Di Marcello D'Acquarica (del 30/06/2025 @ 13:20:23, in NohaBlog, linkato 138 volte)

Prima di inerpicarsi in cima all’osservatorio più centrale di Noha, durante il percorso che porta in cima alla torre, i proprietari di casa, la famiglia Guido, nel marzo 2009, intenti come eravamo nelle ricerche storiche di Noha da immortalare su L’Osservatore Nohano, ci concesse di ammirare le mura affrescate da parte del nostro concittadino Cosimo Presta, già co-fondatore del Circolo Cittadino Juventus nel 1920 e probabile autore della stessa pittura con cui era affrescato il colonnato interno e le mura perimetrali della chiesa matrice, oggi non più visibile in seguito del restauro del 2010.  

Questi tocchi (di classe) si possono notare anche all’esterno della casa, dove ultimamente sono stati rimossi dei particolari del vecchio impianto elettrico, scoprendo così dei brani dell’antica pittura. Dalla sommità esterna della scala, possiamo ammirare a 360 gradi, partendo dalla nostra sinistra, il Vico Pigno che molti di noi ricordano ancora racchiuso come un piccolo anfiteatro con allo sfondo un aranceto e le vecchie cantine che hanno lasciato il posto all’asfalto e a moderni caseggiati. A seguire la torre medievale appartenente al castello dei De Noha, e poi ancora l’aranceto, la nostra perla cremisi, vale a dire Casa Rossa, che l’Assuntina Coluccia ricorda come la casa dei diavoli dove i nobiluomini del palazzo baronale si spartivano la cacciagione, divenuta infine l’archivio per la contabilità del Brandy Galluccio, e oggi circondata da mura private. Da questa fantastica altezza possiamo anche ammirare il complesso del Palazzo Baronale, oggi Nohasì, con la casa dirimpetto che fu sede dell’Universitas di Noha ad angolo con vico Marangia e infine, con un po’ di immaginazione, potremmo vedere in trasparenza sotto l’asfalto di via Castello e le case del Vico Marangia, gli antri dei due antichi frantoi sottostanti congiunti da uno stretto corridoio di 11 metri.

 

Nella serata del 26 giugno, presso l’Oratorio di Noha, si è tenuta la rappresentazione finale del progetto “Espressione corporea-musicale”, che ha visto come protagonisti i ragazzi della Scuola Secondaria di Noha, in Via Petronio, ora Istituto Comprensivo Polo 3 di Galatina-Noha. Il percorso si è articolato in 30 ore extracurricolari sulla base di un’idea progettuale della docente di Lettere Stefania Guarini, nata dall’esigenza di approfondire alcuni focus concettuali scelti appositamente ed elaborati in modo trasversale con approfondimenti letterari, teatrali e con contributi musicali.

Lo spettacolo “E uscimmo a riveder le stelle…..A spasso nella letteratura tra sogni e paure dell’adolescenza” ha rappresentato la concretizzazione di un’attività didattico-formativa impegnata ed entusiasmante al tempo stesso, che ha coinvolto gli studenti in elaborazioni e riflessioni guidate in merito ad emozioni, sogni e paure tipiche dell’adolescenza: il pregiudizio, la paura di essere giudicati, l’omologazione, l’ansia. Tutto con il filtro di apporti creativi studiati e ricercati nell’ambito del mito e della letteratura italiana, scegliendo tra autori e letterati rinomati ed i loro personaggi. Guidati dalla stessa docente di Lettere, Stefania Guarini, autrice del testo teatrale, e dalla docente di Educazione Fisica, Maira Serafino, gli studenti sono stati coinvolti in uno stimolante lavoro interdisciplinare che, partendo dalle pagine del testo scolastico, li ha ancorati con creatività ed entusiasmo.

