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Oggetto:

Progetto per un impianto di digestione anaerobica per il trattamento di rifiuti speciali non

pericolosi con produzione di biometano, sito in agro di Soleto, zona industriale Galatina-Soleto.

Ente proponente FORENERGY SRL.

"Gentile signor sindaco, assessori e consiglieri del comune di Galatina, signore e signori".

A proposito di area industriale di Galatina/Soleto, ci risulta che esistono già altri impianti o aziende che trattano FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), o quanto meno da indagare con attenzione, visto che le relazioni tecniche sono spesso molto vaghe in quanto a tipologia e quantità di rifiuti. È per esempio è una delle tante richieste fatte da Arpa, ed esattamente nel caso della CDS (Conferenza dei Servizi) per Forenergy, ma anche nelle varie di altri opifici.

Quindi oltre alla proponente Forenergy con 40.000 t/a, risultano esserci a Galatina:

 Salento Riciclo 27.000 t/a; Salento Green s.r.l. con una nuova richiesta del 08-2024 - 56.000 t/a; Ambiente e Riciclo, 35.000 t/a; Cave Marra Ecologia, 28.000 t/a; Progest, 39.000 t/a; Bianco Igiene Ambientale 68.000 t/a. E, ultima in arrivo, di cui non abbiamo ancora i dati. La EMES srl, di cui al momento sull’albo pretorio provinciale c’è solo la presentazione di un disegno propositivo, da definirsi.  

E con questi siamo a quasi 300.000 t/a, tutti fra Galatina e Soleto, il triplo di quanto i 96 comuni della provincia di Lecce, tutti insieme, riescono a produrre, e cioè 100.000 t/a. (dati Ispra 2022).

Viene spontaneo chiedersi che bisogno c’è di importare circa 300.000 t/a da altre zone se i soli Comuni di Galatina e Soleto insieme arrivano a malapena a 5000 t/a. Ma La storia delle importazioni di rifiuti da altre zone d’Italia non finisce qui.

Vi ricordo che a pochissimi chilometri da Galatina, chiedono di trattare rifiuti con il sistema anaerobico anche Humus S.r.l.  a Cutrofiano con 80.000 t/a; e Baco Società Agricola s.r.l., di Lequile con 76.000 t/a.

Solo i più vicini, ma sappiamo benissimo che in provincia di Lecce sono molti di più.

Come per esempio Calimera Bio, che proprio in questi mesi ha ricevuto dalla Provincia, delle richieste di revisione dell’impianto e dei relativi processi in seguito a non pochi danni ambientali denunciati dall’amministrazione comunale di Calimera. Dati reperibili su Albo Pretorio.

A queste realtà di aziende che trattano rifiuti (sempre su Galatina e Soleto), vanno considerati  altri opifici insalubri che trattano altre tipologie di rifiuti non FORSU,  ma i più disparati, da speciali a pericolosi, con la presenza di altoforni: Colacem SPA con 408.000 t/a, Macero Sud con 127.000 t/a, Eco Imar Ambiente, FONDERIA DE RICCARDIS, CSA, Tecnoecologia, Ecom S.A. ZincoGam, svariati bitumifici,  e così via.

 

Oggetto:

Progetto per un impianto di digestione anaerobica per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi con produzione di biometano, sito in agro di Soleto, zona industriale Galatina-Soleto.

Ente proponente FORENERGY SRL.

"Gentile signor sindaco, assessori e consiglieri del comune di Galatina, signore e signori".

Tornando ai rifiuti, mi sono fatto due conti, giusto per avere un'idea pratica del volume che occuperebbero le 40.000 t/a del prodotto solido chiamato “digestato" che fuoriuscirebbe da questo fantomatico impianto, ovviamente dopo averne emunto il biogas, che poi il vero affare è nel biogas, che oltretutto se si brucia genera CO2.

