ago152011
Entro in biblioteca. Non è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima. Ma mi preme sollevare una questione. C’è un signore che mi ha sempre suscitato un po’ di curiosità. Un signore distinto, dall’aria abbastanza saccente, che se ne sta sempre, almeno io l’ho trovato sempre dietro una scrivania a sfogliare libri e riviste. Ovviamente non si può conoscere la sua identità, perché non porta il cartellino, così come non lo portano gli altri operatori che gironzolano nella biblioteca.Mi sarò chiesto più volte: “Sarà un pezzo grosso, qui dentro, uno che conosce il catalogo a memoria, uno che avrà molto da raccontare”. Un affezionato, immagino, che ogni mattina si dirige in biblioteca, assume la sua postazione e se ne sta tutto il giorno a rodere le pagine di vecchi libri. No, sicuramente non un impiegato comunale. Non riceve mica uno stipendio, no.
“Posti in piedi” è un’espressione che si urla con gioia, per dire “la sala è piena”, “grande partecipazione”. Se però le sedie sono 200, i posti in piedi divengono un’esigenza dovuta alla carenza di posti a sedere più che una conseguenza della grande partecipazione. E questo succede a Galatina, in una città amministrata da persone che sembrano non riuscire a comprendere la posizione di rilievo che Galatina riveste nel Salento.La sera dello spettacolo teatrale l’Aulularia la piazza era piena non solo di fans della Gegia, di galatinesi e salentini provenienti dai paesi limitrofi, ma anche e soprattutto da turisti. E il fatto che siano state messe a disposizione così poche sedie è sintomo di un male incurabile che affligge non solo il governo della città di Galatina, ma anche quello della nazione Italia: la sciatteria. Ho come l’impressione che le cose si facciano semplicemente per non perdere consenso o perché si è costretti a farle, e che quindi manchino di quell’entusiasmo motore e garante della buona riuscita di ogni evento. La politica sembra essere divenuta un ambito limbo situato tra cielo e terra; oggigiorno governare una città comporta una lievitazione sopra la società: si sale un gradino più su e si perde il contatto con i problemi dell’uomo nella società.
ago122011
Torna ad incombere sulla Puglia l'incubo della Northern Petroluem a distanza di pochi mesi dalle mobilitazioni degli Enti Locali e dei cittadini dei comuni interessati e dei pronunciamenti di inammissibilità da parte del TAR di Bari prima e di quello di Lecce lo scorso 14 luglio.ago102011
“Il male non lo si conosce mai abbastanza da ripudiare, finché non lo si ha sulla porta di casa”. Sono le parole di un uomo che il male l’ha toccato con mano, ne è uscito indenne e ora racconta al mondo intero la sua preziosa testimonianza. Sono le parole di Grigorij Pomeranc, uno dei più grandi intellettuali russi sopravvissuto alla tragedia dei gulag, dei campi siberiani di Kalima, raccolte dall’obiettivo della camera di Giorgio Fornoni e lasciate sulla porta di casa nostra, nell’accogliente sala di Palazzo Baldi a Galatina.
Poi a specchiarsi nella videocamera del Fornoni è la giornalista Anna Politkovskaja: "Ho paura, ma questa è la mia professione. Avere paura è una cosa tua personale. Ciò che conta veramente è dare voce alla gente, raccontare la grande tragedia del nostro paese. Perché la gente muore, ogni giorno si consumano orrori indescrivibili. E avere paura o non averne poco importa. È il rischio di questa professione."
ago092011
Ecco l'energia pulita
ago082011
Venerdì 5 agosto 2011 a Carpignano Salentino, nella atrio palazzo Ducale Ghezzi, si è svolta la lectio magistralis del sindaco che ha rivoluzionato tutto il futuro della politica e della amministrazione territoriale italiana, Domenico Finiguerra, sindaco del comune lombardo di Cassinetta di Lugagnano, fondatore del movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio.
Di seguito un estratto dell'evento.
ago062011
Mettiamo subito in chiaro che la presente non vale come sollecito alla lettura del libro che intendo presentarvi. Sarebbe una grande responsabilità da parte mia, che sinceramente, chiamatemi pure vigliacco, non ho il coraggio di addossarmi. C’è da dire, però, che La metà di niente è uno di quei titoli niente male che per un periodo relativamente lungo ti ronzano di continuo nelle orecchie, poi ne senti parlare qua e là in maniera sporadica, infine svaniscono nel nulla e un bel giorno, magari nel frattempo sono passati anche degli anni e l’autrice ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo, ti ritrovi come un fesso a sfogliare in una libreria, rimuginando un “ne ho sentito parlare… ma bene o male?”. E allora commetti l’imprudenza di acquistarlo. Forse ammaliato dallo sconto del 30% offerto dalla casa editrice.ago042011
Torna anche quest'anno a Noha per la quarta volta il motoraduno “Moto Guzzi, miero e pizzica”, insieme al ritmo della pizzica Salentina.
Di seguito il programma dell'evento
Venerdì 26 agosto
Ore 19.00
ago042011
“Iancu, un paese vuol dire” è un folata di vento: per più di un’ora le ante delle infinite finestrelle che si affacciano sui nostri ricordi sbatacchiano ostinatamente sulle pareti dell’anima. Piovono sulla nostra testa polverosi calcinacci, vengono giù travi tarlate di un soffitto oramai troppo vecchio per opporre resistenza e si sfalda, si sbriciola sotto il peso di una folgorante luce, che ora ci riveste di bianco e tutt’intorno illumina oggetti dismessi, abbandonati, che credevamo perduti sotto polverose lenzuola, seppelliti dentro la bruma del passato.Accade in una piacevole serata d’agosto, in una piazza gremita nel centro storico di Tuglie, di fronte ad un palco sul quale siede un uomo vestito di bianco, sotto una tenue luce bianca, sullo sfondo di un pannello bianco. Iancu non è un colore in questa produzione dei Cantieri Teatrali Koreja, ma diviene spettacolo, pretesto per dare sfogo ad un affascinante monologo, un tragicomico resoconto di una domenica di agosto del 1976 raccontato attraverso gli occhi di un bambino di otto anni. Fabrizio Saccomanno sembra schiudere il suo pugno, con quell’armonioso gesto che rimanda alla semina, e rilasciare manciate d’infanzia salentina su un pubblico ammutolito, incantato, affascinato.
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