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Di Marcello D'Acquarica (del 05/10/2015 @ 23:59:18, in NohaBlog, linkato 3502 volte)

“Nove e trenta ritrovo in piazza”, così dettava l’annuncio pubblicato più di due mesi fa su questo stesso sito. E’ presente all’appuntamento praticamente soltanto  l’infaticabile organizzatore di questo bellissimo ritrovo: Giuseppe Zerbi. Io arrivo con qualche minuto di ritardo e ovviamente Giuseppe mi richiama all’ordine rimproverandomi la scarsa “nordicità”. Ma non sono il solo. Pian piano arrivano in piazza anche  tutti gli altri.

Siamo pronti per la grande festa attesa da tempo. E’ una bella giornata di sole e l’emozione nel rivedere i compagni d’infanzia, alcuni anche dopo tre o quattro decenni, tiene alta l’attesa. Una volta in chiesa, in modo quasi spontaneo, ci si accomoda fra i banchi come ai tempi della scuola, o come si usava fare ai tempi nostri: gli uomini da un lato e le donne dall’altro.

Ci si guarda con meraviglia, curiosi forse di scoprire in ognuno di noi il bambino di un tempo. Nell’attesa speriamo che altri ritardatari si aggiungano a questo scenario di gioia. Ci sorprende piacevolmente l’apertura della Messa con l’annuncio ai presenti della ricorrenza del nostro anniversario. Ci gratifica molto l’essere considerati, da parte del parroco, che ringraziamo, come un valore per la  comunità. Cosa che si ripete con il commiato e gli auguri da parte dei presenti con un forte applauso. Resta però quasi impossibile non renderci conto del vuoto che lasciano i nostri sei amici: Roberto, Luigi, Piero, Guido, Gino e Maria Rosaria. La loro presenza è comunque viva e forte nei nostri stessi sguardi colmi di evidente emozione.

Fuori dalla chiesa io e Giuseppe distribuiamo le copie di un libretto e di un cd in cui abbiamo raccolto alcune foto d'archivio in bianco e nero ed altre a colori. Il libretto, rilegato con eleganza e semplicità, è stato l’ultimo "arrivo" della mattinata (praticamente non ci speravo quasi più). Ma il nostro instancabile Antonio Congedo, di AGM, non si smentisce mai e, preciso com'è (del resto essendo ingegnere e fisico, i calcoli se li sa fare) riesce a mantenere sempre la parola data, nonostante la nostra ansia.  

L’epilogo della giornata lo potrete vedere e leggere da voi stessi osservando i volti nelle foto e nei video che Albino gentilmente ha allegato a questa mia breve relazione.

Ringrazio tutti per essere convenuti a questa bella festa. 

E come da vostro stesso impegno, spero si possa ripetere al più presto, magari senza dover attendere altri 60 anni.

Marcello D’Acquarica

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L’Associazione galatinese Città Nostra, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR 2011), realizzata dal 19 al 27 Novembre 2011, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, col patrocinio del Ministero dell’Ambiente, della Presidenza della Camera e del Senato, dell’Unesco e col sostegno del Conai, organizza la terza edizione del progetto “Rifiutiamali”.
Città Nostra, nominata dal Comitato Promotore Italiano come Project Developer (ovvero coloro che partecipano attivamente promuovendo e organizzando le giornate di sensibilizzazione), incontrerà gli alunni della scuola primaria II° circolo di Galatina nelle giornate del 19 e 26 Novembre p.v., affrontando le problematiche inerenti i rifiuti urbani e la necessità di differenziare e ridurre la produzione di rifiuti, trasformando in risorsa, quanto oggi è considerato una minaccia per l’ambiente e per l’uomo.
Lo scopo della campagna SERR è sensibilizzare le Istituzioni, gli stakeholder (letteralmente “portatore di interesse”) e tutti i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea, promuovendo azioni sostenibili volte alla prevenzione dei rifiuti, per porre in evidenza l’impatto dei nostri consumi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici.
Gli incontri proseguiranno nel corso dell’anno scolastico 2011 2012 nelle altre scuole primarie, grazie anche al sostegno di  ECOM SERVIZI AMBIENTALI, concreta realtà nel settore della gestione dei rifiuti, che dimostra, sposando appieno il  progetto “Rifiutiamali”, di essere in linea con l’Associazione Città Nostra riguardo l’attenzione per la tutela dell’ambiente e l’opera di sensibilizzazione e coinvolgimento rivolta ai cittadini ed in particolare ai bambini.
Il motto di “Rifiutiamali 2011-2012” sarà: “il miglior rifiuto è quello non prodotto”.
 

simpson.jpgL’Amministrazione Comunale di Carpignano Salentino organizza la Giornata di sensibilizzazione  sulle tematiche del Bullismo e del Cyberbullismo con la partecipazione dei ragazzi di MABASTA, che avrà luogo domani, venerdì 3 marzo 2017 presso la sala don Pino Palanga.

Il 7 febbraio scorso si è celebrata la prima Giornata Nazionale contro il bullismo a scuola, evento organizzato nell’ambito del Piano Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in coincidenza con la Giornata europea della Sicurezza in Rete indetta dalla Commissione Europea (Safer Internet Day). L’Amministrazione Comunale di Carpignano Salentino, condividendone le finalità, organizza la Giornata in sinergia con l’Istituzione Scolastica poiché in linea con il progetto dell’Istituto Comprensivo “Diritto chiama Dovere”. All’evento parteciperà anche una delegazione del Comando dei Carabinieri di Martano che ha prontamente risposto all’invito rivolto loro dall’Amministrazione Comunale.

La giornata si dividerà in due incontri: il primo si terrà dalle 9.30 alle 11.00, al quale prenderanno parte le classi III, IV e V della scuola Primaria di Carpignano e Serrano; il secondo, dalle 11.30 alle 13.00, al quale parteciperanno gli alunni della scuola Secondaria di primo grado di Carpignano e Serrano.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Paolo Fiorillo, dell’Assessore ai Servizi Sociali Giorgio Fontanas e della Dirigente Scolastica Adele Campi,  interverrà sulla tematica la criminologa Diana Papaleo. Chiuderanno f07sm.jpgl’evento i ragazzi di “Mabasta” (Movimento Antibullismo Animato da STudenti Adolescenti) dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce. I ragazzi sono stati ospiti al Festival della Canzone italiana di Sanremo, dove  hanno raccontato la loro esperienza e i motivi della nascita di questo movimento di giovani e giovanissimi, che mira a fermare il dilagante fenomeno del bullismo soprattutto a scuola

La partecipazione di Mabasta è sicuramente un’occasione per far confrontare i ragazzi sulle tematiche già descritte e quanto mai attuali.

 

Qualche link utile:

Sito Mabasta: www.mabasta.org

Pagina FB: www.facebook.com/mabasta.bullismo

 
Di Albino Campa (del 22/04/2010 @ 23:53:07, in Eventi, linkato 10399 volte)

giornata-mondiale-del-libro.jpgIl libro come avvicinamento e dialogo tra culture. Questo il tema dominante suggerito dall‘UNESCO per la giornata mondiale di quest‘anno simbolicamente proclamata il 23 aprile. Non a caso la Biblioteca Giona e il Presidio del Libro di Noha , proprio a partire dal 23.04.2010 danno appuntamento per una serie di incontri di lettura, alle ore 17,30 nella sede della scuola Primaria di Noha. Ogni venerdì delle settimane successive, fino al gran finale del 25 maggio, in festa con Rita Valentino Merletti, coautrice del libro “LEGGIMI FORTE“, la lettura ed il libro saranno il tema della conversazione tra educatori e pubblico. L‘iniziativa si relaziona al progetto Nati per Leggere che coinvolge insegnanti, pediatri e genitori nella promozione della lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. Il libro, un grande dono per l‘ascolto attivo, per avvicinare il mondo dell‘infanzia ed il mondo degli adulti. E‘ interessante scoprire il libro “galeotto“ nello scambio comunicativo con i bambini, il libro, non solo strumento di conoscenza ma anche di gioco, mezzo autentico per rafforzare i legami affettivi. Rispondiamo all‘invito della dott.ssa Eleonora Longo, Dirigente 3° Circolo “G. Martinez“ e dell‘ins. Paola Congedo, Responsabile della Biblioteca Giona e del Presidio del Libro di Noha. Sarà bello trovarci insieme!

Fonte: http://galatina.blogolandia.it/

 
Di Redazione (del 24/09/2015 @ 23:48:59, in Comunicato Stampa, linkato 1446 volte)

Un sabato pomeriggio tra giochi, divertimento e sport per bambini e famiglie.  

Si ultimano i preparativi per la grande Festa del Tennis. Appuntamento a Galatina, presso il Circolo Tennis, a partire dalle ore 16:00.

Tutti bambini che accorreranno al Circolo Tennis Galatina, potranno godere di una serie di giochi dedicati a loro, tra i quali, Trampolieri, Truccabambini, Baby Dancing, ecc.

Durante il pomeriggio, verrà anche presentato il rinnovato staff della scuola tennis del C.T.Galatina e verranno comunicate le nuove promozioni in corso per adulti e bambini.

Tra le tante novità di cui il C.T. Galatina si può vantare, sicuramente grande importanza hanno i nuovi campi coperti, attualmente in fase di realizzazioni e che saranno ultimati entro natale.

Tutto l'evento, è stato organizzato con le forze dei maestri e del consiglio direttivo del Circolo Tennis ed è totalmente gratuito.

Galatina, 23 Settembre 2014

Circolo Tennis Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 25/12/2015 @ 23:45:37, in Presepe Vivente, linkato 3006 volte)

State per compiere un viaggio nel tempo e nello spazio.

Il presepe quest’anno è allestito all’interno del Parco del palazzo baronale di Noha che tutti chiamano Castello.

Per godere appieno della visita, vi consigliamo vivamente di soffermarvi sui dettagli, tutti autentici, che potrete apprezzare in ogni angolo del percorso, frutto di una capillare attività di ricerca storica su luoghi, mestieri, profumi e sapori, e di una scuola e un lavoro di attenzione ai particolari che dura mesi.

Tutto questo fa del presepe di pietre e di gente di Noha un museo/teatro dove anche il visitatore può interagire con personaggi e interpreti del copione, diventando a sua volta attore-protagonista della scena.

In questo presepe non noterete sforzo di arte drammatica, non affaticamento da troppa recitazione: in quanto il pastore ha davvero il suo gregge di pecore e di capre portate al pascolo ogni giorno; il contadino vanga e rivanga le zolle ed attende il frutto dalla terra anche al di là del presepe vivente; il fornaio è fornaio vero che produce il pane quotidiano; e così la sarta, il ciabattino, il maniscalco, lo scultore, il fabbro…

Anche gli angeli, forse, lo sono oltre il Castello ed oltre le feste.

Lungo il tragitto si ha modo di ammirare alcuni tra i beni culturali più antichi e importanti di Noha.

A metà del cammino s’incontra l’originalissima vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty, coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della misteriosa Casa Rossa (la casa delle meraviglie nohana che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì) della quale, proprio all’ingresso del presepe, ma dall’altra parte della strada, al di là del muro di cinta, potete osservare il primo piano con tetto spiovente.

Di fronte alla vasca ovoidale, la costruzione che ospita il palazzo di Erode è la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso. Ospita ancora un impianto idraulico ed elettrico tecnologicamente molto interessante, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità.

Continuando nel viaggio, incontrerete il bene culturale più antico e interessante di Noha, bello da mozzare il fiato: la straordinaria torre del XIV secolo (1300) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto.

Dall’aspetto severo, militaresco, tremendo, la torre medievale di Noha era capace di generare, specie nei giorni di tempesta, timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse. Ma più forte era la paura di saccheggi, uccisioni e rapimenti da parte dei filibustieri di ogni risma.

Fra’ Leandro Alberti in un’opera del 1525 dal titolo: “Descrittione di tutta l’Italia” definisce questo maniero come “il fortissimo castello di Noja [Noha] posto in forte loco”.

La torre di avvistamento e difesa, intorno alla quale si organizzò il castello, la corte, e il resto del piccolo centro, raggiunge i dieci metri d’altezza. La costruzione è coronata da una raffinata serie di archetti e beccatelli che ne sottolineano il parapetto alla sommità.

Più avanti, prima di giungere nell’osteria, dove potete degustare i prodotti del campo e delle fattorie locali, si osserva uno scorcio delle cantine del Castello, con le enormi botti in legno nelle quali si invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha nello stabilimento omonimo, a due passi dal parco, e imbottigliato a Martina Franca.

Avvisiamo i visitatori che è possibile chiedere agli addetti al presepe informazioni sulle diverse tipologie di bestiame e le svariate razze di volatili presenti nel presepe; e, volendo, ai pastori di accarezzare gli agnellini in tutta sicurezza.

Dopo la doverosa sosta all’interno delle rugose mura della grotta della natività, proseguendo sul sentiero tracciato, all’uscita dal parco, avrete modo di apprezzare il gruppo scultoreo e monumentale delle casiceddhre, ubicate sulla sommità dei forni del Castello, che tante leggende hanno suscitato nel popolo salentino.

Vi ringraziamo per la visita alla nostra Bet Lèhem, che significa, appunto, casa del pane. E a proposito di pane, all’uscita, oltre alle altre specialità, vi aspettano le fragranti pucce con le olive appena sfornate.

Questo e molto altro si scopre viaggiando in questo luogo incredibile custodito nel cuore di Noha.

*

Signore e signori, grazie per la vostra generosità. Le vostre libere offerte e, ovviamente, il passaparola ai vostri parenti e amici, ci daranno la forza di continuare a realizzare anche in futuro rappresentazioni popolari, non solo natalizie, come questa. E, oltretutto, di recuperare e valorizzare i beni culturali del nostro Salento.

Auguri a tutti voi di buone feste. E arrivederci al prossimo appuntamento.

Antonio Mellone – per l’Ass. Presepe vivente di Noha

 
Di Andrea Coccioli (del 14/08/2014 @ 23:44:05, in Comunicato Stampa, linkato 1814 volte)
L’attenzione posta da questa amministrazione comunale alle strutture scolastiche continua senza sosta.

Questa settimana si è svolta presso gli uffici dei Lavori Pubblici una riunione con le dirigenti scolastiche al fine di coordinare i lavori di manutenzione appaltati da questa Amministrazione Comunale per un importo di 200.000,00 euro (fondi comunali) e quelli che le Direzioni Didattiche stanno effettuando a fronte dei finanziamenti erogati direttamente a queste dal governo a guida del Presidente del Consiglio Matteo RENZI, prima trance di un importo complessivo previsto di 1.400.000,00 euro.

Per coordinare in maniera più efficiente ed efficace gli interventi, la direzione Lavori Pubblici ha ritenuto indispensabile una convocazione urgente alle Direzioni Didattiche che era stata programmata subito dopo l’esperimento dell’ultima seduta pubblica della gara dei Lavori di manutenzione edifici scolastici che individuava la ditta aggiudicataria provvisoria, avvenuta nei giorni scorsi.

La riunione è stata molto proficua, e nello specifico:

- sono state affrontate specifiche problematiche e richieste da parte delle Dirigenti che si stabiliranno in concreto nei successivi sopralluoghi da esperire prima dell’avvio dei lavori;

- sono state definite, congiuntamente al rappresentante legale dell’impresa, le priorità dei lavori da realizzarsi prima dell’inizio delle scuole;

- sono stati definite le modalità organizzative per approntare i locali della scuola di via Corigliano che dal prossimo anno scolastico vedrà la compresenza di due Poli (Polo 2 e Polo 3).

Rimane fondamentale per l’uffico LLPP-Lavori Pubblici, lavorare di concerto con le istituzioni scolastiche di Galatina per meglio definire le priorità strutturali, di sicurezza e di vivibilità degli ambienti scolastici in sinergia e collaborazione.

Si continua a lavorare nel rispetto delle linee programmatiche di questa Amministrazione per la conduzione della città, legalità, democrazia partecipata e concretezza operativa.

Galatina, 14 agosto 2014

 

Andrea Coccioli
Assessore Lavori Pubblici Città di Galatina
 
Di Albino Campa (del 22/07/2012 @ 23:42:33, in Eventi, linkato 4614 volte)

La scuola di Noha c'è, eccome!. Anche sotto il sole cocente di luglio.
Eccovi alcuni flash sulla bella iniziativa promossa dalla scuola di Noha e coordinata dalla prof.ssa Rita Colazzo

Si ascoltano i comandi Tutti sulla scacchiera! Le prime prove all'aperto
Il gruppo dei tamburellisti Si insegnano i passi della pizzica
I solisti Si costruiscono i costumi di scena

POLO II SEDE DI NOHA scuola SECONDARIA DI SECONDO GRADO

  • Gli scacchi questi sconosciuti
  • Io canto

Il 03/07/2012 hanno avuto inizio i , sotto la guida delle docenti Colazzo Rita Maria e Coluccia Barbara, i progetti extra curriculari su menzionati confluiti in seguito nel più realistico “ Scacco matto live”, che ha perseguito i medesimi obiettivi dei suoi fratelli e vale a dire:

  • Impegnare i ragazzi  ,soprattutto  durante l’estate, in attività alternative a quelle offerte dalla strada
  • Scoprire/ divertendosi  non solo il gioco degli scacch,i ma anche il valore della persona umana e i diritti ad essa connessi  e attraverso l’applicazione delle regole del gioco degli scacchi e attraverso il rispetto dei ruoli in un’attività corale

I ragazzi , un gruppo di circa 30 , ha frequentato con regolarità il progetto che si è esteso per tutto il mese di luglio per due incontri settimanali ( martedì e venerdì)  dalle 9.00 alle 12.00
Dal 23/07/2012 fino allo spettacolo finale del 27/07/2012 gli incontri hanno avuto cadenza giornaliera

Le attività messe in atto sono state molteplici:

  • conoscenza della scacchiera e del ruolo dei singoli pezzi anche tramite l’ausilio della LIM
  • Sperimentazione di una partita di scacchi
  • Progettazione e realizzazione  dei costumi di scena in vista della partita di scacchi umana
  • Suddivisione degli allievi in base alle loro abilità canore
  • Lettura , analisi ,studio  ed esecuzione dei testi musicali da proporre sempre in attività corale nella serata finale
  • Saper suonare semplici strumenti a percussione come il tamburello  (proprio in quest’ambito sono emerse delle eccellenze a noi docenti sconosciute e che, nel corso dell’anno scolastico prossimo a venire, ci auguriamo possano essere ulteriormente migliorate e valorizzate)
  • Saper eseguire semplici coreografie  ( anche qui sono emerse eccellenze nell’arte coreutica che si spera  vengano valorizzate in futuro)

I ragazzi, provenienti da varie classi e della primaria e della secondaria di primo grado, hanno imparato

  • a memorizzare un testo musicale ,
  • a saperlo eseguire nel pieno rispetto dei ruoli assegnati e dei tempi musicali,
  • a saper controllare la propria emotività o a vincere la propria innata timidezza,
  • a sapersi muovere al ritmo della musica popolare salentina seguendo i comandi dei docenti  ,
  • a saper portare il ritmo con i tamburelli.

Riguardo poi la conoscenza del gioco degli scacchi hanno imparato

  • a prevedere le mosse dell’avversario a partire dalla propria,
  • ad avere maggior rispetto delle regole della convivenza civile e quindi dell’altro diverso da sè,
  • a saper controllare la propria emotività o a saperla sfruttare  a seconda delle occasioni fornite dalla partita,
  • a sapersi muovere, secondo i ruoli loro assegnati, su una macro scacchiera rispettando le regole del gioco
  • ad imparare ad applicare alcune semplici regole matematiche al gioco degli scacchi

E’ stata un’ attività entusiasmante e per noi docenti e per i ragazzi che non solo si sono divertiti tutti insieme, ma  hanno imparato a convivere e giocare tutti insieme anche se diversi per  età e sesso
Non si sono tirati mai indietro nonostante il caldo a volte si facesse  sentire. Ad alleviare il disagio momentaneo abbiamo provveduto noi stesse fornendoli di acqua fresca e panini e lavorando soprattutto fuori , all’ombra, nella palestra scoperta
Valido è stato il contributo di Ettore Romano, maestro di canto che ha coadiuvato la prof.ssa Coluccia nella messa in opera di un gruppo di canzoni : Happy day. Se la gente usasse il cuore. Quando i bambini fanno oh. L’acqua de la funtana … e altre della tradizione salentina
Altresì importante  è stato il supporto dei genitori che ci sono stati di valido aiuto, ma anche degli sponsor cittadini che hanno creduto nella nostra iniziativa e nella scuola, che  in  un contesto socio/culturale come quello in cui essa è ubicata, ha dimostrato, con apprezzamento della comunità nohana, che è presente con particolare cura e attenzione agli allievi ad essa affidati

Rita Colazzo

 
Di Albino Campa (del 10/07/2011 @ 23:35:27, in Letture estive, linkato 3568 volte)

Bianca come il latte, rossa come il sangueBianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D’Avenia, Mondadori, 2010, pp. 254, € 19,00

Tempo di lettura: 1 giorno, 3 sono troppi

Lettura consigliata. Ma non aspettatevi nulla di eccezionale.

Le pagine scorrono veloci sotto gli occhi; i capitoli si rincorrono freneticamente e senza affannarsi troppo si riesce ad arrivare sino alla fine del romanzo. Peccato che, una volta chiuso e riposto nello scaffale, di lui rimanga solo il ricordo del fastidioso struscio della carta contro le dita, monotono sottofondo di questa rapida prima lettura estiva. Poca musica quindi, solo un leggero brusio interrotto a tratti da timidi singhiozzi di letteratura. Un disco rigato, purtroppo.

Tuttavia ve ne consiglio la lettura, soprattutto se avete letto e amato “La solitudine dei numeri primi”. Di sicuro la storia di Leo, il solito giovane adolescente in crisi, farà di nuovo breccia nel cuore dei “matematici solitari”, e infastidirà non poco i cercatori di novità letterarie, che ahimè, ignari del fatto che il giovane prof. D’Avenia sia stato osannato come il nuovo Paolo Giordano, ne hanno intrapreso la lettura.

La ricerca linguistica è nulla: frasi brevi, sintatticamente banali, interrotte da una poesia scontata. “Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini”. (pag. 9) Poi si scopre che per fortuna stiamo leggendo i pensieri del giovane adolescente protagonista della storia e non quelli del professore D’Avenia. Attenzione però a non cadere nell’errore di ridurre un ricercato lavoro d’interpretazione del mondo adolescenziale, quale vorrebbe essere quello del D’Avenia, alla solita sceneggiatura targata “Moccia”, fatta unicamente di slang, degli irrinunciabili Google, i-Pode, T9, del classico rifiuto delle regole, dell’ostinata ricerca dell’ignoranza, di banali frasi d’amore, dell’immancabile odio verso adulti, scuola e il mondo tutto, e nient’altro.

Da educatore e quindi profondo conoscitore del mondo adolescenziale, il professore (che si intrufola nel romanzo sotto le sembianze del Sognatore, un supplente di storia e filosofia con un’innata passione per l’insegnamento),  ha il buon senso di aggiungere al mondo “mocciano”, o “giordano” che si voglia, quel tocco di intelligenza ai personaggi, quella spensierata meraviglia che permette di interrogarsi sulle cose del mondo, sul dolore o sul significato della conoscenza (due aspetti chiave del romanzo).

Elementi questi, che conferiscono alla storia quel pizzico di originalità che mi permette di consigliarvene la lettura. Nonostante tutto.

Michele Stursi
 
Di Antonio Mellone (del 22/01/2016 @ 23:30:07, in Ex edificio scolastico, linkato 2783 volte)

Mi sembrava di trovarmi nel bel mezzo di un “The Truman Show” oppure in uno spettacolo del teatro dell’assurdo (non uso volutamente la metafora del Campidoglio per non urtare la suscettibilità di qualcuno), martedì 20 gennaio 2016, nel corso del meeting serale tra alcune associazioni nohane che ha luogo con una certa periodicità (black-out trimestrali permettendo) nei locali del centro cosiddetto Polivalente di Noha (“polivalente” nel senso che non si sapeva bene, l’altra sera, se si fosse al Polo Sud o a Polo Nord).

Il livello del dibattito era quello che era, vale a dire prossimo allo zero (con le dovute eccezioni, e qualche timido tentativo da parte di qualcuno di addivenire a più miti consigli), probabilmente per non stridere troppo con la temperatura che si registra in questa stagione dell’anno all’interno dell’aula magna di quel complesso (o meglio complessato) di edilizia pubblica.

Le frasi idiomatiche volanti e alcune irripetibili carinerie, proferite a chissà quanti decibel - con evidente rischio alle coronarie e possibile nocumento alle corde vocali degli urlatori, non disgiunto dai reali pericoli di lesioni alle membrane timpaniche dell’orecchio medio degli ascoltatori – si riverberavano senza ritegno e in ogni direzione sulle pareti di quell’auditorium-chiamatemi, sicché l’effetto trambusto, la resa cicaleccio caotico, e il risultante frastuono babelico han potuto rivelare un’altra singolare caratteristica di quei locali: un’acustica da fare invidia a quella del Cavallino Bianco.

L’ingresso trionfale dell’assessore Coccioli, e soprattutto le sue parole agghiaccianti (appunto) sono riuscite a portare temperatura e livello del dibattito fino allo zero assoluto (che come noto è la temperatura più bassa che teoricamente si può ottenere in qualsiasi sistema macroscopico, corrispondente a –273,15 °C).

L’ingegnere Coccioli, dopo essersi compiaciuto della “passione [sanguigna] con la quale si discute a Noha” (che simpatico), ha iniziato a blaterare (se sostituiamo balbettare non sbagliamo) del fatto che “purtroppo gli uffici non avevano fatto quello che avrebbero dovuto fare” [ah, ora la dimenticanza della famosa cabina elettrica è colpa della burocrazia. Ndr.] e che “speriamo che la situazione si sblocchi” [come speriamo? Come puoi sperare che avvenga qualcosa in un ente pubblico comunale senza una delibera, un provvedimento, una determina, un’azione amministrativa, o politica? Boh? Mistero della fede, anzi della speranza. Ndr.] e poi ancora che “l’immobile è agibile, però chi vuole può usufruirne in inverno, altrimenti rimane a casa” [certo: chi ha freddo d’inverno rimanga a casa; mentre d’estate chi ha caldo vada a servirsi dell’aria condizionata del supermercato, anzi del centro commerciale Pantacom, ora che lo costruiranno a Collemeto. Così come chi non può salire le scale, se l’ascensore non funziona, rimanga al piano terra; mentre chi non ci vede al buio si porti appresso un gruppo elettrogeno. E, infine, se proprio i bambini vorranno festeggiare il Carnevale Nohano al centro Polivalente non vi accedano travestiti da Zorro, maschera ormai anacronistica e fuori moda, ma da abominevole uomo delle nevi, o Yeti, ricoperti di folta pelliccia dalla testa ai piedi, così non rompono le scatole per il gelo. Ndr.] e, infine, che “mi assumo tutta la responsabilità per aver fissato le date e poi non aver potuto dare seguito…”, ed altre cazzate del genere. Si riferiva, il Coccioli, alle promesse non mantenute.

Era del tutto inutile ricordargli, su quest’ultimo punto, che responsabilità è una parola importante, e che non si può proferire senza scrupoli e senza alcun riguardo per gli altri. E soprattutto che in Politica c’è un solo modo per manifestare la propria responsabilità nei confronti dei cittadini gabbati: dimettersi.

Antonio Mellone

 

P.S.1 Però così non vale. Sono stato battuto sul tempo, anzi sul filo di lana, da questa notizia dell’ultim’ora: l’assessore Coccioli si è dimesso. Non mi par vero. E un po’ mi dispiace pure. Ora, auguriamoci di non doverlo rimpiangere.

Pare che prenderà il suo posto un politico il cui cognome è tutto un programma: Tempesta. Poi uno si chiede chi è che ha seminato vento.

P.S.2 Come mai in questo pezzo ho lasciato in pace la nostra Daniela Sindaco? Semplice.  Intanto per darle un po’ di tregua; e poi perché essendo stata così gentile con me nel porgermi una fetta di torta tagliata con le sue stesse mani (torta pasticciotto offerta dalla Fidas di Noha, per la precisione) non potevo mica scrivere qui della sua promessa di acquisto della cabina elettrica a sue spese, o di altre sviolinate simili. Suvvia, signori, un po’ di pragmatismo.

P.S.3 Ad un certo punto della serata, sempre nel match di cui sopra, un paio o forse tre gentili signore si sono scagliate con urla, pianti e invettive contro il sottoscritto, reo, a loro dire, di aver osato definirle, in qualche articolo, come delle oche.

Probabilmente le signore si riferiscono alla mia lettera aperta indirizzata alla delegata della frazione di Noha, Daniela Sindaco (e non a loro), pubblicata su Noha.it il 15 marzo 2015. Orbene, premesso il fatto che non potevo usare nei loro confronti l’epiteto che ricorda il noto bipede palmato e starnazzante, se non altro per il fatto che al tempo non avevo il piacere di conoscerle, anzi non avevo la più pallida idea della loro esistenza (e, invero, anche oggi ho non poche difficoltà ad associare la loro fisionomia ai rispettivi nomi), volevo spiegar loro che la metafora del pollaio è strettamente connessa alle zuffe (da stia, appunto) che sul tema del centro polivalente, “restaurato” come tutti sappiamo, sono portate avanti dalle oche (politiche) a destra e a manca (cioè dai partiti di destra e di sinistra). Punto. Tutto il resto, le congetture, le rivendicazioni, le interpretazioni capziose, le lacrime, eccetera, denotano quanto a volte non si sappia leggere (oltre a non saper scrivere).

Mi dispiace che le signore si siano sentite coinvolte (come spiegato sopra, non era mia intenzione).

Aggiungerei, però, che io non posso farci proprio nulla se uno ha la coda di paglia. O piumata.

A.M.

 
Di Fabrizio Vincenti (del 02/02/2013 @ 23:28:57, in Lettere, linkato 3467 volte)

All’alba delle elezioni politiche, Noha si barderà per la festa. Certamente qualcuno verrà a chiederci il voto dicendoci: “Io sono meglio degli altri”. Così si da inizio al dilemma: “Chi voterò questa volta?”. Stranamente poi, chi se lo chiede, ha già provato a votare prima per uno schieramento, poi  per un altro, con la speranza che i due non sono la medesima cosa e che dunque o l’uno o l’altro è la scelta giusta. Poi però ci si accorge che, il giorno dopo aver votato o per l’uno o per l’altro, chiunque vada a governare, le cose non cambiano. Ed è qui che il mistero si fa più fitto: a cosa è servito votare? Sicuramente a far prendere vitalizi agli uni piuttosto che agli altri. Che senso hanno quei tremila voti di Noha se nulla cambia? Io non ricordo differenze eclatanti tra i vari governi. Noha , come il resto d’Italia, vive le stesse difficoltà di sempre. Noha vota per i motivi qui di seguito riportati: creare occupazione per giovani e donne; diminuire la pressione fiscale e incrementare il benessere delle famiglie; formulare delle agevolazioni per i meno abbienti e per chi è affetto da malattie; salvaguardare la natura e il territorio, la salute e l’istruzione; incrementare la ricerca e lo sviluppo; tagliare sprechi nella pubblica amministrazione e fondi per le spese militari; incrementare il turismo orientando attenzione e sforzi verso beni artistici e culturali; eliminare quanto più possibile la burocrazia facendo risparmiare tempo e denaro, impiegandoli per altre risorse; eliminare finanziamenti pubblici a chi non ha requisiti e a chi non se li merita; estirpare la criminalità e le mafie dal tessuto sociale recuperando fior di miliardi di euro da investire in risorse umane; facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro riducendo al minimo il fenomeno del precariato e agevolando le assunzioni a tempo indeterminato; diminuire le trattenute in busta paga per rilanciare l’economia reale; legiferare in materia di speculazione economica evitando di salvare con i nostri sacrifici le banche dissennate; cancellare il gioco d’azzardo e aumentare il prelievo fiscale ai grandi patrimoni, non solo immobiliari; dichiarare guerra aperta al carovita; ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico; individuare una legge veramente efficace contro la corruzione; ridurre al minimo le spese per la politica e i partiti; mettere un tetto massimo etico e decente per gli stipendi dei dirigenti pubblici; ridare la dignità ai pensionati; etc…! Insomma, tutto questo è lo scopo per cui votiamo. Alla gente di Noha, alle nostre famiglie, a piazza San Michele, alla Trozza, alla masseria Colabaldi, alle case Rosse, ad ogni singolo cittadino nohano serve questo. E invece? E invece si parla di premio di maggioranza, di spred che interessa più gli investimenti delle banche che i nostri, di nozze gay, di bipolarismo, di europeismo, di redditometro… A proposito di redditometro: cosa interessa a Noha il redditometro? Hanno impostato una campagna elettorale sul redditometro, un programmino di scuola materna dove si gioca con il colore verde o rosso! Vi prego, cara gente di Noha, apriamo la mente. Con tutti i problemi che ci sono, vogliono concentrare la nostra attenzione sulle sciocchezze! Il redditometro! Quando andremo a votare, cari nohani, andiamoci in massa, ma il giorno dopo vietiamo a questi quattro politicanti di smontare le loro “impalcature comiziali” perché, dopo che abbiamo messo la nostra “ics”, su quei palchetti improvvisati di piazza San Michele, dobbiamo salirci tutti noi per controllare che il nostro voto serva a quello per cui siamo andati a votare. In fondo è questa la politica che è come la libertà, quella che Gaber definiva “PARTECIPAZIONE” non solo al voto ma anche e soprattutto dopo il voto.

Fabrizio Vincenti
 
Di Redazione (del 05/06/2013 @ 23:25:33, in NohaBlog, linkato 2763 volte)

Lunedì 3 giugno, i ragazzi della 2A, della scuola secondaria di primo grado di Noha sono stati premiati con una targa di merito assegnata dall’ Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce nell’ Hotel Tiziano per il giornalino di classe “The Voice” Nell’ambito del concorso bandito dalla Gazzetta del Mezzogiorno “Lo scrivo io”.

Lo abbiamo ideato, strutturato, scritto e stampato noi con i nostri stessi computer portati da casa e per farlo ci siamo dovuti mettere al lavoro con impegno e fatica ma alla fine il risultato si è visto! Abbiamo contribuito tutti e, mentre alcuni cercavano notizie e scrivevano articoli, altri già pianificavano il menabò del giornale come: Tarantino Giulia, Chiriatti Nello, Bianco Simone, De Castro Marika, Martiriggiano Lucia. Due nostre compagne di classe, Mariachiara Pignatelli e Maria Luce Serra, con i loro articoli, sono state anche premiate fra moltissimi partecipanti.

La nostra prof Rita Maria Colazzo è stata sempre paziente, con una frusta in mano  ci spronava nel nostro lavoro e alla fine i risultati si sono visti.

Abbiamo vinto e ne siamo orgogliosi!

Per la 2A Elisa Lagna

Questa è la classe vincitrice

 
Di Marcello D'Acquarica (del 11/01/2013 @ 23:21:53, in NohaBlog, linkato 3177 volte)

Cara amica ti scrivo e siccome l’anno è passato, di terra ancora ti parlerò. “Questo tuo libro - mi dici quasi sussurrando, - è presa di coscienza”. Parlare di coscienza per te è sacro. Mi sembra che tu abbia paura che qualcuno ci senta e pensi di te come ad una persona all’antica e lo bisbigli piano. Lo ripeti ancora che è presa di coscienza, a voce bassa . La coscienza, questa sconosciuta, è:

 …una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.
Continua così la canzone poesia del grande Lucio: “L’anno che verrà”. Poi ti fai coraggio e annunci ai nostri 25 amici che: “Cultura è solidarietà incondizionata, è educazione, è la famiglia, è l’esperienza degli anziani, la salute pubblica, l’acqua, l’aria, la terra, la scuola, i sentimenti, la condivisione, l’attenzione all’altro, il sacrificio per il bene comune, l’amore disinteressato, non discriminante”.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione…
Si la trasformazione. Quella che molti amano esteriorizzare a spese della povera gente, dei giovani e del loro futuro.

…e tutti quanti stiamo già aspettando.
Cara amica mia, la presa di coscienza è scivolosa, è su di una strada irta di asperità, lunga quasi quanto una vita. Non sempre si compenetra con le ideologie. Le ideologie, che siano religiose o politiche, sono sempre sani principi, peccato però che ognuno le confonda con la propria im-maturità. Che delusione.
Cara amica mia, Marco è un ragazzo di Noha ed ha 27 anni. Suo papà ha fatto enormi sacrifici per farlo studiare all’università di Pistoia. I sacrifici di suo papà non sono briscole, tu sai che parliamo di rinunce forti, di denti rotti, di malanni trascurati, di mani gonfie, di ossa doloranti e di rughe profonde.
Mica come i sacrifici che (non) fanno i falsi profeti e seguaci di questa crescita infelice che mostra oggi più che mai tutta la sua impotenza. Quando un padre di Noha fa sacrifici è davvero sudore e sangue. Marco sognava di trovare un lavoro, ha studiato con profitto perché sperava. Adesso ha capito, dice guardandomi quasi con rabbia, che la colpa di questo suo fallimento è nostra. E indica me con l’indice della sua mano destra. Mi ferisce come con una pugnalata. Poveri figli nostri. Allora fanno bene tutti quei giovani come Tommaso, Anita, Antonella, Antonio, Tonino, Oreste, Alfredo, e tanti altri ancora, tutti laureati, mica "choosy" come si ostina a crederli qualcuno, a stendere nella piazza di Galatina i loro striscioni di protesta contro quest’ennesimo atto di bieca stupidità.

…ogni Cristo scenderà dalla croce…
Ho chiesto al mio Vescovo di invitare  i suoi sacerdoti, in nome del Vangelo, a condannare chi inquina senza scrupoli, facendo morire di malattie i miei amici. Gli ho chiesto di aiutarmi a capire chi sono i mercanti da cacciare dal Tempio, se quelli che gridano in difesa della salvaguardia della terra o chi si affanna a spargere tonnellate di morte nelle nostre campagne? Chi sono i violenti? Quelli che distruggono la Val di Susa e la sventrano con i carri armati o le famiglie che vi si oppongono disarmate in nome del dialogo?
Che tristezza amica mia.
Dagli altari nessun monito in difesa della terra che è la vita, che è Dio. Anzi spesso si tace e (ahimè) a volte si vuole  perfino far tacere.

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno…
Per adesso stanno crocifiggendo la nostra terra. Nostra, ma soprattutto dei nostri figli e nipoti. Gli alberi di ulivo di mio zio, si lo zio Santo, Marti Santo, classe 1918, sono poco distanti da contrada Cascioni, temono la morte che scava, scava e cola cemento, ne sentono l’odore. A guardarlo ti si riempie il cuore di amarezza. Zio Santo, e prima di lui quattro secoli di famiglie, ha passato tutta la vita crescendo i suoi figli con molta dignità avvinghiato come l’edera a quegli ulivi che si ricordano della sconfitta dei Saraceni. Oggi è vecchio, onorevolmente vecchio. Vede poco, solo ombre, con cui rivive e racconta il suo passato. E’ quasi sordo, a volte piange altre volte sorride e quando canta la dentiera balla a ritmo della sua canzone.
Che dolcezza amica mia.

Anche i muti potranno parlare e i sordi già lo fanno.
Al consiglio comunale di Galatina e anche di Rivoli, la città in cui risiedo, tutti si riempiono la bocca di crescita, di ricadute occupazionali, di rilancio dell’economia. Ai suoi tempi chi aveva gli alberi di ulivo non andava via, restava a casa. Adesso non servono più, dicono che con l’olio non ci si guadagna più e la crescita felice richiede sacrifici. Felicità e sacrificio, due significati incompatibili. Allora via tutto, anche se ci sono voluti secoli per farli diventare opere d’arte, al loro posto è meglio un grande centro commerciale. Centro fuori dal centro e commerciale per pochi. Lo chiamano megaparco, grande parco, così si tacita la coscienza. Quanto durerà questo delirio, quanto lavoro darà questo scempio? Quanto, amica mia.

E senza grandi disturbi qualcuno sparirà.
Già.. quanti giovani e quanti Giovanni! Il dottor Serravezza e la sua splendida squadra di medici e infermieri che io stesso ho visto all’opera con grande umanità e calore mercoledì della scorsa settimana, al quarto piano, nel reparto di oncologia dell’ospedale di Casarano, continuano  imperterriti a curare i nostri cari ammalati di tumore, e con che amore li curano!  Da anni scrivono  del più alto tasso di mortalità per colpa del cancro nell’area tagliata dall’asse Lecce Maglie.  
Chi e cosa porta la morte fra la nostra gente, dottor Serravezza? E se fosse proprio colpa di questo falso  progresso? Per favore, aiutaci a capire.

Vedi cara amica cosa si deve inventare… per continuare a sperare.
Cara amica ti scrivo e del dolore della mia coscienza ancora ti parlerò  …e più forte ti scriverò.

Grazie Giuliana, grazie Lucio.

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 27/04/2016 @ 23:20:10, in Ex edificio scolastico, linkato 3448 volte)

Non so se piangere o ridere a proposito del novello e, appunto, tragicomico attivismo dei sedicenti politici nostrani (più strani che nostri, per la verità).

In questi giorni ci stanno piovendo addosso comunicati stampa a bizzeffe grandi come goccioloni monsonici (sì, in effetti, è un tempo di merda). Tu li leggi e non puoi fare a meno di esclamare: “Stica!”, rimanendo subito dopo pietrificato manco avessi fissato la Medusa dritto negli occhi per una settimana intera.

Guardate, non è che per forza di cose voglia fare le pulci alla forma e alla sostanza delle comunicazioni politiche locali: è che qui non siamo di fronte a pulci, ma a ben pasciuti ippopotami.  

*

Prendiamo in considerazione i due recenti comunicati stampa pubblicati a breve distanza l’uno dall’altro non più tardi di tre o quattro giorni fa. Non si offenda nessuno dei due rispettivi autori se oso accomunarli in due parti di un unico pezzo. Si tratta dei brani di due avvocati di grido, due esponenti di spicco dello stesso partito cosiddetto democratico: l’avvocato Emilio Tempesta, e quella tempesta d’avvocato che risponde al nome di Daniela Sindaco. Si son fatti vivi entrambi in una sorta di gara di solidarietà per Noha provocando, come dire, una tempesta in un bicchier di vave (etim. der. da bave, secrezione viscosa della bocca; in inglese probabilmente waves. Ergo: onde di vave. E a Galatina ne sanno qualcosa).

*

Tempesta, l’Emilio, scrive finalmente a proposito della famigerata cabina elettrica del centro Polivalente di Noha: “…a seguito della predisposizione da parte della Direzione Lavori Pubblici dei necessari atti ed elaborati progettuali, è stato approvato dalla Giunta il progetto esecutivo relativo ai lavori di fornitura ed installazione di una cabina MT/BT prefabbricata della potenza di 50 Kw presso il Centro Polivalente di Noha. Ciò consentirà di dotare la struttura, attualmente servita da un contatore di energia elettrica di 10 Kw,  della potenza sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti.[…]”.

“Hai visto, uomo di poca fede?”, mi direbbe il pragmatista di turno.

Ecco, io volevo chiedere umilmente all’assessore ai LL.PP. (Long Playing - i dischi a 33 giri),  alla luce di questo comunicato: è proprio certo, caro assessore, che subito dopo l’installazione della potenza ‘sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti’, questi marchingegni probabilmente non collaudati non essendo mai entrati in funzione da ben partiranno da soli? Dico meglio: oltre al semplice allaccio, ci sarà qualche anima pia in grado di mettere in moto queste benedette apparecchiature (ascensore, fotovoltaico in terrazza, riscaldamento e aria condizionata), le quali, ferme come sono ormai da anni, rischiano di essere diventate di fatto simili a dei catorci ignobili difficilmente azionabili? Oppure per il ‘normale funzionamento’ di questi impianti servirebbe l’ennesima ulteriore “delibera di spesa pubblica per la sistemazione delle macchine del Polivalente”, che avverrà, come noto, al tempo delle calende greche e dopo innumerevoli articoli da parte dello scrivente?

Domande, temo, retoriche (guardate che difficilmente sbaglio. Anche quando voglio, soprattutto quando voglio).

*

Gentile assessore, un’ultima cosa: non è che per caso per l’installazione di codesta cabina elettrica si cambieranno i connotati del giardino del centro Polivalente di Noha, facendone uno scempio? Sarà - la cabina, dico - a basso impatto ambientale e visivo, o l’n-esimo pugno nell’occhio, ingombrante, fuori senso e fuori luogo (e, visto lo stato degli impianti, forse fuori tempo massimo)?

Rimango in attesa di una qualche risposta. Che, sono certo, non arriverà mai alla velocità della voce, ma, tanto per cambiare, a quella di un comunicato stampa.

Si chiama arroganza del tacere.

[continua]

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 12/04/2018 @ 23:16:03, in Comunicato Stampa, linkato 1313 volte)

In merito al finanziamento della costruzione della palestra a servizio della scuola Polo 2, invitiamo l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo a leggere la documentazione a sua disposizione presso il suo ufficio. Si renderà conto che il grande lavoro che deve compiere è solo quello di appaltare i lavori già finanziati e fare in modo di completare i lavori vigilando sia sulla regolarità degli appalti che sull’esecuzione dei lavori, perché chi si è preoccupato di chiedere il finanziamento presentando il progetto della Palestra della scuola è stata l’Amministrazione Montagna. Lo sappiamo che un’azione amministrativa si esplica in tempi lunghi ma almeno bisogna dare atto a chi le cose le ha fatte. Lasciano alquanto perplessi le dichiarazioni dell’assessore Tundo che rivendica a se il finanziamento. Sarebbe meglio forse che si concentrasse a contribuire al completamento dei tanti lavori fermi ma già finanziati dalla scorsa amministrazione di centro sinistra, quali:

  • Adeguamento strutturale e impiantistico dell’Istituto Comprensivo POLO 1 – edificio storico.
  • Circonvallazione Sud Ovest - secondo lotto.
  • Teatro Cavallino Bianco – Completamento torre scenica
  • Ristrutturazione Casa del Pellegrino di Via Cavour
  • Ristrutturazione ex Convento Santa Chiara
  • Trasferimento Uffici Comunali presso ex Tribunale

Sempre con spirito costruttivo, La salutiamo cordialmente.

Andrea Coccioli

Segretario Circolo PD Galatina

 
Di Redazione (del 12/04/2018 @ 23:15:49, in Comunicato Stampa, linkato 986 volte)

I giovani bianco-verdi rispondono alla chiamata di mister Nuzzo. C’è soddisfazione in casa Showy Boys Galatina per la convocazione in prima squadra di quattro allievi (di cui tre classe 2002) del settore giovanile. Ottenuta con largo anticipo la permanenza nel campionato nazionale di I° livello serie C, l’allenatore Gianluca Nuzzo, d’intesa con i vertici societari, ha scelto di dare spazio alle nuove leve del club galatinese. Tale decisione è maturata nel rispetto del lavoro tecnico e degli obiettivi che la Showy Boys si è prefissata nel medio-lungo termine e che prevede lo sviluppo e la crescita del vivaio e l’inserimento nella squadra maggiore degli allievi più promettenti.

Così, dopo il centrale Francesco Schiattino (2002), nell’ultimo turno casalingo contro il Turi hanno debuttato in serie C altri tre giovani atleti bianco-verdi: il palleggiatore Giacomo Carachino (2001) e gli schiacciatori di banda Marco Martina (2002) e Marco Petracca (2002). Messa da parte l’iniziale e comprensibile emozione delle prime battute di gioco, i ragazzi under 16-18 si sono inseriti bene nei meccanismi della prima squadra e seguendo con attenzione le direttive impartite da mister Nuzzo hanno saputo dare il loro contributo alla gara. La tensione pre-partita si è sciolta con il trascorrere dei minuti e a fine match si è trasformata in gioia e sorrisi da parte dei quattro neo convocati.

“Dalla panchina si è vissuto ogni attimo della gara di debutto dei nostri giovani pallavolisti – dichiara il presidente Daniele G. Masciullo – al loro entusiasmo si aggiunge la nostra soddisfazione per un primo e importante obiettivo raggiunto, vale a dire la convocazione in prima squadra dei ragazzi più talentuosi che passa attraverso lo sviluppo del settore giovanile. Il lavoro e l’impegno quotidiano in palestra sono rivolti alla preparazione degli allievi. E’ il nostro compito come scuola Regionale di Pallavolo e con certificazione di qualità Fipav (Marchio d’Argento) per l’attività del settore giovanile. Nella trasferta di qualche giorno fa a Palo del Colle ho vissuto con immenso piacere il debutto di Francesco Schiattino, il suo primo punto in una categoria regionale e il suo primo muro vincente. Ho impressi nella mente la sua esultanza con i compagni e il suo sorriso durante e dopo la gara. Allo stesso modo – conclude Masciullo - mi sono sentito gratificato nel vedere in campo domenica scorsa anche Carachino, Martina e Petracca. La loro gioia è la stata la nostra proprio perché come società stiamo investendo molto nel loro percorso di crescita. Abbiamo condiviso la volontà di mister Nuzzo di ritagliare loro uno spazio in questo finale di stagione e siamo sempre più convinti di avere fatto la scelta giusta”.

www.showyboys.com

 

«Nella piazza di Santa Caterina, infatti, sorge il tempio gotico dello stesso nome, innalzato da Raimondo Orsini principe di Taranto. Al primo guardare il gran finestrine e la porta maggiore di questa chiesa, ti si rivela un’eccellenza artistica non comune. Bella e dignitosa ne è l’architettura; bellissimi gli affreschi. Dall’osservazione de’ quali si rileva che, pitturata una prima volta in antico, fosse stata a presso restaurata, e sulle primitive pitture non piaciute venissero eseguiti novelli affreschi; i quali evidentemente appartengono alla scuola di Giotto. Nel coro esiste una tomba, di cui la scultura, massime i capitelli delle quattro colonne, sono pregevolissimi: si dice conservar visi il corpo del Principe Orsini. Di rara bellezza e di altezza non comune è poi un calice finemente cesellato, che oggi il municipio conserva gelosamente. Bellissimo è questo tempio nella sua nave maggiore; sublime in tutte e cinque le sue larghe e malinconiche navi. Sarebb’egli campo vergine e profittevolissimo agli studi e alla critica di qualche valente artista». Sono queste le parole del noto concittadino Pietro Siciliani che, pur con qualche imprecisione storica, per primo, parlò della nostra basilica ne Ai popoli Salentini e al Gonfalone di Galatina (1865), e lo fece davanti all'Italia riunita, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Dante del 1865. Basta questa breve descrizione, che segnalò Galatina all'attenzione nazionale, per capire il motivo per il quale la scelta del tema di apertura di Agorà – percorsi inVersi sia ricaduta su Santa Caterina di Alessandria. Agorà nasce dall’incontro di un gruppo di giovani amici, i quali intendono vivere il dialogo e intraprendere un percorso esperienziale che mescoli e fonda differenti multiversi. Agorà è una piazza nel senso originario del termine, un luogo d’incontro e di crescita, dove ogni universo interiore potrà mettere a disposizione dei convenuti il proprio bagaglio esperienziale e prenderne da quello degli altri, in un simposio di “verità”, ognuna con un proprio senso e un proprio fondamento, contribuendo così a inserire il proprio tassello di verità in una ricerca continua e inestinguibile.
Ideatori e organizzatori di questa “piazza culturale” sono Angela Beccarisi, Sandro Marasco, Daniela Bardoscia, Francesco Luceri e i giovani artisti di INgenio_la forma delle idee, nelle persone di Vittorio Carratta, Georgia Romano, Pierpaolo Briatico-Vangosa, Mariangela Cucco, Ermanno Scarcia e Francesca Marra, uniti da un intento comune di condivisione e partecipazione attiva alla vita culturale e civile.
Agorà propone un ciclo di incontri, aperti al pubblico, a scadenza bimestrale e inaugurerà il primo ciclo del 2012, sul tema Santa Caterina di Alessandria, tra fede, mito e realtà, con l’incontro Il Committente, l’Opera e l’Artista (gli affreschi di Santa Caterina), evento organizzato con la collaborazione di ART and ARS Gallery e che avrà luogo a Galatina il 28 dicembre 2011, alle ore 18.30, in Corso Umberto I. Ospite e protagonista della serata sarà l'artista Carlo Michele Schirinzi (classe 1974, nato ad Acquarica del Capo), talento emergente del nostro territorio che, con il suo Notturno Stenopeico (ispirato all’affresco raffigurante il Diluvio Universale, nella Basilica galatinese di Santa Caterina d’Alessandria) si è classificato al primo posto, assicurandosi il primo premio al XXVII Torino Film Festival, come miglior cortometraggio italiano. A seguito della proiezione delle tre opere dell’artista Notturno Stenopeico, Suite Joniadriatica e Prospettive in fuga si aprirà un dialogo che vedrà protagonisti lo stesso artista, Lorenzo Madaro, critico d'arte e collaboratore de La Repubblica Bari ed Ettore Marangi, frate minore, docente di teologia dommatica presso la facoltà teologica pugliese, che introdurrà la figura di Santa Caterina d'Alessandria.
Dell'opera di Schirinzi Notturno Stenopeico scrivono, su www.film.tv: «fotografie di sbarchi contemporanei s’intarsiano e mescolano all’affresco del Diluvio Universale rappresentato nella Chiesa di Santa Caterina a Galatina (Lecce). La rianimazione/liquefazione delle immagini statiche di barche in mare è avvenuta attraverso filtri vitrei artigianali. La visione stenopeica è concentrata sui singoli volti in contrasto alle immagini prive d’identità ma far rivivere questa ciclica battaglia notturna e senza tregua». Enrico Ghezzi scrive ancora «solo difetto, che ancora sia filmato, e non troppo sfocato, e infine visibile e intitolato. Ma ci sembra di essere in marcia, occhio rotolante
dentro l’oscurità accecata. L’occhio, immagine fisica – da una concretissima scatola mentale – del cinema che è da sempre e che non sarà mai (o solo mai più) riconoscibile». La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.


Per informazioni: agora.percorsiinversi@gmail.com; tel. 3297669635, 3881197170.

 
Di Antonio Mellone (del 27/05/2013 @ 23:10:45, in NohaBlog, linkato 5316 volte)

Due seminaristi di Noha al servizio di papa Francesco Due seminaristi di Noha al servizio di papa Francesco

Il mio pallino è da sempre quello di rintracciare personaggi, accadimenti ed altre cose belle di Noha cercando di sfregarle sulla carta perché rimangano fisse, scripta manent, e non se ne volino, verba volant, al primo alito di vento, o al primo cinguettio o tweet (come con inflazionato inglesismo s’usa dire di una frase di massimo 140 caratteri lanciata nell’arcinoto social-network).  

Stavolta ho il piacere di parlare di un evento storico molto importante per la chiesa del Salento (e del mondo intero) come quello del 12 maggio scorso, allorché papa Francesco, in una piazza San Pietro gremita fino all’inverosimile (c’erano più fedeli che sanpietrini) proclamava santi i nostri Antonio Primaldo e Compagni, che tutti ormai venerano comunemente come i Santi Martiri di Otranto.

Due seminaristi di Noha al servizio di papa FrancescoMa il fatto straordinario di cui vorrei parlare non è tanto (o solo) la canonizzazione di personaggi storici della nostra terra, quanto il fatto che a servire la messa solenne del papa v’erano, tra gli altri, anche due bravissimi ragazzi di Noha, due seminaristi, Luigi D’Amato e Giuseppe Paglialonga, attualmente studenti (e sappiamo pure con profitto) di Teologia e Filosofia presso il pontificio seminario regionale “Pio XI” di Molfetta (pio collegio che ha “prodotto” pastori di gran prestigio, sacerdoti e vescovi, ma anche professionisti e uomini di importante levatura sociale), dopo aver frequentato, sempre insieme - e con soddisfazione da parte tutti, primo fra tutti l’ordinario diocesano - il seminario arcivescovile di Otranto (istituto ecclesiastico rinomato dal Settecento in poi per la floridezza degli studi e la bontà dei giovani avviati al sacerdozio).

Luigi e Giuseppe sono, dunque, due tra le perle più preziose di quello scrigno di tesori che è la gioventù nohana. Affatto diversi nella loro figura fisica, nel taglio della loro personalità, ma probabilmente non in quello delle loro aspirazioni, sempre pronti a salutarti cordialmente e con un sorriso, Luigi e Giuseppe hanno scritto e siamo certi continueranno a scrivere pagine importanti della Storia di Noha.

Ci sarà certamente il tempo (ora è fin troppo presto data la loro giovane età) per profondersi in biografie, stilare articoli sul loro curriculum vitae, vergare “scritti in onore” di questi due personaggi local con vocazione global (anzi universal, o, meglio, celestial), dandone i giusti colpi di scalpello nell’abbozzo di un loro profilo.

Qui però mi sia consentito di ricordare brevemente un paio di episodi che rispettivamente li riguardano.

Il primo è questo.

Due seminaristi di Noha al servizio di papa FrancescoTempo fa accompagnai Luigi D’Amato a Galatina nella casa di un mio amico, il compianto Prof. Mons. Antonio Antonaci, per far conoscere l’uno all’altro: ci tenevo (evidentemente per la stima che nutro nei confronti di entrambi). In quell’occasione il professore non parlò molto, affetto com’era da un principio di depressione senile cronica (che lo accompagnò fino al giorno del suo congedo da questa vita che ebbe termine il 26 settembre del 2011); tuttavia alla fine di quell’incontro il professore ebbe modo di donare a Luigi uno dei suoi numerosi capolavori: lo stupendo volume dal titolo “Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo – cappuccino - arcivescovo di Otranto (1930 - 1952)”, un libro di oltre 400 pagine sulla vita straordinaria di un vescovo santo che ha operato nella nostra terra durante “gli anni ruggenti” che vanno dal periodo fascista alla ricostruzione post-bellica. Orbene, in una delle prime pagine di questo tomo - il cui testo si legge scorrevolmente come un racconto senza tuttavia divenire un romanzo - Mons. Antonaci, prima dell’autografo, vergava di proprio pugno una dedica al nostro seminarista appellandolo (con molte probabilità profeticamente) don Luigi. In quell’occasione mi parve di cogliere in Luigi, anzi in don Luigi (e credo di non essermi sbagliato), un certo compiacimento, se non proprio un cenno di approvazione.

Il secondo fatto che vorrei menzionare riguarda invece Giuseppe.

Due seminaristi di Noha al servizio di papa FrancescoRicordo molto bene questo poco più che imberbe ragazzino beneducato e molto attento, oltre che sempre presente nelle prove o nel corso delle liturgie in cui mi capitava di suonare (con o senza il coro) l’organo a canne di Noha. Orbene, Giuseppe osservava in silenzio e sembrava assorbire come una spugna le tecniche ed i segreti di quella vera e propria orchestra che è l’organo elettromeccanico nohano, le combinazioni dei suoni, dei suoi timbri e registri, l’uso dell’“acceleratore” del “crescendo”, i pulsanti ai pedali, e via di seguito.

So che certe cose si aggrappano all’infanzia come ami nella carne per non staccarsene più; non saprei dire, però, con certezza se io sia stato protagonista in positivo (nel senso che Giuseppe, da buon osservatore nohano, abbia “scoperto” e quindi iniziato ad amare la musica, e soprattutto quella celestiale e sublime, commovente e magnifica di un organo a canne anche grazie a me), oppure in negativo (nel senso che osservando e soprattutto udendo il sottoscritto suonare l’organo con i piedi – ma nel senso metaforico del termine, in quanto un organo si suona pure con i piedi – dunque nel peggiore dei modi, abbia reagito alla violenza provocata ai suoi timpani, oltre che al decoro che si deve all’arte ed al senso estetico, studiando invece seriamente la musica organistica, e giacché c’era anche il canto, onde evitare il ripetersi nel mondo di certe performance melloniane). Sta di fatto che oggi, nell’un caso o nell’altro, Giuseppe Paglialonga è un bravo ed apprezzato organista, oltre che un cantante dalle indiscusse doti canore.

Due seminaristi di Noha al servizio di papa FrancescoMa ritorniamo in piazza San Pietro (ché le divagazioni potrebbero portarci fuori dal seminato - o dal seminario) ed a quelle immagini in mondovisione che hanno proiettato davvero su tutto l’orbe terraqueo, oltre a tutto il resto, anche i nostri due conterranei intenti l’uno, Luigi, a reggere il pastorale del papa (che per essere precisi si chiama “ferula”) e l’altro, Giuseppe – se riesco a veder bene nella foto - catino, brocca e forse anche manutergio per l’abluzione rituale (cioè la lavanda delle mani che avviene nel corso della messa durante l’offertorio e dopo la comunione).

Assisi proprio a pochi metri dalla sedia del papa, i nostri due impettiti seminaristi sono stati impeccabili. Il maestro delle cerimonie pontificie, il rigoroso e apparentemente imperturbabile Mons. Guido Marini (genovese, da non confondere con il prefetto suo predecessore fino al 2007, Mons. Piero Marini, pavese) non avrà faticato molto, né sprecato molto fiato nelle istruzioni da dare ai nostri ragazzi: Luigi e Giuseppe saranno apparsi agli occhi del cerimoniere pontificio come i più navigati liturgisti vaticani, grandi esperti di sacra liturgia, delle sue leggi e regole (e soprattutto delle tre P richieste a tutti i chierici, e cioè la pietà, la pazienza e la precisione) apprese certamente in seminario, ma anche e soprattutto in quella vera e propria scuola-guida che è la parrocchia di Noha.

Due seminaristi di Noha al servizio di papa FrancescoIn conclusione o ad integrazione di queste note, a me (ma sono certo anche ai miei venticinque lettori) piacerebbe conoscere i sentimenti, l’emozione e l’impressione provati dai nostri due baldi giovani a proposito di questo avvenimento che rimarrà indelebilmente scolpito nel loro animo per tutta la vita. Mi piacerebbe leggere (magari su questo stesso sito) i loro pensieri in merito, i risvolti e la cronaca particolare della cerimonia, il contatto con papa Francesco, i dettagli dell’evento e anche il “dietro le quinte” di questa occasione storica e straordinaria.

Nell’attesa di tutto questo, auguro a Luigi ed a Giuseppe, sicuro d’interpretare anche il pensiero di molti, tutto il bene di questo mondo, qualunque sarà la loro scelta.

Auguro loro di ascoltare e di mettere in pratica i messaggi forti di questo papa evangelico, dunque “rivoluzionario”, che dice papale papale (appunto!) che la chiesa di Cristo non ha titoli da concedere né onori da distribuire ai vanitosi del mondo, ma solo servizi da chiedere agli umili della terra, riaffermando con determinazione le parole di Luca (17,10): “Quando avrete fatto tutto il vostro dovere dite: siamo servi inutili”.

Due seminaristi di Noha al servizio di papa FrancescoAuguro loro di abiurare il dio del perbenismo di facciata, il dio del potere corrente e mafioso, il dio delle convenienze, delle compiacenze e dei privilegi, il dio di comodo ed il dio denaro. Auguro loro, invece, di credere, accogliere, predicare e donare agli altri il Dio nudo, forestiero, crocifisso, emarginato, diverso, precario e disoccupato, il Dio che inorridisce davanti ad ogni schifezza compiuta specialmente dentro le mura del tempio, il Dio che dà senza aspettarsi nulla in cambio, il Dio delle gerarchie, quelle vere che non hanno bisogno di gradi, il Dio che ha fame e sete di giustizia, il Dio della strada stretta, tortuosa, in salita, difficile, accidentata, il Dio dei poveri cristi, il Dio di una chiesa dell’intra omnes e non quello dell’extra omnes.

*  

Alla fine di questo percorso auguro loro - se sarà questa la loro Vocazione - di caricarsi anche del fardello del pastorale (se non proprio quello di una ferula papale: mai porre limiti alla divina Provvidenza), impugnandolo tuttavia non in qualità di caudatari, ma, possibilmente, in qualità di titolari.

Sempre, però, sulle orme di Francesco.

Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (del 24/05/2011 @ 23:10:42, in Comunicato Stampa, linkato 2788 volte)

Sabato 28 Maggio 2011 l’associazione “Città Nostra”, a conclusione del progetto Rifiutiamali, incontrerà gli alunni della scuola primaria 1° Circolo didattico di Galatina  per la “2° Giornata del Rifiuto d’Amare”.

L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sulle problematiche inerenti i rifiuti urbani e sulla necessità di differenziare, per produrne meno, trasformando quanto oggi è considerato una minaccia, per l’ambiente e per l’uomo, in una risorsa.

Negli incontri tenuti nelle diverse scuole nell’anno scolastico che sta per concludersi, si è riscontrato un forte interesse dei ragazzi ai temi proposti e, nonostante si trattasse talvolta di argomenti già affrontati con le proprie insegnanti, gli alunni hanno dimostrato di voler approfondire le loro conoscenze per acquisire un bagaglio di “buone abitudini” che permetta loro di contribuire a migliorare la situazione di disagio ambientale in cui versa il nostro territorio.

Anche per questa edizione di “Rifiutiamali” si è scelto di interagire con i ragazzi, oltre che con un’ adeguata parte teorica, anche attraverso attività pratiche che, sotto veste di gioco, tendano a meglio far acquisire le necessarie regole comportamentali quotidiane per ben attuare la raccolta differenziata. Infatti  la “didattica del fare” riesce sempre meglio a far passare quei concetti ascoltati tante volte, che spesso rimangono astratti. Nella giornata di sabato 28 Maggio p.v. le attività ludiche si svolgeranno nella Piazza Fortunato Cesari, adiacente alla scuola.

Per combattere il degrado del territorio è essenziale l’educazione ambientale, da promuovere in ogni modo ritenuto utile a raggiungere l’obiettivo. Anche quest’anno si è lavorato nell’intento di sensibilizzare i ragazzi un po’ più di quanto non lo siano già e nella speranza che essi possano veicolare le buone abitudini acquisite.

L‘ Associazione Città Nostra è un gruppo di liberi cittadini e chiunque nutra il desiderio di voler collaborare, proporre e creare insieme reali occasioni di riflessione e di crescita, può contattarci alla mail associazionecittanostra@live.it.

 Galatina 24 Maggio 2011

CITTÀ NOSTRA
Associazione di Promozione Sociale – Galatina (Lecce)

 
 

La decisione di lasciare l’incarico tecnico fiduciario di Assessore ai Lavori Pubblici, Sport e Politiche giovanili, assegnatomi tre anni e mezzo fa, trae origine da motivazioni di natura professionale e personale.

Un nuovo impegno professionale sopraggiunto e a cui non posso sottrarmi, mi terrà fortemente impegnato nei prossimi mesi. Per questo motivo è diventato sempre più complicato riuscire a conciliare, impegni professionali e privati con l’azione amministrativa efficace e continuativa che i settori di mia competenza meritano.

Fin dall’inizio del mio mandato è stata una mia prerogativa quella di seguire giornalmente gli uffici di cui mi sono occupato perché ritengo che il lavoro di squadra sia fondamentale per raggiungere i risultati sperati. Ho cercato sempre di esprimere grandi energie ed entusiasmo nel ruolo assegnatomi anche in virtù delle mie competenze professionali e in quest’ottica ho lavorato affiancando e sostenendo gli addetti ai tre settori. E’ stato per me un onore servire la comunità nella quale vivo.

Dei tanti impegni presi per Galatina alcuni sono stati portati a termine, altri sono stati ben avviati o sono state poste le basi per il loro avvio, pertanto, non essendo più le mie competenze tecniche strettamente necessarie, ritengo corretto lasciare l’incarico affidatomi. Sono certo che il nuovo assessore saprà e potrà lavorare in continuità con quanto fatto finora. Rimango comunque a disposizione fornendo la mia esperienza per portare a termine gli obiettivi che questa amministrazione può raggiungere. Ciò che fino adesso abbiamo fatto o quello che avremmo potuto fare lo rimetto al giudizio altrui.

Colgo l’occasione per rinnovare la stima nei confronti del Sindaco Cosimo Montagna, ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto impegnativa ma edificante e costruttiva e che mi ha permesso di venire a contatto con tantissime realtà e persone interessanti, con i loro problemi, aspirazioni e aspettative. Ho incontrato, ascoltato e collaborato con molte delle associazioni del territorio, grandi risorse per la nostra città.

Nel corso di questo periodo ho apprezzato le qualità del sindaco Montagna: l’impegno, la dedizione, la pazienza, la forza  per rappresentare un’intera comunità, e, in particolar modo, la professionalità e la dedizione che l’hanno portato più volte a sacrificare tempo e attenzione alla sua carriera, ma soprattutto alla sua famiglia, per il bene comune.

Un ringraziamento anche a tutti i consiglieri di minoranza e di maggioranza e gli assessori che mi hanno sostenuto nell’espletamento del ruolo politico – amministrativo. Mi lega a loro un sentimento di stima e amicizia.

L’attività di Giunta è stata sempre un lavoro di squadra portato avanti in un clima di grande disponibilità, collaborazione e trasparenza nel rigoroso rispetto della legalità e dell’interesse della comunità.

Ringrazio anche i dipendenti comunali e l’ufficio della Polizia Municipale, tutti secondo le loro competenze e disponibilità, mi hanno sempre coaudivato e consigliato al meglio. Un grazie particolare a tutta la struttura dei Lavori Pubblici, con loro ho condiviso strategie e visioni operative per fare il meglio. Il loro lavoro è una vera risorsa per Galatina. Il lavoro amministrativo per essere efficace deve sempre essere svolto in sinergia tra tutte le componenti amministrative e politiche della comunità.

In ultimo, ma non per ultimo, ringrazio tutto il Partito Democratico che mi ha sempre incoraggiato e stimolato alla risoluzione condivisa dei problemi.

Fare politica è un’esperienza faticosa ma entusiasmante, occorre lavorare per favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita e alle scelte della comunità.

 

Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a gennaio 2016:

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale

Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Comune Galatina: 500.000,00 euro

LAVORI COMPLETATI al 100%

Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale

Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.

Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Lavori da appaltare e realizzare entro 2016.

Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia

Importo progetto: 700,000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia

LAVORI COMPLETATI al 100%

Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3

Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni

Importo totale progetti: 500.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero

LAVORI COMPLETATI al 100%

Riqualificazione ed efficientamento scuola Noha e aree adiacenti.

Importo progetto: 400.000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.

LAVORI COMPLETATI al 100%

Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.

Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.

Importo progetto: 250.000 euro

Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)

LAVORI COMPLETATI al 100%

Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.

Importo progetto: 300.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina

LAVORI COMPLETATI al 95%

Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.

Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

PROGETTO COMPLETATO AL 70%. I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.

Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

PROGETTO COMPLETATO AL 90%.

I lavori riprenderanno  nelle prossime settimane.

Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.

Importo progetto: 1.000.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Procedura d’appalto dei lavori in corso.

Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.

Importo progetto:  500.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Gara effettuata e aggiudicata

Inizio lavori: I lavori inizieranno nelle prossime settimane.

Centro Polivalente viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Struttura inaugurata e utilizzata.

Palestra via Montinari

Finanziamento: PIRU

In attesa di essere concessa in uso.

Asilo Nido viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

Tra qualche settimana l’asilo di via Pavia si trasferirà al nuovo asilo di viale don Bosco.

Trasferimento Uffici Comunali presso l’ex Tribunale.

E’ stato svolto un grande lavoro di squadra per individuate le somme necessarie attraverso la devoluzione dei mutui e rendere possibile l’adeguamento degli ambienti dell’ex tribunale al fine di ospitare molti uffici comunali in un’unica struttura.

E’ previsto che entro il 2016 verranno trasferiti gli uffici LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Suap e Ufficio anagrafe all’ex tribunale con un risparmio sulla spesa pubblica e un miglioramento del servizio per tutti i cittadini.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:

Utilizzo delle palestre scolastiche comunali

E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo  degli spazi sociali per lo sport.

Festa dello Sport 2014

La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.

Festa dello Sport 2015

Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.

Green Olympic Games

Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.

Struttura Sportiva di Noha

La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.

Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive

E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:

Chiostro d’Estate. Estate 2012

Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario  suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.

Festa della musica. Giugno 2013

Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.

Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto

Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.

Mercato S…coperto,

Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.

Servizio civile nazionale

In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.

Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE

Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e   movimenti  sociali  rappresentanti  di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico,  un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati  da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici  attraverso dei  personali  approcci che spaziano dal  mondo della musica a  quello del cinema, dal  teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.

Galatina, 22 gennaio 2016

Andrea Coccioli

 
Di Fabrizio Vincenti (del 13/06/2012 @ 23:09:08, in NohaBlog, linkato 2633 volte)

L’Italia dei professori, dei politici, degli avvocati, dei medici, dei farmacisti, dei giornalisti, dei sindacati, dei notai, degli ingegneri, degli autotrasportatori, dei benzinai, del calcio, del Vaticano, delle Regioni e delle Province non mi piace. Non che non mi stiano simpatici i professori o gli avvocati, i medici e i notai, gli ingegneri o gli uomini del Vaticano. A me non piacciano le lobby italiane. E, poveri noi, l’Italia è fatta interamente di lobby che hanno tutto l’aspetto di essere micro o macromafie.  Chi non fa parte di una di queste “losche” organizzazioni sono i poveri cittadini sui quali si regge l’intero peso degli escrementi prodotti in tutta questa lurida fattoria. E non bastano più i badili a liberare le stalle da tutto questo sterco. La verità è che tutti questi nuovi termini, coniati per ampliare la lista dei sinonimi del termine “schifo”, sono diventati ormai troppi. “Bund, Bot, Btp, spread, bolla edilizia, caduta libera, inflazione,  tendenza negativa” hanno tutti lo stesso significato: crisi. E non crisi dell’Europa, bensì crisi della civiltà. Ci vengono a dire, come se stessero parlando a gente completamente deficiente, che noi, italiani, ce la faremo. Ce la faremo a fare cosa? A uscire dalla crisi? Ma quale crisi, quella che “loro” tutti giorni fomentano affinché non termini fino a quando non hanno reso l’essere umano schiavo dell’economia dei mercati, gestiti da un pugno di famiglie a  dir poco ripugnanti? Pensate che usciremo da questo “periodo difficile” pagando  l’Imu, i bolli auto, il canone Rai, l’Irpef, l’Irap, l’aumento delle bollette energetiche, soffocandoci di accise sulla benzina, sui monopoli, tagliando sulle detrazioni, aumentando l’età pensionabile e facendo chiudere un bel po’ di imprese improduttive? Totò risponderebbe con un sarcastico “Ma mi faccia il piacere!”; io risponderei con una imprecazione che qui non posso riportare. E ci voleva un professore della Bocconi per aumentare le tasse pensando di risolvere il problema Europa – Italia? Lo sa un bambino di scuola elementare che aumentando il costo della vita tradotto in inflazione  e Iva, i consumi non diminuiscono ma crollano, mandando tutto un sistema in tilt. E se uno in questa società non compra, perché non ha soldi, fa chiudere l’impresa che più non produce. Ecco il problema. Abbiamo fondato il terzo millennio sui consumi, questa è la vera crisi. E vogliamo parlare delle banche che ricevono al tasso  dell’ 1% di interesse  e ridistribuiscono al 5% - 8% alle famiglie? Se questa non è mafia ditemi voi cos’è. Scommettiamo che “the day after tommorrow”, il giorno immediatamente dopo l’affondamento di tutta la barchetta “Euro - Europa”, qualcuno,  oh illustre Professore, dirà che lo aveva detto che l’unica soluzione era il taglio della spesa pubblica, la cancellazione totale degli sprechi, e l’azzeramento della criminalità e della corruzione? Parlate di evasione fiscale e il limite al contante è 1.000 euro? “Ma mi faccia il piacere!”. Parlate di lotta alla criminalità e nel vostro Parlamento (vostro perché non lo definisco affatto mio, mi verrebbe da vomitare) avete gente condannata per reati più gravi commessi da qualche ergastolano? “Ma mi faccia il piacere!”. Pagate fior di quattrini ad alcuni militari che per strada fanno “Strade sicure”. Ma per difenderci da chi? Da noi stessi poveri mendicanti squattrinati? “Ma mi faccia il piacere!”. E i vostri stipendi? Su questo non mi esprimo, sarei accusato di terrorismo. Non si riesce a fare un’autostrada da quarant’anni e volete salvare l’Italia, l’Europa, il mondo intero? “Ma mi faccia il piacere!” E sono anche stufo di sentire l’espressione “fuga dei cervelli”. Io sono contento che questi cervelli se ne vadano e spero che vadano quanto più lontano possibile da qui, perché non li meritiamo. L’Italia delle lobby non merita un’altra chance perché, a mio avviso, sono sicuro che non cambierà mai nulla. L’Italia è corrotta fino al midollo, fin nelle sue viscere si respira un odore di putrido. Sarò anche un po’ provocatorio, ma se è rimasto qualcuno che crede nel valore della libertà, questi farebbe bene a lasciare l’Italia, lasciarla in mano a queste lobby schifose, quell’Italia che non ha rivali nel mondo per tutte le ricchezze che possiede e che da sempre ha prodotto. Lasciamo che questi “cani” si sbranino a vicenda perché le nostre ossa sono ormai consumate. Ancora poche settimane e qualcuno festeggerà la ricostruzione delle “bastiglia” e, ahimè, questa sarà piena di prigionieri. Si salvi chi può! 

Fabrizio Vincenti

 
Di Redazione (del 21/01/2016 @ 23:08:19, in Comunicato Stampa, linkato 2164 volte)

La sicurezza di 300 dei nostri figli è “FUORI SERVIZIO DAL 27 FEBBRAIO 2013

Una richiesta di aiuto e un’assunzione di responsabilità in quel pezzo di nastro adesivo appiccicato sotto l’idrante anti-incendio all’ingresso della scuola Media di Noha.

Sindaco ed Assessori tutti “in altre faccende affaccendati” non vedono, non leggono e non sentono.

Sicurezza, prevenzione, legalità, responsabilità per tutti costoro, probabilmente, sono solo “paroloni ad effetto”, da utilizzare a convenienza in proclami propagandistici sui social network di moda.

Da circa tre anni nessuno ha sentito la necessità di intervenire per riparare (con poche centinaia di euro) un idrante fuori uso in una scuola comunale pubblica? La politica che per funzione deve programmare, vigilare e vivere il territorio che si amministra dov’è?

Galatina ridotta, oramai, ad una città transennata nella totale incuria della cosa pubblica; strade che sprofondano in un lento ma continuo degrado, cantieri abbandonati da mesi senza che se ne conosca il motivo, nuove strutture pubbliche inaugurate in pompa magna per poi essere chiuse ed abbandonate.

Questo è diventata Galatina!

Un’esagerazione? Per chi non vuol vedere forse si, ma chi la guarda con gli occhi del cittadino abituato a vivere la propria città nella quotidianità non può non denunciare.

La lista delle opere inaugurate ma inagibili e “fuori servizio” è lunga, val la pena far qualche esempio :

  • La piazzetta nei pressi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come Chiesa Immacolata, in pieno centro è stata inaugurata da mesi e mai resa disponibile; oggi si presenta transennata e “fuori servizio”, costringendo i ragazzi che vanno a scuola a camminare pericolosamente sulla carreggiata stradale anziché, come dovrebbero, sul marciapiede;
  • La nuova palestra sulla tangenziale interna, inaugurata da mesi ma da sempre inagibile e “fuori servizio”;
  • L’asilo comunale realizzato in Viale Don Bosco, terminato da qualche anno ma inagibile e “fuori servizio”(mancano i bagni per bambini!);
  • Il nuovo Centro Polifunzionale, sempre in Viale Don Bosco, inaugurato ed aperto ma che allo stato è pericolosamente incompleto in alcune sue parti e certamente non può considerarsi in sicurezza;
  • Il Centro Polivalente di Noha da anni inaugurato, dichiarato agibile ma mai allacciato adeguatamente alla rete elettrica;
  • Il nuovo teatro Cavallino Bianco, inaugurato per una parte, ma per il suo utilizzo di volta in volta vi è la necessità di affittare un gruppo elettrogeno per alimentare la struttura (già risultano stanziate somme per adeguamenti !);

Che dire poi dei tanti lavori iniziati ed abbandonati che danno il senso del degrado in cui versa la nostra cittadina, oltre all'evidente disinteresse degli attuali amministratori :

  • L’Isola Ecologica che doveva sorgere “a giorni” già alcuni mesi fa nei pressi della Fiera, è abbandonata a se stessa e non si hanno notizie certe (gli ultimi lavori sono stati fatti in piena notte il 22 dicembre 2015);
  • Transenne in via Corigliano, transenne nel Centro Storico, transenne in Viale Santa Caterina Novella, transenne nei pressi della Chiesa di San Sebastiano, transenne in Corso D'Enghen, transenne sulla Villa comunale a circoscrivere un pozzo artesiano realizzato ed abbandonato.

Ribadiamo allora la richiesta : FERMATELI !

Il nostro rinnovato appello è per i Consiglieri Comunali di maggioranza, che sostenendo quest’Amministrazione, inevitabilmente si stanno assumendo nei confronti dei galatinesi ogni responsabilità per quanto è sotto gli occhi di tutti.

