 Il mastino dei Baskerville sino a qualche giorno fa giaceva del  tutto ignorato nella sotto-sottocategoria “LIBRI DIMENTICATI” della mia  libreria. Ad essere sinceri era già da qualche mese che aveva raggiunto  questa nuova posizione, dopo aver transitato inconsapevolmente per  “LIBRI IN LETTURA”, “LIBRI IN STAND BY”, “LIBRI DA LEGGERE” e da ultimo  “LIBRI DA LEGGERE SENZA FRETTA”.    Poi domenica mentre cercavo di togliere un po’ di polvere e cambiare per  l’ennesima volta la disposizione dei libri negli scaffali – è  un’operazione che tendo a ripetere più volte durante l’anno – mi sono  accorto che il vecchio Holmes sonnecchiava, sicuramente con immenso  disappunto, tra i libri che in genere ripongo nell’angolo inferiore  sinistro della libreria nascosto da una poltrona, libri che mi sono  stati regalati da persone che non erano al corrente dei miei gusti  letterari oppure che ho comprato perché stupidamente attratto dal titolo  o dalla copertina.
Il mastino dei Baskerville sino a qualche giorno fa giaceva del  tutto ignorato nella sotto-sottocategoria “LIBRI DIMENTICATI” della mia  libreria. Ad essere sinceri era già da qualche mese che aveva raggiunto  questa nuova posizione, dopo aver transitato inconsapevolmente per  “LIBRI IN LETTURA”, “LIBRI IN STAND BY”, “LIBRI DA LEGGERE” e da ultimo  “LIBRI DA LEGGERE SENZA FRETTA”.    Poi domenica mentre cercavo di togliere un po’ di polvere e cambiare per  l’ennesima volta la disposizione dei libri negli scaffali – è  un’operazione che tendo a ripetere più volte durante l’anno – mi sono  accorto che il vecchio Holmes sonnecchiava, sicuramente con immenso  disappunto, tra i libri che in genere ripongo nell’angolo inferiore  sinistro della libreria nascosto da una poltrona, libri che mi sono  stati regalati da persone che non erano al corrente dei miei gusti  letterari oppure che ho comprato perché stupidamente attratto dal titolo  o dalla copertina.
Ho cercato quindi di sfilarlo con delicatezza, poi sono stato  costretto ad usare la forza per sottrarlo alle morbose attenzioni di un  libro di Fabio Volo e uno sull’antica saggezza vedica. Sono sprofondato  sulla poltrona e sfogliandolo sono stato assalito oltre che da un  nuvolone di polvere, anche da una ventata di ricordi. Il mastino dei Baskerville  che ho tra le mani, infatti, è stato acquistato da una bancarella di  libri usati, è una vecchia edizione BUR introdotta da una stupenda  indagine preliminare in forma di dialogo di Fruttero e Lucentini, con  illustrazioni di Sidney Paget,  pagine ingiallite zuppe d’umidità e un  cattivo odore. E ora il ticchettio delle pagine che scorrono  sull’impronta del pollice della mia mano sinistra mi porta con la  memoria indietro nel tempo e con la vista al reparto “LIBRI LETTI”, dove  ritrovo con piacere il mio primo acquisto in libreria: Uno studio in rosso  di Arthur Conan Doyle. Lo leggo, quindi, seduto su quella stessa  poltrona; mi bastano due ore per arrivare alla fine dell’indagine e  accorgermi che in realtà la vicenda raccontata non è il massimo  dell’originalità e della bellezza, ma sicuramente nella mia mente  rimarranno per sempre impressi luoghi, paesaggi e personalità di  personaggi caratteristici dell’epoca vittoriana. I colpi di scena non  mancano, la spiccata capacità intuitiva di Sherlock Holmes non vi  lascerà indifferenti e sarà impossibile resistere alla tentazione di  indicare il colpevole dei delitti. La narrazione fluente e ricca di  descrizioni vi permetterà di metter su in breve tempo la vostra  scenografia: vi sembrerà di attraversare di notte le stanze buie del  misterioso castello della famiglia Baskerville al fianco di Watson e di  attraversare la spettrale brughiera in cerca dell’assassino.
Avete poche informazioni a vostra disposizione (in realtà saranno  molti i dettagli che contribuiranno alla soluzione del caso): le due  persone assassinate nella storia non mostrano segni di colluttazione, né  portano ferite sul corpo; la morte sopraggiunge la prima volta per un  attacco di cuore, la seconda per una caduta. La cosa certa è quindi che  entrambi i personaggi fuggivano da qualcosa o qualcuno. Altro elemento  che potrà tornarvi utile: nella brughiera si racconta che una strana  leggenda perseguita la famiglia Baskerville, si parla di un enorme e  orrendo cane, forse un mostro o un fantasma, comunque qualcosa di  soprannaturale che non convince affatto l’Holmes di Doyle, personaggio  troppo intelligente per star dietro alle credenze popolari.
Non aggiungo altro, se non che il colpevole si saprà solo nelle  ultime pagine e i dettagli del caso saranno snocciolati nell’ultimo  capitolo per bocca dello stesso Holmes.
Michele Stursi
Il mastino dei Baskerville, Arthur Conan Doyle, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, pp. 276, € 7,90