come al solito, la sua mano.
Ma sapevamo entrambi che era molto duro resistere contro quel male che sembra non voglia più risparmiare nessuna famiglia di Noha, anzi salentina. Eppure era incredibile l’energia che Roberto metteva in ogni cosa, nonostante tutto.
Io, a dire il vero, ho sperato fino in fondo e fino all’ultimo che ce la facesse: ero, come dire, fiducioso più che nelle cure degli oncologi nel coraggio, nella forza d’animo di quest’uomo e nei “metodi naturali” adottati con determinazione.
Sì, perché Roberto aveva una sua teoria sulla cura del male: “Devi essere più forte tu. Nun hai fare cu te cumanda iddhru. E poi devi mangiare molta verdura, i legumi e gli altri cibi naturali, devi stare sempre in movimento”. E questa, a ben vedere, non è mica una politica strampalata: è risaputo, infatti, che il sistema immunitario risente eccome dell’amore per la vita, e si comporta di conseguenza.
Io penso che se Roberto non avesse lottato così strenuamente, non avesse continuato a coltivare il suo orto, a dare una mano a Pietro in quella che è sempre stata la sua autocarrozzeria, e se non avesse avuto voglia di girare senza sosta alla scoperta delle piccole cose di cui meravigliarsi ancora, di godere delle amicizie, dell’amore di Lucia e dei suoi ragazzi, di partecipare alle manifestazioni organizzate da “I dialoghi di Noha” (l’ultima delle quali al centro Polifunzionale di piazza Menotti non più tardi di giovedì 8 gennaio 2015 avente per tema, guarda un po’, “Le radici del nostro benessere o malessere”, raccontandoci, con la sua presenza, la sua storia) probabilmente ci saremmo dovuti salutare qualche anno fa. Ma ci saremmo persi i suoi insegnamenti, anzi le ultime “lezioni” impartiteci da quest’uomo dalla cattedra più importante che esiste: l’esperienza.
I ricordi ora si accavallano, si rincorrono, s’intrecciano, e io in questo momento non ho la lucidità di descriverli con ordine in queste righe. Ma come si fa a non ricordare qui il suo entusiasmo da bambino mentre con l’aiuto del suo Gianpiero issa con orgoglio il pesante menhir di Noha scoperto da P. Francesco D’Acquarica nel terreno di Santu Totaru? E come non ringraziare Roberto per aver collaborato con Marcello “prestandogli” la sua officina, oltre che la sua consulenza e le sue mani esperte, per la pulizia e la messa a nuovo del marchingegno dell’orologio della torre pubblica di Noha (ora conservato presso le scuole di via degli Astronauti)? E come dimenticare la sua partecipazione attiva alla giornata ecologica di domenica 23 novembre 2014, lui in prima fila in contrada Scorpio insieme agli altri volontari armati di sacchi e di buona volontà pronti a ripulire i bordi delle strade dai rifiuti abbandonati dalla stupidità umana?
Questo era Roberto, una miscela di passione e generosità, attenzione e delicatezza per il suo paese: un vero monumento umano, un novello menhir di Noha.
Pensavo che bel paese è Noha che, nonostante tutto, non si sa bene da dove né come, riesce ancora a partorire degli angeli laici, anzi dei Serafini come il nostro beneamato Roberto.
Dai Roberto, appena arrivi in paradiso organizza un bel convegno, così gli altri ti guardano e imparano come si fa: lì sicuramente saranno più attenti di noi ai beni culturali e alla tutela di madre natura (ché quaggiù, su queste cose, spesso facciamo orecchio da mercante).
Però, per favore, insisti anche con noi. E continua ad insegnarci, anche da lassù, che non importa essere vincenti, ma invincibili. Come lo sei sempre stato tu.
Antonio Mellone
Condoglianze da parte della redazione di questo sito a Lucia, Gianpiero e Graziana, agli altri parenti, agli amici e alla comunità tutta di Noha.
mar012013
La telenovela dei famigerati Beni culturali di Noha continua. Mi sembra una di quegli sceneggiati a puntate degni della nostra televisione, così ancor oggi incredibilmente seguita (v. don Matteo). Per giunta gratis, senza cioè l’incombenza canonica di alcuna tassa da pagare per i servizi.
Ci mancherebbe che ci chiedessero di pagare pure il canone, visto che i servizi li vediamo solo nel senso deleterio dell’espressione (“ci hanno fatto proprio un bel servizio”). Di fatto ogni volta che noi abbiamo indirizzato delle domande in merito ci è stato risposto: “Adesso tocca a voi!”
Così, come un fulmine a ciel sereno, è giunta al Circolo Culturale Tre Torri di Noha, da parte della Soprintendenza della Regione e della Provincia (non sia mai che qualcosa ci pervenga dal Comune di Galatina) la risposta alle tante domande che ci siamo fatti e che abbiamo rivolto a lor signori\e nei tempi dei tempi.
Di recente, nel mese di dicembre 2012, su questo stesso sito, abbiamo condiviso una lettera aperta indirizzata al Sindaco e all’Assessore alla cultura in cui si elencavano, punto per punto, le innumerevoli richieste inerenti i nostri beni culturali e rivolte all’attenzione della Soprintendenza.
Chissà a quale delle domande della lettera aperta hanno pensato di rispondere i mandatari della missiva recapitataci (e che di seguito alleghiamo)? Ma non è questo il punto, l’importante è che lo abbiano fatto. La cosa più sconvolgente è che la risposta sembra priva di senso logico per almeno due ragioni.
Nella lettera identificata con il n. di protocollo 000417, e che alleghiamo di seguito, leggiamo infatti:
Si riscontra la nota in oggetto e si rappresenta che la Regione, nei passati cicli di programmazione è stata fortemente impegnata in una azione di supporto e sostegno delle amministrazioni locali per il recupero, la conservazione, la riqualificazione e la fruizione del ricco e qualificato patrimonio culturale diffuso nel territorio. Sia attraverso lo strumento degli Accordi di programma quadro (delibere Cipe 142/99; 17/03; 20/04; 35/05; 3/06), per quanto riguarda la programmazione di Fondi FAS, che per il tramite delle varie azioni del PPA dell’Asse IV, linea 4.2.1. del PO FESR 2007-2013, sono state erogate risorse a beneficio di complessi monumentali di pregio, teatri storici, aree archeologiche, musei e biblioteche.
La parte evidenziata (a noi così giunta), sembra quasi voler sottolineare il fatto che, essendo già state erogate le risorse, qualcuno se ne guardi bene di richiederne delle altre. Come d’altronde viene specificato chiaramente tre righe dopo nella lettera stessa.
Ora ci viene spontanea la domanda: “Come e da chi sono state erogate e consumate le risorse di cui si parla in questa lettera?”.
Secondo punto o dubbio. Nella letterina di Natale pervenutaci si parla di “stato di avanzamento della progettazione che consenta di valutare il programma di fruibilità pubblica del bene”.
Di cosa parlano? Esiste, dunque (a nostra insaputa) una progettazione di fruibilità dei nostri beni in cui qualcuno s’è impegnato? E per quale ragione, se così fosse, i cittadini di Noha ne sono tenuti all’oscuro?
Non ci sembra di aver mai chiesto soldi o progetti ai Dirigenti firmatari del protocollo Regionale, dott. Mauro Paolo Bruno e Avv. Silvia Pellegrini, ma semplicemente un vincolo giuridico affinché quei beni siano salvaguardati da qualsiasi atto vandalico o eventuali progetti pseudo-legali. Inoltre, visto che la suddetta comunicazione protocollata (per la quale si sono scomodati i Dirigenti sunnominati e il Presidente della Provincia di Lecce), è stata inviata all’attenzione del Signor Sindaco del Comune di Galatina, di cui siamo riconosciuta periferia, saremo degni questa volta di un Suo interessamento? Oppure la puntata si chiuderà con l’ennesima calata del sipario sul mistero dei Beni culturali di Noha?
Marcello D’Acquarica
lug152019
Il GAL Valle della Cupa srl, nell’ambito del PSR 2014-2020 Misura 19 "Sostegno allo sviluppo locale LEADER" Sottomisura 19.2 " Sostegno all'esecuzione nell'ambito degli interventi della strategia" ha pubblicato il BANDO Azione 2 - Creazione e sviluppo di impresa per rafforzare l’offerta di servizi di turismo esperienziale, accoglienza ed ospitalità Intervento 2.2 - Pacchetto multimisura per l’avvio di nuove pmi extra agricole
(BURP n. 78 del 11 Luglio 2019)
SOGGETTI BENEFICIARI
Microimprese e piccole imprese, persone fisiche che avviano nuove attività extra-agricole, nelle aree rurali, presentando un progetto di diversificazione, nell’ambito dei servizi turistici, attività artigianali e attività agroalimentari.
ATTIVITÀ FINANZIABILI
Investimenti a sostegno di processi di qualificazione delle aziende non agricole per favorire la creazione di nuovi servizi turistici a supporto dello sviluppo del turismo esperienziale.
Le imprese dovranno far riferimento ai seguenti comparti:
1. Servizi turistici: guide turistiche, noleggio di attrezzature sportive e ricreative, noleggio biciclette, noleggio di altre attrezzature sportive e ricreative, altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio, attività delle guide e degli accompagnatori turistici, attività creative, artistiche e di intrattenimento, attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali, altre attività di intrattenimento e divertimento non altrove classificate, attività di organizzazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby, ecc;
2. Attività artigianali: terracotta, legno, ferro battuto, pietra leccese, ricami, cuoio ed eventuali altre attività artigianali della Vdc che realizzino un prodotto finito;
3. Attività agroalimentari: trasformazione e commercializzazione prodotti tipici.
TIPOLOGIA DEGLI INVESTIMENTI E COSTI AMMISSIBILI
Per l’avviamento: Non sono previsti costi ammissibili.
Per lo sviluppo aziendale:
• Ristrutturazione ed ammodernamento di beni immobili necessari per lo svolgimento delle attività anche in termini di accessibilità ai diversamente abili;
• Modesti ampliamenti, nell’ambito di opere di ammodernamento o ristrutturazione dei fabbricati, necessari esclusivamente per gli adeguamenti tecnologici e igienico-sanitari, di volumi tecnici e per l’eliminazione delle barriere architettoniche;
• Sistemazione delle aree esterne che interessano l’attività;
• Acquisto di arredi e di attrezzature per lo svolgimento di attività;
• Acquisto o sviluppo di programmi informatici e acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore, marchi commerciali;
• Spese generali ammissibili fino ad un massimo del 12% dell’investimento.
TIPOLOGIA ED ENTITÀ DEL SOSTEGNO PUBBLICO
Il pacchetto, oltre a finanziare aiuti all’avviamento di nuove attività, comprende l’aiuto in conto capitale nei limiti di seguito stabiliti:
a. Per l’avviamento: l’aiuto sarà corrisposto nella forma di un premio di € 10.666,67 per le PMI extra agricole. L’aliquota di sostegno è pari al 100%;
b. Per lo sviluppo aziendale:
Il sostegno sarà concesso nella forma di contributo in conto capitale pari al 50% della spesa ammessa al beneficio. E’ previsto l’investimento minimo di Euro 30.000,00. La spesa massima ammissibile per ciascun intervento è pari a Euro 42.000,00.
CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ
Tra le altre, la presentazione di un piano aziendale contenente elementi minimi, come specificato nel bando ed il raggiungimento del punteggio minimo di 30 punti, così come previsto dai criteri di selezione.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTI
Esclusivamente nell’area territoriale di competenza del GAL VALLE DELLA CUPA S.R.L. (Comuni di Arnesano, Cavallino, Lequile, Lizzanello, Monteroni di Lecce, Novoli, San Cesario di Lecce, San Donato di Lecce, Galatina, San Pietro in Lama, Squinzano, Surbo, Trepuzzi).
RISORSE FINANZIARIE MESSE A DISPOSIZIONE
Spesa Pubblica totale: Euro 760.000,00
Scadenza per il rilascio della domanda di sostegno sul portale SIAN: ore 23.59 del 23 Settembre 2019. Scadenza per l’invio della documentazione: ore 23.59 del 24 Settembre 2019 (fa fede il timbro apposto sul plico dall’Ufficio Postale o dal Corriere accettante)
“Attraverso il sostegno offerto dall’ Intervento 2.2 del Bando AZIONE 2 del GAL VALLE DELLA CUPA viene offerta una reale possibilità di sviluppo di piccole attività commerciali nell’abito dell’artigianato e dei servizi turistici - afferma l’Assessore alle attività produttive Nico Mauro - Si attivano così concrete possibilità di sviluppo economico del territorio e per questo è necessario darne il giusto rilievo e mettere a conoscenza, soprattutto i giovani, di questa opportunità di finanziamento”.
In allegato si pubblica il bando integrale.
E' possibile scaricare l'Elenco Regionale dei prezzi delle opere pubbliche - Anno 2019 al seguente link:
http://www.regione.puglia.it/elenco-prezzi-2019
https://www.valledellacupa.it
feb042013
Leggendo il titolo di questo pezzo, una persona normale si chiederebbe immediatamente: “Contro a favore di chi o che cosa?”
Ho come l’impressione che la sindrome del fare (di cui solitamente si ammalano i nostri pseudo-politici in tempi di elezioni) stia dividendo le candide anime dei nostri indefessi servitori.
Mi chiedo cosa ci voglia a capire che un progetto, per il solo fatto d’essere tale, porta sicuramente lavoro. E per favore, non stiamo tanto a guardare a chi lo porta, questo lavoro. Se a nostri paesani o forestieri, o addirittura di un’altra nazione. Lo porta, punto.
Perché rifiutarsi a prescindere, quasi per puntiglio, di avallare l’intenzione di essere a favore di questo benedetto mega-parco, anche se poi non sappiamo nemmeno cosa ci costruiranno dentro. Magari scopriremo che si tratta della Florida Salentina, della terra promessa, o della fortuna dei galatinesi. In fondo che saranno mai venti o trenta ettari ricoperti di capannoni, di cemento e di catrame, al posto del terreno destinato all’agricoltura, e forse a degli ulivi rinsecchiti (che costa più tenerli che tagliarli). L’olio? Nei supermercati lo vendono già imbottigliato a meno della metà del costo che dovrebbero sostenere i nostri sfortunati contadini per produrlo. Se poi proprio tutto dovesse andare a monte (dei fiaschi di Siena) faremo come fecero millenni addietro i nostri avi che per ripulire la terra da cui cavare il necessario per vivere: raccolsero a mano, una per una i miliardi di pietroline che la riempivano. Certo loro non avevano le talpe o le ruspe, e c’hanno impiegato millenni, noi no. Con la moderna tecnologia, il nostro piccolissimo mega-parco Cascioni, lo trituriamo in un batter d’occhio. La fresa meccanica, comunemente detta “talpa” che stanno adoperando per il tunnel del traforo in Va di Susa, riesce a frantumare in media dai 10 ai 20 metri di roccia al giorno.
Dico io, se proprio il mega-parco dovesse rivelarsi un fallimento, che sarà mai il costo della frantumazione di qualche tonnellata di cemento (magari pure di scarsa qualità). Tanto andrebbe sempre bene per costruire altri mega-parchi. In fondo “ce lo chiede l’Europa”. E poi fare e disfare non è tutto un lavorare?
Certo che se però ci facessero vedere il fantomatico mega-parco in qualche modo sarebbe meglio. Così, giusto per vedere se ci piace. Che so io, per esempio un modellino simulante forme e materiali, un disegno tridimensionale, oppure delle immagini ricavate da quei fantastici programmi 3D di cui fanno uso gli studi di architettura.
Vuoi che una società forte ricca e potente come la nostra Pantacom non sia in grado di farci apprezzare questo fantomatico progetto? E poi, leggendo certe interviste senza filtri ti viene da chiederti: come? Anche il Comune di Nardò comprerebbe a scatola chiusa? O forse da qualche parte nella scatola c’era un foro da cui si poteva percepire che “meravigliosa opera è il mega-parco”?
Su dai Signor Sindaco, a volte bisogna turarsi il naso (e pure occhi e orecchie) e firmare, “per il bene di Galatina”, “per le ricadute sull’occupazione”, “per il turismo” (infatti i turisti verranno a frotte qui da noi: non vedono l’ora di farsi 2000 chilometri per vedere il nostro stupendo mega-parco nuovo di zecca), “per il futuro dei nostri figli” (che non vedono l’ora di fare i cassieri, o gli scaricatori di pezzi per i comodini Ikea), “per il progresso”, “per la crescita” (delle menzogne), per questo e per quell’altro. “Firma, caro Sindaco! Dopo parleremo dei contenuti”, ha esordito così un consigliere comunale davanti al gran rifiuto.
E poi vuoi mettere? Finalmente i galatinesi avranno un posto dove passare le serate d’inverno, quando in casa ci si annoia a guardare sempre le solite televendite Raiset, anche perché scaldare casa costa sempre di più. Meglio andare tutti insieme al calduccio nei nuovi capannoni del mega-parco, come fanno quelli delle città emancipate. Tanto qui di contenitori culturali, se ne parla da tempo ma di fatto non se ne vedono (oppure si restaurano, come quello della vecchia scuola elementare di Noha e poi si chiudono subito, non sia mai che qualche attività culturale risvegli le coscienze sopite dalle scemenze). Finalmente le nostre passeggiate avranno una meta a corto raggio. A chilometri tendenti a zero. Collemeto è ad un fischio, ad un tiro di schioppo, ad uno sputo.
Con le sempre più frequenti offerte sui prezzi della benzina ci potranno andare proprio tutti. Sarà un po’ come andare a fare una bella scampagnata, fuori dal caos del traffico cittadino.
Insomma basta con queste quattro vetrine stra-consumate della piazza, del centro, di via Roma, di corso Porta Luce, e dei comuni limitrofi. Tutti al mega-parco Cascioni, in fila indiana, oppure senza alcun ordine, a caso, come le pecore. Tutti a comprare chincaglierie low-cost, che al primo giro di danza finiranno dritte dritte nei rifiuti. Tanto poi ci sarà l’inceneritore Colacem a ridurre tutto in fumo.
Ma al nostro consigliere comunale, probabilmente i contenuti dei progetti non interessano, punto. Tra l’altro, ha una memoria talmente labile che non ricorda nemmeno più chi fossero i suoi compagni di scuola. Chissà cosa ricorderà delle materie studiate.
Caro Sindaco non fare il permaloso e non ti offendere se dicono che sei una brava persona, firma e poche ciance. Ma prima di firmare: Pensa …Pensa…Contro chi sotterra la coscienza nel cemento…[tratto dal testo della canzone “Pensa” di Maurizio Moro].
Marcello D’Acquarica
mar232017
Non c’è niente da fare. Qui dalle nostre parti sembra dominare ancora indisturbato il pensiero unico del consenso di massa.
Perdurano graniticamente (e chissà per quanto tempo ancora) il volemose bene, i tarallucci e vino, le pacche sulle spalle, i finti amiconi, la solidarietà di specie (più che di genere), il partito unico della nazione, l’eterna Trattativa, e dunque frotte di censori (che non sanno nemmeno di esserlo).
Conciliaboli di perbenisti, genie di “borghesi” radical chic, gruppetti di maître à penser, squadre di spacciatori di catene per schiavi novelli, circoli di raddrizzatori di elettroencefalogrammi, staff di incravattati dei dì di festa, clan di amici degli amici, cerchie di intellettuali neo-conformisti, élite con la puzza sotto il naso, ordini di giornalisti da riporto, associazioni culturali foraggiate da pOLITICI e un’accozzaglia indefinita di allegre comari: tutti morbosamente suscettibili, pronti a scandalizzarsi, a stracciarsi le vesti, a sentirsi offesi in prima persona se osi scrivere quello che pensi, utilizzando talvolta più che le biro le penne all’arrabbiata.
Prediligono il disarmo del dissenso al dissenso disarmante. Deplorano la contestazione, l’alterità, la critica, la possibilità di pensare, di programmare e sognare eventuali futuri alternativi. Favoriscono più o meno inconsapevolmente la comunicazione tautologica (e alienata), quella in cui tutti pensano e dicono le stesse cose.
Eh, sì, i tuoi toni sono troppo lapidari, accesi, aggressivi, sagaci e mordaci per i loro gusti raffinati. Loro non si sbottonano mai, per prudenza. Per definizione.
Pazienza se poi in privato sull’argomento, sul fatto o sul tizio di cui ti capita di raccontare le gesta eroiche ti confidino indicibili, inaudite, che dico, oscene “mazze e corne”. Ma in pubblico, no. In pubblico devi essere politically correct, assertivo, allineato e possibilmente coperto.
Certi toni, signora mia, è preferibile ammorbidirli. Meglio i semitoni, il bemolle più che il diesis, i guanti di velluto più che la cartavetro, il fioretto più che il machete, la quiete più che la tempesta. E soprattutto MO-DE-RA-ZIO-NE.
Nessuno, tra codesti moderati-in-pubblico/estremisti-in-privato, che si chieda se le cose che dici o scrivi siano vere o false. Niente. Quel che conta è il tono. Pazienza se la casa sta bruciando, l’importante è aver spento la luce del tinello.
Temo che a Galatina e dintorni si sia ormai regrediti a un punto tale che la gente debba addirittura essere rieducata alla libertà del pensiero, di cui la satira (questa sconosciuta) con il suo potere a volte dissacrante è uno degli strumenti didattici più efficaci.
Non ricordo più dove ho letto che l’obiettivo della satira è esprimere un punto di vista in modo divertente. Divertente per chi la fa, s’intende. Ogni risata dell’autore contiene una piccola verità umana (che spesso fa male). Se poi gli altri ridono, tanto di guadagnato, ma non è un criterio per giudicare la satira. Certo, mica la satira può piacere a tutti: i suoi bersagli o gli amici dei bersagli, ad esempio, non ridono affatto.
E poi non è che la satira debba per forza far ridere, perché a volte deve far piangere. Anzi talvolta la satira più riuscita, la più tagliente e corrosiva, è quella che fa scoppiare di rabbia (per la verità soprattutto i bacchettoni), mentre il disagio che aumenta è solo quello dei parrucconi.
Nell’attesa di accettare, anzi di auspicare un po’ più di satira in questo piattume cosmico continuiamo pure a farci del male: applaudendo al neo-feudalesimo atrofizzante, inneggiando agli anestetici sociali contro il dolore da vita vuota, auspicando l’assopimento dei neurociti, minacciando le teste pensanti, sopprimendo la disobbedienza civile, emarginando i ribelli, i resistenti, gli oppositori, e lottando contro tutto ciò che potrebbe mettere in discussione la nostra omologante schiavitù.
*
Qui da noi la casa brucia, la nave affonda, il comune fallisce, il debito avanza, il cemento straripa, l’asfalto corre, la Tap penetra, la stampa disinforma, il popolo dorme, gli attivisti scarseggiano, la Colacem affumica, il cancro dilaga, la gente muore, i poliziotti caricano, la Sarparea incombe, il fotovoltaico devasta, la mafia tratta, la politica latita, le multinazionali occupano, gli ulivi soffrono, l’ambiente detona, il profitto campa e la Costituzione crepa.
In tutto questo l’intellighénzia del pasticciotto (che di questi problemi non ha mai detto mezza parola, probabilmente perché non ne sa nulla o perché più o meno consapevolmente corresponsabile e fautrice) continua invece a parlare di toni, di stile e del solito PD (Pistolotto Domenicale).
Io ho un dubbio atroce, il solito, su chi sia esattamente il soggetto che, mentre indichi la luna, guarda il dito (tra l’altro quello sbagliato).
Sì, signora mia, faccio sempre confusione tra lo stolto e lo stronzo.
Antonio Mellone
ago292021
Anche questa volta, noi i soliti "quattro sognatori" di "NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina, siamo riusciti a offrire la nostra fatidica seppur piccola goccia che compone l'oceano. Quell'oceano buono che si contrappone con forza a quell'altro fatto di indifferenza e di maltrattamenti alla Natura.
Abbiamo preso parte ad un evento straordinario che vede contrapporsi sempre più questi due mondi: il primo, il prodotto dei vizi dell'uomo che con i suoi rifiuti tenta di soffocare questo paradiso, in questo caso la riserva delle Cesine, un luogo fantastico, e il secondo, tantissime persone soprattutto giovani, che con la loro semplice generosità riescono a fare tutti insieme cose inimmaginabili.
In queste occasioni di operatività ci si trova insieme a tanti amici e amiche e si prova quella grande emozione di unione, di forza e del sentirsi meno soli, che dà conforto e fa ben sperare.
Purtroppo davanti a certe orribili scene di rifiuti imbrigliati nella vegetazione e fra gli scogli lambiti dalle onde marine, come quelli visti oggi, si oscura il cuore.
Oggi, 29 agosto sulla spiaggia delle Cesine, un velo di tristezza (ma anche di speranza) calava davanti alla vista di quelle mani e di quei giovani volti che imperterriti non volevano mollare la presa di plastiche che solo a sfiorarle spesso si sbriciolano in mille pezzettini.
Ve lo diciamo sinceramente: forza ragazzi, forza Daniele S. e Daniele T., forza Chiara, Valentina, Giorgio, Clara, forza tutti voi ragazzi e ragazze del CAS, con la vostra partecipazione ci avete fatto capire che siete oltre la barriera dell’indifferenza e che è necessario agire.
Francesco Cino con il suo dire insistente ha seminato bene: “Tutti insieme per il bene comune”
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv
giu242021
Venerdì 25 giugno alle 19 (ingresso gratuito con prenotazione su Eventbrite) l'Ex Complesso Monastico delle Clarisse di Santa Chiara in Piazzetta Galluccio a Galatina ospiterà l’evento di condivisione dei contenuti emersi e dei tratti più significativi della maratona partecipativa "Cavallino Bianco: il futuro è adesso". Dal 24 maggio al 4 giugno si sono tenuti, infatti, nove laboratori online, coordinati dall'esperto di metodi e processi partecipativi Fedele Congedo, architetto senior dell'associazione Mecenate 90, per costruire insieme traiettorie condivise per il futuro del "Cavallino Bianco" di Galatina. Con la conclusione dei lavori che hanno interessato lo storico Teatro, il Comune di Galatina intende restituirlo alla pubblica fruizione, identificando le prospettive del piano di valorizzazione con i portatori di interessi, pubblici e privati. Per questo, è stato realizzato uno specifico percorso partecipativo, con il supporto di Mecenate 90, un’associazione che in Italia svolge attività di consulenza e di assistenza tecnica agli Enti pubblici nei settori della valorizzazione e gestione dei beni culturali, dello sviluppo locale e della pianificazione strategica.
Il sindaco Marcello Amante, l'assessora alla Cultura e alla Pubblica istruzione Cristina Dettù, il segretario generale di Mecenate 90 Ledo Prato (in collegamento) e il coordinatore delle attività partecipative Fedele Congedo presenteranno al pubblico i risultati del percorso che ha coinvolto la comunità educante dei sei Istituti scolastici e la comunità creativa di Galatina con oltre 900 contribuiti apportati attraverso la piattaforma. I laboratori online hanno registrato quasi 200 accessi da profili unifici e hanno ospitato 18 testimoni dal mondo del teatro e della cultura, locale e nazionale ( Cesare Liaci, Gabriele Polimeno, Carlo Infante, Alessandro Santoro, Linda Eroli, Alessandro Rossi, Antonio Rollo, Susan George, Fabio Tolledi, Alessio Di Clemente, Ylenia Politano, Marco Martinelli, Pietro Valenti, Gabriele Rampino, Maurizio Braucci, Luca Scalzullo, Valentino Ligorio, Carmen Ines Tarantino), tutti disponibili sul canale youtube del percorso partecipativo. La lavagna digitale di facilitazione visuale, cresciuta in tempo reale e accessibile a tutti sin dal primo incontro, è il report completo del percorso. Nel cruscotto di navigazione, tutti i contenuti emersi, i dati e i link attivati. È consigliata la consultazione mediante pc desktop, al link https://bit.ly/ilfuturoadesso. L'ingresso all'incontro è gratuito con prenotazione tramite piattaforma Eventbrite. Ulteriori info sul sito www.comune.galatina.le.it.
Gruppo Telegram Comunità Cavallino Bianco
https://bit.ly/comunitacavallino
Ufficio Stampa
Società Cooperativa Coolclub
Piazza Giorgio Baglivi 10, Lecce
apr292012
Giuro che questo è l’ultimo pezzo della mia, chiamiamola così, trilogia pre-elettorale. Mi spiace tediare il lettore (quell’uno che sarà) per la terza volta su di un tema fritto e rifritto; tuttavia talora non si può prescindere da certe elucubrazioni per puntualizzare l’ovvio.
Se mi fosse concesso, passerei subito prima o subito dopo i clerici vagantes - che in questi giorni come tanti commessi viaggiatori stanno passando “a benedire” le nostre case, a promettere mari o monti (Mario Monti?), a distribuire i santini su cui è effigiata la loro immagine ed il loro motto (che parla), e finalmente ad implorare la nostra croce sul simbolo del loro partito e sul loro nome prima di imbucare nell’urna la scheda elettorale – dicevo: passerei io, porta a porta, cercando di convincere i miei concittadini non tanto a chi dare il voto, quanto a chi NON darlo.
E lo farei usando più o meno queste parole: “Caro concittadino, non votare gli arrivisti, i faccendieri, i profittatori, i navigatori sotterranei conto terzi, i marpioni vecchi ed i marpioni “giovani e concreti”, i soliti noti che si presentano come esponenti del nuovo che avanza, mentre di fatto sono il vecchio che è avanzato. Non votare chi per opportunismo cambia facilmente casacca, chi passa da destra a sinistra, e viceversa (Franza o Spagna purché se magna). Non votare gli inguardabili, gli inaudibili, gli intoccabili, i leccapiedi, i baciapile e i baciamadonne, gli improvvisati salvatori della nostra piccola patria, i politicanti dell’ultima ora, i politicanti incalliti, quelli che ti fanno ancora credere che gli asini volano. Non votare il “trota” locale, il bifolco locale, il pirla locale, né chi è appoggiato dai mafiosi locali. Non sprecare il tuo voto a vantaggio di chi vorrebbe fare della politica la sua professione (e magari campare comodamente a tue spese); non buttar via il tuo voto in favore di chi pensa agli affaracci suoi e a quelli della sua famiglia. Non votare chi ti vede come un suddito, una pecora da tosare, un mulo da soma da sfruttare per i suoi porci comodi. Non votare gli assassini della democrazia, chi ha della politica un’idea burocratica e definisce “antipolitica” i politici veri, i soggetti della polis che invece fanno proposte politiche serie. Forse la vera antipolitica oggi è quella tradizionale, bacchettona, parruccona, paludata a nuovo ma impregnata di naftalina, pronta a scagliare anatemi contro la ragione e la passione.
Per favore, caro elettore, non andarti a mettere nei Casini, con la scusa del centro, del moderatismo (sarebbero questi i moderati?), e dei “valori della famiglia”: come fai ancora a fidarti di chi fa i risciacqui e i gargarismi con l’acqua santa, di chi usa la religione come un vestito buono per tutte le stagioni, di chi è ancora attaccato alla sottana dei preti in nome del perbenismo e di chissà quali “valori non negoziabili”, quando poi si dimostra che il vero valore per questi formigonini, ciellini, opusdeini, in una parola “casini”, è quello del potere e del denaro? Come fai a votare chi è appoggiato dai vari Miccichè (che vergogna!), chi è dell’UDC (unione dei condannati), chi finge di essere di centro quando di fatto è fascista nei secoli dei secoli amen? Non dare ancora (se pur l’avessi già fatto) il tuo suffragio ad un partito che nel corso di questi anni ha portato l’Italia nel baratro economico, finanziario, sociale, culturale e politico: sì, il partito dell’amore (a pagamento), il partito del “nuovo miracolo italiano”, il partito del “meno tasse per tutti”, il partito de “la crisi è alle nostre spalle”, il partito della quarantina di leggi porcata o leggi-vergogna, quello personale del bifolco di Arcore, il papi delle cene eleganti, del bunga-bunga, anzi del burlesque, l’amico del barbaro leghista, e delle prescrizioni brevi.
Non votare chi non ha sale in zucca, e vuole avvelenarti con il CDR (combustibile derivante da rifiuti), con gli inceneritori (che, per prenderti in giro, ribattezza come “termovalorizzatori”). Non sprecare il tuo voto dandolo a chi non ti merita, a chi s’infischia del territorio che vuole martoriare ancora con il cemento, con i pannelli fotovoltaici, con i centri commerciali, con le cave trasformate in discariche di rifiuti di ogni tipo, con i nuovi comparti artigianali o commerciali o per “civili” abitazioni, “in nome della crescita”. Non votare chi deride il lavoro di tanti concittadini, che pur non appartenendo ai partiti politici ed in nome della democrazia partecipativa lottano per la salvaguardia dei beni comuni, delle risorse pubbliche, della campagna, della natura, dei beni culturali (il cui scempio si compie sotto i nostri occhi proprio mentre ci si professa – o ci si atteggia a - tutori, difensori, paladini di questi beni culturali).
Non votare chi vuole uccidere il tuo futuro e quello dei tuoi figli in nome del “progresso”, del profitto, del capitale, del denaro, dei suoi interessi di bottega…”
E’ vero che alla fin fine le persone da votare si conterebbero sulle dita di una mano. E sarebbero da ricercare con la lanterna, anzi come si fa con un ago nel pagliaio.
Ma un popolo virtuoso sa e deve scegliere secondo coscienza. Se ne ha ancora una.
Antonio Mellone
gen202021
L’antica chiesetta Santa Lucia (da non confondere con l’attuale di via Roma, i cui lavori ebbero inizio nel 1922), situata all’inizio della strada per Noha, è uno dei tanti beni comunali che attendono una nuova vita.
Il luogo di culto, molto venerato nel passato, è una testimonianza delle nostre tradizioni religiose, architettoniche e culturali; una volta recuperata, assieme alle tante opere presenti a Galatina (non solo la Basilica di Santa Caterina D’Alessandria), diverrà una nuova occasione per incrementare il turismo religioso, che, in questi anni (anche nell’ultimo colpito dalla pandemia), ha avuto un notevole incremento.
Una storia ultracentenaria non può andare perduta. Sorta, come tramandato, in sostituzione di un’edicola votiva, che segnalava il luogo dove la strada Reale si incrociava con la Lecce - Leuca, denominata il “cammino di S. Pietro”. Poco distante venne, infatti, rinvenuta la pietra dove si sedette l’Apostolo, in cammino dalla Terra Santa a Roma, e nel lontano 1665 traslocata nella Chiesa Matrice, ammirata e venerata da centinaia di pellegrini..
In più occasioni, le Amministrazioni che si sono alternate alla guida di Palazzo Orsini, si sono impegnate a trovare i finanziamenti per il restauro.
Il primo intervento è datato 1993. L’allora sindaco, il prof. Zeffirino Rizzelli, aveva inserito nel programma elettorale e nella sua dichiarazione programmatica, la necessità dell’acquisto, sino ad allora di proprietà privata; un decreto sindacale, nello stesso anno, dichiarò la struttura patrimonio artistico. Promessa che non ebbe seguito per l’interruzione anticipata del suo mandato.
Nel 2000 si completò l’acquisizione al patrimonio comunale, il proprietario la cedette al prezzo simbolico di mille lire, il sindaco di allora era Giuseppe Garrisi.
Il 2019 sembrava segnare una svolta, e l’avvio della fase di progettazione e restauro sembrava imminente, e in poco tempo la chiesetta resa fruibile alla comunità. L’avvio dei lavori fu reso possibile grazie ad un finanziamento di 25.000 euro della Sovrintendenza provinciale. Un primo intervento aveva permesso l’espianto di un albero di fico, cresciuto rigoglioso sul tetto. Per dimostrare che si faceva sul serio, e che ambizione dichiarata della Giunta Amante era quella di lavorare con sollecitudine per conservare il copioso patrimonio culturale, la struttura fu ingabbiata con robusti tubi innocenti, il tetto protetto da una solida copertura. Anche in questa occasione, le aspettative sono andate deluse: a circa due anni tutto è rimasto immutato, non le infiltrazioni, l’umidità e l’erbacce, peggiorando così lo stato di abbandono.
Una domanda, infine, è legittima: il finanziamento di 25.000 euro è stato già speso per la messa in posa dei tubi e della copertura e il pagamento di due anni del loro affitto?
PARTITO DEMOCRATICO
CIRCOLO DI GALATINA
apr142024
Lunedì 15 aprile alle ore 18:30, nella Sala Conferenze del Palazzo “De Maria”, in Corte Taddeo, sarà presentato il libro scritto da Cecilia Pavone, “Puglia. Artisti, luoghi e sperimentazioni nell’arte contemporanea”. Dialogherà con l’autrice il Direttore del Museo Civico “Pietro Cavoti” di galatina, prof. Salvatore Luperto.
Pubblicato da Milella Edizioni, il libro “Puglia – artisti, luoghi e sperimentazioni nell’arte contemporanea” di Cecilia Pavone, contiene una selezione di articoli e recensioni di mostre visitate in Puglia, tra il 2011 e il 2023, interviste ad artisti di livello nazionale ed internazionale, testi critici, saggi, relazioni redatte in occasione di presentazioni di mostre, incontri culturali e seminari, interviste rivolte ad artisti e operatori culturali pugliesi, ma anche ad autori italiani e stranieri che hanno esposto nel territorio.
Gli scritti sono stati pubblicati su diverse riviste nazionali di arte contemporanea digitali e cartacee, su cataloghi e quotidiani e costituiscono il risultato della lunga e intensa ricerca dell’autrice, che parte da interrogativi aperti e riflessioni sul modo in cui l’arte contemporanea si è innestata al genius loci della Puglia, al suo folklore, alle sue radici epico-mitiche, alla sua identità culturale e sul rapporto tra arte contemporanea e territorio.
Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto e si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate di arte contemporanea digitali e cartacee - tra le quali Artribune, Segno, Lobodilattice - e sul Nuovo Quotidiano di Puglia. Ha curato mostre di arte contemporanea in diverse località italiane e ha collaborato con l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Lavora come critica d’arte, giornalista e curatrice per diverse gallerie e istituzioni di arte contemporanea pubbliche e private. E’ autrice di due libri, pubblicati da Milella edizioni nel 2023, sull’arte contemporanea: “Poiesis – scritti d’arte contemporanea” e quello che sarà presentato nell’incontro odierno.
Come si è già ricordato, a dialogare con l’ospite sarà Salvatore Luperto, docente, critico d'arte e studioso di Arte contemporanea che dirige il Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina e ha caratterizzato la sua presenza con numerose iniziative di alto respiro culturale e innovativo.
Mario Graziuso
apr032019
Luisa Sello, flautista friulana scelta dal Ministero dei Beni culturali per rappresentare la musica italiana in tutto il mondo, il 4 aprile sarà la protagonista del secondo appuntamento della XX Stagione Concertistica Internazionale de “I Concerti del Chiostro”.
Lo scorso 28 marzo, l’affiatato Duo Pollice ha inaugurato la rassegna con un concerto per
pianoforte a quattro mani. I due musicisti sono stati accolti nella splendida chiesa della Madonna delle Grazie da uno straripante e caloroso pubblico che per quasi due ore ha goduto delle note di Mozart, Beethoven, Verdi, Rossini e Puccini.
“Siamo molto felici di ospitare nel nostro paese questa rassegna musicale internazionale diretta dal M° Luigi Fracasso - afferma il sindaco di Soleto, Graziano Vantaggiato – I Concerti del Chiostro sono vera Cultura e il mio augurio è che diventino un appuntamento itinerante in più comuni della Provincia e non solo”.
[**]Luisa Sello, definita dal New York Concert Review 2016 un’artista dall’avvincente passione e spontanea cantabilità, con tecnica brillante e grande charme, ci accoglierà insieme al suo flauto con il programma “Quadri di colore”, tre sentimenti legati alla musica e a temi della vita: Arte, Amore e Gioia. Saranno eseguite musiche di J. S. Bach, W. A. Mozart, A. Vivaldi, G. Verdi e G. Rossini.
Appuntamento a giovedì 4 aprile alle ore 20 presso il Santuario Madonna delle Grazie di Soleto.
Come ogni concerto, anche questo sarà preceduto da una visita guidata nel Comune di Soleto a
cura dell’Associazione “Amici del Presepe” previa prenotazione.
Infoline: 3292198852
I Concerti del Chiostro – Associazione Musicale – via del Ciclamino 32, Galatina
Libreria Viva Athena – Via Liguria 73/5, Galatina 0836.566088
Pagina Fb: www.facebook.com/IConcertidelChiostro/
Email: iconcertidelchiostro2019@gmail.com
Gloria Romano
Ufficio stampa
Luisa Sello, flauto
Quadri di colore
LUISA SELLO Artista eclettica ed innovativa, flautista del panorama internazionale con una intensa attività solistica in Europa, Estremo Oriente, Stati Uniti e Sud America, è ospite di orchestre quali i Wiener Symphoniker, la Salzburger Kammerorchester, la Miami Great Symphony Orchestra, I Virtuosi Italiani.
Un’artista unica, una ‘musicista dall’eccezionale versatilità e dal carisma ammaliante, che riesce ad arrivare dentro l’anima di chi la ascolta, lasciando un’emozione difficile da dimenticare’. (Altromolise, Il Mattino di Bolzano, ABC Madrid, General Anzeiger Bonn, Messaggero Veneto).
Il suo repertorio abbraccia diverse epoche e forme d’arte, in un percorso da lei ideato
come esecutrice, autrice e regista, riscontrando consensi unanimi per ‘classe, eleganza, presenza, talento,
emozione’.
Ha lavorato con l'Orchestra del Teatro Alla Scala di Milano sotto la direzione di Riccardo Muti ed ha suonato accanto ad Alirio Diaz, Trevor Pinnock, Edgar Guggeis, il Nuovo Quartetto Italiano, lo Jess Trio Wien. Ambasciatrice della musica italiana nel mondo, è tra gli artisti sostenuti dai Ministeri degli Affari Esteri e delle Attività culturali .
Ideatrice di spettacoli estremamente originali e nuovi, propone repertori classici e programmi riscoperti dal
gesto, in un personale percorso aperto a diverse forme d'arte, e da lei generato come interprete musicale, autrice di testi e regista .
Docente al Conservatorio di Trieste e Professore ospite all'Università di Vienna e di Graz, viene regolarmente invitata presso Istituzioni Accademiche in Giappone, Cina, Argentina, USA, Russia, Austria, Germania, Spagna, Estonia .
Laureata in Lingue per la Comunicazione Internazionale ed in Letterature Moderne, ha pubblicato saggi
comparativi tra letteratura e musica ed ha vinto diversi premi letterari di poesia.
Incide per 'Stradivarius', una delle eccellenze discografiche europee, e per la Beijjing Honhchen Millennium
& Art,in Cina .
Luisa Sello ha studiato a Parigi con Raymond Guiot, primo flauto dell'Operà, ed è stata una delle allieve predilette di Severino Gazzelloni che di lei ha scritto ‘qualità di primissimo ordine: tecnica e suono di ottimo livello, unite ad una magnifica sensibilità interpretativa‘.
Dopo il successo del 'Pierrot Solaire' vincitore del premio Speciale Start Cup 2008, e 'Canto per la vita' commissionato per il Premio Unesco 2008, sta ora lavorando sui progetti 'Bach, musica eterna' e 'Quadri di colore'.
lug132021
Pubblichiamo la lettere inviata il 18 marzo 2021 all'Amministrazione Comunale e della quale si attende ancora una seria valutazione del problema.
Il pericolo di crollo calcinacci o di parti sporgenti dal profilo della facciata di tutta la struttura in oggetto è tutt’altro che improbabile.
Abbiamo segnalato più volte ai tecnici comunali intervenuti per dei controlli, la necessità di un risanamento della struttura nel suo insieme, comprendendo quindi anche gli interni che mancano delle funzioni basilari, con l’obiettivo di ripristinare l’agibilità, ma forse si sta sottovalutando il problema dal punto di vista “sicurezza” pubblica.
Sul lato destro della torre dell’orologio, per chi lo osserva dalla piazza, è evidente a occhio nudo lo stacco dal muro del cornicione verticale in tutta la sua lunghezza, non è altrettanto visibile lo stato di aderenza delle altre parti intorno all’aquila, tantomeno si può dire dei massi calpestabili della balconata. Oltretutto il 18 giugno del 2013 si staccava improvvisamente un pezzo simile del balcone al primo piano della casa attigua, arrecando gravi danni ad una automobile in sosta, e per fortuna non a persone. La fortuna finora ci ha assistiti ma forse non è il caso di continuare così.
http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=1039
Crediamo non ci sia più tempo per attendere progetti dedicati e finanziamenti relativi che non arrivano mai, la salvaguardia della sicurezza per chiunque si trovi a transitare nell’ambito adiacente alla struttura va ben oltre all’aspetto indecoroso di un Bene Storico e Culturale, va perfino oltre alla assurda assenza di un meccanismo che faccia funzionare l’orologio, il risanamento conservativo e/o di ristrutturazione edilizia è già di per sè un progetto.
Chiediamo all’Aministrazione Comunale che intervenga al più presto possibile sullo stato pericolo che incombe su tutto il tratto prospiciente alla struttura pubblica, restituendo all’area la sicurezza dovuta.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina
giu202023
Sarà presentato ufficialmente il prossimo 29 giugno alle 18.30 presso la Lega navale di Gallipoli il progetto Tourism for all realizzato dall’associazione Portatori sani di sorrisi odv. Si tratta di un progetto integrato di turismo accessibile finalizzato a far vivere una vacanza spensierata a coloro che hanno delle difficoltà motorie e sensoriali, ma soprattutto a creare delle relazioni che consentiranno di vivere meglio anche dopo la vacanza.
Tourism for all comprende Felicetta portami al mare, Dinamiko Beach, Dinamiko Village e Access City. Si tratta di quattro progetti distinti ma connessi, accomunati dall’obiettivo di realizzare le migliori condizioni per far vivere dei giorni di spensieratezza agli ospiti ed ai loro familiari, ma anche di far riflettere sul concetto che le barriere si possono superare più facilmente senza i limiti mentali che ci si pone.
