dic272011
C’era una volta tanto tempo fa, in un piccolo casale dell’antica Terra D’Otranto, un Signorotto il cui unico impiego e passatempo pareva esser lo sfruttare e tormentare la gente che viveva sulle sue terre. Il suo cervello non aveva altro impiego, dalla mattina quando si alzava sino al momento in cui prendeva sonno.
Quando passava per i campi a controllare le colture anche gli animali cercavano di scappare al suo sguardo. I cavalli si facevano piccoli piccoli nascondendosi nei ripari per cani, questi ultimi correvano nelle tane dei conigli, questi si infilavano giù per i cunicoli delle formiche, le quali non avendo altro posto dove nascondersi si facevano prendere dalla frenesia andando a suicidarsi sotto gli zoccoli dei cavalli dei soldati che accompagnavano il Signorotto.
Accomodante con i sui sgherri ai quali permetteva di tutto, faceva fustigare senza pietà in pubblica piazza chiunque del volgo osasse incrociare il suo sguardo. Il luccichio delle alabarde e il filo delle spade dei suoi soldati bastavano a scoraggiare chiunque avesse in animo la ben che minima protesta.
Ma il peggio di se lo dava con le donne. Credendosi di rara ed inestimabile bellezza, nonostante la sua bassa statura, la pancia sporgente, l’ampia calvizie, un lungo naso adunco e due occhi strabici sporgenti al limitare di una fronte eccessivamente ampia, correva dietro ad ogni sottana che incrociava per strada, convinto che nessuna potesse resistere al suo fascino.
Le fanciulle più belle del casale erano così costrette a stare rinchiuse in casa per non essere viste, o ad uscire solo quando erano sicure che il Signorotto fosse ben lontano in giro per i suoi poderi. Per sfuggire al suo occhio interessato nessuna si curava del proprio aspetto, anzi facevano a gara, con l’aiuto delle loro madri, a sembrare quanto più brutte fosse possibile. Solo quelle a cui madre natura non era stata generosa, non avevano alcuna remora a camminar per le stradine del casale, forse anche con la segreta speranza di essere rapite da qualche soldato sufficiente inebriato dal vino per non accorgersi del cattivo affare.
dic262011
dic262011
Presepe Vivente Masseria Colabaldi Noha, Corteo dei figuranti, benedizione ed inaugurazione della manifestazione del Presepe.
dic262011
Iniziamo con questa photogallery il racconto della seconda edizione del Presepe Vivente di Noha.
Bellisimo presepe, i commenti dei primi visitatori accorsi numerosi in questa prima serata.
I primi video saranno pubblicati nel corso della giornata.
dic252011
Ritorna la seconda edizione del Presepe Vivente nelle Masseria Colabaldi di Noha. Uno scenario storico con i vecchi mestieri, antichi romani, traini e tantissimi animali partendo dai piccoli come i conigli per poi pasare alle pecore, caprette, asini, mucche, maiali, cavalli ecc....
Aperto il 25 e il 26 dicembre 2011, e poi ancora l’1, il 6 e l’8 gennaio 2012 dalle ore 17.00.
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dic242011

Lo Staff di Noha.it e de L'Osservatore Nohano vi augurano
BUONE FESTE!!!
dic222011
I Beni Culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Marcello D’Acquarica
Indice
1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI CULTURALI E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI CULTURALI LIBRARI
dic222011
«Nella piazza di Santa Caterina, infatti, sorge il tempio gotico dello stesso nome, innalzato da Raimondo Orsini principe di Taranto. Al primo guardare il gran finestrine e la porta maggiore di questa chiesa, ti si rivela un’eccellenza artistica non comune. Bella e dignitosa ne è l’architettura; bellissimi gli affreschi. Dall’osservazione de’ quali si rileva che, pitturata una prima volta in antico, fosse stata a presso restaurata, e sulle primitive pitture non piaciute venissero eseguiti novelli affreschi; i quali evidentemente appartengono alla Scuola di Giotto. Nel coro esiste una tomba, di cui la scultura, massime i capitelli delle quattro colonne, sono pregevolissimi: si dice conservar visi il corpo del Principe Orsini. Di rara bellezza e di altezza non comune è poi un calice finemente cesellato, che oggi il municipio conserva gelosamente. Bellissimo è questo tempio nella sua nave maggiore; sublime in tutte e cinque le sue larghe e malinconiche navi. Sarebb’egli campo vergine e profittevolissimo agli studi e alla critica di qualche valente artista». Sono queste le parole del noto concittadino Pietro Siciliani che, pur con qualche imprecisione storica, per primo, parlò della nostra basilica ne Ai popoli Salentini e al Gonfalone di Galatina (1865), e lo fece davanti all'Italia riunita, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Dante del 1865. Basta questa breve descrizione, che segnalò Galatina all'attenzione nazionale, per capire il motivo per il quale la scelta del tema di apertura di Agorà – percorsi inVersi sia ricaduta su Santa Caterina di Alessandria. Agorà nasce dall’incontro di un gruppo di giovani amici, i quali intendono vivere il dialogo e intraprendere un percorso esperienziale che mescoli e fonda differenti multiversi. Agorà è una piazza nel senso originario del termine, un luogo d’incontro e di crescita, dove ogni universo interiore potrà mettere a disposizione dei convenuti il proprio bagaglio esperienziale e prenderne da quello degli altri, in un simposio di “verità”, ognuna con un proprio senso e un proprio fondamento, contribuendo così a inserire il proprio tassello di verità in una ricerca continua e inestinguibile.
dic222011
Servizio di Telerama sulle conferenza stampa del ex Primo Cittadino di Galatina Giancarlo Coluccia che racconta la sua versione dei fatti.
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