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78esimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo
Di Michele Scalese (del 24/04/2023 @ 08:04:21, in Comunicato Stampa, linkato 473 volte)

Carissime democratiche e carissimi democratici,

domani ricorrerà il 78esimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. In questa data la forza dei giusti ha prevalso sulla visione totalitaria del mondo. Certo, da quel giorno la società è cambiata, emancipandosi fino a proporre un nuovo modello di democrazia che ha bisogno quotidianamente di essere alimentato, e  se ci pensiamo, settantotto stagioni sono davvero tante: corrispondono a tre generazioni di donne e di uomini, a incredibili trasformazioni sociali, conquiste e traguardi della storia, rivoluzionari progressi della scienza e della tecnologia. Tuttavia continuiamo ad assistere da spettatori – purtroppo -  anche a nuove guerre che hanno ridisegnato i confini del mondo. E allora qual è il senso di ricordare con orgoglio la storia di donne  e uomini che hanno rivoluzionato il nostro agire quotidiano? Occorre non dare mai per scontati i diritti di cui godiamo oggi, così faticosamente conquistati e difesi anche con il sangue. Li dobbiamo vivere, difendere ed esercitare insieme ai doveri che non devono rimanere solo sulla carta ma devono essere interpretati da ogni singolo cittadino ogni giorno. Questo è il nostro omaggio più vero e concreto a questa giornata. Non possiamo dimenticare che tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, all’articolo 2, vi sono proprio i diritti umani.

Questa giornata non deve essere ridotta solo alla celebrazione, vivendola solo come una semplice ricorrenza: il 25 aprile è il giorno in cui ricordiamo che le nostre radici sono radici partigiane, fondate da uomini e donne che combatterono per la loro e la nostra libertà. Se è vero che l’uomo è specchio della propria cultura e della propria storia, allora ribadisco con forza che noi siamo portatori di una cultura che rimane antifascista, perché, al contrario di ciò che pensano alcuni, si fonda sulla libertà, sull’uguaglianza e sulla democrazia. Tuttavia, è opportuno tenere in considerazione il fatto che tutto, anche i più grandi eventi, possono essere dimenticati: dobbiamo impedirlo riscoprendo il nostro principio di umanità che va ben oltre l’etica ma che fonda le proprie radici su una morale che protende all’Altro, indistintamente. È indispensabile umanizzare la nostra società e ciò significa strapparla al peggior nemico che una società civile può avere: l’indifferenza! Coloro i quali hanno combattuto per questo 25 Aprile ci hanno dimostrato e continuano a farlo, che è importante  vivere come soggetti attivi del proprio mondo, ci hanno spiegato la forza della partecipazione, ci hanno dimostrato la semplicità dell’altruismo. Chi cantava “Bella ciao” tra le lacrime e con le gambe vacillanti, proclamava il sentimento di una comunità trafitta che ha resistito per il Bene comune in nome di quel concetto di umanità che oggi deve ancora farci scandalizzare. E allora scandalizziamoci per i morti i mare sulle coste di Cutro, scandalizziamoci per chi non sa accogliere e irrigidisce il proprio cuore con sentimento egoistico, scandalizziamoci per quella società corrotta che non necessariamente deve essere per forza al di qua del nostro naso per poterlo fare. Scandalizziamoci in nome della giustizia sociale troppo spesso dimenticata per favorire il nostro misero microcosmo.

Siamo abili a trasformare in virtù l’interesse materiale, ma non riusciamo più a considerare virtù il Bene Comune. Se non vogliamo perdere per sempre il più grande insegnamento che ci arriva dal 25 Aprile, dobbiamo tornare a contribuire alla crescita morale della comunità di cui facciamo parte. Se non lo facciamo noi, non lo farà nessun altro. Chi tratta il proprio mondo come un oggetto da usare e da buttar via, tratta la propria umanità allo stesso modo e chi tratta lo spazio altrui come spazio proprio per il proprio interesse, rende vano ogni sforzo compiuto per arrivare a edificare il nostro 25 Aprile. E se occupi una carica o ricopri un ruolo politico, sii tu anzitutto un buon politico. Scandalizziamoci ancora, cari tutti, perché significa oltrepassare le barriere dell’indifferenza per ripercorrere un cammino di Comunità.

Michele Scalese

Segretario Circolo PD - Noha