\\ Home Page : Storico : 150 anni Unità di Italia (inverti l'ordine)
Di Albino Campa (del 17/03/2011 @ 00:00:00, in 150 anni Unità di Italia, linkato 2895 volte)

150 anni sono passati ma vivono nel fascino di una bandiera che ha ispirato e commosso sei generazioni, rappresentando ovunque quel diffuso carattere nazionale che anche nei momenti più difficili ha fatto di noi un popolo capace di stupire il mondo.
Sono centocinquanta candeline …E allora forza! Spegniamole insieme in questo 17 marzo che è la festa di tutti noi orgogliosi di essere italiani
Che questo compleanno sia davvero di tutti noi!


Ancora auguri Italia!

 
Di Albino Campa (del 17/03/2011 @ 14:22:01, in 150 anni Unità di Italia, linkato 3388 volte)
Penso sia doveroso, nel giorno in cui si festeggia il centocinquantesimo anno dall’Unità d’Italia, fermarsi un attimo a meditare sulla situazione odierna della nostra penisola con uno sguardo al passato. A mio dire, infatti, la vera motivazione che ha spinto il nostro presidente della Repubblica a battersi con forza per istituire questa festa nazionale non è stata esclusivamente la ricorrenza storica, ma soprattutto la constatazione di un affievolimento del senso di unità negli italiani. E questo traspare senza ombra di dubbio dalle parole pronunciare ieri sera dallo stesso Napolitano:

 

“Ne abbiamo passate tante, passeremo anche quelle che abbiamo di fronte, in un mondo forse più difficile, però l’importante è che ci ricordiamo sempre che, anche se ognuno ha i suoi problemi, i suoi interessi e le sue idee, e discutiamo, e battagliamo, ciascuno è parte di qualcosa di più grande, che è appunto la nostra nazione, la nostra patria, la nostra Italia! E se saremo uniti sapremo vincere tutte le difficoltà che ci attendono.”
E pertanto in queste poche righe vorrei partire da una frase, tratta dalla poesia La seconda venuta di William Butler Yeats, per imbastire la mia breve riflessione.
 
Di Albino Campa (del 17/03/2011 @ 18:47:21, in 150 anni Unità di Italia, linkato 3299 volte)

Un consiglio comunale tutto particolare quello di ieri pomeriggio, alla vigilia del 150esimo dell’unità d’Italia. Unico tema all’ordine del giorno: la festa tutta “bambina”, per un Paese come il nostro da poco uno. Certo, perché 150 anni sono pochi per uno stato, bisogna crescere ancora in quei valori di fratellanza, uguaglianza e giustizia che ci uniscono o che perlomeno dovrebbero farlo.
E i giovani cittadini delle classi V del comune di Galatina sono stati, di fatto, i protagonisti più emozionati. il baby coro ha aperto il consiglio intonando l’inno d’Italia con tanto di mano sul cuore, in una sala consiliare sgargiante nei colori della bandiera italiana. La parola è passata a un sindaco alto poco più di un metro che, con tanto di fascia tricolore, ha commosso la “platea”, accostando i nostri patrioti risorgimentali ai giovani libici che combattono oggi con forze impari contro un regime ormai insostenibile. La baby sindaco ha concluso il suo discorso con un significativo “le idee si possono cambiare, i valori che ci devono guidare nella vita no!”. La parola è poi passata alla vicesindaco la quale ha sottolineato che, per ricordare le lotte dei nostri patrioti venuti da ogni parte d’Italia, è fondamentale rispettare la Patria e il tricolore. Tricolore i cui colori sono probabilmente ispirati a quell’emozionante descrizione di Beatrice nella Divina Commedia: “così dentro una nuvola di fiori/che da le mani angeliche saliva/ e ricadeva in giù dentro e di fori,/sovra candido vel cinta d’uliva/donna m’apparve, sotto verde manto/vestita di color di fiamma viva.” (Divina Commedia, Purgatorio, canto XXX, versi 28/33). I ragazzi hanno infine ricordato i patrioti galatinesi che hanno dato un apporto fondamentale all’unificazione dell’Italia: Bardoscia, Toma, Albanese, Vernaleone, Siciliani, Cavoti, Vallone, De Maria, Mauro.

 
Di Albino Campa (del 22/03/2011 @ 14:51:35, in 150 anni Unità di Italia, linkato 3000 volte)
L’Italia Unita. L’Italia dei polentoni e dei terroni, dei prelati e dei comunisti, dei furbi e degli onesti, dei vandali e degli eroi, l’Italia dei servi e dei padroni, degli idealisti e dei baciapile, degli im-potenti e delle veline, dei superuomini e degli eterni attendisti. Quanto ancora dobbiamo attendere per renderci conto che sono stati sconfitti la schiavitù, i despotismi e l’ignoranza? Quanto dobbiamo ancora attendere per uscire dall’indifferenza che ci ricopre come una coperta che qualcuno puntualmente tira dalla sua parte? Quanti altri compleanni unitari dovremo festeggiare affinché anche a Noha ci si risvegli dal torpore dell’attesa per riprenderci la nostra dignità ed il diritto di decidere le nostre sorti?
Quando riempiremo la piazza cantando il nostro meraviglioso inno nazionale contro il potere mafioso che sia lo spaccio della droga o l’incenerimento dei rifiuti o l’ignoranza dei furbi? Quando saremo uniti contro i falsi profeti della politica e contro le false promesse?
Quando saremo cittadini uniti? Quando salperemo dalle nostre tre torri per riconquistare il nostro decoro? 
 

Canto notturno di un pastore ...

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