Felicetta portami al mare, è l’ultimo progetto di turismo sociale accessibile, la cui presentazione ufficiale è prevista il 29 giugno presso il porto mercantile – Banchina Foranea presso la Lega Navale di Gallipoli. Si tratta di un’imbarcazione completamente attrezzata anche per persone con disabilità che consentirà a tutti di vivere un’esperienza positiva in mare. Il progetto, però, non punta soltanto all’eliminazione delle barriere fisiche delle barche tradizionali, ma soprattutto a creare momenti di incontro, aprendo a delle nuove opportunità di divertimento e sport.
“Felicetta” è la prima imbarcazione accessibile, presente in tutta la costa nel nostro Salento e sarà ormeggiata nei vari porti. È dotata di rampa per consentire l’accesso a chi ha difficoltà motorie e sensoriali, dando l’opportunità di vivere il mare senza barriere e di capire a tutti che a volte " i limiti più ingombranti sono nella testa e che sono superabili”.
“Con Felicetta – afferma il presidente dell’associazione Pierangelo Muci - offriremo finalmente la possibilità di trascorrere una giornata in libertà a chi ogni giorno vive tante difficoltà per poi affrontare con più energia le sfide quotidiane. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sui concetti della “progettazione per tutti” e sull’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, non solo urbane. Vogliamo consentire la socializzazione, creando momenti comuni tra chi ha determinate necessità e chi invece ha la possibilità di soddisfarle. Non si possono sottovalutare gli enormi benefici dell’acqua sul benessere psicofisico di ogni persona, soprattutto per chi ha una disabilità motoria. Sono tantissimi gli studi che ormai confermano che il più grande farmaco gratuito è il MARE”.
Dinamiko Beach, si concretizza con la gestione di un lido in località Sant’Isidoro, riservando un’area demaniale destinata alla balneazione, alla possibilità di far vivere il mare a tutti. La postazione, oltre ad essere dotata di sedie Job e Tuareg per l’accesso al mare in libertà, è fornita di ombrelloni provvisti di sdraio e lettino posti lungo la passerella a ridosso del bagnasciuga. La gestione è curata dai volontari con diligenza, gioia, sorrisi e tanto amore che garantiscono, nel periodo estivo, l’apertura giornaliera dalle ore 9 alle ore 19. Gli utenti possono prenotare gratuitamente l’ombrellone attraverso il sito internet ed eventualmente il taxi sociale se non hanno la possibilità di raggiungere la spiaggia in autonomia.
DinamiKo Village nasce con l’obbiettivo di regalare sette giorni di relax e puro divertimento a tutte quelle famiglie vulnerabili che hanno vissuto una lungodegenza o che vivono una situazione di disabilità in casa, per far riscoprire loro la serenità perduta. Famiglie che spesso non possono neanche permettersi una vacanza e che arrivano da noi tramite una rete di associazioni dislocate in tutta Italia che collaborano con la nostra struttura.
Questo villaggio è il luogo ideale dove la famiglia può mettere da parte ansie e problemi per condividere un programma fatto di emozioni senza fiato! Si trova in una zona centrale del Salento immerso nel verde a pochi chilometri dalla costa.
I nostri ospiti, attraverso il servizio di Taxi sociale, se ne hanno bisogno, o muniti dei mezzi propri, frequentano le meravigliose spiagge salentine, sono impegnati in visite guidate alla scoperta del nostro territorio e la sera tornando al villaggio sono immersi in un’atmosfera magica di giochi, musica, buon cibo e condivisione di esperienze e di emozioni tra gli stessi ospiti e i nostri instancabili volontari.
Quando la malattia irrompe nelle case tutti gli equilibri si sfaldano e i problemi economici sono tra i primi a farsi sentire, il poter fare una vacanza tutti insieme si trasforma in un miraggio.
Access City è, infine, un tour alla scoperta delle più belle città del territorio salentino che gli ospiti possono fare accompagnati dai volontari dell’associazione. Un giro tra bellezze culturali e paesaggistiche, una visita nei borghi antichi, sempre vissuto con inclusione e interazione, attraverso il supporto di guide turistiche del luogo che faranno conoscere i monumenti, le tradizioni, l’arte e la cultura del Salento.
“Noi ci scontriamo quotidianamente con le tante difficoltà legate al mondo della disabilità - conclude Muci - e spesso sul territorio manca proprio la cultura degli spazi e dei luoghi accessibili davvero a tutti.
Siamo vicini a migliaia di famiglie che si rivolgono al nostro centro ascolto per problematiche diverse e spesso affrontiamo momenti di tristezza o disagio, ma vivere la disabilità non è solo questo.
Siamo convinti che dare l'opportunità a tutti di trascorrere momenti di gioia e armonia sia un dovere civile e morale che per chi ha la possibilità di fare per gli altri. Un semplice sorriso ed un particolare sguardo ricevuto sono in grado di riempire il cuore, di far dimenticare i problemi della vita quotidiana, offrendo un momento non solo di svago, ma anche e soprattutto di profonda riflessione morale”.
L'associazione
“Portatori sani di sorrisi ODV” è un'Associazione senza scopo di lucro che nasce nel 2013 da un gruppo di volontari. Essa opera per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, svolgendo principalmente in favore di terzi, le attività di interesse generale di cui all'art. 5 comma 1 del Codice del Terzo Settore.
L´Associazione si occupa di inclusione sociale, di abbattimento di barriere architettoniche, di diritti dei minori e di uguaglianza del genere umano da circa 9 anni.
Uno dei punti cardine della nostra Associazione è l'inclusione sociale di tutti e i progetti posti in essere dai nostri membri vanno ad intervenire dove purtroppo ancora oggi nella società si trovano barriere architettoniche sia fisiche che mentali. Siamo in prima linea per difendere i diritti della persona, dei minori, dei migranti e soprattutto di chi vive in condizioni di disagio, di malattia, di disabilità, dove spesso tali diritti vengono posti a margine o completamente calpestati.
Siamo un gruppo di volontari “clown” uniti da un fine comune: mettersi in gioco, donare sé stessi, con la convinzione che a far del bene, si riceve sempre del bene.
I “Portatori sani di sorrisi ” rappresentano l’emblema dell’allegria, quella pura! Quell’allegria che scaturisce dalla semplicità dei gesti e delle azioni, quell’allegria impagabile e spontanea che trova riscontro ogni giorno nei milioni di sorrisi donati e ricambiati dagli sguardi dei bambini e degli adulti pieni di gioia e di riconoscenza.
La nostra associazione è presente assiduamente nei diversi reparti degli ospedali salentini, si occupa dei bisogni primari delle famiglie, di mobilità sociale, di umanizzazione dei reparti pediatrici, di supporto alla malattia nelle cure lontano da casa, di turismo sociale accessibile e di progetti racchiusi nel nostro Villaggio sociale, il “Dinamiko Village”.
Recentemente l’associazione è stata selezionata tra 14 mila associazioni italiane per far parte del progetto “il gusto unico di donare”, nata dalla sinergia tra Coppa del nonno e 1 Caffè onlus, fondata dall’attore Luca Argentero.
Intervista al presidente e volontario Pierangelo Muci: https://youtu.be/kpM39aXxEgY
Presentazione Dinamiko Village: https://youtu.be/Sa99gpxMh-g
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/search/top?q=portatorisanidisorrisi
Sito web: https://www.portatorisanidisorrisi.it/
Antonio Torretti
ago262011
Una grande partecipazione per la visita guidata di Noha organizzata da RaiRo Servizi Turistici e svoltasi venerdì scorso.
Oltre un centinaio si sono presentati all'appuntamento e molti di loro provenivano da fuori Noha, si e trascorso un bel pomeriggio alla scoperta dei Beni culturali.
mag302017
Prosegue l’attività di promozione e potenziamento del Servizio Civile Nazionale del progetto #youthgalatina2015.
I volontari, contattando due Istituti Secondari di II grado, Liceo Classico “P. Colonna” e Liceo Artistico “G. Toma”, di Galatina, hanno organizzato degli incontri presso le sedi scolastiche distribuendo agli alunni un questionario funzionale alla conoscenza e all’analisi dei vari bisogni e delle varie attività socio-culturali che vorrebbero sul territorio (azione 5 denominata azione sociale del relativo progetto).
L’utilizzo di strumenti di comunicazione di massa rende ancora più efficace e puntuale l’operato dei due volontari mediante l’utilizzo della pagina internet (pagina facebook: infogiovani youthgalatina) e del blog (prggiovanigalatina.blogspot.com) e il continuo aggiornamento a cadenza settimanale della bacheca informativa, con annunci sulle offerte di lavoro e le iniziative messe in campo dai vari istituti pubblici e aziende private.
Costante impegno è dato alle attività dello sportello informativo dello S.P.I.O.L., Servizio di Informazione, Orientamento e Accompagnamento al Lavoro dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, gestito da ASP “Istituto Immacolata” di Galatina supportando e affiancando i giovani sulle modalità di compilazione e aggiornamento dei vari curricula, garantendo loro un continuo supporto e coinvolgendo anche i nuclei più disagiati e più bisognosi di aiuto socio-economico; il tutto in un preciso quadro di miglioramento delle relazioni con i cittadini e di potenziamento della pubblica amministrazione nei servizi da quest’ultima promossi.
giu212021
In questi giorni, abbiamo avuto modo di apprendere tramite i canali social ufficiali dell’Amministrazione Amante, di come sia in atto un piano di riqualificazione e restauro della Torre Civica di Via Vittorio Emanuele II e della messa in funzione dell’annesso orologio, da anni fermo e – ahinoi – vittima della continua corrosione da parte degli agenti atmosferici. Il Comunicato stampa evidenzia come i locali dell’antica Torre galatinese, presto diverranno sede di un Infopoint per i turisti alla ricerca di cose belle da poter visitare in quel di Galatina (e ce ne sono davvero a iosa!). Il punto di maggiore interesse da parte del lettore, il quale non sa precisamente se interpretarlo come un augurio o un mero “riepirsi il pugno di mosche”, trova senso nella frase “L’attenzione e la volontà di fare le cose nel migliore dei modi è evidente […]” (ndr.), allorchè il lettore stesso cerca di riflettere a lungo, traendone le proprie e personali conclusioni. Lungi da noi essere in disaccordo sulla fruibilità della Torre Civica galatinese, del restauro dell’Orologio e di tutto ciò che di più bello può esserci nella Città; saremmo infatti felici, allorquando avessimo la possibilità di sperimentare (magari è la volta buona!) che questa Amministrazione stia lavorando argutamente alle tante e incresciose situazioni che la stessa è chiamata a risolvere, ma come sempre finiamo a riempirci la bocca di belle parole gettando fumo negli occhi dei cittadini che, ormai inermi e privi di speranza si affidano alla sorte, sperando che questa sia la volta buona.
Ma veniamo al dunque: apprezzando ovviamente lo sforzo del Sindaco, dell’Assessore ai LL.PP. e dei Consiglieri tutti, nell’adempiere a una delle promesse fatte alla città in piena campagna elettorale, ci dispiace ricordare agli stessi che il Comune di Galatina comprende anche tre frazioni tra cui Noha, che vanta anch’essa una Antica Torre dell’Orologio esposta al degrado, in completo stato di abbandono e con un orologio fermo da ormai diversi decenni, vittima di questa Amministrazione che evidentemente pone le frazioni e i suoi beni culturali in secondo piano. E ad onor del vero, per onestà intellettuale e sottolineando il fatto che il Partito Democratico di Noha non cerca il primato su argomenti che già di per sé da diversi anni sarebbero dovuti essere risolti, ci pare ovvio evidenziare che già molto prima di noi diverse associazioni del luogo o singoli cittadini, hanno tentato in tutti i modi di risolvere l’annoso problema, ponendo la questione all’attenzione del Sig. Sindaco a mezzo di propagande giornaliste e raccolta firme; la stessa attenzione però che non è mai arrivata, continuando così ad avere un bene prezioso abbandonato e se stesso. Solo un evento ci pare di ricordare: era il 10 maggio 2018 quando l’Assessore Tundo organizzò, agli albori del suo mandato, un’Assemblea cittadina, promettendo a tutti che sarebbe stata riqualificata la Torre dell’Orologio di Noha, auspicando – dulcis in fundo - anche un restauro della famosa Trozza. Da allora sono passati esattamente tre anni. Tre anni di silenzio, tre anni di abbandono, tre e molti altri anni di dimenticanza di quelli che sono tesori da saper custodire e valorizzare. Non sarebbe ora di mettere la parola fine a questo continuo stato di abbandono? Noha chiede l’attenzione che merita!
Il Segretario PD - Noha
Michele Scalese
nov062013
Cari politici di Noha, di Noha sì. Perché un conto è dire di Noha e un altro è dire di S. Barbara, di Collemeto o di Galatina. “Cari”, lo dicevo nel senso economico, non nel senso di “prediletti”. Per cui volendo adoperare un contrario del termine “cari” dovrei dire “economici” se non addirittura “sgraditi”, o forse sarebbe più consono l’aggettivo sostantivo “miserabili”, per il servizio non reso, ovviamente, non certo per il Vostro status socio-economico che è di rispettabilissimo livello.
Vorrei fare il punto della situazione a proposito della politica nohana.
“Politica”, cioè l'occuparsi del bene pubblico per il bene di tutti, è un concetto arcinoto dalle Vostre eccellenze, e stra-inflazionato durante le Vostre mirabolanti promesse di buona politica in tempi di elezioni. Ora, premesso questo, vorrei analizzare lo stato di degrado in cui versano i nostri beni culturali. Qui conviene ricordare che per “bene culturale” s’intende non solo il palazzo, la cattedrale o il mobile d’epoca, bensì tutto ciò che è decoro comune. Sognando come me un paese pari al senso civico che meriterebbe Noha, appunto, potreste per esempio meravigliarvi imbattendovi nella rotonda che precede il viale di eucalipti di via Aradeo, il tratto dove incombe anche l’assenza di una indispensabile pista ciclo-pedonale. Tre evidenti piaghe che evidenziano l’alto grado di trascuratezza politica nei confronti delle persone e della natura. La rotonda, dove perfino zzanguni e cicore creste si rifiutano di nascere, è una evidente isola sperimentale di bruttezza dove le Vostre Eccellenze hanno infatti vomitato il peggiore dei servizi al cittadino.
Il viale di eucalipti nemmeno possiamo più considerarlo tale essendo solo un ricordo nella memoria di pochi, e nei quattro esemplari sopravvissuti, e che gridano pietà.
Volendo evitare la vista degli ulivi stecchiti perché trapiantati in pieno Agosto (per far da siepe – parola di ex-sindaco - ai 40 e passa ettari di pannelli fotovoltaici di contrada Roncella), siamo costretti a entrare in Noha percorrendo la rambla, cioè la via curve-curve, o la “via nova” che di nuovo ha solo il sole che tramonta ogni giorno insieme all’altra pista ciclo pedonale che tutti sognano.
Quindi non abbiamo alternative. Per giungere a Noha evitando le brutture citate, e tappandosi le narici per la puzza di fogna, non ci resta che via Collepasso. Inutile tentativo di pista per pseudo-piloti indefessi che puntualmente si trovano costretti ad atterrare davanti all’altrettanto inutile incrocio rotonda-semaforizzata, triste esempio di cretin’ingegneria urbanistica multitasking. Provare per credere.
Forse Dio consolerà gli ingegneri che l’hanno partorita, la via e la fogna, ma noi no.
Bene, forse ce l’abbiamo fatta. A fare cosa? Direte. A entrare sani e salvi nell’unico paese al mondo dove i Beni culturali si manutengono da soli. Fino a quando non ce la fanno. Le casiceddhre però sono ormai agli sgoccioli, la casa rossa non si capisce a che punto sia, la torre con ponte levatoio del XIV sec. ubicata nel parco degli aranci si sta sfarinando, il frantoio ipogeo e l’antichissimo sito messapico-romano della Masseria Colabaldi da rintracciare a “Chi l’ha visto?”, la pubblica piazza, più che il salotto sembra il cesso del paese.
Qui non ci sono altri commenti che possano rendere merito all’illogica manomissione architettonica delle opere esistenti, pubbliche e private. Praticamente il primo che si sveglia al mattino può issare un qualsivoglia manico di scopa addobbato con lampadine multicolore in perenne clima natalizio, o il proprio scettro goliardico a sua immagine e somiglianza. Questo accade da qualche tempo nella piazza San Michele di Noha. Così gridano vendetta le ali dell’aquila senza tempo (in quanto l’orologio è fermo), perenne monito della Vostra, anzi nostra ignavia. Gridano pietà le zoccole (specie evoluta di pantegana autoctona) che s’affacciano dal palazzo baronale per invadere le case dei pazienti concittadini. Chiedono aiuto perfino le zecche (autoctone al pari delle zoccole), che accorse numerose perché richiamate dal forte odore cadaverico di eau de fogne estivo, rischiano a loro volta di perire sotto il degrado in cui versano case e torri.
Ora, visto tutto il Vostro impegno e l’attenzione costante ai nostri beni culturali, in null’altro possiamo sperare se non nel miracolo di San Gabriele dell’Addolorata, che, seppur adagiato nel riposo eterno di un’urna, rimane l’unica nostra speranza per una politica più simile alla faccia che alla facciata.
mar252013
L’altro giorno m’è arrivato per posta da parte della Fidas di Noha - tra i cui soci s’annovera ormai da qualche decennio anche il sottoscritto - l’invito graditissimo a partecipare alla festa del trentennale del gemellaggio tra l’associazione dei donatori di sangue Fidas di Vicenza e quella Leccese.
Il calendario dell’iniziativa, che verrà pubblicato anche su questo sito, è ricco di eventi, incontri, momenti formativi e conviviali, donazioni del sangue presso la nostra Casa del donatore di Noha (una delle più attrezzate, accoglienti e confortevoli d’Italia), ed, infine, visite guidate nei centri storici di Galatina, di Gallipoli, e, non ultimo, quello di Noha.
Che bello - ho pensato – trecento amici vicentini verranno nel Salento e addirittura a Noha per godere della nostra ospitalità, del nostro ambiente, delle nostre ricchezze storiche, artistiche, culturali, eno-gastronomiche…
E mentre riflettevo su tutto questo già mi prefiguravo il gruppo di turisti vicentini che passavano dal loro centro storico (che ho più volte visitato tempo addietro) ricco, pulito, intonso (come se il Palladio vivesse ancora), ben illuminato, chiuso al traffico, al nostro, ancor bello, a misura d’uomo, particolare nella sua morfologia e nel suo mistero.
I nostri compagni di avventura potrebbero incominciare il percorso turistico nohano con la visita alla nostra piazza San Michele, il salotto buono, quello sul quale si sporgono da un lato la maestosa facciata della nostra chiesa madre (sul cui fastigio scolpito a tutto tondo in pietra leccese campeggia l’antico stemma di Noha con le tre torri e i due velieri, sormontato dalla corona baronale e abbracciato quasi dai due rami rispettivamente di arancio e di alloro) e dall’altro, di fronte, come se da tempo immemorabile dialogassero del più e del meno, la torre dell’orologio del 1861 (o quel che ne rimane). Potremmo raccontar loro che purtroppo l’orologio è fermo da un quindicennio se non di più, che le campane sono mute, che i loro battagli o martelli sembrano svaniti nel nulla, che però il meccanismo interno dell’antico cronometro a corda è esposto nell’atrio delle scuole di Noha. Arrampicandoci sugli specchi potremmo pure raccontar loro la palla megagalattica secondo cui la torre e il balcone civico verranno restaurate “quanto prima” secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale. E che s’è anche pensato di chiudere finalmente al traffico il nostro centro storico, liberandolo una buona volta da auto in transito, parcheggiate, o spesso fermate a casaccio. Mica possiamo dir loro tutto, ma proprio tutto, come per esempio il fatto che i nostri rappresentanti politici, inclusi gli attuali, non ci sentano da un orecchio, e dunque preferiscano costruire circonvallazioni interne e discutere di nuove aree mercatali da cementificare in quattro e quatto otto, ma anche di comparti e di centri commerciali food e non food da far nascere in mezzo alla campagna di Collemeto, sempre in nome delle “ricadute sull’occupazione e lo sviluppo”, il ritornello buono per ogni occasione, ripetuto a mo’ di un salmo responsoriale un po’ da tutti i pecoroni di destra e manca.
Ma ci converrebbe tirare innanzi, senza indugiare più di tanto su certi argomenti: i nostri amici vicentini potrebbero accorgersi del nostro imbarazzo e magari smascherare così su due piedi le nostre magagne comunali.
Potremmo poi condurli in via Pigno per far loro ammirare il nostro orgoglio, la torre medievale nohana - che rispetto a quella di Pisa ha solo il decuplo del rischio crollo - con quel grazioso motivo di archetti e beccatelli quale corona alla sommità, con il ponte levatoio, con le catene tiranti, e con il passaggio segreto. Tutta roba che però i nostri ospiti potranno solo immaginare, senza poter vedere né toccare, perché la torre, il ponte, la vasca ed il passaggio, che stanno in piedi da oltre settecento anni quasi per quotidiano miracolo, sono – oltre che privati - nascosti dietro un alto muro di cinta, il muro di Berlino di Noha mai abbattuto però (arricchito ultimamente anche da un murales policromo). Continuando nella nostra pantomima potremmo insistere nel dire ai vicentini che siamo certi che nei prossimi settecento anni qualcosa si muoverà. Ma non diciamo loro cosa, se la torre, il ponte, il muro dei Galluccio, o finalmente qualche neurone nohano.
Sconsolati appena un po’ potremmo proseguire oltre, portandoli di fronte al palazzo baronale, anzi, forzando un po’ la mano, addirittura prima nell’atrio e poi nel cortile o piazza d’armi del castello. Il che è il massimo che si riuscirebbe ad ammirare di quest’altro bene culturale nostrano: da quando sono state sfrattate le gentili signore che vivevano al piano nobile del palazzo sembra che se la siano svignata anche i fantasmi del passato aggrappati alle sue chianche oltre che alle volte dei secoli, lasciando il posto alle tarme, all’umidità, alle muffe, e a qualche altro verme solitario o in colonia.
Ma poi, lasciandoci alle spalle cotanto oltraggio (e sottacendo accuratamente il fatto che sotto i loro piedi si cela un grande antico frantoio ipogeo visitabile soltanto dagli speleologi coraggiosi, mica dai turisti) potremmo riuscire a riveder le stelle o le stalle conducendoli nei pressi delle famose casiceddhre e raccontare loro la storia dello sciacuddhri. Però, ahimè, anche qui, i nostri poveri viaggiatori, pur a bocca aperta, dovrebbero rimanere a debita distanza da questa meraviglia per il pericolo di caduta massi in testa. Anche qui i nostri amici avrebbero a che fare con rovine e stupidità: ultimamente anche il campanile è crollato, ridotto ad una piccola torre mozza, una montagna spaccata, un rudere, uno sgorbio, mentre il resto delle casiceddhre, ridotte a poco più che macerie allo stato puro, sembrano quelle stesse che ancor oggi si contemplano nel centro storico de L’Aquila, “ricostruito” dal governo del cavaliere mascarato. Soltanto che qui a Noha non c’è stato il terremoto, ma probabilmente qualcosa di peggio.
Poi chiuso questo capitolo, li indirizzeremo da lì ad una cinquantina di metri verso la “casa rossa” (magari nel frattempo li avremo bendati ben bene, come al gioco della mosca cieca, per non fargli scorgere il sito archeo-industriale scoperchiato e diruto del Brandy Galluccio).
Eh già, eh sì, la leggendaria casa rossa, la casa pedreira nohana che sembra disegnata e fatta costruire dall’architetto spagnolo Antoni Gaudì, ricca di cunti e storie, e destinata a diventare poco più o poco meno che la dependance di un paio di casini (in minuscolo, e non nel senso volgare del termine). Ma forse sarebbe meglio stendere un velo pietoso anche su quest’altra roba che non sapremmo più come definire. Meglio non nominarla invano facendo finta di nulla? Come se non esistesse? Forse sì. Se sapessero e vedessero in che stato versa l’interno e l’intorno di quello che un tempo era uno splendore gli amici vicentini potrebbero risponderci con degli insulti se non con degli improperi espressi con altrettante sonore pernacchie.
Non so se sarebbe il caso di andare oltre conducendo il gruppo dei malcapitati nei pressi della masseria Colabaldi ancora una volta messa in vendita dagli acchiappagonzi con tanto di comparto approvato da chissà quale illuminata maggioranza di consiglieri comunali per la costruzione di una ottantina di villette a schiera acquistabili con comode rate cinquantennali. Ma forse no, meglio lasciar perdere anche qui e cambiare itinerario, meglio accompagnare i donatori (di pazienza) nella nostra amena splendida fertile multicolori campagna nohana, per esempio verso lu Runceddhra.
Ma a pensarci bene purtroppo anche là ad attenderci non ci sarebbero che scempio e tristezza, come quei quaranta e passa ettari di impianto fotovoltaico, inutili o di certo non utili alla popolazione o al comune (come invece tanti allocchi - inclusi i nostri rappresentanti politici - credevano dapprincipio o temo credano ancora).
No, no, come non detto, meglio ritornare alla casa del donatore, senza nemmeno dirgli che quell’edificio color rosa antico adiacente è il vecchio cinema paradiso di Noha, il nostro “Cinema dei fiori”, ormai in balia di funghi, muschi e licheni.
Però, se non per rifarci, almeno per darci un tono, potremmo dire che abbiamo oltretutto anche un centro sociale nuovo di zecca, con tanto di funzionalissima sala convegni, come quella della vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti ristrutturata un paio di anni fa ed inaugurata in pompa magna il primo dicembre scorso. Il fatto che sia ancora chiusa al traffico dei pensieri e delle opere è una quisquilia: manca ancora l’elettricità come Dio comanda, anzi come comanda la legge. Embè? Cosa vuoi che sia. Inezie, dettagli. Prima o poi l’Enel allaccerà ‘sto benedetto cavo e tutto potrà partire secondo i programmi. Quali, non si sa ancora. Ma i nostri rappresentanti “disponibilissimi e preparatissimi” ci hanno assicurato: “tutto secondo i programmi”. Punto.
Forse sarebbe meglio abbassare la cresta e l’enfasi sulle nostre meraviglie: rischieremmo che i nostri ospiti, gli amici donatori di sangue venuti dal nord, turisti per caso o loro malgrado, affranti di fronte a tanta bellezza spriculata, esprimendosi in vicentino stretto, rivolgano a noi queste semplici ma significative parole a mo’ di giusto guiderdone per la nostra responsabilità - fosse anche solo quella di esserci voltati più volte dall’altra parte: “Nohani, cu pozzati buttare lu sangu!”.
nov222017
Dal 20 al 26 Novembre le associazioni culturali “Archeoclub Terra D’Arneo”, "La Fornace", "Fare Ambiente-Laboratorio di Galatina", "Giovani Galatinesi Gi.Ga” , con il patrocinio del Comune di Galatina, vi danno appuntamento per celebrare insieme la Giornata contro la Violenza sulle Donne. Un momento importante di riflessione collettiva su un tema che ci presenta quasi quotidianamente i suoi tristi numeri: nel 2017 l’agghiacciante media di una vittima ogni tre giorni, 120 donne uccise nel 2016, 7 milioni di donne che, secondo dati Istat, hanno subito almeno una volta violenze e abusi.
“La violenza di genere rappresenta uno degli ostacoli più meschini tra il nostro paese e la civiltà” afferma il Presidente di Gi.Ga Edoardo Mauro ”una situazione piena di viltà e gravi silenzi di cui (e lo dico da uomo) mi vergogno tantissimo. Come associazione giovanile ci siamo sempre mossi con grande attenzione sul tema, consapevoli del fatto che una corretta testimonianza all’ interno del mondo giovanile possa essere fondamentale per abbattere stereotipi e preconcetti. Solo con una giusta educazione collettiva si può combattere questa assurda piaga sociale: ecco spiegato il perché di questi momenti, per esserci non solo come singoli ma soprattutto come comunità”
È chiara sugli intenti di questa manifestazione Simona Ingrosso della Fornace “In comune con le associazioni ideatrici ci siamo ritrovati uniti in un'unica idea e obiettivo, parlare e far parlare della violenza sulle donne. Il messaggio che vogliano lanciare è "Noi ci siamo" per denunciare lo STOP alla violenza sulle donne. Le installazioni fisse comunicano e sensibilizzano: oggi la donna riveste ruoli importanti, ma nelle sue mura ritorna ad essere amica, compagna, moglie, figlia, madre e nonna e lì escono le sue fragilità, la sua bellezza. Il nostro scopo è rivolgersi non solo alla cittadinanza ma anche a tutti coloro che vogliono accogliere questa nostra posizione: ecco spiegata la scelta di luoghi come il centro storico, giornalmente passeggiato da turisti che possano testimoniare come Galatina sia attenta a queste tematiche. La biblioteca comunale è luogo incontro dei più giovani perché dobbiamo partire da loro se vogliamo che false verità vengano screditate con una giusta cultura sul tema”
Presente anche Maria Antonietta Martignanò, Presidente dell’Associazione Archeoclub Terra D’Arneo “L’Associazione Culturale Archeoclub Terra D’Arneo, in occasione del mese dedicato contro la violenza sulle donne, propone “SCATENIAMOCI”, un evento che vede la nascita di alcune istallazioni volte a sensibilizzare sul tema della violenza di genere in altrettanti luoghi del Comune di Galatina, frazioni comprese. Abbiamo pensato alla parola scateniamoci perché volevamo avesse più significati, tutti positivi. Scateniamoci nel senso letterale: togliamo le catene con coraggio! Coraggio di parlarne, coraggio di denunciare, coraggio di metterci la faccia. Scateniamoci con frasi, pensieri, aforismi sulle donne e contro la violenza sulle stesse. Presso il Palazzo Gorgoni e presso la Biblioteca ci saranno degli spazi per scrivere, lasciare il vostro pensiero, il vostro no!”
Particolarmente rilevante sarà la giornata del 25, dove SCATENIAMOCI prevedrà l'occupazione delle piazze di Galatina, Noha e Collemeto. Siete tutti invitati a partecipare con la testa, con il cuore, con un fiore!
(Si ringraziano la Fioreria Andrea Cafaro, CentroColore Ferramenta, Arte Rustica Santoro, Libreria Fabula e i singoli cittadini che, donando le loro scarpe, hanno contribuito alla realizzazione delle installazioni)
-"Archeoclub Terra D’Arneo”;
-"La Fornace";
-"Fare Ambiente-Laboratorio di Galatina";
-"Giovani Galatinesi-Gi.Ga"
mar042014
Il tema della grande bellezza della nostra Italia si deve concretizzare in fatti veri, abbiamo un paese splendido anche nei borghi più dimenticati ed è questa bellezza che apprezzano i turisti che ci vengono a trovare. Dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la nostra cultura, le nostre tradizioni, l’arte, i paesaggi. Oggi vi racconto come, anche una frazione della nostra Galatina, può offrire tesori, ma anche soffrire l’ignoranza ed il qualunquismo di una classe politica e sociale che impone il brutto al bello, ecco dobbiamo riappropriarci della bellezza, come filo conduttore della nostra esistenza, lo dobbiamo a noi ed ai nostri figli. A Noha, prima comune, poi frazione di Galatina, vi sono alcune masserie fra cui la celebre ” Colabaldi” che andrebbero riscoperte, rivalutate, bene il presepe vivente, ma non si possono accendere i fari sulla struttura solo pochi giorni all’anno. Struttura che ha visto la presenza di una chiesa di rito greco, una torre di avvistamento medio-evale, un monastero basiliano ed infine dal 1595 la masseria del mercante di pellame fiorentino Nicola Bardi. Nei dintorni un probabile menhir, ridotto a sedile, con tanto di scritta esegetica e dedicatoria in caratteri greci dedicata a ” Giovanna “, i resti di una pavimentazione in mattoncini di terracotta di una domus romana, attaccati chissà perchè con dell’ottimo cemento sul muro accanto al menhir. I resti dei tanti ritrovamenti fatti nella zona, monete di varia epoca e resti di portate domestiche ( piatti, orci ed altro vasellame ), il giardino di delizia del castello, oggi casa baronale, con la torre trecentesca con ponte levatoio in pietra. La casa Rossa chiusa ed abbandonata, un gioiello di arte Liberty che farebbe a gara con la ” casa di pietra ” di Gaudì a Barcellona, invece che esaltare e proteggere il bene, i nuovi proprietari hanno preferito un orribile e moderno fabbricato accanto. Le cosidette ” casiceddhe ” una sorta di piccolo villaggio in scala, opera della maestria di Cosimo Mariano, che fine farà oggi ? Il suo delicato equilibrio resisterà agli artifici del nuovo proprietario ? Le varie edicole votive, le masseria, la vora, il palazzo ducale, le tombe messapiche ritrovate e ricoperte da villette a schiera, la tomba del gran visir non fruibile, l’elenco sarebbe ancora lungo e non voglio tediarvi. Ma rispettare il monumento della cosidetta ” Trozza ” un pozzo inesauribile, fonte di acqua, come indica la scritta in latino, fatta apporre da Orazio Congedo, da scritte ed imbrattature e abbandono. Come non indignarsi poi della situazione dell’orologio pubblico in piazza, fermo da tempo immemorabile e lasciato nell’incuria totale. Vi dicevo che l’elenco non finirebbe, ma voglio accendere un ragionamento sul vecchio cinema Fiori, sul doppio frantoio ipogeo di Corte Marangi non fruibile. Ma sono anche contenitori culturali come la vecchia scuola media, che dopo ben 1 milione e trecentomila euro di spesa, non è agibile per un allaccio alla rete elettrica non a norma con il progetto, dopo essere stato inaugurato in questi anni per ben due volte. Ma anche l’impianto sportivo con palestra inagibile, campi di calcio e calcetto ed il campo da tennis che bastava solo di una piccola, normale, manutenzione ( vedi verniciatura del campo ) per essere fruibile di giorno, perchè di sera ahimè i pali dell’illuminazione son caduti in campo….
apr102018
Stamattina al bar m’è andato il caffè di traverso.
E stavo pure rischiando un aneurisma cerebrale per il superamento dei picchi di guardia della pressione arteriosa. Mica per il caffè (oltretutto decaffeinato), ma perché m’è venuta la felice idea di dare un’occhiata al Diciamo Giornale più letto in loco, vale a dire il Quotidiano [non il Fatto, quell’altro: lo strafatto, ndr.].
Perché?
Date un’occhiata, per favore, alle pagine 2 e 3 del giornale datato 9 aprile 2018, e ditemi voi se non sono tutte da incorniciare.
Si parte con l’Economia - probabilmente studiata su Millionaire (o forse nel Billionaire) - con un bel titolone: “I lacci della burocrazia frenano gli investimenti «Più facile in Russia»”.
L’autore piagnucola su quanto sia “faticoso programmare investimenti sul territorio” [poverini, come sudano, e soprattutto come s’offrono, ndr.], e sul fatto che questo benedetto “sviluppo” e questa sacra “riqualificazione del territorio” sono costretti a scontrarsi contro il “‘muro in cemento’ della burocrazia” [mica con quell’altro meno metaforico, cioè con il muro di calcestruzzo, nossignore, ndr.].
E, mamma mia, ma quanto tempo si perde per creare “strutture turistico ricettive extra-lusso” visto che stiamo qui ad interrogarci “ancora sull’impatto ambientale delle stesse”. Meglio dunque dare subito il via alle Opere che farne fare una Via.
Be’, in effetti non si capisce come mai, nonostante lo “Sblocca-Italia”, in Puglia ci siano delle riserve naturali non ancora trasformate in “eco-resort”, foreste di ulivi secolari non ancora destinati a “villaggi all-exclusive”, porti selvaggi non ancora corretti in “porti turistici”, e torri antiche non ancora convertite in “case-vacanze”.
Il “giornalista” continua a parlarci di “riqualificazione” [quando sento questo lemma avverto subito puzza di fregatura: il solito malpensante, ndr.], riqualificazione, dicevo, di “una fortezza che risale al 1450, nella marina tra Savelletri e Torre Canne” per “realizzare […] un centro per avvenimenti sociali, culturali e matrimoni”.
E certo, il matrimonio di lusso prima di tutto. Poi – ma solo se rimarrà qualcosa del banchetto nuziale – tutto il resto, come la storia, gli studi, la ricerca, l’arte, l’intangibilità del patrimonio culturale, e dunque l’articolo 9 della Costituzione.
Nell’altra pagina, un altro Diciamo Articolo dal titolo: “Da Colaninno a Briatore: voglia di Puglia, e poi la fuga” [per fuga s’intenderà la sfiga del Twiga, ndr.], con tanto di riporto del Pensiero Unico Briatoregno, tipo: “Nel Salento siete indietro di 30 anni”, e poi ancora: “Vi servono alberghi a picco sul mare”, e altre delizie del genere.
Non manca il doveroso riferimento al progetto dell’“Oasi Sarparea” di Mrs Daighton, la lady di ferro (e cemento) inglese che s’è messa in testa, anch’ella, di farci sviluppare come si deve, e con decine, che dico, centinaia di nuovi posti di lavoro. A completare la grande opera, e a far schizzare il Pil locale, mancherebbe soltanto un novello centro commerciale, un bel gasdotto nuovo di zecca, e l’eradicazione di un po’ di ulivi (ma solo qualche decina di migliaia, tra sani e curabili) con la scusa dell’emergenza Xylella.
Sapete da dove son nate queste due interessantissime pagine di Economia & soprattutto Commercio quotidiano [roba da 110, lode, e calcio in culo accademico, ndr.]? Dal racconto della storia di un magnate [che sarà probabilmente voce del verbo, ndr.], uno “tra i 300 più ricchi della Svizzera”, desideroso di ballare in Puglia, un uomo di 73 anni dall’occhio vispo e una bella $ sbarrata incisa nell’iride: il signor René de Picciotto. Un nome che è tutto un programma.
Antonio Mellone
apr302022
Il giorno 26 aprile a.c., a Noha in via G. Galilei e via Bellini, all’interno della nuova recinzione metallica che separa le vie dalla zona in corso di urbanizzazione, alle ore 9,30 circa si ripeteva lo stesso evento accaduto lo scorso anno, e da noi segnalato al Protocollo come da copia in calce. La ditta incaricata per il diserbo dell’area in oggetto, senza alcun preavviso, poneva dei cartelli sulla recinzione con su scritto “ZONA AVVELENATA”. Si accingeva quindi a irrorare l’area con il prodotto diserbante senza curarsi delle persone che abitano nella via. Abbiamo chiesto l’intervento dei vigili urbani i quali prontamente sono intervenuti e, preso atto del mancato prevviso e della nostra segnalazione indicante l’art. 177 delRegolamento di igiene del Comune di Galatina, hanno eseguito la sospensione del diserbo. Chiediamo se il Regolamento di igiene indicato nel nostro documento è ancora vigente, e se il Vs. Ufficio ritiene idoneo al diserbo in quella area (in centro all’abitato) il prodotto che l’operatore si accingeva a irrorare e registrato dai vigili sul loro verbale. In attesa di un Vostro gentile riscontro porgiamo i nostri più cordiali saluti
Il Direttivo dell’Associazione NoiAmbiente e Beni culturali
di Noha e Galatina
ago212021
Ci ho dovuto riflettere alquanto prima di tagliare quest’n-esima fetta: infatti, nelle migliori scuole di giornalismo (che io non ho frequentato, ma so come va il mondo avendo fatto il militare a Cuneo, vabbè a Milano) dicono che la notizia non sia il cane che morde l’uomo, ma il contrario. Ergo questo pezzo sarebbe (stato) totalmente inutile in un contesto diverso, o per meglio dire normale.
È che però, nelle mie ricerche sull’archeologia nohana, non mi sembra di essermi mai imbattuto in una cerimonia solenne di tal fatta: pertanto, salvo sviste o omissioni, trovandomi nel campo, appunto, delle notizie, essendo questo avvenimento il primo nel suo genere, mi accingo a lasciare su questa pergamena (elettronica) quelle impressioni che, pur con i miei illimitati limiti, ho la presunzione di pensare contribuiscano a fare la Storia del mio paese, scritta finalmente in maiuscolo e d’ora in poi mai più di serie Zeta.
Ebbene, senza tirarla troppo per le lunghe, il primo di agosto scorso due ragazzi si sono uniti civilmente ovvero – preferisco questa seconda formula - sono convolati a nozze: si tratta di Jerry Misciali di Noha e di Antonio Antonazzo di Parabita. Non me ne vorranno, gli sposi, se per questo passaggio utilizzo alcune immagini pescate dai loro profili social, quindi già pubbliche, e nemmeno gli autori delle rispettive foto, nei confronti dei quali mi dichiaro sin d’ora disponibile a citarne il nome quale giusto guiderdone al loro copyright.
Nel titolo parlavo di fichi. Ma ci terrei a precisare che non v’è alcun riferimento alla botanica, dunque alle Moracee nelle centinaia delle loro varietà e ai relativi frutti eduli, freschi o essiccati; e men che meno al modo di dire “Fare le nozze coi fichi secchi”, pare coniato nel 1896 in occasione del matrimonio tra Vittorio Emanuele di Savoia e la principessa Elena del Montenegro per indicare le non proprio prosperose finanze dell’augusta consorte. Oltretutto, per la cronaca, i fichi di certe geografie rientrano nella categoria dei presidi slow food, vere e proprie eccellenze gastronomiche, e sembra ne fossero stati offerti in abbondanza, insieme ad altre leccornie s’intende, persino nel “rinfresco” reale seguito allo sposalizio di William e Kate.
Invece questa volta mi riferisco al concetto più popolare (magari gergale) di fico, allorché in maniera icastica vogliamo far riferimento a qualcosa o a qualcuno che risponda agli attributi di piacevole, accattivante, originale, sollecitandone al contempo approvazione, compiacimento e complimenti.
Sì, esclusivamente in questi termini dico che si è trattato di nozze coi fichi, a partire dagli sposi: ma non solo in quanto belli, eleganti, radiosi, manco un pelo delle loro barbe fuori posto (ma quanto si somigliano ‘sti carusi), e giacché pure ironici, e imbranati quanto basta come accade a quasi tutti i coniugi del pianeta nel giorno degli sponsali, ma soprattutto perché hanno saputo tener duro facendo comprendere a chiunque che non esiste una parte “sbagliata” della storia, e che spesso certe barriere architettoniche mentali (se non proprio culturali o addirittura intellettuali) son fatte di perbenismi puritani e adattamenti conformisti, quando non di ipocrisie apocalittiche. La verità, che brilla della sua stessa perspicuità, o è di carne o è ideologia di bassa lega: e sarebbe il caso che il potere ne prendesse atto una buona volta.
Non posso concludere queste note senza un cenno a quanto fichi siano (stati) i genitori dei coniugi, non tanto nell’aver superato brillantemente il groppo emotivo della giornata epocale, quanto per l’orgoglio e la dignità dimostrati nel rimanere accanto ai loro “bambini” in ogni attimo di questa bella realtà. Ma fichi, di più, fichissimi sono anche gli altri parenti (a partire dai più anziani, straordinariamente moderni e laici, per finire ai giovanissimi, testimoni e si spera protagonisti di cieli nuovi e terra nuova), e il resto degli invitati, senza tralasciare, in questa era di cibernetica, gli amici diciamo in Dad (incluso il sottoscritto), che non hanno lesinato sui like all’indirizzo dell’avvenimento, di chi l’ha pensato, voluto e raccomodato.
Sono certo che d’ora in poi “tracce” di unioni civili di tal natura saranno rinvenibili ovunque, oltre che negli archivi dello stato civile di ogni comune, anche nei registri parrocchiali locali e globali, in quelli delle moschee, delle sinagoghe, dei santuari shintoisti, insomma negli elenchi conservati nei templi di ogni religione.
Per di più, se Dio è amore non può non benedire legami sacri (e fichi) come quello di Jerry e Antonio.
Antonio Mellone
feb122015
Galatina "ombelico del Salento", così chiamata in quanto posta esattamente al centro del territorio salentino.
Rappresenta uno dei principali poli turistici del territorio grazie alla ricchezza ed all’originalità del proprio patrimonio storico, culturale ed enogastronomico.
I gioielli artistici di Galatina sono custoditi principalmente all’interno della cinta muraria del XVI secolo, dove palazzi nobiliari, corti e vicoli, rendono suggestiva la visita e l’ammirazione del barocco galatinese.
Autentico fiore all’occhiello è la francescana basilica di Santa Caterina d’Alessandria del XIV secolo situata nell’antica Piazzetta Orsini, come anche la centrale chiesa matrice dei Santi patroni Pietro e Paolo che impone la sua facciata barocca sull’omonima piazza nel cuore del centro antico.
La vastità e l’imponenza del patrimonio architettonico espresso, ha portato alla conquista da parte di Galatina del titolo di “Città d’arte”, che ha spinto l'amministrazione comunale ad investire sulla creazione di alcuni brand turistici che focalizzano l’attenzione proprio sulle potenzialità espresse della città.
In questo senso è giunta già alla quinta edizione la manifestazione “Le Corti a Mezzanotte”, che rappresenta uno dei principali brand turistici su cui Galatina ha deciso di puntare, anche alla luce dei risultati.
Nata nel 2011, “Le Corti a Mezzanotte” è una manifestazione che si tiene all’interno della splendida cornice del centro storico di Galatina, nell’arco di una serata, generalmente nell’ultima settimana di Agosto (VI edizione 21 agosto 2015).
Durante questa serata oltre agli antichi palazzi barocchi, il borgo apre a tutti i visitatori le sue principali corti, che sono valorizzate ed arricchite da esposizioni pittoriche, da spazi musicali e da percorsi enogastronomici, che contribuiscono
a far assaporare in tutte le sue forme il barocco galatinese. (www.lecortiamezzanotte.it)
Non a caso Galatina oltre al marchio di “Città d’arte” possiede anche il marchio di “Città del vino”, in virtù dell’antica e sempre attuale produzione di vino locale, portato avanti negli anni da importanti cantine vinicole che contribuiscono ad esportare il nome di Galatina a livello nazionale ed internazionale.
Ecco perché nasce, il festival “Barocco wine music” attivando un sistema di promozione ed avvicinamento alla cultura del vino con oltre 200 etichette regionali.
