mag222025
Visita di Mons. Anthony Ekpo, Sottosegretario Vaticano, per il 70° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA "SUORE DISCEPOLE GESÙ EUCARISTICO S. MICHELE ARCANGELO NOHA"
Venerdì 23 maggio 2025:
Domenica 25 maggio 2025:
Parrocchia "San Michele Arcangelo" NOHA
mag222025
Ora si chiama “Scuola dell’infanzia”, prima ancora “Scuola materna”, ai miei tempi (anni ‘70/’80 del secolo scorso) semplicemente “Asilo” - e in siffatto modo continuerò ad appellarlo in queste righe.
Insomma poco tempo fa insieme ad Albino (lo facciamo periodicamente immortalando scorci, personaggi o momenti significativi del nostro paesello) pubblicammo quale immagine di copertina di Nohaweb l’ingresso principale dell’Asilo di Noha, quello di via Carso numero 34. Iniziarono immediatamente a fioccare i “mi piace”, e contemporaneamente i commenti di alcuni internauti. E così Maurizio: “Quanti bei ricordi”, Nunzia: “La nostra infanzia, la nostra fanciullezza”, Claudia: “Le recite”, Patrizia (evidentemente un’insegnante del tempo che fu): “Che bei ricordi, preparare tutti quei bimbi per una meravigliosa festa. Sono stati il mio orgoglio. Sono passati 30 anni”, Francesco: “Sono trascorsi cinquant’anni da quando ci andavo”, Stefania: “Cresciuta dalle suore, suor Serafina e suor Giovina”, Fernando: “Per me sono passati 60 anni”, Gianna: “Scuola dell’infanzia e Azione Cattolica”, Carmine: “50 anni fa. Quante ne ho combinate insieme ai miei coetanei, con suor Ginesia la superiora, e la piccola suor Evangelina che ci preparava la mensa”, Simona: “Passati 37 anni, suor Felicina e maestra Maria Rosaria”, Sofia: “Sono passati 22 anni, caro ricordo della mia infanzia con suor Lucia, suor Pierangela, suor Croficissa, maestra Bernardetta”, Rossana: “Scuola Materna e poi Catechismo […] però che ricordi belli”. Tra gli emoticon non si contano i cuori di ogni dimensione: in effetti l’etimologia del vocabolo “ricordo” è proprio cor cordis, vale a dire cuore, ritenuto dagli antichi anche la sede della memoria.
Sono certo che se si interpellassero le ormai migliaia di “studenti” passati dall’Asilo nohano, tutti (tranne la solita eccezione che dunque conferma la regola) avrebbero qualcosa da raccontare, foto da postare, innocenti segreti da confessare, e sarebbero concordi nel considerare il periodo delle prime “alfabetizzazione e socializzazione” vissuto in quegli ambienti sani e genuini come il più sereno di tutta la propria vita, privo di drammi e ansie, ricco di profumi e sapori, fecondo di prove individuali e collettive, dalla scrittura al canto, dalla recitazione al disegno, dal gioco di squadra all’abilità manuale (chi non ricorda la plastilina o l’argilla che poi divenne il Das con cui scolpivamo pezzi d’“arte contemporanea” che non sfigurerebbero al Maxxi).
La permanenza in quella scuola che in tanti considerano idilliaca, a tratti fiabesca, al presente viepiù onirica, era arricchita dal carisma delle suore “Discepole di Gesù Eucaristico”, pedagogiste notoriamente tra le più preparate, a volte con specializzazione nei campi più svariati, dalle lettere alla musica, dalla matematica alla teologia, e anche nelle lingue straniere (ultimamente provenendo dai cinque continenti son quasi tutte poliglotte), nonché dalla professionalità dei precettori laici che da qualche decennio le affiancano.
D’altronde, checché se ne possa dire, la scuola più importante per la formazione di una persona non è affatto l’università (o il dottorato di ricerca o il master post-laurea o il corso di perfezionamento), ma appunto l’Asilo infantile: istituzione che accoglie fanciulli dai tre ai sei anni, età molto delicata (ma quale in fondo non lo è) della crescita.