Galatina in movimento

novaPolis Galatina

Galatina Altra

Movimento per il Rione Italia

 

Martedì 3 dicembre 2019 ricorre la giornata internazionale delle persone con disabilità; l’associazione "Abilmente Insieme Onlus Galatina", per l'occasione, ha promosso tre borse di studio per la scuola elementare, media e superiore allo scopo di sensibilizzare tutti alle problematiche relative la disabilità e all'abbattimento delle barriere architettoniche.

Il tema del concorso è "AIUTAMI A REALIZZARE UN SOGNO"; i ragazzi che hanno partecipato si sono impegnati a realizzare progetti singolari per aiutare persone con disabilità ad una migliore integrazione nella società nella autonomia più adeguata.

Martedì ci sarà la proclamazione dei vincitori scelti da una commissione tecnica presso la sala convegni del liceo Artistico di Galatina in via P. Colonna.

Marra Lucia Sandra

 
Di Fabrizio Vincenti (del 08/11/2012 @ 23:01:01, in NohaBlog, linkato 3120 volte)

Qualche giorno fa ho assistito alla presentazione di un libro edito dal gruppo Mondadori che raccoglie tutti gli scritti di Eugenio Scalfari, con la partecipazione di Paolo Mieli, all’interno del Cinema Teatro di Lecce. Quando è stata comunicata la notizia della condanna di Berlusconi a quattro anni di reclusione, la platea si è scatenata in un fragoroso applauso, seguito dalla voce dei due intervenuti, Scalfari e Mieli, i quali sostenevano che fosse finita un’era. E come non credere loro! Poi Scalfari, nel suo excursus sulla storia d’Italia, ha detto che la politica italiana è come un fiume carsico che a volte scorre sotto terra e a volte riaffiora per cogliere ogni scintilla di populismo. Ma la cosa che più mi ha convinto è stata l’affermazione che l’Italia non è mai esistita - l’Italia come Stato si intende - poiché i cittadini non hanno mai sentito lo Stato come proprio. Neanche i più grandi geni italiani, i più illustri letterati e artisti sono mai stati dei veri nazionalisti/patriottici, condizionati soprattutto dalla nostra atipica storia. L’italiano è sempre stato individualista poiché non ha mai  incarnato un senso di collettività. Lo Stato non esiste, e se mai dovesse esserci, sarebbe nostro nemico. Se queste sono le premesse individuate da uno dei più grandi giornalisti di sempre, di cui riconosco l’importanza e l’influenza, allora non ci rimane altro che fare i bagagli e scappare quanto più lontano possibile. Ora il problema si fa molto serio. Se l’Italia non esiste per gli Italiani, qual’é la prerogativa per una corretta politica sociale? Nessuna. Conclusione non attribuibile al pensiero di Scalfari bensì al mio: la politica in Italia la si fa per se stessi, privi del senso più nobile e comune attribuibile alla stessa Politica e cioè il benessere della collettività. Se le premesse sono queste, e sono pessime, e le conclusioni sono altrettanto scontate ed evidentemente deleterie, a cosa serve ormai elencare i possibili rimedi se gli stessi non si auspicano per abitudini acquisite di clientelismo, corruzione e interessi di economie e mafie? Se bastasse cambiare soltanto i politici la soluzione sembrerebbe possibile. Ma così non è. Non basta sostituire le persone mantenendo uguali le premesse e supportando le medesime conclusioni. Il cambiamento avviene alla radice poiché, somministrando continuamente il concime sbagliato, la pianta finirà col seccare del tutto. E da troppi anni ormai si inietta nel sociale sempre la stessa dose di veleno che, a furia di assuefarsi,  ha reso il disgusto saporito al palato. Poniamo la questione in altri termini: è come ci vogliono far credere e che cioè ad un tratto, per opera di un ignoto Houdini, i soldi sono scomparsi nel nulla, volatilizzati, o quella ricchezza, la stessa quantità che c’è sempre stata, è sempre mal distribuita? Non c’è storia, è vera la seconda; traduco: ingiustizia economica e sociale. Ma in fondo la democrazia è bella poiché ognuno può dire la propria; peccato però che qualcuno si è dimenticato che oltre a poter dire qualsiasi cosa in democrazia, si potrebbe e si dovrebbe anche provare a passare dalla contemplatio all’actio poiché siamo pieni di bravissimi oratori e di pessimi faccendieri. Continuo a sperare però che i giovani e i loro strumenti salveranno questo nostro Paese e questo nostro mondo, rimembrando quella frase di quel qualcuno che si faceva legare alla sedia pur di perseguire il suo obiettivo, pronunciando come un mantra sempre la stessa frase: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” (V. A.). Fortunatamente qualcuno più attendibile di noi altri, che sosteniamo questo, disse che sarà la perseveranza a salvare questo nostro mondo. E se a Noha la vecchia scuola elementare è chiusa per l’assenza di una cabina elettrica, le nuove case sono addossate a beni storico – culturali di inestimabile valore, tutte le strade sono impraticabili, le rotonde non illuminate e addobbate per Natale con erbacce alte due metri, marciapiedi inesistenti e iniziative culturali scarse o poco frequentate, presepi viventi sospesi senza apparente motivo, noi vogliamo continuare a perseverare. Forse qualcuno ci dirà che le priorità sono altre, senza specificare come al solito quali siano. Qualcun altro dirà che le casse dei comuni sono vuote anche se, all’improvviso, salta sempre fuori qualche forziere nascosto nella stiva per la gioia di pochissimi. Io, nonostante tutto questo, voglio continuare a credere e persevererò fino alla fine.

Fabrizio Vincenti

 
Di Redazione (del 22/07/2014 @ 22:57:51, in Comunicato Stampa, linkato 4424 volte)

La scuola dell’infanzia “San Michele Arcangelo” è una scuola paritaria, ubicata a Noha, frazione di Galatina, ed è gestita dalle “Suore Discepole di Gesù Eucaristico” che vantano una pluriennale esperienza nel campo della pedagogia, della didattica e delle scienze sociali.

Obbiettivo principale dell’offerta formativa della scuola materna di Noha è garantire la massima fruizione delle opportunità educative e delle innovazioni dettate dalle normative ministeriali, in una organizzazione più articolata e flessibile anche nei tempi e nelle forme di integrazione territoriale.

Nella progettazione didattica ricche sono le proposte per valorizzare i diversi linguaggi, l’arte, l’informatica e la musica con percorsi volti a far esprimere la fantasia e la creatività dei bambini.

Proposte formative e didattiche per il nuovo anno scolastico:

  • Giochiamo con la musica
  • Suoni, ritmi, movimenti e colori
  • Numeri, lettere, forme e colori con Paint
  • Giochiamo con Paint
  • Tante lingue e tanti amici
  • Parole in gioco

Vi aspettiamo per una visita conoscitiva alla nostra bella scuola.

 

Le Suore Discepole di Gesù Eucaristico
(Noha)

 

La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha La scuola paritaria San Michele Arcangelo Noha
 
Di Antonio Mellone (del 30/05/2013 @ 22:55:20, in NohaBlog, linkato 3406 volte)

Veramente il titolo di queste note avrebbe potuto (o forse dovuto) essere un po’ più triviale con l’utilizzo di un lemma dalla medesima radice ma con una desinenza in rima con le parole ioni, milioni, delusioni. Ma per non urtare la suscettibilità dei puri di cuore ai quali capita talvolta di visitare perfino questo sito abbiamo utilizzato un vocabolo meno volgare, ma non meno icastico. 

Ma andiamo con ordine.

L’altro giorno, precisamente domenica 26 maggio 2012, avevo voglia di comunicare a qualche consigliere comunale nohano (categoria che sembra sempre più cieca, muta e sorda) il fatto che l’illuminazione in via Carlo Alberto Dalla Chiesa sembra funzionare ad intermittenza. Ricordo che si tratta del viale alberato che unisce Noha a Galatina (viale che tra poco verrà pure interrotto dalla mega-rotonda della circonvallazione interna che perfino la Roberta “rivendica” [sic!], ma questa è un’altra storia). Voglio dire che le luci issate in cima a quei pali metallici attualmente sono accese più o meno a partire dall’uscita di Galatina e fino alla metà della distanza che intercorre tra la masseria Colabaldi e la chiesa parrocchiale di San Rocco; da questo punto in poi, continuando sempre verso Noha, queste luci sono invece spente sia a destra e sia a sinistra, e, per un certo segmento, solo da un lato, e fino all’altezza del secondo semaforo, quello della rotonda (un’altra) che porta a Collepasso.

Domenica mattina, dunque, avevo provato a chiamare al cellulare i due consiglieri comunali di maggioranza locali (sperando di poter comunicare almeno con la maggioranza relativa di questi, dunque con il loro 50%, cioè uno), ma mi sbagliavo di grosso: la maggioranza stavolta è stata compatta. Il 100% , l’unanimità degli assenti, cioè, non ha risposto punto. Nella mia dabbenaggine avevo pure pensato che vedendo il mio numero di telefono, non appena fosse stato possibile, qualche autorità-anima-pia mi avrebbe richiamato. Ed a dire il vero qualche altra volta questo è pure avvenuto. Ma stavolta nulla di nulla. Il black-out – ho pensato - avrà colpito, oltre che l’Enel, anche le linee telefoniche dei nostri magnifici due.

Nel pomeriggio inoltrato della stessa domenica ho ritentato (non è mica facile farmi desistere dai miei intenti) sperando di essere più fortunato. Dopo un tot di squilli maggiore di sei, poco prima che riattaccassi, mi ha risposto finalmente (ciò che giusto e giusto e va riconosciuto) il pezzo grosso della nostra bella amministrazione comunale che avevo chiamato (e di cui è opportuno celare il nome in quanto è nostra intenzione chiosare sui fatti e mai infierire sulle persone).

Mi presento dicendo di essere quel rompiscatoloni dell’Antonio Mellone (ma, ribadisco, ho detto qualcosa di assonante a rompiscatoloni perché fosse più immediatamente intelligibile, benché certe espressioni non facciano parte del mio idioma). E dall’altra parte, di rimando, quasi a suggello della mia autoironia : “Tu stesso lo dici”.

Ora, di grazia, con questa risposta  potevo io far finta di nulla e tacere oltremodo?

Sicché alla battutona del politico replico: “Ma scusa, [Mister x], se non volevi seccature (non ho detto seccature, ma rottura di…, insomma avete capito) perché cavolo ti sei candidato diventando pure rappresentante del popolo? Per star tranquillo? Ma se volevi stare tranquillo era inutile fare tutta ‘sta manfrina. O no?”

Dopo questa breve paternale da parte mia all’indirizzo del malcapitato interlocutore, e qualche schermaglia della serie excusatio non petita si parla finalmente dell’argomento.

Ora il consigliere comunale de quo, per troncare sul nascere la conversazione avrebbe potuto dirmi di occuparsi di questioni politiche comunali alte (ma non gli conveniva, altrimenti avremmo dovuto parlare di Megaparco, di Pantacom, della nuova area da cementificare per le baracche del mercato, o dell’apertura della vecchia scuola elementare di Noha ristrutturata al novantanovesimo cancello a meno dell’ultimo - come la barzelletta dei pazzi) e non del funzionamento delle luci di una strada o dei cessi del mercato comunale o, chessò io, del cassonetto della spazzatura troppo pieno, o dell’erba sul marciapiede (come si legge su certi ineffabili siti), rimandandomi agli uffici preposti alla bisogna.

Invece con la santa pazienza il politico nostrano mi dice pure che il dirigente comunale (probabilmente quello addetto ai pali della luce) era assente da circa quattro giorni. Al che ho ribadito che questa storia non va avanti da soli quattro giorni, ma da oltre un mese, quasi due, aggiungendo che se le luci di viale C.A. Dalla Chiesa fossero spente per ragioni di risparmio energetico (nonostante siamo circondati da pannelli fotovoltaici) sarei pure stato d’accordo. Ma a questo punto perché non spegnere anche tutte le altre luci?

Ed ho concluso supplicandolo per favore che ci tenessero informati sullo stato dell’arte, magari con due righe scritte su questo sito, ancorché ormai a quanto pare inviso ai più, forse a causa del fatto che pone troppe domande (che puntualmente rimangono senza risposte).

*   *   

Ecco, signore e signori, siamo arrivati fino a questo punto.

Tu denunci un atto osceno in luogo pubblico, come per esempio il fatto che a Noha c’è una bellissima scuola ristrutturata, ed inaugurata precisamente
da a meno del particolare dell’energia elettrica, e pertanto non potrà mai funzionare; gli vai a dire che, ancorché chiusa, quella scuola potrebbe far “guadagnare” dei soldi al comune con la produzione e la vendita dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici (che stanno sul terrazzo inutilmente ad abbronzarsi ormai da quasi due anni), e i nostri rappresentanti ed il loro codazzo di aruspici del pragmatismo che fanno? Ti danno del rompiscatole. Per non dire di peggio.

Ora vorremmo ricordare ai nostri rappresentanti al Comune di Galatina (se ne facciano una ragione) che accanto a questi articoli, che continueranno imperterriti come sempre a comparire su questo sito fino alla soluzione del problema (o più probabilmente fino al crollo della struttura), inizieremo a mobilitarci anche utilizzando altri canali. Per esempio interpellando le televisioni locali, girando dei video di denuncia e mettendoli in rete, raccogliendo le firme dei cittadini…

E già che ci siamo, visto che molti concittadini non avendo di meglio da fare guardano Canale 5 e pare s’informino anche (o solo) per il tramite di “Striscia la notizia”, facendoci un po’ di violenza psicologica, adeguandoci dunque al target dell’audience, abbiamo pensato di invitare anche noi  Fabio e Mingo (o il Gabibbo in persona) per un servizio su questa vergogna. Va bene? Contenti così?

Sono certo che anche stavolta non si muoverà foglia.

Però come diceva Trilussa: quanno ce vo’ ce vo’. E almeno sarà a ragione e non a torto quando questi personaggi, in conciliabolo tra loro, ci daranno dei rompicoglioni.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 21/05/2017 @ 22:52:03, in NohaBlog, linkato 2873 volte)

Aveva ragione il mio compianto amico, il prof. mons. Antonio Antonaci, quando mi diceva: “Chi scrive e pubblica, in un certo qual modo rischia di diventare come certe donne di strada: non sa mai in che mani potrebbe andare a finire”.  Le peggiori sono quelle di coloro che sentono su di sé tutto il peso di una scuola fatta male. E non perdono occasione di dimostrarlo senza ritegno. 

Fra questi s’annoverano quelli che non solo non sanno scrivere, ma soprattutto non sanno leggere: e chiosano di conseguenza, con le solite elucubrazioni a cento decibel, oltretutto sgrammaticate e insolenti.   

Ora, nessuno, a meno che non sia paranoico, può pretendere che gli altri leggano tutto quello che scrive: ma almeno può sperare che non gli facciano dire il contrario, o “altro” rispetto a ciò che ha scritto. Voglio dire in parole povere che io sono responsabile di quello che dico (o scrivo) non di quello che gli altri capiscono (o vogliono capire).   

Per quanto ovvio, non è mai il caso di prendersela, nell’un caso o nell’altro; né di ribattere o confutare o litigare oltremodo regredendo al livello del marciapiede. Ci mancherebbe altro. Del resto, come diceva Oscar Wilde, mai discutere con un idiota, ti trascina al suo stesso piano e ti batte con l’esperienza.

*

Si sa che in Matematica più per più fa più, più per meno fa meno, meno per più è meno, e meno per meno è più. Sono nozioni basilari, diciamo da seconda media (chi l’avesse scordato è pregato di andarsi a rileggere i libri di testo dopo preventiva opportuna spolverata; chi, invece, non ne avesse punto voglia e non sapesse nemmeno di cosa si stia discettando può terminare qui la lettura di questo pezzo e darsi, come suole, alla condivisione di certi video postati su face-book).

Orbene, trasponendo questi concetti elementari di logica ed epistemologia nel campo degli eventuali insulti e/o dei complimenti che ad ognuno di noi può capitare di ricevere, applicando il criterio razional-matematico di cui sopra, diciamo che potremmo trovarci di fronte ai seguenti quattro casi o combinazioni:

a) se una persona in gamba, degna di stima, colta (concetti a valenza positiva) ti rivolge dei complimenti (segno positivo) non puoi che esserne contento (più per più infatti fa più);

b) se la stessa valorosa persona (segno più) invia al tuo indirizzo degli improperi, degli insulti, dei giudizi poco lusinghieri, tipo – relata refero - “deficiente” “sciocco” “stupido” (segno negativo) c’è di che preoccuparsi (più per meno dà un risultato negativo);

c) se un “deficiente” “sciocco” “stupido” (accezione ovviamente negativa) ti adula, ti ammira, ti loda (segno positivo), parimenti c’è poco di che rimaner compiaciuti (in quanto meno per più è ovviamente meno);

d) infine, se un “deficiente” “sciocco” “stupido” (segno meno) ti biasima, ti denigra, ti disprezza e ti dà, appunto, dello “sciocco”, dello “stupido” e del “deficiente” (sempre segno meno), il poveretto - a digiuno delle suddette elementari classi della Filosofia pura anzi applicata (e cioè che meno per meno fa più: vale a dire che due negazioni affermano) – non sa di averti in un sol colpo rivolto un grande complimento, appuntato al petto una medaglia al valore e concesso un attestato di benemerenza.

*

Dunque, sì, bisogna tenere sempre in debita considerazione che cosa si afferma, si giudica, si dice, si considera, ma anche da chi proviene l’affermazione, il giudizio, l’espressione, la considerazione o l’epiteto.

Problema di matematica: stavolta siamo di fronte alla combinazione “più per meno” (caso b), o a alla combinazione “meno per meno” (caso d)?

A voi la soluzione. L’aiutino potreste averlo dall’esame di un video, ricco dei suddetti simpatici apprezzamenti sul mio conto da parte di un noto politico locale, postato di recente sul suo profilo fb.

Visione consigliata a un pubblico dallo stomaco forte. 

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 17/05/2011 @ 22:51:33, in NohaBlog, linkato 2611 volte)

"Grande dolore come per qualunque padre che vede un figlio - come ogni sacerdote - che non è fedele alla propria vocazione. Naturalmente, lasciando che la giustizia, la magistratura faccia il suo corso per appurare le accuse, evidentemente, è giusto, insieme al dolore grande, rincuorare la gente, le persone, le comunità a guardare Cristo, Pastore dei pastori, e a non perdere assolutamente la fiducia verso tutti gli altri sacerdoti che anche a Genova, come ovunque, si dedicano con fedeltà e generosità al bene delle anime". Questo ha detto il cardinale Bagnasco riguardo lo scandalo del prete accusato di spaccio di droga e pedofilia della diocesi di Genova.

 Don Riccardo Seppia era conosciuto come “don Ricchiardo” dai ragazzini della parrocchia, che da sempre avevano il sospetto della sua omosessualità. Per telefono parlava apertamente: "Non li voglio di sedici anni, ma più giovani. Quattordici anni vanno bene e, mi raccomando, che abbiano dei problemi di famiglia". E ancora: "Portami un bambino, mi raccomando l'età, meglio un moretto, un negretto" dice. E l'amico risponde: "Vado nella zona della Fiumara e vedo di trovarti qualcosa". Oppure: "Mandami quel ragazzo, ho tanta roba". La roba è la droga di cui Don Seppia sempre disponeva e che avrebbe dato in cambio degli incontri. E quando la cocaina mancava, a quel punto scattavano 50 euro, "il solito regalino". E c'è un'altro scambio di messaggi che la dice lunga sul comportamento del sacerdote. "Vieni da me, sono solo", scrive don Seppia a un quindicenne che risponde: "Non posso sono a scuola". Risponde il prete: "Sono solo anche domani mattina. Di' alla mamma che sei a scuola e vieni da me".

 Mi chiedo come mai in un paese tutti sapevano o sospettavano delle deviazioni pervertite e infami di questo essere squallido e schifoso, mentre la nostra Madre Chiesa, con la sua santa gerarchia, non si sia mai accorta di nulla. Forse il nostro carissimo cardinale Bagnasco dovrebbe essere più presente nelle parrocchie della sua diocesi, o forse dovrebbe sforzarsi di conoscere almeno a quali elementi affida il suo stesso gregge. La colpa di un reato così infame è sì personale di fronte al codice penale, ma moralmente chi avrebbe dovuto vigilare dovrebbe farsi almeno un esame di coscienza nel capire come mai dei ragazzi sanno delle deviazioni di un adulto e un vescovo o un cardinale non sappiano delle orrende perversioni di un loro confratello sacerdote. Il dolore nel vedere un figlio infedele dovrebbe essere accompagnato dalla presa di responsabilità nel non aver vigilato sul comportamento di un proprio figlio. Forse, se i vescovi visitassero più volte le loro parrocchie in un anno, e non soltanto nel giorno delle cresime, e non soltanto dopo aver annunciato il loro arrivo per poi essere accolti in “pompa magna”, queste cose non succederebbero. Dove sono i vescovi in questa Chiesa? Nei concili? O solo nei seminari diocesani? O soltanto nei ritiri di sacerdoti dove si inizia e si finisce con un baciamano un po’ ipocrita? Preti, parlate con i vostri vescovi? Vi confidate? Cosa sanno loro di voi? Forse troppo poco o niente. Una famiglia che non conosce se stessa ed è divisa nel suo interno non fa tanta strada. Forse quel demonio che tanti sacerdoti faticano a riconoscere (tanti addirittura non credono neanche alla sua esistenza) esiste davvero, ed è talmente vicino che riesce a nascondersi tra le pieghe delle loro sottane. Per fortuna la fede non necessita obbligatoriamente della presenza delle loro figure; guai se fosse così, staremmo già sull’orlo del baratro.

 Caro don Riccardo, non proverei alcuna pietà per te se queste accuse nei tuoi confronti venissero confermate. E con te farei un’eccezione. Ti concederei la facoltà di non rispondere, ma ad ogni mia domanda e a ogni tuo rifiuto di risposta, ti percuoterei fino a farti dimenticare il tuo stesso nome. Non che io sia migliore di te e dunque possa giudicarti. Lo farei per prestare la mia forza e le mie mani a chi è debole e indifeso e da te ha ricevuto violenza. Sarei non come “una matita nelle mani di Dio” come fanno i santi, ma come un bastone nelle mani del più feroce e incazzato dei delinquenti. Forse hai interpretato male il significato dell’espressione cristiana “lasciate che i bambini vengano a me”. Se hai bisogno di una spiegazione del testo e la tua gerarchia non ti da abbastanza spiegazioni, vieni pure da me che mi offro io volontario a darti dovute delucidazioni. Ma forse un bel ritiro spirituale in carcere, tra tanti fedeli ergastolani e muscolosi, farà bene al tuo discernimento vocazionale. Aspettando la tua conversione, che sono sicuro ci sarà, ti auguro un bel pernottamento tra le sante grate di quel carcere. E visto che di tempo ora ne avrai tanto, se ti ricordi, fai anche una preghiera per noi poveri peccatori.

Fabrizio Vincenti

 
Di Albino Campa (del 16/05/2012 @ 22:51:16, in Piedibus, linkato 3877 volte)

In fase sperimentale, da mercoledì 23 maggio 2012, a Noha, si va a scuola a piedi e si prende il Piedibus.
Alle 7.55 dalla Trozza e alle 8.00 da via Bellini angolo via D’Annunzio, due file di alunni, guidate dagli accompagnatori, si snoderanno tra le vie del paese sino a raggiungere la scuola
e poi, alle 13.22 s’incammineranno per riportare tutti a casa!
Si parte, però da lontano: l’Assessorato alla Mobilità della Regione Puglia, all’inizio dello scorso anno, bandisce il concorso “Cicloattivi@scuola 2011” al fine di promuovere lo sviluppo di pratiche di mobilità sicura e sostenibile. L’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina vi partecipa con il progetto “Leggere Passi Leggeri. Il piedibus di Noha” e lo vince, con altre 49 scuole pugliesi.
In questo anno scolastico si sono avuti diversi incontri per realizzare le prime fasi del progetto con la partecipazione delle istituzioni locali e di diverse associazioni: “Città Fertile” di Galatina, “Le Sentinelle” di Noha, i “Presidi del Libro”, la Parrocchia San Michele Arcangelo di Noha, il Comando dei Vigili Urbani e il Comune di Galatina, la Biblioteca Giona – Presidio del libro di Noha e naturalmente con l’indispensabile collaborazione di alunni e genitori delle classi coinvolte.  
Stabilite due linee casa - scuola – casa, nel Laboratorio dei Segni e dei Segnali i ragazzi hanno realizzato i disegni da utilizzare nei cartelli che contrassegnano i Capolinea, le fermate,
le Case – Amiche. I due percorsi, Linea A- Azzurra e Linea B – verde, sono inoltre segnalati sui marciapiedi da impronte di “piedi” azzurre e verdi.  Realizzarle è stato proprio divertente!
Ed ora, nel periodo climatico più favorevole a sperimentare la passeggiata mattutina e quella
di pre-pranzo, la prima per meglio affrontare l’impegno scolastico di fine anno, la seconda per stuzzicare l’appetito quel tantino più del solito, il Piedibus di Noha parte!
Il Progetto è però più ampio e articolato e prevede numerose altre iniziative partecipate sul territorio, di cui, naturalmente, vi terremo  informati.    “Buon Piedibus a tutti!”.

lo staff del Piedibus di Noha

 

Caro Alessandro (1), tu lo sai noi non ci conoscevamo, io so poco o niente di te, non so dove hai vissuto, dove hai lavorato, che cosa hai fatto nella vita, ma mi hai incuriosito con la tua prima pubblicazione sul maestro pasticcere Rafelino Bello.

Un piacevole articolo documentale e testimoniale con uno spirito di fondo positivo di compiacimento e di sana ammirazione per un galatinese speciale.

Ti ho voluto conoscere e ti ho incoraggiato a proseguire in questa tua passione amatoriale di ricerca e divulgazione in un settore  quello dell’arte bianca che a Galatina ha tanto da raccontare.

I tuoi lavori sono proseguiti, le pubblicazioni anche, ma la musica è completamente cambiata.

Inspiegabilmente,  argomentando su Andrea Ascalone, hai imboccato una deriva antipatica, denigratoria al limite del diffamatorio.

Te lo confesso sono rimasto molto male, ancor più quando mi hanno fatto notare come in un  tuo scritto che ho trovato assai sgradevole e irriguardoso, mi avevi citato espressamente ingenerando l’idea di una mia condivisione.

Hai scritto che sei venuto a conoscenza  da me che l’attività di Ascalone ha rischiato di chiudere nel 2002 e questo è vero, ma hai omesso di dire che ciò accadeva per un’assurda mala burocrazia  che ha suscitato forte indignazione sia nel sottoscritto che nelle istituzioni locali.

Poi tutto si è risolto con il meritato riconoscimento di laboratorio storico.

E adesso  oramai che ci sono approfitto….

No Alessandro non va affatto bene usare due pesi e due misure.

Perchè per il maestro Rafelino hai attinto in primis alla famiglia e poi ai suoi estimatori e così non hai fatto per Andrea Ascalone?

Non ci vuole molto per capire che il tuo giudizio negativo è preconcetto ed ingiustificatamente critico.

Dico questo perchè ho dalla mia prove documentali che raccontano un’altra storia ed in più l’esperienza personale che mi ha permesso di conoscere e frequentare con eguale curiosità sia Rafelino che Andrea.

Nascono appaiati l’uno nel 37 e l’altro nel 38 (dichiarato nel 39), legano subito attratti dalla loro complementarietà.

Sono forse i primi due galatinesi che manifestano obiezione di coscienza  alla leva militare che evitano con le buone il primo e con le cattive il secondo (dichiarato disertore)  riparando entrambi in Svizzera.

Esperienze internazionali a seguire in Inghilterra l’uno ed in Francia l’altro.

Matrimonio con moglie emancipata d’oltralpe Rafelino, matrimonio con moglie tradizionale siciliana Andrea.

Basterebbero queste poche righe per comprendere la loro natura e i loro destini così diversi.

Rafelino genio e sregolatezza creatività e innovazione.

Andrea  rigore, perfezione, tradizione.

Quando si incontravano erano fuochi d’artificio scene incredibili.

Lo yin e lo yang una grande amicizia, un grande apprezzamento reciproco.

Caro Alessandro non parlerò oltre di Rafelino lo hai ben fatto tu, ti parlerò di Andrea che tu non hai conosciuto perchè altrimenti credimi non avresti nemmeno lontanamente potuto pensare quello che hai scritto.

Andrea era una persona di una umanità sconfinata con radicati in sé i valori più alti del rispetto reciproco e dei doveri verso se stesso, verso il lavoro, verso la famiglia e verso la collettività. Un rispetto è una attenzione da gran signore ha poi sempre avuto per l'universo femminile.

Ho visto con i miei occhi uscire in lacrime la moglie del regista televisivo Sergio Tau entrambi commossi e toccati da “tanto amore per il suo lavoro la sua terra e per il prossimo”.

Lui col suo esempio ha insegnato a tutti come si può tendere alla perfezione.

Il pasticciotto è l’emblema e anche la sintesi del suo pensiero.

Due semplici elementi pasta frolla e crema pasticcera per realizzare una delizia che ha conquistato il mondo.

Qual’è la ricetta segreta gli chiedevano in tanti?

E lui sornione ad autoironizzarsi rispondeva “la fessagginità” in un bagno di umiltà senza eguali.

E non c'è bisogno di scomodare la fisica quantistica per comprendere che in aggiunta dentro ogni singolo pasticciotto c'era un pizzico del suo grande amore che lo rendeva unico, inimitabile, irraggiungibile.

I suoi consigli le sue raccomandazioni hanno fatto scuola, hanno fatto comprendere come approcciarsi e come degustare al meglio il suo prodotto.

Il pasticciotto e come un fiore nasce e muore in breve tempo.

Per gustarlo al meglio bisogna attendere che dai 330 gradi del forno raffreddi lentamente ad una temperatura ottimale quando la pasta frolla sprigiona tutta la sua fragranza.

Non deve raffreddarsi molto perchè in quel caso inizia il processo inverso in cui la pasta assorbe l’umidità, e gli odori  dell’ambiente circostante.

Per questo è accaduto che rifiutasse di consegnare i suoi prodotti in un’auto sudicia o che sconsigliasse vivamente il trasporto a lunghe distanze.

La sua produzione è stata sempre limitatissima perchè mai doveva accadere di avere un avanzo della giornata.

Per noi galatinesi è normale chiedere se ci sono ancora dei pasticciotti, e sperare che non siano finiti.

A Galatina l’intero settore si è uniformato ai suoi standard di eccellenza.

I galatinesi si sono fatti viziare diventando degli esperti ed esigenti buongustai.

E approposito di marketing posso testimoniare senza ombra di smentita come  Ascalone è stato e lo è ancora oggi, il terzo attrattore turistico della città dopo Santa Caterina e la cappella di San Paolo.

Quindi caro Alessandro dire che Ascalone ha fatto un’operazione di marketing a suo vantaggio è completamente falso addirittura a danno delle altre pasticcerie è offensivo.

E’ vero esattamente il contrario.  Grazie a lui il settore ha avuto grande impulso e slancio.

Intere generazioni di bravissimi pasticceri si sono affermati sulla sua scia dando ognuno il proprio contributo come solo gli artigiani sanno fare. Io personalmente ho conosciuto ed apprezzato tanti di loro, Uccio Matteo, i fratelli Cuna, Antonio Pellegrino,​ Raffaele Antonaci, Mario Esposito, Leonardo Esposito, Fedele Ugenti,  i fratelli Malorgio, Totò Santoro, Orazio Contaldo, Maurizio Zurigo, Massimiliano Baglivio, Albino Tundo, Riccardo Carachino e la lista è lunghissima tutti bravi, ma bravi veramente .

Un patrimonio immenso che meriterebbe ben altra attenzione e valorizzazione !

Tornando ad Andrea, se ricchezza avesse voluto perseguire, gli sarebbe bastato sfruttare la sua grande notorietà e inondare il mondo di pasticciotti industriali anche solo in partnership.

Ma questo per Andrea era tradire la sua stessa natura, la ragione di una vita.

Oggi sono diffusissimi i pasticciotti surgelati anche crudi da cuocere, ma quando mai si potrà garantire quella perfezione che lui aveva raggiunto con l’utilizzo delle migliori materie prime, la lavorazione maniacale e la cottura nel suo mitico forno Siemens del 1947 attrezzato con ben 64 resistenze elettriche?

Andrea ha profuso nel suo lavoro un amore senza eguali dimostrando a che livelli di dignità può essere portato il proprio operato.

Il semplice gesto di accompagnarti alla porta era una maniera per ringraziarti per l’apprezzamento ricevuto, ma era anche un monito che reclamava eguale considerazione.

Non sono stati rari i casi di soggetti irriguardosi energicamente accompagnati fuori dal locale ed invitati a rispolverare i principi di buona educazione.

Andrea ha portato alto il vessillo di una galatinesità sinonimo di eccellenza che ci ha contraddistinto positivamente in provincia e non solo per tantissimi anni e che rappresenta il valore immateriale più prezioso della città.

Lui è il figlio illustre di una tradizione di artigianato artistico che gli studiosi accademici fanno risalire addirittura ai “frutti postumi della grande fabbrica di Santa Caterina”.

"Per comprendere la profondità del pensiero di Andrea, fine osservatore dei costumi e delle tradizioni locali, conoscitore dei più complessi risvolti antropologici e custode geloso dei segreti più intimi della società ci vorrebbe un corso di studi nella facoltà  DAMS dell'Università del Salento" ebbe a dire il compianto preside prof. Gino Santoro.

Tu caro Alessandro hai saltato a piè pari le testimonianze dirette di chi Andrea lo ha conosciuto di persona oltre a quelle dei suoi familiari, hai mercificato e mortificato il tutto farcendolo  con ricerche documentali che lasciano il tempo che trovano.

Tu lo sai bene che la validità di una ricerca è tale sino alla ricerca successiva e via di seguito sino all’altra ancora.  E comunque le ricerche serie vengono sempre sottoposte al vaglio della comunità accademica.

Sminuire e svilire il vissuto di quasi 300 anni di storia di una famiglia ci lascia perplessi ed amareggiati.

Una famiglia che ha fondato alberghi (a Santa Cesarea Terme) che ha prodotto liquori, gelati, dolci, che ha fornito servizi di banchettistica a tutta l'aristocrazia locale che da laboratorio requisito durante la guerra ha deliziato i militari delle forze alleate guadagnandosi una stima unanime non può essere mortificata in quel modo.

Il papà di Andrea frequentava il mitico liceo P. Colonna negli anni venti quando in quel periodo l'analfabetismo totale superava il 30 per cento della popolazione ed una licenza liceale in proporzione allora equivaleva a due lauree di adesso.

La tradizione orale poi tieni in conto  è sempre stata una cosa seria perché tramandata onestamente da generazione in generazione quando ancora il mondo non era accessibile a false notizie e facili ribalte.

Ed infine un’ultima considerazione.

Ma tu hai mai conosciuto Zeffirino Rizzelli?

Ovviamente No, ne sono certo perchè altrimenti non avresti mai osato minimamente mettere in discussione quanto il professore Rizzelli ha pubblicato.

La statura morale , culturale e l’onestà intellettuale di Zeffirino Rizzelli non sono sindacabili, e te lo dice uno che politicamente è stato schierato dall’altra parte.

Pertanto se Zeferino scrive che il pasticciotto è stato inventato il 1745 sappi che quel documento  ha valore notarile per la comunità galatinese.

Quindi concludo Alessandro esortandoti a rivedere completamente il tuo giudizio anche perchè tempo verrà che i fogli di “ carta bambagina” sui quali hai fatto facile ironia verranno alla luce e tu non faresti una bella figura.

Ed ad ogni buon conto sappi che se anche i tuoi articoli  hanno trovato consensi nei tanti spargitori di veleni immancabili in ogni comunità, per la stragrande maggioranza dei galatinesi che considerano Galatina la loro patria, dissacrare i loro padri è considerato un atto odioso quasi blasfemo e Zeffirino e Andrea lo sono a pieno titolo tra i più cari.

 

Dante De Ronzi

 

nota (1)  Alessandro Massaro autore articoli pubblicati sul “Filo di Aracne” e vari post su FB.

 
Di Redazione (del 27/07/2017 @ 22:50:00, in NohaBlog, linkato 2479 volte)

Il 27 luglio presso la scuola di Medicina e Scienze della Salute dell'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti - Pescara, il nostro Michele Scalese, Presidente dell'Azione Cattolica di Noha ed impegnato in ambito parrocchiale è stato proclamato Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche presentando una tesi dal titolo "Relazione madre-bambino: gli effetti del trauma prenatale sullo sviluppo emotivo del bambino" -Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Elisabetta Bascelli. Al dottor Scalese, ai suoi familiari, amici e alla comunità tutta di Noha giungano le nostre congratulazioni con l'augurio di un futuro pieno di successi.

Noha.it

 

 
Di Albino Campa (del 21/09/2007 @ 22:48:32, in NohaBlog, linkato 4965 volte)


Festa San Michele Arcangelo
28-29-30 Settembre 2007
Con il patrocinio del Comune di Galatina


Programma delle Celebrazioni
19 Settembre: Solenne apertura della Novena e intronizzazione della Reliquia
23 Settembre: ore 9.30 Apertura dell'Anno Catechistico
24-26 Settembre: Preparazione Spirituale all'Ordinanza Sacerdotale do Don Emanuele Vincenti che avverrà il 6 Ottobre presso la Basilica Cattedrale di Otranto
28 Settembre: Vigilia della Festa.
  • ore 7.15/ 9.30/11.00 SS. Messe
  • 18.00 Solenne Celebrazione Eucaristica
  • 19.00 Processione per le principali vie del paese
29 Settembre:
Solennità di San Michele Arcangelo
  • ore 7.00/ 8.30/10.00/11.30 SS. Messe
  • 19.00 Solenne Celebrazione Eucaristica al termine Bacio della Reliquia
   
Programma delle Manifestazioni
•L'allestimento delle luminarie nelle vie che
   tradizionalmente vengono addobbate saranno
   curate dalla premiata ditta:
   "CAV. CESARIO DE CAGNA"

28 Settembre:

  • Gran Concerto Bandistico Città di "Sogliano Cavour" (Le) Maestro Direttore e Concertatore Giuseppe Gregucci.
  • Al termine della Processione Spettacolo Pirotecnico a cura della Ditta "La Pirotecnica del Sud" di Piero Coluccia di Galatina (Le)
  • ore 21.00 Spettacolo di Pizzica e Musica popolare con i "NUI...NISCIUNU"
29 Settembre:
  • Gran Concerto Bandistico Città di "Sogliano Cavour" (Le) Maestro Direttore e Concertatore Giuseppe Gregucci
  • Rinomato Gran Concerto Musicale "Lorenzo Semeraro" Città di Mottola (TA)
    Maestro Direttore e Concertatore "Salvatore Tarantino"
  • ore 24.00 A conclusione dei Festeggiamenti spettacolo di Fuochi pirotecnici curati dalle Ditte "La Pirotecnica del Sud" di Piero Coluccia di Galatina (Le) e "Cav. Maggio Domenico" di Tuglie (Le)
30 Settembre:
  • ore 20.00 esibizione della scuola di Ballo DANCING DAYS di Cutrofiano (LE) maestri GIUSEPPE E LUIGINA MENGOLI.
  • ore 21.00 "I CUGINI DI CAMPAGNA " in Concerto
 
ATTRAZIONE GIOCHI
Per tutta la durata dei festeggiamenti GRANDE LUNA PARK
 
MANIFESTAZIONI TRADIZIONALI
Con inizio alle ore 8,00 saranno sparati i tradizionali botti.
Ogni mattina i concerti bandistici, dopo aver sfilato per le vie della città, presteranno servizio in Piazza S. Michele.
 
Il Parroco ed il Comitato ringraziano la Comunità Parrochiale per aver contribuito alla realizzazione della Festa

 

 
Di Albino Campa (del 13/02/2012 @ 22:46:47, in Comunicato Stampa, linkato 4239 volte)

Si concluderà domenica 19 febbraio Oblivium, la Mostra d’Arte Contemporanea di Claudio Scardino, curata da Francesco Luceri e Daniela Bardoscia e realizzata in collaborazione con l’Università popolare “Aldo Vallone” e il Museo d’Arte “P. Cavoti” con i patrocini del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e dell’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia. Il percorso artistico ha visto protagonista, nelle sale del museo galatinese, la più recente delle performance artistiche della cosiddetta “arte partecipata” di Scardino, scultore, artista multimediale e pittore, che, formatosi nei più floridi centri artistico-culturali italiani, avvezzo a prestigiose partecipazioni a eventi d’arte nazionali e internazionali, ha conquistato con la sua scultura Athena il pubblico statunitense e con Diana ed Enrico VIII (entrambi esposti per Oblivium) l’internazionale MoMM (Museum of Modern Media). “Finding ways to define reality and be in reality is the big question of our time” scrive l’artista e scrittrice australiana Marlene Sarroff, “Throughout his career there has been no limits to his invention, combining art with life, he looks for the most appropriate situations and then dives into the reality to be completely soaked in it”. Conclude il suo intervento scrivendo “This is where Claudio Scardino performances, really become a magical tool”. Gli “strumenti magici” di cui parla Sarroff, sono ancora per pochi giorni a vostra disposizione. L’Oblio è iniziato l’1 febbraio e, ancora per questa settimana, è possibile intraprendere un percorso catartico, tra i volti e i colori dell’artista leccese. I visitatori potranno ancora essere protagonisti − costretti “a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso”, come scrive la curatrice − con l’Action Painting, intitolata “Opera Continua”, ultimo invito rivolto dallo Scardino ai visitatori, al grido bellico latino “Pugna!” (Combatti!): chi lo vorrà, armato di colori a cera (forniti in loco), potrà divenire guerriero dell’arte condivisa scardiniana. Varcando la sottile linea rossa che simboleggia il mitologico fiume Lete, corso d’acqua di purificazione e dispensatore di dimenticanza, si attraversa l’oblio dei tempi, per ascoltare, attraverso la visione di Scardino, gli echi del passato, dei miti greci e latini, in un recupero di alcuni frammenti della nostra identità multiculturale. Con il sovrano inglese, poi, molto apprezzato dai visitatori, si ritorna alla modernità e si approda alla seconda parte di Oblivium, nel vorticoso affacciarsi dei ricordi, che riguardano l’esperienza dell’artista. Per concludere degnamente il percorso, sarà esposta per il week-end un’opera scultorea, inedita, di Scardino. Verrà, inoltre, predisposta una installazione audio dell’artista, accompagnamento auditivo verso l’oblio. Chiuderà la mostra un programma speciale: a partire dalle 18.30, spettacolo di letture sceniche, sapientemente interpretate da Michela Maria Zanon (artista) e Gianluca Conte (poeta) dell’Associazione culturale “Eterarte”; a seguire, un’esibizione musicale degli alunni della scuola Secondaria “G. Pascoli”. Al termine, lo Scardino proporrà la realizzazione di una scultura in azione, che intersecherà con la creazione artistica teatralità e danza. Oblivium batterà il suo crepuscolo con uno spettacolo di danza, classica e contemporanea, a cura della “Europe Dance School” di Nadia Fiorella Martina, che empirà di vita e poesia le statiche sale del Museo “P. Cavoti”. I visitatori lasceranno questo trasognante viaggio nell’arte, musica e poesia con un rinfresco e una degustazione della simposiaca bevanda, gentilmente offerta dalle Cantine Santi Dimitri.
I curatori colgono l’occasione per ringraziare tutti i convenuti e per lanciare un messaggio: «È possibile far rivivere la nostra città, aprendosi a nuove e giovani forme di cultura. Oblivium, evento eccezionale per tutta la Puglia, è stata allestita senza un solo Euro pubblico. Certamente, se avessimo potuto contare su qualche finanziamento, l’evento sarebbe stato ancora più prestigioso. Ciò nonostante, è stato un successo. Ci auguriamo, per il futuro, che le amministrazioni appoggino le forze che si stanno costituendo per una rinascita culturale del territorio, che finiscano gli oscuri tempi dei finanziamenti clientelari, per permettere al nostro territorio, ricchissimo di potenzialità storico-culturali inespresse, una crescita moderna e florida. Oblivium è il nostro messaggio: è possibile far vivere Galatina, il Museo “Cavoti” e la Cultura. Esistono persone disposte a mettere a disposizione di tutti la loro passione e la loro esperienza. La Cultura è la vera crescita».

Museo civico d’Arte “P. Cavoti”
Piazza Alighieri Alighieri, n. 51,
Galatina (LE), 73013
Tel. 0836/567568
e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170

 
Di Marcello D'Acquarica (del 15/01/2013 @ 22:46:09, in NohaBlog, linkato 3903 volte)

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.  
(Articolo 21 della Costituzione Italiana, comma 1)

 
Così la Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero, che si esplica attraverso la libertà di stampa e la libertà di parola. La libertà di espressione è cardine essenziale di ogni democrazia, riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Abbiamo fatto passi da gigante quanto ad alfabetizzazione, tecnologia e scienza ma quanto ad emancipazione non possiamo dire di aver fatto altrettanto. E’ di questi tempi l’ultima novità in campo giornalistico che riguarda proprio la libertà d’opinione. Non che il cosiddetto caso “Sallusti” sia il caposaldo di quel diritto (anzi questo caso non ha nulla a che vedere con la libertà di opinione: qui si è trattato di una diffamazione bella e buona, e con dolo), ma sicuramente ha rimesso in discussione i confini di quel principio. La libertà d’espressione è un diritto inalienabile, la cui limitazione ne segna la progressiva instabilità, di contro la rinuncia spontanea all’esercizio di tale diritto fa retrocedere l’uomo al rango di bestia. Nel tempo, ed in alcuni paesi in maniera particolare, la scarsa capacità di confronto, e quindi  di scambi culturali, hanno contribuito non poco all’atrofia sociale. C’è un passo nel racconto di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli” (Giulio Einaudi ed. S.p.A., Torino, 1945), che recita così: “il vero nemico della gente comune, quello che impedisce ogni libertà e ogni possibilità di esistenza civile è la piccola borghesia dei paesi con tutte le sue varianti, specie, contro specie, composta sommariamente dal podestà, dal farmacista, dal medico, dall’avvocato e dal prelato”. Lo scrittore si riferisce ovviamente a luoghi e tempi ben precisi, come la Basilicata degli anni ’30 del secolo scorso; luoghi che non si discostano di molto dal nostro paese per tradizioni e cultura. Ma l’eco di questa forma distonica del pensiero, soprattutto nei piccoli centri urbani,  nonostante siano trascorsi più di ottant’anni non si è ancora dissolta del tutto, da un lato per il senso di onnipotenza di chi presume l’inconfutabilità del proprio convincimento dall’altra per un’atavica forma di soggezione a prescindere.  Se senti con l’orecchio giusto, e riesci a immedesimarti in chi non ha quello che tu invece hai, la tua visone della vita si apre nell’essenza del messaggio più eccellente.
Che senso può avere dire di essere disposti all’ascolto delle richieste, dei dubbi, o dei bisogni dell’altro se pretendiamo che l’altro, appunto, debba essere limitato nella sua libertà di espressione?
La comunicazione deve essere interattiva, altrimenti si riduce ad un monologo. E' in un certo senso come la rana quando fa la regina dello stagno, a rispondergli possono esserci solo altre rane, o al massimo un rospo.
L’atto di pronunciare un'opinione, non è mai un crimine, lo è invece minacciare, tacciare, reprimere la libertà a chiunque di esprimersi. Pensare o mettere in discussione liberamente una corrente di pensiero, un’idea politica o religiosa, senza far calunnia ad alcuno, è crescita culturale. Se Gesù ci ha lasciato il comandamento di amare il prossimo e difendere la vita e per questo dico che dagli altari bisognerebbe condannare e scomunicare chi inquina la terra e uccide la vita, esprimo semplicemente la mia opinione che può essere discussa ma mai colpevolizzata. Se una persona non può esprimersi, non può neppure protestare contro ciò che succede.
Da qualche parte ho letto una frase che mi ha fatto accapponare la pelle: “Non dissentire è un buon metodo per restare al sicuro”.
"Non giudicate e non sarete giudicati" (Luca 6,37), può sembrare contemporaneamente il motto di un santo (non giudicare) o di un permaloso (non essere giudicato). Peccato che, se interpretata a rigor di logica, la frase evangelica non sia una condanna del giudizio. Infatti, perché mai essere giudicati deve essere considerato negativo? Una persona intelligente giudica e accetta il giudizio altrui.
Il diritto d’opinione e quello di condizionare la libertà, sono due atteggiamenti che se non gestiti democraticamente portano come risultato l’inciviltà. Ultimamente si è fatto un gran parlare di mafia, anche a Noha. Di recente anche in occasione dell’inaugurazione della scuola elementare di Noha. E anche per voce di Salvatore Borsellino, benemerito rappresentante della cultura antimafia.
Si è detto e ridetto che la mafia attecchisce dove viene a mancare lo Stato. Si rende quindi sussidiaria alla legge che naturalmente interpreta ed impone secondo i propri loschi obiettivi.
Lo Stato non è un ente astratto, ma la nostra stessa capacità di pretendere il dialogo, di autocritica e di partecipazione alle scelte sociali.
Ecco quindi a cosa serve la salvaguardia del diritto d’opinione. Serve a non tornare al tempo del medioevo, del caporalato, o ancor peggio, della dittatura.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 24/01/2014 @ 22:44:30, in Comunicato Stampa, linkato 2668 volte)

Lunedì 27 gennaio, con apertura alle h.18,00, tutta la cittadinanza è invitata a Palazzo della Cultura per partecipare alla manifestazione a cura degli studenti delle Scuole Superiori di Galatina che con la guida dell’Assessorato alle Politiche Culturali e il supporto dell’Assessorato alle Politiche Giovanili, in collaborazione con i dirigenti, i docenti e rappresentanti d’Istituto, hanno elaborato e condiviso, su idea progettuale del dott. Marcello Costantini, attività che sviluppano tra immagini, parole e musica, tematiche legate alle barbarie odierne.

Una iniziativa congiunta, che vuole andare oltre l’aspetto meramente commemorativo della Memoria dell’Olocausto e del Ricordo delle Vittime delle Foibe.
Per questo è stato tracciato un percorso di ATTRAVERSAMENTO del Palazzo della Cultura con ingresso da via Alighieri e, attraverso Biblioteca e Museo, uscita in via Cafaro dalla scalinata d’accesso al primo piano del Museo, come metafora del passaggio tra la BARBARIE PASSATA e le BARBARIE ODIERNE.

Quattro i temi proposti: SHOAH a cura del Liceo Scientifico, FEMMINICIDIO a cura del Liceo Classico, Artistico, Scienze Umane, MAFIA a cura dell’Istituto Tecnico, EMIGRAZIONE/IMMIGRAZIONE a cura dell’ I.I.S.S. Falcone e Borsellino.

Ciascuna scuola ha realizzato sull’argomento prescelto un video di 6/8 minuti. La proiezione avverrà all’interno della sala “C. Contaldo” e sarà accompagnata dalla presentazione degli stessi studenti, tra reading di testi ed esecuzioni di brani musicali, e dalle testimonianze straordinarie di Massimo Albanese, Veronica Valente, Brizio Montinaro, Said Jafari.

Nell’ occasione assisteremo alla proiezione in prima del video realizzato dagli studenti dell’I.I.S.S. “P.Colonna” vincitore della XII edizione del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.

Luci e colori diversi metteranno in risalto le immagini che i ragazzi hanno selezionato e che accompagneranno i visitatori dall’accesso al Palazzo della Cultura, attraverso il Chiostro,la Biblioteca “P. Siciliani”che per la circostanza ha realizzato una mostra documentaria con libri e video sui temi, e il Museo “P.Cavoti”,dove attraverso i monitor appositamente istallati viene ripetuta la visione dei filmati prodotti.

Questo progetto è la dimostrazione che le attenzioni rivolte dall’ Amministrazione ai giovani sono ben riposte e che i giovani sono aperti a relazionarsi con gli adulti, mutuando le rispettive esperienze.

Il parere, raccolto dall’Ass. alle Politiche Giovanili, ing. Andrea Coccioli, conferma che la società deve puntare sui giovani. Per dirla con Rosa Luxembourg, giovani o barbarie.

La manifestazione, nella varietà dei linguaggi sarà vissuta come possibilità di presa in carico della memoria della barbarie passata (siamo tutti chiamati ad assumerci la fatica della conoscenza!) e come crescita di consapevolezza perchè tutto è ripetibile ed il rischio che la barbarie si ripresenti è reale, e perché le barbarie odierne sono tante e solo la conoscenza e la cultura condivise possono insieme costituire un’efficace resistenza per la costruzione di una società più giusta.

Queste considerazioni,espresse dalla prof.ssa Daniela Vantaggiato,Assessore alle Politiche Culturali, hanno animato l’impegno di tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della manifestazione, che nella serata si concluderà con l’intervento del Sindaco dott. Cosimo Montagna.

(Comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione)

https://www.facebook.com/giorno.dellamemoria.5

 
Di Redazione (del 02/02/2017 @ 22:44:11, in Comunicato Stampa, linkato 1581 volte)

“IL FUTURO COMINCIA ADESSO” sono le parole chiave dell’incontro informativo-formativo sul tema “La robotica e sue applicazioni”, che si terrà Venerdì 3 febbraio 2017 presso l’Istituto Professionale “Falcone e Borsellino” di Galatina.

Dopo il saluto del Dirigente Scolastico, prof.ssa Ornella Castellano, e la relazione dell’ing. Luigi Ranieri (ICT Training Centre-Cisco ASC), saranno presentati degli oggetti 3D progettati e realizzati dagli alunni dei diversi settori: Servizi SOCIO-SANITARI con QUALIFICA O.S.S. (protocollo di intesa con la Regione Puglia),  Settore ODONTOTECNICO,  Indirizzo MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (Elettrotecnica, Elettronica, Meccanica e Termomeccanica) e Servizi COMMERCIALI (con QUALIFICA di OPERATORE GRAFICO e DIPLOMA DI TECNICO DELLA PROMOZIONE COMMERCIALE E PUBBLICITARIA).

Il pensiero computazionale è la chiave per riuscire bene nel proprio futuro. Per questo la scuola intende promuoverlo e svilupparlo nelle giovani generazioni, affinché possano trovare soluzioni innovative e creative ai problemi di ogni giorno. Il nuovo laboratorio nasce dall’esigenza di creare spazi alternativi per l’apprendimento che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie, permettano di sperimentare forme di apprendimento collaborativo e laboratoriale per la realizzazione di oggetti 3D, partendo dalla scannerizzazione di oggetti reali, passando alla modellazione tramite software, fino alla realizzazione di prototipi reali tramite due tecnologie di stampa differenti.

Obiettivi del progetto sono: sperimentare forme innovative di didattica attraverso l'utilizzazione in campo educativo della robotica; permettere agi studenti di apprendere divertendosi; stimolare e favorire il pensiero creativo, sviluppare il pensiero logico e la capacità di correlazione; sviluppare la capacità di analizzare e risolvere i problemi; accrescere le capacità decisionali; accrescere il senso di responsabilità e aumentare la propria autostima attraverso la sdrammatizzazione dell’errore, riconsiderato semplicemente come uno dei momenti dell’apprendere;rafforzare la capacità di lavorare per ottenere un obiettivo attraverso la creazione di ambienti di apprendimento flessibili, dedicati alla formazione nell’era digitale. Avvicinare gli studenti al mondo della ricerca e abituarli al metodo sperimentale facilitare la lettura di fatti o fenomeni nell’area scientifica e in quella tecnologica attraverso la costruzione di modelli  stimolare le loro capacità di schematizzare, descrivere "problemi", utilizzare codici sintetici e condivisi. Saranno rafforzate non solo le competenze digitali di base di studenti e docenti ma anche competenze trasversali, con particolare riferimento alla creatività digitale, l’inclusione sociale e l’occupazione.

I.I.S.S. "Falcone e Borsellino" - Galatina

 
Di Redazione (del 04/05/2017 @ 22:43:22, in Comunicato Stampa, linkato 1300 volte)

La Showy Boys Galatina conquista il titolo provinciale nella categoria under 13 3vs3. Il giovane team guidato da Davide Quida si è classificato al primo posto nella final four disputata Mercoledì 3 maggio al palazzetto dello sport di Leverano. A gareggiare, per contendersi l’ambito titolo di campione provinciale, le quattro squadre più rappresentative: scuola Pallavolo Alessano, Bee Volley Lecce, Showy Boys Galatina ed i padroni di casa del Volley Leverano, organizzatori del torneo per conto del Comitato Fipav di Lecce.

I bianco-verdi, che arrivano alla fase conclusiva dopo aver ottenuto otto vittorie su otto incontri nella stagione regolare, hanno affrontato in semifinale l’Alessano vincendo per 2-1 (12-15, 15-6, 15-9). Nell’altra semifinale, invece, il Leverano ha battuto il Lecce per 2-0 (15-10, 15-7).

I ragazzi della Showy Boys sono stati ammessi con pieno merito alla finalissima contro Leverano e dopo una gara avvincente e con una bella rimonta del terzo e decisivo set (15-10, 12-15, 15-14) hanno conquistato il trofeo under 13 3vs3 laureandosi così campioni provinciali. Al terzo posto si è classificato l’Alessano vittorioso per 2-1 con il Lecce (15-11, 14-15, 15-14).

Grande soddisfazione in casa galatinese con la famiglia bianco-verde in festa per un’affermazione importante in campo provinciale e un primo posto che consente la partecipazione del team di Quida alla fase regionale che prenderà il via nei prossimi giorni per poi concludersi, per chi avrà l’opportunità di qualificarsi, con la fase nazionale in programma a Bastia Umbra il 28 e 29 maggio.

Particolarmente emozionato al termine della finalissima l'allenatore Davide Quida: "Faccio i complimenti ai miei ragazzi per l'impegno e la determinazione messi in campo anche nei momenti più difficili del match - dichiara il tecnico bianco-verde - hanno ottenuto un ottimo risultato e in un torneo molto difficile ed equilibrato così come si è potuto evincere nel corso delle gare della final four. Meritavamo un buon piazzamento soprattutto per i risultati conseguiti nella regular season che ci ha visti assoluti protagonisti. Godiamoci questo momento e prepariamoci al meglio alle prossime sfide che ci vedranno competere in ambito regionale".

Soddisfazione anche tra le fila della società che ha sempre supportato questo gruppo nel suo primo campionato under 13. "E' un team nuovo, così come quello che disputa il torneo 6vs6, composto da atleti più giovani per la categoria e provenienti dal settore minivolley - spiega il direttore generale, Libero Masciullo - ecco perché arrivare primi nel girone, accedere alla final four e poi conquistare il titolo di campione provinciale sono stati risultati davvero significativi".

La Showy Boys si conferma come ottima scuola di volley (il club ha ottenuto lo scorso anno il riconoscimento Fipav di scuola regionale di pallavolo) grazie all'attività del suo vivaio. Anche in questa stagione che sta per concludersi, la società galatinese si è distinta nei campionati giovanili gettando le basi per un futuro sportivo di sicuro interesse, considerando, in prospettiva, le opportunità di crescita offerta anche in seno alla prima squadra.

Campioni provinciali under 13 3vs3: Carcagnì Francesco, Fiore Francesco, Pizzola Antonio, Preste Federico, Stifani Luigi. Allenatore: Davide Quida

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 21/11/2014 @ 22:42:20, in NohaBlog, linkato 3043 volte)

Tra i malanni che affliggono i rappresentanti della nostra amministrazione comunale, di cui continuiamo a pagare le conseguenze, un posto privilegiato assume l’inaugurite cronica, una forma di fregola compulsiva che porta sindaco, assessori e turiferari di complemento con macchinetta fotografica incorporata a correre a destra e a manca come tanti ossessi ad inaugurare, appunto, quelle che con un certo senso dell’umorismo si osa definire opere pubbliche. Tutti costoro pensano, in tal modo, di prendere in giro gli allocchi (in molti casi riuscendovi benissimo, essendo la materia prima abbondante in Galatina e dintorni).

Peccato, però, che le inaugurazioni e i tagli dei nastri tricolori siano soltanto delle goffe rappresentazioni di un attivismo fuori senso, se è vero come è vero che le strutture social-popolari che questi tizi fanno finta di aprire al pubblico sono rappresentate dalle solite cattedrali nel deserto. Anzi, più che cattedrali, cappelle.

Non sto qui a tediarvi oltre in merito alla vecchia scuola elementare di Noha, per la quale furono spesi da Pantalone 1.300.000 euro di soldi pronta cassa per poi scoprire che qualcuno, vale a dire l’Innominato, s’era scordato di una cabina in muratura per allacciare l’energia elettrica necessaria al funzionamento di impianti nuovi di zecca (come ascensore, impianto di condizionamento aria e pannelli fotovoltaici). Ad oggi quella struttura opera alla men peggio con un allaccio di cantiere buono soltanto per l’accensione delle lampadine (ma non tutte insieme, s’intende: si rischierebbe il collasso della linea e quindi il blackout). Non sto nemmeno a dirvi – dovreste già saperlo a menadito – che quella specie di assessore ai lavori pubblici galatinesi, meglio noto come l’ing. Loculo, aveva pure provato a promettere la soluzione definitiva del problema “tra giugno e settembre 2014”, per poi scomparire subito dopo il solenne annuncio, come David Copperfield, l’illusionista.

*

Per non smentirsi, la banda larga palazzorsiana ha testé inaugurato (e nella maniera più goffa del mondo) anche il presunto Auditorium, quella specie di costruzione colacementata in fondo al viale don Bosco “per riqualificare le periferie”. E’ il fabbricato che,  al di là dell’estetica, tra gli altri rischi/difetti/schifezze che non possiamo qui sciorinare in dettaglio, ha anche quello di essere attraversato o di tangente o di secante dalla nuova circonvallazione interna (sennò, oltretutto, senza il rombo delle automobili che Auditorium è?).

Non so se qualcuno di voi abbia avuto il coraggio di visitare questo stretto e lungo corridoio cubista con tanto di colonne infami a lato, onde con un tratto di penna su di un progetto e con un po’ di soldi pubblici, i nostri amministratori son riusciti a trasformare gli stupendi “Concerti del Chiostro” nei concerti del mostro.

*

Le altre chicche su questa nuova bella addormentata in viale don Bosco, le scopriremo audendo.

Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (del 20/09/2010 @ 22:41:09, in Fotovoltaico, linkato 3335 volte)

Questa è la storia di un esproprio.
Una sentenza ingiusta, proclamata da un ignobile giudice, ci ha privato senza alcun preavviso del nostro spazio vitale, costringendoci in pochi, risicati metri quadrati. Chi non fosse a conoscenza dell’accaduto, crederebbe che queste siano le farneticazioni di un piccolo e fragile arbusto. Si sbaglia costui, perché a urlare la sua rabbia è un raggrinzito e incazzato ulivo.
Questa è la storia di un esproprio, dicevamo, ma non pensi il lettore che in codeste note si vadano a esporre le ragioni di una delle parti, quella perdente si intende. Non saremmo in grado di tenere discorsi molto lunghi allo scopo di persuadervi, non conosciamo le leggi dell’ars oratoria, né tantomeno ci intendiamo di diritto agricolo.
Il nostro è un racconto e come tale ha la sacrosanta urgenza di essere raccontato, affinché gli uomini, specie egoista per natura, si sentano in colpa in ogni singolo attimo della loro futura annaspante esistenza.
***
Albeggiava quando giunsero in sella ai loro portentosi e assordanti ronzini. La luce del sole vezzeggiava le nostre foglie argentee e la rugiada ingioiellava la fredda corteccia; una brezza leggera solleticava le nostre fronde e un brivido fulmineo, di risposta, scorreva nella linfa per tutto il tronco, portandosi sino alle radici, per poi perdersi nel terreno.
Credevo che nulla al mondo sarebbe stato in grado di dissuadermi dalla convinzione che ogni mattino è concepito nel silenzio più intimo, incontro tra la nostalgia della notte, sbiadita dalla fioca luce della luna, e la speranza del giorno, che si riflette nel nuovo sole. Quello che vidi però mi fece ricredere: gli uomini avanzavano sicuri, calpestando quella stessa natura che li aveva dato la vita, e si dirigevano proprio verso di noi.
Nel pugno di quella chiassosa offensiva venivano sbriciolate per sempre le mie certezze.
Ci guardavamo intorno, qualcuno continuava ancora a riposare indifferente ai rumori che aumentavano sempre più di intensità sino a trasformarsi in insopportabili stridori. Si fermarono davanti a me; il più anziano del gruppo senza dire una parola in quella contorta e stridula lingua umana, che ha bisogno di cambiar tono per incutere paura, fece un incomprensibile cenno con la testa. Nessuno vacillò di fronte all’incomprensibilità della richiesta: qualcosa doveva essere spostata, lì a lato, proprio accanto alla strada.
Gli ulivi tremavano nel silenzio innaturale di quell’attesa. Un albero non può piangere, bisogna avere un’anima per soffrire, e l’uomo, che il più delle volte agisce cercando di sfuggire al giudizio dei suoi pari, lo sa bene, lo ha imparato a scuola che l’albero è una “cosa”. Nessuno quindi sarà giudicato e poi condannato per aver ammucchiato una cosa.
Da inferiori entità inanimate siamo stati quindi usati, ma non è questo che fa strizzare acre olio dalle mie nere olive ribelli. Voi che ve ne state seduti, tranquilli a leggere questo mio racconto, non potete immaginare la brutalità con cui i denti di quei mastodontici espropriosauri hanno azzannato prima il terreno e poi le radici, recidendone molte, estirpandone non poche. Sentire lo scoppiettare di quelle radici che stremate abbassavano la testa dinanzi alla superiorità del loro avversario, ascoltare il pianto delle fronde degli ulivi issati come animali feriti e gettati agonizzanti in quella fossa comune, non è stata una piacevole esperienza.
Un ulivo non piange, abbiamo già ribadito, solo perché l’immaginario collettivo non glielo ha mai permesso, ma la realtà non è schiava come voi delle convenzioni umane. Poggiate un attimo l’orecchio sulla mia ruvida corteccia e sentirete il mio dolore; fermatevi anche voi a guardare la cornice decorativa di ulivi creata per ingannare voi, ma non me, e capirete la mia rabbia.
Io sono l’ultimo di una secolare famiglia di ulivi, unico superstite alla strage. Ora me ne sto dove sono sempre stato, ai margini di questo feudo, affiancato da ulivi fantocci, con lo sguardo abbassato sulle mie radici per evitare di rianimare quel fuoco che arde in ogni singolo mio vaso, alla vista di quegli stupidi alberi moderni, bassi, neri, brutti e senza frutto, che per ignoti motivi hanno rubato la terra a tanti miei simili in tutto il Salento.

Michele Stursi      

 
Di Redazione (del 19/03/2015 @ 22:40:38, in Comunicato Stampa, linkato 1944 volte)

“Donne per la Pace – liberare differenze, costruire parità, educarsi alla nonviolenza” è un progetto che l’associazione Egerthe di Galatina ha realizzato presso l’Istituto Comprensivo Polo2 – Noha (scuola media) mettendo in rete diversi enti, associazioni e realtà istituzionali del territorio.
Il progetto si propone di stimolare ragazzi e ragazze adolescenti alla capacità di acquisire consapevolezza nell’esercizio di una cittadinanza aperta ad una cultura della convivialità delle differenze, capace di coniugare insieme la diversità di genere con la parità attraverso un impegno in prima persona per il benessere emotivo e affettivo proprio e altrui.
Nell’ambito di questo percorso sono stati realizzati tre laboratori per genitori e alunni/e delle due classi di II media (diritti delle donne e delle adolescenti/ educazione alle emozioni / genitorialità e adolescenza) e un evento conclusivo pubblico. Nella serata finale che avrà luogo MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 dalle ore 17,30 presso l’Istituto Comprensivo di via Petronio a Noha, oltre ad una sintesi dei lavori svolti e degli spunti di riflessione maturati nei laboratori, saranno presentate delle testimonianze di donne impegnate a dare voce all’anelito alla libertà e pace in diversi ambiti di vita e impegno nel nostro territorio.

Associazione Egerthe onlus – Galatina

 
Di Andrea Coccioli (del 06/06/2021 @ 22:40:38, in Comunicato Stampa, linkato 594 volte)

Siamo a Galatina e precisamente in via Toma vicino la nota scuola Pascoli. Come si può evincere dalla foto, l'anno scorso era presente una rastrelliera dove i ragazzi potevano parcheggiare le loro bici. Ora la rastrelliera non c'è più da qualche mese. Certo, ho provveduto a informare direttamente chi di dovere ma non è successo nulla. Ad oggi la rastrelliera è sparita ed è evidente che qualcuno l'ha rubata o forse anche spostata. Mi chiedo se è necessario fare una pubblica denuncia per capire cosa sia potuto succedere, fatto sta che quello spazio utilizzato dai ragazzi per parcheggiare in sicurezza le loro bici ora non è più funzionale allo scopo. 

Qualcuno potrebbe darci delle risposte esaustive o anche risistemare una rastrelliera?

Dateci risposta, grazie.

Andrea Coccioli

 
Di Michele Scalese (del 15/03/2022 @ 22:38:46, in Comunicato Stampa, linkato 552 volte)

Mi hanno chiesto: Perchè lo fai?  Chi te lo fa fare? “Per amore!”rispondiamo! Quello con la A maiuscola, quello che ti permette di non sentirti mai in pace con te stesso e che ti mette nelle condizioni giorno dopo giorno di fare di più perchè si avverte di avere un dovere morale verso chi soffre. E ciò che di più bello ho scoperto è il fatto di non essere solo. No! Vivo in un paese, la mia Noha, che mi ha dato tanto e che continua a dimostrarmelo giorno dopo giorno, e il momento di maggiore dimostrazione l’ho avvertita ogni sera della raccolta generi alimentari indetta dal PD di Noha. 

Immaginate un Circolo di un partito qualunque in pieno disordine, sporco per il continuo andirivieni di persone con buste e pacchi in mano ma colmo di beni. Ecco, esso è casa mia, è tutto ciò significa che la politica sta andando per il verso giusto, una politica più vicina alla gente dal momento in cui quei beni rappresentano l’amore fatto dono per gli altri. 

Per questo, cari amici di Noha e non, vi ringrazio singolarmente, ringrazio gli occhi colmi di emozione di ognuno di voi, ringrazio la scuola di Noha, il caro amico dirigente Prof. Melissano, le maestre, i bambini, le mamme e i papà, il personale tutto. Grazie a Natasha, Tatiana e Giorgia, mamme volenterose, grazie alle famiglie, grazie di cuore a tutti. 

Siamo un paese e siamo una scuola che può dare tanto e in questo periodo lo abbiamo dimostrato. Grazie alla Protezione Civile per il servizio svolto in questi giorni di consegna del ricavato che partirà per l’Ucraina. 

Non so come ricambiarvi se non con un abbraccio, magari virtuale e con un semplice GRAZIE. 

Quando si ama non si può che far Bene e noi tutti lo abbiamo capito. 

Michele Scalese e il Circolo PD di Noha.

 
Di Antonio Mellone (del 19/11/2015 @ 22:38:33, in Necrologi, linkato 2975 volte)

Oggi, 19 novembre 2015, mentre spuntava l’aurora, è venuta a mancare all’età di 93 anni la prof.ssa Mimì Piscopo, la prima laureata in “Lettere classiche” della nostra cittadina.

Vorrei ricordarla con le stesse parole di un articolo che vergai in suo onore sei anni fa (cfr. “L’Osservatore Nohano”  - n. 8, anno III, del 9 dicembre 2009).

*

<< Sono di fronte agli occhi color cielo quando è bello di una nohana purosangue: Mimì Piscopo, la mia professoressa di Italiano della mitica “I G” dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina. Le chiedo alcune informazioni sul suo conto per una rubrica che tengo saltuariamente sul mio giornale, una rubrica dal titolo Curriculum Vitae.

Riesco a prendere appunti interessantissimi, ma il rischio è che anziché un articolo qui salti fuori un vero e proprio ponderoso volume. Perché le notizie e le curiosità (che sono come le ciliegie: una tira l’altra) sono interessanti e affascinanti, e riguardano non soltanto un’autentica gloria della scuola del XX secolo, ma anche la storia tutta e l’evoluzione (chiamiamola pure così) del contesto ambientale salentino, quello che ci fece da culla, e che ancora oggi funge da cornice alla nostra vita.

Ma ci provo ugualmente, tentando di lavorare con la lima più che con la penna, e cercando di non perdermi in mille fronzoli. Mi trovo di fronte – dicevo – ad una ragazza di 87 primavere, una Donna che senza indugio ti dice “sono nata il 16 luglio del 1922”, e subito mi viene da pensare che una vera Signora non si fa alcun problema nel rivelare la sua età.

Mimì frequenta a Noha la scuola elementare come molti suoi coetanei. Terminato il ciclo della scuola primaria, sfidando la tradizione che voleva che le donne rimanessero in casa a fare la calza, Mimì decide di sostenere l’esame di ammissione. “Solo coloro che superavano questo esame potevano frequentare la scuola media”.

L’ingresso nella scuola media quindi non era automatico, ma era una prima conquista per chi voleva proseguire negli studi. E’ inutile dire che andavano avanti solo coloro che si sentivano portati, che sovente coincidevano con i figli del censo e del privilegio, mentre gli altri venivano avviati verso un’attività agricola o artigianale, allu mesciu o alla mescia. La maggior parte dei ragazzi dunque si fermava di fatto all’esame di licenza elementare (ed una buona percentuale di essi non ci arrivava punto). “Quanti sacrifici per frequentare la scuola media e poi quarto e quinto ginnasio, e successivamente il liceo classico fuori paese. Erano tempi in cui la gente era costretta a stringere la cinghia. La fame faceva sentire i crampi allo stomaco. Si razionava il pane, addirittura! Il mio povero papà a volte rinunciava alla sua razione per non farla mancare a noi.. Il più delle volte andavamo a Galatina a piedi. Qualche volta alle sei in punto passava una corriera di studenti provenienti da diverse cittadine del Salento. Ci si conosceva un po’ tutti e, prima dell’inizio delle lezioni, si stava insieme a chiacchierare piacevolmente nell’atrio della scuola. A volte, quando pioveva, e quando era possibile, mi accompagnava il mio povero papà, con il suo biroccio trainato da un cavallo”. Qui si capisce benissimo quanto Mimì Piscopo sia dunque un’antesignana dell’emancipazione femminile nohana e salentina: “Non era facile soprattutto per una donna continuare negli studi. Andare a Galatina era come tradire una tradizione. Ma mio padre per fortuna era di più ampie vedute ”.

Ha un sogno, questa Donna, e a costo di sacrifici, di rinunce e di rottura di schemi arcaici, lo realizza. Questo è uno degli insegnamenti più importanti della professoressa di Noha: quando si crede nelle proprie possibilità e si lotta con determinazione ed impegno, non ci sono risorse finanziarie scarse o barriere culturali impossibili da abbattere.

Il “Pietro Colonna” di Galatina, e soprattutto la serietà ed il rigore degli studi che vi si conducevano, lasceranno nell’animo e nella formazione della studentessa Piscopo Cosima un’impronta incancellabile. E certamente – come evinco dalle sue parole – sentimenti profondi di nostalgia, di rimpianto ed anche di commozione. E’ come se, mentre ti parla, sentisse nell’angolo della sua memoria suonare ancora la campanella del “Colonna” incastrata a ridosso di un pilastro quadrato dell’antico chiostro domenicano, quell’aggeggio sonoro che scandiva l’inizio e la fine delle lezioni col tocco squillante dell’Idea che non muore.

La maturità arriva nel 1944. “E ormai volevo andare avanti. Mi consigliavano di prendere Farmacia. Ma io ero contraria all’idea, perché le farmaciste – così dicevo – mi sembravano delle bottegaie (soprattutto per gli orari di lavoro). Decisi di prendere Lettere con indirizzo classico, perché mi piacevano molto il greco ed il latino. E mi iscrissi all’università di Bari, dove avevo un punto d’appoggio presso il collegio Regina Elena”. Già dai tempi dell’università, Mimì evidenzia la sua passione. “Leggere, studiare, insegnare erano la mia passione”, tanto che corre spesso in soccorso alle esigenze di molti studenti amici e di molti colleghi in difficoltà, studiando e ripetendo insieme a loro, dando loro una mano nel superamento degli esami nelle materie più difficili.

In quel tempo i testi classici ed i distici erano per lei a portata di mano e di memoria; dalle sue scarpe, ad ogni passo, sembravano entrare ed uscire aoristi e ablativi assoluti. “Era difficile superare l’esame di latino. Sentivo che molti studenti l’avevano provato molte volte prima di superarlo… Io sostenni lo scritto un anno in anticipo, ancor prima che mi si consentisse di presentarlo. E ricordo il terribile prof. Vantaggiato che mi chiamò – io incredula – per sostenere l’esame orale, che superai subito e brillantemente. Ma non mi esaltavo mai. Questa è la mia indole: tra l’altro ero anche molto timida”.

Cosimina Piscopo si laurea nell’anno accademico 1948-49 discutendo una tesi (scritta a macchina) dal titolo: “La classe rurale in Terra d’Otranto nei primi sessant’anni del sec. XIX”, relatore il chiarissimo prof. G. Masi [tesi trascritta a cura di Marcello D’Acquarica e pubblicata su Noha.it nel luglio 2010].

Rientrata a Noha, inizia sin da subito a dare lezioni private di lettere, latino e greco, come del resto aveva sempre fatto quando era possibile durante la guerra. “Ma non mi pagavano mica!”. Nel 1954 diventa finalmente – come noi studenti l’abbiamo sempre chiamata – “La Piscopo”, sottintendendo “la professoressa” o, come i giovani d’oggi usano dire, la Prof.

Inizia dunque in quell’anno la sua carriera di insegnante di Lettere all’Istituto Tecnico Commerciale di Galatina “che non era ancora statale ma parificato. Tra l’altro io, insegnante, sembravo allora una ragazzina al confronto dei miei studenti”.

Dopo questa esperienza iniziale intraprende un lungo tour in diversi istituti che qui posso soltanto citare di sfuggita, avvistandoli dall’alto come in un ideale volo d’aquila.
Insegna così al Professionale Statale e poi al Professionale Femminile di Galatina. Successivamente a Maglie di nuovo presso un Istituto Tecnico Commerciale, con alcune ore presso il Magistrale di Galatina. Dopo “non ricordo precisamente l’anno” entra nei ruoli della scuola media ed insegna Italiano, Storia e Geografia ad Aradeo e poi finalmente a Noha alla “Giovanni XXIII” dove viene nominata anche vice-preside.

Ma dopo due anni decide di ritornare alle scuole superiori: sicché ritorna all’Istituto Tecnico Commerciale (nel 1981-82, quando chi scrive frequentava la famosa I G) e contemporaneamente al Professionale Femminile dove ricopre la cattedra di Storia. E poi ancora da Galatina a Gallipoli, alla volta dell’Istituto Nautico, con alcune ore settimanali a Carmiano presso un altro Istituto Professionale…“Amavo il mio lavoro. Ero molto scrupolosa. Andavo al lavoro anche con la febbre. E mi volevano bene. Ricordo che quando morì il mio povero papà (insegnavo al Professionale) il preside e tutti i ragazzi vennero al corteo funebre. Questo mi fu di grande conforto.

Raccontare qui la vita a scuola della docente Piscopo sarebbe impossibile: dovremmo indugiare in numerosi, singolari, piacevoli, interessanti particolari, come la preparazione delle lezioni, le spiegazioni, le interrogazioni, i consigli di istituto, gli incontri scuola-famiglia, i compiti in classe corretti a casa (a volte anche con l’ausilio della sorella Laura, che leggeva tutti gli elaborati degli studenti per filo e per segno), i problemi dei ragazzi che trovavano in lei una istitutrice, sì, ma anche una sorella, una madre e a tratti un’amica alla quale confidare i propri dubbi esistenziali. “Ci fu un periodo drammatico, anni terribili, quando a scuola entrò la droga. In un anno in una classe fummo costretti a respingere addirittura 14 studenti. Quanti incontri tra professori e genitori. Alcuni venivano a trovarmi perfino a casa chiedendo consiglio, sostegno, incoraggiamento. Erano problemi delicati: non si poteva far finta di nulla. […] Quante storie e quanti viaggi di istruzione al seguito dei miei studenti. Ovunque in Italia, nelle città d’arte, in montagna… Ricordo anche un viaggio bellissimo a Parigi. E quante esperienze: pensa che una volta andammo a finire persino in discoteca! Tuttora incontro in giro dei miei studenti che mi chiedono: si ricorda di me? Io confesso di ricordarmi dei più bravi. E dei più diavoli.