La trama si costruisce intorno alle vicende e alle paure di un’adolescente che si ritrova a fare i conti con un’ansia ingestibile a causa di alcune prove didattiche e che improvvisamente si ritrova faccia a faccia con alcuni strani personaggi: Ulisse, Dante e Virgilio, Mirandolina, alcune coetanee che ballano allegramente e poi ancora Don Abbondio che corre di qua e di là nella sua stanza cercando Perpetua….e che, per finire, si ritrova seduta a cena proprio a casa Leopardi, con Foscolo, Manzoni e D’Annunzio come commensali. Ognuno di essi, seguendo l’intreccio della vicenda e delle allegre scene teatrali, dona alla protagonista un messaggio motivazionale, volto a rafforzare la fiducia in se stessa e nelle proprie potenzialità, per affrontare con coraggio le sfide della vita, presenti e future. Attraverso la proposta di questo viaggio nella letteratura, i ragazzi si sono potuti confrontare con i grandi della letteratura e del mito, rapportando il loro mondo con i messaggi simbolici offerti da alcuni.

Uno spettacolo teatrale pensato come ponte di lancio verso nuove prospettive, per offrire ai ragazzi ulteriori strumenti di interpretazione della realtà, per motivarli alla ricerca del “pensiero profondo” e per orientarli alla complessità delle relazioni sociali e gruppali con maggiore consapevolezza della propria età e con maggiore spirito critico rispetto alla superficialità di quanto spesso oggi li circonda.

 
Di Antonio Mellone (del 28/06/2025 @ 08:34:55, in Fetta di Mellone, linkato 943 volte)

Chi ricorda ancora la buonanima del mega-porco Pantacom? Mi riferisco ai ventisei ettari di cemento asfalto capannoni e rotatorie che una decina abbondante di anni fa avrebbero voluto colare in contrada Cascioni, periferia di Collemeto, in quella cosa antifrasticamente definita “parco” (con l’aggiunta dell’aggettivo “commerciale” a mo’ di attributo all’ossimoro “centro in periferia”). Non se ne fece nulla, in quanto, come noto perfino agli gnorri, la Pantacom, società a responsabilità asintotica a zero e con garanzie più teoriche che pratiche, morì prima ancora di nascere (al tempo ne scrissi non so più quanti necrologi), malgrado i sogni di gloria degli economisti per caso (che blateravano di 200 e passa nuovi posti di lavoro, e “ricadute” che non ti dico), nonostante il coretto dei consensi, la dolce attesa delle levatrici sedute a destra e a manca nel parlamentino di Palazzo Orsini, e quantunque tra i titolari effettivi della limitata s’annoverasse un pezzo grosso della politica leccese - successivamente cooptato, senz’altro per meriti sul campo, nel consiglio di amministrazione della Zecca dello Stato [malpensanti: per Zecca questa volta non s’intende il parassita ematofago, ndr.].   

Ebbene, questo salto nel giurassico solo per dire che di quei consiglieri comunali, molti falcidiati dall’insipienza e dall’irrilevanza crassa prima che dalla storia patria e dal diritto, nelle attuali assise cittadine se non addirittura in giunta si conta ancora qualche superstite esemplare. A dirla tutta noi altri non avremmo dato tanto peso alle parole, visto quante ne sparano in ogni tempo e in ogni luogo, se non per il fatto che di quell’abortito mega-porco lorsignori sembra vogliano costruire uno specimen posticcio in miniatura proprio a Noha a metà strada tra la piazza principale e il cimitero, insistendo con l’appellarlo ancora una volta “parco”.

Stavolta niente grandi magazzini parcheggi ipermercati rotonde e Mc Donald’s su codesto fazzoletto di terra di forma irregolare, pressappoco trapezoidale, di qualche centinaio di metri quadrati, forse un migliaio, prospicienti via Aradeo, ma soltanto lampioni elettrici, ma tanti. Dico la più alta concentrazione al mondo per ara: nove pali per la precisione, più uno preesistente. Certo è che manco Cappuccetto Rosso riuscirebbe a perdersi in quel “bosco” urbano così ben illuminato a giorno.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 27/06/2025 @ 08:28:55, in NohaBlog, linkato 455 volte)

