Di Albino Campa (del 09/12/2009 @ 00:00:00, in L'Osservatore Nohano, linkato 3913 volte)
Osservatore Nohano

n°8 - Anno III

Buona lettura!

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Osservatore Nohano

n°7 - Anno III

Buona lettura!

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Di Albino Campa (del 06/11/2009 @ 11:10:04, in Eventi, linkato 2889 volte)


DOMENICA 8 NOVEMBRE
dalle ore 8,15 alle 11,30

VIENI ANCHE TU ad NOHA
nella sede della FIDAS in via Calvario n°15
Tel. 335.6278338
E-mail: noha@fidasleccese.it

Regalati la Gioia di una Donazione di Sangue



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Di Albino Campa (del 04/11/2009 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3126 volte)

Quale significato dare, dopo quasi un secolo dal tragico evento, alla commemorazione dei caduti nella grande guerra?

Premesso che il soldato, quello di ieri, di oggi e di sempre, a prescindere dai secondi fini di loschi manovratori del potere, volge il suo impegno verso la salvaguardia della libertà di tutti e ciò che rischia molte volte non è l’impresa o il capitale, ma la sua stessa vita, oggi più che mai abbiamo il dovere di ricordare e onorare con rispetto chi ha sacrificato la vita per la riconquista di quei confini determinati già non solo dalle genti d’Italia, bensì dalla morfologia dello stesso territorio.

Sarebbe bello vivere la terra come un’unica nazione: non più Olandesi, Francesi, Greci o altre nazionalità, tutti cittadini del mondo! Ma fino a quando non sapremo realizzare e gestire questo sogno abbiamo il dovere di resistere alla violenza o ai tentativi di repressione dei diritti acquisiti nei secoli con sacrifici immani, onorando chi ci ha difeso e ci difende.

Quindi celebriamo questa ricorrenza impegnandoci tutti nella crescita della pace, quella pace che determina l’ equilibrio della solidarietà , della giustizia sociale e dell’uguaglianza tra differenti culture.
Oggi le guerre da combattere sono tante, le più disparate, come quella contro lo strapotere di corrotti e corruttori. Contro il pericolo che ammanta di democrazia l’illegalità per gli interessi personali di pochi faccendieri. Contro le nuove Crociate sorde al richiamo della Verità, quella che deriva dal messaggio originale dell’Amore disinteressato.


Marcello D’Acquarica

 
Di Albino Campa (del 03/11/2009 @ 09:13:54, in I Dialoghi di Noha, linkato 4086 volte)

Venerdi 13 novembre 2009 alle ore 18.30 a Noha presso la sala convegni del Circolo Culturare Tre Torri avrà luogo il simposio dal titolo “FINANZIAMENTI E PROFESSIONALITA’ – Possibilità di sviluppo nel territorio”.

Al convegno, organizzato dal dott. Luca Luceri e dal presidente del circolo culturale Raffaele Lagna interverranno il sen. Rosario Giorgio Costa, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Lecce, la dott.ssa Giorgia Corsano, dottore commercialista esperta in agevolazioni finanziarie. A seguire la rag. Loredana Tundo, direttrice provinciale patronato ACLI di Lecce, il dott. Vito Barbieri, responsabile ACLI Terra di Lecce, il dott. Luidi Tundo, esperto in finanziamenti locali, il dott. Giuseppe Mele, dottore commercialista e revisore contabile e la dott.ssa Alma Fanelli, dottore commercialista e revisore contabile.

Modera il dott. Antonio Mellone.  L’iniziativa rientra nel sistema de “I dialoghi di Noha”.  Tutta la popolazione è invitata a questo interessante meeting.





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Di Albino Campa (del 20/10/2009 @ 11:05:33, in Itinerario turistico, linkato 2947 volte)

Itinerario turistico dell'antica Noha

ricerche storiche a cura di P. Francesco D'Acquarica
grafica immagini a cura di Marcello D'Acquarica
realizzazione web a cura di Albino Campa
 
Gli eroi della Patria e i Martiri della Fede:  Otranto 1480 1481
di Paolo Ricciardi

