La matassa della vecchia scuola elementare di Noha è ben lungi dall’essere sgarbugliata: c’è un continuo scaricar di barili da una società ad un’altra, da un “responsabile” ad un altro, e soprattutto c’è da costruire questa benedetta cabina per l’energia elettrica.
Ma sapete voi cosa significhi costruire una cabina elettrica all’interno della scuola? Potete provare ad immaginare che cosa serva per ottenere codesto ulteriore “prodotto finito”? Proviamo a ragionarci insieme. Per la costruzione della cabina de quo, servono una serie di personaggi ed interpreti (del resto stiamo parlando di un film dell’horror), unitamente ad un insieme di fatti e condizioni che, senza necessariamente rispettare l’ordine di apparizione, potrebbero essere identificati nei seguenti elementi come: l’individuazione della sua ubicazione, un progetto da far predisporre (e speriamo che la soluzione dei problemi non venga affidata ancora una volta ai progettisti ed ai “tecnici” che li hanno creati), l’approvazione del progetto, il reperimento dei fondi per finanziare il progetto, l’identificazione della ditta che dovrà occuparsene previa aggiudicazione di  una gara, l’inizio e poi la fine dei lavori, il collaudo, la loro consegna, ed infine - se Dio vuole, purché nel frattempo non siano di nuovo cambiate le leggi che magari, per l’allacciamento alla rete elettrica nazionale, richiedano in loco una piccola centrale nucleare in miniatura – e solo infine, avverrà il tanto agognato allacciamento.

 

Se qualcuno non se ne fosse accorto che da un anno in qua stiamo sprecando il nostro fiato (virtuale) per parlare della vecchia scuola elementare di Noha ancora chiusa per paradosso, non per ferie, o non siamo in grado di farci intendere (e volere) oppure siamo circondati da concittadini (e da politici) con una prontezza di riflessi che il  bradipo, al confronto, è una scheggia.
C’è da deprimersi davvero al pensiero che esistono dei nohani che si scandalizzano per delle cose che non vanno, solo quando in televisione appare quel pagliaccio felpato di rosso denominato Gabibbo (veramente sono andati in visibilio per anni per un altro pagliaccio che faceva finta di governarli), mentre invece ad un fischio dalla loro abitazione, con lo sperpero di centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico, s’è finanziata la ristrutturazione di una novella cappella nel deserto.

 

Ritornando alla nostra bella (ma ancora addormentata) scuola, non si può non evidenziare un altro paio di inezie: quisquilie, le abbiamo definite, rispetto alle enormità di cui parleremo nella quarta (ma non ultima) parte di questi scritti.
Un’altra di queste bazzecole è rappresentata dai bianchi infissi in alluminio (o PVC, o qualcosa del genere). Pare siano all’avanguardia, con tanto di tenuta ermetica, isolamento termico, vetrocamera doppia, guarnizioni a prova di piogge monsoniche, alluvioni, tempeste tropicali, e funzionali addirittura al comfort acustico. Sennonché una delle cose che salta subito anche all’occhio più distratto (o lesso) è questa. Come mai questi serramenti, belli, nuovi, stupendi, spettacolari, all’ultimo grido (appunto), non sono dotati di imposte (cioè ante, o scuri, o persiane)? Se si volesse cioè proiettare in pubblico qualcosa su di uno schermo – tipo un film o una lezione - come si fa a ricreare il buio necessario? Forse sarà previsto (ma non lo si sa ancora: è un segreto) che il centro sociale funzioni soltanto di sera, previo spegnimento di tutte le luci pubbliche e private ubicate nel raggio di un paio di chilometri dalle vecchie scuole elementari di Noha. Potrebbe essere, ma c’è il rischio di una luna troppo luminosa.

 
Di Antonio Mellone (del 15/09/2012 @ 21:48:15, in NohaBlog, linkato 2787 volte)

Si è spenta oggi a Noha all'età di 98 anni la cara nonna Tetta.

Antonia Coluccia, classe 1914, per anni si è presa cura, oltre tutto, della cappellina di S. Antonio (santo del quale era devotissima) sempre in prima fila nel corso della tredicina in onore del Santo di Padova (e di Noha). Buona e generosa con tutti, lascia un vuoto in quanti la conobbero, specialmente i vicini di via Trisciolo.

Foto dell'archivio fotografico Mirelfoto - Pignatelli.