A dire il vero, qualche settimana fa leggevo il piano di sostenibilità di Colacem appena pubblicato, e quindi il calcolo l'ho fatto considerando le 50.000 tonnellate di carbone che Colacem brucia da 73 anni, ogni anno sotto il nostro naso, tanto che c’è vicina, e non ci sono filtri che tengano, tranne i nostri polmoni, che secondo quanto continuano a dire i medici, sono gli unici filtri che trattengono le nanoparticelle di veleni. Scusatemi ancora per la digressione di argomento, ma va ricordato che la VIS (Valutazione di Impatto Sanitario – che è una procedura che consente d’individuare e analizzare gli impatti sulla salute umana), così come previsto in fase di delibera dell’AIA di fine 2021, sta durando da tre anni, e non è ancora finita. Cosa ci dice Sindaco di questo ritardo su un tema così importante per la salute dei cittadini?

Quindi, che siano 40.000 o 50.000, questo ammasso di materiale che si vuole far passare come fertilizzante per ortaggi e piante per cibo umano, secondo i miei calcoli occuperebbe uno spazio grande all’incirca come un campo di calcio, come la Villa Comunale di Galatina per intenderci, con uno spessore in altezza di circa 4 m. Vi invito a fare uno sforzo e a immaginare come saranno le nostre campagne nel giro di qualche anno, che si pregiano di coltivazioni ben specifiche, addirittura doc. ve le immaginate ricoperte da tonnellate e tonnellate di quel minestrone contenente-  forse- sconosciute q.tà di metalli  inquinanti e sostane tossiche?  Ve lo immaginate che danni economici e sanitari ne ricaverebbero i galatinesi?  Soprattutto in salute? 

Oltre ai danni sanitari non sono da sottovalutare anche quelli economici. Tanto si sa che i debiti pubblici alla fine li paghiamo sempre noi.  Secondo il DL semplificazioni 2020, con la deroga Spalmaincentivi 145/2013 e poi ancora potenziata ulteriormente dal DL PNRR  7/11/2021, sarebbero quindici gli anni di incentivi che spettano agli impianti che producono biogas, con un rimborso di 28 centesimi a kilowatt da biogas, mentre sul mercato l’energia non vale più di 7, e già questo dovrebbe far venire dei dubbi sul vero obiettivo di certi progetti. Ma noi ci preoccupiamo di più della nostra salute e di quella delle future generazioni, poiché come dice sempre il dottor Giuseppe Serravezza della Lilt di Lecce, noi siamo già morti.

Fra le altre cose note del progetto in questione, ce n’è una in cui si dichiara che fra le potenzialità dell’impianto vi è anche quella di produrre combustibile per il coincenerimento. Guarda caso calza giusto a pennello con le dichiarazioni del Presidente Emiliano fatte nel mese di marzo, durante il convegno dei quadri generali dei rifiuti, in cui annunciava che tutti i rifiuti dei comuni in provincia di Bari, di Foggia e di Taranto, che non riescono a fare la differenziata, potranno essere inceneriti dai cementifici. Che poi in Puglia non è che ce ne siano tanti, ma il più grosso lo abbiamo a Galatina. E così il rispetto della circolarità richiesta dalla Direttiva Quadro Rifiuti UE 2018/851, recepita in Italia dal d.lgs. 116/2020 e il recupero delle materie prime, finiranno in fumi, tossici ovviamente.

 

Oggetto:

Progetto per un impianto di digestione anaerobica per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi con produzione di biometano, sito in agro di Soleto, zona industriale Galatina-Soleto.

Ente proponente FORENERGY SRL.

"Gentile signor sindaco, assessori e consiglieri del comune di Galatina, signore e signori".

Quando si tratta di prendere in considerazione argomenti come l’impianto di trattamento rifiuti in questione, e quindi impianti produttori di rischio, dovremmo preoccuparci prima di tutto della questione sanitaria ambientale del nostro Distretto. E cioè dei danni che si possono sommare alla situazione attuale, che non è delle migliori.

Detto questo, dovremmo anche cercare di dare il giusto peso alla parola “opifici insalubri “, dicasi anche “produttori di rischio”. Con “Rischio” si intende di “veleni”, con cui a sua volta, nel gergo circostanziale, si vuol dire “causa principale di malattie tumorali”, ed è provato dalla scienza.

Sindaco, assessori e consiglieri tutti, rivolgo a Voi un appello: “Non cadiamo nell’errore dell’abitudine. L’abitudine ci allontana delle reali responsabilità, non abituiamoci a NON cercare le cause, prevenire è meglio che curare. Sappiamo anche che all’abitudine spesso segue l’indifferenza, o ancora peggio l’ignavia.

