mar212018
Con questa decima puntata continua con gli eccellentissimi Lelio Landi e Luigi De Franchis l’appassionante storia dei rapporti tra l’antica chiesa di Noha e gli ordinari diocesani neritini. Tra quattrocento anni saremo ai giorni nostri.
La redazione
Lelio Landi (? - 1610)
Vescovo di Nardò dal 9 settembre 1596 al nov. 1610
Dal 1596 al 1610 i pontefici furono:
Clemente VIII (1536-1605) Papa dal 1592 al 1605
Leone XI (1535-1605) Papa nel 1605
Paolo V (1550-1621) Papa dal 1605 al 1621
L’arciprete di Noha fu:
Don Stefano Sergio (1570-1612), parroco dal 1600 fino al 1612.
Il Vescovo di Nardò di questo periodo si chiamava Lelio Landi.
Era nato a Sessa Aurunca vicino Caserta. E’ il 16° della serie e fu Vescovo dal 1596 al 1610, eletto da Papa Clemente VIII, ma venne in diocesi solo nell’estrema vecchiaia, perché trattenuto presso le sacre congregazioni a Roma per circa tredici anni, occupandosi principalmente della correzione della Bibbia volgata e della gravissima controversia sulla Grazia. Perciò resse la diocesi per mezzo dei vicari generali.
Nel 1609 venne a risiedere nella diocesi e il primo atto che si riscontra nell’archivio della curia è del 15 giugno 1609, mentre l’ultimo (appena un anno dopo) è del 17 agosto 1610 emesso da Copertino. Si affrettò a dare inizio alla visita pastorale della diocesi, ma purtroppo, dopo averla iniziata, la morte il 24 novembre 1610 a Copertino, dove fu sepolto. Godette di fama di santità.
Relazione con la chiesa di Noha
mar272018
La storia si fa sempre più interessante. Qui scopriamo che uno dei Vescovi di Nardò (e quindi anche di Noha), Fabio Chigi, fu eletto papa con il nome di Alessandro VII. Fu il papa, tra l’altro, del colonnato del Bernini in piazza San Pietro. La prossima volta che capitate nella città eterna, e proprio in quella piazza, alzate lo sguardo verso i numerosi stemmi del Chigi che vi campeggiano scolpiti nel marmo: quelli che inquartati - al di sotto della tiara e delle chiavi decussate (tipici di tutti gli stemmi papali) – riportano gli alberi di rovere e i colli sormontati da una stella. E pensate che quel vescovo di Roma fu anche vescovo di Noha. Del resto, come si suol dire, tutte le strade portano a Noha.
La redazione
Girolamo de Franchis (1581 - 1635)
Vescovo di Nardò dal 13 novembre 1617 al 27 novembre 1634
Dal 1617 al 1634 i Papi furono:
Paolo V (1550-1621) Papa dal 1605 al 1621
Gregorio XV (1554-1623) Papa dal 1621 al 1623
Urbano VIII (1568-1644) Papa dal 1623 al 1644
Arciprete di Noha
Don Antonio De Aprile (1594-1650), parroco dal 1622 al 1650
Girolamo De Franchis, figlio di Vincenzo, era nato a Capua nel 1581 e nel 1617 successe a suo fratello Luigi al governo della diocesi di Nardò.
Fu uomo di grande acutezza d’ingegno e perspicacia, laureato in diritto civile. Era cappellano del re di Spagna Filippo III, che nello stesso periodo gli aveva offerto la chiesa di Pozzuoli. Girolamo tuttavia preferì la sede di Nardò che resse con molto zelo per 17 anni. Celebrò più sinodi diocesani. I documenti di questi sinodi sono giunti fino a noi e si conservano nell’archivio di Nardò in due volumi. Il primo volume contiene i documenti che riguardano i sinodi del 1619, 1620, 1623, 1624, 1626 e 1628. Il secondo volume quelli del 1629. Compì più volte la visita pastorale della diocesi. Ebbe cura della cattedrale che arricchì di sacre suppellettili, doni e costruzioni artistiche. Fece restaurare ed ingrandire l’organo della cattedrale. Concesse definitivamente ai frati minori conventuali la chiesa ed il monastero della Grottella di Copertino. Il 4 settembre 1634, quando aveva 53 anni, per le sue qualità di mente e di cuore, da Urbano VIII fu promosso alla chiesa arcivescovile di Capua, sua città natale. Ma vi rimase poco tempo perché, a causa di una grave malattia, morì prematuramente a Napoli il 30 gennaio 1635 a 54 anni. Nel ministero pastorale fu coadiuvato dai vicari generali Antonio Colucci e Giovan Battista Bonincasa.