 

 

 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 15/09/2012 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 2315 volte)

Riprendiamo la nostra rubrica con le nostre vignette satiriche, ma senza l'assillo del calendario giornaliero: a sorpresa. Consigliamo a tutti gli interessati di rifornirsi per tempo di dosi massicce di Valium.

 

All’incontro del 7 settembre scorso, oltre all’assessore ing. Andrea Coccioli, a farci da Cicerone c’era anche l’ing. Marcello Memmi, consulente e direttore dei lavori.
L’ing. Memmi, orgoglioso della sua creatura, in maniera garbata e puntuale, ri-portandoci negli spazi e negli ambienti di quella che ormai un’era geologica fa fu la nostra scuola elementare ci ha spiegato in dettaglio tempi e modi della ricostruzione quasi ab imis del manufatto, e poi ancora lavori eseguiti, accortezze, volumetrie, impiantistica, sistemi di sicurezza, qualità dei materiali, differenze tra il “prima” e il “dopo”.
Noi abbiamo ascoltato il tutto con molta attenzione, ponendo delle domande e ricevendo risposte più che adeguate.

 
Di Albino Campa (del 13/09/2012 @ 07:00:00, in TeleNoha , linkato 2861 volte)

Eccovi un abstract della splendida Fiera dei Cavalli di Noha di settembre 2012.  Riprese, montaggio e regia di Daniele Pignatelli dello Studio Fotografico Mirelfoto - Noha. Il CD completo della fiera è disponibile presso lo studio dei nostri amici fotografi.

 

Non è dunque vero che “il sito noha.it non se lo fila nessuno”. Qualcuno lo consulta, eccome. Poi magari può anche far finta di nulla, ma intanto, come si dice, “il seme è stato gettato”.
Questo per dire che venerdì 7 settembre alle 17.30 - oltre allo scrivente e all’Albino Campa martire – qualcun altro c’era per la da noi tanto auspicata ed attesa visita guidata dall’assessore Andrea Coccioli all’interno del “restaurato” complesso delle vecchie scuole elementari di Noha.
V’era un bel po’ di gente, allora, non tantissima per la verità (e per fortuna), ma quanto basta per diffondere il verbo. Ovviamente mancavano i soliti “rappresentanti politici” di Noha, con l’eccezione della Daniela Sindaco (ciò che è giusto è giusto e va riconosciuto). I latitanti nostrani, probabilmente in tutt’altre faccende affaccendati, assenti giustificati sicuramente da validissimi motivi, non si sono fatti vivi né in carne ed ossa né sotto altre forme, specie o spoglie. Ma non ci siamo persi nulla, anzi ci siamo risparmiati il solito risultato di quel trust di cervelli che si estrinseca nei soliti annunci, esternazioni, promesse, proclami, boutade, giuramenti, comunicati stampa inviati al Quotidiano di Lecce, e soprattutto slogan.

 
Di Antonio Mellone (del 11/09/2012 @ 21:00:00, in Un'altra chiesa, linkato 2208 volte)

Genova 05-09-2012. – Padre Carlo Maria Martini è morto. Padre Carlo Maria Martini vive più che mai. Il fatto saliente della settimana e dell’anno è la figura di questo nuovo Ambrogio che ha segnato non solo la diocesi di Milano, ma la Chiesa tutta e anche il mondo lontano da essa. La folla silenziosa di credenti e non credenti che, davanti a lui, morto, scorre come un fiume tranquillo, è il «segno dei tempi» di cui parla il Vangelo (Mt 16,3) che fu lampada e luce ai passi del padre Carlo. Abbiamo visto, abbiamo contemplato come ha vissuto e come è morto. Anzi, come ha voluto morire. La coerenza nella verità della sua vita sono stati esemplari fino all’ultimo ed è vero che si  muore come si vive.
Lo sfondo sul cielo nuvoloso di Milano era di contrasto. Da una parte il popolo che coglie il cuore del Padre e voleva testimoniare che le sue parole, sigillo autentico della Parola, sono arrivate anche là dove forse nessuno immaginava. Il padre Martini è per tutti il sacramento del «Dio fuori del campo», che ha superato per sempre i confini della Chiesa che cerca di imprigionarlo per andare alla ricerca degli uomini e delle donne di buona volontà, ma anche quelli senza alcuna volontà. Dio non è cattolico, ora lo sappiamo, perché egli è alla fine di ogni percorso di vita, di amore, di giustizia. Dio è il desiderio.

 

Canto notturno di un pastore ...

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