Come accade spesso ai Missionari, che hanno la valigia sempre pronta per ricominciare daccapo, nella parrocchia Cuore Immacolato di Maria c’è un nuovo parroco. Dal 14 settembre appena trascorso, durante una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo Padre Francesco Neri, con la partecipazione di una ventina di sacerdoti, c’è stato il saluto ufficiale a Padre Osvaldo Coppola che ha concluso il suo mandato di Parroco in Galatina e ora lo aspetta una nuova avventura in quel di Roma nella Casa Generalizia dei Missionari della Consolata, nel ruolo di Superiore.

È avvenuta anche l’immissione canonica di P. Bernard Omambia, giovane Missionario della Consolata, nato in Kenya, già vice-parroco da quasi tre anni.

A P. Bernard, pieno di entusiasmo e di vitalità, il nostro augurio più sincero di ogni bene, corroborato dal dono dello Spirito Santo, affinché possa svolgere con gioia e sapienza il suo impegnativo ministero.

Approfitto di questa circostanza per fare una sintesi della presenza dei Missionari della Consolata in Puglia. Ma è importante ricordare che, con il passare del tempo, le modalità e le forme della missione sono cambiate, adattandosi ai contesti e ai bisogni delle comunità.

 

I Missionari della Consolata a Parabita dal 1928 al 1954

I primi Missionari della Consolata arrivarono in Puglia, a Parabita, quasi cento anni fa, precisamente nel 1928. Presero in consegna il convento adiacente il Santuario e assunsero la cura pastorale e spirituale del Santuario stesso con grande slancio. Si occuparono del luogo sacro, dell’organizzazione delle funzioni religiose e della promozione del culto alla Madonna della Coltura, con zelo costante dal 1928 al 1954. Iprimi missionari a guidare la comunità furono padre Antonio Garello (1901-1981), in qualità di Superiore, e padre Bartolomeo Giorgis (1894-1985), coadiuvato da quattro Suore Missionarie della medesima congregazione.

Questo periodo coincide con una fase di forte espansione dell’Istituto Missionario della Consolata dal Piemonte verso altre regioni italiane, secondo la linea indicata dal Superiore Generale, mons. Filippo Perlo, successore di san Giuseppe Allamano. La “Casa Apostolica” di Parabita (così allora veniva chiamato il Seminario) divenne il centro di molte vocazioni missionarie sia maschili che femminili: il che significò l’irradiamento in tutto mondo del Vangelo di Cristo e giacché anche del temperamento caloroso dei Salentini. I Missionari della Consolata hanno lasciato un’impronta profonda, non solo nella gestione materiale del santuario, ma soprattutto nella vita spirituale della comunità, rafforzando la devozione mariana, promuovendo le feste liturgiche e coinvolgendo attivamente i fedeli. Nel 1954, per ragioni complesse, purtroppo, i missionari lasciarono la gestione del santuario: nel 1955 subentrarono i Padri Domenicani, tuttora custodi del Santuario.

 

I missionari della Consolata a Martina Franca dal 1942

In un primo momento furono accolti presso la chiesa di San Francesco d’Assisi, che divenne presto un importante oratorio missionario per le attività pastorali e giovanili. Successivamente, tramite una convenzione con la Curia Arcivescovile, il 6 gennaio 1947 fu affidata loro anche la rettoria del Santuario della Madonna della Sanità, che divenne così uno dei fulcri della loro presenza spirituale e missionaria in città. Con questa nuova responsabilità, i Missionari assunsero pienamente la cura pastorale del Santuario, occupandosi della liturgia, dell’accoglienza dei fedeli e della promozione della devozione mariana. Parallelamente, continuarono a svolgere un’intensa attività educativa e formativa, soprattutto tra i giovani, attraverso l’oratorio e numerose iniziative comunitarie. Una figura di grande riferimento di questo periodo fu padre Mario Monegat (1909-1967), ricordato per il suo impegno nel campo educativo e spirituale.

