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Degrado e coscienza
Di Marcello D'Acquarica (del 13/09/2020 @ 15:32:24, in NohaBlog, linkato 924 volte)

In questi ultimi mesi di "vita permanente a Noha" ho compreso meglio un paio di cose che ritengo importanti. Parliamo di cultura, di educazione civica, ma soprattutto di beni culturali e, ahimè, di sporcizia. In una parola sola: degrado.

Credo che se Galatina non avesse la basilica di Santa Caterina, forse non sarebbe un Comune fuori dal comune, sarebbe come tanti altri, tipo: Seclì, Collepasso, Andrano, ecc. Tutti bellissimi centri del Salento, senza nulla togliere, ma vogliamo mettere la  cultura e la storia grandiosa che riguarda Galatina? Si preferisce invece tenere viva l'attenzione sulla mondanità giornaliera, quella ardente della passione consumistica, frivola e qualunquista. Per cui tolta la Basilica (che sta rischiando, anch’essa, di diventare merce di scambio), conviene chiudere gli occhi già solo entrando in città provenendo da Lecce: il passaggio a livello è sempre lo stesso da almeno settant'anni. Evito volutamente di entrare nel merito di un’eventuale ulteriore devastazione cui si è pure fatto cenno di recente, a proposito di improbabili sottopassaggi. Per non parlare, poi, di quell'altro fantasioso progetto (speriamo abortito) di un mega parcheggio sotterraneo nelle adiacenze di corso porta Luce. Cose dell'altro mondo, si direbbe, se non che l’altro mondo sembra essere proprio questo.

Anche entrando da sud, e cioè dalla via di Noha, c'è da mettersi le mani nei residui capelli. Eppure sbattiamo il naso davanti ad un complesso scolastico che dovrebbe educare migliaia di ragazzi. Invece cosa vedono i nostri figli? Nuovi comparti edilizi e spazzatura (posto che esista una differenza tra i due concetti). L'estate scorsa, ottemperando al loro impegno, i ragazzi del progetto Monitor 7018 del servizio civile, hanno rimosso, sparsa nell'erba un bel po’ di monnezza del tipo casalingo, dall’area adibita a parcheggio per l’intero complesso scolastico. D'altronde l’area non è mica una zona PIP.

Quando piove un po’, e questo accade ormai da decenni, la via di Noha, a ridosso del complesso scolastico, diventa un mare, e a questo mare, con un sostrato di asfalto e cemento, noi altri non facciamo altro che aggiungere copiose lacrime di coccodrillo.

E vogliamo parlare dell’area Nachi? Incendio propedeutico al cantiere: fra i soliti rifiuti bruciati ci stava anche un palo di cemento e amianto che con l'incendio si è sfarinato e ha brillato le sue ceneri al vento per almeno due settimane. Naturalmente certe polveri sottili non devono chiedere il permesso per finire dritte dritte nei polmoni degli esseri viventi. Alla faccia delle famose normative che costringono alla messa in sicurezza dei cantieri.

A voi pare che s’indigni qualcuno (salvo le solite eccezioni)? A me sembra che tutto taccia. Oggi pare che non ci faccia più caso nessuno. Sta diventando normalità la bruttezza. L’eccezione è diventata la regola.

Dei beni culturali, manco a parlarne. Men che meno dei beni culturali di Noha.  D'altronde se la magnificenza di Galatina con i monumenti e i suoi illustri personaggi, al di là di qualche cittadino (che ancora esercita il ben dell’intelletto), dorme di fatto il sonno della ragione, come possiamo sperare che venga ricordata e custodita la storia millenaria di una piccola frazione con le sue (modeste per carità) testimonianze?  E non mi riferisco alle famose (spero non tristemente) Casiceddhre che si stanno viepiù riducendo in farina di pietra leccese, visto la sostanziale continuità di “attenzione” tra la vecchia e la nuova proprietà, ma anche per esempio ai ritrovamenti delle tombe messapiche che sembrano spariti perfino dal museo civico di Galatina, dov’erano posti, diciamo così, al sicuro.

E di fra' Matteo da Noha che dipinse gli schienali del chiostro di Santa Caterina si parla mai?  E di Giovanni Ciranoia, un possidente di “Noia” che donò i suoi terreni per costruirci sopra la basilica orsiniana, qualcuno fa mai menzione nei suoi tour? Pure l'idea di dire che “Noha non esiste” (dichiarazione pubblica di un assessore delle ultime amministrazioni), che è dunque una periferia di Galatina, è diseducativo, nonché poco rispettoso della nostra identità storica. Se non si conosce non si ama. E  difatti i risultati si vedono.

Insomma, il degrado prima ancora che materiale è soprattutto mentale.

Marcello D’Acquarica