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Sandra? Punto interrogativo - (Parte seconda di tre) - Puntinismo
Di Antonio Mellone (del 19/03/2022 @ 16:21:08, in Fetta di Mellone, linkato 1187 volte)

Nella prima parte di queste note scombiccherate ho fatto cenno al contesto nel quale si è svolta la prima conferenza stampa di presentazione del Puntinismo, che stavolta non è il più o meno noto movimento pittorico di fine ‘800 ma il programma “puntuale” di diciamo governo della Sandra Sindaco da sottoporre al voto (o forse a referendum sulla sua figura), esposto sostanzialmente in quindici minuti scarsi di “domande”, seguiti da un’ora e cinquanta di chiamiamole risposte.

Ora, dopo il contesto, cercherò di dare una sbirciatina al testo provando a estrapolare qualcosina dalla famosa raccolta punti della rediviva candidata: non so se si tratterà di “idee” da rilegare in un novello tomo dei sogni oppure nel solito pamphlet degli incubi. Chi voterà vedrà.

Da un po’ di tempo a questa parte il tracollo economico dei comuni e la storia dei loro bilanci fallimentari sembrano passati in secondo piano: all’orizzonte la promessa pioggerellina di quattrini grazie a una fiammante forma di debito che va sotto il simpatico acronimo di Pnrr, onde tutti gli aspiranti al soglio comunale sono pronti a far vedere i muscoli, pretendendo più autonomia, indipendenza e libertà d’azione in modo da sbizzarrirsi nella fertile pratica di lasciare, ahinoi, un segno indelebile del loro passaggio.

A proposito di bi- e tricipiti brachiali da ostentare, la Sandra ci ha fatto sapere, tanto per dirne una, che per evitare la definitiva mortificazione dell’ospedale di Galatina, ergo per riaprire battenti, reparti, sale operatorie, terapie intensive, sub-intensive e via di seguito, e dunque far ritornare un bel po’ di Infermieri, Oss, Medici, Tecnici, e pure “Portantini” [sic] sarebbe bastato “battere i pugni sul tavolo”. E che ci vuole?

Noi - che scemi - pensavamo si trattasse di quel gioco di prestigio più ampio chiamato “riordino ospedaliero”, voluto dal reset dello stato sociale e di diritto, del quale il suo partito progressista-neoliberista è uno fra i più accaniti sostenitori: quel partito che, insieme agli altri della stessa risma, definiti Migliori da chi è “più migliore” di loro, taglia posti letto, personale sanitario e infrastrutture pubbliche (i soliti malpensanti asseriscono a favore delle cliniche del profitto), e al contempo per nostra fortuna aumenta a mo’ di compensazione la voce di spesa per le armi. C’è da dire tuttavia che si tratta di armamenti pacifisti, cioè verniciati con i colori arcobaleno, quando non avvolti nei drappi iridati che sovente garriscono al vento delle piazze (per definizione sempre stracolme) di sardine, gretini, riformisti, antifascisti prêt-à-porter, sinistronzi, e altre anime belle che, insieme a Bella ciao, si sono appropriate di bandiere e slogan degli sfruttati.  

A proposito di segni indelebili del passaggio sindacale, in maniera più o meno sibillina la probabile neo-bi-sindaca ci fa sapere che una decina d’anni fa, se non proprio lei in persona, fu la sua fazione una delle protagoniste indiscusse dell’edificazione dell’“hub nel quale tutti quanti noi ci siamo vaccinati” [sic!]. Il riferimento è a quel bigio parallelepipedo cubista piazzato in fondo a viale don Bosco al posto della campagna e dell’orizzonte, all’epoca definito, non senza un certo sense of humor, Auditorium (per concerti eh, mica bruscolini), e utilizzato un centinaio di mesi dopo come Adiutorium (anagramma del primo). Quando si dice dal punto (anzi dal contrappunto) alla puntura.

Che lungimiranza, però, riuscire a prevedere epidemia e vaccini a ripetizione - e di conseguenza androni prefabbricati per gli hub del generale penna in testa e mostrine al petto - con ben due lustri d’anticipo.

Vuoi vedere che, in illo tempore, sarà stata la Sandra Sindaco a vaticinare prima fra tutti la storia contemporanea e la sua narrativa, suggerendone poi i successivi sviluppi al compagno Bill Gates?

[continua]

Antonio Mellone