Martina Franca ha dato anche i natali a fratel Giuseppe Argese (1932-2018), missionario e ingegnere idraulico, che partì nel 1957 per il Kenya, dove realizzò importanti opere di sviluppo: tra queste l’acquedotto di Tuuru, la costruzione di chiese e altre infrastrutture al servizio delle popolazioni locali. Attraverso l’opera di fratel Argese, Martina Franca è simbolicamente collegata a un volto concreto della missione: non solo evangelizzazione, ma anche promozione umana, accesso all’acqua, all’istruzione, alla salute: segni tangibili di una fede incarnata. Questa visione si riflette tuttora nelle attività del Centro di Animazione Missionaria (C.A.M.) di Martina Franca, che organizza campi scuola, percorsi formativi, attività interculturali e iniziative di solidarietà internazionale. Le raccolte fondi per i progetti missionari, la partecipazione alla Giornata Missionaria Mondiale e l’impegno della comunità locale testimoniano una spiritualità aperta al mondo, capace di coniugare fede e azione, preghiera e sviluppo locale e globale.

Presenza e attività dei missionari della Consolata a Pescoluse di Salve, Molfetta e Brindisi

A Pescoluse, rinomata località balneare del Salento, i Missionari della Consolata furono presenti tra il 1968 e il 1984. Questa missione fu rivolta soprattutto alla cura spirituale della comunità locale e alla promozione di iniziative giovanili e formative, in un contesto segnato dalla crescita turistica e dal cambiamento sociale del territorio. I risultati furono la vivacità della tradizione religiosa e della testimonianza del Vangelo in una realtà in continua trasformazione.

A Molfetta, città della provincia di Bari, i Missionari della Consolata furono attivi tra il 1965 e il 1971. Il servizio missionario si caratterizzò per una forte attività pastorale nella gestione di parrocchie e nell’animazione missionaria, con particolare attenzione alla formazione dei giovani, all’assistenza sociale e alla sensibilizzazione missionaria all’interno delle comunità e delle scuole. Furono anche promotori di iniziative di solidarietà internazionale e scambi culturali con le missioni della Consolata nel mondo, aiutando la comunità locale a scoprire il legame tra la fede vissuta e l’impegno missionario globale. È di questa terra la figura di P. Michele Stallone (1921-1965) sorpreso e ucciso da una banda di “shifta” mentre pregava a Loyangallani in Kenya, dove si era recato per iniziare le pratiche per aprire una scuola e un dispensario.

A Brindisi, i Missionari della Consolata operarono dal 1970 al 1988, coinvolgendosi profondamente nella vita parrocchiale, nella cura pastorale e nella promozione di una coscienza missionaria aperta ai bisogni del mondo. La presenza fu segnata da iniziative formative, incontri, e campagne di sensibilizzazione sulle sfide affrontate dalle missioni nei Paesi più poveri. Attraverso questa testimonianza, hanno rafforzato il legame tra la Chiesa locale e la missione universale, rendendo la comunità brindisina partecipe della grande famiglia missionaria.

 

I missionari della Consolata a Galatina dal 1984 a tutt’oggi

Galatina è storicamente legata alla figura di San Pietro. Il suo nome originario era semplicemente Galatina, ma durante il periodo normanno (XI secolo) fu affiancato dal titolo il casale Sancti Petri in Galatina. Questa denominazione si ricollega a una tradizione locale secondo cui l’apostolo Pietro, nel suo viaggio da Antiochia verso Roma, si sarebbe fermato proprio in questo luogo. Il legame con il Santo è ben visibile nello stemma cittadino, che raffigura le chiavi di San Pietro, simbolo papale. Questo dettaglio evidenzia la volontà storica di Galatina di riaffermare la propria appartenenza al rito latino, in una regione dove forte era la presenza del rito greco-bizantino. Anche la Chiesa Madre, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, custodisce una pietra (un masso calcareo) che, secondo la tradizione, sarebbe stata usata dall’Apostolo per riposarsi durante la sua sosta.