Chiudo questo curriculum vitae et studiorum su una persona di valore di Noha, non senza aver detto che Mimì Piscopo è stata nominata anche “Giudice Popolare”, incarico che ha esercitato per un certo periodo di tempo nel foro di Lecce. “Il Giudice Popolare è chi, con fascia tricolore, affianca i giudici nelle Corti d’Assise e nelle Corti d’Assise d’Appello, assistendoli nelle udienze e partecipando alle decisioni contenute nelle sentenze”. La scelta di un così delicato compito di magistratura penale (nelle Corti d’Assise si trattano infatti processi penali per i crimini più gravi previsti nel codice) ricadde su Mimì sicuramente per le sue doti di equilibrio, e soprattutto per la sua irreprensibile condotta morale. Anche quest’ultimo incarico è parte sostanziale di un brillante curriculum vitae.

Concludo questo scritto dicendo che a volte noi altri cerchiamo lontano (o peggio ancora in televisione) le persone di valore e degne di lode, ignorando i tesori a noi più vicini, benché umili ed al riparo dalle luci dei riflettori alimentati con l’energia dell’ottusità e dell’insipienza.

Sarebbe saggio se invece ci accorgessimo di chi, pur in atteggiamento di ritrosia, evitando la pompa magna, vive accanto a noi ed ha ancora molto da dare ed insegnare.

Con questi colpi di scalpello mi auguro di essere riuscito ad abbozzare un seppur grossolano profilo “della Piscopo”, alla quale vorrei indirizzare un grazie di cuore per tutto quello che ha fatto per i ragazzi suoi discenti (incluso il sottoscritto) e per il lustro che con il suo studio, il suo lavoro ed i suoi incarichi ha dato alla nostra cittadina.

Infine vorrei chiederle di essere indulgente con me ancora una volta, nel caso in cui nel corso di questo articolo (o di altri) dovessi aver seminato a destra o a manca qualche strafalcione, o, peggio ancora, qualche errore di sintassi o di grammatica che, come usava ripetere la Prof, “è sempre in agguato”>>.

*

Addio professoressa Piscopo, addio Mimì, e buon vento.

Con te se ne va una brava insegnante, una grande Donna, una pagina gloriosa della Storia di Noha.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 28/01/2014 @ 22:37:00, in Comunicato Stampa, linkato 2815 volte)

L’Istituto Comprensivo Polo 2 Galatina, scuola Secondaria di Primo Grado di Noha, in collaborazione con il Club UNESCO di Galatina , nell’ambito del progetto di Educazione alla Pace e ai Diritti Umani promosso dalla Commissione Nazionale UNESCO, ha organizzato un evento formativo in tema di “Immigrazione e diritti dei Minori” rivolto alle Classi Terze della scuola Media; l’incontro avrà luogo Venerdi 31 gennaio 2014 alle ore 10.00, presso l’Aula Magna della scuola Media Statale di Noha in Via Petronio,1.

Introdurrà i lavori la Dirigente scolastica Dr.ssa Eleonora Longo; seguiranno i saluti della Prof.ssa Daniela Vantaggiato, Assessore alla Cultura del Comune di Galatina, del Presidente del Club UNESCO Galatina Salvatore Coluccia, del Vice Questore della Polizia di Stato Dr. Giovanni Bono, del Comandante della Stazione Carabinieri di Galatina Mar. Musardo Riccardo, del Dirigente del Corpo di Polizia Locale Dr. Antonio Orefice.

Relazionerà la Dr.ssa Maria Cristina Rizzo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce, sul tema:” Immigrazione e tutela dei diritti dei Minori”.

 

La scuola riapre puntando in primis alla sicurezza, in un periodo purtroppo ancora estesamente interessato dall’emergenza epidemiologica che stiamo attraversando e che è rinvenibile in molti documenti presenti sul sito.

La nostra scuola, così come tutte le altre istituzioni scolastiche, in linea con il Decreto Ministeriale risalente allo scorso giugno 2020 che contiene le “ linee guida per la ripresa a settembre”, (Piano scuola 2020-21), ha pienamente recepito le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico che ha fornito misure di prevenzione  e raccomandazioni  per gli studenti delle scuole di ogni ordine  e grado, in vista della ripresa dell'anno scolastico 2020/21.

A questo proposito sono state messe in atto una serie di misure per fronteggiare la contingente situazione attuale che si riflette non solo nella modulistica presente sul sito della scuola, ma ha inciso anche profondamente sulle abitudini quotidiane della vita scolastica attuale.

Tra queste misure si possono citare l’adeguamento del patto educativo di corresponsabilità all'emergenza sanitaria in corso e che prevede una ancor più stretta collaborazione tra scuola e famiglia, a partire dai vari vademecum pubblicati per tutte le classi di ogni ordine di scuola con le indicazioni sui comportamenti corretti da tenere o le direttive sulla gestione di una persona sintomatica a scuola.

D'altro canto la scuola garantisce la tracciabilità nella gestione di ingressi e uscite di tutto il personale e non solo, le periodiche operazioni di pulizia e sanificazione degli ambienti, la fornitura dei dispositivi di protezione per alunni e docenti (mascherine e dispenser gel con azione virucida); la nomina di un docente referente Covid per la gestione dei casi di emergenza per ogni plesso e un docente referente generale d'istituto; personale docente “ Covid” di potenziamento per le classi più numerose che necessitano di essere sdoppiate.

Non ultimo la nostra scuola ha poi recepito anche le Linee guida per la Didattica Digitale Integrata ( DDI) che forniscono indicazioni per la progettazione del Piano Scolastico da adottare in modalità complementare alla didattica in presenza, qualora si rendesse necessario ( come si sta verificando parzialmente nella situazione attuale) sospendere le lezioni in presenza e , a questo riguardo, sono in cantiere ulteriori attività di formazione sulla piattaforma digitale Gsuite in uso nel nostro Polo a cura dell’animatore digitale ed anche ulteriori corsi di didattica digitale più specifici per ambito disciplinare  rivolti a tutto il personale e tenuti da esperti della materia.

Di conseguenza, nonostante le nuvole all’orizzonte, le attività progettuali per l’ampliamento dell’offerta formativa della scuola riprendono con forte entusiasmo; sono stati riattivati i Programmi Operativi Nazionali ( PON), già avviati nel precedente anno scolastico per tutti e tre gli ordini di scuola : “ Un click per crescere” con l'obiettivo di potenziare la creatività ed incentivare un uso consapevole del digitale per i bambini di 5 anni e “Give me Five 3”  per la scuola dell’Infanzia, rivolto sempre agli alunni di 5 anni con l'obiettivo di avvicinare i bambini ad un codice linguistico diverso dal proprio e alla conoscenza di altre culture; “Matematica da campioni” per la scuola Primaria e la scuola Secondaria di primo grado con l'obiettivo di potenziare le conoscenze logico-matematiche degli studenti; poi ancora  “ il Francese anche per me” per avvicinare i bambini della scuola Primaria alla conoscenza della lingua francese di livello A1 ed infine il corso di spagnolo per la scuola Secondaria di primo grado , per approcciare gli alunni alla conoscenza della lingua spagnola.

Tra le iniziative più apprezzate nell'ambito del Polo 1 riprende poi il progetto STEM (che vede interessate le discipline di Scienze, Tecnologia e Matematica), con lo scopo di avvicinare a norme di comportamento civili, interiorizzare il rispetto per i beni comuni e la decodifica dei principali segnali stradali.

Da sempre di rilevante interesse per l'utenza, si ripropone anche il progetto KET ( Key English Test) per la scuola Secondaria di primo grado, per il conseguimento della certificazione linguistica di livello A2.

Infine, di importanza cruciale anche in seguito all’inserimento dell’Educazione civica nel curricolo nazionale per tutti gli ordini di scuola e date le emergenze sociali giovanili venute alla ribalta ai nostri giorni, si è resa necessaria l’esigenza di progettare un’unità didattica trasversale che attraversi tutte le discipline “ Noi cittadini in Europa” per promuovere, tra gli altri obiettivi, la diffusione della cultura della legalità, della tolleranza e della solidarietà nelle nostre generazioni future.

 

I docenti dell'Istituto Comprensivo Polo 1 Galatina

Mussardo Emanuela

Schirinzi Gianfranco

Cesari Stefania

 
Di Redazione (del 07/06/2020 @ 22:33:49, in Comunicato Stampa, linkato 781 volte)

Abbiamo letto in questi giorni di tanti finanziamenti utili a migliorare l’edilizia scolastica. Molti comuni hanno ricevuto i fondi necessari. Anche Galatina. E sono interessati tutti e tre gli Istituti Comprensivi. Negli ultimi anni si è investito molto nelle scuole e tanto altro va fatto per dare lustro e sicurezza ai nostri edifici scolastici frequentati giornalmente dai nostri figli. Sappiamo che i progetti finanziati sono anche frutto di programmazioni fatte negli anni passati

Ora è indispensabile, pubblicizzare in modo efficace l’iter procedurale al fine di permettere ai progettisti di partecipare alle realizzazioni dei progetti e alle imprese di candidarsi e prepararsi alla realizzazione degli stessi. I nostri suggerimenti sono due:
1. Realizzare i progetti al fianco delle Dirigenti Scolastiche che conoscono molto bene le esigenze degli spazi da adeguare;
2 Fare presto. Non bisogna perdere tempo.
Sappiamo che gli uffici sono oberati di lavoro e per di più sotto organico, per questo hanno difficoltà a definire progetti cantierabili adeguati e finalizzati al miglior risultato possibile.  Invece, tanti professionisti potrebbero dare un grande contributo sia in fase progettuale che in fase di direzione dei lavori. 

Alcuni lavori che riguardano le scuole, sono già in corso a Galatina. I lavori che interessano strutture scolastiche sono due. I lavori di adeguamento e ristrutturazione della scuola di Piazza Cesari e i lavori presso il Museo con il suo giardino interno di pertinenza della scuola Secondaria di primo Grado di via Toma, Giovanni Pascoli, spazio aperto che potrebbe risultare vitale per la ripresa a settembre.

I lavori menzionati sono fermi da diversi mesi. Già fermi prima del lockdown e non ancora ripresi dopo già un mese dalla fine del lockdown. Sarebbe opportuno conoscere il perché di questi ritardi e non sarebbe male conoscere il giorno della conclusione dei lavori menzionati per dare la possibilità all’organizzazione scolastica di programmare il rientro di settembre.  I ragazzi non hanno bisogno di molti discorsi ma di fatti concreti. 

Sappiamo che a settembre i nostri ragazzi torneranno a scuola ed è per questo che si rende necessario avere a disposizione idonee strutture per ospitare la didattica in sicurezza. Davanti a noi quattro mesi di tempo.

Se davvero tutti siamo interessati ai nostri ragazzi e alle nostre scuole dobbiamo fare presto e bene.

Andrea Coccioli
Italia Viva Galatina

 
Di Redazione (del 22/09/2017 @ 22:33:27, in Comunicato Stampa, linkato 1154 volte)

E’ iniziata una nuova stagione sportiva. La Showy Boys Galatina ha avviato da qualche giorno i corsi della scuola Volley per i giovani pallavolisti della categoria under 18 e under 16 guidati dal tecnico, ex Nazionale, Gianluca Nuzzo, mentre da lunedì 25 settembre (ore 17 alla palestra dell'Istituto Comprensivo "Polo 2" di Noha) toccherà ai più piccoli del settore minivolley dare il via alla stagione 2017/2018.

Si preannuncia un’annata ricca di iniziative e con qualche novità soprattutto in merito ai corsi e allo staff tecnico che si allarga con l’ingresso di giovani e preparati istruttori. Da questa stagione, la Showy Boys Galatina, già scuola Regionale di Pallavolo, ha affiancato ai corsi di minivolley e pallavolo per ragazzi quelli del settore femminile aperti alla fascia di età che va dai 6 ai 13 anni.

“E’ una grossa novità l’avvio dei corsi per le ragazze – dichiara il direttore tecnico del club Francesco Papadia – registriamo fermento attorno al nostro movimento pallavolistico e voglia di partecipare in prima persona alle nostre attività. Le attenzioni verso il progetto di volley riservato ai giovani ci dicono che dobbiamo proseguire per il nostro percorso che ai risultati sportivi vede aggiungersi ogni anno rilevanti risultati tecnici, quelli che per la nostra società sono più importanti nella formazione e qualificazione degli allievi”.

Il direttore Papadia, uno dei fondatori della Showy Boys nel lontano 1967, è orgoglioso del lavoro svolto in questi anni e con un progetto di scuola volley che "si distingue per un nuovo modo di approcciarsi al mondo della pallavolo e per la qualità del programma didattico che viene offerto ai ragazzi e da questa stagione sportiva anche alle ragazze che intendono partecipare alle attività. Per fare della buona pallavolo ed offrire servizi professionali è necessario programmare e affidarsi ad uno staff qualificato".

In questi giorni la Showy Boys Galatina sta raccogliendo le adesioni ai nuovi corsi suddivisi in avviamento allo sport (minivolley) per ragazzi e ragazze dai 6 agli 10 anni e corsi di pallavolo per ragazze under 12-13 e ragazzi under 12-13-14-16. E' possibile effettuare l'iscrizione presso la sede in piazza San Pietro n. 25 a Galatina ma è sempre possibile contattare l'Ufficio di segreteria al numero 347.3849653 per prenotare un appuntamento e partecipare gratuitamente al primo allenamento”.

www.showyboys.com

 
Di Redazione (del 20/05/2013 @ 22:31:05, in Eventi, linkato 2014 volte)

Il 24 Maggio 2013 nella Sala Convegni "Oratorio Madonna delle Grazie" si svolgera l’ultima lezione del II Anno della scuola di Pastorale della Salute.

Di seguito il programma dell'evento presente su SanMicheleNoha.it

 
Di Redazione (del 02/10/2017 @ 22:28:26, in Comunicato Stampa, linkato 1151 volte)

E' un boom bianco-verde. Avvio di stagione sportiva più che positivo per i colori della Showy Boys Galatina. Dopo appena una settimana dall'inizio dei corsi di minivolley e pallavolo, i numeri delle adesioni evidenziano la grande risposta degli allievi che, per ogni fascia di età, hanno scelto di partecipare al progetto di scuola Volley voluto, anche quest'anno, dal club galatinese. In tanti, ragazzi e ragazze, hanno già sottoscritto la loro adesione ai corsi e molti altri in questi giorni si stanno susseguendo in palestra e presso la sede di piazza San Pietro per chiedere informazioni e firmare la scheda di iscrizione. Ai gruppi maschili della categoria under 18 e under 16 si sono riconfermati gli organici under 14-13 che hanno visto l'ingresso di tanti volti nuovi e l'organizzazione di due gruppi di lavoro.

Come noto, la novità della Showy Boys Galatina per questa stagione sportiva, che segna il prestigioso traguardo dei 50 anni dalla nascita, è la creazione di un settore femminile oltre a quello già operativo del settore maschile. Il corso di minivolley e pallavolo per ragazze sta riscuotendo un grosso successo con un gruppo under 13-12 che sta già lavorando in palestra così come quello composto dalle allieve più giovani inserito, invece, nel settore minivolley.

"Ci auspicavamo una risposta positiva all'apertura delle iscrizioni ed è arrivata con un risultato eccellente come numero di adesioni ai corsi - dichiarano i vertici societari - tutti gli allievi sono stati inseriti nei gruppi di riferimento e hanno iniziato a svolgere i corsi secondo un calendario settimanale stilato dai rispettivi allenatori federali".

Attorno alla scuola Volley della Showy Boys si registra grande attenzione e lo si può constatare dalle numerose famiglie che hanno riconfermato la loro fiducia nella società bianco-verde o aderito per la prima volta al progetto sportivo.

"E' sufficiente varcare l'ingresso della palestra per percepire quanto entusiasmo c'è negli allievi e nelle allieve - aggiungono dal club galatinese - c'è voglia di divertirsi, di imparare, di fare squadra e la soddisfazione manifestata in questo avvio di attività dagli iscritti e dalle loro famiglie ci sta già ripagando per l'impegno e i sacrifici nell'organizzazione dei corsi".

La Showy Boys Galatina si conferma, quindi, eccellente scuola di volley con il riconoscimento di scuola Regionale di Pallavolo assegnato dalla Fipav. La segreteria associativa comunica che è ancora aperta la fase di adesione ai corsi maschili e femminili di minivolley e pallavolo suddivisi in avviamento allo sport per ragazzi e ragazze dai 6 agli 10 anni e corsi di pallavolo per ragazze under 12-13 e ragazzi under 12-13-14-16. E' possibile effettuare l'iscrizione presso la sede in piazza San Pietro n. 25 a Galatina ma è sempre possibile contattare l'Ufficio di segreteria al numero 347.3849653 per prenotare un appuntamento e partecipare gratuitamente ad una seduta di allenamento.

www.showyboys.com

 

C’è tempo fino al 15 gennaio per presentare le domande di cessazione dal servizio del personale della scuola che intenda essere collocato a riposo e accedere a pensione a partire dal primo settembre 2015.

Il decreto ministeriale riguarda tutto il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, impiegato a tempo indeterminato.

Le domande di cessazione vanno presentate in via telematica direttamente dagli interessati anche tramite assistenza del patronato ACLI.

Il Patronato ACLI di Lecce ha predisposto fin da subito in tutte le sue sedi (Lecce, Salice Salentino, Castrano, Tricase, Maglie, Galatina, Nardò) un servizio per appuntamento, dedicato al personale della scuola per inoltrare le domande di cessazione dal servizio e per fornire consulenza per la verifica del raggiungimento dei requisiti necessari, effettuare il calcolo presuntivo dell’importo di pensione maturato e per tutta l’assistenza nella presentazione e definizione della domanda di pensione.

Il servizio è completamente gratuito e si può prenotare telefonando al numero 0832.246659 o per   e-mail lecce@patronato.acli.it o presso gli uffici di Lecce in Via Domenico Acclavio n. 74 (zona Aria Sana).

 
Di Antonio Mellone (del 06/10/2014 @ 22:26:06, in NohaBlog, linkato 3116 volte)

Non so chi abbia promosso il “gratta e vinci” collettivo nohano, né m’interessa di saperlo. Liberissimi di farlo, per carità. E’ che però di fronte a certe trovate non riesco proprio a tacere.

Aggiungo, per inciso, che questa del “gratta e vinci” è un’occasione come un’altra per dimostrare, se ce ne fosse ancora il bisogno, quanto questo sito sia libero e di ampie vedute, e dunque quanto l’Albino sia aperto e democratico nell’ospitare punti di vista (o, diciamo così, progetti) tra i più disparati, a volte anche agli antipodi uno dall’altro.

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Sul tema della “fortuna” avevo già vergato un editoriale sul fu “Osservatore Nohano” dal titolo “Gratta e perdi” (cfr. O.N., n.6, anno IV, 9 ottobre 2010) che ovviamente, come avviene per la quasi totalità dei miei scritti, non sarà passato nemmeno per sbaglio dall’anticamera del cervello dell’eventuale lettore (quell’uno che sarà).   

Non voglio qui fare una dotta discettazione sulla “Speranza matematica” o sul “Calcolo delle probabilità” o sulla “Teoria dei giochi” (argomento fondamentale tra l’altro di un mio esame di Economia Politica) o sul concetto di “Gioco equo”, o altri concetti econometrici, ma ribadire qualche considerazione terra terra già a suo tempo enunciata.

E’ risaputo che anche a Noha (come altrove) è pieno zeppo di giocatori incalliti: un dramma endemico mica da ridere. Non si contano gli affetti da ludo-patia, i fuorigioco da tempo, i drogati dalla ruota della fortuna, e i connessi nefasti effetti su psiche e finanza famigliare. E questa trovata del gioco collettivo (certamente promossa da persone a modo, e non affette patologicamente da alcunché) non aiuta mica a contrastare il fenomeno, anzi.

*

Per pura ingenuità ci sono tanti, troppi poveretti che rischiano di dissanguarsi oltremodo, buttando via i soldi con questa specie di dazio sulla disperazione che, badate bene, non va a finire nelle casse dello Stato (magari fosse così: si finanzierebbero scuola, sanità, giustizia, ecc.) ma nei conti correnti delle “case da gioco”, che sono tutte, dalla prima fino all’ultima, fameliche società per azioni a scopo di lucro, molte quotate in borsa (per esempio Lottomatica e Snai, mentre Sisal non ancora), tra l’altro molto ammanicate con certi poteri politici (da cui ultimamente hanno pure ricevuto lauti sconti alle multe comminate loro dalle autorità di controllo, come per dire la Corte dei Conti). Altro che soldi che vanno allo Stato o tasse occulte o imposte indirette. I soldi dei giochi sono tutti quattrini buttati al vento.

Ma torniamo a noi, anzi a Noha.

Voglio esasperare causticamente il concetto aggiungendo che un paese che pensa a grattare (e a grattarsi) è un paese incapace di intendere e di volere, evidentemente non in possesso delle sue facoltà mentali (ma non per questo non imputabile per le sue azioni, o meglio inazioni).

Il paese ideale è quello che “s’infordica le maniche”, soprattutto al fine di evitare la condanna ad un’atavica passività intellettuale ed operativa.

Un paese con il cappello in mano pronto a elemosinare e magari raccogliere gli spiccioli (fossero anche milioni di euro) di una fortuna non conquistata con il proprio lavoro sarebbe destinato alla morte cerebrale, soggetto al fatalismo o al menefreghismo sociale.  

Che gusto ci sarebbe, soggiungo, a raggiungere eventualmente i propri scopi (o l’ “agognato benessere”) senza lotta, senza impegno, senza partecipazione, senza studio, senza democrazia rimane un mistero buffo.  

A Noha servono più lotte e meno lotterie, più studio e più libri e meno televisione, più scarpe e meno pantofole, più movimento di neuroni (che rischierebbero di anchilosarsi) e meno divani & divani.

Senza un’ottica razionale e soprattutto di più lungo respiro saremmo un paese che gratta e perde, ed inutile sarebbe dare la colpa di tutti i nostri problemi solo ai soliti furbetti del quartierino nohano o italiano.

Ciascuno è artefice del proprio destino. Ma prima bisognerebbe capire che il possibile non verrà mai raggiunto se non si ritenta sempre l’impossibile. Purché non sia la lotteria.

*
P.S.

Comunque, vi aspetto tutti in banca per l’incasso milionario del ticket.

Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (del 11/11/2010 @ 22:25:13, in Eventi, linkato 3926 volte)

Nella sala convegni dell’Oratorio Madonna delle Grazie il 13 Novembre 2010 avrà luogo la presentazione del libro “La Sapienza, criterio di Dio” (Arti Grafiche Marino, Lecce, 2010) del nostro amico e collaboratore Fabrizio Vincenti. Un libro da leggere con lentezza e sulle cui pagine riflettere per migliorare il mondo a partire dal nostro “io” troppo spesso enfatizzato. Fabrizio Vincenti, i cui articoli compaiono puntualmente sulla rivista on-line "L'Osservatore Nohano" ormai da tempo, si è formato nel glorioso seminario di Otranto, scuola rinomata, dal Settecento in poi, per la floridezza degli studi e la bontà dei giovani avviati al sacerdozio. Quel pio collegio ha “prodotto” pastori di gran prestigio, sacerdoti e vescovi, ma anche professionisti e uomini di importante levatura sociale, che hanno dato lustro ed onore al Salento e all’Italia: come il nostro Fabrizio, che da laico sta cercando di dar buon nome e reputazione alla nostra cittadina, lavorando nel corpo della Guardia di Finanza ad oltre mille chilometri di distanza da Noha, sua piccola patria.

 

Interverranno:

  • Don Francesco Coluccia, direttore del Laboratorio Culturale Benedetto XVI di Noha,
  • Paola Congedo della Biblioteca Giona,
  • Fabrizio Vincenti autore de “La Sapienza, criterio di Dio”.

Tutta la popolazione è invitata a questo evento culturale.

 
Di Antonio Mellone (del 19/06/2013 @ 22:24:18, in Ex edificio scolastico, linkato 3554 volte)

Finalmente una bella notizia. Pare che il 28 giugno prossimo o giù di lì ci sarà la seconda inaugurazione della vecchia scuola elementare di Noha ristrutturata un paio d’anni fa. Abbiamo dovuto usare tutto il dubitativo contenuto nel verbo “pare” in quanto ad oggi non c’è ancora nulla di ufficiale. Nemmeno il topico trionfalistico comunicato stampa diramato dagli accoliti dell’assessore di turno.

Dunque non c’è che da supporre che il 28 giugno si taglierà ancora una volta il nastro inaugurale della nostra bella struttura pubblica, anche se ancora non se ne conoscono termini, condizioni, costi, attività, e molto altro ancora.

Non se ne parla sul sito ufficiale del Comune di Galatina, né tantomeno su quelli ufficiosi e amici in quanto magari più indulgenti del nostro.

Sì, qui da noi funziona così: le cose pubbliche sono così intime, riservate, misteriose che al confronto i segreti dei pastorelli di Fatima erano rivelazioni arcinote urbi et orbi, e senza bisogno alcuno di interpretazioni esegetiche.

Nel corso dei comizi i nostri personaggi in cerca di elettore si riempiono le garze (e saturano i sempre più cascanti attributi dei cittadini) di “trasparenza”, di “limpidezza”, di “democrazia partecipativa” e di “palazzi di vetro”.

Orbene, Palazzo Orsini potrebbe pure essere diventato di vetro, ma credo si tratti ormai di un vetro quanto meno fumè, appannato, anzi appositamente oscurato in modo tale che chi stia al di fuori non possa vedere nulla di quel che accade e si decide all’interno; e soprattutto chi ha la ventura di trovarsi all’interno (per la benevolenza o gli errori dell’elettorato) non abbia la più pallida idea di quel che accade fuori.

Ebbene, il 28 giugno a Noha ci sarà questa benedetta inaugurazione 2, probabilmente con tanto di acqua santa e champagne per i gargarismi d’occasione, ma non si sa bene ancora cosa si inaugurerà.

Ora, sapendo sin da subito (anzi dalla storia) che, avendo un rapporto idiosincratico con chi s’azzarda a porre qualche legittima domanda (a meno che non sia il solito “giornalista”, vocabolo fungibile con “zerbino”, “scendiletto”, “copia-incollatore” a causa di servilismi e salamelecchi congeniti), i nostri magnifici rappresentanti faranno finta di non aver sentito e, in questo caso come in molti altri casi, letto; e posto che interessare i consiglieri di “opposizione” “nohana” (le virgolette mi vien di metterle sia al sostantivo che all’attributo) sarebbe del tutto inutile a causa del letargo cronico che sembra averli inesorabilmente colpiti (non hanno, infatti, alzato ciglio nonostante i nostri articoli-assist sul tema e nonostante le prossime venture sfilate primavera-estate da parte della maggioranza); tutto ciò premesso mi rivolgo direttamente ai concittadini responsabili del “condominio Noha” nel quale viviamo e li esorto a farsi diretti latori delle domande, dei dubbi e delle istanze in merito a ciò che avverrà in quella bellissima struttura. Ne hanno il diritto-dovere.

E’ ora che una nuova cittadinanza attiva incontri una nuova politica interattiva. L’indignazione passiva è un lusso che non possiamo più permetterci.

Qualcuno potrebbe obiettarmi: perché non chiedi tu? Ma cara grazia, cosa è che sto facendo ormai da anni con i miei articoli, le inchieste, i video e tutto il cucuzzaro?

E’ che ormai quando sentono il mio nome e cognome corrono tutti a nascondersi nei rispettivi bunker, pronti a difendersi ad oltranza.

Ma non è solo questo: è che il 28 giugno non potrò essere presente alla cerimonia de quo - suppongo (ormai si va avanti a supposte) preparata in gran pompa - in quanto impegnato in quel di Roma in un altro convegno, un matrimonio per la precisione (tranquilli, e soprattutto tranquille: non è il mio, almeno per stavolta).

Una prima cosa che il cittadino degno di questa “carica” dovrebbe chiedere ai suoi rappresentanti comunali sarebbe una rassicurazione in merito almeno alla numerosità delle “ri-aperture al pubblico” proferendo più o meno quanto segue:

Caro Sindaco, caro assessore, cari consiglieri non è che per caso dopo questa seconda inaugurazione dovremmo aspettarcene una terza, e poi una quarta e via dicendo, manco fossimo al cospetto della Salerno-Reggio Calabria?

Noi nohani non vorremmo che qui accadesse quanto già avvenuto in molte altre parti d’Italia per altrettante opere pubbliche celebrate un numero incommensurabile di volte.

Noi non vorremmo mica che per questa struttura avvenisse quel che è avvenuto, ad esempio, per la fiera di Milano, inaugurata chissà più quante volte dagli amiconi Maroni, Berlusconi, Formigoni: non vorrete mica emulare tutti quelli cogli-oni. Non è proprio cosa. E poi qui non abbiamo tanto tempo da perdere dietro alle vave.

Ma c’è un altro dubbio che ci attanaglia.

Scusate, ma è stato risolto una volta per tutte il problema dell’allaccio all’energia elettrica? Ci avevate detto che bisognava prima di tutto costruire la famosa cabina elettrica di trasformazione per l’altrettanto famoso collegamento dei 50 kwh, altrimenti nisba. Bene, è stata realizzata questa benedetta cabina, magari all’insaputa dell’assessore, o era tutta una bufala per farci perdere tempo e inchiostro virtuale a iosa?

Oppure siamo punto e a capo e stiamo qui convenendo per l’ennesima farsa, cioè l’allaccio provvisorio o “di cantiere” dei 10 kwh che faranno funzionare la struttura ma solo in parte (per esempio non funzionerà l’ascensore e l’impianto fotovoltaico sulla terrazza potrà arrugginire senza aver prodotto un solo chilowattora in vita sua, tanto chi lo vede)?

Oppure ci penserà la nuova cooperativa aggiudicataria a colmare questa deficienza progettuale ed attuativa? Sicché il Comune non sborserà nemmeno una lira?

Non è che ancora una volta stiamo facendo le cose all’italiana, cioè come “pragmatismo” comanda?

E infine, chi sarebbe codesta nuova cooperativa aggiudicataria? Qual è il suo “curriculum vitae”? Da chi è formata, diretta, gestita? Chi sarebbero gli “educatori”, posto che siano previsti? Quale la loro formazione o il loro pedigree? Quali sono le garanzie concesse da questa società al Comune di Galatina?

Ci sono già dei ragazzi del circondario “pronti” per essere ospitati qui a Noha? Si sta facendo davvero tutto a regola d’arte? Quanto costerà tutto questo marchingegno alle casse pubbliche? Per quanto tempo verrà affidata questa struttura all’organizzazione de quo? Cosa ha in mente di realizzare? I cittadini di Noha potranno usufruire dei servizi della struttura?

Grazie.

Cari concittadini queste e molte altre sono le domande da porci. Quindi da indirizzare immediatamente ai nostri rappresentanti comunali.

Se qualcuno per miracolo vi dovesse rispondere andate senza indugio ad accendere un cero alla Madonna per grazia ricevuta.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 24/10/2016 @ 22:23:29, in NohaBlog, linkato 1972 volte)

Ragazzi è dura. Raccontare balle è più facile che smontarle. Una scemenza si proferisce in pochi secondi: per confutarla, invece, devi impiegare almeno dieci minuti, un quarto d’ora. Capite bene ora qual è l’improbo compito nostro di fronte ad una serie infinita di minchiate così generosamente elargiteci dai sostenitori della novella schizzoforma costituzionale.

*

A questo proposito vi racconto una storia. Vera. E attualissima.

Di recente ho dato una mano a DX (nome che non svelerò mai), una mia compagna di università, di qualche anno più piccola di me, per il superamento del famoso concorso pubblico per la scuola: classe d’insegnamento A017 - Discipline Economico-Aziendali, la mia specialità. Ora dovete sapere che DX, pugliese d’origine, è già una professoressa (ma precaria) in un istituto superiore dell’Italia del nord. Lecco, per la precisione.

Come è possibile fare il tutor a distanza? Facile. Basta avere esperienza nel campo, passione (leggere, studiare e insegnare è uno tra i miei hobby preferiti) e, in questo caso, anche l’ausilio di telefono, telelavoro, telepass e, visto il contesto, telelecco.

Quella testé trascorsa è stata una settimana cruciale: non so più quante volte ci siamo sentiti e scritti in merito alle ultime dritte per l’orale di questo benedetto concorsone. Che alla fine, devo dire, DX ha superato brillantemente il pomeriggio inoltrato di venerdì 14 ottobre 2016.

Sempre venerdì scorso, dopo i numerosi contatti mattutini per gli ultimi dettagli, verso le 21 tutta contenta la mia prof.- discente mi chiama per ringraziarmi e per raccontarmi per filo e per segno l’andamento della lezione simulata, i particolari del colloquio, e il voto al termine della lunga interrogazione da parte dei commissari.

Dopo le congratulazioni, e i miei soliti “hai visto?”, “che ti dicevo io?”, “meno male che mi hai ascoltato”, “io non sbaglio mai”, eccetera eccetera, vista l’attualità, le faccio: “Senti DX, dopo tutto questo, mi dici cosa voti al referendum sulla Costituzione?”.

Mi risponde sicura: “Siiissimo”.

- Siiissimo? E come mai ne sei così convinta?

- Ovviamente per cambiare.

- Per cambiare cosa?

- Questo stato di cose, questo schifo.

- Bè se volessi veramente cambiare questo stato di cose, basterebbe votare NO e mandare a casa chi fa finta di governarci da un paio d’anni con chiacchiere e distintivo. Se voti Sì, invece, dai ancora più forza a questi figuri che rimarranno al potere senza più limiti, e se possibile con ancor più spocchia. Anzi se davvero volessimo cambiare questo “stato di cose o questo schifo” – come dici tu - basterebbe provare a realizzare i principi della nostra Costituzione, non a buttarla nel cesso. Ma al di là di questo: hai letto la nuova carta, o meglio i 47 articoli che vogliono cambiare?

- Veramente no, sono stata impegnata con il concorso.

- Bè, allora in base a cosa voterai sì, in base agli slogan che ti raccontano a reti unificate? Ma ti rendi conto che tu sei una professoressa? E’ questo il metodo che insegni ai tuoi ragazzi?

- E questo che c’entra.

- Come che c’entra. Mica s’insegna a ragionare o a scegliere per sentito dire. Mica fai una ricerca utilizzando fonti di seconda mano. Ma hai letto la riforma del senato, e in particolare l’articolo 70, e poi di seguito il 71 e il 72?

- No.

- Bè, provaci. Se riesci a capirli e a spiegarmeli è capace che voto anch’io per il sì. Ma ti sei accorta che è scritta con i piedi? Anzi con i calli dei piedi?

- Ti dico che non l’ho letta. Ma voto sì per mandare a casa la vecchia classe politica che vota NO compatta, tipo i D’Alema, i Brunetta, i Fini, e anche Berlusconi.

- Bè, in effetti certi personaggi a volte sono controproducenti alla causa della Costituzione e dunque a quella del NO. E comunque D’Alema, Fini, Berlusconi e anche Brunetta sono ormai belli che cotti. Diciamo che i danni, li hanno già fatti a tempo debito. Invece tra gli esponenti della “nuova classe politica”, quella che vota compatta per il sì, si annoverano quegli altri gigli di campo (santo) che rispondono ai nomi di Casini, Pera, Urbani, Verdini (che sta di fatto con un piede dentro il governo), e poi c’è quell’altro virgulto che è Napolitano (più vecchio della costituzione che vorrebbe cambiare perché “vecchia”, per dire), senza scordarci di Alfano (il fratello di suo fratello), e anche Maurizio Lupi, Flavio Tosi (stavo per dire Flavio Briatore: che ovviamente vota sì). Più che il nuovo che avanza, il vecchio che è avanzato. E poi, cara DX, mica uno vota perché certi “vip” si esprimono in un senso o nell’altro. Tu sei una prof – lo vuoi capire una buona volta? - e non puoi dar retta a questo o quell’altro. Dovresti, diciamo così, provare a ragionare con la tua testa.

- Vabbé, ma il senato.

- Il senato, cosa? Hai visto che il senato esisterà ancora, nonostante le chiacchiere? Ti è chiaro almeno che non è più elettivo, e che non potremo più sceglierci direttamente nemmeno un senatore? Nel senso che il 5% dei senatori sono scelti dal capo dello stato (che a sua volta verrà scelto come verrà scelto: puoi immaginare come), 21 sono tra i sindaci di chissà quali città, mentre 74 senatori saranno nominati tra i consiglieri regionali. E poi mi dici quando sindaci e consiglieri regionali, con questo doppio incarico, avranno il tempo di viaggiare alla volta di Roma, studiarsi le leggi, proporne di nuove, apportare gli emendamenti, discuterli, votarli? Come potranno far bene nel loro doppio ruolo di sindaci e/o consiglieri e poi anche di senatori? Non trovi che qui si sta stravolgendo tutto, a cominciare dall’articolo 1 della Costituzione che parla di sovranità popolare, nel senso che i membri degli organi legislativi dovrebbero essere eletti direttamente dal popolo?

- Ma si risparmiano un sacco di soldi.

- E dagli con ‘sti soldi. Per risparmiare quel “sacco di soldi” basterebbe ridurre di un 10% non di più gli stipendi di tutti i parlamentari e un po’ di privilegi. E’ che tu e quegli altri che parlano per partito preso pensano ai costi della democrazia e non invece a quelli dell’autoritarismo. Ci sono mille modi per ridurre davvero le spese della politica, e non questa pigliata per fessi.

- E poi la riforma del titolo V, ma dai.

- Scusa DX, ma hai almeno capito quali sono le novità di questa schifezza chiamata riforma a proposito di titolo V?

- Veramente…

- Bè, te lo dico io. Il nuovo articolo 117 (che fa parte di questo benedetto titolo V) parla di competenze, anzi di potestà legislativa esclusiva in determinate materie. Ma lo sai che il governo centrale avrà il diritto di fare tutto quel cavolo che vuole, e senza possibilità di appello, in tema di porti, aeroporti, autostrade e cosiddette infrastrutture per l’energia? Con questa riforma il controllo del territorio viene sottratto alle regioni per passare al governo centrale. Punto. Il che significherà mani libere su tutto: cemento, discariche (anche di scorie nucleari, per esempio sulla Murgia - ci hanno già provato una volta, ricordi? No), Tap, Tav, trivellazioni in mare e in terra, ponte sullo stretto, strade a chissà quante corsie (e follie), tempa rossa, Ilva, per non parlare delle altre grandi opere inutili, dannose e costose che grazie a Dio non mancano mai in agenda. Dimmi, DX, sei contenta se non conti più un cazzo?

- Antonio, con te non si può ragionare.

 

p.s. 1 Chiedo scusa se ho dovuto accorciare il resoconto stenografico della telefonata con DX. Ribadisco che fatti e personaggi sono reali e non frutto di un'invenzione letteraria. Purtroppo.

p.s. 2 Ringrazio Marcello D’Acquarica per la sua ennesima sagace e mordace vignetta.

Antonio Mellone

 
Di Fabrizio Vincenti (del 10/06/2018 @ 22:23:23, in NohaBlog, linkato 1317 volte)

Galileo Galilei, per difendere il suo sistema eliocentrico (è ancora la terra che gira intorno al sole, ricordiamocelo), scrisse a Simplicio: «Venite pure con le ragioni e con le dimostrazioni, vostre o di Aristotele, e non con testi e nude autorità, perché i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta».

Chi mi conosce sa che questa citazione la uso tutte le volte che mi trovo a parlare a un gruppo di persone. È diventata quasi una mia regola di vita, trattare della realtà piuttosto che della fantasia. Questo detto da Galilei è lo stesso motivo per cui Matteo Renzi e il suo partito hanno perso alle scorse elezioni politiche, a causa del loro mondo di carta. Mi spiego. Tutto quello che noi tracciamo sulla carta, diagrammi, progetti, disegni tecnici, non sempre funziona nella realtà.

Quando Renzi parlava di condizioni economiche migliorate degli italiani, di immigrazione gestita bene, di un milione di posti di lavoro creati, di diritti civili riconosciuti, di vaccini non in discussione, di che cosa stava parlando, della realtà o del suo mondo di carta? Penso che la risposta sia evidente. Tutto ciò che filava sulla sua pagina non trovava riscontro nel mondo reale. È chiaro che non sono i dati a descrivere la realtà (troppo complessa per stare su un piano bidimensionale), ma nonostante questo, non possiamo fare a meno di essi per capire almeno l’orizzonte che abbiamo davanti. Eppure quasi tutti i dati possono essere confutati e smentiti da altri: provare per credere.

In Italia quasi sei milioni di persone, circa il 9% della popolazione, nel 2017 erano in povertà assoluta e circa tre milioni in povertà relativa. Perché allora continuare a insistere di non voler guardare nello stesso telescopio in cui guardava Galilei per riconoscere, una volta per tutte, come girano le cose? Perché ostinarsi nel dire “lo ha detto Renzi o pinco pallino, dunque è così”? Galilei avrebbe detto: “Non mi fido neanche se si tratta di Aristotele, se costui non mi porta le dimostrazioni”.

Il fatto è che l’Italia e i suoi pseudo-politici non possono più permettersi di parlare dei loro mondi di carta, perché la gente non vive sui fogli, ma nella realtà sensibile. Che senso ha insistere sulla tassazione se solo nel 2017 si contavano 111 miliardi di evasione fiscale? Quali sforzi vogliamo fare se ogni sacrificio fatto dagli onesti viene assorbito dal buco nero dei disonesti? Se la soluzione nella realtà fingiamo che non ci sia, qualche politico, come ha fatto Matteo Renzi e quelli prima di lui (e forse come faranno anche questi attuali), troverà la soluzione sulla carta: aumentiamo il debito ma investiamo. Investire cosa e in che cosa? Nell’industria trentapuntozero, nella scuola novepuntouno, in infrastrutture del tutto inutili, in tonnellate di cemento sparato tutto intorno a noi? O forse bisognerebbe semplicemente investire sulle persone, sulla loro capacità di realizzarsi, sulle loro possibilità di fare ciò per cui sono in questo mondo? Cosa vogliamo investire con un debito pubblico che nel 2017 era di 2.302 miliardi di euro, pari al 131% del Pil, cioè trentuno volte più di quello che abbiamo prodotto? Se siamo il terzo paese al mondo per uso di droghe e la droga nel nostro paese fortunatamente è illegale, non ci viene il sentore che miliardi di euro sono nelle tasche della criminalità organizzata, cioè nelle tasche delle “mafie”, e dunque è dalle loro tasche che bisognerebbe partire?

Preoccupiamoci pure dei nostri risparmi, visto che sui conti correnti degli italiani risultano esserci un totale di 1.329 miliardi di euro, ma di quel 41% della popolazione che non risparmia nulla, in quanto spende fino all’ultimo centesimo del suo reddito (e non gli basta neanche), chi si preoccupa? Se al netto degli immobili gli italiani possiedono risparmi qualcosa come 4.228 miliardi di euro, perché è impensabile parlare di patrimoniale quando c’è qualcuno che ha più di tre o quattro immobili?

È chiaro che le cose da fare sono tantissime, ma deve essere altrettanto chiaro che, anche qualora non riuscissimo a pagare il nostro debito (c’è qualcuno che ancora crede che si possa rientrare da un debito del genere, 2.307 miliardi di euro in forte aumento?) non ci sarebbe la fine del mondo, ma la fine di un mondo, quello di carta, dove le cose funzionano solo disegnandole con la matita di Renzi o Berlusconi. Sarebbe ora di lasciar perdere i nomi, anche se si dovesse trattare di qualcuno con la stessa dignità pari a quella di Aristotele, poiché un solo telescopio nelle mani di chiunque abbia almeno il coraggio di guardarci dentro, senza la presunzione di pensare che le cose vanno come lui le ha disegnate, potrebbe rivelare il verso e il senso reale di come siamo veramente. Prima di scrivere sui massimi sistemi del mondo, io un’occhiatina al telescopio gliela darei sempre.

Fabrizio Vincenti

 
Di Antonio Mellone (del 06/11/2014 @ 22:22:17, in Ex edificio scolastico, linkato 3749 volte)

I nostri interventi su questo sito rimasti senza e-sito, a proposito della famosa Trattativa “Cabina Elettrica – Ex scuola Ristrutturata Anzi No”, dimostrano, semmai ce ne fosse il bisogno, che a Galatina, oltre al resto, abbiamo anche un assessore ai Lavori Pubici che sembra si sia dato alla macchia come un qualsiasi latitante allo sbaraglio.

Il fuggitivo o smemorato di assegno (di 1.300.000 euro di soldi nostri pagati per una ristrutturazione da incorniciare in una lapide, magari mortuaria) ci aveva assicurato che tra “giugno e settembre 2014” questa cabina in muratura avrebbe finalmente visto la luce.

Invece, ad oggi, questa benedetta luce non l’ha ancora vista né la cabina né noi né i poveri avventori di quell’edificio scolastico, che vien fatto funzionare alla men peggio dagli eroi addetti, grazie all’arte dell’arrangiarsi e per il tramite di un “transitorio” allaccio di cantiere (o candeliere o braciere o incensiere, a seconda delle circostanze e delle esigenze).

*

A dirla tutta, un po’ di colpa ce l’abbiamo anche noi per aver dato retta alle parole di un signore, il suddetto novello Assessore alla Felicità, che evidentemente non lesina promesse che hanno la stessa valenza delle circonlocuzioni proferite da un televenditore di cravatte, panettoni, padelle antiaderenti o materassi antidecubito (ma almeno in questi casi il consumatore avrebbe il diritto di ripensamento entro otto giorni: qui no).

Ora, giunti a questo punto, prima di perdere del tutto le speranze, visto che l’appello al consigliere Carlo Gervasi pare caduto nel vuoto e che l’opposizione-chiamatemi di Noha sembra venuta prematuramente a mancare all’affetto dei suoi cari, ci rivolgiamo come ultima spiaggia agli “attivisti” del locale circolo PD, quelli che si riuniscono nella fu-casa del popolo di piazza San Michele. I quali, salvo errori, pare abbiano creduto o forse credono ancora alle parole del loro assessore di fiducia, Mr. Coccioli, che sembra sia addirittura più volte venuto in trasferta a Noha ad incontrarli di persona (forse per prenderli meglio in giro guardandoli negli occhi, e a chilometri zero).

Ora crediamo che questi cittadini di Noha, in un sussulto di autostima, potrebbero per un attimo attivare le loro funzioni cerebrali, senza esagerare s’intende, e convocare il compagno-assessore indirizzandogli parole affettuose del seguente tenore: “Caro Assessore ga-latitante, siamo stanchi di passare per gli zimbelli di piazza San Michele, l’agorà che ha preso, e non solo metaforicamente, le fattezze di una natura morta cubista (il riferimento all’asfalto sconnesso, all’orologio fermo e alla torre decadente è puramente causale). Noi non vogliamo più comportarci come Ponzio Depilato pronto a lavarsi pragmaticamente le mani, se è vero come è vero che persino noi, su questa storia della cabina elettrica, abbiamo le scatole piene. Cosa credi, che siamo proni a tutto? E che l’acronimo del nostro PD stia per Perduta Dignità? E infine che tutti, ma proprio tutti i nohani abbiano l’anello al naso o che siano de coccio-li?

Caro Assessore, permettici di rivolgerti un’ultima ma riepilogativa domandina semplice semplice: non è che per caso ci hai presi per il culo?

P.S. Sabato primo novembre scorso, nei pressi del cimitero di Noha, è stato avvistato il sindaco Montagna in compagnia di un nugolo di cortigiani. Sarà forse per l’omaggio al loculo ignoto.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 13/09/2011 @ 22:21:59, in NohaBlog, linkato 2955 volte)

Chiudiamo le scuole!”, urlava nel 1914 Giovanni Papini nel suo pamphlet contro le scuole, definendole “casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi”, “reclusori per minorenni istruiti per soddisfare a bisogni pratici e prettamente borghesi”, “ il mezzo più decente per levarsi di casa i figlioli che danno noia” e ancora “fabbriche privilegiate di cretini di stato”. (iconscarica il pamphlet di Papini in allegato all’articolo).

Le provocazioni di Papini per certi versi suonano alquanto attuali pur risalendo all’inizio del ‘900. Ancora oggi sentiamo dire da più parti che la scuolanon insegna quasi mai ciò che un uomo dovrà fare effettivamente nella vita, per la quale occorre poi un faticoso e lungo noviziato autodidattico”, “appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare tutto quello che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo”. Tuttavia nei secoli la scuola e i metodi di insegnamento hanno fatto molti passi in avanti, è cambiato il rapporto tra studente e professore che non è più visto come colui che “detta il suo verbo dall’alto” o che si abbandona alla “sadica voluttà di potere annoiare, intimorire e tormentare impunemente qualche migliaio di bambini o di giovani”. Giovanni Papini qui si riferisce ovviamente ad un ambiente scolastico ormai ampiamente superato, ma leggendo il pamphlet alcuni aspetti sembrano ritornare ancora oggi e se non fossero così intelligenti quelle stesse parole starebbero bene sulla bocca di un qualsiasi politico della seconda repubblica.

Oggigiorno si sta cercando di arrivare per vie traverse alla chiusura della scuola pubblica, ma i motivi sono ben distanti da quelli che saggiamente era riuscito ad argomentare allora il Papini (motivi alquanto discutibili, risibili se vogliamo), ovvero la libertà di imparare a contatto con la realtà, di vivere la fanciullezza e la giovinezza senza alcun incarceramento scolastico, la libertà di scegliere. Il sistema scolastico italiano è come un superstite di una guerra (di riforme che si sono rovinosamente avvicendate negli anni), che l’ha portato in uno stato confusionale tale per cui vivacchia, cerca di tirare avanti giorno dopo giorno grazie alla buona volontà di chi gli sta intorno, ma sa che prima o poi dovrà farla finita.

Attenzione, i Papini di oggi non si vogliono più uccidere la scuola in quanto “casamento o reclusorio”, ma piuttosto “le ragioni della civiltà, l’educazione dello spirito, l’avanzamento del sapere” di cui è garante nella società. Il guaio è uno solo, direbbe Papini rivolgendosi ai nostri politici, “Nessuno – fuorché a discorsi – pensa al miglioramento della nazione, allo sviluppo del pensiero e tanto meno a quello cui si dovrebbe pensar di più: al bene dei figliuoli”.   

     Michele Stursi

 
Di Antonio Mellone (del 01/05/2020 @ 22:19:56, in NohaBlog, linkato 1185 volte)

Semplice. Basta interpretare la Costituzione a proprio piacimento, a partire dall’articolo uno, senza scordare il trentasei.

Praticare il politically correct, facilitare il vocabolario, semplificare il numero dei pensieri riducendoli all’Unico. Seminare ignoranza in modo da trasformare in miraggio la coscienza di classe. Ridurre lo studio all’alternanza scuola-lavoro, più che renderlo occasione di interrogativi critici.

Promuovere a Cavalieri del Lavoro i padroni e quasi mai i loro operai. Confondere le acque facendo credere alla classe dominata di essere la dominante. Ritenere che i sindacati firma-tutto facciano gli interessi dei loro assistiti. Scaricare sui lavoratori la cagione della loro oppressione.

Stimolare la guerra tra poveri e mortificare la lotta di classe. Continuare a estrarre plusvalore dalle fasce più deboli della popolazione. Parlare di Legalità scordando la Giustizia. Reputare il Liberismo come passaggio obbligato alla Modernità. Far credere che la disoccupazione sia colpa dei fannulloni.

Considerare certi diritti come un optional. Lasciare al palo i salari e portare acqua al mulino dei profitti. Caldeggiare il lavoro a titolo gratuito. Dare la colpa al cuneo fiscale con l’assunto secondo il quale la questione retributiva sia un problema meramente redistributivo. Prendere per verità assoluta il fatto che il salario minimo sia di intralcio a “sviluppo e crescita”. Vedere gli stipendi come un costo e non come un pezzo di società da rispettare.

Non capire che il saccheggio dei beni comuni è l’altra faccia del profitto. Pensare che il fine ultimo delle politiche economiche non siano il benessere e la piena occupazione, ma la “concorrenza e la competitività”. Parlare in continuazione di merito e di competenti (confondendone gli epigoni con i leccapiedi), e, dio non voglia, di resilienza.

Spacciare per labouristi i partiti che promuovono lavoro flessibile, mobile, in affitto, esternalizzato, in subappalto, facilmente licenziabile, riunito in false cooperative, così, per essere “al passo coi tempi”. Condonare l’evasione contributiva. Celebrare i funerali dei morti sul lavoro come se niente fosse. Non cogliere il fatto che smart-working è “divide et impera”, capitalismo che entra in casa, controlla, comanda con algoritmi, e assorbe tempo libero. Definire Occasione lo sfruttamento, tipo i part-time con prestazioni di otto ore al giorno.

Ammettere come normali le liberalizzazioni, le aperture festive, i turni massacranti, e venderli a suon di slogan: “24 ore su 24”, “sette giorni su sette”, o “365 giorni all’anno”. Travestire di Opportunità le molestie morali, le minacce velate e le intimidazioni edulcorate come metodo di gestione delle cosiddette risorse umane. Chiamare risorse umane le persone.

Prenderle per il culo con la festa del primo maggio.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 25/11/2012 @ 22:19:02, in Circonvallazione, linkato 3793 volte)

Il primo novembre scorso, all’indomani della “Presentazione della nuova circonvallazione Sud-Ovest” che avevo visto (inorridito) su galatina2000.it, ed alla luce delle battaglie portate avanti, tra gli altri, anche da Tonino Baldari sulla salvaguardia dell’antica quercia vallonea che verrebbe tradita da questa “opera” “pubblica” (ci vogliono le virgolette sia su opera e sia su pubblica), invio da Milano (dove mi trovavo per una breve vacanza: non potevo perdermi la mostra su Picasso) il seguente lapidario sms alla Roberta Forte: “Cara Roberta, non dobbiamo salvare solo una quercia, ma ogni centimetro quadrato della nostra terra. Come i rifiuti non si riducono con gli inceneritori ma prima di tutto con minori consumi, e poi con la raccolta differenziata, così il traffico di Galatina non si ridurrà con una circonvallazione ma lasciando a casa le macchine, e usando di più il cervello per muoverci. Io continuerò a lottare ancora per questo. E tu?
Nel pomeriggio della stessa giornata, mi perviene, sempre sul telefonino (non ho l’i-phone, né bazzico su face-book), la risposta della Roberta: “Io non ho mai smesso, consapevole però che l’obiettivo non si raggiunge premendo il tasto di un telecomando, ed anche che spesso ciò che appare non è quello che sembra, e che bisogna affrontare le cose, analizzarle e trovare le soluzioni”. E poi ancora, saltando da palo in frasca: “Sbaglio o credevi che la ristrutturazione della scuola a Noha fosse un bluff e che la sua chiusura nascondesse chissà quali nefandezze? Io sto imparando ad accordare meno fiducia a quello che mi viene detto, al contrario spero che tu possa iniziare a fidarti appena un po’ di più. E’ un lavoro difficile per entrambi.
E qui, prima di entrare nel merito della prima parte di questa risposta, vorrei liquidare la seconda (quella a proposito della vecchia scuola elementare di Noha che inizia con “Sbaglio o credevi…”) con un brano della mia replica che suona così: “[…] Per quanto riguarda la scuola di Noha non ho mai pensato a chissà quali nefandezze: è fin troppo evidente la sciatteria con cui s’è lavorato […]”.
Avrei voluto aggiungere che probabilmente la mia interlocutrice non aveva letto una beneamata mazza di tutto ciò che avevo scritto sul sito di Noha, e soprattutto che non avevo “accordato alcuna fiducia a quello che mi viene detto”, anche perché non mi era stato detto proprio nulla, purtroppo. Anzi, ero stato (per mesi, invano) alla disperata ricerca di qualcuno che mi raccontasse più o meno ufficialmente qualche verità sullo stato di fatto della struttura, che, oltre tutto, era sotto gli occhi di tutti, anche dei ciechi, dei sordi, dei plaudenti, dei bendati e degli imbavagliati. Ma lasciamo, per ora, il semi-bluff della vecchia scuola di Noha, e ritorniamo a noi, cioè al tema della circonvallazione di Galatina, ed alla prima  parte del messaggio della Roberta, che sembra scritto in politichese puro.
Quando ho letto che “l’obiettivo non si raggiunge premendo il tasto di un telecomando” e che “ciò che appare non è quello che sembra”, e che “bisogna affrontare le cose”, eccetera eccetera, ho capito il dramma umano della nostra vice-sindaco (l’avrei abbracciata): insomma è come se volesse dire, ma, data la sua carica, non potrebbe; è come se fosse costretta ormai dal suo status ad arrampicarsi sugli specchi ed a dare il solito colpo al cerchio alternato da quello alla botte; è come se la sua coscienza fosse portata necessariamente ad accettare le ragioni del potere o della sua poltrona, rinnegando in un minuto-secondo anni di convinzioni. Ma tant’è.  
Io mi sarei aspettato una reazione di questo tenore: <<Sono d’accordo con voi, cari compagni di tante lotte. Ora basta: me ne frego del consenso degli altri assessori, dei consiglieri della mia maggioranza (e di quelli dell’opposizione che non si oppone), dei perbenisti di facciata, degli interessati, e dei cementificatori di sogni. Questa circonvallazione è un’emerita stronzata: inutile, dannosa e costosa. E’ un’opera disegnata anni fa, e pertanto anacronistica: sono altre le “strade” da percorrere per il benessere di tutti. E’ davvero un bel peccato cementificare ed asfaltare altri tratti della nostra vita.
Voglio ancora ribadire, miei cari, quello che ho sempre detto in mille altre occasioni: “Stop al consumo di territorio”. La terra è un bene comune, come l’aria, l’acqua, l’energia e la cultura. E va salvaguardata, metro quadro per metro quadro, senza se e senza ma. Questa circonvallazione interna è un pugno nell’occhio alla ragione, al buon senso ed alle pubbliche finanze. Questo n-esimo scempio non s’ha da fare, né oggi né mai. Ci saranno delle penali da pagare in caso d’interruzione dell’opera? Pazienza, si paghino pure: gli esborsi saranno pur sempre inferiori al totale dei costi monetari, e soprattutto a quelli sociali.
Dimettermi? Perché dovrei? Ci mancherebbe altro. Ho preso i voti dei miei concittadini proprio perché le idee di chi mi ha suffragato – che poi sono anche le mie - camminino sulle mie gambe, ed ora dovrei rassegnare le dimissioni? Giammai. Si dimetta piuttosto chi non pensa con la propria testa, ma con il portafoglio o con la logica di breve periodo, che non mi appartiene.
Le ferite al nostro territorio sono irreversibili. E poi l’ho sempre detto, e qui lo ribadisco: la terra è finita>>” 
Andiamo in pace.

Antonio Mellone

P.S. Ora non salti in mente a qualche scienziato pazzo (o a qualche politico no-strano) di fare la solita variante in corso d’opera, spostando magari questa circonvallazione verso la terra di Noha. Quell’altra ci mancava.
Nessuno ne ha parlato. Ma è meglio metter le mani avanti: non si sa mai.

 

Se Suor Orsolina fosse qui direbbe a tutti grazie per la vostra presenza. E grazie vi dico anch’io: anzitutto all’arciprete don Francesco che ci ha ospitati, alle Suore della Consolata qui presenti Suor Carmelita e Suor Felicita che con lei hanno vissuto in Amazzonia, ai concelebranti don Salvatore Farì che con lei ha trascorso un paio d’anni in Brasile, e grazie a P. Matteo e al seminarista Aronne che sono qui a nome della Comunità dei Missionari di Galatina, e grazie infine a P. Giuseppe Galeone, superiore della comunità di Martina Franca.

Teniamo presente che Sr Orsolina è nata qui, in questa chiesa fu battezzata e in questa chiesa ricevette dal Vescovo di Nardò Mons. Antonio Rosario Mennonna il mandato missionario.

La morte è sempre un momento triste. Ho ricevuto in questi giorni tantissimi messaggi di condoglianze dall’Italia, dal Kenya, dalla Tanzania, dalla Colombia, dall’Amazzonia, ma si sa che tutti i messaggi non potranno mai colmare il vuoto che la morte crea. Noi tutti ci sentiamo fatti per la vita, ci piace vivere sulla terra nonostante i problemi, le difficoltà, nonostante il Covid, la guerra e le bollette che aumentano. Poi arriva la morte e sembrerebbe che questo istinto per la vita sia tutto un fallimento. Intanto sappiamo che la morte non era nei progetti di Dio. La morte entra in seguito al peccato. E di fronte a questa realtà tenebrosa tante volte l’uomo si ribella. La reazione più istintiva è quella del pianto. A questo nostro istinto per la vita ci viene una risposta dalla Parola di Dio che ci parla di vita eterna. Noi battezzati crediamo alla vita eterna e alla risurrezione dei morti. Se Cristo non fosse risorto, scrive San Paolo ai suoi cristiani, vana sarebbe la nostra predicazione e inutile la vostra fede.

Di Suor Orsolina prima di tutto vi dirò la sua vera identità: donna missionaria. Donna e Missionaria, due sostantivi che indicano l’infrastruttura, le coordinate dell’amore, quello vero, quello che indica il massimo di questa parola e ci fa pensare a chi si dona a tutti senza risparmi: a Suor Orsolina bisognerebbe dire solo grazie per tutto il bene che ha fatto nel mondo, nella chiesa, specialmente per i più poveri e per gli ultimi. Ricordo Mons. Vincenzo Franco che è stato arcivescovo di Otranto e permise ai Sacerdoti della sua diocesi di fare l’esperienza missionaria proprio nell’Amazzonia Brasiliana, e lui stesso andò a visitare le attività missionarie. Ritornando nella sua Diocesi, in un convegno dei Sacerdoti esprimeva il suo stupore, la sua meraviglia nel vedere nelle Suore Missionarie la capacità straordinaria di compiere la loro missione.

Magari, voi sarete tentati di pensare: ma questa donna era senza difetti? Certo che ne aveva (come tutti), ma non è il caso di descriverli qui. Condivido con voi il buono a comune edificazione. Scriveva bene il grande poeta latino Orazio Flacco: Dove brillano tante belle qualità, io non darò importanza a qualche macchia.

Suor Orsolina sapeva che la morte era imminente, anche prima che glielo dicessero i medici. Dieci giorni prima che fosse ricoverata all’ospedale mi ha mandato una specie di iter biografico da cui ora prendo qualche parte; e poi i suoi messaggi: Se muoio avvisate i miei amici.

Scorriamo un attimo i suoi 88 anni. Gli appunti biografici che lei mi ha inviato riportano questa annotazione: Questo non l’ho scritto io. Lo traduco rispettando quello che hanno scritto.

Nel Paese di Noha (Le), in Italia nel 28 Marzo del 1934, nasce una bella bambina che subito dopo tre giorni viene battezzata col Nome di MARIA ANNUNZIATA D’ACQUARICA. Questa bimba, figlia del signor Ambrogio D’Acquarica e della signora Antonietta Paglialonga, da piccola, è stata educata nella fede cattolica da quando è nata e con 10 anni, conferma il suo Battesimo attraverso il sacramento della Cresima nella Diocesi di Nardò.

Poi lei stessa continua la sua storia con questo messaggio:

Dal 1941 al 1945 ho frequentato la scuola Elementare del mio paese. Dal 1945 al 1959, fino all’età di 25 anni, sono rimasta in casa per aiutare la mamma. Ho frequentato la scuola di taglio e cucito a Galatina e nel tempo libero andavo da Ada Nocco per imparare a cucire da uomo. Infatti, in casa eravamo 7 fratelli e due sorelle. Dal 1959 al 1961 ho lavorato a Torino nel Seminario dei Padri Missionari della Consolata ed ero ospite insieme ad altre ragazze di Supersano delle Suore Missionarie della Consolata.

Nel mese di novembre del 1961, a 27 anni, Maria Annunziata entra a far parte delle Suore Missionarie della Consolata e diventa Suor Orsolina.

E’ di questo periodo l’episodio di quando io, Sacerdote da pochi mesi, nel mese di settembre 1961 mi trovavo in famiglia per un breve periodo di ferie. Succede che mentre sono in chiesa per celebrare la Messa, passa il postino e consegna a mia madre una lettera di mia sorella indirizzata a me. Nella lettera, spedita da Torino, Maria Annunziata diceva che lei ormai aveva deciso di farsi suora missionaria della Consolata e mi incaricava di trovare il modo di dirlo a mamma. Ma mia madre, conoscendo la grafia della figlia, apre la lettera prima che io arrivi, e la legge. Finita la celebrazione della Messa torno a casa e trovo mamma seduta in un angolo, sconvolta, in pianti, triste e arrabbiata per quello che aveva saputo. A me risparmiò la fatica di trovare il modo di informarla della decisione di sua figlia.

Il 22 maggio 1964 Suor Orsolina emette la Professione Religiosa, consacrandosi a Dio per servire la chiesa missionaria. Intanto avendo solo la quinta elementare, frequenta alcuni corsi di formazione culturale e pastorale, e viene inviata a Rovereto, in provincia di Trento dove io mi trovo, per stare un po’ con Padre Francesco, per insegnarle a suonare l’armonio (dai suoi appunti).

Nel 1967 fu destinata in Mozambico che in quel tempo era una colonia portoghese. Per apprendere il portoghese va prima in Portogallo. Ma intanto in Mozambico arriva la guerra d’indipendenza e così Suor Orsolina, resta in Portogallo per 14 anni: dal 1967 al 1981.

29/10/1967 sono partita per il Portogallo con la Nave Eugenio Costa, insieme ad altre Sorelle. Lì ho imparato il portoghese perché dovevo andare a lavorare in Mozambico ma siccome in quel periodo c'era la guerra ed io avevo fatto presente alla Madre Generale che avevo paura della guerra, mi hanno fermata lì per un po' di anni e ho completato la mia formazione studiando la lingua, facendo le elementari e ho preso il diploma dello stesso. Ho frequentato un Corso per Catechista, uno di Taglio e Cucito e anche un Corso di Missionologia per corrispondenza, terminandolo con 15 giorni di frequenza.

1974/1977 ho lavorato a Villa Nova de Foz Coa come catechista e orientando il Gruppo Corale.

Nel 1977 /1980 ho lavorato con i padri Missionari della Consolata nell’ Animazione Vocazionale e Missionaria ad Ermesinde dove i Padri avevano il Seminario Minore. Insieme a qualche Padre, di giorno andavamo nelle Scuole dei dintorni ed alla sera nelle parrocchie. Appena ci è stato possibile noi Missionarie della Consolata abbiamo comprato una bella casetta a CORIM e quindi di là col pullman andavo ad Ermesinde per il Lavoro di Animazione Missionaria (dalla testimonianza di Suor Orsolina).

Nel 1981 è chiamata a condividere la Vita Missionaria, in Brasile, nell’Amazzonia Brasiliana. Qui ha dedicato la sua Vita Missionaria nella Formazione di catechisti e di laici per la pastorale. E quasi subito il Vescovo le dà l’incarico di parroco di Caracaraì, dove ci rimane per quasi 9 anni fino al 2001, costruendo la Chiesa fidandosi della Divina Provvidenza, perché scrive lei: avevo solo 16 milioni di lire, ma mi è costata 46 milioni. E nel 2001 lascia Caracaraì per continuare il servizio pastorale di parroco a Mucajaì.

A Caracaraì, dove ha lavorato molto nelle scuole, nella parrocchia e nelle famiglie portando a tutti la Parola di consolazione e di gioia, Suor Orsolina è molto ricordata, ancor oggi. La comunità cristiana di quella parrocchia in questi giorni ha potuto seguire mediante un link appropriato la celebrazione dei suoi funerali svoltisi a Torino. E da Caracaraì sono giunti molto messaggi di cordoglio. Ne cito uno tra tanti: Ciao, Orsolina, mia e nostra carissima sorella, la Sig.ra Nokigna e alcuni cristiani della parrocchia di Caracaraì dove fosti incaricata dal Vescovo come parroco, stanno seguendo on line questo evento.

Oppure anche l’altro che ci è giunto nella celebrazione della Messa del giorno settimo:

Buon pomeriggio. Venerdì 29 aprile ha avuto luogo la Messa del settimo giorno per Suor Orsolina. Abbiamo fatto delle camicette* per partecipare alla Messa. Mancavano 4 colleghe che stavano lavorando, per questo non partecipavano alla Messa. Furono molto belle le testimonianze fatte alla presenza del celebrante. P. Luigi rimase incantato nel venire a sapere come la Suora realizzava il suo ministero pastorale nella Città. E tutti annuivano quando domandai chi si ricordava di quella bicicletta nera che la Suora usava perché suor Orsolina con quella bicicletta attraversava tutta la città, risolveva le cose, andava a dare lezione nella scuola ed aveva perfino le credenziali per dare i battesimi a Caracaraì. Il Padre rimase incantato ascoltando tutto.

In principio io avevo un nodo alla gola, ma dopo, la sig.ra Grazia ha dato la sua testimonianza e io ho detto qualcosa. Mi permise di parlare su Suor Orsolina che era una persona molto speciale e al Padre piacque molto.

* Sulle camicette bianche indossate durante la celebrazione della Messa di 'Settima' era stampata l'immagine di Suor Orsolina.

Nel 2004 al 2007 la Regione le chiede un altro servizio che lei assume con responsabilità e capacità gioiosa, vale a dire il lavoro di Segretaria nella Direzione Regionale. Nonostante tutti gli impegni Suor Orsolina non abbandonò mai l’apostolato e la visita alle famiglie con la preghiera di gruppo.

Nel 2007 fu destinata ad Ananindeua a lavorare con due Sacerdoti Fidei Donum di Torino nello Stato del Parà. E’ una zona molto povera dove la città si espande a dismisura, senza un minimo di infrastrutture anche elementari: acqua potabile, rete fognaria, scuola, sanità... il che genera miseria, violenza, malnutrizione e tanti altri mali che lasciano ferite profonde nelle persone. In questo clima di grande povertà, Suor Orsolina si dedicò alla pastorale del Battesimo. Erano 16 Comunità, e lei preparava i Catechisti del Battesimo, con corsi di formazione e visitando le Famiglie e le comunità. Da una di queste cappelle, da ICUI’ è giunto in questi giorno questo messaggio di cordoglio: Suor Orsolina è stata una grande missionaria, passò nella nostra comunità S. Rita da Cascia, oggi è andata  con Dio Padre. La nostra gratitudine per tutto l’impegno della nostra carissima Suor Orsolina che è stata con noi. 

È stata sempre una persona allegra e comunicativa: Il suo slogan era: “Per mangiare e passeggiare, è solo mi invitare.”

(Nota di suor Orsolina per far capire questo slogan):

Eravamo tre Suore Missionarie della Consolata, una Portoghese, una Brasiliana e la sottoscritta. C’erano due Sacerdoti Diocesani di Torino: don Pier Antonio Garbiglia, che era il parroco, e Don Marino Gabrielli. C’erano anche due coppie: Il Diacono Franco Scaglia con la moglie Loredana, e una coppia giovane, appena sposati di Venaria: Fabrizio e Laura. Non ricordo il loro cognome. Questa coppia ha sofferto molto a causa dei Documenti solo perché erano laici. Hanno dovuto avere un figlio per poter restare in Brasile. Abitavamo nella periferia di ICUI di 80.000 abitanti. Non c'era una abitazione finita. Ognuno di noi aveva la sua casa. I due Sacerdoti abitavano nella Casa parrocchiale. Era un rione povero senza alcun tipo di organizzazione civica. C'era solo una piazzetta vicino casa nostra dove c'era un bar, e quasi tutte le mattine ci svegliavamo con un morto. Bevevano, si drogavano e poi per niente si ammazzavano.

Un giorno, non sapendo più che cosa fare per finirla con tanti morti, ho pregato la Madonna delle Grazie, mi sono messa in tasca una Medaglia della Madonna Miracolosa e sono andata in piazza. Il bar era metà a muro e l’altra metà era costituita da una grata in ferro. Volevo mettere là la medaglia della Madonna ma pensavo tra me: se la butto dentro per terra, loro la scopano e la buttano via. Ho preso un pezzo di pietra, ho guardato se qualcuno mi vedesse, ho fatto un buco nella parete che era di fango e argilla, ho pregato la Madonna e ho messo la Medaglia nel buco del muro e sono andata via pregando, lasciando che la Madonna facesse il resto.

Alla sera, il bar è rimasto chiuso e dopo una ventina di giorni l’hanno riaperto ed hanno istallato una scuola di internet con vari computer. Io stessa andavo a scrivere la mia corrispondenza per l’Italia. In quei giorni, non c’era persona al mondo più felice di me. Vivevo ringraziando la Madre di Dio per la grande grazia concessami e quando c’è l’opportunità regalo la Medaglia Miracolosa a qualcuno, e incentivo a pregare la Madonna e a portarla addosso.

Tutti i Lunedì avevamo la giornata libera di pastorale, e come equipe andavamo a passeggio tutti insieme visitando musei, boschi e altri posti belli della città di BELEM. Andavamo anche un po’ lontano in un posto turistico con un grande Hotel e un altro posto dove c’era un grande fiume. Infatti, Belém è circondata da fiumi. Tutti i mercoledì avevamo l’incontro con l’Equipe Missionaria per la verifica e per progettare quello che c’era da fare. In quella Missione veramente ho goduto per le uscite e le passeggiate dei Lunedì, tutti insieme e tutte le settimane. Per questo abbiamo inventato lo slogan “per mangiare e passeggiare è solo da mi invitare”.  A tutte piacevano queste uscite e i passeggi e le mie Consorelle si appoggiavano su di me.

Il saluto di partenza dal Brasile per tornare definitivamente in Italia

Adesso Suor Orsolina, che l’Istituto ti chiede una nuova Missione in Italia vogliamo con molto gratitudine restituirti alla Regione Europa, come Pietra preziosa ringraziandoti di cuore per tutto quello che hai condiviso con noi con molta gratitudine, perdonando ciò che non è andato bene e chiedendo il tuo perdono. Siamo sempre la nostra famiglia, solo cambiamo casa. Per questo, vai con la certezza che qui hai fatto la tua parte. Il tuo profumo di gioia e di donazione, rimane sempre con noi.  

Infine l’ultimo anno della sua vita con la sofferenza per la salute precaria, la sofferenza per la malattia che in poco più di un mese l’ha letteralmente consumata. Pregate perché faccia una buona morte, erano gli ultimi suoi messaggi che mandava agli amici. E lei stessa pregava ancora anche quando, sedata dalla dose di morfina, non poteva più parlare, ma nei momenti di preghiera comune riusciva a seguire le orazioni muovendo ancora le labbra.

La nostra  preghiera ora è per lei. E certamente lei non mancherà di pregare per noi, per Noha, e per tutti.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 12/05/2013 @ 22:17:48, in Ex edificio scolastico, linkato 3110 volte)

Non so voi, ma io non riesco proprio a mandar giù il fatto che s’è inaugurata se non in pompa magna, in pompetta (giusto per farci stare zitti per un po’) la ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha da parte dei nostri “preparatissimi e disponibilissimi” rappresentanti locali (sovente guardati con gli occhi che dovevano avere i pastorelli di Fatima davanti alla Madonna) esattamente da:

Ebbene - per chi non se ne fosse ancora accorto a causa di un bel paio di paraocchi che farebbero impallidire quelli dei nostri cavalli - quella bella struttura restaurata è ancora chiusa al pubblico. E sapete perché? Semplice. Perché NON può proprio essere riaperta in mancanza di un collegamento con l’energia elettrica. Oddio, un cavo ce l’hanno pur messo, ma è di soli 10 kwh, e soprattutto è provvisorio, posticcio, un favore, roba, appunto, da cero alla Madonna per grazia ricevuta.

Sì, qualcuno - ormai nel rimpallo delle responsabilità non si sa più chi - avrebbe dovuto prevedere un collegamento Enel di 50 kwh, ma purtroppo, questo non è stato, ed, ora, in mancanza di una cabina in muratura necessaria alla bisogna (da costruire chissà quando: se ce lo facessero sapere gli assessori addetti li ringrazieremmo di cuore) questo non è ancora possibile.

Ed in mancanza di questo, cioè del piccolo dettaglio dell’energia elettrica, tu hai voglia a indire “concorsi di idee per l’affidamento della struttura”: nessuno potrebbe entrarvi ufficialmente proprio per via di questo piccolo particolare, cioè l’assenza della corrente elettrica come previsto dai regolamenti (e senza la quale di fatti nulla si potrebbe architettare in termini di attività di qualsivoglia genere nonostante tutte le idee del mondo).

Di questo passo non ci resta che attendere il disfacimento di questa struttura costata a Pantalone appena 1.300.000 euro (diconsi unmilionetrecentomilaeuro).

Nel frattempo il cuore dei nostri rappresentanti politici di tutte le sfumature inciuciste sembra votato a quel dogma di fede che è il Mega-parco (che vuoi farci: al cuore non si comanda), panacea di tutti i problemi dei collemetesi, dei galatinesi e a quanto pare anche del resto del mondo.

Che almeno ricordino ai loro amici della Pantacom, tra gli svariati fantastiliardi da investire, di accantonare qualche decina di migliaia di euro per l’installazione di una “cabina prefabbricata di trasformazione” per l’allaccio dell’Enel. E ove possibile per la connessione dei loro cervelli.     

Antonio Mellone
 
Di Marcello D'Acquarica (del 04/02/2013 @ 22:16:12, in NohaBlog, linkato 3364 volte)

Leggendo il titolo di questo pezzo, una persona normale si chiederebbe immediatamente: “Contro a favore di chi o che cosa?”
Ho come l’impressione che la sindrome del fare (di cui solitamente si ammalano i nostri pseudo-politici in tempi di elezioni) stia dividendo le candide anime dei nostri indefessi servitori.
Mi chiedo cosa ci voglia a capire che un progetto, per il solo fatto d’essere tale, porta sicuramente lavoro. E per favore, non stiamo tanto a guardare a chi lo porta, questo lavoro. Se a nostri paesani o forestieri, o addirittura di un’altra nazione. Lo porta, punto.
Perché rifiutarsi a prescindere, quasi per puntiglio, di avallare l’intenzione di essere a favore di questo benedetto mega-parco, anche se poi non sappiamo nemmeno cosa ci costruiranno dentro. Magari scopriremo che si tratta della Florida Salentina, della terra promessa, o della fortuna dei galatinesi. In fondo che saranno mai venti o trenta ettari ricoperti di capannoni, di cemento e di catrame, al posto del terreno destinato all’agricoltura, e forse a degli ulivi rinsecchiti (che costa più tenerli che tagliarli). L’olio? Nei supermercati lo vendono già imbottigliato a meno della metà del costo che dovrebbero sostenere i nostri sfortunati contadini per produrlo. Se poi proprio tutto dovesse andare a monte (dei fiaschi di Siena) faremo come fecero millenni addietro i nostri avi che per ripulire la terra da cui cavare il necessario per vivere: raccolsero a mano, una per una i miliardi di pietroline che la riempivano. Certo loro non avevano le talpe o le ruspe, e c’hanno impiegato millenni, noi no. Con la moderna tecnologia, il nostro piccolissimo mega-parco Cascioni, lo trituriamo in un batter d’occhio. La fresa meccanica, comunemente detta “talpa” che stanno adoperando per il tunnel del traforo in Va di Susa, riesce a frantumare in media dai 10 ai 20 metri di roccia al giorno.
Dico io, se proprio il mega-parco dovesse rivelarsi un fallimento, che sarà mai il costo della frantumazione di qualche tonnellata di cemento (magari pure di scarsa qualità). Tanto andrebbe sempre bene per costruire altri mega-parchi. In fondo “ce lo chiede l’Europa”. E poi fare e disfare non è tutto un lavorare?
Certo che se però ci facessero vedere il fantomatico mega-parco in qualche modo sarebbe meglio. Così, giusto per vedere se ci piace. Che so io, per esempio un modellino simulante forme e materiali, un disegno tridimensionale, oppure delle immagini ricavate da quei fantastici programmi 3D di cui fanno uso gli studi di architettura.
Vuoi che una società forte ricca e potente come la nostra Pantacom non sia in grado di farci apprezzare questo fantomatico progetto? E poi, leggendo certe interviste senza filtri ti viene da chiederti: come? Anche il Comune di Nardò comprerebbe a scatola chiusa? O forse da qualche parte nella scatola c’era un foro da cui si poteva percepire che “meravigliosa opera è il mega-parco”?
Su dai Signor Sindaco, a volte bisogna turarsi il naso (e pure occhi e orecchie) e firmare, “per il bene di Galatina”, “per le ricadute sull’occupazione”, “per il turismo” (infatti i turisti verranno a frotte qui da noi: non vedono l’ora di farsi 2000 chilometri per vedere il nostro stupendo mega-parco nuovo di zecca), “per il futuro dei nostri figli” (che non vedono l’ora di fare i cassieri, o gli scaricatori di pezzi per i comodini Ikea), “per il progresso”, “per la crescita” (delle menzogne), per questo e per quell’altro. “Firma, caro Sindaco! Dopo parleremo dei contenuti”, ha esordito così un consigliere comunale davanti al gran rifiuto.
E poi vuoi mettere? Finalmente i galatinesi avranno un posto dove passare le serate d’inverno, quando in casa ci si annoia a guardare sempre le solite televendite Raiset, anche perché scaldare casa costa sempre di più. Meglio andare tutti insieme al calduccio nei nuovi capannoni del mega-parco, come fanno quelli delle città emancipate. Tanto qui di contenitori culturali, se ne parla da tempo ma di fatto non se ne vedono (oppure si restaurano, come quello della vecchia scuola elementare di Noha e poi si chiudono subito, non sia mai che qualche attività culturale risvegli le coscienze sopite dalle scemenze). Finalmente le nostre passeggiate avranno una meta a corto raggio. A chilometri tendenti a zero. Collemeto è ad un fischio, ad un tiro di schioppo, ad uno sputo. 
Con le sempre più frequenti offerte sui prezzi della benzina ci potranno andare proprio tutti. Sarà un po’ come andare a fare una bella scampagnata, fuori dal caos del traffico cittadino.
Insomma basta con queste quattro vetrine stra-consumate della piazza, del centro, di via Roma, di corso Porta Luce, e dei comuni limitrofi. Tutti al mega-parco Cascioni, in fila indiana, oppure senza alcun ordine, a caso, come le pecore. Tutti a comprare chincaglierie low-cost, che al primo giro di danza finiranno dritte dritte nei rifiuti. Tanto poi ci sarà l’inceneritore Colacem a ridurre tutto in fumo.  
Ma al nostro consigliere comunale, probabilmente i contenuti dei progetti non interessano, punto. Tra l’altro, ha una memoria talmente labile che non ricorda nemmeno più chi fossero i suoi compagni di scuola. Chissà cosa ricorderà delle materie studiate.