Don Vitantonio Greco (1867 + 1932), è stato Arciprete della nostra Chiesa parrocchiale dal 1895 al 1932; gli succedette Don Paolo Tundo.  Ne “La Chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò” (ricerca pubblicata nel mese di aprile 2017)”, così scrive Padre Francesco D’Acquarica:

“Don Vito Antonio Greco, figlio di Vito e di Vita Maria Luceri era nato a Noha il 3 luglio dell’anno 1867 e fu battezzato il 6 luglio dello stesso anno da don Michele Alessandrelli, essendo padrini Vito Bianco e Grazia Benedetto. Diventa arciprete di Noha a 28 anni e vi resterà per 37 anni. È durante la sua arcipretura che viene rifatta la chiesa madre nel 1901. Morì all’età di 65 anni.”

La sua è sicuramente una fra le famiglie più facoltose di Noha, che, nel corso degli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, aveva la sua dimora nell’omonimo palazzo di via Osanna, angolo via Siracusa, che nella mappa del 1880 si chiamava appunto Via Dell’Arciprete. Dall’inventario dei beni appartenenti alla Chiesa parrocchiale di Noha, pubblicato da P. Francesco D’Acquarica sul libro “NOHA - LA SUA STORIA” (edizione 2021 – Arti Grafiche Marino - LE) sappiamo che: “un altro orticello di circa 8 are di terreno per semine e arbusti situato nel feudo di Noha […] confina con il giardino della Corte Baronale e altri confini”. Lo stesso terreno è indicato in una mappa catastale antecedente al 1920 consultabile presso l’archivio storico di Galatina, e vi è indicata quale proprietaria l’“Arcipretura di Noha”. Da tutto ciò si presuppone che la villa cosiddetta “Villa dell’Arciprete Greco”, sia stata fatta costruire su un terreno appartenente all’arcipretura di Noha.  Probabilmente, nel periodo in cui è stata costruita era Arciprete di Noha il nostro Don Vitantonio Greco. Infatti prima della attuale proprietà, la villa risulta appartenere aella famiglia di Antonio Greco, fu Pantaleo. Ramo della famiglia a cui apparteneva lo stesso Arciprete Don Vitantonio Greco.

Durante la Seconda guerra mondiale, prima dell’armistizio del 1943, la villa è stata a disposizione dei soldati tedeschi in permanenza nel Salento, e una guarnigione occupò i suoi locali, così scrive Michele Liquori nel suo “Vivere” (Arti Grafiche Marino – 2014)

 
Di Marcello D'Acquarica (del 25/06/2025 @ 08:31:16, in NohaBlog, linkato 471 volte)

Pochi mesi addietro, ho fatto un giro accompagnato dall’attuale proprietario del palazzo e della corte e insieme abbiamo percorso a piccoli passi i tragitti che uniscono le singole porte d’accesso di tante abitazioni e dei piccoli laboratori, un tempo brulicanti di vita e di sogni.

Il Palazzo “Gio’ Congedo”, è uno dei tanti beni culturali di Noha, l’antica masseria del 1700 di Giuseppe Congedo, possidente di Noha. Sul Catasto Murattiano del 1811, conservato nell’archivio storico di Lecce, compare la proprietà dei locali in zona l’Acquaro intestati a Giuseppe Congedo, e descritta così: Massaria dell'Aere di Gio’.

Il vecchio fabbricato cosiddetto oggi “de lu Prantera”, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e fino alla fine del ‘900, è stato abitato da molte famiglie nohane, con annessi laboratori artigianali. Era anche chiamato il “Palazzo delle Marionette”, grazie alla presenza di un vecchio teatro in uno dei locali dello stabile. Il teatro delle marionette di Noha era un’impresa gestita da un certo Peppino di Ortelle, il comico, marito di Iole Surano, una nostra concittadina d’arte, cantante e ballerina del teatro. Il servizio delle marionette veniva offerto da uno zio di Peppino, un certo Rotunno che alla fine dell’esperienza nohana se ne partì alla volta dell’America in cerca di fortuna. Le marionette pare che fossero grandi circa un metro e venivano movimentate con le corde. Durante gli spettacoli, a mo’ di sigla, pare che suonassero un motivetto dal titolo: “Mimma svelta”.