Dobbiamo quindi tenere presente che Asl, attraverso il Registro dei Tumori ad inizio 2023, seppure con dati del 2017, ha dichiarato ufficialmente che Galatina è il Distretto sanitario con la percentuale maggiore di malattie tumorali, maggiore rispetto alla media regionale, che a sua volta risulta pari a quella del Piemonte e della Liguria, seconde solo alla Lombardia, regioni molto industrializzate, senza avere le industrie, la Puglia intendo.  Giusto per chiarire il concetto del rapporto fra veleni e occupazione. Oltre al danno pure la beffa.

https://www.sanita.puglia.it/web/rt/rapporti

Gli stessi dati sono elaborati e pubblicati qualche mese prima dalla Lilt della provincia di Lecce. (www.legatumorilecce.org info@legatumorilecce.org).

Dal 2020 lo sostiene anche REPOL (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese, coordinata dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Lecce, insieme ad ARPA Puglia e alla Provincia di Lecce, con la partecipazione di Università del Salento, ARESS, CNR (Istituti di Fisiologia Clinica e di Scienze Ambientali e Climatiche), Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER), INAIL e Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNAM). Lo studio ha confermato la persistenza di un’area cluster per tumori polmonari maschili nel Salento centro-adriatico corrispondente ai Comuni di: Galatina, Galatone, Maglie, Sternatia, Zollino, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Soleto, Cursi, Neviano, Collepasso, Seclì, Melpignano, Castrignano dei Greci, Sogliano Cavour, la cosiddetta “area cluster” centro-salentina.

REPOL ci mette in allarme anche per il consumo di territorio, risultiamo infatti come il Comune con il maggior consumo di territorio in tutta la provincia. La situazione si va aggravando per via delle centinaia - e anche migliaia - di ettari (Galatina 82km2 – 8.200 Ha) dedicati ad impianti fotovoltaici su terreni agricoli, apparentemente facili da ritenere idonei per via del deserto provocato dal disseccamento degli ulivi, che in pratica supplivano alla mancanza di parchi alberati che nelle nostre città mancano da sempre.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 05/04/2024 @ 13:25:18, in NoiAmbiente, linkato 775 volte)

Ve la ricordate la vora di Noha? Veramente a Noha ce n’é più di una, ma la vora di Noha per eccellenza è sempre stata quella lungo la via per Sirgole, subito dopo la chiesetta di Costantinopoli.  Negli anni ’60 del secolo scorso, la ricordo sempre inaccessibile, difesa da una fitta boscaglia di fichi selvatici, una vera foresta concentrata sulla sua grande bocca, senza puteale ovviamente.

Già a quei tempi si mormorava di strani automezzi che si soffermavano nottetempo nei suoi pressi per scaricarvi dentro abusivamente liquami vari, ma anche di muggiti strazianti e di cattivi odori, anche di vernici o simili. Già allora si stava assistendo alla sua crisi: quella cioè di non riuscire ad assorbire le piene di acqua piovana che allagavano i campi, così come racconta anche in un suo articolo il prof. Gianluca  Virgilio, reperibile in rete [Lu ruttu de la vora | Zibaldoni e altre meraviglie].

Poi per la solita questione della mancanza di lavoro, lasciai Noha e quando ebbi modo di rendermene conto, la ritrovai recintata e soffocata da una massicciata di cemento che, forse secondo i nostri pubblici amministratori, dovrebbe avere la funzione di sistema drenante e filtrante delle acque fluviali. Ammesso che il progetto fosse davvero funzionante, è stato realizzato troppo tardi: si chiusero i cancelli della stalla ma dopo che i buoi erano fuggiti. Difatti nel 2017 con le debite autorizzazioni da parte delle autorità competenti, insieme ad un gruppo di speleologi, il GST di Tricase, provammo a scendere nella voragine per capire in che stato si trovasse.

Ci dovemmo arrendere subito: la vora era ed è colma da una impenetrabile massicciata di rifiuti, i più disparati. Ma un sottilissimo anfratto al fondo, verso sud ovest lascia ancora scivolare l’acqua, che ovviamente viene dapprima filtrata dall’ammasso indefinito di pattume. Anzi no, il nome giusto, quello per cui occorrerebbero tanti soldi per la bonifica, è “rifiuti speciali”. Che non vuol dire che sono preziosi, bensì altamente pericolosi.

