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Il modello filantropico capitalista
Di Marcello D'Acquarica (del 07/04/2020 @ 21:43:12, in NohaBlog, linkato 1300 volte)

In questi giorni di “clausura” imprevista oltre a definire qualche lavoretto rimasto in arretrato, dovendo stare chiusi in casa, abbiamo approfittato per darci un po’ di più alla lettura. In ogni caso i dati enunciati da tv e social, ci costringono anche a riflettere su quanto sta accadendo nel mondo, nelle varie parti d’Italia e intorno a noi, nel Salento. Guarda caso, esattamente negli stessi giorni di questa drammatica pandemia, mi sono capitate per le mani due cose che stranamente si intrecciano con la stessa cordata del dramma che stiamo vivendo:

  • il libro “Il Pianeta di Tutti” di Vandana Shiva con Kartikey Shiva. Serie Bianca Feltrinelli – Prima edizione maggio 2019; utilizzato, fra l’altro, come strumento informativo per l’esame di Diritto Pubblico Comparato dell’Ambiente, uno degli esami per il terzo anno di giurisprudenza.
  • una lettera inaspettata da parte di Roberto Serafini, il mio vecchio amico d’infanzia e di vita, non proprio una lettera, ma una busta chiusa indirizzata a me e contenente dei semi di zucca.

Qual è il nesso tra queste tre cose? Proviamo a ragionarci sopra.

In pratica, quello che sta accadendo ci costringerà a cambiare per sempre certe abitudini che ultimamente avevano davvero preso una velocità supersonica. Tutto quel correre affannato di tutti e di ogni giorno, sembrava ci stesse portando via l’ultima occasione per respirare, non avevamo tempo per nessuno e per null’altro se non per affannarci a correre di qua e di là, tra centri commerciali, ristoranti, happy hour e viaggi turistici a dismisura, sembrava dovesse finire il mondo da un momento all’altro. Ecco, questa “clausura” imprevista e forzata ci ha costretti a capire che il mondo non sta per finire, che c’è solo bisogno di fermarsi ad osservare, a dialogare, ad ascoltare, ma soprattutto ad amare la vita. Speriamo che ciò che stiamo proponendo, e cioè di sperare che al più presto arrivi un nuovo decreto in cui ci dicono che le catene con cui ci hanno imbrigliato sono state rotte, che possiamo di nuovo ritornare a fare tutto quello che si faceva prima, magari con qualche precauzione in più, con la convinzione di aver imparato la lezione, se faremo davvero questo, sarà l’ennesima pezza per tappare una falla che ha radici profonde nel sistema globale. E state pur certi che la pezza non resisterà molto.

In poche parole, faccio molta fatica a credere all'uomo buono, la storia ci insegna che abbiamo sempre "invaso", "depredato", "colonizzato e sfruttato", ora più che mai abbiamo ampliato le proporzioni del nostro “fare” senza senso e senza futuro, e per di più siamo passati dai 2 miliardi di abitanti del pianeta del 1969 ai sette miliardi di oggi. In meno di 100 anni siamo stati la causa della scomparsa di molte specie di biodiversità e di gran parte della desertificazione.

Vandana Shiva è una fisica ed economista indiana. E’ tra i massimi esperti di ecologia mondiale e sociale.

E’ premio Nobel per la pace nel 1993. Ha vinto premi letterari e scritto molti trattati di ecologia. E’ tutto vero quello che denuncia? Per esserne certi bisognerebbe analizzare a fondo le fonti che cita in bibliografia. Comunque, visti i tempi che corriamo, e il sistema che governa il mondo oramai globalizzato, c’è poco da indagare. Ma forse qualcosa si può ancora fare per cambiare direzione. Scrive Vandana:

il potere convenzionale va dal controllo centralizzato degli stati o nazioni, a quello ancora più centralizzato delle CORPORATION. Chi sono? Non sono tante, insieme compongono l’1 per cento dell’umanità, lo stesso un per cento che domina sul 99 per cento restante. Da questo punto in poi, se volete leggere gli appunti sulla denuncia del Premio Nobel Vandana Shiva, potete farlo nella seconda parte di questo breve testo.