apr102018
La storia non fa salti. Con il vescovo Orazio Fortunato varchiamo la soglia del 1700, e iniziamo, grazie anche ai registri redatti e conservati con più rigore, ad avere notizie più dettagliate circa la chiesa particolare di Nardò e quindi anche di Noha. Una curiosità: come si evince dalle immagini, tutti (o quasi tutti) i Vescovi del tempo erano muniti di baffi, barba, ovvero, come nel caso del Vescovo Fortunato, di pizzetto.
La redazione
ORAZIO FORTUNATO (1635 – 1707)
Vescovo di Nardò dal 10 gennaio 1678 al 23 luglio 1707
Dal 1678 al 1707 i Pontefici furono:
Innocenzo XI (1611-1689) Papa dal 1676 al 1689
Alessandro VIII (1610-1691) Papa dal 1689 al 1691
Innocenzo XII (1615-1700) Papa dal 1691 al 1700
Clemente XI (1649-1721) Papa dal 1700 al 1721
Arciprete di Noha:
Don Ant. Donato Palamà (1625-1689), parroco dal 1650 al 1689
Don Nicolantonio Soli (1662-1727), parroco dal 1689 al 1727
Orazio Fortunato nacque in Sant’Arcangelo di Lucania il 18 gennaio 1634.
Il 6 dicembre 1666 Alessandro VII (il nostro Fabio Chigi) lo nominò protonotario apostolico. Il 6 ottobre 1670, a 36 anni, fu eletto Vescovo di San Severo (Fg) da Clemente X, papa dal 1670 al 1676. Dopo circa otto anni, il 10 gennaio 1678 fu trasferito alla diocesi di Nardò da Innocenzo XI.
Era una persona dotta, padre dei poveri, amante della giustizia, e oratore sacro di grande fama.
Lo stesso anno in cui venne a Nardò, diede inizio alla visita pastorale della diocesi, della quale ci ha tramandato un’ampia relazione. Nel 1680, terminata la visita pastorale, nei giorni 9, 10 e 11 giugno, celebrò il primo sinodo diocesano, le cui costituzioni sono pervenute integre sino a noi.
apr192018
In questa puntata conosceremo il Vescovo Antonio Sanfelice, le cui opere meriterebbero una trattazione a parte ben più voluminosa di un articolo, e due arcipreti di Noha, della famiglia Soli, zio e nipote, uno successore dell’altro.
La Redazione
ANTONIO SANFELICE (1660 – 1736)
Vescovo di Nardò dal 24 dicembre 1708 al 1º gen. 1736
Dal 1707 al 1736 i Pontefici furono:
Clemente XI (1649-1721) Papa dal 1700 al 1721
Innocenzo XIII (1721-1724) Papa dal 1721 al 1724
Benedetto XIII (1649-1730) Papa dal 1724 al 1730
Clemente XII (1652-1740) Papa dal 1730 al 1740
Arcipreti di Noha:
Don Nicolantonio Soli (1662-1727), parroco dal 1689 al 1727
Don Andrea Soli (1695-1754), parroco dal 1727 al 1754
Antonio Sanfelice nato a Napoli nel 1660 da una nobile famiglia, famoso per dottrina, zelo pastorale, vigilanza, saggezza nel governo della diocesi e anche nella molteplicità delle opere compiute, fu eletto Vescovo di Nardò da Clemente XI, il 24 dicembre 1708. Per motivi a noi sconosciuti, giunse a Nardò alla fine 1709 o agli inizi del 1710. Infatti in uno dei suoi primi documenti si presenta così: Da Nardò, dal palazzo vescovile, questo giorno 18 ottobre 1710, del pontificato del ss.mo in Cristo Papa e Signore Nostro il Signor Clemente per divina provvidenza Papa XI l’anno X, dell’episcopato nostro l’anno terzo, della venuta poi il primo felicemente. Amen.
