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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 25/09/2017

Di Antonio Mellone (pubblicato @ 21:40:14 in NohaBlog, linkato 2388 volte)

Non so voi, ma a me ‘sta storia del mega-porco commerciale Pantacom rievoca tanto quella della monaca di Monza, narrata da Alessandro Manzoni nei suoi Promessi Sposi.

In questa sorta di romanzo nel romanzo, ci vien presentata la figura della povera Gertrude destinata al convento sin dalla nascita, così, tanto per rispettare la tradizione del Maggiorasco che prevedeva la concentrazione del patrimonio ereditario nelle mani del primogenito (ovviamente maschio).

Sicché la sventurata si trova istradata al monastero già all’età di sei anni, quale normale prosecuzione dei suoi giochi d’infanzia (fatti perlopiù di santini e di bambole vestite da suore), e naturale destino di un nome che fa tanto chiostro, Gertrude, imposto dal padre-padrone, “principe e gran gentiluomo milanese” che per la figlia non vedeva altro futuro se non il velo e la clausura.

Orbene, nonostante Gertrude non avesse alcuna intenzione di farsi monaca, più il tempo passava più s’accorgeva di essersi incamminata in un vicolo cieco. In molte occasioni avrebbe potuto rifiutare la “vocazione” impostale, ma venne sopraffatta dagli eventi, dalla insicurezza, e nondimeno dalla sfiducia nella propria libertà.

La meschina, troppo debole per affrontare le conseguenze di una disubbidienza al volere paterno, mente prima di tutto a se stessa, e poi agli altri, alle consorelle, alla badessa, e infine a quell’uomo “dabbene” che era il vicario, cioè il prete convenuto al monastero, come previsto dalla procedura, per confessarla e interrogarla sulle sue reali intenzioni di accettare i voti, la vestizione e la vita “lontana dalle insidie del mondo”.

Ecco cosa scrive il Manzoni nella sua bella prosa-poetica, dopo l’ennesimo assenso all’“iter autorizzativo” da parte dell’infelice ragazza: “Fu dunque fatta la sua volontà; e, condotta pomposamente al monastero, vestì l’abito. Dopo dodici mesi di noviziato, pieni di pentimenti e ripentimenti, si trovò al momento della professione, al momento in cui conveniva, o dire un no più strano, più inaspettato, più scandaloso che mai, o ripetere un sì tante volte detto; lo ripeté, e fu monaca per sempre” (cap. X, I Promessi Sposi).

  Ecco, io non vorrei che con il Mega-porco commerciale avvenisse il medesimo dramma vissuto dalla sciagurata Gertrude: cioè che si dia corso a questa minchiata  economico-ecologica [scusatemi, ma in questo momento non mi viene un lemma più triviale di questo, ndr.], nonostante siano in pochi ormai (almeno spero) a credere agli asini che – ragliando a cento decibel di “ricadute” e “occupazione” - continuano imperterriti a volare sulle nostre teste.

Come ben saprete, tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di martedì 26 settembre 2017, al numero 5 leggiamo: “Piano Attuativo per la realizzazione di Area Commerciale Integrata no-food in contrada Cascioni. Proponente: PANTACOM s.r.l. – Approvazione nuova convenzione in sostituzione di quelle sottoscritte in data 24/04/2013 e 31/05/2017”.

Bene. Ora mi (e vi) pongo alcune domande.

Perché un’altra convenzione? Com’è che se ne cambiano ogni tre per due? Forse che le precedenti non andavano bene? È proprio necessario procedere all’approvazione di una novella convenzione in sostituzione delle passate, posto che in genere le successive son quasi sempre peggiorative per noi e migliorative per i richiedenti, cioè con meno oneri per loro e più diseconomie per il Comune di Galatina?

E se invece di approvarle si negassero, cosa succederebbe? Il finimondo? O, come diceva qualcuno, addirittura l’apocalisse (tipo quella paventata lo scorso dicembre in caso di vittoria del No al referendum di Renzi)?

A Galatina sono maestri nel ripetere un mantra che suona più o meno così: “Non c’è più nulla che si possa fare per bloccare il progetto del Megaparco perché tutti gli atti autorizzativi necessari sono stati rilasciati dalle precedenti amministrazioni”.