Roberto, senza aver letto la denuncia descritta nel libro “Il Pianeta di Tutti”, sapeva bene che i semi li abbiamo ricevuti dalla natura e dai nostri antenati, e che è giusto tramandarli con la stessa ricchezza, integrità e diversità. Lui, come tanti altri nostri amici contadini, osservanti le tradizioni dei nostri padri, metteva da parte i primi frutti di ogni raccolto, per riseminarli nuovamente l’anno successivo. Eppure non era un contadino di professione, lo faceva con passione perché amava i cibi genuini e la natura. Se tutti i contadini del Salento adoperassero i semi tramandati da padre in figlio, le Corporation non sarebbero contente, ma non perché avremmo tolto loro la possibilità di sfamarci con i loro prodotti, ma semplicemente perché loro temono la localizzazione, che toglie spazio al loro potere e ai loro interessi economici, senza badare a quanta morte e distruzione comporta.

 

2° Parte

 Riflessioni riassuntive estrapolate dal libro “Il Pianeta di Tutti” di Vandana Shiva

Le Corporation, la struttura dell’1 per cento dominano il mondo perché sono per la globalizzazione e contro la localizzazione che non porta loro profitti (pag 163):

WTO – organo mondiale per il commercio, ex Gatt –; FMI – Banca Mondiale e Internazionale; TNC – Corporation Transnazionali – secondo la denuncia deviano le Istituzioni, i Tribunali, la Polizia, i Ministeri, tutto per il proprio interesse. (pg 179)

Produzione Olio di Soia e Palma da olio – Deforestazione – emissioni di inquinamento – Monsanto – Du Pont – Bayer – Pfizer – Genentech (società biomedica) – Global Healt (ricerca vaccini e famaci) – Compagnke Agro Businnes quali Mendekez, Nestlè, Kraft, Coca Cola, Diageo, Pepsico, ecc. (pag 141)

A capo del sistema esiste il modello filantropo/capitalistico della BMGF (Bill end Melinda Gates Fondation)

Papa, Regina, e mercante e avventuriero. (pag 138)

Pretendere di raggiungere un altro pianeta e costruirvi una civiltà autosufficiente è un salto nel vuoto, arroganza, ignoranza e insensibilità. Disse Gandhi: "La Terra fornisce quanto basta alla soddisfazione dei bisogni di tutti, ma non abbastanza per l'avidità di pochi". pag 188

Nelle crisi che ci hanno portato sull’orlo del precipizio si trovano anche i semi della speranza e della libertà, i semi che rigenereranno la nostra umanità e la nostra identità di cittadini della Terra. Pg 11

Questo libro è un’espressione della speranza che si fonda sull’unione: è la filosofia della vasudhaiva katumbakam ossia della terra intesa come unica famiglia. Pg 12

Possiamo con l’interconnessione, con la solidarietà, creare un movimento interplanetario per spezzare le catene e abbattere i muri costruiti dalle illusioni della mente meccanica e sconfiggere la macchina del denaro e il mero simulacro della democrazia. Pg 13

Quando si è sull’orlo del baratro andare aventi significa cadere nell’abisso. Pg 16

I processi che stanno distruggendo il suolo, la biodiversità, l’aria, l’acqua e l’equilibrio climatico stanno uccidendo al contempo anche l’umanità. Pg. 17

Con il termine “Antropocene” (l’Era dell’uomo) si allude al potere dell’uomo di disarticolare i processi ecologici della Terra. Ritenere che questo potere distruttivo dia ad alcuni umani il diritto di impadronirsi delle risorse, dei processi e dei sistemi della Terra è da arroganti e da irresponsabili. Pg. 19

La perdita di diversità nei nostri campo e nella nostra dieta, dovuta alla diffusione – negli ultimi cinquant’anni - della Rivoluzione VERDE e dell’agricoltura INDUSTRIALE, non solo contribuisce alla crisi ecologica, ma favorisce la diffusione di epidemie.

