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Di Antonio Mellone (del 19/10/2012 @ 00:00:00, in I Beni Culturali, linkato 3377 volte)

Qualche portatore sano di cultura (nel senso che ne parla in continuazione senza esserne minimamente affetto), in buona compagnia con le solite grandi menti locali, ne ha sparata un’altra delle sue a proposito della vecchia scuola elementare di Noha. Sentite questa: la colpa di eventuali atti vandalici a quella benedetta struttura sarebbe nostra, cioè di noi altri che da un bel po’ stiamo rompendo l’anima su questo tema. Dunque sarebbe nostra la responsabilità nel caso in cui dovessero accadere degli atti vandalici alla struttura de quo testé “restaurata” (è d’uopo, per ora, vergare certe parole grosse con le virgolette, almeno fino a quando la struttura non verrà finalmente aperta al pubblico con tutti i carismi), non in quanto mandanti diretti di scelleratezze criminali, non perché si potrebbe cogliere nelle nostre parole istigazione al vandalismo nichilista, non perché il nostro interesse recondito sarebbe quello di una novella distruzione del lavoro fin qui “gregiamente” (senza la e) svolto, ma semplicemente perché ci siamo azzardati ad evidenziare il problema, e dunque avremmo svegliato il can che dorme (ma secondo il nostro modesto punto di vista i cani che dormono sono ben altri).

 
Di Albino Campa (del 07/09/2012 @ 12:00:00, in I Beni Culturali, linkato 3984 volte)

"E’ da questa mattina che ti vedo sbuffare e borbottare … 'cce sta 'tte succede?" - disse il nonno al giovane nipote che, dalle prime luci dell’alba, lo stava aiutando nel sistemare i tralci e nell’estirpare le erbacce per preparare il vigneto all’ormai prossima vendemmia.

"Mi sono stancato e non mi piace lavorare!" - fu la lamentosa risposta del ragazzo.

"Aaahhh …. ma lavorare è necessario" - disse il nonno che, con la schiena china, proseguiva a legare i tralci ai fili passanti tra le viti - "’Nnu sulu pe’ tie stessu, per vivere, ma anche per gli altri. Immagina tie cosa accadrebbe se, d’un tratto, tutti smettessero di lavorare. Il mondo si fermerebbe! Non solo non si andrebbe avanti, ma anche tutto quello che nel passato è stato realizzato non durerebbe a lungo e alla lunga andrebbe distrutto".

Il nipote per nulla convinto ribattè prontamente – "Ma io non dico che gli altri non debbano lavorare … solo io … e da grande vorrei trovare un modo per far soldi velocemente e senza fatica".

Il nonno si fermò, rizzò la stanca schiena e lo guardò a lungo, intensamente – "Sai … tantu tiempu fà conoscevo uno che aveva come unica fissa intra la vita quello di guadagnare soldi in modo facile, senza cu se li suda e senza alcun impegno. Uno a cui la fatia puzzava, come ora accade a te, solo che …".

Il nipote con tono interessato interruppe il nonno chiedendo – "E ci riuscì? Dimmi nonno! … Dopo tutto non sono l’unico ad aver questo desiderio?".

Il nonno con un saggio sorriso che gli attraversava il viso disse – "Se hai pazienza, e mentre mi continuerai ad aiutare in quello che siamo venuti a fare, te cuntu la storia, così accontenterò la tua curiosità".

 
Di Albino Campa (del 27/06/2012 @ 00:35:16, in I Beni Culturali, linkato 3339 volte)

L'iter per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico di Noha si sta concretizzando. A seguito della raccolta firme, promossa dal gruppo Mimì, nel settembre 2011 in occasione della festa patronale di s. Michele, sono stati 1500 cittadini a sottoscrivere la proposta di sottoporre a vincolo importantissimi monumenti della storia e dell'arte di Noha. Nel mese di aprile 2012 il soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, arch. Carmelo Di Fonzo, a seguito delle segnalazioni pervenute agli uffici competetenti, ha effettutato un sopralluogo a Noha coadiuvato dall'arch. Adriano Margiotta (che ha curato anche la schedatura) e Paola Rizzo, in rappresentanza dell'Osservatore Nohano.
In questi giorni è stata terminata la schedatura dei beni immobili che si vuole sottoporre a vincolo: la torre medievale, il castello, le casiceddhre, la masseria Colabaldi, il frantoio ipogeo, beni privati che rappresentano l'identità storica e culturale di questa comunità.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/06/2012 @ 23:31:20, in I Beni Culturali, linkato 2730 volte)
I Beni Culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
icon6. ARCHITETTURA RURALE
icon7. ARCHITETTURA RUPESTRE
icon8. ARCHITETTURA FUNERARIA
icon9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
icon10. AREA ARCHEOLOGICA
icon11. BENI CULTURALI E AMBIENTALI SCOMPARSI
icon12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
icon13. AREA NATURALISTICA
icon14. BENI CULTURALI LIBRARI

