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ELEZIONI, REFERENDUM SPIRITO SANTO E ACQUA
Di Albino Campa (del 10/06/2011 @ 23:49:35, in Un'altra chiesa, linkato 2760 volte)
Genova 5 giugno 2011. - I risultati delle elezioni amministrative di maggio sono state una sconfitta inequivocabile e palese di Berlusconi. Credendosi eterno, immortale e, modestamente, superiore a Dio, ha sfidato anche non solo la decenza, ma anche il buon senso, credendosi ormai unto a dire tutto contro lo stesso popolo che avrebbe dovuto votarlo: in sostanza ha trattato da cretini gli elettori che non lo votano e di converso, lui pensa che sia cretini anche quelli che lo votano. Ubriaco di se stesso, è impazzito superando le colonne del ridicolo e attestandosi sul versante della imbecillità. Ha chiesto un giudizio su di lui, visto che il parlamento e il governo contano nulla e lo ha avuto. Sonoro, schietto e credo anche irreversibile. Molti di coloro che lo hanno osannato e sostenuto nel ventennio, ora si rifaranno una verginità e troveremo coorti di falsari che giureranno di non avere mai votato Berlusconi e di essere sempre stati a lui contrari. Le iene non muoiono mai e la madre prostituta degli opportunisti è sempre incinta e non va mai in ferie.

Il casto Formigoni, aduso a fornicare con la mafia e con CL, prostituta per tutte le stagioni a servizio di chi offre di più e meglio, ha adombrato l’ipotesi che Berlusconi faccia un passo indietro «adesso» per prepararsi al salto verso il Quirinale nel 2013, alla scadenza di Napolitano. Il rischio è grave. Il pericolo non è scongiurato. D’Alema cerca il centro di Casini e Fini per mandare Casini a palazzo Chigi e lui al Quirinale, mentre Fini deve correre dall’osteòpata per rimettere a posto le sue ossa rotte. Manovre da dissennati, veri stupri istituzionali da parti di tre che non solo hanno tenuto in piedi Berlusconi con ogni indecenza possibile, ma hanno impedito ben sei volte in questo anno 2011 che cadesse in parlamento e se ne andasse a casa. Ogni vota che Berlusconi poteva cadere e perdere la fiducia, guarda caso nelle file del Pd, dell’Idv, dell’Udc e di Fli mancavano i deputati necessari. Costoro sono una iattura per l’Italia.

Noi abbiamo una potenza non violenta e democratica per mandare a casa Berlusconi, la sua cricca e cercare di fare pulizia. Questa potenza ecologica e vitale è il VOTO del REFERENDUM del 12/13 giugno 2011. Possiamo farcela, dobbiamo farcela. Se non si raggiunge il quorum e se non passa il referendum sul legittimo impedimento che pretende che la legge sia uguale per tutti, anche i membri del governo, il rischio che Berlusconi diventi presidente della Repubblica è realissimo.

Non oso nemmeno immaginare che il Palazzo simbolo dello Stato e della Nazione possa diventare un lupanare, ricettacolo di mafiosi, malavitosi, corrotti e corruttori. Sconfiggo questa immagine come impossibile. Se ciò dovesse accadere, a cascata cadranno la Corte Costituzionale (cinque giudici li nomina lui e cinque il parlamento asservito a lui), la Magistratura di cui lui sarà il presidente del CSM e infine il governo cadrà ancora più in basso perché egli nominerà sia il presidente del consiglio sia i ministri. Per evitare tutto questo e per difendere la Patria ancora in grave pericolo, andiamo a votare il 12/13 giugno e votiamo «4 SÌ» convinti, decisi, grintosi, irreversibili. In nome della nostra dignità, in difesa dell’ACQUA che vogliamo sia sempre e comunque pubblica e che sia gestita per il bene di tutti e non per l’interesse di pochi. Per l’ACQUA 2 VOTI, 2 «SÌ».

In nome dell’ambiente e della salute, votiamo «SÌ» per abolire il NUCLEARE sul quale il governo e Berlusocni stanno giocando una doppia partita sporchissima. La prima cercando di aggirare il voto, rimandandolo di un anno; il secondo ricorrendo alla Corte Costituzionale (ma non era tutta un covo di comunisti?) per fare abrogare il voto, mentre in tv afferma pacifico come il monaco di Monza che si rimetterà alla decisione del popolo che egli non considera, ma disprezza.

In nome della GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI votiamo il LEGITTIMO IMPEDIMENTO con il quale Berlusconi vuole salvarsi dalla galera dove dovrebbe andare e starci fino alla fine dei suoi giorni (che il Signore ci metta la sua santa mano!). Tutti uguali davanti alla Legge. Tutti nessuno escluso, tanto meno lui.

Un «SÌ» sonoro per mandare in galera Berlusconi e farla finita per sempre.

Le elezioni amministrative sono state anche una sconfessione della politica del Vaticano, Bertone, Bagnasco e tutti i manici di scopa col berrettino rosso e le scarpette di Prada. Se costoro fossero pallidamente «etici », dovrebbero dimettersi tutti perché finora hanno solo fatto porcherie di gruppo (clerico-partitico-destra) e hanno perso il diritto a parlare di morale, di politica, di salvaguardia di princìpi. Hanno fornicato a più non posso con ogni indecenza e immoralità; hanno sostenuto e appoggiato convintamente un uomo indegno di tale nome; hanno dato credenziali di statista a un pazzo, malato e mafioso, bugiardo, prostituto, corruttore di giudici e di parlamentari. Costoro hanno perduto non solo la faccia, ma anche la coscienza che non hanno. Le amministrative hanno sancito la sentenza: Vaticano e Cei sono solo senza Dio e senza Popolo. Necessitano le dimissioni di chi dovevano essere servi del Dio di Gesù Cristo e si sono ridotti ad essere schiavi di un degenerato, perdendo l’autorità morale di guidare il loro popolo, che, infatti, va per conto suo. Acèfalo.

 

Paolo Farinella

prete – Parrocchia San Torpete - Genova".