Di Redazione (del 28/03/2024 @ 23:50:55, in NohaBlog, linkato 999 volte)
Chiesa Madre di San Michele Arcangelo.
Sepolcri 28.03.2024Sepolcri 28.03.2024
Sepolcri 28.03.2024
 
Chiesa della Madonna delle Grazie.
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Cappella Madonna del Buon Consiglio.
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Chiesetta Madonna di Costantinopoli.
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Sepolcri 28.03.2024 
 

Calvario

Sepolcri 28.03.2024Sepolcri 28.03.2024
 
Di Antonio Mellone (del 09/04/2024 @ 08:41:11, in NohaBlog, linkato 371 volte)

Il sito Noha.it e la pagina face-book Nohaweb hanno rischiato di essere chiusi, bloccati, censurati, bannati, e chissà se non anche inquisiti.

Ma non per via di qualche mio articolo muriatico, agente eziologico di urticaria pigmentosa ai danni di qualche mezza tacca della politica locale con il vizio dello stalkeraggio giudiziario (e l’hobby di collezionare cause perse); oppure per l’uso su queste pagine di termini o locuzioni sconvenienti, della serie Cessate il Fuoco, Genocidio, Costituzione Repubblicana, Basta Crimini di Guerra, No agli Armamenti, e Stop ai Terrorismi di Stato (vale a dire eserciti che non combattono contro altri eserciti ma contro popolazioni inermi e affamate, nel silenzio assenso delle meglio “democrazie” occidentali come la nostra); e nemmeno perché abbiamo osato proferire il nome di Julian Assange così inviso al “giornalismo” con le virgolette obbligatorie; bensì, udite udite, per via della pubblicazione di alcune immagini dei tradizionali sepolcri del nostro paese nel corso della trascorsa settimana santa, e per la diffusione di alcune fotografie della pasquetta nohana che includono la storica sfilata dei cavalli e perfino la presa della cuccagna da parte di una squadra di atleti.

Nel postare le icone dei misteri, tipo quello dell’Addolorata dal cuore trafitto o quella del Cristo Morto nel suo feretro, o le sequenze di cavalli e cavalieri a zonzo per la cittadina, e giacché pure le foto degli arrampicatori sul palo (mica quelle oscene degli arrampicatori sociali) si sono aperte le cateratte dell’etere, o meglio chiuse, con lo sbarramento di ogni possibilità di divulgazione social da parte dell’arcigno algoritmo che ha sputato la sua inappellabile sentenza: “La nostra tecnologia ha mostrato che questo post è simile ad altri che violano i nostri Standard della community in materia di contenuti forti e violenti. Non consentiamo alle persone di condividere contenuti che mostrano violenza esplicita”. Aggiunge però che potremmo “impugnare la decisione nei tribunali del [nostro] paese”: sì, come no.

Mo’ vai a spiegare che il Cristo e la Madonna non sarebbero maestri così cattivi, che da secoli i cavalli trainano carri e carrozze, e vengono addirittura cavalcati, che il  palo della cuccagna non è quello della Lap Dance e che per raggiungere la sua cima tutto si fa men che esibirsi in scene da Youporn.

 
Di Antonio Mellone (del 01/05/2024 @ 18:16:55, in NohaBlog, linkato 640 volte)

Non vorrei fare il solito guastafeste, ma francamente una delle ultime genialate intra moenia comunali, vale a dire l’n-esima telecamera grandangolare puntata questa volta sul puteale della Trozza di Noha, m’ha lasciato da un lato ammirato per il tempismo con il quale l’amministrazione verginale è intervenuta, e dall’altro perplesso (ma ormai non più di tanto) in merito alle soluzioni diciamo andanti a problemi un pelino più complessi.

Provo a spiegarmi meglio. Il 18 febbraio scorso pubblicavamo su queste pagine, con tanto di battutona sarcastica (“Open bar aperto”), le immagini della Trozza guarnita  con alcuni rifiuti decisamente esiziali per un luogo così delicato, tipo bottiglie probabilmente di prosecco (quasi vuote), bicchieri di plastica usati, tovaglioli di carta imbevuti di non so cosa, e un’abbondante spolverata di mozziconi di sigaretta; il tutto con una concentrazione tale da fare invidia, si parva licet componere magnis e con rispetto parlando, a un’arena post-concerto dei Negramaro. Insomma i casi umani di turno (presenti a Noha come del resto a Milano o a New York), chissà da chi ispirati, avranno pensato ancora una volta di dare il meglio di sé nei paraggi di quel monumento, evidenziando in tal modo una calotta cranica decisamente sproporzionata, nel senso di esagerata, rispetto al suo microscopico (eventuale) contenuto.

Al comprensibile stracciamento delle vesti dei novelli Caifa, a distanza di poche ore è seguito uno svelto comunicato stampa da parte del consigliere comunale con delega alla frazione di Noha Pierluigi Mandorino, grazie al quale tutti venivamo rassicurati circa il pronto intervento da parte delle istituzioni volto non solo a ripristinare il cosiddetto decoro dei luoghi, ma anche, signore e signori, a installare la suddetta telecamera con vista. Il che invero è avvenuto nell’arco di non più di un paio di settimane dal proclama; sicché il 5 marzo 2024, senza tagli di nastro o discorsi commemorativi in memoria del defunto buon senso (ma giusto qualche post in favore di pollowers), avevamo già la nostra bella cinepresa con mirino orientato su Piazza XXIV Maggio, pronta a inviare immagini di buoni e cattivi al comando della Polizia Locale: la quale, endemicamente sotto organico, avrà incaricato il suo ultimo (superstite) vigile urbano in smart working a fissare un monitor manco fosse il VAR nella speranza di beccare con le mani nel sacco il balordo di corvée, e dunque spedire al suo indirizzo una bella lettera con busta e cartolina verdi.

Premesso che ho stima di Pierluigi, ragazzo garbato, serio e a modo, parla e scrive correttamente [nulla a che vedere con qualche suo tristemente famoso predecessore – parce sepulto - che stava alla politica, alla grammatica della lingua italiana e al diritto come Erode agli innocenti, ndr.], oltretutto sempre presente e disponibile all’ascolto, stavolta non son per niente d’accordo con lui in merito alla “risoluzione” del problema, e men che meno con i supporters in visibilio e con l’Istituto Luce di complemento (dico una fetta considerevole della stampa locale) regolarmente in sollucchero per qualunque forma di palliativo scambiato per terapia eziologica.

Di questo passo non ci sarà più un centimetro quadrato di Noha (ma anche Galatina, Collemeto e dintorni) al di fuori dei radar del controllo autoritario, sicché questi luoghi benedetti saranno declassati al rango di un Panopticon: vale a dire il carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham, nel quale viene previsto un unico sorvegliante quale osservatore (opticon) di tutti (pan) i presenti nell’istituto penitenziario, e senza che questi ultimi se ne accorgano.

 

Canto notturno di un pastore ...

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