\\ Home Page : Storico : Un'altra chiesa (inverti l'ordine)
Di Redazione (del 09/01/2014 @ 20:25:49, in Un'altra chiesa, linkato 2468 volte)

Si torna a parlare di unioni civili. È uno dei punti dolenti della destra italiana, della sinistra che non si decide mai e di una Chiesa che non ne vuole proprio sapere, nonostante la ventata di novità bergogliana.

Che cosa sono le unioni civili? “Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all’istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico”. Si chiamano anche coppie di fatto, siano eterosessuali o omosessuali.

 
Di Redazione (del 04/02/2014 @ 21:33:09, in Un'altra chiesa, linkato 2772 volte)
Pensavo che certi fenomeni da baraccone fossero scomparsi, e che subentrasse al loro posto una fede più autentica, radicalmente evangelica. Ma mi sbagliavo.
Quando sono venuto a conoscenza che anche nella nostra Diocesi di Milano ci sarà la Peregrinazione dell’urna di San Giovanni Bosco, mi sono cadute le braccia, e ancora una volta mi sono chiesto come sia possibile aggrapparci a queste idolatrie (o mummia latria). Sì, perché effettivamente di questo si tratta: di adorazione (o latria) di resti cadaverici a cui affidare le nostre attese e speranze. Di che?
Che ci siano i santi o i beati o i venerabili o i servi di Dio (non ho ancora capito la differenza: è tutta questione di quantità taumaturgica?), che la Chiesa gerarchica ufficialmente proclama e propone come modelli da imitare davanti al mondo cattolico, lo posso anche capire, soprattutto in epoche in cui la Chiesa ha bisogno di auto-celebrarsi. In realtà è così: la Chiesa canonizza usando come criterio le virtù più consone al sistema. Che poi il popolo di Dio veda nei santi canonizzati più di quanto la Chiesa vorrebbe, questo è un altro discorso. E la Chiesa è così scaltra che sa mettere il cappello sopra quei profeti che, in vita, hanno contestato la religione. E ci riesce: basta poco, ovvero si presenta il profeta scomodo togliendogli le sue reali provocazioni, addolcendo il tutto.
Non vorrei insistere su questo, perché il discorso ci porterebbe lontano dal nostro caso, ovvero da questa insana voglia di far risuscitare i santi, venerandone le spoglie o i resti di ciò che il tempo ha consumato. E smettiamola di pensare che il Padre Eterno riservi particolari favori al corpo di alcuni suoi devotissimi. Ciò che Dio non vuole fare, lo fa la pratica dell’imbalsamazione, usanza pagana tipica dei tempi dei faraoni.
 
Di Redazione (del 21/02/2014 @ 22:37:54, in Un'altra chiesa, linkato 2516 volte)
Campeggia a tutta pagina, su uno dei maggiori quotidiani di oggi, il titolo a caratteri cubitali: "Presi i ladri ma la reliquia di Wojtyla non si trova". Come se il fatto fosse di interesse nazionale e di una gravità senza pari, tra i mille reali problemi che affliggono la vita sociale, politica ed economica di questo Paese. Di notte, dei ladri si sono introdotti nella chiesetta di san Pietro della Ienca, al Gran Sasso, trafugando un reliquiario ed un crocifisso.
Apriti cielo! Notizie sui giornali e sui telegiornali, locali e nazionali; interviste a Vescovi e sacerdoti; interrogativi sulle Messe nere e sedute spiritiche. In particolare, nell'ascoltare la notizia dal telegiornale della sera, mi sono sentito come un marziano catapultato in un mondo extra, incomprensibile e impossibile ad ogni comunicazione. Come prete avrei dovuto fremere di sdegno, stigmatizzando una società "senza più religione!" Avrei dovuto segnarmi col segno della croce e pronunciare giaculatorie riparatrici contro la vergognosa "profanazione". E invece sono rimasto freddamente indifferente dal fatto e fortemente disgustato dalla generale indignazione. Si è parlato e scritto di "alto valore", di "dissacrazione", di "pubblica ignominia", come se avessero sequestrato il padreterno, quando invece si trattava di un semplice pezzetto di stoffa macchiata di sangue.
 