Barocco wine music, manifestazione organizzata nel mese di Ottobre (edizione 2015 10 ottobre), rappresenta da questo punto di vista il secondo brand turistico sul quale l'amministrazione comunale ha investito, in linea con la tradizione e con i marchi posseduti dalla città. (www.baroccowinemusic.it)
Molte le tradizioni culinarie e sopratutto dolciarie del territorio: africano, mustacciolo, sibilla, mafalda e il famoso pasticciotto, una grande tradizione che esplode già nel 1745 nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone con questo dolce tipico composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.
Così da una grande tradizione dolciaria ma anche enogastronomica nasce "Dolce Città Nostra" che si presta alla sua seconda edizione dopo il grande consenso ottenuto.
La manifestazione si terrà domenica 12 aprile 2015 in occasione della giornata
"La Penisola del Tesoro" del Touring Club che ha scelto, insieme ad altri otto comuni italiani, anche Galatina dove saranno presenti circa 900 associati.
La Penisola del Tesoro 2015 è un’iniziativa importante del Tci che da 16 anni porta i soci a scoprire i beni culturali meno noti prendendo come punto di riferimento, il patrimonio negato, per valorizzare un patrimonio fondamentale per il futuro del Paese.
“Galatina investe anche nei nuovi sistemi di comunicazione on-line per dare servizio alla città stessa ma soprattutto – come rimarcano il sindaco Cosimo Montagna e l’assessore al Turismo Alberto Russi - per incentivare i turisti a fruire e muoversi liberi nel grande patrimonio architettonico. Già da due anni Galatina ha investito nella guida virtuale con i codici qr diffusi tramite paletta sui maggiori monumenti del centro storico che permettono al turista di avere tutte le informazioni utili senza nessuna guida.
Aderisce quest'anno al progetto dell’Associazione culturale AMiCA (Audio Musei a Cielo Aperto), che ha il principale obiettivo di promuovere il patrimonio culturale attraverso lo sviluppo di progetti e strumenti innovativi”.
Strumenti che si fondono con la creazione dell’APP GalatinaAmica, disponibile in italiano e inglese per IOS e Android che presenta 6 sezioni principali: Monumenti (contenente le schede dei beni esaminati con foto, descrizioni, ubicazione nonché la relativa traccia sonora), Categorie (in cui sono presenti alcuni selezionati consigli per l’utenza), Itinerari (sezione in cui sono presenti i percorsi per fruire di tutti i beni analizzati), Mappa (contenente i punti di interesse) e Downloads (sezione contenente l’elenco delle audioguide disponibili sul proprio dispositivo e quindi fruibili in OFFLINE). Lo strumento realizzato è una proposta per una visita multimediale della città, un cicerone interattivo che grazie alla funzione Realtà Aumentata porterà il visitatore a scoprire ciò che ha intorno. (www.arteamica.com)
apr212019
Be'... Non ci credevo più nemmeno io. A forza di vedere in giro alberi capitozzati e altri tutti secchi, con al massimo qualche rara parvenza di fogliame, pensavo che solo un miracolo potrebbe salvare i nostri ulivi. Dopo aver visto gli alberi di Michele, invece, mi si è riaperta la speranza.
Il mio cuore ha sentito come il chiudersi improvviso di un taglio che perdeva, perdeva appunto, la speranza.
E pensare che Michele non è un contadino, di mestiere fa tutt'altro. Eppure il suo giardino sembra la vetrina di un gioielliere, i suoi ulivi sono tutti in fiore, tutti. Nonostante il suo campo sia circondato da terreni trascurati e ulivi malandati. Cosa fa per mantenerli così? Semplicemente li tratta con la poltiglia bordolese, una potatura arieggiata che ha fatto lui stesso e infine, dice Michele, con le piante ci parla, le tratta come fossero delle persone care.
Osservavo il confronto tra i due uliveti, sono perfettamente uno di fronte all’altro ai lati della strada, in via Aradeo, esattamente nei pressi del viale che porta all’antica Masseria della Contessa, osservavo dicevo, l’incredibile condizione dell’uliveto dirimpetto a quello di Michele, è stato ghigliottinato barbaramente, e lasciato soffocare dal sottobosco di erbe spontanee, mentre le piante di fronte, quelle del nostro amico, sono l’esatto opposto, con un carico di fiori inimmaginabile.
Con questo non voglio dire che basta fare semplicemente come fa Michele e tutti gli ulivi del Salento guariranno o risorgeranno. Certamente in giro lo scenario degli ulivi secchi e tagliati come dei crocefissi nudi, è reale e raccapricciante. Non entro nel merito del come ha avuto inizio questa storia, tanto se ne è parlato ovunque e in abbondanza, quello che non è ragionevole è invece il fatto che stiamo tutti cadendo nella trappola dell’”ormai non c’è più niente da fare, seccheranno tutti”. Così concludono i tanti contadini e non, scoraggiati da questa situazione. Invece bisognerebbe prenderci cura di ciò che abbiamo, e sono tanti gli uliveti come quello di Michele. Ci stiamo affannando per impiantare nuove cultivar spacciate per essere resistenti, con promesse favolose, ma che nessuno garantisce, anzi è già risaputo che bisognano di un intensivo uso di fitofarmaci e di risorse idriche, due condizioni, l’ambiente e le risorse idriche, già fortemente compromessi.
Tutto il contrario dei nostri ulivi che hanno vissuto con eccellenza per secoli su terreni spesso pietrosi e secchi.
E la cosa ancor più orripilante, è che il governo di un Paese come l’Italia, in grado di armare eserciti potenti, come massima espressione della sua onniscienza, attraverso il “Decreto legge Emergenze 07-03-2019”, e precisamente negli articoli 6 ed 8, Obbliga (in barba al diritto della salute dei cittadini dettato dalla Costituzione) 2 trattamenti chimici su tutto il territorio con insetticidi a maggio e giugno e Obbliga (sempre in barba al divieto assoluto di deroga sulla salvaguardia dei beni culturali dettato dalla Costituzione) l’estirpazione di piante secolari ospiti nei 100metri attorno a piante infette.
Grazie Michele, per la speranza, speriamo che sia più contagiosa di questa fantomatica Xylella.
Decreto Emergenze: una coalizione di oltre 200 scienziati, medici, giuristi, economisti, agricoltori, giornalisti, organizzazioni della società civile contro art. 6 e 8 | ISDE Italia @MIUI|
Marcello D’Acquarica
gen182018
Il Comune di Galatina e il Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento stipulano un accordo al fine di collaborare nell'organizzazione e nella realizzazione di progetti nel campo dei Beni culturali ed in materia di sviluppo coordinato ed integrato delle attività di ricerca scientifica, di conservazione, recupero e valorizzazione del patrimonio locale e non.
Galatina è stata individuata dall'Università del Salento come sede di svolgimento di attività anche di interesse della Facoltà del DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, in ragione della rilevanza del proprio patrimonio culturale.
“È un onore per tutta la Città accogliere l'arte e la scienza dell'Università del Salento all'interno del nostro palazzo della Cultura. Per il Comune di Galatina la cultura rappresenta un'importante opportunità strategica per la valorizzazione e lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell'intero territorio" dice il Sindaco Amante. "Tra l'altro, in coerenza con gli obiettivi programmatici di mandato, l'amministrazione ha avviato sin da subito azioni rivolte a rendere la cultura il motore da cui far rinascere l'economia e l'orgoglio della Città."
Allo stesso modo l'Assessore alla Cultura Dettù afferma che "la partecipazione degli studenti iscritti al DAMS rappresenta per la Città un'importante occasione di crescita culturale e di coinvolgimento di giovani, esperti, operatori del settore docente e portatori di interesse, che potranno rappresentare per tutto il territorio galatinese una preziosa risorsa. L'accordo con l'Università del Salento si arricchisce anche della rinascita a Galatina della <Notte della Cultura> che coinvolgerà tutte le associazioni del settore, a dimostrazione dell'investimento credibile che l'amministrazione sta facendo sulla madre-cultura."
Ufficio stampa Marcello Amante
gen282021
L’Amministrazione Comunale di Galatina, guidata dal sindaco Marcello Amante, sposa il progetto di rigenerazione ambientale denominato “Il Bosco di Athene”, proposto dall’Associazione Salento Km0. L’associazione, che negli anni ha sviluppato come sua missione principale quella di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio, intende agire soprattutto attraverso eventi, laboratori, mostre, pubblicazioni, incontri, progetti e prodotti, in sinergia con le Istituzioni, tra cui appunto il Comune.
Nello specifico il progetto “Il Bosco di Athene” ha l’importante e ambizioso obiettivo di rigenerazione ambientale e valorizzazione delle aree verdi ed extraurbane per rispondere alla crisi ecologica in corso, fortemente compromesse dal disseccamento rapido degli olivi, diventati nel giro di pochi anni distese di alberi secchi, facili bersagli di incendi e speculazioni edilizie. In particolare si intende convertire un’area attualmente sottoutilizzata e degradata in un bosco di comunità, incrementandone il valore ambientale e sociale attraverso laboratori permanenti di pratiche agro ecologiche e di sperimentazione.
Per realizzare il progetto l’Amministrazione, partner attivo dell’Associazione Km0, si occuperà della realizzazione di una mappatura dei terreni demaniali per replicare il progetto e ampliarne le ricadute; darà il via all’autorizzazione a campagne di piantumazione in terreni di proprietà comunale da individuare con apposita ricognizione; consentirà la concessione in comodato d’uso di terreni demaniali senza alcun onere per l’Ente; realizzerà la bonifica dei terreni dai rifiuti presenti; garantirà il supporto organizzativo attraverso gli uffici competenti; garantirà il supporto comunicativo per l’iniziativa presso gli organi di stampa e per informare la comunità.
Il “Bosco di Athene” nasce – dichiara Casaluci, presidente dell’associazione Salento KmO - dalla collaborazione dell’Associazione Salento Km0 con un gruppo di cittadini e professionisti galatinesi con l’intento di rigenerare e valorizzare la cinta rurale di Galatina, ricca di beni ambientali e culturali sotto-utilizzati e oggi fortemente colpita dal disseccamento degli olivi. Vogliamo realizzare un progetto incentrato sulla riforestazione di terreni pubblici e privati abbandonati, nel nostro comune così povero di spazi naturalistici dove godere del contatto con la natura. Vogliamo creare un “bosco di comunità”, realizzare attività e laboratori permanenti di pratiche ecologiche e di sperimentazione di produzioni sostenibili. Siamo soddisfatti del supporto manifestato dall’Amministrazione sin dal primo momento per un progetto così importante per la comunità, formalizzatosi nella deliberazione di un partenariato attivo, certi che sia solo il primo passo verso la costruzione di un percorso collettivo di interesse comune».
Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina
dic052017
Si è svolta domenica scorsa a Noha la cerimonia di consegna delle chiavi all'Associazione “Abilmente insieme onlus” del Centro Aperto Polivalente per Minori di piazza Menotti.
L'iniziativa segue di alcuni giorni l'approvazione, da parte dell'amministrazione comunale, del progetto “Abilmente insieme”, proposto dall'Associazione per favorire l'inserimento di ragazzi con disabilità in attività didattiche ed educative, sportive e tempo libero e per la sensibilizzazione dell'intera comunità sulle problematiche inerenti la disabilità.
Per la realizzazione di tale progetto, l'Associazione “Abilmente insieme onlus”, utilizzerà in comodato gratuito fino al 31 dicembre 2020 il piano terra dell'immobile di piazza Menotti nella frazione di Noha.
L'affidamento comprende l'uso e la manutenzione del giardino, con utenze a carico dell'Associazione, al fine di assicurare la continuità dell'attività già avviata in favore degli utenti in situazioni di svantaggio. Il Centro potrà organizzare attività sportve, ricreative, culturali, momenti di informazione, laboratori ludico-espressivi ed artistici, vacanze invernali ed estive.
“L'amministrazione comunale intende favorire le attività delle associazioni realmente operative sul territorio e prestare la massima attenzione nei confronti di chi si impegna quotidianamente in attività sociali a favore delle fasce più deboli – dice l'assessore alle Politiche Sociali, Antonio Palumbo, presente alla cerimonia di domenica scorsa – l'affidamento in comodato gratuito dell'immobile di piazza Menotti a Noha rientra nell'impegno già avviato fin dal nostro insediamento alla valorizzazione ed al razionale utilizzo degli immobili di proprietà comunale. Siamo convinti che i responsabili dell'Associazione Abilmente Insieme onlus sapranno utilizzare al meglio la struttura realizzando iniziative di forte valenza sociale a favore delle fasce deboli ed in particolare dei ragazzi e ragazze con disabilità”.
Ufficio Stampa Comune Galatina
nov202014
Anche quest'anno ci sarà a Noha il presepe vivente nei seguenti giorni: 25, 26 e 28 dicembre 2014 e l'1, il 4 e il 6 gennaio 2015.
Dall'antica masseria Colabaldi il presepe trasloca nel centro storico di Noha.
La natività avverrà all'interno di in uno dei beni culturali più belli e suggestivi del Salento, un luogo mitico, unico al mondo.
Dove? Rimanete sintonizzati con Noha.it: lo scopriremo insieme strada facendo.
La redazione di Noha.it
gen252016
Bello! Vedo che in occasione del presepe vivente, con l’obiettivo di far conoscere meglio i beni culturali di Noha, ogni volta si scopre qualcosa di nuovo e di importante.
L’anno scorso, (Natale 2014), mi accorsi che faceva bella mostra di sé, appoggiata per terra all’ingresso della “Casa Rossa” messa lì apposta, ma forse non notata, un’antica pietra circolare che sicuramente fu un coperchio delle fosse granarie che a Noha erano scavate nella roccia in località cisterneddhra, risalenti probabilmente al tempo dei monaci basiliani, il che vuole dire prima dell’anno mille.
Quest’anno (Natale 2015) abbiamo avuto la gioiosa sorpresa di vedere un affresco sull’antico muro del Castello. Veramente anche nella Masseria Colabaldi mi aspettavo di vedere qualche icona bizantina nel conventino dei basiliani o nella chiesetta di Santu Totaru. Forse il degrado ha avuto la meglio e tutto è scomparso.
L’affresco di quest’anno è una testimonianza in più che conferma l’antichità della nostra cittadina. Senza voler entrare nel merito del valore artistico, dell’autore e di quando è stato fatto (per il momento si può fare solo ipotesi), volevo presentarvi le mie considerazioni.
E’ risaputo che i baroni dal secolo XI e seguenti ci tenevano a costruire il loro Castello. Sappiamo anche per certo che il nostro primo Barone fu Pietro De Noha che nel 1270 mise il centro della baronia (molto estesa) del suo casato a Noha. Pietro De Noha morì nel 1308 e gli successe il figlio primogenito Guglielmo. Ma Pietro De Noha non è sorto come un fungo, la sua casata già esisteva. Per cui troviamo nel secolo XII Nicolò De Noha, uno dei 12 capitani che condussero in Lecce i principi normanni, al quale, siccome agli altri, donarono nobili feudi (cf. Archivio mutatoriano: studi e ricerche in servigio della nuova edizione de “Rerum italicarum scriptores” di L. Muratori, Edizioni 11-15 pg.695). E sappiamo anche che Nicolò De Noha era figlio del celebre Cavaliere di Malta Goffredo De Noha.
Non so se sia in piedi alcun legittimo Rampollo della nobilissima Famiglia di Noha, denominati di tal forma per la Signoria di quel Castello sito nel fertilissimo Territorio Leccese, ove son stati anche Signori di Padulano, di Francavilla, e di Cavallino, e altre Terre nella medesima Provincia, reputati nobilissimi nella Città di Lecce, havendosi memoria posseder tal Dominio sin dall’anno 1253, e nel Registro del Re Carlo Primo dell’anno 1268 ritrovai Guglielmo de Noha con il titolo di Miles comparire avanti il detto Re, come altri Baroni della Provincia, e ben se ritrovano altri honori in detta Famiglia, come si scorge da’ Reali Registri. (Testimonianza di don Giuseppe Reccho “Notizie di famiglie nobili ed illustri della città e Regno di Napoli” stampata a Napoli nel 1717).
Nel 1268 dunque Guglielmo De Noha con il titolo di “Miles” compare avanti il detto Rè, come altri baroni della provincia e havendosi memoria posseder tal Dominio sin dall’anno 1253.
Il termine miles, nel linguaggio delle fonti medievali, si riferisce al combattente a cavallo o cavaliere. Il miles fa parte di un ceto sociale, con l’investitura cavalleresca da parte del Re. Allo status di miles erano connessi privilegi fiscali, ereditari, giudiziari. E ad un certo punto chi apparteneva alla stato di miles era considerato parte della nobiltà.
Ebbene tutto questo per dimostrare che la nobile famiglia De Noha apparteneva a questo ceto dei Miles (combattenti a cavallo). Ecco allora perché l’affresco che abbiamo visto ci riporta una scena di cavalleria. I De Noha amavano l’arte cavalleresca e niente di strano che nel loro Castello abbiano fatto affrescare le pareti del giardino con scene di cavalieri a cavallo.
Già sappiamo che quando nel 1700 il Castello fu ristrutturato e divenne una masseria, quel muro fu ricoperto di intonaco: così l’affresco è arrivato fino a noi per quel tanto che si può ancora vedere, ma è un tesoro prezioso da salvare e custodire.
P. Francesco D’Acquarica
feb012018
Cerimonia di intitolazione del circolo PD di Noha al compianto segretario prematuramente scomparso "Giovanni De Benedetto" prevista per le 11,30 di domenica 4 febbraio in p.zza San Michele a Noha.
Alla suddetta parteciperanno la V.M. On.Teresa Bellanova, il cons.reg. Sergio Blasi, il segr.prov. Ippazio Morciano e il presidente Stefano Minerba.
Sono invitali il Sindaco di Galatina Marcello Amante, la giunta comunale, la cittadinanza e le associazioni culturali di Noha.
Lino Mariano
mag262014
QUANDO IL “BENE COMUNE” diventa obiettivo condiviso dalle Istituzioni, dal libero Associazionismo e dagli operatori economici locali, quando la progettualità e la progettazione diventano strategie di lavoro; quando la collaborazione è aperta e sincera e rifugge dai rancori, dai risentimenti di parte e dai particolarismi, possono realizzarsi evenbti importanti e iniziative, se non storiche, memorabili. E’ il caso di Sport Day 2014!
Il 10, l’ 11 e il 18 maggio a Galatina si è festeggiato lo sport in tutte le sue migliori espressioni.
Si è scelto di utilizzare piazza san Francesco per mettere in mostra le società sportive che fanno sport a Galatina: Tennis, Ping Pong, Danza, Ginnastica ritmica, Basket, Volley, Scherma, Corsa.
Anche gli Istituti scolastici comprensivi hanno partecipato all’iniziativa coinvolgendo i ragazzi il sabato mattina. E’ sempre bello ed educativo far partecipare i ragazzi alle iniziative sportive perché lo sport unisce, definisce gli ambiti del rispetto e delle regole comportamentali.
L’idea, poi, di unire lo sport e la cultura ha reso possibile la collaborazione con l’associazione CittàNostra e le guide turistiche che hanno accompagnato i ragazzi alla conoscenza delle bellezze architettoniche e storiche della nostra Galatina. Né secondari sono stati gli interventi di animazione dei “Portatori sani di sorrisi” e di “Magic Clown”.
Domenica 18 maggio SPORT Day ha visto la sua massima espressione presso la struttura sportiva del palazzetto dello sport “Panico” dove circa 600 atleti provenienti da ogni luogo della Puglia, accompagnati da almeno altrettanti genitori, dirigenti e allenatori, si sono incontrati per gareggiare nelle specialità di minibasket, minivolley, calcio e scherma. La grande e importante collaborazione del Centro Sportivo Italiano di Terra d’Otranto, che quest’anno festeggia il 50 esimo della sua fondazione a Galatina, ha fatto la differenza. Dirigenti ed operatori allenati da tempo al servizio per gli altri, hanno reso possibile avvalorare , anche attraverso una Rassegna fotografica e un pubblico dibattito, il diritto allo sport di tutti e per tutti.
Il Centro Sportivo Italiano, concluderà a livello nazionale la celebrazione del 70 ° della sua fondazione il 7 giugno in Piazza S. Pietro con l’incontro storico e straordinario con Papa Francesco.
SPORT Day 2014, che ha visto il coinvolgimento attivo di tante realtà sportive di Galatina, è stato un successo per numero di partecipanti, per simpatie realizzate, per l’entusiasmo serpeggiante tra gli atleti ed il pubblico.
Ancora una volta è stato dimostrato che la sinergia tra le istituzioni pubbliche, società sportive, enti di promozione sportiva e associazioni culturali e di volontariato , operatori economici è di fondamentale importanza sia per la realizzazione di manifestazioni ed eventi di largo interesse pubblico sia per rinverdire la centralità di Galatina nel Salento.
L’Assessorato allo sport e tutta l’Amministrazione comunale che hanno voluto fortemente Sport Day 2014, visti l’ottima riuscita della iniziativa e l’alto indice di gradimento, si propongono la riedizione l’anno prossimo.
Andrea Coccioli
ott282013
Se diamo uno sguardo ai beni culturali di Noha, e se dimostriamo appena un pizzico di sensibilità nei confronti del nostro patrimonio storico-artistico, non possiamo evitare di chiederci perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia è costretta a fare l’ingloriosa fine che è sotto gli occhi di tutti (inclusi i ciechi, gli orbi ed i bendati).
Non è un mistero doloroso il fatto che la torre con ponte levatoio, sì, quella medievale vecchia di sette secoli, si mantenga in piedi ormai quasi per quotidiano miracolo (ed i miracoli, si sa, non si ripetono all’infinito); che il palazzo baronale, meglio noto come il castello, ormai senza più anima viva al suo interno dopo la dipartita degli ultimi inquilini, stia andando incontro al suo inesorabile accartocciamento post-muffa; che il frantoio ipogeo ridotto a poco più che una cloaca a cielo chiuso verrà a breve attraversato da un bel canalone della fognatura bianca (una in più o una in meno, cosa cambia); che l’orologio svettante nella pubblica piazza è da quasi un decennio il più fermo del mondo in assoluto (roba da guiness dei primati: dove per primati stavolta bisogna intendere le scimmie); che le casiceddhre che ormai in tanti vengono a vedere anche da fuori paese (invece chi del posto dovrebbe appena alzare lo sguardo sembra affetto o da cataratta cronica o da cefalea letargica, nonostante la possibilità di accedere a prezzo di costo a numerosi antidoti farmacologici) si sta sfarinando per colpa del cancro della pietra leccese (e soprattutto per colpa di quello culturale che distrugge i residui neuroni degli umanoidi nostrani), mentre il grazioso campanile in miniatura è già venuto a mancare all’affetto dei suoi cari appena qualche mese addietro; che l’affascinante misteriosa casa rossa, la casa pedreira nohana, ha finalmente un motivo di attrazione in più dato alla luce di recente da una betoniera trovatasi per caso nelle sue immediate adiacenze: una neonata altèra casa bianca presidenziale.
Antonio Mellone
gen282019
Non proteggiamo le persone, i bambini, le donne e gli uomini che scappano dalle atrocità della Libia, di un’Africa che in alcune zone è un vero e proprio incubo. La gente scappa per trovare una vita migliore per sé e per i propri figli.
E noi che facciamo? Non li facciamo sbarcare. Li facciamo stare in mare in balia delle onde, ad aspettare cosa?
Loro non capiscono perchè. Si chiedono perchè l’Europa non li vuole, Dobbiamo subito farli sbarcare, rifocillare, dare assistenza medica, umanitaria e poi chiedere con forza a tutti i paesi che formano questo favoloso continente di accogliere i migranti. Questo dobbiamo fare. Giocare a fare gli sceriffi del Mediterraneo non ci fa onore come uomini e come popolo italiano. Da sempre l’Italia è stato un crocevia di popoli, di esperienza multiculturali. In questo periodo storico i nostri figli e i figli dei nostri figli dovrebbero ricordarci come gli italiani che hanno salvato migliaia di persone, ci dovrebbero riconoscere come quelli che hanno dato un accesso al grande continente europeo, a tante persone che bussano alle nostre porte. Bussano sempre più forte e non smetteranno perché l’Africa non è un altro continente, ma è un pezzo del nostro pianeta che ora grida aiuto. E noi abbiamo il dovere umano di aiutarli, di renderci disponibili a rispondere ed amplificare la loro voce nelle stanze della politica europea, nelle città europee, nelle piazze europee. Lo dobbiamo ai nostri fratelli africani. Ogni uomo, ogni bambino africano, ogni donna africana che bussa alle nostre porte è un’iniezione di energia per il nostro popolo, per la nostra Italia, per la nostra comunità europea. Ogni giovane uomo, donna, bambino africano fa parte del nostro futuro. Fanno parte della nostra vita. Fanno parte del nostro futuro. Un gran bel futuro di integrazione, solidarietà e pace. La forza del futuro di una nazione passa dalla forza delle persone che abitano il suo territorio, dalla forza delle persone che vi lavorano, che vi crescono i propri figli e che vi invecchiano. C’è una grande energia che viene dall’Africa e che potrebbe essere una preziosa risorsa per la nostra nazione, e noi li respingiamo. Tutto questo mi sembra una follia, una grande aberrazione nazionale. Ma cosa stiamo aspettando a gridare la nostra contrarietà alle azioni di questo governo che grida PORTI CHIUSI. Stiamo stroncando il futuro dei nostri fratelli africani e il nostro. Siamo complici di una serie di decisioni disumane che i nostri figli e i figli dei nostri figli non ci perdoneranno.
Andrea Coccioli
Segretario Circolo PD Galatina
feb082023
Si è svolta oggi a Palazzo Adorno a Lecce la pre conferenza stampa digitale, organizzata dalla rivista di turismo e cultura del Mediterrano, Spiagge, diretta da Carmen Mancarella, in collegamento con giornalisti e tour operator per annunciare la partecipazione della città di Galatina alla prossima edizione della Borsa Internazionale del Turismo dal 12 al 14 febbraio 2023 a Milano.
La conferenza stampa, in presenza per i media locali ed in digitale in collegamento con giornalisti e tour operator nazionali e internazionali, ha permesso di presentare l’offerta turistica accompagnata da una campagna di comunicazione a largo raggio su siti specializzati in moda, eventi e turismo per valorizzare la partecipazione del Comune alla Bit di Milano.
È previsto un secondo appuntamento in fiera a Milano il 13 febbraio con una conferenza nell’area stampa dello stand della Regione Puglia durante la quale la città presenterà le bellezze architettoniche, l’orgoglio della cultura e tradizioni, le esperienze e la bontà dei prodotti locali, per una Galatina e un Salento oltre i luoghi comuni e da vivere oltre l’alta stagione.
Galatina si presenta in fiera con una nuova immagine e nuove proposte innovative ma sempre legate alla tradizione e al territorio che ha tutte le potenzialità per attrarre quanti non vedono nell’esperienza di viaggio in Salento solo il mare, ma un insieme di relazioni più profonde ed autentiche con chi vive quotidianamente questi luoghi.
“La nostra presenza come città in una fiera di un contesto internazionale,” - sostiene l’Assessore al turismo e alle attività produttive Maria Grazia Anselmi presente alla Conferenza, “è la dimostrazione tangibile della consapevolezza che rappresenta questo settore per l’economia di Galatina. Abbiamo già gettato le basi per una programmazione di medio e lungo periodo, al fine di poter far conoscere la città e non solo, ad un pubblico nazionale ed internazionale e attento alla cultura locale e a quello che si va sempre più affermando come slow-tourism. Galatina è una città ricca di bellezza, ne abbiamo piena consapevolezza, ora è giunto il tempo di far conoscere quanto possiamo offrire. Dalle bellezze architettoniche, gemme preziose capaci di essere attrattive tutto l’anno per le diverse tipologie di viaggiatori come la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, al fenomeno del tarantismo, nato a Galatina e che attraverso la musica si è affermato sulla scena mondiale, fino ad arrivare all’innovazione applicata ai beni culturali e alla loro conservazione attraverso una mappatura digitale dei monumenti della città per raccontare e preservarne la storia.
Da questa fiera, inizierà il nuovo corso per Galatina e per quanti la metteranno come destinazione per il loro prossimo viaggio,” - conclude l’Assessore.
Fabio Vergine Sindaco
Ufficio Stampa
dic112013
In principio fu il re dei colori. Avvenne quando l’uomo primitivo perse il pelo e scoprì il fuoco. Poi scoprì l’arte e dipinse la sua caverna con il nero dei tizzoni e il rosso della terra. Da lì in poi divenne il colore per antonomasia. Fu scelto dagli incoronati e dagli stessi incoronanti. Col passare del tempo, divenne il colore di molti stemmi di città e di bandiere, del Corsaro Rosso e delle favole, dei garibaldini e delle toghe, degli abiti di vescovi e cardinali e degli addobbi natalizi, delle lotte degli operai e dei cortei della sinistra, per finire nel tifo sfegatato di molte maglie di serie A. Una simbologia contraddittoria, certo, ma a tutto c’è una ragione. Di sicuro il rosso è stato ed è ancora la tinta per eccellenza. Con l’aumentare del prestigio del rosso, soprattutto porpora, nacque una vera e propria malattia, la porporomania. Insomma il rosso con il tempo è divenuto una specie di status symbol, e quindi esclusiva di porporati e potenti. Solo con l’avvento delle rivoluzioni liberiste è passato in uso anche nelle categorie sociali più modeste. E quindi noi nohani, il colore rosso ce lo portiamo dentro ovunque si vada perché è legato all’immagine della nostra terra e alla bellezza della natura che essa stessa genera con i suoi colori e frutti. Terra che ha dato da vivere per secoli a tante famiglie e che invece da qualche tempo stiamo maltrattando ricoprendola di pattume, spacciato a volte per tecnologico, da piattaforme di cemento e da nastri chilometrici di bitume. Nel lasso di tempo di pochissime generazioni abbiamo sepolto più terra che miliardi di uomini in migliaia anni. Fino a poco tempo addietro (i nohani della mia generazione ne sono testimoni), le cappelle di S. Antonio, della Madonna di Costantinopoli e del Buon Consiglio, segnavano il limite dell’area urbanizzata di Noha. Superandole si era in aperta campagna. Il che voleva dire estensione di verde e terra rossa, tracciati di carrarecce e profumi di fiori. Oggi quel limite non esiste più. E’ fuso in egual modo ai medesimi dei paesi limitrofi. Un unicum indefinito di case, strade e mega-porcate di vario genere. Così mentre obbediamo all’incitazione del progresso, la terra si ammala, e noi dietro ad essa. In compenso i nostri figli continuano ad emigrare per cercare altrove ciò che potremmo avere in casa. Un’altra storia questa, ma sempre tinta di rosso, rosso- rabbia. Gli unici beni che ci restano e che per fortuna non possono essere de localizzati, come si usa fare di questi tempi con il lavoro, sono appunto la terra e i nostri beni culturali.
Come le emissioni di gas nocivi devono essere ridotte oggi e non domani, così anche la copertura eccessiva della terra deve essere fermata oggi e non quando il suo recupero sarà irreversibile. Se non decidiamo al più presto che il trend di avanzamento di questa tragedia deve finire, ci vuol poco a immaginare quale rosso vedranno i nostri nipoti guardandosi intorno. Non certo il rosso di vergogna che dovrebbe bruciare sulle facce degli attuali responsabili di questa tragedia, che siamo noi tutti, nessuno escluso, bensì il rosso della loro (dei nostri nipoti) stessa collera per aver ereditato (non certo meritato) un disastro senza pari.
Forse l’unica memoria prestigiosa del rosso che resterà, anche se sbiadito (perché a quanto pare non frega niente a nessuno, politici compresi), è quello della torre dell’orologio, dei sotterranei del castello adiacenti all’ipogeo, della casa rossa, dell’ex cinema dei fiori, degli affreschi nascosti sotto la calce delle colonne della chiesa matrice realizzati da Cosimo Presta, pittore nonché stuccatore della chiesa madre e di una prestigiosa casa privata di Noha, di ciò che resta delle casette che forse qualcuno aspetta che vadano in frantumi per costruirci al loro posto due piani di appartamenti. Forse possono essere salvati solo più da un miracolo del nostro San Michele Arcangelo, come avvenne nella notte del 20 Marzo del 1740, evento miracoloso riportato nel libro della storia di Noha (“Noha, storia, arte e leggenda” di P. Francesco D’Acquarica e Antonio Mellone, Milano, Infolito Group Editore, 2006), allorquando il nostro San Michele fermò l’uragano con un semplice cenno del suo mantello rosso.
Ecco, questo è quanto chiedo come regalo per il Natale in arrivo: la salvezza dei nostri unici beni culturali che, ahimè, gridano vendetta, compresa la terra che ancora si oppone alle colate delle nostre mega-porcate.
E perché no, aggiungo anche la preghiera per una valanga di rosso che si riversi sulle facce di certi pseudo-elargitori di politica, che hanno perso il pelo, sì, ma non il vizio di fingersi sordi, accecati come sono dall’ignoranza, dagli imbrogli e dalla mancanza di rispetto per Dio. Barcollanti senza mèta, se non la fame di una banale onnipotenza.
mar042014
Venerdì 7 marzo, alle ore 19:00 nella sala del Cinema Teatro Tartaro di Galatina, si inaugura IDENTITA’ IN DIALOGO #PATRIASENZAPADRI, rassegna culturale della Città di Galatina, con il patrocinio della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo Cultura e Turismo, Apulia Film Commission e Lecce 2019, in collaborazione con gli Istituti Superiori di Galatina, le Associazioni Intervalla Insaniae e Inondazioni e con il coordinamento del Servizio Cultura e Comunicazione del Comune.
Ospiti di questo primo incontro Antonella Gaeta, Presidente di Apulia Film Commission e Francesco Miccichè, regista del documentario Lino Miccichè, mio padre. Una visione del mondo.
Con il grande Lino Miccichè, intellettuale italiano, che fu critico e storico del cinema, editorialista ed organizzatore di eventi culturali, Gaeta intratterrà un dialogo ideale su “Il Cinema: prospettiva di lettura e di cambiamento del nostro Paese”, attraverso la voce del figlio, conosciuto dal grande pubblico per aver diretto numerose serie televisive e documentari pluripremiati.
L’iniziativa, che proseguirà con altri due importanti appuntamenti, si svolge nell’ambito del progetto Identità in dialogo-Prospettive Meridiane, giunto alla III edizione, promosso dall’Amministrazione del Sindaco Montagna, a cura dell’Assessorato alle Politiche culturali diretto da Daniela Vantaggiato, su tematiche di carattere storico-filosofico, politico-sociale e antropologico con particolare attenzione alle prospettive del territorio.
L’obiettivo è aprire il dibattito sul ruolo sociale del padre nel passaggio generazionale, del padre portatore della storia e della cultura, elementi fondanti della struttura dei figli, e contestualmente sviluppare l’interesse, la conoscenza e la comunicazione sui Padri della Città di Galatina.
Per questo sono state invitate ad intervenire personalità di spicco che offriranno dal proprio osservatorio spunti sulla visione del mondo che transita da padre in figlio.
Successivamente, nelle specifiche attività di ricerca per la divulgazione della biografia e dell’ opera dei Padri Galatinesi saranno in particolare coinvolti gli Istituti Scolastici e le Associazioni che ne portano il nome.
Si registra già in questa prima fase del progetto la partecipazione attiva di docenti, genitori e studenti che, sensibilizzati dai dirigenti d’istituto, presenteranno le loro performance in tutti gli incontri in programma.
Mio padre aveva chiaramente in testa una ‘visione del mondo ’ che ha tentato di migliorare proprio in virtù di quel suo punto di vista. Le domande poste dalla sua generazione, in fondo, non sono molto diverse dalle nostre. La questione è che le loro risposte, per quanto molto chiare, alla fine, non sono state sufficienti a cambiarlo. E le nostre?
Su questo punto di domanda posto da Francesco Miccichè si apriranno momenti di riflessione con i giovani nella diversità di linguaggi, tra immagini, parole e musica.
Nell’occasione al regista verrà consegnata la targa ricordo del Premio Marcello Romano per il Cinema-Città di Galatina-2014. Il Premio, istituito nel 2009 dal Comune in partenariato con l’ex Istituto d’Arte ora Liceo Artistico Statale “P. Colonna”, è dedicato alla memoria del galatinese Marcello Romano, cultore di cinematografia, il quale fin da giovane nutrì grande passione per il cinema, approfondendo in particolare lo studio del cinema d’autore.
Lunedì, 17 marzo alle ore 19:00, nella sala del Tartaro, ospite della rassegna sarà Massimo Ciancimino, autore di “Don Vito”, racconto di una vicenda umana dove il rapporto difficile con il padre padrone si intreccia con oltre trent’anni di storia italiana vissuta dall’interno.
Il libro, scritto insieme al giornalista Francesco La Licata, già autore di libri su mafia e politica, è uscito nell'aprile 2010 e ha fatto molto discutere, suscitando anche le attenzioni delle Procure di Palermo e Caltanissetta che ne hanno acquisito copia nelle inchieste sulla presunta trattativa.
Molteplici le critiche associate al nome dell’ultimogenito dell’ex Sindaco di Palermo che ha accettato di venire a Galatina per testimoniare la propria esperienza di figlio su un modello di padre stigmatizzato dalla famiglia e dalla comunità.
Un incontro che si presenta carico di interesse anche per la conduzione affidata alla giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski. Conosciuta e apprezzata per il suo lavoro giornalistico iniziato per la rivista Stern, deve la sua notorietà nel nostro Paese per la sua produzione letteraria “di denuncia” sulla criminalità organizzata.
La prima parte del progetto si concluderà sabato 22 marzo alle ore 19:00 a Palazzo della Cultura nella sala “C.Contaldo” in occasione della prima presentazione di “Luigi Mariano: la materia e il colore” a cura di Paolo Maria Mariano e di Giovanna Rotondi Terminiello. Il volume è un omaggio della Città alla figura dell’artista galatinese che nel viaggiare con le sue opere per l’Italia in un percorso sempre più ricco,tra realtà e visione, approda all’originalità assoluta delle sue xilopitture. Le belle immagini, che arricchiscono la pubblicazione, esprimono le scelte di vita che hanno accompagnato il maestro che rivive nella ricostruzione del figlio Paolo Maria, docente universitario, degno erede di scienza arte e cultura, e dei ricordi di Giovanna Rotondi Terminiello, emerito Soprintendente dei Beni Artistici e Storici della Liguria, del sodalizio urbinate del nostro con il padre professor Pasquale Rotondi, storico dell’arte al quale l’Italia deve la salvezza durante la guerra di incommensurabili capolavori artistici.
Con queste premesse, illuminanti sono le riflessioni del grande psicanalista Massimo Recalcati contenute nel libro-intervista “Patria senza Padri” sugli errori del mito dell’autogenerazione che permea la civiltà ipermoderna, dell’essere genitori di se stessi, nella convinzione che non ci può essere autentico cambiamento se non attraverso la conoscenza delle generazioni che ci hanno preceduto.
Un impegno che l’ Amministrazione Comunale di Galatina assume per un’azione efficace volta a offrire prospettive per il nostro territorio chiamando tutti ad esprimere la propria visione.
(comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione Città di Galatina)
gen282021
Di seguito inoltriamo la risposta dell'assessore con delega alle associazioni, Nico Mauro, all’interrogazione a firma dei consiglieri comunali di minoranza sul recente dibattito in merito alla richiesta di utilizzo di locali di proprietà comunale in uso esclusivo da parte del Circolo Athena.
"Il problema della allocazione delle Associazioni operanti sul territorio presso locali di proprietà comunale non è recente ed ha fatto sentire i suoi effetti proprio in questi ultimi anni.
Ci sono due ragioni essenziali. La prima è che proprio questa Amministrazione Comunale ha favorito la collaborazione con le Associazioni determinando un effetto virtuoso di responsabilizzazione rispetto al ruolo propulsivo per la crescita della Città.
L’altra ragione è da porsi nella contingenza economica assolutamente sfavorevole che vede penalizzata l’attività delle diverse associazioni che hanno difficoltà a reperire fondi anche da sostenitori commerciali.
In questa Città l’impegno fondamentale di ognuna di esse si basa su progetti di natura sociale verso l’accoglienza e l’assistenza di persone con inabilità motorie o cognitive, piuttosto che verso attività di supporto all’infanzia soprattutto ospedalizzata. Altre associazioni provvedono ad educare all’arte musicale come ancora altre si occupano di promuovere una forma tradizionale di cultura, fatta di cura della parola espressa in tutte le sua forme.
Concorderemo tutti che l’aggregazione ricreativa vera e propria, fatta per esempio di incontri in cui il tempo trascorre tra qualche partita a carte piuttosto che a biliardo, o con l’organizzazione di scuole di bridge, non si possa ritenere di interesse sociale in senso allargato né essere presupposto per avviare “attività di pensiero”.
Le attività delle diverse Associazioni hanno livelli di percezione differenti nell’opinione pubblica a seconda della tendenza di ognuno o della particolare attenzione verso uno specifico argomento. 𝐈𝐧 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐨̀ 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞, 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢.
Questa Amministrazione ha trovato diversi locali comunali già occupati da Associazioni del territorio e tra queste per esempio l’Associazione Arma Carabinieri, l'Associazione Polizia di Stato, Proloco, l'Associazione Città del vino oltre le storiche Combattenti e reduci e Società Operaia nonché i locali assegnati alla Protezione Civile e per la gestione dell’Infopoint Comunale.
Per alcune associazioni è in corso una ricognizione per valutare se l’attività risponda ancora alle ragione per cui a suo tempo furono assegnati i locali.
Approfitto di questa circostanza per dire che non 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐥𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐋𝐨𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥’𝐞𝐱 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞.
𝐈 𝐛𝐞𝐧𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐢𝐭𝐞 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞.
Ad associazioni che ne hanno fatto richiesta, come per esempio l’Università Popolare “Aldo Vallone”, è stata concessa l’opportunità di svolgere, in locali disponibili tra il polo Biblio-Museale e l’ex monastero delle Clarisse, le iniziative maturate in seno al proprio consiglio direttivo, opportunamente calendarizzate, o altre manifestazioni di interesse pubblico che necessitino di idonei luoghi per essere proposte. 𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐥’𝐮𝐬𝐨 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢.
A fronte di particolari proposte l’Amministrazione concede il Patrocinio anche condividendo alcuni dei costi pertinenti non potendo, per regolamento comunale e per vincoli nella procedura di pre-dissesto, erogare dei contribuiti.
L’impegno di questa Amministrazione a sostenere le attività prettamente culturali del circolo Athena è stato espresso dall’Assessore Cristina Dettù in diverse circostanze ed è qui ribadito nella misura in cui, come altri, 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚 𝐡𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐮𝐬𝐮𝐟𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚̀ 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞.
La continuità operativa del Circolo potrà non essere in linea con le consuetudini associative ma non è imputabile certo a questa Amministrazione Comunale una significativa riduzione del numero dei soci benemeriti che hanno permesso nel corso degli anni di sostenere una parte dei costi di gestione di tutte le attività.
I traguardi culturali sono l’esito dell’azione di una Comunità intera sia per l’opera di gruppi organizzati di persone che di singoli individui. Nulla può fermarne lo slancio.
E’ miope e strumentale non cogliere l’attivismo di molte Associazioni che si sono prodigate in iniziative di spessore e richiamo con al loro fianco l’Amministrazione Comunale, dando lustro a tutta la Città.
Attendiamo fiduciosi che anche dal circolo Athena possano giungere proposte progettuali di grande respiro da condividere ed accompagnare.
Quanto dobbiamo “al vecchio sgabuzzino” di Via Cavoti, un piccolo cenacolo in cui straordinari intellettuali galatinesi si ritrovavano per discutere e raccontare e contribuire, nella umiltà che li contraddistingueva, a fare la storia culturale di Galatina?
Il 𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚 non scomparirà certo per la provvisoria assenza di una sede stabile e non mancherà in futuro di riaffermare la propria valenza culturale sullo slancio di un nuovo assetto organizzativo."
Nico Mauro
Assessore alle attività associative
lug252021
Cosi spiega Wikipedia (il dizionario in rete) il detto citato nel titolo:
“Non importa quale sia il risultato, basta che ce ne sia uno. Insomma, non si conosce la destinazione verso cui si sta andando in seguito a determinate scelte”.
Il fatto:
Dal DL - semplificazioni che l’attuale governo Draghi sta proponendo, spunta il via libera all'incenerimento di CSS (Combustibile Solido Secondario). L’argomento riguarda soprattutto la classificazione di questo genere di rifiuti, definiti come combustibile ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti.
Entrare o non entrare nel merito scientifico della materia chimico/batteriologica o del diritto, onde non basterebbero tre tesi di laurea e almeno un decennio di ricerche istituzionali e non, semplicemente c’è da preoccuparsi moltissimo.
La verità è che non se ne può più dei rifiuti, siamo diventati consumatori voraci e produttori industrializzati. Basta vedere quanti se ne espongono ogni giorno davanti alle nostre case per la raccolta differenziata, e quanti fuoriescono dai processi produttivi di aziende, centri commerciali e ospedali, per non aggiungere le famigerate discariche abusive, piccole e grandi.
La seconda verità è che gli addetti ai lavori, non sanno più dove metterli questi benedetti rifiuti e nessuno vuole più avere discariche o siti di stoccaggio dietro l’angolo.
Quindi si sta decidendo che in fondo va bene bruciarli tutti negli altiforni. Così, oltre a liberare l’ambiente dai rifiuti, aiutiamo gli imprenditori (quelli delle “ricadute occupazionali”) ad aumentare gli utili.
Peccato che a rimetterci saremo tutti, a partire dalle fasce più deboli della popolazione, come bambini, anziani e ammalati.
Di fatto, la varietà dei materiali (mercurio, piombo, cadmio, arsenico, cromo, ecc. ecc.) che compongono tali rifiuti è talmente vasta che gestirne le emissioni mediante filtri al fine di evitare l’avvelenamento del nostro habitat costerebbe più degli utili previsti, ammesso che possano essercene, immaginando l’impegno e la buona fede degli utilizzatori di tale combustibile.