Dopo aver lasciato definitivamente la sede di Parabita nel 1954, i Missionari della Consolata, nel tentativo di ritrovare una presenza nel Salento, nel 1984 scelsero Galatina. All'inizio dovettero abitare in un appartamentino preso in affitto in via Enrico Fermi a ridosso della chiesa di San Sebastiano, dove prestavano anche il loro servizio pastorale. Nel 1987 si trasferirono nella loro nuova dimora in via San Vincenzo de' Paoli, dedicandosi all'animazione missionaria sia a Galatina, sia nei paesi e nelle diocesi confinanti. Ogni mese venivano organizzati ritiri spirituali ed esperienze missionarie che aiutavano molte persone, giovani e adulti, ad ampliare il proprio orizzonte spirituale verso una dimensione globale. Numerosi missionari, provenienti da Paesi, culture e lingue diverse, si sono alternati nel tempo, condividendo le loro esperienze di vita e di fede. In quegli anni nacquero anche due gruppi: gli “Amici IMC” e le “Dame Missionarie”, oggi purtroppo non più attivi.

Nel 2001, i Missionari della Consolata accettarono la guida pastorale della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria a Galatina, consolidando così la loro presenza nel territorio salentino. Questa scelta rispondeva a una visione missionaria ancor più chiara: radicarsi stabilmente in una comunità urbana al fine di provare a coniugare la pastorale quotidiana con la vocazione missionaria universale, tipica del carisma dell’Istituto.

Nonostante mille difficoltà, i missionari (parroci e vice-parroci), nel corso degli anni, sono riusciti a realizzare una pastorale vicina alla gente, attenta all’ascolto e all’accompagnamento spirituale; si sono impegnati nell’educazione alla missione, aiutando la comunità a sentirsi parte viva della Chiesa universale; hanno promosso una spiritualità mariana e missionaria, in sintonia con il titolo della parrocchia dedicata al Cuore Immacolato di Maria.

Così la Parrocchia Missionaria galatinese, nata e nutrita per il primo decennio dallo spirito missionario dei Padri del PIME, in particolare da quello dell’indimenticato P. Giovanni Campanella, continua ancor oggi con la stessa vitalità a curare la vigna del Signore con le mani, gli occhi e il cuore dei Padri Missionari della Consolata.

 P. Francesco D’Acquarica
Missionario della Consolata

 

 
 

Ai sensi dell'art. 20 dello Statuto Comunale e dell'art. 29 del Regolamento del C.C., il Consiglio Comunale è convocato in seduta ordinaria di 1^ convocazione per il giorno 23 settembre 2025 alle ore 08:30 con continuazione e, occorrendo, in 2^ convocazione per il giorno 24 settembre 2025 alle ore 09:30 con continuazione, presso la Sala Conferenze dell’ex Convento Santa Chiara -piano primo- Piazzetta Galluccio, per trattare i seguenti argomenti:

  1. Comunicazioni del Sindaco.
  2. Interrogazioni.
  3. Approvazione verbali seduta precedente
  4. Bilancio di previsione finanziario 2025/2027 – Ratifica deliberazione di variazione n. 354//2025 adottata dalla Giunta Comunale.
  5. Bilancio di previsione finanziario 2025/2027 – Ratifica deliberazione di variazione n. 367/2025 Adottata dalla Giunta Comunale.
  6. Esecuzione sentenza n. 2326/2025 del Tribunale di Lecce, resa nel giudizio R.G. n. 11316/2019. Riconoscimento della legittimità’ del debito portato dalla sentenza, ai sensi dell’art. 194, comma 1, lett. a) del D.Lgs. n. 267/2000.
  7. Esecuzione sentenze del Giudice di Pace di Lecce. Accoglimento opposizioni a sanzioni amministrative del Codice della strada e condanna alle spese – Riconoscimento della legittimità del debito portato dalle sentenze.
  8. Affidamento del servizio di Tesoreria comunale periodo: 01/01/2026 – 31/12/2030. Approvazione schema di convenzione.
  9. Sottoscrizione di un Patto di Gemellaggio tra la Città di Galatina e la Città di Corinto. Approvazione definitiva del Patto.
  10. Approvazione del Bilancio consolidato dell’esercizio 2024 ai sensi dell’art. 11-Bis del D.Lgs. n. 118/2011.
  11. Regolamento comunale per la tutela del benessere degli animali – Approvazione.
  12. Approvazione schema di convenzione regolante i rapporti tra il Comune di Galatina e la Società HEPV 03 s.r.l., per la compensazione e il riequilibrio ambientale a fronte della realizzazione di un impianto agri-fotovoltaico per la produzione di energia da fonte rinnovabili nel territorio del Comune di Galatina.
  13. Deliberazione C..C n. 32/2025. Realizzazione di un parco periurbano nella Città di Galatina – Comparti n.16 e 17 del PUG. Dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dell’opera – Reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio delle aree.

 

Di Redazione (del 18/09/2025 @ 09:56:57, in Comunicato Stampa, linkato 144 volte)

Giunto settembre siamo pronti a chiudere nel cassetto la leggerezza, la spensieratezza e i sogni estivi, per ritornare sui banchi di scuola.
Ma chi l’ha deciso? La scuola è il luogo adatto per acquisire gli strumenti utili per realizzare proprio quei fantastici progetti estivi! E perché no? Potrebbe essere la stessa scuola a regalare ai suoi alunni la possibilità di vivere un sogno, anche un sogno ad occhi aperti.
La scuola è una palestra di vita, un luogo in cui sperimentare e crescere con i propri compagni e con l’aiuto dei propri insegnanti, un luogo dove vivere emozioni nuove e irripetibili, un luogo dove viaggiare con la fantasia, ma soprattutto la scuola è un’OPPORTUNITÀ.
Forse è vero, non si è ancora pronti ad abbandonare il mare assieme a quei progetti estivi, ma bisogna rinunciarci per forza?
Neanche il Polo3 è pronto a salutare il mare; infatti, quest’anno ha deciso di spiegare le vele e viaggiare, ma non soltanto con la fantasia.

L’Istituto Comprensivo Polo 3 di Galatina/Noha, guidato dalla Preside Patrizia Carra, in collaborazione con il circolo nautico “La lampara”, ha deciso di aderire al progetto “Vela scuola”, con lo scopo di diffondere non solo lo sport della vela, ma anche la conoscenza, la cultura del mare e delle sue regole per poterlo affrontare, vivere e rispettare.

Il circolo “La lampara” nasce nel 1961, riunendo insieme un gruppo di amici, con l’obiettivo (ancora oggi) di preservare le bellezze di Santa Caterina, nel rispetto della tradizione, ma con uno sguardo all’innovazione.
Tra le caratteristiche del circolo troviamo anche, il loro legame con: FIV Federazioni di Vela, FIN Federazione italiana Nuoto, Federazione italiana Canoa Kayak Sup, Federazione italiana Sci nautico e Wakeboard.
Il collante tra i membri del circolo, infatti, è l’amore per l’associazione e per il territorio.

 

Di Michele Scalese (del 17/09/2025 @ 19:00:41, in Comunicato Stampa, linkato 342 volte)

Stamattina, mentre attraversavo le vie di Noha per recarmi a lavoro, tra un saluto e un sorriso, un suono inatteso ha fermato il passo e mi ha attraversato il cuore: le campane della nostra Torre dell’Orologio hanno ripreso a scandire le ore. È stato come aprire un cassetto della memoria riempito dai ricordi di mia nonna Saia e di mio padre: in un attimo ho rivisto i nostri genitori e i nostri nonni, le loro giornate segnate da quei rintocchi che indicavano il pranzo pronto, il ritorno dal lavoro nei campi, l’inizio delle feste di paese. Per loro, come per noi, quell’orologio non era soltanto un ingranaggio, ma il respiro stesso della comunità.

