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Mercoledì 28 maggio 2025 resterà una data scolpita nella memoria di Galatina e di tutti coloro che hanno vissuto l’intensa esperienza della seconda edizione della rassegna “Galatina, Sosta di Pace – Music_Andando per la Via Francigena. Itinerari di Musica, Arte e Folklore lungo la Via Francigena Salentina - Rotta Francigena Scuole Sud Salento”. Le vie del centro storico si sono trasformate in un palcoscenico diffuso, vibrante, in cui musica, arte e identità del territorio si sono intrecciate in un unico abbraccio collettivo.

L’evento, promosso dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Lecce, ha visto la partecipazione e il sostegno appassionato della dottoressa Carmen Leo, che con visione e dedizione ha trasformato una manifestazione culturale in qualcosa di più profondo: una comunità educativa viva, coesa e consapevole del proprio valore.

Protagoniste indiscusse cinque scuole del territorio: Polo 1 Galatina-Collemeto, Polo 3 Galatina-Noha, Liceo “Vallone”, I.C. Collepasso-Tuglie e I.C. Polo 1 Nardò. Cinque istituti, un solo cuore.

Dirigenti, docenti, studenti e famiglie hanno costruito una rete autentica, animati da entusiasmo, visione condivisa e orgoglio.

Gli studenti sono stati il centro della giornata. Le loro voci, strumenti, danze e parole hanno trasformato Galatina in un percorso emozionale a cielo aperto. Cori, orchestre, teatro, coreografie si sono alternate in un flusso continuo, capace di unire generazioni e linguaggi.

Toccante il musical “Forza venite gente”, con costumi storici e recitazione intensa, ponte tra memoria e presente. Le letture poetiche e i brani, dalla tradizione locale fino alla potente “We Are the World”, hanno lanciato un messaggio corale: vogliamo la pace, crediamo nel futuro.

 

Un saluto a tutte e a tutti,

sono un Dirigente scolastico, ma soprattutto una cittadina profondamente convinta che la partecipazione attiva sia il cuore pulsante della democrazia e in qualità di Consigliera Comunale di minoranza, rappresentate del PD di Galatina, voglio dirvi qualcosa a proposito del voto dell' 8 e 9 giugno prossimi.

 Il referendum è un appuntamento fondamentale che ci chiama a esprimerci su cinque quesiti riguardanti il lavoro e la cittadinanza. Temi che toccano la vita quotidiana di ciascuno di noi, dei nostri figli, dei nostri studenti.

Perché è importante votare?

Perché ogni voto è una voce che si alza per dire "io ci sono", "io partecipo", "io voglio contribuire al futuro del mio Paese". Non votare significa rinunciare al diritto di incidere sulle scelte che plasmeranno la società in cui viviamo.

I cinque quesiti referendari:

  1. Licenziamenti illegittimi: Si propone di abrogare la norma che, per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015, prevede solo un'indennità economica in caso di licenziamento ingiustificato, senza possibilità di reintegro.
  2. Indennità per licenziamenti nelle piccole imprese: Attualmente, nelle imprese con meno di 16 dipendenti, l'indennizzo per licenziamento illegittimo è limitato a sei mensilità. Il quesito mira a eliminare questo tetto, permettendo ai giudici di determinare l'indennità in base al danno effettivo subito dal lavoratore.
  3. Contratti a termine e causale obbligatoria: Si propone di reintrodurre l'obbligo di specificare una causale per i contratti a termine inferiori a 12 mesi, al fine di contrastare la precarietà lavorativa.
  4. Responsabilità negli appalti per gli infortuni: Il quesito propone di abrogare la norma che esclude la responsabilità solidale del committente per gli infortuni sul lavoro subiti dai dipendenti dell'appaltatore o del subappaltatore, quando i danni sono causati da rischi specifici dell'attività di questi ultimi.
  5. Cittadinanza italiana: da 10 a 5 anni di residenza: Si propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per richiedere la cittadinanza, facilitando l'integrazione dei cittadini stranieri che vivono, lavorano e contribuiscono alla nostra società.

A chi invita a non votare, rispondo:

 
Di Redazione (del 03/06/2025 @ 22:51:50, in Necrologi, linkato 578 volte)

Siam venuti a sapere in ritardo della dipartita del povero Totu Biondo - al secolo Salvatore Perrone - che ci ha lasciati ieri l'altro all'età di 79 anni. E in altra nostra precedente comunicazione avevamo pure detto che, per un motivo o per un altro, non riusciamo a star dietro ai necrologi di tutti i nohani. Ma di Totu, benché a funerali celebrati, davvero non possiamo non parlare brevemente, riconoscendone la bontà d'animo, la pazienza, e diciamo pure la dolcezza. Come quella appunto dei suoi dolci, soprattutto i biscotti, che da ottimo pasticciere ha iniziato a produrre non appena messo piede a Noha nel corso degli anni '80 del secolo scorso. La sua prima biscotteria fu in via Pigno, all'ombra della torre medievale; poi, visto che le cose andavano bene, ma anche per iniziare a dare opportunità di lavoro ai figli, inaugurò il mitico "Bar Fontana" in via Aradeo, all'altezza della svolta per via Agrigento, dove, all'angolo, esisteva appunto una fontana pubblica dell'Acquedotto Pugliese. In quel bar accogliente furono installati un bel biliardo e un flipper, per il passatempo degli avventori, che continuavano comunque ad apprezzare le sue squisitezze (chi non ricorda il gelato veramente artigianale), oltre ai dolciumi, ai quali si aggiunsero le leccornie del salato. Non si contavano le "spaselle" che fuoriuscivano da quel bar/pasticceria/rosticceria. Totu, sotto quel baffone alla Stalin, sicuramente se la rideva compiaciuto. A un certo punto pure i locali del "primo" Bar Fontana diventarono piccoli, e dunque, visto che le cose andavano bene, con moglie, figli, armi, forno, banconi e bagagli (e soprattutto vecchi e nuovi clienti) traslocò in locali decisamente più moderni, comodi e spaziosi, sempre in via Aradeo, più o meno di fronte al distributore di carburanti de lu Vitu. E colà è rimasto fino alla naturale parabola della vita, di ogni vita.
Di poche, pochissime parole, Totu ha sempre pensato al lavoro, e a mandare avanti la famiglia, tra gioie e dolori (che non mancano in nessuna formazione sociale, grande o piccola che sia), godendo sempre del rispetto non disgiunto dall'affetto dei nohani (affetto che talvolta, per la verità, i nohani non riescono a esprimere con la dovuta estroversione). 
Vorremmo, sebbene con un po' di ritardo, porgere le nostre sentite condoglianze alla moglie, signora Rosalba, ai figli Luigi, Rochi, Fabiola e Massimo, agli altri congiunti, e a tutti quelli (e sono tanti) che hanno sempre visto e considerato Totu come una bella persona. 

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