Quindi con il DL Semplificazioni, basterà una semplice autorizzazione comunale e qualsiasi rifiuto denominato CSS potrà finire tranquillamente nei forni degli opifici, nel nostro caso anche nei cementifici a chilometro zero, alla faccia della recentissima denuncia pubblicata da Asl Provincia, mediante l’aggiornamento del rapporto sulla Salute della provincia di Lecce RePol 2020, in cui si dichiara che l’area compresa fra Lecce e Maglie (16 comuni, compresa Galatina) è un “Cluster con la più alta percentuale di tumori ai polmoni”.
E pure alla faccia del neonato appello della Consulta della Provincia di Lecce verso il Governo centrale con il quale si vorrebbe chiedere che il Salento venga classificato come "area ad alto rischio ambientale".
Semplificazioni verso il disastro.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina
feb122014
Continua a Galatina, il ciclo di incontri di approfondimento sui diversi aspetti storici, culturali ed artistici della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria.
“MARIA D’ENGHIEN: Contessa, Regina, Committente”, questo il titolo del secondo incontro che si terrà, venerdì 14 febbraio alle ore 18.30, presso la Sala di Cultura Francescana, con l’intervento del Dr. Mario Cazzato, Architetto e Storiografo salentino, nonché Autore di numerose pubblicazioni, in particolare quelle sulla Basilica di Santa Caterina e sulla Famiglia degli Orsini del Balzo; presenta la Dott.ssa Angela Beccarisi, Storica dell’Arte.
Contessa, Principessa, Regina, Guerriera, Mecenate, Amministratrice, Maria d’Enghien rappresenta, tra le donne dell’Italia meridionale di fine Trecento, prima metà del Quattrocento, una donna di governo, esperta nell’arte della politica e della diplomazia, in definitiva un modello femminile di straordinaria attualità.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo nel complesso iter, necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.
Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616
mar312015
Ci dispiace leggere polemiche risposte da tecnico comunale a discredito dello Osservatorio, là dove i nostri interventi erano e sono finalizzati a migliorare le opere in corso nell'interesse della collettività.
Pur comprendendo la condizione di frustrazione e di stress in cui operano i tecnici comunali, non possiamo più nascondere una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Questa volta lo diciamo a chiare lettere.
I tecnici comunali col diploma di geometra non hanno le competenze ed i titoli per progettare e dirigere certi lavori.
Lo sancisce la Corte Europea e lo conferma il Consiglio di Stato Italiano.
Per cui siamo in presenza di progettazione e direzione dei lavori illegittime.
Da questo errore alla fonte nascono e ne derivano a cascata tutti gli altri.
La Soprintendenza, per chi è del mestiere lo sa benissimo, va interpellata prima della approvazione di un progetto e non quando le frittate sono fatte.
È un obbligo di legge al quale non ci si può sottrarre e desta stupore quando l'inadempienza è commessa da una Pubblica Amministrazione che dovrebbe dare il buon esempio.
Per i tecnici comunali che vengono retribuiti con compensi aggiuntivi, i lavori e le opere in argomento sono "opere minori", quelle appunto che i geometri potrebbero progettare e dirigere.
Ma per noi e per la legge non è così.
Intervenire in zona A1 di massimo interesse storico, sotto le mura della città antica, affianco alla porta storica, noi non la consideriamo opera minore.
Così pure quando si provvede alla sistemazione dello spazio esterno del più grande complesso monumentale che c'è in città quale e' la struttura del Palazzo della Cultura e Chiesa annessa, non possiamo considerarle opere minori.
Tanto meno gli interventi nei locali di Palazzo Orsini, coevi, se non antecedenti alla Basilica, possono essere considerati opere minori.
La dicotomia di visione da cui nascono poi tutti gli errori e le osservazioni è tutta qua'.
Noi dell'Osservatorio abbiamo come obbiettivo primario la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico architettonico della città e, quindi, è nostro dovere intervenire per consigliare, suggerire e correggere eventuali errori.
A quanto innanzi bisogna aggiungere che in questi casi in cui il committente è il Comune, il progettista è il Comune, il soggetto appaltante è il Comune, buona regola di trasparenza vorrebbe che almeno la direzione dei lavori fosse affidata a terzi.
Ciò detto, l'Osservatorio Tecnico Galatinese, per motivi sia di opportunità e ancor più di legittimità,
CHIEDE
al sig. Sindaco Dott. Cosimo Montagna di voler provvedere a revocare l'incarico di direzione dei lavori ai tecnici comunali che seguono i cantieri in corso nei locali di Palazzo Orsini, in corso porta Luce e nell'area esterna ex Convitto Colonna e di volerinteressare la Soprintendenza ai Beni culturali affinché sovrintenda a detti lavori.
Distinti saluti Galatina,
31/03/2015
Osservatorio Tecnico Galatinese
mar092016
“E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l’orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù. Che poi, se anche scendo, nessuno mi può riconoscere, che la faccia me la fece saltare un mortaio e la voce fu graffiata da schegge. E il mio nome sparì dalla testa quando fu il grande scoppio. Lo scoppio che tutti ammazzò qui all’intorno. Tranne me che, però, non so più chi sono. A volte mi paio uno, a volte un altro... Io sono uno, nessuno e tutti quelli saltati per aria, morti a fuoco, alla baionetta, asfissiati di gas e ghiacciati di freddo. Che tutti me li sento addosso e mi credo nei loro pensieri. Certo, delle volte penserò di sicuro coi miei veri sentimenti, ma non so quando. Perché io mi ignoro. Sono ignoto persino a me stesso, figurati al mondo! Ma io, il mondo, lo aspetto qui sopra, in trincea – tutto lo aspetto – che il mondo tutto è coinvolto. E questa è l’unica cosa che ricordo: che sono in guerra, una guerra enorme, mondiale addirittura e io – io che non so più chi sono, da dove vengo e chi mi ha messo al mondo; io sconosciuto anche alla sola madre che mi resta, la Madre Patria – io, per essa, la patria, giurai di morirmene, proprio come le altre 90.000 tonnellate di muscoli e ossa, morte prima di me. Io non scendo!”
Mario Perrotta, racconta la Grande Guerra e lo fa come lui sa fare: dopo un’attenta ricerca e concentrandosi sulle piccole storie, per gettare altra luce sulla grande Storia. Su una pagina scelta perché è il racconto del primo, vero momento di unità nazionale. MILITE IGNOTO - quindici diciotto, è un’altra grande prova per l’attore salentino, Premio Ubu 2015: lui in scena è il soldato ignoto di una guerra in cui, gradatamente anche il nemico diventa ignoto. Nelle trincee di sangue e fango veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta, accumunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Racconta tutto il soldato Perrotta, con la consueta e straordinaria intensità, e lo fa in una lingua d’invenzione nata dal mescolamento di tutti i dialetti italiani.
Lo spettacolo è il 12 marzo 2016 nel rinnovato Teatro Cavallino Bianco per la stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.
Orario della rappresentazione:
porta ore 20:30 / sipario ore 21:00
Prezzo del biglietto:
1 settore – intero 20,00€ / ridotto 18,00€
2 settore – intero 18,00€ / ridotto 15,00€
mag062017
In effetti questa storia del “voto Tizio perché è una brava persona” provoca anche a me una forma di evirazione per forza di gravità: ovvero, come potrebbe più prosaicamente dirsi, mi fa cascare le palle.
Nel mese di aprile su galatina.it Lorenzo Candido, un ragazzo di Galatina ora studente di Giurisprudenza in quel di Roma, con una lettera aperta di alto profilo chiedeva alla comunità tutta un pizzico “di passione incondizionata verso la Politica”.
Così continuava Lorenzo nella sua missiva: “Abbiamo bisogno di dire che la nostra città va difesa ad ogni costo. La nostra città deve essere protetta da ogni abuso, da ogni sberla, anche da quella più velata. Abbiamo bisogno di urlare che lo stupro di questa terra è un crimine. Abbiamo il dovere di combattere la mentalità, fin troppo radicata, del culto della persona. […] Bisogna guardarsi allo specchio e dire: sì, la mafia esiste e ora la distruggiamo”. E infine: “Galatina deve vedere, deve sentire, deve parlare. L’omertà e la passività declinate in ogni ambito ammaccano la democrazia”. Insomma, un vero e proprio programma politico.
Uno pensava (sperava) di poter leggere con la medesima evidenza sullo stesso sito una valanga di lettere in risposta ai temi trattati dal Lorenzo, un dibattito pubblico di un livello finalmente un po’ più elevato rispetto a quello dei calzini corti, e soprattutto degli interventi importanti da parte di “qualcuno che si candida” piuttosto che di qualcuno “che è stato candidato”.
Invece, niente. A Galatina non c’è proprio trippa per gatti (solo truppe di fatti, anzi di strafatti riempiliste).
Sicché ci siam dovuti accontentare di un paio di contributi un po’ così: tipo quello della Roberta Forte, che è partita bene per perdersi subito dopo nel traffico del centro storico di Galatina, il quale, secondo lei, sarebbe da chiudere sì, ma a dosi omeopatiche [cosa c’entra il centro, Roberta: Lorenzo aveva chiesto ben altro, ndr.]; e quello di tal Claudio Bello, che elenca i motivi per cui ha l’Amante, e cioè: 1) perché “non ha simboli di partito alle spalle” [huahahahaha: per la cronaca, il Tipo ha avuto alle spalle qualche fiamma più o meno tricolore, ndr.]; 2) perché sostanzialmente è una “brava persona” (e ridaje); 3) per “non vedere sempre le stesse facce” (come se Amante fosse nuovo di zecca e non un usato sicuro), e soprattutto – ipse dixit - quelle “facce che nelle precedenti tornate elettorali se le son dette, senza mezzi termini, offendendosi vicendevolmente e gridando al pubblico (anche social ma non solo) il proprio disappunto nei confronti dell’antagonista politico”. Ma che film ha visto, Bello? Quando mai se le son dette di santa ragione? Forse quando hanno fatto le peggiori porcate tutti insieme appassionatamente, maggioranza e finta opposizione, come nel caso del mega-porco commerciale di Collemeto? Il problema di Galatina non è affatto l’antagonismo – magari ce ne fosse un po’ – ma il consociativismo, il volemose bene, la Trattativa, il partito trasversale, i tarallucci & vino, la mano che lava l’altra, i finti amiconi, e la cosiddetta mo-de-ra-zio-ne.
Lorenzo avrebbe voluto leggere qualcosa di diverso, di nuovo, magari non necessariamente di inedito, ma non queste coglionate, fritte e rifritte, calzanti con gli argomenti trattati come la Nutella sui cavoli stufati a merenda.
Sono certo che Lorenzo Candido (ma, per la verità, anche il sottoscritto) avrebbe voluto sentire da qualche concittadino che a Galatina finalmente la Politica dice una volta per tutte “Stop al consumo del territorio comunale” (nel senso che è giunto il tempo di pensare alla razionalizzazione degli spazi già edificati, al recupero delle aree dismesse, e al risparmio di ogni metro anzi di ogni centimetro quadrato di terreno agricolo).
Che d’ora in poi si punterà all’efficientamento energetico, alla riduzione dei consumi per esempio della pubblica illuminazione (pensate, ci è arrivato persino Coccioli) e che si impedirà una buona volta che il paesaggio comunale venga devastato in nome della produzione di energia mascherata come pulita (ergo, divieto assoluto a nuove pale eoliche di massa, al fotovoltaico in mezzo alla campagna e alla produzione di biogas da mega-centrali di compostaggio “ana[l]erobico”).
Che la Politica darà per prima l’esempio di un nuovo stile di vita incentrato sulla mobilità sostenibile, sul bike-sharing, sul pedibus, sul trasporto pubblico integrato, sull’autobus a chiamata eventualmente, e soprattutto sull’utilizzo dei mezzi di locomozione comunale francescana, cioè i piedi (che oggi, a Galatina, sembrano invece tutti affetti da calli, alluci valghi, acidi urici, fasciti plantari, metatarsalgia, occhi di pesce e neuroma di Morton, sicché si arriva ad utilizzare l’auto finanche per un giro di villa).
Che verranno incoraggiate le attività di allevamento domestico degli animali (certamente non negli appartamenti dei “grattacieli” cittadini), caratteristica del nostro piccolo mondo antico. Che si continuerà con la raccolta differenziata porta a porta, portandola a percentuali di eccellenza, promuovendo la strategia dei rifiuti zero e, al contempo, anche il compostaggio domestico. Che si cercherà con le buone ma anche con le cattive di combattere la ludopatia (tragedia che sta portando alla rovina famiglie intere).
Che considereremo i ragazzi migranti come una risorsa preziosa del territorio, prima di tutto culturale, da conoscere meglio e integrare nella comunità, anche ai fini di un reciproco arricchimento. Che, per esempio, si incentiverà sempre più la popolazione a scelte quotidiane sobrie e sostenibili. Che si disincentiverà invece la grossa industria del commercio (il mega-porco, per dire, dovrebbe essere bandito dai confini comunali soprattutto grazie alla domanda, voglio dire alle scelte consapevoli dei consumatori) anche al fine di favorire il piccolo commercio (meglio se equo, solidale e di qualità).
Che ci sarà tolleranza zero - pena la chiusura immediata e la richiesta di risarcimento danni - nei confronti delle aziende che inquineranno l’aria, l’acqua e il suolo comunali (nonostante le loro generose offerte di sponsorizzazione). Che verrà incoraggiato in agricoltura lo scambio dei semi tra i cittadini, e che verrà impedito l’utilizzo di diserbanti e pesticidi chimico-industriali in tutto il territorio galatinese (finora qui s’è bandita invece l’agricoltura e tutti i suoi prodotti, “dalle cicorie alle patate di Galatina” che, nonostante la denominazione, debbono ormai essere prodotte fuori dai confini municipali).
Che si impegna nel restauro paesaggistico e dei beni culturali nel principio del dove erano e come erano, facendo tesoro degli elementi tipici del mosaico del “Genius loci”. E che si cercherà in tutti i modi di debellare la mafia in me, prima che la mafia in sé (sì, qui da noi, soprattutto nei metodi – anche nella richiesta telefonica di una firma per la convalida delle proprie liste elettorali – spesso ci si comporta, più o meno a propria insaputa, secondo il manuale del perfetto mafioso).
Ecco. Cose del genere, avrebbe voluto leggere Lorenzo (ma anche lo scrivente) in risposta alla sua missiva, non le minchiate di cui stanno riempiendo manifesti, social-network, e il nostro ruzzolante binomio anatomico meno oblungo e più sferico, onde la libido per queste elezioni risulta in forte calo.
Lorenzo, studia, ‘manisciate’ e torna a casa. Così da Candido potrai diventare pure candidato.
Il tuo primo voto sarà il mio.
Antonio Mellone
gen252022
«Dunque, dove eravamo rimasti?», avrebbe detto un illustre italiano… In realtà ci siamo sempre stati in questi anni, sicuramente facendo più politica «di strada» che «di palazzo»: come sempre d’altronde… come ci hanno insegnato i nostri padri, come ci sprona a fare il nostro cuore…
Tuttavia siamo nuovamente qui, con qualche anno in più e sicuramente con qualche cicatrice di troppo, per riprendere un impegno politico non più solo privato… ma più propriamente collettivo, intimamente sociale.
E per far questo, ci siam presi la briga di attualizzare il nostro manifesto di valori e, pur conservandone le radici, di riscrivere la nostra idea di città passando anche da una rivisitazione del nostro simbolo: quasi a volerlo assurgere ad icona del nostro progetto politico.
Galatina Altra è stata ed è un movimento civico spontaneo: un moto dell’animo prima ancora della ragione; un moto che nasce dall’idea di voler rappresentare un’ulteriore, diversa visione di città: un’organizzazione pluralista al servizio della città-tutta, anche delle periferie territoriali. Una realtà in cui, ogni punto di vista, ha voce e ragion d’essere se funzionale al benessere sociale e ambientale del territorio in cui viviamo.
Galatina, quindi, come motore e volano di crescita di tutto il territorio salentino, quasi a divenirne «centro di gravità permanente»: un sole che splende per mettere in luce tutte le nostre ricchezze artistico-culturali, la nostra produzione artigianale, la nostra vocazione agro-alimentare ed enogastronomica, il nostro impulso commerciale, la nostra sensibilità sociale verso gli «invisibili» e gli «ultimi», la nostra empatica predisposizione ad accogliere sia chi viene a visitare il nostro territorio, sia chi poi, nonostante tutto, ci resta, imparandolo ad amare.
Da qui la scelta di un simbolo che, col suo mix cromatico, riprendesse quel ventaglio di colori in grado di ricordare la nostra terra. Il giallo caldo del sole salentino, che sfuma verso l’arancione, opportunamente raffigurato su una rosa dei venti a sedici raggi uguali, quasi a voler usare il vento salentino per rappresentare le «correnti» di pensiero che nel nostro gruppo hanno ed avranno sempre tutte lo stesso valore; il rosso della passione, del sacrificio, del lavoro: un rosso che tende sui toni del porpora come il colore della terra che lavora la nostra gente ; e poi c’è il verde della nostra vegetazione, delle colture che ornano i nostri paesaggi. Tutto questo per dare una cornice alla parola «altra», scritta col tratto volutamente calligrafico per indicare un diverso punto di vista che si aggiunge, tuttavia, agli altri, in maniera caratterizzante, quasi a voler intendere la firma di chi «c’ha sempre messo la faccia».
Infine, lo slogan «Verde è Lavoro», sintesi della nostra essenza politica e della ragion d’essere di questo rinnovato impegno sociale: slogan con cui ci introduciamo al concetto di «verde» come dinamo dello sviluppo economico e, quindi, del lavoro: perché la valorizzazione dell’ambiente, la riqualificazione urbana, la transizione ecologica nonché l’impiego sostenibile della nostra terra diventino motore per la crescita del tessuto economico e occupazionale del Salento.
Ufficio Stampa
Galatina Altra
feb192014
GALATINA – Museo Civivo "PIETRO CAVOTI" (presso Palazzo della Cultura ex Convitto Colonna).
Si tratta di 6 incontri settimanali, rivolti a bambini, a giovani e ad adulti, e si terranno ogni giovedì dalle 17:00 alle 19:30 con inizio il 20 febbraio e fine il 27 marzo 2014. Lo scopo di questo laboratorio è quello di coniugare scrittura ed oralità e, partendo proprio dal racconto, di agevolare il dialogo intergenerazionale (piccoli, giovani, adulti) e di R-innovare i vecchi racconti (“li cunti de na fiata”). Scrivere, Ascoltare e Raccontare Storie, nei luoghi della cultura ed in questo caso del Museo per rendere quest’ultimo un luogo più vivo e vicino alla gente. Nel primo incontro di giovedì 20 febbraio verranno indicate le modalità per partecipare al concorso che invita i cittadini ad esprimere la loro creatività, cimentandosi in un testo letterario (saggio, racconto, poesia, articolo giornalistico) avente come tema ispiratore la città di Galatina nei suoi aspetti culturali, storici e sociali. Si potrà partecipare al concorso dal 20 febbraio fino al 21 marzo.
INFO: 331/1800400; 380.3082069 e-mail: associazionecittanostra@live.it
NOTE: Anche per l'anno 2014, con la seconda edizione, si è rinnovato l'appuntamento "Vivi i luoghi della Cultura 7 giorni su 7", promosso dall'Assessorato al Polo Biblio – Museale del Comune di Galatina. L'iniziativa, realizzata in collaborazione con le associazioni culturali Scenastudio, Teste di legno, In-possibile, Associazione Città Nostra e Coop.va Imago che hanno accolto l'invito dell'assessore Daniela Vantaggiato, è nata dalla volontà e da una visione accogliente e socializzante dei luoghi del sapere e della conoscenza. L'inaugurazione della II edizione si è tenuta domenica 19 gennaio 2014 presso il Palazzo della Cultura (ex-convitto Colonna) con l'evento HAPPY ARTS, ed in questa occasione le Associazioni hanno promosso i loro laboratori attraverso performance, animazioni, video ed installazioni.
I laboratori, già iniziati, sono rivolti oltre che a ragazzi di varie fasce di età, anche ad adulti, e spaziano in vari ambiti e con modalità espressive diverse.
set102015
Continuiamo con queste note (invero un po’lunghe, ma a puntate) a commento dell’enciclica di papa Francesco, la prima nella storia della chiesa scritta e presentata in italiano (o comunque non in latino), e forse proprio per questo negletta dalla gran massa degli italiani impegnati ad applaudire (come, per esempio, i ciellini a Rimini) ogni tribuno - specie se della compagine governativa - pronto a vendere speranze manco fossero pentole antiaderenti.
“Alcuni progetti, non supportati da un’analisi accurata, possono intaccare profondamente la qualità della vita di un luogo per questioni molto diverse tra loro, come ad esempio, un inquinamento acustico non previsto, la riduzione dell’ampiezza visuale, la perdita di valori culturali, gli effetti dell’uso dell’energia nucleare. La cultura consumistica che dà priorità al breve termine e all’interesse privato, può favorire pratiche troppo rapide o consentire l’occultamento dell’informazione” (tratto dal punto 184, pagg. 152 – 153, “Laudato sì’” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015; la sottolineatura è nostra).
Sembrano parole scritte dal Forum Ambiente & Salute, o dai Sognatori Resistenti, o da Ivano Gioffreda, o da Marcello D’Acquarica, o dall’Anita Rossetti, o da Tonino Baldari & Co. Invece – chi l’avrebbe mai detto – si tratta delle parole di un papa, vergate nero su bianco, su di una circolare inviata urbi et orbi (speriamo non troppi orbi).
Assunti che abbiamo espresso infinite volte allorché abbiamo avuto a che fare con il mega-porco Pantacom, il fotovoltaico selvaggio in mezzo alla campagna, la S.S. 275 che vogliono far giungere fino a Santa Maria de finibus terrae (ormai nomen omen), la statale 8, il gasdotto Tap, la Xylella vantaggiosa (ai soliti noti), il porto turistico di Otranto, le grandi navi nella laguna di San Marco, e, ultimamente, le trivellazioni in mare, magari a poche miglia dalla battigia: in una parola contro la mafia.
Sì, non c’è niente da fare: là dove si devasta l’ambiente, si deturpa il paesaggio, si mortificano i beni culturali, lì c’è mafia. La mafia non è (più) quella della lupara e della coppola (oddio, qualche pirla così conciato c’è ancora in giro, eccome, anche da noi, e non solo a Palermo o a Roma). La mafia più pericolosa è invece quella del sacco di Palermo (come di Galatina, del Salento, dell’Adriatico…), quella dello scempio ambientale presentato come “sviluppo”, “ricadute occupazionali” e “progresso” (sì, signora mia, saccheggiano anche il vocabolario della lingua italiana, e chiamano “progresso” la barbarie: la solita Itaglia alla cazzo-di-cane). Ma perché la mafia esista e prosperi c’è bisogno di quella zona grigia che è la trattativa stato-mafia: senza trattativa, infatti, non c’è mafia, la quale sta alla trattativa come l’automobile alla benzina: sicché l’una diventa il bene complementare dell’altra, come la scarpa destra e la scarpa sinistra.
“In ogni discussione riguardante un’iniziativa imprenditoriale si dovrebbe porre una serie di domande per poter discernere se porterà ad un vero sviluppo integrale: Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farà?” (punto 185, pag. 153, ibidem). Qui invece chi pone delle domande è il solito disfattista, un “ecologista” (come se il lemma fosse una bestemmia), uno poco pragmatico, e soprattutto un rompicoglioni, un gufo per giunta “rosicone”. Come se la situazione politica, sociale e culturale che stiamo drammaticamente vivendo non fosse frutto appunto di una carenza di democrazia, a sua volta derivante dalla scomparsa del senso critico, che invece è cultura, senso civico tout court.
“L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente. Ancora una volta, conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui. E’ realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni? [See, campa cavallo, ndr.] All’interno dello schema della rendita non c’è posto per pensare ai ritmi della natura, ai suoi tempi di degradazione e di rigenerazione, e alla complessità degli ecosistemi che possono essere gravemente alterati dall’intervento umano” (tratto dal punto 191, pagg. 156 -157, ibidem – la sottolineatura è nostra). Più chiaro di così si muore.
“Quando si pongono tali questioni, alcuni reagiscono accusando gli altri di pretendere di fermare irrazionalmente il progresso e lo sviluppo umano. Ma dobbiamo convincerci che rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo può dare luogo a un’altra modalità di progresso e di sviluppo. […] Si tratta di aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo” (tratto dal punto 191, pag. 157, ibidem). Ritorna il concetto della decrescita felice, di un altro paradigma, di un’altra economia, a cui fa più volte esplicito riferimento questo papa “qui sibi nomen imposuit Franciscum” (e modestamente anche chi scrive).
Arrivederci al prossimo e ultimo appuntamento con la “Laudato sì”. Oggi e sempre sia laudato.
Antonio Mellone
mar172014
In collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, sotto l’egida del Ministero per i Beni, le Attività culturali e Turismo, e della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, la Rassegna è rivolta non solo al pubblico affezionato, che ha accolto la notizia con grande entusiasmo, bensì a tutti i cittadini e in particolare agli educatori e ai giovani. L’Amministrazione Comunale tutta, consapevole dell’impegno di energie e delle risorse investite in un momento di generale difficoltà, ha inteso assumere un atteggiamento di non rinuncia, riproponendo la “Stagione Teatrale” che a partire dal 1988 e fino alle soglie del 2000 aveva portato in scena al CavallinoBianco indimenticabili opere.
Giovedì 20 marzo,“Una serata veramente orribile” per inaugurare con Carmela Vincenti,attrice brillante e versatile, incontri con il pubblico che si presentano, tra comicità, ironia e satira,occasione di divertimento e improvvisazione, affidata alla bravura di attrici e attori che si sono già cimentati in avventure sceniche difficili su ben altri gloriosi palcoscenici, con grande apprezzamento di critica e di pubblico.
Capa tosta, passionale e generosa, con questi aggettivi si definisce la Vincenti, cresciuta da Mirabella e stimata da Banfi,già conosciuta dal pubblico di Galatina in una esilarante serata della scorsa estate. Intriganti la raffinata esistenza di “nostra signora del crudo”,le feste anni ’60, la vita e le confessioni di una donna che ci racconta il vero nudo e crudo, in Una serata veramente orribile, nel senso buono, cioè assai forte.
Gli altri protagonisti, tutti meridionali, sono Ippolito Chiarello e Egidia Bruno che, appena dopo il recital “6°(sei gradi)” di Giobbe Covatta, con “Oggi Sposi” lui, e con “La mascula” lei,ci regaleranno straordinari momenti, narrando di temi e di stereotipi con stile, passione e riguardo alla saggezza popolare ma fuori da schemi ordinari. Il 3 maggio, “Serata d’onore” (poesia e musica),appuntamento esclusivo con Michele Placido per chiudere un cartellone che ha puntato sulla qualità dell’offerta culturale.
Giobbe Covatta, comico, attore e scrittore di grande successo, deve la sua fama nazionale a Maurizio Costanzo Show, doveinizia la sua carriera fortunata anche nel campo dell’editoria, a partire dal primo libro Parola di Giobbe. Nel 2010 porta in teatro Trenta, uno spettacolo dedicato ai 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. A marzo 2011, in coppia con Enzo Iacchetti a teatro con “Niente progetti per il futuro" una commedia con ben 87 repliche nei teatri di tutta Italia. A gennaio 2012, debutta in 6° (sei gradi). Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Covatta, in “6°(sei gradi)” ,attore-autore del testo insieme a Paola Catella, si è divertito a immaginare le stravaganti invenzioni scientifiche, ma anche sociali e politiche, che l’umanità metterà a punto in futuro per far fronte all’emergenza ambientale.Per tutti giovedì 27 marzo un’occasione per sorridere degli “scherzi” del grande comicosul tema della sostenibilità del Pianeta e delle sue popolazioni.
Ippolito Chiarello è unartista eclettico che, spaziando dal teatro al cinema e alla musica,si è cimentato principalmente come attore ma ha praticato anche la strada della regia e della formazione anche in ambito di disagio sociale. Ha lavorato per circa dieci anni con la Compagnia Koreja di Lecce e con altre compagnie pugliesi. Al cinema come attore ha partecipato, tra gli altri, ai film "Italian Sud-Est”, “Galantuomini" e "Fine pena mai”.
Con la sua Compagnia, Nasca Teatri di Terra, ha prodotto, scritto e interpreta da dieci anni con successo lo spettacolo "Oggi Sposi”.
“Oggi Sposi” inreplica a Galatina venerdì 11 aprile è uno spettacolo “leggero”, tra il serio e il comico, un alternarsi ubriacante di sollecitazioni al riso e all’emozione, secondo i canoni del teatro comico musicale. Attraverso la musica, la letteratura, l’improvvisazione e le massime della saggezza popolare l’attore scava “pericolosamente” nei meandri del “rapporto di coppia” raccontando anche della sua stessa vita, con gli amori finiti e quelli mai iniziati.
Egidia Bruno è un altro volto noto a Galatina. Attrice dal dicembre 1990, la sua attività artistica è caratterizzata dalla trasversalità,dal teatro di prosa tradizionale, a quello di narrazione, a quello per ragazzi, dalla televisione al cinema, dalla radio al cabaret. Tutto questo la porta a essere coautrice dei suoi testi: “Io volevo andare in America e invece so' finita in India”, “Non sopporto le rose blu”, sviluppando la corda a lei più congeniale, quella dell'ironia. Dopo il successo di “La mascula” nel 2007 scrive e interpreta lo spettacolo “ANTIGONE 2000 d.C. ‘Na tragggedia!!”. La svolta, quindi, con “ W l'Italia.it... Noi non sapevamo", monologo "serio" sulla “questione meridionale”, rappresentato il 23 novembre 2012 a Galatina nell’ambito della Rassegna Culturale Identità in Dialogo _ guardare la Storia dal Sud, e con il quale vince il premio internazionale "Teatro dell'Inclusione - Teresa Pomodoro" 2012 .
Torna martedì 29 aprile con “La Mascula” scritto e diretto con Enzo Jannacci, per raccontare di un pallone calciato da gambe femminili nel Meridione d'Italia. Si racconta la storia di Rosalbadetta la mascula a cui piace giocare a pallone. La storia di un modo di essere, inconsapevole della sua purezza, e forse per questo ancora più libero. La storia di una libertà che non ha bisogno di provocare.
Michele Placido, attore tra i più carismatici e apprezzati degli ultimi vent'anni, vanta una lunga carriera cinematografica e teatrale, oltre ad una positiva esperienza come autore e regista. In tutti i ruoli interpretati emerge sempre uno spiccato interesse per le problematiche sociali, affrontate con grande sensibilità e coraggio.
L’appuntamento esclusivo a Galatina sabato 3 maggio con “Serata d’onore” è un omaggio al teatro. Passeggiando nella sua vita tra teatro e cinema, Placido farà rivivere magicamente le più classiche poesie d’amore. Alla poesia si alternerà la canzone, lasciando il posto per l'umorismo e le risate.
All’insegna di Il teatro è azione! lacampagna abbonamentiè stataaperta con la presentazione della Rassegna nella conferenza stampa a Palazzo Orsini mercoledì 12 marzo scorso.
È già quindi possibile acquistare la tessera e i biglietti presso il botteghino del Teatro Tartaro ( Corso Principe di Piemonte,n.19 - tel.0836 568653) che sarà aperto dal martedì alla domenica dalle h.19:00 alle h. 22:00.
(comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione Città di Galatina)
apr092019
Dopo aver ottenuto il riconoscimento di "Città che legge", Galatina si impegna a sottoscrivere il "Patto locale per la lettura".
Obiettivo principale è quello di avviare azioni condivise e orientate all'incremento e alla diffusione della lettura sul nostro territorio, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. L'Amministrazione Comunale avrà il compito di incentivare le adesioni al “Patto locale per la lettura” e a sostenere tutte le azioni e i programmi ad esso coordinati.
Possono aderire al “Patto della lettura della Città di Galatina” gli Istituti d’Istruzione di ogni ordine e grado, le Scuole dell’Infanzia pubbliche e private, gli Istituti, Enti, Associazioni culturali e di volontariato, le Ludoteche, gli Editori, i Librai, i liberi professionisti - quali educatori, psicologi, giornalisti, ecc. – i soggetti del Terzo Settore, gli autori e lettori organizzati in gruppi e/o Associazioni, i cittadini, che dimostrino di aderire ai principi del Patto e che svolgano o vogliano svolgere attività di promozione della lettura coerenti con le finalità nello stesso riportate.
Tutti i firmatari del Patto devono avere a cuore alcuni principi cardine: la conoscenza è un bene comune, il libro e la lettura sono strumenti insostituibili di accesso alla conoscenza e la promozione degli stessi crea una rete territoriale delle professionalità più direttamente coinvolte, rappresentando il fine comune delle Istituzioni pubbliche, della società civile e del mercato.
“Il Patto per la lettura – dice l’Assessore al Polo Bibliomuseale Cristina Dettù - si innesta nel solco di una serie di politiche culturali che questa Amministrazione persegue sin dal primo giorno, in linea con la programmazione strategica della Regione Puglia. Dopo aver ottenuto il finanziamento di 2 milioni di euro per la Community Library (i cui lavori partiranno nei prossimi mesi), l’azione di promozione della lettura e delle spazi della biblioteca “Siciliani” rappresenta un punto imprescindibile della politica culturale dell’Amministrazione Amante. E tanto deve essere per una Città come Galatina, ricca di storia, cultura e tradizione. A ciò si aggiunge un fermento culturale che coinvolge le fasce più giovani della popolazione: ne è prova la presenza importante di piccoli, giovani studenti e famiglie all’interno della biblioteca “Siciliani”. Ciò è motivo di orgoglio per tutta la Città, oltre che un servizio essenziale”.
Per aderire basta scaricare e leggere il regolamento:
https://www.comune.galatina.le.it/amministrazione/attivita/avvisi-pubblici/item/avviso-pubblico-per-acquisizione-di-manifestazione-di-interesse-a-sottoscrivere-il-patto-per-la-lettura-della-citta-di-galatina-scadenza-presentazione-domanda-di-adesione-il-30-aprile-2019
Ufficio Stampa Amante
gen282018
Non so più quanti messaggi-fotocopia ho ricevuto nei giorni scorsi tra telefonate, mail, sms su Whatsapp, Messenger e Face-book in cui mi si raccomandava di non perdermi assolutamente “Meraviglie – La penisola dei tesori”, trasmissione di Alberto Angela andata in onda il 24 gennaio scorso alle 21.25 su Rai Uno. Sì, perché tra l’altro si sarebbe parlato anche della Basilica di Santa Caterina in Galatina (della quale, nei dispacci di cui sopra, risaltava la foto di un bello scorcio).
Confesso che non vedevo Rai Uno dal secolo scorso: sto molto attento a evitare come la peste i canali renzusconiani (quasi tutti), inclusi quelli delle reti Mediaset e molti altri non dichiaratamente tali, ma manieristi dei primi nella forma e nella sostanza. Me ne guardo bene, dicevo, sicché utilizzo il telecomando con oculatezza, quasi con cautela, onde evitare che con la digitazione di certi tasti contribuisca anch’io, benché per isbaglio, all’audience di certi programmi, e correlativamente alla fortuna economico-politica delle due note sciagure governative - maestro e allievo, con codazzo di accoliti vecchi e nuovi - che di ventennio in ventennio stanno provando (riuscendovi benissimo) a distruggere quel che di buono resta del nostro Paese. Ma lasciamo ora da parte l’Unno del Signore e il sodale Renzichenecco, e veniamo a noi.
Insomma, mi son fatto violenza e ho visto il suddetto “Meraviglie”.
Ma, detto fuori dai denti, che delusione. E quanta differenza tra il vecchio “Quark - viaggi nel mondo della scienza” (da imberbe ragazzino non me ne perdevo manco uno) condotto da Piero Angela, il padre di Alberto, e la trasmissione dell’altra sera. Il primo, pur sempre divulgativo, ben fatto, con approfondimenti scientifici e talvolta con “servizi di nicchia” (ricordo tutta una puntata su quell’incredibile macchina musicale che è l’organo a canne, per dire: un tema non proprio da folle oceaniche); il secondo, con belle immagini, certamente, ma dallo spessore culturale di una velina (in tutte le accezioni, intendo, inclusa la carta). Insomma una specie di accozzaglia, un blob di icone per turisti inebetiti, pronti a correre al primo Mc Donald’s di un centro commerciale dopo aver visitato (sbuffando) opere sublimi e, si spera, sempiterne a prescindere dai servizietti di Rai & Co (e dunque dai turisti stessi).
Credo che sia accaduta la medesima storia per gli altri siti trattati (si fa per dire) nel medesimo minestrone, tipo i Trulli di Alberobello, Castel del Monte, o le ville del Palladio della “Repubblica di Venezia”; e temo che abbia funzionato il medesimo tam-tam social, promosso da chissà chi, forse dallo stesso ufficio marketing della tv Diciamo Di Stato, a solo beneficio dell’Auditel. Cosa non si fa per i numeri, per il budget e per i soldi maledetti e subito: la solita quantità che ammazza la qualità.
Eppure la nostra Basilica (sarò un campanilista al quadrato) meriterebbe di più che una semplice comparsata in uno spottone pubblicitario (la pubblicità, si sa, non dice tutto, anzi sovente non dice proprio nulla).
Da un conduttore come Alberto Angela, così bravo (lo riconosco), mi sarei aspettato una puntata affatto diversa: avrei cioè voluto sentire (o risentire) storia e leggende della nascita della basilica dedicata, si badi bene, non a Santa Caterina da Siena, ma a Santa Caterina d’Alessandria, la protettrice dei filosofi (fattore sintomatico, questo, poiché tutta la forza ispiratrice, nella concretizzazione architettonica prima, e in quella pittorica poi, sintetizza l’anselmiamo “credo ut intelligam” – di cui mi parlava il mio compianto amico, il prof. mons. Antonio Antonaci - inteso anche nelle sue ripercussioni sociali e culturali in quel periodo di transizione tra l’età di mezzo e l’evo moderno).
Avrei voluto sentir parlare - e non di corsa, cioè in meno di cinque minuti - della rivoluzione anche linguistica del Santo Francesco e dei suoi seguaci francescani (specialmente degli spirituali separatisi dai conventuali, storici e attuali custodi del complesso monumentale galatinese), e poi ancora di Dante Alighieri, dei nove cicli pittorici cateriniani, e delle diverse scuole artistiche (dalla senese, alla veneziana, alla napoletana, e non ultimo alla locale) che hanno contribuito alla varietà decorativa degli affreschi di questa pinacoteca incredibile.
Ma forse in fondo meglio così. Meglio la discrezione e un altro po’ di riserbo su questi luoghi ancora così autentici e lontani dal sovraffollamento del turismo di massa.
Scusatemi, ma io son quasi geloso al pensiero che un giorno, com'è inevitabile che sia, queste Meraviglie saranno di tanti.
Antonio Mellone
ott032015
Caro sindaco Mimino Montagna,
anche se non sembra….. sono la sottoscritta tua delegata per la frazione di Noha. Premetto subito che… devo evitare di mettere tutti questi…..puntini di sospensione sennò quel saputello nonché…. rompicoglioni di Antonio Mellone mi prende per il….. LOCULO da qui all’eternità!!!!!!!
Non mi è facile, proverò in tutti i modi a ridurli ai minimi termini, questi puntini, anzi ai Mimini termini, hahahahahaha.
Tu sai che io quando mi ci metto faccio le cose con il cuore (anche se il Mellons’ di cui sopra, quando gli prudono le mani, scrive che utilizzo un altro organo posto un po’ più in basso, e che inizia sempre con CU. Ma, sai, lui è fatto così, non è cattivo: è solo che ha il brutto vizio di canzonare il POTERE: e io, modestamente, può). E poi, detto tra noi, quella che lui pensa sia satira (che a me non piace, anzi non mi fa per niente ridere) altro non è che…….tutta pubblicità per me. Tiè!!!!
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Stavolta cercherò di essere, come dire, alquanto stitica, evitando di produrre le….. sette cartelle (cliniche) dell’altra volta. Come, non ti ricordi più? Dai, quelle di autodifesa dalle accuse (INFONDATE!!!!) da parte della direttrice della scuola di Noha per via della transumanza di due sedie volanti da un plesso ad un complesso scolastico. Non le avessi mai scritte quelle pagine: ancora mi stanno prendendo in giro per via del fatto che, stanca morta com’ero, non mi andò manco di rileggere e quindi correggere qualche piccolissimo, invisibile, IRRILEVANTE….. strafalcione scritto in fretta e furia. A dirla tutta….. pensavo che non leggesse nessuno quella roba lì, tranne te ovviamente (che, come noto, sei di bocca buona, tanto è vero che te ne uscisti con una baggianata delle tue, ché ancora la gente sta ridendo). Poi capitarono nelle mani del nostro amico che si crede uno scrittore (quando non è nemmeno uno scrivente), e…. apriti cielo!!!!
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Ma bando alle chianche, e veniamo a noi, anzi a Noha. Caro Mimino, voglio dirti sempre in premessa che finché scrive Antonio Mellone non ce ne può fregar de meno: è da anni che scrive (non letto e non ascoltato da nessuno) e figurati poi se noi altri facciamo finta di dargli retta: ma manco per l’anticamera del cervelletto. Ma se si mettono a scriverti lettere aperte anche i ragazzi delle scuole medie siamo fritti, finiti, cassati.
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Oh, Mimino, ma che figura mi fai fare?????
Mi dice l’uccellino che ci sono in palio da parte della regione Puglia ben 17.000.000 di euro (DICO: DI-CI-AS-SE-TT-EM-IL-IO-NI-DI-EU-RO) per raddrizzare i BENI culturali e noi non presentiamo nemmeno un progetto uno per la mia Noha????
E’ vero che potrebbe esserti sfuggito, ma santo cielo, per Noha, nonostante i libri, i convegni, le istanze e gli articoli sui beni culturali, non possiamo non avere uno straccio di disegno da farci finanziare!!!! Dai, sindaco mio, com’è possibile? Non dirmi che per Noha non c’è uno sputo di progetto da presentare, sennò m’incavolo come una iena.
E’ vero anche che è da un bel po’ che non ti fai vivo a Noha.
L’altra sera, per dire, dopo tanti anni di assenza, sei apparso nel centro della frazione per la nostra festa patronale come il Risorto doveva essere apparso a San Tommaso: un sacco di nohani, infatti, non credevano ai propri occhi, e come l’Apostolo incredulo volevano metterti le dita da qualche parte (per esempio negli occhi) per potersene convincere. Però almeno l’altra sera, per una sera, mi hai evitato l’onere di girarmi la processione, come in genere sono costretta a fare, da sola e con tanto di fascia tricolore (UNA FATICACCIA CHE NON TI DICO!!!!).
Te lo chiedo per favore, ogni tanto, e non solo ogni dimissioni di papa, fatti un giro in questa novella Pompei salentina dove tutti i beni culturali comunali, come per esempio la torre dell’orologio ubicata in piazza (non sullu Piezzu!!!!!!!), stanno in piedi tienime ca mo’ casciu.
Caro Mimino, riusciamo magari PRIMA delle prossime elezioni non dico a fare o dire qualcosa di sinistra, seeee, ma almeno qualcosa di meno sinistrato rispetto a quello che abbiamo fatto finora, o meglio non fatto?? Sennò il piccolo scrivano nohano mi combina a dick-dick [che non è il famoso complesso degli anni ’70 – quelli, come ben sai, erano i Dik-Dik - ma il soprannome di una storica famiglia di macellai di Noha, che in italiano suonerebbe più o meno così: “pene-pene”, vabbè te lo dico in indialetto così ci intendiamo meglio: “pica-pica”].
Io vorrei una volta, una soltanto, rispondere NON ad Antonio Mellone [che detto tra noi non è NESSUNO: infatti mi sono ripromessa di non rispondere MAI PIU’ AI SUOI ARTICOLI: SE VUOLE MI FA UN’INTERVISTA con i controcazzi, sennò andasse al diavolo, lui e tutti quelli che gli mettono mi piace su feisbuk!!!!!], ma alla popolazione tutta E CON I FATTI. Perché DANIELA SINDACO RISPONDE CON I FATTI E NON CON LE CHIACCHIERE. E non voglio che nessuno un domani mi possa dire: DA QUALE PURPU VIENE LA PREDICA.
Io sto dando tutta me stessa per Noha, sto addirittura trascurando il mio lavoro (E LA MIA DICHIARAZIONE DEI REDDITI LO CERTIFICA DAL PRIMO FINO ALL’ULTIMO CENTESIMO), sto cercando di portare in alto il nome del mio paese, organizzo da non so più quanti anni i moto-raduni di agosto (vabbè fanno tutto loro, ma io ci metto la faccia), sono presente ad ogni funerale con tanto di manifesto che sembra più grande il mio nome che quello del morto, sto facendo un sacco di altre belle iniziative che per la verità non mi ricordo manco più quali siano, e qual’è il risultato? (cara prof. Daniela Vantaggiato, hai visto che ce l’ho messo l’apostrofo e come sono migliorata da quando vengo a ripetizione da te?) E – dicevo - qual’è il risultato? Quello di essere presa in giro perché a Noha non stiamo facendo nulla? No, Mimino Montagna, a queste condizioni io non ci sto.
Io sono pronta a votarti in Consiglio tutte le schifezze della tua giunta (tipo il Mega-porco commerciale o l’Area Mercatale, e altri scempi simili), però non voglio passare alla storia di Noha solo per un paio di sedie da asporto come le pizze.
A proposito di “Buona Scuola”, nel complesso scolastico di Noha abbiamo un’aula con tante postazioni-computer bellissima, ma (INCREDIBBILE MA VERO) senza linea Internet, e dunque di fatto inutilizzabile da circa un paio d’anni. Come mai? A Noha è vietato connettersi? Non è che quando si parla di BANDA LARGA qui bisogna sempre intendere le solite Bande note alla cronaca nera? Non dirmi, ti prego, che la legge di cui sopra, anche per Noha, si è trasformata nel decretino della “Buona Sòla”?