Oggi la Torre, restaurata e tirata a lucido, risplende al sole. Mancano solo gli infissi, ma il suo cuore ha già ricominciato a battere. Guardarla è come guardare in uno specchio che riflette il nostro passato e, allo stesso tempo, il futuro che vogliamo costruire. Io sono follemente innamorato di Noha: l’ho scelta contro ogni consiglio come luogo del mio lavoro, quando tanti mi dicevano di cercare altrove. Ho deciso di lavorare qui, di fondare qui la mia associazione, perché credo che l’amore per il proprio paese non sia nostalgia, ma un impegno quotidiano a renderlo più vivo, più bello, più nostro.

A quei giovani che oggi crescono tra social e velocità, dico: fermatevi un momento ad ascoltare questo suono: non è solo il segnale di un’ora che passa, è un invito a ricordare chi siamo e da dove veniamo. Custodite questo patrimonio, fatelo vostro, perché la storia e le tradizioni di Noha non sono un ricordo: sono radici profonde che possono darvi forza per sognare in grande, senza mai perdere il legame con la vostra terra.

 

Di Marcello D'Acquarica (del 17/09/2025 @ 09:14:36, in Comunicato Stampa, linkato 743 volte)

In genere si tende a non pensare alle “cose brutte”: è un buon esercizio per aiutare l’umore a stare bene. È quasi una reazione spontanea, se vogliamo di autodifesa contro i malanni. Ma un vecchio adagio dice che il troppo stroppia, e a forza di pensare di tenersi lontani dai guai ci siamo distratti a tal punto che i campanelli d’allarme sono diventati campanoni. A morto.

L’errore più grosso che facciamo è quello di aver perso la buona creanza di curarci. Non mi riferisco alla prevenzione individuale (purtroppo sempre più in funzione del reddito privato), ma a quella relativa alla comunità tutta, per la quale un’“indagine epidemiologica” (richiesta dal sindaco all’Asl soprattutto in casi di abnorme sofferenza rispetto alla media) diventa condizione preliminare e prioritaria per qualsiasi trattamento, controllo, tutela: salute.

Prendiamo ad esempio Galatina.

Nel suo “Rapporto sui Tumori - 2021” Asl riporta quanto segue: “[…] In provincia di Lecce, rispetto alla media regionale, il primo dato che balza all’occhio è l’eccessiva incidenza del tumore al polmone (+24%): le aree maggiormente colpite sono quelle servite dai Distretti sanitari di Galatina e Gagliano del Capo.”  

 

Nello schema grafico qui allegato,  ho semplicemente raggruppato le più importanti patologie tumorali riguardanti il Distretto di Galatina, estraendole dai complessivi degli altri distretti pubblicati da Asl, e che si possono consultare liberamente sul sito ufficiale Asl, disponibile in rete: https://www.sanita.puglia.it/web/rt/rapporti

È possibile notare come il patimento che tormenta il nostro Distretto sanitario supera di gran lunga la media regionale. La Regione Puglia a sua volta, in quanto a primati di questo tipo, fa a gara con le regioni più industrializzate del nord Italia. Viene spontaneo chiedersi per quale incomprensibile motivo i Galatinesi debbano patire di tale record, non dico che Galatina debba essere quella terra genuina e salubre che mi ha attratto durante tutti i mei 40 anni e passa di “asilo” al nord Italia, ma, tornando, mi aspettavo quanto meno di ritrovarmi in una situazione alla pari, non certamente peggiore. Ma tant’è.

