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Siate testimoni dell'amore di Dio - VI Domenica di Pasqua - 17 maggio 2020
Di Redazione (del 17/05/2020 @ 06:30:51, in "Il Vangelo della Domenica" di don Francesco Coluccia, linkato 1203 volte)

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Gesù Cristo ci ha fatto una promessa che è rinnovata nel Vangelo di oggi. Egli sarà sempre con noi e non ci abbandonerà mai. La promessa è strettamente unita al dono dello Spirito Santo che opera i grandi segni del suo amore. Ascoltiamo la Parola che Egli ci dona con amore.

Dal Vangelo secondo Giovanni  (Gv 14, 15-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

 

Meditiamo la Parola ascoltata 

Gesù ha promesso alla Chiesa il dono dello Spirito come presenza attualizzante della propria opera ormai compiuta. Tale promessa si realizza in modo tutto particolare nella celebrazione eucaristica. È  lo Spirito del Signore risorto che crea la comunione fra tutti i membri dell’assemblea, fra questa e tutte le altre comunità che celebrano la medesima eucaristia. È lo Spirito di verità che illumina e attualizza la Parola di Dio annunciata ai credenti, la fa penetrare nei loro cuori perché diventi realtà di vita e si traduca in atteggiamenti ispirati all’amore evangelico.

Una testimonianza visibile e convincente sarà allora quell’amore scambievole che vissuto nell'eucarestia dovrà caratterizzare la vita della nostra comunità parrocchiale. «Guardate come si amano», dicevano i pagani dei primi cristiani.

Oggi i nuovi pagani post-cristiani possono dire altrettanto guardando noi cristiani? O il comportamento dei cristiani è tale da farli diffidare del cristianesimo e della sua insistenza sull’amore? Con ogni probabilità, parliamo troppo di amore, ne facciamo quasi un genere letterario; ma non lo viviamo sinceramente tra noi, divisi come siamo stati forse da pregiudizi. Dico siamo stati perché sono certo la quarantena ci avrà cambiato il cuore e ci avrà riportato all'amore di Dio. So che desideriamo tanto ritornare in Chiesa e nutrirci di Gesù eucarestia.

Il desiderio ormai diventa realtà e da lunedì potremo celebrare la vita, ma sicuramente con azzimi nuovi, con una vita nuova, una modalità nuova dettata non da cose esterne ma dal cuore.

Se la testimonianza di questo incontro eucaristico si manifesterà pure attraverso un amore sincero e disinteressato verso i poveri e i bisognosi allora vedremo lo Spirito Santo in azione. «La Chiesa - si legge nella Redemptor hominis - non può abbandonare l’uomo, la cui "sorte", cioè la scelta, la chiamata, la nascita e la morte, la salvezza o la perdizione, sono in modo così stretto ed indissolubile unite al Cristo... L’uomo, infatti, è la prima e fondamentale via della Chiesa...»(n. 14).

Vi saluto caramente e vi aspetto da domani a vivere e sperimentare il mistero dell'amore di Dio nell'Eucarestia. Siate testimoni dell'amore di Dio.

Don Francesco Coluccia