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Un fantasma tra Galatina e Collemeto
Di Antonio Mellone (del 19/06/2016 @ 21:39:51, in NohaBlog, linkato 18180 volte)

Sovente la lettura dei siti internet locali (la classica rassegnazione stampa) somiglia  ad una seduta spiritica in grado di svelarti misteri incredibili, tanto che a volte – come questa - ti viene da esclamare: “Perbacco, chi muore si rivede”.

In effetti sulle diverse testate (nel senso di capocciate) giornalistiche locali è apparso di recente un bel comunicatone stampa a firma del Comitato spintaneo Pro - Centro Commerciale (secondo uno dei siti di Galatina, di nuova e robusta costituzione), nel quale con tecniche di massaggio cardiaco e di respirazione bocca a bocca si cerca di rianimare il famoso mega-porco Pantacom.

E’ inutile provare a spiegare ai telescriventi comunicati che è pressoché impossibile portare in vita chi non è mai nato (Pantabort), ma tant’è. Evidentemente son convinti che una grande fede può far smuovere la Montagna (e cementificare la campagna).

Il comunicato continua con una serie di asserzioni che si commentano da sé, tipo che il ricorso al Consiglio di Stato da parte del Comune di Galatina avrebbe “di fatto [dato] il colpo di grazia al progetto ed allontanato quegli investitori che ancora guardavano con interesse a detto progetto e che ora, stante 'ennesima controversia tra le parti, volgeranno i loro interessi su altri insediamenti già pronti ad accoglierli a braccia aperte”. Ma de che? Ma di quali “investitori” blaterano? E quali sarebbero gli “altri insediamenti già pronti ad accoglierli”? E di quali “braccia aperte” farfugliano?

Se c’è una cosa buona e giusta promossa in tutti questi ultimi anni dalla Giunta Montagna è proprio questo benedetto ricorso alla giustizia amministrativa, ora al Consiglio di Stato, volto a smascherare l’inconsistenza patrimoniale, economico-finanziaria nonché commerciale di un progetto e di un promotore, come la Pantacom srl, incapace di fornire alcuno straccio di garanzia a ente e cittadini. Garanzia che non è di “un miliardo” come erroneamente riportato da uno dei siti consultati, ma di un milione di euro (ma sì, se mega deve essere la minchiata lo sia fino in fondo, e possibilmente a braccetto con la moltiplicazione dei pani e dei posti di lavoro, arrivati ultimamente a 200 tondi tondi). Codesta incapacità, la dedurrebbe anche un bambino alle elementari se gli si sottoponesse il bilancio della società pubblicato in Cerved. 

In un altro brano del comunicato si legge ancora: “Il comitato cercherà di promuovere una raccolta di firme […]”. Un’altra volta? Ma non ne aveva già raccolte  800 e passa, quelle famose degli altrettanti beati martiri di Collemeto? Non sono più valide quelle firme? No, non ditemi che sono scadute o che non si trovano più.

E infine una curiosità. Volevo chiedere ai collemetesi, se tutti, ma proprio tutti, all’unisono, senza se e senza ma, sono d’accordo con la condanna a morte della loro terra e della loro economia. E’ un dubbio che m’assilla ormai da tempo. Davvero non c’è una, dico una voce dissonante, una stecca nel coro osannante il mega-porco?

*

Tuttavia su di una cosa concordo appieno con il suddetto Comitato pro-porco. Il fatto che se la prenda giustamente con l’amministrazione comunale rea di non dire una volta per tutte chiaro e tondo quanto segue: “Cari concittadini, scusateci tanto: abbiamo fatto una cazzata a suo tempo nel deliberare pressoché all’unanimità un mega-porco commerciale che non ha né capo né coda.

Ci erano sfuggiti tutti i report e tutta la letteratura sul declino della grande distribuzione, sui licenziamenti a catena nei grandi centri commerciali, i negozi vuoti, la saturazione del territorio e la sovrapposizione dei bacini d’utenza (in effetti a meno di 20 minuti di auto da contrada Cascioni esistono due o tre mega-parchi simili), sulla struttura dei costi non comprimibili; per non parlare del consumo di suolo e dell’irreversibile scempio ambientale. Pensavamo ingenuamente che si trattasse di una calamita per le attività commerciali, per i consumatori e per l’occupazione, invece abbiamo capito (tardi, ma l’abbiamo capito) che si trattava invece di una calamità, con l’accento finale. Sì, signori, del porco non si butta via niente. Del mega-porco, a questo punto, tutto”.

Nell’attesa di un’operazione verità di questo genere, uno spettro continuerà ad aggirarsi imperterrito tra Galatina e Collemeto. E sarà ancora quello della Fantacom.

*

P.S. Siete stanchi di leggere tutte queste cose? Pure io, di scriverle.

Antonio Mellone

 

Commenti

  1. # 1 Di  ... (inviato il 20/06/2016 @ 19:13:42)

    Bellissimo,trafiletto prof.
    Fatto proprio,bene,una cosa da dire,che non c'entra con cio'.
    Per,il troppo vento incessante,preferibilmente non fare roghi,perche'oggi al "Perrino"e'arrivato un'uomo deformato per le ustioni,evitiamo,tagliamole meglio le erbaccie non bruciamole,ok?

  1. # 2 Di  GIUSEPPE (inviato il 23/06/2016 @ 19:37:19)

    Comitato spontaneo
    a favore del Centro Commerciale



    Avvistato a Collemeto il compagno di Alice nel Paese delle Meraviglie

    Leggiamo con amara simpatia quanto scritto su questo sito da tale Antonio Mellone, il quale, come in tutti i suoi articoli, tende a screditare e prendere in giro chi non la pensa come lui, che ormai si erge a depositario di ogni saggezza e certezza per quanto riguarda Galatina e frazioni. Abbiamo le spalle larghe ma questo tipo di interventi ci fanno riflettere e, magari, trovare una giustificazione al perché ormai a Galatina viviamo in uno stato di decadenza economico, culturale e sociale.
    Appare davvero scoraggiante leggere un articolo (e non è il primo) in cui l’autore usa epiteti e giochi di parole offensivi e, spesso, senza senso, per esprimere un’opinione rispettabile ma che non ci trova per niente d’accordo.
    Venga a Collemeto sig. Mellone, ascolti i cittadini prima di scrivere sciocchezze del genere: abbiamo idee diverse di ciò che è sviluppo e di come conseguirlo, ma stia pur certo che lei appartiene ad una strettissima minoranza di cittadini che non vede di buon occhio la nascita del centro commerciale. O lo fa solo perché Lei è di Noha e magari, in fondo ma proprio in fondo, Le da fastidio che il progetto possa nascere a Collemeto?
    Gli investitori ci sono, glielo assicuriamo, così come vi è il serio rischio di perdere l’opera che nascerà a pochi chilometri, con le conseguenze negative che Lei può sforzarsi di immaginare. Lasci per un attimo il suo mondo illusorio fatto di fantasmi e di parole in libertà, scenda tra la gente, ascolti i suoi concittadini per strada, davanti al bar, i giovani disoccupati, le attività economiche collemetesi in ginocchio: capirà come Lei appare come il compagno povero di Alice nel Paese delle Meraviglie…
    Il Paese reale è con

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