Strano come si trovino tante risorse per creare parchi in cemento vibrati, nuovi comparti edilizio-commerciali, lottizzazioni per ville copia-incolla, e altre trovate del genere, ma s’intende sempre per lo sviluppo. Ciliegina sulla torta, sostanze oleose e rifiuti galleggianti sull’acqua di falda, l’unica acqua di cui disponiamo.

Ora quello che ci preoccupa è che la stessa cosa avvenuta alla vora della via per Sirgole, stia accadendo alle altre due vore distanti poche centinaia di metri, visto che non sono “protette” da alcun sistema idoneo di gestione delle acque meteoriche che dilavano in continuo tutte le strade e i campi del promontorio nohano.

Noi di NoiAmbiente e Beni Culturali, insieme ad altre sei associazioni del nostro territorio, abbiamo sottoscritto un comunicato che pubblicheremo quanto prima, in cui chiediamo alla Amministrazione Comunale di Galatina che siano messe in sicurezza le nostre vore, in quanto potenziali porte d’accesso di inquinanti nell’acqua di falda, deleteri per la salute umana.

Vi aspettiamo all’incontro pubblico organizzato per il 23 aprile, dalle ore 17,30 presso Levera di Noha dove, grazie all’aiuto di professionisti del settore, cercheremo di capire quali sono i pericoli causati dalla assoluta mancanza di precauzione verso la gestione delle nostre vore.

Marcello D’Acquarica

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/11/2023 @ 18:56:41, in NoiAmbiente, linkato 920 volte)

Le zone circoscritte in colore verde nell’immagine rappresentano i parchi (anche nel senso di “contenuti”) di Galatina

Premesso che per sopperire alla desertificazione in corso, non solo delle campagne ma anche dell’abitato, non basterebbero miliardi di feste dell’albero. Una città senza boschi è una città senza polmoni, o comunque malata. Nel seguente collegamento si possono riscontrare i dati del RTP relativi al periodo 2013-2017  del DSS di Galatina  (sanita.puglia.it)

Parliamo quindi di Galatina in quanto “Città Vivibile e Verde”.

Nei sei numeri della storia urbanistica di Galatina e frazioni, pubblicati su Il Galatino di questi ultimi mesi, a proposito di “città vivibile” ne scrive l’Arch. Rosario Scrimieri.   Si tratta di uno scrigno di informazioni di un grande valore storico.

Da questa raccolta precisa si capisce per quale ragione Galatina si ritrova ad essere oggi una città sofferente dal punto di vista urbano e ambientale.

In una nota delle varie controversie per adottare un PUG (Piani Urbanistico Generale), scrive così l’architetto nel primo numero de Il Galatino:

 ..”potenti” cittadini che miravano a salvaguardare soprattutto i loro personali interessi, chiedendo estensioni di edificabilità ai loro terreni e l’aumento delle cubature, si favorì l’edificazione dei cosiddetti “Grattacieli” che trasformarono la città in un disastroso scenario urbano, inquieta e confusa”.

E poi ancora:

“Così diversi da quelli edifici precedenti con le loro facciate e cortili, dai palazzi storici e strutture religiose campanili compresi, pregnanti di armonia e bellezza offuscata dal nuovo stile che della bellezza ha ben altra considerazione. La figurabilità del passato, che identificava Galatina in una città rilassante, si trasforma in pochi anni in una identità moderna,  inquieta e confusa.

E così che dalla specifica disamina si evince il percorso rocambolesco con cui Galatina partorisce un PUG, “rigonfio” di cubature utili ai pochi e dannosi ai molti. A partire dagli anni 1967/68 (con il tentativo dell’ingegnere Saverio Congedo, degli anni 1971/’73; e poi con l’affidamento all’Arch. Raffaele Panella, sospeso ancora per il Programma di Fabbricazione con relativo Regolamento dell’architetto Carlo Martines) arriviamo fino agli anni ’90 con il progetto dell’ingegnere Luigi Cervellati, integrato e modificato sempre a favore di maggiori cubature dall’ingegnere Claudio Conversano con cui Galatina vede finalmente l’approvazione del Piano Urbanistico Generale con delibera n.62 del 6 /12/ 2005.

