Una volta vi era una villetta liberty a Galatina, nata durante il ventennio fascista con tante palme, un gelso secolare, un orto, un giardino con le rose che fiorivano anche in inverno ed un giardino retrostante con gli agrumi con i colori e gli odori fragranti delle zagare.
I muri alti preservavano questo paradiso dagli occhi. Un giorno la speculazione decise di tagliare il viale di accesso, decidendo di far soffrire il secolare gelso costruendo una strada e soffocando le radici, costringendo il gelso a coricarsi da un lato. Ma con grande fatica il patriarca verde resisteva, finchè un brutto giorno fu tagliato e fatto a pezzi per una nuova strada e nuovi comparti edilizi.
Dopo qualche anno e siamo ad oggi, fu la villetta, i giardini e gli orti ad essere spazzati via dalle ruspe per far strada al progresso. Il luogo ci racconta di viaggi, di storie che si intrecciano.
Cancellare le vecchie tracce del passato suona ad onta e spregio per il presente. A pochi metri da qui una nuova strada di nero bitume segnerà con una cicatrice un territorio ed una campagna tra le più fertili della zona, ricca di risorgive ed una ricca falda freatica a pochi metri. La speculazione però chiama forte.
Come per magia i terreni agricoli si trasformano in terreni edificabili ed i soliti compartisti costruiranno le loro belle villette a schiera con vista sulla tangenziale.
Ad imperituro ricordo ho postato la foto della villetta liberty prima di essere abbattuta, un ricordo per le generazioni future che non vedranno tutto questo.
Raimondo Rodia
|