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Non voglio dire niente altro per l’amor di Dio sull’allaccio Enel del centro Polivalente. Dico solo che non c’è la faccio più!!!!! Ma lo sai che l’altro giorno – robba de pacci, Mimino – ‘stu benedetto centro si è trovato al buio mentre noi altri eravamo all’oscuro di tutto.
Tra l’altro la sfiga ha voluto che proprio all’indomani ci fosse la Festa dei Lettori (dove doveva partecipare anche ‘stu rompipalle di Antonio Mellone, che invece di chiamarmi al telefono per avvisarmi, si è messo a scrivere il solito articolo sarcastico e così tutti o quasi hanno saputo della cosa…..).
Insomma, Mimino mio, hanno portato via puru dhru stozzu de “contatore di cantiere” che permetteva almeno di accendere le lampadine dei cessi di ‘sto cavolo di centro-periferico (ma, tranquillo, non sufficiente per far funzionare ascensore, aria condizionata, riscaldamento e fotovoltaico). Del resto non saprei più da dove partire e soprattutto dove arrivare con questa via-crucis-tragicomica, con questa telenovela nohan-messicana. Vedi, per favore te lo chiedo, di dare una voce tu a Mr. Coccioli, il nostro assessore ai lavori pubici, affinché in qualche modo ci illumini di incenso.
Su dai, Mimino, (anzi sudai, e molto!) diamoci una mossa e facciamo meno mosse. Ad oggi, mentre ti scrivo, sempre se non sbaglio (ma è difficile che io sbaglio!!!!), l’unica luce che c’è è quella diurna del pozzo luce.
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Ancora una cosa. Si spendono dei SOLDI PUBBLICI, pare 26.000 euro per l’estate galatinese e altri 16.000 euro per la festa patronale di san Pietro. Va bene tutto, ma perché questo Bancomat (che sarebbe il Comune) funziona solo…… per certe aree geografiche, tipo la capitale galatinese, e non per altre (come Noha, i cui abitanti comunque – SALVO I SOLITI CASI DI EVASIONE FISCALE - pagano le tasse con le stesse percentuali)? Perché, per dire, per la festa di San Pietro, come mi dicono, sono stati stanziati 2.000 euro in più, espropriati paro paro dalla festa di San Michele Arcangelo, sicché il contributo per San Pietro è passato da 14.000 a 16.000 mentre quello per San Michele da 4.000 a 2.000? Al paese mio si dice: quandu lu poveru dè allu riccu lu diavulu sotto li piedi de san Micheli si la ride. E mo’ che cosa possiamo inventarci per buttare un altro po’ di fumo negli occhi dei nohani, soprattutto di quelli – e sono tanti grazie a Dio - che si bevono di tutto e di più, e quindi imperterriti continuano a votarci?
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Giorni fa, nella seconda fetta di Mellone 2015 (secondo il detto nohano: QUANDU RRIVA LA FICA LU MALONE VE E SE ‘MPICA - e speriamo cu rriva ‘mprima ‘sta benedetta fica), il suddetto Mellone mi ha inviato una lettera (veramente l’ha indirizzata anche agli altri tre moschettieri delegati di Noha, anzi tre mosche – ma figurati se quelli prendono carta e penna e si mettono a rispondere, ma io, Daniela Sindaco sottoscritta, ho una dignità da difendere, mentre loro, cioè gli amici LULO, ANPE, e GICO, non hanno le palle per ribattere - ma come quelle che dico io). Ebbene, dicevo, di loro non m’importa nulla, ma io la risposta vorrei darla, come detto sopra, NON con le lettere (che poi mi vengono come vengono) ma CON I FATTI CONCRETI.
Caro Mimino, penso di essere stata chiara e circoncisa come sempre. Ti dico solo, in conclusione, che se non vi darete una mossa lì a Palazzo Orsini, la sottoscritta Daniela Sindaco sarà costretta a trasformarsi in quattro e quattro otto in una ostinata e implacabile DANIELLA FASTIDIOSA.
E sappi che per estirparla non c’è sega che tenga.
Cordialmente tua e sottoscritta,
avv. Daniela Sindaco
dic042020
In seguito ad alcune segnalazioni di cittadini residenti e vista l’importanza del percorso che insiste in un’area densamente popolata come quella delle vie Tito Lucrezio, C. Colombo e Quinto Ennio, abbiamo inviato all’Ufficio del Protocollo una comunicazione urgente per la messa in sicurezza della rotonda in questione e per l’assenza assoluta di segnaletica stradale.
Il Direttivo:
NoiAmbiente e Beni culturali
Noha e Galatina
ott082014
Ho trascorso quasi tutta la serata del 29 settembre scorso, solennità di San Michele Arcangelo, in piazza, a Noha, nei pressi del tavolino allestito dagli osservatori nohani e dagli altri amici per la raccolta delle firme da inviare al FAI (Fondo Ambiente Italia) al fine di far inserire nel catalogo dei beni culturali, degni almeno di un ricordo, le nostre Casiceddhre in miniatura, architettate dallo scultore Cosimo Mariano all’inizio del secolo XX e lasciate marcire nel degrado e nell’abbandono dai contemporanei del XXI.
Insieme a Marcello, Angela, Maria Rosaria, Marco, l’agguerritissima Patrizia, l’Albino, e qualcun altro (che gentilmente ci ha sostituiti giusto il tempo di una passeggiata sul corso illuminato dai festoni ed una puntatina ai panini con la porchetta arrosto) in poche ore e senza tanto clamore s’è raggiunto un totale di circa 240 firme autografe spontaneamente (e in qualche caso spintaneamente) apposte su quei fogli volanti da spedire alla Fondazione. Altre 150 firme sono state raccolte nei tre o quattro giorni successivi. Un buon risultato, non c’è che dire.
Ma oltre all’obiettivo primario (cioè l’invio al FAI delle firme), ne avevamo un secondo non meno importante: quello di ritornare ancora una volta a parlare a nohani e forestieri di salvaguardia dei nostri tesori, che sembra siano stati definitivamente archiviati nel dimenticatoio un po’ da tutti (vista la mattanza senza fine del nostro, come dire, tessuto storico).
Ma non crediate sia mai stato facile parlare (o scrivere) di beni culturali. C’è stato un tempo in cui uno dei capobanda di un votatissimo partito politico nazionale, e purtroppo anche locale, tra le altre inarrivabili locuzioni, proferì la famosa solennissima minchiata per cui con la cultura non si mangia (e qui è d’uopo che vi risparmi gli altri motti suoi, e quelli di qualche suo compare di merende nostrano).
Vi confesso che nel corso della serata, nel parlare del più e del meno con avventori e passanti dalla nostra postazione, il mio umore ha più volte repentinamente oscillato tra il tiepido ottimismo ed il pessimismo leopardiano, quello cosmico. Sì, ne ho dovute sentire di tutti i colori, ma così tante che la fantasmagoria di luci caleidoscopiche installate dalla premiata ditta Cesario De Cagna per la festa patronale nohana era nulla al confronto. Io davvero non so come fare a far comprendere alle persone il fatto che, per dirne una, l'occupazione non nasce dalle grandi opere, ma da politiche che stimolano appunto la cultura, il piccolo commercio, magari equo e solidale (e non invece i mega-porci comodi solo a chi ha come unica fantasia quella delle colate di cemento), l'artigianato, l’agricoltura, e infine ma non meno importante anche il locale patrimonio artistico, storico, musicale, creativo.
Ho cercato di spiegare ai passanti, en passant, che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti del nostro (o dell’altrui) patrimonio: quello che può renderli degni di essere tutelati dalla Repubblica (o in subordine dal FAI) può essere anche la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.
Una delle amenità che m’è toccato di sentire (e che comunque non mi suona per niente nuova: segno che c’è ancora qualche scienziato che diabolicamente persevera in questa genialata) è la “proposta” nata non so più quando né da chi (forse, a ragion veduta, ne ho rimosso nome ed esistenza) del trasloco delle casiceddhre dalla loro abituale ubicazione alla volta, magari, di un museo o di qualche non ben definito particolare piedistallo, come se le nostre opere d’arte fossero dei normali ancorché costosi soprammobili. E’ un po’ come se il cervello di una persona potesse essere prelevato e spostato altrove da qualche redivivo dottor Frankenstein junior (oddio, a proposito di fuga di cervelli, anche Noha non sembra immune dal fenomeno: il problema vero è invece quando il corpo rimane qui).
E tu hai voglia a spiegare che finanche anche il filosofo, archeologo nonché critico d’arte Quatremere de Quincy già nel 1796 osservava acutamente che “perfino un quadro di Raffaello, se fuori contesto, non dice nulla, perché non è una reliquia, come un frammento della Croce, che possa comunicare le virtù legate all’insieme”.
Questa regola, si badi bene, non vale solo per i capolavori supremi, ma per qualsiasi opera d’arte.
Ma quando si riuscirà una buona volta a far capire che il nostro patrimonio culturale non è una collezione di icone ma un deposito di memoria culturale? Quando ritorneranno in mezzo a noi i suddetti cervelli in fuga? Temo che qui ci sarà da attendere ancora per molto (visti anche gli ultimi sviluppi e le prove evidenti del fatto che non solo non si sappia scrivere ma nemmeno leggere).
Altre piccole chicche della serata (roba da spezzare le gambe, ovvero gambizzare) e, quando non espressamente qui e là proferite, sicuramente pensate e inviate al nostro indirizzo sono a titolo esemplificativo le seguenti: “Ma fatevi i fatti vostri”, “Non ve ne incaricate”, “Pensate alle cose serie”, “Lasciate perdere”, “Ma chi ve lo fa fare”, “Certo che avete tempo da perdere”, “Non avete mai concluso niente”, “Attaccate l'asino dove vuole il padrone”, “Tanto queste firme non servono a nulla”, “Passata la festa gabbato il santo”, e infine: “Non credo che con la raccolta di firme per le casiceddhre risolvi i problemi della gente”.
Mo’ ditemi voi se questa non è l’ennesima sparatoria a Noha. Di cazzate a raffica.
Antonio Mellone
dic172020
Il Comune di Galatina ha ottenuto il finanziamento di un programma d’intervento con le risorse del Programma operativo nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”, che attua il programma Garanzia Giovani in Italia. Il programma, redatto dal dottor Giampaolo Bernardi, è articolato in due progetti, per un totale di trenta operatori volontari del Servizio civile universale, di cui dodici da impiegare presso le sedi comunali di Galatina. Il programma finanziato è stato redatto nel rispetto delle novità introdotte dal nuovo sistema di Servizio civile; il progetto ha visto il Comune di Galatina tra i primi protagonisti in Regione, nella veste di capofila insieme ai Comuni di Cutrofiano, Martano, Melpignano, Sogliano Cavour e Vernole, della complessa ed articolata procedura di iscrizione al nuovo Albo di SCU, conclusasi a marzo 2020 e propedeutica alla presentazione dei programmi d’intervento.
“Il finanziamento del nuovo programma – dichiara l'assessore alle Politiche giovanili, Maria Rosaria Giaccari - oltre a confermare il protagonismo del Comune di Galatina nell’ambito del Servizio civile, consente di dare continuità ai due progetti ormai giunti all’ottava edizione e di consolidare il percorso di tutela, valorizzazione, promozione e fruibilità delle attività e dei beni culturali del territorio, nonché delle attività ambientali che contribuiscono a costruire una città inclusiva, sicura, duratura e sostenibile. Obiettivi perseguiti dall’amministrazione comunale che, ancora una volta, conferma l’attenzione rivolta ai giovani e al territorio.”
Nelle prossime settimane sarà pubblicato il Bando 2020 per la selezione degli operatori volontari da impiegare nei programmi e nei progetti appena finanziati, al quale potranno accedere i giovani tra i 18 e i 29 anni che siano in possesso dei requisiti richiesti. A seguito della pubblicazione del Bando, tutte le informazioni saranno rese note con apposito avviso sul sito istituzionale del Comune di Galatina.
Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina (LE)
dic042017
Nell'ambito della strategia SMART IN Puglia, Galatina è tra i primi Comuni della Regione ad aggiudicarsi un sostegno finanziario per l'elaborazione di progettazione di qualità, assicurando così la presenza di giovani professionisti al di sotto dei 35 anni nelle procedure di affidamento delle progettazioni.
L'Amministrazione comunale si dimostra in piena linea con la politica regionale in materia di valorizzazione dei beni culturali, sostenuta fortemente dall'Assessore di riferimento, Loredana Capone.
Inoltre, ciò dimostra il costante e attento lavoro di tutta l'Amministrazione, pronta nel partecipare a bandi "a sportello" come questo, a seguito di opportuna valutazione, e nello stesso tempo capace di pensare in grande, con progetti a lungo termine.
Ufficio Stampa Marcello Amante
mar172014
“La storia del Salento e della Puglia è stata pure storia dell’Islam. Storia di Arabi, Berberi, Andalusi e Turchi che muovevano pervasi da Allah, anche da Allah: anche allora era tutta una questione di grossi interessi internazionali, che spesso celavano nel pretesto religioso finalità eminentemente politiche ed economiche: far legna in selve boscose, far schiavi in contrade popolose, far razzia in province facoltose…… Non mancarono le occasioni di odorarsi, azzannarsi o leccarsi, fra due società e altrettante fedi. E comunque di confrontarsi, con le armi e con la cultura che ciascuna si portava dietro, nel baule della propria civiltà………..Nel gioco d’equilibrio fra musulmani e cristiani, la lente d’ingrandimento ha mostrato una Puglia che ha assorbito non poco dalla civiltà araba, sul piano culturale, storico-artistico, toponomastico e onomastico” (Prof.Vito Bianchi).
5° Incontro per la Serie “Dialogoi Sto Monastiri”, Notizie storiche e culturali intorno alla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, Giovedì 20 Marzo 2014 alle ore 18,30 presso la Sala di cultura Francescana della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Piazzetta Orsini, con l’intervento del Prof.Vito Bianchi, Docente di Archeologia presso l’Università degli Studi di Bari, Studioso di Relazioni culturali e religiose fra l’Europa, il Mediterraneo e l’Oriente, Archeologo specialista ed Autore di numerose Pubblicazioni con tipi di De Agostini-Rizzoli, Mondadori, Laterza, Capone, nonché Autore e Conduttore di programmi culturali per Radio Due e Radio Tre Rai.
Dopo i saluti di Frà Rocco Cagnazzo, parroco della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, introdurrà i lavori il Presidente del Club UNESCO di Galatina Salvatore Coluccia.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.
Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616
nov252019
Di seguito le due interrogazioni:
Oggetto: operatività del Centro di Salute Mentale - Centro Diurno
PREMESSO CHE:
-Con la nota ASL dell’11 Ottobre 2019 era stata stabilita la sospensione temporanea delle attività presso l’attuale sede del Centro di salute Mentale – Centro Diurno sito in via P. Siciliani n.8 e lo spostamento del personale sanitario e degli operatori presso il Centro di Salute Mentale di Nardò;
- La stessa nota stabiliva inoltre che gli operatori esperti assegnati presso il Centro Diurno di Galatina avrebbero svolto la propria attività presso il Centro Diurno di Nardò e/o Lecce;
-La ragione di questo provvedimento risiede nelle perizie effettuate dai vigili del Fuoco che, in una propria nota richiamata dalla stessa ASL, hanno stabilito come la struttura sita in Via Siciliani n.8 risulti priva di autorizzazione antincendio oltre a presentare condizioni non accettabili dal punto di vista della sicurezza, in particolare per quel che riguarda i percorsi di uscita dal primo piano;
-Con una successiva nota ASL del 16 Ottobre 2019 è stato definito il trasferimento temporaneo del CSM presso la sede di Via Roma, ubicata al piano terra della palazzina uffici del P.O. Santa Caterina Novella;
-La palazzina ed i locali dell’Ospedale Santa Caterina Novella che ospitano attualmente il CSM non sono idonei allo svolgimento delle prestazioni necessarie al tipo di assistenza richiesta;
-Questa soluzione tampone dà solo l’illusione di aver risolto il problema e le precarie condizioni in cui si opera non scongiurano del tutto il rischio di un trasferimento definitivo del CSM nella città di Nardò;
-Il Centro Diurno a tutt’oggi è senza sede provocando un continuo spostamento sul territorio da parte degli operatori che sono in attesa di un sede temporanea;
CONSIDERATO CHE
-La sospensione delle attività del CSM di Galatina con conseguente spostamento delle funzioni a quello di Nardò, metterebbe in ginocchio ed umilierebbe ulteriormente la nostra città oltre a negare servizi e assistenza a particolari categorie di pazienti;
-Il CSM di Galatina serve un bacino di utenza di circa 4.000 utenti ed offre, tra le altre cose, visite psichiatriche con ingresso diretto e senza alcun onere relativo al ticket da pagare, rinnovo patenti di guida, idoneità psichica per concorsi, psicoterapia individuale e/o di coppia, idoneità psichica per adozioni internazionali, certificazioni per invalidità;
-Il CSM è anche sede di un Centro Diurno dove circa 20 pazienti frequentano tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.30, attività come laboratori di arte, musica, sport con il supporto e l’assistenza di operatori sanitari del settore
tanto premesso si interroga IL SINDACO
-Per sapere se e quali provvedimenti concreti intenderà adottare per evitare di perdere il CSM a vantaggio di Nardò.
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Oggetto: riqualificazione Palazzo della Cultura
PREMESSO CHE:
- Il progetto di riqualificazione ed innovazione della Biblioteca presentato dal comune di Galatina è stato finanziato dalla Regione Puglia, nell’ambito dell’Asse VI del POR Puglia 2014/2020 Azione 6.7, con un importo di 2 milioni di euro;
- Oltre ai lavori di ristrutturazione, funzionalizzazione e fornitura di attrezzature speciali, il finanziamento prevedeva anche la realizzazione di interventi di tutela finalizzati alla catalogazione e digitalizzazione del patrimonio librario della biblioteca e l’avvio di servizi socio-culturali;
- Qualche giorno fa sono iniziati i lavori presso il Palazzo della Cultura;
- Con determina dirigenziale, nell’ambito della digitalizzazione del patrimonio librario, attraverso incarico diretto, il comune di Galatina ha inteso avvalersi del supporto professionale di un esperto esterno in materia con le competenze professionali specialistiche, riconoscendogli, per la progettazione esecutiva, 13.500 euro oltre IVA, corrispondenti ad un totale di 30 giorni lavorativi;
professionali specialistiche, riconoscendogli, per la progettazione esecutiva, 13.500 euro oltre IVA, corrispondenti ad un totale di 30 giorni lavorativi;
CONSIDERATO CHE
- Sin dai tempi della campagna elettorale questa maggioranza ha sempre sostenuto di voler governare la città seguendo i principi della legalità e della trasparenza;
tanto premesso si interroga IL SINDACO
- Per conoscere le mansioni dettagliate che l'operatore economico incaricato dovrà svolgere a giustificazione dell'importo giornaliero;
- Per sapere secondo quale metodo si è determinato il tempo necessario a svolgere le mansioni affidate;
- Per sapere se, il nostro Ente è dotato di Albo fornitori di servizi tecnici per affidamenti "sottosoglia";
- per conoscere, inoltre, se la procedura di individuazione dell'operatore economico prescelto è stata eseguita in forma telematica cosi come previsto dalla legge a far data da gennaio 2019 oppure, se così non fosse, in quale altro modo.
Giuseppe Spoti
Partito Socialista Italiano
set092014
Ma davvero pensavate che la commissione nazionale VIA (Vidimazione Imbratto Ambientale) del “ministero dell’ambiente” (scritto ormai con le virgolette) titubasse per più di due nanosecondi nel rilasciare il suo nullaosta definitivo alla multinazionale svizzera del TAP (la quale potrà ora liberamente otturare i buchi dei salentini, se ve ne fossero ancora di stappati)?
Ma davvero supponevate che un premier più berlusconiano di Silvio desse retta “a quei quattro comitatini” (strano non abbia aggiunto anche: “oltranzisti e ciechi oppositori al progresso e alla modernità”) che si battono ancora oggi per la terra, l’aria, l’acqua, i beni culturali e l’economia sostenibile? Orsù, miei cari, sveglia.
“Il Tap si farà”, hanno annunciato trionfalmente il capo del governo e soprattutto il suo gabinetto, mentre l’organo incompetente, il cosiddetto ministro dell’ambiente Luca Galletti (noi, invece, polli), è pronto a firmare il decretino “sbocca Italia” propedeutico all’autorizzazione unica per la fase successiva di inizio lavori: stadio terminale, questo, che verrà gestito dal sinistro dello Sviluppo Economico, sig.ra Federica Guidi, figlia di Guidalberto, un nome una garanzia, vicepresidente di Confindustria, e già che si trova presidente de “Il Sòla 24 Ore”.
Il nostro presidente del fondiglio, dopo aver incontrato il 14 luglio scorso in forma riservatissima Ilham Aliyev, dittatore dell’Azerbaijan (deve essere una prerogativa dei nostri primi ministri il debole per i presidenti-dittatori, una forma di ammirazione, di più, emulazione: peccato per quella rompiscatole della nostra Carta Costituzionale, che finalmente parlamentari prostituenti, con le ultime riforme autoritarie senza precedenti , anzi con precedenti penali, stanno provvedendo a trasformare in fretta e furia in un lungo, resistente e morbido rotolo a due veli, ndr.), dicevo, il presidente nostrano ha annunciato in uno dei suoi infiniti tweet che non vede l’ora di recarsi nella capitale azera, Baku, per la firma del via libera definitivo al TAP, un’opera che, tra i lobbisti d’eccezione, annovera finanche Tony Blair (sì, quello dei bombardamenti all’Iraq per “esportare la democrazia”).
Come ormai sanno pure le pietre (ma molti belli addormentati nel mostro non ancora) il TAP non avrà alcuna “ricaduta occupazionale”, semmai una caduta verticale e irreversibile; darà il colpo di grazia al mare ed al nostro territorio oltretutto con l’ecomostro della centrale di depressurizzazione (la quale, tra cinquant’anni, quando avrà esaurito il suo compito verrà abbandonata in loco così com’è); non è fonte di energia alternativa e men che meno pulita, tutt’altro; sarà costosissimo e il prezzo lo pagheremo noi, e non solo in bolletta; è antidemocratico, inutile, violento (sebbene magnager e prenditori del TAP sembrino pronti ad accorrere al capezzale di feste patronali, giornali, riviste, eventi, restauri, eccetera, cercando di rianimarli con sponsorizzazioni da quattro soldi, ma di fatto anestetizzando grandi e piccoli - riuscendovi in molti casi).
Ma signori miei, cosa volete da me? Questo è il vangelo secondo Matteo, che tanti proseliti va annoverando; questo il frutto dei vari decreti “allocca o sciocca Italia”, e purtroppo mai “sbrocca Italia”: la quale, infatti, non sbrocca mica, cioè non va mai in escandescenze quando viene violentata; anzi sembra addirittura godere con quel cospicuo 40,8% di applausi incorporati.
Ora, secondo voi, con tutto questo, a cosa starà pensando il nostro sindaco Montagna? Vabbè, scherzavo.
Antonio Mellone
apr052016
Il 07 aprile 2016 il palcoscenico del rinnovato Teatro Cavallino Bianco di Galatina, si fa ‘cattedra’ ed accoglie i giornalisti Ernesto Assante e Gino Castaldo per una delle loro fortunatissime LEZIONI DI ROCK, un format che i due portano avanti già da tempo per raccontare importanti pagine di storia della musica.
Nel 1969 i Beatles tornavano in studio per l’ultima volta, per registrare quello che in molti considerano il loro capolavoro assoluto, “Abbey Road”. La band era già virtualmente finita, le liti tra i quattro erano arrivate al punto di rottura, eppure la bellezza, la ricchezza, la complessità, l’emozione di Abbey Road mostrano una band al suo assoluto apice creativo. I due giornalisti di Repubblica e Radio Capital, vi accompagneranno nel cuore di Londra, per attraversare insieme quelle strisce pedonali che sono diventate un monumento per ogni appassionato del rock.
LEZIONI DI ROCK - The Beatles: Abbey Road, è inserito nel programma della stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale.
Prezzo del biglietto per lo spettacolo: 10,00€
Orario della rappresentazione: porta ore 20:30 / sipario ore 21:00
Vendita dei biglietti: Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00. Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00. Per informazioni: tel. 0836.569984 – cell. 392.9331521 – iat.galatina@gmail.com
mar302012
Di seguito il primo video della trasmissione ” Finibus Terrae “, che si occupa della valorizzazione e promozione degli aspetti culturali di Terra d’Otranto. Come cultore del Salento non potevo mancare di dare una mano all’amico Giulio Cesare De Giorgi, cameraman, ideatore del format, nonchè, in questa prima puntata dedicata a Galatina, anche nelle vesti di conduttore ed intervistatore della collega Angela Beccarisi, come sempre spigliata e puntuale nel promuovere e la sua e nostra città. La prossima puntata del format andrà in onda sempre sul Web e si occuperà di Sternatia uno dei piccoli centri della Grecìa Salentina, non mancate, noi saremo presenti, per riportarvi fedelmente attraverso Tele Galatina la visione di uno spaccato autentico e vivo del tacco d’Italia.
Raimondo Rodia
set142021
Si è svolta il 06.09.2021 la prevista Conferenza di Servizi sul procedimento di riesame AIA ai sensi del D.Lgs. 29-octies del D.Lgs. 152/06. Presenti i rappresentanti della Provincia, dei Comuni di Galatina, Soleto, Sogliano C., Cutrofiano, Martano, Zollino, Arpa e Asl, SISPED (Società Italiana di Sanità Pubblica e Digitale), delle Associazioni ambientaliste Italia Nostra (Valeria Passeri), ISDE (Sergio Mangia), AIRSA (Elena Pitotti), Noi Ambiente e Beni culturali (Antonio De Giorgi), Coordinamento Civico Ambiente e Salute (Alessandra Caragiuli), Forum Amici del Territorio (Elisabetta Parisi), della controparte Colacem. Le Associazioni hanno ribadito la mancanza attuale di garanzie per la salute collettiva, sulla base delle carenze evidenziate dalla perizia CTU dinanzi al Tar di Lecce e riprese nelle proprie osservazioni. Tale carenza è evidente se si pensa che:
Un’altra grave carenza rilevata dalle associazioni ambientaliste è la difformità dell’AIA rilasciata dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (DGR n. 1023 del 19.05.2015), rifiuti che Colacem è autorizzata a impiegare nella produzione del cemento nella notevole quantità di oltre 400.000 tonnellate/anno. In particolare si lamenta la mancata applicazione della prescrizione - il chè comporterebbe la non validità dell’atto autorizzativo - di indicare nella domanda di rinnovo i codici CER dei rifiuti speciali trattati con le relative quantità; una norma importante e tutt’altro che formale, che mira a rendere tracciabili i rifiuti speciali in tutto il loro ciclo di vita, controllarne i flussi e prevenire traffici non consentiti. Su questo punto, che pende come una spada di Damocle sulla stessa AIA del 2018, Provincia e Arpa si sono riservate di effettuare delle verifiche.
Rimane intanto aperto il procedimento davanti al Tar di Lecce, promosso dai Comuni di Galatina e Soleto con l’intervento ad adiuvandum di alcune associazioni, per l’annullamento della citata AIA provinciale, per cui si attende la prossima udienza del 6 ottobre.
Le Associazioni hanno nuovamente contestato la procedura di riesame in corso, in quanto elusiva del parallelo procedimento al Tar, che temono venga inficiato da un accordo al ribasso tra Provincia, Comuni e Colacem, avendo tra l’altro notizie di trattative in corso per la definizione concordata del contenzioso.
Le prossime scadenze sono il 21 settembre per la presentazione delle integrazioni richieste a Colacem e agli Enti competenti e il 28-29 settembre per la prossima Conferenza di Servizi, che dovrebbe essere quella finale.
La Provincia tramite l’Avv. Arnò, Dirigente Settore Ambiente, ha manifestato la volontà di pervenire quanto prima a una nuova autorizzazione, qualora Colacem accetti un abbassamento dei limiti emissivi in conformità alla CTU citata, o in caso contrario a un diniego. Le Associazioni dal canto loro chiedono provvedimenti incisivi e immediati, e continueranno a tenere alta l’attenzione sulla vicenda affinchè sia adeguatamente tutelata la salute delle popolazioni interessate.
Il Gruppo di Lavoro Colacem
mar252018
Grazie all’Amministrazione comunale ed a “TappiAmo Galatina” anche nella nostra città i bambini con disabilità potranno avere uguale accesso alle attività ludiche, ricreative e di tempo libero nei parchi pubblici.
La Regione Puglia ha istituito infatti nel proprio bilancio un Fondo denominato “Fondo per la piena accessibilità del parco giochi ai bambini disabili” e nell’ambito di detto Fondo ha creato un capitolo finalizzato al finanziamento per la redazione di progetti e la realizzazione di lavori per la piena accessibilità ai parchi giochi comunali dei bambini disabili.
Il Comune di Galatina ha partecipato al bando con un progetto, redatto a tal fine, per attrezzare di detti giochi piazzetta “G. Fedele” a Galatina ed i giardini “Madonna delle Grazie” a Noha. Il progetto prevede un costo complessivo di 9.200 euro, dei quali il 95% in carico alla Regione ed il restante 5% cofinanziato dal Comune di Galatina. Proprio di questo 5% (circa 460€) si è fatto completamente carico l’Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina che, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI s.r.l.” di Galatina, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, ha promosso una iniziativa denominata “TappiAmo Galatina”.
Scopo di questa iniziativa è proprio la raccolta dei tappi di plastica e prodotti in PE in genere.
Due sono gli obiettivi che si prefigge l’iniziativa:
• Obiettivo Ecologico – Educativo: la raccolta tappi è un mezzo che contribuisce ad educare al problema del riciclaggio e della corretta raccolta differenziata;
• Obiettivo Solidale: la nostra iniziativa, totalmente senza scopo di lucro, consentirà di realizzare, con un piccolissimo gesto, varie iniziative di solidarietà; i tappi usati vengono infatti pagati in denaro contante dalle aziende specializzate, ed i proventi finiscono, appunto, in attività assistenziali e di beneficenza.
Giusto per avere una idea dell’eccezionale lavoro svolto dai volontari e dai tanti amici che hanno partecipato alla raccolta basti pensare che un singolo tappo pesa circa 2 grammi e, quindi, per farne un kg ne servono 500. Il valore di un kg della nostra preziosa plastica vale circa 18/20 centesimi di euro. Per arrivare alla cifra di 500€ occorrono all’incirca 2 tonnellate e mezzo di tappi che equivalgono ad oltre un milione e trecentomila pezzi…
Siamo fieri ed orgogliosi di aver portato a termine questo primo prestigioso progetto grazie all’impegno di tante persone di buon cuore e l’aiuto di Sponsor.
Grazie all’Amministrazione comunale, a “TappiAmo Galatina” ed alla “ECOM SERVIZI AMBIENTALI s.r.l.” non ci saranno più distinzioni e barriere per il gioco dei nostri bambini.
Naturalmente questo è solo il primo obiettivo; altri e più importanti ci attendono. Abbiamo pertanto bisogno di tutti voi per continuare la raccolta…
Contattateci:
Sandro Argentieri: 333-4368532;
Piero Luigi Russo: 349-8471729.
gen252012
«Le radici rivolte al cielo, come braccia tese a catturare le vibrazioni e gli echi immortali del tempo, dell'arte, dell'umanità, con i suoi miti, i suoi eroi, le sue divinità. È questa la chiave di lettura dell'opera di Claudio Scardino che, con la sua arte, dà voce a questi influssi, di cui si fa recettore e strumento. Le sue performance, simposio d’arte, divengono un corridoio di specchi, prepotenti, insormontabili per i convenuti alla sua fucina d’anime e ci costringono a vedere, a prestargli attenzione, a scovare nella nostra inviolata intimità e a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso. L’arte “partecipata” di Scardino conduce con feroce prepotenza a prendere distanza dalla quotidianità e a divenire un frammento del Tutto». Con queste parole Daniela Bardoscia presenta la Mostra d’Arte Contemporanea Oblivium di Claudio Scardino. I curatori della Mostra, che avrà luogo dal Primo al 19 febbraio 2012, sono Daniela Bardoscia e Francesco Luceri, rispettivamente scrittrice e studioso di filosofia e storia locale, entrambi attivi per la promozione socio-culturale nel territorio. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università Popolare “Aldo Vallone” e il Museo “P. Cavoti”, patrocinato dal Comune di Galatina, dalla Provincia di Lecce e dalla Regione Puglia, Assessorato del Mediterraneo, cultura e turismo, proporrà una situazione nuova e unica nell’intero territorio pugliese. Direttamente dal caffè storico “Giubbe Rosse” di Firenze, sarà presentata nelle sale del Museo Civico d’Arte l’attività artistica innovativa di Claudio Scardino, artista dell’Avanguardia storica, scultore, artista multimediale e pittore. Forse poco conosciuto nel nostro territorio, in barba al fatto che Scardino sia proprio del capoluogo leccese, riscuote grande successo nel resto d’Italia e, soprattutto, all’estero. Fresco di riconoscimenti da parte del Museum of Modern Media, come della partecipazione alla Boston Biennal, porterà la sua arte nella sede istituzionale artistica per eccellenza del Comune galatinese. Mercoledì 01 febbraio, alle ore 18.00, interverrà presso il Museo, nella sala concessa in uso all’Università popolare con una inedita audio-istallazione e un’action painting che coinvolgerà nella realizzazione di una scultura nuova, i soci dell’Università e tutti coloro che ne prenderanno parte. L’artista guiderà così il pubblico nella riscoperta della classicità, adattandola al sentire moderno del nuovo millennio, spingendo gli spettatori a comprendere sino in fondo il personaggio proposto e ad agire in sua vece, attraverso una tecnica di sperimentazione e ricerca artistica, atta ad avvicinare lo spettatore all’Arte stessa. Alle ore 19.00 circa, a conclusine della sua azione d’arte, Claudio Scardino, alla presenza del Vice Prefetto Vicario Dr.ssa Matilde Pirrera, inaugurerà la mostra d’arte temporanea Oblivium. Al termine della cerimonia inaugurativa, accompagnerà i convenuti, nella degustazione del rinfresco inaugurale, uno spettacolo di musica e poesia, a cura del Trio Colore, che si esibirà per le ore 20.00 in un programma che condurrà gli spettatori in un viaggio musicale e poetico dal Barocco al Contemporaneo. Componenti del trio sono: Simone Fracasso (Violino), Francesco Napolitano (Chitarra) e Triscia Franco (Voce recitante).
L’artista, per la durata della Mostra, sarà disponibile ad incontrare il pubblico, ogni venerdì, a partire dalle ore 18.00. Nei sabati successivi (4, 11 e 18 febbraio) Scardino terrà delle azioni performative e di poesia, alla conclusione delle quali si esibiranno artisti musicali. Il tutto si concluderà domenica 19 febbraio, con un programma di varia natura che coinvolgerà altre istituzioni del territorio e vari operatori culturali e artisti salentini.
La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.
Museo civico d’Arte “P. Cavoti” Pizza Alighieri Alighieri, n. 51, Galatina (LE), 73013 Tel. 0836/567568 e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170
mar022014
Una storia millenaria custodita da una roccia friabile e porosa come il tufo, un passato doloroso svelato “come le linee d'una mano” (Italo Calvino, “Le città invisibili”) e un paesaggio unico disegnato dall'altopiano della Murgia e dal lento scorrere della Gravina. Qui, a Matera, dal primo marzo 2014 sarà aperto al pubblico il primo Bene del FAI in Basilicata inaugurato questa mattina, Casa Noha, entrata a far parte di una rete di 50 splendidi luoghi tutelati e aperti al pubblico in tutta Italia.
Donata alla Fondazione dalle famiglie Fodale e Latorre nel 2004 perché fosse testimonianza della storia della città e luogo di pubblica utilità, Casa Noha rinasce grazie a un accurato intervento conservativo volto più che ad aggiungere a togliere materia, riscoprendo i vari strati di tufo che compongono le pareti del bene. I cinque vani nel cuore dei Sassi, dal 1993 dichiarati dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, sono parte di un Palazzo risalente al XVI secolo e rappresentano oggi un nuovo cancello d'ingresso per visitare Matera.
Grazie a Fondazione Telecom Italia Casa Noha diventa un soggetto narrante capace di offrire una chiave di lettura per la comprensione della città. Per la prima volta, infatti, il FAI sceglie di mettere al centro non un suo bene ma il contesto che lo circonda attraverso un inedito percorso multimediale che avvolge il visitatore in un'esperienza immersiva unica: il racconto filmato Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera, ideato da Giovanni Carrada e proiettato sulle pareti di sasso dell'abitazione, offre, infatti, al visitatore, grazie a immagini, storie, suoni e riferimenti incrociati, la prima ricostruzione completa della storia della città. Il ricco intreccio di tante esistenze continuerà a rendere vive le stanze di Casa Noha e le sue pareti di pietra continueranno a rievocare i racconti lontani di cui sono custodi. Una narrazione appassionante valorizzata dall'accurato lavoro di un team di venti specialisti, con il coordinamento scientifico di Rosalba Demetrio, che si è confrontato con la complessità del territorio da diverse prospettive: dall'architettura alla storia dell'arte, dall'archeologia alla storia del cinema. Un materiale documentario inedito e di grande valore scientifico il cui obiettivo principale non è la semplice promozione turistica ma far riaffiorare la memoria di una città quasi imprigionata nel tufo in cui è scavata.
Un viaggio nel passato che continua per i vicoli della città grazie all'App Matera invisibile. Sulle tracce di una città straordinaria, a cura di Antonio Nicoletti, scaricabile gratuitamente e disponibile per iOS e Android. Cinque gli itinerari narrativi proposti che attraverso testimonianze d'autore svelano il cuore nascosto di Matera descrivendola attraverso i cinque elementi che la costituiscono: l'acqua, la pietra, la luce, il tempo e lo spirito.
“Si difende ciò che si ama e si ama ciò che si conosce”: questo il principio guida che da sempre ha ispirato l'operato del FAI che attraverso Casa Noha intende favorire un turismo consapevole e rispettoso della delicatezza e della fragilità di questa città unica, che non trasformi Matera in una ‘città-presepe' ma che sia disposto ad adeguarsi alle esigenze del territorio dedicando tempo e attenzione alla scoperta della sua lunga e frastagliata storia.
Il FAI rivolge un grazie particolare a Fondazione Telecom Italia per aver sostenuto e finanziato il progetto culturale di Casa Noha, selezionato tra i 300 pervenuti nell'ambito del bando “Beni culturali Invisibili” (2011). Si ringraziano inoltre Italcementi e “I 200 del FAI” per l'importante contributo al restauro di Casa Noha. Un sentito ringraziamento a Lella Costa e Fabrizio Gifuni per aver collaborato gratuitamente alla realizzazione del progetto “I Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera”.
dic232021
Un anno fa, il 23 dicembre, l’antivigilia di Natale 2020, ci lasciava Giorgio Lo Bue. Una brutta notizia che, pur essendo nell’aria, speravamo arrivasse il più tardi possibile. Invece era arrivata!
Un incidente stradale, che da subito non sembrava grave (Accaduto tre anni prima, nei pressi del Cinema Teatro Cavallino bianco - quando si dice il destino! - , che lui tanto amava e per il quale aveva lottato con grande pervicacia per la sua riapertura), ha segnato gli ultimi anni della sua vita: nello scontro sbatteva la testa sul tettuccio della macchina, riportando quella che sembrava una lieve ecchimosi, che, con il tempo, ha intaccato lentamente parti importanti dei tessuti del cuoio capelluto. Da allora Giorgio non è stato più lo stesso, assistito con grande amore dalla moglie Francesca e da quanti gli sono stati vicini, si è consumato lentamente sino alla sua morte a soli 73 anni.
Come ho scritto un anno fa, Giorgio a Galatina era un immigrato. Nato in Sicilia, a San Giovanni Gemini, provincia di Agrigento (il padre carabiniere, la madre casalinga), aveva trascorso i primissimi anni della vita a Stornarella, in provincia di Foggia, nella Piana del Tavoliere delle Puglie, a 10 anni, nell’estate del 1957, a seguito del padre, con tutta la famiglia – tre sorelle e un fratello -, trasferito presso la locale Caserma dei Carabinieri, giungeva a Galatina, divenuto il suo comune di adozione.
Ho descritto gli anni della sua vita sino agli anni ‘70, quelli segnati dalla frequenza delle scuole elementari e dell’Avviamento Professionale, di chierichetto presso l’Oratorio, poi Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”, nel Rione Italia, dove ha sempre abitato – Via Soleto e Via Vercelli -, “le tirate sino a sera, prima della messa vespertina, su lli cozzi del campo di calcio”, dei giochi antichi, dello scambio di calciatori, della lettura e collezione di giornaletti, delle manie per le novità e il rito natalizio di allestimento del Presepe, gli amori di gioventù, il nostro girovagare per l’Italia in autostop nel 1968. Per finire, la partenza, quasi contemporanea, al servizio di leva, lui a Udine, io a Bologna.
Voglio ora ricordarlo per il suo grande amore per Galatina. Amore che lui ha sempre testimoniato attraverso il suo modo di essere, di esprimersi, di operare, di raccontare; nel suo impegno politico e sociale a favore dei concittadini adottivi; il suo incessante scavare, alla ricerca degli usi e dei costumi, delle tradizioni, sempre più spesso, estese all’intero Salento. E nei suoi numerosi scritti sulla stampa locale, nei suoi interventi da uomo politico, nelle sue opere, questa passione è sempre presente. Ha collaborato con “Il Galatino”, il pluridecennale periodico quindicinale, e al “Filo di Aracne”, il trimestrale del Circolo Athena. Promotore di giornalini studenteschi, di pagine autogestite dai suoi alunni sui quotidiani regionali, puntuali i suoi servizi sulle varie attività artistiche, culturali, religiose, di costume, a cui ha legato buona parte degli ultimi anni.
Questi aspetti della vita cittadina erano gli argomenti preferiti nelle lezioni che teneva ai suoi studenti. Per oltre quarantadue ha svolto la professione di insegnante. Grazie alle sue abilitazioni in Materie Tecniche, in Storia dell’Arte, ha svolto la sua attività prima nella Scuola Media, poi presso il Professionale per l’Industria e l’Artigianato di Viale Don Bosco, per approdare, dopo aver conseguito la Laurea In Materie Letterarie, all’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Laporta” nel Campus Studentesco, in Viale Don Tonno Bello, dal 1999 al 1 settembre 2010, data del suo pensionamento. “Come faceva lui lezione, come sollecitava la classe a seguire con attenzione gli argomenti illustrati, non lo faceva nessun professore. Anche quelli che potevano sembrare ostici, come la persecuzione degli ebrei e i campi di stermino nazisti – aveva accompagnato i suoi studenti a visitare Auschwitz e Birkenau – venivano presentati con grande semplicità e competenza.”, lo ricordano così ancora oggi lei sue studentesse e i suoi studenti. Tantissimi i loro commossi commenti nell’apprendere la sua scomparsa e sotto il necrologio pubblicato su Facebook. La classe non era un guscio vuoto da riempire con nozioni e numeri, ma attraverso il racconto ragionato dei fatti del passato mirava a prepararli alla via futura. Più che un professore era il fratello maggiore, un amico, e tante immagini confidenziali lo stanno ad attestare.
Anche nell’attività letteraria questo spirito umanistico non è mai venuto meno, avendo per finalità, come annota il vocabolario della Lingua Italiana Treccani, “la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento attraverso i tempi”. Teso a individuare una strada da percorrere per creare un futuro migliore.
La sua esperienze politica, di Consigliere comunale (dall’11.06.2001 al 05.01.2006 e dal 28.07.2007 al 12.08.2009) e di Presidente del Consiglio Comunale (dal 06.05.2006 al 27.07.2007, Sindaco Sandra Antonica), è stata segnata dal suo impegno quotidiano a servizio della città, di operare per un reale cambiamento, al fine di renderla migliore e più vivibile. Sempre pronto ad ascoltare la gente, sempre disponibile a raccogliere le sue esigenze, nella soluzione dei problemi della comunità.
Tra le tante iniziative, scorrendo le pagine dei quotidiani cartacei e del web o la rassegna stampa pubblicata in occasione delle campagne elettorali, voglio ricordare la battaglia per rendere sicure le strade del Rione Italia, spesso allagate anche dopo una pioggerella, e, soprattutto, quella più impegnativa di pubblico acquisto della struttura del Cavallino Bianco, la sua ristrutturazione e la sua riapertura. Grazie lui se il Cavallino Bianco, nello scorso mese di novembre, è stato riconsegnato alla Città: una nuova vita, che ci auguriamo, e lui se lo sarebbe augurato, possa continuare senza ulteriori soste.
Anche nella sua esperienza sindacale, prima nella Cisl Scuola quando era in servizio, poi, da pensionato, nella Camera del Lavoro CGIL di Via Caracciolo a Galatina, dal 2011 al 2017, la sua disponibilità non è venuta mai meno: sempre pronto ad ascoltare la gente, a dare risposte ai tanti problemi posti da pensionati, giovani, donne, lavoratori, personale della scuola, in cui era esperto. Ancora oggi, in tanti lo ricordano con nostalgia, simpatia e riconoscenza.
La sua attività letteraria spaziava in più campi, in particolare nelle nostre tradizioni, alla scoperta di come eravamo, per tramandare il nostro modo di essere e di operare. Tra le tante voglio ricordare.
Questo l’uomo e lo studioso Giorgio Lo Bue.
Ninì De Prezzo
(Gli ultimi due volumi si possono acquistare consultando la pagina www.galatinastoria, dove altresì si possono ricavare ulteriori notizie. Consultazione presso la nostra Biblioteca “Pietro Siciliani”.)
feb092021
Aldilà del fatto che il mondo sarebbe più bello se non ci fossero, ma i confini, solitamente, sono la parte più più sorvegliata, difesa e curata di una proprietà.
A Noha invece, non si capisce bene il perché, non abbiamo trovato un senso, una risposta logica per porre rimedio al dramma. Ebbene, c’è un tratto di terreno al limite con il Comune di Cutrofiano, e di lì a poco anche con quello di Aradeo, trasformato sistematicamente in discarica abusiva, da molti anni.
Qui è ovvio che quel che manca è il rispetto: prima di tutto nei confronti di se stessi.