A Noha abbiamo dunque codesto Asilo da 70 anni suonati proprio nel corso di quest’anno giubilare 2025: ci aveva pensato monsignor Paolo Tundo, arciprete dal 1933 al 1962 [mio prozio, fratello di nonna Maria Scala, ndr.] a costruirlo su un suolo di sua proprietà, affrontando mille difficoltà, spendendo i suoi risparmi, e bussando alle porte di “chi poteva”, più che a quelle dei suoi poveri concittadini che comunque non lo lasciarono mai solo. Il risultato fu ed è ancor oggi un’opera monumentale, dotata di aule scolastiche, servizi, cappella, teatro, uffici, sala mensa, appartamenti per le suore al primo piano, ampie terrazze panoramiche, e un bel giardino che dà su via Vittorio Veneto, ingresso dal civico 29.
Quell’Asilo ha sfornato ometti (nel senso di bambini giudiziosi, di ambo i sessi) che hanno successivamente intrapreso le carriere più disparate: dal contadino al professore universitario, dal medico all’artigiano, dal sacerdote (o dalla monaca) all’imprenditore, dal musicista al militare, dal manager al libero professionista, dall’ingegnere allo scienziato, dallo stilista all’operaio, dal filosofo all’impiegato…
E giacché pure quell’inqualificabile scavezzacollo che risponde al nome del sottoscritto.
Antonio Mellone
mag262025
In moltissimi comuni d’Italia, le amministrazioni, i partiti, le associazioni insieme a milioni di cittadini si stanno mobilitando in favore del popolo Palestinese e per il rispetto dei diritti umani.
In un contesto storico che oramai da decenni vede opposti 2 popoli si stanno perpetrando i peggiori crimini che l’umanità ricordi.
E se è vero che il conflitto ha visto una escalation dopo l’attacco di Hamas contro Israele del 27 ottobre 2023, è pur vero che la reazione mirata alla liberazione degli ostaggi e alla neutralizzazione di Hamas sia stata, ed è sproporzionata in termini di costo di vite umane.
Ad oggi si contano circa 70.000 vittime di cui il 70% sono donne e bambini, molte delle quali morte per fame e malattie dovute al blocco degli aiuti umanitari che tanti paesi stanno inviando, ma che risultano bloccati dagli israeliani.
E’ vero che la questione palestinese è molto complicata e delicata per il contesto storico in cui si è sviluppata, ma certamente non si può restare indifferenti di fronte a ad una strage di innocenti.
Ed ecco che un piccolo gesto può contribuire a “mitigare l’indifferenza” di tutti noi che da oltre 80 anni viviamo in un continente “pacifico”, dove i le nostre generazioni, fortunatamente, non hanno conosciuto i disastri umani della guerra.
mag262025
È un CT Galatina in grande spolvero quello visto allo Sporting Club Saronno nella fase a gironi del campionato di B1. La squadra salentina conquista una vittoria netta e meritata per 4-2 nella penultima giornata, frutto di una prestazione solida, soprattutto nei singolari, dove gli ospiti mettono in chiaro fin da subito la propria superiorità tecnica e mentale.
Il dominio del CT Galatina si manifesta subito nei primi incontri:
Andrea Cardinale apre le danze con un autoritario 6-0, 6-1 su Emanuele Turconi, dando un segnale chiaro dell’intensità con cui la squadra è scesa in campo.
Subito dopo, è Ignacio Novo a mostrare classe e continuità battendo Andrea Lunghi 6-3, 6-2 in un match sempre sotto controllo. A completare il tris ci pensa Alessandro Raffaele Bellifemine, che supera agevolmente Gabriele Moghini con un netto 6-1, 6-2, regalando al team galatinese il 3-0 e mettendo già in tasca il punto dell’incontro.
Una piccola flessione, poi la chiusura
Nel quarto singolare, Federico Mengoli parte bene ma viene poi rimontato da un tenace Gianluca Moggio (6-2, 2-6, 2-6), e il primo punto va a Saronno. Un piccolo calo fisiologico per Galatina che però non compromette la gestione del match.
Nel doppio, Cardinale – ancora protagonista – affiancato da Jacopo Duma, non riesce a contenere la coppia Altobelli/Moghini, cedendo 5-7, 3-6. Ma è solo un passaggio a vuoto.
Sul Campo 2, infatti, il duo Bellifemine/Novo ristabilisce l’ordine e la supremazia: con un secco 6-3, 6-4 contro Turconi/Genovesi, Galatina chiude la giornata sul 4-2, confermando la qualità del proprio gruppo anche in doppio.
