
A Galatina la coerenza politica è ormai diventata un concetto relativo. Mentre la città affronta problemi strutturali mai risolti, esponenti della maggioranza trovaa seguito candidati della Lega per le prossime regionali, come se nulla fosse.
Sì, proprio la Lega. Quella che ha costruito il proprio consenso sulla divisione del Paese, che ha spinto per un’autonomia differenziata che si sarebbe dovuta fare e che avrebbe segnato la fine dell’unità nazionale, lasciando il Sud ancora più povero e senza servizi.
Una Lega che continua a parlare di “merito” ma che, nei fatti, vuole un’Italia diseguale, dove chi nasce a Sud vale meno. E mentre tutto questo accade, nella stessa maggioranza c’è chi invece sostiene un candidato delle liste di Antonio Decaro, l’esatto opposto di quella visione politica.
Una contraddizione macroscopica, un corto circuito politico che rivela una verità scomoda: questa amministrazione non ha un’anima, non ha una linea, non ha una visione.
Ognuno per sé, ognuno in cerca di una collocazione, ognuno pronto a cambiare bandiera se conviene.
E allora la domanda è inevitabile: il sindaco Vergine con chi sta? Con chi spinge per un Mezzogiorno più debole, o con chi lavora ogni giorno per difendere i diritti e la dignità del Sud?
Il sindaco non può continuare a stare nel mezzo, a tacere, a fingere che tutto sia compatibile, perché non lo è. Non si può governare una città se manca una direzione comune, se si rinuncia a un’identità politica chiara e coerente.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un’amministrazione divisa, incoerente e paralizzata, priva di una visione sul futuro di Galatina. La città merita di più. Merita un governo che non si perda nei personalismi o nei calcoli elettorali, ma che sappia scegliere da che parte stare, quella del lavoro, della cultura, della giustizia sociale.
Noi, come Circolo del Partito Democratico di Noha, questa scelta l’abbiamo fatta da tempo.
Siamo con Loredana Capone, Sandra Antonica, Graziana Ronzino, Emanuele Gatto, Sergio Blasi, Dina Manti, e Stefano Minerva, persone radicate nel territorio, che credono nel Salento, che difendono la sanità pubblica, la scuola e la cultura come strumenti di riscatto collettivo.
Perché la politica, quella vera, non si misura con le bandiere di convenienza, ma con la capacità di visione e di coerenza.
E di visione, oggi, questa amministrazione non ne ha nemmeno l’ombra.