Di Redazione (del 19/03/2014 @ 22:03:42, in Un'altra chiesa, linkato 2393 volte)

Tutte le realtà nelle quali noi ci imbattiamo, per via diretta e mediata, possono essere oggetto di plauso o di biasimo, di approvazione o di condanna; le possiamo caldeggiare o combattere, sentirle nostre o avvertirle come nemiche. Tutto dipende dalla nostra posizione e/o predisposizione, e dalla visione che abbiamo della realtà stessa.

In riferimento alla religione in genere, alla Chiesa in particolare e, in maniera più specifica, a papa Francesco, è diverso che ci si ponga come cattolici o come cristiani in genere o come non credenti o, infine, come atei. Ma è ancora più determinante il concetto che si ha della "religione", della "Chiesa" e del "Papa". Di fronte ad una chiesa conservatrice, invadente, prigioniera delle sue certezze e collusa con il potere, tutti i "conservatori", praticanti e non, credenti o atei (li chiamano "atei devoti") non faranno che riverirla, osannarla e omaggiarla. Di contro, una chiesa che si interroga, aperta alla ricerca, vicina agli ultimi e lontana dal potere non può non essere ben vista dai progressisti, siano essi credenti o meno.
Ma c'è ancora di più.

 
Di Redazione (del 30/04/2014 @ 20:55:08, in Un'altra chiesa, linkato 2927 volte)

«Santo subito», gridava lo striscione a caratteri cubitali al quadrato che emergeva sulle teste della folla, il giorno del funerale di papa Giovanni Paolo II, il 5 aprile del 2005. «È morto un santo» disse la folla di credenti, non credenti e agnostici che gremivano piazza san Pietro il 3 giugno del 1963 alla morte di papa Giovanni XXIII. La differenza tra i due sta tutta qua: il polacco deve essere dichiarato «santo», il bergamasco lo è sempre stato senza bisogno di dimostrarlo.

Chi ha avuto l’idea di abbinare nello stesso giorno i due papi per la proclamazione della santità ufficiale, è stato un genio del maligno. Mettere insieme il papa del concilio Vaticano II e quello che scientemente e scientificamente l’ha abolito, svuotandolo di ogni residuo di vita, è il massimo del sadismo religioso, una nuova forma di tortura teologica. La curia romana della Chiesa cattolica, che Francesco non ha ancora scalfito, se non in minima parte, è riuscita ancora nel suo intento, imponendo al nuovo papa un calendario e una manifestazione politica che è più importante di qualsiasi altro gesto o dichiarazione ufficiale. La vendetta curiale è servita sempre fredda.

 
Di Redazione (del 10/05/2014 @ 10:13:43, in Un'altra chiesa, linkato 2151 volte)

Quindi siamo al dunque.

Il dibattito apertosi nella Chiesa di Roma sulla possibilità di ammettere alla Comunione anche i divorziati e che trova ulteriore spinta alla "conversione" nel consiglio del Papa ad una divorziata e risposata a non aver paura ad accostarsi alla Comunione, trova, nella mia parrocchia, un porta già aperta. Da anni il sottoscritto distribuisce la Comunione ai divorziati risposati ed invita i suoi fedeli ad accostarsi alla mensa eucaristica anche senza la preventiva confessione.

