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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 20/11/2021

Di Antonio Mellone (pubblicato @ 14:48:37 in NohaBlog, linkato 721 volte)

Qualcuno - pochissimi invero, forse uno soltanto - m’ha chiesto le motivazioni di questo mio diciamo silenzio stampa lungo un mese o forse più. In effetti è da un bel po’ che non compare su questo o quel supporto uno dei miei (del tutto inutili) articoli.

Insomma, quel che sta accadendo m’appare così onirico che non è che sia rimasto senza parole (ché anzi quelle mi verrebbero a cascata e triviali pure) ma davvero non saprei da dove cominciare. Oltretutto, nel caso proferissi verbo, mi inimicherei i tre quarti dei superstiti conoscenti, mentre il restante quarto metterebbe mano alla fondina delle consuete esilaranti querele temerarie.

Non è un mistero quanto sia in auge una guerra all’ultima fiala tra Punturisti Sì e Punturisti No - e mai sia Signore se nutri un seppur minimo dubbio – espressione sublime, codesta aspra contesa, del fondamento di qualsivoglia potere molto ben espressa dal motto del IV sec. a.C. attribuito a Filippo il Macedone, vale a dire Divide et impera (ovviamente le divisioni afferiscono le classi basse, dico le classi pollaio, mentre le alte sono eccome solidali fra loro, quando addirittura non ricevono solidarietà dalle prime). Per fortuna la scrittura è pur sempre un filtro della realtà, e questo lo sapevano bene anche gli esponenti del Verismo, onde ormai quasi tutto è letteratura fantasy, probabilmente persino quella che s’ammanta dell’attributo di scientifica.

E così grazie dall’assolutismo illuminato del neoliberismo abbiamo testé celebrato il punto G20 e poi la Cop26 (denominazione che rievoca tanto quella di un ipermercato da black friday): si tratta di club esclusivi nei quali i Grandi, spesso coincidenti con i Competenti, cioè Esperti, e dunque Migliori, tutti allarmati per il clima stan facendo di tutto per toglierci dal baratro nel quale noialtri ci siamo venuti a cacciare, con l’ausilio delle loro truppe d’appalto in uno col loro filantropismo. Manco messo piede a terra dai lor jet privati, ci han fatto sapere che questa è un Emergenza (ormai non è più vita senza almeno un’emergenza apocalittica in corso), e che non v’è nemmeno un minuto da perdere da qui al 2060. Ergo il problema ormai è soltanto il riscaldamento globale, mica il cancro locale o i veleni o l’agricoltura trasformata in un laboratorio di chimica inorganica o i sacri dogmi del “mercato” o i brani di morale guizzanti dalle colonne della stampa padronale. E taccio sui fondi del Recovery Plan, o come cavolo si chiami, che i malpensanti credono siano a strozzo: ma che ne sanno questi ultimi di Green (con tanto di pass), e ancora di Bio, Sostenibilità e Resilienza, armi contundenti dei novelli crociati contro il noto grado e mezzo della scala Celsius.

Ora, siccome the show must go on, discendendo giù per li rami fino alle cose casalinghe, vediamo quanto la nostra città sia tutta in fibrillazione per l’incipiente Ripresa, piena zeppa com’è di iniziative, come dire, politiche, tipo quella della raccolta firme per ri-lan-cia-re la fiera di Galatina, già idrovora di fondi pubblici (benedetto Keynes), nonché insigne mausoleo al cemento armato colato certamente per la famosa riqualificazione della periferia. Non sia mai che a qualcuno venisse in mente il ripristino del paesaggio rurale di quell’area, oppure, in un attacco di benaltrismo, la conservazione e la tutela del complesso monumentale di Santa Maria de li Grutti ubicato a un fischio da quel “polo attrattivo dal punto di vista economico” (qualunque cosa voglia significare). Nossignore, pare che ‘sta cosa qua sia troppo utopica.

E niente. Meno male che la metropoli nostrana ha ottenuto finalmente la promozione a parco tematico, con tanto di fregio di “Città del pasticciotto” (alimento immancabile nella dieta mediterranea, come d’altronde consigliato dai migliori dietologi) e una giostra downtown da fare invidia al paese dei balocchi raccontato dal Collodi.