A parte le infinite vicissitudini “tribali” fra i vari contendenti il metro cubo da “strappare” per definire un Piano Urbano Generale decente in circa 40 anni di tempo e di soldi spesi, è chiaro che il risultato della “Città stratificata” non può essere degno di quell’altra cosiddetta “Città d’Arte”.

Piantare un albero o due all’anno è soltanto un segnale promosso da un’associazione ambientalista come la nostra, ma non la soluzione del problema: chi dovesse pensare che questa sia la panacea di tutti i mali ambientali o è un illuso o in mala fede.

Contando le villette e/o parchi pubblici ibridi, misti cioè con verde e mattoni, presenti a Galatina, e cioè: Falcone e Borsellino; Bersaglieri; San Francesco; villa Comunale; Parco di via Calatafimi; Stazione e Giovanni Fedele, secondo un calcolo approssimativo a Galatina vi sono meno di 2,80 mq di verde pubblico pro capite (mentre il Decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 impone ai comuni un minimo di 9 mq pro capite). Il Verde urbano.pdf — Qualità dell'ambiente urbano (isprambiente.it)

Ma non occorrono decreti o normative per capire che la proporzione fra verde pubblico e area cementata è contro natura. La stessa cosa, ovviamente, vale per le frazioni di Noha, Collemeto e Santa Barbara.

Se alla fame di terra da ricoprire di cemento e asfalto (con connesse autorizzazioni trionfalistiche da parte degli uffici preposti) si aggiunge anche il fatto che i cosiddetti “parchi cittadini” (tipo quello della Stazione) sembrano abbandonati a se stessi, mentre su alcuni viali (tipo viale don Bosco) la scure si è abbattuta su alberi sanissimi, mentre su altri viali sta senza dubbio per abbattersi ancora inesorabile, il quadro è chiaro o quasi.

Qui serve una svolta fatta prima di tutto di un linguaggio nuovo (nuovo dico, non tutto chiacchiere e marketing buono per i followers), e quindi di una Politica finalmente attenta più all’uomo che al suo fatturato. La vita è “natura” e l’inquinamento è malattia, e questo è un dato di fatto. Se non facciamo qualcosa per lasciare ai posteri spazi sani e reversibili, il futuro di Galatina e frazioni resterà quello di un borgo bloccato nel cemento senza servizi pubblici primari. Come scrive lo stesso Arch. Rosario Scrimieri nella sua relazione: “basta con le espansioni residenziali a catena ma… Qualità e non più quantità”.

Marcello D’Acquarica

Presidente di NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina

 

 
Di Redazione (del 08/10/2023 @ 19:02:05, in NoiAmbiente, linkato 1166 volte)

A proposito di bellezza, oggi ci siamo ritrovati con la Nostra Terra, sotto un cielo  azzurro e splendido e l'abbiamo amata, la Nostra Terra. Amata e ringraziata per la vita che ci dona. Tant'è che se fosse per cemento e catrame di cui ci circondano e ci circondiamo, non potremmo essere così come siamo: vivi.

A pregare con noi nostra Madre Terra c'erano:

Paola che ha portato con sé Chiara, l'altra Paola che invece ha portato con sé la piccola Mia, poi sempre a pregare con noi, c'erano ancora Lucia, Gabriella, Tamara, Stefania e Paolo, Federico, Albino, Angela, Giovanna, Angelo, Fernando e Maria Rosaria, Pierluigi, il delegato della nostra Noha e l'instancabile Loredana, a cui assicuriamo il posto fisso, se lo merita proprio il contratto a tempo indeterminato perché riesce sempre a ristorare le nostre GG Ecologiche con dolci e caffè al momento giusto.

Infine dobbiamo dire, che insieme a noi, a pregare Nostra Madre Terra, c'era un docile cagnolino anche lui (o forse era una lei)  ci ha tenuto compagnia durante la pausa caffè, meritandosi cosi oltre alla nostra amicizia, un pezzetto di dolce. 