Mangiare è un atto comunicativo. Mangiando noi comunichiamo con la Terra, con il coltivatore, con chi preparare il cibo.

I pesticidi e gli erbicidi velenosi che spargiamo sul nostro cibo distruggono i batteri benefici del nostro apparato digerente, causando gravi malattie che vanno dai disturbi intestinali a problemi neurologici come l’autismo e il morbo di Alzheimer. Pg 22

Il vero capitale è la Natura: Ecologia ed economia derivano dal greco Oikos, che significa casa. L’ecologia è la scienza della casa, l’economia è l’amministrazione della casa. Quando l’economia opera in conflitto con la l’ecologia il risultato è la cattiva amministrazione della Terra, cioè della nostra casa. Pg 24

Mentre viene spacciata come soluzione alla fame nel mondo, l’agricoltura industriale è responsabile del 75 % di tutti i problemi ecologici e sanitari che si registrano a livello globale. Fame, malnutrizione, obesità, diabete, allergie, cancri, disturbi neurologici, sono tutti connaturati a un sistema alimentare mosso dall’avidità e fondato sulle tossine. Pg 25

Dagli alberi impariamo l’amore e la generosità incondizionati. Le foglie secche che cadono ci mostrano il ciclo della vita, la legge del ritorno, perché le foglie diventano Humus e suolo e proteggono la terra riciclando sostanze nutritive e acqua. Pg 27

L’Impero dell’1 per cento: separazione, violenza colonizzazione, estrattivismo ed estinzione.

Le tre grandi separazioni che ci hanno portati sull’orlo dell’estinzione come specie sono la separazione degli umani dalla natura; quella degli umani tra loro, secondo criteri di classe, religione, razza e genere, e la separazione dell’Io dal nostro essere integrale e interconnesso. Pg31

Lo standard oil , fondata dai Rockefeller  ha plasmato il mondo economico, politico e tecnologico odierno. Ha dato inizio all’era dei Robber Barons, quella petrolifera che è anche quella del dominio del denaro-

I sistemi estrattivi lineari basati sulla violenza sono all’origine delle disuguaglianze economiche e della polarizzazione dell’1 per 100 da una parte e del 99 per cento dall’altra. Pg 33

Il mondo che abbiamo creato è il frutto del nostro pensiero e dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare (Albert Einstein).

L’Attività della mente meccanica è incentrata sull’introduzione di molteplici separazioni:

separa il suolo dalle piante, definendo il primo come vuoto ricettacolo di fertilizzanti chimici e le seconde come macchine alimentate dalla benzina dei fertilizzanti. Separa il cibo dalla salute, la terra dall’aria. Riduce la vita aa proprietà intellettuale, tramite l’acquisizione dei brevetti, per poterla possedere e monopolizzare nonostante ciò porti all’estinzione della specie al suicidio degli agricoltori.

La mente meccanica è una mente che privatizza.  Pg37

Altra mutazione importante è avvenuta in politica con la democrazia rappresentativa: questa un tempo proprietà del popolo gestita dal popolo nell’interesse del popolo è diventata in breve proprietà delle corporation gestita dalle corporation nell’interesse delle corporation. La concentrazione del potere economico nelle mani di pochi eletti da nessuno e che non sono tenuti a rendere conto a nessuno del loro operato, si traduce nella capacità di influenzare i governi le leggi e la politica, per plasmare il futuro del nostro cibo, della nostra salute e del pianeta. Pg55

Uccidere gli agricoltori con il debito e la popolazione con il cancro e l’avvelenamento da pesticidi è genocidio, un crimine contro l’umanità. Pg 66