Se davvero così fosse, come si spiegherebbe la convocazione addirittura di un Consiglio Comunale per discuterne ancora? E non sarebbe a questo punto il caso di render noto all’intera cittadinanza l’elenco degli atti di qualunque natura relativi a codesta “definitiva” autorizzazione: sia quelli già rilasciati, che, eventualmente, quelli ancora mancanti?

E, giacché ci siamo, non sarebbe opportuno che questa nuova Amministrazione Comunale mostrasse chiari segni di discontinuità con le precedenti, anche sul tema del Mega-porco (visto che i propositi, le premesse, la buona volontà, la voglia di far bene sembrano esserci tutti)?

Ho sentito dire in giro, tra le altre cose, che il Consiglio Comunale “è tenuto ad approvare”, eccetera, eccetera. Coooosa? È questo il moderno concetto di Democrazia? Ma scusate: non è forse un Consiglio Comunale la massima assise cittadina, espressione della sovranità di un popolo stanziato su di un determinato territorio, l’organo di volontà e indirizzo politico di un Comune, per cui è libero di decidere in assoluta libertà quel che vuole (e dunque non è “tenuto” ad approvare proprio un bel nulla), nel rispetto delle leggi e della Costituzione?

E se davvero non ci fossero alternative, mi spiegate a cosa cavolo servirebbe un Consiglio Comunale? A ratificare forse quel che avrebbero deciso gli altri, o peggio ancora un funzionario a briglie sciolte il quale, magari in qualche conferenza dei servizi, ha stabilito che andava bene un centro commerciale senza alberi di alto fusto (sennò magari le radici sollevano l’asfalto e rompono le palle alle auto e ai Tir)? [questa mi pare di averla già sentita da qualche parte, ndr.].

E che razza di decisione è mai quella per la quale o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra? Ci sarebbero delle penali da sopportare, dite? E a carico di chi sarebbero queste penali? Del Comune, o di chi eventualmente avrebbe preso l’iniziativa “in nome del”, senza magari averne il mandato o, come si dice, in carenza o difetto di rappresentanza? E in questa seconda eventualità, non sarebbe appena il caso di accollarle al responsabile e non invece a tutta la collettività (responsabilità e penali, dico)?

E a chi dovrebbero essere pagate queste penali, alla Pantacom? Cioè alla società che, salvo errori od omissioni, è ancora “inattiva”? E cosa farebbero i signori di codesta società a responsabilità ridotta, l’attiverebbero giusto il tempo di incassare le penali? E, di grazia, di che importo sarebbero codesti indennizzi, posto che si tratti di esborsi monetari e non di fustigazioni sulla pubblica piazza? E se anche si dovessero sopportare spese per risarcimenti, non trovate che qualunque rifusione sarebbe comunque di gran lunga meno gravosa della pena di un Mega-porco a km zero? E perché mai non si prevede un indennizzo finalmente a favore del Comune se non altro per il danno derivante dall’enorme perdita di tempo e di energie dei suoi uffici, che, piuttosto che dar retta alle coglionate, avrebbero potuto pensare ai problemi reali di Galatina?    

Inoltre, invece di andare avanti con questa pantomima [vocabolo derivante giusto da Pantacom, ndr.], avete letto per caso in questi giorni (perfino sul Corriere della Sera, giornale tutt’altro che anticapitalista) della decisione della Provincia di Trento di bandire definitivamente i centri commerciali dal proprio territorio, al fine di “salvaguardare l’ambiente, ridurre il traffico veicolare, e rinnovare il metodo degli insediamenti commerciali sul territorio all’insegna della qualità e della valorizzazione dei piccoli esercizi”? No? Allora, per favore, informatevi bene prima di prendere decisioni irreversibili come quelle della monaca di Monza. 

E infine, lo sapete che negli Stati Uniti il mito del centro commerciale è crollato da tempo? E che gli Stati Uniti anticipano generalmente la nostra sociologia di circa un decennio? E che secondo molti analisti nei prossimi anni chiuderanno addirittura 400 dei 1100 centri commerciali statunitensi? Avete avuto per caso notizia dell’inchiesta del New York Times (non dell’Osservatore Nohano) che attesta che svariati Malls (centri commerciali) sono ormai alla stessa stregua di vere e proprie città-fantasma, deserte, vuote, fallite? Lo sapete che ci sono dei siti internet - come ad esempio il seguente http://deadmalls.com/ - con storie di centinaia di Malls chiusi, sedotti, abbandonati, morti e sepolti? A quando la costruzione e la redazione anche in Italia di un sito o un blog dello stesso tenore dal titolo “limortiloro.it”?

