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Il travestimento dell’uniformità
Di Admin (del 07/12/2012 @ 23:00:28, in Un'altra chiesa, linkato 1960 volte)

Genova 05-12-2012. –  E’ passata in sordina una lettera circolare esilarante dell’esimio cardinale vuoto per pieno, Tarcisio Bertone, inviata a tutta la curia romana. Conoscendo il pollo, però, il metodo è il solito clericale: parlare a suocera perché nuora intenda. La lettera, datata 15 ottobre 2012, è, sì, indirizzata alla curia, ma tutti i preti devono sapere e «capire» che si cambia marcia perché il cardinale avverte, en passant, che «per venerato incarico, vengo a chiedere a Vostra Eminenza/ Eccellenza». Santo Iddio del monte Sinai, dell’Oreb e del Cervino, possibile che ancora oggi si debba sentire un cotale italiano? Vi rendete conto? Dice proprio così: «per venerato incarico»! Ormai si contorcono anche la lingua italiana, la semantica e la dissenteria cronica.
Avrebbe potuto dire: Cari, sapete tutti che il papa è fissato con il ritorno al passato e non si accontenta più della messa in latino e dei lefebvriani in livrea. Ora vuole anche che tutti i preti, di norma, si travestano da donna, con abito lungo; nelle serate di gala, nei ricevimenti e nelle riunioni importanti, il travestimento deve essere di lusso. Scrive, infatti sor eminenza che «per evitare incertezze ed assicurare la dovuta uniformità, si ricorda che l’uso dell’abito piano è richiesto per la partecipazione a qualsiasi atto nel quale sia presente il Santo Padre, come pure per le Assemblee Plenarie ed Ordinarie, le Riunioni Interdicasteriali». Ascoltate. Le maiuscole rimbombano nelle felpate stanze vaticane. Tutto lì è Maiuscolo, anche il Ridicolo, anche la Scemenza!
Chi non lo sapeva ora sa, per sua cultura e sapere, che esiste l’abito «piano» e chissà forse anche l’abito a scale, d’ascensore, l’abito a pois bianchi e viola, l’abito ridens, quello a sbalzi e … a quando l’abito da manicomio?
Si apprende poi dalla lettera cardinalizia che tutto è fatto per «assicurare la dovuta uniformità». Ecco svelato il mistero trinitario. In Vaticano, non perseguono l’unità che è la sintesi armonica delle diversità e delle differenze, ma solo «l’uniformità», cioè l’apparenza dell’unità perché privilegia l’aspetto esteriore (essere vestiti tutti allo stesso modo).
Il sor eminenza poi, conclude e si congeda «con sensi di distinto e cordiale ossequio». Non ho mai saputo, nonostante le mie riservate ricerche, quali siano i «sensi» dell’«ossequio» e rinuncio ad andare oltre perché mi verrebbe voglia di fare una strage clericalcardinaliziapapalina.
Nota. La data di questo foglio da pescivendoli è la conclusione del Sinodo sulla «nuova evangelizzazione». Ecco il «nuovo» che avanza baldanzoso e tracontante, vestito da donna, color cardinale. Se il primo frutto del sinodo è questa buffonata, cari miei, l’Europa e il Mondo possono stare tranquilli: l’evangelizzazione è al sicuro. In cassaforte.

Paolo Farinella, prete (Parrocchia San Torpete – Genova)