ott012025
Il 29 settembre, in occasione della festività di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato, alcuni rappresentanti degli studenti delle classi terze della Scuola Secondaria di I grado del Polo 3 di Galatina e Noha, hanno preso parte, nella Basilica di Santa Caterina d’ Alessandria, alla Santa Messa officiata da S. Ecc. Rev.ma Monsignor Francesco Neri, Arcivescovo di Otranto, e dal Cappellano della Polizia di Stato, don Antonio Sozzo, alla presenza delle più alte cariche delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, del Sindaco di Galatina, dei rappresentanti dell’Amministrazione, dei Dirigenti Scolastici e di gruppi di studenti degli Istituti del territorio.
La nostra scuola secondaria ha partecipato attivamente a un momento di riflessione: una studentessa e uno studente hanno letto un toccante componimento, scritto a più mani dai ragazzi stessi, che ha catturato l'attenzione dei presenti; un inno toccante contro ogni forma di discriminazione, violenza e pregiudizio che si sviluppa come un dialogo tra un ragazzo e una ragazza. L’incipit è un elenco di identità e storie di sofferenza: le figure menzionate - un ragazzo vittima di bullismo, una ragazza schiacciata da una relazione tossica, un immigrato dal destino segnato, attivisti per la giustizia e un ragazzo stereotipato per il suo abbigliamento - rappresentano diverse forme di emarginazione e ingiustizia. Le loro voci non sono solo individuali, ma collettive, simboleggiando le molteplici vittime della società.
La seconda parte del componimento si focalizza sulla rinegoziazione dei significati. I concetti di "silenzio", "debolezza" e "diversità" vengono ridefiniti, trasformando ciò che è percepito come negativo in una forza. Il "silenzio" non è assenza di parole, ma il peso delle parole non ascoltate. La "lacrima" non è segno di debolezza, ma di una forza interiore che resiste al dolore. La "diversità" non è una divisione, ma un elemento di bellezza che completa l'umanità.
Infine il testo culmina con un potente messaggio di speranza e azione collettiva. L'odio viene descritto come una ferita, ma la solidarietà e l'abbraccio come un filo che ricuce la speranza. Si esorta ad abbattere i muri e ad aprire le porte, sottolineando che la libertà è un bene comune che si nutre dell'accoglienza.
Il momento più toccante dell’intervento è stato quando al “Ci alziamo!”, pronunciato come invito a un’azione corale, tutta la platea è scattata in piedi, rispondendo all’appello a unire le voci, non per parlare al posto di chi soffre, ma per far sì che nessuno si senta più solo nel suo dolore. È una chiamata a scrivere una nuova storia, dove la dignità di ogni persona è un diritto inalienabile e non ha bisogno di essere difesa.
L’intervento dei nostri ragazzi è stato particolarmente significativo, soprattutto dopo il forte messaggio del Vescovo e del Prefetto che si sono rivolti direttamente ai giovani, sottolineando l'importanza di costruire una società basata sul rispetto reciproco, sulla non violenza e sulla solidarietà.
Un ringraziamento speciale alla Polizia di Stato di Lecce per averci dato l'opportunità di essere parte di questo importante evento e alla nostra Dirigente Scolastica, Prof.ssa Patrizia Carra.
Federica Ramundo
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