Quella del CT Galatina è stata una prestazione corale, con tutti gli elementi del team protagonisti. Cardinale e Novo hanno brillato sia in singolo che in doppio, mentre Bellifemine ha messo in campo potenza e regolarità. La squadra salentina manda così un messaggio forte al girone: Galatina c’è, ed è pronta a lottare fino in fondo.
mag262025
Lunedì 26 maggio alle ore 18:00, nella Sala conferenze dell’ex Palazzo De Maria, in Corte Taddeo, è in programma l’ultima conferenza della programmazione dell’anno accademico 2024-2025 dell’Università Popolare “Aldo Vallone”.
Raffaele Astore, già nostro ospite in due precedenti lezioni, terrà una conferenza presentazione per areARock con un’intervista a Fabio Zuffanti autore della biografia “Sacre Sinfonie. Battiato: tutta la storia”.
Titolo dell’evento è “Niente è come sembra: viaggio nella musica e nelle parole di Franco Battiato”. Introdurrà i lavori la consigliera Daniela Vantaggiato.
Dopo i due precedenti incontri con il cantautorato che hanno visto protagonisti Luigi Tenco, attraverso le sollecitazioni di Alberto Minafra e Marco Graziuso, e Fabrizio De Andrè, con lo spettacolo curato ed eseguito da Michele Bovino accompagnato da Francesco Bove, questa sera il focus sarà centrato sull’opera di Franco Battiato.
mag262025
Quarto appuntamento di 𝗟𝗶𝗯𝗿𝗶 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮𝘇𝘇𝗮: martedì 27 maggio, a partire dalle ore 19. Nella suggestiva location di Incartheart, corso Porta Luce, 2, a Galatina, verrà presentato il libro di 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗮 𝗠𝗮𝗹𝗲𝗿𝗯𝗮, 𝑆𝑜𝑛𝑜 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑒, All Around editore. Dialogheranno con l'autrice 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗗𝗲 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗲𝗶𝘀, giornalista, e 𝗔𝗹𝗶𝗱𝗮 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲, psicoterapeuta.
Sono bella per te è un romanzo che racconta la storia di Anna e Daniele, due ragazzi che si incontrano e si innamorano. Lei, romana, reduce da un matrimonio fallito, si è costruita una vita appagante tra il lavoro di fisioterapista, la passione per la danza, il volontariato e due solide amicizie. Daniele, insegnante precario, di dieci anni più giovane di Anna, ha lasciato il suo piccolo paese nel Salento per inseguire il sogno di sfondare nel cinema. La loro storia, dopo un inizio
mag262025
A proposito di Festival dell'Energia organizzato per gli ultimi tre giorni di maggio a Lecce, ieri 21 c.m. si è svolto un incontro di alcune rappresentanze associative presso le Manifatture Knos a Lecce. Si sta organizzando quindi un modo per fare sentire la voce dei cittadini che vivono da anni gli effetti dannosi e, non di rado, devastanti di impianti energetici di ogni genere frutto sempre di visioni e decisioni calate dall’alto per far diventare il Salento un hub energetico-industriale di tutto, fossile o rinnovabile che sia, compreso il nucleare, rigettato dagli italiani con ben due referendum. Quindi si parla ancora di rinnovo di centrali a carbone, di biometano da rifiuti, del raddoppio del Tap, di eolico da Foggia al capo di Leuca fino a Taranto in mare e nell'entroterra, di blocchi da cento ettari di agrovoltaico, di Batterie di accumulo energetico industriali (BESS) ovunque per ettari e sotto casa, di centrali di conversione, di elettrodotti per scambi energetici con la Grecia, di Big Data Center più grandi d’Europa, di rinnovo dell'acciaio, di incenerimento rifiuti presso il cementificio Colacem di Galatina, apertura e ampliamento di discariche su falde idriche, ZES industriali da 1500 ettari, solo nel Salento, con autorizzazioni agevolate e tanto altro ancora. Forse non ce ne stiamo rendendo conto. Il Festival dell'Energia di nuovo a Lecce, oggi, come 13 anni quando fu inaugurato a Lecce, sostenuto dalla politica, è propedeutico all' “educazione convincente” per edulcorare la pillola amara che si vuole propinare ai cittadini salentini e pugliesi per scambiare con un piatto di lenticchie i nostri Beni più preziosi: Salute, Ambiente, Natura,
mag272025
Nei giorni 19, 20 e 22 maggio si è concluso con grande partecipazione il progetto “Prevenire è Vivere”, che ha coinvolto le classi seconde della scuola secondaria di primo grado “G. Pascoli” del Polo 1 di Galatina, sedi di Galatina e Collemeto.