Venuto in diocesi, Antonio Sanfelice si dedicò immediatamente e con santo zelo al maggior bene della diocesi, del suo clero, del suo popolo. La sua opera di restauratore, di padre, di pastore e di cultore di storia locale nel far rivivere e tramandare il ricordo dei predecessori e delle vicende memorabili della diocesi di Nardò fu talmente vasta, multiforme e grandiosa, che è quasi impossibile descriverla.
I 28 anni del ministero episcopale di Sanfelice a Nardò
apr272018
E’ vero: la storia non ci dice dove andremo (si tratta di una decisione che spetta a noi, se ne siamo capaci), ma da dove veniamo. E scartabellare le carte di un archivio è come percorrere un’avventura contro tempo, quando il passato si disvela con sorprese inimmaginabili e senti che alcune cose che ti appartengono per chissà quale strampalato marchingegno. Continuiamo a seguire la Storia così come raccomodata da P. Francesco D’Acquarica: chissà che non troveremo qualcosa che parlerà di noi.
La redazione
Francesco Carafa (? -1754)
(Vescovo di Nardò dall’11 aprile 1736 al 1º luglio 1754)
Dal 1736 al 1754 i Pontefici furono:
Clemente XII (1652-1740) Papa dal 1730 al 1740
Benedetto XIV (1675-1758) Papa dal 1740 al 1758
Arciprete di Noha
Don Andrea Soli (1695-1754), parroco dal 1728 al 1754
Francesco Carafa, napoletano, dei duchi di Monte Calvo, fu eletto Vescovo di Nardò il 15 aprile 1736. Compì più volte la visita pastorale della diocesi, tramandandocene relazioni scritte, ma di poca importanza. Il Carafa morì santamente il 1 luglio 1754 dopo 18 anni di episcopato.
Di questo periodo è da sottolineare il gravissimo terremoto che colpì il meridione di Italia. Il 20 febbraio 1743, mercoledì, verso mezzanotte, nella città di Nardò e dintorni un terribile terremoto scosse per circa otto minuti tutto il territorio. Ebbe l’epicentro a poca distanza dall’abitato seminando rovina e morte. Pochissime case, circa una ventina, rimasero intatte, le altre o crollarono interamente o furono gravemente lesionate e rese inabitabili. Le chiese e gli edifici pubblici andarono in rovina, interamente o parzialmente.
La facciata della cattedrale, fatta costruire pochi anni prima dal Sanfelice, fu danneggiata e lesionata: caddero le due statue laterali di S. Basilio e di S. Benedetto, quella centrale dell’Assunta, posta sulla sommità, e il campanile. Gravemente danneggiato fu il seminario: alcuni vani rimasero pericolanti ed inabitabili.
Andò completamente distrutto il vecchio palazzo di città, che sorgeva sulla piazza principale, costruito nel 1612 in forma magnifica. Crollò la chiesa di S. Francesco di Paola. Cadde e andò in frantumi il campanile della chiesa di S. Domenico. Crollò la chiesa della V. del Carmine. Le vittime furono 112 in gran parte donne e bambini.
Relazione con la chiesa di Noha
L’arciprete di Noha era ancora don Andrea Soli di cui abbiamo già scritto. Sicuramente accolse con zelo il Vescovo nelle diverse visite pastorali che il Carafa indisse in tutta la diocesi.
Non bisogna dimenticare il grave terremoto del 20 febbraio del 1743, sopra citato. L’epicentro fu nel Canale di Otranto a circa 50 km dalla costa. Le maggiori distruzioni furono subìte dalle città di Francavilla Fontana e di Nardò, dove raggiunse 6.9 della scala Richter, e da Amaxichi, una località dell'isola di Lefkada (Isole ioniche) in Grecia. E si sa che un terremoto di quella potenza può fare danni fino ad un raggio di 100 chilometri.
Il nostro don Andrea non dice niente a proposito, anzi nei registri parrocchiali dei mesi attorno a quella data (febbraio 1743) non registra né morti, né nati, né sposati: quasi come se non fosse accaduto nulla. Certamente anche a Noha ci furono dei danni, ma non tali evidentemente da esser riportati nei registri parrocchiali.
mag032018
In questo capitolo si racconta anche della perduta autonomia di Noha, definitivamente “confusa” con il Comune di Galatina, senza che alcuno osasse alzare ciglio. La Storia (che si studia, non si giudica) è fatta anche di momenti strategici e di persone giuste al posto giusto. Quella stessa storia che, dei se e dei ma, ride beffarda.
