Riceviamo dal nostro concittadino Michele Greco, Niny per gli amici, i ringraziamenti per tutte le notizie condivise su Noha.it. Il che, dice, permette a chi come lui vive lontano dalla propria “patria” di sentirsi sempre parte del piccolo mondo antico nohano.

Michele è nato a Noha, ma risiede a Taranto da molti anni. Ha tanti ricordi, e ci tiene molto a rammentare i fatti del tempo che fu, e ogni angolo del paese che lo ha visto trascorrere l’adolescenza e anche parte della sua giovinezza. Ci dice con orgoglio di essere nato in una casa in affitto, la villetta appartenente alla famiglia Giordano, proprio dirimpetto alla grotta della Madonna di Lourdes, in via Aradeo. Ne approfitta per ricordarne il costruttore, Paolo Giordano, che ritroviamo nei documenti del 1905 conservati nell’archivio storico di Lecce e relativi alla Chiesa di San Michele Arcangelo, menzionato come “appaltatore Giordano”. Michele li ricorda tutti i suoi vicini di casa, nome per nome: la maestra Tina, il vigile Scrimieri, il giovanissimo Corrado che ebbe un incidente mortale. Ci racconta poi della Trozza, che aveva davanti casa dove si trasferì nel 1952 con tutta la famiglia, e la rammenta essere stata per molti anni poco più che un rudere. Michele ricorda ancora l’incisione sul puteale vergata con inchiostro nero perfettamente leggibile che indicava il costo per l’acqua:

“Si vende ll’acqua tre mezze un soldo”

Ci racconta ancora dei lunghi percorsi a piedi da Noha a Galatina per raggiungere le scuole, dalla media inferiore alle superiori, perché la corriera costava e i soldi in casa erano pochi. Si ricorda della Chiesa Piccinna, della via Aradeo dove si passeggiava tutti ben vestiti, dei bar e del Cinema dei Fiori.

Alcuni anziani, ci dice Michele, indossavano il cappello “borsalino”  perfino quando erano seduti a tavola. E infine ci racconta delle sere d’estate, quando si stava a godere della frescura davanti alla porta di casa insieme al vicinato e delle storie, tipo quella raccontata da sua mamma sulla Masseria Colabaldi.

Di quest’ultima conserva gelosamente una splendida pittura del 1980 sullo stile dei “macchiaioli” di un suo carissimo amico, il prof. Giovanni De Tommasi.

Nonostante gli impegni di lavoro lo portassero lontano, Michele ha sempre cercato di vivere al Sud, per stare più vicino possibile alla sua terra natia. Ora si gode la pensione e la famiglia con figli e nipoti.

 
Di Redazione (del 06/08/2023 @ 16:11:12, in NohaBlog, linkato 676 volte)

Viaggiatori di tutto il mondo,  benvenuti a Noha (di Alessandro Romano - copyright Salentoacolory.it)

 

A Noha si erano uniti i territori disabitati di Pisanello e di Padulano e dipendevano dallo stesso Casale gli altri feudi di Merine, Giurdignano e Cellino.

I documenti che seguono, di cui riportiamo le intestazioni, provano come i signori De Noha avevano reso indipendente la propria baronia, distaccandola dalla Contea di Lecce e amministrandovi direttamente la giustizia:

“Lo privilegio concesso al signor Antonello de Noha che lo Capitano di Lecce non possa conoscere le prime cause della sua Baronia”.

“Lo privilegio della Giurisdizione del casale di Noha concessa da Re Ferrante (di Aragona) al signor Antonello de Noha”.

“Lo privilegio del Casale di Noha, Merine, Giurdignano e Padulano sopra la giurisdizione civile e bagliva”.

Poiché la vicina terra di San Pietro in Galatina fin da questo tempo tentava di sopraffare e di invadere la giurisdizione del barone di Noha, lo stesso inventario ci fa fede di un’altra scrittura importantissima. E anche questa trapuntata:

“Una lettera Regia diretta al Capitano di San Pietro in Galatina che non si intrometta nella giurisdizione di Noha”.

Tuttavia, poiché il litigio fra le due terre si acuiva, dall’inventario togliamo due altri documenti i quali accennano ad una convenzione tra i due feudi confinanti. Essi sono:

“L’istrumento di carta di cojoro della concordia fatta tra gli uomini di Nohe con quelli di San Pietro in Galatina”.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 05/07/2023 @ 13:23:04, in NohaBlog, linkato 550 volte)

Nel 2021 P. Francesco D'Acquarica, in occasione del suo sessantesimo di sacerdozio, ha dato alle stampe la nuova Storia di Noha, un novello volume di 488 pagine del formato 23X16 cm, con copertina semirigida.

