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Lo stupore del Presepe vivente di Noha
Di P. Francesco D’Acquarica (del 30/12/2015 @ 07:43:20, in Presepe Vivente, linkato 2760 volte)

Abbiamo visto sorgere la sua stella,
e siamo venuti per adorarlo (dal Vangelo di Matteo  2,2)

Carissimi organizzatori, figuranti, collaboratori tutti: grandi! grandi! grandi! Non ho altre parole per dirvelo.

Anche se non conosco tutti i vostri nomi e i vostri volti, vorrei salutarvi uno ad uno, vorrei guardarvi negli occhi e dirvi complimenti, e grazie.

E’ bello che ogni anno con la festa del Natale del Signore ci fate questa sorpresa, perché di sorpresa si tratta: ci regalate tante emozioni, non solo perché fate rivivere la nascita di Gesù, ma perché ci fate conoscere e gustare la bellezza, il fascino, il mistero dei beni culturali di Noha: prima la masseria Colabaldi, poi la Casa Rossa, ora questo luogo da magia del Castello Baronale.

Sono arrivato domenica sera che ormai faceva buio da Via Carlo Alberto dalla Chiesa e già quella gigantesca stella luminosa vista da lontano mi riportava alle pagine del Vangelo secondo Matteo: abbiamo visto la sua stella e siamo venuti … Quest’anno, con il clima meteo più mite, sono venuto più volentieri, ho passeggiato per quei viali che vi siete inventati, guardando le scene che animavano quel luogo e i visitatori che si stupivano ad ogni passo. Sì, stupore, deve essere questa la parola giusta del vostro, del nostro presepe vivente 2015.

Trovarsi davanti a quella torre ancora così bella, a quel ponte così armonioso, così dinamico e al contempo forte.  Quanti pensieri, quante emozioni. Ma sapete che Noha possiede beni così importanti?  E non da alcuni anni, non da un secolo, ma da ben otto secoli.

Il Castello era a pianta quadrangolare dotato di bastioni sui quattro angoli. Questa struttura fu il centro del potere feudale e certamente a quei tempi era una risposta valida per le esigenze difensive del paese, sia per la sua posizione strategica e sia per la costruzione della torre a ridosso del Castello che controllava la triplice entrata nel paese.

Nel 1700 il Castello, che ormai non era più di proprietà dei Baroni della famiglia De Noha, subì delle modifiche sostanziali, perché, riparato alla meglio, diventò una masseria. Ma diventando masseria, la torre e il ponte non furono demoliti. Il che significa che anche allora sembrarono beni importanti da conservare e da non distruggere.

Quando a Noha sorgevano questi monumenti, S. Francesco d’Assisi (l’inventore del presepio vivente) aveva da poco percorso l’Italia (1182-1226), Dante Alighieri (1265-1321) era appena vissuto, Giovanni Boccaccio (1313-1375) e Francesco Petrarca (1304-1374) erano appena diventati famosi, i padroni di Noha, i Baroni De Noha, avevano già preso possesso della loro baronia, della nostra cittadina.

Ho ammirato e mi sono stupito di tutto: delle scene animate dai personaggi, degli attrezzi antichi in mostra, delle creazioni che  vi siete inventate.

Ma non mi sono accontentato di quella visita. Già ho problemi di vista. Immaginate un po’ se mi accontentavo del buio, anche se nel buio il presepe vivente ha ancora più fascino. Ho preferito ritornare la mattina seguente, prima di ripartire per la mia sede, per godere ancora un po’ di quelle bellezze. Mi hanno imprestato una chiave e alle 8 del mattino sono rientrato, attrezzato anche per fare delle foto digitali.

Mi ha accolto una capretta che, o per la gioia di vedere qualcuno o forse per chiedere cibo, saltellava da una parte all’altra con capriole, che sembrava volessero dire: ci sono anch’io.

Sono ripassato a rivedere quel Ponte medioevale, l’ho percorso salendoci sopra: che incanto, che armonia di linee. Ho fotografato ancora quella Torre federiciana. Poi in basso, in quello che resta del passaggio per entrare nel sotterraneo della torre, mi sono fermato e ho rivisto “lu sciacudhhri” della sera precedente. Nella mia immaginazione, era ancora lì, buffo, burlesco, stravagante. Uno spasso. Proprio come nei “cunti” di una volta.

Se  non l’avete ancora visto, recatevi (o ritornate) nel presepe vivente di Noha nelle successive giornate di apertura: nella torre trecentesca c’è ancora lui, “lu sciacuddhri” che vi aspetta.

Ho continuato il mio giro turistico mattutino, completando il mio personale album fotografico, e poi sono ripartito, carico di entusiasmo, di gioia, di ammirazione per tanta bellezza per troppi anni tenuta nascosta, ed ora rinata grazie ad un gruppo di ragazzi straordinari che, ancora una volta, ha saputo dare dignità e valore alla nostra Storia di Noha.

P. Francesco D’Acquarica imc