Di Antonella Marrocco (del 03/04/2017 @ 18:25:55, in NohaBlog, linkato 2903 volte)

Forse potevo fare. Forse potevo dire.

Forse potevo capire, Serena.

Quel forse straziante rimbomba nella mente, nel cuore e nel profondo dell’anima mia.

Quel forse accompagna le mie giornate lasciandomi nell’angoscia più assoluta.

Racchiude tante domande, che come risposta avranno il silenzio più assordante che si sia mai sentito.

Serena, forse dovevo starti più vicina, parlare di più con te, cogliere le piccole cose che ancora oggi mi sfuggono.

Scusami.

Forse quell’attimo poteva passare, dare il posto al tempo della riflessione, rallentare tutto, angoscia, paure, ansie, anche il battito del cuore.

 
Di Antonio Mellone (del 09/04/2017 @ 20:50:53, in NohaBlog, linkato 2123 volte)

Giorno dopo giorno, la campagna elettorale galatinese sta acquisendo una verve così intensa e una vivacità così bisbetica e brillante che, al confronto, un obitorio sarebbe il palcoscenico di Zelig.

I cosiddetti politici nonché i loro addetti alle pompe funebri, cioè i giornalisti con le virgolette al seguito, ce la stanno mettendo tutta per trovare il giusto significato del lemma “urna”.

Non che i galatinesi siano da meno stravaccati come sono sui loro divani ergonomici, naturale prolungamento del loro “pensiero politico” che fa così pendant con la protesi indissolubilmente applicata al segmento terminale dei loro arti superiori, vale a dire il telecomando di Sky tv e dintorni.

E’ capitato pure che qualche candidato, esponente cioè dell’elettorato passivo (in tutti i sensi), nei suoi giri di questua door-to-door, abbia osato avvicinarmi chiedendomi addirittura un voto per sé, e ritrovandosi invece, il concorrente, con un bel sette in condotta, che come noto un tempo significava esami di riparazione a settembre su tutte le materie (oggi si chiama debito formativo: benché di fatto il debito realmente formatosi è quello del Comune, e chissà entro il mese di settembre di quale anno verrà riparato, anzi ripagato).

Più indulgenza invece ottiene qualche amico facente parte dell’elettorato attivo che, interrogandomi in merito a chi dare il suo suffragio universale diretto, si vede recapitare dal sottoscritto risposte un po’ meno lapidarie e granitiche del solito, anzi vieppiù articolate soprattutto in merito a chi non dare manco per isbaglio la propria preferenza.

 
Di Prof. Luigi Mangia (del 12/04/2017 @ 21:45:16, in NohaBlog, linkato 2506 volte)

La cartolina dei candidati per la carica a Sindaco a Palazzo Orsini presenta la solita faccia di quel narciso consumato che si specchia nella palude della politica e quindi non è capace di vedere gli interessi vivi della città. Da tempo a Galatina ai partiti manca un idea di politica, di cultura, di ambiente e di turismo. I partiti sono deboli, le oligarchie dei gruppi invece sono forti e comandano al loro posto. Il Commissario prefettizio, Guido Aprea non ha chiuso il centro storico della città, istituendo la zona ztl, ma ha aperto il borgo antico ai cittadini e ai turisti liberandolo dal traffico insostenibile in città. La città e la sua storia per essere valorizzata deve essere vissuta, posseduta e accessibile. Nel lontano 2008, il Comitato dell’Associazione Boy’s sport arte e cultura raccolse 3500 firme per sostenere Santa Caterina Novella ed il borgo antico Bene culturale dell’Unesco. L’Amministrazione presieduta dal Sindaco Antonica deliberò in tal senso. Oggi nella cultura si fa una retromarcia inspiegabile frutto di un corporativismo dei commercianti del centro storico fuori dal tempo e contrario alla politica che sostiene le piccole città borghi gioielli d’Italia.

L’esempio della crisi e dell’incapacità nella cultura in città è dimostrato dalla scultura: “Lampada senza luce” di G. Martinez, la quale è in gravissime condizioni e necessita di un urgentissimo restauro. La Pupa sta per perdere una mano, ma è tutta la scultura ad essere gravemente lesionata. Per sottrarla alla sua distruzione bisogna rimuoverla dall’acqua putrida della vasca e custodirla in un ambiente sicuro e protetto, come il Museo civico P. Cavoti in città.