La redazione
CARMINE FIMIANI (1740 – 1799)
Vescovo dal 27 febbraio 1792 al 1799
Dal 1792 al 1800 i Pontefice è ancora:
Pio VI (1717-1799) Papa dal 1775 al 1799
L’arciprete di Noha è:
Don Oronzio Stifani (1746-?), parroco dal 1774 al 1822
Carmine Fimiani nacque nell’anno 1740 a San Giorgio di Nocera da Vincenzo e da Giovanna Pecoraro. I genitori lo educarono cristianamente e ben presto, alla età di nove anni, lo inviarono a Napoli per essere affidato all’insegnamento di maestri famosi.
Seguendo la vocazione per la vita religiosa divenne Sacerdote Carmelitano, consacrando tutta la sua vita all’ordine clericale ed allo studio delle leggi romane e canoniche. Conseguita la laurea in teologia, all’età di 29 anni, ottenne la cattedra di Diritto Canonico nell’Università di Napoli. Per la sua VASTA cultura e per il riconosciuto carisma, il Cardinale Giuseppe Capece Zurlo, Arcivescovo di Napoli, il giorno 12 maggio dell’anno 1790 lo nominò Canonico della Chiesa di San Gennaro.
Giuseppe Maria Capece Zurlo (Monteroni di Lecce, 3 gennaio 1711 – Napoli, 31 dicembre 1801) è stato cardinale e arcivescovo di Napoli.
Sin da piccolo ricevette un'educazione religiosa a cura dei Padri Teatini, nella cui congregazione entrò nel 1727. In seguito fu inviato a Roma, dove studiò filosofia e teologia e dove fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1733.
Rientrato a Napoli, insegnante presso i Teatini dei SS. Apostoli, entrò nelle grazie del Cardinale Giuseppe Spinelli, ma fu richiamato a Roma dove ricevette da papa Benedetto XIV nel 1756 la nomina a Vescovo di Calvi. Divenne Arcivescovo di Napoli nel 1782, successore del Cardinal Serafino Filangieri. Contemporaneamente, nel concistoro del 16 dicembre 1782, fu nominato cardinale e nel gennaio 1783 ricevette il titolo di Cardinale presbitero di San Bernardo alle Terme Diocleziane. Morì nel 1801a Napoli.
mag102018
Siamo ormai in pieno XIX secolo: continua la storia dei Vescovi di Nardò e di riflesso la storia della chiesa di Noha. Buona lettura.
La redazione
SALVATORE LETTIERI (1780 – 1839)
Vescovo di Nardò dal 27 giugno 1825 al 6 ottobre 1839
Dal 1825 al 1839 i Pontefici furono:
Leone XII (1760-1829) Papa dal 1823 al 1829
Pio VIII (1761-1830) Papa dal 1829 al 1830
Gregorio XVI (1765-1846) Papa dal 1831 al 1846
Arciprete di Noha:
Don Nicola Valente (1771-1834), parroco dal 1823 al 1834
Don Damiano Marcuccio (1810-?), parroco dal 1834 al 1847
Salvatore Lettieri, laureato in diritto civile e canonico, maestro in sacra teologia, assistente al soglio pontificio, consigliere a latere di sua maestà e commendatore dell’ordine regale di Francesco, nacque a Equotutico o Magno Cavallo (oggi Foggia), il 6 giugno 1780 da Pietrantonio e da Maddalena Riccardi. Fu canonico della basilica collegiata di Foggia ed il 6 aprile 1818 fu consacrato Vescovo di Castellaneta da Pio VII. Dopo sette anni di giurisdizione episcopale a Castellaneta, il 27 giugno 1825 fu traslato alla diocesi di Nardò.
Prima di venire in diocesi, il 15 luglio 1825, da Massafra, emise il documento di apertura della visita pastorale. Avrebbe voluto iniziarla subito dopo il suo ingresso in diocesi fissato per il 24 luglio 1825. Invece, urgenti e gravi impegni lo obbligarono a differirla. Un anno dopo, e cioè il 20 aprile 1826, quando tutto era pronto per la visita fu assalito da una grave e violenta malattia.