Il fatto che in quella favola protagonisti e comparse si trasformassero in altrettanti somari è solo un trascurabile dettaglio: tanto poi ogni volta arriva una fata (o un premier demiurgo) e “andrà tutto bene”.

Antonio Mellone

 
Di Fabrizio Vincenti (pubblicato @ 14:43:35 in Comunicato Stampa, linkato 1305 volte)

Se qualcuno avesse chiesto a Carmelo Bene un’opinione in merito alle decisioni prese sulla questione epidemica, sono certo che avrebbe risposto che si tratta di scorregge di Stato.

C’è un inquietante terrore che aleggia, una funerea paura di esprimere un parere, se si ha la sensazione che questo discordi con quello che io definisco pensiero unico dominante. Per fortuna non ho questa fobia.

Penso di sapere cosa sia lo Stato, e lo rispetto. La maggior parte non sa cos’è, e ciò che rispetta sono le sue scorregge.

Siamo davanti ad un aborto della ragione, vale a dire alla pratica di estirpare ogni pensiero che abbia a che fare con la razionalità e la ragionevolezza.

L’incapacità di starsene fermi non è sempre sinonimo di codarda oziosità. Infatti, spesso, il non fare è meno dannoso del fare.

Se io suscitassi una percezione, dicendo che mancano 24 ore alla fine del mondo, tutti si affretterebbero a costruire bunker e a svaligiare supermercati. Inoltre, tutti pretenderebbero dallo Stato fulminee decisioni a riguardo. E cosa farebbe lo Stato? Per rispondere alla pretesa della gente in panico, mossa originariamente da una distorta percezione della realtà, prenderebbe le decisioni più assurde pur di dimostrare che la sua ragion d’essere ha un senso. È quello che sta accadendo.

La percezione distorta della realtà sta inducendo gente di assoluta mediocrità a prendere decisioni criminose a danno di tutti. Siamo intrappolati nello schema ben descritto dal sociologo Overton. Si introduce nell’opinione pubblica un concetto dapprima inconcepibile (es. divieto generalizzato di uscire di casa), e quel concetto, divenuto via via sempre più accettabile, arriva ad essere considerato non solo ragionevole, ma addirittura legale. Se, infatti, fino a due anni fa chiudere in casa una sola categoria di persone era considerato una misura dal sapore nazista, oggi parlare di un lockdown dei soli non vaccinati sta diventando un concetto non solo ragionevole e diffuso, ma addirittura legalizzato. Voi pensate che qualche tedesco del 1940 non fosse consapevole di quello che stava succedendo? Avevano semplicemente trasformato un concetto dapprima assurdo e inconcepibile in una decisione ragionevole e legale. Anche se questo paragone dovesse urtare la vostra sensibilità, io me ne fotto, poiché mi sento in dovere di dire come stanno le cose.

Basta poco, infatti, per abituarsi all’assurdo. E poiché reputo che la massa sfortunatamente sia acefala, vale a dire priva di quella componente fondamentale che permette di giudicare criticamente ciò che accade, il rischio di abituarsi a pratiche assurde non è più un’utopia, ma la mostruosa realtà. Non aveva torto, infatti, il caro Dostoeskij (a proposito, leggete qualcosa, per onorare il secondo centenario dalla sua nascita): “Hanno pianto un poco, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo”.

Il fatto che vi stiate abituando a fare esattamente tutto ciò che vi viene detto, senza neppure porvi una domanda sul senso, quando questo palesemente non c’è, ne è la prova. Infatti, pur non essendo contrario alla vaccinazione, uno dovrebbe ad un certo punto anche chiedersi come mai siamo arrivati a farci tre vaccini in un solo anno mentre i contagi aumentano. E se l’85% della popolazione è vaccinata e i contagi aumentano, non posso mica dare la colpa a quel gruppetto costretto a tamponarsi giorno e notte pur di dar da mangiare ai propri figli, dimostrando di essere perfettamente sano, dato che è stato introdotto l’assurdo stato del malato asintomatico. Siamo, infatti, alla contraddizione in termini.