Adesso non stiamo qui a parlare del quoziente intellettivo dei responsabili finali di certe scenografie da film dell’horror, non serve, ed è del tutto inutile se non si risale alle cause di una situazione entropica ormai irreversibile, da ricercarsi sicuramente in un sistema produttivo pensato per lasciare nelle tasche di pochi fortune monetarie, e nel resto del mondo un enorme immondezzaio. Che poi uno pensa al fatto che già quella strada, per come è stata realizzata, chiusa ai veicoli, e senza alcuna meta è già di per sè un insulto alla Terra.
Dalla causa primigenia parrebbero quindi scaturire i seguenti tre punti:
I primi, di questa trilogia, occorrerebbe beccarli in fragrante, altrimenti non se ne fa niente; i secondi dovrebbero fare in modo che il suddetto confine non infanghi il buon nome di Noha, un borgo per fortuna ancora bello (e salvabile); i terzi? Bè, i terzi dovrebbero indignarsi un po’ di più e pretendere di non vivere in un immondezzaio.
Conclusione: data la competenza provinciale del tratto della SP in questione, dopo aver per ben due volte protocollato una segnalazione alla Provincia stessa, e visto che sono ormai trascorsi due anni senza alcun riscontro se non quello estremo del taglio delle canne, per ovvie ragioni, abbiamo provato a richiedere l’intervendo all’Assessore dell’ambiente e gestione rifiuti, pubblica istruzione e cultura, Avv. Cristina Dettù. Speriamo in un provvedimento fattivo con l’iclusione di azioni preventive, come per esempio la video sorveglianza e/o l’uso di fototrappole, sistema che ultimamente sta dando i suoi frutti, dove applicate.
Non crediamo nei miracoli, ma nell’impegno delle persone e nel senso di responsabilità. E chissà che, magari, le prossime immagini a corredo dei nostri comuinicati saranno il risultato di ben altri scatti: gli scatti di dignità.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali
ott242015
Stupenda, bellissima, gioiosa notizia quella di poter finalmente allestire il “Presepe Vivente” (sesta edizione) nel giardino del Castello di Noha: luogo magico, incantato, da favola. Che ci sarà mai al di là di quel muro, così alto oltre il quale non si può vedere nulla?
Tutti potremo osservare, ammirare qualcosa dei nostri “beni culturali”, quello che i nostri antenati hanno creato e consegnato alla storia cittadina, quello che si è salvato dall’invasione dell’asfalto e del cemento armato dei nostri tempi: “il parco degli aranci”, “la torre con il ponte levatoio”, quello che resta del “Castello” della nobile famiglia dei Baroni De Noha che fin dal 1200 qui avevano creato il centro della loro Baronia.
L’anno scorso abbiamo ammirato il presepe vivente nella “Casa Rossa”; qualche anno fa, nelle edizioni presso la Masseria Colabaldi, abbiamo osservato da vicino quell’altro gioiello storico, con le varie parti della Masseria, luogo del cuore, nel cui giardino erano state ricostruite dai ragazzi del presepe, una volta la Throzza e un’altra l’antica torre di Noha. Quest’anno, invece, avremo il privilegio di vedere da vicino, in tutto il suo splendore, uno tra i più belli ed antichi beni culturali di Noha, con tutto lo spazio che il Castello ha conservato per noi.
Fino a non molti anni fa, quello spazio era enorme e andava da Via Pigno fino a ridosso della Casa Rossa dove c’erano le tombe Messapiche. Ora il grande “parco degli aranci” è attraversato dalla continuazione di Via Donatello per facilitare il traffico che sfocia sulla Via di Collepasso. Durante la guerra 1939-45 lì sorse anche una attività industriale, la SALPA (Società Anonima Lavorazione Prodotti Agricoli), per iniziativa della famiglia Galluccio e vi si lavoravano le mele cotogne, prima, e poi i pomodori, dando lavoro ad un centinaio di operai.
Nel giardino retrostante il Castello ci sono stato per la prima volta 40 anni fa, quando non conoscevo nulla dell’antichità di Noha. Ci andavo per constatare l’esistenza “de lu thrabuccu” che non ho trovato. Mi accompagnò il custode addetto in quel tempo e, mentre osservavo ogni cosa, immaginavo di vedere il Barone Pirro con il suo figlioletto Guglielmo passeggiare nel giardino, o la Baronessa Solemna con la figlia Isabella camminare per i viali, quando d’estate andavano alla Casa Rossa per un po’ di frescura.
Rimasi affascinato dalla Torre. Appartiene all’epoca dell’architettura federiciana. Federico II (1194-1250) figlio di Enrico VI di Svevia, si è caratterizzato per la sua volontà pianificatoria di difesa e di rappresentanza del potere imperiale nel meridione d'Italia. Caratteristica comune dei castelli di epoca federiciana era l'impianto geometrico regolare, tipici nel periodo che oscilla tra il 1235 e il 1245, utile a garantire difesa e controllo del territorio.
La torre di Noha rientra in questo contesto: è situata nel giardino retrostante il "Palazzo baronale". Tuttora presenta tutti i requisiti della torre di avvistamento e di difesa. Con il prospetto principale rivolto verso Nord, quindi verso l'antica strada, la famosa “Strada Reale di Puglia”, s'innalza su due piani a pianta quadrangolare di metri 7 x 5 e raggiunge circa 10 metri di altezza. Una scala risolta in un'unica rampa lievemente incurvata verso Est, è poggiata su un'arcata a sesto acuto ed è munita di ponte levatoio. Il piano di legno ribaltabile è stato sostituito da una lastra metallica, che certamente impediva in caso di pericolo l'accesso al vano, posto al piano superiore. Realizzata con conci di tufo sistemati per corsi orizzontali abbastanza regolari, la costruzione è coronata da un elegante motivo ad archetti tipici dell’architettura federiciana.
Situata a circa 80 metri sul livello del mare, permetteva forse un collegamento a vista con altre torri poste nel territorio circostante e realizzava il posto ideale di osservazione di un lungo tratto di strada. La torre era a ridosso del Castello che era a pianta quadrangolare e dotato di bastioni sui quattro angoli. Teniamo conto che il luogo dove si trova oggi, quello che resta del Palazzo Baronale, era un punto di avvistamento lungo la via per Ugento. Perciò era logico far sorgere una struttura difensiva di quel tipo in quei tempi calamitosi.
Pensate all’esistenza del frantoio ipogeo, lu thrappitu, sotterrato davanti al Castello, alle casiceddhre che stanno per crollare, pensate alla vita che si è svolta in questo luogo quando il tutto divenne la “Masseria del Castello”: padroni succedutisi ai baroni, contadini che lavoravano per i signori benestanti, eventi belli e a volte anche drammatici accaduti nei secoli. Un esempio per tutti lo leggiamo nei registri parrocchiali, quelli dell’Arciprete Don Nicolantonio Soli (1662-1727) che, primo a compilare quelle carte, ci ha lasciato così la sua testimonianza:
Adì 19 Aprile 1711 - Domenico d'Anna marito di ... di S. Pietro Ingalatina, giardiniero nel giardino dietro il castello di Nohe fu trovato ammazzato seu ucciso de fatto con una archibugiata datali al petto ad hore cinque, in sei di notte, et non havendo ricevuto nessuno sacr. però havendo il biglietto del Precetto Pascale adempito nella sua chiesa di questo presente anno et ancora la licenza di Mons. Vicario di Nardò di poterli dare l'ecclesiastica sepoltura questa qui infilata e poi à d. giorno fu sepelito dentro questa mia parrocchiale chiesa di Nohe.
*
Complimenti ai responsabili e collaboratori che ogni anno ci fanno la lieta sorpresa di un Presepe Vivente impostato sulla conoscenza dei nostri beni culturali. Grazie perché con le vostre iniziative ci fate rivivere il Natale cristiano, quello inventato da San Francesco d’Assisi, quello che fa pensare alla storia della nostra salvezza, quello che ci aiuta a vivere ancora in un clima di fraternità natalizia.
Il mio sogno è che presto, prima che per me sia troppo tardi, possa vedere il parco degli aranci aperto al pubblico tutto l’anno, dove la gente di Noha possa andare a trascorrere il tempo libero, a studiare la nostra storia, a godere della frescura e dell’aria buona (da sempre apprezzata come aria salubre di Noha). Mi auguro che anche il frantoio ipogeo, ora sigillato, possa un giorno rivedere la luce; mi auguro che diventi visitabile da parte di tutti, come molti altri frantoi ipogei della provincia. So che ci vuole del tempo, ma con il tempo si crea anche la coscienza delle cose belle. Quando nel 1972 feci le prime ricerche, nessuno conosceva quello che la nostra cittadina nascondeva della sua storia. Ora finalmente molti sanno, e il presepe vivente di ogni anno ne è la prova. A Natale ci sarò anch’io.
P. Francesco D’Acquarica
gen032022
Vi sono iniziative che molto spesso vengono poco pubblicizzate, con lo scopo di limitare la partecipazione o perché le sue finalità sono lontane dai propri orientamenti politici, sociali e culturali, e le stesse modalità e i termini di adesione al progetto la sanno lunga. II “Treno della Memoria” è una di queste: iniziativa organizzata ogni anno dall’omonima associazione in Polonia, nei luoghi dove si consumò l’immane genocidio di milioni di ebrei e di diversi (comunisti, rom, gay, disabili, ecc.). Un’associazione culturale nata nel 2005, e che in questi 15 anni di attività ha coinvolto oltre 60.000 giovani, e non solo. Il percorso educativo prosegue lungo tutta la durata del viaggio e nei mesi successivi al rientro in Italia, in cui vengono proposte, organizzate e realizzate attività di riproposizione dell’esperienza vissuta rivolta alla comunità.
Come si legge nel programma proposto dagli organizzatori: “Il Treno della Memoria” è innanzitutto un percorso educativo e culturale. Da sempre un'esperienza collettiva unica, un viaggio “zaino in spalle”. Non è una semplice gita scolastica, bensì un circuito di cittadinanza attiva in cui i/le giovani partecipanti, negli anni, diventano prima animatori e animatrici e poi, alle volte, organizzatori ed organizzatrici; in una catena di trasmissione dell'impegno. È un progetto di educazione informale e “alla pari” che sviluppa una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di trasmissione orizzontale di conoscenze, esperienze ed emozioni svolto in un’ottica di cooperazione, rispetto reciproco e solidarietà.” Dopo questo viaggio, dopo avere impresso nella memoria le drammatiche immagini dell’eliminazione sistematica di milioni di esseri umani, dopo avere visitato i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, come si può leggere nelle testimonianze di tante ragazze e ragazzi, nulla è più come prima.
Il viaggio si svolge in treno, per la durata di circa due giorni, con destinazione Cracovia, e prosegue, nei giorni successivi, con visite guidate della stessa Città, del Ghetto ebraico, del Museo della Fabbrica di Schindler e dei Campi di sterminio di Auschwitz e di Birkenau, per complessivi 9 giorni.
Anche il comune di Galatina ad aderito ad uno dei viaggi organizzati per il 2022. Con avviso pubblico del 29.12.2021 ha stabilito le modalità di partecipazione, riservate soltanto a tre concorrenti: un numero così esiguo, che poteva essere incrementato e che non avrebbe certamente comportato gravi danni alle casse del Comune, se si pensa che la somma che varrà impiegata è di 600 euro, quale contributo messo a disposizione (200 euro per partecipante).
Ma tant’è. Questi i requisiti: il viaggio è riservato a giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, residenti a Galatina, disponibili a progettare, realizzare e presentare al Comune un reportage sull'esperienza vissuta; il costo complessivo è di € 380,00, di cui € 200,00 a carico del Comune e € 180,00 a carico dei selezionati, da versare direttamente all’Associazione; le ulteriori modalità possono essere recuperate, scaricando dalla pagina web del Comune di Galatina l’avviso; la domanda va presentata al Servizio Protocollo entro lunedì 10 gennaio 2022: con consegna a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune o attraverso la trasmissione a mezzo posta elettronica certificata, all’indirizzo, protocollo@cert.comune.galatina.le.it.
Galatina 02 gennaio 2022
Ninì De Prezzo
gen042021
La DENOMINAZIONE COMUNALE è un riconoscimento che i Comuni attribuiscono a quei prodotti ritenuti “tipici”, o legati storicamente al luogo di produzione, con l’obiettivo di censire e valorizzare i prodotti agroalimentari e le tradizioni legate alla storia ed alla cultura del territorio, così da promuoverle e garantirne la sopravvivenza.
L’approvazione del Regolamento e l’istituzione della DE.CO Galatina permette a tutti gli imprenditori artigiani, anche riuniti in Associazione, di richiedere all’Amministrazione Comunale l'iscrizione dei propri prodotti in uno specifico registro.
Una apposita commissione di valutazione, che potrà definire singoli disciplinari di produzione, valuterà le richieste ed approverà l’iscrizione nel registro comunale.
Sarà possibile quindi, in collaborazione con l’Amministrazione, attivare delle campagne di promozione dei prodotti tipici, come per
esempio quelli relativi all’arte dolciaria, nonché di prodotti della terra, di cui Galatina vanta eccellenze riconosciute, anche associati a specifici piatti della cucina di tradizione.
Potranno richiedere l’iscrizione nell’apposito registro anche manifestazioni culturali e di tradizione, realizzate in via continuativa per almeno tre anni.
L’istituzione della DE.CO è una ulteriore opportunità di marketing offerta al territorio e crea anche uno strumento di relazione tra le imprese artigiane, con l'obiettivo comune di valorizzare i singoli
prodotti e le Attività Commerciali.
Il regolamento approvato prevede anche che, all’interno della
Biblioteca Comunale, sia istituito uno spazio documentale dove vengano raccolte e catalogate tutte le pubblicazioni afferenti alla cultura agroalimentare locale.
Nico Mauro
Assessore alle Attività Produttive
ott292015
Sabato 31 ottobre, a partire dalle ore 9:30, il Campus scolastico di Galatina ospiterà la Festa cittadina dei lettori. Un appuntamento formativo d’eccezione per piccoli e grandi lettori che, per il terzo anno consecutivo, l’Assessorato alla Cultura promuove nell’ultima settimana di ottobre, in continuità con la proposta dell’Associazione dei Presidi del libro di Noha-Galatina e la collaborazione della Biblioteca comunale Pietro Siciliani.
Le scuole, vere protagoniste dell’evento, animeranno il luogo della festa con tante attività culturali dedicate alla Parola sacra:… Concon, tema proposto dal locale Presidio nell’ambito dell’11. edizione della festa nazionale dei lettori che si tiene a fine settembre.
In calendario sono presenti reading, incontri e performance varie. Per l’occasione un pullman della ditta Tundo si trasformerà in uno spazio laboratoriale. Non mancheranno alcune iniziative per onorare la ricorrenza dei 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri.
Nel corso della manifestazione si esibiranno il coro diretto da Anna Arces del progetto “Musicaingioco.net” e Luca Congedo e Fabrizio Forte in una performance ritmico- musicale.
Alle ore 10:00, presso l’auditorium del Liceo scientifico Antonio Vallone, l’Assessore alla Cultura Daniela Vantaggiato e gli studenti incontreranno lo scrittore Fabio Genovesi, vincitore del Premio Strega Giovani 2015 con "Chi manda le onde", grazie alla collaborazione con la libreria Idrusa di Alessano. Precederà l’incontro un concerto a cura dei docenti di strumento della scuola media “G. Pascoli”.
La terza edizione della festa cittadina dei lettori si avvale, altresì, dei contributi della Protezione Civile, della Pro-loco e dei Volontari del Servizio Civile Nazionale – Progetto Reading 2014. Il servizio navetta per il trasporto dei piccoli lettori è garantito dagli scuolabus comunali.
Ufficio Stampa del Comune di Galatina
ott252019
Il progetto è condotto nella responsabilità del CTO (Chief Technology Officer) Ing. Stefano Ciccotti tramite il laboratorio nuove tecnologie 8K - responsabile Domenico Lascala.
Le riprese porteranno una ricaduta in termini di know-how e gestione interna creando prodotti che verranno utilizzati ad esempio sul canale satellitare, in streaming e negli altri canali tradizionali RAI.
L'iniziativa realizzata in collaborazione con la consociata di San Marino RTV e l'Aeronautica Militare permette di lavorare sul binario della eccellenza tecnica e culturale: la scuola di volo, la tecnologia RAI e le bellezze artistiche culturali di Galatina.
La presenza dell'Aeroporto "Fortunato Cesari", con l'attività della scuola volo del "61^ Stormo" - sintesi di eccellenza tecnica di livello mondiale, permette un confronto di altissimo livello con la tecnologia della televisione italiana e possibilità di ripresa straordinarie, a cui si associa la bellezza del patrimonio storico architettonico della Città. Oltre che riprese al ciclo pittorico della Basilica di Santa Caterina ed alla sua splendida facciata, anche altri luoghi e scorci della Città hanno avuto la dovuta attenzione.
Al Sindaco Marcello Amante ed al Colonnello Alberto Surace, Comandante del 61^Stormo, è stato chiesto di raccontare Il sistema di relazione tra la comunità dell'aeroporto e Galatina, a ribadire il legame storico che lega l'Arma Aeronautica alla Città.
Non abbiamo alcuna data di programmazione del lavoro che si sta compiendo in questi giorni, e daremo opportuna comunicazione sulla stessa, ma in ogni caso la messa in onda dovrà necessariamente adattarsi agli standard tecnologi correnti, in attesa che il sistema 8k sia fruibile.
E' importante per la Città aver rafforzato una collaborazione di così alto profilo con l'obiettivo preciso di valorizzare il territorio. La disponibilità, l'accoglienza e la bellezza che Galatina offre, se messe "a sistema", sono uniche per chiunque.
Nico Mauro
mar052018
“È possibile rendere il giovane capace di scegliere, e prepararlo ad essere un conquistatore della libertà: educare alla rottura significa allora soltanto educare a effettuare le scelte, non fornire le scelte già fatte.”
Con queste parole Giuseppe Lazzati(1909 – 1986), educava il giovane – ma anche l’adulto del tempo (non di meno lo avrebbe fatto anche per gli uomini dei nostri giorni, che antepongono il benessere del proprio Io e la moralità personale, al senso di appartenenza ad una comunità sociale caratterizzata da regole per il benessere collettivo e la costruzione di legami), a compiere scelte finalizzate alla cura, alla tutela e al graduale processo di costruzione del bene comune. Lazzati conosceva bene il territorio tanto da scegliere in prima persona di partecipare all’opera di ricostruzione della vita civile nel Paese del secondo dopoguerra.
A riguardo è proprio uno dei lavori di questo grande politico e intellettuale del Novecento, militante in Azione Cattolica, a dare il titolo al XXXVIIIo Convegno Bachelet tenutosi a Roma il 9 e 10 Febbraio presso la Domus Mariae, al quale ho avuto l’onore di partecipare come membro d’èquipe diocesana del Settore Giovani di AC e come giovane tra i giovani che vive quotidianamente il territorio e nel territorio, un giovane che vuole essere il protagonista delle dinamiche dei suoi spazi per la cura del bene comune. Con me avevo Sabrina Esposito, Incaricata Regionale del Settore Giovani per la Puglia ed insieme abbiamo affrontato questa bella esperienza di formazione.
Il Convegno “Azione Cattolica e azione politica. (cfr. G. Lazzati, Cronache Sociali – Art.20) Centocinquant’anni di impegno per il Paese” è stato promosso dalla Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto “Vittorio Bachelet” in collaborazione con l’Istituto Paolo VI. Giunto ormai alla trentottesima edizione, quest’anno si colloca all’interno delle iniziative a ricordo dei 150 anni dalla nascita dell’Azione Cattolica Italiana.
Diversi autorevoli relatori si sono susseguiti nell’arco di questi due giorni, a cominciare da Matteo Truffelli – Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Paolo Trionfini – Direttore dell’Istituto Paolo VI, Marta Margotti – Università di Torino, Raffaele Cananzi – Presidente dell’Istituto Scientifico dell’Isacem, Gian Candido De Martin – Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet, Giuseppe Elia - Presidente nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, Paolo Nepi – Università “Roma Tre”, Marco Ivaldo – Università “Federico II”, Beatrice Draghetti - Presidente dell’Ente di formazione “Fondazione Opera Madonna del Lavoro”, che dell’AC ne hanno delineato una consecutio temporale a partire dal non expedit, con cui Pio IX considerava inaccettabile per i cattolici italiani partecipare alle elezioni politiche del Regno d'Italia, al postfascismo; dal Concilio Ecumenico Vaticano II all’avvento della Democrazia Cristiana, fino ad arrivare alla partecipazione cattolica dei nostri giorni. Una storia dunque che si pone lungo un continuum di centocinquant’anni, resa gloriosa dall’attivismo di uomini e donne che con il loro instancabile lavoro si sono spesi per l’Italia, si sono impegnati nel sociale portando come vessillo lo stile di AC nel territorio. Siamo stati resi partecipi delle scelte culturali e pedagogiche della nostra Associazione nel panorama di crescita democratica. Scelte che si sviluppano nel percorso di partecipazione dei laici propostoci da Papa Francesco nella politica del servizio – “fate politica con la P maiuscola”. Una politica che aveva e che deve necessariamente avere a cuore la vita delle persone, una bella politica che risponde alle domande poste dal contesto storico in cui opera attraverso la ricerca continua di dialogo[1], una politica simbiotica al servizio di carità incarnata nella fede, che spinge all’azione concreta sancita dall’Apostolicam Actuositatem che, riconoscendo l'importanza del laicato all'interno della Chiesa, tratta la vocazione dei laici come adempimento alla missione di evangelizzazione. È possibile allora costituire una nuova azione politica costruendo dei processi di cambiamento. Ciò che vorremmo trasmettere è la possibilità di dare il nostro contributo formando alla passione per il bene comune con la consapevolezza che il credente deve sentirsi responsabile del luogo in cui vive, cogliendo a pieno la realtà del tempo fatta di bisogni ma principalmente di risorse. Abbiamo bisogno di persone che creino alleanze, che siano capaci di mettere insieme il tessuto sociale con generosa passione. Ciò mi richiama alla mente il pensiero aristotelico dell’uomo inteso come “animale sociale” che tende a costituirsi e ad esprimere il proprio essere in una società partecipativa. Abbiamo bisogno di buoni cittadini che formulino proposte buone per la vita del Paese, che mirino a due specifiche priorità: l’integrazione dei poveri e la costruzione della Pace[2]. Abbiamo bisogno infine di compiere delle scelte di fondo mirate, di starci dentro…con coraggio!
Michele Scalese
Presidente Parrocchiale A.C.I.
Membro d’équipe diocesana del Settore Giovani AC
mar282014
Ho letto con interesse l’intervento di Lino Mariano pubblicato qualche giorno fa su questo sito dal titolo: “Un solo comune ed una sola giunta”. E devo dire che stavolta sono d’accordo con lui.
Non fosse altro che per il fatto che questi concetti, più o meno, li avevo più volte già espressi anch’io sull’Osservatore Nohano.
Per esempio, sull’O.N. n. 2, anno V, 9 marzo 2011, in occasione della recensione del libro dal titolo “Governare la dimensione metropolitana” (Franco Angeli, Milano, 2011), scritto dalla nohana Carmen Mariano (che tra l’altro ha vergato un commento circostanziato alle note di Lino), ribadivo infatti quanto segue: “[…] In questo libro, a pensarci bene, si parla anche (e soprattutto) di Salento, pur non essendovi, quest’ultimo, espressamente menzionato (ma un libro serve anche a questo).
In maniera indiretta, cioè, ci viene suggerito che è giunto il momento di porre termine alla lotta campanilistica portata avanti dal centinaio di comuni leccesi con l’acqua alla gola (e non solo dal punto di vista della finanza pubblica ma anche delle idee); così come è davvero senza senso quell’altra grandissima corbelleria che è la proposta dell’istituzione della “Regione Salento”, la stupidaggine del secolo, cioè la creazione dell’n-esima sovrastruttura (che pagheremmo sempre noi cittadini) sbandierata da quattro disperati con voglia di protagonismo permanente effettivo e molto probabilmente con velleità (o brama) di stipendi da consigliere-regionale-a-due-passi-da-casa.
L’idea innovativa sarebbe invece la nascita di un governo metropolitano salentino, attraverso quella scelta obbligata che è l’associazionismo intercomunale, il quale dovrebbe andare a braccetto con il riordino territoriale. Le strade da percorrere sono le convenzioni o i consorzi tra comuni. Ma meglio sarebbe raggiungere un grado di maturità più alto e pensare addirittura alla forma più radicale (e forse più efficiente) di legame: l’Unione dei Comuni.
Queste scelte strategiche porterebbero finalmente ad una riduzione del numero dei comuni del Salento. Noha – lo diciamo per inciso – ha già dato in questo senso, ed è a tutti gli effetti un’antesignana di questa strategia, attuata già a partire dal 1811, epoca della fusione con il comune di Galatina: fusione che però non ha funzionato alla perfezione a causa di una classe politica nohana “subalterna” da molti punti di vista (ma dagli errori - che si chiamano lezioni – bisognerebbe pur imparare qualcosa).
Ma ritorniamo al Salento, ché le divagazioni potrebbero portarci fuori dal seminato. Con le fusioni tra comuni, dicevamo, non si avrebbero più cento sindaci (anzi cento sindaci disperati), cento consigli comunali, cento presidenti del consiglio, cento segretari comunali, cento assessori all’urbanistica, ed altri cento alle politiche giovanili ed altrettanti alla cultura, e poi altri cento geometri/ingegneri comunali, insomma cento per cento di tutto di più. Con l’integrazione vera si otterrebbero: pianificazione territoriale metropolitana, reti di infrastrutture e di servizi non frammentati, piani di traffico intercomunali, tutela e valorizzazione dell’ambiente, interventi di difesa del suolo in maniera strutturata, raccolta e distribuzione delle acque, protezione civile, sicurezza e finalmente valorizzazione dei beni storici, artistici e culturali, il tutto in maniera organica e sulla scorta non del ghiribizzo dell’assessore comunale di turno ma sulla base di progetti seri e di interesse generale […]. Chiedo venia per la lunga autocitazione.
Ma dopo il commento “tecnico” e molto pertinente di Carmen Mariano, ho letto di seguito anche un altro appunto icastico nonché caustico di Michele D’Acquarica che suona così: “Per un popolo che prende a sassate un pullman per un rigore negato e vende il suo voto per un pieno di carburante, tutto è (im)possibile.”
Come non convenire anche con Michele.
Anzi, se è per questo, io rincarerei un po’ la dose, aggiungendo che tutto è (im)possibile per un popolo che non batte ciglio se gli cementificano 26 ettari di terreno per costruire l’ennesimo centro commerciale con la favola delle “ricadute”, dello “sviluppo” e di altre simil-minchiate; tutto è (im)possibile per un popolo lobotomizzato che non muove un muscolo facciale se si sperperano soldi pubblici (circa 1.300.000 euro) per la ristrutturazione di una vecchia scuola elementare che poi, poveretta, non può funzionare a dovere in quanto non si sa quale ingegnere ha scordato di pensare a priori e non invece a posteriori (a posteriori, in tutti i sensi) ad una cabina di collegamento con la rete elettrica; tutto è (im)possibile per un popolo che sta morendo di cancro ma che non riesce a capirne la causa - da ricercare invece nell’avvelenamento sistematico e cosciente di aria, acqua, terra con il ricatto di quattro posti di lavoro, portato avanti, questo avvelenamento, da imprenditori arricchiti ma pur sempre con le pezze al culo; tutto è (im)possibile per un popolo che ti considera “profeta di sventura” quando cerchi di spiegare che no, il fotovoltaico non è proprio un buon affare per tutti ma per i soliti quattro furbetti (stavolta nemmeno italiani) che non solo sfruttano il nostro territorio uccidendolo con milioni di pannelli in mezzo alla campagna, ma che si beccano pure la polpa di succulenti incentivi pagati in bolletta dai soliti polli (cioè noi stessi medesimi); tutto è (im)possibile per un popolo che non ribatte con argomentazioni serie ed approfondite ai cosiddetti progetti per il mega-impianto di compostaggio (che compostaggio non è: ci hanno derubato anche del vocabolario) in nome della chiusura trionfalistica del ciclo dei rifiuti e del risparmio delle tasse sulla spazzatura (campa cavallo); tutto è (im)possibile per un popolo che sta mandando in rovina la sua storia ed i suoi beni culturali…
Ma questo intervento di Lino Mariano mi fa ben sperare nel ritorno ad un dibattito franco e serio su questi e su molti altri temi che - auguriamoci tutti - inizino ad interessare sempre più il nostro popolo. Un popolo che finalmente la smetta di far rima con ridicolo.
lug252019
« “PerChiCrea” , l’iniziativa promossa dal MIBAC (Ministero Beni e Attività culturali) e gestita da SIAE raccoglie ottimi risultati anche in Puglia » .
Così in una nota i portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera Leonardo Donno e Michele Nitti. L’iniziativa destina il 10% dei compensi per ‘copia privata’ a supporto della creatività e della promozione culturale dei giovani.
« La novità assoluta fortemente voluta dal Governo -spiegano- è stata la decisione di destinare il 50% delle risorse , circa 6 milioni di euro , ad attività di promozione culturale nelle scuole. I progetti ammessi al finanziamento in tutta Italia sono 238, ben 23 nella Puglia dove arrivano 573mila euro. Un ottimo risultato per aiutare e sostenere i nostri ragazzi a sviluppare i loro talenti e le loro competenze » .
Ecco i gli istituti scolastici finanziati in Puglia:
Per il settore “Arti visive, performative e multimediali”: Marconi-Hack di Bari e Don Tonino Bello di Tricase.
nov162014
Tre giornate programmate dalla Città di Galatina, Assessorato alla Cultura, con il contributo della Regione Puglia, Assessorato Mediterraneo, Cultura e Turismo, e la collaborazione del Club UNESCO di Galatina, ricche di appuntamenti per promuovere interesse, studio e ricerca intorno all’unicità della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e del suo ciclo di affreschi.
Il 21, 22 e 23 novembre la Chiesa - per vastità dei suoi cicli pittorici seconda solo alla Basilica di San Francesco d’Assisi - e i suoi affreschi, che da tempo attirano l’attenzione di importanti critici e storici dell’arte, saranno al centro di una serie di azioni il cui obiettivo fondante, nelle intenzioni del Comune di Galatina e del locale Club UNESCO, è promuoverne non solo la conoscenza presso il più vasto pubblico, ma soprattutto promuoverne lo studio, primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento internazionale UNESCO e la sua iscrizione nella Lista dei Siti Patrimonio dell'Umanità. Non solo, le iniziative previste – mostra, installazione virtuale, lectio magistralis e ricostruzioni storiche – intendono agire a sostegno della prossima creazione di un Centro Studi sulla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria presso il Polo Biblio-Museale Comunale.
La manifestazione avrà inizio venerdì 21 novembre alle ore 18:00 con una tavola rotonda presso la Sala “Celestino Contaldo” del Palazzo della Cultura in Piazza Dante Alighieri. L’incontro avrà come oggetto lo studio della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, simbolo della forte presenza della famiglia Orsini nel nostro territorio. Al dibattito, moderato dall'Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, partecipano i Proff. Giancarlo Vallone, Benedetto Vetere e Loris Sturlese dell’Università del Salento e il Dr Antonio Cassiano direttore emerito del Museo Provinciale di Lecce . L’appuntamento, che registra la presenza di un’ospite d’onore, la Prof.ssa Maria Paola Azzario, Presidente della FICLU (Federazione Nazionale dei Centri UNESCO) e Membro della Commissione Nazionale UNESCO del Ministero degli Esteri, rappresenta una tappa del progetto di valorizzazione di S. Caterina, elaborato dal Comune di Galatina e sostenuto dalla Regione Puglia, che si è avviato negli ultimi mesi con la collaborazione di altri studiosi, della stessa Basilica e del Club UNESCO di Galatina.Alle ore 20:00 sempre all’interno del Palazzo della Cultura verrà inaugurata "Di cieli e di mondi: tra Medioevo e Rinascimento in Terra d'Otranto", mostra di documenti e libri rari a cura del dott. Luca Carbone, in collaborazione con le dott.sse Beatrice Chezzi ed Elisa Moro e con la partecipazione delle cooperative "Libermedia" e "Le pagine". La mostra si articola su più livelli: come in un viaggio nel tempo, i volumi esposti, incunaboli e cinquecentine di uno dei più ricchi e preziosi repertori di Puglia, si propongono di riesplorare i territori di studio e d'interesse che sono maturati in lunghi secoli, nel Salento ed a Galatina in particolare, grazie alla confluenza di molteplici influenze: ebraiche, greco-bizantine, arabe e latine; da qui anche il titolo della mostra che rimanda alla molteplicità di visioni del cosmo e dell'uomo, che si sono confrontate, scontrate, amalgamate tra medioevo e rinascimento. All'esposizione dei volumi si affiancheranno, grazie alla collaborazione dello spin-off dell'Università del Salento AVR-MED (Augmented Virtual Reality for Medicine), due postazioni in cui viene utilizzato un prototipo sperimentale per sfogliare i volumi pregiati, e digitalizzati, senza usare supporti fisici. Sempre grazie a questa applicazione verranno per la prima volta offerti alla consultazione di un più vasto pubblico anche quaderni e registri dove lo studioso Pietro Cavoti ha raccolto relazioni, corrispondenze, mappature e disegni concernenti la Basilica di Santa Caterina. E poi ancora alcune delle pergamene originali di età orsiniana custodite dal Museo Cavoti, e per la consultazione, uno scaffale degli studi orsiniani e cateriniani sinora prodotti, disponibili nei Fondi della Biblioteca Siciliani, il tutto accompagnato da materiali illustrativi e didascalici; la mostra sarà visitabile fino al 6 dicembre.La seconda giornata del weekend Orsiniano, sabato 22 novembre, si aprirà con Philippe Daverio, insigne storico dell’arte, il quale a partire dalle 17:30 sarà a disposizione nella Sala del Sindaco a Palazzo Orsini per un incontro con giornalisti (è richiesto l’accreditamento), studenti ed addetti ai lavori. A seguire, alle 19:00, il Prof. Daverio terrà all’interno della Basilica, una Lectio Magistralis sulla Basilica di S.Caterina d'Alessandria a Galatina, “una meta leggendaria".
A seguire, sempre all'interno della chiesa, si potrà fruire dell'installazione "Virtual Reality Experience" conla visita allo spazio Dune Cube del consorzio CETMA di Brindisi, per fare una singolare esperienza della Basilica e dei suoi affreschi; grazie alla collaborazione sinergica tra ingegneri, architetti, informatici, modellatori 3D e professionalità accademiche, come storici ed archeologi, il dispositivo Dune Cube permetterà di fare una esperienza di realtà virtuale in ambito culturale, grazie a scenari e soggetti 3D ad alto impatto visivo e scientificamente validati.
Il weekend si conclude domenica 23 novembre con i festeggiamenti civili e religiosi: in Piazzetta Orsini, nelle Corti e nelle vie del Centro Storico i cantastorie di “Raccontami Sherazade” reciteranno racconti ed aneddoti del ‘300 e ‘400 galatinese; saranno inoltre disponibili visite guidate presso la Basilica.La manifestazione è patrocinata dal Ministero dei Beni culturali , dalla Federazione Nazionale dei Centri UNESCO (FICLU), e dalla Federazione Europea dei Clubs e Centri UNESCO (FEACU), ed è stata organizzata in collaborazione con l'Università degli Studi del Salento, l'Accademia Belle Arti di Lecce, la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, il Club UNESCO di Galatina, la Sezione di Storia Patria di Galatina, iI Centro di Studi Orsiniani, il Centro Studi Salentini.
Club UNESCO Galatina
Ufficio Stampa cell. 338.83221161
dic062021
Le festività natalizie di quest’anno saranno in gran parte dedicate ai bambini.
Per prima cosa, inizieremo con l’accensione dell’albero, martedì 7 dicembre alle ore 17:00, in compagnia della ZAGOR STREET BAND.
Le luminarie nel centro storico hanno un tema conduttore. Nel giugno 2021 la Compagnia degli Exsultanti, supportata anche dalla Regione Puglia, ha candidato 33 rosoni di Puglia quale patrimonio dell’Unesco. L’Amministrazione Comunale ha preso spunto da questa proposta per condividere con la ditta LUMINO SRL, un progetto unico e del tutto originale che riproduce in maniera stilizzata, su materiale plastico i rosoni delle Chiese e Cattedrali di cinque città Pugliesi: Otranto, Ostuni, Trani, Ruvo di Puglia ed ovviamente Galatina, con la Basilica di Santa Caterina.
La VIA DEI ROSONI si snoda tra Via Vittorio Emanuele e via Umberto I ed un modo diverso per tenere lo sguardo alto ed attento sulle nostre caratteristiche bellezze.
Il nostro albero di Natale, proposto da LUMIWORKS srl, si caratterizza per la sua originalità. Con i suoi quindici metri di altezza e quasi sette di diametro, si impone su piazza San Pietro contribuendo a darne una diversa immagine a seconda del punto di osservazione. È un albero che invita alla gioia con i suoi colori e la sua luminosità.
In fondo a Via Umberto I è stata collocata una originale struttura che richiama la tradizionale cassa armonica. La particolare cupola trasparente illuminata sarà il tetto sotto cui chiunque potrà esibire le proprie qualità musicali o canore. Ma sarà anche uno spazio aperto alle letture pubbliche, alla recitazione e ad ogni forma di espressione artistica.
Una proiezione luminosa a tema natalizio sarà effettuata sulla facciata di PORTA LUCE. Sarà un modo per valorizzare una delle porte antiche di accesso alla Città ma anche un segno di accoglienza per cittadini e visitatori.
Ci sarà anche all’interno di Palazzo Gorgoni, in Via Umberto I, una proiezione luminosa a tema Natalizio.
Il calendario completo delle manifestazioni sarà il seguente:
VILLAGGIO DI BABBO NATALE
All'interno dell'ex convento delle Clarisse, il Villaggio sarà un progetto sociale ed inclusivo creato dall'associazione C.S.CI asd, in collaborazione con ABILMENTE INSIEME, POLVERE DI STELLE, FALLA PER ME aps, LAICI COMBONIANI onlus, Missionari Comboniani ed i bambini del Centro Socio Educativo Diurno di Galatina.
La condivisione del lavoro tra le diverse associazione e la particolare attenzione ai temi sociali rendono il Villaggio di Babbo Natale un’esperienza del tutto innovativa.
Nei giorni 11-12-18-19-22-25-26 dicembre e 1-2-6- gennaio 2022, nelle ore 10:00-13:00 e 16:00 - 22:00 si succederanno:
LABORATORI (attività con gli Elfi di Babbo Natale):
EVENTI FOLKLORISTICI:
EVENTI culturali:
EVENTI SOCIALI:
Ancora, per i bambini ci saranno:
a cura della Associazione TERRA DEI PICCOLI ETS dal 23 dicembre al 5 gennaio 2022 Laboratori Natalizi per bambini, presso le Gallerie Tartaro ed il giorno 22 dicembre, in Chiesa madre, un concerto gospel.
Il calendario sarà il seguente:
CONCERTO DEL QUINTETTO LUPIAE
CONCERTO DEL QUARTETTO DISSONANZE
CONCERTO DI NATALE a cura di GIOVANI REALTA’ – APS
CONCERTO DEL DUO ANGELA COSI E VALENTINA MARRA
CONCERTO REDI HASA ED EMANUELE COLUCCIA
CONCERTO a cura di GIOVANI REALTA’ – APS
CONCERTO TRE NIÑOS
MERCATINO DI NATALE
Nei giorni 4-5-7-8-11-12-18-19-22-23- dicembre si terrà in piazza San Pietro il mercatino di Natale, a cura dall'Associazione DICIOTTESIMOMERIDOANO APS con esposizione di prodotti dell'artigianato salentino.
GUSTOSE SERATE
A cura dell'Infopoint di Galatina, con APS TERRE A SUD DEL TEMPO nei giorni 27 dicembre e 2 gennaio 2022 si terranno due "serate gustose". Itinerari serali alla scoperta del centro storico con visite guidate e degustazione finale in una location a sorpresa.
Altri eventi potranno aggiungersi nel corso delle festività.
Potrete seguire sulla pagina fb NATALE IN TUTTI I SENSI E MARCELLO AMANTE SINDACO CON IL POLO CIVICO
Impegniamoci a vivere con le consuete accortezze questi giorni intensi.
Nico Mauro
Assessore al turismo
set202021
Senza un regolamento che disciplini la restituzione dei contenitori e di tutta la plastica adoperata in agricoltura (tubazioni e raccorderia, cassette per piantine e per il prodotto, teli di pacciamatura neri e trasparenti, archetti, ecc. ) la situazione è la seguente:
Le discariche abusive nel nostro Salento non son censibili perché sono davvero troppe. Soprattutto quelle della plastica derivate dalle attività agricole. Ad ogni contadino salentino che si reca ad acquistare le plastiche per la pacciamatura e per l'irrigazione, purtroppo non mi pare che venga richiesto l’obbligo del vuoto a rendere. Dove vanno a finire tutte queste tonnellate di plastica vendute ad ogni cambio di stagione/coltura? Ci risulta che in buona parte stiano archiviate ai bordi dei campi. Stanno lì in attesa di essere smaltite, ma spesso capita che gli incendi risolvono il problema, con gravi danni per l’Ambiente. L'abusivismo e l'inquinamento sono figli dello stesso parto in questo nostro paese. Laddove i nostri padri ammucchiavano le pietre per farli diventare dei muretti a secco, oggi si sovrappongono montagne di rifiuti di ogni genere.
Viviamo in una terra che brulica di migliaia di fuocherelli nauseabondi. Se vivi sul posto le tue ghiandole olfattive si abituano e non lo senti più l'odoraccio di aria acida. Se, come capita a chi esce ed entra dalla provincia magari per ragioni lavorative, vai e vieni dalla zona ogni settimana, al ritorno qull’odore sgradevolissimo ti accoglie sempre, nonostante il Salento sia la terra dei venti. Ti entra in circolo nel sangue, ci fai l'abitudine e non lo senti più. Ma i suoi veleni viaggiano dentro di te, e più respiri, più mangi e più ridi, e più ti uccide. Pare che non lo facciano apposta. Alcuni credono di fare “pulizia”, così si dice. Non sanno il danno che procurano. Forse richiedere il ritiro delle plastiche usate per lo smaltimento legale, ha un costo. E forse bruciandoli risparmiano, per aumentare i loro utili, che siano alti o bassi, poco importa. Lo fanno, punto. I mesi di giugno e luglio sono un vero inferno. Durante il resto dell'anno bruciano le plastiche insieme alle ramaglie delle potature e degli sfalci. È un continuo. E insieme alla plastica e alle pietre dei muretti a secco bruciano e si sfalda anche l'amianto, vecchie coperture di ethernet, altro materiale che tutti temono e lo smaltiscono così, sbriciolandolo nella terra.
I nostri figli laureati se ne vanno da questa terra abitata dalla sfortuna e chi resta non ragiona in favore della bellezza e produce degenerazione.
Purtroppo questo malcostume non si risolverà con la formazione culturale di gente che non vuole capire, quindi è necessario che le istituzioni creino un freno ponendo il mercato dei materiali pericolosi sotto il controllo della legge.
Chiediamo che sia normato con il cosiddetto “vuoto a rendere” l’acquisto di quei materiali che dopo l’uso sono considerati “RIFIUTI ALTAMENTI PERICOLOSI”.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv
(fonte:rifiutizeroumbria.blogspot.com)
nov202018
A me duole il cuore ogni volta che osservo lo stato in cui versano le nostre Casiceddhre in miniatura, architettate ed eseguite in pietra leccese dallo scultore Cosimo Mariano all’inizio del secolo XX e lasciate marcire nel degrado e nell’abbandono dai noi altri contemporanei del XXI.
Certo, ora ci sarà chi si permetterà di fare dell’ironia spicciola sui beni culturali nohani, chi dirà che non sono assolutamente paragonabili alle opere di Leonardo da Vinci, che ci sono “ben altre” priorità e che, magari, la cultura non si mangia [in effetti per mangiarla bisognerebbe prima masticarla, ndr.].
Per quanto ovvio, del tutto inutile sarà spiegargli il fatto che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti di un patrimonio artistico, bensì il contesto, la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.
Vorrei appena ricordare che questo piccolo complesso monumentale è scenografia di romanzi (come “Il Mangialibri” di Michele Stursi, ma anche “Lento all’ira” di Alessandro Romano), contesto di innumerevoli racconti (alcuni contenuti in altri volumi, tipo “Salento da Favola”, edito da quiSalento), argomento di cataloghi d’arte e libri di storia, servizi giornalistici, trasmissioni televisive, ricerche da parte di studenti di ogni ordine e grado scolastico, e finanche tema di interi capitoli di tesi di laurea in conservazione dei beni culturali. Oltretutto le Casiceddhre sono anche un “Luogo del Cuore” del FAI, ancor oggi ammirato da decine di viaggiatori, e da quei nohani che hanno occhi per guardare il bello nei tesori a loro più vicini.
Non so se abbiate mai notato il fatto che quando capita un disastro (un’alluvione, un terremoto, eccetera) le persone che hanno perso tutto spesso esprimono anche l’angoscia per la distruzione del patrimonio storico e artistico, emblema della loro identità.
Bene. Un popolo colto è quello che, difendendo le sue ricchezze artistiche, contribuisce a rendere l’ambiente in cui vive più prezioso e civile; mai invece sarà quello che, con la lacrimuccia di coccodrillo (chiagn’e fotte, anzi se ne strafotte), farà finta di riconoscerne presenza, forza e rilevanza solo quando ne verrà privato.
Non so se esista già un progetto di recupero delle Casiceddhre di Noha. In mancanza di notizie in merito, proporrei un incontro monotematico (data e luogo da definire) cui possano partecipare: proprietà, associazioni locali, esperti in materia di restauro, maestranze, storici, istituzioni, cittadini liberi e pensanti, e chiunque voglia contribuire alla ricerca di una strategia comune volta alla tutela della Pompei nohana.
Astenersi perditempo e analfabeti funzionali.
