
Mentre si procede di buona lena alla mattanza degli alberi monumentali urbani, tipo gli eucalipti di via Aradeo, dicono per farci arrivare prima al cimitero nohano (mo’ non chiedetemi se in senso letterale o in senso letterario), e in zona Trozza ci accingiamo a contemplare la pavimentazione con mattonelle in cemento vibrato chiaro unitamente alla perimetrazione con cordoli nello stesso materiale dei superstiti pini [per rispettare la famosa “visione di città” la giunta Mc Donald’s ne ha abbattuti un paio anche qui, ndr.], cordoli dicevo così rasenti ai tronchi che quella villetta verrà presto ribattezzata Strozza, onde per cui fra qualche tempo le forze della natura solleveranno - facendoli scoppulare all’unisono - massetto mattoni cigli asfalto e tutto il cucuzzaro nei dintorni; insomma, mentre accade tutto questo sine requie, cioè mentre si crea il deserto urbano senz’altro con il parere positivo dell’“agronomo” corroborato dalla vulgata secondo la quale gli alberi “sporcano, bruciano, cadono, ostacolano, sono fuori asse [sic] e intralciano il traffico [ri-sic]”, nel recente consiglio comunale del 23 settembre scorso s’è presentata quella genialata che è il parco periurbano: un polmone verde proprio, signora mia, da collegare con gli altri “punti strategici” cittadini non si sa precisamente se con piste ciclabili o con ben altri tipi di piste.

A parlarcene ex cathedra nel corso di una lectio magistralis [copyright del sindaco Vergine, ndr.], un luminare che manco alla Oxford University, vale a dire l’assessore all’urbanistica galatinese Stasi, assecondato da più di una testa mossa in continua annuenza. Dapprima il suddetto assessore ci ha rassicurato sul fatto che la Comune non può far nulla per fermare l’invasione dei mega-porci, spiritosamente detti mega-parchi agri-voltaici che fa più green (pare ne stiano arrivando almeno altri cinque, di cui uno di una quindicina di ettari giusto a Noha, se no Terna Spa che raddoppia a fare la sua stazione sulla provinciale per Galatone), e men che meno esprimere la sua contrarietà quantomeno politica al seppellimento della nostra campagna sotto una coltre di alluminio, silicio, ferro, plastica, massetti e altri diciamo prodotti della terra. Pertanto i nostri rappresentanti in seno alla massima assise cittadina, oltre a scaldare il seggio, non potranno fare altro che votare a favore dei piatti di lenticchie solennemente definiti “compensazioni”, a loro volta gentilmente elargiteci dai lanzichenecchi di turno - sicché possono dormire sonni tranquilli sia il neocolonialismo di rapina e sia quella fessa della Costituzione che osa addirittura parlare di tutela del paesaggio.
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Dunque una volta tranquillizzati con queste notiziole, “l’Assessore con la A maiuscola” [anche questa l’ha gettata il vergin primo cittadino, ndr.], sbracciandosi non poco, è finalmente arrivato a sbandierare le magnifiche sorti e progressive del benedetto parco-periurbano: un’opera a quanto pare indispensabile e urgente, senza la quale le dieci piaghe d’Egitto si ripresenteranno pari pari anche nelle nostre contrade. Per quanto ovvio il suddetto Parco, che qualcuno aveva pure osato appellare per isbaglio Bosco, rimangiandosi immediatamente codesto lemma dal sen fuggito dopo aver capito che per ora il verde sta chiuso nei secchi di vernice, non nascerà su suoli già di proprietà comunale (tipo quelli in area fiera dov’è in corso altrettanta speculazione edilizia, inaugurata in pompa magna col neonato fast-food dell’americano Zio Sam) ma in altri comparti a ovest di Galatina, in contrada due Trappeti, su una quaterna di ettari di terreno in corso di espropriazione da remunerare con qualche milioncino di euro (chissà stavolta chi sarà il fortunato vincitore di quest’ennesima lotteria).
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Ma su con la vita: come asserisce il nostro magnifico Assessore nei suoi “cinque minuti di sfogo” (diventati poi di-ciot-to, con la conseguente perdita di efficacia dell’antiemetico che avevo assunto, ma fa niente) questa “riqualificaZione” (z dolce) è a vantaggio esclusivo della “città pubblica”, mica dei privati (i cui avvocati però sembra siano stati puntualmente rasserenati sulla protezione degli investimenti dei loro assistiti). Non solo: sempre a detta del nostro ben informato Assessore, con queste manovre urbanistiche il mercato immobiliare locale, sempre più “attrattivo” ovviamente, ha già registrato un’impennata del 20/25% (evidentemente basta la sola forza del pensiero). E vedrai che “sviluppo e ricadute” quando lo verranno a sapere gli altri 80.000 abitanti del comprensorio [citati nell’esilarante delibera di giunta del 19/5/2025 n. 222]: Milano, Monaco, Zurigo, e la stessa Dubai, ci faranno un baffo. Questa sì che è cultura.
E maisia signore se ti metti a criticare tutte ‘ste cose buone e giuste e attrattive. Ché qui il marketing ti scatena contro all’unisono i pollowers assessorili (se ne annoverano a bizzeffe), i likkini sindacali (quelli del like fideistico), e non ultimi quelli del “Mamma mia, ma non vi va mai bene nienteee!” (tifosi a cui chiaramente va sempre bene di tutto).
Pure stavolta il consenso totalitario è salvo senza nemmeno il bisogno di sguinzagliare la Gestapo. Pardon, volevo dire la Stasi.
Antonio Mellone