Abbiamo fatto del nostro meglio per togliere dalla nostra Amata Terra un po' di sporcizia, che non se la merita proprio e nel mentre abbiamo sentito il suo silenzioso ringraziamento sibilato dal vento di tramontana. Ora cari amici e concittadini, facciamo a voi la preghiera di smettere di insudiciare Nostra Madre Terra. Per il Suo bene ma soprattutto per il bene dei vostri stessi figli. Almeno a loro non si può non voler bene. 

Abbiamo rimosso 18 sacchi di rifiuti, di cui 13 colmi di bottiglie di vetro. All'incirca 1300 bottiglie quasi tutte adoperate per contenere birra.

Purtroppo la plastica è rimasta bruciata nel terreno con gli ultimi falò, impregnandolo così di veleni. 

Altri piccoli ingombranti sistemati nei tre mucchi raccolti, sono per lo più i resti di metallo che i vari incendi non hanno potuto sciogliere.

Vi ricordiamo cari concittadini che l' azienda incaricata dal Comune passa a prelevare i rifiuti di ogni genere, ogni giorno, per tutto l'anno feste comprese, davanti alla nostra porta di casa. 

 Il Direttivo di Noiambiente e Beni Culturali di Noha e Galatina

 
Di Marcello D'Acquarica (del 28/07/2023 @ 08:18:52, in NoiAmbiente, linkato 1082 volte)

Sono giorni, questi ultimi, di annunciazioni per grandi cambiamenti, novità che interesseranno a breve Galatina e frazioni.

Lei stesso, Signor Sindaco, in un post pubblicato sulla Sua pagina social, avvisa noi cittadini in merito a questa rivoluzione, pregandoci di aver pazienza e di prepararci al conseguente, ineluttabile disagio, a partire dal corrente mese di luglio.

Si parla anche di piste ciclopedonali che congiungeranno Galatina a Noha, e perfino Noha ad Aradeo. Insomma.

Nel corso di un’intervista, ci ha dato inoltre l’annuncio della importante partecipazione di Galatina, “prima in tutta la provincia”, al progetto ZES (Zona Economica Speciale), che interessa un'area di 50 ettari inseriti in un denso contesto urbano, grazie a una legge più o meno datata (T.U. delle leggi sanitarie R.D. 1265/1934). Una legge che, ahinoi, nel caso di Galatina non tutela gli abitanti da precise distanze delle case - sia vecchie che da nuovi insediamenti - da opifici insalubri e rischiosi per la salute.

La ZES Adriatica interregionale Puglia–Molise è una piattaforma online e pienamente digitale georeferenziata del territorio, compresa quindi la zona industriale di Galatina e quella adiacente di Soleto. Si tratta, cosi si dice, di una mappa che fornisce tutte le informazioni utili per cui qualsiasi imprenditore può chiedere di localizzare il proprio insediamento produttivo dove più gli aggrada, compresa, ovviamente, la nostra zona industriale. La quale con i suoi 17 ettari di infrastrutture (che si innalzano altissime nel cielo e a tratti semi dirute) fa da viale principale di ingresso alla nostra bellissima colta e storica città.

In ultimo, in occasione dell'inaugurazione della 64a fiera campionaria regionale, nel corso della nostra festa patronale iniziata il giorno 27 giugno scorso, è stato presentato dall’architetto leccese Alfredo Foresta (i maligni parlerebbero di ossimoro) un nuovo progetto riguardante il sito di 20 ettari, che includono la Fiera Commerciale di Galatina.

In base alla rapidissima presentazione dell'architetto, s’è compreso che sono in arrivo enormi volumetrie per congressi, piste sportive, piscine con vasche lunghe fino a 50 metri, impianti di produzione di energia elettrica e di recupero delle acque pluviali e/o piovane.
Tanta roba, si direbbe nello slang di questi giorni.

Alla luce di questi stravolgimenti è normale che i cittadini di Galatina e frazioni (almeno quelli degni della carica di cittadino) si pongano degli interrogativi. E si chiedano in primis che impatti avrebbero queste ulteriori “grandi opere pubbliche” sul loro habitat e quindi sulla loro salute. Purtroppo, ad oggi,  Galatina è annoverata fra i 16 comuni di un Cluster con la più alta percentuale di tumori (cfr. registro dei tumori, dati ASL, CNR E PROTOS), e non vorremmo che quest’ulteriore consumo di suolo rappresentasse il colpo di grazia a un territorio già martoriato.

