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Vergine di servo encomio
Di Antonio Mellone (del 19/04/2022 @ 20:10:49, in Fetta di Mellone, linkato 822 volte)

Mentre impazzano i cortometraggi pubblicitari della Sandra (io però preferisco i lungometraggi, quelli in cui la Nostra dà il meglio di sé diciamo spontaneamente, ora in un caffè con parterre di giornalisti di grido, ora sulla pubblica piazza insieme ai noti sottoscrittori di contratti con tutti, vale a dire gli emissari del Movimento Cinque Penne), altri candidati, per non essere da meno, ne hanno commissionati di ineffabili alle rispettive Bestie, con rispetto parlando (il termine deriva da the Beast, la struttura creata da Obama per arrivare alla Casa Bianca).

Non può passare inosservato per esempio quello fatto confezionare da tal Fabio Vergine, il Carneade tra i quattro aspiranti alla tiara di sindaco (non ci quereli pure lui eh, ché abbiam detto Carneade e non ancora Carnevale: e chiedo venia se mi sfuggono tutti i notabili imprenditori che, come probabilmente anche il suddetto, mietono successi in loco e può darsi parimenti altrove), nel ruolo di eroe protagonista, interprete di se stesso, cogitabondo in una Galatina centro desertificata, quasi insonnolita, pronta a destarsi al suono di una voce di sottofondo, immagino la sua, flautata, calda anzichenò, e soprattutto nostalgica, onde la tattica dell’advertising è stata applicata al meglio, ergo l’elettorato “attivo” sedotto sin dalle prime battute (ché in queste contrade è da un bel po’ maggioranza qualificata chi presta attenzione a credito). Comunque, a maggior enfasi io ci avrei aggiunto la più persuasiva delle asserzioni da prologo pensata per la meglio imprenditoria nazionale così incline a scendere in campo per un nuovo miracolo italiano, ovverosia: “Galatina è la città che amo”.

Ho provato a seguire i quattro dell’Ave Mare nel cosiddetto dibattito tenutosi qualche giorno fa nella sede di un circolo cittadino: sì, è stata dura, ma se riesci ad arrivare sino in fondo capisci che, pur volendo spaccare il capello in quattro, è estremamente arduo scindere il “pensiero” “politico” (virgolette a entrambi i lemmi) delle quattro persone uguali e distinte. La dimostrazione indiretta ma scientifica sta nel fatto che il Pd e i suoi liquami, sotto cangianti spoglie, sembrano essersi in qualche modo infiltrati in ognuna delle coalizioni galatinesi diciamo contendenti, onde il segretario di quel partito, che ultimamente si fa ritrarre in mimetica ed elmetto (chissà quando con uno scolapasta in testa), non potrà che gongolarne soddisfatto.

Non abbiamo etichette, non siamo di destra, non siamo di sinistra” – ha tuonato con felice metafora e qualche anafora il venturo Fabio Sindaco. Dunque, se ho ben capito, per il nostro affabulatore post-ideologico, e quindi di riflesso per i suoi follower, certi discorsi sono oziosi, dacché, sulla scia di numerosi politologi amanti di ossimori e paradossi, v’è l’auspicio che si materializzi una grande destra moderna e democratica aggregata a una sinistra altrettanto riformista e progressista, in modo tale che dal loro fertile amplesso nasca una società senza differenze, senza pressioni e soprattutto senza “pregiudizi ideologici” [e - va da sé - senza idee, ndr.]. Vuoi vedere che alla fine, primo caso nella storia moderna, a Galatina e dintorni stiamo per far rinascere un quadrumvirato in nome della parola magica Pnrr?

E insomma a fine marzo il Vergine clemente s’è degnato di aprire la campagna elettorale perfino a Noha con uno storico bagno di folla (o forse, dato il meteo, volevano dire folla bagnata). Da questa frazione è finalmente partita la “seconda tappa” del tour (una specie di Via Crucis vivente), intitolata, guarda un po’, “Direzione Galatina”, e dove sennò.

Qui il Nostro ha proferito il suo verbo con piglio accademico e soprattutto “con dati alla mano” [sic], come per dire: “[…] I dieci sportelli bancari di Galatina contengono depositi per circa 380 milioni di euro. Soldi sostanzialmente fermi ed infruttiferi per il nostro territorio” [sic]. Pare che il, salvo errori, ex-prof universitario si sia soffermato a osservare soltanto un piatto della bilancia (cioè del bilancio) e non anche l’altro, rappresentato, ma vedi tu, da altrettanti Impieghi: 369 milioni per la precisione (dati del 2020). E volendo proprio fare la media del pollo di Trilussa, si potrebbe pure aggiungere che, a fronte di 14.761 euro di Depositi pro-capite, a Galatina gli Impieghi bancari sempre pro-capite (composti da mutui, prestiti, e finanziamenti a breve medio e lungo termine a famiglie e imprese) sono pari a 14.225 euro, sicché il rapporto tra impieghi e depositi si aggira intorno al 100% o giù di lì. O magari l’imprenditore de noantri vorrebbe che la vecchietta parsimoniosa versasse direttamente sul conto corrente dell’impresa locale (“Piccola o grande che sia, dalla piccola bottega al padiglione industriale” [sic]) i famosi risparmi di una vita. Prospettiva interessante, non c’è che dire, non ci avevo proprio pensato. Poi uno si chiede come faccia un’alma mater a privarsi di un luminare di tal lignaggio. E viceversa.

Commovente infine il suo: “Ho ricevuto tanto da questa città, e ora sento di doverlo restituire”. Ma come è buono lei. Guardi, non si preoccupi. Tenga pure. Davvero. Come avesse già dato.

Ma tu guarda. Cercavamo un sindaco (con la minuscola per carità di patria), e ci ritroviamo con un Vergine e Martire.

Antonio Mellone