Riprendo in mano, ad estate inoltrata, la rubrica  “Consigli di lettura per l’estate” consigliandovi di leggere l’opera omnia  (pochi romanzi di rapida lettura, tutti editi da Nottetempo) di Milena Agus,  partendo magari da Sottosopra (Nottetempo, pp 168, 2011), ultimo lavoro,  e andando a ritroso. Buona lettura!     
Dice che non siamo mai come ci  vorrebbero gli altri
Possiamo dispiacercene molto,  perfino morirne.
Oppure accettare di essere al  rovescio, come nelle filastrocche.
da Sottosopra, pag. 84
Non l’ho mai fatto,  forse perché non mi è mai capitata l’occasione, forse perché mi sono sempre  rifiutato. Scegliere prima l’autore e poi il libro era, sino a poco tempo fa,  un’esperienza che non mi sarei mai sognato di fare, semplicemente perché il  metodo adottato sino ad allora (ovvero, scegli il libro indipendentemente da  chi l’abbia scritto) non mi aveva mai recato cattive delusioni. Sottosopra l’ho acquistato invece dopo  aver conosciuto la sua scrittrice, lo scorso 12 maggio in occasione del Salone Internazione del Libro a Torino.
Apriamo una breve  parentesi. Era la prima volta che, per curiosità più che altro, andavo ad un  salone del libro (oramai ve ne sono a centinaia) e l’esperienza mi ha convinto  a non farci più ritorno. Il motivo è semplice: odio le cose spropositate, le  megalomanie, le esagerazioni, non perché mi facciano sentire più piccolo di  quanto già mi percepisca, ma semplicemente perché quasi sempre deludono. Il  salone del libro è quanto di più lontano dal concetto di libro si possa  percepire, è la visione materiale, limitata e qualunquista della letteratura,  un modo come un altro per speculare sui sogni dei lettori. Chiusa la parentesi. 
Torniamo a poppa ed  evitiamo di perderci in inutili panegirici sulla misticità dell’atto del  leggere.
Tra gli infiniti  appuntamenti in programma quel giorno al Salone  del Libro, mi imbattei (per caso, attratto più che altro dall’aroma del  caffè che veniva distribuito gratuitamente) in un caffè letterario appunto,  iniziato da appena qualche minuto. Non fosse stato per l’aroma del caffè forte  e intenso che continuava a punzecchiarmi le narici e a insalivarmi il palato,  avrei continuato ancora per un po’ a gironzolare in estasi tra libri e stand e poi me ne sarei tornato a casa  avvolto in una coltre di delusione. Ma a volte basta davvero poco, mi dico solo  ora, per colorare una giornata in bianco e nero e quella pennellata mi venne data  da Milena Agus. 
Presi posto tra spettatori  attenti e partecipi e mi misi anch’io nella posizione di chi è interessato e  vuole ascoltare: in silenzio ascoltai la Agus rispondere alle domande dei  lettori con una genuinità e una banalità che stordivano, lasciavano interdetti.  Una signora di una semplicità mai vista, con i piedi per terra (al contrario di  molti scrittori che camminano sempre ad un palmo dal suolo), con un sorriso  sempre pronto ad accompagnare quelle risposte fatte di frasi semplici, poco  articolate, lineari, ma di un’intensità sconvolgente. 
La cosa che più mi  colpì fu la spontaneità, quasi imbarazzante, con cui la scrittrice affrontava  temi scottanti come il sesso e la pazzia, come se ne avesse a che fare tutti i  giorni, come se fosse il suo pane quotidiano. Io che non avevo mai letto alcun  suo libro, ne rimansi impressionato e non poco incuriosito. Mi chiesi allora:  “Chissà cosa ci butterà nei suoi romanzi? Chissà con quale stile racconta e di  quale materia son fatti i protagonisti delle sue storie? Chissà se dentro quei  romanzi c’è anche lei? 
Alla fine di quel caffè  letterario, mi affrettai ad acquistare Sottosopra,  curioso di scoprire se Milena Agus fosse l’incarnazione della sua scrittura. 
A voi la prossima  mossa!
Michele Stursi