Antonio Mellone
ott252017
L’immobile, sito nel Comune di Galatina, Frazione di Noha, tra Via Bellini e Via Nievo, confiscato alla criminalità organizzata, è stato restituito alla città e ai galatinesi ed affidato ad un’associazione che ne farà un centro per lo sviluppo di attività sociali, solidali e culturali.
Il Comune di Galatina è risultato beneficiario del finanziamento P.O.N. Sicurezza per lo Sviluppo, Obiettivo Convergenza 2007 – 2013 per aver presentato il progetto denominato “Turismo responsabile ed impresa sociale”, finalizzato al recupero dell’immobile ed alla ricollocazione dello stesso nel circuito produttivo legale. L’immobile, dunque, è stato reso idoneo, tramite ristrutturazione terminata nel giugno del 2013, per diventare una sede che punti a sviluppare attività imprenditoriali nell’ambito del sociale, e di altre attività sensibili come la cultura e l’ambiente.
Dopo una prima gara per l’aggiudicazione dell’immobile, voluta dalla Direzione Lavori Pubblici nel periodo in cui Galatina era guidata dal Commissario Prefettizio, andata deserta nel giugno 2017, è giunta la richiesta di gestione da parte dell’Associazione di Promozione sociale, Circolo Levera, in partenariato con Arci Comitato Territorio Provinciale, con un progetto della durata di 5 anni.
Il Circolo Levera, che non persegue fini di lucro, si propone di gestire gli spazi nel pieno rispetto della destinazione già stabilita dal progetto PON Sicurezza presentato nel 2009, mediante la realizzazione di iniziative destinate a “soggetti svantaggiati”. I rappresentanti legale dell’Associazione hanno presentato in data 2 ottobre i contenuti del progetto all’Amministrazione comunale, alla presenza dell’Associazione Libera Terra che ha in gestione dal 2009 un altro terreno confiscato e che intende collaborare con Levere e Arci mediante apposito protocollo d’intesa da sottoscrivere con l’Amministrazione stessa.
Marcello Amante, sindaco di Galatina, dichiara: “Il principio di legalità è un riferimento costante che sta guidando la nostra Amministrazione nel rispetto della cosa pubblica, dei cittadini, delle libertà di tutti."
Ufficio Stampa Marcello Amante
set022020
Gentilissimo Direttore,
ho letto con molta attenzione la lettera che, attraverso il suo giornale, il Direttivo di NoiAmbiente mi ha indirizzato qualche giorno fa. Lettera che, al di là dei contenuti, appare dai toni pacati ed educati, e piena di spunti interessanti. Inoltre è piena di riferimenti storici e culturali che hanno reso la lettura ancora più piacevole.
Vorrei iniziare ringraziando il Direttivo per le belle parole espresse nei miei confronti quando dice che il sindaco “non poteva fare scelta migliore” quando come assessore ai Lavori Pubblici ha scelto me. E’ un complimento troppo grande, che non credo di meritare. Quello su cui sono sicura è, invece, l’impegno, la passione e la dedizione che metto giornalmente a svolgere questo delicato e difficile ruolo.
Mi permetto, poi, di dissentire quando il Diretto scrive “la nostra è una storia di periferia e a quanto pare non degna di attenzione da parte delle amministrazioni galatinesi”. Dissento perché i fatti dicono che non è così. La nostra amministrazione ha per le frazioni e per le periferie di Galatina un occhio particolare, da sempre. Due assessori, io e Cristina Dettù, provengono dalle frazioni che sono al centro della nostra azione amministrativa. Cito tre finanziamenti importanti per dare riscontro alle mie parole: messa a norma di tutte le scuole (e quindi anche Poli di Noha e Collemeto), campo sportivo di Noha, e palestra scolastica di Collemeto. Tre finanziamenti importantissimi intercettati che serviranno alle frazioni, ai nostri ragazzi e alla cittadinanza tutta. Inoltre, è di queste ore la notizia della realizzazione immediata di alcuni tronchi di acqua e fognatura presso le frazioni e la contrada Guidano.
Sono d’accordo con ciò che si segnala nella lettera e cioè i “quattro anni di resistente e intenso lavoro di questa amministrazione per uscire dal tunnel del grande debito comunale”, e aggiungo che questa cosa, seppur spiacevole, non va mai dimenticata, perché con il pre-dissesto bisogna fare i conti tutti i giorni.
Veniamo alle segnalazioni. Partiamo dalla pista pedonale. La strada sulla quale dovrebbe sorgere è provinciale, quindi non di competenza del nostro Comune. Il mio impegno, già da domani mattina, è quello di rivolgermi alla Provincia per verificare se ci sono le condizioni per iniziare a pensare a un progetto.
Per quanto riguarda Via Dalla Chiesa, vi informo che già in più di un’occasione abbiamo valutato l’opportunità di candidarci per un progetto per un pista ciclabile. Tecnici e uffici comunali sono al lavoro per intercettare anche finanziamenti compatibili. È importante creare le condizioni per la de-impermeabilizzazione del suolo e la prevenzione per quanto riguarda il rischio idrogeologico.
Il discorso eucalipti. Vorrei sottolineare come in ogni luogo dove sono stati abbattuti degli alberi, stiamo cercando di reimpiantare degli altri per sostituirli. Gli ultimi interventi sono più di cento le piantumazioni (Via Armando Diaz, Corso Principe di Piemonte, Via Foggia e Via Torino).
Capitolo dissuasori. Vi informo che su via Collepasso è già stato dato il via per l’installazione di uno che sarà di immediata realizzazione. Per quanto riguarda le altre vie che mi vengono segnalate, ne prendo atto e mi impegno a studiare la situazione.
Infine, vorrei invitare l’associazione NoiAmbiente e ovviamente lei direttore ad un incontro da tenere al più presto per continuare a scambiarci idee, suggerimenti e segnalazioni con la cordialità di cui sopra.
Loredana Tundo
mar012020
Il progetto di un team di archeologi, ricercatori e guide turistiche abilitate dalla Regione Puglia, riuniti nella società coopertiva "Polisviluppo", mira alla mappatura completa dei luoghi di Puglia che rivendicano la cosiddetta “Tradizione Petrina”, ovvero il presunto passaggio di San Pietro in terra italica alla metà circa del I secolo, con il relativo patrimonio culturale ad essa collegabile (chiese, siti archeologici, monumenti, bellezze naturalistiche, ecc..).
Il progetto permetterà, attraverso specifici itinerari turistici e culturali, la conoscenza e la valorizzazione di un insieme di territori legati al viaggio apostolico di San Pietro che, come riporta un’iscrizione latina posta sul Santuario di Santa Maria di Leuca, giunse sulle sponde Salentine nel 43d.C.
Per questo, Galatina non può che porsi come luogo eletto per ragioni storiche e di tradizione.
Risale al 1188 il primo documento storico relativo a Galatina, menzionato non a caso come casale Sancti Petri in Galatina. Sulla scia della tradizione petrina in questo luogo, infatti, sostò il pescatore di Cafarnao reduce del viaggio da Antiochia verso Roma, dove tra il 64 e il 67 subì il martirio per crocefissione.
"San Pietro in Galatina" figura anche in una delle quaranta carte geografiche affrescate sulle pareti di una galleria dedicata, all'interno dei Musei Vaticani. Le carte raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII e furono dipinte tra il 1580 e il 1585, sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del tempo.
Fu l’arcivescovo di Otranto, Gabriele Adarso de Santander (1657-1674), residente nel castello galatinese dei Castriota per timore delle incursioni turche, ad alimentare la devozione verso il santo, facendo collocare all’interno della chiesa matrice, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, un masso rinvenuto in contrada San Vito e utilizzato da Pietro, secondo la leggenda, per riposare le stanche membra dopo aver predicato la buona novella. Il culto si radicò fino a tal punto che solo dopo l’Unità d’Italia la città mutò il nome e, pur rimanendo sotto l’ala protettiva del vicario di Cristo in terra, venne denominata solo ed esclusivamente Galatina.
Le chiavi pontificie presenti nello stemma di Galatina testimoniano la scelta di questa città, da parte dei Papi, quale centro propulsore di latinità nel Salento proprio nell'intento di contrastare la presenza di cultura greca e il rito religioso bizantino. Le chiavi furono concesse per insegna dal Pontefice Urbano VI che, tenuto prigioniero a Nocera, fu liberato dai Galatinesi guidati da Raimondello Orsini del Balzo.
“San Pietro in Galatina” era uno dei feudi che costituivano la Contea di Soleto, per cui, fino ad un certo periodo, i feudatari Conti di Soleto furono anche utili Signori di “San Pietro in Galatina” fino a quando, poi, questo centro prese il sopravvento sugli altri.
Le "Mappe Petrine", che saranno il prodotto finale di questa prima fase progettuale, collegheranno tra di loro diversi territori della Puglia, dal Gargano fino al Capo di Leuca favorendo un turismo lento e sostenibile, sia di natura religiosa che di interesse storico-culturale.
Sarà quindi un’ulteriore occasione per fruire delle risorse materiali ed immateriali della Città facendo crescere, con un progetto sempre più organizzato, le ragioni di interesse verso Galatina, oltre ciò per cui è comunemente apprezzata.
Nico Mauro
Assessore al turismo
mag142024
Partito oggi a Noha, con il trenino panoramico, il progetto promosso dai ragazzi delle classi 4e del Polo 2 Noha e Galatina denominato: "CONOSCO IL MIO PAESE”.
L'associazione FURIA NOHANA ha messo a disposizione un trenino che ha accompagnato alunni, insegnanti ed amministratori nella visita dei beni culturali presenti sul territorio, tra cui la Masseria Colabaldi , la Trozza, il Ponte Levatoio all'interno del Castello di Noha, ora denominato NohaSi Palace, la Casa Rossa, le Casiceddhre, la Torre dell'orologio oggetto di restauro, la nostra imponente Chiesa Matrice di San Michele Arcangelo e il Calvario.
Il tour si è concluso presso la scuderia Sant’Eligio di Noha dei fratelli Bonuso.
Qui i ragazzi hanno trovato ad attenderli un punto ristoro allestito sempre dall'associazione FuRia Nohana e da tutto lo staff delle Scuderie che è stato ben lieto di accogliere i ragazzi facendo da guida per la visita agli animali ospitati nella scuderia dove hanno fatto vedere ai ragazzi la gestualità e la comunicazione con il cavallo.
I ragazzi sono stati felicissimi di aver trascorso una giornata all'insegna della natura ammirando quanto di bello offra la nostra cittadina rimanendo molto incuriositi dalle Casiceddhre, riscoprendo anche il piacere delle vecchie tradizioni.
La giornata è stata anche allietata dalla mascotte dei MINIONS gradito ospite dei nostri piccini.
Vogliamo ringraziare la dottoressa Longo, i fratelli Bonuso, il Sindaco Dott. Fabio Vergine e la Vicesindaco Avv. Grazia Anselmi, la presidente Natascia Rossetti e la vicepresidente Daniela Sindaco della Associazione FuRia Nohana e tutti i partecipanti.
FuRia Nohana
Tonia era un peperino: piccoletta, spiritosa, la battuta sempre pronta, il saluto spontaneo e cordiale. E generosa: sapeva tirarti su anche quando aveva la testa piena di pensieri.
Fu lettrice attenta de L'Osservatore Nohano (che, prima fra tutti, ritirava direttamente dalla sede della redazione, vale a dire la bottega d'arte della Paola Rizzo, sua nipote), e partecipe delle iniziative sociali e culturali di Noha.it.
Ci ha lasciati troppo presto, non aveva che 71 anni, e ci mancherà tanto.
Ci stringiamo affettuosamente intorno al marito, Giuseppe Contaldo, ai figli, Federica, Chiara e Carmine, e a tutti gli altri parenti e amici.
Noha.it
giu082023
In questo e nel prossimo fine settimana sono in programma passeggiate guidate nel territorio di Noha alla scoperta non solo dei siti e dei luoghi di interesse storico ed artistico ma anche delle peculiarità agricole e produttive che lo caratterizzano.
Di seguito il programma completo:
Noha – Sabato 10 Giugno 17.30
Dalla terra alla tavola. Scoprire le radici del territorio attraverso i prodotti agricoli.
Passeggiata agricola narrativa dalla Chiesetta Madonna di Costantinopoli (via Collepasso) fino all’azienda agricola Bramato per scoprire insieme a Francesco Bramato le curiosità, le caratteristiche di coltivazione ed alcune idee insolite sull’utilizzo di piante, ortaggi e frutta.
Punto di ritrovo Chiesa della Madonna di Costantinopoli(via Collepasso).
CURIOSITA’. Nel corso della passeggiata si scoprirà il singolare labirinto botanico.
Noha – Sabato 17 Giugno 18.30
Inaspettato fuoriporta. Noha tra archeologia rurale a industriale.
Passeggiata informale con il divulgatore Marcello D’Acquarica per scoprire attraverso i siti di Masseria Colabaldi, Casa Rossa, Torre Medievale, l’ex fabbrica di Brandy Galluccio, le iconiche Casiceddhre , la Chiesa Matrice e altri che verranno svelati durante il percorso, la storia e lo sviluppo della frazione di Noha.
CURIOSITA’. Nel corso della passeggiata si farà sosta all’interno del giardino dove era custodito il primo quadro elettrico del nucleo urbano di Noha.
Punto di ritrovo Masseria Colabaldi – Via Carlo Alberto Dalla Chiesa
A cura di Noi Ambiente e Beni culturali – E’ gradita la prenotazione: noiambiente9@gmail.com
Siete tutti invitati a partecipare a queste incredibili passeggiate esperienziali immersi nell’unicità di Noha.
apr232018
“Con l'espressione Sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica.”
Cosi si legge sul vocabolario della rete, Wikipedia.
Oggi non abbiamo più dubbi, abbiamo superato il limite assoluto dell’ignoranza, basta chiederlo alla rete e la rete risponde. Peccato che la realtà sia ben altra cosa. Possiamo dire di essere più cafoni di quei poveri nostri avi che vissero nel medioevo, e per motivi risaputi, erano analfabeti e ignoranti, ma amavano coltivare il senso del rispetto e della dignità.
Protagonisti e fautori ditale della sindrome sono necessariamente quelli che generano la violenza e le vittime che la subiscono.
Tentando una schematizzazione, potremmo individuare la sequenza degli stati emotivi di un ostaggio come segue:
Alla prima fase (1. Incredulità) corrisponde la condizione dello scenario che ci si presenta davanti agli occhi in ogni momento delle nostre giornate. Anche in momenti importanti quali potrebbero essere, per esempio, un giorno di festa, quello di matrimonio, o della laurea, o di una ricorrenza storico sociale, o di una passeggiata con ospiti che vengono a trovarci da lontano, ecc. Per cui davanti ai nostri occhi si spiaccicano visioni dure: mura dirute, sterpaglie, marciapiedi divelti, alberi bruciati, deiezioni di animali, auto ammucchiate davanti agli ingressi dei negozi, gente che ti entra in casa senza chiederti il permesso, vuoto assoluto educativo, rifiuti disseminati ovunque, bottiglie vuote di bevande consumate e buttate per strada, monumenti rotti e scarabocchiati, discariche concentrate abusivamente, per non parlare di fumi pestilenziali di plastiche bruciate o di veleni che non vediamo, ma che stanno nell’acqua e nella terra.
A questo punto, su Wikipedia leggiamo:
“L'ostaggio reagisce come può all'estremo stato di stress cui è sottoposto, una delle prime reazioni, rifugio psicologico primitivo, ma emotivamente efficace, è la negazione”.
Per sopravvivere la mente reagisce tentando di negare quanto sta avvenendo, pensando così che le mura divelte sono storia e cultura, che i rifiuti sono l’esternazione di un profondo stato primitivo dei suoi amati fratelli e paesani (che in questo caso però diventano i suoi stessi sequestratori), che i marciapiedi divelti siano una specie di Novel - Arte, che insomma se in estate il Salento diventa terra ambita da milioni di turisti, in fondo saranno tutte cose belle e piacevoli, comprese discariche, deiezioni e maleducazione compresa.
Superata la fase della negazione, e che quindi ci rendiamo conto della realtà, al secondo punto, scatta la molla della ribellione morale per tanto degrado e vilipendio (2: Illusione di ottenere presto la liberazione).
Che si fa? Per questo nascono miriadi di associazioni, circoli culturali, veri e propri eserciti di volontariato che si disperano per cercare di arginare la violenza di cui al primo punto, chiedendo e offrendo aiuto all’Autorità. Non proprio tutti, alcuni si rassegnano subito e ritornano nella negazione di prima, assopiti in gloria sotto al vessillo del loro stesso circolo – che resta comunque culturale o colturale, tanto il risultato rimane invariato.
La certezza di una salvezza “garantita” dall'Autorità, aiuta l'ostaggio nella propria difesa mentale, ma più passa il tempo senza che accada nulla (e questo sta accadendo da anni soprattutto a Galatina e frazioni, viste le inutili segnalazioni, richieste protocollate, e sostegno di tanti pseudo politici per nulla). In casi simili (3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'Autorità), è facile perdere la cognizione del trascorrere dei minuti e delle ore e dei decenni, l'ostaggio tende inconsciamente a rinnegare l'autorità costituita che è diventata per lui, di fatto, un’incognita. Logica conseguenza è l'inizio del processo di immedesimazione, o di “identificazione”, con gli autori stessi della violenza. E qui La sindrome del nohano salentino è certificata.
(4. Impegno in lavoro fisico o mentale). Dalle nostre parti la fase del punto 4 si dissolve nell’aria in men che non si dica, sarà per via del vento o del sottosuolo carsico, in cui tutto va a disperdersi.
Il timore di una conclusione tragica ci suggerisce l’ultima chance: o organizzare una bella festa, giusto per stordire l’eventuale neurone ancora integro, dell’ostaggio rompicoglioni che c’è in noi, oppure fingere che tutto ciò sia il nostro standard di benessere in cui amiamo crogiolarci. (5. Rassegna del proprio passato).
E quindi, a proposito del vettore della fatidica xylella fastidiosa che a detta di qualche benpensante sta seccando i nostri ulivi secolari, possiamo concludere che noi siamo molto peggio.
C.D. Fareambiente Laboratorio di Galatina-NOHA
gen222024
I pochi alberi in città, Galatina e frazioni, continuano ad essere presi di mira da “improvvisi” progetti di risanamento. Termine che presuppone l’esistenza di una malattia.
Sette associazioni del territorio hanno rivolto all’Amministrazione Comunale un appello affinché si proceda con ben altre azioni e, attraverso dati certificati e reperibili in rete, sono state evidenziate le condizioni sanitarie e ambientali che affliggono il nostro territorio.
Si tratta dell’inquinamento atmosferico e dei continui sforamenti delle polveri sottili, dati rilasciati dalle centraline ARPA posizionate sul territorio di Galatina.
Auspichiamo nel dibattito democratico di questa o di qualsiasi altra Amministrazione, verso i cittadini, nello specifico, verso le associazioni che hanno sottoscritto l’appello.
Segue appello protocollato dalle seguenti Associazioni:
Coordinamento Civico Ambiente e Salute - della provincia di Lecce
NoiAmbiente e Beni culturali - di Noha e Galatina
Natural-Mente No Rifiuti - di Collemeto
Galatone Bene Comune
Isde – sez. prov. di Lecce
Nuova Messapia – di Soleto
Forum Ambiente e Salute – di Lecce
apr082022
Domenica 10 aprile, alle ore 11:30, si terrà presso la BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo), nell’area “Conferenze e Incontri” della Regione Puglia, la presentazione di Galatina Città d'arte-Galatina Città del pasticciotto.
La cornice della più grande fiera nazionale sul turismo sarà anche l'occasione per presentare il progetto DESTINAZIONE CENTRO SALENTO.
In collaborazione con Artis Puglia Sviluppo - Consorzio pubblico privato vigilato dal Ministero per lo Sviluppo Economico con il quale il Comune di Galatina ha un accordo di partenariato - l'Assessorato al turismo ha condiviso un programma di sviluppo turistico e marketing strategico attraverso la proposta di creazione di un’area vasta che metta in rete interessi, proposte, risorse ed attività.
Galatina si pone al centro di un territorio che può e deve generare economia attraverso il turismo ed i servizi integrati al territorio, anche sfruttando le innumerevoli possibilità attrattive presenti.
L'occasione dei prossimi fondi nell'ambito del PNRR trova Galatina candidata quale Istituzione motore di una iniziativa utile a tutta l'area del centro Salento.
La giunta Comunale ha, infatti, deliberato l'approvazione di un piano di interesse strategico denominato DESTINAZIONE CENTRO SALENTO che ha proprio l'ambizione di porsi in interlocuzione con i Comuni del Gal Valle della Cupa nonché di un'area più vasta intorno al territorio di Galatina, per creare una rete e strutturare un progetto di attrattività turistica.
L’analisi parte dall’incremento del flusso turistico degli ultimi anni ed evidenzia le necessità in termini di servizi e le potenzialità delle risorse ma soprattutto indica il bisogno di una correlazione con altri Comuni limitrofi al fine di permettere soggiorni più lunghi e una destagionalizzazione della presenza turistica che porti ad una maggiore economia indotta.
L'obiettivo di questa iniziativa, che guarda al futuro del turismo e dello sviluppo economico, è che Comuni piccoli, seppur ricchi di attrattori storico culturali e della tradizione, possano rafforzare la propria visibilità e fare sinergia con il territorio contribuendo a rafforzare la DESTINAZIONE CENTRO SALENTO.
La conferenza stampa sarà tenuta da:
Nico Mauro, Assessore al Turismo
Prof.ssa Giuseppina Antonaci, Presidente di ARTIS Puglia Sviluppo
dott.ssa Paola Puzzovio fondatrice di TEGin Puglia, esperta di turismo enogastronomico
giu032019
Nei mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre i volontari del Servizio Civile Universale del progetto “Monitor 6017” del Comune di Galatina avvieranno un’iniziativa ambientale sui rifiuti e sulla loro corretta gestione. Tale iniziativa verrà svolta attraverso la “comunicazione a caldo”, ovvero mediante comunicazione diretta alle utenze tramite contatti “porta a porta”.
La comunicazione ambientale permetterà, in questo modo, di costruire le basi per una corretta gestione dei rifiuti e tutela del territorio, raggiungendo diversi livelli sociali e culturali e favorendo il cambiamento di cattive abitudini ormai consolidate.
A partire dal 19 giugno, nei mesi di giugno e luglio, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 11.30, i volontari svolgeranno l’attività di comunicazione sui rifiuti e sulla loro gestione nelle frazioni di Noha, Collemeto e S. Barbara.
L’attività di “comunicazione a caldo” sarà sospesa nel mese di agosto, per poi riprendere nei mesi di settembre ed ottobre, sul territorio di Galatina, previa comunicazione.
I volontari daranno il via anche ad una campagna di monitoraggio e controllo dei rifiuti su tutto il territorio comunale di Galatina e frazioni, che prevede di perfezionare la conoscenza del territorio attraverso l’aggiornamento dei siti interessati dal fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.
I volontari procederanno ad una caratterizzazione del rifiuto attraverso sopralluoghi in loco, allo scopo di risalire all’eventuale categoria di soggetto produttore.
La presente azione fornirà una serie di dati utili all’amministrazione comunale, poiché consentirà di rendere nota la situazione locale, nonché di svolgere azioni finalizzate alla bonifica.
Con lo scopo di coinvolgere attivamente la cittadinanza, è di seguito indicato l’indirizzo mail per le segnalazioni dei siti di abbandono dei rifiuti sul territorio comunale, complete, se possibile, di foto e di una breve descrizione del rifiuto. Il contributo di tutti è fondamentale per la buona riuscita dell’attività di monitoraggio.
INDIRIZZO SEGNALAZIONI: comunedigalatinascn@gmail.com.
I volontari del Progetto "Monitor 6017"
set252020
Non vogliamo certamente togliere il lavoro agli operatori ecologici dell’azienda municipalizzata, ce ne guardiamo bene, bensì noi, soci di NoiAmbiente e Beni culturali di Noha, con questa goccia nell’oceano, azione di puro volontariato senza alcun secondo fine (a qualcuno sappiamo che può non sembrare vero), con questa ennesima quanto assurda bonifica contro l’inciviltà, raccogliendo il vetro sparso ai bordi di Via Dalla Chiesa e nel tratto della via di Noha (via curve curve) quasi angolo via Giotto, abbiamo semplicemente voluto evidenziare il danno ambientale che qualcuno continua a perpetrare indisturbato, tanto né vigili ambientali comunali, né fotocamere (ahimè… sogni di gloria politichese), né la loro stessa coscienza, riescono a frenare.
Il vetro se gettato nell’ambiente, rappresenta un pericolo per ben oltre 400 anni.
Per la produzione di altre bottiglie di vetro si consumano materie prime soprattutto sabbie silicee e di carbonato di calcio, estratti da nuove e deturpanti cave, tutto a svantaggio dell’ambiente e del territorio, quella casa comune grazie a cui viviamo noi stessi.
Inoltre il riciclo del vetro ci permette di risparmiare tonnellate di combustibile che deve essere consumato per la produzione, ed equivale a fumi di combustione che inquinano l’aria, la terra e l’acqua, ovviamente sempre contro la nostra salute. Quindi, con il recupero del vetro, si riduce l’emissione di CO2, il gas che provoca l’effetto serra e che sta desertificando il pianeta. Salento compreso. Caso mai, sempre quel qualcuno, pensasse di stare su Marte o su chissà quale pianeta.
La cosa davvero assurda e che ci preoccupa, lo notavamo mentre i nostri occhi seguivano le mani in mezzo alla cenere degli ultimi incendi e ai nuovi virgulti d’erba spontanea, sono le parti incombuste di oggetti semicarbonizzati, i più disparati che mister qualcuno, continua a gettare per le strade come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
Ci teniamo a evidenziare che ci hanno accompagnato in questa lezione di civiltà due baldi giovani: Francesco Luperto e Stefano Ancora. A loro, e di conseguenza alle loro famiglie, vanno i nostri ringraziamenti per la speranza che ci hanno trasmesso con la loro liberissima scelta.
E il tutto davanti ad uno scenario meraviglioso che non finisce mai di sbalordire per la sua bellezza.
Il Direttivo
lug272022
Cutrisiku e Cutropoli sono il frutto di un’idea lanciata dalla Drogheria dell’Ignoto, piccola bottega di prodotti biologici, locali e tanto altro, attenta alle dinamiche ambientali, sociali e culturali del territorio.
Realizzati sulla falsa riga dei più famosi giochi da tavola, la loro caratteristica è di essere stati riscritti in chiave locale: è così che nel Cutrisiku gli stati diventano contrade, e nel Cutropoli strade e parchi generici prendono il nome delle vie e monumenti realmente esistenti nella cittadina di Cutrofiano. Grazie all’impegno e lavoro di un gruppo di giovanissimi cutrofianesi, la partecipazione della Pro Loco di Cutrofiano e la benedizione di alcune attività locali, ogni particolare è stato curato per dare al gioco un sapore più folcloristico e territoriale.
Si partirà il 7 agosto. I mega tabelloni saranno presenti all’interno della 50° Mostra Mercato della Ceramica di Cutrofiano (contenitore di cultura ed eccellenze), presso lo stand della Drogheria. Si organizzeranno tutti i giorni, fino alla chiusura della mostra che avverrà il 20 agosto, due turni di gioco: uno dalle 18.30 alle 21.00, l’altro dalle 21.30 alle 24.00. È già possibile iscriversi contattando i numeri 339 7531 709 oppure 349 3366 083 o presso la Drogheria dell’Ignoto in via Milite Ignoto
25, Cutrofiano. Il costo di partecipazione è di 15€ a persona ed include una bevanda fresca a scelta
e qualche stuzzichino, più la coppa per il vincitore. Dopo la mostra sarà organizzato il torneo dei vincitori, che potranno accedere al super premio.
Ma cos’ha di realmente speciale l’idea? Dietro a quello che è semplicemente un intrattenimento ludico si cela uno scopo ben preciso: far conoscere la cittadina di Cutrofiano nella sua storia, nella sua conformazione geografica, nelle sue peculiarità non solo ai locali (soprattutto i più giovani) ma anche ai turisti (in particolare per l’aspetto storico-culturale). Perché, ad esempio, le contrade hanno quei nomi? Quanti sanno che Cutrofiano, uno dei feudi più grandi della provincia, è attraversato da importanti canali? Quali sono le principali strade del paese e quali le tradizioni?
Non meno importante è il ruolo formativo che hanno i giochi da tavola: attraverso il gioco, i più piccoli apprendono cosa sia il problem solving, la strategia, il pensiero critico e creativo, la socializzazione e il divertimento, imparano cioè ad essere artefici e responsabili delle proprie azioni, a poter quindi gestire il gioco, essendo protagonisti di numerose scelte; i giocatori più grandi e gli appassionati si concedono l’opportunità di mettere alla prova o di scoprire le proprie abilità, tengono allenata memoria e capacità cognitiva e riducono lo stress.
Infine l’importanza sociale: non è un caso che i giochi da tavola siano tornati in auge con la pandemia. Passare del tempo di qualità con famigliari, amici o perfetti sconosciuti, vivere un’avventura diversa, allontanarsi, seppure temporaneamente dal computer, telefono, tablet e da qualsiasi altro dispositivo elettronico per concentrarsi sulla strategia e sulle mosse degli avversari, fanno dei giochi da tavola un perfetto stratagemma per stare bene insieme e “coltivare empatia”!
È proprio per questo che la Drogheria dell’Ignoto, con il supporto della Pro Loco di Cutrofiano, proporrà periodicamente piccoli tornei nelle scuole o presso vari enti. Intanto, partecipare alla prima uscita, è un piacere che vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire nel contesto magico della mostra, in un ambiente tranquillo e spensierato. Vi aspettiamo dal 7 al 20 agosto: ricordatevi di prenotare.
Marco Forte
ott072019
“Puliamo il mondo” è un’iniziativa ambientale che viene da lontano, nasce nel 1993 in Australia e in men che non si dica, si espande in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove viene promossa per la prima volta nel 1994 da Legambiente. Così ogni anno, verso la fine di settembre, si mobilitano in tutto il mondo, milioni di volontari che si impegnano a valorizzare e ripulire il proprio territorio.
Quest’anno, l’Amministrazione di Galatina, nella persona dell’Assessora Cristina Dettù, ha voluto concentrare l’attenzione sulle due frazioni principali: Noha e Collemeto.
Per Noha, in quanto Associazione ambientalista, l’Amministrazione Comunale ha pensato bene di coinvolgere noi di Fareambiente, Laboratorio di Galatina – Noha. Non ce lo siamo fatto dire due volte, ed eccoci quindi a scuola con i bambini della classe V "A", guidata amabilmente dalla maestra Romilda Malorgio.
Fatta una breve presentazione in classe fra noi di Faremabiente e i bambini e bambine della fantastica classe V “A”, abbiamo condiviso tutti insieme l’importanza della salvaguardia del proprio territorio. Dopo aver distribuito agli allievi una copia della piantina di Noha con in evidenza i nostri Neni culturali, e donato a tutti un buono gelato da consumarsi presso la pasticceria Dulcis di Noha, ci siamo spostati con calma e nella più completa sicurezza, presso i giardini “Madonna delle Grazie”, ovviamente armati di guanti, pettorine e cappellini, e organizzati in gruppi per tipologia di rifiuti da differenziare.
Qui abbiamo trascorso il tempo necessario per ripulire in modo differenziato i giardini dai rifiuti di uso quotidiano che, purtroppo, nonostante i nuovi cestini installati di recente, continuano ad esserci.
La gioia e l’entusiasmo espressi da tutti i bambini è stata davvero sorprendente. Entusiasti di rendersi utili per il bene comune. In pratica sapevano già riconoscere la tipologia di rifiuti e la loro destinazione nella raccolta differenziata. E’ stata tanta la passione con cui hanno collaborato che se li avessimo lasciati fare avrebbero ripulito tutto il circondario. Quindi gli alunni della classe V “A”, a nostro giudizio, sono già degli esperti ambientalisti e meritano la lode per la materia in questione.
Al rientro in classe, con l’assistenza della maestra Romilda Malorgio e della referente, Igini Alessandra, e con la presenza partecipata delle assessore Loredana Tundo e Cristina Dettù, abbiamo condiviso la visione di un bellissimo video fruibile in rete, dal titolo “L’uomo distrugge la terra”. Anche in questa circostanza gli allievi della Classe V “A”, si sono dimostrati molto attenti e ottimi intenditori dell’argomento “Puliamo il Mondo” che, sarebbe meglio, aggiungiamo noi di Faremabiente, cominciassimo tutti ad evitare di sporcarlo.
Il Direttivo di Fareambiente Laboratorio di Galatina – Noha
giu272017
Il 28, 29 e 30 giugno prossimi si svolgeranno a Galatina le festività dei Santi Pietro e Paolo. Il programma dei festeggiamenti, curato dal Comitato cittadino sotto la preziosa guida di Mons. Aldo Santoro della “Parrocchia SS. Pietro e Paolo Apostoli” e in stretta collaborazione con il Comune, prevede per il 28 alle ore 20,00 la processione religiosa in onore dei Santi, che attraverserà le vie della città accompagnata dalle Bande di Taviano e di Noha.
Dopo la solenne cerimonia, alle ore 22,00, in pazza San Pietro gli intervenuti ai festeggiamenti potranno assistere al concerto del gruppo di musica popolare “La Taricata” proveniente dalla Provincia di Brindisi. Tale concerto sarà l’ultimo in ordine cronologico della “Rassegna dei suoni di Puglia” ideata, realizzata ed offerta da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Sounds in collaborazione con il Comune di Galatina; rassegna che ha visto esibirsi nelle meravigliose piazze di Galatina gruppi musicali provenienti dalle Province pugliesi.
Nella stessa giornata del 28 giugno, a cura del Club per l’Unesco di Galatina, si svolgerà alle ore 19,00 presso Palazzo Tanza (Corso Umberto I) la “Rievocazione del rituale terapeutico del Tarantismo nel momento della terapia domiciliare”. Alle ore 23,30 Piazza San Pietro vedrà l’arrivo dei carretti con le tarantate e a seguire il raduno spontaneo di tamburellisti e suonatori con la formazione delle cosiddette “Ronde” lungo le vie del centro antico.
Giovedì 29 giugno vedrà alle ore 09,30 l’arrivo a piazza San Pietro dei carri con le tarantate e alle ore 10,00 presso la Cappella di San Paolo la “Rievocazione storica dell’antico rito del tarantismo” con la partecipazione di Simona Indraccolo e i Kardiamundi.
Nello stesso giorno alle ore 21,30 in Piazza San Pietro si potrà assistere al concerto-spettacolo offerto dal Comitato festa in collaborazione con il Comune e il Club per l’Unesco. Il concerto spettacolo o a Galatina, a chiusura della festa patronale, è il risultato del lavoro comune di PauLAB, un laboratorio di ricerca e produzione artistica sul patrimonio immateriale salentino, coordinato da Andrea Carlino, e dell'Orchestra Popolare di Puglia, ideata e condotta da Claudio Prima e Giuseppe De Trizio.
L'orchestra, promossa dalle Associazioni culturali Manigold e Radicanto, riunisce per la prima volta in un ensemble inedito, musicisti provenienti da tutta la Puglia, per la produzione di un originale repertorio che mescola brani tradizionali a nuove composizioni, nell'idea di una tradizione in un continuo movimento.
Tra i protagonisti della serata il coreografo francese di origine siciliana Alexandre Roccoli e la sua compagnia ASTE, il cui lavoro nasce da un'indagine accurata sui gesti e i rituali perduti, in particolare sul tarantismo; il musicista franco-tunisino Amine Metani che suonerà le musiche della compositrice Deena Abdelwahed, esponente di punta della musica elettronica ispirata alla tradizione nord-africana; i ricercatori e gli artisti di PauLAB.
L'evento conclude idealmente la Rassegna Suoni di Puglia, ospitata all'interno del più vasto programma di GalatinArte, promossa dal Comune di Galatina e dalle associazioni culturali Manigold e Radicanto e sostenuta dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese e da Puglia Sounds. A suggellare questa serata inabituale che intreccia tradizione e contemporaneità, ci saranno le voci di Maria Mazzotta e di Raiz. Tutto questo per celebrare con un linguaggio nuovo il ricordo del dramma del tarantismo, dei suoi riti e delle intercessioni miracolose 'de Santu Paulu'
PauLAB nasce da un progetto di “Avamposti dell’Immateriale” con la collaborazione della Fondazione Lac o Le Mon, di Treccani Cultura, della Compagnie Aste de Lyon, de l’Institut Histoire Humanites dell’Università di Ginevra in collaborazione con il Comune di Galatina, Club per l’Unesco, World Music Academy e Comune di San Vito dei Normanni.
Durante l’intera giornata di venerdì 30 giugno si esibiranno in Piazza San Pietro la Banda di San Giorgio Jonico e la Grande Orchestra del Salento a cura del Comitato per la festa a cui si deve il merito, grazie all’instancabile attività posta in essere dai suoi aderenti, di farsi carico della complessa organizzazione della festa che sarà anche quest’anno illuminata dalle tradizionali luminarie, tipiche del territorio salentino.
Alle ore 21,00 presso Piazzetta Galluccio si svolgerà, a cura del Club per l’Unesco, il “Convegno scenico sul tarantismo” per la regia e con la presenza di Toni Candeloro.
Tra gli eventi collaterali, si segnala la mostra dal 22 giugno al 2 luglio presso il museo civico P. Cavoti “il Veleno della devozione: opere e documenti sul tarantismo dal ‘500 al ‘900”.
apr192022
"La lista civica IO AMO GALATINA farà parte del progetto civico proposto dal candidato sindaco Fabio Vergine" , così comunica Elena Esposito coordinatrice della lista.
"Ringrazio le donne e gli uomini che hanno scelto di candidarsi con IO AMO GALATINA rendendo pubblica la loro volontà di allargare e potenziare ancora di più l'intera coalizione che fa riferimento al candidato Sindaco Fabio Vergine. Ciò che ci spinge a partecipare alla competizione elettorale è dovuto al fatto che Fabio, coraggiosamente, sta proponendo ai cittadini di Galatina un nuovo modello di amministrazione di prossimità.
Prefiggersi la realizzazione di ambiziosi e precisi obbiettivi oggi è possibile grazie alle ingenti risorse finanziarie messe a disposizione dell'Italia attraverso i fondi europei del Next Generation EU tramite lo strumento generale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Per volgere a vantaggio della comunità Galatinese questa irripetibile opportunità è necessaria una azione energica e decisa che deve necessariamente portare al raggiungimento di nuovi assetti organizzativi territoriali, per cerchi concentrici sempi più ampi,relazionandosi ed includendo preventivamente amministratori territoriali a vari livelli.
Tutto questo è presentato da Fabio Vergine ai cittadini di Galatina senza infingimenti, senza opacità, nella massima trasparenza, con il solo proposito di portare Galatina ad essere uno dei comuni capofila di una nuova dimensione territoriale. Per noi di IO AMO GALATINA la strada dell'apertura e dell'inclusione è quella che un amministratore pubblico deve fare intraprendere alla propria comunità, rifuggendo e anzi contrastando le resistenze di coloro che credono che l'isolamento e la marginalizzazione siano le forme amministrative da adottare.
Sia chiaro: IO AMO GALATINA all'interno della coalizione farà la sua parte rappresentando i valori culturali di un centro sinistra progressita e moderno , proponendo un programma fitto, frutto di percorsi di partecipazione che coinvolgano tutti i cittadini che verranno da noi sollecitati a declinare i loro bisogni,ma anche cammineremo ascoltando chi ha da proporre soluzioni per rendere Galatina una città sempre più attrattiva, moderna e funzionale.
Galatina Spazio Aperto
nov212016
«Ascoltate ragazzi, penso che dovreste sapere la verità secondo me: questa missione non è mai stata designata al successo. Se fossero sinceri ce lo direbbero. Ci direbbero che con tutta la gente che muore, chissenefrega dell’arte. Ma sbagliano. Perché è per questo che noi combattiamo, per la nostra cultura, e per il nostro stile di vita. Puoi sterminare una generazione di persone, radere al suolo le loro case, troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi i loro conseguimenti, e la loro storia, è come se non fossero mai esistite, solo ceneri, che galleggiano. Quello che vuole Hitler, ed è la sola cosa che non possiamo permettergli.»
(George Clooney, Monuments Men)
Li chiamavano “Monuments Men”. Erano soldati, tanto coraggiosi quanto improbabili. Un esiguo platone di topi di biblioteca, colti e appassionati, arruolati all’esercito alleato durante il secondo conflitto mondiale e spediti nell’Europa in fiamme con una missione precisa: salvare i capolavori dell’arte.
L’iniziativa “The Monuments People” nasce, traendo spunto da questa storia – se pur diversa e con attori/protagonisti diversi –, dalla volontà di un gruppo di Guide Turistiche Abilitate - Regione Puglia di voler dare un contributo attivo alla tutela del Patrimonio Culturale del centro Italia colpito/segnato dal terremoto del 24 agosto 2016 e che a tutt’ora provoca danni nel territorio, non ultime le scosse del 30 ottobre 2016.
Le guide, in veste di soldati arruolati alla cultura, promuovono un grande evento con una varietà di tour guidati per il mese di dicembre 2016. Sul sito www.themonumetspeople.it o su Facebook è possibile consultare gli itinerari culturali o l’apertura straordinaria dei monumenti dislocati sul nostro territorio dal Gargano al Salento. La quota versata dai partecipanti all’iniziativa, verrà devoluta al restauro delle opere del Museo Civico “Cola Filotesio” di Amatrice.
Andrea Panico
gen292024
Ventuno alberi storici saranno abbattuti nel centro di Galatina, nell’ambito del progetto di restyling dei giardini pubblici della cittadina di Piazza Dante Alighieri. Un piano ereditato dalla precedente amministrazione e al quale la nuova giunta sta dando corso. Ma comitati, cittadini, ambientalisti e un gruppo di medici non ci stanno: scrivono al sindaco Fabio Vergine. Rivendicano quei filtri “green” a tutela dei polmoni, in una zona gravemente compromessa dal punto di vista sanitario a causa della presenza di stabilimenti industriali ad alto impatto ambientale. I dossier degli ultimi anni, compreso il report Puglia Salute 2023, collocano infatti l’area del Galatinese in cima alle classifiche per l’incidenza di neoplasie polmonari e tumori in genere. E non solo.
La cittadina è costretta a confrontarsi anche con un altro dato: i suoi abitanti hanno a disposizione un coefficiente di verde pro-capite pari a meno di 2,80 metri quadrati, a fronte del minimo dei 9 metri quadrati disposto invece da un decreto ministeriale del 1968 (dati comparabili sul sito dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La questione, intanto, è stata sollevata in Consiglio, nei giorni scorsi, dall’esponente della minoranza Antonio Antonaci, che riveste anche il ruolo di presidente della Commissione Sanità, incaricato da questa stessa amministrazione. Ma è stata poi rilanciata in un documento inviato lo scorso 19 gennaio al primo cittadino, a firma di diverse organizzazioni: Coordinamento civico ambiente e salute della provincia di Lecce; Noi Ambiente e beni culturali di Noha e Galatina; Natural-Mente No rifiuti di Collemeto; Galatone Bene Comune; Isde sezione provincia di Lecce; Forum ambiente e salute e Nuova Messapia di Soleto.
(La nostra redazione ha contattato in mattinata l'Ufficio stampa del sindaco. Ma, per via di impegni, non ha rilasciato dichiarazioni).
La posizione di medici e ambientalisti
“Ricordiamo che Galatina soffre di eccesso di cementificazione da decenni, i cui effetti sono purtroppo ben visibili nello stato di salute della popolazione. Più volte, abbiamo segnalato agli organi preposti gli sforamenti della centralina Arpa (l’Agenzia regionale di protezione ambientale) di Galatina nelle rilevazioni di Pm10, Pm2.5, e il superamento costante della concentrazione limite di ozono. Dalle centraline Arpa (il link al sito Arpa) posizionate sul territorio di Galatina risultano sforamenti importanti: è risaputo che le polveri fini e ultrafini sono le più pericolose e penetranti negli organismi viventi, tanto da superare anche le barriere cellulari”, scrivono gli ambientalisti tra i quali sono presenti anche ingegneri ambientali, biologi, medici e giuristi.
Questi ribadiscono l’importanza della presenza degli alberi fondamentali non soltanto nell’assorbimento della Co2, ma anche come filtro per le vie respiratorie della comunità. Un albero di grandi dimensioni può arrivare a produrre ossigeno per almeno quattro cittadini, cosa che non può garantire un giovane arbusto. I nuovi esemplari, sottolineano i firmatari della lettera, ci impiegherebbero almeno 50 anni per svolgere la propria funzione, lasciando scoperta un’intera generazione futura.
“Pur riconoscendo il ruolo chiave e fondamentale di determinate competenze (agronomiche e forestali), occorre un coinvolgimento fattivo di altri punti di vista, soprattutto quelli di derivazione epidemiologica, urbanistica, ingegneria strutturale, così come una piena partecipazione delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza”, concludono gli ambientalisti, chiedendo al sindaco Vergine un incontro pubblico alla presenza di tutte le parti coinvolte, per condividere l'amministrazione di un progetto straordinario che ha a che vedere con la salute pubblica.
Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)
feb022022
I tempi stringono le prossime elezioni amministrative sono alle porte ma il dibattito politico stenta a decollare.
PNRR di qua' PNRR di la', ma di grazia per fare cosa? Per andare dove?
Premetto che non intendiamo candidarci con nessuno ma siamo fortemente motivati ad esercitare il nostro diritto di voto e coltiviamo la speranza di vedere finalmente la politica con la P maiuscola protagonista in città.
Avendo quindi le mani libere diremo quello che pensiamo senza esitazione alcuna, convinti e sinceri nel solo ed unico interesse a favore di Galatina e dei nostri concittadini.
Bene iniziamo partendo dall'interesse principe di ogni comunità la Salute.
A noi fa specie che ci si strappi le vesti per il declassamento del Santa Caterina Novella e non si abbia nessuna voglia di capire perché in città l'incidenza delle neoplasie è drammatica.