Lo spettacolo più famoso e ricordato da alcune testimonianze è “Guerino Meschino”, tratto da L’Orlando Furioso. Si svolse una volta con la scuola, vi partecipò la 3° elementare della classe 1953. Il cancello di ferro del “foyer” del teatro (adiacente ai locali dell’attuale bar Settebello) era sempre aperto. Entrando, alla sinistra dell’atrio, all’aperto, vi era una buca profonda circa un metro e piena di rifiuti, la discarica di quel tempo. Dentro i saloni che seguivano all’ingresso del teatro, giusto per ottimizzare ogni angolo, pare che ci fossero le fosse del vino, cosiddette pile. Si possono ammirare ancora oggi, dopo l’ultimo restauro eseguito dagli attuali proprietari.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 23/06/2025 @ 17:25:06, in NohaBlog, linkato 353 volte)

La bellezza di un paesaggio o di un’opera d’arte o della storia di una comunità si può percepire anche da una analisi empirica basata sull’osservazione e sul sapere ascoltare il tempo. O anche dal sentirne la mancanza e al bisogno di appartenervi. Per notarla, la bellezza, a volte basta soltanto cambiare punto di vista.

Noha, Noje, Noe, un “alto” punto di vista. Da un antico dialetto greco: vedere lontano.
Noha si affaccia sulla valle dell’Asso a mo' di belvedere, come se fosse un osservatorio. Gode, per dirla in giurisprudenziale, del cosiddetto “diritto al panorama”, cosa ben diversa dal diritto di semplice veduta. Insomma, un posto prestigioso da cui godere della particolare amenità del paesaggio fino a immaginare di sfiorare con mano il mare di Gallipoli, che, allorquando la commistione quasi magica degli eventi atmosferici di alcune giornate particolari, si lascia scoprire leggermente lungo lo scosceso a destra del Monte Sant'Eleuterio, alto 195 s.l.m., uno dei più alti “monti” di tutto il Salento. Ma a noi non occorre andare tanto lontano, restiamo a Noha, scelta dai nostri antenati come avamposto a guardia dai pericoli che un tempo venivano dal mare, e crocevia di due importanti percorsi di comunicazione: la “Strada Reale di Puglia” e la trasversale medievale che in prossimità di Noha corrispondeva all’antica via di Soleto che, unendo alcune nostre masserie all’antico Casale Cristo delle Tabelle e a Fulcignano, lega la sponda di Otranto a quella di Gallipoli. Una posizione strategica. Unica nell’area centrale del Salento.

 
Di Redazione (del 23/06/2025 @ 08:20:58, in Comunicato Stampa, linkato 177 volte)

Il Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina, da sempre promotore della valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del territorio, organizza per venerdì 27 giugno 2025, alle ore 21:00, un evento di grande prestigio nella suggestiva Piazzetta Galluccio: il ventennale dello spettacolo “Morso Reale”, firmato dal celebre ballerino e coreografo Toni Candeloro.

Si tratta di una rivisitazione in chiave contemporanea e profondamente evocativa del fenomeno del tarantismo, attraverso un linguaggio scenico originale, personale e ricco di suggestioni.
Originario del Salento, Toni Candeloro ha costruito una carriera di grande respiro internazionale: étoile ospite in teatri prestigiosi come lo Zurich Ballet, l’Opera di Zurigo, l’Arena di Verona, il Ballet Nacional de Cuba e il Mariinsky di San Pietroburgo.
Ha danzato accanto a figure leggendarie della danza quali Carla Fracci, Galina Panova, Alessandra Ferri, fino a condividere il palcoscenico con Rudolf Nureyev, nel celebre pas de deux Le Chant du compagnon errant di Béjart.
Accanto all’attività performativa, Candeloro ha sviluppato un’intensa opera di ricerca e formazione, tenendo masterclass e seminari in accademie di altissimo profilo, tra cui il Conservatoire National de Paris, l’Accademia Vaganova di San Pietroburgo e l’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Il suo percorso artistico è arricchito da una straordinaria collezione privata di oltre 300 oggetti legati alla storia della danza, tra cui testi rari, costumi, xilografie, video e materiali scenici. Una parte considerevole di questi reperti è dedicata proprio al fenomeno del tarantismo, espressione che Candeloro studia, custodisce e reinterpreta attraverso un’originale sintesi tra antropologia, gesto e narrazione.