Caro Sindaco non fare il permaloso e non ti offendere se dicono che sei una brava persona, firma e poche ciance. Ma prima di firmare: Pensa …Pensa…Contro chi sotterra la coscienza nel cemento…[tratto dal testo della canzone “Pensa” di Maurizio Moro].

Marcello D’Acquarica

 

La legge “La Buona scuola” n. 107 del 2015, al fine di garantire la sicurezza degli edifici scolastici e di prevenire eventi di crollo dei relativi solai e controsoffitti, ha autorizzato la spesa di 40 milioni di euro per l’anno 2015 per finanziare indagini diagnostiche degli edifici scolastici.

Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 7 agosto 2015 n. 594 sono stati stabiliti i criteri e le modalità per l’erogazione delle risorse agli enti locali.

In data 15 ottobre è stato pubblicato sul sito del MIUR l’avviso pubblico per il finanziamento in favore di enti locali di indagini diagnostiche dei solai degli edifici pubblici scolastici”.

Il Comune di Galatina ha inviato la propria candidatura secondo i criteri del bando e grazie al punteggio assegnato, ha ottenuto il finanziamento per tutti gli edifici scolastici per cui si è chiesto il finanziamento.

In provincia di Lecce solo 28 domande proveniente dai Comuni hanno ottenuto il finanziamento.

Le scuole di proprietà comunale beneficiarie dell’intervento sono:

ISTITUTO COMPRENSIVO POLO 1, PIAZZA F. CESARI - € 6.300,00

ISTITUTO COMPRENSIVO POLO 1, VIA G.TOMA - € 6.300,00

ISTITUTO COMPRENSIVO POLO 3, VIA SPOLETO - € 6.300,00

ISTITUTO COMPRENSIVO POLO 2 - POLO 3, VIA CORIGLIANO - € 6.300,00

Andrea Coccioli

Assessore LLPP
 
Di Albino Campa (del 18/04/2011 @ 22:14:35, in Cultura, linkato 2780 volte)

Una cosa è certa: le fiabe non vengono intaccate dal tempo, hanno sempre qualcosa da insegnare, anche a distanza di secoli. La morale non invecchia, si adatta ai tempi, ne viene plasmata e modellata, ma non si dovrebbe lasciare condizionare facilmente.

Queste considerazioni sono il frutto di una rilettura del tutto casuale di una fiaba del grande scrittore danese Hans Christian Andersen dal titolo “I vestiti nuovi dell’imperatore”, autore tra l’altro anche de “La sirenetta”, “La piccola fiammiferaia” e “Il brutto anatroccolo” (solo per citarne alcuni). Man mano che leggevo, realizzavo come tra quelle righe si nascondesse una agghiacciante attualità, direi quasi alla pari (solo per attualità, ci tengo a precisare) di articoli, commenti e opinioni sciorinati a volontà su giornali e TV. A differenza di questi però un significato c’è, ed è intenso, profondo, libero da qualsivoglia pregiudizio e interesse personale, scevro da qualsiasi influenza politica (impossibile direi ai tempi nostri, poiché o ti schieri da una parte o a classificarti penseranno gli altri).

Di seguito vi propongo un video ripescato dall’archivio storico della RAI, ovvero la lettura e interpretazione della fiaba di Andersen da parte del regista e attore italiano Vittorio De Sica.

I vestiti nuovi dell'imperatore

Il collegamento ai tempi moderni italiani è spontaneo, facile e inevitabile: quel re nudo che sfila impettito tra la folla facendo finta di niente, pur di mantenere un certo decoro, è l’immagine effimera del potere italiano. E quando dico potere non mi riferisco solo alla sommità della piramide, non occorre andare al solito così lontano: rimaniamo nella nostra città, nelle aziende del nostro territorio, nella scuola del nostro paese… quanti sono i re nudi che sfilano per le nostre strade ogni giorno? Quanti quei sudditi (cittadini) che fanno finta di nulla, che non partecipano alla vita politica, che pensano di tirarsi indietro delegando il politico di turno con il loro voto (il più delle volte barattato), che non esprimono il proprio pensiero per paura di essere considerati stupidi e incapaci? Quanti quei funzionari, politici e impiegati che sfilano in coda ai loro re e li assecondano e annuiscono sempre e sono disposti a tutto, anche all’umiliazione, pur di apparire e rimanere in prima fila tra le glorie del sultano?

Ah, bisogna proprio ritornare ad essere bambini per aprire una volta per tutte i nostri occhi e non fare come i grandi che si nascondono dietro un dito pur sapendo che non ci stanno!

Immagine: Il re è nudo di Licia Lucchese
Michele Stursi
 
Si riparte con la ‪#‎sischool2014, l'incontro su "Creazione e sostenibilità' d'impresa nel  settore turistico e sociale” si svolgerà lunedì 22 settembre 2014 alle ore 17.00, presso la sala convegni dell'ASP - Istituto Immacolata in via Scalfo, 5 Galatina ( Piano Terra). Obiettivo dell'iniziativa, a partecipazione gratuita, è quello di informare sulle strategie e le opportunità di sviluppo imprenditoriale delle imprese nel settore turistico e sociale, a partire dal quadro regolamentare di sviluppo e sostenibilità regionale.

Presentazione di due realtà innovative nel settore turistico (TOURANGO) e sociale (RETI DI PAN) e conversazione con gli esperti sugli aspetti giuslavoristici e sulle modalità di avvio e gestione di un'impresa nel settore turistico e sociale. Il convegno prevede, inoltre, una panoramica sulle opportunità per le imprese, nonché un focus sulle iniziative finanziabili e gli strumenti finanziari per le imprese a livello regionale, europeo e locale.

Intervengono:
Ing. Andrea Coccioli: Assessore alle politiche giovanili del Comune di Galatina 
Dr.ssa Cristina Circhetta: Consulente del Lavoro – Studio Associato Carluccio-Circchetta
Dr.ssa Maria Abbondanza Marrocco: consulente d'impresa - TOP CONSULTING SRL
Dr. Marco Sponziello: Dott. Commercialista STUDIO COMMERCIALE SPONZIELLO
Dr. Giovanni Aventaggiato: agente di sviluppo e Presidente delle RETI DI PAN
Dr. ssa Marialba Pandolfini: Founder e Ceo presso TOURANGO

La partecipazione è gratuita. Si prega di confermare la propria adesione indicando il nominativo/i dei partecipanti, il proprio recapito telefonico ed indirizzo email (oggetto "Iscrizione #sischool2014") a: gianluca.palma@programmasviluppo.it o via fax allo 0836527637.

Il seminario rientra all'interno del programma della Social innovation School ideata e promossa dal Centro di Formazione Professionale Programma Sviluppo. La prima scuola di innovazione sociale in Italia che mira a far conoscere realtà innovative locali e nazionali e a favorire la contaminazione e lo sviluppo di nuove idee.

[Partecia all'evento!] https://www.facebook.com/events/1574193772806595/?ref=ts&fref=ts
 
Di Redazione (del 13/12/2018 @ 22:13:39, in Comunicato Stampa, linkato 1024 volte)

Domenica 16 DICEMBRE, dalle 16:30 alle 19:30, prima apertura straordinaria delle due sedi della scuola in Viale Don Tonino Bello (settore Tecnico-Tecnologico) e in Viale Don Bosco n. 48 (settore Professionale).

L’Istituto d’Istruzione Superiore “Laporta/Falcone-Borsellino” di Galatina si prepara ad accogliere gli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e le loro famiglie, per una serie di appuntamenti dedicati all’orientamento scolastico “in entrata”, in vista delle iscrizioni alla classe prima per l’A.S. 2019-2020.

Nel corso delle giornate di orientamento “OPEN DAYS”, i ragazzi interessati ai nostri corsi di studio potranno fare esperienza nei laboratori scientifici, tecnologici ed artistici, guidati dai docenti e dagli studenti della scuola e conoscere nei dettagli l’offerta formativa dell’Istituto Tecnico-Professionale.

Con il primo OPEN DAY di DOMENICA 16 dicembre (ore 16:30-19:30), sarà quindi possibile visitare la sede del settore TECNICO-TECNOLOGICO di Viale Don Tonino Bello, che ospita i corsi ed i laboratori dei seguenti indirizzi: Tecnico-Economico (A.F.M. amministrazione finanza e marketing, S.I.A. sistemi informativi aziendali, R.I.M. relazioni internazionali per il marketing e TUR turistico) e Tecnologico (informatica e telecomunicazioni).

Passando ai corsi dell’istruzione PROFESSIONALE, la storica sede di Viale Don Bosco sarà aperta per presentare l’offerta relativa ai seguenti indirizzi: Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale con Qualifica O.S.S. (Operatore Socio-Sanitario), Odontotecnico, Servizi Commerciali e Manutenzione e Assistenza Tecnica.

Le prossime iniziative di orientamento si svolgeranno secondo il seguente calendario:

  • GIOVEDI’  10/01/2019  dalle ore 16:30 alle ore 19:30;
  • DOMENICA  20/01/2019  dalle ore 9:30 alle ore 12:30.

Per tutte le informazioni, è possibile contattare il front-office dell’Istituto ai seguenti numeri 0836/56.11.17 (Tecnico) - 0836/56.10.95 (Professionale), oppure collegarsi al sito web WWW.IISSLFB.GOV.IT e scaricare il QR Code per accedere alla app “scuola in Chiaro”.

I docenti dell’I.I.S.S. “Laporta/Falcone-Borsellino”

 
Di Albino Campa (del 14/12/2012 @ 22:13:16, in Comunicato Stampa, linkato 2173 volte)

Abbiamo preso atto del comunicato dell’Amministrazione Montagna, in cui si evince che nella realizzanda Tangenziale Sud-Ovest ALCUNE delle problematiche evidenziate da più parti, avrà un'evoluzione positiva grazie "all'immediata disponibilità e sensibilità dell'Amministrazione Provinciale nell'affrontare e risolvere le problematicità".

Non era un risultato scontato, vista la rigidità dei tecnici provinciali intervenuti in occasione dell'incontro pubblico del 30 ottobre u.s., quindi oggi riconosciamo a tutti coloro che si sono interessati al problema la considerazione che meritano; in particolare va riconosciuto al Presidente Gabellone attenzione e concretezza verso il problema, nella consapevolezza che essendo un bando e un finanziamento dell’Amministrazione Provinciale, l’impegno maggiore è avvenuto proprio da quest’ultima. Parte del merito crediamo di poterlo distribuire a quanti, tra cui noi,   hanno contribuito a sollevare ed evidenziare le potenziali problematiche, con relative  perplessità, sul progetto previsto e già in fase di realizzazione.

 La soddisfazione per ALCUNE modifiche ottenute, che rappresentano il "minimo  sindacale”  per una buona politica amministrativa,  non può offuscare le perplessità per la mancata risoluzione di ALTRE problematiche evidenziate, di sicuro  forte impatto negativo per i cittadini della zona interessata.
Vogliamo ricordare :
- la totale assenza di ogni studio sull'inquinamento acustico e dell'aria che il traffico veicolare causerà; argomento di non poco conto, considerando che la strada, nel suo tragitto, costeggerà due palazzine nel Rione Nachi, una scuola, un asilo, alcune abitazioni già esistenti e senza dimenticare che la strada in futuro attraverserà comparti previsti dal PUG a destinazione residenziale.
-  l'opportunità di un adeguamento strutturale, con specifica attenzione al Rione Nachi.
- la mancanza di ogni informazione in merito alla quota stradale assegnata rispetto ai piani esistenti, elemento non di poco conto se si voglia prevedere una successiva facile, ma principalmente poco dispendiosa per le casse comunali, integrazione con il tessuto stradale esistente.

Sull’argomento è di questi giorni l’intervento dell’Ing. Quida che, pur essendo vicino ad una parte politica dell’attuale amministrazione, con onestà intellettuale, ricorda la storia della procedura che ha portato all’attuale progetto, riconoscendo che “Solo ora” ci accorgiamo che il progetto redatto dalla  Provincia è ad uso … della provincia! Trattasi di una strada a scorrimento veloce impostata a quota più alta di un metro rispetto alle zone adiacenti. Viene completamente ignorato il contesto urbano, dividendo praticamente in due i quartieri che attraversa......
“Allo stato delle cose, ora, salvando il salvabile, non resta che impostare la realizzazione di quella strada in modo che, a posteriori, possa essere declassata a  strada comunale consentendone la graduale integrazione con tutto il contesto urbanistico ci cui fa parte”.

Oggi si richiede all’Amministrazione di svolgere appieno il suo ruolo politico, a tutela dell’esigenze della città, con maggiore impegno per un ulteriore approfondimento su tutto il tracciato riprendendo e riaprendo immediatamente un confronto con l’Amministrazione Provinciale affinché siano risolte, oltre ad ALCUNE, anche le ALTRE problematiche in discussione, alla ricerca del miglior risultato possibile nell’interesse dei galatinesi.
Nessuna polemica strumentale, quindi, nè posizioni preconcette, ma molto più semplicemente buon senso e voglia di contribuire al bene della Città .

Galatina 14/12/2012

Galatina in movimento  -  Galatina Altra  –  novaPolis  -  Movimento per il Rione Italia

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 06/06/2018 @ 22:12:50, in La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, linkato 2316 volte)

Premessa importante - Seguono  ora cenni di storia di tre Vescovi di Nardò che ne hanno guidato la Diocesi mentre a Noha era arciprete Monsignor Paolo Tundo: storia dei nostri giorni, quando la storia diventa quasi come un diario, per averla vissuta in qualche modo io stesso in prima persona. Nella prossima puntata terminerò la storia di don Paolo Tundo tracciando alcuni tratti del Vescovo Corrado Ursi, poi cardinale e arcivescovo di Napoli. Farò del mio meglio per essere imparziale.

P. Francesco D’Acquarica

 

Nicola Colangelo (1879 - 1937)             

Vescovo dal 16 dicembre 1935 al  27 giugno 1937

Motto: Ducam et reducam (Condurrò e ricondurrò)

Dal 1935 al 1937 il Pontefice fu:

            Pio XI  (1857-1939)                                  Papa dal 1922 al 1939

 

            Arciprete di Noha

            Mons. Paolo Tundo (1888-1962),        parroco dal 1934 al 1962

 

            Nicola Colangelo nacque in Schiavi d’Abruzzo, provincia di Chieti, da Luigi e da Rosaria Di Primio, quarto di undici figli, l’undici novembre 1879. Il 4 aprile 1903 fu ordinato sacerdote e, per desiderio del suo Vescovo, Pietropaolo, entrò nel pontificio collegio leoniano di Roma.

            Si addottorò in diritto canonico presso la pontificia università di S. Apollinare, conseguì al Leoniano il diploma di pedagogia ecclesiastica, di ascetica e di sociologia. Nel seminario diocesano di Trivento fu padre spirituale, insegnò diritto canonico, sacra Scrittura ed elementi di ebraico, infine ne fu rettore. Nel 1912 fu parroco a Schiavi d’Abruzzo, suo paese d’origine, e vi restò per circa un ventennio. Fece riparare la chiesa, che poi abbellì mediante tre altari in marmo: della Vergine dei miracoli, del protettore San Maurizio e l’altare maggiore (que-st’ultimo fu eretto a sue spese in ricordo della promozione a vescovo). Nel 1931, Nicola Maria Di Girolamo, Vescovo di Cajazzo, già suo compagno di studi, lo elesse vicario generale e rettore del Seminario di quella diocesi.

            Il 4 aprile 1932 fu eletto Vescovo di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria e fu consacrato a Cajazzo (Benevento) il 26 giugno da Nicola Di Girolamo e dai co-consacranti Giovanni Giorgis, Vescovo di Trivento, e Attilio Adinolfi, Vescovo di Anagni. Il 17 settembre 1932, fece l’ingresso in Oppido Mamertina e constatò la triste condizione materiale e morale della diocesi, che presentava ancora profonde tracce dell’immane flagello tellurico del 1908. La cattedrale ed il palazzo vescovile erano sistemate in baracche di legno, i locali del seminario erano stati in gran parte distrutti. Colangelo si adoperò per la ricostruzione della cattedrale, di altre chiese e rifece in gran parte il seminario.

            Il 16 dicembre 1935, all’età di 56 anni, fu traslato alla sede di Nardò, della quale prese possesso il giorno dell’ingresso, 26 aprile 1936, pur rimanendo amministratore di Oppido Mamertina, sino alla presa di possesso del successore. Colangelo diede vita al Bollettino ufficiale della diocesi e per la quaresima del 1937 vi pubblicò la prima lettera pastorale: L’ora presente e l’azione cattolica.

Grande impulso diede alla preparazione del primo congresso eucaristico di Parabita, che si doveva svolgere dal 29 giugno al 2 luglio 1937, invitando i vescovi della Puglia ed il cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli, ad intervenire. Non potè però essere presente allo svolgimento del medesimo, essendo stato inaspettatamente ed immaturamente colpito dalla morte, proprio pochi giorni prima, il 25 giugno 1937, all’età di 58 anni.

            I familiari vollero che fosse sepolto nella tomba di famiglia del suo paese di origine, Schiavi d’Abruzzo, dove giace. Nel decennale della sua morte, il 30 giugno 1947, nella parrocchia di San Maurizio, dove fu parroco per circa 20 anni, fu murata una lapide con relativo mezzo busto in marmo e con la seguente epigrafe:

 

L’Ecc.mo e Rev.mo Nicola Colangelo, Vescovo di Nardò

del nostro popolo di  Schiavi d’Abruzzo decoro ed onore

lasciò le impronte delle sue qualità

e con tutte le forze tutto osò

per la salute delle anime

1879 - 1937

 

Relazione con la chiesa di Noha

            L’arciprete a Noha in questo periodo, l'abbiamo già detto, era Don Paolo Tundo. Nato a Noha nel 1888, primo di sette figli da Luigi e Giovanna Colazzo, fu ordinato Sacerdote a 26 anni. Il primo incarico pastorale fu quello di viceparroco ad Alliste, poi cappellano militare durante la prima guerra mondiale in Albania. Nel 1920 era già a Noha,  prima come “Sostituto parroco” e cioè vice-parroco, poi nel 1933 come Economo Curato e nel giugno 1934 finalmente come Arciprete di Noha.

            Fu molto attivo nel guidare la chiesa nei tempi turbolenti e drammatici della seconda guerra mondiale. Durante il “Ventennio” fu anche Podestà occupandosi, senza risparmiarsi, dei problemi della sua gente.

            Diede vita (e non c’erano ancora i computer) ad un giornalino parrocchiale intitolato “Il Buon Pastore” che faceva arrivare in ogni famiglia. Fin dall’inizio del suo ministero diede nuovo impulso alla Confraternita della “Madonna delle Grazie” che durante l'arcipretura di don Vitantonio Greco si stava spegnendo.

            La sua opera più importante fu la costruzione di una scuola materna per i bambini di Noha che fece erigere su un terreno di sua proprietà e che affidò alle "Suore discepole di Gesù Eucaristico".

Volle fortemente che la scuola fosse affidata in maniera stabile ad una congregazione di religiose, donando loro anche l’immobile. Bisogna sapere che nel 1941 già esisteva una scuola materna affidata ad una congregazione di Suore Antoniane. La scuola era situata in una abitazione privata di Via Cadorna angolo Cesare Battisti che anch'io frequentai. Ma le Suore, spaventate per un furto subìto di notte mentre erano in casa, decisero di abbandonare Noha, e lo fecero di lì a poco definitivamente.

Nel verbale della Confraternita della Madonna delle Grazie in data  5 Maggio 1941 (è l'anno del furto) c’è questa annotazione: Il 5 Maggio 1941 si sono riuniti i Confratelli. Hanno deliberato L.100 a favore delle Suore costituite a Noha. Sembrerebbe di capire come fosse un rimborso per i danni subìti nel furto. Quelle Suore abbandonarono Noha, ma don Paolo perseverò nel suo impegno a favore di una scuola materna. Ora la scuola di via Carso è molto ben frequentata, non solo perchè sono aumentate le famiglie con gli alloggi della "Zona 167", ma anche perchè vengono anche alcuni bambini dalla vicina Galatina. Le “Suore Discepole di Gesù Eucaristico” dedicano tutto il loro entusiasmo,  impegno  e cura per l'assistenza e la cura delle nuove generazioni.

           

            Don Paolo morì, possiamo dire, improvvisamente, il 30 giugno  del 1962, nel giorno del suo onomastico, la festa di S. Paolo che in quel tempo era celebrata il 30 giugno, e riposa nel camposanto di Noha nella seconda cappella a sinistra dell’ingresso, fatta erigere dalle sue sorelle.

 

          Altri Sacerdoti di questo periodo

*        Don Gerardo Rizzo (1924-2007), nipote di don Paolo.

*        Ma vi è anche Don Donato Mellone (1925-2015), anche lui suo nipote, che sarà poi suo successore nell’arcipretura di Noha.          

          Altri sacerdoti che in questo tempo in qualche modo hanno avuto a che fare    con la chiesa di Noha sono:

*        Papa Dunatu (Don Donato Frisullo di Aradeo)

*        Papa Vitu (Don Vito Zizzari di Seclì e Padre Spirituale della chiesa della   Madonna delle Grazie a Noha)

*        Papa Liberatu (Don Liberato Demitri di Nardò).

          Non ci sono particolari notizie sulla chiesa di Noha che riguardano il Vescovo     di Nardò se non le solite cose di abituale amministrazione.   

 

 

Gennaro Fenizia (1889 - 1952)

Vescovo dal 17 agosto 1938 al  21 luglio 1948

                                                    Motto: Posuit fines tuos pacem (Portò la pace )

Dal 1938 al 1948 il Pontefice fu:

            Pio XII (1876-1958)                           Papa dal 1939 al 1958

 

            L’arciprete è sempre don Paolo Tundo (1888-1962).

 

            Gennaro Fenizia nacque a Napoli il 10 luglio 1889, fu ordinato sacerdote il 16 agosto 1914 ed era professore di scienze in un liceo di Napoli, quando il 17 agosto 1938 fu eletto Vescovo di Nardò dal Papa Pio XI. Fu consacrato il 30 ottobre 1938 e fece l’ingresso solenne in Nardò il 4 dicembre.

            Nel febbraio 1940 indirizzò al clero ed ai fedeli della diocesi la lettera pastorale dal titolo: L’educazione cristiana.

            Per incrementare la vita pastorale, eresse alcune nuove parrocchie.

            Il 31 maggio 1942 intraprese la visita pastorale, che terminò nel 1945, la cui descrizione è molto frammentaria e di nessun rilievo.

Il 5 giugno 1945 dichiarò la Vergine del perpetuo soccorso patrona di Porto Cesareo, frazione di Nardò.

            Dal 30 maggio al 6 giugno 1948 celebrò in Nardò il I congresso eucaristico diocesano con la partecipazione di alcuni Vescovi della Puglia e del cardinale Alessio Ascalesi, Arcivescovo di Napoli. A ricordo, all’ingresso dell’episcopio, il 3 ottobre 1948, accommiatandosi da questa diocesi, fu posta una lapide in marmo avente lo stemma vescovile e la seguente scritta:

 

A Dio Ottimo Massimo

Dal  30 maggio al 6 giugno del 1948 a Nardò

l’Ecc.mo Vescovo Gennaro Fenizia

reggendo la diocesi neretina

il  I congresso Eucaristico con esultanza

di fede e di amore

alla presenza dell’Emin.mo Card. Ascalesi fu celebrato

il clero e il popolo al loro pastore posero con animo grato

Nardò 3 ottobre 1948

 

            L’anno successivo mons. Gennaro Fenizia fu traslato alle diocesi di Cava e Sarno il 21 luglio 1948, restando amministratore apostolico di Nardò sino all’arrivo del nuovo Vescovo. Risiedette sette mesi, da maggio a novembre, a Cava e cinque mesi, da dicembre ad aprile, a Sarno (Salerno). Attese specialmente alla ricostruzione del seminario di Cava, che 33 anni prima era stato abbattuto, perchè pericolante. Dopo alcuni anni di episcopato in quelle diocesi, all’età di 64 anni, morì a Cava dei Tirreni il 20 novembre 1952 e fu sepolto in quella cattedrale. Nel 1939, il Vescovo Alfredo Vozzi fece porre sulla tomba un piccolo monumento e questa epigrafe:

Qui nella pace di Cristo riposa risorgituro

GENNARO FENIZIA

napoletano che

nominato Vescovo di Nardò

il 17 agosto 1938

traslato alle chiese di Cava e Sarno il 21 luglio 1948

per singolare zelo delle anime in ogni campo rifulse

pastore buono e saggio amò i Sacerdoti

particolarmente i più umili

assai benemerito per molte opere

tra cui assolutamente insigne e lodevole

la ricostruzione del seminario diocesano di Cava

già da 35 anni abbandonato

all’età di 64 anni

immaturo non impreparato il 20 novembre 1952

colpito dalla morte

lasciò presso tutti grandissimo rimpianto

Il suo immediato successore

l’Ecc.mo Mons. Alfredo Vozzi questa lapide

tra il plauso generale del Clero e del popolo

il 4 ottobre 1959 pose.

 

Relazione con la chiesa di Noha

            La visita pastorale del 1942 la ricordo anch’io. Ero un bambino di appena sette anni. Mi è rimasta impressa nella memoria l’accoglienza festosa del Vescovo da parte della popolazione. Rimasi incantato nell’osservare quel vecchio (così mi parve) tutto vestito di color rosso-violaceo, accolto sotto un baldacchino all’entrata del paese. Era la prima volta che vedevo un Vescovo e pur essendo ancora piccolo, capivo che si trattava di un personaggio molto importante. Accompagnato così sotto quel pallio retto da sei aste impugnate da altrettanti robusti signori si avviò verso la chiesa parrocchiale come in processione solenne con tutta la popolazione.

            Rividi lo stesso vescovo, Mons. Fenizia, qualche anno dopo quando a Parabita frequentavo il seminario dei Missionari della Consolata. Era il 1947, io ero già più grande. Venne a trovarci mentre stavamo in un momento di ricreazione. Facemmo corona attorno a lui: questa volta lui era più dimesso. Lo salutammo e fu tutto più familiare e direi quasi normale.

            Il 14 dicembre 1939 don Paolo Tundo festeggiò il suo XXV° anniversario di sacerdozio. Nella chiesa di S. Michele il Vescovo Gennaro Fenizia celebrò il solenne pontificale alla presenza di molti sacerdoti convenuti da più parti. L’antico organo a canne e a mantice con una orchestra d’archi al completo accompagnò i canti eseguiti da una schola cantorum polifonica, composta da numerosi parrocchiani. Al pranzo offerto dal festeggiato partecipò anche il Vescovo Fenizia con numerosi convitati sacerdoti e laici, personalità e amici di don Paolo.

            Mons. Gennaro Fenizia venne ancora a Noha il 30 novembre 1946 (evento straordinario in quel tempo) per l’ordinazione sacerdotale di Don Gerardo Rizzo, (Noha 1924-2007). E fu ancora Mons. Fenizia che consacrò sacerdote nella cattedrale di Nardò Don Donato Mellone (Noha 1925-2015), nipote e successore di don Paolo all’arcipretura di Noha.

 

 Francesco Minerva (1904 - 2004)       

Vescovo di Nardò dal 16 sett. 1948 al 17 dic.1950

Motto: Nulla sapientia sine fide (Senza  fede non c'è saggezza)

Dal 1948 al 1950 il Pontefice era:

            Pio XII (1876-1958)                                 Papa dal 1939 al 1958

 

            L’arciprete di Noha

            Don Paolo Tundo (1888-1962),           parroco dal 1934 al 1962

 

            Francesco Minerva nacque a Canosa di Puglia, diocesi di Andria, il 31 gennaio 1904. Il 16 aprile 1927 fu ordinato sacerdote e in luglio si laureò in teologia.

            Divenne poi cancelliere della curia vescovile, padre spirituale del seminario di Andria, insegnante di religione nel ginnasio e nell’avviamento. Nel 1931 conseguì la laurea in giurisprudenza nell’università di Bari ed il 10 aprile 1932 divenne arciprete della cattedrale di Canosa.

            Il 16 settembre 1948 fu eletto vescovo di Nardò dal Papa Pio XII e fu consacrato il 31 ottobre 1948 nella cattedrale di Canosa da Ferdinando Bernardi (1874-1961), già Vescovo di Andria e allora Arcivescovo di Taranto, assistito da Fra’ Giuseppe Di Donna, Vescovo di Andria, e da Giuseppe Ruotolo (1884-1978), nativo di Andria e Vescovo di Ugento.

            Il 21 novembre 1948 inviò al Clero ed al popolo la prima lettera pastorale; il 4 dicembre ne prese possesso ed il 12 fece il solenne ingresso in diocesi.

            Dall’otto al 15 maggio 1949 celebrò il I congresso mariano diocesano a Parabita. Il congresso si concluse  con l’incoronazione dell’immagine della Madonna della Coltura, immagine  bizantina ivi venerata  da molto tempo, dipinta su un monolito.

            Rifece la parte del seminario diocesano prospiciente l’episcopio, riportando l’ingresso al lato dove era stato ai tempi di Sanfelice, rendendo più ampia e più regolare la piazzetta antistante.

            Nel settembre 1950 fu nominato amministratore apostolico di Lecce ed il 24 dicembre da Pio XII fu traslato in quella diocesi, restando amministratore apostolico di Nardò. Il 18 marzo 1951 si trasferì a Lecce, accommiatandosi da Nardò, dove sulla facciata del seminario fu scoperta una lapide marmorea con l’iscrizione:

Mons. FRANCESCO MINERVA

dal 12  dic. 1948 al 24 dic. 1950

Vescovo di Nardò

questo vetusto seminario rinnovando

rese viva espressione del suo apostolico zelo

Il popolo di Nardò riconoscente

18 Marzo 1951

 

            Per raggiunti limiti di età, rassegnò le dimissioni il 27 gennaio 1981, rimanendo Arcivescovo emerito dell'arcidiocesi di Lecce, ma ritirandosi nella nativa Canosa, pur continuando per molti anni a trascorrere l'estate nel Salento.

            Morì il 23 Agosto 2004, a cento anni e sette mesi circa, compiuti il 31 Gennaio 2004.

 

Relazione con la chiesa di Noha

            Nel congresso mariano di Parabita del Maggio 1949 la chiesa di Noha partecipò con un folto gruppo di pellegrini con il suo parroco don Paolo Tundo. Quella volta a Parabita c’ero anch’io perché frequentavo il seminario missionario dei Padri della Consolata, proprio lì, accanto al Santuario della Coltura, e fu tutto una festa.

            Il congresso mariano, il primo congresso diocesano, voluto dal Vescovo Francesco Minerva, si concluse con l’incoronazione della Madonna della Coltura, con la partecipazione del Cardinale Alessio Ascalesi, Arcivescovo di Napoli. L’evento straordinario e tutte le celebrazioni in programma furono preparate dai Missionari della Consolata che in quel tempo gestivano il Santuario della Madonna, ed io ebbi l'onore di partecipare a tutte le celebrazioni come seminarista e facendo parte del "piccolo clero" che il Vescovo Minerva tanto preferiva.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Donato De Lorenzis (del 24/05/2016 @ 22:12:07, in Campo Sportivo, linkato 3368 volte)

Campo Sportivo Noha. 27.12.2015 La nostra cittadina se pur piccola ha un Impianto Sportivo come tanti e tutti i paesi d’ITALIA, ed è un Impianto che se messo in funzione è invidiabile da tanti paesi molto più grandi del nostro, completo di tutto per qualsiasi SPORT, ma purtroppo per vari motivi, che non stiamo qui ad elencare, è rimasto chiuso per un po’ di tempo e al degrado totale abbandonato a se stesso, tutti quanti noi lo sapevamo, il tutto alla luce del sole. Così un gruppo striminzito di amici ha pensato bene di far qualcosa a rivivere l’Impianto per lo SPORT, tra l’altro tentativo fatto ancora indietro negli anni con altre amministrazioni, ma senza successo. Tra varie visite negli uffici che contano e che trattano lCampo Sportivo Noha. 27.12.2015’argomento “strutture sportive”, ci hanno consigliato di formare un’Associazione Sportiva e così ci siamo messi in moto. Nell’inverno freddo del 2015, precisamente tra il 15 e il 17 febbraio è nata l’Associazione Sportiva Dilettantistica DPM ATLETICO NOHA, il nome non è un caso, è stato studiato bene ed ha un significato. Anche il logo è stato studiato con non poca fatica, ma semplice da capire: le TRE TORRI è il simbolo di NOHA, lu SCIACUDDHRI, beh è di casa a NOHA, infine i PALLONI perché rappresenta lo SPORT. Non voglio per adesso mettere nomi di persone perchè nessuno di Campo Sportivo Noha. 27.12.2015noi ha meriti maggiori o minori dell’altro, tutti, dico tutti con il proprio contributo. Un grazie va anche a qualche persone estranea all’Associazione che, con il suo aiuto ha contribuito a far sì che l’iniziativa vada a buon fine. Quindi siamo tutti sulla stessa linea di partenza, dico questo per togliere qualche dubbio a qualcuno. E’ naturale che in un’Associazione, Comitato, Riunione, Assemblea, ci deve essere un responsabile, legale rappresentante o Presidente che dir si voglia con appunto delle cariche, delle figure interne, che devono mandare avanti la baracca così come previsto dalla Legge e Statuti; da qui la figura del PRESIDENTE e del DIRETTIVO, deciso a suo tempo e luogo da quegli amici che si sono messi in gioco, quindi nessuno si è rivestito di AUTORITA’!!!

Fatta questa premessa, arriviamo ai giorni nostri. Gli Impianti Sportivi Polifunzionali di NOHA rappresentano un Campo Sportivo Noha. 27.12.2015esempio concreto di risorse per tutte le comunità, l’idea dell’Associazione DPM ATLETICO NOHA è, sin dal momento dell’assegnazione dei suddetti Impianti, di creare una realtà Polisportiva che attraverso l’uso strumentale dello SPORT consenta a tutti gli Atleti, senza nessuna distinzione, di realizzare un percorso formativo completo, tutto questo senza SCOPI DI LUCRO, pensiero lontanissimo dei principi fondamentali della nostra Associazione.

La DPM ATLETICO NOHA per la migliore e più efficace azione delle funzioni prefissate ha come obiettivi: la collaborazione con tutte le Associazioni, Club o altre aggregazioni Sportive presenti nel territorio; la diffusione della pratica sportiva e delle attività Motorie-Creative; la promozione e lo sviluppo del Associazionismo Sportivo e Campo Sportivo Noha. 27.12.2015l’uso degli Impianti a tutti gli Interessati. Facciamo presente a tutti quelli che vogliono condividere e praticare Sport, dal Tennis al calcio in tutte le sue dimensioni, che l’Impianti sono aperti ed usufruibili in tutte le ore a secondo la loro prenotazione, quindi significa che se non c’è attività l’impianto rimane chiuso, non esiste orario da Negozio. Naturalmente per usufruire dei giochi ci sarà un contributo che parte da 0 euro per minori e qualcosa in più per i maggiorenni di buona volontà, da quantificare all’atto della prenotazione a seconda del tipo di Sport e dell’orario. Questo perché la corrente elettrica che si consuma viene pagata totalmente dalla DPM ATLETICO, non come qualcuno pensa dal Comune di GALATINA, ma se anche fosse diversamente bisogna comunque pagare ciò che si consuma, anche al Comune. Ricordo a tutti che siamo un’Associazione ONLUS non abbiamo SPONSOR che ci sostengono, ci autofinanziamo tra di…NOI…oppure con i piccoli contributi che ci vengono dati di volta in volta. Per tale motivo intendo Campo Sportivo Noha. 27.12.2015ringraziare fortemente un gruppo di AMICI, nostri compaesani, che dal primo in cui è stata riaperta la struttura, sistematicamente, ogni lunedì, vengono a giocare, dovremmo tutti prendere esempio da loro. Per concludere, vorrei ancora ricordare a tutti che il campo di calcetto ce l’abbiamo anche a NOHA, tanto per essere chiari e trasparenti a differenza di ciò che invece vorrebbero far passare altre persone con messaggi differenti o falsati.

La DPM ATLETICO NOHA, riguardo alla richiesta di chiarimenti avanzata dal Sig. Antonio MARIANO su NOHAWEB, circa la fruibilità o meno dei campi di NOHA da parte della “ RAPPRESENTATIVA NOHA”, si risponde restituendo al mittente tutte le eventuali accuse o polemiche di sorta e sottolineando che nessun rappresentante della neo formata squadra si è mai presentato presso la struttura a parlare con chicchessia sia Campo Sportivo Noha. 27.12.2015esso PRESIDENTE che DIRETTIVO. Affermando quanto pubblicato si dimostra che si parla o si scrive solo per il gusto di farlo o per il semplice ..SENTITO DIRE.. Occorre ricordare un famoso detto Nohano per cui come “PRIMA SE TIRA LA PETRA E POI SE SCUNDE LA MANU” . Questo modo di fare non è affatto corretto perché si dice il falso coscientemente!!! L’idea di fondo della DPM ATLETICO è lo sviluppo ed il consolidamento di tutte le Società Sportive anche dei Gruppi di giovani, come la “ Rappresentativa NOHA “, che attualmente forse non usufruisce della struttura per futili motivi dovuti ad incomprensioni o non conoscenza effettiva dello stato dei luoghi o semplicemente perché non hanno mai fatto richiesta. Detto e chiarito definitivamente quanto sopra, si spera che al più presto si possa risolvere questo increscioso malinteso se così lo possiamo definire, noi siamo completamente disponibili a qualsiasi dialogo ed apertura che preveda l’inclusività e non certo l’esclusione a priori Campo Sportivo Noha. 27.12.2015di nessuno. La possibilità di implementare un percorso non effimero, che produca persistenti miglioramenti alla qualità di vita di ciascun cittadino-atleta dipende anche dal modo in cui viene gestito il welfare-comunitario: le Società Dilettantistiche e non, nel rispetto delle proprie funzioni, devono imparare a promuovere lo SPORT. Le modalità di utilizzo degli impianti da parte della “ Rappresentativa NOHA “ e non solo, vengono concertati con il PRESIDENTE, sentito il DIRETTIVO, sempre presente in loco, al fine di ottimizzare l’uso e la fruibilità degli spazi stessi tra diverse associazioni che ne fanno richiesta.

Gli impianti Polifunzionali di NOHA sono, devono e rimarranno aperti a tutti. 

Al PRESIDENTE, tra l’altro, spetta, come da Statuto, il diritto insindacabile di intervento per la soluzione di Campo Sportivo Noha. 27.12.2015eventuali insuperabili divergenze relative all’uso degli stessi Impianti. Lo stesso PRESIDENTE è tenuto alla corretta utilizzazione degli Impianti, al rispetto di tutte le norme e regole stabilite, a vigilare ed è autorizzato, sentito il parere del DIRETTIVO, ad allontanare chiunque tenga un comportamento ritenuto pregiudizievole al buon funzionamento degli Impianti o dell’attività che si svolge.

L’Associazione DPM ATLETICO NOHA, sin dal primo giorno successivo all’assegnazione provvisoria, si è presa cura degli impianti che si presentavano in condizioni veramente disastrose e sotto gli occhi di tutti; il campo di calcio era un cumolo di sterpaglia e pietre, una situazione decisamente critica a cui la DPM ha voluto mettere mano con urgenza, infatti siamo intervenuti con misure di emergenza e di messa in sicurezza da subito e su diversi spazi, noi dell’associazione con tenacia, determinazione e tempestività siamo riusciti a dare ai campi un’altra immagine e la possibilità di aprirlo al pubblico nel più breve tempo possibile rispondendo anche alle Campo Sportivo Noha. 27.12.2015esigenze richieste dall’Amministrazione Comunale attraverso la manifestazione di interesse di giugno 2015.

Le difficoltà che la DPM ha incontrato sono state diverse e sempre in agguato, basta ricordare atti vandalici che abbiamo subito da ignoti sin dai primi giorni di insediamento, arrivando poi, a pochi giorni fa quando si è raggiunto il limite per danni provocati agli impianti per i quali si è richiesto l’intervento dei responsabili del settore LLPP. In un primo momento, si è pensato di non far pubblicità di questi brutti episodi perché ne sarebbe andato del decoro di tutta la nostra comunità, non solo, per evitare anche del vittimismo e tirati in ballo addirittura con falsità sui Social, allora è bene informare pubblicamente i cittadini. I danni, vanno dalla rottura ai tagli sull’impianti idrici mobili utilizzati per l’innaffiatura dei vari prati inglesi di proprietà della DPM; furti degli stessi tubi di acqua sempre Campo Sportivo Noha. 27.12.2015di proprietà della DPM; il campo di calcio irrorato con del veleno secca – tutto ha bruciato letteralmente tutta l’erbetta vera della quale il campo medesimo era dotato via via con non poco sacrificio per renderla verdeggiante, purtroppo, ignoti hanno addirittura lasciato le bottiglie vuote sul terreno di gioco, una volta utilizzate; da ultimo, ma non meno importante, due cagnolini di piccola taglia erano stati rinchiusi sotto il sole ed all’interno di una macchina parcheggiata nei pressi del campo di gioco. Solo per mero caso, in quella mattinata, sono stati liberati i due cagnolini, altrimenti per il caldo i poveri animali non sarebbero certo sopravvissuti.

Nonostante questi brutti episodi di VANDALISMO, la DPM ATLETICO con la stessa determinazione e tenacia di sempre e che la contraddistingue è riuscita a dare al Campo Sportivo un’altra immagine restituendo la normalità attraverso la possibilità di giocare sin da subito, sistemando tutto nel migliore modi. Le situazioni di disagio non sono certo scomparse, ma il lavoro svolto è stato tanto e ce ne sarà ancora, quindi si opererà certamente nella Campo Sportivo Noha. 27.12.2015convinzione di procedere nella giusta direzione. È necessario, però, che gli appassionati di SPORT, le Scuole, le Parrocchie, le Famiglie e le Istituzioni facciano sentire la loro presenza e la loro voce.

Con questo approfitto per comunicare a tutti che con una missiva indirizzata alla Direttrice della scuola Polo 2 Galatina – Noha e per conoscenza anche al Comune di GALATINA, tutti i ragazzi di detto Plesso Scolastico sono stati invitati Suo tramite, a svolgere attività sportiva durante le lezioni di educazione fisica sul nostro Impianto Sportivo. Con piacere comunichiamo altresì che la Direttrice ha risposto POSITIVAMENTE, prenotando per il fine anno scolastico le due Manifestazioni Sportive di chiusura dello stesso, sia per le classi primarie che per le medie. Non solo, si porta a conoscenza tutti voi, che sempre presso gli impianti sportivi di Noha, si procederà ad organizzare il progetto che vede coinvolte le donne nello sport, in particolare nel calcio.

IL PRESIDENTE DELLA D.P..M. ATLETICO NOHA

M.LLO DONATO DE LORENZIS

 


Campo Sportivo Noha. 27.12.2015Campo Sportivo Noha. 27.12.2015
Campo Sportivo Noha. 27.12.2015Campo Sportivo Noha. 27.12.2015
 
Di Albino Campa (del 09/12/2010 @ 22:11:01, in Recensione libro, linkato 3526 volte)
Solo adesso mi rendo conto quanto un incontro del tutto fortuito, possa dirsi poi necessario nella vita.
Scorrevo con il dito lungo costole di libri che fremevano su scaffalature ricolme e proprio lì, non saprei spiegarmi il perché, sul dorso bianco di Glister, ho indugiato. L’ho sfilato dolcemente e l’ho trattenuto per qualche secondo sul palmo della mano per ammirarne la copertina. No, non l’ho scelto per la copertina, ne sono certo. Non l’ho scelto nemmeno per il nome dell’autore, John Burnside, a me sconosciuto sino a quel momento; nemmeno per il titolo, incomprensibile; né per la trama. Vi chiederete, allora, perché proprio lui tra centinaia di volumi? Oggi, solo dopo averlo letto, sono arrivato alla conclusione che è stato Glister a scegliere me.
È davvero difficile classificare quest’opera in una ben precisa categoria letteraria: non si tratta semplicemente di un romanzo noir, né tantomeno di una crime novel, un poliziesco o un romanzo psicologico. Glister è tutto ciò insieme, ma innanzitutto è una storia di formazione. Il romanzo di Burnside, attraverso una scrittura quanto mai sincera e libera da pregiudizi, si prefigge l’obiettivo di scuotere, svegliare le coscienze assopite di noi collaborazionisti e sonnambuli, che assistiamo impotenti alla distruzione delle nostre città.
È così che va il mondo. I cattivi vincono e gli altri, per salvare la faccia, fanno finta che non si sono mai accorti di niente. È difficile ammettere di essere impotenti, ma ti devi abituare all’idea. È a questo che serve la scuola, ovvio. Ad abituarti alla vitale disciplina di essere impotenti. (pag. 107)
Il luogo in cui Burnside sceglie di ambientare il suo romanzo non esiste sulla carta, è inutile cercarlo; è sufficiente leggere per scoprire che sotto le spoglie dell’Innertown, abbandonata con il suo impianto chimico ai piedi della nobile penombra dell’Outertown, è nascosta qualsiasi città, e nei suoi abitanti malaticci e svogliati non possiamo non riconoscerci.
L’Innertown non era un luogo salutare in cui vivere; il problema era nel fatto che, per la maggior parte delle persone, non c’era altro luogo dove andare. Era questa la ragione per cui in tanti morivano per cause che nessun dottore avrebbe mai potuto diagnosticare: delusione, rabbia, paura, solitudine. (pag. 48)
La scomparsa di alcuni giovani dell’Innertown è il chiodo a cui l’autore appende i problemi che affliggono il nostro mondo. Glister rappresenta l’alternativa a questo mondo marcio, in cui si soffre inutilmente e la sofferenza altrui non ha alcun valore; un mondo in cui il denaro è la logica dei più forti e quindi di coloro che, per una bizzarra legge della natura, dettano le regole del gioco. Ma è nelle mani del peccato d’omissione, incarnato nella storia dal poliziotto Morrison che per primo scopre il cadavere straziato di uno di quegli adolescenti scomparsi e per paura decide di insabbiare l’inchiesta, che le nostre città si sono frantumate.
…: è la forma più estrema di crimine in cui la città sia rimasta invischiata da decenni, il peccato d’omissione, il peccato di aver girato lo sguardo per non vedere cosa stesse accadendo proprio di fronte ai propri occhi. Il peccato di non voler sapere; il peccato di sapere tutto e di non fare nulla. Il peccato di sapere le cose dai giornali, ma rifiutarsi di vederle nei nostri cuori. Tutti lo conoscono questo peccato. (pag. 301)
Burnside ha costruito, pagina dopo pagina, una realtà in cui è difficile non riconoscersi e allo stesso tempo ha suggerito al suo lettore una via d’uscita. Glister è un luogo oltre la vita e per raggiungerlo occorre cambiare, fare delle scelte, ribellarsi, aprire gli occhi, spegnere la TV e leggere di più, e solo dopo essersi guardati intorno, sopra e sotto di noi, iniziare a interrogarsi.

GLISTER di John Burnside, Fazi Editore 2010, pagg. 309

Michele Stursi

 
Di Redazione (del 28/05/2019 @ 22:10:52, in Comunicato Stampa, linkato 1168 volte)

La cultura è alle fondamenta del nostro Paese ed è il motore del nostro assetto costituzionale infatti, come si afferma nell’articolo 9 della nostra Costituzione, la Repubblica promuove il suo sviluppo.
Allora perché non riconoscere come cittadini italiani bambine e bambini stranieri cresciuti in Italia, inseriti nei percorsi educativi e scolastici italiani e che hanno completato il ciclo di studi qui nel nostro Paese? Con la proposta di legge d’iniziativa popolare sullo ius culturae si vuole fare proprio questo: attribuire la cittadinanza a tutti quei figli di genitori stranieri che hanno portato a compimento gli studi in Italia, che ogni giorno condividono sogni, ambizioni e passioni con i loro coetanei italiani, che avranno il diritto un domani di votare e di partecipare attivamente alla comunità nella quale vivono facendo valere le proprie idee e i propri ideali. Il progetto di legge è pronto, si è deciso infatti di proporre il medesimo testo votato dalla Camera dei Deputati nella precedente legislatura, un testo certamente non perfetto ma che rappresenta lo strumento più immediato per sollecitare il Parlamento a riaprire quel dibattito. E’ urgente che l’Italia affronti la questione dei “nuovi italiani” e si doti di una legge moderna sulla cittadinanza che sappia adeguarsi alle attuali esigenze del Paese che non può rimanere legato alle medesime leggi di un tempo. Lo scenario è infatti cambiato e promuovere un’iniziativa del genere è di fondamentale importanza per l’avanzamento del Paese in ambito culturale ma soprattutto sociale.
Come Comitato d’Azione Civile di Galatina abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa nazionale e abbiamo lanciato una raccolta firme aperta a tutti i cittadini maggiorenni. Nella mattinata di Domenica 2 giugno saremo in Piazza Alighieri dove sarà possibile sottoscrivere la nostra proposta, appoggiati anche dalla Consulta dei Giovani di Galatina e in particolare dalla Presidente Marika Martina la quale dichiara: “mi sono spesso interrogata sul perché non bisognerebbe riconoscere la cittadinanza a chi completa con successo un ciclo scolastico nel nostro paese. La società italiana potrà solo trarre vantaggio dall’inclusione di giovani ragazzi che, figli di genitori stranieri, studiano nelle scuole della Repubblica, parlano correttamente la lingua italiana, ne abitano le città. È contraddittorio insegnare loro i valori contenuti nella Costituzione di un paese che li respinge come cittadini. Attraverso lo ius culturae, inoltre, si amplia e valorizza il ruolo della scuola come luogo in cui si costruisce il senso civico, palestra formativa dei cittadini di domani. Sostenere insieme alle ragazze e ai ragazzi della Consulta dei Giovani di Galatina questa iniziativa, portata avanti da Caterina Luceri, è importante: rimanendo estranei nei confronti di qualsiasi schieramento politico, diamo lustro ad idee degne di merito per il miglioramento sociale, incline all’integrazione.”
Un ringraziamento anche all’Amministrazione comunale e in particolare al Sindaco Dott. Marcello Amante, alla Vicesindaco Sig.ra Maria Rosaria Giaccari e al Consigliere Dott. Pierantonio De Matteis per aver accolto con favore la nostra iniziativa e averci guidato nella fase organizzativa dell’evento.
Un piccolo gesto quello di apporre la firma ma di fondamentale rilevanza per far arrivare questa iniziativa fino a Roma. Bisogna infatti raccogliere a livello nazionale almeno cinquantamila firme per far diventare #italianochistudia non più solo uno slogan ma una battaglia di diritti che può diventare realtà e che può cambiare in meglio il nostro Paese.

Caterina Luceri

coordinatrice Comitato d’Azione Civile Europa (Galatina)

 
Di Antonio Mellone (del 26/01/2015 @ 22:09:36, in NohaBlog, linkato 2807 volte)

Non riuscivo a capacitarmi di tanta sfacciataggine, l’altra sera, al convegno double-face (quello sui tumori nel Salento).

Un relatore monopolista della serata, il “giornalista-statistico” che, dopo il suo interminabile profluvio di parole, asserisce che certi interventi, soprattutto quelli degli altri - incluso il discorso a proposito del mega-impianto di compostaggio soletan-galatinese (per la produzione di biogas, non di compost) - sono fuori tema o fuori luogo [ma scusi, signor logorroico conferenziere, stiamo o no parlando di cause dei tumori? E questa forse che non lo sarebbe? Oppure bisogna sempre parlare dei massimi sistemi, o delle discariche di Patù, senza mai scendere nei particolari che ci riguardano più da vicino? ndr], e due Erinni, cioè le onorevoli avvocatesse della maggioranza montuosa che fa finta di governarci, che sbraitano e se la prendono se osi ricordare loro che la giunta di cui sono in qualche modo parte attiva, tra le altre mille schifezze:

1) ha dato l’ultimo ok ad un mega-porco commerciale di 26 ettari da colare nella campagna galatinese;

2) accetta con nonchalance le sponsorizzazioni da parte di Colacem (il giglio di campo di cui si son pure proiettate delle slide a proposito di cause dei tumori), e nulla dice a proposito di quella del TAP per la festa patronale;

3) va avanti come un treno sulla strada del mega-impianto di compostaggio-chiamatemi, quello di 30.000 tonnellate (se gli orrori non sono mega questi non si sporcano mica le mani) che produrrà invece biogas, oltre a tutta una serie di altri, come dire, tumori (stiamone certi);

4) sta per varare, già che si trova, anche la “mega area mercatale”, da definire - con solito eufemismo o meglio esproprio vocabolario - come “parco urbano”; pazienza poi se per questo “parco” si colacementificheranno e s’asfalteranno altri 4 o 5 ettari della “nostra madre terra”;

5) ha in mente e forse realizzerà un mega-parcheggio sotterraneo a ridosso del centro storico (il che è davvero molto coerente con la politica di incentivazione all’uso della bicicletta con cui, nei convegni sulla “mobilità sostenibile”, fa gargarismi e risciacqui orali tre volte al giorno);

6) si munisce di sega per troncare alberi di gelso e/o querce vallonee “che non hanno più di novant’anni d’età” (come se una quercia vallonea di novant’anni avesse meno diritto di esistere di una di trecentocinquanta);

7) non ha mai proferito (in quanto il concetto non sfiora nemmeno di striscio la corteccia cerebrale dei suoi componenti) un salutare “STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO” (rendendosi così oltremodo corresponsabile del cambiamento del clima, in particolare del riscaldamento globale: sì, ogni comportamento, ogni scelta anche locale, anche micro, ha influenze in tal senso);  

8) affetta com’è di inaugurite cronica, questa giunta betoniera corre a destra e a manca a tagliar nastri tricolori per varare la “glande opera pubica” di turno, rigorosamente in cemento e/o asfalto, sovente progettata male, costruita peggio e/o quasi mai terminata.

Qualche esempio del genere? Circonvallazione interna (“utilizzata molto dai podisti”, come dice qualcuno: ergo che bisogno c’era di una circonvallazione?) che andrà avanti nel massacro ambientale con ruspe, piastre vibranti, rulli compattatori, bulldozer; centro polifunzionale che però non polifunziona affatto, colato in fondo a viale don Bosco per “riqualificare le periferie” [ma evitar lo scempio, no eh? Ndr]; asilo infantile sempre sullo stesso viale (non ancora inaugurato nonostante la “fine dei lavori” perché qualcuno ha scordato i cessi o qualcosa di simile); palestra-hangar che s’affaccia sulla suddetta circonvallazione interna, inservibile in quanto inutile e soprattutto inutilizzabile per una serie di motivi che sarebbe troppo lungo elencare qui di seguito; vecchia scuola elementare di Noha con allaccio elettrico provvisorio (ma quasi quasi definitivo), che non permette a riscaldamenti/ariacondizionata/fotovoltaico/ascensore di mettersi in moto.

Opere e progetti buoni soltanto ad arricchire furbi e sgorbi, aumentare i tumori (riuscite a coglierne il nesso?), a prendere in giro gli allocchi (in gergo: vucchiperti) di cui Galatina non ha mai avvertito la carenza, e a rovinare ciò che ancora residua di bello.

*

Non sia mai che i nostri cosiddetti rappresentanti imparino una buona volta la lezione di Renata Fonte, la Donna e il Politico (entrambi con la maiuscola) ucciso dalla mafia perché ha cercato di spiegare a tutti che per preservare la nostra terra (e tutelarci dal cancro) l’unica cosa di buon senso finalmente da fare è: NULLA. O comunque evitare di dar corso alla natura mentulomorfa di certi “progetti”.

Invece no: i nostri governanti nostrani, tutti muniti di cazzuole (ma soprattutto di cazzate), riescono ad aumentare il loro prodotto interno lurido solo con la grande schifezza, facendo finire nei piloni di cemento ciò che residua del buon senso (e chissà cos’altro) e nascondendo la testa sotto la sabbia. Come i calce-struzzi (e qui la prima z potrebbe essere sostituita a piacere da una n).

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mariano (del 30/07/2021 @ 22:07:53, in Fetta di Mellone, linkato 2236 volte)

Non so se qualcuno ricorda le autocarrozzerie di una volta, quelle che ti rimettevano a nuovo la macchina dopo le nozze d’argento (voglio dire le nozze tra te e la tua auto). Intendiamoci, non è che i carrozzieri odierni non facciano altrettanto, ché quanto a tecnologia sono così avanti che tramite computer, robot, software e meccatronica riuscirebbero anche a ricostruire i connotati del conducente come manco un chirurgo plastico: è che invece siamo cambiati noi altri, o meglio il rapporto con il nostro mezzo di locomozione: un tempo emblema di fedeltà assoluta (finché morte non ci separasse), oggi di volubilità, e addirittura in nome della transizione ecologica.     

L’Autobianchi 500 Giardiniera (cioè station wagon) caffelatte di mio papà Giovanni, per esempio, fu rifatta ab imis fundamentis dopo circa un trentennio dal taglio del suo cordone ombelicale con la concessionaria. Il carrozziere che si chiamava Antonio Rizzo e aveva la sua officina in via Aradeo fu così bravo da non farci quasi più riconoscere la nostra vecchia Famigliare decappottabile: nuova di fabbrica sembrava, fiammante, profumata, “smaltata” nel suo originario colore neutro tattico (così – a parere della regina madre - non si sarebbe notato lo sporco). Il portapacchi in cima, ridipinto d’argento, era la corona di una principessa. Quella povera auto da soma che aveva caricato mante di tabacco, frese, zappe, tini d’uva, rape e cicorie, sacchi di grano, e due volte l’anno tutte le masserizie necessarie per “ritirarsi” in campagna ovvero per rientrare al paese a fine estate, sembrava pronta per un matrimonio di lusso. Le mancava giusto il fiocco di tulle.

Poi mio padre, monogamo per indole e convinzione, l’ha utilizzata fino alle nozze d’oro, che dico, di diamante e mi pare pure di platino (sempre tra lui e la 500 dico): mai un incidente, ricovero in garage la notte, e lavaggio con spugna secchio e suca (pompa collegata al pozzo), ma soltanto quando non se ne poteva più fare a meno.

Tutto questo per introdurre la storia dell’autocarrozzeria di Pietro Serafini, e per dire che c’è ancora chi è legato ai cimeli locomotivi del passato e che per poterne nuovamente godere deve trovare chi se ne occupi con passione e competenza. Sia chiaro, a Noha è pieno di artigiani del settore: abbiamo officine rinomate in tutto il Salento, o meglio in tutta d’Italia (basta leggerne le recensioni on-line); addirittura Antonio della F.lli Mariano, oltre a essere il presidente regionale della Confartigianato del settore, siede anche nel direttivo del Consiglio Nazionale, per non parlare di quei colossi che rispondono ai nomi dei F.lli Bonuso e di Idolo Officine che portano in giro per il mondo (appiccicato alle targhe degli autoarticolati transitati dal loro pronto soccorso) il nome di Noha, e per finire a Ciofficar dei Cioffi, padre e figlio, anch’essi professionisti ad alti livelli.        

Dunque non farò un torto agli altri carrozzieri di Noha se questa volta tratto del più piccolo fra loro, Pietro appunto, che nel 2015 ereditò la carrozzeria del papà Roberto, il quale aveva deciso, prematuramente, di andare a riparare le ali degli angeli.

La carrozzeria di Pietro la trovi in via Cadorna al 49, a un fischio dai giardini Madonna delle Grazie e, pur micro, è dotata di tutto quel che occorre: banconi, strumentazioni le più disparate, l’impianto per la verniciatura, il forno per l’essiccazione della dipintura. Ma prima di tutto trovi la pazienza, l’olio di gomito del titolare, la sua arte.

Pietro, trentasei anni d’età e quaranta di esperienza, mascherina, scarpe antinfortunistiche, guanti e tuta di prima mattina, studia i pezzi, si fa uno schema delle procedure e s’immerge nel suo lavoro senza sosta. L’ultima volta che lo vidi era alle prese con una “cosa degli anni ’60”, mi disse: il proprietario non aveva voluto interventi di altri se non il suo, e gli aveva presentato un ferrovecchio osando definirlo “la mia Vespa”. Ebbene quel “ferrovecchio” tempo dopo, non so più in quale concorso, s’era aggiudicato quale  primo premio una targa d’oro: una medaglia al merito che starebbe bene anche sul petto di questo cerusico estetico di automezzi.

Non finirei più se volessi scendere nei dettagli del lavoro di questo ragazzo, la sua inventiva applicata agli attrezzati specifici che di volta in volta addirittura s’inventa per salvare geometrie distrutte, la ricostruzione dei punti di riferimento del progetto iniziale, la gestione dei piccoli spazi di un’officina dove non vola nemmeno un granello di polvere, la più duratura stagnatura (che comporta tempo e lavoro) che Pietro s’è incaponito di utilizzare al posto della più caduca stuccatura dei pezzi (più facile e veloce), e la sua tenacia nel non tirarsi mai indietro qualunque catorcio ignobile gli venga presentato per la rianimazione.

Capitoli di molte pagine a parte meriterebbero la sua disponibilità a lavorare con spirito di abnegazione per la comunità (l’ha già fatto ad esempio riportando al suo antico splendore il marchingegno dello storico orologio della torre civica di Noha, oggi esposto nei locali della scuola Media), nonché il commovente filiale bisogno di conversare ancora, nel suo ideale dialogo quotidiano, con il suo (e nostro) mesciu Roberto.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 26/10/2019 @ 22:07:26, in Comunicato Stampa, linkato 900 volte)

Il campionato regionale e i tornei provinciali sono ai nastri di partenza e, come consuetudine, la Showy Boys Galatina presenta la nuova divisa da gioco che vestirà gli atleti e le atlete della prima squadra e delle giovanili. Nella stagione sportiva 2019-2020, tutti gli allievi della scuola Volley disputeranno i campionati, maschili e femminili, di ogni categoria (dall’under 12 alla serie D regionale), con lo stesso completo da gioco. Molto di più di una semplice divisa: per i ragazzi e le ragazze della Showy Boys sarà come una seconda pelle.

Il bianco e il verde, i colori sociali del club galatinese, sono le due tonalità presenti sul nuovo completo di gara realizzato da V2 Sportswear e che lega la storia della Showy Boys alla Città. 

Un fondo bianco per il corpo centrale della maglia con maniche e banda laterale verde. Quest’ultimo colore per il pantaloncino, per una divisa lineare nello stile ma, allo stesso tempo, elegante e dalla massima vestibilità. Il completo è realizzato in tessuto bielastico Interlock, tecnico e specifico per il volley, che si caratterizza per comfort e qualità, nonché per la capacità di adattarsi con estrema naturalezza ai movimenti del corpo al fine di ottimizzare le performance in partita.

“Nella realizzazione della nuova divisa di gioco abbiamo pensato di evidenziare ancora di più lo stretto legame tra la Showy Boys e il suo territorio – spiegano dalla società galatinese - per questo si è scelto di dare maggiore importanza ai colori sociali, il bianco e il verde, che sono rispettivamente presenti sulla maglia e sul pantaloncino. Questi due colori identificano da sempre il nostro club che ha radici profonde in Città – aggiungono i dirigenti - dal 1967 portiamo avanti una lunghissima tradizione che oggi prosegue per mezzo dell’attività della scuola Volley indirizzata alla valorizzazione dei più giovani”.

La divisa è disponibile presso la sede della Showy Boys in piazza San Pietro n. 25 a Galatina.

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 18/12/2016 @ 22:07:08, in NohaBlog, linkato 2123 volte)

Così ti capita di ritornare a Milano “per ossigenarti”, come vai ripetendo periodicamente ai tuoi amici (sì, devi usare le virgolette dacché il sindaco sovente è costretto a bloccarne il traffico, causa superamento livelli di PM10 o forse 11 e qualche cosa).

Lo fai più volte l’anno, anche se il punto di accumulazione di codeste visite pastorali usualmente coincide con l’apertura delle feste natalizie, prima fra tutte quella di Sant’Ambrogio patrono, con ponte dell’Immacolata incorporato.  

E’ più forte di te: non ce la fai proprio a saltare l’appuntamento con la tua Alma Mater, né l’incontro con qualcuno dei tuoi ex-compagni di corso anche se può capitare d’imbatterti nel bocconiano di turno tra il milione-e-quattro di milanesi con la stessa probabilità con la quale potresti più o meno fare un terno in una tombolata parrocchiale.

E’ successo così per puro caso anche con la Anna, per dire, girovaga per le amene stradine di Brera (e dove sennò visto che vi abita), e sei dunque costretto a declinarne l’invito a pranzo in compagnia di altri, atteso che la tua agenda meneghina è piena zeppa di altri rendez-vous convivial-pantagruel-prenatalizi da lì a poche ore.

Stavolta è mancato all’appello il Matteo Fini della situazione, nonché la Manuela e pure la Donatella che, menomale, non hanno profili face-book (le quali s’erano tanto raccomandate quasi all’unisono: “Se non mi chiami quando sei qua, m’offendo di brutto”. Per carità: rimanga il segreto tra noi e fb), e chissà quanti superstiti ‘amici miei’ del tempo che fu. Fortuna che non han saputo niente la Samantha e la Titty, sennò chi le sente quelle.

Ma non puoi davvero completar tutto in soli sei giorni, altrimenti, oltre a tutto il resto (Navigli, colonne di San Lorenzo, San Maurizio, michelangiolesca Pietà Rondanini, pièce al Carcano, varie ed eventuali) come avresti fatto a visitare anche “Lo stupore e la luce”, cioè la mostra sul Vedutismo del Canaletto e di suo nipote Bellotto alle Gallerie d’Italia, nei locali di quella che fu la filiale di piazza della Scala della Banca Commerciale Italiana, sì proprio quella dove mettesti piede tu per la prima volta da neoassunto in quel glorioso istituto di credito.

Ma devi tagliar corto ché le divagazioni potrebbero portarti lontano, e concentrarti sulla gita mattutina fuoriporta con Pasquale Marannino (bitontino, onde Milano ringrazia la Puglia per averle fornito i novelli milanesi) e la sua auto che taglia freddo e nebbia alla volta delle abbazie di Chiaravalle e Viboldone, alla ricerca di pace, organi a canne e affreschi di scuola giottesca.

In auto - archiviato finalmente con un sospiro di sollievo il tema del referendum costituzionale - non puoi fare a meno di parlare della prole (la sua: tu non dovresti averne  sparsa per il globo, ma il condizionale è d’obbligo in certi casi), e tra gli altri l’attenzione ricade su Luca Marannino, il grande di casa, anzi a quanto ti è dato di capire subito un grande ‘tout court’.

Luca, che oggi è al secondo anno di Matematica (Matematica pura, si badi bene, non le varie ingegnerie matematiche, nucleari, elettroniche – quisquilie, Antonio Congedo -  o peggio ancora le economie cui si dedicarono quelle mezze calzette del papà e del suo amico nohano), nel 2015 ha pubblicato un libro per Mondadori (Luca lo chiama libello, vabbé), dal titolo: “Secchione ma non troppo”.

L’hai acquistato subito grazie al buono che t’ha regalato la Giuliana la sera precedente (ma non bastava la cena, e che cena, a casa sua? No.) e ti sei messo a divorarlo senza alcun indugio stravaccato sul divano (divano-terapia col segno meno davanti, Marannino jr.), sacrificando giusto le ore che avresti invece dedicato ad un paio di sieste pomeridiane. Libro stupendo (al netto della quarantina di punti esclamativi – tu li usi ormai solo per il fattoriale di un numero naturale, vale a dire n!: e lo riferisci all’autore del pamphlet, così, solo perché non si monti più di tanto la testa).  

Perché asserisci che Luca è un grande? Bè, non (solo) perché in terza media aveva già letto una quarantina di libri di quelli lunghi, o perché ha preso sempre dieci in tutte le materie (e pensare che tu rimproverasti la Romano, la tua insegnante di Mate, per un dieci all’ultimo compito in quarta superiore: “Prof., ma è pazza? Che figura. Ma mi metta nove, non dieci. Suvvia, un po’ di democrazia. E che diamine”) e addirittura la ‘laude’ finale al Berchet di Milano, o perché gioca discretamente a pallacanestro, scia, suona il pianoforte da più di dieci anni (ma solo gli spartiti dei grandi autori, s’intende), o perché ha fatto teatro (Elisabetta, dovresti leggere le sue pagine sul tema a proposito “di quel margine di errore, che è poi un margine di libertà in fin dei conti, a fare la differenza tra il successo e l’insuccesso”: nel senso che rispetto al copione “bisogna sempre aggiungere o togliere qualcosa di proprio, lasciarsi un margine di errore”), o perché segue i ragazzi dell’oratorio, o perché ha la ‘zita’, è simpatico e ironico, aiuta i compagni di studi che necessitano di una mano, dà consigli a professori alunni e genitori, scrive benissimo, o perché un po’ ti somiglia. Per dire.

Ma soprattutto perché a tratti riesce perfino a burlarsi di se stesso. E un po’ anche a prenderti per il culo.   

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 17/03/2013 @ 22:06:56, in NohaBlog, linkato 4016 volte)

L’ultimo campionato di calcio agonistico disputato nella nostra cittadina risale a circa 30 anni fa.

Correva l’anno 1984, quando il “NOHA CALCIO” militava nel campionato calcistico di Seconda Categoria.  Sono passati circa 32 anni e da allora a Noha non c’è più stata una squadra di calcio di questo livello. Eppure, a sentire i commenti dei nostri concittadini, era davvero bello quando la domenica si andava allo stadio comunale con tutta la famiglia a vedere la partita. E’ pur vero che molte cose sono cambiate, anche perché magari prima non c’erano tutte quelle distrazioni che la modernità ci ha portato e che, forse, non favoriscono il ritorno a Noha di un’iniziativa così bella, ma sognare non fa mai male.  Nonostante tutte le tele-cavolate, le oasi dei mega-centri commerciali dove regna il nulla culturale o sportivo,  il calcio per fortuna non passa di moda, e resiste perfino agli tsunami delle partite truccate e delle scommesse "dopate" . Pertanto i numerosi ragazzi nohani che volessero partecipare giocando il calcio migliore, quello sano e senza finzioni, sono costretti a “emigrare” nei  paesi limitrofi per iscriversi ad una scuola di calcio (e, perché no, tentare il “sogno” di costruirsi una carriera). Non è bello vedere i nostri ragazzi andar via da Noha per soddisfare questa loro passione, soprattutto perché, se andiamo a vedere articoli e foto di circa trent’anni fa, notiamo che la maggior parte dei calciatori di allora erano nativi della nostra frazione. Noha, infatti, è sempre stata un buon vivaio di calciatori provetti, molti cresciuti a quella scuola di calcio che era la strada (un tempo quella che dava la miglior formazione sportiva ed umana). Per onor di cronaca, è bene ricordare che  la formazione del “Noha Calcio” pubblicata nella foto, in due anni ha conquistato la promozione dalla Terza alla Seconda Categoria, ottenendo una serie di vittorie giocando sul campo comunale di Noha (ed, in trasferta, sui campi di calcio di mezzo Salento, sempre seguita da folto pubblico di tifosi organizzati con striscioni, tamburi, coriandoli e fumogeni multicolori). Oltre alla buona volontà ed alla passione degli sportivi sono certamente necessari l’impegno di tipo economico-finanziario, il tempo da dedicare alla causa, e soprattutto la collaborazione di un gruppo di persone affiatate per tutta una serie di attività organizzative. Ovviamente in tempi di forte crisi economica, come quella che stiamo vivendo e che colpisce aziende e famiglie, potrebbe sembrare azzardata la proposta di in una nuova avventura calcistica nel nostro paese. Le difficoltà sono non poche, certamente. Ma penso che con la passione si possano superare tutti gli ostacoli. E chissà che proprio dalle minacce non nascano delle opportunità anche in questo settore. Questo è il mio appello ed il mio augurio. Mai dire mai.

Antonio Mariano  (’91)

La formazione del Noha 83-84: da sinistra ,in piedi Notaro (allenatore), Fuso, Giurgola, De Mitri, Navone, Mariano P., Gatto, Marra, Guido.
Da sinistra, in basso: Serra, Mariano M, Filoni, Sindaco, Coluccia, Notaro ,Mauro.

I quadri societari erano i seguenti: PRESIDENTE: Donato Rizzo, VICEPRESIDENTE: Alfredo Negusini, CASSIERE: Pietro Coluccia, ALLENATORE: Antonio

 
Di Antonio Mellone (del 07/02/2013 @ 22:05:14, in NohaBlog, linkato 2810 volte)

Ne ho viste e sentite di tutti i colori (e non siamo che all’inizio) in merito al megaparco collemetese, quello dell’Ikea, ma forse no, quello dell’ipermercato food ma anche sì, quello che porterà un sacco di posti di lavoro: sì, insomma, quello delle “ricadute” e del “volano” per lo sviluppo (sono desolato nel riportarli, ma “ricaduta” e “volano” sembrano essere gli unici lemmi, le sole parole chiave più in voga negli ambienti in cui bazzicano molti politici galatinesi, probabilmente poco avvezzi al vocabolario e affatto allergici al dizionario dei sinonimi - tanto che a volte ti chiedi se buona parte di costoro abbia sciacquato i suoi panni per corrispondenza alla scuola Radio Elettra, ovvero non sia mai stato in grado di conseguire più altisonanti licenze accademiche senza l’ausilio del Cepu, con rispetto parlando).  

Dicevo, ne ho viste così tante che m’è venuta in mente un’idea stratosferica per controbilanciare quelle altre della mia concorrente Pantacom.

La trovata geniale è la seguente.

Ho pensato di costituire una nuova Srl, con un euro (sì, uno) di capitale sociale (oggi, grazie ad una delle sedicenti riforme Monti si può; e poi che cambia? Qui non si bada a certe inezie). La sua denominazione sarà, guarda un po’, Pantamellon srl (quella, dunque, dei Perrone, questa dei Mellone).

A dire il vero, avevo pensato dapprima di battezzarla con il magniloquente appellativo di Mellon Bank srl, così, per fare più effetto. Ma poi a pensarci bene, quel “bank” forse avrebbe potuto portare un po’ di confusione, ma per nulla insospettire (figuriamoci se qui qualcuno s’insospettisce di nulla) i benpensanti, gli ingegneri da riporto, i fatalisti, i disperati strumentalizzati. Tanto qui s’accontentano di molto meno, e si suggestionano con poco o nulla.

Con questa bella srl (o balla srl) nuova di zecca, iscritta alla Camera di Commercio e pure “attiva” (non come quell’altra inavvertitamente “inattiva”) mi presenterò al Comune di Galatina con un progetto grosso così, ricco di grafici, tabelle, promesse, cash flow, business plan perfetti, e soprattutto con un bell’elenco di “ricadute” e di “volani” che non finisce più. Il tutto condito da altre menate degne del ghe-pensi-mi più in forma (quello che mi restituirà l’Imu in contanti) e da un insieme di budget e modelli in 3D molto suggestivi. Il tutto, ovviamente e come al solito, per “riqualificare” la povera contrada Cascioni, trasformandola in una novella Beverly Hills.  

Darò pure un sacco di garanzie (sempre a parole, s’intende, tanto questi credono a tutto), e mi dichiarerò pronto ad investire - signore e signori – non uno, non due, non 10, ma 20 milioni di euro di capitale proprio, euro più euro meno. Giurerò pure con la mano sul cuore che creerò non 300 ma addirittura 301 posti di lavoro a tempo indeterminato (così li spiazzo tutti), e dirò pure (mi voglio rovinare) che l’80% dei nuovi assunti nel cielo di Collemeto saranno pescati tra i disoccupati locali, anzi tra i firmatari d’appelli locali. Per fargli venire la strizza aggiungerò che sarò pronto in quattro e quattro otto a spostarmi da Galatina a Nardò dove mi accoglierebbero a braccia aperte (sì, come no). Dunque o prendere o lasciare.  

Ah dimenticavo. Nel bel mezzo del nuovo megacentro commerciale (che – non risulta da alcun atto, ma pare, si vocifera, si sussurra - tutti vogliano: da Nardò a Gallipoli, da Parabita a Matino e tirittuppiti a Casarano), piazzerò pure uno stupendo asilo nido (così, già che ci siamo, le roviniamo fin dalla culla, le creature).

Voglio proprio vedere se alla Conferenza dei Servizi del mese di aprile 2013 o giù di lì, non mi daranno almeno 10 punti (non saprei di cosa), per aggiudicarmi il benestare, la firma, insomma l’imprimatur al progetto da parte di regione, provincia, comune e soprattutto della frazione più interessata.

Nonostante una bizzarria del genere sono certo che ci sarà sempre qualcuno (fra “giornalisti”, consiglieri ed ex-consiglieri senza sale, beati 800 martiri di Collemeto e dintorni dalla firma pronta, economisti per caso, cittadini di mondo, ingegneri pentiti convertiti sulla via dei comparti C2) a dare ancora retta nel 2013 agli asini che volano. O semplicemente ragliano.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 07/08/2018 @ 22:04:58, in Comunicato Stampa, linkato 1593 volte)

12 su 12! Premiato Il 100% dei progetti presentati dall’amministrazione Amante per il bando del “piano regionale triennale di edilizia scolastica 2018/2020”, ritenuti “formalmente e sostanzialmente ammissibili”, cui si aggiunge il 13° presentato dalla Provincia di Lecce. Tutti ineriti in graduatoria e ritenuti finanziabili.

L’aver partecipato al bando, in un’ottica di risultati a media scadenza, evidenzia ancora una volta l’impegno del Sindaco Marcello Amante e della sua squadra a riportare finalmente la città nel solco della programmazione, nella consapevolezza che l’ottimo risultato ottenuto permetterà nel medio termine l’adeguamento alle migliori norme di sicurezza delle scuole cittadine.

Poco meno di 8 milioni di euro di finanziamenti richiesti per interventi finalizzati all’eliminazione di rischi, all’ottenimento del certificato di agibilità, all’adeguamento alla normativa antincendio, di riqualificazione del patrimonio infrastrutturale scolastico, di adeguamento alle norme igienico sanitarie, di abbattimento delle barriere architettoniche, di adeguamento a norma degli impianti tecnologici esistenti e alla sicurezza antincendio e di efficientamento energetico, nonché per la realizzazione di palestre scolastiche nelle scuole o d’interventi volti al miglioramento delle esistenti.

Le strutture scolastiche di Galatina, Noha e Collemeto saranno messe a norma e rese ampiamente sicure a tutela dei ragazzi e del personale che le vive quotidianamente.

La programmazione nazionale 2018-2020 è già finanziata con un impegno dello Stato di 1,7 MLD, da ripartire su base regionale, per il finanziamento dei singoli piani annuali e le risorse assegnate alla Regione Puglia ammonteranno presumibilmente tra 90 -100 milioni di euro.

L’aver chiaramente specificato nel bando che Il piano regionale triennale di edilizia scolastica potrà essere utilizzato da parte dello Stato o dalla Regione per la concessione di finanziamenti relativi all’edilizia scolastica, diversi da quelli di cui al Decreto Interministeriale del 3 gennaio 2018” permetterà alle amministrazioni in graduatoria di attingere a fondi supplementari anche da ulteriori bandi regionali e nazionali o di accedere anche a ulteriori finanziamenti messi a disposizione da altri enti (INAIL- VVFF).

Nell’ambito del citato “ciclo di programmazione unitaria”, è stabilito che si darà priorità agli investimenti definiti. In particolare per la sub-graduatoria “B”, lì dove Galatina è presente con 11 dei 12 progetti con 3 nei primi 30 posti e tutti entro il 63°;  ciò offre ampi margini di  finanziabilità.