Grazie alla collaborazione della psicologa Diletta Potì e della biologa nutrizionista Lucia De Paolis, gli alunni hanno vissuto un percorso educativo ricco di stimoli e riflessioni importanti sul tema della prevenzione oncologica, dell’alimentazione sana e dei corretti stili di vita.
Alcuni ragazzi sono rimasti così colpiti dall’esperienza da esprimere il desiderio di diventare volontari o approfondire, in futuro, lo studio delle cause dei tumori.
Un sentito ringraziamento va alle volontarie della LILT, che hanno consegnato agli studenti l’ultimo numero della rivista dell’associazione, accolta con entusiasmo, insieme a opuscoli informativi e a una presentazione dei servizi offerti dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
mag272025
Non è che io abbia avuto l’onore di frequentare quell’opera monumentale dell’asilo di Noha. Sono nato molti anni prima. Anzi nei miei primi anni di vita ho frequentato quello che a quei tempi si diceva “la mescia”; e la mia mescia si chiamava Culumbrina.
Ma il grande arciprete dei miei tempi, don Paolo Tundo, “grande” per la sua vocione potente, ma anche per la statura fisica, morale e politica (durante il periodo fascista era il podestà di Noha, oggi si direbbe il Sindaco, anche se era solo il delegato del Podestà di Galatina: carica religiosa e politica dunque), era giustamente convinto dell’importanza dell’educazione morale dei suoi parrocchiani, anche quando erano ancora in tenera età.
Verso il 1939 fece arrivare una comunità di Suore, le “Oblate di S. Antonio di Padova”, perché si occupassero dell'Asilo Infantile, del doposcuola e all'insegnamento del catechismo e dell’arte del ricamo.
Io feci in tempo a frequentare quella scuola materna solo per l’anno scolastico 1940/41 per due motivi: il primo perché nel mese di ottobre 1941 cominciavo la scuola elementare; il secondo perché le Suore molto presto se ne andarono via da Noha.
Eh sì! Una notte i ladri violarono l'abitazione delle Suore, situata all’inizio di Via Cadorna, per derubarle. Le Suore, nonostante l’offerta di Lire 100 (siamo nel 1941) della Confraternita della Madonna delle Grazie, tremendamente spaventate da quella vicenda, decisero di abbandonare definitivamente il nostro paese.
Per questo motivo alcuni anni più tardi (nel 1955, appunto 70 anni fa), l’Arciprete, che tanto ci teneva all’educazione dei bambini("il domani del paese" - diceva) volle assolutamente che il suo popolo avesse la garanzia di un futuro migliore, preparando i bambini con la prima alfabetizzazione e socializzazione. Tra infinite difficoltà, spendendo i suoi risparmi e bussando alle porte di “chi poteva” riuscì a costruire su un terreno di sua proprietà l’opera monumentale che donò alla Congregazione “Discepole di Gesù Eucaristico” con l’impegno che questa Istituzione restasse per sempre a Noha.
La convenzione tra don Paolo e le Suore “Discepole di Gesù Eucaristico” fu firmata il 29 settembre 1957. Dal 1955 al 1957 l’asilo di Noha fu gestito da alcune donne volontarie.
Erano gli anni della mia formazione nel seminario missionario in provincia di Vercelli; ma quando tornavo a Noha per le vacanze in famiglia, don Paolo chiedeva la mia collaborazione (frequentavo ormai il liceo classico) per preparare le lettere che lui inviava a quelle persone (anche all’estero) che avrebbero potuto aiutarlo per completare la costruzione della scuola materna.
Io ho potuto godere dell’ospitalità e dell’amicizia delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico quando già ero lanciato nel mondo per vivere la mia vocazione missionaria.
La prima volta fu in occasione della festa per la celebrazione della mia prima Messa a Noha: 64 anni fa.
3 aprile 1961: fu un giorno di grande emozioni per me, e sono convinto anche per don Paolo. Chiesa parrocchiale gremitissima: concelebranti il mio arciprete don Paolo e poi don Donato Mellone, don Gerardo Rizzo, il Padre Predicatore quaresimale di quell'anno, e poi tanti fedeli, oltre ai miei parenti. Mi onorarono della loro presenza anche l’on. Beniamino De Maria e il Prof. Donato Moro. Dopo la celebrazione in chiesa fummo ospiti nella scuola materna di Noha per il ricevimento e per il pranzo.
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