Al Commissario chiediamo di resistere, di difendere la sua decisione di chiusura al traffico nel borgo antico contro la resistenza dei commercianti del centro storico e di interessarsi della Lampada senza luce la quale per i galatinesi vale come la loro carta d’identità, quindi di assoluto valore civico.

Prof. Luigi Mangia

Associazione Boy’s sport arte e cultura.

 
Di Fabrizio Vincenti (del 12/04/2017 @ 22:24:02, in NohaBlog, linkato 2085 volte)

Il grande Zygmunt Bauman definiva la nostra una società “liquida”. Da allora un piccolo progresso è stato fatto: anziché liquida, ora potremmo definirla sciolta. Cerchiamo di intenderci. Avete presente le palline del gelato appena posate sul cono? Hanno una forma e, dal loro colore, è facile intuire quale sia il loro gusto. Provate però a guardare lo stesso cono dopo mezz’ora: vi ritroverete con in mano un biscotto e una poltiglia di gelato variopinta e senza forma, tanto da non capire neppure quale gusto avevate deciso di prendere.

Quando guardo i personaggi che si sono candidati per la carica di sindaco di Galatina, mi viene in mente questa immagine, un gelato che cola da tutte le parti. Qualcuno potrebbe prendere questo paragone come un’offesa, ma costui si ricreda subito, poiché non è ciò che vuole essere. In fondo il gelato è qualcosa che piace a tutti, anche se scula (il verbo colare, in questo senso, non avrebbe propriamente reso l’idea).

 
Di Albino Campa (del 14/04/2017 @ 13:46:41, in NohaBlog, linkato 3344 volte)

Chiesa Madre di San Michele Arcangelo in piazza S.Michele.

sepolcri sepolcri sepolcri sepolcri

Chiesa della Madonna delle Grazie, prospiciente gli omonimi giardini.

sepolcri sepolcri sepolcri

Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio, in via Aradeo.

 
Di Antonio Mellone (del 17/04/2017 @ 21:13:35, in NohaBlog, linkato 2722 volte)

CARO RENZI,

temo che quello che si vocifera in giro sia vero. E cioè che nella sua recente visita pastorale alle pecorelle di Bari che si spellavano le mani nell’applaudirla (incluso qualche candidato Sindaco del mio paese), lei abbia solennemente formulato uno dei suoi pensieri inediti più alti, nobili e profondi in merito allo “sviluppo” e, immagino, alle “ricadute occupazionali” da conseguire nel settore turistico pugliese: quello per il quale sarebbe ormai d’uopo qui e ora procedere al copia-incolla del “modello Rimini”.

Chissà cosa ci vede di bello nel “modello Rimini” (scusi il pleonasmo). Forse le migliaia di alberghi che infestano la riviera romagnola ridottisi quasi tutti ad imprese marginali, con notevoli difficoltà economico-finanziarie per via dei costi crescenti e dei ricavi decrescenti (codesta deflazione si registra anche in altissima stagione), e un valore degli immobili che oggi quotano la metà rispetto a quanto non fosse solo qualche anno fa. Forse il calo inesorabile dei turisti stranieri. Forse il dissesto delle banche emilian-romagnole che hanno finanziato questa tracotante e monotona “idea-guida”, e non riusciranno mai a recuperare i capitali prestati.

O forse le discoteche, i luna park, le piscine in riva al mare, gli stabilimenti balneari uno dietro l’altro, i frizzi, i lazzi e le mille altre strutture artificiali false come un centro commerciale schierate alla stessa stregua di un plotone di esecuzione contro l’esercito di habitué, spesso ignaro della propria schiavitù (lo sa benissimo anche lei quanto la civiltà dei consumi dispensi dal pensare con la propria testa e quindi di decidere in autonomia). O forse quella cosa che chiamano mare.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 27/04/2017 @ 22:17:21, in NohaBlog, linkato 2562 volte)

Premessa di Marcello D’Acquarica

Continuo a sentir dire, anche da alcuni docenti Galatinesi, che è ora di smetterla di parlare di Noha o di Collemeto e di S. Barbara, che noi siamo tutti di Galatina e che oggi come oggi i territori si uniscono e non si dividono.