Il Sindaco Marcello Amante si dichiara “estremamente soddisfatto del lavoro svolto dall’ufficio Direzione Territorio e qualità Urbana, guidato dall’Arch. Nicola Miglietta, che ha ben coordinato il pool di professionisti incaricati alle redazione dei progetti risultati poi tutti premiati”. Dello stesso tenore il pensiero dell’Assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo che rivendica “il successo politico dell’amministrazione nell’aver dato concretezza al proprio programma di governo, perseguendo con determinazione quest’opportunità. La soddisfazione è maggiore poi se si pensa che i benefici saranno percepiti quasi totalmente dai nostri figli”.  

 

Questi i progetti presentati:

TIPOLOGIA DI PROPOSTA PROGETTUALE “B”

Interventi finalizzati all’eliminazione di rischi, all’ottenimento del certificato di agibilità degli edifici scolastici e all’adeguamento degli stessi alla normativa antincendio, ovvero interventi di riqualificazione del patrimonio infrastrutturale scolastico, attraverso interventi di adeguamento alle norme igienico sanitarie ed in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e finalizzati all’adeguamento a norma degli impianti tecnologici esistenti e alla sicurezza antincendio.

 

  • scuola Sec. di 1° grado “Giovanni Pascoli”                             € 1.413.000,00    posizione 20
  • scuola Sec. di 1° grado  Polo 1 – sede Collemeto                  €     650.000,00    posizione 27
  • Istituto Com.2° Polo – scuola Pr. sede via Martinez                €    940.500,00    posizione 28
  • Istituto Com.3° Polo – scuola Inf. e Prim. sede via Spoleto    €    220.000,00    posizione 36
  • scuola Secondaria di 1° grado “Giovanni Pascoli”                 € 1.201.000,00    posizione 41
  • scuola Primaria e Secondaria di 1° grado – sede di Noha     €    970.000,00    posizione 42
  • scuola Primaria – sede Collemeto                                         €    280.000,00    posizione 43
  • scuola dell’Infanzia – sede Zona 167 Galatina                      €    325.377,00    posizione 44
  • scuola dell’Infanzia – sede via Valle d’Aosta Galatina           €    165.000,00    posizione 53
  • scuola dell’Infanzia – sede via San Lazzaro Galatina           €    290.000,00    posizione 56
  • scuola dell’Infanzia – sede via Spoleto Galatina                   € 1.316.000,00    posizione 63

 

  • ITC Lapora-Falcone – Borsellino   *(progetto Prov Lecce)  €     222.000,00    posizione 65

 

TIPOLOGIA DI PROPOSTA PROGETTUALE “C”

Ampliamenti per edifici esistenti in possesso del certificato di agibilità

 

  •        scuola Sec. di 1° grado  Polo 1 – sede Collemeto    €   950.000,00    posizione 27

 

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Fabrizio Vincenti (del 02/04/2015 @ 22:03:38, in NohaBlog, linkato 2759 volte)

Cos’è successo a Noha? Ti svegli una mattina e ti accorgi che tutto è cambiato. Lo vedi dalle foto. Ed è normale che col passare del tempo tutto cambi. Alcuni muoiono, altri nascono, il paese cambia forma, si aggiorna, si evolve, implode, esplode; insomma non è più lo stesso nonostante conservi il suo nome. Cambiano gli usi, mutano i costumi, si confondono i dialetti, entra in campo la tecnologia, vanno e vengono i critici, rimangono criticati gli stessi, ma non è questo che si vede dalle foto. O meglio, ciò che è cambiato lo vedi da una foto se la guardi con nostalgia. E non è vero il fatto che si stava meglio una volta. Vi immaginate oggi senza un computer o il telefono? Lo guidereste un cavallo invece di un’automobile? Scrivereste oggi, senza l’aiuto di un programma, la vostra tesi di laurea su carta, misurando lo spazio in base alle note a piè di pagina? Non ditemi che si stava meglio una volta perché non ci credo. Ma se guardo una foto, una qualunque foto, mi accorgo che qualcosa è cambiato. Tutto è cambiato. E in base ad alcuni punti di vista tutto è cambiato in meglio, o quasi. Io sono affezionato alle foto, soprattutto se in quelle foto ci sono io che non mi ricordo più com’ero prima. E non mi ricordo più com’era Noha, e non mi ricordo più come eravate voi. Non c’è nulla di più triste di una foto, specie se in quella foto c’è molto paesaggio e tanti personaggi. Se poi in quella foto c’è una sola persona e pochissimo sfondo, allora quella che avete tra le mani è una foto tristissima. E visto che oggi siamo nell’era digitale, le foto ci sommergono e perdiamo la concezione del tempo che passa, perché le foto scandiscono i momenti più di un secondo trascorso. E rivedi Noha in tempi moderni e non sai più chi è e chi l’ha cambiata in quel modo. Vedi le chiesa semivuota la notte di Natale, nessuno che va più a scuola a piedi tanto da impiegare un vigile che diriga il traffico mattutino dell’esercito di genitori che accompagnano i loro figli in quelli indefiniti istituti d’istruzione. Un oratorio che non c’è mai stato quando non c’era e che non c’è ora anche se c’è. Vedo le foto e non vedo ragazzi che giocano, non vedo biciclette, non vedo i presepi che c’erano, non vedo la Pasqua. Cioè, non vedo la Pasqua di Noha, non vedo i nohani nel giorno di Pasqua. Ma guardo le foto e vedo le fiere, non vedo sorrisi, vedo cuccagne ma non vedo Noha. E non vedo me stesso, né il mio passato. Io non vedo oggi nulla di ciò che mi manca veramente; proprio io che non sono un nostalgico. Vedo il Calvario solitario nella domenica delle Palme, e processioni in fila indiana per simulare grande affluenza di fedeli. Vedo tanta solitudine di gente tristemente allegra. E un nohano triste è una contraddizione in termini. Vedo cavalli, quelli si, cani randagi, quelli si, erba ai cigli delle strade e strade impolverate; quella Noha la riconosco. Non vedo marciapiedi ma case diroccate, stradine abusive costruite da geometri o architetti si, ma non vedo il carnevale, non vedo la recita, non sento le campane forse perché sono troppo lontano. Eppure le campane suonano, la Pasqua arriva, il Natale non manca anche se quelle foto non sono le stesse, io non sono lo stesso e non riconosco voi. Eppure sono di Noha, lo giuro. Cos’è cambiato? Chi l’ha cambiato? Non rispondetemi’ ‘il tempo’ perché non è vero. In quelle foto non ci sono io, non ci siete voi, e non c’è neanche Noha, e lo sapete meglio di me. E qualcuno sicuramente mi starà chiedendo “e con questo cosa vuoi dire?”. Nulla, proprio nulla. Vorrei soltanto che qualcuno mi ridesse quello che c’era in quelle foto, anche se quello che c’era non era perfetto. Stiamo meglio ora, ma a me non importa di stare meglio se la domenica delle Palme, davanti al mio calvario, non ci sono abbastanza ulivi alzati in aria in onore di Gesù Cristo e di quello che siamo stati o di quello che almeno sembravamo di essere in quelle foto.

Fabrizio Vincenti
 
Di Redazione (del 04/06/2013 @ 22:03:09, in NohaBlog, linkato 3596 volte)

La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013Noha. Piccoli giornalisti crescono…e non solo: vincono! La II B della scuola media di Noha è lieta di comunicare il suo piccolo traguardo raggiunto: la Gazzetta del Mezzogiorno ci ha premiato. Siamo giovani dodicenni inesperti, ma con tanti sogni nel cassetto e con una grande passione per la scrittura, la quale ci ha spinto a partecipare al concorso “Lo scrivo io”. Ed ora con gioia stringiamo questa targa di merito, con la quale siamo stati premiati per il giornale “The student”.

La premiazione si è tenuta ieri 3 giugno presso l’hotel Tiziano a Lecce da parte dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Lecce, ne siamo orgogliosi e tramite queste righe vogliamo ringraziare di cuore la nostra professoressa di Lettere Rita Maria Colazzo e tutti quelli che hanno apprezzato il nostro giornale.

E l’avventura di noi piccoli reporter è solo all’inizio, continua!

I ragazzi della II B

 

La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013
La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013
La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013
La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013
La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013 La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013La II B di Noha ritira il premio. 03.06.2013

 

 
Di Antonio Mellone (del 18/02/2015 @ 22:03:03, in NohaBlog, linkato 2645 volte)

Chissà cosa sarà andato a raccontare Mimino nostro alla Bit di Milano (visto che un sito internet locale di solito ben informato ha titolato con commovente entusiasmo: “Grande successo di Galatina alla Bit”); chissà se tra le leccornie culinarie nostrane il sindaco galatinese avrà magnificato anche la bontà del mega-porco (la nostra migliore specialità alla brace), se ha invitato i turisti a visitare Pantasilandia, il novello centro commerciale Cascioni con vista parcheggi (e con tanto di asilo nido – povere creature - tra la Lidl e l’Ikea, che fa così trendy), la palestra-hangar (quale esempio di architettura eclettica, cioè elettoralistica), la nuova area mercatale D7 (che, quanto a scempio ambientale e sperpero di soldi nostri, farà impallidire Expo 2015), il nuovo parcheggio underground da 300 posti auto (da scavare a ridosso del centro storico, così, tanto per dare una mano al debito pubblico), il prossimo venturo impianto di mega-compostaggio così caro a Roby & Co. [Roberta, per favore, non mi querelare: ho detto Roby, non Ruby, ndr].

I bene informati a Palazzo Orsini dicono che il primo cittadino di Galatina sia ancora convinto che l’acrostico Bit stia per: Bisogna Incatramare Tutto (per compiacere gli asfaltatori della circonvallazione vallonea, quercia inclusa), ovvero: Bello Incenerire Territori (per tenere contenti i compari della Colacem, sennò chi li sente quelli). E non c’è verso di fargli cambiare idea (e a volte, sai, meglio non contraddirlo).

*

Nel frattempo, il famoso assessore latitante, Mr. Coccioli (sì, quello che ha collezionato più fiaschi di una cantina sociale in merito ad una cabina elettrica nuova di zecca da approntare nella vecchia scuola elementare di Noha “nei primissimi mesi del 2015 - ex 2014”) ci comunica gongolante che la giunta di cui è membro erettivo ha promosso il “Progetto educazione alla legalità” (forse per suggellare il patto d’acciaio che il segretario del suo partito, cioè lo Spregiudicato, ha stipulato con quel tizio dal capo incatramato, cioè il Pregiudicato per frode fiscale, ça va sans dire, non solo per rimandare alle calende greche il decreto anticorruzione, non tanto per promuovere la legge sulle soglie di non punibilità del falso in bilancio, e non soltanto per non abrogare nemmeno una delle leggi ad personam del precedente ventennio, ma addirittura per gettare nel cesso una volta per tutte la nostra Carta Costituzionale).

*

Oddio, non è che la finta opposizione se la passi meglio. Qui a Galatina il patto del Lazzarone vive e prospera, mica come a Roma dove si recita a soggetto. Sì, vabbè, anche qui simulano d’accapigliarsi o d’azzuffarsi come polli nel pollaio, ma su inezie, quisquilie, temi marginali, niente affatto sulla visione politica del futuro, che di fatto è sostanzialmente univoca, uniforme, condivisa.

Io davvero tra gli uni e gli altri non riesco a cogliere alcuna differenza sostanziale; tutt’al più grande ambivalenza demenziale (se non proprio convergenza tangenziale). E temo che sarà sempre troppo tardi allorché ci decideremo di accompagnarli, con le buone o con le cattive, alle proprie rispettive case (di riposo).

 

Antonio Mellone

 

 
Di Redazione (del 01/05/2017 @ 22:02:45, in Comunicato Stampa, linkato 1288 volte)

La squadra under 13 3vs3 della Showy Boys Galatina accede alla final four provinciale. Un altro risultato positivo per il progetto "scuola Volley" del club galatinese a cui partecipano i giovani bianco-verdi e che ha visto primeggiare il gruppo allenato da Davide Quida.

La Showy Boys si è classificata al primo posto nel girone C della regular season composto da Pallavolo Marittima, Salento Best Volley, Volley Casarano B e Volley Taurisano. I piccoli galatinesi hanno totalizzato ben 30 punti frutto di otto vittorie in altrettanti incontri. Nel turno successivo, nel calendario valido per i quarti di finale, i bianco-verdi di mister Quida, primi nella classifica avulsa, sono stati inseriti nel girone 1 e si sono confrontati con Volley Casarano A e Salesiani Lecce. Grazie al doppio successo per 3-0 nel concentramento giocato Sabato 29 aprile nella palestra dell'Istituto Comprensivo Polo 2 di Noha, la Showy Boys Galatina ha ottenuto il meritato accesso alla final four.

La fase conclusiva del torneo si terrà il prossimo 3 maggio e a contendersi il titolo di campione provinciale under 13 modalità 3vs3 ci saranno le altre tre vincitrici dei quarti: Bee Volley Nera Lecce, scuola Pallavolo Alessano e Volley Leverano. Oltre alla squadra campione provinciale anche la seconda e terza classificata della final four parteciperanno alla successiva fase regionale. Il gruppo under 13 3vs3 guidato da Davide Quida è composto dagli allievi: Carcagnì Francesco, Fiore Francesco, Pizzola Antonio, Preste Federico e Stifani Luigi.

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 27/11/2013 @ 22:02:25, in NohaBlog, linkato 3502 volte)

Domenica mattina, 24 novembre 2013, solo 100 passi dividevano due piazze, anzi due ville galatinesi: villa San Francesco e la villa per antonomasia, quella grande del girodellavilla (da pronunciare tutto d’un fiato) da compiersi rigorosamente in auto.

Una villa, quella del giro, stracolma di gente; quell’altra frequentata, diciamo, quanto basta. Una a passeggio, svagata, distratta, divertita dagli sbandieratori, dai cavalli, dall’acqua benedetta e dai circenses; l’altra concentrata, attenta, impegnata a sostenere un giudice pazzo, Nino Di Matteo, che s’è messo in testa di voler scoprire la verità sulla purtroppo reale e non presunta (come invece insinuano gli amici degli amici) Trattativa Stato–Mafia.

E a causa di questo, il bravo magistrato Di Matteo si trova a passare le pene dell’inferno: da un lato minacciato di morte dalla mafia, e dall’altro processato da alcuni “compari magistrati” (questi sì politicizzati) davanti al Consiglio Superiore della Magistratura per via di un’intervista rilasciata ad un giornale; e, non ultimo, beffeggiato da Napolitano, il presidente della cosiddetta Repubblica, citato come testimone nel processo sulla Trattativa. Il quale prima si dice “ben lieto” di partecipare e poi (proprio in questi giorni) invia ai giudici la letterina di Babbo Natale in cui afferma di non sapere nulla sul tema. Ma non s’è mai vista una cosa del genere: un testimone che spedisce una lettera per chiedere l’esonero dalla sua testimonianza. Un testimone ad un processo si presenta e risponde alle domande, punto. Anche se questo testimone si chiama Giorgio II Napolitano. E questo, fino a quando la legge, almeno sulla carta, continuerà ad essere uguale per tutti.

*

Nella villa San Francesco c’era l’Anita Rossetti delle Agende Rosse di Galatina con il microfono in mano - e con la rabbia che tutti dovremmo avere – pronta a spiegare ai presenti queste ed altre cose, quelle che non troveremo mai, ad esempio, sul giornale più venduto a Galatina (incredibile ma vero) cioè il quotidiano di Lecce, anzi della famiglia Caltagirone, e men che meno nei programmi televisivi. Per dirne una: il programma più visto in tv venerdì 22 novembre u.s. è stato “Tale e quale show” con 6,6 mln – dico seivirgolaseimilioni - di spettatori ed uno share del 27,4%!, ed ho detto tutto.

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I 100 passi di Galatina, dunque, sono i 100 passi d’Italia.

Mi piace pensare che anche nel resto delle città italiane ci siano altre villette San Francesco che cercano di imporsi sul frastuono del nulla o il luccichio del vuoto delle più ampie e frequentate piazze Alighieri, ovvero, ribadiamolo, di altrettanti mega-porci commerciali (è d’uopo citare un mega-porco commerciale anche qui, così il mio amico Raimondo Rodia è contento). Mi piace pensarle, queste villette San Francesco, come quella di domenica scorsa, con tanti ragazzi della scuola Media di Noha (Istituto Comprensivo Polo 2), guidati dalla prof. Rita Colazzo - tanto di cappello per l’impegno extra-orario scolastico, e addirittura festivo - e dalla turbo-dirigente scolastica, la Eleonora Longo, sempre presente, anzi promotrice di certi tipi di manifestazioni di vera, non fasulla formazione culturale. Mi piace partecipare a convegni come questo in cui non manca mai l’artista Tonino Baldari (che non ho ben capito a quale pianta di zangone si sarebbe dovuto incatenare all’indomani per protesta), e poi ancora la Francesca, la Stefania, e Carlo, e l’Emanuele, e Luigi Longo ed i suoi “compagni” (purtroppo solo alcuni: ma dove cavolo sono andati a finire i latitanti?), e addirittura un senatore ed un onorevole, e, perché no, anche la Daniela Vantaggiato (che dopo il dovere è corsa al piacere dell’altra piazza: ma ci accontentiamo lo stesso), e decine e decine di altri compagni di lotta per il buon senso, la legalità, l’ambiente, in una parola la Costituzione della Repubblica Italiana.

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Sarebbe bello sentir risuonare in tutte le villette San Francesco d’Italia, come in quella di Galatina (ma sarebbe più bello sentirle ovunque) alte e forti le parole di Peppino Impastato, figlio di mafiosi, ma giornalista antimafia, ucciso dalla mafia: “Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!” [brano tratto dal film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana].

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Sì, “prima di non accorgerci più di niente” il magistrato Nino di Matteo ha bisogno della nostra voce, del nostro sostegno, della nostra solidarietà, visto che non li ha ricevuti (salvo errori od omissioni) ad esempio dal presidente Letta o dalla Cancellieri (figuriamoci!) o dalla Boldrini o da Renzi o dalle altre autorità-compari di merende.

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Oddio, sarebbe stato bello se anche in quell’altra piazza il mio sindaco, issato su quel palco, nel suo discorsetto di circostanza, avesse fatto appena un cenno al convegno antimafia che si svolgeva a 100 passi da lui: sarebbe bastata una frase, una sola parola di sostegno al magistrato Di Matteo. Purtroppo nulla. Certo, in molti non avrebbero capito nemmeno di chi si trattasse, né che cosa fosse la Trattativa. Ma cultura significa proprio questo: rompere gli argini, rompere i muri del silenzio, dell’indifferenza, dell’ignoranza, ed il più delle volte rompere le scatole. Percorrere 100 passi. Invece no, tutti zitti e mosca, fermi al punto di partenza, pronti a fare i gargarismi con il perbenismo di facciata tutto galatinese.

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Sarebbe bello sentire parole antimafia da parte delle cosiddette autorità, dalle alte e anche dalle basse cariche istituzionali. Purtroppo (o per fortuna) queste parole sono proferite soltanto da semplici cittadini, le vere cariche dello Stato. Le altre, evidentemente, sono (sovente state) solo delle scariche.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 09/11/2017 @ 22:02:04, in Comunicato Stampa, linkato 1670 volte)

Segui il profumo della tradizione, riscopri il valore autentico di un patrimonio senza tempo e lasciati conquistare dal dolce ritmo della vita pugliese. Visite guidate, aperture straordinarie, laboratori di enogastronomia e artigianato locale, installazioni creative, videoproiezioni, performance open space ti racconteranno la Puglia in autunno. Tutto questo è InPuglia365 – Sapori e colori d’autunno programma dell’Agenzia Regionale del Turismo (ARET) Pugliapromozione.

Il progetto Profumi e Sapori...dal centro alla campagna, inserito nel programma regionale, promosso dall’Associazione “Città Nostra”, vi porterà per quattro week-end alla scoperta di cinque comuni – Castrignano dei Greci, Cutrofiano, Galatina, Sogliano Cavour e Soleto –, tra visite guidate ai luoghi di interesse turistico-culturale e laboratori di pratica e conoscenza delle attività connesse al settore dell’enogastronomia e delle produzioni tipiche. Ti aspettano itinerari, eventi ed attività gratuite.

Sabato 11 novembre 2017, ore 16.00, itinerario alla scoperta di Galatina, tra arte e tarantismo. Un viaggio per le vie del centro antico, tra vicoli, corti e piazze. Il fascino delle dimore gentilizie, dei gioielli barocchi dell’architettura religiosa e l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Apertura straordinaria della Chiesa SS. Trinità, un tempo sede della congregazione della Misericordia o dei Battenti. Una stupefacente esperienza multisensoriale, grazie agli intermezzi musicali a cura di “FONÈ Vocal Ensemble”, della scuola di Canto Fonè & Ragtime del m° Stefano Luigi Mangia ed i profumi, i colori di una città viva con le sue produzioni agroalimentari tipiche realizzate con amore da Panificio Notaro accompagnate dal vino novello. Una spensierata tavolata di San Martino.

Domenica 12 novembre 2017, ore 10.00, laboratorio di pratica e conoscenza per riscoprire l’arte della pasta fatta in casa con un grano autoctono salentino, Senatore Cappelli.

Su richiesta servizi dedicati a target specifici d’utenza (es.: celiaci, famiglie con bambini, pet friendly, etc.)

 

Meeting point: Info Point Galatina - Casa del Turista, via Umberto I n.36, Galatina (LE)

T. +39 0836 569984 E: iat.galatina@gmail.com

Partecipazione gratuita con prenotazione

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#AssociazioneCittaNostra #inPuglia365 #WeAreinPuglia

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 04/12/2014 @ 22:01:56, in NohaBlog, linkato 2318 volte)

La festa di S. Martino, che nel Salento è una delle feste più popolari e amate, perché si beve e si mangia per il vero piacere di farlo, in un certo senso introduceva nel clima festaiolo delle tradizioni natalizie. Ma era la festa dell’Immacolata, posta in pieno tempo di Avvento che faceva pensare al Natale ormai vicino.

A Noha la festa dell’Immacolata si celebrava e si celebra ab immemorabili in chiesa, con relativa novena di preparazione, appunto, di nove giorni.

L’Immacolata Concezione è un dogma di fede dichiarato ufficialmente solo nel 1854 da papa Pio IX. Ma a Noha la festa si celebrava non so dirvi da quando, ma sicuramente da molto, molto prima.

Infatti, negli antichi registri dei matrimoni, nel 1698 per esempio, si trova la pubblicazione di un matrimonio officiato proprio l’8 dicembre, nel giorno della festa dell’Immacolata. Anche nella chiesa piccinna fin dal 1850 si conservava in una nicchia a muro la statua dell’Immacolata. E poi ancora oggi nella chiesa madre c’è la bellissima tela con relativo altare dell’Immacolata, sicuramente d’inizio Seicento, ora lodevolmente restaurato.

Quando io ero chierichetto (e bisogna andare indietro di un po’ di anni, oltre 70 anni fa) non c’era ancora la messa vespertina. La sera c’era solo una funzione detta “serotina”, con rosario e benedizione eucaristica. Le due grandi feste, quelle del Natale e dell’Immacolata, erano precedute da una solenne novena che si celebrava la mattina, molto presto, prima che sorgesse il sole.

L’impostazione della vita aveva dei ritmi diversi da quelli di oggi. La gente, la maggior parte composta da contadini e anche molto praticanti, prima di cominciare la giornata nei campi si riuniva in chiesa per la novena dell’Immacolata. E allora davanti all’antico altare dell’Immacolata, si partecipava con canti e preghiere in latino, mentre l’organo a canne con mantici a manovella, posto in alto sull’altare maggiore, accompagnava le sacre melodie. Si finiva con la Messa cantata, giusto in tempo per fare una frugale colazione e partire per il lavoro o per la scuola. Si partecipava anche alla S. Comunione, se si rispettava il digiuno non di un’ora, come oggi, ma a partire dalla mezzanotte.

La vigilia della festa dell’Immacolata era giornata di digiuno. Mamma per invogliarci ad amare la Madonna ci faceva fare un fioretto, quello di mangiare panettu mpudhrinasciatu, dicendoci che ci sarebbe spuntato un dente d’oro. Ma gli abitanti di Noha, come tutti i salentini, capaci di addentare senza problemi le durissime frise e le fin troppo croccanti fave rrustute, hanno sempre dimostrato talento e capacità nel mangiare le tondissime pucce. E sì! Le pucce erano e sono ancora oggi una bella tradizione della festa dell’Immacolata. La vigilia, invece, era la giornata dedicata alle bocche capaci di mordere pucce alte più o meno dieci centimetri, le quali si potevano imbottire con ogni ben di Dio.

Per chi rispettava la tradizione la puccia era imbottita con tonno casareccio, sarde sott'olio e pomodori. C'è chi la tradizione la rispetta ancora, magari modificando il condimento, con l’aggiunta di melanzane e carciofini sott'olio, alla faccia del digiuno; ma c’è anche chi oggi arriva a farcire la puccia con tutto ciò che gli capita sottomano, impastando il tutto con tomato e maionese, proclamando così la candida Immacolata come la dea protettrice delle paninoteche!

La vigilia dell'Immacolata un tempo era giornata di digiuno: oggi non più. Ma dopo la "parca mensa" della vigilia, la sera si festeggiava "ulteriormente" a tavola con i cibi della festa: pittule, viermiceddhri cu lu baccalà e rape.

Pensate alla mia delusione, quando nel mio curriculum di preparazione alla vita missionaria, a soli 15 anni dovetti lasciare il Salento e trasferirmi in Piemonte per continuare gli studi nel seminario missionario: rimase solo la festa religiosa. Peggio ancora quando fui inviato in missione in Canada, dove l’8 dicembre non era neanche festa di precetto.

P. Francesco D’Acquarica
 
Di Albino Campa (del 03/06/2012 @ 22:01:55, in Cultura, linkato 3200 volte)

Vorrei continuare a percorrere con voi i luoghi della cultura, ripartendo ancora una volta dalla periferia per dirigermi nel cuore della città di Galatina. Comincio a camminare quindi, a testa bassa come fan quelli che non hanno meta e cercano di dirigersi verso il luogo giusto, ovvero quello che sicuramente la sorte ha loro in serbo. Mi viene in mente un racconto di Gianluca Virgilio, una di quelle sue incantevoli passeggiate che la penna fortunatamente è riuscita a riprodurre sulla carta per la gioia di noi lettori, e sorrido ricordando la sua meraviglia quando, attraversando la piazza di Noha e chiedendo informazioni per raggiungere la Biblioteca Giona, non solo gli astanti erano a conoscenza della biblioteca, ma addirittura sapevano indicargli la direzione da prendere.
Camminando e riflettendo, eccomi quindi giunto dinanzi al complesso scolastico di Noha, dalle pareti ormai consumate dal calore dei raggi del sole e dalle finestre disseminate di cartoncini colorati. Una scatola di cemento sbiadito che a malapena riesce a contenere il fermento culturale che sprizza da ogni dove, una vecchia spugna rovinata turgida di “desiderio di crescere, fare, essere”. Tanti ricordi si affacciano nella mia mente, ricordi di un’infanzia oramai alle spalle, che non ritornerà più, ma che vive ancora dentro di me grazie a delle immagini che conservo intatte.
Salgo per le scale, appoggiandomi al passamano unto e gelido, porto lo sguardo in alto cercando di intravedere la fine, e intanto chiudo gli occhi e respiro: l’odore, come al solito, mi aiuta a rinfrescare i ricordi. Un odore aspro e pungente, proveniente forse dalla palestra, mi insegue e affretta il mio passo: salgo, veloce, due scalini alla volta, cercando di continuare a centellinare il gusto per la sorpresa.
L’avventura della biblioteca “Giona” ha avuto inizio quando io ancora frequentavo la scuola elementare: era nata in un angolo del secondo piano dell’edificio, alcuni scaffali colorati disposti a staffa di cavallo raccoglievano i primi volumi suddivisi in categorie di accesso. Ricordo che la sezione over 14, di cui io ignoravo il significato, era relegata in cima e c’era stata più volte negata dalla signora Paola, maestra bibliotecaria, con asserzioni tipo “siete troppo piccoli ancora”, “non potete leggere quei libri”, “guarda questi colorati, quelli non hanno alcuna immagine”. Ecco, giustificazioni siffatte erano, secondo me, motivo per incuriosire i lettori più piccini piuttosto che intimidirli. Il gusto di trasgredire, anche a costo poi di rimanere effettivamente delusi, valeva quanto leggere o sfogliare dieci di quei libricini cartonati, tutti colorati e animati, che piacevano tanto alle bambine e alle maestre. Noi, piccoli mocciosi, ci sentivamo già da letture da grandi, da intense storie con finale a sorpresa. Sta di fatto che, una bella sgridata e una barcata di libri cartonati da leggere durante l’estate come compito di punizione, mi fecero presto passare la voglia di indagare sezioni della biblioteca proibite.
Poi iniziai a crescere, purtroppo, e insieme a me anche la biblioteca “Giona” diveniva sempre più grande e robusta, si rimpinzava sempre di nuovi volumi, offerti o acquistati, con nuove sezioni e nuovi spazi dedicati alla lettura. Essere biblioteca in un piccolo paesino come Noha, non era facile: era come essere la principessa sul pisello senza i sette materassi … capite bene che non è la stessa cosa, non si è credibili allo stesso modo! Quindi oltre al pisello, servivano i materassi e presto, grazie all’impegno delle maestre, dei genitori degli alunni e degli alunni stessi, la Biblioteca mise in piedi un progetto che aveva come obiettivo l’affermazione di “Giona” all’interno di Noha, come realtà indispensabile e da sostenere per il bene di tutta la comunità. Ed ecco quindi che “Giona” esce dalle sue quattro mura e i suoi libri iniziano a vagabondare per le vie del paese, attraverso le voci dei suoi lettori la biblioteca comincia a parlare a tutti, a entrare nelle case di tutti senza bisogno di bussare.
“Giona” diviene quindi un simbolo, quello della crescita culturale di un paese di contadini e pastori che vogliono mettersi al passo, sollevare la testa da terra, guardare avanti e incominciare ad affermarsi anche fuori dalle propria mura come una realtà in forte sviluppo. I libri diventano per Noha il pretesto giusto per svoltare, per dare un futuro diverso ai propri figli.
Arrivo, quindi, con l’affanno al secondo piano della scuola di Noha. Mi accorgo subito che ora la biblioteca “Giona” non è più relegata in un angolo buio, ma ha allargato i suoi confini per poter contenere tutti i libri e offrire nuovi servizi ai suoi lettori. Quella che una volta era la sala degli insegnanti è divenuta ora la stanza riservata ai lettori più piccoli, e conserva ancora gli scaffali colorati per sezioni, mentre dall’anno scorso per i lettori adulti è stata allestita una nuova confortevole sezione, dotata persino di un comodissimo divano su cui adagiare le proprie letture.
Insomma, mi rendo conto che, come i suoi lettori, la biblioteca “Giona” continua a crescere, senza mai venire meno, però, a quel tocco di fanciullezza e spensieratezza che l’ha vista nascere e affermarsi nel territorio.
continua…

Michele Stursi

 
Di Albino Campa (del 04/01/2012 @ 22:01:15, in Eventi, linkato 3055 volte)

La strada della legalità – camminare insieme verso il domani

La strada come luogo del discorrere, quindi delracconto e dell’incontro, tra il vicino e il lontano, il passato e il futuro.

La strada come spazio comune del vivere, all’interno di regole condivise, come esperienza di cittadinanza attiva.

La strada come primo, ineludibile passo nel processo di riappropriazione della città, di rigenerazione del bene pubblico, di riscoperta dell’identità sociale e della forza del fare insieme.

Questo lo sfondo integratore all’interno del quale si articola l’azione della Biblioteca Giona, nella sua doppia identità di biblioteca scolastica e Presìdio del Libro, in questo nuovo anno, a cominciare da “LA STRADA DELLA LEGALITÁ” incontro con Salvatore Borsellino, sabato 14 gennaio 2012 alle ore 17.00, presso la scuola secondaria di primo grado di Noha.

Introducono l'intervento di Salvatore Borsellino

- La dirigente scolastica dott.ssa Eleonora Longo

- Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati dott. Roberto Tanisi

- La segretaria dell'Associazione Nazionale Magistrati dott.ssa Valeria Mignone

- In conclusione "La legalità secondo Giona - Guizzino" a cura di Paola Congedo

Esserci è già un atto di testimonianza, è già un camminare verso l’obiettivo e il discorrere è una delle azioni più efficaci per avviare il cambiamento. Borsellino ne era consapevole quando affermava “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.

Paola Congedo

(responsabile Biblioteca Giona – Presidio del Libro di Noha)

 
Di Antonio Mellone (del 31/03/2014 @ 22:01:09, in Ex edificio scolastico, linkato 3391 volte)

“Sogno o son desto?” – mi son detto nel leggere il titolo delle note stilate dall’assessore Andrea Coccioli, e pubblicate il 27 marzo scorso sul suo sito dall’Albino Campa.

Non riuscivo a capacitarmi del fatto che un assessore si fosse degnato di rispondere per la prima volta nella storia di Noha e di Galatina messe assieme alle domande ed alle istanze stese per iscritto da un cittadino qualsiasi come il sottoscritto (benché non protocollate, codeste petizioni, presso gli uffici comunali come burocrazia vuole), e pubblicate su Noha.it.

Poi, dopo l’iniziale momento di smarrimento, mi son messo a leggere (e rileggere) la famosa “risposta” assessorile, ed ho subito pensato che sant’Albino martire – sempre troppo buono con tutti specialmente con me - stavolta avesse preso, come si dice, coccioli per lanterne (lucciole, vabbè), nel dare quel titolo ad un pezzo che ha tutto il sapore di uno stucchevole comunicato-stampa, ovvero di una enorme ennesima presa per i fondelli. Altro che “risposta all’articolo di Antonio Mellone”.

Sì, perché, al di là del politichese puro (mai chiaro come il sole, ma viscido come il sapone Sole), leggendo certe note ad uno viene il sospetto che sarà per statuto comunale che chi siede a palazzo Orsini o nei suoi dintorni non solo non sappia scrivere ma non sappia nemmeno leggere (in questo caso le mie domande).

*

Così l’assessore ormai non so più a che si profonde in arzigogoli che iniziano con l’immancabile “Con la presente si comunica che… “ (forse voleva dire assente più che presente).

E continua imperterrito ritenendo probabilmente che noi cavernicoli del 2014 riusciamo a mandar giù tutte le brodaglie scodellateci dal primo venuto: “Dovendo procedere all’allacciamento alla rete di energia elettrica, veniva a tempo debito richiesta ad Enel la fornitura di una potenza di 50 KW a 380 V trifasi, necessaria per le utenze installate nel Centro”.

Cosa significa a tempo debito, assessore? Che la domanda è stata inoltrata nel momento giusto però poi l’Enel ha risposto picche (e in ritardo)? E dunque sarebbe colpa dell’Enel? Non trova che se davvero le richieste fossero state presentate a tempo debito non saremmo forse in questa specie di Truman Show? Mi fa capire gentilmente il suo concetto di tempo debito?

*

Oppure lei crede che la storia doveva andare così, in modo tale da poter spendere un altro po’ di soldi pubblici visto che oggi come oggi 1.300.000 euro, già spesi, sono bruscolini, bazzecole, briciole, inezie?

Ma poi c’è da chiedersi ancora: se la richiesta, fatta sempre a tempo debito, è andata a finire come è andata a finire, cosa sarebbe successo se fosse stata fatta a tempo indebito o fuori tempo massimo o in un momento inopportuno? Avrebbero staccato la spina a tutta la frazione di Noha?

*

Ragazzi, questo è il “politichese”: dire tutto per non dir nulla, nascondersi dietro un dito, o cercare di nascondere dietro una cabina elettrica le responsabilità di qualcuno. Risultato? Un’enorme perdita di tempo e un complesso immobiliare pubblico ristrutturato ma rimasto zoppo, inaugurato un paio di volte in pompa magna, e rimasto a metà del guado non si sa per colpa di chi (come le famose autostrade o le circonvallazioni che si interrompono di fronte ad un auditorium).

A volte son fatti così i personaggi in cerca di elettore: se ne escono con l’espressione che non è né carne né pesce, pensando di buttare un po’ di fumo negli occhi dei cittadini (la cui etimologia forse deriva da citti).

Ricapitolando: l’assessore Andrea Coccioli sembra non avere la più pallida idea di chi possa aver responsabilità in questa brutta faccenda; ovvero - delle due l’una - se pur ce l’avesse, non ha il coraggio di dircelo.

Così sembra funzionare la storia italiana. Fanno le cazzate che costano milioni di euro e poi nessuno paga. O meglio paga Pantalone in comode rate attraverso un debito pubblico che, detto tra noi, sta per esplodere (hai voglia ad accorpare comuni, caro Lino).

Non trovate che sarebbe più onesto nei confronti di tutti ammettere che è stata fatta una grande fesseria?  Errare è umano. E se uno lo riconoscesse saremmo addirittura pronti a perdonarlo. Ma a quanto pare è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che qualcuno riesca a proferire la locuzione: “Scusate, ho sbagliato”. 

In mancanza non mi rimane che ribadire all’assessore Coccioli le mie domande rimaste ancora una volta senza risposta:

1)    Non le pare che sia davvero un bel peccato aver speso 1.300.000 euro di soldi pubblici per un’opera “claudicante”, non funzionante in toto, come previsto nel progetto?

2)    S’è fatto un’idea di chi possa essere la responsabilità di questa incresciosa grave situazione (onde sarebbe pure giusto, quanto meno, chiedergli se non il lucro cessante almeno il danno emergente)?

3)    E, nel caso, potrebbe comunicarcela, questa idea?

*

Prendo infine atto di quanto scrive l’assessore nell’ultima parte del suo comunicato: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 […]”.

Prendiamolo in parola, almeno su quest’ultima promessa.

Auguriamoci di non dover far attivare dall’Albino, a partire dunque dal mese di settembre 2014, un nuovo contatore-cronografo (come quello inesorabile, già partito da sempre a proposito della ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha).

Sappia, l’assessore Coccioli, che questi cronografi on-line sono tarati sull’orologio atomico di Greenwich. Sono, quindi, precisi, puntuali, perfetti, rigorosi. Nulla a che vedere con l’orologio della pubblica piazza di Noha. Che dall’altro giorno, tanto per cambiare, s’è fermato.

Sarà per l’arrivo dell’ora legale.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 31/10/2019 @ 22:01:06, in Comunicato Stampa, linkato 996 volte)

Approfittando della presenza a Galatina della maggior parte dei ragazzi protagonisti della vittoria nella trasmissione televisiva "MEZZOGIORNO IN FAMIGLIA", domani pomeriggio alle ore 19:00 in piazza San Pietro consegneremo alla Città il nuovo scuolabus. Sarà un semplice momento di condivisione ed un'occasione per ringraziare ancora i protagonisti della splendida avventura. La cittadinanza tutta è inviata a partecipare

Nico Mauro assessore alle attività produttive, al turismo e alla Polizia Municipale

 
Di Albino Campa (del 25/03/2013 @ 22:00:00, in I Beni Culturali, linkato 3802 volte)

L’altro giorno m’è arrivato per posta da parte della Fidas di Noha - tra i cui soci s’annovera ormai da qualche decennio anche il sottoscritto - l’invito graditissimo a partecipare alla festa del trentennale del gemellaggio tra l’associazione dei donatori di sangue Fidas di Vicenza e quella Leccese.

Il calendario dell’iniziativa, che verrà pubblicato anche su questo sito, è ricco di eventi, incontri, momenti formativi e conviviali, donazioni del sangue presso la nostra Casa del donatore di Noha (una delle più attrezzate, accoglienti e confortevoli d’Italia), ed, infine, visite guidate nei centri storici di Galatina, di Gallipoli, e, non ultimo, quello di Noha.

Che bello - ho pensato – trecento amici vicentini verranno nel Salento e addirittura a  Noha per godere della nostra ospitalità, del nostro ambiente, delle nostre ricchezze storiche, artistiche, culturali, eno-gastronomiche…

E mentre riflettevo su tutto questo già mi prefiguravo il gruppo di turisti vicentini che passavano dal loro centro storico (che ho più volte visitato tempo addietro) ricco, pulito, intonso (come se il Palladio vivesse ancora), ben illuminato, chiuso al traffico, al nostro, ancor bello, a misura d’uomo, particolare nella sua morfologia e nel suo mistero.

*   *   *

I nostri compagni di avventura potrebbero incominciare il percorso turistico nohano con la visita alla nostra piazza San Michele, il salotto buono, quello sul quale si sporgono da un lato la maestosa facciata della nostra chiesa madre (sul cui fastigio scolpito a tutto tondo in pietra leccese campeggia l’antico stemma di Noha con le tre torri e i due velieri, sormontato dalla corona baronale e abbracciato quasi dai due rami rispettivamente di arancio e di alloro) e dall’altro, di fronte, come se da tempo immemorabile dialogassero del più e del meno, la torre dell’orologio del 1861 (o quel che ne rimane). Potremmo raccontar loro che purtroppo l’orologio è fermo da un quindicennio se non di più, che le campane sono mute, che i loro battagli o martelli sembrano svaniti nel nulla, che però il meccanismo interno dell’antico cronometro a corda è esposto nell’atrio delle scuole di Noha. Arrampicandoci sugli specchi potremmo pure raccontar loro la palla megagalattica secondo cui la torre e il balcone civico verranno restaurate “quanto prima” secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale. E che s’è anche pensato di chiudere finalmente al traffico il nostro centro storico, liberandolo una buona volta da auto in transito, parcheggiate, o spesso fermate a casaccio. Mica possiamo dir loro tutto, ma proprio tutto, come per esempio il fatto che i nostri rappresentanti politici, inclusi gli attuali, non ci sentano da un orecchio, e dunque preferiscano costruire circonvallazioni interne e discutere di nuove aree mercatali da cementificare in quattro e quatto otto, ma anche di comparti e di centri commerciali food e non food da far nascere in mezzo alla campagna di Collemeto, sempre in nome delle “ricadute sull’occupazione e lo sviluppo”, il ritornello buono per ogni occasione, ripetuto a mo’ di un salmo responsoriale un po’ da tutti i pecoroni di destra e manca.

Ma ci converrebbe tirare innanzi, senza indugiare più di tanto su certi argomenti: i nostri amici vicentini potrebbero accorgersi del nostro imbarazzo e magari smascherare così su due piedi le nostre magagne comunali.

Potremmo poi condurli in via Pigno per far loro ammirare il nostro orgoglio, la torre medievale nohana - che rispetto a quella di Pisa ha solo il decuplo del rischio crollo - con quel grazioso motivo di archetti e beccatelli quale corona alla sommità, con il ponte levatoio, con le catene tiranti, e con il passaggio segreto. Tutta roba che però i nostri ospiti potranno solo immaginare, senza poter vedere né toccare, perché la torre, il ponte, la vasca ed il passaggio, che stanno in piedi da oltre settecento anni quasi per quotidiano miracolo, sono – oltre che privati - nascosti dietro un alto muro di cinta, il muro di Berlino di Noha mai abbattuto però (arricchito ultimamente anche da un murales policromo). Continuando nella nostra pantomima potremmo insistere nel dire ai vicentini che siamo certi che nei prossimi settecento anni qualcosa si muoverà. Ma non diciamo loro cosa, se la torre, il ponte, il muro dei Galluccio, o finalmente qualche neurone nohano.

* * *

Sconsolati appena un po’ potremmo proseguire oltre, portandoli di fronte al palazzo baronale, anzi, forzando un po’ la mano, addirittura prima nell’atrio e poi nel cortile o piazza d’armi del castello. Il che è il massimo che si riuscirebbe ad ammirare di quest’altro bene culturale nostrano: da quando sono state sfrattate le gentili signore che vivevano al piano nobile del palazzo sembra che se la siano svignata anche i fantasmi del passato aggrappati alle sue chianche oltre che alle volte dei secoli, lasciando il posto alle tarme, all’umidità, alle muffe, e a qualche altro verme solitario o in colonia.

Ma poi, lasciandoci alle spalle cotanto oltraggio (e sottacendo accuratamente il fatto che sotto i loro piedi si cela un grande antico frantoio ipogeo visitabile soltanto dagli speleologi coraggiosi, mica dai turisti) potremmo riuscire a riveder le stelle o le stalle conducendoli nei pressi delle famose casiceddhre e raccontare loro la storia dello sciacuddhri. Però, ahimè, anche qui, i nostri poveri viaggiatori, pur a bocca aperta, dovrebbero rimanere a debita distanza da questa meraviglia per il pericolo di caduta massi in testa. Anche qui i nostri amici avrebbero a che fare con rovine e stupidità: ultimamente anche il campanile è crollato, ridotto ad una piccola torre mozza, una montagna spaccata, un rudere, uno sgorbio, mentre il resto delle casiceddhre, ridotte a poco più che macerie allo stato puro, sembrano quelle stesse che ancor oggi si contemplano nel centro storico de L’Aquila, “ricostruito” dal governo del cavaliere mascarato. Soltanto che qui a Noha non c’è stato il terremoto, ma probabilmente qualcosa di peggio.

Poi chiuso questo capitolo, li indirizzeremo da lì ad una cinquantina di metri verso la “casa rossa” (magari nel frattempo li avremo bendati ben bene, come al gioco della mosca cieca, per non fargli scorgere il sito archeo-industriale scoperchiato e diruto del Brandy Galluccio).

Eh già, eh sì, la leggendaria casa rossa, la casa pedreira nohana che sembra disegnata e fatta costruire dall’architetto spagnolo Antoni Gaudì, ricca di cunti e storie, e destinata a diventare poco più o poco meno che la dependance di un paio di casini (in minuscolo, e non nel senso volgare del termine).  Ma forse sarebbe meglio stendere un velo pietoso anche su quest’altra roba che non sapremmo più come definire. Meglio non nominarla invano facendo finta di nulla? Come se non esistesse? Forse sì. Se sapessero e vedessero in che stato versa l’interno e l’intorno di quello che un tempo era uno splendore gli amici vicentini potrebbero risponderci con degli insulti se non con degli improperi espressi con altrettante sonore pernacchie.

*   *   * 

Non so se sarebbe il caso di andare oltre conducendo il gruppo dei malcapitati nei pressi della masseria Colabaldi ancora una volta messa in vendita dagli acchiappagonzi con tanto di comparto approvato da chissà quale illuminata maggioranza di consiglieri comunali per la costruzione di una ottantina di villette a schiera acquistabili con comode rate cinquantennali. Ma forse no, meglio lasciar perdere anche qui e cambiare itinerario, meglio accompagnare i donatori (di pazienza) nella nostra amena splendida fertile multicolori campagna nohana, per esempio verso lu Runceddhra.

Ma a pensarci bene purtroppo anche là ad attenderci non ci sarebbero che scempio e tristezza, come quei quaranta e passa ettari di impianto fotovoltaico, inutili o di certo non utili alla popolazione o al comune (come invece tanti allocchi - inclusi i nostri rappresentanti politici - credevano dapprincipio o temo credano ancora).

No, no, come non detto, meglio ritornare alla casa del donatore, senza nemmeno dirgli che quell’edificio color rosa antico adiacente è il vecchio cinema paradiso di Noha, il nostro “Cinema dei fiori”, ormai in balia di funghi, muschi e licheni.

Però, se non per rifarci, almeno per darci un tono, potremmo dire che abbiamo oltretutto anche un centro sociale nuovo di zecca, con tanto di funzionalissima sala convegni, come quella della vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti ristrutturata un paio di anni fa ed inaugurata in pompa magna il primo dicembre scorso. Il fatto che sia ancora chiusa al traffico dei pensieri e delle opere è una quisquilia: manca ancora l’elettricità come Dio comanda, anzi come comanda la legge. Embè? Cosa vuoi che sia. Inezie, dettagli. Prima o poi l’Enel allaccerà ‘sto benedetto cavo e tutto potrà partire secondo i programmi. Quali, non si sa ancora. Ma i nostri rappresentanti “disponibilissimi e preparatissimi” ci hanno assicurato: “tutto secondo i programmi”. Punto.

*   *   *

Forse sarebbe meglio abbassare la cresta e l’enfasi sulle nostre meraviglie: rischieremmo che i nostri ospiti, gli amici donatori di sangue venuti dal nord, turisti per caso o loro malgrado, affranti di fronte a tanta bellezza spriculata, esprimendosi in vicentino stretto, rivolgano a noi queste semplici ma significative parole a mo’ di giusto guiderdone per la nostra responsabilità - fosse anche solo quella di esserci voltati più volte dall’altra parte: “Nohani, cu pozzati buttare lu sangu!”.

Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (del 05/04/2011 @ 21:59:30, in NohaBlog, linkato 3065 volte)
Per cosa viviamo? È una domanda alla quale ognuno cerca di dare una risposta nella propria vita. Non siamo sicuri se valga la pena vivere per i soldi, la famiglia, la casa, il lavoro, l’amore. C’è chi accumula ricchezze, chi sperpera, chi vive nella povertà più assoluta, chi sceglie di abbandonarsi al caso. Ma di quello che stiamo facendo, cosa ci rimane? Una casa dove poter invecchiare? Chi siamo stati noi in questa vita? E se a me non rimane niente, cosa rimane a voi di me? Forse la mia eredità o forse solo il ricordo. Molto poco direi. Eppure ci affanniamo dalla mattina alla sera come se dovessimo dare conto a qualcuno del tempo. Il tempo che oggi ci viene messo a disposizione dall’Assoluto (ci viene dato perché esso non sa cosa farsene del tempo),il tempo, dicevo non è più considerato un diritto, un dono. Le ore devono “volare” per noi, non trascorrere, come se sempre avessimo fretta che arrivi il dopo. Ma cosa c’è dopo? Siamo sempre in ansia perché arrivi presto il domani, come se l’oggi fosse passato inutilmente.
Qualcuno impiega il suo tempo a ingarbugliarsi la vita, forse per paura che domani, se non avesse da risolvere i problemi che lui stesso si è causato oggi, non abbia nulla da fare. Starsene con le mani in mano è un’idea troppo misera per noi. Ma per cosa ci diamo tanto da fare? Per fare volontariato, per leggere e studiare o per ascoltare chi ci sta accanto? No; corriamo dalla mattina alla sera perché dobbiamo fare l’aperitivo, andare in palestra, correre dal sindacato, discutere con l’avvocato, rispondere a tutte le telefonate, i messaggi, gli sms, i fax, le mail. Dobbiamo correre per vedere la nostra soap opera, il nostro reality preferito; corriamo perché fra un po’ chiude il supermercato, il figlio esce da scuola, la pasta si scuoce, arriva il temporale, becchiamo il traffico, dobbiamo arrivare prima, saltare la fila, farci vedere, perché “io c’ero”. Il motore della macchina sempre acceso, il mazzo di chiavi pesantissimo, la ventiquattrore non basta più a contenere tonnellate di carta. Arrivano le bollette salate; pretendiamo la trasparenza delle chiamate. Affitti troppo cari, case troppo costose, lavori a breve termine. Sempre correndo in cerca di un nuovo impiego, perché non fai in tempo a firmare un contratto che già è scaduto. Chiudi la portiera dell’automobile e già ti ritrovi la multa sul parabrezza; non fai in tempo a raccogliere una cosa che ti è caduta che già te l’hanno rubata; compri un cellulare  e mentre lo paghi la casa costruttrice ne ha prodotto uno totalmente diverso; finisci di imparare una procedura e già ne hanno sviluppata un’altra. Perciò si corre! Ci si deve precipitare nelle cose perché oggi, se ti si slacciano le scarpe è un dramma. Non hai il tempo di legartele, altrimenti rimani troppo indietro rispetto agli altri, perciò corri comunque, con il rischio di inciampare rompendoti tutti i denti, ma devi, per cause di forza maggiore, devi correre, possibilmente più veloce degli altri.
Immersi nelle pratiche, nei rumori, negli odori, nelle parole di tutto, di tutti, urliamo, saltiamo, vediamo domani, non oggi, domani. Ma attenzione: tu corri. Non è una tua impressione, no; tu corri veramente, sudi, tamponi, sei “sovra pensiero”, non hai tempo, stai stretto, sei alle strette, soffochi. Soffochi di ansia. Ecco uno dei peccati mortali di oggi: l’ansia. Tu non devi sapere, devi dimostrare di sapere; non devi essere, devi dimostrare o apparire; non importa se sei un “morto di fame”, noleggia una Ferrari e fatti un giro nel centro di Roma. Ti guarderanno; tutti ti guarderanno. Guadagli ottocento euro al mese? Non preoccuparti; ho qui una carta di credito che ti promette follie. Hai commesso uno sbaglio? Non preoccuparti; l’importante che sei qualcuno; non ti succederà niente. Come? Hai sbagliato ma non sei nessuno? Beh, allora fingi, dai … fingi.  
Se guardi New York dall’alto tutto ti appare fantastico. Sfoglia una brochure di un’agenzia viaggi; ogni posto ti sembrerà un incanto. Sei stato in Grecia? Non sai cosa ti sei perso in Francia. Hai visto Miami? Ma non hai visto quanto è bella Barcellona. Ah, sei stato anche a Barcellona? Beh, non mi dire che sei stato anche alle Maldive! Non ci sei stato? Allora nella tua vita non hai visto niente! Vai a vederle, anzi, visto che ti trovi vola anche a Cuba, in Messico, poi in Brasile, via a vedere l’India, poi Praga. E non lamentarti. Lo so che guadagli solo mille euro al mese. Guarda; ho saputo che puoi partire lo stesso poiché ti viene data la possibilità di pagare fra sei mesi. E non dirmi che non hai una casa. Prenditi quella più bella; hai quarant’anni per pagarla. Non preoccuparti; se tu dovessi morire, la pagheranno i tuoi figli.
Ce la cerchiamo noi l’ansia, la desideriamo intensamente, non sappiamo vivere senza di essa. Siamo masochisti nel senso letterale del termine, godiamo a farci male. Scegliamo la politica che più ci danneggia, le strategie meno proficue per il successo; noi dobbiamo litigare, dobbiamo farci valere, tutti devono sapere chi siamo. Perché noi siamo sempre qualcuno, anche quando siamo indesiderati. Guardiamo il prezzo della benzina e inveiamo contro tutti ma contro nessuno; poi, però, per spostarci di cento metri andiamo in macchina. Ma in fondo dobbiamo; siamo sempre di fretta. Malediciamo i politici ma in fondo la maggior parte di noi sono uguali a loro, solo un po’ più invidiosi. Perché, se davvero fossimo in disaccordo con loro, saremmo in grado di cambiare le cose. Tutto può cambiare se lo si vuole, tutto; ma “Il perché lo devo fare io? Fatelo voi” ha distrutto ogni sorte di speranza in un futuro roseo. Se fossimo tutti chiusi in una scuola, saremmo soltanto disposti ad occupare il posto dietro la cattedra, quello che spetta ai professori. Nessuno vuole stare dall’altra parte. Tutti vogliono insegnare, nessuno vuole apprendere. Perciò si finisce a lasciare anche in cattedra gli stupidi che, senza alcun rimorso, trasformano la classe in una bolgia. Si invertiranno prima o poi i ruoli: gli animali andranno allo zoo per mostrare ai loro cuccioli le varie specie umane. Provate a guardare due automobilisti che litigano, una madre e una figlia in disaccordo, due soci d’affari che tanto in affari non sono. La parola “politica” ha rovinato le menti; dico parola perché di politica vera e propria non c’è alcunché oggi che si possa definire tale. Vedere omini incravattati, con rolex al polso, percorrere le piazze antistanti Camera e Senato senza neanche saper recitare il primo articolo della Costituzione, grazie alla quale occupano anche le rosse poltrone, dovrebbe fare ribrezzo. Eppure ridiamo. Ridiamo per ogni cosa. Ridiamo del razzismo, della corruzione, del sesso a pagamento, della malavita. Noi ridiamo perché la vita in fondo bisogna prenderla alla leggera. Ma l’abbiamo presa tanto poco sul serio che ci siamo fatti raggirare da quei pochi più furbi di noi. Ad ogni angolo di ogni strada si vedono seni e cosce al vento, per la gioia di tutti gli uomini. Ogni dieci passi un luogo dove tentare la fortuna. Guadagni ancora ottocento euro al mese? Rilassati! Puoi spenderli tutti a tentare la fortuna, c’è il lotto, il poker, l’ippica, il totocalcio, scommesse sportive, e poi hanno stampato anche i gratta e vinci “vinci spesso e vinci adesso”. Non perde nessuno, mettiamolo bene in chiaro. Pensa, non perde niente neanche lo Stato, anzi; guadagna così tanti soldi mentre tu insegui la fortuna che si può permettere di aumentare ancora di mille euro al mese lo stipendio di ogni parlamentare. E se poi prendi un verbale al codice della strada di euro trentotto, non ti preoccupare, puoi sempre fare ricorso (pagando comunque sempre euro trentotto, dimenticavo questo piccolo particolare). Se poi hai commesso qualcosa di grave continua a stare tranquillo. Tra un po’ in carcere ci saranno solo quelli che ruttano in pubblico; per tutti quanti gli altri ci sarà l’indulto. Basta solo avere fiducia nella … democrazia. Se poi qualcuno ti disturba, sia anch’esso un pubblico ufficiale, lo puoi spaventare dicendogli “Tu non sai chi sono io” e lui, stai pur certo, per non perdere quelle milletrecento euro al mese che ha, tremerà come una foglia e non ti disturberà più.
Che bel Paese l’Italia. Noi del sud ci accontentiamo de “lu sole, lu mare e lu ientu”, siamo abituati a essere trattati da figliastri. Al nord credono ancora che la Padania sia una Nazione e che Federico Barbarossa sia stato più grande di Alessandro Magno. Al centro, ancora stanno litigando se è più giusto tifare per la Lazio o la Roma e se un laziale può avvalersi della residenza nella capitale. Però abbiamo tante opere d’arte (che cadono sotto il peso brutale dell’incuria), abbiamo la Divina Commedia (anche se non la studia più nessuno), il mare più bello (anche se si trova qualche lavatrice qua e là sulle spiagge). Venite a visitare l’Italia. Però attenzione alla borsa se passate da Napoli, a Venezia rischiate di pagare un gelato sette euro (ma Venezia è Venezia). Guardate gli svizzeri, quelli del canton Ticino. In patria loro sono tanto scrupolosi da sembrare burattini di legno. A Lugano non vedi una carta per terra, una macchina fuori posto, una foglia secca. Tutto fila alla perfezione. Poi quelli stessi svizzeri il fine settimana fanno un salto di 10 km e si ritrovano in Italia, la bella Italia. E qua si danno alla pazza gioia; sfrecciano a 150 km orari sulle autostrade sicuri che non riceveranno mai un verbale. Parcheggiano dove meglio credono, sporcano. Perché in Italia tutto si può fare, tranne che essere onesti, corretti, civili.
Siamo sempre all’avanguardia. Quando si tratta di centrali nucleari, matrimoni tra coppie gay, eutanasia, legalizzazione della droghe, si dice che dobbiamo metterci al passo con l’Europa. Quando nel resto d’Europa invece si fa una politica ecologista, attenta ai problemi familiari, meno burocratica possibile, noi in Italia facciamo finta di niente, ci scordiamo di essere europei.
Tutti criticano la politica. Poi, appena c’è la possibilità di candidare qualcuno di famiglia in quel partito contro cui abbiamo sempre inveito, subito ci si fa avanti per “fottersi” il posto. Perché in Italia non contano i principi ma gli affari. Tutti vogliono fare gli imprenditori di se stessi; tutti cercano di vendersi, neanche a caro prezzo. In Italia un compromesso lo si trova sempre. Maestri nella diplomazia, ci credo! Barattiamo tutto: il nostro corpo, la nostra salute, i nostri principi, il nostro credo, gli anni da fare in carcere, le sanzioni amministrative. “Hai evaso il fisco? Mettiamoci d’accordo. Quanto mi vuoi dare? Mi devi un milione di euro. Facciamo un forfè, dammi cento mila euro e siamo apposto”. Io mi dimentico di pagare una rata e dopo cinque giorni arriva la lettera del legale. Siamo stanchi dei partiti. Ma quando ci sono le elezioni ci riversiamo a fiumi per dire che quello è migliore di quell’altro. Ma chi è meglio di chi? Nel resto del mondo si va a votare perché si crede in qualcuno. In Italia si vota per evitare il “male peggiore”. Non l’avete mai sentita questa espressione? Arrivano gli immigrati ed è colpa di qualcuno. Muoiono ed è sempre colpa di qualcuno. Rubano o stuprano? È sempre colpa di qualcuno. Lavorano, rispettano le regole e pagano le tasse? Anche questa è colpa di qualcuno.
C’era un tempo in cui l’Italia faceva invidia al mondo. Abbiamo inventato il Risorgimento. Tutti vengono a visitare l’Italia che fu. Nessuno viene a vedere l’Italia che è. Possono venire a vedere i musei, le città storiche, le opere d’arte antiche. Nessuno però viene per vedere oggi chi siamo.
Noi reclamiamo diritti per il nostro futuro. Pretendiamo un lavoro stabile, una vita sana, una casa accogliente, un rispetto sol perché siamo persone. Nessuno può mettere a repentaglio il nostro futuro e quello dei nostri figli. Non abbandoniamo la cultura della mente: se ci è impedito scendere in strada con spranghe per fare una rivoluzione radicale, l’unica cosa che ci rimane contro la mala – politica, la criminalità, la vigliaccheria e la mancanza di rispetto per l’altro, è la cultura. Difendiamo la cultura, amiamola, vogliamola. Solo così arriverà quel nuovo Risorgimento delle società e delle menti tanto sperato.
Fabrizio Vincenti
 
Di Redazione (del 26/04/2017 @ 21:57:43, in Comunicato Stampa, linkato 1569 volte)

Continuano le attività del progetto “AGONES 2015” del Servizio Civile Nazionale attivo sul territorio di Galatina, che mira alla promozione dello sport, di buone condizioni di vita sana e un sistema di relazioni accettabili nei riguardi di giovani ed adulti che presentano difficoltà nella vita sociale, facendoli sentir parte della comunità.

Nelle azioni del progetto, oltre all’aggiornamento mensile della banca dati delle associazioni sportive iscritte all’Albo Comunale, è previsto l’obiettivo di accrescere e sostenere la cultura dello sport tra i giovani. I volontari sono in contatto con gli istituti scolastici di Galatina e le prime iniziative prese in atto sono quelle con l’Istituto Comprensivo Polo 1 “Michele Montinari” che aderisce al progetto promosso dal MIUR in collaborazione col CONI “Sport di classe”. L'azione prevede la presenza per due ore mensili di un docente di Educazione Fisica nelle classi, affiancato sempre dall'insegnante interno che, non solo funge da tramite fra il mister e gli alunni, ma acquisisce una formazione utile all'azione didattica che attuerà in assenza dell'esperto.

Anche nella scuola Secondaria di I Grado, non coinvolta dal progetto CONI, si è voluta arricchire l'Offerta Formativa con la presenza di un esperto di volley che settimanalmente afferisce nelle classi per fornire i rudimenti della pratica sportiva ed avviare al gioco di squadra. Il progetto, promosso dall’associazione sportiva di pallavolo “Showy Boys” di Galatina, è stato destinato, nella fase finale dell'anno scolastico, anche alla scuola primaria per incentivare gli alunni più piccoli ad abbandonare la vita sedentaria e fare del movimento.

Una regolare attività fisica, tuttavia, da sola non può bastare per acquisire corretti e salutari stili di vita, perciò è importante che i bambini capiscano la rilevanza di mangiar sano. Il Polo 1 ha colto la possibilità di distribuire frutta, agrumi e verdura di stagione a chilometro zero, fra tutti gli studenti della scuola primaria di entrambi i plessi.

Gli alunni ricevono gratuitamente un frutto di stagione che consumano a merenda ed imparano, in tal modo, ad apprezzare la freschezza e la naturalezza dei prodotti del proprio territorio.

I volontari di “Agones 2015” il giorno 27 aprile terranno un banchetto informativo presso la Biblioteca comunale “ Pietro Siciliani” dalle ore 9.00 alle 13.00 per promuovere nella comunità, attraverso i valori dello sport, le iniziative del progetto.

 
Di Albino Campa (del 16/12/2006 @ 21:56:32, in Racconti, linkato 4077 volte)

"Eccovi di seguito la seconda parte della storia del Tabacchino di Noha, tratta dal -il Galatino-, anno XXXIX, n. 21, dell'8 dicembre 2006. La terza ed ultima puntata di questa mini-serie verrà trasmessa su questi stessi schermi la prossima settimana"

IL TABACCHINO DI NOHA

(seconda parte)

di

Antonio Mellone

Il tabacchino di Cici si trovava proprio di fronte alla Chiesa Piccinna, la Congrega della Madonna delle Grazie, il Pantheon della Nohe de’ Greci, abbattuto nel corso degli anni ’60 (Cici e consorte ospiteranno poi nella propria casa la statua della Madonna delle Grazie per molti anni – nel 2001 la statua ritornerà nella nuova grande Chiesa a Lei dedicata – riservando alla loro illustre “Ospite” il posto d’onore, la cura e l’attenzione che meritava).

*   *   *

Accanto ai beni di Monopolio (sale, tabacchi, fiammiferi, accendini e valori bollati) nel tabacchino di Noha s’iniziano a vendere altri prodotti come i fogli di protocollo (che da ragazzi acquistavamo, a righe o a quadretti, in occasione del compito in classe, sul quale rimanevano impressi i nostri elaborati nelle più disparate discipline scolastiche), le buste per le lettere, la carta copiativa o carta-carbone (scomparsa dalla circolazione) e altri articoli di cartoleria, e poi ancora lamette per i rasoi (un tempo non c’era ancora “il radi e getta”, ma lamette, da riutilizzare più volte nei rasoi eterni), l’ottima crema dopobarba Proraso, introvabile altrove, e poi ancora man mano che il tempo passava, caramelle alla menta o alla liquirizia (le Golìa), gomme da masticare, altri prodotti per l’igiene personale.
Da Cici c’erano anche le cartoline, oggi introvabili, che ritraevano in bianco e nero scorci della Noha del tempo che fu (una loro riedizione o la stampa di nuove cartoline della nostra cittadina oggi non sarebbero poi così fuor di luogo).
Nel tabacchino di Noha si distribuivano anche gratuitamente i libri di testo della scuola dell’obbligo, sussidiari freschi di stampa, abbecedari intonsi, testi bellissimi che hanno introdotto intere generazioni ai piaceri della lettura.
Cici si occupava anche della prevendita dei biglietti per il cinema di Noha, il “Cinema dei Fiori” (chiuso nella seconda metà degli anni ’70), i cui film western, mitologici, fantascientifici, comici, venivano pubblicizzati proprio all’ingresso del tabacchino, con dei cartelloni o manifesti enormi esposti in una bacheca in legno protetta da una rete metallica molto simile a quella della gabbie per le galline.

*   *   *


Da adolescenti ci capitava spesso di frequentare il tabacchino di Cici almeno un paio di volte al dì. Questo non perché necessitavamo delle lamette per la barba (non eravamo che ragazzini imberbi), o perché, bambini viziati, acquistavamo le figurine Panini dei calciatori (erano lussi che solo in pochi potevano permettersi, e noi non eravamo tra questi), e nemmeno perché eravamo fumatori precoci (non lo siamo tuttora). Ma perché non passava giorno senza che almeno un paio di persone adulte ci chiamassero per strada (era sufficiente essere di passaggio), in piazza, o soprattutto al Circolo Cittadino, per incaricarci di acquistare uno o più pacchetti di sigarette e fiammiferi. Si passava dalle Nazionali, alle Esportazioni senza filtro e alle MS, dalle Diana, alle Marlboro, dalle Rotmans, alle Dunhill, o ad altre marche straniere light o strong che non sapevamo nemmeno pronunciare correttamente. I fiammiferi più richiesti erano per lo più i Minerva e soprattutto i cerini (oggi rarissimi).
Cici (invalido di guerra) un signore distinto, elegante, sempre con la cravatta, anche durante la calda stagione, sapeva che sigarette e fiammiferi non erano per noi. E ci serviva tranquillo.
Gli adulti un tempo “te cumandavanu a bacchetta!”. Ci chiamavano: “Vane e ccattami nu pacchettu de Milde Sorte dure e nu pacchettu de pospari…”. E noi di corsa ad eseguire “l’ordine” ed a riportare tutto all’ordinante: sigarette e, soprattutto, il resto: la mancia non rientrava punto nell’ordine delle idee. Si aveva soggezione, quasi timore reverenziale nei confronti dei grandi, quello che oggi (grandi noi; ahinoi!) non ci sembra nutra la novella progenie nei confronti della generazione che la precede.

 
Di Raimondo Rodia (del 04/03/2014 @ 21:56:09, in NohaBlog, linkato 2757 volte)

Il tema della grande bellezza della nostra Italia si deve concretizzare in fatti veri, abbiamo un paese splendido anche nei borghi più dimenticati ed è questa bellezza che apprezzano i turisti che ci vengono a trovare. Dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la nostra cultura, le nostre tradizioni, l’arte, i paesaggi. Oggi vi racconto come, anche una frazione della nostra Galatina, può offrire tesori, ma anche soffrire l’ignoranza ed il qualunquismo di una classe politica e sociale che impone il brutto al bello, ecco dobbiamo riappropriarci della bellezza, come filo conduttore della nostra esistenza, lo dobbiamo a noi ed ai nostri figli. A Noha, prima comune, poi frazione di Galatina, vi sono alcune masserie fra cui la celebre ” Colabaldi” che andrebbero riscoperte, rivalutate, bene il presepe vivente, ma non si possono accendere i fari sulla struttura solo pochi giorni all’anno. Struttura che ha visto la presenza di una chiesa di rito greco, una torre di avvistamento medio-evale, un monastero basiliano ed infine dal 1595 la masseria del mercante di pellame fiorentino Nicola Bardi. Nei dintorni un probabile menhir, ridotto a sedile, con tanto di scritta esegetica e dedicatoria in caratteri greci dedicata a ” Giovanna “, i resti di una pavimentazione in mattoncini di terracotta di una domus romana, attaccati chissà perchè con dell’ottimo cemento sul muro accanto al menhir. I resti dei tanti ritrovamenti fatti nella zona, monete di varia epoca e resti di portate domestiche ( piatti, orci ed altro vasellame ), il giardino di delizia del castello, oggi casa baronale, con la torre trecentesca con ponte levatoio in pietra. La casa Rossa chiusa ed abbandonata, un gioiello di arte Liberty che farebbe a gara con la ” casa di pietra ” di Gaudì a Barcellona, invece che esaltare e proteggere il bene, i nuovi proprietari hanno preferito un orribile e moderno fabbricato accanto. Le cosidette ” casiceddhe ” una sorta di piccolo villaggio in scala, opera della maestria di Cosimo Mariano, che fine farà oggi ? Il suo delicato equilibrio resisterà agli artifici del nuovo proprietario ? Le varie edicole votive, le masseria, la vora, il palazzo ducale, le tombe messapiche ritrovate e ricoperte da villette a schiera, la tomba del gran visir non fruibile, l’elenco sarebbe ancora lungo e non voglio tediarvi. Ma rispettare il monumento della cosidetta ” Trozza ” un pozzo inesauribile, fonte di acqua, come indica la scritta in latino, fatta apporre da Orazio Congedo, da scritte ed imbrattature e abbandono. Come non indignarsi poi della situazione dell’orologio pubblico in piazza, fermo da tempo immemorabile e lasciato nell’incuria totale. Vi dicevo che l’elenco non finirebbe, ma voglio accendere un ragionamento sul vecchio cinema Fiori, sul doppio frantoio ipogeo di Corte Marangi non fruibile. Ma sono anche contenitori culturali come la vecchia scuola media, che dopo ben 1 milione e trecentomila euro di spesa, non è agibile per un allaccio alla rete elettrica non a norma con il progetto, dopo essere stato inaugurato in questi anni per ben due volte. Ma anche l’impianto sportivo con palestra inagibile, campi di calcio e calcetto ed il campo da tennis che bastava solo di una piccola, normale, manutenzione ( vedi verniciatura del campo ) per essere fruibile di giorno, perchè di sera ahimè i pali dell’illuminazione son caduti in campo….

Raimondo Rodia

 
Di Antonio Mellone (del 16/02/2013 @ 21:55:58, in Cronaca, linkato 3018 volte)

Ho letto con interesse la notizia del finanziamento di 400.000 euro per le “opere di urbanizzazione a Noha” e soprattutto l’entusiasmo con il quale giustamente l’amministrazione ha evidenziato codesto “eccellente risultato ottenuto dal Comune di Galatina arrivato quarto su novantuno comuni” concorrenti.

Tutto molto bello, non c’è che dire.

Si “piantumeranno specie autoctone e a bassa necessità di manutenzione”, si “bitumeranno delle strade ancora non asfaltate”, si “installeranno pali e armature stradali per pubblica illuminazione”, si “realizzeranno gli scivoli per i disabili”, eccetera, insomma tutta una serie di interventi importanti, ed in molti casi improcrastinabili, a meno di qualcosa che poteva tranquillamente essere tralasciata, tipo la bitumazione di un paio di piccoli tratti della zona 167 ancora liberi dal cemento e dall’asfalto. Evidentemente ai nostri amministratori sfugge il concetto di “strade bianche”, che in molte parti del mondo (perfino nei progrediti Stati Uniti) stanno riscoprendo e addirittura tutelando, ed in molti casi ripristinando. No, qui da noi una strada rimane bianca giusto il tempo di beccare un finanziamento pubblico: e zac, diventa nera come il catrame in quattro e quattro otto. Evidentemente i nostri rappresentanti, molto avvezzi alla carta stampata del casinian-caltagironeo “Quotidiano di Lecce”, in tutt’altre faccende affaccendato, avranno trascurato la lettura di pensieri leggermente diversi da quello unico, come ad esempio quelli impressi negli svelti volumi “Quattro corsie e un funerale” a cura di Francesco Greco (Edizioni Miele, Gagliano del Capo, 2012), e “Strade Bianche” di Enrico Remmert (Marsilio Editore, Venezia, 2010). Ma cosa vuoi che sia. Non puoi mica obbligare le persone a leggere i libri, e a discostarsi dalla massa.

Ma non era di questo che volevo parlare, quanto di un paio di altre cosette che forse meritano una nostra riflessione o, se vogliamo, “osservazione”. La prima si riferisce al fatto che questi interventi di edilizia scolastica sono richiesti, come scritto nel comunicato istituzionale, da una vera e propria “situazione emergenziale”.

Orbene, siamo davvero messi male se per la “tinteggiatura delle aule, dei servizi igienici e dei laboratori”, se per la “manutenzione della palestra”, se per la “realizzazione di un impianto elettrico a servizio del laboratorio informatico” (sì, ad oggi ci sono le postazioni ed i personal computer ma incredibilmente non ancora l’impianto elettrico - e giacché ci siamo aggiungo che la scala di sicurezza antincendio installata ormai da qualche anno non è stata al momento collaudata: speriamo si provveda almeno in questa occasione), insomma se per tutto questo che sarebbe da considerarsi come “normale”, come il “minimo sindacale”, il che non è (tanto è vero che la nostra scuola è in uno “stato di emergenza”) si sia costretti a ricorrere a gare straordinarie, e a tripli salti mortali carpiati con doppio avvitamento (e dunque a comunicati trionfalistici, da campagna elettorale, da “quanto siamo bravi e preparatissimi”). Siamo messi davvero male, dunque, ma al governo centrale si parla ancora di spending-review per la scuola e la sanità e non per spese militari per gli F35. Ma tant’è.

La seconda considerazione sorge dal fatto che nel comunicato stampa strombazzato ai quattro venti (o ai quattro siti) si continua a parlare con pervicacia di “periferia”. Nella prima parte del trafiletto apparso su questo sito la parola “periferia” viene ripetuta per tre volte a proposito di Noha (ma anche di Collemeto e Santa Barbara).

Come far capire ai deputati comunali nostrani che le parole sono importanti? E che la parola “periferia” connota concetti di degrado, di distanza, di isolamento, di marginalità? E che oggi il paradigma centro/periferia, grazie anche alla rete, è ormai morto e sepolto, o quanto meno anacronistico? Che gli impulsi non partono più necessariamente dal “centro” (che dunque così viene a scomparire) ma da ogni “nodo” situato altrove? Quando riusciranno i nostri eroi di palazzo Orsini a diventare cittadini del mondo, anche attraverso i loro pensieri e le loro parole (rem tene verba sequentur) e possibilmente le loro opere?

Che senso avrebbe se oggi dicessi (pur senza gli accorpamenti tra comuni, che ci saranno da qui a non molto) che Sogliano Cavour è periferia di Cutrofiano, che Santa Caterina è periferia di Nardò, e che Galatina è periferia di Noha?

Antonio Mellone

 

Nell'ambito delle attività di orientamento per l'A.S. 2019-2020, sabato 19 gennaio 2019, dalle ore 9:30, si svolgerà la prima edizione della "Giornata del Laboratorio", per presentare l'offerta formativa dell'Istituto Professionale di Galatina, con sede in Viale Don Bosco.

Gli indirizzi di studio proposti sono i seguenti: Sanità e Assistenza Sociale (con Qualifica O.S.S.)OdontotecnicoServizi CommercialiManutenzione e Assistenza TecnicaCorsi Serali per Adulti.

L'evento coinvolgerà gli alunni degli Istituti Comprensivi con le relative famiglie e prevede, dopo l'accoglienza in Aula Magna, i saluti istituzionali del Dirigente Scolastico Andrea Valerini, del Sindaco di Galatina Marcello Amante e del Vice-Presidente della Provincia di Lecce Massimiliano Romano.

Seguiranno gli interventi seminariali di alcuni rappresentanti del mondo imprenditoriale e delle professioni, operanti sul nostro territorio.

Nella seconda parte della giornata formativa, saranno inoltre organizzati laboratori di indirizzo, a cura di docenti e studenti della scuola.

Per informazioni e adesioni all'iniziativa, contattare il front-office dell'Istituto al numero 0836/561095.

I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina

 
Di Redazione (del 29/11/2021 @ 21:54:31, in Comunicato Stampa, linkato 519 volte)

Una giornata particolare per gli alunni delle classi 2^C e della 3^C della scuola Secondaria di I grado Polo 2 di Galatina nell’ambito del concorso “Libriamoci” con “Giochi diVersi”. Infatti, nella mattinata del 18 novembre 2021, l’attività scolastica si è spostata dall’edificio scolastico alle vie del centro storico di Galatina.

La prima tappa si è svolta nel chiostro della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, dove gli alunni, accompagnati dalle rispettive docenti d’italiano, Prof.ssa Rita Colazzo e Prof.ssa Ada Coluccia, si sono cimentati in canti, letture di alcuni passi della Divina Commedia e giochi medioevali come il tiro alla fune e il salto con la corda.

Successivamente, la lezione itinerante ha coinvolto le principali corti galatinesi, dove i partecipanti hanno recitato una loro composizione sulla figura di Renata Fonte contaminando alcuni versi della Divina Commedia e immaginando Dante nella selva di Porto Selvaggio.

Tra le altre tappe teatro di “Giochi diVersi”: Corte Vinella, dove i ragazzi hanno potuto ammirare la splendida costruzione con la sua magnifica ringhiera in pietra leccese lavorata e conoscere la storia legata alla statua del cavaliere senza testa, l’antica pasticceria Ascalone, luogo ideale per il girone dei golosi; la libreria Fiordilibro per una dedica speciale a Renata Fonte.

Inoltre, gli alunni, con l’aiuto del regista Tommaso Faggiano, ideatore del progetto scolastico “Sensi Comuni-Percorsi creativi per la cittadinanza attiva”, hanno ripreso alcune “scene” della lettura dell’evento.

La Lectio Dantis si è spostata infine dentro Palazzo Orsini: qui il Sindaco, Marcello Amante, la Vicesindaco, Maria Rosaria Giaccari e l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Cristina Dettù, sono diventati lettori d’eccezione di alcuni canti dell’Inferno dantesco.

È stato un momento per riascoltare gli straordinari versi di Dante ma soprattutto di dedicare del tempo all’incontro con gli studenti e i loro professori, accoglierli nella casa comunale, che è la casa di tutti i nostri cittadini.   Conclude così il sindaco il suo post su Facebook.                    

Gli alunni di 2^ C e 3^C del Polo 2

 
Di Antonio Mellone (del 21/05/2013 @ 21:54:04, in Ex edificio scolastico, linkato 9621 volte)

Non deve essere facile, di questi tempi, vivere la vita del pubblico rappresentante locale, quella cioè del politico che un’era geologica fa andava sotto il nome di “autorità civile”. E dunque non può che avere tutta la nostra umana comprensione chi è costretto a vivere continuamente con gli occhi bendati, le orecchie tappate, il bavaglio alla bocca, le pinzette stringinaso ben inforcate, i guanti antinfortunistici alle mani, ed altre corazze profilattiche e antidialogo come zanzariere, schermi, scudi, grate, caschi, paraocchi, e creme solari con fattore di protezione totale.