Come dire si piange per il disagio nel doversi spostare per curare ma non perché si muore.
Il nostro sindaco affronterebbe subito il problema con puntuali analisi, controlli e verifiche a tappeto sul territorio da effettuare con soggetti terzi autonomi e indipendenti.
Dopodiché interventi di bonifica e mitigazione delle criticità a spron battuto per riportare i valori nella norma.
Responsabile della salute pubblica o lo si è per davvero o non lo si è.
A braccetto con la salute ci va indissolubilmente il territorio e l'ambiente. Su questi argomenti la scelta è una sola. O si fanno gli interessi degli speculatori che arricchiscono pochi a danno di tutti o viceversa.
Parliamo ad esempio di pannelli solari. Se si installano sulle abitazioni, sugli edifici pubblici, nelle aree degradate e dismesse a beneficio di tutti è un conto, se si installano sui terreni agricoli di prima scelta è un'altra storia.
E vogliamo parlare del megagalattico piano regolatore dei ventuno comparti ( pochi nati, ma mai ultimati) in previsione di una città che poteva crescere a volontà e che invece sconta una decrescita infelice sino a meno di 27.000 unità ?
Grazie signori speculatori voi e chi ve lo ha permesso, avete svalutato un patrimonio immobiliare dell' intera città del 30, 50, 70, per cento rispetto al valore di altri comuni del Salento che un tempo ci guardavano con invidia ed ammirazione.
Ecco il nostro sindaco ideale saprebbe correggere queste aberrazioni nominando ad esempio un assessore all' urbanistica di scuola "Barbanente" o per i più anziani " Cervellati". Un assessore qualificato, un accademico del settore, di animo ambientalista lontano da Galatina e dagli interessi di parte. Un bravo medico del territorio che sapesse curare le tante ferite aperte dando valore e dignità al patrimonio esistente.
A seguire trattiamo il tema Cultura .
Se chi ci vuole amministrare ha consapevolezza e amore per Galatina non può prescindere dal pensare ad un assessore al ramo di portata nazionale, un personaggio pubblico del valore e della notorietà di Sgarbi o Bonito Oliva o altri di tale livello perché la città lo merita . Basta manuali cencelli e scelte che mortificano….servono personalità di respiro internazionale per aspirare ad avere riconosciuti e promossi i tanti tesori culturali presenti a Galatina.
E restando in tema di Cultura ma in questo caso della Legalità è urgente pensare alla guida della Polizia Urbana di una autorità indiscussa di alto profilo alla stregua dell' indimenticabile Commissario Capuano .
Un Alto dirigente in pensione degli organi dello stato, un Prefetto, un Procuratore, un Commissario di Polizia, comunque una persona terza competente, autorevole, indipendente che sappia contrastare una deriva ed un degrado sociale sempre più preoccupante.
Il responsabile all'annona insieme al Sindaco devono avere doti di pazienza,moderazione, equilibrio, capacità di ascolto per smorzare i mille conflitti presenti in una comunità fortemente provata. Dio ci liberi e ci scanzi dai sobillatori soprattutto se si annidano nelle istituzioni !
Pazienza a questo punto se i restanti assessori verranno scelti seguendo le liturgie consuete della politica. Una sola condizione . Gli assessori non devono essere afflitti da "fragilità" personali di alcun genere perché è inevitabile che diversamente il tutto si rifletterebbe in una imbarazzante debolezza del ruolo e delle funzioni ricoperte .
Vorremmo vedere persone serene libere e indipendenti impegnarsi al meglio per Galatina . Vorremmo che avessero chiaro la teoria della "finestra rotta" perché trascuratezza, sciatteria, indolenza non sono compatibili con buona amministrazione. A tal proposito vorremmo un assessore al centro storico che capisse il perché atti vandalici, deturpazione dei luoghi, comportamenti antisociali sono pericolosamente cresciuti nel centro antico . E giacche' ci siamo lo vorremmo vedere accompagnare un disabile in carrozzella tra strade, corti e uffici inaccessibili. E poi bellissimo sarebbe se l'assessore insieme al sindaco facessero un giretto a bordo di un automezzo dei vigili del fuoco. Potrebbero sincerarsi di persona sull'accessibilità o meno dei veicoli tra le già strette stradine del centro invase da parcheggio selvaggio, ponteggi, fioriere, tavoli ed altro .
Saremmo proprio contenti di scoprire che gli stupidi siamo noi che non sanno guidare un'utilitaria .
È così strano sognare una città più vivibile, con maggiore decoro urbano, con maggiore rispetto dei luoghi e delle persone, che aspira ad una migliore qualità della vita che ha a cuore il bene comune?
E per finire il nostro sindaco lui o lei che sarà, vorrei vederlo camminare spesso in città a testa alta, consapevole del grande onore di rappresentare la nostra città, vorrei vederlo salutare per primo chiunque incontra, cordiale, rispettoso e rispettato, vorrei innanzitutto vederlo sorridere!
A questo Sindaco daremo il nostro voto.
Auguri Galatina incrociamo le dita ….
PS Dimenticavo : nei primi 10 giorni caro futuro sindaco può prometterci di attivare la Palestra di via Montinari e trovare un utilizzo per il pulmino di mezzo giorno in famiglia? Grazie
Associazione culturale
Galatina, Storia Arte Cultura
Dante De Ronzi
mar212023
Con le partenze di questi giorni, entra nel vivo il Progetto europeo di mobilità ERASMUS+ “Improving your teaching skills”, realizzato dall’I.I.S.S. “Laporta/Falcone-Borsellino” di Galatina in rete con altri Istituti Scolastici del Salento.
Le attività sono state avviate a luglio 2022 con la formazione all’estero del Dirigente Scolastico Prof. Andrea Valerini, svolta presso Alpha School of English di Malta, e proseguono con altre importanti tappe.
Domenica 19 marzo 2023, due distinti gruppi della scuola sono, infatti, partiti per altrettante destinazioni: nel dettaglio, due docenti hanno raggiunto Barcellona per frequentare un corso presso la European Academy of Creativity; mentre, un docente, un assistente amministrativo e un assistente tecnico sono volati nuovamente a Malta.
Questo primo step del progetto, riservato al personale scolastico, si concluderà con il viaggio a Dublino dal prossimo 26 marzo per altri quattro docenti, che si formeranno sui temi dell’interculturalità presso la Europass Teacher Academy.
Insomma, un sogno che diventa realtà, una Scuola che vuole crescere e acquisire una dimensione europea, da tradurre in un’offerta formativa tecnica e professionale di qualità, a servizio degli studenti, della Città di Galatina e di tutto il territorio.
I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina
ago022016
Sig. Russo Piero Luigi,
dalla sua invettiva emerge che io sia al centro di quasi tutta l’attività amministrativa svolta, secondo Lei, con poca attenzione in questi quattro anni. Al di là delle sue opinioni personali nelle quali evidentemente non mi riconosco, ritengo di poterle rispondere per le questioni di mia competenza.
Credo che i cittadini abbiano elementi per valutare serenamente l’operato dell’Amministrazione Montagna e dei miei tre anni e mezzo di impegno amministrativo. Da parte mia, Le posso dire che ho vissuto e vivo felicemente la vita sociale di Galatina uscendo per le strade, frequentando le piazze, le attività commerciali, incontrando persone, salutando e parlando con tutti i quali mi hanno onorato della loro stima, amicizia, conoscenza. E sono tantissimi, fortunatamente. Sig. Russo Piero Luigi, la mia serenità d’animo, la mia voglia di continuare a fare, a tessere relazioni, a dialogare con tutti e impegnarmi per migliorare la nostra comunità non si fermerà certo davanti alla sua rabbia e invettiva contro la mia persona. Può star certo.
Vivo a Galatina, e io e mia moglie abbiamo scelto di far crescere i nostri figli a Galatina e le posso assicurare che farò di tutto perchè loro possano amare e rispettare questa Città. Lo farò, come ho sempre fatto in vita mia, impegnandomi nel sociale, in politica e cercando di dare esempi positivi.
Ma andiamo in ordine.
Risponderò punto punto alle sue critiche quando di mia stretta competenza. Ad alcune delle sue considerazioni tra l’altro , in questi anni di amministrazione Montagna, è stata data già risposta attraverso risposte alle interrogazioni consiliari oppure attraverso note scritte pubblicate sulle varie testate giornalistiche, ma certamente, repetita iuvant.
La ‘Lampada senza luce” di Gaetano Martinez. Si è provveduto a ristrutturare l’intero vano pompe, sono stati sistemati tutti gli impianti idrici e l’impianto elettrico mettendo nelle condizioni l’impresa di effettuare anche manutenzione continuativa per un anno. L’importo era comprensivo di IVA e manutenzione per un anno. Si è fatta regolare gara d’appalto, come sempre con trasparenza e rispettando la legge. Ora la fontana funziona. Piuttosto dovremmo prenderci un po’ tutti cura di quel bene prezioso che ci ha lasciato Gaetano Martinez, rispettando e facendo rispettare semplici norme di convivenza civile come evitare di buttare nella vasca cicche, cartacce o altro ancora. Sarebbe altrettanto importante punire chi non rispetta i beni pubblici.
Rup per questioni di carattere economico-finanziario. La professionista in questione è stata incaricata con regolare procedura messa in atto dalla dirigente dott.ssa Rita Taraschi, persona sempre scrupolosa e attenta alla corretta applicazione delle norme. Il lavoro della professionista in questione è finalizzato a reperire risorse finanziarie a disposizione dell’ente. Si è reso necessario procedere con una ricognizione delle disponibilità residue a valere sui mutui già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti le cui opere sono state concluse. Lavoro mai svolto in precedenza, molto meticoloso ed espletato con grande impegno.
In particolare tale procedura consiste nel richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti le erogazioni a saldo per quei mutui che presentano una disponibilità residua pari o inferiore a 5.000,00 € o nel caso di importi residui pari al 5% del mutuo a suo tempo concesso.
Il lavoro di ricognizione, che è stato espletato per il 50%, ha portato i seguenti esiti:
somme per le quali è possibile richiedere l’erogazione a saldo: € 76.957,35;
somme che possono essere destinate alla riduzione del prestito originario ovvero ad un diverso utilizzo, nuovi investimenti senza incrementare il debito: € 247.684,69
Questa ultima somma è stata destinata alla riorganizzazione degli ambienti del tribunale per ospitare uffici amministrativi del Comune tra i quali Ufficio LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Anagrafe e Ufficio Commercio. La nuova organizzazione degli uffici all’ex tribunale porterà indiscutibili vantaggi all’utenza in quanto un unico luogo ospiterà più uffici e servizi a disposizione anche di utenza con difficoltà motorie. Purtroppo, attualmente, pochissimi uffici sono accessibili ai diversamente abili.
Palestra di via Montinari. Abbiamo inaugurato la palestra perchè i lavori conclusi dovevano subito portare al suo immediato utilizzo. Non si è ancora utilizzata per due motivi. Primo le società sportive di pallavolo e basket ritengono vada prima migliorato il terreno di gioco con altra superficie idonea. Due, serve maggiore collaborazione di tutti per dare seguito alle volontà politiche di un completo utilizzo delle strutture pubbliche. Non va bene che una struttura pubblica rimanga chiusa per molto tempo. L’autocritica è necessaria.
Centro Polivalente di Viale Don Bosco. La struttura è agibile, sono stati terminati i lavori appaltati e viene regolarmente utilizzata da chi ne fa richiesta. Sono stati già organizzati corsi di teatro, spettacoli di vario genere, feste, concerti e conferenze.
La struttura è stata intitolata a Pierantonio Colazzo per volere dell’Amministrazione Coluccia.
Asilo di viale Don Bosco. Abbiamo ereditato duemila problemi, quindi testa bassa e pedalare. E’ stato compiuto un grande sforzo organizzativo per risollevare il cantiere e aprire l’asilo. Ora l’asilo funziona.
Corso Porta Luce e pista ciclabile. Corso Porta Luce è parte del finanziamento PIRU-Piano Integrato Riqualificazione Urbana. E’ stato migliorato il progetto anche con la realizzazione di una pista ciclabile. Prima dell’amministrazione Montagna, Galatina aveva zero Km di piste ciclabili. Ora, grazie alla realizzazione della tangenziale sud-ovest e al miglioramento di Corso Porta Luce, possiede circa 2,5 km. E’ chiaro che ci deve essere la volontà dei cittadini e della politica per continuare a tracciare piste ciclabili se vogliamo rendere Galatina più ecosostenibile e favorire una mobilità dolce e più rispettosa dell’ambiente. La realizzazione di un ulteriore piccolo tratto di pista ciclabile tra angolo Corso d’Enghen- Corso Porta Luce passando da via Ugo Lisi - Ex Tribunale (in prossimità degli Uffici Pubblici), permetterebbe di collegare la tangenziale a tutto il Centro Storico, già zona a traffico limitato. Personalmente mi rallegro quando vedo le persone pedalare in sicurezza nella Città.
Utenze e canoni per telefonia e reti di trasmissione. C’era da fare una piccola rivoluzione. Ci stavamo provando ma non abbiamo finito il lavoro iniziato. Non conosco i dati dei primi sei mesi del 2016. Non ci sono stato. Mi sono dimesso a gennaio. Posso solo dirle che non ho mai utilizzato una scheda telefonica del comune, anche se assegnatami. Ho sempre e solo utilizzato una scheda telefonica con traffico dati pagata personalmente. Il mio numero privato era ed è anche pubblico e segnalato, sin dal 2012, sul mio profilo del sito istituzionale del Comune di Galatina.
Concerto del 27 agosto 2015 in piazza Falcone e Borsellino. Grazie alla sinergia tra diverse associazioni ad agosto del 2015 è stata organizzata una bella rassegna di arte, e cultura giovanile. Tra le diverse associazioni che hanno contribuito alla organizzazione degli eventi, c’è stata la partecipazione dell’Associazione Guerriglia Culturale che ha anche curato l’organizzazione del concerto in piazza Falcone e Borsellino. A un certo punto della serata per pochissimi minuti e prima di essere allontanato dal palco, uno dei componenti di uno dei gruppi rap che si sono esibiti ha urlato al microfono frasi irrispettose e volgari. Sia io, sia i componenti dell’associazione giovanile Guerriglia Culturale, abbiamo preso nettamente le distanze dal ragazzo maleducato che ha offeso i presenti al concerto.
Sig. Russo Piero Luigi, nelle amministrazioni pubbliche succedono tante cose. C’è chi è bravo ad intercettare fondi pubblici, chi a programmare interventi di pubblica utilità, chi a progettare. Poi bisogna realizzare gli interventi. Spesso in un unico mandato amministrativo non si riescono ad evadere tutte le fasi di un’idea. Noi abbiamo finito lavori iniziati da altri, certamente, ma abbiamo anche adeguato progetti poco completi, poi li abbiamo appaltati e li abbiamo terminati. Abbiamo utilizzato le risorse del PIRU e del PIRP (Amministrazione Antonica), abbiamo appaltato e realizzato lavori, abbiamo recuperato fondi pubblici per evitare gli allagamenti nel rione Italia, abbiamo recuperato fondi pubblici per dare nuova vita allo storico Teatro Cavallino Bianco e altro ancora. Non è semplice, l’Italia è un paese che sta cercando la strada della semplificazione. Le complicazioni amministrative impongono l’acquisizione di pareri di molti enti pubblici ognuno con le sue peculiarità, le sue esigenze. Tanta burocrazia inutile frena il fare e la strada per arrivare a risultato è sempre più in salita. In tutto questo è stato fatto tanto. Perciò, giusto perché ripetere aiuta, Le allego le cose fatte perché è sempre meglio essere ricordati per le cose fatte anziché per le cose dette. Inoltre mi piace ricordare, anche a me stesso, che “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il ….FARE”.
Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a luglio 2016:
Lavori Pubblici
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale
Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Comune Galatina: 500.000,00 euro
Lavori completati
Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.
Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia
Importo progetto: 700,000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia
Lavori completati
Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3
Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni
Importo totale progetti: 500.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero
Lavori completati
Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.
Importo progetto: 400.000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.
Lavori completati
Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.
Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.
Importo progetto: 250.000 euro
Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)
Lavori completati
Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.
Importo progetto: 300.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina
Lavori completati
Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.
Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Centro Polivalente viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Struttura inaugurata e utilizzata.
Asilo Nido viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
L’asilo è utilizzato e perfettamente funzionante.
Palestra via Montinari
Finanziamento: PIRU
In attesa di essere concessa in uso.
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale
Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.
Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Lavori da appaltare. Procedure di Gara d’appalto avviate.
Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.
Importo progetto: 1.000.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori in corso.
Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.
Importo progetto: 500.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Gara effettuata e aggiudicata
Lavori in corso.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:
Utilizzo delle palestre scolastiche comunali
E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo degli spazi sociali per lo sport.
Festa dello Sport 2014
La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.
Festa dello Sport 2015
Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.
Green Olympic Games
Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.
Struttura Sportiva di Noha
La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.
Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive
E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:
Chiostro d’Estate. Estate 2012
Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.
Festa della musica. Giugno 2013
Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.
Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto
Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.
Mercato S…coperto,
Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.
Servizio civile nazionale
In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.
Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE
Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e movimenti sociali rappresentanti di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico, un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici attraverso dei personali approcci che spaziano dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.
Cordiali saluti
Andrea Coccioli
gen132020
Nell'ambito delle attività socio-culturali della parrocchia di Noha, martedì 14 gennaio 2020 alle ore 19.30, avrà luogo un interessante convegno dal titolo: Giovani e sostanze legali e illegali.
Si parlerà di alcolismo, tabagismo, doping, ludopatia, aree strategiche d'affari delle mafie che purtroppo non conoscono periodi di crisi.
Interverranno la dott.ssa Paola Lanzilotti, psicologa e psicoterapeuta della Comunità Airone di Trepuzzi (Le) e la dott.ssa Federica Giannaccari, criminologa.
Il meeting è aperto a tutti, genitori e figli, docenti e discenti, associazioni religiose e laiche, istituzioni e cittadinanza attiva.
La redazione
nov282018
Manuel e Marco partono per un viaggio in Turchia dove vivranno un’esperienza ben oltre la semplice vacanza lontana dalle rispettive mogli. S’imbatteranno infatti in un mondo completamente diverso da quello Occidentale, dove avranno modo di entrare in contatto con una Istanbul segreta, sconosciuta alla maggior parte dei turisti, con le sue contraddizioni, con la sua cultura e la sua storia.
In un precipitarsi degli eventi, Manuel si troverà coinvolto in una storia che affonda le sue radici nel fondamentalismo islamico: scoprirà infatti che Fatima, una giovane ragazza conosciuta in un locale che è una sorta di limes, di confine tra ciò che è la vita di tutti i giorni e quella sotterranea, lontana dagli occhi della gente, è stata reclutata per compiere un attacco kamikaze.
Con l’aiuto di Ermes, enigmatica e ambigua figura che si presenta come un importante uomo d’affari tedesco, e Viola, una ex fiamma di Manuel, riuscirà a sottrarla al suo destino di morte.
Carlo Sindaco. Nato vicino Varese, da oltre vent’anni vive in un paesino in provincia di Lecce. Impiegato, è sposato con Annalisa con cui ha avuto un bimbo di sei mesi. Ha pubblicato una raccolta di poesie - scritte in età giovanile - sul portale di UniLibro dal titolo “Liquidi in Eccesso”, e un breve racconto titolato “Risvegli”, inserito in una raccolta edita da Letteratura Horror.it. Carlo coltiva numerosi interessi: dalla Letteratura alla Filosofia, dalla Scienza al Gaming competitivo, dal Calcio giocato al Design Industriale, Sociologia della comunicazione, Informatica ed elettronica, musica, cinema e attività culturali in genere.
Arci Levèra Noha
nov272021
Galatina, uno dei Comuni con maggiore estensione territoriale nella provincia di Lecce. E tante strade da gestire. Ci sono più strade che utenti che le percorrano. E molte di queste, soprattutto nelle campagne, sono in “balia” della natura che, armata di radici e di piante spontanee, prova a riprendersi quanto a suo tempo le fu strappato di mano. Ma ben venga la natura vista la desertificazione che si sta producendo intorno a noi, se non dietro nostra incitazione, sul nostro silenzio-assenso, prodotto non secondario dell’incoscienza (di classe).
Sembra che il problema più grande dunque sia la manutenzione delle strade (il che richiede un impegno di spesa che il Comune evidentemente non può permettersi di sostenere); ma il problema principale è la soverchiante presenza di rifiuti. Sdegno, amarezza, profondo rammarico e grande delusione, crediamo siano i sentimenti di molti concittadini che ogni giorno sono costretti a subire questo spettacolo.
Ogni giorno nuovi involucri dai colori e dalle forme più disparate appaiono ai bordi delle carreggiate, tutte, provinciali, comunali e campestri. Possiamo dire con certezza che non vi sono strade esenti da questi trattamenti. Tutte, o quasi, soffrono del medesimo virus.
Ogni giorno una parte di questi rifiuti viene spiaccicata dalle ruote degli automezzi in corsa, un’altra fagocitata dai rovi, un’altra ancora dagli aratri che operano nei campi limitrofi; molta resta incenerita nel corso degli incendi “purificatori”. Capita perfino di assistere a voli pindarici di sacchetti lanciati dai finestrini delle auto in corsa: sarà un nuovo sport olimpionico.
Di certo non è che i campioni del lancio rinsavirebbero con lo spauracchio delle multe, o con altre forme di repressione. La lotta continua insomma è impari e a noi non rimane altro da fare che documentare e denunciare i fatti, chiedere ancora una volta all’amministrazione comunale di provare a tamponare gli effetti del fenomeno con la pulizia periodica dei siti, e di questo passo prepararci a dover vivere come porci.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv - di Noha e Galatina
ott092015
La Commissione Comunale per le Pari Opportunità di Galatina organizza il prossimo 11 ottobre alle ore 18.00 al Palazzo della Cultura, una tavola rotonda sul tema del sessismo, con l'obiettivo di mettere in evidenza le profonde contraddizioni che condizionano e segnano la nostra società. E proprio attraverso il linguaggio, dimora dell'essere e potente motore di cambiamento, che si trasmettono diversità e diseguaglianze sociali, contribuendo al rafforzamento e alla costruzione di vecchi e nuovi stereotipi culturali.
"Le parole in genere: linguaggi e comportamenti sessisti", sarà questo il tema dell'incontro di domenica, un momento di riflessione per cercare di offrire gli strumenti necessari a riconoscere e contrastare questo fenomeno spesso molto subdolo , affinché le forme di comunicazione e i comportamenti siano rispettosi delle differenze di genere.
Al termine delle relazioni si aprirà un dibattito con i partecipanti all'evento. Introducono:
Fara Bandello, Presidente della Commissione Comunale per le Pari Opportunità di Galatina; Daniela Vantaggiato, Assessora alla Cultura e ai Servizi Sociali. Interverranno alla tavola rotonda:
Loredana De Vitis, dottoressa in Filosofia, giornalista e autrice, ideatrice del progetto internazionale "Io sono bellissima" contro gli stereotipi della bellezza femminile: " Lo scandalo di parlare al femminile"; Rossella Maggio, docente nella scuola superiore, scrittrice: " La parola, la scrittura, l'azione nell'ambito dei linguaggi e comportamenti sessisti";
Claudia Piccinno: dottoressa in Lingue e Letteratura Straniere, docente nella scuola primaria, poetessa: "Il sessismo sui banchi di scuola, stereotipi di genere nella letteratura dell'infanzia"; Evelina Nico: associazione Guerriglia Culturale, studentessa in Sociologia all'Università del Salento: “Quelle che non studiamo”;
Daniela Natale: dottoressa in Comunicazione, redattrice de “Il Galatino” e “Inondazioni.it”: “Le parole dei media: come si alimenta la cultura sessista”.
Modera Roberto De Mitry, Presidente Arcigay Salento "La terra di Oz"
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
mar282023
Le associazioni “Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce”, “Natural-mente NO RIFIUTI – Collemeto di Galatina”, “NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina”, “Medici per l’Ambiente-ISDE ItaliaForum Amici del Territorio ETS”, “Nuova Messapia”, “Forum Ambiente e Salute”, “Associazione Bianca Guidetti Serra”, “Associazione Adotta Dog”, “Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- ODV”, “CAS Coordinamento Ambientale Salento”, “Salento km0 APS” scrivono al responsabile della task force regionale per l’occupazione Leo Caroli “per esprimere parere contrario alla proposta di destinazione dell’impianto Minermix Galatina aduna ulteriore industria insalubre”.
Si parla di un’azienda di calce e derivati che ha sedi a Galatina e a Fasano (Br), il cui principale committente è l’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.
Appena un mese e mezzo fa l’azienda è stata sotto i riflettori per il rischio licenziamenti paventato nell’ultimo periodo. Ad inizio febbraio si è tenuto un incontro proprio con la Task force regionale, a Bari, in cui l’azienda ha annunciato l’impegno di sospendere i licenziamenti (sono 59 i dipendenti) ed avviare la procedura di richiesta della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. La proprietà ha confermato la scelta di carattere industriale di interrompere l’attività, dichiarandosi disponibile a valutare percorsi che conducano alla cessione.
Veniamo dunque alla lettera di cui sopra.
“Gentilissimo dott. Leo Caroliin risposta alle recenti preoccupazioni espresse dalla popolazione galatinese a seguito diun possibile impianto di trattamento rifiuti speciali e non a Santa Barbara e dellesegnalazioni di emissioni anomale presso il cementificio Colacem, rimbalza su alcunepagine social la proposta avanzata dalla task force regionale, istituita per il salvataggio delcalcificio Minermix, di chiamare a raccolta altri cementieri o comunque produttori di rischioper la salute.Questa proposta, come forse lei saprà, si inserisce in un quadro territoriale molto delicato.Le autorità sanitarie e gli enti locali che siedono al tavolo provinciale V.I.S. (ValutazioneImpatto Sanitario) per valutare – secondo quanto riporta ASL Lecce – i danni e l’impattosanitario e ambientale con riferimento alle potenziali ricadute cumulative di tutte le attivitàproduttive presenti nell’area industriale, in particolare del cementificio Colacem Galatina,non possono ignorare che l’area Galatina/Soleto e comuni limitrofi, come confermatodall’Istituto Superiore di Sanità, dai rapporti Ambiente e Salute RePOL, dallo studioPROTOS, dai dati LILT e dell’OER Puglia, è un cluster che registra dati epidemiologiciallarmanti, in particolare per neoplasie polmonari, per l’esposizione ambientale come quellederivanti dalle emissioni di grandi camini industriali. Come riportato nei giorni scorsinell’ultimo Rapporto di Puglia Salute in tutta la Provincia di Lecce, in particolare nel Distrettodi Galatina, la fotografia dell’incidenza delle neoplasie è in peggioramento.Nell’area galatinese, la più industrializzata e malsana della provincia di Lecce, con lamaggiore concentrazione di grossi impianti industriali insalubri IPPC, il quadro sanitario eambientale non è stato sufficientemente rappresentato nei lavori della task force regionaleimpegnata nella vertenza Minermix.Lo stabilimento della Minermix Srl, attivo dal 1990, è adibito alla produzione, macinazione emiscelazione di ossido di calcio, calce idrata, premiscelati di minerali, grassello e malte peredilizia. È inserito nella ASI Galatina Soleto a poche centinaia di metri dall’area densamenteurbanizzata, insieme ad altri opifici di trattamenti rifiuti e comunque fortemente nocivi.Come Associazioni, abbiamo preso parte alla CDS del mese di marzo 2022, e in quellaoccasione abbiamo preso atto che la stessa Dr.ssa Teresa Alemanno, presente inconferenza di servizi per il riesame A.I.A. per il Dipartimento di Prevenzione ASL Lecce, puressendo stata molto concisa, ha evidenziato chiaramente la questione “area sensibile”,in riferimento all’area cluster tumore polmonare del Distretto di Galatina, chiedendoquindi ad ARPA se avessero loro effettuato delle verifiche sulle emissioni, con chiaroriferimento al potenziale apporto di ulteriori danni all’ambiente.Occorre ricordare che a Galatina insiste un cementificio Colacem attivo sin dalla fine deglianni ‘50, uno degli impianti più grandi d’Europa. Le ricordiamo che i cementifici sonocompresi nell’elenco delle industrie a maggior impatto ambientale in EUROPA, comeindustrie insalubri di Seconda Classe, cioè di impianti che devono osservare speciali cautelenei confronti del vicinato. L’insostenibilità ambientale è legata non solo alle emissioni diparticolato, di PCB (prodotto clorato simil diossina), metalli pesanti, (Mercurio, piombo,cadmio, cromo esavalente), tutte sostanze gravemente nocive per la salute, cancerogeneed interferenti endocrine, ma anche alla portata di consumo di acqua e suolo.Nel 2017 Colacem Galatina ha prodotto complessivamente 2.658.578 t di Clinker,2.883.528t di cemento, ha consumato 244 litri di acqua per ciascuna delle 309.900tonnellate di cemento prodotto, ovvero 75,6 milioni di litri di acqua. Il consumo è abnormeper un territorio già fortemente penalizzato dalla sua stessa conformità naturale, dove lospessore medio del sottosuolo riferito al livello del mare è di circa 60 metri, con scarsacapacità di filtraggio delle acque pluviali per via della sua condizione carsica, e con unafalda esigua che presenta forti infiltrazioni inquinanti.Le concentrazioni contaminanti e il correlato rischio mortalità mostrano un trend inpeggioramento, secondo quanto indicato in uno studio realizzato nel 2014 dall’istituto diScienze dell’Atmosfera e del Clima ISAC – CNR in collaborazione con l’Istituto di FisiologiaClinica del CNR attraverso una valutazione preliminare nei comuni di Sogliano Cavour,Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto e Soleto.Gli impegni dichiarati anche da alcuni rappresentati politici locali pare che siano finalizzatinel voler salvare i 20 posti di Galatina, e forse anche i 39 di Fasano, con il rischio però diritrovarci un nuovo opificio maggiormente inquinante, chiamando a raccolta altri cementierio comunque opifici produttori di rischio.Inoltre, va tenuto conto dei riferimenti legislativi alla salute della popolazione e all’integrità
dell’ambiente esterno descritti nel d.lgs. n. 81/2008, N.81, sono norme che fanno esplicitoriferimento alla “salute della popolazione” e all’“ambiente esterno”.Da un lato, l’art. 2, comma 1, lett. n), definisce proprio il concetto di “prevenzione” comequel «complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità dellavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispettodella salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno».Dall’altro, l’art. 18, comma 1, lett. q), impone al datore di lavoro e al dirigente l’obbligo di«prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possanocausare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esternoverificando periodicamente la perdurante assenza di rischio» (la violazione di taleobbligo è sanzionata dall’art. 55, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 81/2008 con l’arresto da due aquattro mesi o con l’ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro).Il Dispositivo dell’art. 452 bis Codice Penale, reato di inquinamento ambientale,determina quanto segue:• È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramentosignificativi e misurabili:1. 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o delsottosuolo;2. 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolopaesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in dannodi specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.Dalle norme, si evince come esse siano essenzialmente dirette ad evitare la possibile“esternalizzazione” dei rischi cui sono sottoposti i lavoratori nel contesto produttivo,obbligando l’impresa ad adottare tutti quei provvedimenti necessari affinché lapredisposizione delle misure di salute e sicurezza dei lavoratori non determini unriversamento all’esterno delle nocività presenti nell’ambiente di lavoro, pregiudicando lasalute della popolazione e l’integrità dell’ambiente [15].E’ vero che i galatinesi hanno bisogno di posti di lavoro, il lavoro è nel diritto costituzionale,per tutti, anche di chi va a cercarlo altrove. È vero che è necessario fare il possibile persalvare quei pochi posti esistenti, ma è altrettanto vero che il diritto alla salute èsacrosanto e altrettanto costituzionale, e va individuata una strada occupazionaleperseguibile, che tenga conto dell’intera cittadinanza.Come ben sappiamo tutti, a Galatina non c’è famiglia che non abbia un lutto a causa delcancro, o una patologia che tende a degenerare in tumore. Lo si dice dappertutto:nelle Cds aziendali, nelle Asl, nello studio Protos, nei recentissimi dati LILT, che vede laprovincia di Lecce seconda solo al Piemonte e alla Liguria in numero di morti per tumori, allapari con la Lombardia. Che il quadro sanitario di Galatina sia aggravato con un aumentoulteriore di tumori è anche denunciato nel Registro dei Tumori 2021 appena pubblicato, coni dati di incidenza che vanno dal 2013 al 2017.Lo stesso principio di precauzione consiglia di non rischiare la salute di giovani famiglie chemettono al mondo bambini, la parte più fragile della società, costruendo abitazioni a ridosso diuna zona industriale insalubre, come invece si sta facendo ancora oggi a Galatina, insistendonell’errore fatto negli anni ’70 del secolo scorso, o ri-attivando impianti insalubri, che andrebberoriconvertiti in green.Siamo convinti che quando si tratta di risolvere problemi di straordinaria importanza, come quellodi 30 o 100 posti di lavoro da tutelare, oppure il pericolo per la salute di 140.000 cittadini inermi,non lo debbano decidere solo alcuni rappresentanti della politica. Quando la questione èstraordinaria, si porta ad un tavolo di concertazione con tutte le forze sociali presenti sul territorio,anche con le nostre associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e della salute nei diversiprocedimenti autorizzativi.Certe responsabilità non devono pesare sulla coscienza o presunzione di nessuno, ne va deldiritto, ne va della democrazia, ne va dello stato di civiltà di una comunità, ne va del futuro deinostri figli.Basta fingere che il primato della più alta mortalità per tumori non esista, Galatina e la provinciadi Lecce sono sul podio. Non aspettiamo che il dolore delle persone che vedono morireprematuramente figli e parenti, diventi rabbia, o peggio ancora rassegnazione a doverbarattare il posto di lavoro con la perdita di salute propria, dei propri familiari o deiloro concittadini, rischiamo lo sfascio sociale.Auspichiamo l’impegno dei rappresentanti istituzionali, che si adoperano per il coinvolgimento dinuovi produttori di rischio, a non aprire le porte ad un altro opificio insalubre, di investire sullariconversione di Minermix in chiave green e di riflettere su quale soluzione possa portare ad unosviluppo sostenibile della nostra città”.
Fonte: Il Gallo
feb022024
CARNEVALE SOCIALE DI NOHA - Domenica 4 Febbraio 2024 alle ore 15:30
Il Carnevale Sociale sta per arrivare, come molti di voi sapranno, per questa prima edizione accenderemo i riflettori su un tema molto speciale: "Contro tutte le guerre". È il momento di unire le forze per celebrare la pace, l'armonia e la solidarietà!
Ore 15.00 - Raduno in Largo Michelangelo
Iniziamo tutti insieme a prepararci per l'avventura mascherata!
Ore 15.30 - Inizio sfilata con i gruppi mascgherati, scuole e associazioni di Galatina e il Carro allegorico a Tema Harry Potter del collettivo @novetrequarti2024
Una sfilata unica e colorata a favore della pace e dell'unità!
Ore 17.00 - Inizio esibizioni dei partecipanti
Lasciatevi sorprendere dalle performances straordinarie dei partecipanti, portando un messaggio di amore e fratellanza.
Gruppi Mascherati:
Ore 18.00 - Musica Live con Zigo e I Carosello Live&Cabaret
La giornata raggiungerà l'apice con la musica coinvolgente e lo spettacolo live, celebrando la gioia di vivere in armonia.
Non mancate a questa festa straordinaria che unisce divertimento, creatività e impegno sociale.
Preparate i vostri costumi a tema "Contro tutte le guerre", portate l'entusiasmo e unitevi a noi per un Carnevale indimenticabile!
novetrequarti2024
Vogliamo ringraziare l’Amministrazione Comunale di Galatina, e in modo specifico l’Assessore ai lavori pubblici, Loredana Tundo, per aver accolto la nostra richiesta di sostituzione dei cartelli di segnalazione agli ingressi di Noha, oramai arrugginiti e quasi del tutto illeggibili. C’è mancato poco che si realizzasse la malsana idea che vagheggiava nella testa di qualche personaggio politico nostrano che confondeva gli accorpamenti amministrativi per una migliore sinergia economica con l’eliminazione dei nomi delle frazioni. Capitava quando si chiedeva maggiore attenzione ai Beni culturali di Noha. Insomma è stato come aggrapparsi ad un salvagente bucato. Senza considerare invece il fatto che l’identità va salvaguardata e difesa, proprio in nome della diversità e della storia di ogni popolo, sia esso di 100, 1000 o di milioni di abitanti. L’identità soprattutto se affonda le sue radici nella storia, proprio come quella di Noha, è un valore.
E a proposito del nome di Noha, cogliamo l’occasione per una rapida carrellata dei suoi momenti storici, in tre macro momenti: 1192; 1550; 1804 per finire ai nostri giorni.
CONCLIUSIONE: nei documenti citati di seguito e nelle mappe antiche, Noha è sempre chiamata con i seguenti nomi: Noe, Nohe, Noia e a volte Novae; Soltanto dal 1811 in poi, allorquando fu pubblicata la nuova circoscrizione territoriale che divise la provincia di Lecce in Comuni, Circondari e Distretti, il Comune di Galatina considerò Noha come sua frazione, da questo momento il suo nome comparirà sempre come è oggi, NOHA.
Non si capisce bene il motivo per cui si sia voluto cambiare il nome senza sceglierlo dalla sua antica storia, ma non ha molta importanza, per nostra fortuna la storia non la si può cancellare. Ciò che è importante è continuare difendere la propria identità, fa parte anche del nostro bagaglio personale. Dimenticare vuol dire perdere la memoria e se non si ha memoria ci si perde facilmente in tutto.
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1192 - Jacopo Antonio Ferrari, celebre letterato, storico dei territori italiani nato a Lecce il 24 luglio 1507, in Apologia paradossica, Lecce, pagg.412-413, e più precisamente a proposito della concessione delle Baronie che avvenne nel 1192 (da “NOHA LA SUA STORIA” di Padre F. D’Acquarica, imc; Arti Grafiche Marino- Le; 18 marzo 2021). Scrive così:
Tancredi, volendo che quel più fortemente combattessero alle guerre che egli avea da fare, combattendo ancora per la difensione delle loro baronie, onde:
Al Cavaliere Simbiasi donò Morciano e Salve
Al Caval. Buonsecolo donò Racale e Felline
Al Caval. Incrini, Curigliano e Castrignano
Al Caval. Panevino, S.Pietro e Cutrofiano allora casali
Al Caval. Guarino, Surano ed Acquarica
Al Caval. Chiaromonte, Sternatia allora casale e Zullino
Al Caval. Goti, Vaste e Muro
Al Caval. Falconi, il casale di Galatola e Fulcignano
Al Caval. De Persona, Matino e Seclì
Al Caval. Montefusco, Aradeo e Bagnolo
Al Caval. Monteroni, Taurisano e Specchia
Al Caval. Lettere, Melpignano
Al Caval. DE NOHA, NOJA e Giordignano (è Nicola De Noha)
Al Caval. Capace, Barbarano e Brungo ora feudo disabitato in Muro
Al Caval. Maresciallo, Carpignano e Cursi
Al Caval. Securo, Cursano e Presicce
Al Caval.Lubello, Maglie e Sanarica
Al Caval.Fuggetto, Casarano e Taviano
Al Caval. Anibaldo, Minervino e Morciano
Al Caval.Remanno, Galignano e Martano.
Dal documento riportato siamo dunque informati che nel 1192 esisteva la Baronia di Noia dei Signori De Noha.
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Nell’opera “Descrittione di tutta Italia “ scritta nel 1550 da Fra Leandri Alberti, un frate fiorentino, dell'Ordine domenicano, vicario del convento romano di Santa Sabina e inquisitore di Bologna probabilmente dal 1550 al 1551 o al 1552, alle pagine 196 e 197, ci descrive quello che vede percorrendo il Salento da Otranto verso Gallipoli, e nel tratto in cui si avvicina a Noha, scrive:
Come dinanzi ho detto, si veggono assai ville, e contrade molto habitate dai Greci, in questo paese che si ritrova fra Otranto e Corliano, che è tutto dilettevole e producevole di saporiti frutti. Più oltre Corliano, 5 miglia, appare il nobile Castello di S, Pietro in Gallatina, posto fra e grandi selve di olivi. H ala Signoria di questo Castello Ferrando della Nobile famiglia de ii Castriota, che quivi vennero dall’Albania, fuggendo davanti ai Turchi. Egli è questo Signore molto humano e generoso, quindi parrtendosi e camminando un miglio appare Soleto, molto antico luogo, circa il piccolo colle che riguarda a mezzo giorno, posto, Soletum da Plinio nominato, del quale yiene la signoria il Duca di S. Pietro in Galatina. Non meno è pieno il paese di questo Castello di Olivi di quello di S. Pietro in Galatina sopra nominato. Dopo tre miglia ritrovasi Sternatia, da Otranto discosto tredici miglia, fra questo luogo e Otranto da ogni lato vedensi Ville Contrade e Castella, tra i quali vi è Scuriano discosto dal bastardo otto miglia, e da cui appare il fortissimo castello di Noia posto in forte luogo.
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Lorenzo Giustiniani, docente di critica d'arte all'università partenopea, nella redazione del suo Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, opera monumentale del 1804, di Noha scrive:
NOE, NOHE, NOJA, come trovasi diversamente presso gli autori, e nelle carte de’ bassi tempi, è una terra in Otranto, in diocesi di Nardò, distante da Lecce miglia 15, e 7 da Nardò. Vedesi edificata in un’altura ove respirasi aria mediocre e si vuole di molta antichità ed abitata da Greci. Il suo territorio è fertile in grano e in vino. In oggi trovasi abitata da circa 500 individui tutti addetti alla sola agricoltura. Or questa terra del Ducato di Puglia era di qualche riguardo nei tempi dei Normanni, infeudata all’uso Longobardo, e colla contribuzione di 4 militi. In oggi è unita al Ducato di Sanpietro in Galatina della famiglia Spinola.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina
dic152021
Gentile Direttore, o caro Don Francesco (che preferiamo), oggi osservando per caso i giornali esposti in un'edicola della nostra cittadina, ci è "caduto l'occhio" sull'editoriale dc "Il Galatino" n. 18, del 5 c.m. e siamo rimasti sorpresi e nel contempo contenti. Sorpresi perché proprio stamattina, parlando fra noi soci del direttivo di NoiAmbiente, dei gravi problemi che sempre più spesso uccidono, nel senso vero della parola, molti nostri concittadini, si diceva così: "non leggiamo mai su nessuna testata giornalistica galatinese notizie che riguardano l'alta percentuale di inquinamento che grava stilla popolazione e di quante sorgenti e produttori di inquinanti ci circondano.
Questa de "Il Galatino", quindi è la sorpresa. Dobbiamo quindi dirti grazie, caro Don Francesco, pur trattandosi di una bruttissima questione. Ma è inutile nascondere la testa sotto la sabbia e fingere che vada tutto bene. La verità soprattutto se "brucia" va denunciata con forza. Contenti, invece, lo siamo perché finalmente un giornale galatinese importante per la sua storia e la sua ricchezza culturale, ha il coraggio di denunciare. Hai fatto bene a ricordare il primato attuale di Galatina: altissimo tasso di mortalità per tumori.
È vero, il Santo Padre non perde occasione per gridare al mondo che così come stiamo vivendo non va bene. È anche vero che l'umanità vive tutta sotto uno stesso ciclo c il cambiamento climatico coinvolge l'intero pianeta. Ma è anche vero che il ciclo dei nostri 16 comuni (Galatina, Galatone, Maglie, Soleto, Sternatia, Zollino, Corigliano d'Otranto, Cutrofiano, Soleto, Cursi, Neviano, Collepasso, Scclì, Melpignano, Castrignano dei Greci, Sogliano Cavour), quelli indicati come Cluster per la percentuale più alta del tumore ai polmoni, ci crollerà addosso prima del resto. Crediamo che sia inutile fingere di non sapere, ma soprattutto insistere nel non ritenerlo prioritario. Prioritario su tutto, perfino sul lavoro, a che serve avere il lavoro se poi ti uccide e fa ammalare i tuoi stessi figli? Prioritario quindi è vivere in un ambiente salubre. Per prima cosa conviene essere tutti d'accordo su questo punto, e gridarlo da un unico altare: salvaguardiamo il nostro Salento. Sia il progetto Protos, che il registro dei tumori della ASL provincia di Lecce, sia il progetto Minore promosso e realizzato da LILT (Lega Italiana contro la Lotta ai Tumori), che lo Studio I.MP.AIR, inerente ai danni precoci al DNA dei bambini di Galatina portato avanti dall'Università del Salento, tutti stanno gridando sempre più forte che il nostro territorio è avvelenato dalle emissioni di metalli tossici prodotti dagli opifici (e i Comuni di Galatina, Soleto e Sogliano sono circondati da attività insalubri) che bruciano ancora carbone e ora perfino rifiuti, che mangiamo plastica triturata negli alimenti, come succede ai pesci senza esserlo, pesci.
Infine un ultimo appello lo rivolgiamo a te Don Francesco che hai dato voce a questo dramma: solo uniti saremo più forti.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali
Cari Amici di "Noi Ambiente e beni culturali", condivido con voi le preoccupazioni esposte. Dobbiamo aiutare la nostra terra a recuperare la sua vitalità se vogliamo vivere. L'aria sana e i prodotti della nostra terra sono la cura migliore perla nostra salute e la garanzia per il nostro futuro. É necessario pertanto: coraggio, retta intenzione e verità. Uniti per la vita. Le scelte da compiere sono chiare e inequivocabili, occorre solo perseguirle. Non più parole, ma fatti. Quasi in ogni famiglia o nella parentela c'è una persona che soffre e con lei soffriamo anche noi. Non possiamo essere indifferenti. Non scartiamo mai chi è inchiodato ad un letto o legato ad una flebo. Ascoltiamo il loro grido, condividiamo le loro lacrime e daremo sapore ai nostri giorni. Fermiamoci e ripartiamo bene. Si può, si deve. È importante per tutti noi. Ora o mai più. Grazie amici. Un abbraccio. Non stancatevi di osare per il bene di tutti.
Don Francesco Coluccia