Il libro ricco di immagini e grafica a colori, oltre ai dati della "vecchia" storia di Noha, contiene anche i risultati delle nuove ricerche dell'autore sulla sua sempre amata piccola patria: uno scrigno di parole e storie tutte da scoprire.

Il volume è fuori catalogo, ma oggi chi volesse regalarsene (o regalare) una copia potrebbe farlo contattando la redazione di Noha.it prenotandone una ristampa alla modica cifra di 50 euro: il costo equivalente di due pizze e due birre.

Marcello D'Acquarica

 
Di Redazione (del 01/07/2023 @ 16:15:55, in NohaBlog, linkato 947 volte)

I nohani sapevano già da tempo (ché di certe cose tengono rigorosa contabilità) che domenica prossima 2 luglio don Francesco Coluccia festeggerà il venticinquesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta appunto un quarto di secolo fa nella piazza principale di Sogliano Cavour, suo paese natale, all’ombra della bella chiesa seicentesca dedicata all’Annunziata, per l’imposizione delle mani e l’unzione sacra dell’allora arcivescovo di Otranto Francesco Cacucci, davanti a una moltitudine di suoi concittadini. 

È inutile dire che la maggior parte del suo presbiterato (ventun anni su venticinque del suo ministero) è stato svolto a Noha nella parrocchia di San Michele Arcangelo, onde lo stemma cittadino scolpito sul fastigio della chiesa madre, le famose tre torri, potrebbe diventare per osmosi (se non proprio per usucapione) la simbologia preponderante della sua arma sacerdotale. Oltretutto la scienza araldica non impiegherebbe chissà quanto a interpretarne le immagini. Del resto tre è numero biblico fortemente simbolico: tre sono le persone della trinità, i vangeli sinottici, le virtù teologali, e le fasi di passione, morte e resurrezione del Cristo (che avvenne dopo i tre giorni di sepolcro), eccetera.

 
Di Redazione (del 07/06/2023 @ 08:22:10, in NohaBlog, linkato 1006 volte)

La nostra Greta Idolo, figlia di Davide e Gabriella, continua a stupirci con le sue parole  sfregate sulla carta.

Questa volta si tratta di una poesia sull'orrendo periodo storico fissato nei libri di storia sotto il tema Seconda Guerra Mondiale, con tutte le connesse atrocità. "Parole di dolore, orribili favelle, accenti d'ira" ma, come asserito da Greta davanti al pubblico con la sua ormai proverbiale spigliatezza: "Ho voluto dar loro [alle vittime, ndr.] un'altra opportunità".

Premio Internazionale di poesia "Città di Galatina", V edizione - concorso aperto a scuole elementari, medie e superiori di tutta Italia - strameritato dalla nostra piccola poetessa nohana.

Continua così, cara Greta: e chissà che le tue parole non contribuiscano a far aprire gli occhi ai signori della guerra dei nostri (purtroppo anche questi) infausti giorni, dando a loro, e quindi anche a noi, "un'altra opportunità".

Congratulazioni: Noha è orgogliosa di te.



Noha.it

 
Di Marcello D'Acquarica (del 22/05/2023 @ 13:29:59, in NohaBlog, linkato 620 volte)

NOHA nasce anticamente in una posizione determinante sia dal punto di vista commerciale che militare. Si trova difatti all’incrocio di due importanti percorsi che vedono il Salento attraversato in lungo ed in largo.

Ecco quindi Noha che fa da crocevia fra l’antica via che da Otranto porta verso la costa jonica di Gallipoli e la Strada Reale di Puglia, un percorso del tempo dei Messapi che già i Romani utilizzarono unendola alla via Appia (che terminava a Brindisi), portandosi così fino a San Giovanni di Ugento.

Lo stesso Fra Leandro  Alberti, frate fiorentino dell'Ordine domenicano, alle pagine 196 e 197 della suaDescrittione di tutta Italiadel 1550 descrive quello che vede percorrendo il Salento da Otranto verso Gallipoli. Giungendo da Otranto, nel tratto in cui si avvicina a Noha, scrive:

“….camminando un miglio appare Soleto, molto antico luogo, circa il piccolo colle che riguarda a mezzo giorno, posto, Soletum da Plinio nominato, del quale yiene la signoria il Duca di S. Pietro in Galatina. Non meno è pieno il paese di questo Castello di Olivi di quello di S. Pietro in Galatina sopra nominato. Dopo tre miglia ritrovasi Sternatia, da Otranto discosto tredici miglia, fra questo luogo e Otranto da ogni lato vedensi Ville Contrade e  Castella, tra i quali vi è Scuriano discosto dal bastardo otto miglia, e da cui appare il fortissimo castello di Noia posto in forte luogo “.

