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Checco Zaloni
Di Antonio Mellone (del 16/01/2016 @ 12:45:02, in NohaBlog, linkato 2807 volte)

Non mettetevi mai a discutere con un politico galatinese (e men che meno nohano): vi porta al suo stesso livello e vi batte con l’esperienza. E poi, detto tra noi, un terzo che guarda la scena potrebbe non riuscire a cogliere la differenza tra voi e lui.

Nel corso delle recenti festività natalizie, m’è capitato d’incontrare uno dei pezzi grossi della politica nohana [si sa che talvolta in politica, come nella legge di gravitazione universale di Newton, l’importanza dei protagonisti è direttamente proporzionale alla massa di corbellerie proferite moltiplicate per le cazzate prodotte, e inversamente proporzionale al quadrato dei loro redditi, ndr].

Nossignori, stavolta non è quella che pensate voi, ma un altro soggetto di sesso probabilmente opposto.

Orbene, mi son fermato solo pochi secondi per porgere gli auguri di buone feste a questo signore e, giacché c’ero, chiedergli succintamente conto delle opere, delle parole e soprattutto delle omissioni (di pensieri, si sa, nemmeno l’ombra) di questa sedicente Amministrazione Comunale. 

Il Tizio se ne esce con la solita solfa: “E’ facile per te scrivere: vorrei vederti all’opera” (o qualcosa del genere); e poi con quest’altra castroneria mondiale simile alla prima: “Tra un anno e mezzo, o quando sarà, candidati pure tu, così, quando sarai eletto, in un mese e mezzo risolvi tutti i problemi che ci sono”.

Sarebbe stato del tutto inutile ricordargli che a Palazzo Orsini ora c’è lui e i suoi compagni di merende e non il sottoscritto; che è lui, non io, che insieme ai suoi sodali ha voluto farsi avanti promettendo mari e Montagna (e non solo nel periodo elettorale); che nessuno gli ha mai chiesto di risolvere tutti i problemi sul tappeto (anche perché la patologia principale del nostro Comune è rappresentata, guarda un po’, dai politici come lui – cioè la quasi totalità - e in certi casi, come questo, l’omeopatia è assolutamente inefficace); che sarebbe ora che la smettessero (lui e tutto il cucuzzaro assessorile di palazzo) di prenderci in giro con le solite chiacchiere trionfalistiche, della serie tutto-va-ben-madama-la-marchesa; che questa giunta ha collezionato più fiaschi della cantina sociale dello storico Castello di Noha; che il cosiddetto Centro Polivalente nohano, utilizzato negli ultimi tre mesi a intermittenza grazie a provvisori gruppi elettrogeni prêt-à-porter – mentre sul tema s’ode ancora l’eco delle esilaranti interrogazioni-farsa in seno al consiglio comunale tra compagni dello stesso partito (Sindaco/Coccioli) - è in dolce attesa di una cabina elettrica necessaria per il funzionamento dei suoi impianti, esattamente da; e che per loro fortuna (dei politici, dico) la stragrande maggioranza dei concittadini non sa una beneamata mazza di tutto questo (l’ignoranza delle persone, come noto, è un instrumentum regni), non legge gli articoli di Noha.it (ma al massimo gli edulcorati-stampa pubblicati altrove), e se per caso dovesse leggerli fa pure finta, come pragmatismo comanda, di non comprenderli o non averli visti.

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Oltretutto sembra che, da tempo, a palazzo Orsini si sia annidata una genia di inquilini (burocrati & politici) di rara maleducazione. Esattamente un anno fa, i ragazzi dell’Associazione del Presepe Vivente di Noha indirizzarono all’illustrissimo signor sindaco di Galatina una lettera con la quale richiedevano la concessione in comodato d’uso della casa e della torre dell’orologio di Noha, quella svettante nella pubblica piazza San Michele ormai quasi per quotidiano miracolo.

Come hanno già dimostrato di saper ben fare, e  da anni, e senza spesa di pubblico denaro, i ragazzi dell’Associazione del Presepe Vivente avrebbero rimesso a nuovo e ridato decorosità alla torre civica di Noha, ancor oggi, purtroppo, emblema massimo di insipienza, sciatteria e ottusità di chi fa finta di governarci.

Secondo voi, signori e signore, ad un anno di distanza, qualcuno dei bifolchi del palazzo di città ha mai dato uno straccio di risposta alla suddetta lettera? Fosse anche un diniego, un cenno del capo, una pernacchia? Nulla di nulla, elettroencefalogramma(tica) piatto, come sempre.

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Ora, proprio di recente, questi s’ignori felicemente regnanti sembrano tutti commossi, tutti determinati e pronti ad accorrere al capezzale della Trozza di Noha, danneggiata dal coglione di turno. Non vedono l’ora di dimostrare efficienza, tempestività, amore per la cultura e l’arte: insomma la solita lavata di faccia, con un bell’intervento riparatore da commissionare con quattro soldi (giusto per rimanere al di sotto di certe cifre e al riparo da certe procedure) alla solita ditta amica.

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Non s’accorgono, questi Attila comunali, che, così facendo, hanno raso al suolo la loro credibilità (semmai ne avessero avuto una), e soprattutto stanno radendo a zero quel che rimane dei nostri beni culturali, della dignità di un popolo, della Politica, dell’ambiente, della ragione e, non ultimo, della buona creanza.  

Sembrano tutti attori protagonisti di un film dell’orrore dal titolo: “Quo rado?”

Antonio Mellone

 

Lettera indirizzata al Sindaco del Comune di Galatina, protocollata e in attesa di una qualche risposta da oltre un anno.

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