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LE CONFRATERNITE DI NOHA (SESTA PARTE)
Di P. Francesco D’Acquarica (del 01/12/2020 @ 19:19:15, in Le Confraternite di Noha, linkato 1052 volte)

P. Francesco D’Acquarica s’è consumato gli occhi per decifrare le grafie cangianti e a tratti indecifrabili dei verbali della storica confraternita della Madonna delle Grazie di Noha. E in questa sesta parte, e nelle prossime, ce ne fa dono “ad maiorem Dei et Nohae gloriam”.

Noha.it

 

I verbali della confraternita

dal 1924 al 1970

 

Oggi a Noha non esiste più alcuna Confraternita. Di quella della Madonna delle Grazie rimane però un segno storico di grande importanza: è il cappellone nel camposanto che, dirimpetto alla chiesa cimiteriale, ospita confratelli e consorelle defunti.

Le Confraternite sono state il punto di riferimento materiale e spirituale per molti nohani. Se nel 1850 nella nostra cittadina erano attive ben tre Confraternite significa che più o meno tutto il paese ne era coinvolto.

E’ vero che i tempi sono cambiati, ma forse anche lo spirito cristiano è venuto meno. Le speranze sono tante, e io credo che i problemi si siano addirittura aggravati per via dei modelli di vita lontani dall’etica cristiana.

Purtroppo oggi sembrano farla da padrone il potere oppressivo, il capitalismo disumano, lo sfruttamento dei lavoratori, gli egoismi personali e collettivi con spinte irrazionali all’autoaffermazione costi quel che costi, e quindi arrivismi, spesso prevaricazioni, talvolta sopraffazioni e comportamenti malavitosi. Sembra che l’unico intento sia quello di conseguire profitti sempre e comunque, successi materialistici ed effimeri, soddisfazioni edonistiche, anche a costo di venire a patti con la coscienza e la dignità della persona.

 

L’ultimo articolo dello Statuto proclama:

Art.50 - Speriamo che queste regole siano sufficienti, con l'aiuto divino, non solo a stabilire questa confraternita, ma a farla progredire ed aumentare sempre più per la maggior gloria di Dio e della B. V. delle Grazie, e pel vantaggio spirituale e temporale di tutti gli ascritti. Così sia.

Lasciamo perdere la prima parte di questo articolo dove si augura che “queste regole siano sufficienti non solo a stabilire questa confraternita ma a farla progredire sempre più”. Però nelle associazioni e nei gruppi parrocchiali di oggi  un po’ più di spirito cristiano non guasterebbe.

Nel registro dei verbali negli anni 1924/1925 troviamo 49 Confratelli iscritti, e anche 35 Consorelle. Le iscrizioni proseguirono fino al 1956 raggiungendo gli oltre cento associati tra confratelli e consorelle.

La votazione delle cariche all’interno della Confraternita a scrutinio segreto avveniva (come già detto sopra) attraverso il sistema della fava e del pisello. La fava indicava parere positivo, il pisello parere negativo.

Leggendo i verbali si ha l’impressione che la preoccupazione principale era quella di avere un fondo cassa, che si alimentava grazie alle quote di iscrizione dei soci e anche dalle  multe inflitte agli assenti ingiustificati: il tutto per pagare le spese ordinarie, le spese per il funerale  e del posto tomba di ogni confratello e consorella.

Esistono due registri delle entrate ed uscite:

Uno per le entrate ed uscite ordinarie che va dal 1938 fino al 1956.

L’altro per le entrate e le uscite per la costruzione nel cimitero del cappellone per le sepolture dei Confratelli e Consorelle che va dal 1947 al 1956.

Dalla lettura dei registri della contabilità si può notare che la spesa ordinaria principale era quella del contributo mensile al Padre Spirituale per la celebrazione delle Messe di suffragio per Confratelli e Consorelle defunti, e lo “stipendio” al sagrestano.

Le entrate maggiori provenivano dall’affitto delle sedie disponibili per chi veniva in chiesa (non esistevano ancora i banchi per tutti), e gli introiti per il contributo di ogni Confratello o Consorella iscritto, oltre alle offerte di qualche benefattore che di solito era il Sig. Pietro Congedo, detto “l’Ursula” (padre della buonanima di don Severino Congedo).

NB. “Don” Pietro Congedo soprannominato “l’Ursula” era nato a Galatina il 01/01/1893 ma residente a Noha dove morì il 09/05/1970. Persona benestante, dall’animo buono e generoso, aveva fatto scrivere a mano, a suo spese, la copia dell’Inno a San Michele per ogni strumento musicale della banda musicale di Noha. Questi spartiti erano  conservati da un certo “Pipìu” che era il factotum dell’Ursula. 

In un verbale del 1936 per esempio si annota l’invito ai confratelli a mandare una lettera di ringraziamento al benefattore Congedo Pietro per aver donato un apparato completo di candelieri di bronzo dorato, tutti si associano ed accettano ancora di nominare confratello onorario il sig. Pietro Congedo.

Nel secondo registro sono annotate con molta meticolosità le uscite inerenti la costruzione della cappella cimiteriale, tipo i pagamenti all’impresa costruttrice, con i dettagli dello scavo (ricordo che il cappellone ha anche una cripta), il progetto e la direzione dei lavori da parte dell’ingegnere, le opere in muratura e l’acquisto del materiale edile, come mattoni, calce e cemento.

Nella voce delle entrate sono registrati i prestiti che alcuni soci liberamente anticipavano alla Confraternita: questi prestiti venivano poi restituiti, con l’interesse del 4% annuo,  non appena il fondo cassa presentava la capienza sufficiente.

Della formazione spirituale dei confratelli bisogna dire che, dato il livello di scolarizzazione del tempo, non è che si tenessero convegni di teologia dogmatica o di ecclesiologia, tanto è vero che nei registri si parla di un “pensierino religioso” da parte del Padre Spirituale: ma a volte il senso più profondo di una fede è l’amore verso Dio e verso il prossimo (e questo è forse il concetto spirituale più semplice ma al contempo il più complesso da insegnare e soprattutto praticare).

La Cappella delle tombe della Confraternita fu costruita in tre momenti diversi. La prima fase va da fine 1947 a tutto il 1953, per scavo e costruzione seminterrato e primo piano: l’impresa designata era quella di “Mesciu” Vito D’Acquarica. La seconda fase parte nel 1954 e termina nel 1957 ed è relativa al sopraelevamento del primo piano. Il terzo momento inizia il 1957, con ancora il sopraelevamento del primo piano, ma con un’altra Ditta: quella di D’Acquarica “Antonio”, figlio di Vito. In realtà il figlio di Vito si chiamava Donato (ecco perché ho usato le virgolette), ma in dialetto era chiamato anche Uccio, abbreviazione di Donatuccio, diminutivo di Donato. Da qui l’equivoco di scrivere nei verbali Antonio per Donato.

Il primo ad essere sepolto in questa cappella fu Giuseppe Cisotta morto il 25 giugno 1949.

Nelle prossime puntate pubblicheremo i verbali conservati in un registro tutto scritto a mano. Credo siano di grande interesse storico per il curioso, lo studioso, il ricercatore, e chiunque abbia la carica di cittadino di Noha.

 

[continua]

P. Francesco D’Acquarica