Quindi Noha sorge alla fine della dorsale di una delle serre salentine, quella che procede da Copertino e Galatina e che si affaccia sulla valle dell’Asso. Da qui si domina un ampio ventaglio di paesi del Salento centrale, che va da Maglie, Corigliano, Cutrofiano, Collepasso, fino a Neviano, Galatone e Nardò.

Da questa posizione, in media a 90 mt sul livello del mare, si aveva (e si ha ancora oggi) il controllo visivo di eventuali pericoli che potevano giungere dalla costa di Gallipoli, nevralgico scalo del mare Ionio.

Possiamo notare ancora oggi su alcune cartografie locali, che la via Soleto giungeva a Noha esattamente dove oggi c’è la Strada Comunale Pozzi, interrotta e parzialmente cancellata nel suo percorso originale da nuove strade e superstrade che portano ovunque (o forse in nessun luogo), e sono più numerose dei fili dell’erba: alla faccia del consumo di suolo tanto decantato, ma mai quanto in campagna elettorale. Ma questa forse è un’altra storia. Temo l’ultima.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 20/05/2023 @ 16:13:09, in NohaBlog, linkato 357 volte)

Si svolgerà tutto domenica 21 maggio 2023.

Particolari dell’opera visti da vicino e installazione sul battistero di Noha, la mattina.

Messa solenne e benedizione, musica organistica d’autore e racconto della storia del Battesimo di pietra, nel pomeriggio alle 19.

Peccato non parteciparvi.

Noha.it

 
Di Antonio Mellone (del 17/05/2023 @ 18:43:41, in NohaBlog, linkato 502 volte)

Non soffro affatto di quella tendenza o di quella fisima che il latino rende con la locuzione horror vacui da cui scaturirebbe la tendenza a riempire meticolosamente gli spazi vuoti. Al contrario, per indole e formazione io prediligerei il minimalismo, prima di tutto in casa mia e poi altrove (invero più nell’arredamento d’interni e nel resto delle arti figurative che nella letteratura, atteso il fatto che sovente vengo tacciato di eccessivi ghirigori quando non di divagazioni barocche – tipo queste - prima di centrare l’argomento dei miei, chiamiamoli così, articoli). Ma certi vuoti o certe assenze ti appaiono così irrefutabili che non puoi non interessartene direttamente: dandoti dunque da fare, cercando il meglio possibile su piazza e fuori, senza indugiare nell’illusione che siano i fantomatici “altri” a occuparsene.

Ora, come molte chiese parrocchiali, anche quella del mio paese è dotata di un battistero. Lo trovi appena entri sul lato sinistro della bussola, come vuole la tradizione che lo ha quasi sempre collocato in un luogo distinto dal presbiterio, segno del percorso della iniziazione cristiana che parte appunto dal fonte battesimale per culminare sull’altare dell’Eucarestia.

Il battistero di Noha, settecentesco, di forma esagonale, con vasca sorretta da un piedistallo decorato e chiusa da una cupola poligonale, è finemente scolpito in pietra leccese. Sulla facciata principale, al centro, appena sopra l’oblò circolare con portella in legno intarsiata con croce greca, si può ammirare in bassorilievo la colomba dello Spirito Santo radiante (con raggi a ventaglio indirizzati verso il basso);sul lato opposto è riportato in rilievo un catino dal quale emerge un’elegante brocca dal manico culminante con la testa di un drago; nei restanti quattro frontespizi sono effigiati, sempre a sbalzo, altrettanti volti di putti molto delicati, tutti rispondenti ai canoni della bellezza, vale a dire Claritas, Integritas et Proportio, dunque in netto contrasto con il detto salentino “Diavuli ‘n terra e angeli ‘n cielu”, secondo il quale le sculture in blocchi lapidei locali sarebbero decisamente più apprezzate se ammirate da lontano (“in cielo”) più che da vicino (“in terra”), dove magari gli eventuali difetti della loro manifattura potrebbero risultare più evidenti. Invece no: la raffinata sorgente della cristianità nohana fatta in pethra aurea salentina appare nella sua semplicità come un’opera d’arte di pregevole lavorazione, onde la creatività e l’ingegno non avrebbero potuto fissarsi meglio di così su quei blocchi di pietre antiche e belle.

 

Canto notturno di un pastore ...

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