Oggi, dopo migliaia, anzi milioni di chilometri percorsi con i suoi camion (per trasportare i prodotti più svariati in tutto il mondo, non ultimo il vino salentino) all'età di 91 anni, Totò Bovino ha intrapreso il suo ultimo viaggio. Chi non ricorda nel bar della buonanima di Ninetto il conciliabolo del fine settimana composto dallo stesso Totò, da suo cognato Armando, da Michelino Santu Nuddhru, e da tanti altri avventori, pronti a commentare i risultati delle partite del campionato di calcio di serie A, e quindi gli sfottò quando la squadra del cuore era costretta ogni tanto a capitolare. Il suo attaccamento alla Juventus è diventato proverbiale (una bandiera bianconera e il suo cappellino di lana con lo scudetto partiranno insieme a lui). In caso di sconfitta rinunciava addirittura all'uscita di casa, al suo pacchetto di semi di zucca, e alla partita a carte, all'incontro con gli amici: una moderna forma di penitenza, una clausura, una specie di suffragio per "implorare la grazia".
Condoglianze ai figli Lino, Mirella, Massimiliano, agli altri parenti, e a tutti coloro i quali (e sono in tanti) provarono simpatia per il povero Totò.
Noha.it
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