Reduce, in questi giorni, dal Balletto Nazionale del Kosovo dove ha creato la prima di “Carmina Burana” e prima dell’esibizione al teatro Massimo di Palermo si inserisce lo spettacolo “Morso Reale”, già rappresentato per la prima volta nel 2005, ritorna oggi in una nuova edizione voluta dal Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina, che ne riconosce l’alto valore simbolico e culturale.

 

Milano, 22 giugno 2025 – Si ferma alla semifinale dei play-off la corsa alla promozione del Circolo Tennis “G. Stasi” di Galatina nel campionato maschile di Serie B1. Sul cemento del Quanta Club di Milano, la formazione salentina lotta con grinta e cuore, ma alla fine deve cedere il passo ai padroni di casa, che si impongono con il punteggio di 4-2.

Una sconfitta che brucia, ma che non cancella l’ottimo cammino compiuto dal CT Galatina, protagonista di una stagione di alto livello sia sul piano tecnico che umano.

L'incontro si era aperto con due sconfitte pesanti nei singolari da parte di Andrea Cardinale (2-6, 0-6 contro Marco Berti) e Jacopo Duma (1-6, 2-6 contro Marco Franzini), che avevano portato il Quanta Club sul 2-0.

Ma Galatina ha reagito con orgoglio: Alessandro Bellifemine ha battuto Francesco Maria Gatti in tre set (6-2, 4-6, 7-5) dopo una battaglia di oltre due ore e mezza. Subito dopo è arrivata la straordinaria vittoria di Matyas Lajos Fuele, che ha superato Moez Echargui con il punteggio di 6-4, 0-6, 7-5, riportando il punteggio sul 2-2.

Nei doppi decisivi, però, l’esperienza e la compattezza dei padroni di casa hanno fatto la differenza:

Berti/Echargui hanno sconfitto Duma/Mengoli per 6-1, 6-0;

Franzini/Gatti hanno chiuso i conti superando Bellifemine/Fuele con il punteggio di 6-3, 6-4.

Le parole del Capitano Donato Marrocco

 
Di Redazione (del 20/06/2025 @ 13:16:15, in Comunicato Stampa, linkato 131 volte)

All’interno della manifestazione, “In Moto con l’Arte: Viaggi e percorsi di vita a due ruote”, organizzata da Corrima – Corrado Marra, che sta animando il cuore di Galatina con un originale intreccio tra motociclismo, arte, cultura e introspezione, si terrà una conferenza imperdibile del dott. Claudio Pagliara, medico oncologo di fama nazionale, ricercatore e scrittore, pioniere della Medicina olistica integrata e divulgatore impegnato nella promozione di una Medicina umana, scientificamente fondata ma attenta alla persona nella sua interezza.

L’intervento, dal titolo “Passioni, psiche e salute”, offrirà al pubblico un’immersione nel mondo delle emozioni e delle passioni come forza motrice della salute psicofisica e come le stesse influiscono positivamente sul benessere individuale.

La passione per i lunghi viaggi, ad esempio, è un modo per ritrovare sé stessi, riflettere, liberarsi da stress e pensieri. La medicina olistica riconosce questo valore: viaggiare in moto può essere un’esperienza trasformativa.

L’evento sarà arricchito dalla presenza di ulteriori esperti, tra cui il Dott. Raffele Gemma (curatore della mostra) e la D.ssa Annunziata Marra, nonchè l’appassionato ed esperto di storia della motocicletta Gianluca Misciali che farà un excursus sull’evoluzione storica e artistica del mezzo a due ruote.

Non mancherà chi la moto la vive a livello agonistico.

 

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