Abbiamo ricevuto in dono il recentissimo ponderoso libro di mons. Paolo Ricciardi “Gli eroi della Patria e i Martiri della Fede: Otranto 1480 – 1481” (Editrice Salentina, Galatina, 2009) per il tramite di un comune amico, il bravo don Emanuele Vincenti, giovane ecclesiastico nohano, per ora dimorante in Otranto, dove, tra gli altri, ricopre incarichi di curia, quindi a stretto contatto di gomito con l’autore di questo tomo, canonico abate del Capitolo della gloriosa Cattedrale idruntina.
Don Paolo, tra l’altro persona gioviale e simpatica, è quel monsignore che, con piviale rosso, nella solennità del 14 agosto, guida l’imponente processione otrantina con i resti dei Martiri, la cui urna viene portata in spalla da quattro novelli sacerdoti diocesani.
Ma senza perderci in mille fronzoli, veniamo subito all’opera sulla cui copertina sono impressi i caratteri “Volume I”, segno che almeno un altro volume dovrebbe prenderne il seguito (e noi attendiamo fiduciosi).
Sin dalle prime pagine di questo libro che nonostante la stazza si lascia leggere velocemente - e noi lo abbiamo letto in pochissimi giorni nel corso delle ferie agostane quando per definizione si lavora e si scrive di più - si nota un certo rammarico in don Paolo: se non il lamento, l’amarezza per il fatto che nonostante tutto, nonostante mille testimonianze, deposizioni, documenti d’archivio, decreti, opuscoli, libri, lettere, omelie, inni e componimenti poetici, giornate di studio, chiese cappelle ed altari ovunque eretti e dedicati, traslazioni di resti, culto ab immemorabili, dipinti e feste, richieste di reliquie da ogni dove, e ben due processi per cause di canonizzazione (l’ultimo dei quali conclusosi con il decreto sul fatto del martirio dei Beati Antonio Primaldo e Compagni, emanato da papa Benedetto XVI il 6 luglio del 2007), i Martiri d’Otranto, a cinque secoli di distanza dalla loro testimonianza di fede attraverso l’effusione del loro sangue, non hanno ancora ottenuto il decreto ufficiale di canonizzazione.    
Insomma è come se questo libro fosse quasi un grido, un urlo scritto per dire, documenti alla mano, che innanzitutto si sarebbe potuta da tempo ottenere dall’autorità papale una “canonizzazione equipollente”, in quanto, benché le nuove Costituzioni del 1634 promulgate dal pontefice Urbano VIII prevedessero due processi per le cause dei santi (uno diocesano e l’altro presso la Santa Sede), di fatto, le stesse norme di Maffeo Barberini prevedevano un’eccezione (che oggi potremmo chiamare anche “sanatoria”): era sufficiente cioè che si dimostrasse un culto ultracentenario per ottenerne una conferma ufficiale da parte della suprema autorità apostolica. E qui tutte le prove documentali e testimoniali sono concordi nel ribadire il fatto che per la chiesa locale idruntina gli 800 cristiani trucidati nel 1480 sul Colle della Minerva erano già “Santi” da prima del 1534!
Ma non si tratta soltanto di cavilli burocratici o giurisprudenziali: nel caso dei Martiri d’Otranto – ma è così per ogni Martire - non ci sarebbe bisogno di esaminare altri miracoli che il martirio stesso. Anzi il Ricciardi si spinge ben oltre affermando (in sintonia con altri compagni di battaglie, come mons. Antonio Antonaci) che gli 800 Otrantini non sono Santi perché furono Martiri, ma andarono al martirio perché Santi; perché, cioè, c’era in essi una virtù già salda, alimentata dagli ideali più alti della fortezza cristiana.
Il libro-compendio di don Paolo è un monumento di 925 pagine al valore; anzi di 925 gradini che ci permettono, se scalati, di salire su piani più alti, verso quelle altezze, pur sempre umane, che ci consentono di ascoltare la voce delle vittime di un olocausto che è storia e gloria, dramma atroce e riscatto, cattedra d’insegnamento e perenne monito verso un eroismo comunitario straordinario sempre più difficile da concepire oggi in un mondo fatto di individualismo spinto, di utilitarismo spicciolo, di egoismo infingardo.   
Ma il libro di don Ricciardi contiene un altro insegnamento. Che è questo. La ricerca di documenti e di atti deve essere effettuata secondo i dettami della più rigorosa storiografia e della ricerca filologica. Un tempo, anche per la redazione di una tesi di laurea (che durava mesi) si andava a fare ricerca sul campo, negli archivi e nelle biblioteche. Non si inviavano le e-mail ai professori perché questi ti scodellassero belle e pronte le soluzioni ai vari problemi (inclusi anche quelli matematici); ma ci si metteva giornate intere per la ricerca nel catalogo di un argomento o di un autore per poi continuare così in maniera reale e non semplicemente virtuale, diremmo alla Sherlock Holmes, a trovare la risposta ai tanti “perché”. Molti studenti ed anche molti odierni laureandi (lo diciamo per conoscenza diretta) non sanno nemmeno come sia strutturata una biblioteca. Oggi non ci si schioda da Internet che, come si dimostra scientificamente, può contenere mille corbellerie. Moltissime tesi di laurea, incredibile ma vero, si compilano nell’arco di un numero di settimane che non scomoda nemmeno tutte le dita di una mano. Ma, come c’insegna don Paolo con questi scritti, la vera ricerca è ben altra cosa: è metodo, rigore, lentezza, a volte anche  puntiglio. Il copia-incolla invece non è mai stata ricerca o analisi, e tanto meno scienza.
Ma avviamoci ora alla conclusione.
Serve un miracolo, dicevamo. Dopo oltre cinque secoli dal fatto, manca ancora l’ultimo passo per l’ottenimento della promulgazione pontificia del decreto di canonizzazione dei Martiri D’Otranto. Lo meriterebbe non solo la canizie di don Paolo, ma anche tutta l’archidiocesi idruntina, anzi l’intero Salento.
Ma tra le viuzze di Otranto il viaggiatore, senza attendere ulteriori proclamazioni, dovrebbe già da tempo camminare posando i suoi piedi con delicatezza sulle chianche cittadine, quasi volandone rasente per non calpestare i fantasmi del passato aggrappati a quelle pietre che un tempo furono bagnate dal sangue di 800 e passa Santi.
Un ultimo passo, un ultimo visto, un ultimo traguardo: un miracolo di guarigione da malattia, ottenuto per intercessione dei Martiri, è richiesto oggi per il gradino finale della canonizzazione. Ma noi crediamo a questo punto che un miracolo eccezionale che permetta l’ultimo timbro, il sigillo finale, sia rappresentato proprio dal voluminoso tomo del Ricciardi: libri come questo (se letti e consultati attentamente) sono veri e propri miracoli di guarigione da una delle malattie più gravi e talvolta contagiose: l’ignoranza.

Antonio Mellone
 

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