apr282025
Lunedì 28 aprile alle ore 18:30, nella Sala conferenze “De Maria”, in Corte Taddeo, è prevista la seconda lezione del Corso “Ambito media” con una conferenza del nostro socio, prof. Rosario Santo Sabato, dal titolo “Marconi e la sfida dell’etere: la nascita delle comunicazioni senza fili”. Introdurrà i lavori il presidente Mario Graziuso.
Dopo aver tracciato nel precedente incontro l’evoluzione storica relativa alla nascita e alla diffusione della radiofonia, attraverso la sua crescita grazie ai progressi della tecnologia, nella conferenza odierna traccerà le linee di sviluppo delle comunicazioni senza fili, a partire dalle ricerche e dalle innovazioni apportate da Guglielmo Marconi e dai ricercatori a lui coevi.
Quale era il suo intendimento rispetto alle precedenti acquisizioni nella sfida dell’etere?
Lo possiamo ricavare da una conferenza dal titolo “Sulla telegrafia senza fili” (riportata in “Scritti di Guglielmo Marconi”, edizione della Reale Accademia d'Italia, 1941), tenuta dallo stesso Marconi in Roma nell’Aula massima del Campidoglio dall’Associazione elettrotecnica italiana nella seduta solenne in suo onore il 7 maggio 1903: “Ma le onde hertziane, come erano prodotte dal loro scopritore e da quegli scienziati che hanno ripetute le sue esperienze, avevano una portata di trasmissione di pochi metri, e, secondo gli studi e le induzioni dell'illustre scienziato tedesco, esse venivano prodotte in modo da rendere i loro caratteri eguali per quanto possibile a quelli delle onde luminose, ciò che diminuisce la loro efficacia a distanza. Fu invece mio intento di seguire una via completamente opposta nella produzione di oscillazioni elettriche, e cioè io mi dedicai ad ottenere onde elettriche di lunghezza centinaia di volte maggiore di quella delle onde usate da Hertz, per poterle utilmente applicare a quanto avevo di mira.”
apr282025
“All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: Tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3, 14-16).
Ho dovuto aspettare la fine dei funerali di Francesco per scrivere questa mia riflessione, la quale disturberà molti, ne sono certo. Premetto che non voglio addentrarmi nella questione della legittimità del papato di Francesco in seguito all’ipotesi, canonicamente fondata, secondo cui l’ultimo papa legittimo sia stato Benedetto XVI, non avendo consegnato esplicitamente il munus durante la sua declaratio l’11 febbraio 2013, in occasione del Concistoro per la canonizzazione dei Martiri di Otranto. Né intendo trattare, qui, i veri motivi che hanno spinto Benedetto XVI all’ipotetica rinuncia del suo ministero petrino. Non tratterò della legittimità a prendere parte al Conclave di alcuni cardinali né di altre questioni canoniche che potrebbero farvi venire il voltastomaco.
È una lettura del tutto personale di questi ultimi dodici anni, esaltanti per alcuni e deprimenti per altri. Chi è il papa? Vescovo della diocesi di Roma, capo del Collegio dei Vescovi, vicario di Cristo e pastore in terra della Chiesa universale, massima autorità religiosa della Chiesa cattolica.
Tra la morte e il funerale di Francesco, ho assistito a molti dibattiti televisivi sulla sua figura, tutti estremamente politicizzati ed ideologizzati. La macchina mediatica, come fu per il tempo del “Covid”, si è messa in moto immediatamente per falsificare la realtà e professare agli idioti di turno la falsa dottrina. E così, da cardinali a vescovi, da preti di campagna a giornalisti, da vaticanisti alla gente di strada, il coro è stato unanime: non si torna indietro. Ma da cosa? Voi pensate veramente che il compito della Chiesa e del vicario di Cristo sia quello di avallare le stronzate di questo nostro pazzo mondo globalizzato, corrotto e idolatra? Voi pensate che la facilizzazione dei divorzi sia l’intenzione che Cristo ha inteso portare avanti? Credete davvero, come vi hanno raccontato, che benedire le unioni di persone dello stesso sesso (altro che benedizione dei singoli) sia l’intenzione di Cristo o che “prendere il vaccino è un atto di amore”? Pensate veramente che la questione che più sta a cuore al Padre sia il cambiamento climatico e l’auto elettrica? Voi credete che parlando sempre e solo di migrazioni ci salveremo l’anima? Pensate sul serio che conti qualcosa con quale scarpe un papa è andato in giro e con quale paio sia stato sepolto? Voi davvero credete a tutte queste stronzate? Pensate sul serio che l’intenzione di Gesù Cristo sia quella di avere sacerdotesse sull’altare e vescove sparse per il mondo? È questa l’apertura della Chiesa? Se pensate di sì, allora prendete in mano i Vangeli e dategli una bella letta e, finito di leggerli, dategli anche una bella ripassata! Poiché non è del vangelo di Gesù Cristo che voi state parlando, e dove diavolo son finiti i preti per ricordarvelo? Certo, lì si parla dei poveri, dei peccatori, degli ultimi che diventeranno primi, del lavoro in giorno di sabato e del perdono. Ma si parla anche di chi scandalizza i più piccoli e della fine che faranno, del perdono dell’adultera accompagnato dall’imperativo di non peccare più, del ripudio della moglie, dell’adulterio, del rispetto della vita sempre, del porgere l’altra guancia, di lasciare il mantello. Eppure vi siete bevuti un bel po’ di vomito da tutti quei farisei della peggior specie schierati in prima fila davanti alla bara di Francesco che, da papa legittimo o no, ha tuonato contro le guerre e le teorie gender che una parte politica intende diffondere nelle scuole, camuffandole come rispetto per il prossimo. Chi c’era lì in prima fila? Chi chiama Putin porco e poi non vede i due milioni di morti causati da Israele nella Striscia di Gaza e in tutta la Palestina, con più di 50 mila bambini uccisi? Chi c’era? Chi si rifiuta di chiamare la strage di Netanyahu genocidio per non offendere gli ebrei, i quali si annoverano il diritto di esclusiva, sputando sulla sofferenza altrui e sui cristiani, per le strade di Gerusalemme, ritenendoli degli idolatri? Chi c’era lì sul sagrato a rendere omaggio ad uno che parlava di pace? La Von der Leyen che con la sua faccia da spudorata massone vuole indebitare per 800 miliardi l’Europa, costringendola ad armarsi? Pensateci: chi c’era a rendere omaggio al vicario di Cristo e ai valori che avrebbe incarnato? Draghi, il banchiere di satana, e Conte, quello che facevano licenziare chi non era disposto a farsi bucare tre o quattro volte, lasciandolo a casa senza stipendio, gente con moglie e figli, o Renzi che percepisce lauti compensi da sceicchi sanguinari? C’era anche Trump, quello che sui migranti ha proposto addirittura di sparare. Ho visto la Meloni, che si professa cristiana avendo dimenticato la prima virtù di un cristiano: l’umiltà. Ho visto la Boldrini omaggiare quello che dovrebbe difendere la vita come bene non negoziabile, lei che difende il diritto all’aborto sempre.
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