Non sto qui a fare nessuna lezione dell’importanza dell’identità di un popolo, del senso di appartenenza o della storia locale a nessuno, ve la risparmio. Cancellare il nome vuol dire eliminare il fattore principale che identifica un luogo o una persona. Cancellare il nome di una comunità vuol dire cancellarne la storia, e Noha ha una storia che la identifica inequivocabilmente. La storia, non va cancellata, ma va studiata.

Penso a come potrebbero sentirsi i nostri ragazzi, che ancora oggi se ne vanno via da Noha in cerca di fortuna, senza il vero nome di origine sul loro documento di identità.

Penso a cosa ne sarebbe di tutte le pagine scritte per secoli sui libri di storia in cui compare il nome di Noha. Ecco appunto, il nome.

Dicono che siano stati i Baroni De Noha a dare il nome al paese. Ma, se sui testi riportati fino alla fine dell’800 Noha è indicata con Noe, Noje o Nove, per quale motivo nel ‘900 si è dovuto chiamarla Noha? Visto che i De Noha non sono più stati governatori del feudo dal 1580?

Perciò faccio appello al buon senso di chi vorrebbe annegare in unico brodo la nostra antichissima storia, di smetterla con queste manie di mescolanza e di annullamento della nostra identità, Nove era e resta il nome storico che il nostro paese da sempre ha avuto.

 

Di seguito la ricerca di P. Francesco D’Acquarica, profondo studioso della storia di Nove

 
Di Marcello D'Acquarica (del 30/04/2017 @ 16:13:59, in NohaBlog, linkato 2221 volte)

Martedì 25 aprile, giorno della Liberazione, Loredana Tundo, Direttore provinciale dell’Acli, vice presidente del neo nato laboratorio locale di FareAmbiente Laboratorio di Galatina e segretaria dell’Associazione calcistica di Noha, madre responsabile, sennonché amica carissima, mi ha invitato a fare da “mentore” per parlare dei Beni Culturali di Noha, durante la passeggiata organizzata in onore della nostra squadra di calcio. Non me lo sono fatto dire due volte. Guai a chiedermi di esprimere la mia opinione su NOHA (vi ricordo che abbiamo già appurato che il suo vero nome è Nove). Non mi ferma più nessuno. Molto probabilmente ho anche annoiato gli sfortunati partecipanti alla manifestazione che spesso mi hanno dovuto “strappare” via la voce, visto che non avevo nemmeno un microfono. Quello di parlare tanto su Noha e della sua bellezza è un difetto che proprio non riesco a correggere. Non me ne vogliamo gli ospiti che erano presenti alla manifestazione.

Quindi otre alle tante notizie che ho menzionato durante il percorso, ho fatto notare ai presenti, fra cui anche alcuni cittadini galatinesi che ci hanno onorato della loro presenza, che un “possidente” di Noha, vissuto al tempo della costruzione dell’Ospedale e della Basilica di Santa Caterina Novella, ha contribuito al progetto della medesima Basilica di S. Caterina con la donazione di vari terreni di sua proprietà.

 
Di Antonio Mellone (del 01/05/2017 @ 22:14:29, in NohaBlog, linkato 2826 volte)

L’altra sera, mentre guardavo Open, anzi per la precisione “Open mouth” (Vucchiperti), la surreale trasmissione di Telerama in cui venivano intervistati i sette-diventati-in-diretta-sei personaggi in cerca di elettore, le lacrime scendevano copiose dai miei poveri occhi attoniti, rigandomi il volto e infradiciando non so più quanti Kleenex.

Non riuscivo, però, a darmi una spiegazione sensata circa la loro provenienza: non sapevo cioè dire se quelle lacrime fossero di gioia o di lutto, di risate a stento represse o di disperazione tendente alla depressione.

Quel liquido fisiologico incolore ricopriva vieppiù la mia congiuntiva palpebrale (ma soprattutto le cornee) in quantità inversamente proporzionale alla correttezza dei congiuntivi proferiti dalla platea dei sindaci concorrenti in questa specie di talent show, e in funzione diretta al quadrato del numero di epiteti e invettive (tipo: “le corne ca tieni”) che suscitavano in me certe grottesche risposte-fotocopia, le quali stanno alla Politica come il pecorino sul pasticciotto appena sfornato.

 

Canto notturno di un pastore ...

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