Da sempre un malato è  uno che sta male. Un malato che sta bene non è malato, ma sano. Eppure, pur di rendere ragionevole l’assurdo, ci si è inventati la categoria dei malati che stanno bene, vale a dire gli asintomatici. E se uno che percepisce settecento euro al mese deve spendere duecento in tamponi per avere un codice che gli permetta di mangiare, voi potete anche non definire tutto ciò un ricatto criminale, ma non importa, poiché è esattamente di questo che si tratta. In quanto, lo ricordo fino alla nausea, ciò che io devo inserire nel mio organismo non può essere imposto da alcuno. Se una donna può decidere di abortire, perché io non posso decidere di non bucarmi? L’acefalo mi risponderebbe subito: “non è la stessa cosa perché il vaccino serve per proteggere anche gli altri!”. Pertanto, se così fosse, io che dovessi andare in Africa, mi vaccinerei contro la febbre gialla per proteggere l’Africa, o per proteggere me? E se io dovessi andare in Africa, dovrei essere io a vaccinarmi, o dovrei pretendere che tutta l’Africa si vaccini poiché sto per arrivare io? Lo so che non siete abituati a questo tipo di ragionamenti. La colpa è di quelli che hanno tolto la filosofia dalle scuole, lasciando solo LASCIENZA. Se fate sempre quel che dice la LASCIENZA come avete fatto con gli ulivi, farete una brutta fine. Infatti, nel caso della xylella, LASCIENZA disse di estirpare tutti gli ulivi colpiti dal batterio. Qual è stato il risultato? Che avete debellato la Xylella? No. Il risultato è stato quello di avere un paesaggio spettrale peggio del deserto.

Vi abituerete all’inconcepibile. La porta dell’inferno si è spalancata: benvenuti nell’era dell’emergenza infinita: “emergenza terrorismo, emergenza immigrazione, emergenza covid, emergenza climatica”. Siamo da vent’anni in emergenza e voi nulla, nessuna domanda? E mentre state stravaccati sul divano a sentire “vaccino, vaccino, vaccino, contagi, terapie intensive, no vax, no vax, contagi, vaccino, vaccino, grenn pass, vaccino, vaccino, vaccino, etc.” è aumentata la povertà assoluta, qualcuno ha portato la benzina a due euro, ha aumentato le materie prime del 40%, lasciato gli stipendi a quelli del 1970, ha aumentato ancora l’età pensionabile, privatizzato la sanità, bruciato la monnezza sotto il vostro naso, e molte altre schifezze di questo calibro, tipo stanziare 17 miliardi per dire a un bambino maschio che forse è maschio veramente (saranno pure fatti suoi che cos’è!). E mentre si stanno impegnando a segarvi il ramo sul quale state seduti, voi state ipnotizzati davanti alla più squallida manfrina del secolo portata avanti da Formigli, Gruber, Vespa, Telese, Brindisi, Fazio, Berlinguer, e tutte le altre comparsate che disquisiscono del nulla condito con il niente.

Qualche giorno fa Cacciari rispondeva così a Telese: “Io faccio il mio mestiere, che è quello di uno che pensa criticamente”. E alla Gruber che non lo lasciava rispondere: “Mi ha fatto una domanda. Parla lei: si risponda lei!”.

Qui, infatti, siamo arrivati al punto che chi fa le domande ad un altro, prima che l’altro parli, ci si risponde da soli. E se tu dici che il 53% di quelli che oggi muoiono (fonte ISS) hanno fatto chi la seconda e chi addirittura la terza dose, a loro, esseri acefali in quanto privi della capacità di un pensiero critico, non gliene fotte nulla. A loro la realtà non interessa. Ciò che interessa, invece, è rendere reale il loro mondo immaginario. Se, infatti, avessimo a che fare con la razionalità, uno che ha un vaccino che forse protegge per tre quattro mesi, non potrebbe avere un certificato che ne garantisce l’immunità per dodici. Così come non potrei mai dire che ai cortei contro il green pass di Triste ci si infetta, mentre ai cortei della CGIL, o quelli a favore del disegno di legge Zan, no. Non potrei obbligare l’autista di un autobus a circolare con il green pass se le novanta persone che trasporta non ce l’hanno. Non potrei far salire quattro persone sul Frecciarossa solo se munite di green pass e poi far partire treni regionali che trasportano un carnaio inverosimile di pendolari. Ma qui non c’è più nulla né di scientifico, né di razionale né, tanto meno, di ragionevole. Siamo in preda alla schizofrenia. E davanti ad uno schizofrenico che si crede un astronauta a te l’unica cosa che resta da fare e assecondare gli effetti della malattia e dirgli che sì, lui è davvero un astronauta, e lasciarlo viaggiare con la sua immaginazione a bordo della sua navicella.

