Oggi, dopo migliaia, anzi milioni di chilometri percorsi con i suoi camion (per trasportare i prodotti più svariati in tutto il mondo, non ultimo il vino salentino) all'età di 91 anni, Totò Bovino ha intrapreso il suo ultimo viaggio. Chi non ricorda nel bar della buonanima di Ninetto il conciliabolo del fine settimana composto dallo stesso Totò, da suo cognato Armando, da Michelino Santu Nuddhru, e da tanti altri avventori, pronti a commentare i risultati delle partite del campionato di calcio di serie A, e quindi gli sfottò quando la squadra del cuore era costretta ogni tanto a capitolare. Il suo attaccamento alla Juventus è diventato proverbiale (una bandiera bianconera e il suo cappellino di lana con lo scudetto partiranno insieme a lui). In caso di sconfitta rinunciava addirittura all'uscita di casa, al suo pacchetto di semi di zucca, e alla partita a carte, all'incontro con gli amici: una moderna forma di penitenza, una clausura, una specie di suffragio per "implorare la grazia".
set232025
Dispiace se uno se ne va quando è ancora giovane, ma non dispiace di meno assolutamente quando siamo costretti a salutare un nostro famigliare che ha raggiunto la veneranda età di 99 anni, come quelli portati benissimo fino all'altro giorno da nonna Mariannina: sì, perché se ne va più vita, non di meno. Questa volta una vita piena di figli, generi e nuore, e nipoti, tutti legatissimi a questa donna minuta ma di polso, instancabile, saggia, altruista, rimasta vedova troppo presto del suo Cici.
Dovevate vederla alle feste della Fidas come si dava da fare per dar manforte (anche con il consiglio) ai suoi figli da sempre impegnati in questo difficile settore del volontariato che ha portato il nome di Noha in giro per il mondo, finalmente per una buona causa. Si vede che la generosità, almeno in questo caso, è genetica.
Condoglianze a Rosanna e a Dolores, ad Antonio, Michele, Osvaldo, Salvatore, alle nuore e ai generi, ai nipoti (inclusi gli acquisiti), e ai numerosi amici e amiche che le vollero bene.
Noha.it
Il grande cuore di Pippi Cisotta ha deciso di fermarsi: nemmeno lui poteva resistere per più di dieci mesi alla lontananza di Luciana che, non più tardi di novembre scorso, lasciando la loro bella masseria color rosso nohano, era andata a nascondersi su una nuvola.
Ha provato ad andare avanti per la sua strada, Pippi nostro, con quell'espressione sempre seria, ma con la bontà del pane (che oltretutto sapeva produrre con le sue mani), lavorando sodo la terra, guidando il suo camion, fino si può dire all'altro giorno.
Ad appena 72 anni, lascia i suoi ragazzi, Pantaleo, Gerardo, Giovanna, Antonio, le rispettive consorti, i nipoti amatissimi, gli altri famigliari, e tanti, tanti amici.
Noha.it si stringe attorno alla famiglia Cisotta con affetto.
La notizia della sua dipartita, in seguito a breve inesorabile malattia, ha sconvolto la comunità di Noha: non aveva che 56 anni Antonio Coluccia, e fino a qualche mese addietro era nel pieno delle sue forze e quindi della sua attività.
Antonio, gran lavoratore, uno dei primi protagonisti del Presepe Vivente, legato alle tradizioni della comunità (la "curemma", per esempio), di poche parole ma dalla battuta pronta, sempre disponibile, faceva parte di quella generazione speciale di contadini che possiamo definire ultimo baluardo in difesa della terra, generatrice di vita, nell'impari lotta contro la desertificazione, la cementificazione, e i veleni provenienti da ogni dove.
Esprimiamo i sensi del nostro cordoglio a Romina, ai suoi ragazzi Marika, Debora e Francesco, al papà Franco e alla mamma Clara, ai nipoti, a tutti gli altri parenti e ai suoi tanti amici e conoscenti.
La redazione di Noha.it
Antonio Campa, classe 1935, non ha resistito alla mancanza degli abbracci affettuosi di suo figlio Vincenzo mancato poco meno di un anno fa.
All'età di 90 primavere, ieri nel silenzio della tarda serata, ha abbandonato per sempre questo mondo riparando sicuramente in quello migliore in compagnia del suo Vincenzo.
Facciamo le condoglianze a tutti i familiari unendoci al loro dolore.