Nella Deliberazione del Consiglio Comunale N. 23 del 23/04/2025, avente come oggetto:

“APPROVAZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE REGOLANTE I RAPPORTI TRA IL COMUNE DI GALATINA E LA SOCIETA' ECOMAR S.R.L. PER LA COMPENSAZIONE E IL RIEQUILIBRIO AMBIENTALE A FRONTE DEL PROGETTO PER FORMAZIONE DI NUOVO CAPANNONE E AMPLIAMENTO DEI PIAZZALI DELL'IMPIANTO DI RACCOLTA, STOCCAGGIO E ROTTAMAZIONE DI AUTOVEICOLI - SP362 GALATINA”

la maggioranza della Amministrazione Comunale ha espresso parere favorevole alla realizzazione di un nuovo capannone con ampliamento dei piazzali dell'impianto di raccolta, stoccaggio e rottamazione di autoveicoli - SP362 GALATINA a favore della Società ECOMAR S.R.L.

In poche parole, dopo non so più quanto terreno testé sacrificato per la fantomatica transizione energetica, con la combinazione magica del disseccamento degli ulivi secolari e l’improvvisa presenza di centinaia di progetti per il fotovoltaico e trattamento di rifiuti che invadono il territorio galatinese, questa città sembra condannata all’ennesimo martirio. Come se non ne avesse già abbastanza. In confronto, l’ultima celeberrima “attrattività” fatta di Hamburger e Coca Cola (però a “zuccheri zero”) giusto all’ingresso della Città che aspira a diventare Capitale della Cultura, sembra davvero una bazzecola, utile principalmente alle distrazioni di massa da problemi ben più gravi, come questa del primato per tumori. Quel che conta ovviamente non è la “compensazione” o “ristoro” che dir si voglia, in questo caso pari a 20.000 euro, da impiegare, signore e signori, nella realizzazione di uno studio epidemiologico sull'intero territorio comunale, bensì il procedere con estrema urgenza alla sua realizzazione, coinvolgendo gli Enti Pubblici di competenza, come da protocollo.

Diceva un famoso protagonista della vita politica italiana: “Tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia”.

Ma qui sembra che si stia tirando un po’ troppo tutto, a scapito della vita.

Marcello D’Acquarica
NoiAmbiente e Beni Culturali

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Nasce da un percorso comune tra la SBV Olimpia Galatina e l’Associazione “Amici di Luigi Baldari”, un rapporto collaborativo di utilità sportiva e sociale volto a suggellare il legame tra le due figure simbolo di un versante pallavolistico cittadino.

Il gruppo di amici che si era compattato nell’immediatezza della scomparsa del tecnico galatinese, organizzando i primi due Memorial e richiamando una spontanea e folta partecipazione di ex atleti e tifosi, ha allargato l’orizzonte affettivo verso la figura di Luigi.

Non solo una manifestazione con cadenza annuale per ricordare l’amico, il giocatore e il tecnico, ma un progetto ad ampio respiro con finalità di utilità sociale, sia pure al momento in fase embrionale.

La costituzione di un’associazione no profit denominata “Gli amici di Luigi Baldari”, di estrazione puramente sportiva, aggregando una maggioranza di ex pallavolisti, è già operativa nella raccolta fondi.

Il sostegno è per l’AIL, l’Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mielomi, con lo scopo non solo di sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro queste patologie, ma con l’obiettivo di offrire sostegno alla ricerca scientifica.

Ed allora quale miglior veicolo pubblicitario può rappresentare il connubio con il movimento sportivo e con il volley in particolare della S.B.V. Galatina, a cui tanto hanno dato in termini di prestazioni sportive e attività dirigenziali la maggior parte degli associati?

Certamente una posizione di preminenza nello spirito che lo sport incarna: agonismo sportivo ma anche altruismo per i meno fortunati.

