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Ritirato il patrocinio della Provincia di Lecce a un incontro pubblico sulla Xylella
Di Redazione (del 07/05/2025 @ 13:15:00, in Comunicato Stampa, linkato 89 volte)

Qualcuno dice che il mondo è cambiato. E forse ha ragione, se oggi siamo costretti a ribadire l’importanza delle regole più basilari di una società giusta.
Ci sono momenti in cui anche noi iniziamo a pensarlo: forse è davvero cambiato qualcosa.
Accade in Provincia di Lecce, dove un gruppo di cittadini e tecnici decide di organizzare un incontro pubblico per illustrare i risultati di un’indagine relativa alle direttive sul contrasto al disseccamento degli ulivi. Una questione che ha segnato profondamente il territorio salentino.
Gli organizzatori, come è prassi in un paese democratico, chiedono il patrocinio della Provincia. Nulla di straordinario: si tratta di un’inchiesta pubblica, condotta dallo Stato. E infatti, inizialmente, la Provincia concede il patrocinio, riconoscendo il valore dell’iniziativa e il diritto alla libera espressione, come garantito dalla Costituzione.
Purtroppo, in Provincia di Lecce la normalità sembra un concetto estraneo: dopo poche ore, il patrocinio viene ritirato.
Il motivo? Nessun giro di parole: la “questione Xylella” è sempre stata anche una questione politica. Quindi affermiamo che in questa vicenda a sbagliare è stata nella totalità la politica, che spesso ha dimostrato di non comprendere il concetto di pluralismo anche nella ricerca scientifica. Lo ribadiamo a gran voce: dieci anni fa, a fallire, fu la politica.
È normale, in ogni questione scientifica complessa e nuova, che emergano opinioni diverse. Vecchi e nuovi paradigmi si misurano nel dibattito. La comunità scientifica si divide, si confronta, e cerca – attraverso il metodo – di arrivare a delle evidenze empiriche che possano trovare delle soluzioni a problematiche concrete. Invece, ad oggi, abbiamo assistito solo ad offese gratuite e frasi denigratorie a mezzo stampa – da parte di alcuni soggetti - nei confronti dei relatori del convegno del 3 maggio senza che vi fossero delle obiezioni tecniche nel merito della questione.
Affermiamo che non possiamo essere siamo noi di Rifondazione, in questo momento, a poter dire quale sia la strada da percorrere o quali soluzioni attuare. Ma resta un fatto incontestabile: milioni di ulivi sono morti. Il Salento è cambiato per sempre sia da un punto di vista paesaggistico ma anche occupazionale dato che l’olivicoltura era fonte di reddito per moltissimi lavoratori salentini.
E allora quale avrebbe dovuto essere il ruolo della politica? Alcuni esempi: favorire il confronto, mettere attorno a un tavolo tutte le voci, cercare soluzioni, favorire l’inserimento della biodiversità nella arboricoltura rispetto alla monocoltura del passato, agevolare l’uso in agricoltura delle BPA (buone pratiche agricole) al fine di proteggere l’ambiente e garantire la salute umana e animale. Questo non è mai accaduto, e oggi paghiamo il prezzo di quell’inerzia.
Ora, un organo dello Stato – la Polizia Giudiziaria – ha avanzato l’ipotesi che si potesse e dovesse agire diversamente. In una democrazia, il compito della politica è quello di favorire il dibattito e la diffusione delle informazioni. Così, un gruppo di cittadini organizza un evento divulgativo per informare su ciò che sta emergendo dalle indagini. Ci saremmo aspettati interesse, attenzione, sostegno. E, in un primo momento, così è stato. Poi è arrivata la retromarcia.
Il motivo del ritiro del patrocinio? La presenza di relatori non allineati alle posizioni maggioritarie. Ma si è dimenticato un dettaglio fondamentale: quei relatori si limitano a riferire quanto detto dallo Stato, attraverso le sue indagini.
Una brutta figura per la Provincia, per due motivi. Primo: ha rinunciato al proprio dovere, che è quello contribuire alla libertà di espressione, soprattutto quando si cercano delle risposte. Secondo: ha offeso lo stesso Stato che è chiamata a rappresentare.
Noi non sappiamo con certezza cosa abbia causato il disseccamento degli ulivi. Ma sappiamo da che parte stare: dalla parte di chi, nel rispetto della Costituzione, ha il diritto di esprimere le proprie opinioni.

Il Segretario Provinciale
Rifondazione Comunista
 Valerio Preite

 

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