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Giù le zampe dai nostri pini
Di Redazione (del 20/09/2017 @ 21:58:09, in NoiAmbiente, linkato 2439 volte)

Dopo aver superato la prima fase di smarrimento vedendo il vuoto lasciato dallo sradicamento dei due pini “storici” davanti alle case di corte del Palazzo Baronale, ci siamo chiesti come finirà questa storia e se il rischio di essere demoliti saranno ancora altri pini e/o le casiceddrhe di Cosimo Mariano, secondo bene culturale di Galatina in ordine di importanza per il F.A.I. (Fondo Ambiente Italia) e per i cittadini di Noha.

Premesso che:

  • gli alberi sono i polmoni della terra e fanno bene perché producono ossigeno,  contrastano l’erosione del terreno, ombreggiano,  ospitano centinaia di specie animali. Riducono i livelli di inquinamento, attutiscono i rumori ambientali. E producono frutti, fiori, legname.
  • Se dovessimo sradicare le piante per paura di avere a che fare con i parassiti tipo la processionaria i primi ad essere eliminati dovrebbero essere gli umani. Gli alberi, se sono ammalati, si curano esattamente come si fa con le persone. Esistono anche rimedi microbiologici.
  • La differenza fra il deserto e un ambiente a misura d’uomo la fa la Natura con tutte le Sue piante, alberi di pino compresi.
  • Una comunità che si ritiene civile e rispettosa del Creato, dovrebbe prevedere l’immediato impianto di un nuovo albero dopo ogni sradicamento.

Consideriamo quanto segue:

Sotto via Castello, esiste il frantoio ipogeo, la cui volta potrebbe crollare a causa del traffico di veicoli pesanti, tipo il camion che ha strappato uno dei pini. Non aspettiamo che succeda, prevenire è meglio che curare, si dice.

Prima di passare a operazioni di tipo irreversibile, esattamente come fatto nel caso di via Castello, bisognerebbe confrontarsi con chi vive il territorio, visto che si tratta di un bene comune, cioè appartenente alla comunità.

Non è detto che la soluzione applicata sia l’unica o la migliore. Si poteva, forse, estirparlo radicalmente e ripiantarlo dritto, oppure rimetterne uno nuovo, cosa che si è ancora in tempo a fare.

Il problema delle radici che salgono in superficie e rendono accidentale l’asfalto, lo si può anche risolvere tagliando le radici in questione e riasfaltando il tratto.

Quando sarà rifatto il manto stradale di via Castello, speriamo si tenga conto di questi problemi, e cioè:

marciapiedi/piste ciclopedonali, segnaletica, piantumazione di piante. In un posto come Noha, tutto in pianura, si dovrebbe circolare in bici o a piedi. E utilizzare l’auto solo quando non è possibile fare altrimenti. Ne avremmo un ritorno in salute, tutti.

I nostri pini c’hanno messo settant’anni a diventare così belli.

FareAmbiente Laboratorio di Galatina-Noha

 

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