 

Dalla sinergia tra due grandi Associazioni, Virtus Basket Galatina e Cuore e mani aperte - OdV, nasce l’ennesima fantastica donazione: un carrello medico LINKAR, del valore di circa 2.000euro, che, il 13 settembre 2025, è stato ufficialmente consegnato al reparto di “Ginecologia e Ostetricia” dell’Ospedale di Galatina.
Alla presenza del Direttore dell’U.O.C., Dr. Michele Linciano, della coordinatrice dell’equipe infermieristica Rosy Congedo, di DON Gianni Mattia e di Sandro Argentieri, Presidenti delle Associazioni coinvolte e di un gruppo di operatori sanitari, si è svolta una piccola, ma simbolica, cerimonia per suggellare ancora una volta il patto di amicizia tra il locale nosocomio e la cittadinanza.
Ancora una volta abbiamo colto l’occasione per ringraziare tutto il personale sanitario omaggiandolo con una piantina grassa.
«𝐋𝐞 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐞. 𝐇𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐮𝐧 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐞 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐚 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐯𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐭𝐞 𝐥𝐨 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐫𝐞𝐠𝐚𝐥𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐢 - 𝐜𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐃𝐎𝐍 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚 - 𝐞 𝐧𝐨𝐢 𝐯𝐨𝐫𝐫𝐞𝐦𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐜𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐬𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐫𝐜𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀, 𝐦𝐚 𝐩𝐢𝐮𝐭𝐭𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐚 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐨».
Un immenso grazie alla grande disponibilità dell’Azienda agricola EUPHORBIA di Leverano e al grande cuore del suo fondatore Marco ZECCA, che ha donato “pro bono” le splendide piante grasse.
𝐋’𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐑𝐞𝐩𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐚̀ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐫𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐆𝐚𝐥𝐚𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚.

 

Di Redazione (del 11/09/2025 @ 21:11:01, in Necrologi, linkato 2283 volte)

Il grande cuore di Pippi Cisotta ha deciso di fermarsi: nemmeno lui poteva resistere per più di dieci mesi alla lontananza di Luciana che, non più tardi di novembre scorso, lasciando la loro bella masseria color rosso nohano, era andata a nascondersi su una nuvola. 
Ha provato ad andare avanti per la sua strada, Pippi nostro, con quell'espressione sempre seria, ma con la bontà del pane (che oltretutto sapeva produrre con le sue mani), lavorando sodo la terra, guidando il suo camion, fino si può dire all'altro giorno.

Ad appena 72 anni, lascia i suoi ragazzi, Pantaleo, Gerardo, Giovanna, Antonio,  le rispettive consorti, i nipoti amatissimi, gli altri famigliari, e tanti, tanti amici.

Noha.it si stringe attorno alla famiglia Cisotta con affetto.

 

La sua scelta, dettata da motivi personali, lascia in tutti noi un senso di vuoto che non è solo istituzionale, ma anche umano.
Il Presidente De Donno ha rappresentato per me – e per quanti hanno avuto l’onore di collaborare con lui – un esempio limpido di impegno civile, di passione per il bene comune, di attenzione costante allo sviluppo del nostro territorio. La sua capacità di unire rigore e sensibilità, fermezza e ascolto, resterà un segno indelebile nel cammino del Consorzio e nelle relazioni con le comunità locali.
A lui va la mia più sincera gratitudine, non solo per i risultati conseguiti, ma per l’autenticità con cui ha incarnato il ruolo di guida: con discrezione, onestà e un profondo senso etico che ha illuminato ogni decisione.
Caro Presidente, il suo esempio non andrà perduto. Come Consigliere comunale di Galatina con delega ai rapporti con il Consorzio ASI di Lecce, sento la responsabilità di raccogliere il testimone che lei ci affida e di onorarne il valore.
Prometto che il solco di rettitudine e di onestà da lei tracciato resterà la bussola del mio impegno quotidiano, nella certezza che solo così si possa rendere un servizio vero e duraturo alla nostra comunità.

 

 

 


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