*  

Di questo passo Galatina farà la fine della monaca di Monza. E i danni non si ripareranno con una “cavita di conza”.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (pubblicato @ 18:40:00 in NoiAmbiente, linkato 2486 volte)

Domenica 24 settembre, come volontari di FareAmbiente Laboratorio di Galatina-Noha, abbiamo collaborato con il gruppo GST ( gruppo speleologico tricase) alla pulizia della neviera  Avisu a Sogliano. Con il presidente dell'associazione, Marco Piccinni (in tuta gialla in una delle foto) e il suo vice Giuseppe Fallone, avevamo già preso accordi per offrire il nostro aiuto al lavoro di risanamento di quell'enorme voragine in quel di Sogliano, che di fatto si sta intasando con montagne di rifiuti gettati abusivamente da gente a dir poco incivile.
Gli speleologi che si sono calati nel pozzo, profondo all'incirca venti metri, hanno dato inizio all'attività di rimozione dei rifiuti gettati da incivili senza scrupoli. "Con il lavoro di un giorno - dice Giuseppe - faremo molto poco, per rimuovere tutte le porcherie che stanno là sotto, ci vorrebbe un mese di lavoro". Questa gentaglia che di umano ha molto poco e che gettano i loro rifiuti ovunque, possiamo definirli dei veri e assassini. Perché la sotto, oltre a vetture intere demolite e tanti altri rifiuti delle attività umane ( sarebbe meglio dire porcane, cioè da veri porci), là sotto, dicevo,  sono stati gettati decine di contenitori di fitofarmaci ancora pieni. Questi prodotti, sappiamo tutti che se  ingeriti sono mortali. Ma diluiti,  attraverso il dilavamento delle acque piovane, finiscono nelle falde da cui tutti stiamo attingendo. Quindi questo è un atto definibile  omicidio di massa. Non chiediamocelo più il perché in questa zona il cancro miete più vittime che in altre zone.
Fra l'altro, a proposito di acque e fitofarmaci, molti cittadini di Noha  ci dicono che i laboratori a cui si rivolgono per far fare le analisi dell'acqua dei propri pozzi artesiani, stanno rispondendo da tempo  (da anni) che le loro acque contengono, oltre ad altri inquinanti,  nitriti e nitrati, derivati appunto dai trattamenti del lavoro agricolo con fitofarmaci, e cioe' pesticidi, erbicidi, ecc. Gli stanno dicendo da anni, di non bere l'acqua, perché non è potabile e che però va bene per far gonfiare gli ortaggi, finocchi e insalata compresi, cose che mangiamo pure crudi. Ma secondo voi i veleni, che dall'acqua non potabile passano nelle verdure, nel passaggio diventano innocui?  O lentamente ci fanno venire un bel tumore?
E a Noha abbiamo anche un'altra bella usanza, quella di riempire di veleno oltre che le campagne, la vora, la nostra antichissima vora di Noha,  che sta all'inizio della via per Sirgole, dietro la chiesetta della Madonna di Costantinopoli. Che, visto quanto siamo criminali,  pian piano ci sta abbandonando (la Madonna).
Appena avremo informazioni più fondate su ciò che avviene in quella vora lo pubblicheremo. Vi faremo sapere cosa si sta sciogliendo là sotto per finire nella falda.
Nel frattempo cominciate a chiedere al vostro medico di fiducia se le malattie che lui sta cercando di curarvi si sarebbero potute evitare, e come. 
Magari vi conferma che certi usi e costumi relativi all'inquinare la terra e l'aria  ne sono la causa principale. Noi glielo abbiamo già chiesto. Possiamo cambiare la situazione se tutti lo vogliamo. Altrimenti dalle vore alla monaca il viaggio è molto breve.

FareAmbiente Laboratorio di Galatina -Noha

 

 

 

 

Con la presente si comunicano le date della rilevazione automatica delle violazioni alle norme del C.d.S. a mezzo Street Control:

MARTEDI' - 26 Settembre 2017;
VENERDI' - 29 Settembre 2017;

Si fa presente altresì che il servizio sarà operativo anche nelle frazioni di Galatina.

Ten. Gabriella De Pascalis

 

Fotografie del 25/09/2017

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