Non si può mica infierire con chi è costretto ad ingoiare rospi, anzi Pantegane (etim. da Pantacom), pur di non far cadere il governo comunale, a non rispondere al telefono, a far finta di non vederti né leggerti, a sgommare imboccando la nuova “utilissima tangenziale interna” di Galatina, a smammare poco prima di esser chiamato in causa, a scalare montagne di specchi, a ripetere salmi responsoriali monotoni e stucchevoli, a stilare elucubrazioni su temi esiziali (come ad esempio quello dei loculi al cimitero)…   

Pronto a svignarsela ad ogni richiesta, istanza, domanda, dubbio, rivendicazione il fuggitivo nostrano, assente cronico dalle strade e dalle piazze del paese (a meno dei periodi giubilari altrimenti detti “campagna elettorale” o dei giorni delle solenni processioni patronali) si trova ultimamente anche a far finta di non avere il tempo e soprattutto la voglia di connettersi al nostro sito (e se pure gli dovesse capitare lo farebbe ad ogni dimissione di papa) per leggere ad esempio che a Noha c’è una vecchia scuola elementare ristrutturata dalla A alla V (mancherebbe solo la lettera Z dell’energia elettrica) con una spesa di 1.300.000 euro di soldi pubblici, ma che è ancora chiusa dalla fine dei lavori avvenuta oltre un anno e mezzo fa - sebbene sia stata inaugurata con tanto di taglio del nastro il 1° dicembre 2012, dunque esattamente da:

Ora vorremmo comunicare ai nostri rappresentanti al Comune di Galatina (oltre ai nostri superstiti lettori) che questo contatore rimarrà evidenziato a perenne monito sulla home-page di questo sito fino alla data della seconda e si spera definitiva inaugurazione di questo benedetto Centro Culturale Nohano, o come cavolo si vorrà chiamare.

Questo contatore rimarrà ben visibile fino a quando l’avverbio “ancora” non verrà trasformato in “finalmente”, cioè fino a quando quella bella struttura (diventata suo malgrado una barzelletta - che però non fa ridere) non verrà utilizzata per le finalità per le quali era stata inizialmente progettata e finanziata (o in subordine per altri obiettivi sempre connessi al bene comune). E nella speranza, s’intende, che quella scuola non crolli prima sotto il peso del tempo.

Noi, dal nostro canto, continueremo a fare il nostro dovere di cittadini, cioè pretendere di essere puntualmente informati (c’è chi chiama ‘sta roba “rompere le scatole”, ma tant’è) fino a quando non si otterrà il sacrosanto risultato (che poi è il minimo sindacale) che è quello di vedere attivata una bellissima struttura onde furono spesi (finora invano) preziosi e per definizione scarsi fondi pubblici.

Ci aspettiamo ora un pensiero su questo tema da parte dei nostri rappresentanti di ogni colore (se ne hanno ancora qualcuno: di pensiero o di colore). Ci aggiornino, per favore, sullo stato dell’arte, ci dicano se e cosa intendano fare per risolvere questa vergogna, ci rassicurino, e ove possibile ci stupiscano ancora per i loro pronti riflessi.

Per una volta, almeno questa, i nostri rappresentanti eletti a furor di popolo compiano dei veri e propri atti rivoluzionari, cioè: rispondano direttamente a queste istanze impegnandosi possibilmente in prima persona (tralasciando per un tratto l’imprescindibile tema dei cazzi loro), evitino il topico comunicato-stampa copia-incollato su quel rotolo di carta (a due veli?) che è il Quotidiano di Lecce. E per almeno una volta si scollino da quella calamita (che forse meriterebbe l’accento sull’ultima a) che sono i social network, sui quali – ci riferiscono i bene informati – i Nostri sembrano indulgere scorrazzando ad ogni ora del giorno e della notte come tanti internaufraghi.  

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 27/02/2018 @ 21:53:31, in Comunicato Stampa, linkato 1072 volte)

Domenica 25 febbraio si è riunita l'Assemblea ordinaria dei soci della Showy Boys A.S.D.. Come da convocazione del consiglio direttivo, i tesserati del club galatinese si sono ritrovati presso la sede sociale di piazza San Pietro per discutere e deliberare sui punti all’ordine del giorno: approvazione del progetto di conto consuntivo finanziario anno 2017, della relazione sulla attività sociale svolta e del progetto del bilancio di previsione economico-finanziaria.

Ad aprire i lavori assembleari il presidente Daniele G. Masciullo che ha presentato ai soci la relazione sull’attività svolta dall’associazione e dai suoi organi sociali. Nell'analisi del massimo dirigente galatinese i numeri e il lavoro svolto dal settore amministrativo ed organizzativo con particolare riferimento all'attività di pianificazione, marketing e comunicazione, sviluppo Progetto scuola Volley e partecipazione alle varie attività federali.

Approvata all'unanimità dei presenti la relazione sull'attività svolta, il lavoro assembleare si è concentrato sulla presentazione del conto consuntivo finanziario e del bilancio di previsione. Dopo aver illustrato nel dettaglio, voce per voce, le entrate e uscite relative all’anno 2017 e quelle previste per il 2018, il presidente ha aperto il dibattito con le considerazioni dei tesserati e la successiva approvazione, sempre all’unanimità, dei due documenti contabili.

Come consuetudine e nel rispetto del codice etico adottato, la Showy Boys intende dare la massima visibilità al bilancio e ai documenti annessi in linea con l’idea di associazione aperta, democratica, partecipata, e di gestione condivisa e, soprattutto, trasparente. Con questa finalità, così come fatto ogni anno, la documentazione approvata dall'Assemblea dei soci viene pubblicata sul sito internet dell'associazione nella sezione "Società" alla voce "Bilanci e relazioni".

www.showyboys.com

 

Foto di Piero Luigi RussoLa cerimonia della consegna delle "Aquile turrite" ai 15 piloti dell'Aviazione Militare Italiana, del Kuwait e di Singapore merita alcune considerazioni e doverosi ringraziamenti.

La manifestazione, richiesta dall'Amministrazione Comunale, rientra nel quadro più generale di valorizzazione delle eccellenze che Galatina esprime nei suoi diversi ambiti e che le permettono di godere di una considerazione che travalica i confini nazionali.

L'attenzione che il 61° Stormo, al Comando del Colonnello Alberto Surace, ha posto nella pianificazione e realizzazione dell'evento non è stata solo la naturale espressione di una consolidata esperienza, ma anche l'evidente riconoscimento di un rafforzato legame tra la Comunità Cittadina e l'Aeroporto "Fortunato Cesari".

La presenza di altissime cariche politiche e militari, italiane e estere, ha suggellato, in una cornice ideale, questo incontro ed ha sollecitato un rinnovato orgoglio cittadino.

Nelle parole delle Autorità politiche e militari è più volte emerso il legame tra l'Arma Aeronautica e la Città di Galatina per cui la manifestazione non è mai apparsa come un evento occasionale concesso al territorio ma piuttosto come una scelta di condivisione e reciproco apprezzamento.

La celebrazione del conseguimento del brevetto di pilota militare è stata l'occasione per manifestare, una volta di più, il valore della scuola volo del 61° Stormo, la sua collocazione a livello internazionale e l'importanza che Galatina ha per l'Aeronautica Militare Italiana.

La cerimonia è stata scandita da tempi e modi lungamente studiati ed ha coinvolto un numero significativo di uomini e donne. Oltre al personale dell'Aeronautica Militare impegnato su tutti i fronti, c'è stata la presenza essenziale della Polizia di Stato che, guidata dal Vice Questore aggiunto Dott. Giovanni Bono, aveva la responsabilità della gestione dell'ordine pubblico, in coordinamento con l'Arma dei Carabinieri. Voglio rimarcare il grande impegno del Corpo di Polizia Locale, guidato dal Comandante Domenico Angelelli, schierato con tutto il personale disponibile ed impegnato nella gestione della viabilità ed a presidio dei punti strategici e dei varchi posti a delimitare le zone di sicurezza. Il personale ha lavorato in collaborazione con gli operatori del Nucleo di Protezione Civile di Galatina, supportati dai colleghi provenienti da Casarano, Trepuzzi e Squinzano, tutti coordinati da Vito Murrone.

Una Manifestazione come quella di venerdì 5 luglio, effettuata in luogo aperto al pubblico, ha imposto un elevato livello di coordinamento tra le forze operanti in campo, al fine di garantire un equilibrio tra le esigenze della sicurezza e dell'ordine pubblico, la fruibilità massima dell'evento da parte dei cittadini, la gestione della viabilità, il controllo dei flussi e deflussi in previsione di qualunque evento avesse potuto alterare il normale svolgimento degli eventi. 

Il generale apprezzamento ricevuto dagli Ufficiali dell'Arma Aeronautica per il lavoro svolto va anche esteso a chi si è occupato a redigere il piano di sicurezza ovvero al Geom. Alessandro Spongano.

I cittadini non hanno fatto mancare la loro presenza giustificando, nella gran parte dei casi, quei piccoli disagi che necessariamente si possono incontrare quando la viabilità cittadina subisce una qualche restrizione. 

La crescita della Città passa anche da manifestazioni come questa. Abbiamo offerto il nostro miglior palcoscenico ad ospiti provenienti da più parti d'Italia e del mondo, abbiamo accresciuto il legame con un'eccellenza addestrativa come il 61° Stormo, abbiamo veicolato un'immagine di efficienza ed organizzazione. A chiunque abbia contribuito alla riuscita della manifestazione, sia esso cittadino-spettatore od operatore sul terreno, giunga il grazie dell'Amministrazione Comunale.

Nico Mauro

 
Di Redazione (del 01/02/2014 @ 21:52:27, in NohaBlog, linkato 3753 volte)

"Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone, apparso sul n. 1, anno VI, de "Il Foglio Lequilese" (mensile al quale Antonio collabora da circa un anno e mezzo). Si tratta di un ciclo di lezioni d'Economia impartite ai ragazzi di terza delle scuole medie di Lequile e di San Pietro in Lama.

Per quanto ovvio, il nostro professore (ormai senza virgolette) è disponibile a replicare questi incontri presso le scuole medie di Noha e/o di Galatina. Basta un fischio da parte degli interessati."

Pronto, direttore? Allora, quando potremmo fissare qui a scuola gli incontri con gli alunni della terza media?”.

E’ la prof. Graziella Mazzotta che mi chiama al telefono per stabilire - in maniera non perentoria ma lapidaria e granitica - le date delle lezioni propedeutiche alla visita guidata presso la mia filiale da parte dei ragazzi dell’ultimo anno dell’Istituto Comprensivo Statale di Lequile – San Pietro in Lama.

Sì: professoresse, preside e il resto del personale scolastico, ma anche chi scrive, danno per scontato il fatto che qui c’è ormai una bella tradizione da rispettare (che va vieppiù consolidandosi e strutturandosi), come quella dei meeting tra gli uomini della banca del territorio, il Banco di Napoli, del quale sono un indegno direttore, e la platea della gioventù studiosa lequilese.

Quest’anno poi (mi si conceda questa digressione di natura personale) il sottoscritto vi ha partecipato, oltre che con la sua solita nota motivazione, anche, diciamo così, con più titoli, avendo affrontato positivamente, precisamente il 18 luglio 2013, il famoso concorsone pubblico per docenti indetto dal Ministero (MIUR). Ebbene, dopo uno studio “matto e disperatissimo” di leopardiana memoria, nel corso del solleone dello scorso anno chi scrive ha superato anche lo scoglio dell’esame orale conclusivo insieme ad altri 21 concorrenti superstiti (all’inizio, prima della falcidia, ne eravamo 1500 circa nella sola Puglia) diventando ufficialmente – se così si può dire – professore di Economia (classe di concorso A017, Discipline Economico-Aziendali). Questa cosa m’è particolarmente gradita; e questo non tanto perché l’insegnamento è da sempre la mia passione o, se vogliamo, il mio hobby (il che è vero), ma soprattutto per il fatto che il miglior metodo per imparare le cose è insegnarle.

Ma lasciamo da parte i casi “particulari” della vita, ché le divagazioni potrebbero portarci fuori dal seminato, e ritorniamo al futuro di Lequile, cioè agli splendidi ragazzi delle terze classi delle medie convenuti in aula magna in ben tre incontri di un’ora e mezza cadauno, con l’assistenza delle ottime insegnanti (come si fa a non citare la prof. Rosa Chiara Serio, e poi ancora la prof. Cristina Aralla, e la prof. Adele Talesco, oltre alla prof-gancio già menzionata all’inizio di queste note?).

Le conversazioni dal tema “Le parole dell’Economia” hanno toccato tanti argomenti (oltre che un nuovo vocabolario) che vanno dai bisogni ai beni economici, dalla moneta al risparmio, dalla legge della domanda e dell’offerta al mercato, agli attori del sistema economico, alla teoria della banca, al concetto di benessere, di ricchezza, di Pil, di equilibrio. E poi ancora, per sommi capi ma non senza rigore, i concetti di interesse, investimento, prestito, azioni e obbligazioni, carte di credito, conti correnti, borsa valori…

C’è da rimaner sbalorditi per la curiosità, l’attenzione, la partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti di Lequile, e soprattutto per il loro contributo al dialogo o al dibattito in aula attraverso domande e risposte mai banali, anzi il più delle volte sagaci e mordaci. Congratulazioni a docenti e discenti di questa bellissima scuola.

Mi piacerebbe che al di là delle nozioni (o del nozionismo, che secondo me non guasta mai), ai ragazzi di Lequile rimanesse impresso il fatto che lo studio serve soprattutto a dare più o meno valore a persone ed accadimenti, ma anche a cogliere le differenze tra i pesi specifici delle cose. Vorrei che davvero il loro patrimonio fosse composto da alcuni concetti essenziali, come per esempio il fatto che l’essere sia più importante dell’avere, che la vita vissuta sta nel provare il bisogno (mentre il suo appagamento è la morte), che la vera forza non sta nella violenza (verbale o fisica) ma nell’accoglienza e nella comprensione dell’altro, che la scuola è il monumento, anzi il bene culturale più importante per una persona e per una comunità intera, che chi sa si diverte di più di chi non sa, che è giusto nutrire dei dubbi piuttosto che presumere di avere la certezza in tasca, che la felicità sta nel trovare un ostacolo o un muro (e nel provare ad abbatterlo o scavalcarlo), che il lemma lotta è voce del verbo amare.

Non mi rimane che augurare ad insegnanti ed a studenti lequilesi di sognare sempre l’impossibile. E di realizzarlo ogni giorno.

P.S. Ora resto in attesa della visita dei piccoli turisti di Lequile nella filiale della mia banca (che avverrà un giorno di questi).

E poi m’aspetto di leggere un resoconto redatto dai miei piccoli ospiti proprio su questi incontri ravvicinati del terzo tipo. Magari dalle stesse colonne di questo “Il Foglio lequilese”.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 03/10/2019 @ 21:51:53, in Fetta di Mellone, linkato 1477 volte)

Sapete cosa sono gli Open Days, promossi da questa o quell’azienda e strombazzati ai quattro venti da giornali, teleorba, siti internet, profili fb e altri house organ?

Si tratta di una specie di incontro fabbrica-famiglia (sulla falsariga dell’incontro scuola-famiglia) nel corso del quale alcune aziende - fossero queste perfino l’Ilva di Taranto, la centrale di Cerano o, dico a caso, la Colacem di Galatina - si tirano a lucido per far vedere a tutti quanto siano belle, pulite, ecosostenibili, ecocompatibili, ecologiche, e giacché pure economiche. Lo fanno per uno slancio di empatia, ma soprattutto per amore di verità, mica sono cose studiate a tavolino negli uffici marketing della ditta o nelle famose società di consulenza; nossignore: è tutto spontaneità, altruismo, fi-lan-tro-pi-a signora mia, e non, come dicono i soliti iconoclasti, strategia di greenwashing.  

 

Ora. Per non saper leggere e soprattutto scrivere, suppongo (e le mie supposte raramente sbagliano il bersaglio) che i maggiordomi aziendali, conducendovi in giro per la veneranda fabbrica con un bell’elmetto giallo da cantiere che fa tanto sicurezza, vi diranno che le loro non sono ciminiere, ma guglie, torri, obelischi artistici così alti e raffinati che al confronto il campanile di Giotto è un pugno nell’occhio allo skyline di Firenze; che da quello stabilimento fuoriesce tutto arrosto e niente fumo; che dai loro camini - quando non Chanel n° 5 - viene nebulizzato vapore acqueo alla menta piperita tanto raccomandato dagli otorinolaringoiatri; che addirittura, a seconda del vento che tira, ne risultano vaporizzati nell’aere circostante broncodilatatori, mucolitici ed espettoranti ad ampio respiro e senza l’onere del ticket sanitario; che il carbonile ammassato tutto intorno è quasi quasi più commestibile che combustibile; che non è giusto parlare di polveri sottili, ma di Borotalco Roberts gratis per l’igiene personale di donne e bambini; che i loro prati inglesi sono più verdi di quello del vicino e questo la dice lunga sulla vocazione green della società; che il cemento prodotto a km 0 è così Bio che potrebbe essere spolverizzato sulle orecchiette come i salutisti fanno con la curcuma; che se qualche ponte in cemento armato cade dopo meno di cinquant’anni dalla sua inaugurazione (mentre, per dire, gli antichi ponti romani, o il Colosseo stesso, sopravvivono dopo millenni) non è perché il prodotto sia il peggior materiale mai utilizzato nella storia dell’edilizia, ma perché sbagliano i muratori a non leggere le modalità d’uso riportate sui sacchetti di carta (rigorosamente riciclabile); che le cave (le tajate) estese per ettari di campagna ex-agricola e profonde decine di metri sono di fatto vere e proprie oasi naturali del WWF (soprattutto per i tordi); e che, infine, l’azienda adora Greta Thumberg, essendo da sempre contro il global warning o come cavolo si chiama.

Insomma “Cemento audere semper” se vogliamo una bella cornucopia di posti di lavoro, progresso e civiltà: altro che slogan stucchevoli tipo: “Se Colacem avesse il mare sarebbe una piccola Ilva”.

Dite che i report epidemiologici parlino di “zona rossa”, oncologia, registri dei tumori e mortalità? Ma signori, siamo seri: lo sanno perfino i lettori dei quotidiani locali che questa terra è diventata il tropico del cancro non per via degli altiforni, ma per colpa dello stile di vita, della nostra dieta (mediterranea), del fumo di sigaretta (fumate come le ciminiere, cacchio), ma soprattutto del traffico (quello stesso di Palermo al tempo di Johnny Stecchino).  

Io, nel mio piccolo, a dispetto del catastrofismo becero e inconcludente dei soliti “comitatini” antagonisti, e giacché pure anticapitalisti, che si permettono di fare convegni anziché su come nasce il cemento su come muore un territorio, vorrei avanzare una proposta seria: perché accanto ai benemeriti Open Days non promuoviamo anche degli altrettanti Open Eyes?

No, così, contro i venditori di fumo negli occhi.     

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 27/05/2016 @ 21:48:40, in Comunicato Stampa, linkato 2000 volte)

Di seguito pubblichiamo i due comunicati stampa:

Acquedotto Pugliese.

Si stanno effettuando interventi per il miglioramento del servizio nell'abitato di Galatina e Frazioni. I lavori riguardano l'inserzione di nuove opere acquedottistiche.

Per consentire l'esecuzione dei lavori, sarà necessario sospendere temporaneamente la normale erogazione idrica il giorno 30 maggio 2016. La sospensione avrà la durata di ore n. 9, a partire dalle ore 8:00 con ripristino alle ore 17:00.

 

Monteco.

Lunedì 30 maggio scioperano in tutta Italia, e per tutto il giorno, gli operatori dell’igiene ambientale delle aziende pubbliche e private. Data la conferma dello sciopero nazionale di categoria, Monteco S.r.l. segnala all'utenza tutta che potrebbero verificarsi dei problemi nel normale svolgimento dei Servizi di Igiene Urbana.

Verranno, in ogni caso, garantiti i servizi pubblici essenziali.

 
Di Redazione (del 08/05/2019 @ 21:46:44, in Comunicato Stampa, linkato 954 volte)

Frenetici preparativi in casa Salento Best Volley per l’importante evento che vedrà i ragazzi del Presidente Corrado Panico partecipare alle Finali Nazionali CRAI U.14 2019 in Lombardia, per la caccia al titolo tricolore.

Sarà Bormio, in alta Valtellina, a fregiarsi per il quarto anno consecutivo del titolo di capitale del volley giovanile ospitando, dal 14 al 19 maggio, le 28 squadre che si affronteranno nelle sei giornate di gara.

Le 68 partite in calendario che si disputeranno per assegnare lo scudetto U.14 maschile si articoleranno in fasi eliminatorie e finali, ripartite su cinque impianti messi a disposizione dal Comitato FIPAV della Lombardia che interesseranno oltre a Bormio, i comuni di Valfurva, Valdidentro e Valdisotto.

L’impegno preparatorio in sede S.B.V. per la logistica-organizzativa è al massimo, con il capo delegazione Zaira Gemma impegnata, a 360 gradi, a completare il gran lavoro di raccordo con i genitori

dei piccoli atleti, che più di ogni altri hanno necessità di maggiori attenzioni, durante i viaggi e il soggiorno.

Con la partecipazione a questo evento, ci apprestiamo a vivere un momento importante dell’attività giovanile della SBV OLIMPIA GALATINA, sottolinea il presidente Panico, giusto riconoscimento al nostro impegno e al lavoro svolto quotidianamente dai nostri allenatori. Quest’esperienza che ci vedrà

al confronto con i migliori atleti della categoria rappresenterà, al di là risultato che si conseguirà, un importante momento di crescita per atleti, tecnici e dirigenti.

E’ l’apice di una stagione sportiva che ci ha visto primeggiare finanche nella contribuzione di elementi, ben tre, nella rosa del Trofeo Meschini. L’apporto di Andrea Nava, Diego Perrone e di Lorenzo De Matteis, quest’ultimo investito del ruolo di capitano dallo staff tecnico, è stato determinante per la vittoria finale nel Torneo dei Territori, arricchendo la bacheca del Comitato Territoriale di Lecce del 29° Trofeo Meschini.

Ora la rappresentanza del grande Salento e della città di Galatina sbarca nel panorama nazionale pallavolistico con il nome di Salento Best Volley, guidata dal binomio Pendenza-De Matteis che sicuramente saprà far esprimere al meglio i propri giocatori.”

La lunga trasferta in treno fino a Milano e poi in autobus fino a Bormio nelle splendide vallate Valtellinesi inglobate nel parco nazionale dello Stelvio, sarà un’esperienza emotivamente e culturalmente interessante per i nostri ragazzi.

La comitiva giungerà nella serata del 13 maggio alloggiando in hotel a Bormio, da cui si trasferirà nel primo pomeriggio del 14 ad Isolaccia (8 Km.) con bus-navetta dell’organizzazione, per gareggiare nella palestra della scuola media alle ore 17.00 contro il Kione Padova, rappresentante la regione Veneto.

Un in “bocca al lupo” da tutti i tifosi ed appassionati di volley.

 

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

SBV OLIMPIA GALATINA

 
Di Antonio Mellone (del 26/11/2014 @ 21:46:34, in NohaBlog, linkato 3292 volte)

I nostri rappresentanti a palazzo Orsini vanno avanti come un treno senza badare a gufi o cuccuvasce o professoroni: hanno la necessità impellente di inaugurare roba nuova, roba forte.

Una delle ultime genialate dei palazzorsiniani di tutti i colori (sbiaditi) è il progetto di un bel parcheggione sotterraneo nei pressi di via Maria D’Enghien, ovviamente “per ridurre il traffico del centro antico”.

I signori  del palazzo di vetro appannato sembra non stiano più nella pelle. Già me li vedo tutti insieme appassionatamente emettere gridolini di piacere mentre chini a 90 gradi sullo schizzo steso sul tavolo dall’inebriante geometra comunale (che sarà appunto Grappa, esperto in loculi) ammirano l’architettura del novello underground parking.

E lasciare la macchina a casa? Incentivare l’utilizzo della bicicletta? O magari il più francescano dei mezzi di locomozione, cioè i piedi? Ovvero iniziare a ragionare (e qui c’è il rischio che parta un embolo per lo sforzo) di car-sharing? See, campa cavallo.

Qui l’unica cosa che riescono a fare con la bicicletta sono i convegni sulla “mobilità sostenibile” (e qualche bel comunicato stampa per osannarne le magnifiche sorti e progressive).

Ecco il raziocinio, la coerenza, il nesso di causalità: fai la circonvallazione interna, blocchi le strade ed obblighi pure gli automobilisti a percorrerla (anche per far vedere agli allocchi che quella nuova strada serva a qualcosa), pensi di incentivare con un convegno, anziché con l’esempio, l’uso della bicicletta in città e non vai anche a costruire un bel parcheggione sotterraneo nei pressi di via Maria D’Enghien?

Ma ovvio, sennò come fai a completare l’opera omnia colacementifera in nome e per conto delle “ricadute occupazionali” e del “volano dello sviluppo”?

Una logica ferrea, chapeau.
*

E’ che molti inquilini di palazzo Orsini, politici e burocrati, non sanno nemmeno che forma abbia il mezzo di locomozione “bi-ci-clet-ta”, non immaginano nemmeno che ci si possa salir sopra, e addirittura pedalare: pensano, invece, che l’aggeggio serva soltanto a farsi delle foto da pubblicare insieme ai comunicati-stampa, di cui fanno parte integrante.

Infatti, chi di voi ha mai visto un consigliere comunale raggiungere palazzo Orsini a bordo di questo misterioso mezzo di locomozione? Più facile, forse, sarebbe vedere un marziano, o, a proposito, degli asini volare.

Ma, di grazia, ce lo vedreste voi il sindaco Montagna a cavallo di una bicicletta? Domanda retorica: Mimino nostro sarebbe capace di cadere anche da un triciclo.

*

P.S. Noi di Noha, oltre alle imposte, vorremmo dare il nostro contributo concreto al nuovo parcheggio sotterraneo di Galatina. Come tanti novelli rotariani vorremmo offrire per solidarietà agli amici del capoluogo un bell’ascensore nuovo di zecca, mai utilizzato prima (per mancanza di Enel sufficiente): pensate, signore e signori, è ancora incellofanato. E’ l’ascensore della vecchia scuola elementare di Noha, tanto a noi non serve, e non per il fatto che per certe cose anche noi usiamo i piedi, ma perché non si è mai potuto muovere nonostante abbiamo provato a toccare diversi tasti.

Qui alla parola “ascensore” si potrebbe tranquillamente sostituire la parola “assessore”.  

Antonio Mellone

 

Ho appreso dalla stampa locale della richiesta di dimissioni che il consigliere Spoti avrebbe formulato nei miei confronti per la mancata presenza, a suo dire, di progetti galatinesi tra quelli finanziati o finanziabili dalla Regione. Non posso che constatare, quanto al bando dell’edilizia scolastica, che già quando venne pubblicata la prima graduatoria l’opposizione denunciò il mancato finanziamento salvo poi ritrovarsi, poche ore dopo, a contare ben 11 progetti presentati da questa amministrazione tra quelli ammissibili.

Ecco, la storia si ripete, ma nelle stesse ore in cui il consigliere Spoti preparava il suo comunicato stampa per chiedere le mie dimissioni, la Regione protocollava al comune di Galatina la conferma dell’ammissione a finanziamento per gli interventi a valere sull’azione 10.8, Piano Triennale di Edilizia Scolastica, POR Puglia 2014-2020, Asse X. Ed in particolare tale ammissione a finanziamento riguardava:

-             € 1.413.000,00 destinati alla scuola secondaria di primo grado di via Corigliano, polo 2 e del polo 3;

-             € 650.186,35 destinati alla scuola dell’infanzia di via Orazio a Collemeto, polo 1;

-             € 940.500,64 destinati alla scuola primaria di via Arno, polo 2;

-             € 1.136.248,60 destinati alle scuole dell’infanzia e primaria di via Spoleto, polo 3.

Un totale di circa € 4.140.000,00 per istituti scolastici di competenza comunale ai quali vanno ad aggiungersi € 122.000,00 destinati all’istituto superiore Laporta-Falcone-Borsellino di competenza provinciale, oltre € 891.000,00 già assegnati per la realizzazione di una palestra nel plesso di Collemeto.  In tutto, più di € 5.160.000,00 destinati alla messa in sicurezza delle scuole di Galatina. Parlano i fatti rispetto alle considerazioni politiche sul mio operato.  Continuerò il mio impegno per questa Città almeno fino a quando risultati come questo e la fiducia del Sindaco mi permetteranno di farlo.

Loredana Tundo

Assessore ai Lavori Pubblici

 
Di Redazione (del 13/02/2023 @ 21:45:55, in NohaBlog, linkato 301 volte)

La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara, per una capacità di trattamento di 90.000 tonnel­late / anno, conferma la tendenza in atto a trasformare il compren­sorio di Galatina in uno snodo di raccolta e smistamento di rifiuti speciali al servizio non solo della Provincia di Lecce ma di vasti territori regionali ed extra-regionali.

Appare significativa in tal senso la dichiarazione d'intenti con­tenuta nel progetto Entosal per cui "L'impianto per la sua po­sizione geografica, può concretamente fungere da centro di rife­rimento per le attività di raccolta recupero e trasporto di parti­colari tipologie di rifiuti speciali (soprattutto pericolosi, prodotti nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia. Il gestore punta a riferirsi ad un mercato più ampio di quello locale, avendo ac­cesso anche a clienti nazionali grazie alla specificità dei rifiuti trattati.”

Beninteso il termine specificità” dei rifiuti trattati non esprime la eterogeneità e la nocività dei rifiuti stessi; un elenco di circa 400 variegate tipologie, che comprende quanto di più inquinante e pericoloso provenga dalle lavorazioni industriali; non stupisce quindi che vi siano in Italia diversi produttore lieti di liberarsi di tali sostanze, che costituiscono però una vera bomba ecologica per le comunità locali. L'elenco dei codici CER (Codice Europeo dei Rifiuti) spazia dai residui dalle lavorazioni siderurgiche agli scarti animali, dai fanghi di vario tipo a bagni con cromo e in­chiostri dai residui delle concerie ai reflui petroliferi, dai rifiuti della lavorazione dell'amianto ai residui di pitture e vernici. Al­cuni di questi scarti hanno una composizione talmente problematica da poter essere definiti rifiuti di rifiuti", avendo un Codice CER indicato come "scarti inutilizzabili per il consumo o la tra­sformazione".

Un aspetto della proposta che inquieta fortemente è la presenza in gran parte delle operazioni previste di trattamenti di frantu­mazione" e di "miscelazione che potrebbero determinare, se non correttamente gestiti e controllati da enti terzi, la perdita delle caratteristiche nei rifiuti in ingresso, con possibili difficoltà suc­cessive a garantire la tracciabilità dei singoli rifiuti ed a evitare la miscelazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, come previ­sto dalla legge. La proposta, prima ancora di entrare nel mento dei contenuti, appare in contrasto  non solo per il progetto in sé, ma anche per il contesto politico-amministrativo in cui si pone con alcuni fon­damentali indirizzi comunitari, contenuti nella Direttiva 2008.98.CE e successive modifiche e recepite nella normativa nazionale (D.Lgs. 152'06):

  1. Rete integrata: le istituzioni locali devono creare una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali al servizio di ogni singolo bacino:
  2. Principio di autosufficienza: occorre perseguire l'autosuf­ficienza nello smaltimento dei rifiuti tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per ogni ca­tegoria di rifiuti.
  3. Principio di prossimità: la rete deve permettere il trattamen­to di ognuna delle categorie di rifiuti in uno degli impianti appro­priati più vicini grazie all'utilizzazione dei metodi e delle tecno­logie più idonei al fine dr garantire un elevato livello di prote­zione dell'ambiente e della salute pubblica.

Nel progetto in esame non si intravede né dove sia "l'integra­zione" tra i vari impianti in esercizio o previsti, né quali strategie siano adottate dagli enti locali per rispettare il principio di auto­sufficienza e minimizzare i trasferimenti.

 

Di fatto nella realtà questi principi vengono troppo spesso ignorati grazie ad una programmazione a maglie larghe della Regione, e alla totale inosservanza da parte della Provincia di Lecce degli obblighi di corretta localizzazione e di controllo degli impianti (art. 197 D. Lgs. 152/2006), ogni procedimento autoriz zativo considera ogni proposta come a sé stante, senza una ottimizzazione del sistema di raccolta ed una minimizzazione degli spostamenti cui è soggetto ciascun carico di rifiuti. Ciò indubbia­mente agevola i produttori ed i gestori, grazie ad una sostanziale deregolamentazione, che amplia discrezionalmente i limiti di mercato e facilità i traffici di rifiuti da e verso altre regioni o altri stati, imponendo però alle popolazioni locali pesanti e spesso inaccettabili ricadute ambientali, come nel nostro caso. Intanto prolificano nel comprensorio di Galatina gli impianti di tratta­mento di rifiuti speciali anche pericolosi, oltre alla Entosal, sono già autorizzati o in via di autorizzazione le società Ecom S.A.", "Sa­lento Riciclo" e "Ambiente e Riciclo" di Gelatina; "Cave Marra Ecologia di Galatone (con 2 sedi sulla S.P. Galatone-Galatina e nella zona industriale di Galatone-Nardò), Progest" di Galatone (Zona Ind.) e la stazione di trasferenza dei rifiuti organici "Bian­co nella stessa zona industriale, oltre alla ben nota Colacem di Galatina /Soleto, che da sola è autorizzata a trattare fino a 400.000 tonnellate anno di rifiuti speciali.

 

L'atteggiamento benevolo della Regione nei confronti dei vari gestori è particolarmente evidente esaminando le variazioni in­tervenute nella stesura dell'ultimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali, approvato con Delibera Giunta Regionale n. 673 del 11.05.2022. Nella precedente versione del 2015 (appro­vato con Deliberazione Giunta Regionale n. 1023 del 19.05.2015) erano imposte delle distanze minime di sicurezza per la popola­zione insediata nell'area e per alcuni siti sensibili come scuole e strutture sanitarie, da definire in fase di autorizzazione previo stu­dio di approfondimento delle condizioni climatologiche locali (venti dominanti. altezza dei camini, tipo di emissione ecc.)

Nella versione attuale del Piano tali vincoli incredibilmente scompaiono, cosi come l'obbligo del relativo studio propedeuti­co. Perché un'area sia considerata inidonea occorre che sia og­getto di un esplicito vincolo ai sensi del Piano Regionale di Qua­lità dell'Aria (Legge Regionale n. 52 2019). In assenza di tale vincolo, gli insediamenti possono essere localizzati anche in pros­simità di centri abitati, con poche blande prescrizioni sull'inqui­namento acustico.

Un altro aspetto inquietante su cui meditare è costituito da una strategia che si sta diffondendo in questi anni nelle amministra­zioni pubbliche, pressate da un lato dai gestori, desiderosi di dare avvio alle attività, e dall'altro lato dalle associazioni e comunità locali preoccupate per gli effetti ambientali: la finta opposizione.

In pratica la Provincia o il Comune di turno emettono il diniego all’autorizzazione alla conclusione del procedimento autorizzativo ma senza poi motivarlo con solide argomentazioni scienti­fiche. In tal senso fa scuola e merita di essere riportata per stral­cio la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune di Gelatina, che chiedeva la conferma del diniego stabilito dalla Provincia di Lecce e annullato dal Tar ad uno degli impianti prima citati poi effettivamente realizzato anche sulla ba­se di questa sentenza: 'Il Consiglio Comunale di Galatina si è li­mitato a richiamare l'esistenza di un ambito paesaggistico tute­lato ma non ha saputo o potuto indicare quali specifiche caratteristiche dell’intervento in progetto arrechino pregiudizio al con­testo tutelato".

Per quanto concerne poi gli impatti cumulativi (aspetto essen­ziale collocandosi l'insediamento in un contesto in cui operano altre strutture simili), il Tar aveva notato "la genericità delle obie­zioni del Comune nelle quali non è contenuta nessuna valutazione tecnico-scientifica quanto al consumo di territorio, non si citano infatti le superfici già interessate dagli impianti in esame, nonché la vicinanza dell'impianto dal più vicino centro urbanizzato, e le ripercussioni negative che la sua realizzazione determinerebbe sulla collettività - (Gazzetta del Mezzogiorno. 22.06.2020).

Ma questo atteggiamento dell'Amministrazione Comunale non è isolato, se anche la nuova compagine oggi al governo cittadino ha fatto notare la sua assenza alla Conferenza di Servizi convo­cata sull'argomento. Grave segnale di indifferenza nei confronti della salute collettiva e dei beni comuni.

Né stupisce, se questo è l'andazzo nei procedimenti ammini­strativi nella nostra realtà, che nel Rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente, la Puglia occupi il 3° posto in Italia per reati am­bientali e che nella stessa classifica la provincia di Lecce si ponga al decimo posto, mentre nella classifica dei reati legati al ciclo dei rifiuti la Puglia occupi il 4° posto in Italia, mentre la provincia di Lecce sia al 18° posto.

La criminalità odierna non è quella di un tempo, che agiva a suon di lupara ed estorsioni, ma si è evoluta ed ha infiltrati nelle nostre istituzioni nutrendosi di assenze e silenzi, istruttorie ca­renti, di autorizzazioni a maglie larghe e di controlli inadeguati. come è stato denunciato più volte dalla nostra magistratura.

Antonio De Giorgi

 fonte: Il Galatino - Anno LVI n°3 del 10-02-2023

 

Cari bambini,

la scuola è il luogo in cui imparate a leggere e a scrivere ma anche a sorridere, a piangere, a giocare e a non stancarvi mai di essere curiosi.

Cari ragazzi,

per voi la scuola è pura formazione per un domani forse poco nitido ma che vi potrà consentire di fare ciò che veramente amate. Non accontentatevi mai, sappiate superare gli ostacoli con lo studio e la maturità che acquisirete anno dopo anno.

Cari maestri, cari professori,

definire il vostro come un lavoro sarebbe poco corretto. Avete tra le mani bambini e ragazzi come fossero creta da modellare, ognuno in base alle proprie aspirazioni, al carattere, ai punti di forza e debolezza, nello stesso tempo. Ricordate che sarete punto di riferimento per ciascuno di loro, sia come educatori in grado di ascoltare, sia come maestri pronti a donare il proprio sapere.

Cari dirigenti,

è facile comprendere come abbiate a cuore la scuola come fosse la vostra casa, una grande famiglia da coccolare, in cui organizzare al meglio il lavoro affinché tutto proceda per il meglio, avendo un unico obiettivo: la formazione e la soddisfazione dei vostri studenti. Continuate a dimostrare cura e attenzione per ognuno di loro e per i vostri docenti e a proiettare all’esterno in maniera completa la visione della vostra realtà scolastica.

L’impegno dell’Amministrazione Comunale tutta sarà quello di preservare la crescita degli studenti, mettendo a disposizione ciò che di autentico, innovativo e reale possiamo offrire perché la scuola è alla base di ogni società civile moderna e futura.

L’augurio più sincero per un anno scolastico vivo, mai stanco, capace di rinnovarsi giorno dopo giorno e, quindi, carico di entusiasmo e soddisfazioni. Crediamo fortemente nella scuola perché possa formare i bambini e i ragazzi di Galatina, Collemeto, Noha e Santa Barbara come donne e uomini in grado di camminare nel mondo di domani sicuri del loro sapere e consci del proprio essere.

L’Assessore alla Pubblica Istruzione Cristina Dettù

Il Sindaco Marcello Amante

 
Di Redazione (del 21/02/2019 @ 21:43:23, in Comunicato Stampa, linkato 772 volte)

La Showy Boys Galatina supera i quarti di finale e accede alla final four provinciale under 18. Con una prova maiuscola, i bianco-verdi di mister Nuzzo battono i Falchi Ugento Beach per 3-0 e con questa vittoria non solo potranno prendere parte alla final four per l’assegnazione del titolo provinciale ma hanno già acquisito il diritto a partecipare alla fase regionale.

Un successo voluto e strappato alla squadra ugentina con un’ottima prestazione di tutto il collettivo galatinese trascinato da un calorosissimo tifo. Se pur priva di due pedine importanti come il palleggiatore Carachino, sostituito da Corvino (convincente la sua prova sia sotto l’aspetto tattico che caratteriale), e lo schiacciatore di banda Parlati, al suo posto Petracca, anche lui in ottima forma, la Showy Boys è scesa in campo con una determinazione e una cattiveria agonistica che non hanno lasciato scampo agli avversari come si evince dai parziali di 25-11, 25-12 e 25-13.

Ottimo il servizio, che ha permesso di scrivere sul tabellino numerosi punti diretti, così come il muro con i centrali Urso e Spedicato sugli scudi. Il libero Rizzello ha dato sicurezza nei suoi fondamentali e la ricezione poi ha consentito una buona distribuzione di gioco e permesso agli attaccanti Martina e Donno di colpire in fase di attacco.

Al fischio finale giusto il tempo di festeggiare con i propri tifosi e poi un veloce cambio di maglia e per i giovani allievi della scuola Volley Showy Boys subito una seduta di allenamento da affrontare visti i pochi giorni a disposizione prima di disputare la final four provinciale.

“In questa gara dei quarti di finale, i ragazzi si sono distinti sia come approccio alla gara, sin dal suo avvio, che sotto l’aspetto tecnico-tattico – spiegano a fine gara i dirigenti bianco-verdi – in queste settimane non è stato possibile allenarsi con il gruppo al completo viste le indisponibilità, ma i ragazzi hanno stretto i denti e sono arrivati al match molto determinati. Conquistata l’opportunità di partecipare alla final four, la squadra ora dovrà cercare di giocare al massimo delle sue potenzialità per divertirsi, prima di tutto, e per essere ripagata per l’impegno ed i sacrifici fatti sino ad ora”.

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Showy Boys Galatina – Falchi Ugento Beach 3-0 (25-11, 25-12, 25-13)

Durata: 54 minuti (16’, 18’, 20’)

Showy Boys Galatina: 2 Martina, 3 Petracca, 6 Spedicato, 7 Donno, 12 De Pascalis, 13 Schiattino, 14 Corvino, 22 Salvio, 32 Urso, 99 Stifani (L1), 18 Rizzello (L2). All.: Nuzzo

Falchi Ugento Beach: 4 Nocera, 5 Pisanello, 9 Siclì, 10 Muia, 11 Pirelli, 15 De Donno, 17 Fortunato, 22 Palma, 27 Scarcia, 81 Santantonio. All.: Cerfeda

Arbitro: Cavalera

www.showyboys.com

 

Inizia con il piede giusto la nuova stagione tennistica per il C.T. Galatina. La squadra della Coppa Invernale, infatti, battendo i tennisti del C.T. Bellaria di Lecce, ha vinto il girone provinciale, garantendosi l'accesso alle fasi regionali.

Una vittoria netta, quella del C.T. Galatina, che ha travolto il Bellaria, fino a quel momento imbattuto.

Particolarmente rilevanti ed importanti per la vittoria, le partite del Capitano Saverio Mengoli su Alberto Della Gatta e di Luigi Candido su Nicola Parlangeli. Anche gli altri componenti della squadra, Marco Ottaviano, Antonio Di Prizio, Francesco Està ed i giovanissimi under 12 Federico Mengoli e Antonio Montinaro si sono fatti valere nel corso del torneo.

La fase Regionale, ad eliminazione diretta, avrà inizio il 16 Novembre e vedrà impegnato il C.T. Galatina nella trasferta di Tuglie, contro l' “A.d.s. Tennis Club Degli Ulivi”.

Il 1° Ottobre è iniziata la scuola tennis diretta dai Maestri federali Francesco Està e Carlotta Stasi che si concluderà il 30 giugno 2015.

”Sono molto felice per il nostro primo successo stagionale. Spero che il superamento della fase provinciale possa essere il volano per delle vittorie sempre più belle e sempre più importanti per i ragazzi del nostro circolo. Oltre a questa squadra, abbiamo formato due squadre per la D1, una delle quali punta alla serie C e tante altre squadre di Under e Over. Senza dimenticare la nostra punta di diamante, la serie B.”

Galatina, 07 novembre 2014

Giovanni Stasi

Presidente del “C.T. Galatina”
 

Il 21 e 22 novembre la Biblioteca Giona, Presìdio del Libro Noha-Galatina e l'Istituto Comprensivo Polo 2 Galatina realizzano la manifestazione "Nessun parli, musica e arte oltre la parola". L'iniziativa valida in campo nazionale prevede l'apertura della scuola e della biblioteca alla realizzazione di attività laboratoriali "multiformi" tra cui quella della lettura animata e della scrittura creativa tratta dal testo  "Novecento" di Baricco a cura dei docenti  e della lettura teatrale curata dell'esperto Michele Bovino con il suo laboratorio "Disabitare la marginalità".

I laboratori previsti saranno aperti anche ai genitori nelle ore pomeridiane. Tutto il percorso che si snoda attraverso le due giornate appositamente dedicate, si concluderà presso l'Oratorio  Madonna delle Grazie con performance finale e mostra e la partecipazione straordinaria del M° Raffaele Casarano.

Referente Presidio del Libro - Biblioteca Giona - Noha/Galatina

Dott.ssa Eleonora LONGO

 
Di Redazione (del 12/06/2017 @ 21:41:48, in Comunicato Stampa, linkato 1270 volte)

L'Istituto Comprensivo Polo 1 di Galatina, in collaborazione con la Showy Boys A.S.D., ha organizzato Sabato 10 giugno il Torneo di fine anno scolastico. Il palazzetto dello sport "Fernando Panico" è stato gremito da tantissimi alunni della scuola secondaria che per l'intera mattinata hanno gareggiato nelle partite inserite in calendario.

A contendersi il titolo di campione le seconde classi delle sezioni A, B, C, D, E, F e G. La manifestazione si è svolta in un clima di festa e divertimento con gli studenti in divisa bianca e azzurra a giocare e tifare per la propria classe e con il coordinamento delle insegnanti referenti per il progetto, Antonella Campa e Maria Grazia Giovinazzo, e lo staff tecnico e dirigenziale della Showy Boys Galatina.

L'iniziativa rientra nel più ampio progetto di avviamento alla pallavolo, nato dalla sinergia con l'istituto comprensivo Polo 1 e la dirigente Anna Antonica, volto ad ampliare l’offerta formativa in materia di attività motorie e insegnamento della disciplina sportiva. Una stretta collaborazione che nel corso dell'anno scolastico ha visto, come spiega Orazio Codazzo, coach della società galatinese e responsabile del progetto, "un calendario di lezioni per la presentazione delle tecniche dei fondamentali della pallavolo oltre che didattica in aula, attività in palestra con metodiche di potenziamento organico muscolare, mobilità articolare e coordinazione psicomotoria".

Fondamentale è stato il contributo degli insegnanti che hanno collaborato negli incontri organizzati nel corso dell'attività curriculare e che si sono conclusi con la partecipazione al torneo di fine corso.

"Le attività proposte - spiega il coordinatore tecnico della Showy Boys ed ex Nazionale Gianluca Nuzzo - sono state introdotte nel progetto scolastico in maniera graduale, come livello di difficoltà e grado di impegno, garantendo il giusto supporto a un corretto sviluppo fisico, psicologico e sociale dei ragazzi. L'attività svolta in palestra nel corso di questi mesi è risultato per i ragazzi un valido strumento di socializzazione, collaborazione, spirito di squadra e sacrificio".

Soddisfazione da parte degli organizzatori per l'ottima riuscita della manifestazione. "Il torneo è stato l'atto conclusivo di un progetto sportivo-educativo portato avanti dalla Showy Boys e dal nostro istituto - dichiarano i docenti referenti del Polo 1 - un grazie alla società galatinese, al tecnico Orazio Codazzo, che ha svolto un lavoro eccellente e preziosissimo, e ai gestori del palazzetto dello sport per averci messo a disposizione la struttura".

Al termine del torneo, dopo la finale tra le classi 2C e 2F e vinta da quest'ultima, si è svolta la premiazione con la consegna a tutti gli studenti di un attestato di partecipazione.

Di seguito il tabellone dei risultati:

2G - 2D 2-0 (15-10, 15-5)

2E - 2C 0-2 (10-15, 10-15)

2A - 2B 2-1 (15-9, 11-15, 15-14)

2F - 2B 2-0 (15-10, 15-13)

Semifinali

2G - 2C 1-2 (15-14, 9-15, 11-15)

2A - 2F 0-2 (7-15, 10-15)

Finale

2C - 2F 1-2 (15-14, 13-15, 6-15)

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 12/11/2014 @ 21:41:02, in Ex edificio scolastico, linkato 3267 volte)

Abbiamo già appurato quanto l’assessore Coccioli e quasi tutti gli inquilini dell’ovile Orsini (con rispetto parlando) siano interessati alle sorti del bene comune - in particolare della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata con appena 1.300.000 euro di debito pubblico, ma carente di un allaccio Enel per la fornitura dei 50 kw necessari e sufficienti per far funzionare, nell’ordine, l’impianto di climatizzazione, il fotovoltaico istallato sul tetto e il primo ascensore (che, come noto, non si scorda mai).

Come già dimostrato nelle precedenti stazioni di codesta Via Crucis, il presunto assessore ai lavori pubblici di Galatina sembra essersela svignata (tipico esempio di cervello in fuga) dopo aver proclamato con tanto di comunicato stampa su questo sito che la cabina elettrica necessaria per risolvere i problemi creati non si sa da chi stava per essere costruita in men che non si dica, manco il tempo di sbandierarlo ai quattro venti, vale a dire: “tra giugno e settembre 2014”. E comunque il Tizio non s’è più fatto vivo per renderci edotti sullo stato dell’arte (chiamiamola così) di questa roba che ormai sembra materia per un novello “The Truman Show”. 

Come detto, il personaggio de Coccioli non è il solo a fare lo gnorri su codesta vexata quaestio: al suo capezzale sono accorsi, probabilmente a loro insaputa, moltissimi altri suoi compagni di merendine, di maggioranza e/o di opposizione: le cosiddette larghe intese (o larghe spese). 

L’“opposizione nostrana” (le virgolette son d’obbligo), che notoriamente è di bocca buona, manda giù di tutto, e non c’è pericolo alcuno che venga colta da nausea o vomito e tantomeno da quella punta di acidità allo stomaco che contraddistinguerebbe un cittadino normale da un’ameba. Ma tant’è.

Addirittura i cosiddetti consiglieri di minoranza sembra non si interessino punto di codeste inezie, quanto invece del più grande problema della nostra terra, la piaga che ci diffama agli occhi del mondo (“lei ha già capito, è inutile che io jelo dica, mi veggogno a dillo” – direbbe in siciliano stretto Paolo Bonacelli, il presunto zio di Johnny Stecchino); vale a dire del tormento che ci impedisce di vivere, dell’assillo che ci fa nemici, dell’inquietudine folle e tutta galatinese che mette famiglia contro famiglia. In buona sostanza: il traffico. Che ovviamente maggioranza e minoranza delle larghe pretese (il cosiddetto “patto del Lazzarone”) vogliono risolvere, tra gli altri, con un bel parcheggione sotterraneo nelle immediate adiacenze del centro storico (tanto quanto a circonvallazioni interne, hanno già dato).

Ma di questo parleremo la prossima volta.

Per ora ci interessa rintracciare il noto ministro senza portafoglio dei lavori pubblici galatinesi. Per questo non sappiamo se rivolgerci a “Chi l’ha visto?” o a chi l’ha morto.

Antonio Mellone
 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 13/10/2013 @ 21:40:10, in Cultura, linkato 3438 volte)

Nel 1973, esattamente 40 anni fa, veniva alla luce il volumetto “Storia di Noha” edito da “Grafiche  C.Borgia” di Casarano. E’ opportuno ricordare quell’evento, anche per verificare il cammino che si è fatto e non spegnere l’entusiasmo che aveva creato.

Ero da poco rientrato in Italia, dopo 5 anni di Missione in Canada, e per motivi di salute mi fermai a Noha oltre il previsto. Fu così che, tanto per passarmi il tempo, cominciai a curiosare nell'archivio parrocchiale di Noha. Trovai un libretto di una cinquantina di paginette intitolato: “L'Università e il Feudo di Noha - Documenti e Note” scritto da un certo prof. Gianferrante Tanzi, ed edito nel 1906 da Tipografia Cooperativa a Lecce. Questo scritto prezioso, essendo ovviamente fuori catalogo, non è facilmente reperibile.

Le mie ricerche su Noha partirono proprio da lì. Mi resi conto, leggiucchiando il libriccino del Tanzi, che Noha aveva avuto una storia molto antica e molto ricca di notizie, anche se quello che leggevo in quel libercolo a volte era vago e impreciso. Mi venne voglia perciò di fare ricerche più accurate.

Mi misi a intervistare testimoni qualificati e informati su alcune notizie e tradizioni di Noha. Cominciai a consultare anche altri documenti di storia locale, arrivai all'archivio vescovile di Nardò, di cui ab immemorabili Noha aveva fatto parte, consultai l'archivio di Stato di Lecce e la biblioteca comunale di Galatina. Negli spostamenti sovente mi guidava don Donato Mellone, in quel tempo Arciprete di Noha, a cui devo tanta gratitudine sia per la sua grande disponibilità ad accompagnarmi e sia per avermi permesso di consultare l'archivio della Parrocchia.

Dopo circa un anno di ricerche (1972-1973), per la prima volta davo alle stampe la prima edizione. Di Noha e della sua storia nessuno conosceva le antichità, nessuno ne parlava, nessuno sapeva, neanche a livello di istituzioni o di cosiddetta gente di cultura.

Il libro di appena 90 pagine fu stampato a Casarano dall’editrice Borgia; mi sovvenzionò la stampa un'amica dei Missionari della Consolata che avevo conosciuto durante la mia permanenza a Salve, un comune vicino Santa Maria di Leuca. Furono stampate 300 copie, arricchite da una mappa del paese che avevo fatto io stesso in maniera molto artigianale, senza essere né un tecnico né un geometra, tracciandone il disegno delle strade che percorrevo con la mia Bianchina. Anche le foto le avevo fatte io stesso in bianco e nero. Il volumetto fu messo in vendita a 1.000 Lire la copia e andò letteralmente a ruba, soprattutto perché l'avevo arricchito con una raccolta di proverbi dialettali e di alcune mie poesie in dialetto che suscitarono (finalmente) la curiosità dei nohani. Quell’edizione si esaurì in men che non si dica.

Pubblicato e venduto quel libro, le mie ricerche non finirono più. Per me era naturale continuare ad approfondire le ricerche su Noha (che, voglio dirlo con determinazione anche ai giovani, danno sempre grandi soddisfazioni).

Dopo 15 anni, scoperti nuovi documenti, nel 1989 chiesi al Sindaco di Galatina, che in quel tempo era l’On. Beniamino De Maria, se valeva la spesa stampare i miei aggiornamenti. Fu così che l’Amministrazione Comunale si prese cura del mio scritto, approvò e sovvenzionò completamente la stampa della nuova opera con 4 milioni di Lire. L’Editrice Salentina di Galatina stampò così la seconda edizione della mia “Storia” in mille copie, questa volta arricchita dalle foto in bianco nero dello studio fotografico Mirelfoto- Pignatelli di Noha, oltre che quelle del mio archivio.

Feci la “presentazione” della nuova edizione alla scuola media di Noha dove fu adottata come testo di cultura locale: l’edizione era più ampia della prima per i contenuti ma anche più elegante nella forma.

Intanto io continuavo le mie ricerche (le notizie sono come le ciliegie: una tira l’altra) e scoprivo altre notizie sempre molto interessanti. Trovai per esempio una relazione sullo stato della parrocchia da parte di Don Michele Alessandrelli, arciprete di Noha dal 1847 al 1882, che, in occasione della visita pastorale del Vescovo di Nardò, aveva compilato con molta precisione di particolari preziosissimi. Trovai anche una relazione ricchissima di informazioni del “primo” Vescovo di Nardò che ritenevo molto interessante.

Inoltre analizzando meglio tutti i documenti dell'archivio parrocchiale, che lessi e trascrissi in “file digitali” per scoprire i miei antenati (ho potuto costruire cos’ il mio albero genealogico fino al 1500), trovai notizie abbondanti sulla situazione sociale, religiosa, economica e politica della gente di Noha. Erano tutte notizie preziose che meritavano di essere pubblicate.

Erano passati trent’anni dalla prima edizione. La seconda edizione era ormai esaurita. Valeva la pena far conoscere al pubblico le notizie di cui ero venuto a conoscenza. Cercavo il modo di stampare una terza edizione, ma come tutti sanno, la difficoltà principale in questo settore dell’editoria locale era proprio quella di reperire i fondi, o comunque trovare un mecenate che si prendesse cura della cosa.

La mia destinazione a Galatina nel 2003 in qualità di parroco della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria e l’incontro con il Dott. Antonio Mellone fu provvidenziale. Fu Antonio che venne a cercarmi in parrocchia per propormi di stampare i miei aggiornamenti con una nuova edizione elegante, bella, ricca, di lusso, direi anche spettacolare e impensabile e degna di stare nelle migliori biblioteche nazionali ed estere (come di fatto mi risulta essere) e nacque così il volume Noha, Storia, Arte, Leggenda. Grazie all’editore-mecenate, il compianto Michele Tarantino, l’edizione venne alla luce nel 2006. In quella occasione Michele ebbe a scrivere: “Questo libro è a tutti gli effetti un bene culturale, un dono, un regalo che ho voluto fare innanzitutto a me, ma anche a mia moglie, legata, come me, alla terra dei nostri genitori; e - consapevole del fatto che i buoni frutti nascono da alberi che hanno coscienza delle loro radici - ai miei figli, nati e cresciuti nell’Italia del Nord, affinchè conoscendo la Storia di quello sperduto paese di provincia che risponde al nome di Noha, imparino sempre più ad amare e a rispettare le loro stesse origini; ai miei conterranei salentini ed ai miei amici sparsi in ogni parte d’Italia, e a tutti quanti si degnino di leggere e consultare questo volume, perché, benché a volte mute, anche le piccole realtà locali possono essere importanti testimoni della Storia”.

Grazie Michele Tarantino per questo messaggio così caldo e sentito! Oggi anche tu sei una pagina bella della Storia di Noha.

Ma le mie ricerche sono sempre continuate (secondo quel saggio proverbio nohano secondo il quale: fino alla bara sempre s’impara). Oggi a 40 anni da quella prima edizione posseggo notizie e scoperte che quarant’anni fa erano impensabili e sconosciute a tutti. Tante sono state rese pubbliche sul nostro giornalino on-line l’“Osservatore Nohano” di felice memoria.

Ma a questo punto sarebbe opportuna una pubblicazione nuova “ordinata e completa” di come avevo immaginato che fosse la storia del mio paese, quando, esattamente quarant’anni fa, resi pubblica la mia prima edizione della “Storia di Noha”.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Redazione (del 11/07/2016 @ 21:39:13, in Istituto Comprensivo Polo 2, linkato 2815 volte)

Il 14 maggio 2016 un gruppo di ragazzi della terza B scuola secondaria primo grado Noha

Ha ricevuto il 2° premio 250€, per un progetto studio bandito dalla Banca di Credito Cooperativo di Leverano. Titolo “Alla ricerca della perduta gioia”

Hanno lavorato sodo, da soli, senza aiuto alcuno da parte degli insegnanti

Ora potevano spendere quei soldi per se stessi, acquistare materiale didattico per la scuola o per chissà quali altri motivi. Invece, nella semplice gioia di vivere e di con-dividere hanno pensato bene di destinare la somma all’associazione guidata da Fra’ Ettore Marangi, frate francescano che opera in Kenia da alcuni anni

Con Fra’ Ettore la terza B di Noha ha stretto un gemellaggio per aiutare i loro coetanei ad andare a scuola

Non si è trattato di pura e semplice beneficenza, niente affatto! Ciò che li ha spinti a lavorare, oggi come ieri, è stata la GIOIA di rendersi utili a qualcuno, di farsi prossimo agli altri senza chiedere nulla in cambio, con la sola consapevolezza che la vita è un bene prezioso e che un sorriso ripaga il peso di qualsiasi fatica

Ed io, la loro semplice e modesta insegnante, sono fiera di loro, delle loro fatiche e del loro gran cuore

Ritamaria Colazzo

 
Di Antonio Mellone (del 25/02/2014 @ 21:39:06, in Ex edificio scolastico, linkato 3017 volte)

Meno male che almeno qualche politico risponde alle lettere che pubblichiamo su questo sito. Peccato però che nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta dei destinatari delle missive, anche se non disperiamo che prima o poi qualche anima pia con responsabilità di governo da noi interpellata con tanto di nome e cognome si faccia viva in qualche modo anche su questo sito. Non fosse altro che per bon ton istituzionale, o semplice, diciamo così, buona creanza.

Stavolta – ma invero non è la prima - ha dato qualche segnale di vita il consigliere comunale Carlo Gervasi della cosiddetta opposizione. Il quale dopo aver scritto a mo’ di commento in calce alla nostra lettera di qualche giorno fa quanto segue: “Credo che ci sia poco da chiedere all'assessore Coccioli perché il giorno della inaugurazione farsa ad Antonio Mellone spiegai come stavano le cose in merito alla mancata "progettazione" della cabina elettrica”, aggiunge: “Mellone conosce anche per merito di chi fu consentita la provvisoria fornitura di energia elettrica che a tutt'oggi è ancora quella del cantiere. Farò una interrogazione in consiglio comunale non più per conoscere la causa del ritardo ma per sapere quali saranno i costi dell'opera. .........!!!!????[sic]”.

Al netto dei puntini di sospensione, dei punti esclamativi e dei punti interrogativi, posto che il sottoscritto ignora “per merito di chi fu consentita la provvisoria fornitura di energia elettrica che a tutt’oggi è ancora quella del cantiere”, atteso che il fatto non sia di fondamentale importanza (vuoi vedere ora che il merito sia proprio del mio interlocutore?) sembra che Carlo Gervasi trascuri in questo lapidario intervento il concetto, questo sì imprescindibile, di responsabilità.

*

Perché, caro consigliere, non vuole lei conoscere la causa e soprattutto il responsabile di questo ritardo, che, salvo errori od omissioni, si sta protraendo? E se li dovesse già conoscere, perché non ne declina le generalità, chiedendo al Comune di promuovere una qualsiasi forma di azione di responsabilità e dunque di risarcimento? Non dovrebbe esistere, anche nella pubblica amministrazione, il principio per il quale chi sbaglia dovrebbe in qualche modo pagare, indennizzando la collettività? Oppure, visto che si tratta dei soldi di Pantalone, con il solito pragmatismo di maniera (che tanti danni ha procurato alle casse degli enti pubblici), è meglio tacere, sopire, troncare, far finta di nulla e cercare di salvare il salvabile? Ma che modo di ragionare è codesto?

Detto questo, dobbiamo riconoscere a Carlo Gervasi una certa prontezza di riflessi nel presentare al Sindaco una bella interrogazione “parlamentare”, nella quale, più o meno, chiede al primo cittadino quanto noi abbiamo a nostra volta chiesto all’assessore Coccioli (sperando che almeno questa volta qualche risposta ci sia).

Questa interrogazione campeggia a tutta pagina su Galatina.it con un bel titolo a caratteri cubitali: “Vecchia scuola elementare di Noha – Sindaco, qual’è la situazione?” (con tanto di apostrofo tra “qual” ed “è”).

Peccato che, oltre al normale copia-incolla (si fosse limitato a questo, tutto sarebbe filato liscio come l’olio) il consigliere opponente ci ha messo del suo aggiungendo di voler conoscere “in quale modalità la stessa venga attualmente usata ed eventualmente da chi”. Ma santo cielo, per conoscere questa cosa arcinota a cani e porci (basta interrogare il sito di Noha) non c’è bisogno di formulare una domanda in carta da bollo o scalare una montagna.

Basta solo saper leggere. Senza nemmeno il bisogno di saper scrivere.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 21/11/2017 @ 21:39:03, in Comunicato Stampa, linkato 1265 volte)

Nella scuola primaria POLO 1 prende il via oggi il progetto "scuola VIRTUS BASKET GALATINA" organizzato dall'A.S.D. VIRTUS BASKET GALANTINA. Il progetto avrà la durata di 5 settimane e vedrà coinvolte tutte le classi della scuola primaria di Galantina e Collemeto, i ragazzi saranno guidati nell'apprendimento dei fondamentali del basket dagli istruttori di mini- basket qualificati: Sandro Argentieri, Paolo Vernich, Carlos Sordi.

La VIRTUS BASKET GALANTINA nell'ambito della realizzazione di tale progetto, ha fatto dono al Polo 1 di un canestro. Il progetto non comporterà alcun costo né per la scuola né per le famiglie degli alunni che prenderanno parte alle lezioni. L'A.S. VIRTUS BASKET ringrazia il Polo 1 nella persona della dirigente scolastica Dott.ssa ANNA ANTONICA, per aver saputo cogliere l'importanza del valore formativo che il progetto " scuola VIRTUS BASKET" rappresenta. 

L'attività sportiva è una risorsa culturale ormai riconosciuta nell'ambito delle moderne Scienze dell'educazione, quindi, attraverso il gioco del basket, questo progetto ha come scopo: l'integrazione tra ragazzi, la socializzazione, l'educazione al rispetto dell'altro, la conoscenza di se stessi, l'acquisizione del valore delle regole in modo da riconoscere, attraverso l'attività motoria e sportiva, i valori etici alla base della convivenza civile. 

VIRTUS BASKET GALANTINA

 
Di Albino Campa (del 10/01/2011 @ 21:37:07, in NohaBlog, linkato 6635 volte)

Per comodità cerco, e a volte ci riesco, d’arrivare in abbondante anticipo a lezione. Oggi però (7 gennaio per chi scrive) sembra proprio non sia la mia giornata fortunata: ho già sette minuti di ritardo e ancora non ho preso posto nella sala “C. Contaldo” del Palazzo della Cultura a Galatina, dove il Prof. Paolo Maria Mariano dovrebbe tenere la sua lezione. Mi ci vuole poco comunque a trovare una seggiola, a togliere fuori dal taschino carta e penna e attendere con pazienza l’inizio dell’esposizione.

Premetto che questa è la prima volta che prendo parte alle lezioni dell’Università Popolare “Aldo Vallone” – che non è l’Università della terza età, come il Prof. Virgilio ci tiene giustamente a ricordare porgendo il suo invito ai più giovani – e se mi si chiede di spiegare i motivi di questo ritardo (il secondo), sono sincero, dovrei inventarmene qualcuno di sana pianta. Di sicuro, però, sarei in grado, semmai fosse necessario, di legittimare la mia presenza alla lezione di oggi, e comincerei proprio commentando quello strano“Una casa lungo la Neva”, ora proiettato nella prima slide.

Capisco l’inarcamento delle sopracciglia, ma provate anche voi a porre accanto a questo titolo idilliaco il nome del relatore prof. Paolo Maria Mariano, docente di meccanica teorica presso l’Università di Firenze e la scuola Superiore Normale di Pisa, e scienziato di fama internazionale: come si fa a non provare una certa curiosità, è inevitabile non essere abbagliati da questo inusuale accostamento. Se poi si continua a leggere, Fuga dei cervelli e senso dell’istruzione: un esempio settecentesco, ecco chequel filo di curiosità, che continuava imperterrito a punzecchiarti il naso, subisce una lenta metamorfosi sino a trasformarsi nell’ineluttabile bisogno di approfondimento.

Ed eccomi allora qui. La lezione è cominciata, appena qualche minuto fa, con uno scienziato, appunto, che dalla cattedra annunciava all’uditorio la sua intenzione di parlare di storia e attualità, ovvero di certe cose accadute nel passato, ma che ancora si ripetono, avvalendosi pertanto della massima di B. Croce, Non c’è storia che non sia contemporanea. Poche slide, quindi, per descrivere il luogo in cui si andrà ad ambientare la storia, cioè San Pietroburgo; poi viene presentato un documento, un libello di appena sedici pagine, che il professore riferisce essere la tesi con la quale un giovane diciannovenne concorre, nel 1727, all’abilitazione all’insegnamento nell’Università di Basilea, pro vacante professione physica.

Ma è proprio a questo punto che, prima nel titolo dell’opera Dissertatio Physica De Sono, e poi nel nome dell’autore Leonhard Eulerus, si riesce a intravedere uno spiraglio di luce. I frettolosi concluderebbero: bene, parleremo del famoso Eulero e della fisica del suono, ma sarebbero subito messi in difficoltà dai più riflessivi, i quali evidentemente chiederebbero cosa c’entrino i cervelli in fuga e l’istruzione in tutto ciò. 

Chi conosce la biografia di Eulero ha già pronta la risposta, chi invece non è informato sui fatti dovrà attendere ancora un po’ e intanto incassare la notizia della perdita del concorso in questione e la vincita da parte di un certo Benedict Stachelin, laureato in medicina e proveniente da una famiglia con influenza sull’accademia svizzera. Solo dopo la morte di Eulero si saprà, infatti, che quel concorso era avvenuto, come da prassi, per estrazione di un gruppo di concorrenti e successiva valutazione. A questo punto la domanda è: quanto bisogna essere ingenui per credere che non vi siano stati favoritismi?

Abbastanza, se si pensa che Eulero avrà all’attivo ben 886 lavori senza coautori (opera omnia) e fornirà contributi storicamente cruciali in svariate aree dello scibile umano. Il tutto fuori da quella Svizzera che gli aveva dato i natali e lo aveva formato: Eulero accetterà, senza esitare, l’offerta di Daniel Bernoulli di ricoprire un posto di aggregato nella neonata Accademia di San Pietroburgo (ecco come si arriva alla famosa casa lungo la Neva!).

Ed eccoci anche giunti, con questo excursus storico, ai giorni nostri. Il prof. Mariano non esita a snocciolare alcuni numeri significati: si parla di 40.000 docenti universitari italiani in Italia e 20.000 all’estero. Si assiste con questo a un flusso unidirezionale – pochi sono, infatti, i professori stranieri in Italia – a un dannoso drenaggio che impoverisce sempre più l’Italia e allo stesso tempo contribuisce allo sviluppo della scienza, della tecnologia e dell’economia dei paesi ospiti.

Perché l’Italia acconsente a ciò? Perché s’è perso il senso dell’istruzione - tuona il giovane professore - che influenza la scelta dei docenti, quindi la qualità dell’istruzione stessa e pertanto il suo senso e il suo valore. Un serpente, quindi, che si morde da solo la coda e la morde ai giovani. Manca una visione culturale d’insieme dell’istruzione, che deve essere quanto più formativa, e non informativa, poiché è alla base delle competenze lavorative, della capacità di analisi critica, della cultura sociale e dell’etica del lavoro, tutte sempre più in deficit.

Che fare allora? Tanti sono i suggerimenti, tanti i consigli, tutti riassumibili, a mio parere, in quella frase che il prof. Paolo Maria Mariano pronuncia schiettamente e con forza, ma che occorrerebbe ripetere lentamente e all’infinito, tanto quanto basta per convincerci, una volta per tutte, che la cultura è un bene sociale.          

 
Michele Stursi

 

 
Di Redazione (del 23/09/2019 @ 21:37:00, in Comunicato Stampa, linkato 737 volte)

Anche quest’anno, parte il Progetto “Io vado a scuola con il Piedibus”, iniziativa che, sperimentata negli scorsi anni, ha registrato un’ampia partecipazione di bambini, genitori ed insegnanti. La presente edizione si svolgerà in concomitanza dell’avvio del nuovo anno scolastico 2019/2020, nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2019, e coinvolgerà gli alunni delle classi III, IV e V delle Scuole Primarie aderenti al progetto.

Il Piedibus è un vero e proprio autobus, composto da bambini che vanno a scuola in gruppo, accompagnati da genitori ed insegnanti, e che, lungo un percorso prestabilito, effettua le varie fermate per consentire ai piccoli passeggeri di unirsi alla “carovana”.

I volontari hanno deciso, quest’anno, per far conoscere meglio ai più piccoli i frutti della nostra terra, di attribuire ad ogni fermata del Piedibus il nome di un prodotto tipico del territorio di Galatina; per questo motivo lungo il percorso saranno affisse tre locandine che segnaleranno agli utenti le tappe del Piedibus: “Capolinea Cicoria”, “Fermata Patata” e “Arrivo Meloncella”.

L’iniziativa ha lo scopo di potenziare le attività di sensibilizzazione dei cittadini nella lotta contro l’inquinamento atmosferico e favorirne la prevenzione, a partire dai più piccoli.

Pertanto, si raccomanda la cittadinanza tutta di prestare massima attenzione lungo il percorso effettuato dal Piedibus, di cui vi è una breve descrizione di seguito, durante i giorni e gli orari prestabiliti.

Progetto «MONITOR 6017»

“IO VADO A scuola COL PIEDIBUS”

 
Di Antonio Mellone (del 10/10/2016 @ 21:36:23, in Comunicato Stampa, linkato 1677 volte)

Molte le novità in casa Showy Boys Galatina. In ordine di tempo, la notizia che interessa la prima squadra arriva da Bari e, più precisamente, dalla Commissione organizzativa della Fipav Puglia che ha comunicato la composizione dei gironi del campionato di Serie D e le norme di svolgimento con la formula dei play off e play out per la stagione sportiva 2016/2017. Il torneo regionale è suddiviso in tre gironi per un totale di trenta squadre. La Showy Boys Galatina è stata inserita nel girone C insieme a SS Annunziata Mesagne, Asd Volley Leverano, Polisportiva San Pio Soleto, Esseti Pallavolo Nardò, New Volley Torre, Bee Volley Lecce Asd, Asd Alliste Volley, Polisportiva Grecia Salentina e Asd San Vito Progetto Volley. L’inizio del campionato è previsto per il 29 ottobre mentre il termine della fase regolare il 19 marzo 2017. A seguire, prenderà il via la fase play off e play out con il termine massimo fissato per il 14 maggio. I ragazzi allenati da Gianluca Nuzzo debutteranno in casa, al Palazzetto dello Sport “Fernando Panico”, Sabato 29 ottobre con inizio alle ore 18:30 e il primo avversario della stagione sarà il New Volley Torre. In questi giorni è stato presentato il campionato di categoria under 18 e under 16. I primi a scendere in campo saranno gli allievi di mister Nuzzo che debutteranno nel torneo under 18 organizzato in un girone unico e con altre otto squadre: Pallavolo Azzurra Alessano-Ugento, Fulgor Tricase Volley, Pallavolo Marittima, Salento Best Volley, M.B. Volley Ruffano, scuola Volley Salento, Volley Calimera e Volley Specchia. "Partecipare al campionato under 18 è un'ottima opportunità per i nostri allievi - spiega il tecnico Gianluca Nuzzo - l'obiettivo è quello di fare crescere il gruppo da un punto di vista tattico e agonistico e dare la possibilità di confrontarsi e maturare partita dopo partita". Nel torneo under 16, invece, la Showy Boys Galatina è stata inserita nel girone B insieme a Falchi Ugento, Volley Tuglie, Flyblue Taviano, Lecce Volley, Salento Best Volley e Casarano Volley. La Showy Boys Galatina ha scelto in Joma lo sponsor tecnico che grifferà le maglie bianco-verdi per la stagione sportiva 2016/17. Primo brand sportivo in Spagna, Joma, fondata nel 1965, è nelle prime dieci aziende del ranking mondiale e può vantare i maggiori volumi di vendita. La sponsorizzazione prevede la fornitura di abbigliamento e materiale tecnico per la prima squadra, impegnata nel campionato regionale di serie D, e per il settore giovanile.

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 19/10/2014 @ 21:35:47, in Ex edificio scolastico, linkato 3098 volte)

Gentile Assessore Andrea Coccioli, permette una domanda?

Cosa voleva dire esattamente con le seguenti parole apparse in un comunicato a sua firma pubblicato su questo sito il 23 marzo 2014: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando quindi i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 e comunque non appena approvato il Bilancio di Previsione 2014”?

*

Scusi se osiamo ancora una volta scomodarla per chiederle, appunto, lumi sull’argomento. Ma sa, siccome “tra giugno e settembre 2014”, e giacché ci siamo anche ottobre inoltrato, della famosa luce non s’è vista nemmeno l’ombra, sarebbe appena il caso che ci desse qualche ragguaglio in merito ad eventuali ritardi o ripensamenti (questo, s’intende, a condizione che nel frattempo la famosa cabina elettrica non sia stata realizzata a nostra insaputa).

*

Per chi si fosse sintonizzato solo oggi su questo canale o dovesse essergli sfuggita questa inezia, volevo ricordare che a Noha esattamente da s’è festeggiata la fine dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha ubicata in piazza Ciro Menotti, scordandosi però - come richiesto (purtroppo non dai progettisti) - l’allaccio alla rete elettrica sufficiente a far funzionare gli apparati acquistati e montati nell’edificio, come ad esempio l’impianto di riscaldamento e climatizzazione, l’ascensore, e, tanto per aggiungere danno al peccato originale, anche l’impianto di pannelli fotovoltaici montato sulla terrazza della scuola per la produzione di energia elettrica. Sembra che manchi una cabina elettrica in muratura, funzionale al richiesto collegamento - che probabilmente non rientrava nel budget dei famosi 1.300.000 euro di soldi pubblici (bazzecole) così pragmaticamente spesi.

Ancora oggi – salvo errori od omissioni - la struttura nohana, a cantieri ormai chiusi, dispone dunque di un “allaccio di cantiere” idoneo appena appena ad evitare ai poveri fruitori di quei locali di dovervi accedere a lume di candela o con l’ausilio di una lanterna a petrolio, come quelle che ormai si trovano solo nei mercatini dell’antiquariato.

Più volte su questo sito abbiamo ricordato l’annoso problema di quel sito scolastico, così come abbiamo chiesto informazioni, rivolto istanze, formulato domande (anche se non in carta da bollo) che l’assessore Coccioli s’è guardato bene dal leggere (o almeno dal far finta di). Tanto è vero che, non so se per compassione o per abrasione, s’è messo a stilare in politichese puro uno dei classici comunicati-stampa palazzorsiniani, che tutto riportava men che le risposte ai nostri interrogativi. A noi non rimaneva che prenderne atto e soprattutto per buona l’unica promessa formulata con le parole: “attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014”, con la speranza che non si trattasse di annuncite cronica, di cui purtroppo (o per fortuna) sono affetti troppi cosiddetti governanti italioti.    

Forse l’assessore sperava che noi altri, in tutt’altre faccende affaccendati, ci scordassimo delle sue promesse. Invece no. Siamo qui imperterriti a chiedergliene conto.

*

Gentile Assessore, nel suo comunicato in conclusione scriveva ancora: “Infine, in merito alla richiesta su impianto fotovoltaico e precisamente se sia stato previsto il ristoro dell’energia prodotta, si comunica che a seguito dell’allacciamento definitivo alla rete elettrica si usufruirà del cosiddetto meccanismo dello scambio sul posto che porterà benefici economici per un periodo di 30 anni”.

Bene Assessore, saprebbe dirci precisamente a partire da quando si potrà usufruire di codesti benefici economici? Cioè a partire da quale giorno inizieranno a decorrere questi (ulteriori) 30 anni?

Però per favore, almeno stavolta, ce lo scriva in maniera chiara, senza tanti arzigogoli, circonlocuzioni, perifrasi politiche, e soprattutto senza l’utilizzo del topico linguaggio torbido, viscido, untuoso. Siamo su Noha.it, mica su gelatina.it.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 12/12/2019 @ 21:34:25, in Comunicato Stampa, linkato 979 volte)

Come rendere interessante, efficace ed inclusivo un percorso educativo? Questa è la domanda che si fanno gli insegnanti, o perlomeno che si sono fatte le docenti Rita Maria Colazzo e Rosanna Gemma nell’ordinaria progettazione del curricolo di geografia destinato agli alunni del secondo anno di scuola Secondaria di Noha.

Creatività e laboriosità sono state sollecitate per immaginare un ipotetico viaggio in mongolfiera attraverso il continente europeo. Ogni alunno ha costruito la propria mongolfiera e, una volta acquisite le informazioni di uno specifico Stato, lo ha “impersonificato" studiando e poi descrivendo all’intera classe cultura, tradizioni, storia, oltre ovviamente alle caratteristiche fisiche del Paese.

Le docenti, poi, hanno pensato di rafforzare il percorso di apprendimento con un’esperienza significativa perché sono queste che rimangono nella memoria dei ragazzi e fanno in modo che le conoscenze non vengano dimenticate una volta finita la scuola.

Così hanno pensato di agire su uno dei mismatch più comuni tra gli alunni, quello Europa - Unione Europea; effettivamente spesso le due definizioni venivano usate come sinonimi. Ma ora le docenti del progetto sono sicure che, dopo l’incontro con l’europarlamentare Mario Furore, gli studenti della scuola Secondaria di I grado del Polo 2 di Galatina hanno chiaramente acquisito i due concetti e li ricorderanno per sempre.