 
Di Redazione (del 25/05/2023 @ 19:22:13, in NoiAmbiente, linkato 767 volte)

Lunedì, come Associazione NoiAmbiente e Beni Culturali, abbiamo avuto il piacere di incontrare tre classi dell’Istituto Comprensivo Polo 2 Scuola Primaria di Noha, esattamente due quarte ed una quinta, in tutto poco meno di una cinquantina di alunni che ci hanno davvero sorpreso per la loro disciplina e per la vivace partecipazione ai temi in questione.

Incontrandoli in due gruppi separati, per ragioni organizzative, abbiamo constatato un livello di preparazione omogeno e certamente di alta qualità.

L’esercitazione si è svolta in questo modo: con l’ausilio di figure in cartone già ritagliate per l’occasione i bambini hanno avuto modo di “compilare” due planisferi partendo dalla condizione del pianeta terra priva di tutto, e inserendo successivamente i continenti e i relativi esseri viventi, animali e vegetali di pertinenza, e naturalmente una vasta rappresentanza di rifiuti con annessi alberi secchi, pesci aggrovigliati nelle plastiche e ciminiere fumanti.

Siamo rimasti sorpresi dalla loro rapidità nel sapere individuare le parti predisposte per formare le due condizioni rappresentative della terra: una con la vita illustrata con giochi per bimbi, alberi, animali e habitat in piena salute, ed una seconda terra ingolfata da rifiuti, incendi, veleni e alberi eradicati.

Il dialogo che è seguito, accompagnato da due simpaticissimi filmati, è stato molto interessante, per il loro ascolto ma soprattutto per la loro espressa convinzione di essere pronti a far cambiare direzione al destino del nostro pianeta, partendo esattamente da Noha. Magari fosse così: purtroppo molte catastrofi partono dall’alto e non dal basso, nascono dalla voglia di profitto e dall’assenza di regole (ovvero da norme fatte a uso e consumo dei potentati economici), dal considerare i beni comuni come cosa privata.

Ci siamo salutati con l’impegno da parte di ognuno di continuare a studiare sempre più approfonditamente, non fosse altro che per legittima difesa, di provare a individuare le cause dei disastri e quindi la loro cura effettiva senza dar retta ai soliti palliativi, di evitare come la peste bubbonica privati e aziende dedite al greenwashing, che fingono cioè di essere a favore della salute ambientale, e sicuramente a consolidare sempre di più il senso civico di ognuno, quello della cura e del rispetto del proprio piccolo mondo, come può essere Noha.

Siamo grati alle maestre che ci hanno offerto questa opportunità, ma soprattutto agli uomini e alle donne del futuro che ci hanno dato ascolto con curiosità, gioia e fiducia.

Nel corso dei due incontri, tutti gli alunni, maestre comprese, hanno mostrato molto interesse verso le immagini dei beni culturali di Noha: siamo certi che saranno in mani migliori rispetto alle – diciamo - attuali.

Sarà per noi un grande piacere accompagnare i piccoli Indiana Jones nohani in un auspicabile  tour conoscitivo.

Grazie molte, Quarta “A”, Quarta “B” e Quinta “A” del Polo 2 Scuola  Primaria di Noha!

 
Di Redazione (del 30/03/2023 @ 08:06:24, in NoiAmbiente, linkato 543 volte)

INCONTRO pubblico informativo RIGUARDANTE LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI SMALTIMENTO di RIFIUTI PERICOLOSI A SANTA BARBARA DI GALATINA.

SALUTI

da parte di GEUSA Antonio Costantino

INTERVERRANNO
Ing. DE GIORGI Antonio;
Dr. DE MICHELE Carlo;
Dr.ssa BASCIA' Silvana;

Modera la Dr.ssa MURRIERI Valentina

SIETE TUTTI INVITATI
VENERDÌ 31 MARZO 2023 ORE 19:00
PRESSO CONFEZIONI di Guagnano Maria Concetta in Via S. Paolo, 74 Collemeto (LE)

 

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