Appena cominciò a migliorare, i medici curanti gli ordinarono di recarsi, per un periodo di tempo, in campagna, all’aria aperta, più salubre e più pura di quella della città. Fu accolto ed ospitato dal nobile Francesco Dell’Abate nella masseria Brusca vicino a Nardò. Vi si trattenne un mese e mezzo, con grande vantaggio della sua salute, e finalmente il 21 giugno 1826 iniziò la visita pastorale. La fece quasi tutta a piedi, cominciando da Galatone. Ebbe quali convisitatori Giuseppe Tommaso Ingusci, cantore, Giuseppe Leante, primicerio, e Diego Giuranna canonico e maestro delle sacre cerimonie.
Nel 1827, il Lettieri riprese la visita pastorale. Il 24 maggio 1828 iniziò la visita a Nardò in cattedrale. Visitò poi le altre chiese ed i monasteri. Di questa visita è pervenuta sino a noi un relazione, in quattro volumi, ricca di importanti notizie.
Verso il 1829 fu nominato commendatore regale dell’ordine di Francesco I ed amministratore di Gallipoli.
mag182018
Con Mons. Vetta e Mons. Nappi si chiude il l’ottocento. Nuovi vescovi e nuove storie di Nardò e di Noha ci attendono nelle prossime puntate.
La redazione
LUIGI VETTA (1805 – 1873)
Vescovo dal 20 aprile 1849 al 10 febbraio 1873
Dal 1849 al 1873 Pontefice era:
Pio IX (1792-1878) Papa dal 1846 al 1878
Arciprete di Noha
Don Michele Alessandrelli (1812-1882), parroco dal 1847 al 1882
Luigi Vetta, figlio di Angelo e di Maria Berchinio era nato nel 1805 ad Acquaviva Colle Croci, comune di Acquaviva, diocesi di Termoli, provincia di Campobasso. Studiò lettere e filosofia a Napoli. Il 20 aprile 1849 Pio IX, che si era ritirato a Gaeta invocando l’aiuto delle potenze cattoliche, dopo l’uccisione del presidente dei ministri dello stato pontificio Pellegrino Rossi, lo nominò Vescovo di Nardò.
Dopo l’ingresso in diocesi decise di iniziare la visita pastorale, per conoscere più da vicino il suo gregge, per porgere a tutti i suoi figli il suo saluto, la sua parola ed il suo conforto, per conoscere i desideri e le necessità dei medesimi e per poter prestare l’opportuno rimedio ai difetti ed ai mali morali. La indisse il 3 aprile ed il 7 la iniziò e dopo tre anni, il 10 aprile 1853, la portò a termine.
Fin dall’inizio del suo episcopato si adoperò con tutte le forze per la ri-costruzione dell’episcopio, ed intanto, come i suoi predecessori, andò a risiedere in contrada le Cenate. Perciò le bolle di questo periodo sono datate non dalla curia o dal palazzo vescovile, ma dalla nostra residenza. Il 22 maggio 1850 ordinò al maestro muratore Donato Cimino di continuare i lavori, già iniziati per incarico del Lettieri, e, tre anni dopo, il rustico del palazzo era già pronto. Il 30 novembre 1853, il perito architetto Gregorio Nardò eseguì, per disposizione del Vetta, la stima finale dei lavori, dalla quale risulta che quelli del pianterreno comprendevano la costruzione dalle fondamenta di oltre quindici vani, una scala segreta, due portici, un grande arco di comunicazione tra il palazzo vescovile ed il seminario e la scala centrale con due piccoli ripostigli nel sottoscala; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture in altri sette vani, già fatti costruire dal Lettieri.
Il pianterreno richiese la somma di ducati 3.722,82. I lavori del primo piano, invece, comprendevano la costruzione del blasone della scala maggiore, di circa venti vani con accessori e della scala di accesso alla terrazza; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture a tre vani costruiti prima. Il primo piano richiese la somma di ducati 5.309,69; per cui la somma complessiva fu di ducati 9.032,51.
Nel febbraio 1854 il palazzo vescovile di Nardò era già completato anche nelle rifiniture.