Infatti lo scorso 6 dicembre l’I.C. Polo 2 di Galatina ha ospitato il dott. Furore all’interno del progetto curricolare di geografia della prof.ssa Colazzo “In Europa in mongolfiera” e questi ha dato testimonianza del suo lavoro rappresentativo all’interno del Parlamento europeo e, in particolare, delle azioni della Comunità Europea che risuonano sugli studenti, dal programma Erasmus al 4° obiettivo dell’Agenda 2030 ovvero “Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti”. Infine, ricordando come la Comunità Europea garantisca la libera circolazione, l’europarlamentare ha invitato una piccola delegazione di studenti presso la sede del Parlamento europeo di Bruxelles. Così il viaggio - questa volta non solo metaforico -della conoscenza continua!

scuola Secondaria Polo 2

 
Di Redazione (del 28/11/2017 @ 21:34:14, in Comunicato Stampa, linkato 1285 volte)

Organizzata dai volontari del Servizio Civile Nazionale del Progetto Monitor 4015, l’iniziativa “Bimbi in Bici” è dedicata agli alunni e alle alunne delle classi quinte della scuola primaria.

L’aumento del traffico automobilistico nelle città e nelle aree urbane, rappresenta oggi un vero problema ambientale che ha come conseguenza l’aumento dell’inquinamento dell’aria. Per tutelare l’ambiente che ci circonda è necessario ripensare al nostro modo di muoverci, solo cominciando a cambiare le abitudini di trasporto potremmo restituire spazio ai mezzi alternativi all’automobile, come i percorsi pedonali e ciclabili. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare i bambini all'utilizzo quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto sano ed ecologico, proponendo in maniera ricreativa il suo corretto utilizzo e la conoscenza delle norme della segnaletica stradale.

I volontari, coinvolgendo i Poli Didattici del territorio comunale, organizzeranno tre giornate di incontro in ogni classe quinta che aderirà al progetto. Durante il primo incontro i volontari parleranno ai bambini della strada, della segnaletica stradale, del pedone e dei comportamenti da tenere e da evitare quando si va a piedi. Durante il secondo incontro, invece, verrà approfondito l'uso della bicicletta, partendo dagli antenati della bici fino ad arrivare alle parti essenziali che compongono la bicicletta di oggi, verranno quindi introdotte le principali norme che regolano la circolazione con le biciclette. Nell'ultimo incontro, infine, i volontari rilasceranno ai bambini la BiciPatente.

I Volontari di Monitor 4015

 
Di Redazione (del 31/01/2017 @ 21:31:54, in Comunicato Stampa, linkato 1628 volte)

Giovedì 02 febbraio ultima apertura straordinaria della scuola dalle 16:00 alle 20:00. Iscrizione on-line entro il 06 febbraio 2017.

Dopo le numerose visite in occasione dei precedenti appuntamenti, l’Istituto Professionale “Falcone e Borsellino” di Galatina apre ancora una volta la propria sede in Viale Don Bosco n. 48 alla Città, agli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e alle loro famiglie.

Nel corso dell’ultima giornata di orientamento “OPEN DAYS”, prevista per giovedì 02 febbraio 2017, i docenti del Polo Professionale galatinese, coadiuvati da alcuni studenti dell’Istituto, guideranno i ragazzi di terza media in un breve percorso didattico, per presentare l’offerta formativa della scuola nei suoi diversi settori: Servizi SOCIO-SANITARI con QUALIFICA O.S.S. (protocollo di intesa con la Regione Puglia),  Settore ODONTOTECNICO,  MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (Elettrotecnica, Elettronica, Meccanica e Termomeccanica) e Servizi COMMERCIALI (con QUALIFICA di OPERATORE GRAFICO e DIPLOMA DI TECNICO DELLA PROMOZIONE COMMERCIALE E PUBBLICITARIA). Sarà inoltre possibile visitare i numerosi laboratori, l’auditorium e gli impianti sportivi presenti nell’Istituto.

Inoltre, lo staff e gli uffici di segreteria continueranno l’attività di supporto alle famiglie nella procedura di iscrizione “on-line” alla classe prima per l’A.S. 2017/2018.

Per tutte le informazioni è possibile contattare la segreteria didattica al numero 0836/56.10.95 oppure collegarsi al sito web della scuola www.professionalegalatina.it.

Vi aspettiamo numerosi!

I docenti dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”

 
Di Antonio Mellone (del 15/10/2012 @ 21:31:34, in Ex edificio scolastico, linkato 3205 volte)

C’è pure chi s’è scocciato di leggere questi fastidiosi articoli che hanno per tema un problema irrisolto (quello della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata ma anche no), piuttosto che nausearsi del fatto che sono stati spesi (finora indarno) unmilionetrecentomilaeuro per risistemare un “contenitore” di aria fritta. Anzi di aria calda e fredda, rispettivamente d’estate e d’inverno, visto che non funzionando l’aria condizionata per mancanza di energia elettrica, la vecchia scuola elementare di Noha, riportata al suo antico splendore – si fa per dire – si trova nello stato adatto per godere di quello che si definisce clima continentale. Sì, siamo fatti così, noi altri. Ci dà fastidio il tono, o il semitono, utilizzato nel vergare un articolo, ma senza entrare nel merito; guardiamo alla pagliuzza ma ci scordiamo della trave, non cogliendo il senso del dramma, dell’isolamento, dello  scoramento, della sciatteria di cui siamo vittime sacrificali. 
Se questo qualcuno, preferendo la rinuncia piuttosto che la denuncia, s’è rotto le scatole, lasci perdere, non legga punto questi ghirigori di parole al vento, e pensi ad altro, si concentri sul suo orticello, guardi pure le corbellerie televisive, e pensi al mondo che lo circonda solo quando a questo dovesse capitare di passare per caso dal tinello di casa sua.
C’è pure chi ci dice che siamo (oltretutto) sarcastici, senza indicarci esattamente dove e come. Noi non crediamo che i nostri interventi siano sarcastici: non è mai stata nostra intenzione “demolire gli altri”, ci mancherebbe altro (e se qualcuno si fosse sentito offeso, sappia questo qualcuno che non è mai stata nostra intenzione). Noi siamo alla ricerca di pietre da lanciare nello stagno (per smuovere le acque) e non abbiamo mai mirato alla testa di alcuno.
Ora vorremmo invece chiederci sommessamente: perché mai la libertà di espressione dovrebbe diventare libertà di applauso? Perché non criticare (per provocarne una reazione: che non arriva) anche chi si è sostenuto e si vorrebbe continuare a sostenere?
Qualcun altro ci ha anche saggiamente consigliato di “lasciarli lavorare” (gli addetti ai lavori, s’intende). Ma noi ne saremmo ben lieti, ci mancherebbe altro, se questi “tecnici” (a volte soltanto teorici) s’impegnassero solo un po’ di più, dandocene possibilmente l’impressione, o il semplice sentore.
In questo caso però ci sorge il dubbio che dietro il silenzio degli indecenti il nulla nulleggi. E poi questo benedetto “lasciateli lavorare” l’abbiamo sentito molte altre volte, soprattutto nella prima parte degli ultimi diciassette anni, allorché un cavaliere “mascarato”, sì, l’uomo della provvidenza, l’uomo del fare (che non ha mai voluto rendere conto del “come”), quello con i capelli disegnati, s’aggrappò al potere (e ad un paio di cosette di forma più o meno sferica) per farsi i fatti suoi. E ora noi, dopo questa bella e pluriennale esperienza, dovremmo ancora una volta atterrare l’occhio ed il muso, tacendo, per “lasciar lavorare” chi probabilmente non sa nemmeno da dove partire?
Si mettano l’anima in pace, politici e codazzi nostrani: noi non cadremo nell’errore di chi per “lasciar lavorare” chi non ne ha né intenzione né idee né voglia, si munisce di auto-bavaglio.
C’è chi dice che non ce ne vada bene una. Noi non sappiamo se ce ne vada bene (o meno) una o due o mille cose. Sta di fatto che non ci va proprio giù il fatto che si buttino al vento i nostri soldi, i soldi pubblici scarsi per definizione. Ci piacerebbe sapere se c’è qualcuno che invece sia contento del fatto che la scuola sia restaurata da circa un anno, ma rimanga chiusa per ferie (di cervelli). C’è forse qualcuno che si sia già rassegnato all’idea che quella scuola elementare di Noha non entri in funzione né ora né mai? O che ci entri pure, ma a ranghi ridotti, come se fosse figlia di un dio minore? Perché a Noha, in nome del pragmatismo, dobbiamo sempre accontentarci del second best anziché dell’optimum? Perché accontentarci come al solito delle cose fatte “così e così” anziché di quelle fatte a regola d’arte? Perché ripiegare, rinunciare per forza di cose all’obiettivo massimo ricorrendo ad espedienti, come quello dei 10 kwh anziché dei 50 dovuti? Di chi è la responsabilità di questo stato di fatto?
Bè, noi siamo abituati a chieder ragione delle cose, e non ci rassegniamo facilmente accettando tutto passivamente.
In mancanza di una stampa degna di quest’alta funzione, in mancanza di giornalisti dalla schiena dritta (ed in presenza, invece, di pseudo-giornalisti cerimonieri), noi continueremo a fare i cani da guardia attraverso quello che viene chiamato citizen journalism: che è quello che non deve “lasciar lavorare nessuno”, nel senso che deve pungolare tutti, restando sempre e comunque all’opposizione (graduata, si capisce, sulle caratteristiche dei governi locali o nazionali di turno), cercando di avere sempre un atteggiamento fiducioso, certamente, e tuttavia pur sempre guardingo, critico, e diffidente caso per caso.
Noi non taceremo, e ci dichiariamo sin d’ora pronti a cambiare opinione di fronte a fatti nuovi e, ci si augura, risolutivi.
Nel frattempo ci dicano pure che siamo dalla parte del torto (ma senza dimostrare chi sarebbe dalla parte della ragione o del diritto, e perchè). E ci diano pure degli anti-politici. Ce ne faremo una ragione.

Antonio Mellone

 

Proprio a questo obiettivo il presidente Giovanni Stasi ha lavorato alacremente.

Il sensazionale colpo di mercato è il fortissimo bulgaro Alexandar Lazov (cat. 1.20). Un mancino di 24 anni, numero 369 al mondo e membro della nazionale bulgara di Coppa Davis, che dispone di un tennis molto solido e completo, forte sia dal fondo che a rete e dal quale ci si aspetta grandi cose.

Altro importante colpo messo a segno dal Presidente Stasi, è il classe 1996, Davide Albertoni (cat. 2.4), brianzolo di Arcore. Il 19enne è un tennista d'attacco, dal dritto potente e predilige il gioco a rete. Avrà il compito di non far rimpiangere Daniele Pepe che ritorna nella sua San Giorgio del Sannio (BN) dopo due meravigliosi anni a Galatina.

Una riconferma arriva dal rinnovo contrattuale al 2.3 Stefanos Tsitsipas (15enne greco che ha scalato vertiginosamente le classifiche juniores, fino ad arrivare a numero 14 del mondo) e dal romano Pierdanio Lopriore (2.4).

Completano il team, i galatinesi Luca Giordano (2.5), Alberto Giannini (3.2) ed il capitano e Direttore Sportivo del Circolo, Filippo Stasi (3.2).

Novità anche sul versante dei corsi di avvicinamento al tennis. Solo per il mese Aprile, infatti, i nuovi iscritti potranno beneficiare del corso tenuto dai nostri maestri ad un costo di soli 10 euro. Ancora una volta è valido lo slogan lanciato dal circolo: il tennis è per tutti!

“Nel salutare Daniele Pepe, un elemento molto importante per noi in questi ultimi anni, accogliamo con piacere l'arrivo di Alexandar Lazov. Per raggiungere grandi traguardi, ci vogliono grandi sforzi da parte di tutti e quest'anno ho deciso di fare un ulteriore sforzo portando a Galatina un grande nome. La squadra, nel suo complesso è ben attrezzata per il salto di categoria perché dispone di giocatori molto motivati oltre che forti tecnicamente. Io ci credo più che mai!”

Galatina, 26 marzo 2015

Giovanni Stasi

Presidente del “C.T. Galatina”

 
Di Fabrizio Vincenti (del 28/12/2015 @ 21:31:22, in NohaBlog, linkato 1816 volte)

In occasione della sospensione dei corsi di Teologia per le vacanze natalizie, l’ISSR di Verona organizzò un semplicissimo spettacolo di marionette. Quella sera non sapevo se assistervi o tornare a casa. Fuori una nebbia tetra incuteva paura tanto da convincere chiunque a rintanare. Decisi di rimanere. Entrai nella Sala Conferenze e vidi proiettata sulla parete in fondo quest’immagine, quella che vedi qui a lato. Non capivo cos’era, chi fossero tutte quelle persone. Poi mi ricordai: quello lì era un presepe, il presepe di don Lorenzo Milani. Non sto a raccontarvi chi fosse questo sacerdote. Vi dico soltanto che, per alcuni screzi avuti con il vescovo, fu mandato a fare il parroco di Barbiana, una piccolissima frazione sperduta in montagna del comune di Vicchio, in Toscana. Questo è ciò che fece, un presepe che durava tutto l’anno: una scuola. Era la scuola per i meno fortunati, per chi un’istruzione non se la poteva permettere. Lo vedete quel bambino seduto davanti alla stufa, lì nel centro? Era un bambino con seri problemi. Don Lorenzo lo metteva a sedere lì affinché lui, il più indifeso di tutti, fosse d’insegnamento per gli altri. Diceva che bisognava imparare da quelli più sfortunati di noi. Questa era la sua scuola. Questo era il suo Natale. Il Creatore diede a tutti il dono della parola, ma alcuni prepotenti avevano depredato i deboli di questa facoltà. Egli non fece altro che ridare la parola agli ultimi che, per colpa degli arroganti, l’avevano perduta. Il motto di don Lorenzo Milani divenne famoso. Egli convinse tutti che la cosa migliore era “I care”, una verbo inglese che in italiano tradurremmo con “Mi interessa”, “Mi sta a cuore”. Diceva che era in contrapposizione al fascista “Me ne frego!”.

Ora che siamo alla fine dell’anno, verremo sommersi da fiumi in piena di parole, discorsi preparati col fine di insufflare speranza, ostentare buoni propositi di cui dimenticarsene già il primo dell’anno. Tutti i presidenti terranno i loro soliloqui, altri si autocomplimenteranno per i risultati conseguiti. Alcuni si batteranno le mani da soli mentre altri si autocommisereranno. Non cercate di far parte di una di queste categorie. In questo caso siate felici di esserne esclusi. Il mio augurio per il nuovo anno è che vi possiate riprendere la parola poiché da troppo tempo ormai non parlate, non parliamo. Parlare non vuol dire criticare, essere disfattisti e piangersi addosso. Parlare non è essere icone del pessimismo, canti funebri di qualche prefica. La parola è diritto di riconoscersi uomini, individui attivi costituenti una comunità.

Questa forma di agnosticismo morale, che rende quasi impossibile prendere una decisione, non sia la causa che ci spinga a vivere la nostra vita “alla giornata”, senza sogni e senza ideali. Tutti abbiamo il diritto ad una esistenza migliore, e questo diritto è radicato nel diritto stesso alla parola. Nessuno vi fa parlare perché molti hanno paura di ciò che possiate dire. Fanno parlare sempre lo stesso perché, solo così, non c’è il pericolo della vostra rivalsa. C’è il renzi di turno che parla per voi. Non importa se voi non lo abbiate votato. Riprendiamoci la facoltà di poter distinguere nettamente ciò che è giusto da ciò che non lo è poiché, questo svilupparsi di un radicale secolarismo, ci toglierà del tutto la possibilità di pronunciarsi, dicendo che su qualcosa potremmo anche non essere d’accordo. Questo definitivo crollo di un tessuto valoriale comune non ci tolga anche il buon senso di stare dalla parte dei meno fortunati, dalla parte di chi è stato privato di tutto, della casa, del lavoro, dei figli, del riposo, della dignità di uomo. Questa forma di autoreferenzialità narcisistica non sia la nostra tomba. Non imponiamoci il pregiudizio “Io non cambio: se vuoi mi accetti così come sono”. Questa è la formula dei cretini, di chi per non sentire le critiche altrui, si tappa le orecchie e canta il ritornello del bla bla bla. Ritroviamo il coraggio della parola per dire che le corporazioni, nate per difendere gli interessi di un gruppo, hanno soppiantato gli interessi di chi non fa parte di alcuna corporazione o, magari, è in una corporazione più debole rispetto a qualcun’altra. I medici o i notai non possono avere più spazio nella platea rispetto agli sfrattati o ai disabili. Il capitalismo selvaggio che disturba oramai anche il nostro sonno, non diventi l’unico scopo di vita, l’unica ambizione del riccone di turno che sciupa i diritti altrui per potersi ancora permettere il suo scellerato tenore di vita. Chi si ostina ad accusare una crisi del sacro e non vede che quella, cominci col guardare prima a ciò che sta affrontando lui: una crisi di senso o di fondamento stesso dell’essere umano. Quest’ultime, infatti, hanno effetti devastanti più del crollo della sensibilità spirituale. Lo stato di disagio esistenziale in cui viviamo oggi non è semplicemente la mancanza di morale o l’assenza di un’etica condivisa. Ciò che è in crisi è quello che da sempre ci ha contraddistinto nei periodi migliori della storia dell’umanità: il senso della carità. Non è semplicemente una questione di umanesimo, non siamo chiamati ad essere filantropi mandando un messaggino al 45… ,o a donare un pacco di pasta al banco alimentare a favore dei poveri. Il senso del nostro essere è riconoscere sempre e comunque in chi ci sta affianco il nostro prossimo, l’oggetto amorevole di tutta quanta la nostra attenzione. Questo è ciò che salva da una crisi economica ed esistenziale, l’amore incondizionato per l’altro. Se fosse questo l’ingranaggio a muovere la macchina della società per il nuovo anno, tu saresti a tua volta salvato proprio come il prossimo che tu aiuti poiché, a tua volta, verresti considerato prossimo anche tu. Non è la legge di stabilità che ci salverà dalla crisi o darà un senso alla nostra vita. Non ci salverà questo o quel governo, la no tax area, il bonus bebè, gli ottanta euro al mese o i cinquecento euro ai diciottenni per assistere ad uno spettacolo. Queste sono fandonie, fiabe raccontate prima di mandarci a dormire. L’unica cosa che salverà le nostre vite, oltre ad essere Dio (per chi crede), sarà il senso di carità per il prossimo che sapremo coltivare nel nostro cuore. Noha è il mio piccolo termometro per misurare la temperatura del mondo in cui viviamo. In fondo, in quel presepe di don Milani, potresti essere proprio tu quel bambino seduto lì al centro, davanti alla stufa.

Fabrizio Vincenti

 
Di Antonio Mellone (del 27/10/2014 @ 21:31:08, in Ex edificio scolastico, linkato 2834 volte)

L’assessore Coccioli è fatto così: bisogna capirlo. Se non scrivi, non solleciti, non chiedi, non “inoltri istanze” più e più volte sembra sia incapace di intendere (cioè fa lo gnorri) e soprattutto di volere. Pare che l’assessore, per indole e formazione, non ce la faccia proprio a degnarsi di formulare ed esprimere pubblicamente un pensiero uno di fronte alla richiesta di un cittadino qualsiasi.

Non ti dico se codesto cittadino per infausto caso dovesse essere di Noha, se la domanda dovesse riguardare un interesse pubblico (non privato), e se la petizione non dovesse essere almeno preventivamente transitata dall’anticamera dell’“ufficio protocollo” del Comune: in questi tre casi concomitanti sembra addirittura che l’assessore fuggente (come l’attimo) si dilegui nel nulla.

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Il tema purtroppo è sempre quello dell’allaccio alla rete elettrica per il tramite di una cabina in muratura in modo da far funzionare (come sciaguratamente non è finora mai avvenuto) tutti gli impianti acquistati ed installati nella vecchia scuola elementare di Noha, quella di piazza Ciro Menotti, ristrutturata (quasi) per intero grazie ad una spesa pubblica di 1.300.000 euro.  

Sul tema abbiamo finora prodotto e pubblicato su questo sito (cfr. rubrica “ex-edificio scolastico”) circa 19 articoli e 5 video, oltre ad un incommensurabile numero di vignette. Ma temo che di questo passo, per smuovere le terga assessorili (e invero anche quelle degli altri cosiddetti nostri rappresentanti) saremmo costretti a continuare ancora imperterriti su questa falsariga, magari con cadenza settimanale o al più decadale. Vediamo un po’ se con tale metodo anche noi saremo in grado di esclamare, come Galileo Galilei al cospetto dell’Inquisizione, “eppur si muove”.

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E’ che l’assessore Coccioli, non più tardi del 27 marzo 2014 pubblicava su questo sito un comunicato nel quale prometteva la realizzazione di questa famosa cabina elettrica “tra giugno e settembre 2014 [sic!]”. Ora, essendo spirati i termini da egli stesso esternati senza che alcuno abbia visto all’interno o nelle immediate adiacenze di quella scuola un indizio o una traccia di codesta cabina (a meno che questa non sia stata interrata senza che noi altri ce ne accorgessimo), siamo qui a chiedergliene ragione, ed eventualmente una nuova data a partire dalla quale, per dire, in estate in quell’edificio non si sarà più sottoposti agli effetti involontari di una sauna fuori luogo, mentre in inverno non si sarà più costretti, grandi e piccoli, ad accedervi come in un igloo, pragmaticamente imbacuccati con sciarpe e pellicce alla stessa stregua di uno Yeti.

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Vorremmo, già che ci siamo, chiedere anche al consigliere Carlo Gervasi, che aveva pure, come dire, sbandierato un certo interesse al problema con tanto di interrogazione al parlamento galatinese se si ricorda qualcosa in merito alle risposte a suo tempo ricevute dagli interrogati; e soprattutto se ha tuttora “a cuore” la questione di Noha, e – giacché c’è - eventualmente intenzione di intervenire ancora una volta sul tema; o se invece a questo punto non abbia già deciso di gettare la spugna, contribuendo così anche lui a mandare definitivamente in malora quel milionetrecentomila euro di soldi (anche suoi).

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Per quanto riguarda i consiglieri della cosiddetta opposizione nohana, meglio stendere un velo pietoso.

Tu, anche con i tuoi articoli, cerchi in qualche modo, come nella pallavolo di fungere da alzatore, smistando la palla a questi signori che potrebbero con poco sforzo alzarsi dalla poltrona, sollevarsi e schiacciare nel campo avversario, e magari in tal modo guadagnare pure qualche punto. E questi come reagiscono? Con il vucchipertismo, la paresi, il vuoto pneumatico: non vedono, non sentono e non parlano. Evidentemente il verbo “schiacciare” riescono a coniugarlo solo in concomitanza del lemma “pisolino”.     

Salvo poi, in consiglio comunale, dar vita ad una vera e propria sceneggiata napoletana, anzi nohana, sul nulla. Tutti abbiam visto su galatina2000.it il video di quel sonoro siparietto palazzorsiniano, un vero e proprio teatro macchiettistico con tanto di vaiasse sciantose, sbraitanti e rissaiole. Un roba che lascia interdetti, senza parole, indecisi se ridere o piangere.

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Non v’è altro da aggiungere se non che troppa gente si lascia abbindolare ancora oggi dai diversivi retorici di questa banda larga fatta di Marise Laurito, di Mari Merola, di Nini D’Angelo (per non dire Pulcinelli), che magari in altri contesti s’atteggiano a suorine dalle buone maniere e perbenisti della domenica.

Sappiate invece, cari lettori, che bolge sguaiate come queste fatte di bugie e ipocrisie sono imprese che possono riuscire solo a certi figuranti, attori o marionette, e signori (anzi s’ignori) senza tanti scrupoli, che magari s’incazzano e si placano a comando. Sono quegli stessi personaggi in cerca d’elettore che poi votano tutti insieme appassionatamente le più grandi mega-porcate della storia locale.

E sono quegli stessi che, probabilmente, dopo aver percorso a braccetto la processione alle spalle del santo di turno, vanno pure a farsi due spaghi insieme.

Funzionano così le “larghe intese”, il “governo della non sfiducia” e il “concorso esterno”.     

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 15/08/2013 @ 21:30:55, in Comunicato Stampa, linkato 1949 volte)

Si chiudono domenica pomeriggio le iscrizioni al Torneo open maschile organizzato dal Circolo Tennis di Galatina, in collaborazione con lo sponsor Cattolica Assicurazioni – Agenzia di Galatina.

La manifestazione, dotata di un monte premi di 2500 Euro, si svolgerà sui campi in terrra rossa del CT Galatina dal 16 al 25 Agosto e vedrà affrontarsi affrontarsi giocatori di livello nazionale, professionisti e/o semiprofessionisti, offrendo un ottimo spettacolo dal punto di vista tecnico. Gli iscritti al torneo provengono da tutte le parti d'Italia, moltissimi quelli del centro-sud.

Il torneo vede la partecipazione di circa 100 iscritti, con 15 giocatori di 2^ Categoria , 25 di 3^ categoria e una sessantina di atleti di 4^ categoria, impegnati in tre diversi tabelloni di selezione per raggiungere il tabellone principale con i migliori giocatori.

Tra gli iscritti, anche un argentino e tutti e quattro i tennisti che quest'anno hanno disputato la serie B per il Circolo Tennis Galatina.

Gli orari del Torneo andranno dalle 16 fino a tarda serata. La finale sarà sul campo centrale del CT Galatina il 25 Agosto; per tutta la durata della manifestazione l'ingresso sarà libero e il Circolo Tennis allieterà i propri ospiti con alcune serate all'insegna dell'intrattenimento. Si potranno anche prendere informazioni sui prossimi appuntamenti tennistici del Circolo e sulla scuola tennis.

Galatina, 14 Agosto 2013

Filippo Stasi

Direttore Sportivo “C.T. Galatina”
 
Di Redazione (del 02/10/2015 @ 21:30:11, in NohaBlog, linkato 7941 volte)

Egregio Sindaco Montagna ,

Siamo Roberta, Ilaria e Alessio  della scuola Media  dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Noha . È arrivato il momento  di segnalarle che noi ragazzi e i suoi concittadini  siamo stufi delle mille scuse che ogni anno ci vengono servite su un piatto d’ argento. Le possiamo assicurare che i nostri genitori fanno pienamente il loro dovere pagando le tasse per la nostra città . Voi perché non fate il vostro dovere da sindaco? Sono 3 anni  che le chiediamo la rete WI-FI per la nostra scuola , noi come studenti abbiamo il diritto di studiare dignitosamente  e vivere in un paese che ci fornisca buoni servizi .La nostra scuola  va migliorata perché noi siamo il futuro  di questa città e le possiamo dire sinceramente  anche se abbiamo solo 14 anni che abbiamo già le nostre idee riguardo la politica del paese. Non  vorremmo perdere la fiducia che  un sindaco dovrebbe dare ai suoi concittadini perché  lei dovrebbe dare l’esempio in primis, non si può studiare in una scuola  senza tecnologia perché siamo tagliati fuori dal resto del mondo. Forse con un semplice abbonamento mensile  risolverebbe  la situazione. Ora crederà  che i problemi siano finiti qui ma questa è la punta dell’iceberg. Può risponderci sinceramente ad una domanda? Secondo lei NOHA è una città di serie B ? Perché  noi vediamo  con i nostri occhi la differenza tra galatina che è una bellissima città piena di verde ,di  luminarie, di vita, di villette ben curate perché Noha non ha tutto questo? Le villette che dovrebbero essere il luogo felice per  piccoli e per i ragazzi dove  poter giocare e socializzare si ritrovano in spazi non accoglienti e a volte anche pericolosi. Quante volte abbiamo incontrato  dei nonnini che accompagnano  le loro piccole gioie (nipotini)e non hanno un posto dove sedersi perché le panchine sono inesistenti o quasi e pensiamo a quante persone anziane avrebbero voluto utilizzarle nei caldi pomeriggi d’estate. Le vogliamo fare un esempio pratico noi ragazzi e la nostra professoressa Rita Maria Colazzo  lo scorso anno abbiamo creato un progetto “verde è bello” ci siamo armati di pale, rastrelli, zappe, piccole piante e fiori. Siamo andati sulla villetta dei caduti per onorarli visto che vengono ricordati da parte della giunta  comunale solo in un periodo dell’anno e questo  per noi è veramente triste perché loro sono stati la nostra storia e sono i nostri cari antenati che hanno lottato e dato la loro vita per noi. Purtroppo dopo tanto lavoro e impegno da parte nostra tutto è stato distrutto da alcuni” vandali” ma noi testardi non ci siamo fatti scoraggiare e siamo ritornati li di nuovo al lavoro. Ma la pavimentazione non è di nostra competenza, osservi questa foto signor sindaco la guardi con l’immaginazione di un ragazzino  per una strana coincidenza noi vediamo la nostra Italia. Forse questi caduti meritano un po’  più  di attenzione  anche da parte vostra. E visto  che ormai siamo qui per concludere il nostro discorso “in bellezza” le vorremmo far notare lo stato disastroso del manto stradale che è a dir poco inguardabile con buche o crepe che sembrano voragini , basterebbe poco per risolvere questi problemi, una adeguata manutenzione magari con un certo anticipo prima dell’invecchiamento perché il dissesto del manto stradale e la sua segnaletica ormai inesistente riduce la sicurezza su strada, per tutti provocando danni ai veicoli e alle persone. Allora signor sindaco vogliamo far crescere la nostra città o dovremmo aver paura del futuro!!!

Gli alunni della 3 B  di Noha

ILARIA PERRONE, ALESSIO PERRONE & ROBERTA

 
Di Antonio Mellone (del 28/10/2013 @ 21:30:00, in I Beni Culturali, linkato 3605 volte)

Se diamo uno sguardo ai beni culturali di Noha, e se dimostriamo appena un pizzico di sensibilità nei confronti del nostro patrimonio storico-artistico, non possiamo evitare di chiederci perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia è costretta a fare l’ingloriosa fine che è sotto gli occhi di tutti (inclusi i ciechi, gli orbi ed i bendati).

Ebbene sì, ormai lo sanno anche le pietre che stiamo dando il colpo di grazia alla memoria dei nostri padri, alla bellezza della nostra terra, all’opera di chi ha costruito capolavori, innalzato cupole, issato menhir, eretto torri medievali di avvistamento e difesa nonché torri civiche con campanile ed orologio, incavato frantoi ipogei, miniaturizzato casiceddhre in pietra leccese, edificato pietra su pietra la stupenda casa rossa, fabbricato masserie antichissime, scavato trozze con tanto di puteali scolpiti in pethra aurea, architettato il palazzo baronale ed il suo bellissimo giardino d’aranci, realizzato la distilleria del Brandy Galluccio, e così via.
Ora per favore non mi si venga a dire con la prosopopea emblematica di chi non ha mai capito un cavolo né di diritto né di economia che “il privato è più efficiente del pubblico”. Ai giuristi de noantri ed agli economisti per caso vorrei sommessamente dire che a Noha c’è la lampante dimostrazione dell’esatto contrario.
Oddio, non è che qui il pubblico brilli per particolari virtù (anche perché a Noha il pubblico forse non è mai esistito, e se anche fosse – ipotetica del terzo tipo – lo sarebbe ancora una volta per sbaglio. Per averne un esempio basta osservare con quali efficienza-efficacia-economicità questo pubblico ha fatto ristrutturare la vecchia scuola elementare di Noha dissipando 1.300.000 euro – bruscolini - e scordandosi al contempo di pensare all’allaccio all’energia elettrica come dovuto, onde, ad oggi, nella suddetta struttura, non è possibile far funzionare nell’ordine: impianto fotovoltaico, ascensore, apparato di condizionamento dell’aria, varie ed eventuali. Ma questa è un’altra storia).   
Dicevo dei privati. Ebbene sì, la maggioranza assoluta dei beni culturali nohani è in mano ai privati. I quali – forse ingrati, e in tutt’altre faccende affaccendati come con molte probabilità sono e saranno sempre stati - tutto hanno in mente di fare men che di prendersi cura dell’oro che hanno per le mani.

Non è un mistero doloroso il fatto che la torre con ponte levatoio, sì, quella medievale vecchia di sette secoli, si mantenga in piedi ormai quasi per quotidiano miracolo (ed i miracoli, si sa, non si ripetono all’infinito); che il palazzo baronale, meglio noto come il castello, ormai senza più anima viva al suo interno dopo la dipartita degli ultimi inquilini, stia andando incontro al suo inesorabile accartocciamento post-muffa; che il frantoio ipogeo ridotto a poco più che una cloaca a cielo chiuso verrà a breve attraversato da un bel canalone della fognatura bianca (una in più o una in meno, cosa cambia); che l’orologio svettante nella pubblica piazza è da quasi un decennio il più fermo del mondo in assoluto (roba da guiness dei primati: dove per primati stavolta bisogna intendere le scimmie); che le casiceddhre che ormai in tanti vengono a vedere anche da fuori paese (invece chi del posto dovrebbe appena alzare lo sguardo sembra affetto o da cataratta cronica o da cefalea letargica, nonostante la possibilità di accedere a prezzo di costo a numerosi antidoti farmacologici) si sta sfarinando per colpa del cancro della pietra leccese (e soprattutto per colpa di quello culturale che distrugge i residui neuroni degli umanoidi nostrani), mentre il grazioso campanile in miniatura è già venuto a mancare all’affetto dei suoi cari appena qualche mese addietro; che l’affascinante misteriosa casa rossa, la casa pedreira nohana, ha finalmente un motivo di attrazione in più dato alla luce di recente da una betoniera trovatasi per caso nelle sue immediate adiacenze: una neonata altèra casa bianca presidenziale.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 15/10/2021 @ 21:27:41, in Comunicato Stampa, linkato 479 volte)

Chi, da oltre quattro anni, amministra la nostra città non sfugge all’accusa di “Blablabla”, pronunciata nei confronti dei politici dall’attivista svedese, Greta Thumberg, nel suo intervento al  convegno “Youth4Climate” di Milano del 28 settembre scorso.

La Giunta di Marcello Amante, in questi anni, ha conseguito alcuni primati, da non fare invidia a nessuno: quello dei finanziamenti e della occasioni perdute, quello delle promesse fatte, degli impegni presi e non mantenuti.

Sono trascorsi ormai oltre tre mesi dalla promessa di dotare l’attuale fermata degli autobus della STP e della Sud-Est di una pensilina, dove i numerosi passeggeri che si recano a Lecce possano attendere i mezzi al coperto, al riparo dal solleone e dalle intemperie.

La decisione di realizzare l’opera fu presa nel corso della riunione del Consiglio Comunale del 28 giugno scorso, con l’adozione di una  delibera approvata dall’intero consesso, maggioranza e opposizione.

La necessità fu rappresentata da un’interrogazione al sindaco, ed era stata, in più occasioni, con lettere e contatti personali, sollecitata da alcuni cittadini. A fine discussione, ritenendo tutti i consiglieri opportuno accoglierla, fu votata la delibera n. 35 del 28.06.2021, con la quale per realizzare la struttura, per la solita lamentela di scarsità di mezzi economici, su proposta di un consigliere di maggioranza, fu individuato l’utilizzo del 5XMille, che i contribuenti destinano alla casse del Comune con la  dichiarazione annuale dei redditi.

Soluzione su cui occorre fare chiarezza. Come prevede la legge, e come si può leggere sul sito del Comune, la destinazione del contributo è vincolato, destinato solo ad attività di carattere sociale, in particolare “anziani, disabili, minori, famiglie in situazioni di disagio socio-economico. I fondi ricevuti lo scorso anno sono stati destinati a sostenere le spese per cure mediche di famiglie in difficoltà”. E’ pur vero che, come si legge nella determina, che è coinvolto anche un disabile, ma la stragrande maggioranza di coloro che utilizzano il mezzo  pubblico per recarsi a Lecce, sono ragazze e ragazzi che si recano a scuola o all’Università, pensionati e lavoratori. L’utilizzo, pertanto, non sarebbe appropriato, in linea con le suddette finalità.

Quello che tuttavia ci preme sottolineare è che, a oltre tre mesi dalla promessa, non trapela nessuno studio di fattibilità, di verifica se l’opera possa realizzarsi, la scelta del luogo e la conformità con l’ambiente circostante.

Una cosa è certa: è passata l’estate, è arrivato l’autunno, arriveranno la primavera e l’estate, i passeggeri che attendono i pulman dovranno farlo ancora al sole, alla pioggia e al vento, sperando in tempi e, soprattutto, in amministratori migliori.      

 PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Redazione (del 15/11/2018 @ 21:27:39, in Comunicato Stampa, linkato 1171 volte)

Dal 17 al 25 novembre si terrà la decima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che quest'anno avrà come tema centrale "I rifiuti pericolosi".

Il Comune di Galatina, insieme a Monteco s.r.l. e all'IISS "P. Colonna" -  Liceo Artistico "G. Toma" di Galatina, aderisce all'iniziativa europea con una serie di manifestazioni che si svolgeranno nelle piazze e all'interno delle scuole del territorio, come principale luogo di educazione e di cultura. ​

L'obiettivo è quello di sensibilizzare tutta la cittadinanza verso le buone pratiche della raccolta differenziata e, di conseguenza, l'importanza della riduzione dei rifiuti. Per questo motivo, saranno coinvolte anche le istituzioni scolastiche della Città, considerato l'elevato valore educativo dell'iniziativa.

 

Di seguito, le iniziative presentate.

SERR – Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

PROGRAMMA

AMINISTRAZIONE COMUNALE – ASSESSORATO CULTURA ed AMBIENTE

IISS “P. Colonna” – LICEO ARTISTICO “G. TOMA” Galatina

MONTECO S.R.L.

Con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Lecce

e del Centro Ecumenico Oikos “P.A. Lundin”, Galatina.

 

Domenica 18 Novembre dalle ore 10.00 alle ore 13.00 - Piazza Alighieri

  • Info-point di Monteco S.r.l.
  • Gli alunni del Liceo Artistico racconteranno il progetto “Migliorare la raccolta differenziata nelle scuole e nei luoghi pubblici”. 
  • Il Compostaggio Domestico: trasformazione degli scarti organici in concime e conseguente riduzione del flusso di rifiuti 


 Dal lunedì 19 a venerdì 23 Novembre
 Incontri presso le scuole medie della città con gli alunni del Liceo Artistico.

Sabato 24 Novembre - Aula Magna del Liceo Artistico di Galatina

CONVEGNO: LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI - Comprendere per poter agire.

             

Ore 9.00 Saluti

Prof.ssa Maria Rita MELELEO

Dirigente Scolastico  IISS “P. Colonna” Galatina

 

Dott.  Marcello AMANTE

Sindaco del Comune di Galatina

 

Dott.ssa Cristina DETTU’

Assessore alla Cultura ed all’Ambiente del Comune di Galatina

 

Dott.ssa Sonia DELLO PREITE

Responsabile Comunicazione Monteco S.r.l.

 

Prof.ssa Rossella SCHIRONE

Docente Liceo Artistico Galatina

Presidente del Centro Ecumenico Oikos “P.A. Lundin”  Galatina

 

Ore 10.00 Interventi

SOSTENIBILITA’ - EVITARE LO SPRECO

Arch. Rocco DE MATTEIS

 Presidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce

 

IL MIRACOLO DELL’ACQUA NEL SALENTO TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Prof. Paolo SANSO’

Osservatorio di Chimica, Fisica e Geologia ambientale dell’Università del Salento

 

Coffe break

 

INQUINAMENTO LUMINOSO E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE NOTTURNO

Prof. Domenico LICCHELLI

Osservatorio Astrofisico R.P. Feynman – Progetto POLARIS Università del Salento

 

MIGLIORARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NELLA scuola E NEI LUOGHI PUBBLICI

Progetto della classe 5°A – Design dell’Arredamento - Liceo Artistico di Galatina 

Prof.ssa Luciana COLOPI

Docente Liceo Artistico Galatina

 

CONCLUSIONI

 

Città di Galatina
Ufficio Stampa

 
Di Simona Levanto (del 20/11/2014 @ 21:27:19, in Comunicato Stampa, linkato 2207 volte)

Cari amici, dopo una lunga organizzazione è giunto il momento di darvi una bella notizia! Sicura di fare cosa gradita, ho il piacere di comunicarvi che l' Associazione Kinder Park aprirà il Centro Polivalente in Piazza Ciro Menotti (ex scuola Elementare NOHA) tutte le mattine (e la sera in occasione di eventi) con servizi che già l'anno scorso hanno suscitato interesse e voglia di rifare o approfondire, con i corsi di pasta fatta in casa, corsi di cucito, camminata collettiva con rientro in sede per attività fisica, sala da ballo, organizzazioni eventi, torneo di burraco, tombolate e tanto altro da fare ...... ! La prima serata d'apertura, sabato 22 alle ore 20:00 ci incontreremo con il gruppo "Sei di Noha se...." la sala sarà allietata da buona musica, dalle specialità che avrete il piacere di portare ognuno di voi e dal nostro mitico appuntamento col gratta e vinci.
"ASPETTANDO NATALE" sarà il tema che ci accompagnerà nei prossimi giorni, l'Associazione organizza un evento che darà l'atmosfera giusta al Natale, con festeggiamenti, esibizioni di altre Associazioni sportive, mercatini, mostra dei presepi ecc.....
Inoltre nella serata di sabato ci sarà una bellissima sorpresa per i più piccoli ....
Ci sarà un contributo di 2 € (esclusi i bambini)
Un doveroso ringraziamento va all'amministrazione comunale per averci permesso di utilizzare la struttura e all'avvocato Daniela Sindaco consigliere comunale delegato di Noha.

P.S. la partecipazione e aperta a tutti.

 
Di Redazione (del 21/11/2017 @ 21:26:38, in Comunicato Stampa, linkato 1215 volte)

Con la rassegna “fil rouge” il CAV MALALA ha voluto dare un segno tangibile della sua presenza sul territorio dell’ATS di Galatina con una serie di iniziative avviate nel mese di ottobre con la Campagna di sensibilizzazione “Puntiamo sulla prevenzione” destinata agli studenti delle classi 4° degli Istituti Superiori.

Uno spazio interattivo rivolto ai giovani per riflettere ed essere informati sul tema della violenza di genere, ma anche occasione di ricerca finalizzata a capire la percezione della violenza nei giovani promossa dalla sociologa e ricercatrice dell’ università del Salento Prof.ssa Anna Maria Rizzo, partner del CAV in numerose iniziative.

La rassegna “fil rouge” prevede un fitto calendario di appuntamenti e incontri, tra i quali quello del 24 novembre per celebrare il 25 Novembre Giornata mondiale istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in onore e ricordo delle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana, uccise il 25 novembre 1960 per la loro opposizione al regime dittatoriale.

A presentare la giornata del 24 novembre, presso la sede del CAV MALALA, saranno la dr.ssa Maria Giaccari - Vice Sindaco e Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Galatina, l’Assessore dei Servizi Sociali Antonio Palumbo e la dirigente dell’Istituto Comprensivo Polo 3 Prof.ssa Rosanna Lagna.

A partire dalle ore 9.00 di venerdì saranno attivati laboratori teorico-pratici sui temi delle “differenze di genere, destrutturazione degli stereotipi di genere e sul rispetto delle differenze”, che coinvolgeranno direttamente 50 ragazzi delle classi terze della scuola di 1° grado.

Le attività laboratoriali saranno curate dalla Dr.ssa Barbara Colucci e Barbara De Simone e dalla coordinatrice dr.ssa Paola Gabrieli.

I ragazzi divisi in gruppi saranno stimolati e portati a manifestare, con tecniche riflessive, interattive ed emozionali, i modi di pensare intrisi di stereotipi per giungere a riconoscere questi come la vera causa e l’origine della violenza dettata da una educazione basata su modelli educativi stereotipati

Ufficio Stampa Comune di Galatina

 
Di Redazione (del 12/12/2019 @ 21:25:03, in Comunicato Stampa, linkato 934 volte)

Sabato 14 dicembre 2019, dalle 16:00 alle 19:00, prima apertura straordinaria delle due sedi della scuola in Viale Don Tonino Bello (settore Economico-Tecnologico) e in Viale Don Bosco (settore Professionale).
L’Istituto d’Istruzione Superiore “Laporta/Falcone-Borsellino” di Galatina si prepara ad accogliere gli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e le loro famiglie, per una serie di appuntamenti dedicati all’orientamento scolastico “in entrata”, in vista delle iscrizioni alla classe prima per l’A.S. 2020-2021.
Nel corso delle giornate di orientamento “OPEN DAYS”, i ragazzi interessati ai nostri corsi di studio potranno fare esperienza nei laboratori scientifici, tecnologici ed artistici, guidati dai docenti e dagli studenti della scuola, e conoscere nei dettagli l’offerta formativa dell’Istituto Tecnico-Professionale.
Con il primo OPEN DAY di sabato 14 dicembre 2019 (ore 16:00-19:00), sarà quindi possibile visitare la sede del settore ECONOMICO-TECNOLOGICO di Viale Don Tonino Bello, che ospita i corsi ed i laboratori dei seguenti indirizzi: Amministrazione Finanza e Marketing, Sistemi Informativi Aziendali, Relazioni Internazionali per il Marketing, Turismo, Informatica e Telecomunicazioni.
Passando ai corsi dell’istruzione PROFESSIONALE, la storica sede di Viale Don Bosco sarà aperta per presentare l’offerta relativa ai seguenti indirizzi: Servizi Commerciali con curvatura Sportiva (novità 2020/21), Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale con Qualifica O.S.S. (Operatore Socio-Sanitario), Odontotecnico, Manutenzione e Assistenza Tecnica, Corsi Serali per Adulti.
Le prossime iniziative di orientamento si svolgeranno secondo il seguente calendario:
-    Domenica 12/01/2020 - (ore 10:00-12:00);
-    Sabato 25/01/2020 - (ore 16:00-19:00);
-    Giovedì 30/01/2020 - (ore 16:00-19:00).
Per tutte le informazioni, è possibile contattare il front-office dell’Istituto ai seguenti numeri 0836/56.11.17 (Tecnico) - 0836/56.10.95 (Professionale), oppure collegarsi al sito web WWW.IISSLFB.EDU.IT.

I docenti dell’I.I.S.S. “Laporta/Falcone-Borsellino” 
 

 
Di Redazione (del 13/01/2017 @ 21:24:47, in Comunicato Stampa, linkato 1995 volte)

Domenica 15 gennaio prima apertura straordinaria della scuola dalle 9:00 alle 12:00, dal 16 gennaio supporto alle famiglie per l’iscrizione on-line.

L’Istituto Professionale “Falcone e Borsellino” di Galatina apre le porte della propria sede in Viale Don Bosco n. 48 alla Città, agli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e alle loro famiglie.

Nel corso delle giornate di orientamento “OPEN DAYS”, i docenti del Polo Professionale galatinese, coadiuvati da alcuni studenti dell’Istituto, guideranno i ragazzi di terza media in un breve percorso didattico, per presentare l’offerta formativa della scuola nei suoi diversi settori: Servizi SOCIO-SANITARI con QUALIFICA O.S.S. (protocollo di intesa con la Regione Puglia),  Settore ODONTOTECNICO,  MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (Elettrotecnica, Elettronica, Meccanica e Termomeccanica) e Servizi COMMERCIALI (con QUALIFICA di OPERATORE GRAFICO). Sarà inoltre possibile visitare i numerosi laboratori, l’auditorium e gli impianti sportivi presenti nell’Istituto.

Le prossime iniziative di orientamento si svolgeranno secondo il seguente calendario:

  • DOMENICA 15 GENNAIO 2017 dalle ore 9:00 alle ore 12:00;
  • GIOVEDI’ 19 GENNAIO 2017 dalle ore 16:00 alle ore 19:00;
  • GIOVEDI’ 26 GENNAIO 2017 dalle ore 16:00 alle ore 19:00;
  • DOMENICA 29 GENNAIO 2017 dalle ore 9:00 alle ore 12:00.

Inoltre, dal 16/01/2017, gli uffici di segreteria saranno a disposizione delle famiglie per supportarle nella procedura di iscrizione “on-line” alla classe prima per l’A.S. 2017/2018.

Per tutte le informazioni è possibile contattare la segreteria didattica al numero 0836/56.10.95 oppure collegarsi al sito web della scuola www.professionalegalatina.it.

Vi aspettiamo numerosi!

I docenti dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”

 
Di Redazione (del 30/05/2021 @ 21:24:04, in Comunicato Stampa, linkato 529 volte)

Il primo giugno si svolgerà in tutte le pasticcerie aderenti il “Pasticciotto Day”, secondo gli organizzatori un modo per promuovere il prodotto di pasticceria più famoso del Salento, vendendolo a soli 60 centesimi al pezzo.

Bene, anzi male. In questa frase c’è tutto il non-senso di una iniziativa, puramente commerciale, che nulla produce in termini di valorizzazione di un prodotto che è e rimane un’eccellenza della scuola pasticciera di Galatina.

L’iniziativa si muove su un canale molto diverso rispetto alla strada intrapresa dall’Amministrazione comunale di Galatina che negli scorsi mesi aveva chiesto l’istituzione dei due marchi “Galatina Città del Pasticciotto” e “Pasticciotto di Galatina” e lo aveva fatto con il dichiarato proposito di rendere istituzionalmente rilevante il legame tra il prodotto dolciario e la nostra Città. Un prodotto a forte vocazione identitaria cioè, un’icona di una città e di tutta la sua scuola pasticciera che va promosso, valorizzato, tutelato. Non svilito. Non svenduto.

Ecco, già il mettere sullo stesso piano una qualsiasi pasticceria di una qualsiasi altra città che, bontà sua, può scegliere liberamente di aderire a questa manifestazione con le pasticcerie di Galatina (volutamente non cito nessuna in particolare) è già di per sé uno svilimento del prodotto che si intende promuovere. Come se il Pasticciotto avesse bisogno di questo tipo di promozione in un periodo dell’anno peraltro in cui la sua vendita sarà diretta quasi esclusivamente a nostri conterranei viste le ridotte presenze turistiche del momento.

E chiedere a tutte le pasticcerie aderenti di venderlo per quella giornata a 60 centesimi significa svendere un prodotto culturale a forte vocazione identitaria quale è il Pasticciotto come fosse un semplice pezzo di pastafrolla con della crema dentro. Che forse per gli altri lo è, certo non lo è né lo sarà mai per noi galatinesi. E, anche in ragione di questo, fa tristezza che a ideare, organizzare e promuovere il “Pasticciotto Day” ci siano operatori economici e pasticcieri di Galatina.

Pierantonio De Matteis

Consigliere Comunale Andare

 

I campus si svolgeranno dal 9 giugno al 4 agosto, per tutti i ragazzi dai 4 ai 15 anni.

L'estate è alle porte e, come ormai di consuetudine, dalle parti del circolo tennis di Galatina fervono i preparativi per l'organizzazione dei prossimi “Campus estivi 2014”. Quest'anno, lo staff del circolo ha stretto una collaborazione che si preannuncia vincente, con l’organico della scuola d’infanzia “Crescere Insieme”. Il campus avrà inizio lunedì 9 Giugno ed è rivolto a tutti i bambini dai 4 ai 15 anni. Le attività che i ragazzi potranno svolgere all’interno della rinnovata struttura del circolo tennis di Galatina, saranno: volley, calcio, basket, balli di gruppo ed aerobica, oltre a tanti laboratori didattici.

Un piccolo antipasto di quello che accadrà durante i campus, sarà visibile a tutti domenica prossima, 1 giugno, in Piazza Alighieri. Dalle 9.30, infatti, tutti i bambini presenti potranno palleggiare con i nostri Carlotta Stasi (Maestra Federale) e Francesco Està (Tecnico Nazionale), e divertirsi con lo staff della scuola “Crescere Insieme”.

“Lo scorso anno abbiamo una grande partecipazione, per questo abbiamo deciso di riproporre la formula del campus estivo in collaborazione con lo staff di Crescere Insieme. I bambini potranno trascorrere intere mattinate immersi nel verde, tra sport e divertimento, in un ambiente sicuro ed accogliente e, soprattutto, assistiti da uno staff qualificato e di provata esperienza. Vi aspettiamo tutti in Piazza Alighieri, domenica prossima, per pregustare il nostro meraviglioso Summer Camp 2014. Potrete avere tutte le informazioni, anche presso la Segreteria del Circolo Tennis, in Via Guidano o chiamando lo 0836562000 o il 3471420039.”

Galatina, 30 Maggio 2014

Filippo Stasi

Direttore Sportivo - “C.T. Galatina”

 

manifesto-festa-cittadina-lettori-galatinaPagine strappate, immaginate, salvate… … pagine di scuola” è questo il tema dell’edizione 2014 de La Festa dei Lettori Cittadina, promossa dalla Biblioteca Giona – Presìdio del Libro di Noha e Galatina, in collaborazione con la Biblioteca “P. Siciliani” e l’Assessorato alla Cultura. Giovedì 30 ottobre, fin dal mattino il Palazzo della Cultura di Galatina farà da cornice a quello che anno per anno sta diventando un appuntamento formativo d’eccezione per piccoli e grandi lettori.

Il tavolo degli origami, il tavolo per la costruzione di pagine, il tavolo “Dalle parole alle immagini”, l’angolo dedicato alla lettura per i piccoli, lo spazio per le scritture sul muro. Queste alcuni dei laboratori per l’occasione. Ed ancora la web radio di Inondazioni.it per una narrazione in tempo reale dell’evento, l’angolo dedicato alla musica e alle letture, gestito da Raffaello Murrone, la Sala Contaldo per le videolettere.
Molto particolare sarà la presentazione del libro d’arte “Multiversi di carta”, costituito da fogli, piegati, strappati, scritti, disegnati in questo periodo e nel giorno stesso dell’evento. Un libro dedicato all’incontro, ai tanti universi personali e istituzionali – tutti di pari dignità- che chiedono di essere ascoltati.

Roberto-cotroneoNel pomeriggio, invece, ci si sposta presso il Cine Teatro Tartaro dove alle ore 18.00 sarà presentato ”Il sogno di scrivere”. Perché lo abbiamo tutti perché è giusto realizzarlo” il libro del giornalista, scrittore e critico letterario Roberto Cotroneo. Modera l’incontro la prof.ssa Daniela Vantaggiato. Diretta web su Inondazioni.it

L’iniziativa rientra nel circuito “La Festa dei lettori” nata nel 2004 con l'intento di "festeggiare" la lettura ed i lettori, portando i libri allo scoperto, nelle piazze e per le strade, nei ristoranti e nei bar, tra le vetrine dei negozi, nei palazzi storici, nei giardini pubblici, nei castelli e nei porti. Gli incontri con gli autori, le letture pubbliche, i giochi per i più piccoli e le tante altre festose iniziative promosse dai presìdi su tutto il territorio nazionale, hanno visto partecipare le scuole (sempre più numerose attraverso la collaborazione dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia e di quelli delle altre regioni in cui operano i presìdi), le biblioteche, tante realtà che già operano per la promozione del libro e della lettura ed un pubblico di bambini, ragazzi e adulti, lettori e non lettori.

fonte:g2000.it

 
Di Redazione (del 09/01/2015 @ 21:20:35, in Presepe Vivente, linkato 4678 volte)

Ecco a voi il tema sul presepe vivente di Noha svolto dal piccolo Alessio Toraldo della terza classe della scuola elementare di Lequile.

Il Presepe di Noha
(di Alessio Toraldo)
 
La sera di Natale, io con la mia famiglia e dei nostri amici, siamo andati al Presepe vivente di Noha. Appena entrati, abbiamo visitato delle case antiche, e in ognuna c'erano dei personaggi che facevano rivivere i vecchi mestieri.
In una di queste case ho assaggiato il vino e il formaggio di Noha. All'uscita, abbiamo incontrato l'ex-direttore di mia mamma, che era la voce narrante del Presepe. Infatti, faceva interviste ai partecipanti e raccontava delle storie, che venivano sentite in tutto il centro storico grazie alla filodiffusione.
Lui all'inizio ci ha fatto notare le casicegge [sic], casette piccoline che si trovavano sulla terrazza di una casa antica di Noha e che formavano il villaggio di Novella, dove tanti anni fa abitavano gli gnomi. Poi ci ha accompagnati a vedere la natività in una casa molto strana, costruita nella roccia, chiamata "casa rossa".
Infine siamo passati da un giardino molto grande dove c'erano tanti animali come asini, cavalli, galline, anatre e dolci agnellini.
Il direttore ci ha dato anche un libro scritto da lui, che parla della storia di Noha.
 
Di Albino Campa (del 30/11/2006 @ 21:20:33, in Eventi, linkato 5015 volte)
"Grande successo di pubblico per il convegno del 27 ottobre 2006 organizzato dalla CGIL di Galatina per commemorare dei veri e propri eroi della lotta per i diritti dei lavoratori "Carlo Mauro, Biagio Chirenti e Luisa Palumbo".
Dal palco dei relatori, moderati da Ninì De Prezzo, si sono alternati il Sindaco di Galatina, Sandra Antonica, che ha introdotto il simposio; Carlo Macrì che ha svolto il tema sulla nascita della CGIL nel Salento; Antonio Mellone che ha discettato della pasionaria di Noha: Luisa Palumbo, meglio nota come La Isa; Angela Chirenti che ha raccontato la storia di suo padre Biagio Chirenti, contadino, sindacalista e sindaco; ed infine Giuseppe Taurino, in sostituzione di Lucio Romano, che ha trattato della romantica attualità di Carlo Mauro.
Di seguito riportiamo il discorso commemorativo di Antonio Mellone sulla passione e la lotta della nostra concittadina Luisa Palumbo...".


Luisa Palumbo (La Isa): passione e lotta

Questa sera ho l’onore di parlare di un nome, celebrandolo (alla fine di ognuno di noi non resterà che il nome): quello caro di Luisa Palumbo (1920 - 2003), meglio nota come la Isa, e ancor più nota quale pasionaria di Noha.
Come vedremo la Isa, comunista convinta, è stata una sindacalista battagliera, protagonista delle lotte per la rivendicazione dei diritti degli ultimi. Ma prima di tutto questo, la Isa era una Donna!
Ne parlerò sul filo della memoria, delle testimonianze e soprattutto del cuore.
Scopriremo come sia vero il fatto che certe figure inquadrate in ambienti “provinciali”, come Noha, meritano di essere fermate finalmente sotto il flash della Storia, la quale, benché “locale” o “micro” (come dice Antonio Antonaci), dovrebbe essere comunque scritta con la maiuscola. Per capirci meglio, diciamo che la Storia locale è Storia tout court: non c’è più Storia di prima scelta e Storia di seconda scelta. Di fatto la storia generale non può fare a meno della micro-storia, quella delle piccole località e della gente non blasonata spesso testimone o protagonista “muta” della Storia: così come è vero che ogni mosaico è, del resto, fatto da mille piccole tessere, tutte importanti.
Questa sera, dunque, parlerò di una di queste tessere musive.
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Conobbi la Isa in circostanze particolari.
Eravamo nel 1983. La mia famiglia come numerose altre famiglie di Noha (e di Galatina) trovava sostentamento nell’agricoltura.
Nell’ambito di questo settore la coltivazione che assorbiva i pensieri e le energie e le ore del giorno e della notte di tutti i membri della mia famiglia, incluso il sottoscritto, era il tabacco…
Ora vi devo confessare che non solo non ho mai amato, ma neanche provato la pur minima simpatia questa coltura (e, a dirla tutta, nemmeno per le altre: verdura, vigneto ed uliveto, le principali, non collimavamo punto né con le mie aspirazioni, né con i miei hobby: l’idea dell’agricoltura quale sbocco occupazionale non mi sfiorava il pensiero: nemmeno come ripiego). Diciamo che la campagna mi sarebbe piaciuto intenderla al più come villeggiatura. Le mie braccia preferivano il carico di dieci libri pesanti, ma non uno di una “filza” di tabacco.
I miei genitori ovviamente non mi avrebbero permesso di trascorrere l’estate nel “dolce far nulla”: era un lusso che solo alcuni dei miei amici, più fortunati di me, potevano permettersi. L’ozio non era contemplato né negli schemi mentali né nel vocabolario dei miei familiari, e, a dire il vero, neanche nei miei.
Bisognava dunque trovare un’alternativa all’aborrito tabacco.
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Il bisogno aguzza l’ingegno anche dei ragazzini. Il mio mi portò in quell’amena località di mare al nord di Gallipoli che risponde al nome di “Lido Conchiglie”, dove venni assunto per tutta l’estate (e così per le successive quattro bellissime “stagioni”), in qualità di cameriere, alle dipendenze del grazioso hotel-pensione denominato appunto “Le Conchiglie”, un complesso turistico allora di proprietà proprio della signora Luisa Palumbo, nonna di Tony Serafini, un mio compagno di classe delle medie, qui presente, che di fatto era stato il mio “gancio”. Anche egli, colà, non era, oltre tutto, in vacanza, ma cameriere, al pari di me (non c’erano forme di nepotismo per la Isa!)…
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La proprietaria era, dunque, una anziana signora corpulenta, anziché no; ma attivissima, soprattutto in cucina, e combattiva, come vidi, financo al mercato del pesce di Gallipoli, dove conosciuta da tutti, veniva rispettata anche dal più incallito e smaliziato pescivendolo all’ingrosso.
La cosa che colpiva subito della Isa, a Lido Conchiglie dove visse gli ultimi vent’anni e più della sua vita, era un nugolo di cani e gatti che per la strada la seguivano o la precedevano: insomma l’accompagnavano ovunque movesse il suo passo lento e grave. Erano povere bestie randagie, abbandonate da gente violenta e senza scrupoli, delle quali la Isa si prendeva amorevole cura.
Questa donna dalla folta canizie, all’inizio mi sembrò burbera: compresi invece, in seguito alle nostre conversazioni (e ce ne furono molte) che la Isa aveva temprato il suo carattere coraggioso e agguerrito, ma in fondo altruista, alla scuola dura delle battaglie e delle mobilitazioni, degli scioperi e delle persecuzioni degli anni cinquanta che avevano finalmente interessato la provincia di Lecce; lotte senza le quali inesorabilmente si sarebbe rimasti ai tempi del feudalesimo dei servi della gleba.
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Mi rammarico di non aver approfondito e di non aver raccolto altre informazioni di prima mano da quella protagonista della Storia, animosa ed intrepida: quella donna che ha sfidato la storia del “ciclo dei vinti” (di verghiana memoria), contribuendo a cambiarla, questa storia!
Ma credo di esserne scusato: non ero che un imberbe sedicenne.
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La Isa fu un’attivista politica soprattutto negli anni cruciali delle lotte per i diritti delle tabacchine e successivamente negli anni delle contestazioni sessantottine, dove a Lecce, a Roma e altrove, era sempre in prima fila (lei allora casalinga) a fianco degli operai e degli studenti universitari, negli scioperi, nelle manifestazioni e nelle lotte che cambiarono il mondo, sulle note di “Avanti popolo”, “Bella ciao”, “L’Internazionale”…
Canti di Resistenza!
E sventolio di bandiere rosse con falce e martello, simboli del lavoro dei campi e delle fabbriche: vessilli che garrivano con fierezza ad ogni vento, specie se contrario.
Una volta le chiesi spiegazioni circa una sua cicatrice sulla fronte. Mi disse che si trattava del ricordo di un tumulto avvenuto nella capitale, allorché racimolò una manganellata sulla fronte, il cui segno (una ventina di punti di sutura!) rimase quale marchio indelebile della sua indole, che pare volesse dire agli interlocutori: “mi spezzo, ma non mi piego”.
La sua passione era quella di “contagiare” con le sue idee rivoluzionarie, lavoratrici e lavoratori, di quella voglia di libertà e di diritti necessari alla costruzione di una moderna democrazia. Soleva ripetere in codesta funzione, quasi didattica, nei confronti dei suoi concittadini: “…Accorgiamoci dell’ingiustizia! Se ci mettiamo insieme, se ci difendiamo, allora i padroni borghesi non possono far nulla. I diritti si ottengono con la lotta. Se non difendi il tuo pane, nessuno ti tutela…”.
Ed ancora: “Cercavamo di parlare alle tabacchine, in riunioni di caseggiato, nelle fabbriche, nelle borgate, nei locali più svariati per renderle edotte della loro condizione e dei loro tabù. Non era facile. C’era tanto da lavorare. Ce ne voleva per far comprendere questi principi.” (Queste appena proferite sono parole estrapolate dallo stupendo documentario di Luigi del Prete (anch’egli qui presente) intitolato “Le tabacchine. Salento 1944 – 1954”, edizioni Easy Manana; parole non molto dissimili da quelle che mi comunicava di persona).
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La Isa ha vissuto nell’ambiente rurale, come era quello di Noha, che non dava spazio a nessuno: figuriamoci ad una donna.
Mentre le altre compagne della stessa classe d’età della Isa negli anni ‘50 conducevano la loro vita di “schiavette” in seno alla famiglia o in mezzo ai campi (o le più “fortunate” in fabbrica) senza il diritto di parola o addirittura di pensiero, la Isa studiava, leggeva libri e riviste, e giornalmente “l’Unità”, quotidiano comunista (che cercava anche di distribuire e vendere specialmente nelle manifestazioni, anche come forma di autofinanziamento).
Le generazioni di oggi non possono avere nemmeno una pallida idea di cosa questo potesse allora significare: era questa una vera e propria rivoluzione, uno stravolgimento inaudito di uno status quo. Una donna poi!
Il lungo commercio con le lettere, la sua dote naturale di comunicativa, ma soprattutto le convinzione che era necessario agire, spingeranno la Isa a diventare un’agguerrita sindacalista, ovviamente della CGIL, o meglio una “capopopolo”, sempre presente nelle piazze e sui palchi dei comizi (anche improvvisati), nei quali sempre prendeva la parola: che scandiva con risolutezza e con un italiano impeccabile.
Si elevava in alto questa voce di Donna; e incantava, caricava gli animi scoraggiati dei “vinti”, quelli che ai propri figli potevano donare soltanto fame e freddo.
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La Isa diviene quasi un mito per i contadini di Noha e le altre operaie e tabacchine: la persona alla quale rivolgersi per ogni istanza, per la tutela e la rivendicazione dei diritti dei propri diritti di lavoratori: l’altra faccia dei diritti umani.
La Isa non spingeva alla ribellione soltanto per la povertà, la paga misera, il riconoscimento degli assegni di maternità, la fame, lo sfruttamento, la corruzione, ma soprattutto per il peso insopportabile della dignità calpestata e l’oltraggio del ricco: concessionario del tabacco o proprietario terriero che fosse.
La Isa non era affetta mai da timori reverenziali, nemmeno nei confronti del prefetto di Lecce, il tremendo Grimaldi, che voleva sminuire il valore della sua rappresentanza. La Isa fu una delle organizzatrici, insieme a tanti altri compagni, di uno sciopero straordinario (era il 24 settembre 1944). All’indomani di quella memorabile notte preparatoria la ribelle si presentò dal Prefetto, perché era di commissione, dicendogli: “Venga Eccellenza! Le faccio vedere le tabacchine che rappresento!”
Affacciatosi alla finestra il Prefetto non credeva ai propri occhi: circa 40.000 tra contadini e tabacchine gremivano le piazze e le strade dell’aureo barocco di Lecce.
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I contadini e le tabacchine si spaccavano le braccia, le ossa, la schiena: la terra arida dava magre ricompense. La campagna povera del sud dell’Italia doveva diventare una civiltà alla scuola della fame e della dignità.
Bisognava far capire che il lavoro era una condizione collettiva, tanto più dignitosa quanto più il capitale ed il lavoro (i due fattori classici della produzione) erano remunerati con equilibrio e bilanciamento.
Ma non era facile: chi per paura di perdere anche quel poco che aveva, chi per pigrizia, chi per ignoranza, chi per quieto vivere, pur accettando in linea di principio quelle istanze, difficilmente si esponeva in prima persona rivendicando ciò che gli spettava.
Proprio per questo, per il contesto da vera e propria cappa feudale, il merito della Isa va raddoppiato. Anzi decuplicato.
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La lotta e la passione della Isa dovrebbero camminare oggi sulle nostre gambe. Altrimenti sarebbe inutile questa sera starne qui a parlare. Ecco: la democrazia è una conquista giornaliera. Mai definitiva!
La fissità arcaica di rapporti sociali fondati sull’abuso della vita non è poi così lontana dai nostri tempi. Chi ha sfogliato L’Espresso di qualche settimana fa, allorché si parlava dei nuovi schiavi, avrà avuto modo di capire che proprio nella nostra Puglia, nei nostri campi c’è una realtà feroce, che non ama i riflettori, ma che non deve faticare tanto per nascondersi...
Il caporalato non è un cimelio antico, rispolverato in occasione di una coraggiosa inchiesta giornalistica: è invece una miscela nauseabonda di lavoro nero e criminalità, anche mafiosa. E non c’è differenza se il lavoratore è pugliese o extracomunitario o se è un contadino di colore schiavizzato nella raccolta dei pomodori del foggiano, o una badante dell’est europeo sottopagata e senza orari di lavoro.
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Oggi si assiste tra l’altro a fenomeni strani che colpiscono molti lavoratori dipendenti, “invitati” a lavorare così tanto da stravolgere il senso stesso della natura del lavoro, che è mezzo e non fine della vita.
Approfondendo la ricerca si scopre che la giornata lavorativa di 10 o 12 ore sta diventando (oggi, 2006!) per molti un’eccezione sempre più rara: “capireparto” di ipermercati impegnati per circa 72 ore settimanali, senza contare le eventuali domeniche; brillanti laureati cooptati da multinazionali di consulenza aziendale, che dopo i massacranti turni settimanali, sono costretti a portarsi il lavoro a casa (per “terminare la relazione nel week-end”). E, sia chiaro, spesso non si hanno alternative.
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Per carità: io sono il primo a rimproverare il giovane, magari trentenne, mammone e pigro, che oggi si aspetta la manna dal cielo, il posto di lavoro scodellato bello e pronto e a tempo indeterminato, solo perché “ha studiato”.
Penso che gli anni di gavetta siano necessari, per tutti. Aggiungo perfino (e lo dico con coraggio in questa assise di sindacalisti!) che una quota di “sfruttamento”, allo scopo di imparare un mestiere, debba essere messa in conto… Ma una cosa è dire questo, un’altra è pensare di mantenere la “competitività aziendale” attraverso codeste inqualificabili politiche gestionali. Politiche che ovviamente non vengono mai chiaramente esplicitate: nessuno ti chiede palesemente di passare la vita dentro l’azienda; nessuno ti obbliga a rimanere fino a sera; devi solo saperti organizzare e raggiungere gli obiettivi prefissati…
Ma in questo modo tu sei solo contro il mondo intero!
La corsa frenetica verso il profitto spinge l’uomo a calpestare la dignità di un suo simile, che poi è un suo “collega”. Il lavoro è un diritto di cittadinanza, non una merce grezza di scambio!
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Chiudendo la parentesi e ritornando al nostro tema diciamo che la Palumbo (per dirla con il nostro presidente Nichi Vendola) era “rea di porto abusivo di sogno”.
Anzi aggiungiamo dicendo che tendenzialmente era colpevole e recidiva. Viveva in una realtà da incubo ma nutriva il sogno in cui le persone sono finalmente più importanti delle merci e dei soldi.
Se non ci fossero stati i capipopolo come la Isa oggi saremmo ancora alla condizione dei dipendenti dell’800, quelli della prima rivoluzione industriale. La lotta non serve ad un solo bracciante o ad un operaio; quell’unione serviva (e serve) al benessere di tutti.
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La Isa ora riposa in pace nella cappella di famiglia nel cimitero di Noha. Intorno alla sua tomba in primavera ho visto crescere spontanei gruppi di papaveri rossi. E ci stanno bene.
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Non so che rapporto con Dio o con la trascendenza possa la Isa aver avuto.
Mi pare che fosse atea, o scettica, o agnostica, o comunque una cristiana non praticante; ma di lei ammiravo la fede profonda nella continuità della vita, il senso assoluto del dovere, quello che ha spinto molti non credenti, anche altrove nel mondo, alla tortura pur di non tradire gli amici, o altri ancora a farsi appestare per guarire gli appestati: è questo il “lasciare il messaggio nella bottiglia”, perché in qualche modo quello in cui si credeva, o che sembrava bello, possa essere creduto o appaia bello a coloro che verranno.
La Isa, forse, potrà pur non aver avuto esperienza di trascendenza, ovvero l’abbia perduta, ma credo che si sarà sentita confortata dall’amore per gli altri e dal tentativo di garantire a qualcun altro una vita vivibile anche dopo la sua scomparsa. Sono questi gli spiriti grandi quelli che aiutano l’umanità a crescere e diventare più giusta e civile.
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Così concludeva la Isa (e concludo anch’io) la sua intervista a Luigi del Prete, ripresa per il citato documentario sulle tabacchine: “Finchè ci sarà il ricco che può comprare ed il povero che si fa comprare non ci sarà giustizia. E quei pochi che vogliono uscire da questa oppressione ci rimettono la pellaccia!...”.
E ancora: “Oggi la donna del Salento e degli altri paesi, l’emancipazione l’intende nelle calze di nailon, nel cappotto di pelliccia, nella macchina… Ma la vera emancipazione non è questa. In questi termini l’emancipazione… non c’è! Ma la vera emancipazione è chiedersi: chi sono io, che cosa posso dare alla vita, che cosa posso ricevere dalla vita…”.
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Ecco: la Isa potrebbe pur aver avuto tutti i difetti di questo mondo, ma basterebbero queste ultime sue parole per erigerLe un monumento alto fino al cielo!


ANTONIO MELLONE

 

 
Di Redazione (del 28/01/2019 @ 21:20:29, in Comunicato Stampa, linkato 809 volte)

Centrale, classe 2001, Valerio Spedicato è uno dei giovani allievi della Showy Boys Galatina ed inserito nel roster che partecipa al campionato nazionale di I livello serie C e al campionato provinciale di categoria under 18.

“Sono fiero di far parte di questa società – dichiara Spedicato – avevo voglia di continuare a coltivare la mia passione per la pallavolo ed ora, da atleta bianco-verde, posso partecipare al progetto di formazione tecnica della scuola Volley”.

È tanto l’entusiasmo del centrale della Showy Boys e ciò gli permette di “conciliare gli impegni sportivi e quelli scolastici con il massimo rendimento ed ottimizzando al meglio le ore a disposizione”. A ciò si deve aggiungere la passione che lo trascina a “vivere in maniera assolutamente positiva” la sua esperienza pallavolistica, sia nel campionato maggiore che in quello giovanile.

“Devo ringraziare l’allenatore Gianluca Nuzzo per il suo sostegno in campo e fuori dal campo – aggiunge Valerio Spedicato – mi trasmette la sua grande passione per questo sport e, da autentico motivatore, lo fa ogni giorno in occasione della seduta di allenamento. Un grazie speciale va anche alla società che ha sempre riposto fiducia permettendomi, prima di tutto, di poter indossare questa maglia e poi di portare avanti questo percorso sportivo”.

Sull’attività della scuola Volley e, in particolare, sui risultati sportivi della stagione il centrale bianco-verde si dice molto fiducioso. “Sono felice per quanto di buono stiamo ottenendo nel campionato under 18 e per l’esperienza preziosissima per tutti noi ragazzi della partecipazione ad un campionato regionale – continua Valerio Spedicato – sono convinto che con il lavoro che stiamo svolgendo in palestra potremo raggiungere gli obiettivi prefissati assieme alla società e al mister ad inizio della stagione sportiva. Quella della scuola Volley è una grande opportunità per tutti quei giovani che si avvicinano a questo sport e a cui viene data la possibilità di perfezionarsi dal punto di vista tecnico e caratteriale. Non so quante società sportive oggi puntano così tanto sulla crescita del loro vivaio – conclude Spedicato – la Showy Boys lo fa ed io sono determinano a non lasciarmi sfuggire questa occasione per migliorare. Continuerò ad impegnarmi in maniera costante per cercare di raggiungere obiettivi ancora più importanti da trasmettere, in sinergia, anche ai miei compagni di squadra”.

www.showyboys.com

 
Di Albino Campa (del 16/02/2012 @ 21:20:09, in Ex edificio scolastico, linkato 3579 volte)
Secondo voi sono finiti i lavori in corso per questo nuovo centro culturale di Noha? Secondo voi sono stati rispettati i tempi tecnici previsti dalla gara? Secondo voi c'è già tutto quello che serve: dagli arredamenti agli impianti, dai servizi ai collegamenti necessari per il pieno utilizzo della struttura? Secondo voi è stato rispettato il progetto che prevedeva che tutta la terrazza della ex-scuola elementare di Noha fosse riempita di pannelli fotovoltaici (e non soltanto quelle due file striminzite) necessari - questi sì - per rendere la struttura autosufficiente non soltanto dal punto di vista energetico ma anche dal punto di vista economico-finanziario?
Domandare è lecito. Anzi doveroso.

Dopo aver detto la vostra su questi o su altri eventuali punti interrogativi (che vi vengono in mente), siete pregati di scrivere di seguito le vostre idee per l'utilizzo proficuo (e continuo) di questo rinato bellissimo complesso - che, speriamo, non diventi mai (più) una cattedrale nel deserto.

 

I documenti del bando di gara per l'appalto dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare presenti sul sito del Comune di Galatina.

  1. icon Bando e disciplinare di gara
  2. icon Esito Gara

Di seguito tutta la documentazione.

  1. icon Domanda di finanziamento - ALLEGATO A
  2. icon Domanda di finanziamento - ALLEGATO B
  3. icon TAV. - PROPOSTA PROGETTUALE
  4. icon TAV. - RELAZIONE ILLUSTRATIVA
  5. icon TAV. - CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO
  6. icon TAV. - STATO ATTUALE
  7. icon TAV. - VARIANTE
  8. icon TAV. - PROGETTO IMPIANTI
Dalla documentazione (Tav. - Relazione illustrativa pag. 10) si evince che l'impianto fotovoltaico installato sulla copertura dello stabile doveva essere della potenza nominale di 22,77 kWp.
 
Di Redazione (del 13/01/2017 @ 21:18:59, in Comunicato Stampa, linkato 1449 volte)

Si torna in campo nel campionato regionale di serie D dopo la pausa per le festività natalizie. Ad essere più precisi, si sarebbe già dovuti scendere sul terreno di gioco per disputare la nona giornata del torneo che prevedeva la sfida con la Bee Volley Lecce, rinviata, assieme a tutte le altre partite, in seguito all'allerta meteo diramata dal Dipartimento regionale della Protezione Civile per i giorni 7 e 8 gennaio.

Persa l’occasione di mantenere la vetta della classifica, dopo la sconfitta al tie-break contro il Leverano nell'ultimo turno giocato, i ragazzi di mister Nuzzo sono chiamati ora a rimettersi in corsa, già a cominciare dalla partita in calendario Sabato prossimo a Torre Santa Susanna. Con questa gara inizia il girone di ritorno e le sfide si fanno sempre più interessanti.

"Ci apprestiamo a tornare in campo in un incontro ufficiale - dice il tecnico della Showy Boys, Gianluca Nuzzo - la sosta per le festività e il successivo stop forzato a causa del maltempo non hanno fermato il nostro lavoro in palestra in vista del giro di boa del campionato di serie D. Sabato ci aspetta un confronto difficile al cospetto di un avversario che, in modo particolare tra le mura amiche, riesce ad esprimere un buon gioco. La giovane squadra di mister Rosato è composta da buone individualità ma la caparbietà e la coesione del gruppo sono il suo punto di forza".

La partita New Volley Torre - Showy Boys Galatina, valida per la 10a giornata del campionato regionale di serie D girone C, si gioca Sabato 14 gennaio, alle ore 18:30, presso la palestra della scuola media "Mazzini" di Torre Santa Susanna (Brindisi).

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 30/03/2015 @ 21:18:07, in NohaBlog, linkato 2501 volte)

Ho notato una cosa: quando sulla carta stampata (un esempio per tutti il Quotidiano: ma quand’è che s’inizia a boicottarlo, come giustamente suggerisce Ivano Gioffreda, smettendo di buttar via i soldi per il suo acquisto?) o su altri giornali on-line scritti diretti e interpretati da “giornalisti” dotati di prolifiche ghiandole salivari si parla di Tap o di Tav, di strada statale 275 o di circonvallazioni interne, di Regionale 8 o dell’altra inutile Maglie-Otranto [per la cronaca il Salento ha il primato mondiale di strade per chilometro quadrato, quindi ne stiamo mettendo in cantiere delle altre, ndr], di Mega-porco Pantacom o di Mega-impianto di compostaggio [le cazzate o sono mega o niente anche qui da noi, ndr], di Colacem o di altri simili gigli di camposanto, di Xylella fastidiosa o di discarica a Corigliano, di trivellazioni petrolifere in mare o di inceneritori, di centrale a carbone di Cerano o di Ilva di Taranto, di fotovoltaico selvaggio in mezzo alle campagne o di impianti a biogas, di zone industrial-artigianali o di aree mercatali [l’ultima in ordine di tempo, se non già fatto, sta per essere varata a Galatina dall’attuale giunta diserbante, ndr], dicevo, quando sui cosiddetti mezzi di informazione leggiamo di tutta questa roba ci imbattiamo sovente in termini del tipo: posti di lavoro, sviluppo, ricadute occupazionali, volani per l’economia, disoccupazione, Pil, partito del no, milioni di euro, commissario straordinario, risarcimenti, emergenza, aumento della cubatura, grandi opere, suolo edificabile, fondi europei, consumi, crisi, attrattività, produzione, interesse locale, ricchezza, raccolta di firme, insediamenti produttivi, velocità di comunicazione, maggioranza allargata, conferenze dei servizi, fideiussioni, protocolli d’intesa, inizio dei lavori, tensioni politiche, assessori, tavoli tecnici, concorrenza, grandi opere.