Noha.it
giu032025

Siam venuti a sapere in ritardo della dipartita del povero Totu Biondo - al secolo Salvatore Perrone - che ci ha lasciati ieri l'altro all'età di 79 anni. E in altra nostra precedente comunicazione avevamo pure detto che, per un motivo o per un altro, non riusciamo a star dietro ai necrologi di tutti i nohani. Ma di Totu, benché a funerali celebrati, davvero non possiamo non parlare brevemente, riconoscendone la bontà d'animo, la pazienza, e diciamo pure la dolcezza. Come quella appunto dei suoi dolci, soprattutto i biscotti, che da ottimo pasticciere ha iniziato a produrre non appena messo piede a Noha nel corso degli anni '80 del secolo scorso. La sua prima biscotteria fu in via Pigno, all'ombra della torre medievale; poi, visto che le cose andavano bene, ma anche per iniziare a dare opportunità di lavoro ai figli, inaugurò il mitico "Bar Fontana" in via Aradeo, all'altezza della svolta per via Agrigento, dove, all'angolo, esisteva appunto una fontana pubblica dell'Acquedotto Pugliese. In quel bar accogliente furono installati un bel biliardo e un flipper, per il passatempo degli avventori, che continuavano comunque ad apprezzare le sue squisitezze (chi non ricorda il gelato veramente artigianale), oltre ai dolciumi, ai quali si aggiunsero le leccornie del salato. Non si contavano le "spaselle" che fuoriuscivano da quel bar/pasticceria/rosticceria. Totu, sotto quel baffone alla Stalin, sicuramente se la rideva compiaciuto. A un certo punto pure i locali del "primo" Bar Fontana diventarono piccoli, e dunque, visto che le cose andavano bene, con moglie, figli, armi, forno, banconi e bagagli (e soprattutto vecchi e nuovi clienti) traslocò in locali decisamente più moderni, comodi e spaziosi, sempre in via Aradeo, più o meno di fronte al distributore di carburanti de lu Vitu. E colà è rimasto fino alla naturale parabola della vita, di ogni vita.
Di poche, pochissime parole, Totu ha sempre pensato al lavoro, e a mandare avanti la famiglia, tra gioie e dolori (che non mancano in nessuna formazione sociale, grande o piccola che sia), godendo sempre del rispetto non disgiunto dall'affetto dei nohani (affetto che talvolta, per la verità, i nohani non riescono a esprimere con la dovuta estroversione).
Vorremmo, sebbene con un po' di ritardo, porgere le nostre sentite condoglianze alla moglie, signora Rosalba, ai figli Luigi, Rochi, Fabiola e Massimo, agli altri congiunti, e a tutti quelli (e sono tanti) che hanno sempre visto e considerato Totu come una bella persona.
Noha.it
mag222025
Pino, eri amico di tutti. E ci hai lasciato pochi giorni fa rendendoci più soli.
Hai iniziato a lavorare, anzi hai iniziato quella che era la tua passione negli anni ’70. Prendersi cura del campo sportivo “Pippi Specchia” era per te una passione, infatti oltre alla dedizione per il lavoro hai messo tanto amore.
Quel manto erboso lo hai curato così splendidamente, rendendolo unico. Potevi riuscirci solo tu in questa cosa, trattandolo come un figlio. Ti sei donato anima e corpo, quando ti dedicavi agli spogliatoi che erano così ordinati, alle divise di allenamento e di gara, rendendole ben pulite per farcele indossare a noi calciatori. Ci mettevi tanto impegno che era per noi un chiaro segnale, ci indicavi la via verso la vittoria. Anche se non eri un allenatore o un preparatore, contribuivi alla causa e eri un esempio.
Alla fine del primo tempo, indimenticabile il thè caldo che ci preparavi, soprattutto nelle gelide domeniche di inverno; mai ce lo hai fatto mancare.
Eri maniacale, curavi ogni dettaglio perché eri un professionista impeccabile; prendevi seriamente tutto ciò che facevi.
mag172025
Noha oggi è un po' più povera perché da questa mattina, all'età di 87 anni, ci ha lasciati Rita Scalese, sarta di professione e nobildonna d'animo gentile per vocazione (più che per lignaggio); ma forse, pensandoci meglio, non sarà poi effettivamente così povera la nostra comunità se saprà far tesoro dell'eredità di Rita, fatta di buona creanza, garbo, delicatezza, rispetto, disponibilità verso gli altri, dedizione al lavoro (fu stilista finissima, e apprezzata maestra di numerose allieve), capacità di sorridere alla vita nonostante i suoi mille problemi.
Noi di Noha.it siamo orgogliosi di averle dedicato qualche tempo addietro gli "Scritti in Onore di Rita Scalese": fu un dono inaspettato, a Rita si inumidirono gli occhi.
Oggi riscriveremmo tutto daccapo, e purtroppo non sarebbero più scritti in Onore, ma in Memoria.
Condoglianze ai famigliari, ai numerosi estimatori della povera Rita, a Noha tutta.
mag162025
Non rientra certo negli standard di Madre Natura che una come Maria Luce debba lasciarci così, si potrebbe dire a metà strada. Ma da qualche tempo, purtroppo e ce ne stiamo accorgendo un po' tutti, le cose non sono più le stesse. Avremmo voluto invecchiare insieme con lei, e vivere la vita nel modo come uno spera sempre, così come è stato all'inizio di questo straordinario viaggio, trascorso insieme, dai palcoscenici del teatro dell'Asilo di via Carso, ai carnevali caserecci, e poi nella sfida del mondo del lavoro, costretta e costretti, come molti di noi, a lasciare Noha per altri lidi. Ma non è stato mai un taglio netto, nemmeno per Maria Luce, i luoghi del cuore legano per sempre, evidentemente.
Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia di Maria Luce.
Marcello D'Acquarica
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