Multinazionali come Monsanto, Bayer, Dow, Du Pont, e Sygenta, attraverso il libero scambio le politiche neoliberali e la deregolamentazione dei commerci, stanno estendendo il loro impero con fusioni e acquisizioni sempre più vaste. Come per esempio la fusione di Monsanto con Bayer con l’avallo della Banca Centrale europea  (21 marzo 2018) . Pg 73

Il Cartello dei Veleni, non solo si ristruttura attraverso le fusioni ma va oltre la convergenza delle sementi, pesticidi e fertilizzanti estendendosi ai macchinari, alle tecnologie dell’informazione alla raccolta dei dati sul clima, e sul suolo, alle assicurazioni per assumere un controllo totale sul nostro cibo. Si continua a spacciare per futuro una strategia fallimentare. Pg 75

Le libertà economiche, intellettuali, politiche che garantiscono la proprietà collettiva delle sementi, del cibo, delle nostre menti, delle nostre piccole economie per produrre e consumare localmente in modo sostenibile sono la “barbarie” che il famigerato un per cento vorrebbe estirpare. E queste libertà sono ciò che molti movimenti sociali sono impegnati a difendere, e dovremmo farlo tutti. Pg76

 

Il termine “Biologia molecolare” (ingegneria genetica) ha avuto un ruolo importante nel progetto di costruzione del “gene”. La fondazione Rockefeller dal 1932 ne è promotrice con l’obiettivo di avere il controllo sulle relazioni umane e porle in armonia con la struttura sociale del capitalismo industriale. Controllo. Limitare la riproduzione dei deboli di mente e le disfunzioni sociali che contrastano con i cambiamenti della tecnologia. Pg 77

Il Cartello dei Veleni considera il “gene” l’elemento fondamentale della vita. No. Non lo è. Non esiste al mondo un qualcosa di auto-replicante che si chiami “gene”, semmai è l’organismo intero come sistema complesso. Il Dna è una molecola priva di vita. Non ha la capacità di riprodursi. Sono le proteine, gli enzimi, a produrre il Dna e non il contrario. (The Doctrine of DNA di Richard Lewontin). Pg 78

L’Ingegneria genetica è alta tecnologia, usarla per inoculare un gene nella melanzana, che produce una tossina, in associazione con marcatori di resistenza agli antibiotici, è come usare una ruspa per  piantare un chiodi in una parete. Sono le pratiche di agricoltura organica che generano resistenza ai parassiti e alle malattie.

Il cotone Bt (geneticamente modificato) richiede un enorme utilizzo di sostanze chimiche per controllare i super parassiti emersi dal fallimento di questa presunta tecnologia che avrebbe dovuto tenerli sotto controllo. Intanto, per esempio, milioni di ettari di terreni sono stati inquinati e strappati agli agricoltori che essendosi indebitati per sopperire alle spese sono falliti. Ma l’obiettivo di Monsanto e di Mahyco era quello di avere i brevetti sulle sementi. E le loro azioni producono interessi solo per loro. Non per i contadini. Questi muoiono anche per l’avvelenamento da pesticidi. Pg 85

E’ dimostrato a livello globale che il Roundup ha causato un aumento di malattie in particolare il cancro. La Monsanto ha sferrato un attacco ponderoso contro l’OMS che ha classificato il Roundup come probabile cancerogeno. Secondo la rivista medica Lancet, in esperimenti sui topi si è dimostrato che l’esposizione al Glifosato è causa di tumori.

Il legame Monsanto – Facebook è profondo. Una agricoltura una scienza. E’ un progetto di Bill Gates, insieme a Zuckerberg patron di Facebook, hanno concepito un accesso minimo garantito gratuito in internet per decidere quali informazioni passare agli utenti. Pg 100

Il diritto al cibo consiste nel diritto di scegliere quello che vogliamo mangiare, di sapere che cosa c’è nel nostro cibo, di optare per un cibo nutriente e gustoso, invece di dover ingerire i pochi cibi confezionati che le Corporation vogliono costringerci a consumare. Pg 102