Sono questi, a quanto pare, gli argomenti che devono essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica.

Non leggeremo di certo parole come: malattie, fumi, diossina, cementificazione, cancro, malformazioni genetiche, registro dei tumori, percolato, pesticidi, esalazioni pericolose, patologie neonatali, decessi, viaggi della speranza, cellule tumorali, partito del cemento, surriscaldamento climatico, inquinamento della falda acquifera, morte dell’agricoltura, multinazionali voraci, interessi privati, discariche abusive, cure sanitarie, infortuni, distruzione dell’habitat naturale, consumo di territorio, restauri, scempio ambientale, mattanza di ulivi, corruzione, mafia, tangenti, bronchite cronica, mortalità infantile, deformazioni fetali, latte materno contaminato, ricatto occupazionale, mistificazione della realtà, responsabilità, dignità, paesaggio, buone pratiche agricole, piccole opere, sicurezza, alternative, risorse, investimenti, futuro.

Questi ultimi evidentemente sono vocaboli o locuzioni che evocano argomenti di secondo ordine, di allarme sociale: tutta roba da omettere.

Aveva proprio ragione Leo Longanesi (1905 – 1957) quando affermava che non c’è carenza di libertà, ma di uomini liberi. Non parliamo poi dei politici (rigorosamente con la minuscola) con i quali certi scrivani non possono che fare un bell’ambo.

* * *

 P.S. A proposito: se qualcuno di voi dovesse per puro caso avvistare in giro per Noha l’assessore alle papere pubbliche, vale a dire l’ing. Coccioli [ma sarebbe come rintracciare un pinguino all’equatore o una mangusta della savana al polo nord, ndr] potrebbe gentilmente ricordargli che nella locale vecchia scuola elementare ristrutturata a mo’ di centro polifunzionale, a causa di una cabina elettrica scordata da chissà chi, non funzionano ancora, in ordine sparso: ascensore, impianto fotovoltaico e riscaldamenti (sicché in inverno gli avventori son costretti ad accedervi muniti di caldi piumini d’oca)?

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 15/04/2019 @ 21:17:36, in Comunicato Stampa, linkato 935 volte)

Martedì mattina si svolgeranno in Piazza San Pietro le riprese in registrata della trasmissione televisiva "Mezzogiorno in Famiglia" giunta ai quarti di finale.
La nota trasmissione televisiva, che vede contrapporsi in giochi di abilità squadre composte da giovani proventi da due Città diverse, vede Galatina affrontare la Città di Castel Sardo in una sfida che vale l'accesso alla semifinale. 
La troupe della sede di Napoli della RAI giungerà lunedì mattina in Città e nel pomeriggio ci sarà in Municipio una riunione con la struttura operativa, la direzione di produzione, la regista Patrizia Colaci e la conduttrice Eleonora Cortini, per definire i dettagli delle riprese e vagliare tutta l'organizzazione.

Altra parte delle riprese, che vedranno impegnati un secondo gruppo di giovani, avverranno invece a Roma, negli studi RAI di Via Teulada, il giorno giovedì 18 aprile.
Le puntate saranno trasmesse sabato 20 e domenica 21 aprile, giorno di Pasqua, a partire dalle ore 11:00 e fino alle 13:00.
La trasmissione prevede anche che le Città partecipanti abbiano delle finestre temporali per raccontare il proprio territorio e le peculiarità storico-architettoniche. 
Nel corso delle 8 puntate precedenti questa narrazione è stata magistralmente effettuata dalla Dott.ssa Angela Beccarisi, dal Prof. Gino Rossetti e dalla prof.ssa Beatrice Stasi. Questa volta sarà il prof. Giancarlo Vallone a raccontare le nostre ricchezze con la cartolina iniziale e successivamente con la descrizione delle peculiarità della nostra Chiesa Madre.
La trasmissione della puntata il giorno di Pasqua ci permetterà anche di raccontare le prelibatezze culinarie, tra piatti tipici e dolci unici della nostra tradizione, come la cuddhura.
Il momento dedicato all'artigianato vedrà poi l'esposizione ed il racconto di oggetti ed opere uniche per le loro caratteristiche e la loro storia.
Decine di persone stanno contribuendo all'organizzazione dell'evento con una spontaneità ed un entusiasmo che ravviva di volta in volta l'orgoglio di appartenenza alla stessa comunità.
A tutti, prima di ogni risultato, va un sentito ringraziamento.
L'occasione per un’ulteriore promozione e valorizzazione del nostro territorio deve vederci quindi presenti martedì mattina in Piazza San Pietro. 
Insieme agli alunni dei tre poli scolastici della scuola primaria di Galatina, saremo lì ad incoraggiare i ragazzi e godere del piacere delle riprese televisive RAI.

Nico Mauro Assessore al turismo

 
Di Antonio Mellone (del 02/02/2015 @ 21:17:13, in NohaBlog, linkato 3266 volte)

Avete avuto modo di dare una lettura al campionario di “controdeduzioni” stilate dall’avv. Daniela Sindaco? Quelle in risposta alla denuncia della dirigente scolastica, dott.ssa Eleonora Longo, e pubblicate anche su questo sito.

Mi riferisco alle sette cartelle (cliniche) inviate al primo cittadino del comune di Galatina, nonché ai consiglieri comunali e a tutti gli organi di stampa. Si tratta di pagine di deliziosa letteratura spedite urbi et orbi (soprattutto orbi) in cui si sviluppa il tema delle due sedie della discordia [il che mi riporta alla mente - chissà poi perché - il famoso “pomo della discordia” che diede il via alla guerra di Troia, ndr].

Io, da quell’ingenuo che sono, pensavo che il sindaco Montagna alla lettura della missiva vergata dalla sua compagna di partito saltasse sulla sedia revocandole, così, su due piedi, la famosa delega sindacale. Questo non tanto per la vexata quaestio, i toni utilizzati, l’iter non proprio ortodosso per la “soluzione” dei problemi di arredo scolastico, quanto per il mancato rispetto delle più elementari regole della lingua italiana. Evidentemente, come diceva quel tale, c’è chi non sa scrivere, ma son di più quelli che non sanno leggere.

Invece, come si temeva, è finita a tarallucci e Mimino. Il quale ha bofonchiato di “ampia relazione sull’accaduto” [sic] e di “entusiasmo derivante dal carattere della Consigliera Daniela Sindaco” [sic], ignorando del tutto il florilegio di errori copiosamente disseminati in un capolavoro letterario che, invero, non sembra scritto da un laureato, e per di più professionista di grosso calibro, ma, come dire?, da una seppur molto “entusiasta” Cetta Laqualunque.

Montagna, nella sua lettera assolutoria, continua a blaterare di “esposizione al pubblico ludibrio”; ma mica in riferimento ai gravi accadimenti verificatisi presso la scuola di Noha (o ai soggetti, predicati e complementi abborracciati dall’Oriana Fallaci de noantri), quanto al rischio che gli organi di informazione eventualmente venissero (o fossero venuti) a conoscenza della sceneggiata nohana. Che poi questi infidi mass-media lo abbiano saputo lo stesso, e che certi segreti siano come quelli di Pulcinella, è un altro paio di maniche. La “fuga di notizie” per lui invece è “strumentalizzazione politica” [sic].

E’ fatto così, il nostro sindaco. Il suo concetto di trasparenza risente del pensiero filosofico secondo il quale i panni sporchi si lavano in casa. Peccato che la casa non sia la sua (o quella privata di qualche suo delegato), ma comune, e probabilmente soggetta a certe norme pubbliche, oltre che a quelle del buon senso e della decorosità istituzionale.  

Ma sì, cosa vuoi che sia? Di figure di merda non è mai morto nessuno. Sennò a Palazzo Orsini sarebbe un’ecatombe quotidiana.

Antonio Mellone

 




In merito al precedente articolo con il quale si chiedevano delle delucidazioni, ecco i documenti del bando di gara per l'appalto dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare presenti sul sito del Comune di Galatina.

  1. icon Bando e disciplinare di gara
  2. icon Esito Gara

Di seguito tutta la documentazione che abbiamo ricevuto dell'ex consigliere comunale Giovanni De Benedetto a cui va il nostro grazie.

  1. icon Domanda di finanziamento - ALLEGATO A
  2. icon Domanda di finanziamento - ALLEGATO B
  3. icon TAV. - PROPOSTA PROGETTUALE
  4. icon TAV. - RELAZIONE ILLUSTRATIVA
  5. icon TAV. - CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO
  6. icon TAV. - STATO ATTUALE
  7. icon TAV. - VARIANTE
  8. icon TAV. - PROGETTO IMPIANTI

Dalla documentazione (Tav. - Relazione illustrativa pag. 10) si evince che sarà installato un impianto fotovoltaico della potenza nominale di 22,77 kWp sulla copertura dello stabile, di certo per questo impianto non ci saranno delle battaglie o raccolte firme per bloccarlo.

La gara di appalto è stata vinta dalla ditta "ATI EDILELE PELLE' LUIGI SURL".

 

 

Il Club per l'UNESCO di Galatina, in collaborazione con il Comune di Galatina, intende celebrare la memoria di quei Giovani Galatinesi che il 19 Aprile 1903, ricorrenza e festa del Cristo Risorto, caddero uccisi, vittime della miseria e dello sfruttamento, ma che, allo stesso tempo, con il loro sacrificio, contribuirono al risveglio delle coscienze civili del Salento, e finalmente alla pronuncia di uno dei Primi Contratti di Lavoro tra Contadini ed Agrari.

Il programma dell'evento prevede:

Sabato 14 Aprile 2018, Auditorium Liceo Artistico di Galatina in Via Martinez, 4

Ore 17.30 - Saluti del Sindaco  Marcello Amante, dell'Assessore al Turismo  Nico Mauro e dell'Assessore alla Cultura  Cristina Dettù.

Convegno sui fatti del Cristo Risorto, con la partecipazione di Giancarlo Vallone Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Lecce, di Salvatore Coppola Storico, di Pino Gismundo Segretario Generale CGIL Puglia, di Maurizio Nocera Storico, di Valentina Fragassi Segretaria Generale CGIL Lecce, di Ninì De Prezzo Segretario Provinciale SPI Lecce. Modera Salvatore Coluccia, Presidente Club per l'UNESCO di Galatina.

Ore 18.30 - Presentazione del Saggio "Per amore di libertà, I caduti del Cristo Risorto - 19 Aprile 1903" di Giuseppe Serra, Edizioni Club per l'UNESCO di Galatina.

Ore 19.00 - Presentazione dello Spettacolo di Elio Coriano "Galatina 1903, Pane, lavoro e Sangue", con Elio Coriano testo e voce narrante, Stella Grande canto, Vito Aluisi musica e canto.  

Domenica 15 Aprile 2018, Piazza San Pietro

Ore 11.30 - Raduno delle Autorità, dei Cittadini e delle Scolaresche in Piazza San Pietro e successivo Corteo in Via Vittorio Emanuele sino a Largo Orologio.

Ore 12.00 - Esecuzione dell'Inno Nazionale ad opera degli Studenti della scuola Media "G.Pascoli" di Galatina diretti dal Maestro Antonio Mastria, Saluti del Sindaco Dr Marcello Amante e Scopertura della Targa Commemorativa alla Memoria dei Caduti del Cristo Risorto del 19 Aprile 1903.

Evento realizzato con il contributo incondizionato di Istituto Immacolata ASP - Galatina

 
Di Albino Campa (del 27/11/2012 @ 21:15:44, in Ex edificio scolastico, linkato 3061 volte)

Cari amici di Noha.it,

“CHE BISOGNAVA VOLARE”, è un recital ispirato all’opera “Via Paolo Fabbri” di Francesco Guccini, da noi sostenuto in qualità di Presìdio del Libro di Noha e Galatina, che avrà luogo Sabato 1° dicembre alle ore 20.30 a Noha, nell’aula magna del Centro Aperto Polivalente sito in piazza Ciro Menotti.
I brani del noto cantautore, interpretati da musicisti di alto livello, sono introdotti da brevi testi e inframmezzati da tre video dedicati a Paolo Borsellino, Franco Basaglia e Peppino Impastato.
L’evento è la giusta occasione per riallacciarsi all’esperienza fatta lo scorso anno, quando grazie al contributo dei Presìdi del Libro, la gente di Noha ha incontrato Salvatore Borsellino in un momento forte di testimonianza e di esercizio del proprio diritto-dovere alla cittadinanza attiva. Riflettere sui temi della legalità e della democrazia, che è partecipazione, accoglienza e rispetto delle minoranze, non è mai abbastanza.
Mi piace l’idea di ripartire da quella straordinaria serata (il filmato dedicato a Paolo Borsellino è tratto proprio da quell’incontro) in un edificio, ricco di ricordi, di storia e di significato, come l’edificio vecchia scuola elementare di Noha, che proprio il 1° dicembre sarà restituito al paese, connotandosi così come un chiaro segno della presenza delle istituzioni sul territorio.
Nella mattinata della stessa giornata, i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Noha incontreranno nuovamente, in videoconferenza, Salvatore Borsellino che passerà idealmente il testimone all’evento serale.
So che anche in questa occasione saremo in tanti e che, al di là di difficoltà e scoramenti, continueremo ad operare per il bene comune che è bene di ciascuno.

Paola Congedo
Responsabile del Presidio del Libro di Noha e Galatina

 
Di Marcello D'Acquarica (del 23/11/2017 @ 21:14:49, in NoiAmbiente, linkato 1888 volte)

Avanzano allineati a piccole squadre come un esercito in marcia. Oggi vinceremo insieme a loro una piccola battaglia contro l’inciviltà di chi non rispetta la Natura. Parlottano fra di loro e ridono, sembrano uno stormo di uccellini in festa, disciplinati e  variopinti. L'allegria riempie subito l'aria, senza di loro, il cielo azzurro e il verde dei prati non avrebbero senso.
Fra una zolla e una vangata per sistemare i nuovi alberi, incrocio i loro singoli sguardi. Sono attimi che volano rapidi, nanosecondi, non danno il tempo necessario per una risposta adeguata, ma si fermano nella mia memoria e ne sento la voce,  mi sembrano domande di speranza, di aiuto.  Qualcuno mi chiede il nome, qualcun altro mi urla il suo e poi quello del suo compagno che gli sta a fianco.

Sono piccoli ma nei loro occhi c'è la stessa vitalità di un adulto. “Io mi chiamo Chiara” - mi grida una bellissima bimba. “E lui è Michele”, e mi presenta il suo compagno. “Tu come ti chiami?”

 Nasce un incantesimo fra due mondi che viaggiano sulla stessa scia luminosa.  Io spero in loro e forse loro sperano in noi. Osservando quegli occhi così vivaci, mi passano davanti le immagini di tanti tradimenti che penalizzano proprio le loro innocenti speranze. Loro non sanno che con l’ardire di volergli rendere la vita facile, colma di benessere, gli stiamo lasciando un mondo ammalato e sporco e che se non la smettiamo di irrorare la campagna di veleni e l’aria di metalli tossici, per loro ci sarà un futuro triste, dove gli alberi seccheranno sempre di più e tante persone si ammaleranno senza sosta, e che a nulla serviranno le auto, i vestiti e le case  lussuose.

Poi per fortuna mi rendo conto che sono solo dei miei brutti pensieri, almeno lo spero, e che forse ce la faremo a salvare dall’inquinamento questa bellissima terra nostra. Loro, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo  Polo 2 di Noha,  cantano, gridano cori modulati di esultanza e fra un giro e l'altro, con l'aiuto di Andrea, Fabio, Sergio e altri alunni di questa fantastica scuola,  abbiamo piantato  un albero di carrubo, due azzeruoli rossi , un corbezzolo e una feijoa. 
La voce squillante della prof. Ritamaria Colazzo, guida gli impegni del loro prossimo futuro: gli alberi si amano, si piantano, si rispettano.
Avrei voluto dire anch'io qualcosa ma il tempo e l'entusiasmo della festa non me lo hanno permesso. Avrei voluto dire ai ragazzi che con gli alberi si parla, loro sentono la nostre emozioni e ci ricambiamo in aria pulita, in colori e fiori. Gli alberi divorano l’anidride carbonica e la trasformano in ossigeno, e noi purtroppo ne produciamo troppa  di anidride carbonica, e quindi dobbiamo piantare tanti alberi. Gli alberi sono creature di Dio al pari di tutte le altre e come tali non vanno violentate, bruciate o avvelenate. In quest’ultima estate appena trascorsa abbiamo visto centinaia di alberi ardere vivi. Non abbiamo ascoltato le loro urla di dolore. Avrei voluto dire ai ragazzi del Polo 2 di Noha, che anche gli alberi hanno una pelle, un’anima  e un cuore.

Ma forse loro lo hanno già capito da un pezzo e sicuramente si impegneranno insieme a noi a migliorare questo nostro incantevole angolo di mondo.

Marcello D’Acquarica

 

 

 

Risuona in terra di Bari, più precisamente a Castellana Grotte, l’urlo liberatorio dei ragazzi di mister Pendenza che battendo i padroni di casa della Matervolley e il sestetto dell’Ideal Talsano accedono alle final four regionali in programma il 06 e 07 giugno.

Si copre di gloria l’Istituto Comprensivo Polo 3 , sotto la guida della dirigente Rosanna Lagna  che ha affidato alla scuola SECONDARIA 1^ GRADO “GIOVANNI XXIII”, in regime di partenariato collaborativo con S.B.V. GALATINA, la materializzazione del progetto “SCHOOL e SALENTO BEST VOLLEY” sposando in pieno finalità ed obiettivi.

Ed ecco allora che l’operato della professoressa  Marcella De Bonis ,in sintonia con il tecnico federale Laura Pendenza, si trasferisce sui campi di gioco in manifestazioni FIPAV che danno lustro all’istituzione scolastica , alla città di Galatina e al movimento pallavolistico in generale.

La stretta collaborazione con la dirigenza societaria della S.B.V., afferma la professoressa Rosanna Lagna, si sviluppa in una dinamica molto sinergica tra campo dell’istruzione pubblica e associazionismo sportivo,  con attività  volte a sostenere l’inclusione sociale e le pari opportunità.

Ricordo , continua il massimo dirigente del Polo 3, che incoraggiare la partecipazione allo sport e all'attività fisica, in particolare, oltre a far parte dei programmi del MIUR  , sostiene  conformemente gli orientamenti dell’UE ed è un deterrente alla violenza, al razzismo, alla discriminazione e all'intolleranza.

Auguro ai miei giovani studenti, impegnati  nella settimana prossima in questo importante avvenimento, di raggiungere traguardi importanti com’è nelle aspettative di tutta la società S.B.V. OLIMPIA GALATINA”.

Piero de lorentis 

 
Di Redazione (del 17/05/2016 @ 21:12:05, in Comunicato Stampa, linkato 1364 volte)

Un autobus che va a piedi, formato da una carovana di bambini che vanno a scuola in gruppo: questo è il Piedibus, avviato mercoledì 3 maggio 2016 e sabato 07 maggio 2016 a Galatina, nell’ambito di un ricco programma di iniziative previste dal progetto di Servizio Civile Nazionale “MONITOR 3014”.

L’iniziativa, dal titolo “IO VADO A scuola CON IL PIEDIBUS”,  è promossa dai volontari del progetto “MONITOR 3014” in collaborazione con la Polizia Locale, che ha curato un incontro informativo sulla sicurezza stradale, e gli Istituti Comprensivi di scuola Primaria Polo 2 e Polo 3 di Galatina.

La stessa ha lo scopo di contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico attorno alle scuole con azioni concrete che promuovono una mobilità sostenibile, favorire la socializzazione tra coetanei, contrastare la sedentarietà dei bambini e aiutarli ad acquisire abilità pedonali. Il Piedibus, favorisce la socializzazione, l’indipendenza, l’autostima e permette ai bambini di acquisire norme relative alla sicurezza stradale e di conoscere la città.

La carovana di bambini è come un vero autobus di linea che seguendo un percorso stabilito raccoglie passeggeri alle fermate predisposte lungo il cammino, rispettando l’orario previsto.

Si sono attivate due linee del servizio Piedibus: la prima linea, ogni mercoledì del mese di maggio, parte da Piazzale Vittime delle Foibe, fermata “GLICINE”, alle ore 7.50 con arrivo a scuola in via Arno alle ore 8.15, la seconda linea, ogni sabato del mese di maggio, parte dal piazzale chiesa Cuore Immacolato di Maria, fermata “MARGHERITA” alle 7.55 con arrivo a scuola via Spoleto alle ore 8.15.

L’itinerario della prima linea prevede inoltre, due fermate intermedie, la prima fermata “GIRASOLE” in via Metauro ang. Via Pantelleria, la seconda fermata “ROSA” in via Metauro ang. Via Molise.

L’itinerario della seconda linea prevede una fermata intermedia, fermata “ORCHIDEA” in via Potenza ang. Via Foggia.

 
Di Redazione (del 02/01/2020 @ 21:10:43, in Comunicato Stampa, linkato 926 volte)

Con il patrocinio ed il supporto del Comune di Galatina, in partenariato con l’Università Popolare “Aldo Vallone” della città, l’Associazione Percorsi Meridiani propone un evento dedicato al grande filosofo e medico Marco Antonio Zimara, vissuto tra la fine del 1400 ed i primi tre decenni del 1500.

La cittadinanza salentina è invitata per domenica 5 gennaio 2020, alle h. 18.00, a Galatina, presso l’ex Convento delle Clarisse, in Piazzetta Galluccio, a partecipare all’incontro dedicato alla fama raggiunta dal filosofo e dalla sua operetta più conosciuta in Europa.

L’iniziativa non è dedicata e rivolta ai soli specialisti o cultori della disciplina; dopo i saluti istituzionali da parte di Marcello Amante, Cristina Dettù e Nicola Fiore, introdurrà Beatrice Stasi, insigne italianista e Presidente dell’Università Popolare “Aldo Vallone” e relazionerà Alberto Basset, Delegato alla Sostenibilità dell’Università del Salento, già Presidente della Società Europea di Ecologia; concluderà la serata l’intervento audio-visuale di Luca Carbone, curatore della ricerca e del volume sui Problemata dello Zimara. La serata sarà animata dalla lettura di alcuni dei quesiti zimariani, in più lingue europee, a cura del Laboratorio Teatrale dell’Università Popolare; e saranno esposte alcune delle edizioni originali delle opere zimariane, provenienti da una collezione privata. Ai presenti verrà data omaggio copia del volume “Del Libro dei Problemi” di Marco Antonio Zimara Filosofo e Medico pubblicato per i tipi dell’Editrice Salentina.

Zimara, allievo tra gli altri del celebre Pomponazzi, addottoratosi a Padova, prima in filosofia e poi in medicina, vi divenne professore, cominciando inoltre un’intensa attività ‘autoriale’ ed ‘editoriale’.

Lasciata Padova, per i gravi disordini politici, riparò nella città di nascita, allora S. Pietro in Galatina, dove si ammogliò, per spostarsi poi verso la capitale del Regno: fu professore a Salerno, a Napoli (fino al 1523), a Roma (1524), e finalmente, nonostante l’avversione nutrita per Lui dal futuro Cardinal Pietro Bembo, di nuovo a Padova dal 1525 al 1528. Per contro, le sue opere saranno studiate a fondo ed ampiamente utilizzate nei decenni immediatamente successivi da uno dei più grandi umanisti fiorentini del tempo: Benedetto Varchi. Conosciamo 13 edizioni dei ‘dottissimi’ Theoremata, e 14 invece ne contiamo della famosa “Tabula dilucidationum in dictis Aristotelis et Averrois”, un lessico proto-enciclopedico, composto di circa 20.000 lemmi, quasi tutti tratti dalle opere di Aristotele ed Averroè. Tuttavia la diffusione e la ‘gloria’ del nome dello Zimara – uno di quelli che insieme a Nettario di Casole, a Droso di Aradeo, a Sergio Stiso di Zollino, al Galateo di Galatone, ai De Balmes di Lecce, al Vanini di Taurisano, per citarne solo alcuni, concorre a comporre il grande mosaico culturale di Terra d’Otranto –  è legata soprattutto al Libello dei Problemi. 107 quesiti, composti nella scia della tradizione dei libri di problemi (risalente alla prima scuola aristotelica) che vennero editi per la prima volta a Venezia, postumi, nel 1536, insieme ad una raccolta di “perché”, attribuita allo stesso Aristotele. Il trattatello ebbe fortuna editoriale immensa: se ne contano almeno 116 edizioni in Europa, tra il 1536 ed il 1690 circa, in tutte le principali lingue europee, latino, inglese, francese, tedesco. In inglese poi la sua diffusione continuò per l’intero 1700, sino a ‘sbarcare’ anche negli Stati Uniti, in edizioni rinvenute sino ai primi due decenni dell’Ottocento.

Ignoriamo ancora la data ed il luogo della morte di Marco Antonio Zimara, ma non possiamo ignorare che per decenni e secoli, parafrasando l’Arcudi: “Per tutte le strade d’Europa giornalmente risuonava il nome di Marc’Antonio Zimara ed adornava tutte le biblioteche”.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 10/06/2019 @ 21:09:40, in Comunicato Stampa, linkato 797 volte)

Una stagione sportiva ricca di soddisfazioni, dalle tante conferme e sorprese. In casa Showy Boys Galatina si stila un bilancio di un anno di intenso lavoro e che ha visto il club bianco-verde sempre in prima linea tra attività della scuola Volley, tornei federali e iniziative sociali.

I numeri della stagione 2018/2019 hanno confermato quanto stilato in fase di previsione dallo staff dirigenziale, anzi andando oltre quelle che erano le aspettative. A cominciare dai tesseramenti degli allievi della scuola Volley, cresciuti di oltre il 30% rispetto alla precedente annata, passando dai risultati sportivi ottenuti e soprattutto dall’alto grado di qualità dei servizi messi a disposizione dei ragazzi e delle ragazze che frequentano i corsi di minivolley e pallavolo.

In questa stagione sportiva, la Showy Boys si è particolarmente distinta per la scelta di far disputare il campionato nazionale di I livello ai suoi allievi under 18. Una scelta dettata dalla volontà di puntare su una crescita e una formazione più rapida dei ragazzi, a discapito sicuramente dei risultati sportivi di un campionato maggiore che, però, devono passare in secondo piano rispetto a un obiettivo tecnico ben preciso. A questi risultati si sono contrapposti quelli di un campionato under 18 che ha permesso allo stesso gruppo di allievi di ottenere prestigiosi risultati, disputando la final four provinciale e quella regionale. Un piazzamento quasi analogo, scendendo di categoria, per il gruppo under 14 che ha partecipato alla final four provinciale e alla fase regionale eliminatoria. Stesso percorso sportivo per il gruppo under 13 3vs3 per una Showy Boys protagonista nei campionati giovanili, anche in ambito regionale, e con in più un titolo provinciale nel neo torneo denominato 3D Young indetto dal Comitato Fipav di Lecce. Il club bianco-verde, che da appena due anni ha aperto la scuola Volley anche ai corsi femminili, ha disputato il suo primo campionato provinciale “rosa” e, più precisamente, il torneo 3D Young, suscitando attorno a sé grande interesse in termini di partecipazione delle allieve e di coinvolgimento delle famiglie. Il movimento giovanile della Showy Boys non è solo riservato alle fasce di età under 13, under 14, under 16 e under 18 maschili e femminili ma si sviluppa, in particolare, nel settore minivolley con i giovanissimi dai 6 agli 11 anni. Anche in questo ambito, i numeri sono eloquenti e l’attività svolta, nei tre livelli di gioco, ha consentito di avvicinare alla disciplina della pallavolo sempre più piccoli allievi.

Si riparte da qui per programmare la nuova stagione, con novità che riguarderanno sia i corsi della scuola Volley che l’organizzazione dello staff. Tutto ciò nel segno della identità, della tradizione, e con l’impegno e la passione che da sempre contraddistinguono il bianco e il verde della Showy Boys.

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 15/03/2015 @ 21:09:19, in NohaBlog, linkato 3823 volte)

Gentile Daniela Sindaco,

in qualità di cittadino di Noha avrei bisogno di alcune informazioni in merito al romanzo comunale che ha per oggetto la vecchia scuola elementare di Noha di piazza Ciro Menotti ristrutturata ma anche no (per via di una cabina elettrica dal sen fuggita, anzi dal senno sfuggita). La quale scuola, dico, invece di diventare centro culturale polivalente, com’era nelle iniziali intenzioni del pubblico investitore, sembra essersi trasformata in un centro pollivalente, (nel senso di pollaio, con l’aggiunta di oche starnazzanti a destra e a manca).

Intanto volevo chiederti se avessi notizie di prima mano in merito al reale stato del cantiere di quell’edificio scolastico, soprattutto riguardo al famoso allaccio alla rete elettrica con i (sembra) necessari 50 kw in grado di mettere finalmente in funzione ascensore, apparecchiatura fotovoltaica (sai, per ammortizzare i costi della struttura) e soprattutto impianto di riscaldamento e condizionamento dell’aria (il che ci eviterebbe - per esempio nei pubblici convegni con interventi di relatori e/o pubblico anche esterni – oltre al freddo e al caldo, a seconda, altresì la solita figura da paese del terzo mondo). Sul tema potresti chiedere lumi, diciamo così, al tuo compagno di partito (o dipartito), al secolo ing. Andrea Coccioli, meglio noto come l’assessore del fare (ma soprattutto del dire).

*

Cara Delegata, non so gli altri nohani, ma io sono stanco di leggere, e da tempo, cronache poco edificanti sul conto di Noha, dei suoi rappresentanti, dei suoi immobili pubblici utilizzati come dependance di case private, manco fosse scritto nello statuto di quella struttura a mo’ di primo comandamento: ricordati di privatizzare le feste (socializzandone i costi).

Insomma: è vero quel che si vocifera e si scrive in giro? O è sempre e solo frutto di “strumentalizzazione politica” (alibi perfetto per ogni occasione)? Pensi che questa telenovela nohana avrà fine un dì, oppure si andrà avanti come al solito continuando a farci del male? Quali sono eventualmente le tue idee o quelle del tuo gruppo politico per questo centro culturale (che invero sembra nato male per finire peggio)? E’ dato conoscere il bilancio, o almeno i costi annui per il mantenimento della struttura? Non è che come al solito è tutto top secret ovvero non si ha la più pallida idea su come muoversi d’ora in avanti? E cosa dice o addirittura pensa Mimino Montagna nostro in merito alla vexata quaestio?

*

Nell’attesa di una risposta, possibilmente scritta (da pubblicare su questo sito), mi auguro che almeno i trenini che immagino si faranno nelle feste private al polivalente di Noha (magari con tanto di ritornello inneggiante a “Brigitte Bardot Bardooot”)non abbiano tutte ma proprio tutte le caratteristiche dei trenini de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, quelli per i quali Toni Servillo, nei panni del giornalista Jep Gambardella, soleva dire: “So' belli i trenini che facciamo alle nostre feste, so' i più belli di tutta Roma. [...] So' belli. So' belli perché non vanno da nessuna parte”.

Antonio Mellone
 
Di Alice De Benedetto (del 15/11/2018 @ 21:08:52, in Comunicato Stampa, linkato 888 volte)

In 26 anni di vita, non ho mai sentito il bisogno di iscrivermi presso una qualsiasi associazione politica. Questo perché io, come molti miei connazionali e contemporanei, sono stato infettato da un male ben peggiore della demagogia: l’apatia politica. Per una parte della mia vita a governare l’Italia c’è stato Silvio Berlusconi e, ad ogni promessa infranta dalla classe politica, una parte dell’elettorato perdeva fiducia nelle istituzioni. Una parte del popolo votante, infatti, ha iniziato a maturare la nociva idea che “non votare” fosse l’unica scelta accettabile, l’unica vera forma di ribellione contro le istituzioni. Dico che questa idea è nociva, in quanto, privarsi di un diritto come può essere una dimostrazione di libertà? In questa maniera si lascia ad altri la scelta e non è detto che questi altri la pensino come noi. Pertanto ogni volta che mi fu possibile votai. Maturai attraverso i miei studi e le mie esperienze una personale visione politica e mi ripromisi di votare il partito che più di tutti si avvicinava alla mia utopica visione. Nel 2013, anno in cui votai per la prima volta, ero ancora annebbiato dalle mie fantasie sulla rivoluzione e commisi il mio primo grande errore: votare il movimento 5 stelle. La mia vicinanza ai 5s fu un fuoco di paglia che non durò a lungo, un paio di mesi dopo avevo già accantonato l’idea di votarli spaventato dal loro modo di fare orwelliano, dalla loro propaganda atta a destabilizzare lo status quo e dalla loro diffidenza verso la stampa. “Dovete fidarvi solo del blog, abbiamo ragione noi e tutti gli altri hanno torto”, questi alcuni esempi che mi capitò di leggere su diversi social che si traduce con un misto di arroganza e vittimismo che non mi faceva stare tranquillo. Promisi solennemente a me stesso che il mio voto non lo avrebbero mai avuto. Passarono gli anni e mi laureai in Lingue e Civiltà Orientali (Lingua Cinese) e tra le varie materie venni immediatamente colpito da Storia della Cina Contemporanea. Non voglio annoiare nessuno parlando di questo o quell’episodio storico, tuttavia notai delle somiglianze agghiaccianti con il nostro attuale presente. I miei rapporti nei confronti del concetto stesso di “rivoluzione” erano drasticamente mutati: ero passato dal definirla “utopia”, al definirla “dannosa”. Ai vostri occhi potrei apparire come un conservatore, tutt’altro, le rivoluzioni sarebbero anche accettabili se, e solo se, le persone che le vivono siano in grado di sostenerle senza tradirle. Nella storia dell’uomo individui in grado di mantenere saldamente la fiamma della rivoluzione accesa si contano sulle dita di una mano e di certa la farsesca rivoluzione osannata dai 5s fallirà prima ancora del suo compiersi. 

Nei giorni antecedenti alle ultime elezioni mi avvicinai al Partito democratico, il quale negli ultimi 5 anni era stato ritenuto il vero responsabile dei problemi del Paese. Sebbene fossi scettico su molti provvedimenti (tra cui “la buona scuola”) non ho potuto non mostrare un minimo di riconoscimento verso quel Governo, non perfetto, ma che ci stava lentamente facendo uscire dalla crisi. All’infuori della macchina del fango utilizzata dai partiti attualmente al governo (Lega-5s) e le cui affermazioni contro il Partito democratico si stanno ironicamente dimostrando calunnie e diffamazioni, ciò che più viene rimproverato al Pd è il non essere di sinistra. Molte persone definite di sinistra non hanno fatto altro che ripetere la solita litania secondo cui il Pd è più di destra che di sinistra. A costoro mi piacerebbe far notare che la sinistra in Italia non ha mai vinto, questo perché la nostra nazione ha una profonda passione verso qualsiasi personaggio moderato, meglio ancora se di destra. In ogni legislatura la sinistra non ha mai vinto eppure Rifondazione Comunista esisteva e pochissimi la votarono. Questo dovrebbe farci riflettere su quanto i pensatori di sinistra siano particolarmente divisi e con questo stato delle cose come possiamo credere che una rinascita della sinistra sia possibile dal nulla? Potere al popolo, che pure aveva destato non poca attenzione, ha ottenuto un risultato molto esiguo e si trattava di un partito di estrema sinistra, così come LeU che era sinistra estrema (una sinistra così divisa in micropartiti non può sperare di sopravvivere). 

Il nostro Paese, statistiche a parte, ha ancora bisogno di una pietra miliare come il Partito democratico, che possa riunificare e riassumere gli ideali di sinistra che, a differenza di quanto detto dalle malelingue, ha saputo mandare avanti questi ideali. È con il Partito democratico che il reddito d’inclusione è nato e tutto questo senza rischiare di mandare in default una nazione. È col Partito democratico che le unioni civili, il divorzio breve, la definizione di ecoreati, il biotestamento hanno visto la luce. È col Partito democratico che si è cercato di salvare le banche, che non sono creazioni complottiste, ma istituzioni che tutelano i risparmi di noi cittadini, a differenza dell’attuale governo che non ha il minimo interesse verso le banche e i danni che lo spread (che anch’esso esiste e non è un complotto) sta arrecando ai nostri conti. È con il Partito democratico si è messa in moto una serrata caccia agli evasori (20 miliardi di Euro recuperati in 5 anni), a differenza dell’attuale governo che crea condoni e li chiama “paci fiscali” per farli digerire meglio. È con il Partito Democratico che l’occupazione (attraverso il tanto odiato Job Act) stava ripartendo, prima che l’attuale governo col suo “decreto dignità” vanificasse ogni cosa, anziché far progredire il Job Acts aggiungendo magari provvedimenti che spingessero le aziende ad assumere a tempo indeterminato. È col Partito democratico che si è avuto maggiore rispetto della classe medica e del valore dei vaccini, su cui l’attuale governo invece si scaglia allo scopo di raggranellare voti di individui che non hanno le competenze di un medico. 

Ma adesso le cose sono cambiate, adesso va di moda per la classe governante sbraitare contro le statistiche, contro gli immigrati, contro l’Europa, contro i giornalisti, contro gli economisti, contro il Presidente della Repubblica, contro le associazioni umanitarie, etc, tutti rei di mandare avanti complotti contro l’attuale governo allo scopo di denigrare il nostro Paese. Il Partito Democratico è stato al centro di numerosi attacchi negli ultimi 5 anni, eppure manifestava forme di mania di persecuzione così accentuate. Sarà forse che stiamo smarrendo la nostra civiltà? Sarà forse che ai fatti preferiamo credere alle fake news solo perché ci dicono ciò che vorremmo sentire? Sarà pure così, ma io preferisco credere alla realtà anziché vivere in una conveniente bugia. 

Conte Luigi, Partito Democratico di Noha

 

     Il 22 gennaio 2017 si è svolto presso l’auditorium “G. Toma” di via Martinez, in Galatina, un evento di alto profilo scientifico e culturale, lo special open day “Orgoglio magistrale – Don Milani 1967/2017”.

      Il filo conduttore della serata è stato l’omaggio che si è inteso rendere ai maestri di ieri, di oggi e di domani, formati dal Liceo delle Scienze Umane (già Istituto Magistrale), oggi integrato nell’I.I.S.S. “Pietro Colonna”, quali figure-chiave all’interno del percorso di formazione dei cittadini di uno stato, quale il nostro, che è,  e vuole restare, democratico.  La democrazia si nutre di preparazione e di conoscenza applicata ai vari contesti in cui si esplicano le attività dei cittadini.

      In questo orizzonte, sospeso tra memoria e proiezione verso il futuro, si sono susseguiti diversi momenti tutti collegati, come detto, da un medesimo filo conduttore.

      Al saluto di apertura della Dirigente Prof.ssa Maria Rita Meleleo,  è seguita la proiezione del video “1967 … e dintorni” realizzato da studenti del Liceo delle Scienze Umane che ha contestualizzato le vicende salienti dell’anno 1967, estraendole dalla realtà politica e socio- economica.

      Successivamente è intervenuta in collegamento telefonico Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, attuale Presidente della Fondazione DLM, uno dei primi sei alunni della scuola popolare di Don Milani a Barbiana; ella ha amabilmente dialogato, in viva voce, con la prof.ssa Vantaggiato, rappresentando l’impossibilità fisica del padre a presenziare al gradito evento e ripromettendosi, comunque, di partecipare a futuri incontri in cui si tratti della figura di Don Milani.

      Com’è noto, Don Lorenzo Milani era un sacerdote fiorentino che ebbe modo, negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, di sperimentare, cioè ideare ed attuare, un innovativo metodo didattico teso alla conoscenza immediata e diretta della realtà socio-economica allo scopo di eliminare gli svantaggi competitivi che intervenivano tra  alunni provenienti da diverse classi sociali, per consentire a tutti un proficuo inserimento nella realtà lavorativa e sociale.

      Non mancarono incomprensioni ed ostilità verso il suo operato, oggi superate col pieno riconoscimento, anche da parte delle gerarchie ecclesiastiche, della validità ed innovatività del suo metodo pedagogico ed educativo.

      A conclusione della prima parte del workshop, vi è stato il momento davvero emozionante  del conferimento del premio “Maestro d’oro 2017” alla Maestra Pietrina Serra Caputi.  La Maestra,  impossibilitata a presenziare fisicamente a causa dell’età avanzata, è stata intervistata in video dalla prof.ssa Daniela Vantaggiato, già sua alunna, rendendo una testimonianza toccante e commovente di amore per la scuola e per l’insegnamento, da lei professato in 40 anni di carriera svolti insegnando “con la mente e con il cuore” a beneficio di intere generazioni di galatinesi. Ha ritirato il premio, consegnato dalla Maestra Alessandra Durante affiancata dalla Dirigente Prof.ssa Maria Rita Meleleo , il figlio prof. Antonio Caputi, attuale Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Soleto, che ha letto un breve, ma significativo, messaggio di ringraziamento della Maestra.

      La seconda parte della serata si è dipanata attraverso diversi momenti, tutti di grande interesse e spessore scientifico e culturale.

      Il prof. Salvatore Colazzo, già Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università del Salento, ha trattato, con competenza e passione, il tema “L’eredità di Don Milani”, rimarcando il fondamentale concetto che la scuola deve dare a tutti la possibilità di esprimere i propri talenti, in un quadro di pari opportunità che sappia valorizzare e armonizzare le varie propensioni individuali a beneficio della coesione sociale.

      La prof.ssa Simonetta Baldari, dell’Istituto Comprensivo di Aradeo, ha affrontato il tema “Le competenze del maestro oggi”, con l’ausilio di opportune diapositive proiettate a beneficio del numeroso e qualificato pubblico presente in sala. La professoressa ha tracciato il profilo della moderna figura del maestro, sia a livello delle competenze ed abilità che tale qualifica professionale richiede, sia delineando il quadro giuridico e normativo all’interno del quale si colloca la figura del maestro nell’ordinamento italiano.

      La dott.ssa Concetta Strafella ha parlato, con approccio immediato e diretto, su “La sfera emozionale nella relazione educativa”, portando l’attenzione del pubblico sulle strategie motivazionali e  comunicative che possono, oggi, costituire un valido ausilio al processo educativo e formativo.

      A seguire le tre pregevoli relazioni, è intervenuta la testimonianza di Alessandra Durante una ex alunna del Liceo delle Scienze Umane di Galatina che ha avuto modo di evidenziare l’importanza e la validità della formazione ivi ricevuta, ai fini della professione di insegnante da lei successivamente intrapresa. Nel mentre parlava scorrevano le immagini con le quali gli studenti delle classi terze e quarte ringraziavano responsabili e tutor dello stage di Alternanza scuola/lavoro presso asili nido, istituti comprensivi, strutture per anziani e disabili dei loro Comuni di provenienza (Galatina, Aradeo, Cutrofiano, Sogliano Cavour, Soleto, Neviano, Seclì, Galatone).

      A conclusione della serata, il prof. Paolo Villari, del Liceo delle Scienze Umane di Galatina,  ha avuto modo di proporre una originale rivisitazione del gioco dell’oca, ripensato con riferimento a fatti e situazioni della vita di Don Milani, intendendo il momento ludico-ricreativo come costitutivo dell’esperienza formativa. Tale lavoro era stato realizzato dagli studenti delle prime e seconde classi.

      In definitiva, una serata che,  onorando chi ha dedicato tutta la propria vita alla missione di trasmettere l’amore per la cultura ed il sapere, ha ribadito e confermato il ruolo e la centralità della città di Galatina, quale centro propulsore e faro culturale dell’intero Salento.

Pierlorenzo Diso

 
Di Antonio Mellone (del 03/10/2015 @ 21:07:42, in Fetta di Mellone, linkato 8708 volte)

Caro sindaco Mimino Montagna,

anche se non sembra….. sono la sottoscritta tua delegata per la frazione di Noha. Premetto subito che… devo evitare di mettere tutti questi…..puntini di sospensione sennò quel saputello nonché…. rompicoglioni di Antonio Mellone mi prende per il….. LOCULO da qui all’eternità!!!!!!!

Non mi è facile, proverò in tutti i modi a ridurli ai minimi termini, questi puntini, anzi ai Mimini termini, hahahahahaha.

Tu sai che io quando mi ci metto faccio le cose con il cuore (anche se il Mellons’ di cui sopra, quando gli prudono le mani, scrive che utilizzo un altro organo posto un po’ più in basso, e che inizia sempre con CU. Ma, sai, lui è fatto così, non è cattivo: è solo che ha il brutto vizio di canzonare il POTERE: e io, modestamente, può). E poi, detto tra noi, quella che lui pensa sia satira (che a me non piace, anzi non mi fa per niente ridere) altro non è che…….tutta pubblicità per me. Tiè!!!!

*

Stavolta cercherò di essere, come dire, alquanto stitica, evitando di produrre le….. sette cartelle (cliniche) dell’altra volta. Come, non ti ricordi più? Dai, quelle di autodifesa dalle accuse (INFONDATE!!!!) da parte della direttrice della scuola di Noha per via della transumanza di due sedie volanti da un plesso ad un complesso scolastico. Non le avessi mai scritte quelle pagine: ancora mi stanno prendendo in giro per via del fatto che, stanca morta com’ero, non mi andò manco di rileggere e quindi correggere qualche piccolissimo, invisibile, IRRILEVANTE….. strafalcione scritto in fretta e furia. A dirla tutta….. pensavo che non leggesse nessuno quella roba lì, tranne te ovviamente (che, come noto, sei di bocca buona, tanto è vero che te ne uscisti con una baggianata delle tue, ché ancora la gente sta ridendo). Poi capitarono nelle mani del nostro amico che si crede uno scrittore (quando non è nemmeno uno scrivente), e…. apriti cielo!!!!

*

Ma bando alle chianche, e veniamo a noi, anzi a Noha. Caro Mimino, voglio dirti sempre in premessa che finché scrive Antonio Mellone non ce ne può fregar de meno: è da anni che scrive (non letto e non ascoltato da nessuno) e figurati poi se noi altri facciamo finta di dargli retta: ma manco per l’anticamera del cervelletto. Ma se si mettono a scriverti lettere aperte anche i ragazzi delle scuole medie siamo fritti, finiti, cassati.

*

Oh, Mimino, ma che figura mi fai fare?????

Mi dice l’uccellino che ci sono in palio da parte della regione Puglia ben 17.000.000 di euro (DICO: DI-CI-AS-SE-TT-EM-IL-IO-NI-DI-EU-RO) per raddrizzare i BENI CULTURALI e noi non presentiamo nemmeno un progetto uno per la mia Noha????

E’ vero che potrebbe esserti sfuggito, ma santo cielo, per Noha, nonostante i libri, i convegni, le istanze e gli articoli sui beni culturali, non possiamo non avere uno straccio di disegno da farci finanziare!!!! Dai, sindaco mio, com’è possibile? Non dirmi che per Noha non c’è uno sputo di progetto da presentare, sennò m’incavolo come una iena.

E’ vero anche che è da un bel po’ che non ti fai vivo a Noha.

L’altra sera, per dire, dopo tanti anni di assenza, sei apparso nel centro della frazione per la nostra festa patronale come il Risorto doveva essere apparso a San Tommaso: un sacco di  nohani, infatti, non credevano ai propri occhi, e come l’Apostolo incredulo volevano metterti le dita da qualche parte (per esempio negli occhi) per potersene convincere. Però almeno l’altra sera, per una sera, mi hai evitato l’onere di girarmi la processione, come in genere sono costretta a fare, da sola e con tanto di fascia tricolore (UNA FATICACCIA CHE NON TI DICO!!!!).

Te lo chiedo per favore, ogni tanto, e non solo ogni dimissioni di papa, fatti un giro in questa novella Pompei salentina dove tutti i beni culturali comunali, come per esempio la torre dell’orologio ubicata in piazza (non sullu Piezzu!!!!!!!), stanno in piedi tienime ca mo’ casciu.

Caro Mimino, riusciamo magari PRIMA delle prossime elezioni non dico a fare o dire qualcosa di sinistra, seeee, ma almeno qualcosa di meno sinistrato rispetto a quello che abbiamo fatto finora, o meglio non fatto?? Sennò il piccolo scrivano nohano mi combina a dick-dick [che non è il famoso complesso degli anni ’70 – quelli, come ben sai, erano i Dik-Dik - ma il soprannome di una storica famiglia di macellai di Noha, che in italiano suonerebbe più o meno così: “pene-pene”, vabbè te lo dico in indialetto così ci intendiamo meglio: “pica-pica”].

Io vorrei una volta, una soltanto, rispondere NON ad Antonio Mellone [che detto tra noi non è NESSUNO: infatti mi sono ripromessa di non rispondere MAI PIU’ AI SUOI ARTICOLI: SE VUOLE MI FA UN’INTERVISTA con i controcazzi, sennò andasse al diavolo, lui e tutti quelli che gli mettono mi piace su feisbuk!!!!!], ma alla popolazione tutta E CON I FATTI. Perché  DANIELA SINDACO RISPONDE CON I FATTI E NON CON LE CHIACCHIERE. E non voglio che nessuno un domani mi possa dire: DA QUALE PURPU VIENE LA PREDICA.

Io sto dando tutta me stessa per Noha, sto addirittura trascurando il mio lavoro (E LA MIA DICHIARAZIONE DEI REDDITI LO CERTIFICA DAL PRIMO FINO ALL’ULTIMO CENTESIMO), sto cercando di portare in alto il nome del mio paese, organizzo da non so più quanti anni i moto-raduni di agosto (vabbè fanno tutto loro, ma io ci metto la faccia), sono presente ad ogni funerale con tanto di manifesto che sembra più grande il mio nome che quello del morto, sto facendo un sacco di altre belle iniziative che per la verità non mi ricordo manco più quali siano, e qual’è il risultato? (cara prof. Daniela Vantaggiato, hai visto che ce l’ho messo l’apostrofo e come sono migliorata da quando vengo a ripetizione da te?) E – dicevo - qual’è il risultato? Quello di essere presa in giro perché a Noha non stiamo facendo nulla? No, Mimino Montagna, a queste condizioni io non ci sto.

Io sono pronta a votarti in Consiglio tutte le schifezze della tua giunta (tipo il Mega-porco commerciale o l’Area Mercatale, e altri scempi simili), però non voglio passare alla storia di Noha solo per un paio di sedie da asporto come le pizze.

A proposito di “Buona scuola”, nel complesso scolastico di Noha abbiamo un’aula con tante postazioni-computer bellissima, ma (INCREDIBBILE MA VERO) senza linea Internet, e dunque di fatto inutilizzabile da circa un paio d’anni. Come mai? A Noha è vietato connettersi? Non è che quando si parla di BANDA LARGA qui bisogna sempre intendere le solite Bande note alla cronaca nera? Non dirmi, ti prego, che la legge di cui sopra, anche per Noha, si è trasformata nel decretino della “Buona Sòla”?

*

Non voglio dire niente altro per l’amor di Dio sull’allaccio Enel del centro Polivalente. Dico solo che non c’è la faccio più!!!!! Ma lo sai che l’altro giorno – robba de pacci, Mimino – ‘stu benedetto centro si è trovato al buio mentre noi altri eravamo all’oscuro di tutto.

Tra l’altro la sfiga ha voluto che proprio all’indomani ci fosse la Festa dei Lettori (dove doveva partecipare anche ‘stu rompipalle di Antonio Mellone, che invece di chiamarmi al telefono per avvisarmi, si è messo a scrivere il solito articolo sarcastico e così tutti o quasi hanno saputo della cosa…..). 

Insomma, Mimino mio, hanno portato via puru dhru stozzu de “contatore di cantiere” che permetteva almeno di accendere le lampadine dei cessi di ‘sto cavolo di centro-periferico (ma, tranquillo, non sufficiente per far funzionare ascensore, aria condizionata, riscaldamento e fotovoltaico). Del resto non saprei più da dove partire e soprattutto dove arrivare con questa via-crucis-tragicomica, con questa telenovela nohan-messicana. Vedi, per favore te lo chiedo, di dare una voce tu a Mr. Coccioli, il nostro assessore ai lavori pubici, affinché in qualche modo ci illumini di incenso.

Su dai, Mimino, (anzi sudai, e molto!) diamoci una mossa e facciamo meno mosse. Ad oggi, mentre ti scrivo, sempre se non sbaglio (ma è difficile che io sbaglio!!!!), l’unica luce che c’è è quella diurna del pozzo luce.

*

Ancora una cosa. Si spendono dei SOLDI PUBBLICI, pare  26.000 euro per l’estate galatinese e altri 16.000 euro per la festa patronale di san Pietro. Va bene tutto, ma perché questo Bancomat (che sarebbe il Comune) funziona solo…… per certe aree geografiche, tipo la capitale galatinese, e non per altre (come Noha, i cui abitanti comunque – SALVO I SOLITI CASI DI EVASIONE FISCALE - pagano le tasse con le stesse percentuali)? Perché, per dire, per la festa di San Pietro, come mi dicono, sono stati stanziati 2.000 euro in più, espropriati paro paro dalla festa di San Michele Arcangelo, sicché il contributo per San Pietro è passato da 14.000 a 16.000 mentre quello per San Michele da 4.000 a 2.000? Al paese mio si dice: quandu lu poveru dè allu riccu lu diavulu sotto li piedi de san Micheli si la ride. E mo’ che cosa possiamo inventarci per buttare un altro po’ di fumo negli occhi dei nohani, soprattutto di quelli – e sono tanti grazie a Dio - che si bevono di tutto e di più, e quindi imperterriti continuano a votarci?  

*

Giorni fa, nella seconda fetta di Mellone 2015 (secondo il detto nohano: QUANDU RRIVA LA FICA LU MALONE VE E SE ‘MPICA - e speriamo cu rriva ‘mprima ‘sta benedetta fica), il suddetto Mellone mi ha inviato una lettera (veramente l’ha indirizzata anche agli altri tre moschettieri delegati di Noha, anzi tre mosche – ma figurati se quelli prendono carta e penna e si mettono a rispondere, ma io, Daniela Sindaco sottoscritta, ho una dignità da difendere, mentre loro, cioè gli amici LULO, ANPE, e GICO, non hanno le palle per ribattere - ma come quelle che dico io). Ebbene, dicevo, di loro non m’importa nulla, ma io la risposta vorrei darla, come detto sopra, NON con le lettere (che poi mi vengono come vengono) ma CON I FATTI CONCRETI.

Caro Mimino, penso di essere stata chiara e circoncisa come sempre. Ti dico solo, in conclusione, che se non vi darete una mossa lì a Palazzo Orsini, la sottoscritta Daniela Sindaco sarà costretta a trasformarsi in quattro e quattro otto in una ostinata e implacabile DANIELLA FASTIDIOSA.

E sappi che per estirparla non c’è sega che tenga.

Cordialmente tua e sottoscritta,

avv. Daniela Sindaco

 
Di Redazione (del 23/11/2020 @ 21:07:31, in Comunicato Stampa, linkato 705 volte)

Ci risiamo. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo, dove dovremmo stare tutti a casa, uscire per necessità, per ragioni di lavoro o per problemi di salute, qualcuno ha pensato bene di far incursione in una scuola dell’infanzia, forse solo per il piacere di creare disagio.

Era già successo una settimana fa e si è ripetuto.

E’ accaduto nella scuola dell’Infanzia di Via Teano, plesso del Comprensivo Polo 1 di Galatina, dove nella mattinata di lunedì 23 novembre le insegnanti al loro ingresso a scuola si sono accorte che qualcosa non andava.  Nelle aule hanno trovato i cassetti della cattedra aperti, così come gli armadietti della cucina. Le stesse docenti, inoltre, si sono accorte di una grata del vano caldaia sradicata e del tentativo di rubare il monitor delle telecamere di sorveglianza.

Puro atto vandalico o serata alternativa ad un’uscita con gli amici?

La Dirigente, dott.ssa Anna Antonica, appena appreso l’accaduto, non ha potuto nascondere la tristezza e lo sgomento per il ripetersi di questi atti vandalici o esplorativi al fine di perpetrare un furto, che va a danneggiare un luogo che dovrebbe essere il nido protetto per i nostri piccoli allievi.

Fatto sta che proprio l’ambiente più sicuro per i più piccoli, dove trascorrono le loro giornate insieme con i loro compagni e le loro maestre viene preso di mira da soggetti senza scrupolo che con le loro azioni spengono il sorriso di chi nelle scuole ci lavora e mette tutto il suo impegno per creare un clima sereno, confortevole e di “normalità”.

La Polizia di Stato a cui è stata sporta regolare denuncia si occuperà del resto e, con l’auspicio che tali soggetti incivili della nostra società imparino a non oltraggiare quanto costruito ogni giorno dagli altri, noi fiduciosi continuiamo il nostro lavoro nella formazione di cittadini migliori.

I docenti dell’Istituto Comprensivo Primo Polo Galatina

 

Cesari Stefania

Mussardo Emanuela

Schirinzi Gianfranco

 
Di Albino Campa (del 15/11/2018 @ 21:07:09, in Comunicato Stampa, linkato 736 volte)

Cresce il settore femminile della Showy Boys Galatina. Cresce in termini di numeri come partecipanti al corso di pallavolo così come sviluppo delle qualità tecniche dei singoli e dei gruppi. Al suo secondo anno di attività, l’organico under 14 femminile è stato affidato all’allenatore federale Stefano Rosato che, in passato, ha già ricoperto ruoli di guida tecnica nelle squadre giovanili. Il neo coach bianco-verde si dice entusiasta del nuovo incarico e soprattutto soddisfatto per essere entrato a fare parte della famiglia Showy Boys.

“Da questa stagione sono un componente dello staff tecnico galatinese e per me è motivo di orgoglio – dichiara Stefano Rosato – è un’opportunità di crescita professionale e di ricerca di nuovi stimoli vista anche la grande sintonia con la dirigenza sia sugli obiettivi tecnici da raggiungere che sui metodi didattici e di lavoro da attuare. Credo moltissimo nel progetto scuola Volley – continua Rosato – l’esperienza, la professionalità, la passione ed i programmi sono delle garanzie per chi decide di avvicinarsi alla nostra società sportiva. In riferimento al gruppo under 14 femminile che mi è stato affidato devo dire di essere soddisfatto dell’approccio delle allieve in fase di avvio del corso. Sin dal primo giorno, le ragazze si sono dimostrate molto interessate ad iniziare il programma e le nuove iscritte si sono subito integrate nel gruppo. C’è da dire che il percorso tecnico è piuttosto impegnativo e al momento procede senza intoppi – conclude l’allenatore della Showy Boys – mi auguro che possa proseguire con la stessa intensità ed interesse. Sono state stabilite delle regole e degli obiettivi da rispettare e le premesse per fare bene ci sono tutte. Spetta alle ragazze il compito di dare il massimo impegno durante le sedute di allenamento e porsi sempre nuovi traguardi tecnici da raggiungere”.

www.showyboys.com

 
Di Antonio Mellone (del 05/02/2015 @ 21:02:32, in Cronaca, linkato 2786 volte)

Qualcuno mi ha chiesto: “Ma quali errori sei andato a scovare nelle sette cartelle di memoria difensiva scritte dal delegato della tua frazione?”. E qualcun altro: “Ma mica è un tema delle scuole”. Ed altri ancora: “Ma perché non entri nel merito e ti fermi soltanto alla forma?”.

Premesso che io mi soffermo su quello che voglio, son costretto a constatare che sì, purtroppo siamo a questi livelli: c’è chi non s’è accorto di nulla, nonostante refusi e svarioni fossero macroscopici (e sin dall’indirizzo dei destinatari). E c’è chi pensa che una lettera pubblica da inviare agli organi istituzionali ed alla stampa valga meno di un tema scolastico (per cui tutto è lecito in termini di regole apprese sui banchi di scuola).

A partire dal sindaco Montagna, che alla suddetta memoria difensiva ha risposto da par suo, con nonchalance, e con il classico comunicato stampa in cui blatera - e te pareva? - di “strumentalizzazione politica” [una lettera, quella di Mimino, che, come al suo solito, non brilla per ariosità di stile, sagacia e lucidità, ma almeno sembra non contenere grossi strafalcioni, ndr].

Ma apparentemente non ha notato alcunché nemmeno Daniela Vantaggiato, assessore alla Cultura e professoressa di lettere, la quale o non ha letto il tractatus logico-philosophicus della nostra concittadina,oppure, nel momento della lettura, le è caduta definitivamente dalle mani la matita bicolore rossa e blu, oppure sarà stata costretta dalle circostanze a far finta di nulla e ad ingoiare un rospo dietro l’altro, riga dopo riga. Cosa non si deve fare, oggi come oggi, per disciplina di partito (preso).

Ma nel novero degli sbadati lessicali rientrano anche gli altri compagni di partito (che, ovviamente, avranno espresso tutta la loro solidarietà all’avvocato difensore di se stessa), e tutti gli altri membri della coalizione (sanu me toccu), senza scordare gli esponenti della (finta) opposizione (il loro da sempre è un elettroencefalodramma), i siti internet (che hanno riportato la cosa senza muovere un muscolo della faccia), e molti cosiddetti amici di face-book, pronti a likkare (eh sì, alla lingua non si comanda) ad ogni amenità postata in bacheca dai propri beniamini.

*

E non sto parlando di un errore di punteggiatura, di una virgola sbagliata (che tuttavia in molti casi evidenzia il fatto che non si sia compreso il funzionamento della “struttura” delle frasi, onde errori del genere diventano “di sintassi”), ma di puntini di sospensione disseminati ovunque (una ottantina in tutto – puntino più, puntino meno), di punti esclamativi ad ogni piè sospinto (una dozzina abbondante), di punti interrogativi a iosa (una quindicina in totale, alcuni a gruppi di tre o quattro per volta, tanto per enfatizzare il senso delle espressioni), di virgolette del tutto assenti nell’utilizzo del discorso diretto, di molte locuzioni in grassetto e se non bastasse a caratteri cubitali (tanto per urlare “al lupo, al lupo” e sembrare così più credibile).

Ma vogliamo parlare anche dello stile? Della proprietà di linguaggio? Dell’ortografia (nonostante il correttore ortografico di Word)? Della morfologia, e quindi della grammatica, e quindi del lessico? E che dire, poi, della pletora di solecismi e idiotismi, e di altre licenze (più o meno poetiche)? [Daniela, per cortesia, non mi querelare: ho scritto “idiotismi”, cioè locuzioni idiomatiche, non “idiozie”, ndr].

*

Nessuno sta asserendo che la nostra amatissima delegata non sia affatto colta (sul fatto). Ci mancherebbe.   

E’ che, sicuramente, mossa dalla foga di rispondere per le rime (non baciate) alla dirigente scolastica, la nostra amministratrice provetta si sarà fatta prendere la mano dalla lingua parlata, ottenendo come risultato finale un comunicato stampa così bisbetico e prolisso (sette cartelle fitte fitte) che poi, forse, non ha avuto nemmeno il tempo o la voglia di rileggere (ed eventualmente correggere).

Si dice “scrivi come mangi”; ebbene, in certi casi c’è davvero da augurarsi – per il benessere di tutti – che non si mangi assolutamente come si scrive.

*

Qualcuno - tale Antonio - ha glossato a mo’ di commento, in calce alle sette cartelle pubblicate su Noha.it il 25 gennaio scorso, la seguente espressione: “Da Accademia della Crusca!”.

Per quanto ovvio quell’Antonio non è il sottoscritto (che in genere quando si firma usa nome e cognome, e che probabilmente l’ultima volta che ha utilizzato un punto esclamativo, a meno di una citazione diretta come questa, sarà stato alle elementari).

*

Orbene, io penso che della crusca, in quegli scritti (e in tutto quello che ne è seguito, consiglio comunale incluso) ci sia solo l’epilogo. Quello per il quale, alla fine di tutto, è d’uopo, oltre che giusto e pio, tirare lo scarico.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 11/03/2017 @ 21:01:45, in NohaBlog, linkato 2626 volte)

Quando ti capita di leggere il Quotidiano di Lecce (a me succede solo allorché qualcuno, in vena di dispetti, mi sottopone allo strazio della valutazione di qualche sua pagina paradigmatica) non puoi fare a meno di pensare al fondo.

Ma non all’articolo di fondo, cioè all’articolo del direttore responsabile, ma ad altre accezioni di fondo, tipo: andare a fondo (affondare, naufragare, andare in rovina), oppure prendere qualcuno per il fondo (prenderlo in giro, per i fondelli), oppure essere senza fondo (non avere moderazione, soprattutto nelle scemenze proferite), oppure fondo di magazzino (residui di una merce invenduta), oppure toccare il fondo (per la disperazione), oppure raschiare il fondo (per esempio del barile: è inutile che qui vi spieghi il significato di raschiare). Insomma cose così, tutte strettamente connesse al “giornalismo” (quello con tanto di virgolette).

A volte non sai capacitarti di come sia possibile concentrare in un sola uscita, cioè in una sola copia del giornale, un così alto numero di baggianate.

Si dia a questo proposito un’occhiata al Quotidiano di mercoledì 8 marzo 2017, un esempio di scuola, anzi di sòla, come tanti altri dello stesso marchio di fabbrichetta (o marchetta, c’est plus facile).

L’altro giorno, mentre un collaboratore mi tratteneva a forza – giuro, mi sentivo legato quasi come l’Ulisse nel mare delle sirene - l’altra, la collega, brava e gentilissima, ma in questo caso molto, molto sadica (della serie: come rovinare in quattro e quattro otto la pausa pranzo al direttore) sfogliava davanti al mio naso alcune pagine di questo cosiddetto giornale. Tre per la precisione: la numero 14, la 21 e la 22. Le altre, me le ha risparmiate. Probabilmente per sopraggiunta pietà (e soprattutto grazie all’incipiente inizio del pomeridiano orario lavorativo allorché le parti di vittima e carnefice s’invertono).

Orbene, a pagina 14, campeggia un’articolessa con un titolo molto eloquente (eloquente circa l’orientamento politico di codesto morbido rotolo a più veli): «Litorale, condoni “bloccati”. A rischio abbattimento 2500 abitazioni abusive».

Capito? Qui l’articolista sembra dolersi più dell’abbattimento di 2500 abitazioni abusive che non dello scempio causato dall’abusivismo di migliaia di case fuorilegge.

Pare funzioni così nel caltagironeo mondo di sottosopra: il rischio o lo scandalo, cioè, non sono più quelli dei condoni edilizi o quelli di un paese sfigurato da cemento e mattoni, ma l’eventuale smantellamento di mafie, speculazione e bruttezza. Tiè.  

*

A pagina 20, invece, a caratteri cubitali, benché tra virgolette, emerge il titolo a favor di Colacem (sempre sia lodata): «“Meno emissioni”. E’ l’impegno della Colacem».

Nel servo encomio testuale si legge inoltre: “L’azienda sarebbe disposta ad aggiungere un altro filtro al camino che si alzerebbe di dieci metri”.

Chiaro? E’ l’azienda che finalmente interviene per salvare l’aria, anzi il mondo, e senza di lei saremmo tutti morti da un pezzo. Mica il “giornalista” poteva scrivere che la Colacem sta rompendo i coglioni ormai da decenni con ‘sti cavolo di fumi inquinanti che, insieme a molte altre sciagure territoriali, hanno portato i tumori di Galatina e dintorni a picchi da Guinness dei primati. Nossignore. Sembra quasi che dai fumaioli della  Colacem fuoriesca profumo Chanel n. 5.

Mica nell’articolo si poteva far riferimento al fatto che tra gli elementi più pericolosi della fabbrica-inceneritore s’annoverano gli ammassi di carbonile scoperto per circa un ettaro e mezzo; mica il reporter sans frontières (trad. pubblicista sfrontato) poteva dire ai poveri e affezionati lettori quanto dannoso possa essere l’utilizzo di certi rifiuti speciali utilizzati come combustibile; mica si poteva spifferare il fatto che, visti come son messi gli enti pubblici, il monitoraggio non può essere effettuato che dalla stessa azienda [“Conosci te stesso” era scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi; “Controlla te stesso” sul tempio dei polli di Galatina, ndr.]; mica si poteva ricordare che i danni sanitari (stimati dalla EEA) connessi ad attività come questa si contano nell’ordine delle decine di milioni di euro nostri; e mica si poteva infine far notare quanto l’aumento di altri dieci metri di altezza della già enorme ciminiera dell’altoforno colacementifero potrebbe ampliare lo spettro o il raggio d’azione dei fumi, oltre ad essere forse un pelo incompatibile con l’urbanistica e lo skyline dell’ambiente salentino.

Niente di tutto questo. Invece, sempre più in alto, come la grappa Bocchino. E con gli applausi scroscianti di lettori e feisbucchini di complemento.

*

Poteva mancare infine l’elogio del novello futuro sindaco di Galatina, al secolo Gianpiero De Pascalis (per altri, Gianpiero De Profundis), per la firma del solito giornalingua  gggalatinese? No che non si poteva.

Ecco infatti un titolo icastico in onore del novello pezzo grosso della pOLITICA locale: «De Pascalis sarà un sindaco competente», e, a corredo, una bella foto del virgulto Gianpierone nostro scattata probabilmente nel secolo scorso e 3.685 chilogrammi fa.  

Chi ha testato codesta competenza? Ma ovviamente le forze (anzi le forse) politiche che lo sostengono, quelle che nell’altra vita palazzorsinina si sono reciprocamente ma fraternamente scannate di brutto (anzi di Bruto).

Mo’ io dico: passi che una delle addette ai comunicati ufficiali del suddetto De Profundis, tale Maddalena Mongiò, sia per puro caso una giornalista del Quotidiano (cfr. il suo profilo fb); ma che il cazzettino più letto in provincia si trasformi di per se stesso nell’ufficio stampa del candidato sindaco più di peso del momento mi fa sorgere spontanea una domanda terribile. Che è questa: che differenza passa tra un giornale di informazione e il Quotidiano di Lecce?

L’unica risposta che dopo lungo tormento son riuscito a darmi è: l’informazione.

Antonio Mellone

 
Di Mariano Michele (del 01/05/2013 @ 21:01:00, in Eventi, linkato 2680 volte)

Il "Laboratorio Teatrale" dell'oratorio parrocchiale "Madonna delle Grazie" metterà in scena il 19 maggio 2013 con entrata alle 19,30 ed inizio spettacolo alle ore 20,00 la commedia liberamente arrangiata da Fernando Mita, tratta dalla grande scuola napoletana della commedia di Edoardo Scarpetta "Tre Calzoni Fortunati".

Per una ordinata presenza e per assicurarsi un posto a sedere abbiamo stampato dei " simil biglietti di teatro " che sono prenotabili in parrocchia o contattando i singoli componenti del laboratorio teatrale.

 

 

 

Si svolgeranno lunedì 19 novembre presso le sedi delle scuole dei tre Poli scolastici del territorio, le consultazioni elettorali per la scelta del sindaco e dei sedici consiglieri comunali dei ragazzi e delle ragazze. In lizza per la carica di sindaco ci saranno Kateryna Cherenkova, sostenuta dalla lista “Il Futuro siamo noi”, Filippo Congedo, per la lista “Giovani idee per una città migliore”, Edoardo De Pascalis, lista “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, Daniele Mauro, lista “Insieme possiamo ...volare”, Matteo Antonaci, lista “Piccoli ma con grandi idee”, Lucrezia Patera, lista “Uniti si vince”.

Nel corso della stessa competizione, saranno votati anche i sedici consiglieri comunali che avranno il compito di affiancare il sindaco “baby” dei due anni previsti di mandato elettorale. In lizza per la carica di consigliere comunale ci saranno 96 ragazzi e ragazze che chiederanno il consenso ai 1472 votanti che saranno gli alunni e studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie e prime, seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara.

L'iniziativa è stata adottata dall'Assessorato alle Politiche giovanili in collaborazione con le dirigenti scolastiche Anna Antonica, Eleonora Longo e Rosanna Lagna ed i docenti e le docenti referenti del progetto.

“Abbiamo voluto riproporre l'amministrazione comunale dei ragazzi e delle ragazze perché crediamo fortemente nel ruolo propositivo che le nuove generazioni possono avere nell'attività amministrativa – dicono il sindaco Marcello Amante e l'assessore alle Politiche giovanili, Maria Rosaria Giaccari – l'iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo da parte delle dirigenti e dei docenti delle scuole coinvolti. Ancora più grande è l'entusiasmo manifestato dai ragazzi e dalle ragazze che hanno aderito e che hanno accettato di partecipare, con diversi ruoli e competenze, ad un progetto che vuole incoraggiare e rafforzare un dialogo costante e costruttivo fra le istituzioni”.

Ufficio Stampa Comune di Galatina

 
Di Fabrizio Vincenti (del 06/02/2015 @ 21:00:25, in NohaBlog, linkato 2264 volte)

Comunque a Noha qualche bella notizia c’è: per qualche mese il calvario forse non darà fastidio a nessuno, la “vora” ancora non si è allagata, la Colacem ha contribuito alla realizzazione del presepe fornendo i fumi che fungono da nebbia come atmosfera per il presepe, qualcuno, lì nei dintorni, è stato come al solito derubato, i rondò sono sotto protezione del wwf vista la fitta e insolita vegetazione che presentano. Insomma, tutto sommato, non ci sono stati né terremoti né tantomeno alluvioni. Sono contento che i problemi siano solo questi, anche se tutta quella disoccupazione giovanile nohana e quella disperazione sociale mi disturba ancora un po’. Ma forse, tutto sommato, mi passerà. E poi, possiamo stare tranquilli: c’è un sindaco che già dal nome, o dal cognome, infonde serenità e potenza. Montagna. Ditelo, ripetetelo ad alta voce e vedete l’effetto che farà: Montagna! Montagna ha scritto; Montagna ha detto. Che vigore!

A proposito di quelle due sedie prese da una scuola e portate in un’altra: quanto tempo avete perso dietro questa cazzata? Con il costo dell’inchiostro, della carta, dei timbri e dei protocolli che avete usato, avreste comperato dieci di quelle sedie sgangherate. Ma Montagna, dall’alto della sua vetta, vigila e calma gli animi. O almeno crede! Disgrazia vuole che attorno a quella Montagna sta crollando tutto e non per colpa sua, sia ben chiaro. Questa è una giunta che, insieme all’opposizione, sprizza di efficaci iniziative da tutte le parti. O meglio, spruzza più che sprizza. Per fortuna i nostri concittadini non sono tanto esigenti perché, fino a quando non varcherete il loro cancello, vi daranno carta bianca. Così voi, facendo scampagnate su quella montagna, potreste scrivere romanzi: uno dei titoli ve lo suggerisco io , “Le ultime due sedie”. Se poi qualcuno finisce di leggere questi romanzi prima di qualcun altro, quel qualcuno vada a trovare quel Cristo sulla croce. Lo Spirito Santo vi farà entrare nonostante le porte siano chiuse. E ditegli, da parte mia, di stare tranquillo che la primavera è alle porte. E a Montagna dite che, se mancano due sedie a scuola, la soluzione è semplice: basta togliere due ragazzi dalla classe e mandarli a lavorare nei campi.

E, caro don Donato, che mi hai mandato un bellissimo messaggio per il mio trentesimo compleanno, non preoccuparti poiché quello che hai chiesto, in qualche modo, si realizzerà: visto che tu hai per tre volte la mia età, quando arriverò io alla tua, ti manderò un messaggio di auguri per le tue 180 primavere. Intanto però, visto che l’attesa è un po’ lunga, cerca di guarire quanto prima. Sai che ti auguro ogni bene e perciò, senza tanti convenevoli, coraggio, non arrenderti proprio ora che hanno eletto un Presidente che tutte le mattine va a messa (tu ricordi: anche Andreotti faceva lo stesso!). Ma i tempi son cambiati e queste benedette riforme son vicine,  o almeno, qualcuno crede che sia così. Auguri!

Fabrizio Vincenti

 
Di Redazione (del 17/10/2016 @ 21:00:18, in Comunicato Stampa, linkato 1371 volte)

"Ottimo avvio di stagione". Con queste parole, il tecnico e responsabile del settore giovanile della Showy Boys Galatina, Gianluca Nuzzo, esprime soddisfazione per l'inizio delle attività del progetto "scuola Volley" per la stagione sportiva 2016-17. "Proseguiamo il programma didattico già avviato con i nostri allievi - dice coach Nuzzo - lo scorso anno si è svolto un ottimo lavoro e nel segno della continuità portiamo avanti il progetto che in questa stagione vede la partecipazione di tanti nuovi iscritti ai corsi".

La notizia più lieta riguarda proprio la riconferma dei gruppi di allievi per la diverse fasce di età, implementati dai ragazzi che quest'anno hanno scelto di frequentare i corsi della Showy Boys Galatina e di condividere questa esperienza con la famiglia bianco-verde.

"E' un momento felice per il nostro club e lo testimonia la grande attenzione verso il progetto e le adesioni che continuano ad arrivare in questi giorni - continua Gianluca Nuzzo - abbiamo composto i gruppi under 18 e under 16 che seguo in prima persona e due gruppi under 14 affidati ai tecnici Quida e Masiello. Quest'ultimo poi è il responsabile del gruppo under 13 che quest'anno ha in organico gli allievi provenienti dal settore minivolley. La categoria under 12 è curata dal tecnico Codazzo e dall'istruttore Gaballo ai quali sono affidati anche i piccoli che frequentano i corsi di minivolley. Quello che mi preme sottolineare è che gli allievi che partecipano ai campionati giovanili di categoria sono tutti tesserati provenienti dal nostro vivaio, nel rispetto, quindi, delle linee guida volute dalla società. Questo è ulteriore motivo di orgoglio e soddisfazione per tutto il movimento - conclude mister Nuzzo - il nostro obiettivo è quello di insegnare la pallavolo e fare crescere tutti i nostri allievi da un punto di vista tecnico grazie ai programmi didattici sviluppati per loro e dare l'opportunità di fare esperienza nei tornei giovanili".

www.showyboys.com

 
Di Redazione (del 15/04/2019 @ 20:59:44, in Comunicato Stampa, linkato 730 volte)

Conquista un secondo posto nel girone la squadra dei giovanissimi della scuola Volley Showy Boys Galatina. Nel campionato provinciale under 13 3vs3, gli allievi del club bianco-verde riescono, nell’ultimo turno di gioco, a piazzarsi in una posizione di classifica utile per accedere alla fase finale.

Inserita nel girone C, assieme ad Alessano, Alezio e Specchia, la Showy Boys ha chiuso il tabellino con tre vittorie e altrettante sconfitte. Nel primo concentramento della stagione, i giovanissimi galatinesi hanno battuto 3-0 l’Alezio e perso, con lo stesso punteggio, contro lo Specchia. Nella giornata successiva, la compagine under 13 si è fermata sul 2-1 in favore dell’Alessano, per poi aggiudicarsi la nuova sfida con l’Alezio (3-0). Nell’ultimo e decisivo concentramento, giocato sul campo della palestra dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Noha, all’1-2 contro l’Alessano è seguito un prezioso 3-0 nella sfida con lo Specchia. In virtù di quest’ultima vittoria, la Showy Boys è riuscita a scalvare la diretta avversaria e posizionarsi al secondo posto: Alessano primo nella classifica del girone C con 22 punti, segue Showy Boys con 14, Specchia con 12 e Alezio con nessun punto all’attivo.

La fase finale è struttura, così come previsto dalle norme federali, in quattro gironi da tre squadre e la prima classificata di ognuno di essi accede alla final four. Il team bianco-verde è inserito nel girone 4 e si confronterà, lunedì 15 aprile, con Sbv Olimpia e Cupa Volley Carmiano.

www.showyboys.com

 
Di Andrea Coccioli (del 17/10/2016 @ 20:56:04, in Comunicato Stampa, linkato 1594 volte)

A seguito della DGR n. 1115/2016 è stato ammesso a finanziamento l'istituto comprensivo  I.C.  Galatina Polo 1 per un importo di 1.000.000,00 euro senza oneri per finanziari per il Comune.

Il progetto è stato presentato in Regione nell'anno 2015 presentato dall'Amministrazione Montagna dal Settore Lavori Pubblici.I lavori da eseguirsi sono finalizzati al conseguimento dei seguenti obiettivi:

Sicurezza strutturale antisismica;

Sicurezza antincendio;

Adeguatezza impiantistica rispetto alle norme igienico-sanitarie;

L'amministrazione Montagna ha investito molte risorse sugli interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio infrastrutturale degli istituti scolastici e come succede sempre, che semina, raccoglie.

Spero che il progetto ammesso a finanziamento venga realizzato per il bene della Città meritevole di grande cura e attenzione.

Andrea Coccioli