 

Oh, di colpo, la Chiesa si riscopre “scandalizzata” per cose o eventi che finora sono passati sotto silenzio, anzi tra il beneplacito di una certa struttura ecclesiastica, a cui faceva comodo che statue di madonne e di santi o addirittura crocifissi si inchinassero a baciare il culo dei mafiosi.
Tutti ora gridano: “Non sia mai!”.
La gerarchia e la politica se ne lavano le mani, si tirano fuori, come se nel passato l’usanza di inchinarsi a gente malavitosa fosse una rarità imperdonabile. Ma siamo ciechi?
Il papa ha scomunicato i mafiosi. E tutti a gridare: “Finalmente!”. E restiamo ancora ciechi, a iniziare da quella cricca “cattolica” che, sfruttando anche la fede, mette insieme lo schifo e le ostie, gli affari e l’incenso.
Il problema non è solo del Sud d’Italia. Certo, non è bello venire a conoscenza di certe cose. Ma credo che ci sia tra gli onesti un forte senso di disagio. Il problema è più generale. Anche al Nord, durante le processioni o le ricorrenze religiose si vedono cose per lo meno “assurde”. Ma c’è ben altro, oltre le processioni (che, secondo me, andrebbero “abolite”, per la loro inutilità).

 
Di Redazione (del 17/07/2014 @ 22:57:20, in Un'altra chiesa, linkato 2728 volte)

Certo, non si pretende che domenica mattina il papa, affacciandosi al balconcino di piazza San Pietro, proclami a tutto il mondo: “D’ora in poi i preti cattolici e le suore si potranno sposare!”.
Ce n’è ancora di strada da fare. Si è appena all’inizio. Forse non si è nemmeno partiti.
Ma il problema è sempre lo stesso: la Chiesa aspetta sempre troppo tempo, prima di decidersi. E, quando lo fa, è perché è costretta. Anche i preti che se ne vanno perché hanno deciso di fare famiglia fanno riflettere, e prima o poi metteranno la gerarchia di fronte al dilemma: “Che facciamo?”.
Il crollo delle vocazioni dipende solo dall’edonismo o dalla mancanza di fede? E il gravissimo fenomeno della pedofilia non ha proprio alcun legame con il fatto che ai preti è proibito di amare una donna o un uomo? Come si spiega l’estensione che ha avuto la pedofilia del clero? Ora può bastare che il papa la condanni, prendendo magari un bastone? A che servirebbe? Come al solito, non si va alla radice.
Ma non avete mai pensato che uno dei più grossi crimini (rovinare l’innocenza dei piccoli) sia stato compiuto proprio dai preti o dalle suore, che hanno un rapporto speciale con Dio? Preghiere, confessioni, digiuni, penitenze, sacramenti ecc. ecc. a che cosa sono serviti? E allora qual è la vera causa? Come uscire da questa spirale?

 
Di Redazione (del 04/08/2014 @ 14:07:26, in Un'altra chiesa, linkato 2031 volte)

Ci si sta avvicinando ai primi di agosto e, come vuole un’antica tradizione della Chiesa, si darà anche quest’anno ai fedeli più devoti la possibilità di acquistare il cosiddetto Perdono d’Assisi, ovvero la remissione di tutti i peccati (non vi dico in che consista, perché il meccanismo è complesso: bisognerebbe anzitutto capire a fondo la distinzione giuridica tra la colpa e la pena, altrimenti non si capirebbe neppure la trovata delle indulgenze) che, in poche parole, consiste nel prendersi l’indulgenza plenaria, osservando alcune pratiche religiose (il meccanismo ha il suo automatismo!): la visita di una chiesa parrocchiale (inizialmente era un privilegio della Porziuncula di Assisi, poi venne esteso a tutte le chiese parrocchiali: la generosità della Chiesa non ha limiti, naturalmente in modo poco gratuito), inoltre recitare alcune preghiere, confessarsi e comunicarsi. Un buon investimento per il paradiso per chi dovesse morire in quell’istante. Garantito il passaggio, comunque, per le anime del purgatorio: anima per anima, per la sempre magnanimità della Chiesa che moltiplica il Perdono “toties quoties”: ogniqualvolta entro in chiesa, recitando le preghiere stabilite, acquisto l’ indulgenza plenaria da estendere alla tal anima. Mia madre, quando ero piccolo, mi trascinava dentro e fuori la chiesa di Rovagnate per chissà quante volte. Dentro e fuori, dentro e fuori… Toties quoties!

 

Canto notturno di un pastore ...

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