Nel mondo del famigerato UN PER CENTO, i governi (tutti) sono un’estensione del Grande Capitale, sono praticamente i loro piazzisti. Pg 105

La desertificazione, la perdita della biodiversità, l’estinzione degli impollinatori biologici, il cambiamento climatico, è opera dell’agroindustria per almeno il 40 per cento. E questo sistema fornisce solo il 30 per cento del cibo che consumiamo. Se dovesse aumentare questa proporzione ci ritroveremmo su un pianeta morto. E senza cibo. Pg 106

Nel 2016, per difendere la grande bugia del miracolo Golden Rice brevettato dalla Fondazione di Bill Gates, insieme a quell’altra grande bugia delle banane che contengono ferro, la banana OGM e la melanzana “brinjal” sono stati mobilitati 107 premi Nobel. Inclusi alcuni fantasmi come per esempio Alfred G. Gilman morto nel 2015.

Ogni pianta ha le proprie particolarità nutritive. L’agricoltura industriale produce merci prive di nutrimento non solo perché nel suolo non viene restituita la sostanza organica, e quindi impoverito, ma anche perché le monocolture riducono la varietà delle sostanze nutritive che invece viene garantita dalla biodiversità. Pg 110

La digitalizzazione dell’economia ci riserva brutte sorprese. La demonetizzazione dell’economia indiana introdotta nel 2016 allo scoccare della mezzanotte, ha fatto si che le multinazionali si appropriassero della ricchezza delle persone, chiudendo da un giorno all’altro i rubinetti del denaro contante per le economie reali e lasciandole aperti solo per i settori digitalizzati, cioè le Corporation, nel caso specifico la Digital India. Pg 129

La guerra ai contanti porterà enormi profitti ai portali delle Corporation, coloro che incasseranno. Nel mondo digitale, coloro che controllano gli scambi, attraverso reti finanziarie, ricavano qualcosa da ogni passaggio. In una economia reale circola denaro reale che corrisponde al lavoro vero. Al contrario in una economia digitale tutto diventa irreale. 

Una sola scienza, una sola agricoltura, una sola storia: il modello filantropico capitalista di Bill Gates, per plasmare e aggirare le strutture democratiche secondo la sua visone del mondo.

Un solo uomo, il papa, il re, la regina, e anche il mercante avventuriero. Pg 138

Bill Gates, o chi per esso seguirà la stessa traccia, dominerà il mondo perché in questo momento ha già investito 5,4 miliardi per lo studio di un sistema capace di alterare la stratosfera riflettendo una piccola parte del calore del sole, mediante lo sbiancamento delle nuvole sopra gli oceani. Ha a che fare con i brevetti chiesti da Intellectual Ventures (una società americana), che serviranno a d attenuare la forza degli uragani rimescolando le acque superficiali degli oceani con quelle profonde. Pg 147

L’Umanità si trova ad un bivio: o fare pace con la Terra o ci estingueremo portando con noi all’estinzione milioni di altre specie.  Pg 159

Dobbiamo gettare i semi della vera libertà nella nostra immaginazione e nel nostro quotidiano, nelle nostre azioni e nelle nostre molteplici relazioni. Dobbiamo evitare di ridurre tutto a materia grezza per fabbricare denaro.

Come diceva Ghandi, dobbiamo smetter di posizionarci sulla piramide, alla base o al vertice, ma dobbiamo porci al centro di un grande cerchio dove tutti sono elementi del grande cerchio oceanico, in questo modo chi si troverà nei cerchi esterni non schiaccerà chi sta all’interno, bensì gli trasferirà forza, e tutti ne trarranno beneficio.

Il sistema oggi vigente separa il produttore dal consumatore, che viene illuso dalla “convenienza” di bassi costi. Ma non si tiene conto dei costi altissimi che la società e la Terra stanno pagando. Il Consumismo è la dipendenza sociale dalla spazzatura che a sua volta continua ad alimentare la macchina del denaro delle Corporation. Pg 173

Marcello D’Acquarica