Notate: gli schizofrenici del covid stanno impazzendo. Appena uno dotato di ragione capisce di trovarsi in uno studio televisivo pieno zeppo di malati mentali, e minaccia di andarsene, i matti delirano. Infatti, pensate se in uno studio dovessero riunire Galli, Pregliasco, Bassetti, Burioni, Ricciardi, Speranza, Letta, Conte, Salvini, Draghi, Formigli, Gruber, Fazio, Brindisi, Berlinguer, Vespa e tutti gli schizocovid del momento, senza alcun contraddittorio. Sentireste soltanto un mantra: “vaccino, vaccino, vaccino, vaccino, vaccino”. E se si vaccinasse il 110% della popolazione (vale a dire se rendessimo reale l’impossibile) e il covid fosse ancora lì, a prenderci per il culo, questi continuerebbero a rincoglionirsi a vicenda, in questo megagalattico rincoglionimento generale dove non si è più in grado di pronunciare un’altra parola che non inizi con vac. Se, infatti, basta il vaccino e il green pass per salvarsi, allora oggi in Africa ci dovrebbero essere almeno un miliardo di morti.

Concedetemi di fare l’ultimo tentativo: fatevi pure la settima dose e accettate anche di farvi controllare il codice prima di fare l’amore, ma dopo, per favore, guardate prima la faccia di Pregliasco e poi quella di Burioni, e viceversa, e ditemi fino a quando siete disposti ad accettare di essere “stuprati” in questo modo.

Per amor di Dio, il virus c’è (e chi nega l’esistenza è uno stupido), come ci sono altri novanta miliardi di problemi. Ma se la vostra intenzione è di vivere in questo modo per non morire, vorrei ricordarvi che non vivere è già sinonimo di morte. Morti nel corpo, ma cosa ancor più grave, morti e putrefatti nello spirito, come moltissimi uomini e donne di Chiesa di oggi.

Il virus c’è, ma io preferisco di gran lunga la salute mentale e spirituale.

Fabrizio Vincenti

 

È indetto un Avviso per la presentazione di Manifestazioni di Interesse finalizzate alla creazione di un Elenco di Strutture in grado di fornire servizi residenziali a singoli e/o famiglie che possono essere attivati nel giro di poche ore e per la durata di brevi periodi; la caratteristica dell’intervento si contraddistingue per l’urgenza e la brevità dell’accoglienza.

L’istituzione dell’Elenco ha lo scopo di agevolare il Servizio di Pronto Intervento Sociale nella ricerca della struttura ricettiva più adeguata alla risoluzione del bisogno emergente.

Possono presentare domanda di inserimento nell’Elenco Strutture ( come ad esempio Comunità Socio-Educative, Case di accoglienza, Comunità Alloggio, B&B, Alberghi, RSA ecc.) presenti sul territorio della Provincia di Lecce e Brindisi.

Per essere iscritti nell’Elenco, i richiedenti dovranno presentare l’istanza di cui all’Allegato A entro le ore 14.00 del giorno 31.12.2021, all’indirizzo pec: protocollo@cert.comune.galatina.le.it.

Per eventuali informazioni rivolgersi alle referenti dott.ssa Francesca LILLO e dott.ssa Francesca Mazzotta tel. 0836 565265 dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9,00 alle 13,00 o all’indirizzo email: ufficiopiano@ambitozonagalatina.it.

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Ufficio Stampa Marcello Amante

 

 

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