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25 ottobre 2020
Di Redazione (del 26/10/2020 @ 20:26:00, in NoiAmbiente, linkato 1160 volte)

Quando ci abbassiamo e mettiamo le mani in mezzo alle sterpaglie per strappare dalla terra il “vizio” di qualche incivile, ci chiediamo con quale diritto questi abbia deciso quanta terra debba essere sacrificata per le proprie perversioni.

Certo, non c’è risposta che sostenga alibi, non c’è alibi. Oggi, 25 ottobre 2020, sulla SP371, scortati da due auto della polizia provinciale, eravamo di nuovo gli stessi: padri, madri e tanti ragazzi, per fortuna anche loro.

Si perché per fare questo lavoro di volontariato non basta avere “stomaco”, ma certe volte ci vogliono anche muscoli per tirare su copertoni e pezzi di camion o altri materiali pesanti gettati così, come se fossero bottiglie vuote.

E così, mentre ti si sbriciola nelle mani l’ennesima bottiglia di plastica, oramai allo stato massimo di cristallizzazione, quasi ti viene voglia di piangere per l’impotenza che provi. E passi oltre lasciandoti dietro, con amarezza, un altro campo oltraggiato da un’incomprensibile ignoranza, figlia di questa pseudo civiltà.

L’immagine che ci resta impressa, non sono solo i copertoni, non è la colata di catrame puro che ha invaso il canale di raccolta delle acque e ha imprigionato inesorabilmente ogni rifiuto, non sono i cento o i duecento sacchi di rifiuti strappati alla vegetazione che nonostante tutto cerca di riprendersi il suo spazio, non è nemmeno il volto triste di Edoardo, un ragazzo di 16 anni che spinge la carriola carica di bottiglie vuote, a lasciarci di stucco è lo spettacolo che si para all’orizzonte: nastri infiniti d’asfalto e ferraglia di confine di queste pleonastiche strade, ci resta impressa l’immagine dei pannelli fotovoltaici a sinistra e dei campi di ulivi secchi a destra e sullo sfondo, dominante come il grande Golia biblico, l’impatto ambientale palese, che non lascia dubbi.

Fino a quando nasconderemo la vergogna pensando che sia sempre colpa degli altri, ci ritroveremo a stringere nelle mani un futuro sbriciolato in mille pezzi.

 

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