Il Vescovo Vetta si trovò a Nardò in un periodo storico molto turbolento (1860/1861), allorché il Regno delle due Sicilie fu sconvolto dai moti rivoluzionari per la cacciata della dinastia borbonica, dominante da molti anni, e per l’unificazione con il regno d’Italia, contrastati dalle soldatesche borboniche. Fu bersaglio di persecuzioni da parte dei liberali, fu vittima di violenze, subì il rapimento, l’allontanamento forzato dalla sede e dalla diocesi e il domicilio coatto.
Nel ministero pastorale di questa diocesi fu coadiuvato dall’arcidiacono Giuseppe M. Leante che era il vicario generale, e dai provicari generali, proposito Francesco Toraldo, dal 1851 al 1858, canonico Salvatore Perrone, dal 1858 al 1872, e primicerio Vincenzo Marinaci, per qualche anno soltanto, nel 1869.
Fu uno dei padri del concilio ecumenico vaticano I (1869- 1870), indetto da Pio IX, e prese parte alle varie sessioni.
Verso la fine del 1867 fu colpito da una lunga e crudele malattia, che lo rese quasi immobile per molti anni e che egli sopportò con rassegnazione e con fortezza cristiana.
Dopo ventiquattro anni di episcopato, all’età di 68 anni, il 10 febbraio 1873, alle ore 17, cessò di vivere. Fu sepolto nella chiesa della B. V. Incoronata, posta a qualche chilometro fuori le mura della città, e sulla tomba fu collocata l’epigrafe che sintetizza bene la sua vita e che qui riporto in italiano:
mag232018
Con questa puntata varchiamo la soglia del Novecento, il secolo breve che ci condurrà ai giorni nostri. Buona lettura.
La redazione
MICHELE MAUTONE (1816 - 1888)
Vescovo dal 18 dicembre 1876 al 17 febbraio 1888
Motto: Venit portans ramum olivae
Dal 1876 al 1888 Pontefice:
Leone XIII (1810-1903) Papa dal 1878 al 1903
Arciprete di Noha:
Don Nicola Caputo (? - ?), parroco dal 1883 al 1894
Michele Mautone nacque a Marigliano, diocesi di Nola, provincia di Napoli, da Pietrantonio e da Maria Giuseppa Sasso nel 1816. Era primicerio curato della collegiata di Marigliano quando il 18 dicembre 1876 fu eletto Vescovo di Nardò da Pio IX. Il giorno 11 febbraio 1877 fece il solenne ingresso in Diocesi.
Compì più volte la visita pastorale della diocesi, della quale sono pervenute sino a noi poche e frammentarie notizie. Negli anni 1878 e 1879 compì la prima ed il 14 agosto 1879 inviò la relazione alla S. Sede.
Una copia degli atti della santa visita si conserva nell’archivio di Nardò e da essa risulta che il Mautone completò la costruzione della chiesa parrocchiale di Neviano e solennemente la consacrò, dedicandola a S. Michele Arcangelo. Fece ampliare e restaurare l’ospedale di Nardò, rendendolo più grande e più comodo e vi fece anche costruire un capace oratorio, perchè gli infermi ricoverati potessero partecipare al sacrificio della Messa e accostarsi ai sacramenti.
Si preoccupò del centro abitato di Porto Cesareo dove vivevano permanentemente alcune famiglie, quasi tutte di agricoltori e di pescatori, del tutto prive dell’assistenza religiosa e della presenza di un sacerdote che celebrasse la messa almeno nei giorni festivi e desse loro la possibilità di accostarsi ai sacramenti. Senza perder tempo provvide subito ad inviare un sacerdote, compensandolo a sue spese. Nel periodo pasquale inviò un Padre Redentorista per preparare i fedeli alla Pasqua ed egli stesso si recò per amministrare la Cresima. Avendo infine constatato che la chiesetta era troppo angusta e mal ridotta, diede disposizioni per la costruzione di una nuova chiesa.
Nel 1882 compì la seconda visita pastorale ed inviò una seconda relazione alla S. Sede. Da essa risulta che nella frazione Porto Cesareo aveva già fatto completare la chiesa a sue spese, mentre in Nardò aveva fatto edificare, sempre a sue spese, un tempietto, dedicandolo a S. Pietro, ed infine aveva eseguito lavori di riparazioni e di restauro alla cattedrale.
Il 18 aprile 1885, compiuta la terza visita pastorale, inviò alla S. Sede la terza relazione. Da essa sappiamo che si era prodigato per ampliare la chiesa parrocchiale di Tuglie.