 
Di Albino Campa (del 22/05/2012 @ 22:56:14, in I Beni Culturali, linkato 2886 volte)
I Beni Culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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Di Albino Campa (del 14/04/2012 @ 08:58:49, in I Beni Culturali, linkato 3933 volte)

Oramai era da giorni che nel grande frantoio ipogeo del Casale di Noha, durante le ore notturne, ne succedevano di tutti i colori. Ceste piene di olive trovate all’alba rovesciate per terra, recipienti pieni di olio insozzati come se qualcuno ci avesse camminato dentro con scarpe piene di terra, criniere e code degli animali che venivano trovate misteriosamente intrecciate.
Non che la notte tutti i trappitari dormissero, ma la stagione della raccolta delle olive era ancora agli inizi e non erano necessari turni ininterrotti di lavoro, e per qualche ora ancora si riusciva a fermarsi per riposare. Certo da lì a poco anche la notte sarebbe diventata come il giorno e non ci sarebbe stata tregua per nessuno.

Fatto sta che in quei pochi minuti in cui un po’ tutti si riposavano ne succedevano di cose strane!

Per non parlare poi di quei rumori sinistri e quelle risate roche e brevi che ogni tanto si sentivano e che avevano iniziato a spaventare non poco i trappitari, uomini dalla scorza dura, temprati dal lavoro massacrante ma anche dotati di una buona dose di superstizione.

Il nachiro, colui a cui spettava il comando del frantoio, come il comandante di una nave, regnava da monarca assoluto sui trappitari. Uomo rozzo e duro ma sufficientemente astuto e abile da tener tutto e tutti sotto controllo e da non farsi prendere in giro dai suoi sottoposti, era alquanto adirato per quello che accadeva sotto i suoi baffi. Irascibile e intrattabile, pensava che qualcuno dei suoi fosse in combutta con qualche malfattore. Ma non riusciva a venirne a capo.

Iniziò così ad organizzare dei turni durante le ore notturne. Impiegando i suoi uomini più robusti, armati di possenti e nodosi bastoni, sperava di fracassare ben presto le ossa di quel farabutto che osava prendersi gioco di lui e che, soprattutto, rovinava il frutto del duro lavoro dei suoi operai.

Ma anche quella notte, accadde come le altre notti. Uno strano sonno sembrò colpire quegli energumeni e quando alle prime luci dell’alba che filtravano dalle aperture di scarico, le sciave, si risvegliarono, trovarono lo stesso sfacello di ogni giorno.

Riprovarono il giorno successivo e quello ancora, ma niente da fare. Come se qualcuno avesse ordito un maleficio, chi veniva posto di guardia si addormentava e per giunta si svegliava ansante e senza fiato come se qualcuno si fosse seduto lungamente sui loro petti. Una notte ci provò anche lo stesso nachiro, ma anche lui non riuscì a rimanere sveglio, per di più al suo risveglio si trovo i peli della sua lunga barba con tante treccioline e impiastricciati di olio. Oltre il danno anche la beffa.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 09/03/2012 @ 00:00:00, in I Beni Culturali, linkato 2482 volte)
I Beni Culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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Di Albino Campa (del 03/03/2012 @ 01:00:00, in I Beni Culturali, linkato 2230 volte)

Il servizio su Marcello D'Acquarica andato in onda venerdì 02 Marzo 2012 nella trasmissione Terre del Salento su TeleRama  realizzato dalla giornalista Giuliana Coppola.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 15/02/2012 @ 23:56:33, in I Beni Culturali, linkato 3414 volte)
I Beni Culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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